Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
Abbiamo detto che siamo immagine di Dio, Dio amore e noi siamo degli
esseri capaci di ricevere e di donare amore. Abbiamo detto anche che la
nostra capacit Capax Dei, capace di ricevere in pienezza questo amore
e abbiamo preso coscienza che non c nessuno capace di darci questa
pienezza damore che limmagine che portiamo desidera avere. Perci noi
abbiamo dei vuoti.
Ci che definisce in un primo momento la ferita che noi abbiamo proprio
questa mancanza damore, questa assenza damore. Tuttavia, io non solo
sono reso capace di ricevere e di donare amore, ma diciamo che questa
capacit ha in s una specie di motore di energia: io ho un desiderio, sono
spinto dal desiderio di essere amato e dal desiderio di amare.
Abbiamo tradotto con il desiderio di essere amato e di amare due termini,
un pochino tommasiani che sono lirascibile e il concupiscibile, il
concupiscibile, la ricezione dellamore e lirascibile la donazione.
Abbiamo tradotto cos questa terminologia attraverso quellespressione
che hanno queste due realt. Vale a dire il desiderio che ci spinge a
ricevere e a donare in pienezza lamore, proprio perch noi portiamo l
immagine di pienezza.
chiaro allora e ve lo ripeto ancora, che non ricevendo questo amore in
pienezza perch impossibile alle creature donarlo, proprio perch sono
creature e non la fonte dellamore, e perch, nello stesso tempo, sono
creature peccatrici, lassenza di questo amore definisce la ferita.
importante per me ripetere questo affinch sappiamo che feriti lo siamo
tutti.
Ogni uomo ferito proprio perch gli manca questamore; ma dallaltro
canto questa ferita che lo fa soffrire pu diventare il luogo di una Grazia
speciale. Allora proprio perch sono ferito e la mia immagine chiede
pienezza si crea un vuoto. Come reagir a questo vuoto? Vivo in continuo
desiderio di riempire questo vuoto, per poter riempire questo desiderio di
infinito, ma nulla riuscir a soddisfarmi. Perch? Perch luomo, essendo
un essere di desiderio, cercher sempre di riempire queste ferite e questi
vuoti, attraverso varie compensazioni e consolazioni. Ecco allora la droga,
hanno accolto, mi hanno dato amore ma mi hanno dato anche queste ferite
e questo vuoto damore.
Fratelli e sorelle mettiamoci subito chiaramente di fronte a questo: noi
tutti siamo assetati di questo amore e noi tutti abbiamo questa grande
ferita. Su questa ferita dopo si aggiungano crescono anche le altre, s
immettono le altre. Ma prima di tutto quella di non avere la pienezza del
mio Dio. Perch il bambino, in fondo, si aspetta, con la relazione con il suo
Dio, che sono il pap e la mamma, si aspetta una relazione totalizzante d
amore che mai potranno dare. Ecco le prime ferite che danno i genitori, al
di l delle ferite che loro stessi, a livello di peccatori, daranno. Ma la prima
grandissima ferita questo vuoto.
Allora normale che io abbia questi vuoti damore, perch vi dicevo, mio
padre e mia madre sono creature. Mi hanno dato un amore limitato. Io
cerco e desidero invece qualche cosa di un amore infinito. In pi vi
dicevo, i genitori sono peccatori, quindi provate a pensare quanti atti di
impazienza, quanti atti, a volte, di violenza, quanti atti di non rispetto
hanno avuto nei miei riguardi, e questi atti hanno aumentato ancora di
pi questa ferita, lhanno resa ancora pi grande. Allora ho scoperto che
loro mi hanno amato, perch si diceva, se siamo qui mi hanno amato, ma
ho anche scoperto che addirittura mi hanno ferito. C una ferita e questo
vuoto che mi viene dalla ferita mi spinge a cercare.
Tutti quanti noi, abbiamo bisogno, proprio perch portiamo limmagine di
Dio, prima di ricevere lamore per poi donarlo. La ricezione avviene
prima della donazione. E non perch uno inferiore o superiore, ma
perch non posso dare ci che non ho ricevuto. Io chiedo di ricevere
perch il mio cuore entra nella ricezione in pienezza, poi trabocco e dono.
Quando noi doniamo dicendo che non abbiamo ricevuto, ripeto, noi diamo
forse solo le proiezioni dei nostri desideri, ma in realt non doniamo ci
che Dio ci ha donato.
Ges allora ci dice di ritornare, ci invita attraverso una parola che risuona
su tutta la Scrittura: Ascolta Israele! nellascolto che ricevi, stai bene
attento perch se non hai ricevuto non doni, quindi Ascolta Israele, ricevi
prima di potere donare. Allora ho bisogno prima di tutto di ricevere.
Ges stesso mi mette in questa prima realt, in questa prima facolt che
sembra essere la prima facolt sensibile che addirittura si risveglia nel
come diceva santa Teresina, quando ho dato quello che avevo a Ges.
Dopo aver dato tutto, do me stessa, non ho nientaltro, do me. Quando tu
hai offerto tutto quello che avevi, poi offri te stesso. Questa offerta una
offerta alla quale noi siamo chiamati spesso perch riceviamo; ma sono
delle piccole offerte che noi facciamo nella crescita per poter entrare in
questa somiglianza che significa dono, offerta totale.
Noi, ogni volta, dobbiamo prendere coscienza di noi stessi e dire: ma come
abbiamo accolto quello che stiamo dando? Quindi sono delle piccole cose
che quasi tutti, penso un pochino sappiate, sono piccole cose che per sono
basilari: si parte da questa consapevolezza e coscienza che io sono una
meraviglia, che tu sei una meraviglia, che siamo immagine di Dio e che la
nostra crescita si snoda proprio da questo inizio, che la nostra origine e
via via c uno stato intermedio, diceva Santo Ireneo, per giungere a quella
che la finalit, quindi la Parusia. Allora io parto dal Paradiso terrestre
per entrare nel Regno di Dio e io in questo cammino, ho un cammino di
crescita con tutti quanti quelli che possono essere gli incidenti di
percorso che sono avvenuti col peccato, ma incidenti di peccato ne ho
anchio nella mia vita stessa.
Io posso fare un cammino un po vago: non so bene chi devo imitare, chi
devo assomigliare, verso dove vado proprio perch non so da dove vengo.
Quindi caposaldo dellidentit quello di accogliere e accettare l
amore dellaltro. Il bambino si riconosce lentamente per quello che ,
dallamore che riceve dallaltro. Un bimbo diventa pienamente se stesso
perch si riconosce e si realizza nellamore dei suoi genitori. Ecco perch
in un primo momento ci lasciamo fare, abbiamo bisogno di ricevere.
Un coniuge diventa pienamente uomo perch si realizza nellamore della
propria sposa. Questi sono primi annunci, che noi svolgeremo, perch poi
prenderemo in considerazione quello che la vocazione della donna e
quello che la vocazione delluomo. Una sposa diventa pienamente donna
perch si riconosce nellamore del proprio marito. Perci dobbiamo subito
dire questo: non che una identit tu la prendi semplicemente, o la trovi
non so dove, ma la ricevi.
Proviamo a vedere come si costruisce fin dal primo momento questa nostra
identit, attraverso un meccanismo, diremmo, di attaccamento e
separazione.
Prima cosa: tutti noi abbiamo bisogno di attaccarci, tutti, tutti. Perch?
Perch Dio ci ha dato un cuore per affezionarci, per amare e noi sappiamo
che non pu esserci vita senza affetti. Abbiamo gi detto quanto gli
affetti siano importanti. La nostra vita affettiva molto importante. un
poco confusa perch non sa dove prendere la linfa vitale per metterla in
ordine, ma la vita affettiva fondamentale per noi. Dio ce lha data.
Il bimbo si affezione alla madre, la madre al piccolo. un rapporto
privilegiato. La sposa si affeziona di pi allo sposo, un feeling, una
preferenza; vale a dire c un amore preferenziale. Lamico allamica,
tutto in modo tutto ordinato. Quindi c questo amore che mi prende. E
quando il piccolo si affeziona al suo pap e alla sua mamma, pianta delle
radici, sa da dove viene.
Il bambino venuto al mondo vivr un rapporto fondamentale con la madre
e poi, grazie a lei, grazie alla madre, lo vivr con il padre; e grazie ai
genitori avr dei rapporti con i fratelli. Poi attraverso la famiglia, avr dei
rapporti con i parenti e gli amici. Poi avr questo rapporto con lambito
sociale e culturale, lo avr con la chiesa, e ogni volta trover chi lo
paternalizza e chi lo maternalizza. Andr a scuola e ci sar la maestra. Se
andr al catechismo ci saranno i catechisti. Andr in chiesa e ci sar il
sacerdote, cio ci sar sempre una autorit che in qualche modo lo
maternizza e lo paternizza: i famosi equivalenti di cui abbiamo gi
parlato.
Nella misura in cui il bambino si affeziona pone delle radici. E queste
radici cosa ci dicono? Che c una appartenenza. Io appartengo a quella
famiglia. Ges a chi appartiene? Diranno: ma il figlio di Maria e di
Giuseppe, lo conosciamo tutti. Quindi c una appartenenza familiare.
Molte persone faccio un piccolo inciso vanno a finire nelle sette
proprio perch hanno un bisogno estremo di appartenenza. Hanno bisogno
di affezionarsi e nelle sette trovano questo. Appartenenza che di chiusura
e non apertura, ma molto spesso, ci stanno bene dentro. La New Age
proprio questo grande grembo che ti prende e ti rimette dentro a una
situazione di dipendenza simbiotica, dove tu non sai pi chi sei, ma
insomma si sta cos bene...Quindi molti vanno a finire l, proprio per
questo bisogno di appartenenza. Tutti abbiamo questa necessit di
appartenere, ma nello stesso tempo c, dopo lattaccamento, una seconda
nome. Ma questo nome diverso che da una identit per cosa fatto? Per la
comunione!
Luomo lascer suo padre e sua madre per unirsi alla sua donna e
diventare una cosa sola, quindi entreranno nella comunione. Identit
perci. Luomo e la donna sono separati per riconoscersi nella diversit e
nello stesso tempo sono uniti nella comunione, non fusi, ma nella
comunione. Vivono in una relazione dove io mi riconosco da te, e tu, tu mi
rimandi a me, e io so chi sono io. Tu sai chi sei tu perch ci sono io. Ecco
questa relazione ha bisogno di questa separazione.
La separazione allora, vi dicevo, importante. Se noi guardiamo al
bambino, dopo che lovulo fecondato, dopo sette giorni di circolazione
nella tuba, arriva nella mucosa uterina, si impianta e dopo un po di tempo
c una prima separazione. Esce da questa mucosa uterina si ritrova nella
cavit uterina, dove si svilupper e dove, dopo nove mesi, vivr una
seconda separazione: nasce.
Questa la pedagogia di Dio: creare e separare! Allora il bimbo prima
era dentro alla madre, oggi sulle braccia della madre. Quindi gi
separato. avvenuta la separazione. Ma poi provate a vedere come tutta
una separazione.
Dalle braccia della madre dovr passare alla culla, non pu restare
sempre nelle braccia della madre. Dalla culla dovr passare al lettino;
poi dovr passare al seggiolone, non lo tengo pi in braccio per
alimentarlo, dovr essere seduto. Comincer a gattonare e dopo noi
vedremo che ci sar una lenta separazione perch comincer a
sgambettare, comincer a camminare con le sue gambe, non lo potrai
pi portare tu. Provate a pensare nel momento in cui una madre, diventasse
la madre tossica, cos presente che non gli permettesse queste separazioni
perch sono pericolose, nel senso che lo fanno soffrire, e non gli
permettesse di camminare e di fare le giuste cadute, per esempio, per poter
imparare a camminare. Un giorno lascer la casa.
Le scritture allora ci insegnano che Dio crea sempre per metterci
sempre in questo rapporto di relazione. Permettendo cos a ciascuno di
noi di diventare se stesso. chiaro che se la separazione che d l
identit, son tutte le mancate separazioni, le cause di tutte le turbe
10
11
12
13
14
il tuo cuore come squarciato! Sai, se a me arriva una ferita e sono ben
protetto, qualche cosina di meglio mi pu andare, ma cos come hai fatto
tu...Allora che cosa avviene? Dov la mia sofferenza? La mia sofferenza
che ha la modalit di croce, mi porta anche a dover attraversare l
angoscia della possibilit di un rifiuto perch io quando mi apro ad
amare te, mi apro anche alla possibilit e alla tua libert che tu mi dica:
non me ne importa niente del tuo amore! Non lo voglio. Puoi anche
ferirmi, puoi anche buttarmi addosso tutto. Io ti amo e tu mi rispondi
come? Pugnalandomi. Per tu sei libero di farlo. Il fatto che io non
voglio passare langoscia dincontrarmi con la tua libert che potrebbe
opporsi alle mie attese. Perch le mie attese sono: Amo, ma insomma,
diciamo la verit, ho bisogno di garanzie. Amo se tu mi ami! Ma amare
cos, gratuitamente no...
Eppure il Signore venuto a mostrarcelo e a donarci lo Spirito Santo che
ci dar la forza di amare a livello divino, San Tommaso dAcquino lo
chiamava: la volont damore soprannaturale, cio quellamore agape, l
amore dei nemici. Sei reso capace di questo amore, non con le tue forze
ma con la forza di Dio. Ma per volere, accettare questo, cio chiedere a
Dio di amare in questa maniera significa che io devo morire a me stesso
e alle mie voglie, e questo mi angoscia. Questo mi angoscia terribilmente.
Allora vedete, io dovr attraversare questa angoscia, ma oggi io non sono
pi solo. Lattraversamento di questa angoscia non pi fatta da solo,
fatta con Dio. Dio lha attraversata per me, Dio lha passata tutta per me,
perch io potessi insieme a lui attraversare questa angoscia, non fuggirla.
Quindi abbiamo bisogno di vivere questa angoscia e questa sofferenza.
Viverla nella separazione che ci porta la sofferenza, ma la sofferenza non
la vivremo pi nelle tenebre, non la vivremo pi sentendoci soli e isolati,
ma la vivremo nella luce di Dio.
Ci che ferito in noi, vi dicevo, allora questa figliolanza. Se ci sono
dei vuoti di amore nella mia figliolanza della paternit e della figliolanza
proprio carnale, noi dobbiamo chiedere al Signore che ci rivisiti questi
vuoti. Che cosa stata la mia prima scelta da bambino, quando io nelle
situazioni in cui mi aspettavo amore e non lho ricevuto, quale pensiate sia
la reazione di un bambino? un atteggiamento reattivo, reagisce, vale a
dire fa delle scelte responsabili ma non colpevoli, perch non si ancora
15
16
sei libero e la tua libert consiste proprio in questo che tu sei capace di
scegliere e di riscegliere, di decidere e di ridecidere, quindi per quanto la
nostra libert possa essere condizionata o limitata da tutte quelle ferite, da
tutti quei condizionamenti esterni che possediamo e che ciascuno di noi ha
ricevuto, tuttavia c una parte della nostra libert che ci proviene dall
essere immagine di Dio e che ci permette di fare delle nuove scelte. Per
cui oggi non puoi dire non posso, ma dici non voglio! E la cosa molto
diversa, perch con le tue forze, sappiamo tutti che non puoi. Questo
normale perch luomo non pu.
Significa anche che non pi il genitore che mi ha portato nel grembo che
mi fa decidere o mi fa desiderare, o decidermi di farmi vivere, non pi
lui, non sono pi le ferite che ho ricevuto da lui, n i condizionamenti che
ho avuto, che oggi, mi faranno decidere se io oggi voglio vivere, ma la
decisione di vivere oggi spetta a me.
Mi sono mai chiesto: ma io voglio vivere? Io ogni mattina scelgo la vita?
Voglio vivere? Mio padre e mia madre potevano anche non volermi, ma
sentiamo cosa dice Dio. Se anche tuo padre e tua madre ti hanno
dimenticato, io Dio no, mai! Potevano non volerti. Va bene. Ma poi
hanno deciso di avertirmi, adesso ci sei, con tutto quello che stato il
dramma, gli eventi di dolore, di sofferenza che puoi aver provato. I miei
genitori, tutto sommato, mi hanno amato come erano capaci di fare, con le
loro possibilit. Ma io oggi posso decidere di non pi sopravvivere come
ho fatto fino adesso, con tutte queste ferite. Io oggi ho bisogno di una
decisione diversa, di voler vivere.
Allora se la decisione della mia vita non pi una decisione dei miei
genitori, i quali si sentono molto spesso rinfacciare, ma scusami perch
mi hai fatto, cera bisogno, non era meglio se tu mi lasciavi.... Oggi
sono qui perch mi si chiede una relazione diversa con Dio, perch il
primo creatore Lui. Sei tu che mi hai creato, che mi hai intessuto nel
grembo di mia madre.
Un uomo e una donna sono i collaboratori della vita di Dio, ma se Dio non
la vuole quella persona, non lha pensata, non ci sar neppure nel
grembo, non ci sar. Quindi Dio il mio creatore, colui che mi ha
pensato dalleternit, colui che mi ha voluto e mi ha amato da sempre.
17
18
19
20
21