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Vittorio Gregotti

Modificazione

Non ./e dubbio che non si da nuova architettura senza modificazione


delf esistente.; l'interesse delJa nostra rivista per la nozione di modificazione non eperO fondata SU una considerazione tanto ovvia. La questione che ci interessa discutere ese fidea di modificazione non abbia ass unto progressivamente un'importmza speciaJe come strurnento concettuale Che presiede alJa progettazione dell architettura; anzi se in qualche modo essa non possa essere considerata riassuntiva degli spostamenti che si
sono verificati nella teoria della progettazione architettonica degli ultimi
trent'anni. Ci si potrebbe addirittura chiedere se non sia descrivibile un
linguaggio delJa modificazione, o un insieme di linguaggi della modificazione, cosi come negli anni dell'avanguardia esistevano una serie di linguaggi del nuovo.
Biso~ innanzitutto, a questo scopo, partire dalla considerazione
che negli ultimi trent'anni si everi.ficato, in modi spesso divergenti econ
esiti anche discutibili, un progressivo interesse da parte della cultura architettonica per un'aJtra nozione che accompagna quella di modificazio-

ne: la nozione di appartenenza. ~esta nozione di app:utenenza {ad una


tradizione, ad una cultura, ad un luogo, e cosl via) si oppone progressivr
mente aJl'idea di tabula rasa, di ricominciamento, di oggetto isolato, cl
spazio infinitamente ed inclifferentemente divisibile.
A questa stessa nozione di appartenenza si deve far riferirnento anche per spiegare, nella stessa avanguardia, f attenzione per i materiali deJ.
la memoria, certo in una versione non nostalgica, ma di contrapposizione,di collage, di "objet trouve", di costituzione di nuovi ordini e collezioni attraverso lo spostamento contestuale.
Se l'operazione ein ogni modo, nel caso dell'avanguardia architettonica, quella che insegue ii nuovo come valore, che promuov\!16j)eciali legami con la nozione di produzione oggettuale, di cui l'architettura diventa rnimesi, invece la nozione di appartenenza articola l'interesse per la
storia della disciplina nella sua continuiti, !'idea di luogo, di materiaJe ~
me fondamento del progetto, di relazioni esistenti per le quali il processo
di progettazione e in primo piano (e non solo come conseguenza positi-

(to a tradition, a cullurt, a pl.art, tic.) u


years. Ont rould ever1 ask ontse!fif1btrt is
Modification
increasingly opposed to tht idta oftabula
No t!Oubl Ihm is 110 ard1itU111rt wi1ho111
s11d1 t1 1hi11g as a lmrguage ofmoJijication,
rasa, ofntUJ be&inni11g. efisolaled objt, of
somt modificalion ofwhal alrtatly aists; lht or afamily oflangn"f,es ofmodijicatio11, i11
infinitely and mdiffermtly divisiblt space.
thr same way a.r dunng 1heyran oflht
interest of011r review in the notion of
One also needs to rely on tbe 11otion of
av011tgardt /here WIZJ afamily oflanguages
modijica1ion is nol baud on mch an
belo11ging to txp/.ain tht attmtion oftbt
of1ht11ew.
obvio11s realizalion. Whal wt are intrrcsted
tWa111gttrdtfor thou ma/trials which derive
Jn order to do this one has to first ofall
in is 10 utwhtthu /ht itk" ofmodijiration
from memory, not i11 a nostakir smst, but as
acupl that dwing tbt last lhirty~an thut
ha..1 progrwivtfy_gaintd special (111porta11ct
evidmet ofa contrast, ofa coTlage. ofan
bt1s been, i11 many dijfermt ways a11d also
as a cnnceptualimtrummt pres1d111g
"objet /rouvl~ a11d oftbt crtation Ofnew
archiuc111ral dtsign; or ra1htrwht1lxr ii can with questionablt rt.1ults, a p01JJing inttrtsl
oftht arrhittctural culturt jor another notion orders and coUtions born 0111 ofnew
be comidtrtd cmtral to tht chaf1$ts which
rtlatio11ships with the conttxl.
t{rcompatJing thaJ of111odijimtio11: the
havt taltrn place in 1bt 1htory oj
In tht msc oftht arthittctural
notion oj bdonging. t/Jis notion ofbtlonging
t1rchi1ut11ral design d11ring Jbe pas! thirty

ca,

q
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ria

I Q.UJ\rucn r,e1 ~L11 ,~. rr l ~n11 11co1r.


Vd1cJ.1,, JYlll.
2 .N1111v,1 \f.J1 ,Jdl.1 l.,11~l.u111n(
Icltm1dlt. ;,,.1rbn , 1974
1r

1.rnl' ['< r \'I.I ( \)f;l '""

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Mnuen.1.

1 R11.!MrwJ 1/lfaflf' Jn CtJ11111mog10. \ 1(1}1n.

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Fmmd,lf/<lfl, .Hi/1111, 1974.
~11o1 Cnr11.<.'11ri, i\1Jodm1r, l'J/i (

.I /1/,111 fiu

d ~ va 0 sfondo ineliminabile), pro~esso , di modi6cazione.


:ssi"
La storia di 9uesta tra~fo~~1one e le?ta e ~C?mple~s~ e non certo retto,' tilinea: erostitwta da tens10ru pm che da nconciliaztoru, e anche appartenenza a1la ttadizione del modemo, non solo nelle sue versioni moderate
~~ ~ m sc si ~ania con sufficiente clistacco storico, nelle differenze che, al di
li.~ 13 delle s1ngole p~rsonali~ crea~ve, articolana e ~ndC?no. SP.~cifi0e 4elle
1
S~ diverse siwazioru culturali e fis1che anche le reahzzaz1oru pm radicali de!
le7Je razionalisma europeo fra le due guerre.
Ci si potrebbe chiedere per esempio quanta ii grande successa della
tet11 idea di "'s1taniamento", tanta diffusa nel periodo dell'avanguardia classi~li~ ca. non debba alla dialettica con il contesto specifico, quanta ciae sia nelivq ccssaria, P,.Sf J'ecceziC?n~,. Jlesistenza della regala dell'appartene~. .
perl
Le differenze de.t sttl vehgono comunque assunte, durante gli anru
Lle11 quaranta, ~m~ valore attraverso .La tearia Rag~rsiana delle preesistenze
>c~ ambientali, e Fmteresse per la stona come matenale del progetto, una sto>OS1 ria che critica ed articola !'idea stessa di movimento modemo, ne aroplia

senso e confini, la trasfonna <la posizione in tradiziane.


Con ii progressivo interesse per la citci e per ii tenitorio come materiali preminenti del progetto di architettura, soggetto e contenuto nella
stessa tempo, l'idea di appartenenza diviene vera e propria pedagogia de!
progetto anche con le deform.aziani stilistiche che ne sana conseguenza.
L'analisi urbana, gli studi sulfa citta e sui rapporti tra marfolagia e tipologia da un lato1 la nozione di principio insediativo e della geografia
come staria dalJ'aJtro, pongono le basi per un sempre piu defi.Oito interesse per i1 luago come fondamento de! progetto.
Nell'un caso e nell'altro due sona i metod.i con cui awsce ii progetta:
da un lata la risposta e mimetica, stilistica a partire da un idea di co'!i:testo
che va dal circostante percettivo sino alle fonti di una tradiziane in cui
q_uel circostante si .inscrive, dall'altro la proposta si fonda su un l:inguagg10 che efondamentalmente linguagg10 della conascenza del luogo, e
quindi ii progetta diviene misura della qualici della madificazione che
esso stesso .induce. In questa seconda caso non si da conciliazione appa-

a'!" rlow ad m,mpkx, and ioertrtin{y not

limits, transfom1i11g a position into t1


tradition.

With thegrowi11g illlertst in the ri.!J and


in the territory as principlc matrrials jor
architect11ra/ tksign, both s11bjats and
conttttts, /he idea ofbt/l)ngit}g becomts a mt/
pedtigogical imtmmmt '!f design, wm with
th' stylistic deformaliom whichfollowed.
Urb1111 ann{ysis, we studies 011 tht ci!JI
mui on the relationshif!s between morphology
and typology 011 011r side, the 11otiom of
settlement principle 1md ofgeography as
history on the other, define the bastsfor ti

~a~ U LI "'.,fk_up lry tmsioru rather

.r
r.1 ~i/1at1ons. and today thit
'
~11Jta1
~lo"Qng to tht modem traditio11, not
b1 ii' 111 Its moderatr WYJiom, but with those
1t
111huh, when loolud with
1/ ll
bu111Tf'ca~ dt~~h1nmt, go beyond
, .,~ff!"INt rndw1J1111/. and articult1te
1
t('J~N!'J also tht more radiral res11/ts
t
,,jlf,;;,;1 n1/JM~a/1111d physfr1tl si111aJiom
ilt .
'/'NFI Tlll111nalism IHtweqi tht two

f)l

' iJ

'I!"""

1Nrl.

0111t "111/J ask orim!fhow much oft/Jc

great mrcess ofthe idea of'htraniaJion ~ su


ro111111n11 in t!J, period ofthe classic
avnntg1irdc, O'lllts to the di11/ee1ics with the
specific conuxt; that is how 11umnry might
the GXistmu oftht 11on11 br for the existmu
of/Qt t!X.ctption.
Duri111: theforties the diffmnas between
differmt s1tt.1 are II/med into values by
Ro!Jers' theory ofenviromnmt11l(lftextJUnas, while the intemt in history as
desip1 material (a history. this, 111hich both
critzci?.ts and arlic11/a.tes the it!L11 ofmodem
mO'IJtTIMnl) q{ten extends its 11refming and its

more specific interest in the context as a


jo1111d111g imta11u ofthe project.
111 both cnses there are two methods
through which !ht project ca11fflltfli itself 011
011c hand tlu a1m11u is lll)lmttic and sty1istic,
and starts id[from that itlea ofcotlltxt
rangingftum the puaivablr surroundings lo
the sourm of1h,1t traditio11 ofwhich the
t11rro1111dings "~ parr.; on the other hand the
froposal is gro1mded 011 a la11guagt which is
basical{y la11$.11agt ofthe stmct11ral
knowledge <!f the conttXI, in whid1 tt/Jt the
projtcl becomes a meaJ'flrt ofthe 1{11ality of

I Nuovo luogo tl'dfrivo J 'Ian M,urno.


1981
2 fuJXNL.tunc Unl\ll:BLIC de
rang1. l'llll-1<>83
J CcnlfO ~rxrt1v11 .1 M 11ggm, Como

,.,IS.,

I Nr.r urrm11f f.la<t 111 S11rr .11..11110. J'ISI


1. 19119 It 1>r/rl f. /,1/lit1<1t. l'<Jt l"tll-l!J.H
.i 'J>rll Dmrt tlf .'11~~10. Comr, IW<~

191!l

I1

rente o apparente assimilazione come nel primo, ma la trasfoanazione


delle rela21oni (il confronto) assume essa stessa valore di lin&'laggio, o
meglio di tensione verso il linguaggio. Tale tensione si costituira innanzitutto come racconto di non coincidenze, di relazioni che, non colmabili
oggi con atti unitari, fissano campi specifici di conflitto attraverso i quali
e possibile conosc:ere la qualicl che nasce da quelle distanze.
Questa idea di modificazione, ci chiediamo, nonostante le considerazioni tatte J?rima, resta tanto generale da rimanere inutilizzabilesul piano
delta prasst progettuale come metodo di lavoro concrete?
Noi non lo crediamo, per tre diverse ragioni e sono le ragioni che finsieme di questo numero di Casabella cerca di articolare.
La prima di queste eche eradicalmente cambiata la condizione del
lavoro di architettura in Europa. Come altre volte abbiamo ricordato, la
principale spint.a allo sviluppo etutt.a volta alla trasformazione dei fatti
Urbaru e territoriali piuttosto che alla fondazione del nuovo. Si potrebbe
dire come molti dicono che la condizione degli anni '80 e '90 sara quella

modification '111hich it indMas. In this faller


ease, differmtly ftom the former, there is no
appam11 reamci/iaJion or assimilation, bMI
tht /rans.formation ofthe rdalionships (1~
confrontation) becomes irstf/langitagr. or
rather tmsion IO'l/Jards fangMagt. This
tmsion 'llli0 iaM shllft as a story ofmm
coincitlmas, ofrr/a/1onships which cannot
bt described lry 1111itary gtslNrts, bltl instead
define specifa aretlJ Ofconflict throuf,h which
Oltt can gtl lo luuntJ dJe 9uali1.J which is
born ON/ ofthtst nOINOlllCidtncts.
Wt aslt 01"Stlves: dots this idea of

modification, ncl!tDitbs1m1ding I~
obsm1ations made earlier, have 10 remain so
general net to be used al the fwd ofdesign
praxis as a muhodfor concreu fDOrlt?
Wt btlin1e the llnS'/lltr is nc,for thrtt
different reasons, which this issue of
CasabtOa tries w artialfau.
Tbtfint is that ;,, E"1'D~ the
architafJlral 'rlXJl'ft:mg conditions have
raJica/Jy changer!.. .As we have said before,
the principal drive ofderlelopmmt n01li
atldresus the transformation ofKTbtm and
terriwrial iss11es, ralber thM tbefo1mdation

di costruire nel costruito. L'esistentc edivenuto patrimonio: al di lad


passivici della nozione di riuso, ogni operazione architettonica esem
piu azione di trasforrnazione parziale, la stessa periferia wbana e Ju
Che cerca identici attraverso la modific:azione: mOdific:azione eii cam
mento di senso che assume la stessa campagna, quando si agisce s
grande scala: per oggetti discreti, per spostamenti rrunimi specifici piu
sto che secondo le leggi di un'utopia totalizzante che pretende di fare
ogni gesto un modello.
La seconda di queste ragioni e legat.a alla condizione generale
pensiero disciplinare che piuttosto che proJ>Orre frammenti di o

zione globale tende a produrre modelli focmali da imit!le, secondo


leggi della produzione di massa dove cio che si imit.a eii comportam
ed ii risultato stijistico, mai la necessicl teorica o poetica che produce
trasformazione. E invece necessario oggi lavorare sulla differenza si
cativa, cercare la soluzione del caso specifico, ritrovando nelle leggi d
costruzione del luogo i principali materiali da confront.are con fav

ofthe new. The condili'on ofthe '80s and of


the '90s wiU bt thal ofbuiliii-11g in bel'llln
what is aJread.l bui/J. What is existi11&_ has
bo"" a patnmony: irukpmtlmdy oj the
pa.ssiw asped inhertnl in the nction ofrtNse, every archiw:tNral opuation is always
more an action off"!tial transformation;
also the 11rb~rphuy /Qolt.s for its identity
1hro11gh modi ea/ton. Whm ilesigning on
tht large sc.a moffjfi.cation represm/s the
chllJlgt ofsmse which even the co11nlrysidt
ast11mn: thro1'p discrttl objttts antfwry
minimal ahCIJes ilrvolving repositioning,

rathtr than throll.t}J laws derivedfro111


'!ofistir. utopia, wnich lllrns every gest//lt
mtoamodd
The stamd ofthese reasons dtpt.mis ,.
tbt general condition ofdisciplill417
thin/ting, '11Jhich, insuaJ ofproposmg
fragmmts ofa global orgaJ1i2.alion. p11ls
foT'rt!ard formal mod.tis lo be imiwd .
the ia'llJs ofmass prodMdion, QN/ ill
is the behaviour and the stylistic mu/J
are imitaJtd, buJ never the thtQretical or
poetical necessities which gmnalt tht
lrQflSformatio11. Today it is necessary "'

rnertto disciplinare, e solo attraverso di essi proporre i fiammenti del-

r~ vc dubbio che. prop~o questa ipotesi presenta una se~e ~

i=

~~ti interrogativt. In pnmo Juogo come potranno essere evitatJ 1

di uo nuovo regionalismo (addirittura di un nuovo H ei.mat:stil)


sc questo region3;]isrno si de~ce critico ~rc3:fldO c;on cio di non
ff4 ~ crrori chc espe!le?ZC passat~ a ~o res1 ev:identi, ~me q~cllo
di ripoporre il carattcnstico come difesa di uno specifico e di un P.nvato
; ' che i:lipcndc nella formazione dei propri valori (cornpresi quelli aeJ pri~ vato c ddlo spccifiro) da1 ..massaggto" della romunicazione totale? Deve
lof ~ csscre la modificazionc che trasforma ii lu~o in cosa delfarchitetCll twa, chc fonda ratto o~ginarjo. ed insien;ie s~bohco di pren~er: contatto
cej am ii suolo, con Yamb1ente 6s1co, con Y1dea di natura come ms1erne del~ le cnsc materiali prescnti, attraverso alla costituzione del principio inse ,(j

dcl
q

.,, I

lllll

diativo.
" e,' ne lla smtass1
.
. lingwst:Ic:a,
. . un modo di essere de1
La 41modifi
caz1one

.....M

tht siinifiCil1!' dijftrmcn, to std Ux

~ t4'h sptci.fic case, to once '{gain


.

Ill tht 1""s ofconstruction

tht

~fro,,, 111hich to reiAte to

'!1,.,feri-.~~ and thro11gb thtm

wtft4g1t1m1soflbt

..::/::J:

this W? hypothesis forus a


111
. , .,., J~honJ.
Firs~ hO'llJ. to
(- - . ,.r-v;rors of.fl - . regionalism
~ "."" Hrimfllsh0, rom whm this
u t/efi~d 4S critical in an
___. 11at lo rtpl4J tht mon m.a.tk roidmt

by past txptrimas, s11ch as IM ~proposfll of

ibe characteristic as a defensefor a spcciflc

andfor a private, which def1!1tds, in the


formaJion ofits vahm (fllhicb in.ciNde.s the
val11es ofthe privau and ofthe specific), on a
"massage of total comm11nicatron? It must
rather bt the modi{icaJion to transform a
place inlo an arc6ilecfllral tb;ng, hased on
thefounding and symbolic acJ efcontact
fllitb the ~11nd, fllilh the physical fl!Orfd,
111ith the t'dea ofnat11re as a set ofpmmt
and material things, thro11gh the defo!ition
ofthe uttkmmt principk. In Ji11git1Stic

modo, cioe della c:ategoria de! verbo, che definisce la qualicl dell'azione
(modo congiuntivo, indicativo, ecc.), quindi essa rivela anche la coscienza dell'essere parte di un insieme prees1stente, la trasformazione introdotta in tutto il s1sterna dal c:ambiarnento di una delle sue parti ed indica che
essa si sviluppa nel tempo e, attraverso la radice etirnologica che la ricollega al concetto di misura (modus), si congiunge poi al moodo geometrico
delle cose finite.
Ma la costruzione di un linguaggio della modific:azione se potra disporre di solidi elementi per la fondazione di un principio insediativo a
partire dalla lettura del caso speci.fico, in che modo sari in grado di operare un confronto non arbitrano di esso col sistema di ipotesi generale che
prima abbiarno enunciato? In che modi qucsta ipote.si sara trasmi bile
10 quanto metodo di lavoro non solo fonClato sull'ineffabilit.3 apparente
delle scelte soggettive ed empiriche? Naturalmente ogni alternativa tra
modello e contesto e una semplific:azione che, come sempre, chiarisce
ma nasconde la veriti.. La consapevolezza, insieme, dell'archetipico e

syntax, modi]iCJUion is a mood, that is it


btlbngs to the ca/ego'} ofthe verb, and
defines the q11ality oj .an action {s11b.J.i1nctive,
indicaJive mood, etc.). Th11S modificalion
TtVtaJs tht COnsciOllSIUSS of/Jtfbnsmg to
something pre-existing, the transjonnation
introthiad within the whole sys/em i;Y
changing one ofitJ parts. Modijicahon
indicates that this transfonnatron dwtlbps
with time: thro11th the t!JmolbgicaJ root
111hich connatJ 1t badi to the COnccpl of
measure (mod11s), it also rt/alls baclt to be
gr.ometric'llJOriil of.finite objects.

Ifthe comtntction ofa lanQ'i'~e of


motlijication fl!iU possess r11.ffiiimtJy solid
tlemmts on which to base a stttkmmt
principle which tam into acco11nt each
s[>ijic case, then iJ<fTll wiU it compare, not
arbrtraril/, this lan~agt to the general
lr;potheszs we de.sertbed earlier? H0111 wiU
tbt.u ~1ural hypotheses bt explicaud 4S a
'ltJOrltmg met/Jod, based on more than only
the apf!armt intangibility ofsubiectivt and
tmprrical decisionfNllblrally tk
alternatives btl'INm model and context art
simplifications which, liJu always, c/ari.fJ

-................______________
I Uruvc!'1ta dell Cal.i.bn:i. 1974
2 P1Jno p~rt1rnlareggiJto per un
quJrtmc di .1biLmoni. Cd.i.lu, l97CJ.
3 Cnmor.o per l,1 nuo\'ol ;cdc
dell'Urn,emt~ d1 Fm:111e 1971

~~

l Umvmm of C,J,1/mo. /974.


1. Dcw1ltdJ'!!i" /or il rnulmtiiil /Mrttt.

Cefalu, /916.

3 C.m1ptt111m1 (11/1'1 for Iii< nrll' U11r:.-rri1()

r>( Florri11 / 11"'[

delfaccidentale ecio cbe spesso fa la fortuna della grande -architettura. La


chiesa espesso insieme invenzione di nuovo oggetto ideale e parete di
strada. Anche per questo spesso il sistema della citci trova i su01 punti di
riferimento proprio nei vuoti urbani, dove la definizione assoluta del
profilo intemo diventa elemento di stabiliti a causa delle positive incertezze connesse con la complessici del resto della materia urbana che ci1"
conda e si fonde con esso. Come dice giustamente Colin Rowe, ela dialettica tra il modello del foro e quello dell'acro,P91i che costruisce la forma dell.a citci, e se ii "poche" della pianta delfedificio ci aiuta a riconoscere le stabiliti e f invenzione del apo, basta cambiare campo percettivo
che esso diventa matrice di lettura del contesto.
ll tipo come sistema di coincidenze tra area, temiche della costruzione, bisogni simbolici ed abitativi eforse oggi non piu significativamente
proponibile come momenta sintetico?
Non sara per caso la morfolo~ insediativa a prevalere decisamente
sul tipo ediliz10 come serbatoio di modelli e di soluzioni e quindi a pro-

VOGIP'le una svalutaziooe come materiale progettuale?


E forse ii principio insediativo l'elemento in grado di promuovere un
nuovo sistema di coincidenze?
Allo stato attuale degli studi noi ne dubitiamo, anche se in questo
cam~ ii lavoro da fare eancora ampio e probabilmente molto ricco di
poss1bili risultati.
Quale sara allora ii cammino che condurci infine la fase confonnativa sino alla figura progettuale? Dovci forse questa essere costruita d.11
movimento convergente di due percorsi separati: a partire da un lato
dalfindividuazione del principio insediativo specifico, da~tro dalla
elaborazione verso di questo del materiale intemo alla tradiziooe de! ex>struire e del foanarsi delle parti come coincidenza coerente?
Quali sono poi le connessioni del progetto come modificazione con
ii progetto modemo di cui abbiamo preso puntualrnente le difese in quc-,
sta rivista? Ed io credo che di queste connessioni noi dobbiamo pre~
parci perche l'architettura dell.a modificazione si presenti innanz1tutto ex>-

and hide the truth. The awareness ofwhat is


archetypJcal and ofwhat is accidental is
what Often maJctJ great architeelllre. The
church is often both the invention ofa new
Ukal objut and a street waU. Partly_ hecauJe
ofthis the urban syston finds its reference
points in ilJ own voids: here the absolute
definition ofthe intmuzlprofik becomes an
element ofstability, set against the positioe
uncertainties ofthe mt <ifthe urban tissue
which, aU around, appears in a state of
conflict. As Colin Rowe says, it is the
ditilatics btt'Wten the morll/ oftheforum

capacity to ac/ as a deposit ofmodels and of


sol111ions, thus causing ilJ deva!Jlation as a
design instrument?
ls the st11/ement principk maybe capabk
ofpromoting a new sys/on of
comspondtnctJ?
In the present situation we qutstion this;
roen ifin thisfield the work waiting to be
done is vast and maybt rich with possible
resu./Js.
Which path will therefore bring this
fomutlive phase to a designfigurt? Will this
hll"IJt le be ronstituted fry the romllrging

and lhaJ ofthe acropolis whfch povides the


city with aform: but ifthe "pochr ofthe
plan ofthe building helps u.s in recognizing
the stability and the invention oftJie type, it
is enough to witch ourptrctpt1on fielt!for it
to grow intc a matrixjrom which to read
the context.
Can one today no longer pu.1fo1VJ1ard
the type as a synihetir moment, as a system
ofcomcirlmas between artas, construction
techniques, and symbolic and li"IJing needs?
Doesn't now tJie stlllemmt morpholop
clearly prevail over Jhe building type, in its

movonent ofht1<J separate paths: by statt1


on one handfrom the clear indiviauatio11
tht spijic selllementpr!ncip/t, and on tht
other from the mattnal belonging to a
b11iu!i~inn tradition and.from ihtformatio
the di trent parts into a roherent cogentyf
at art the conntcliom bttwtm tht
project as modification and the modern
project we ht1t1e TtgN!arly rlefmded in this
revitw? l think these art the connections
ht1t1e le conJider in orderfor the archilltl
ofmodification to present itself.- before
anything - as modification <ifthe modt!#

modificazione ~el mod~mo, della sua lll!1ga ed. articolata tradiz~on~.


Non vi cdubbto che st:J.amo cercando di desowere una strategia di. volta probabilmen~e a ~~ ~ erro~. ad aW:rare gli im.
ri, a ridurre le arb1traneta, 1vaniloqw onrusimbolici, le uovate
:vestite da ricominciamenti: una strategia ben lontana dalle rischiose
erosicl dei maestri del modemo, ma ad essa legata dalla tradizione
0 rgoglio della modestia", dall'idea di architettura come lavoro.
Nessuna speranza di gesti definitivamente l.iberatori, di riconciliazioni ~obali, cli perfette coerenze. Il contesto costituisce sempre un materialc lndiretto per l'acce~ento di un'arc:tUte~ra d~l luogo..C'.io che ~ in
oado di offiire Yarchitettura della moclificaz1one e la descnz1one chiara
Clelia tcnsione verso questi non raggiungibili valori, non f accettazione
clella loro clissoluzione.
Non vi cdubbio aJtresi che tutto cio presenti preoccupanti somi~ oon l'incerta nozione di riforma che attraversa, indefuUta, la politica de! nostro tempo; al contrario la nozione di modificazione pretende

1>

almeno, per l'architettura, l'esercizio di confronto con un orizzonte per


mezzo proprio del concreto specifico.
La terza ragione infine capace di sostenere l'o~rativiti de! concetto
di modificazione eil diffuso desiderio cli tregua di fronte all'insopportabile chiacchiericcio supertecnico e superstilistico della produzione architettonica di q_uesti uJt:J.mi anni; iJ desiderio di una sedimentazione del
processo creat:J.vo, cli un consolidamento di regole in funzione di necessiti specifiche, di un ritomo alJa profonclicl de! mestiere contro la clisponibilicl disorientata della profess1one. Noi diciamo, meclio I'artigiano (possibilmente senza la retorica de! grembiule di cuoio) die lo S{>Ccialista, anche se siarno consci che proprio il gesto necessario dell'artigiano richiede
oggi uno sforzo morale ed intellettuale assai diverso.
Qtesto desiderio di tregua avci luogo solo se iJ pro~etto diventerc}lltn
primo luogo silenziosa modificazione del presente specifico. Solo al cli la
cli questo l'architettura potr3 ritomare al suo compito di rappresentare
proprio cio che, al contrario, non e in alcun modo nel presente.

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: 11?-.r IUld articulattd tradition.

~""'11 wart trying to dtscribt a


llrllkrJ atttmpting to minimize
::...,
PDllltd oistacks, rtd#et arbitrary
. ""'!the nonsenst of
~"'and thou nt'llJ disc()Vtries
""lf::ld llS nnt1 btginnin$S.: a
S. W,ich is far ftom the nsky
=:;"!"of~ llfllS/m oftbt modtrn, but
')rillt .thcirr m tmns ofihe tradition of
~-*sty anJ oftbt iMa of
71nr . ill profession.
IS 1111 t/Nlltfor gtst1ms with

-..,!

definite liberating overtones,for global


rtconciliations and for pofea
com spondmces. The context always
constitutes an indirect maJmai to vmfl the
archituture oft!Jt plna.
What the archilIJJrt ofmodi/ica1ion
can <!!fer iJ a clear description cfibis tension
towards these values which can never bt
rtachtd, and rtot the a.cctptallU oftheir
disinttf;Tation. It is ckar that al(this shows
worrying similarit~s with the Hnetrtain
notion Ofreform which, withoJJt a'!Y
dtjimiion, pnvades today's politics; for

archittctJJrt the notion ofmodification


foc#US ort an iMa ofrelationship to the
horiwn ofthe cortcrttt and ofthe specific.
The third rtllSon infavour ofdJt notion
ofmodification is the gmeral nttd for respite
m front ofthe Hnbtariib!t high-tech and
high-sty!t chit-chat ofthe architectJJra/
prod11ction ofthe last )'tan; the desirefor
some sedimentation efthe creative prouss,
for a consolidalion ofrules in vinl! of!f'!Cific
necessities, for a rt/Um to the depths of the
profession against its disorimttd
availability. Wt say toyo#: the artiJan

(possibly witboJJt the leather apron) is better


than tfie specialist; wt are nevertheless aware
thaJ today the artisan's 1UCtSsary gesture
presupposes a nt'llJ and different moral and
inttliatJJal tj[ort.
This desire/or some kirtd of respite will
only J#Ctttd ifthe project T11iU lln7t into a
silirtt modijicalion oj the s~cific present.
Only afier this will anhitect#rt again prove
capable ofreturning Jo its duty, which is that
ofrepresentirtg what is in no way in the
prtsenL

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