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MATERIALI E DOCUMENTI

La statua di Apollo
Riportiamo una pagina famosa in cui Winckelmann, descrivendo lApollo del Belvedere (statua greca del IV secolo
a.C., ora al Museo Vaticano a Roma), illustra il proprio ideale di bellezza.

La statua di Apollo1 rappresenta il pi alto ideale artistico


fra tutte le opere dellantichit sfuggite alla distruzione.
Lartista ha creato questa opera assolutamente secondo
lideale, servendosi della materia solo per quel tanto che
gli era necessario a realizzare e rendere visibile il suo proposito.2 Questa statua di Apollo supera tutte le altre immagini del dio di tanto, di quanto lApollo di Omero3 si
eleva al di sopra di quello descrittoci dai poeti venuti
dopo di lui. Il suo corpo si eleva al di sopra di quello
umano e la sua posa rivela la grandezza che lo pervade.
Una primavera perenne, come nel beato Elisio,4 riveste
di amabile giovinezza la sua matura affascinante virilit e
aleggia con grazia delicata sulla superba struttura delle
sue membra. Penetra con il tuo spirito nel regno delle
bellezze incorporee e cerca di farti creatore di una natura
celeste, perch il tuo spirito possa inebriarsi di bellezze
superiori alla natura umana: l, o lettore nulla vi che
sia mortale o schiavo dei bisogni umani. Non una vena,
non un nervo, eccitano ed agitano questo corpo, ma uno
spirito celestiale che vi si riversa come un fiume tranquillo
quasi ricolma tutta la superficie di questa figura. Egli ha
inseguito Pitone5 contro il quale per primo ha teso larco
ed ora con il suo passo potente lha raggiunto ed ucciso.
Dallalto del suo spirito soddisfatto il suo sguardo va al
di l e al di sopra della sua vittoria, verso linfinito: disprezzo v sulle sue labbra e lira che egli trattiene tende
le sue narici e sale fino alla fronte altera. Ma qui, la pace
vi aleggia beata e quieta non ne viene turbata e il suo
sguardo colmo di dolcezza,6 come tra le Muse7 che si
protendono per avvolgerlo nel loro abbraccio. In tutte
le altre immagini del padre degli di8 che ci rimangono
e che larte onora, egli non si accosta a quella grandezza
con la quale si svel alla mente del divino poeta9 e che
riappare qui nel volto del figlio,10 mentre i singoli attributi
di bellezza degli altri di si fondono qui in armonia come
in Pandora.11
da J.J. Winckelmann, Storia dellarte dellantichit,
Boringhieri, Torino 1961, pp. 387-389.

1 statua di Apollo: si tratta dellApollo del


Belvedere, una copia romana, che Winckelmann
credette autentica, di una statua greca forse del
IV secolo a.C. (cfr. figura).
2 idealeproposito: lartista ha rappresentato
nella statua il bello ideale, servendosi della materia
solo per rendere visibile tale bellezza. Secondo
Winckelmann larte non deve imitare la natura,
ma operare una sintesi superiore delle singole
manifestazioni di bellezza presenti nella realt.
3 Apollo di Omero: si riferisce alla rappresentazione dellira di Apollo nel I canto dellIliade.
4 Elisio: sono i campi elisi, la zona dellaldil
pagano dove stavano i beati.

Apollo del Belvedere. Roma, Musei Vaticani.


Questa statua, resa celebre da Winckelmann, nota come lApollo
del Belvedere dal nome della villa dove Giulio II, nel Cinquecento,
aveva allestito un museo allaperto. una copia romana dei tempi di
Adriano (II secolo) di un originale greco in bronzo andato perduto,
probabilmente risalente al IV secolo a.C.

5 Pitone: il terribile serpente che infestava la


regione greca della Focide e fu ucciso da Apollo.
6 Non una venadolcezza: il passo rivela
laspetto fondamentale della concezione neoclassica della bellezza, teorizzata da Winckelmann.
7 Muse: Apollo, come dio della poesia,
spes-so circondato dalle Muse. Cos viene
rappre-

G. B. PALUMBO EDITORE LETTERATURA ITALIANA

sentato anche nei vari Parnasi dellarte neoclassica, da Mengs al nostro Appiani.
8 padre degli di: Giove.
9 divino poeta: Omero.
10 figlio: Apollo.
11 Pandora: secondo la mitologia la prima
donna creata dagli di e adorna di tutte le qualit. Il termine deriva dal greco e significa la
ricca di doni. Fu inviata sulla terra per punire
gli uomini, a cui Prometeo aveva regalato il fuoco. Poich infatti non riusc a vincere la curiosit
e apr il vaso che le aveva donato Giove, da
esso uscirono tutti i mali che si sparsero per il
mondo.

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