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Ricerca e selezione
Rappresenta il momento di formalizzazione dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro e della
reciproca presentazione tra l'organizzazione e il singolo individuo. infatti interesse di entrambe le
parti evitare di entrare in relazione con una controparte non appropriata o non in linea con le proprie
aspettative. importante quindi conoscere come le organizzazioni ricercano e selezionano gli
individui e, viceversa, come gli individui ricercano e selezionano le organizzazioni e le diverse
carriere lavorative.
informazioni dettagliate sull'azienda, sul tipo di posizione e attivit, sul proprio del candidato e
sulle condizioni di lavoro offerte.
Reclutamento interno:
job-posting: si tratta di rendere noto ai dipendenti le posizioni vacanti all'interno
dell'organizzazione, per le quali essi possono decidere di candidarsi per ricoprire un ruolo
diverso da quello che attualmente svolgono. Questa tecnica rende pi trasparente il mercato del
lavoro interno, attraverso le informazioni rese disponibili a tutti i lavoratori;
autoselezione: rappresenta le richieste da parte dei lavoratori che esprimono al proprio capo la
volont e linteresse a ricoprire una data posizione nell'ambito del sistema organizzativo;
tavole di rimpiazzo: tecnica di previsione dei possibili candidati che possono ricoprire una
determinata posizione. Viene utilizzata in imprese di dimensioni medio grandi e per livelli di
posizione medio alti.
L'attivit successiva alla ricerca, la selezione, rappresenta un momento determinante del processo di
assunzione di personale, caratterizzato da asimmetria informativa tra le parti.
La selezione serve a ridurre parzialmente l'incertezza dovuta allasimmetria di informazione ex-ante
l'assunzione: l'obiettivo di selezionare, tra le persone reclutate, quelle che meglio risponde alle
caratteristiche personali e professionali richieste per ricoprire una certa posizione. Si tratta quindi di
valutare la corrispondenza tra candidato e mansione (job matching), di valutare le pi ampie
potenzialit professionali del candidato. A tal fine si procede ad una prima selezione sulla base dei
curricula, per poi impiegare diversi strumenti quali i colloqui e una serie di test, tesi a valutare le
capacit professionali, l'intelligenza, la personalit, eccetera.....
Tali metodi sono spesso criticati per la loro schematicit ed stato anche rilevato che i colloqui di
selezione condotti in modo intuitivo e discorsivo sono soggetti a forti e sistematiche distorsioni
cognitive. D'altra parte, la depersonalizzazione e codificazione del processo in un sistema da parte
degli specialisti di selezione stessi, dovrebbe migliorarne la qualit decisionale.
I fattori da considerare nella selezione sono di diversa natura di tipo:
conoscenze, intese come insiemi di sapere teorici e pratici acquisiti e memorizzati
personalit e attitudini, intese come attributi fisici e psichici da cui possono scaturire capacit
capacit, intese come possibilit di svolgere in modo idoneo e adeguato un compito assegnato
competenze, intese come insieme dinamico di saperi traducibili in una concreta attivit
potenziale, inteso come insiemi di attitudini e di capacit adeguate a strutturare le competenze
necessarie per affrontare situazioni nuove e differenti.
Quanto maggiore la trasparenza e la disponibilit tra le parti a cedere informazioni rilevanti per la
decisione di assunzione, quanto pi efficiente e veloce sar il processo. Occorre infatti ricordare che
il processo di selezione a due vie, poich anche i candidati selezionano l'organizzazione a cui
inviare il curriculum vitae e per cui eventualmente lavorare. La comunicazione chiara e precisa da
parte dell'organizzazione della propria strategia competitiva, del modello organizzativo e soprattutto
delle politiche di gestione del personale attivo un meccanismo di autoselezione dei candidati. Tale
meccanismo permette di economizzare sui costi di selezione, poich screma una fetta di mercato.
Un altro aspetto importante per la autoselezione anche l'immagine che l'organizzazione d o vuole
dare di s stessa. L'immagine esterna influenti processi di autoselezione, permettendo cos
l'economia dei corsi di ricerca, oltre a quelli di selezione.
Ma come si genera il meccanismo dell'autoselezione? Gli individui attivano processi di ricerca e di
selezione sul tipo di occupazione, sul tipo di organizzazione e sul tipo di carriera, in base al di
orientamenti e atteggiamenti nei confronti del lavoro e della carriera, che si formano nei primi
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vent'anni circa della vita di un individuo, durante i quali si provano le prime esperienze di
socializzazione lavorativa e si sviluppano le preferenze sulla scelta occupazionale.
anni, separati dalle altre parti della societ e immersi completamente nella cultura
dell'organizzazione. I valori professionali e culturali sono promossi dalla partecipazione a corsi di
formazione intensiva e attraverso le interazioni con i docenti. Dopo aver completato con successo
questo periodo di formazione, le persone vengono ufficialmente inserite nell'organizzazione per lo
svolgimento delle loro attivit; a questo punto i valori professionali organizzativi importanti sono
stati impressi a fondo nelle persone.
La maggior parte delle socializzazioni precedenti il lavoro non sono molto formali, come nel caso
delle esperienze nelle superiori, nelle universit,.....; si tratta quindi di tipologia - formali e meno
controllate di socializzazione lavorativa che non hanno effetti cos forti come nelle precedenti, ma
influenzeranno in futuro le esperienze lavorative.
Personalit e scelte occupazionali
Holland ha associato le caratteristiche di sei tipi di personalit con le scelte occupazionali nei
confronti delle quali gli individui si sentono maggiormente portati.
TIPI DI PERSONALIT
SCELTE OCCUPAZIONALI
Artistica
comprende forme di autoespressione, creazione artistica,
espressione di emozioni, attivit individuali.
Non ama attivit ripetitive e ordinate
Realistica
comprende l'utilizzo di strumenti e macchine, attivit
fisica che richiede abilit, forza e coordinazione
Investigativa
comprende l'osservare, organizzare e comprendere i dati.
Non ama attivit sociale e di persuasione
Imprenditoriale
comprende attivit verbali per influenzare gli altri e per
ottenere potere status.
Ama il fare piuttosto che l'osservare
Sociale
comprende attivit di relazione piuttosto che intellettive o
fisiche.
Ama informare, formare e aiutare gli altri ad emergere
Convenzionale
comprende attivit strutturate, regolamentati e la
subordinazione di bisogni personali ad un'organizzazione
o una persona di potere e status.
Ama attivit ordinate e sistematiche
Alcune le norme di coinvolgimento sono critiche e devono essere accettate da ogni membro
dell'organizzazione il fallimento dell'adeguamento si manifesta nelle pressioni esercitate dagli altri
membri affinch l'individuo si adegui o lasci l'organizzazione.
Esistono poi una serie di norme secondarie, a volte non esplicite, che sono meno importanti, poich
auspicabile, ma non necessario, che una persona le accetti. Un esempio di norma secondaria
l'usanza della casual friday, in cui i dipendenti possono, se lo desiderano, vestire abiti pi casual e
informali.
Le norme e le aspettative sono riflessi in modo specifico nel contratto psicologico che
caratterizzato dalle reciproche aspettative tra l'organizzazione e i suoi membri, riguardanti non solo
la quantit di lavoro, ma anche tutto insieme di diritti, privilegi e obblighi nelle relazioni individuoorganizzazione. Il contratto psicologico viene continuamente e informalmente negoziato durante la
carriera nell'organizzazione.
La prima significativa esposizione al contratto psicologico avviene durante la fase di inserimento,
denominata la fase del principiante, durante la quale si immersi in un'organizzazione e in un
possibile sentiero di carriera, ma come principianti, in quanto si cominciano ad apprendere le
competenze, gli atteggiamenti e la cultura necessari a vivere in una specifica organizzazione ed a
svolgere una specifica attivit lavorativa. Comunque per diventare competenti e di imparare trucchi
del mestiere, occorrono diversi anni.
Alla fine di questa fase, tuttavia, se un individuo si impegnato, pu raggiungere un livello di
competenza che gli permette di contribuire pienamente al successo dell'organizzazione. Durante
questa fase di individuo prende anche coscienza delle differenze (se esistono) tra i suoi valori
personali ed i requisiti dell'organizzazione. Si pu trattare anche dell'esperienza negativa, specie
quando il processo di selezione non stato efficace.
L'entrata e linserimento sono influenzati da alcuni fattori:
adattamento individuo-organizzazione, inteso come il grado di congruenza tra i valori
dell'organizzazione e quelli individuali; quando questa elevata, una persona ha maggiori
possibilit di essere soddisfatta e quindi sar pi motivata a restare nell'impresa;
aspettative sul lavoro; prima di iniziare il lavoro si hanno determinate aspettative
sull'organizzazione, sulle condizioni lavorative, sui colleghi e sulle opportunit di carriera.
Quando queste aspettative non sono soddisfatte si generano bassa soddisfazione per il lavoro,
basso commitment organizzativo, elevata propensione a cambiare lavoro, bassa permanenza
nell'organizzazione e bassa performance;
modalit di socializzazione organizzativa sono un terzo importante fattore; molte imprese hanno
programmi di formazione che hanno il fine di far socializzare il mio assunto il centro
dell'organizzazione. Una ricerca ha evidenziato che coloro che sono inseriti con processi formali
di gruppo sono pi soddisfatti del loro lavoro e vivono meno conflitti tra i loro ruoli lavorativi e
familiari rispetto alle persone che sono entrate in un'impresa con processi individuali.
Formazione
La formazione ha un ruolo fondamentale nella generazione, sviluppo e mantenimento delle
conoscenze e delle capacit degli individui ed , per l'organizzazione, fonte di possibile vantaggio
competitivo. Le capacit sono di insieme delle caratteristiche intellettive della persona, delle abilit,
del livello delle conoscenze ed il grado di utilizzo della tecnologia nello svolgimento delle attivit.
Le capacit possono essere specifiche o generiche. Nel primo caso il valore delle conoscenze
apprezzabile prevalentemente in uno specifico contesto, mentre quelle generiche assumono valore
indifferente per diverse organizzazioni.
Le imprese tendono sempre di pi ad investire in formazione specifica, intesa come la formazione
che incrementa direttamente le conoscenze dei processi specifici dell'impresa e la prestazione degli
individui in un contesto specifico. La formazione generica generalmente attuata per il neoassunto
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Carriera
Cosa significa carriera? La letteratura in argomento presente definizioni molto differenti.
La carriera dal punto di vista dell'individuo
Una modalit molto comune per valutare se una persona ha intrapreso la carriera di successo
consiste nel vedere quanto questa persona sia salita lungo la scala gerarchica. La carriera, dal punto
di vista dell'individuo, qualcosa di pi complesso del semplice lavoro o della sequenza di
posizioni che una persona occupa nel corso della sua vita. La carriera la sequenza degli
atteggiamenti e dei comportamenti associati alle esperienze e alle attivit lavorative svolte nel corso
della propria vita e, quindi, il successo nella carriera dovrebbe essere valutato facendo riferimento
alle seguenti dimensioni:
1. adattabilit
2. atteggiamenti
3. identit
4. performance.
La adattabilit di carriera si riferisce alla propensione ed alla capacit del singolo individuo di
cambiare lavoro e/o organizzazione, al fine di mantenere uno standard di avanzamento di carriera.
Questa dimensione pi critica oggi rispetto al passato, in quanto le persone cambino lavoro molto
pi frequentemente di un tempo.
Gli atteggiamenti sono costituiti da tutti gli atteggiamenti verso il proprio lavoro e la relazione tra
vita lavorativa e privata. Essi continuano a modificarsi in funzione delle esperienze lavorative.
L'identit di carriera la particolare sfaccettatura dell'identit di una persona in relazione alle
attivit lavorative ed organizzative.
La performance di carriera pu essere valutata sia a livello di successo oggettivo sia a livello di
successo psicologico. Il livello retributivo, la reputazione o un'elevata posizione nell'organigramma
aziendale riflettono il successo oggettivo di carriera. Il conseguimento del successo oggettivo
dipende sia da come una persona svolge proprio lavoro, sia da come la sua performance viene
valutata dagli altri membri dell'organizzazione. Il successo psicologico viene raggiunto quando la
considerazione di se stessi e l'autostima aumentano; pu essere in relazione con quello oggettivo. A
volte il successo oggettivo pu passare in secondo piano quando una persona ha raggiunto un certo
grado di sicurezza economica, sufficiente a soddisfare i propri bisogni e quelli della propria
famiglia. Il bisogno di raggiungere il successo psicologico spiega quindi perch ecco individui dopo
un periodo di rapida ascesa nella carriera e un conseguente periodo di calma, possono essere
soddisfatta della propria vita.
tecnico funzionale
gestionale
innovazione
consolidamento
autonomia
servizio e dedizione ad una causa
sfida pura
stile di vita
svolgimento del proprio lavoro e comincia a sentire la necessit di cambiamento, quindi di spostarsi
da un'occupazione lavorativa ad un'altra collegata. In questo modo possibile trasferire alcune
conoscenze e capacit sviluppate nella precedente occupazione in quella nuova. Questo percorso si
differenzia in modo sostanziale da quello lineare, in quanto nel percorso lineare il focus e il
movimento sono a candela, cio carriera verticale, mentre nel percorso a spirale la mobilit pi di
tipo laterale, cio carriera orizzontale.
Nel percorso di carriera transitoria le persone non scelgono in modo definitivo alcun lavoro o
campo di attivit, ma si muovono da una posizione ad un'altra senza seguire un particolare percorso.
Un esempio di lavoro che presenta questo percorso quello del consulente di general management,
che si trova spesso a svolgere differenti attivit in diverse imprese: multitask. Queste persone
desiderano indipendenza e variet e quindi preferiscono lavorare nelle organizzazioni flessibili e
non strutturate, che tollerano questo tipo di autonomia.
I CRITERI DI CARRIERA Le promozioni interne si possono bastare su criteri di anzianit,
fondati sul principio della seriet professionale. Tale criterio oggettivo e ha la finalit di
disincentivare il turnover, poich premia la fedelt all'impresa e la durata della relazione di lavoro.
una regola di standardizzazione delle promozioni dall'interno dell'organizzazione che abbassa la
discrezionalit manageriale nelle scelte di carriera e conseguentemente diminuisce gli interventi tesi
ad influenzare tale discrezionalit. tipico di organizzazioni meccanici mistiche e verticistiche, che
operano in un ambiente stabile.
Altro criterio pu essere la promozione in base al merito, in seguito a ripetute valutazioni positive
della prestazione e al possesso delle competenze richieste. In questi casi si crea una sorta di torneo
interno, poich pi candidati concorrono alla possibile copertura della stessa posizione. un criterio
maggiormente coerente con organizzazioni dinamiche, orientate al mercato e competitive. Tuttavia
non sempre il miglior operaio pu essere il miglior caposquadra; per ovviare a questa asimmetria si
possono adottare diverse soluzioni.
In primo luogo, la carriera merito pratica pu e dovrebbe essere alimentata dalla valutazione del
potenziale: in questo caso si promuove la persona non solo con la migliore prestazione e proprio
livello, ma con la prestazione potenzialmente migliore a livello superiore.
In secondo luogo si possono tracciare doppi sentieri di carriere interna, legati alla figura di
professional e di manager. In questo modo si vuole evitare che persone che hanno forti competenze
tecnico professionali e che vogliono continuare ad investire tali competenze debbano, ad un certo
punto, accorpare competenze di gestione del personale, pianificazione, organizzazione per poter far
carriera e quindi avanzare nella scala gerarchica e nel livello retributivo. Tre vantaggi del doppio
sentiero di carriera professionale e manageriale si pu infatti annoverare anche un allungamento
diagonale ed orizzontale dei possibili percorsi di carriera compatibile con una struttura
organizzativa abbastanza piatta, tipica dei percorsi a spirale.
Le scelte di promozione, accade spesso che una persona possa venire superata da un'altra che ha
conseguito minori performance. La ragione di ci consiste nel fatto che le decisioni di avanzamento
sono influenzate dall'atteggiamento, dai valori e dalle opinioni di un individuo. Pertanto se queste
sono conformi a quelle della persona o del gruppo di persone che decidono le promozioni, le
possibilit di avanzamento sono molto maggiori. A parit di performance, vince il torneo della
carriera, si presenta gli atteggiamenti maggiormente conformi al gruppo di potere dominante e
all'organizzazione nel suo insieme. Un'ulteriore rafforzamento al senso di appartenenza e
all'equilibrio seriale tra intrighi e contributi dato dal sistema di partnership, particolarmente usato
in realt organizzative a elevata complessit gestionale e variabilit dell'ambiente competitivo. In
questa realt si lavora tipicamente per progetti e spesso presso il cliente; in queste organizzazioni
fare carriera significa diventare partner oppure uscire.
La dinamica delle carriere comunque influenzata da norme e consuetudini non scritte e comunque
dal contratto psicologico. I sentieri di carriera possono infatti anche essere tracciati, ma la
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conoscenza delle regole interne, della cultura e delle tradizioni che permette alle persone di capire le
reali dinamiche di carriera.
ORGANIZZATIVISTA
PROFESSIONISTA
INDIFFERENTE
Affettivo
Continuativo
Avete la possibilit di
cambiare posizione, che
vi permetter di avere
migliori strutture di
ricerca, ma non accettate
perch significherebbe
lasciare il vostro project
team e i vostri colleghi
che stimate
Normativo
Avete la possibilit di
promozione in un'altra
organizzazione, ma in
un'altra citt. Non accettate
perch la vostra famiglia
felice della citt dove
risiedete
improbabile che
possiate sviluppare
commitment affettivo
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LA VALUTAZIONE
L'aspetto pi critico nella progettazione di sistemi di valutazione il cosa e il come valutare.
Conviene analizzare le diverse forme di valutazione impiegate nella prassi manageriale, ossia la
valutazione della posizione, delle competenze, della prestazione e del potenziale.
definizione della relativa retribuzione. Per ciascuna posizione, il punteggio cos definito, va' a
determinare, in relazione alla curva retributiva dell'impresa, la retribuzione annua lorda (RAL).
Uno dei metodi di valutazione delle posizioni a punteggio pi famosi il metodo di Hay, il quale
attraverso un sistema di pesi e punteggi, permette di valutare ogni posizione organizzativa in
relazione al peso di tre fattori chiave: know how, problem solving e accountability (livello di
discrezionalit concesso).
Per tutte le posizioni vengono attribuiti, dagli appositi comitati di valutazione, di pesi ai tre fattori.
Successivamente, si passa alla classificazione delle varie posizioni, attribuendo loro prima un
punteggio specifico e, in funzione del numero di posizioni e delle dimensioni dell'impresa, le
posizioni vengono raggruppate in classi. In questo modo si attribuisce ad ogni posizione un
punteggio, collegato ad un preciso livello retributivo.
La creazione di strutture piatte, che si adeguano in modo flessibile alle esigenze di evoluzione del
business, ha reso spesso inutile e costoso lo sforzo di analisi, descrizione, specificazione e
valutazione delle posizioni in uno schema necessariamente rigido. La valutazione delle posizioni
una tecnica necessaria, ma non sufficiente per impostare la politica retributiva, specie per le
posizioni specialistiche, perch diventa difficile e costoso catturare, con punteggi costruiti con
riferimenti interni e oggettivi, compiti e posizioni che, nel tempo e sempre pi velocemente,
cambiano e si differenziano.
Si sono compiuti numerosi tentativi per individuare metodologie integrative alla valutazione della
posizione tradizionale e uno dei pi interessanti rappresentato dalla valutazione delle competenze.
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Secondo questa approccio, le organizzazioni devono definire le competenze soglia relative ad una
data posizione e successivamente una griglia di riferimento e il profilo delle competenze. Di seguito
occorre catturare i profili di competenze discriminanti, alla base di quei comportamenti che hanno
generato prestazioni di livello superiore. Ci viene effettuato attraverso una tecnica denominata con
l'acronimo BEI Behavioural Event Interview. Questo strumento permette di ricostruire modelli di
comportamento e percorsi cognitivi realmente messi in atto dall'individuo e collegati a risultati di
successo. Lo scopo quello di individuare, tra i comportamenti, quelli che possono costituire
indicatori di competenze, quali l'autocontrollo, le capacit relazionali o di risoluzione dei problemi,
l'autorealizzazione e cos via.
In termini di gestione del personale si tratta quindi di:
riconoscere le caratteristiche del best performer
incoraggiarne la manifestazione e la diffusione
creare le condizioni organizzative e gestionali che favoriscano il porre in essere e a
riprodurre comportamenti di successo.
Basi di valutazione (cosa si valuta?). La valutazione dei risultati misura il contributo individuale
attraverso il confronto tra gli obiettivi stabiliti ed i risultati raggiunti. Le misure di tipo quantitativo,
economico, di volume, temporali devono essere oggettive e risulta quindi fondamentale
l'integrazione tra il sistema di valutazione delle prestazioni e uno sofisticato e affidabile sistema di
programmazione e controllo, la cui struttura rispecchi i centri di responsabilit relativi alle diverse
unit organizzative e le risorse ad essere attribuite per lo svolgimento delle attivit. Ciascun
obiettivo, per creare motivazione, dev'essere:
specifico e definito in termini oggettivi
riferito ad un arco di tempo predeterminato
coerente con le aree di risultato di cui il titolare della posizione responsabile
misurabile in termini di conseguimento
difficile, ma raggiungibile e realistico
comunicato, possibilmente partecipato e accettato.
La valutazione comportamenti di fondamentale importanza per misurare come gli obiettivi sono
stati raggiunti. Il capo sar interessato raggiungimento dei risultati, ma anche al fatto che siano
ottenuti attraverso alcuni comportamenti organizzativi rilevanti per il raggiungimento dei risultati,
come esempio il problem solving, la leadership, la delega, la comunicazione, la negoziazione.....
quindi importante specificare quali comportamenti organizzativi sono attesi; occorre prendere in
considerazione comportamenti organizzativi osservabili e misurabili direttamente correlabili alla
task performance.
Metodi di misurazione (come si valuta?). I metodi di misurazione sono numerosi fanno
riferimento all'area dei comportamenti e dei risultati. Pareva i metodi di misurazione
comportamenti, le BARS (Behaviourally Anchored Rating Scales) combina elementi delle
tradizionali scale di valutazione ed elementi del metodo critical incident, che consiste nell'annotare
periodicamente tutti i comportamenti del valutato particolarmente rilevanti, in senso positivo o
negativo, per la valutazione della prestazione. Per quanto riguarda i metodi di misurazione dei
risultati, un metodo molto diffuso la valutazione per obiettivi, strettamente legata al Management
By Objectives (MBO), adatto quando l'autonomia decisionale e la discrezionalit del valutato sono
elevate. Molte imprese adottano sistemi di indicatori che realizzano tutte le dimensioni
fondamentali della terza massa attraverso appropriate schede a punteggio bilanciato.
Attori coinvolti (chi valuta e chi valutato?). L'approccio tradizionale alla valutazione della
prestazione prevede che questa venga effettuata dal capo diretto, unica fonte della valutazione.
Questo approccio sicuramente valido nelle organizzazioni di tipo meccanico. I cambiamenti
organizzativi tipici dell'economia della flessibilit, come hanno mandati in crisi la valutazione della
posizione, cos stanno mettendo in crisi la valutazione della performance affidata esclusivamente al
superiore diretto. Ci principalmente dovuto al fatto che la flessibilit nei ruoli comportano una
maggiore esposizione del collaboratore a pi situazioni organizzative, nelle quali possono essere
attese diverse di performance, da parte di individui e gruppi differenti.
La tradizionale valutazione capo-collaboratore non riesce, da sola, a accogliere tutti gli aspetti che
caratterizzano lei performance multitask. In questi casi, preferibile aggiungere alla valutazione del
capo altre fonti di valutazione, impiegando i cosiddetti sistemi di valutazione multi-source-feedback
(MSF). Le possibili fonti aggiuntive di valutazione sono:
il valutato, l'autovalutazione
i collaboratori del valutato, presenta ancora molte difficolt in quei contesti fortemente
burocratizzati e radicati al concetto di autorit gerarchica
i pari livello e colleghi, la cosiddetta peer evaluation
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i clienti interni o esterni, come esempio accade per il personale di front office.
Valutazione e revisione del sistema. La mancanza di un'ottica di processo nella conduzione delle
attivit di valutazione pu provocare una mancanza di tensione verso la fase finale di follow-up. Il
processo deve essere periodicamente valutato nella sua interezza, per evitare problemi di gestione.
Si deve evitare che le persone interessate assumano un atteggiamento di sfiducia e diffidenza verso
la valutazione della performance vissuta come fine a s stessa, e quindi come perdita di tempo e di
risorse utilizzabili per altre attivit di business.
LA RETRIBUZIONE
Abbiamo osservato lo stretto collegamento tra sistemi di valutazione dei contributi delle persone e
le forme di ricompensa, che possono essere monetarie o non monetarie. Le forme di ricompensa
non monetarie a afferiscono alla pi ampia relazione del contratto psicologico tra individuo e
organizzazione, quali: senso di gratificazione, appartenenza, accettazione, status, autonomia,
partecipazione,...... Molto spesso queste forme di ricompensa sono collegate ai fattori motivanti
intrinseci e di rinforzo positivo.
Le ricompense monetarie sono collegabili alle diverse forme di retribuzione fissa e variabile.
Qualunque forma di retribuzione avr un impatto sul comportamento organizzativo, sulla
motivazione a partecipare e a produrre e in ogni caso dovr essere coerente agli altri sistemi di
gestione del personale in adozione. La retribuzione uno degli strumenti con la quale
l'organizzazione si pone l'obiettivo di attrarre, trattenere e motivare le persone con le
caratteristiche idonee al perseguimento dei pi ampi obiettivi organizzativi.
Le diverse forme di retribuzione sono:
1. retribuzione legata alla posizione
2. retribuzione legata alla prestazione
3. retribuzione legata alle competenze.
L'articolazione degli obiettivi in tipologie differenti pu essere effettuata con impiego delle
cosiddette schede a punteggio bilanciato BSC, che permettono di misurare la performance di
impresa, secondo la prospettiva non solo economico finanziaria, ma anche secondo altre rilevanti
prospettive, quali quella dei clienti, dei processi interni, dell'apprendimento e dell'innovazione.
La prospettiva economico finanziaria analizza e sintetizza la performance di impresa con
particolare riguardo ai suoi azionisti e ai suoi finanziatori.
La prospettiva cliente vuole simboleggiare la qualit delle relazioni esterne e conseguentemente le
performance connesse all'arena competitiva di riferimento.
La prospettiva processi interni si riferisce al grado di efficacia e di efficienza dei processi
organizzativi interni, alla funzionalit di processi decisionali e all'adeguatezza delle azioni di
miglioramento.
La prospettiva apprendimento e innovazione si riferisce alla capacit dell'organizzazione di
adattamento ambientale, di cambiamento, di miglioramento e di consolidamento della conoscenza.
Con la BSC sistema di obiettivi multiplo e bilanciato e l'esperienza di molte organizzazione
dimostra che, se opportunamente collegato a sistema di retribuzione variabile, il sistema di
misurazione delle prestazioni diventa ancora pi efficace.
Un'altra forma di retribuzione variabile di basata sulla prestazione individuale, ma impiegata a
livello di personale esecutivo, il cottimo individuale, che ha l'obiettivo di incentivare la
produttivit e il rendimento individuale e di saturare i tempi di lavoro lasciati alla discrezionalit
individuale. Questa forma di retribuzione ha trovato ampia applicazione nelle organizzazioni nel
periodo di sviluppo industriale fordista, nel quale la divisione scientifica del lavoro era regolata
dalla parcellizzazione e specializzazione dei compiti.
Per l'impiego del cottimo individuale sono necessari due particolari condizioni:
l'esistenza di una relazione significativa tra lo sforzo, lintensit dell'impegno individuale e il
risultato produttivo
la misurabilit di tale relazione, nel senso che valutabile l'aumento di sforzo e di intensit
di lavoro individuale necessari per incrementare la produttivit.
Il cottimo presenta numerosi elementi di criticit:
l'auto-sfruttamento, con possibili danni fisici e psichici e competitivit tra le persone
lincertezza sui livelli retributivi
l'alterazione dei differenziali tra le varie categorie di lavoratori
la variabilit di reazione alla forma e all'inclinazione della curva di incentivazione.
Dal punto di vista dell'organizzazione, le principali aree di problematicit sono:
diminuzione della cooperazione interna verticale tra lavoratori e management
riduzione dell'iniziativa dei lavoratori
diminuzione di identificazione con la propria situazione lavorativa
difficolt ha l'introduzione di nuove tecnologie.
I conflitti d'interesse tra organizzazione individuo nascono perch ad ogni incremento di
produttivit dell'organizzazione tende ad innalzare il livello degli standard di produzione. Il
miglioramento della produttivit diventa quindi il nuovo standard e l'incorporazione del tempo
libero attraverso la revisione continua degli standard, fa attenuare l'efficacia dell'incentivazione e fa
diminuire la cooperazione dei lavoratori nello scoprire e nel trasferire le informazioni sulle micro
innovazioni che possono migliorare la produttivit.
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Tre approcci
La relazione fra strategia e gestione delle risorse umane pu essere analizzata e costruita attraverso
tre approcci:
Approccio lineare (o sequenziale): la scelta del cosa produrre tradizionalmente una competenza
della strategia e quella del come produrre dell'organizzazione. Questa ripartizione di competenze ha
generato il paradigma strategia - struttura: una volta definita la strategia da parte dell'imprenditore
sar costruita la struttura pi adatta ad implementarla e verranno inserite le risorse umane
necessarie. La relazione lineare pu anche funzionare in ambienti stabili e semplici e quando le
conoscenze e il potere decisionale sono molto concentrati al vertice dell'organizzazione, che
quindi in grado di dispiegare la propria razionalit tecnico e economica imponente sui fini e
riducendo gli altri membri dell'organizzazione a mero strumento. Tuttavia rivela tutti i suoi limiti in
situazioni pi turbolente e complesse.
Approccio interdipendente: in presenza di un ambiente complesso e variabile l'approccio lineare
non pi praticabile. Strategia, struttura e risorse umane si influenzano reciprocamente e sono
esposte alle influenze dell'ambiente, cui cercano di adattarsi. La struttura si conforma alla strategia
che a sua volta viene influenzata dalla struttura in un processo circolare.
Approccio evolutivo: l'organizzazione per un sistema che apprende e si trasforma attraverso
l'azione di una pluralit di soggetti interni ed esterni che interagiscono con i cambiamenti
ambientali. Tali cambiamenti sono causa ed effetto delle azioni definite dalla strategia. La struttura
conformata sul rapporto impresa - ambiente alla capacit di modificarsi, evolversi e differenziarsi
sotto la spinta di una pluralit di soggetti individuali e collettivi. necessario un approccio che
riconosca l'aspetto creativo e relazionale delle strategie come una caratteristica potenzialmente
attribuita a tutti gli attori, pur entro il sistema di interazioni simultanee o successive (path
dependence: le decisioni passate interagiscono con quelle attuali).
La strategia si misura con la capacit di creare alternative che generano valore attraverso la
combinazione di elementi di variet e variabilit che consentono di dominare e sfruttare la
complessit ambientale. Nell'approccio evolutivo la relazione tra strategia e struttura passa da
circolare a contestuale: oltre all'ambiente figurano le strategie degli attori e le strutture che
governano le relazioni fra gli attori.
L'organizzazione collocata in un contesto sociale, istituzionale e politico pi ampio, che include
linsieme di regole, convenzioni e sistemi di sanzione storicamente definiti che fondano le relazioni
tra attori. Questo modello si definisce evolutivo perch permette di cogliere anche i processi di
trasformazione delle forme istituzionali e in particolare dell'organizzazione, in rapporto ai
cambiamenti delle tecnologie e dei mercati.
Quale strategia?
Particolarmente note e diffuse sono le strategie di Porter, centrata sul contesto competitivo e la
strategia definita Resources Based View.
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La prima privilegia l'analisi del settore e la posizione assunta dall'impresa al suo interno. Il settore
che viene vista attraverso le cinque forze della competizione (i concorrenti, i possibili nuovi
entranti, gli eventuali produttori di prodotti sostitutivi, i clienti ed i fornitori), determina il
potenziale di redditivit che l'impresa pu realizzare attraverso il proprio posizionamento. Questo si
pu concretizzare in tre modi:
leadership di costo
differenziazione
focalizzazione.
Lo sviluppo di una strategia consiste nel mantenere un equilibrio dinamico tra punti di forza e di
debolezza dell'impresa e le opportunit e minacce che si presentano nel settore, attraverso un
adeguamento costante delle politiche aziendali ai mutamenti delle condizioni esterne ed interne. Di
questo approccio sono stati segnalati i limiti derivanti da una sorta di determinismo ambientale che
lascia poco spazio alle scelte autonome dell'impresa che pu solo adattarsi alle condizioni del
settore.
L'approccio definito Resources Based View cerca di superare questi limiti, abbandona il settore
industriale e adotta come unit di analisi la singola impresa considerata nella sua unicit, definita
dalla specificit e dalla difficile trasferibilit delle sue competenze. Il vantaggio competitivo viene
costruita attraverso l'acquisizione e lo sfruttamento di risorse interne differenziate rispetto quelle
accessibili ai concorrenti e trasformate in capacit distintive.
Per risorse e si intendono fattori fisici, tecnologici, finanziari ed umani impiegati dall'impresa.
Per capacit si intendono sapere ieri, conoscenze, capacit operative formatisi all'interno
dell'impresa attraverso un processo di apprendimento specifico.
Mentre le singole risorse sono, entro certi limiti trasferibili e intercambiabili, linsieme di queste
risorse si trasforma in competenze distintive che sono difficilmente trasferibili all'esterno del
contesto in cui si sono formate.
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L'approccio costitutivo alla gestione delle risorse umane pi coerente con la Resources Based
View, mentre l'approccio strumentale lo pi con la prospettiva delle forze competitive all'analisi e
al posizionamento strategico.
L'idea di Itami che esistono nell'impresa degli assets che non si materializzano in impianti,
fabbricati, prodotti, ma sono intangibili, non compaiono in bilancio e tuttavia costituiscono il
fondamento del suo potere competitivo. Si tratta di:
sapere tecnologico
l'immagine aziendale
conoscenze accumulate sul mercato e sui consumatori
controllo e potere d'influenza esercitata sul sistema distributivo
competenze del management
cultura dell'impresa.
Il loro valore difficilmente quantificabile, ma se opportunamente gestito non solo non sottoposto
all'usura del tempo, a differenza del valore delle immobilizzazioni tecniche, ma suscettibile di
un'espansione cumulativa.
Lo stock consiste nel capitale intellettuale dell'impresa che embedded (incorporato) sia nelle
persone, sia nei sistemi operativi; pu essere anche definito capitale intellettuale e comprende:
il capitale umano (skill, conoscenze, competenze delle persone)
il capitale sociale (relazioni e convenzioni che legano le persone)
il capitale organizzativo (i processi, le routine entro l'azienda quindi in sintesi le sue
capabilities).
Il flusso riguarda la conoscenza che viene creata entro l'impresa, trasferita e resa operativa.
attraverso tale flusso di conoscenza che l'impresa mantiene e sviluppa lo stock di capitale
intellettuale.
esterne. Le risorse interne sono fonte potenziale di rendite, in quanto sono valorizzabili, in imitabili,
rare e non trasparenti nel loro contributo al risultato. Le imprese competono attraverso capacit e
risorse intrinsecamente interne alla loro organizzazione, che sono fonte della superiore
performance. Le risorse sono inoltre eterogenee, sono cio diverse da impresa e impresa, oltre a
essere scarse e non sostituibili, nel senso che non possono trasferirsi attraverso il mercato, se non
perdendo parte del loro valore.
Conseguire un vantaggio competitivo attraverso le persone richiede una direzione delle risorse
umane che operi in una prospettiva strategica e che disponga delle capacit per rispondere alle
esigenze del business. Attraverso il benchmarking le imprese cercano di individuare le migliori
pratiche, tuttavia limita abilit solo apparente, perch molto spesso queste pratiche sono
caratterizzate da ambiguit causale (non facile capire i rapporti di causa ed effetto) e da path
dependency, la loro efficacia cio dipende dalle esperienze accumulate dall'impresa in questo
settore e i tempi di riproduzioni non sono comprimibili. Non sono le politiche di gestione delle
risorse umane alla base del vantaggio competitivo, ma la dotazione di uno stock e di un flusso di
conoscenze che alimentano le competenze distintive; in questo senso, le politiche di gestione delle
risorse umane sono in grado di sostenere il vantaggio competitivo se e in quanto impattano sulle
core competencies attraverso lo stock e il flusso di capitale intellettuale combinati con modalit che
rendono la creazione, il trasferimento e l'integrazione di conoscenza un processo generatore di
valore, raro, inimitabile e organizzato.
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Direzione
Generale
Marketing e
Commerciale
Produzione
Ricerca e
Sviluppo
Contabilit
Amministrazione
Controllo di
Gestione
Amministrazione del
Personale
Staff
Produzione
Direzione del
Personale
Marketing e
Commerciale
Ricerca e Sviluppo
Amministrazione
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Staff
Produzione
Direzione del
Personale
Marketing e
Commerciale
Ricerca e Sviluppo
Amministrazione
Le tecniche usate in questa configurazione possono anche essere molto evolute, senza per
eccessiva formalizzazioni. I professionisti della direzione del personale devono conoscere il
business e interpretarne, ma spesso anticiparne, le esigenze. Essi hanno un ruolo centrale nel
caratterizzare, consolidare e diffondere la cultura aziendale e gestirne il cambiamento. Tale
configurazione pi diffusamente riscontrabile in imprese di dimensioni medie e grandi, orientate
all'innovazione di prodotto e di mercato, operanti in contesti sociali sviluppati che affrontano
mercati del lavoro differenziati e ambienti anche molto turbolenti.
Questa configurazione pu essere ulteriormente caratterizzata in termini di gestione di quelli che
sono stati definiti gli invisible assets. Il lavoro della direzione risorse umane nella gestione di questi
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invisible assets dovrebbe concentrarsi nello sviluppo del loro valore e nella continua ricerca di
coerenza con la strategia dell'impresa, con le condizioni ambientali e lorganizzazione interna.
importante rilevare che, essendo basati sull'accumulo di informazione, ci che rilevante la
creazione del supporto umano e organizzativo per realizzare e riprodurre tale accumulo di
informazione. La direzione risorse umane ha indubbiamente un ruolo di catalizzatore in questo
processo.
Il modello di Ulrich
Una specificazione e un approfondimento della configurazione direzione e sviluppo delle risorse
umane si pu trovare nella sistemazione di Dave Ulrich che pu essere sintetizzate nell'espressione
direzione multiruolo, che sottolinea il fatto che i professionisti delle risorse umane devono nello
stesso tempo assicurare la copertura di ruoli strategici e operativi, essere controllori e partner,
assumere responsabilit su obiettivi qualitativi e quantitativi, di breve e di lungo termine. Il loro
contributo alla creazione di valore in attivit aziendali sempre pi complesse richiede appunto la
copertura di ruoli ugualmente complessi e, talora, perfino contraddittori.
I ruoli sono ordinati su due assi: quello verticale che riguarda il focus (strategico o operativo) e
l'orientamento (di breve o lungo termine), quello orizzontale i processi e le persone.
Focus strategico
Orientamento lungo periodo
Business partner:
contribuire a definire e
realizzare la strategia
Agente di cambiamento:
sviluppare la capacit di
trasformazione e
innovazione organizzativa
Processi
Persone
Gestore:
costruire ingenti
infrastrutture, processi e
procedure
Employee Champion:
sviluppare l'impegno e le
capacit delle persone
Focus operativo
Orientamento breve periodo
Il business partner contribuisce ad assicurare il successo dell'impresa aumentando la capacit
dell'organizzazione di incrementare la strategia attraverso:
la riduzione dei tempi di passaggio dalla concezione della strategia alla sua esecuzione
una migliore capacit di rispondere alle domande dei clienti, in quanto le strategie di servizi
al cliente sono tradotte in politiche e procedure
il conseguimento di migliori risultati economici, grazie a una pi efficiente esecuzione della
strategia.
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Tendenze evolutive
Le funzioni della direzione risorse umane possono essere interpretate ed esplicitate in modi diversi,
a seconda delle opzioni implicite nella strategia dell'impresa, nel suo modello politico - culturale di
riferimento, nelle caratteristiche dell'ambiente e dei mercati in cui l'impresa opera.
La direzione risorse umane che voglia coprire un ruolo strategico deve affiancare le competenze
nella tecnicalit specifiche relative al personale con competenze di business. Le prime sono
necessarie, ma non sufficienti, per dare un reale contributo alla concezione della strategia e alla sua
implementazione. In questo senso il responsabile delle risorse umane dovrebbe:
focalizzassi sugli output del business piuttosto che sugli input di risorse umane
trasformare il sistema di gestione delle risorse umane in una strategic core competency,
piuttosto che seguire le cosiddette best practices disponibili nel mercato
capire che le competenze strategiche sono pi importanti quelle funzionali
combinare la prospettiva funzionale con una prospettiva integrata.
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Persone
Strategia
Struttura
GRU
Prestazione
Valorizzazione
Le persone con le loro competenze, conoscenze e capacit, una volta collegate all'azienda attraverso
la relazione vengono immessi nell'organizzazione e forniscono la loro prestazione. La prestazione
funzione del contesto organizzativo e tecnologico che, secondo le impostazioni pi evolute, non
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un dato cui la risorsa umana deve essere adattata, ma oggetto di una progettazione congiunta nella
quale la direzione risorse umane svolge il suo ruolo accanto ai responsabili di linea.
La valorizzazione delle prestazioni funzione della capacit dell'impresa di inserire il valore
generato dalla risorsa umana nella catena del valore aziendale, oltre che in quella dei clienti e degli
altri stakeholders. In cambio di questo processo di valorizzazione, l'impresa riceve risorse
economiche e di legittimazione, che ritornano nel ciclo di valore tremolante fattore di produzione,
risorse umane con paese, e consentendo la riproduzione del ciclo.
Le persone
Le persone hanno caratteristiche individuali, fisiche, psicologiche e sociali che ne differenziano il
comportamento lavorativo e, quindi, il valore che potenzialmente sono in grado di apportare in una
relazione organizzativa. Non corretto considerare le persone solo per il valore che sono in grado di
apportare anche perch tale valore funzione del coinvolgimento dell'individuo nella sua interezza.
Boyatzis definisce la competenza una caratteristica intrinseca di un individuo, causalmente
correlata ad una prestazione efficace. Distingue due tipi di competenze: le competenze di soglia,
che sono le caratteristiche essenziali per coprire un certo ruolo e competenze distintive, che sono
quelle caratteristiche che differenziano la prestazione e la portano a un livello superiore. Le
competenze si manifestano con queste modalit:
motivazioni
tratti
idea di s
conoscenze
skill (abilit).
La formazione del capitale umano e delle competenze che lo caratterizzano coinvolge una variet di
soggetti, quali le famiglie, le scuole, gli ambienti nazionali e regionali, oltre che le imprese e gli
stessi individui. Le competenze sono l'esito di un processo di apprendimento continuamente
mutevole e devono essere
scoperte
stimolate
indirizzate
conservate e difesa dall'obsolescenza.
La produzione interna di competenze non l'unico modo per mantenere sviluppare il vantaggio
competitivo dell'impresa. Anche l'acquisizione sul mercato pu assicurare lo stesso obiettivo,
purch il rapporto di mercato venga in qualche misura organizzato, alla fine di garantire la
cooperazione, la longevit della relazione e il reciproco sviluppo dei contraenti. L'esistenza di
competenze all'interno e all'esterno dell'impresa costituisce una semplice potenzialit; non significa
ancora che esse possono essere utilmente impiegate valorizzate. necessario entrare in relazione.
Le relazioni
Accanto al concetto di capitale umano e oggi spesso utilizzato quello di capitale sociale. Mentre
capitale umano funzione di competenze, conoscenze e capacit delle persone, il capitale sociale
funzione delle relazioni che le persone attivano, di cui sono parte.
Tradizionalmente la direzione risorse umane ha avuto un ruolo importante nella costituzione della
relazione e un ruolo minore nella gestione, affidata al rapporto diretto tra il valutatore e il suo
superiore gerarchico.
Le relazioni contrattuali (individuali e collettive), le relazioni organizzative (gerarchiche,
funzionali.....) sono indubbiamente importanti ma non esauriscono il tessuto relazionale che sta alla
base di una aziende e che la differenzia dalle altre aziende.
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Le imprese devono imparare a gestire una pluralit di relazioni con le risorse umane, e quindi con le
competenze o, per meglio dire, con i soggetti portatori di tali competenze. Oltre al tipo di relazione,
risulta fondamentale la sua qualit, in quanto a misurare le competenze non pu prescindere dalla
qualit della relazione. Infatti elevate competenze individuali associate ad una relazione inadeguata
danno luogo ad una scadente competenza aziendale. La gestione delle relazioni (commitment,
empowerment) il campo nuovo e tutto da esplorare nella gestione delle risorse umane.
La relazioni che l'organizzazione instaura con le persone pu essere caratterizzata da due
dimensioni: la prima riguarda il rispetto per la persona. Con queste espressioni s'intende la
correttezza
giuridica,
contrattuale,
organizzativa della relazione.
La seconda riguarda il coinvolgimento emotivo, la attenzione.
La tradizionale direzione risorse umane spesso cuore esclusivamente la prima dimensione trascuro
del tutto la seconda.
Combinando le due dimensioni possiamo individuare quattro configurazioni.
+
Attenzione
Azienda
paternalista
Azienda
integrata
Azienda
opportunista
Azienda
tecnocratica
Rispetto
Nella costruzione della relazione pu essere importante valorizzare le caratteristiche dei prodotti
dell'azienda e la sua immagine presso i clienti per creare un assetto organizzativo incorpora i valori
del brand attraverso i quali riesce ad attrarre, trattenere e sviluppare persone che vivono il brand,
integrando la comunicazione di marketing e con le politiche delle risorse umane.
La prestazione
Il cambiamento continuo richiede una capacit di invenzione, se non di improvvisazione, senza
tener conto di programmi di azione precedentemente stabiliti e che devono essere rapidamente
adeguati. qui che emerge il ruolo creativo della persona, contrapposto a quello esecutivo della
tecnologia e dei processi, che viene chiamata ad esprimere giudizi, a conferire significati costruire
nuove strutture a fronte di situazioni di disordine create dalle pressioni competitive.
La performance va gestita ed questo il compito dell'attivit direzionale e della organizzazione del
lavoro, al fine di garantire che la prestazione venga erogata con uno spirito di collaborazione. Le
clausole contrattuali, anche quando prescrivono determinati comportamenti, non garantiscono
quegli atteggiamenti di lealt, flessibilit, orientamento al risultato utile per l'altro contraente.
La valorizzazione
Alla fine, il vero e proprio momento della verit, si colloca nel quarto nodo del ciclo, la
valorizzazione delle risorse umane. Le persone hanno una capacit di autogestione e di autosviluppo
delle competenze molto maggiore di quanto non venga loro generalmente riconosciuto.
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C' da notare che esiste un effetto istituzionalizzazione dei sistemi di gestione delle risorse umane.
Secondo questa teoria, le organizzazioni subiscono da parte dell'ambiente forti pressioni a
conformarsi alle politiche di gestione delle risorse umane che le legittimano agli occhi degli
stakeholders. Adeguarsi a queste pressioni potrebbe inibire il conseguimento di vantaggi
competitivi basati sull'innovazione nella gestione delle risorse umane. La teoria istituzionalista si
rivela conservatrice, in quanto spiega come si consolidano norme e pressioni ma non fornisce una
spiegazione del cambiamento, non ci dice cosa accade quando il mimetismo istituzionale cessa di
essere razionale ed efficiente. Non ci dice come avviene l'innovazione.
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motivazioni
tratti
i piedi se
conoscenze
skill.
Le motivazioni e i tratti sono difficili da valutare da sviluppare, mentre le conoscenze e le skill sono
pi visibili e modificabili attraverso la formazione e l'esperienza. L'idea di s si trova in una
posizione intermedia. Visti attraverso le loro competenze, gli individui presentano una diversa
efficacia nei loro comportamenti organizzativi e quindi assumono un diverso valore, anche se
questo valore non immediatamente percepibile e non definibile in una maniera univoca. La
competenza, infatti, deve essere computerizzata attraverso una relazione, inserite in un sistema di
ruoli specializzati e valorizzato in uno scambio.
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Per l'efficacia dei comportamenti organizzativi rilevante quella che viene definita intelligenza
emotiva. Essa la capacit di riconoscere le proprie sensazioni e quelle degli altri, per motivare se
stessi e per gestire bene le emozioni proprie e quelli che si sviluppano nelle relazioni con gli altri.
Si manifesta attraverso due tipi di competenze:
competenza personale, intesa come
o consapevolezza, conoscenza dei propri stati interiori
o padronanza di s, cio capacit di dominare i propri stati interiori i propri impulsi e
le proprie risorse
o motivazione, comporta tendenze emotive che guida ne faciliter il raggiungimento di
una vita di ponte,
competenza sociale, intesa come modalit di gestione delle relazioni con gli altri che
dipende da
o empatia, intesa come capacit di calarsi nei pensieri degli stati d'animo degli altri
o abilit sociali, intesa come abilit nell'indurre a risposte desiderabili negli altri.
I limiti delle competenze.
L'analisi delle competenze in termini comportamentali, rischia di sottovalutare l'importanza delle
competenze professionali nel determinare la prestazione lavorativa e il complesso delle capacit
aziendali. evidente che percorsi formali di studio e di apprendimento, l'appartenenza a comunit
professionali hanno un ruolo fondamentale nel determinare i risultati lavorativi.
La ricognizione delle competenze in termini psicologico - individuali non disconosce il ruolo delle
conoscenze e delle skill, ma le considera come competenze di soglia, necessarie per coprire un certo
ruolo, ma non idonee a distinguere i migliori performer e predire i comportamenti sul lavoro futuri.
La differenza, a parit di altre caratteristiche individuali, costituita dalle competenze
comportamentali. L'approccio psicologico - individualistica o pertinente per adesione capitale
umano, ma forse insufficiente per la gestione del capitale intellettuale nel suo complesso.
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