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ii
Indice
Premessa
di base
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
iii
1
1
1
2
5
5
6
6
7
7
7
8
9
11
12
13
13
15
16
iv
Premessa
In queste note sono fornite alcune nozioni di base della microeconomia che
possono essere utili per una migliore comprensione di alcuni temi di macroeconomia.
C. S.
vi
Capitolo 1
Introduzione ad alcuni concetti
di base
1.1
Razionalit`
a
1.2
Il concetto di equilibrio
Lo studio dellequilibrio pone una serie di importanti problemi analitici. Vi `e innanzi tutto il problema dellesistenza di un equilibrio, ma un altro
importante problema `e quello della stabilit`a dellequilibrio. Un punto di equilibrio `e stabile se si tende a tornarvi dopo aver subito un disturbo di natura
temporanea. Vi `e infine il problema dellunicit`a del punto di equilibrio.
1.3
Il problema dellottimizzazione
Le variabili di scelta
Gli agenti prendono decisioni a riguardo di variabili che possono controllare e
che incidono sul risultato che vogliono ottenere. Per esempio, un consumatore
effettua scelte sulla quantit`a di un bene da consumare; il bene di consumo `e
la variabile su cui il consumatore effettua la sua scelta.
La funzione obiettivo
` una funzione che mette in relazione le variabili su cui si esercitano le scelte
E
e un valore da ottimizzare. Per esempio,
U = f (x)
`e una funzione obiettivo che mette in relazione lutilit`a U di un consumatore
(il beneficio che trae dal consumo del bene) e la quantit`a del bene x che
decide di consumare. In questo caso si tratta di trovare il valore di x che
massimizza U .
Capitolo 2
Teoria della produzione
2.1
Il
2.2
La funzione di produzione
E una funzione che stabilisce la relazione che intercorre fra quantit`a prodotta
di un bene (o servizio) e quantit`a dei fattori della produzione impiegati.1 Sia
q la quantit`a prodotta di un certo bene Q,
q = f (x1 , x2 , , xn )
q > 0
xi > 0 (i = 1, 2, , n)
dove xi `e la quantit`a del generico fattore i simo impiegato nella produzione
di q. La quantit`a prodotta `e non negativa cos` come sono non negative le
quantit`a di fattori impiegati.
2.3
(2.1)
(2.2)
La dizione corretta `e quantit`a di servizi dei fattori impiegati. Per brevit`a si user`a
spesso la dizione quantit`
a di fattori.
2.4
La produttivit`
a dei fattori
(2.3)
Produttivit`
a media. E data dal rapporto fra produttivit`a totale e quantit`a impiegata del fattore:
AP =
f (x, y)
TP
=
x
x
(2.4)
Produttivit`
a marginale. E lincremento di produttivit`a totale derivante
da una variazione infinitesima della quantit`a del fattore
MP =
2.4.1
f (x, y)
dq
=
dx
x
(2.5)
Produttivit`
a marginale decrescente
2.4.2
Rendimenti di scala
Ovviamente ci si trova nel lungo periodo, in quanto tutti i fattori possono variare.
Rendimenti di scala crescenti. Si hanno rendimenti di scala crescenti quando il prodotto varia in misura pi`
u che proporzionale rispetto alla variazione dei fattori.
Rendimenti di scala costanti. Si hanno quando il prodotto varia nella
stessa proporzione dei fattori.
Rendimenti di scala decrescenti. Si hanno quando il prodotto varia in
misura meno che proporzionale rispetto alla variazione dei fattori.
Se si assume che la funzione di produzione `e omogenea, i rendimenti di
scala possono essere facilmente descritti nel modo seguente. Considerata una
funzione omogenea di grado n e un > 1,
f (x, y) = n (x, y)
Si hanno rendimenti di scala crescenti se n > 1; rendimenti di scala costanti
se n = 1; rendimenti di scala decrescenti se n < 1.
q = f (x, y)
q = f (x, y) = n f (x, y) = n q
quindi,
q
= n >
q
q
=
n = 1
q
q
n < 1
= n <
q
n > 1
2.5
Il profitto `e dato dalla differenza fra ricavo totale e costo totale. Il ricavo
totale `e il prodotto tra il prezzo al quale il bene `e venduto. Pertanto,
RT = pq
(2.8)
= pq C = pq (xpx + ypy )
(2.9)
(2.11)
d2
2q
=
p
<0
dx2
x2
(2.12)
dq
= px
dx
(2.13)
che significa che il profitto `e massimizzato nel punto in cui il valore della
produttivit`a marginale del fattore uguaglia il prezzo del fattore stesso.3
Consideriamo una particolare versione di questo problema di massimizzazione. Si supponga che il fattore variabile sia il lavoro, l (misurato in ore)
e che il prezzo di unora di lavoro sia il salario w. In questo caso la funzione
del profitto da massimizzare `e:
= pq lw ypy
e deve essere
dq
d
=p w =0
dl
dl
cio`e
dq
w
=
dl
p
Limpresa massimizza il profitto quando impiega una quantit`a del fattore
lavoro tale per cui la produttivit`a marginale del fattore ( dq
) `e uguale al salario
dl
reale, cio`e il rapporto tra il salario nominale w e il prezzo del bene p.
2.6
Abbiamo finora considerato il costo dellimpresa come una funzione dei prezzi
e delle quantit`a dei fattori della produzione impiegati dallimpresa. Naturalmente, data la funzione di produzione, il costo pu`o sempre essere espresso
3
La (2.12) implica che nel punto di massimo del profitto la produttivit`a marginale del
fattore `e decrescente.
come funzione della quantit`a prodotta. Dora in avanti, i costi saranno espressi come funzione della quantit`a prodotta. Qui ci concentriamo sui costi di
breve periodo.
Le varie definizioni di costo di breve periodo sono le seguenti.
Costo fisso (CF ). E il costo relativo ai fattori fissi impiegati. Esso `e quindi
indipendente dalla quantit`a prodotta e costante.
Costo fisso medio o unitario (CAF ). E dato dal rapporto fra costo fisso
e quantit`a prodotta q. Il costo fisso unitario `e funzione decrescente
della quantit`a prodotta. Tende asintoticamente a zero (Figura 2.1).
CAF =
CF
q
(2.14)
CAF
Costo variabile totale (CV ). E il costo relativo ai fattori variabili impiegati. E funzione crescente della quantit`a prodotta.
Costo variabile medio (CAV ) . E dato dal rapporto fra costo variabile
totale e quantit`a prodotta.
CAV =
CV
q
(2.15)
Costo totale medio (CAT ). E dato dal rapporto fra costo totale e quantit`a
prodotta,
CT
CAT =
= CAV + CAF
(2.17)
q
Costo marginale (CM ). E lincremento del costo totale imputabile ad un
incremento infinitesimo della quantit`a prodotta. Perci`o,
CM =
dCV
dCT
=
dq
dq
(2.18)
CT
F
q
2.7
La concorrenza perfetta
CAV
CAT
CM
q
Figura 2.3: Costo marginale, costo variabile medio e costo totale medio
1. Tutti gli operatori sul mercato (venditori ed acquirenti) sono di dimensioni infinitesime rispetto alla dimensione del mercato nel suo complesso.
2. Il bene prodotto dalle imprese operanti sul mercato `e perfettamente
omogeneo.
3. Tutti gli operatori sul mercato godono di perfetta informazione.
4. Nel lungo periodo, c`e perfetta libert`a di entrata e di uscita dal mercato
Per quanto riguarda specificamente le imprese, lipotesi di concorrenza
perfetta implica che la singola impresa non `e in grado di modificare il prezzo
del bene prodotto mediante variazioni della sua quantit`a prodotta. Daltro
canto, non `e razionale per limpresa cercare di vendere ne ad un prezzo pi`
u
basso ne ad un prezzo pi`
u alto di quello di mercato. Pertanto, per limpresa
in concorrenza perfetta il prezzo `e dato. Ci`o significa che la singola impresa
ha di fronte a se una curva di domanda perfettamente elastica.
2.7.1
d(pq)
dRT
=
dq
dq
(2.19)
2.8
(2.20)
(2.21)
=0
dq
dq
dq
(2.22)
d2
<0
dq 2
(2.23)
Dalla (2.22), tenendo conto della definizione di ricavo marginale in concorrenza perfetta, si ottiene
p = CM
(2.24)
Dalla (2.23) e (2.24), si ottiene
CM > 0
(2.25)
2.9
Anche in monopolio lequilibrio dellimpresa si realizza quando `e massimizzato il profitto. La differenza sostanziale rispetto alla concorrenza perfetta
`e che in monopolio, il prezzo non `e un dato per limpresa ma `e funzione
13
CM
B
C
D
CAT
dp
d(pq)
= q+p
dq
dq
(2.26)
(2.27)
d
(RM CM ) < 0
dq
ovvero
dRM
dCM
<
(2.28)
dq
dq
In equilibrio, il costo marginale deve uguagliare il ricavo marginale. Lequilibrio dellimpresa in monopolio `e rappresentato in figura 2.5.
La linea BC `e la funzione di domanda, la linea BA `e il ricavo marginale.
Limpresa massimizza il profitto producendo la quantit`a OQ (costo marginale
uguale a ricavo marginale). Tale quantit`a `e venduta al prezzo OP . Il ricavo
totale `e indicato dallarea OQF P , il costo totale dallarea ODEQ e il profitto
totale dallarea DEF P .4
4
14
CM
F
CAT
2.9.1
dp
+ CM
dq
(2.29)
p CM
q dp
=
p
p dq
(2.30)
p CM = q
Dividendo tutto per p, si ottiene
(2.31)
Si noti che q dp
a rispetto al prezzo `e negativa.
dq > 0 poich e la derivata della quantit`
15
(2.32)
lim
2.10
CV
Figura 2.6: Costo totale e costo variabile quando il costo marginale `e costante
16
CTM
CF
q
(2.33)
(2.34)
l
q
Cio`e la quantit`
a prodotta da ununit`a di lavoro. Si noti che la produttivit`a media qui
coincide con quella marginale, ipotizzata costante.
17
qp
= (1 + )w
(2.36)
l
qp
`e la produzione pro-capite espressa in valore.7 Il membro di destra dell
la (2.36) ci dice come questa produzione `e distribuita fra lavoratori (w) e
impresa (w).
Si supponga che la produttivit`a non vari e che limpresa non muti il
prezzo, in questo caso un aumento del salario deve necessariamente implicare
una riduzione della quota del prodotto che va allimpresa. In altre parole, si
deve ridurre il mark-up. Se limpresa non `e disposta a ridurre il mark-up, si
avr`a necessariamente un aumento del prezzo.8
Si pu`
o dire che `e il valore della produttivit`a.
Mantenendo lipotesi che limpresa intende mantenere costante il mark-up, quando il
salario varia e varia anche la produttivit`a sono possibili tutti i risultati per quanto riguarda
il prezzo: il prezzo resta invariato poiche la produttivit`a cresce tanto quanto il salario; il
prezzo diminuisce poiche la produttivit`a cresce pi`
u del salario; il prezzo aumenta poiche
la produttivit`
a cresce meno del salario.
Si pu`
o esprimere tutto ci`
o in termini di tassi di variazione. Si prenda la (2.35) in forma
logaritmica e si derivi rispetto al tempo (t) per ottenere i tassi di variazione di p, w e .
8
1 dw
1 d
1 dp
=
p dt
w dt
dt
18