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ANNO XX NUMERO 32
Re in cravatta. Come il sovrano (musulmano) di Giordania diventato laltro baluardo nella lotta al terrorismo islamico
C
ommentatori palestinesi, come Riad Malki, gi negli anni passati avevano parlato dellopzione giordana come lunica speranza per sconfiggere lislam politico. Chiss cosa direbbero oggi che
Amman ha mosso aerei e fatwe contro lo Stato islamico (ieri, seconDI
GIULIO MEOTTI
do alcune voci, in questi bombardamenti sarebbe rimasto ucciso lultimo ostaggio americano nelle mani dellIsis, la cooperante 26enne
Kayla Jean Mueller). Per dirla con Daniel Greenfield, analista di
Islam radicale, i paesi che combattono il terrorismo in maniera pi
spietata sono i paesi musulmani. Nei giornali e nelle televisioni
si rimpalla lo slogan lIsis non islam. Lo dice anche Obama. E
una lingua di legno che non decifra il Califfato risorto dopo cento
Bruxelles. Onorevole parlamentare europeo, la pregherei di notare che la pressione fiscale in Grecia rispetto al prodotto
interno lordo (inclusi i contributi per la sicurezza sociale) era al 34,2 per cento nel
2013 e rimane ben al di sotto della media
dellarea euro. In una lettera del 15 gennaio, a pochi giorni dal trionfo elettorale di
Alexis Tsipras in Grecia, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi
aveva risposto cos a un eurodeputato di
Syriza, Kostas Chrysogonos, che lo aveva interrogato sui danni del programma di riforme e risanamento della Troika. In tre righe,
il presidente italiano della Bce aveva cercato di smascherare uno dei miti della tragedia greca: quello dellausterit assassina
che ha messo in ginocchio un paese e non
pi sostenibile. I greci hanno sofferto e
soffrono. Ma non tanto di troppe tasse. In
Italia la pressione fiscale, uno degli indici
dellausterit, nel 2013 era al 44,3 per cento del pil, secondo i dati del ministero dellEconomia.
Contrariamente agli stoici irlandesi che
hanno subto la Troika in silenzio registrando nel 2014 una crescita del 4,8 per
cento, i greci protestano in modo rumoroso nelle strade e nelle urne. Hanno dato
mandato al governo guidato da Tsipras di
smantellare lausterit. In nome del popolo
vittima della Troika, il ministro delle Finanze ed esperto della teoria dei giochi,
Yanis Varoufakis, si prepara alla partita finale allEurogruppo fissata per il prossimo
11 febbraio. La Grecia ha scelto deliberatamente una strategia chiamata da Thomas
Schelling, uno dei fondatori della teoria
dei giochi, coercive deficiency, spiega sul
suo blog leconomista francese, anti euro e
di sinistra, Jacques Sapir: Una situazione
di debolezza pu diventare uno strumento
di coercizione verso gli altri. Rinunciando
agli aiuti della Troika, Tsipras mette volontariamente la Grecia sullorlo del precipizio e indica la sua determinazione ad andare fino in fondo, ammette Sapir.
Il pericolo che la realt dei numeri
sveli il bluff della vittimizzazione della
coppia Tsipras-Varoufakis. Il loro governo
chiede la cancellazione o la ristrutturazione del debito pubblico perch esso sarebbe insostenibile e il peso degli interessi
troppo alto. Falso, rispondono in un paper
due economisti del Centre for European
Policy Studies, Cinzia Alcidi e Alessandro
Giovannini: Il principale problema per la
Grecia nei prossimi anni non di ripagare questo debito allUe e ai suoi stati
membri. Il debito gi stato ristrutturato
due volte nel 2012. Prima in marzo con il
Private Sector Involvement, che ha imposto agli investitori comprese banche francesi e tedesche, seppure in quota minore
di quanto sarebbe successo nel caso di una
simile operazione nel 2010 perdite tra il
50 e il 70 per cento. Poi in dicembre con
laccordo tra i governi per rinviare i rimborsi sul debito al 2020 e oltre, instaurare
una moratoria sugli interessi e tagliare i
tassi. Risultato sottolineano Alcidi e Giovannini il valore nominale del debito
passato dal 230 al 175 per cento del pil e
nel 2014 la Grecia ha pagato meno di Portogallo e Italia in spesa annuale per interessi. Molto meno: 2,6 per cento del bilancio greco va a servizio del debito contro il
4,7 per cento per lItalia.
Con loperazione di ristrutturazione mascherata del 2012, i contribuenti europei ci
hanno rimesso. Gli italiani, che pro capite
hanno prestato alla Grecia pi di 650 euro, hanno visto ridursi di circa il 40 per cento il valore reale del loro credito. La generosit europea si invece trasformata in un
risparmio per il bilancio greco di 8,7 miliardi lanno, ha ricordato a gennaio Klaus
Regling, il direttore del Fondo salva-stati.
Ma ora, a costo di mettere a repentaglio
lintegrit della zona euro, Tsipras chiede
di pi per reintrodurre tra laltro la tredicesima per le pensioni sotto i 700 euro,
anche se la minima in Italia fissata a poco pi di 500.
Alain Frachon, opinionista del Monde,
pur favorevole a un negoziato tra il nuovo
governo greco e Bruxelles, ha suggerito una
soluzione diversa: un esproprio giocobinoproletario. Il patrimonio di armatori e pope ortodossi valutato a una somma superiore al debito del paese. Nel 1790, essendo in gravi difficolt finanziarie dopo la
rivoluzione, la Francia ha nazionalizzato
i beni del clero per venderne una parte,
ha osservato Frachon. Come dire: prima di
fare la vittima, il governo greco potrebbe
cominciare da qui.
Twitter @davcarretta
Roma. Yanis Varoufakis, in pubblico, mostra di non essersi perso danimo nemmeno
dopo il reality check degli ultimi due giorni a opera di Francoforte e Berlino. Il banchiere centrale Mario Draghi e il ministro
delle Finanze tedesco Wolfgang Schuble gli
hanno ricordato che buona parte delle attuali risorse finanziarie di Atene made in Europe. Ma il ministro delle Finanze del nuovo governo greco, che ieri il Financial Times
tornava a dipingere come un boxeur ateniese che combatte la battaglia giusta, non ce
lha fatta a trattenere lennesima battuta con
tono allo stesso tempo ironico e di sfida:
Qualche volta le democrazie pi grandi e
potenti minano le proprie fondamenta stritolando le democrazie pi piccole, ha detto
al quotidiano con unallusione alla storia
dellantica Grecia.
Le piccole democrazie stritolate, comunque vada a finire per le grandi, non ne
escono bene, ma questo i giornalisti del Financial Times hanno evitato di farlo notare
a Varoufakis. Daltronde gi non mancano i
segnali di inattese evoluzioni della vita democratica in Grecia. Due sere fa, per esempio, di fronte al Parlamento, si tenuta una
pacifica e affollata manifestazione a sostegno del governo. NellEuropa liberal-democratica dellepoca contemporanea una rarit: qualche migliaio di persone, riunite in
piazza Syntagma, ha gridato slogan a favore
del premier Alexis Tsipras e della sua battaglia per rottamare lausterity e la Troika
che lha applicata nel paese. Piazza perlopi
di sinistra, dunque, ma con slogan duri verso il nemico esterno. Tra i manifesti pi
espliciti, il seguente: Schuble, Merkel, voi
date ordini, minacciate, rubate, uccidete.
Questo noto fin dal 1941-45. Non abbiamo
paura di voi. Il partito di sinistra estrema
Syriza, dunque, oggi sia di lotta sia di governo. E tutto questo a poco pi di 10 giorni
dalle elezioni, peraltro. Un accademico greco, che al Foglio chiede di restare anonimo,
avverte: Quel che conta non soltanto che
Syriza abbia vinto con pi consensi di quelli attesi. E allarmante che nel paese, al momento, manchi una qualsiasi opposizione
politica organizzata. Aspetto non fisiologico, ma spiegabilissimo: i due partiti che per
quarantanni si erano alternati al potere in
Grecia Nuova democrazia e Pasok sono
per la prima volta fuori dalle stanze del potere. I conservatori sono presi da faide interne, per capire se sostituire lex leader Antonis Samaras; i socialisti addirittura sono
stati quasi azzerati nelle urne. Ad anomalia
si aggiunge anomalia: oggi al governo in Grecia c una grande coalizione di partiti radicali Syriza (estrema sinistra) e Indipendenti Greci (estrema destra) che esclude i
moderati. Nemmeno i grandi media per ora
mordono troppo; daltronde i colossi televisivi privati, che temono la revisione di regime di concessioni storicamente generoso,
gi dieci giorni prima del voto del 25 gennaio avevano smesso i toni battaglieri contro
Syriza. Le associazioni imprenditoriali dovrebbero avere a cuore il futuro economico
del paese, battersi pubblicamente per garantirlo, ma in Grecia negli ultimi anni non
si sono mai fatte sentire davvero. Un po per
il carattere statal-assistenzialista di ampi
settori delleconomia, un po perch se la
struttura delleconomia greca collettivista,
il paese nel suo spirito tuttaltro che collettivo. La sua struttura reale ciascuno per
s, ha scritto leconomista americano Michael Lewis riferendosi alla realt microimprenditoriale ellenica. Con tutti i normali contropoteri ancora tramortiti dallavanzata di Tsipras e dei suoi, oltre che dalla crisi, leuroscommessa di Atene ancora pi
imprevedibile. (mvlp)
Qualsiasi cosa stiate facendo, interrompetela e correte a procurarvi lintervista al Messaggero, dove
DAlema sostiene: preferivo Amato, uscito
Mattarella. A Renzi avevo dato un ultimatum:
delle due, luna, o tu inculi noi, o inculiamo
noi te. Scegli. Ha preferito lui inculare noi.
Affari suoi: nostre entrambe le alternative,
nostra comunque la vittoria. Avremmo potuto non votare Mattarella. Abbiamo scelto di
votarlo. Voleva fotterci, Renzi? Alt, gli abbiamo imposto, non senza il nostro contributo. E
tutto ci bellissimo. Bellissimo perch il fenomeno indica un modo nuovo di concepire
lunit, perch moderno, perch avvicina a
Syriza, alla Grecia, a una sinistra rinata, ma
bellissimo, sopra tutto, perch, altro che rottamato, DAlema sembra il nostro Varoufakis
con i baffetti fuori dai pantaloni.
posizione in modo tosto e smettiamola di regalare il terreno del dissenso a Renzi a Salvini e
a Grillo, che di questo passo finiranno per asfaltarci. La testa del partito, invece, quella forse
meno umorale ma che osserva la politica pensando al domani e non facendosi influenzare
dai numeri dei sondaggi, suggerisce a Berlusconi un atteggiamento diverso, che tenga ben presente ovviamente lo sgarbo renziano ma che sia
capace di costruire un percorso in cui lobiettivo non deve essere quello di scendere sul terreno della Lega e di Grillo ma quello di accettare la sfida di Renzi e non regalargli il campo
da gioco. Ragionamento: ma in un futuro prossimo venturo, gli elettori di Forza Italia, quelli
da conquistare, da sedurre, da rimotivare, saranno pi quelli che urlano o pi quelli che ragionano senza paraocchi ideologici? Berlusconi oscilla, riflette e ci ripensa, ragiona e discute, sa che il patto non sar pi come un tempo
ma sa anche che il destino del suo partito non
lasciare il proprio blocco elettorale in bala
di un Fitto intercostale, ma quello di non regalare a Renzi un pezzo importante di quellItalia che oggi osserva il presidente del Consiglio con amore, ok, ma che un domani, magari
quando finir la droga composta da quella incredibile miscela formata da dollaro basso, euro basso, tassi di interesse bassi e stimoli di
Draghi, potrebbe guardarsi altrove e sarebbe
un peccato se, guardandosi altrove, trovasse solo partiti che ragionano inutilmente pi con la
pancia che con la testa, e che spesso sono capaci di comunicare solo a colpi di ruttini. Poi,
se la Corte europea non far il miracolo, ci sar
anche il problema di trovare un erede. Ma
paradossalmente questo problema viene
dopo, e non prima di aver scelto da che
parte stare. Pancia o cervello?
ALESSANDRO GIULI
Milano. Pegida non c pi, ma in compenso nato Pegada, con la a. Nessun errore, nessun refuso. Perch mentre i vertici dellorganizzazione di estrema destra
contro lislamizzazione dellEuropa si sono
dimessi uno dopo laltro, sabato scorso, a
Erfurt (anche questa una citt ex Ddr), un
migliaio di cittadini scendeva in strada, in
veste di neonati Patrioti europei contro lamericanizzazione delloccidente. Sfilavano
con cartelli che mettevano in guardia dalla
potenza terroristica Usa; da una rottura
insanabile con la Russia; da una terza guerra mondiale. Pegada sembra pescare in un
bacino molto simile a quello di Pegida, cio
tra lestrema destra e i teorici del complotto. Dunque, lantiamericanismo tedesco non
pi (solo) di sinistra. Anche Alternativa
per la Germania, il partito ultranazionalista
che alle ultime europee ha ottenuto consensi notevoli, partito da una piattaforma anti euro e anti immigrazione ma di recente
ha aggiunto ai suoi temi anche lantiamericanismo. Che sia di sinistra
o di destra, lantiamericanismo tedesco in crescita, e adombrer
la visita ufficiale della cancelliera Angela Merkel alla Casa
Bianca prevista per luned
prossimo.
Gi un anno fa Sebastian Fischer, corrispondente dallAmerica dello
Spiegel, osservava che
sorprendente notare come,
per una parte di tedeschi,
il conflitto ucraino con la
Russia sia di fatto un conflitto con lAmerica. E
pi Putin si mostra aggressivo verso lUcraina, pi alta si leva la
critica in Germania
contro lAmerica.
Una escalation di risentimento che preoccupa, tanto che anche lEconomist di questa
settimana vi dedica larticolo Ami go home, nel quale analizza le ragioni di questo
risentimento. Il settimanale britannico non
lunico a suonare lallarme. Ieri il sito del
mensile di politica e attualit Cicero titolava: LEuropa cade a pezzi, e ha bisogno degli Usa. Larticolo portava la firma di Andrew Denison, direttore del Transatlantic
Networks a Bonn, e la tesi la seguente:
Stretta nella morsa di una lunga crisi economica, di un calo demografico costante,
lEuropa, si sta autodemolendo. Motivo per
cui laiuto dellAmerica fondamentale per
la sua sopravvivenza, anche se per molti europei lAmerica resta a tuttoggi una specie
di alieno, met cowboy met guerrafondaio. Come detto, lantiamericanismo non
nuovo, n in Europa, n in Germania. Anche negli ex Lnder dellest, che pure alle
ricorrenze comandate (caduta del Muro,
Riunificazione) volentieri ricordano la frase di Ronald Reagan, Mr Gorbachev, tear
down this wall!, e che hanno una forte tradizione atlantista, i dissapori nei confronti
dellAmerica sono sempre pi frequenti.
Ci sono ragioni antiche, come la diffidenza e lavversione causata dalla guerra in
Iraq: opinione condivisa che lex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schrder
sia stato rieletto Kanzler nellautunno del
2002 anche grazie al suo no a partecipare
insieme allAmerica allinvasione dellIraq.
Ma ci sono anche questioni pi recenti, come le accuse (per ora non provate) dellex
contractor Edward Snowden secondo cui
lNsa americana avrebbe intercettato il telefono personale di Angela Merkel e violato la privacy di migliaia di tedeschi.
E cos oggi, confortati anche da grandi
vecchi come Helmut Schmidt, che ha ripetutamente puntato il dito contro gli errori
compiuti nei confronti di Putin, i tedeschi
guardano con estremo sospetto allannuncio di Washington di considerare linvio di
armi alle forze militari ucraine. Un attento commentatore osservava a tal proposito:
E interessante notare quanto gli europei
si angoscino assai pi di Putin per lintenzione americana di inviare armi. Unangoscia che il ministro della Difesa tedesco,
Ursula von der Leyen (Cdu), ha provato a
esorcizzare durante un talk-show, gioved:
Quel che siamo oggi lo dobbiamo anche allAmerica.
Twitter @affaticati
Lettere rubate
Siamo tutti lultimo valzer
di qualcuno. Ecco perch non
diciamo mai: sparisci sgorbio
Oddio, grazie infinite. Sar un vero piacere. Non voglio ballare con lui. Non voglio ballare con nessuno. E anche se ne avessi voglia,
non con lui. Anzi, sarebbe proprio lultimo
DA
ANNALENA
BORDIN LINE
di Massimo Bordin
La politica del terzo millennio veloce, consuma rapidamente le suggestioni che produce. La
corsa a occupare la prestigiosa casella
di Tsipras italiano rallentata notevolmente dopo le performances della singolare coppia formata da un premier
senza cravatta e un ministro con la motocicletta. La loro trasferta nei palazzi
del potere europeo ha ricordato i momenti migliori dei film dei fratelli
Marx pi che un revival del vecchio
omonimo di Treviri. Inevitabile la delusione della sinistra-sinistra che guardava al Partenone come nuova location
delle officine Putilov. Delusione anche
in una concessionaria Harley-Davidson per una prenotazione appena disdetta da Pippo Civati. A difendere i
due sconsiderati, a parte la maggioranza dei greci e ci ha un peso, rimasto
solo il manifesto. Gente tosta, capace
anni fa di impostare una campagna
pubblicitaria con lo slogan Dalla parte del torto, raffinata citazione brechtiana che per, non essendo pi le case del popolo quelle di una volta, fu
equivocata. Eppure, nonostante gli
aspetti grotteschi che a sinistra non
mancano mai, si pu anche pensare
che infierire non convenga a nessuno.
Non ci vuole un premio Nobel per capire che annientare un debitore annulla la possibilit di riscuotere il credito, anche se parzialmente.
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Come timpupo Mattarella coi soliti luoghi comuni del made in Sicily
S
ono arrivati gli zii di Sicilia, cerimoniosi come i re Magi, a portare il loro saluto al martirello del Quirinale. Sono arrivati trainando un carretto agghindato di tutti
gli stereotipi letterari della sicilianit e
della sicilitudine, che piacciono tanto ai turisti. Ci hanno risparmiato finora lo scirocco, anzi i secoli di scirocco impigliati in
quellaureola di capelli bianchi, ed gi
qualcosa; ma per il resto lhanno impupato ben bene, Mattarella, dando fondo a tutte le riserve di Sciascia e De Roberto e
Brancati che avevano a disposizione. Il primo dei re venuti da meridione, Francesco
Merlo, gli ha dedicato su Repubblica un ritratto con pi addobbi e candele della festa
di Santa Rosalia. In uno dei suoi accessi
ahi quanto frequenti di maschia e chiaroveggente empatia, Merlo si immaginato il
presidente perduto nellimmensit soffocante del Quirinale come Casimiro, il triste Vicer di Sicilia; un siciliano schivo,
coperto e cauto, un siciliano tragico e superbo che brancatianamente vede il nero
anche nel sole, umbratile e sensibile siciliano fenicio che non perdona, uno di
quei siciliani muti, nodosi, solitari, sobri,
schivi e diffidenti, che ha la solitudine
della Sicilia terragna, Sicilia di scoglio diceva ancora Sciascia e non di mare aperto,
mai di avventura. Altro che loro, lincenso e la mirra: tutti i clich del made in Sicily si danno convegno in questo piccolo dizionario dei sinonimi dove tutto dolente,
taciturno, malinconico, tormentoso, sofferente. Sciroccoso no ed gi qualcosa.
Neppure avevo fatto in tempo a riprendermi da questo concentrato di sicilitudine
posticcia, pi stucchevole dei fruttini di
marzapane, che gi vedevo venire da settentrione il secondo re, Marco Belpoliti,
che dopo il corpo del capo, le foto di Moro
e la canottiera di Bossi ha portato in dono,
sullEspresso, una pagina sulla schiena
curva e per dritta di Mattarella. Il presidente non sarebbe stato troppo fuori posto
nella cerchia di don Gaetano, il prete di
Todo Modo. Ma lelemento che pi lo con-
ome se fosse voce di pischelli dalla marana fuggita, come se il Nando Moriconi de Kansas City ricomparisse (America,
facce Tarzan!) a bordo cronaca. Cos ieri,
con sottile perfidia, a pag. 8 il Messaggero
lantico urlo rilanciava: A Massimo, facce
DAlema!. E Massimo, che DAlema fa in
modo incomparabile perfetta ne reca
lincarnazione, sublime il tono al meglio
si prodotto: Abbiamo avuto uninfluenza determinante nellelezione del capo
dello stato, al di l di certe ricostruzioni
ossequenti verso Renzi Ci siamo riuniti,
abbiamo discusso e alla fine Bersani ha
detto a Renzi: siamo disponibili a votare
Amato o Mattarella. Insomma: hanno
vinto io. DAlema ha quasi sempre ragione,
ma quasi sempre il contesto lo fotte (il risotto da Vespa; la presentazione del mordace cane del podere al doctor Friedman
senza peraltro esortare la simpatica bestia a passare dalle intenzioni ai fatti; il timone dellIkarus), cos che sulla sostanza
spesso il riflesso prevale. Sul Messaggero
Cosa mette?
Ecco che, di nuovo, lorgoglio dalemiano
sul contesto frana. Pu darsi che lui sia
molto assistito dallintelligenza, e che Matteo, invece, possa fare discreto affidamento sul culo. Per, sottolinearlo cos pubblicamente: a) allintelligenza niente aggiunge; b) al culo (altrui) d dimensioni stratosferiche, da area metropolitana. Si fa perci, il lamento dalemiano per le occasioni
mancate, simile a quello, mirabile, di Nando Moriconi con la di lui genitrice: Se anchio da bimbo, mami, fossi andato nel
Kansas City invece so stato bloccato dalla scarlattina do you remember, mami,
quando ho ricevuto la scarlattina? come
il contesto tutto muta: in scarlattina, per
esempio, linfluenza sul capo dello stato.
Forte deve essere il rimpianto, in DAlema, per questo generalizzato ritorno al
gusto vintage della Prima Repubblica tra
quelli che dal Quirinale escono, e quelli
che al Quirinale entrano senza che nessuno prenda in considerazione lui. Anzi, lui
gerli ad andarsene. Immediata fu la replica del moderato al Tayeb, che defin le parole di Ratzinger un intervento inaccettabile negli affari dellEgitto. Non solo, perch il Pontefice oggi emerito veniva accusato di avere una visione sbilanciata
su musulmani e
cristiani e gli si
rimproverava di
non aver chiesto
la protezione dei
musulmani quando
erano massacrati in
Iraq. Subito dopo, limam decret conclusa
lesperienza del dialogo
con il Vaticano fino al giorno in cui il Papa non si fosse
scusato pubblicamente delle
dichiarazioni fatte. Una ferita
che ancora oggi non sanata, come ammetteva qualche settimana fa ad Avvenire il cardinale JeanLouis Tauran, che del Pontificio consiglio
per il dialogo interreligioso il presidente. Scavando nella biografia e nel curriculum del dotto poliglotta sorboniano che oggi vorrebbe fare del vicino oriente una
grande via Appia puntellata di tanti novelli Spartacus barbuti crocifissi, si scopre
quanto poco moderato sia al Tayeb. Certo,
nel 2007 fu tra i firmatari della lettera dei
138 saggi musulmani al Papa e ai capi
cristiani in cui si richiamava la
necessit del dialogo ma, andando a ritroso nel tempo,
della vocazione dialogante dellattuale imam di al
Azhar si trova ben poco.
Nel 2002, in qualit di
Gran Muft dEgitto, illustr la ricetta per porre finalmente fine al conflitto
israelo-palestinese: La soluzione al terrorismo
israeliano si basa sulla
proliferazione degli attacchi di martirio che
terrorizzano i cuori dei
nemici di Allah. I paesi islamici, sia i popoli che i governanti,
devono sostenere queste operazioni di
martirio. Temendo dessere stato poco
chiaro, precis poi che le operazioni di
martirio contro qualsiasi israeliano, inclusi i bambini, le donne e i giovani, sono legittime dal punto di vista della legge isla-
PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri
Sergio Staino scrive a Matteo Renzi: Sai che mi costa riconoscerlo, ma stavolta sei stato bravo.
Renzi risponde: Tutto culo. Riferisco,
a costo dindiscrezione, per il piacere
di registrare che la met essenziale di
Machiavelli lha capita. Resta laltra
met, o presso.
tin di immaginarsi come un nuovo zar Nicola I, alla testa di una sorta di Internazionale autoritaria conservatrice, capace
di contestare apertamente la leadership
americana e di fustigare la decadenza europea. Il presidente russo, secondo Gomart, sta dimostrando, nel conflitto ucraino, di preferire lescalation militare alla diplomazia, e mentre moltiplica i riferimenti storici e religiosi, non dissimula
pi il proprio autoritarismo.
Hlne Carrre ricorda che quello sulla ricerca di una via non appiattita sulle
categorie occidentali un dibattito molto
antico in Russia: Ha diviso nellOttocento gli occidentalisti e gli slavofili, che non
erano n fascisti n degli apprendisti dittatori, ma grandissimi intellettuali. Putin
rivendica nel cammino verso la modernit
il diritto di tener conto della cultura russa, in cui la religione ha il suo posto Se
riusciamo a smettere di giudicarlo sulla
base dei nostri soli criteri conclude la
segretaria dellAcadmie franaise questo aiuter a ristabilire una solidariet e
un clima pacificato in Europa, e permetter di salvare lunit dellUcraina, cosa
indispensabile.
Nicoletta Tiliacos
PREGHIERA
di Camillo Langone
La ricomparsa di Sciascia.
Il grande scrittore siciliano tornato: era
morto, morto anche nel senso che i suoi
libri giacevano inerti sugli scaffali, mentre adesso vivo, le sue pagine si rianimano, nuovamente urgono. La prova di
resurrezione stata lelezione di Mattarella figlio e fratello, Sergio: alla campagna di beatificazione di un uomo, di una
famiglia, di una dinastia, si opposto
quasi solo un morto, per improvvisa-
Stampa la Panda
Lora dei siciliani scatta alle
direzioni. Calano i napoletani.
E Gomorra? Proprio residuale
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Lo stile del nuovo presidente della Repubblica conquista la grande stampa.
Altro che spolverare il loden di Mario Mon-
NOVE COLONNE
ti, la Panda grigia gi corre a tutto gas. Comincia il Corriere della Sera che, da par
suo, non avendo un palermitano al vertice
del giornale, per un pronto accomodo si attrezza col panino. Ed con laccoppiata tra
testate con il Giornale di Sicilia che Via
Solferino inaugura il federalismo editoriale: Sergiuzzo, pensaci tu.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Il rombo della Panda grigia galvanizza tutte le virt. Larrivo del nuovo capo
dello stato sbaraglia tutto il novero dei pretendenti alla successione di Ferruccio de
Bortoli alla guida del Corriere. Gianni &
Riotto detto Johnny giunto a Milano a bordo di una Millecento nera, comprata a suo
tempo a Butera coglie la ghiotta occasione per preparare il suo grande ritorno e
candidarsi alla direzione facendo un discorso alla redazione: Se siciliano deve essere, siciliano sia.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Antonio Polito, dato per papabile
alla guida di Via Solferino, perde quota. Lo
stesso dicasi di Pierluigi Battista, altro papabile. E cos Aldo Cazzullo troppo savoiardo, infine ma mentre Johnny, spalleggiato dal fan club di Detroit, si attiva
nella distribuzione di cassata e di cannoli
in Sala Albertini ecco il colpo di scena: sollecitato da Sebastiano Grasso, colonna portante del Corriere, a dare prova di abilit
preparando la pasta con le sarde, Johnny la
fa scotta. Ed finita per lui.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Resta comunque sbaragliato il
campo dei pretendenti perch con Sergiuzzo presidente, sol chi a Palermo s rodato
pu considerarsi degno candidato. E se alla Stampa di Torino, Mario Calabresi, il direttore, simpegna personalmente a scalpellare la statua eretta a suo tempo di Giorgio Napolitano a cavallo, proprio dal quotidiano di Torino che arriva il tanto atteso
successore di De Bortoli.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. E appunto Marcel, ossia Marcello Sorgi, il migliore dei candidati per la direzione del Corriere della Sera. Lautorevole editorialista, gi direttore del Tg1,
nonch applaudito commentatore ad
Agor, ancora una volta supera Riotto.
Preceduto dalla fama di munifico dispensatore di allegria, Sorgi ha gi fatto disporre a largo Treves, a Milano, un servizio di
distribuzione di pane, panelle, meusa, calcagnolo, musso, stigghiola e crocch e tutto quel che di meglio c della dietetica gastronomia da strada a conforto dei languorini corrieristi.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Alla Repubblica tenta di farsi largo Sebastiano Messina ma crolla di fronte
alla prova arancina. Il noto giornalista, non
solo dice arancino ma, pur forte di competenze quirinalizie, pecca dingenuit: sono gi tre giorni, infatti, che se ne va a bordo di una Panda grigia a festeggiare santAgata senza preoccuparsi di sottrarre cos
entusiasmo e devozione doverosamente destinati a santa Rosalia.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. La Panda grigia sfreccia, intanto,
sulla Cristoforo Colombo, a Roma. Bando
agli autisti e alle auto blu, il monito di
Papa Francesco. Cambio di linea editoriale anche allOsservatore Romano: Lo stile
di Sergio segna linnovazione anche nella
Chiesa. Cambia tutto anche al Messaggero di SantAntonio: Mattarella, santo subito. Cambia perfino Rolling Stone: Sergio,
oh yeah!. E cambia, infine, Dagospia: La
mummia sicula.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Non pu non mancare lappuntamento col cambiamento anche alla Repubblica. Fedeli allo stile di Sergio Mattarella, tutti i giornalisti sposano lo stile sobrio
e si riversano nella metropolitana e sugli
autobus in servizio da Piramide allEur dove poi possono fare selfie con le comitive di
suorine in transito verso la basilica di San
Paolo. Anche Ezio Mauro, il direttore, non
si sottrae alla foto ricordo con le monachelle. Roberto Saviano, invece, ci resta male.
Con Mattarella al Quirinale, Gomorra
proprio residuale.
EDITORIALI
La grida manzoniana sulla corruzione
IL FOGLIO QUOTIDIANO
UGO BERTONE
spaventa per la totale adesione anche delle estreme destre populiste e antieuropee.
Non lo soddisfa la formula Podemos e nemmeno il Yes we can di Barack Obama.
Con gli amici mena vanto per non essersi
della Corte suprema del primo fondamentale emendamento della Costituzione americana, dove garantita ai cittadini la libert di opinione e di espressione (speech)
politica. La frase di compendio secondo la
decisione McCutcheon che: Corporations are People and Money is Speech. Anche questo spiega la distanza che lo separa dalla politica.
Lultima volta che si speso per una
campagna elettorale stata per larchitetto Stefano Boeri (fratello di Tito, neo presidente dellInps), battuto alle primarie milanesi da Giuliano Pisapia, collega pi che
amico. Per Boeri giocava lamicizia con
LIBRI
Adele Boghetich
GUSTAV MAHLER
IL CANTO DELLA TERRA
Zecchini Editore, 124 pp., 15 euro
contralto che nelladdio del Lied von der
Erde chiudeva il ciclo sulla parola ripetuta ewig (eternamente), riappare subito al principio della Nona, in veste ora
strumentale, a tessere una nuova trama di
motivi; e i sospiri delle viole che ersterbend (spegnendosi) esalano lultimo soffio di vita nel pianissimo che la conclude,
si ripresentano, questa volta con una nuova forza vitale, nel tema delle viole che
apre landante della Decima sinfonia. In
questi lavori si palesa lo stile tardo di un
compositore che sente lavvicinarsi della
morte a cui guarda senza disperazione o
cinismo ma con uno sguardo drammaticamente incantato sulla vita e sulla natura. Il Canto della terra un commiato
dal mondo, la cui grandezza trova la massima espressione nelle parole del direttore dorchestra Jascha Horenstein che
poco prima di morire dice: Una delle cose pi tristi di lasciare il mondo il non
IL FOGLIO
quotidiano
e-mail: lettere@ilfoglio.it
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Oh, ma Renzi queste tasse le sta abbassando o no? Che belle le start up!
Al direttore - Il commento di Ferrara sulla vicenda greca pubblicato ieri chiarisce, meglio di
moltissime analisi, il cuore del problema: il debito si rimborsa quando leconomia cresce, ma
per fare crescere leconomia occorrono le riforme che bisogna promuovere senza indulgere alla furbizia. Per affrontare questo stretto sentiero in modo che non si finisca per cadere in un
dilemma siberiano, bisogna dare un tempo non
lungo alla Grecia per respirare e poi avviare un
cammino che dovr fare leva sulla qualit delle riforme, in una parte non irrilevante diverse
da quelle volute dalla Troika, ma non certo inefficaci. In questo quadro, la decisione della Bce
di bloccare il rifinanziamento delle banche greche con collaterale di titoli pubblici, pur legittima, inopportuna per i tempi e per i modi. Si
sarebbe potuto attendere la fine di questo mese
entro il quale si dovr decidere sulla prosecuzione o no del piano di aiuti. Invece ci si precipitati nellassunzione di una misura drastica.
I sostenitori dicono che cos si stimola e si agevola il negoziato tra la Commissione Ue e le altre istituzioni comunitarie con lesecutivo di Tsipras. Ma non si cura un ammalato impeden-
dogli una terapia transitoria che gli abbassi almeno la febbre. Cos la si aggrava. Del resto, anche il Quantitative easing avrebbe dovuto essere adottato diversi mesi fa perch lo imponeva
il mandato fissato per la Bce; era un atto, quello o unalternativa, giuridicamente cogente.
Eppure si sono attesi oltre cinque mesi per vararlo. Nel nostro caso non si potevano attendere tre settimane, evitando anche il naturale effetto-annuncio e un contributo a rafforzare la
situazione di impasse?
Angelo De Mattia
Al direttore - Renzi ha sempre dichiarato che
non aumenter le tasse, e che taglier le pensioni doro. Purtroppo devo smentirlo, gli aumenti delle tasse ci sono stati, anzi ha aggiunto anche lImu sui terreni, anche su quelli incolti, lasciandola anche sugli immobili sfitti. Per quanto concerne il taglio delle pensioni lha fatto ma
alla povera gente, ai pensionati con il minimo
che non riescono neanche ad arrivare alla seconda settimana, riducendo la pensione da 499
euro a 496 euro. Che bella coscienza!
Antonio De Iorgi
Alta Societ
Weekend a Parigi. Asta sulla Senna.
1 milione e 800 mila euro per unAlfa
Romeo 6C 2500 Sport, berlinetta del
1939, molto amata da Lui. Il compratore,
un signore di mezzet, era in camicia nera e abito scuro.
una promessa, nulla di pi. E quando qualcuno fa notare a Renzi che nei prossimi anni, anzi, sono previsti aumenti di tasse dice il vero. Nota di aggiornamento del Def:
un aumento dellIva previsto per le imposte indirette di 12,4 miliardi di euro nel
2016, di 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018. Cos, per la cronaca.
Al direttore - La nuova rubrica sulle start up
fantastica, racconta unItalia geniale, positiva, che crea, inventa, che ci rende orgogliosi di
essere italiani! Grazie, continui cos, leggo il Foglio dalla sua nascita e le modifiche che sta apportando lo rendono ancora pi interessante!
Alberto Bullani
Le start up ci fanno impazzire, perch
anche noi in un certo modo siamo una start
up. In arrivo altre sorprese. Stay tuned.
Stand up!
Al direttore - In Grecia c Tsipras, estrema sinistra. In Francia Le Pen guadagna consensi. In
Italia Salvini il politico che cresce pi nei son-
#Tweeteconomy
Twitter fa guadagni seri per la
prima volta. La formula magica
e i problemi del ceo Dick Costolo
Roma. Fino a due giorni fa, la poltrona
di Dick Costolo traballava paurosamente. Il
ceo di Twitter, il manager-squalo scelto dai
fondatori Dorsey e Williams per rendere la
compagnia profittevole, ha presentato gioved sera i risultati trimestrali, e tutti gli
analisti, nessuno escluso, scommettevano
sul fatto che sarebbero stati disastrosi. Il social network ha un problema che nessuno
nei suoi otto anni di vita riuscito a risolvere: con Twitter non si guadagna un soldo.
Fino a pochi anni fa i conti erano in lieve
perdita, quando andava bene, e in pari
quando la situazione era rosea. Nel novembre del 2013, un debutto in Borsa positivo
ma non fenomenale gi iniziava a mostrare
che gli investitori, che hanno sempre sostenuto Twitter per i suoi tassi di crescita degli utenti molto elevati, iniziavano a spazientirsi. Costolo, con una carriera stellare
alle spalle e un passato da improvvisatore
teatrale, stato assunto nel 2012 per raddrizzare questa situazione. Se non guadagna, Twitter destinato a una morte lenta.
Ci ha provato, Costolo, a raddrizzare i
conti di Twitter, ma i suoi tentativi erano
inutili. Nel 2014 anche il numero di nuovi
utenti ha iniziato a ristagnare, e le prospettive per lui si sono fatte sempre pi fosche.
Da giorni in giro si diceva che sarebbe stato defenestrato. Gioved sera, prima della
presentazione dei conti, il leak di una comunicazione interna in cui il ceo faceva
mea culpa perch Twitter non era in grado
di fermare gli abusi dei troll ha suscitato
preoccupazioni. Poi Costolo si presentato davanti a Wall Street, e Twitter salito di
oltre il 10 per cento in Borsa.
Il ristagno dei nuovi utenti era atteso, e
ha deluso le gi basse aspettative. Twitter
oggi ha 288 milioni di utenti attivi, appena
4 milioni in pi dello scorso trimestre: i
mercati si aspettavano che sarebbero stati 291. Ma nonostante questo, o forse proprio perch il numero degli utenti rimasto grossomodo lo stesso, il dato successivo
stato sorprendente: per la prima volta
Twitter riuscito a fare dei guadagni sostanziosi. Le entrate sono quasi raddoppiate in un anno, da 243 milioni di dollari a
479 (un aumento del 97 per cento, ben pi
delle aspettative di 453 milioni), e tenendo
conto delle perdite (120 milioni di dollari)
e delle spese, il guadagno netto della compagnia nellultimo trimestre di di 79 milioni di dollari. Non tanto davanti alle
montagne di dollari su cui seduta Apple,
ma se si pensa che un anno fa i guadagni
ammontavano a 10 milioni, e che pi o meno con lo stesso numero di utenti questanno Twitter riuscito a moltiplicarli di quasi otto volte, evidente che qualcosa sta
cambiando davvero.
Il numero che fa brillare gli occhi di
Costolo, segnalato da Quartz, il valore
crescente delle inserzioni pubblicitarie,
la quasi esclusiva fonte di guadagno della compagnia. Oggi uninserzione su Twitter vale poco meno di 2,5 dollari ogni mille visualizzazioni, lanno scorso i dollari
erano inferiori a 1,5, e questo significa
che alla fine, a forza di piccoli aggiustamenti incrementali, Costolo sta trovando
il modo per trasformare le potenzialit di
Twitter in una macchina per produrre
guadagni.
La formula magica fatta di mille aggiustamenti, piccoli ma decisivi. Lultimo, di
questa settimana, un accordo con Google
per rendere i tweet ricercabili pi facilmente. Twitter uno dei social network che
sperimentano di pi, e le possibilit del sistema, amato da molti utenti per la sua essenzialit, aumentano di mese in mese.
Twitter ormai un social in cui le foto hanno unimportanza fondamentale, in cui da
poco tempo possibile creare video direttamente dalla app, e fare conversazioni
multiple private come in chat. Twitter sta
cercando di diventare una piattaforma musicale, un sistema di pagamento rapido,
una app di messaggistica istantanea. Sono
tentativi di rendere il servizio profittevole,
e i dati mostrano che la formula della sperimentazione sta funzionando. Ma anche
tentativi per attirare nuovi utenti, perch il
numero di quelli storici non cresce pi. E
il problema, forse ancora peggiore degli
scarsi guadagni, che ossessioner i prossimi mesi di Costolo.
INNAMORATO FISSO
di Maurizio Milani
IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco
Il curioso siparietto tra il ministro per le Riforme istituzionali, Maria
Elena Boschi, e quello della Giustizia,
Andrea Orlando, allinaugurazione dellAnno giudiziario, vezzoso assai perch non rivela solo il gioco di complicit
intorno a un sms nel video si nota il
dettaglio di lui che mostra un qualcosa
del proprio telefono a lei ma un tic, un
cedimento allirrefrenabile volutt del
goderselo tutto il momento. Sono a Palazzo Spada ed , per loro, come ritrovarsi a fare Quattro matrimoni e un funerale. Hanno laria tipica degli imbucati. Una scena, prima o poi, la indovineranno.
IL FOGLIO QUOTIDIANO
culti di Iside, di Mitra. Oggi, oltre a unidentica pratica dellaccumulo dimensione base del nostro modo di fare esperienze, anche interiori vige il concetto della
piena reversibilit delle scelte. Si pu convertirsi ma anche no, tornare a non credere o fare altro. Dunque, come si diventa,
come si potrebbe (ri)diventare cristiani?
E stata soprattutto lattrattiva della bellezza, e lo spettacolo della santit, spiega
Bardy. Ad esempio c il caso di un certo
Arnobio, un retore avanti negli anni e che
resta in una ignoranza quasi assoluta dei
dogmi cristiani. Eppure d testimonianza
della sua conversione, non insulto pi il
nome di Dio e rendo a ciascuno ci che gli
dovuto. Bardy nota che Arnobio stato condotto al cristianesimo anche per lo
spettacolo dei costumi dei cristiani. Ne
d conto in molte pagine, con splendida
erudizione. Ma non sarebbe lo studioso
che , Bardy, se non riconoscesse che soprattutto dopo la pace con la chiesa il cristianesimo invaso da una folla di gente
che si converte sotto i pretesti pi inconfessabili, e la chiesa si riempie di peccatori di ogni sorta. Cos come, altrove nel volume, nota che talmente numerose dovettero essere le conversioni operate dallesempio dei martiri che finirono per diventare un luogo comune della letteratura
agiografica, e molte di siffatte narrazioni non meritano alcun credito. Eppure,
scrive: Ma se la leggenda si potuta sviluppare in questa maniera, la storia ci assicura che fatti analoghi sono realmente
accaduti e nelle circostanze pi diverse.
Soprattutto, c il martirio. Tra tutte le
virt praticate dai cristiani, quella che colpisce, e a ragione, maggiormente i pagani
e li guadagna pi immediatamente alla religione del vangelo la fermezza davanti
alla morte e la costanza con la quale sopportano i supplizi pi crudeli. Cose che
ovviamente scandalizzano intellettuali di
La grande persecuzione di
Lione. Il resto dei nostri si
rafforz. Per la misericordia di Dio
molti rinnegati si convertirono
no di Charlie Hebdo, il ground zero dellEuropa. Grado zero per la sua cultura
malata, terminale, desiderante e furiosa. E
insieme minaccia alloccidente e al non
troppo che resta del cristianesimo europeo. Un funerale di terza classe, per due.
Houellebecq narra di un professore della
Sorbona che cerca di sottrarsi alla guerra
civile fra le strade di Parigi, mentre il
mondo lussureggiante di passioni cui
abituato, col suo libertinaggio vuoi cerebrale vuoi sessuale e triste come un limone gi adoperato, sta raschiando il fondo
di una civilt che da secoli ha evacuato il
cristianesimo. Cos che non rimane che
sottomettersi allislam. Resa tragica, forse
pi che altro grottesca. Del resto Luis
Buuel, ateo per grazia di Dio, i pellegrini della sua Via Lattea diretti a Santiago di
Compostela li faceva partire proprio da
Parigi, da dove se no?, in un interminabile viaggio burlesco-teologico. Anche il personaggio di Houellebecq a un certo punto
parte per il santuario della Madonna nera
di Rocamadour in cerca di fede. Invano.
Ci sono i massacri, c la trionfante cultura gender, ormai ideologia unica del pianeta come nemmeno la globalizzazione lo
fu, che travolge quel poco di lascito antropologico del giudaismo-cristianesimo. Ci
sono i cristiani sempre pi derisi, sempre
pi zittiti. Nel graffito cosiddetto di Alexamenos, scarabocchiato sulle pareti di una
scuola vicina al palazzo imperiale sul Palatino da un writer del II o del III secolo,
si vede un ragazzo che venera un crocifisso con la testa di asino. In caratteri greci
sono graffiate parole di scherno: Alexamenos sebete theon, Alexamenos adora
Dio, indirizzate probabilmente a un alunno cristiano. Le Femen di oggi hanno tette ma meno ironia. La libert religiosa
per conculcata, forse davvero in misura
superiore alle persecuzioni del passato secolo breve. Quanto durer, ancora, il cristianesimo stretto tra persecuzioni esterne
ed erosioni interne?
Guido Ceronetti la scorsa estate, su Repubblica, si lasci fulminare da un aforisma di Emil Cioran: Il cristianesimo
morto quando ha cessato di essere mostruoso. Molti pensatori atei o agnostici,
presentendo con acume la sperdutezza dei
tempi, guardano alla fine del cristianesimo (occidentale) come a un presagio infausto. Per Ceronetti tutte le fedi monoteiste
sono risucchiate dal Buco Nero. Per lui
la mostruosit cristiana, in fondo ci che
ne giustificava lesistenza, in declino da
quando sono cessati gli autodaf e i pro-
buon senso e uomini di mondo come Epitteto o Marco Aurelio, ma non la massa che
si lascia semplicemente conquistare. Tertulliano scrive nellApologetico: Chi dunque, di fronte allo spettacolo dato da tanti
martiri, non si sente scosso e non cerca ci
che al fondo di questo mistero?. E probabile che Tertulliano pensi alla sua conversione e ai motivi che lhanno ispirata.
Ignazio di Antiochia scrive: Pregate continuamente per gli altri uomini, perch si
pu sperare di vederli arrivare a Dio mediante la penitenza. Date a loro almeno la
lezione dei vostri esempi: alla loro collera
opponete la dolcezza, alla loro iattanza lamabilit, alle loro bestemmie la preghiera,
ai loro errori la fermezza nella fede; al loro carattere selvaggio lumanit, senza mai
cercare di rendere il male che vi fanno. E
dunque questo spettacolo che maggiormente conquista, pi ancora della vista dei miracoli compiuti dai cristiani.
Persino lapostasia, durante i cicli delle
persecuzioni, pu miracolosamente trasformarsi in testimonianza. E il caso della grande persecuzione a Lione nel 177 d.
C., di cui d conto Eusebio: Abbassavano
gli occhi, erano abbattuti, costernati e ripieni di una totale confusione; i pagani li
insultavano, li trattavano da vili. Ma il
resto dei nostri, vedendo questo, si
rafforz. Per la misericordia di Dio molti
rinnegati si convertirono e, fra di essi, una
cristiana di nome Biblis. Il Cristo fu allora magnificamente glorificato da coloro
che lavevano rinnegato in un primo tempo: contro lattesa dei pagani, essi gli resero testimonianza. Cos, scrive Bardy, fu
possibile la rottura e il rinnegamento di
ci che si era in precedenza. Il battesimo
per immersione, questacqua distrugge
una vita e ne suscita unaltra, annega luomo vecchio e fa risorgere il nuovo, comera di regola nellantichit cristiana, rendeva evidente negli adulti, limmagine di tale annegamento delluomo vecchio.
Oggi che il cristianesimo come ambiente culturale, almeno in Europa, finito, nel
cielo vuoto e nello spazio pubblico fattosi
neutro o peggio ostile, utile riscoprire come andarono le cose, come avvenne il non
preventivabile miracolo della conversione
di un intero mondo (senza la minaccia della scimitarra e la pratica della sottomissione). Il grande racconto di Bardy lascia intuire una semplice, e non presuntuosa risposta. La conversione al cristianesimo nei
nostri (ultimi?) secoli, potr avvenire solo
come avvenuta per i nuovi cristiani dei
primi secoli.
di Maurizio Crippa
Per Ceronetti tutte le fedi monoteiste sono risucchiate dal Buco Nero. E del 1947 La conversione al cristianesimo nei primi secoli di Gustave Bardy, grande studioso francese di patrologia
cessi delle streghe. E da quando il Papa
sceso dalla sedia gestatoria e si messo
a fare viaggi trionfali. Anche il Concilio
andr visto come una cessazione del carattere mostruoso della chiesa che avr
impresso unaccelerazione al processo
mortale del cristianesimo in ambito cattolico. Domande. In cui senti il fragore delle ondate tra cui il Titanic-Cristianesimo,
protestante o cattolico, sta colando a picco. In Roma senza Papa, Guido Morselli
aveva gi scritto tutto. Si pu ancora diventare cristiani, in un mondo cos? E la domanda che anche tanti credenti, soprattutto quelli refrattari allottimismo della modernizzazione, si fanno. Con le risposte pi
diverse. Fatte anche di pubbliche preghiere, di difesa di certe forme liturgiche o ec-
sono messo al corrente di molte arti e invenzioni. () Dopo aver inoltre partecipato ai misteri e fatto la prova di culti diversi, mi chiedevo come potevo scoprire la verit. Mentre meditavo cercando il bene, mi
accadde di incontrare gli scritti dei barbari, pi antichi delle dottrine dei greci, di
ispirazione troppo manifestamente divina.
Mi accadde di credere in essi a causa della semplicit dello stile, della naturalezza
delle narrazioni, dellintelligenza chiara
che danno. () La mia anima si mise cos
alla scuola di Dio. Agostino di Ippona, che
forse non ne aveva fatte tante come Houellebecq, ma insomma, confessa: Ripetevano: verit, verit, ne facevano un gran parlare ed essa non era mai in essi. Dicevano
il falso non su di te soltanto, che sei davvero la verit, ma anche sugli elementi di
questo mondo. Verit, verit, come gi allora dal pi profondo della mia anima sospiravo per te.
C un bellissimo vecchio libro di Gustave Bardy, uno dei pi grandi studiosi francesi di patrologia del secolo scorso, pubblicato nel 1947, quasi il compendio di una vita di studioso e credente (morir nel 1955).
In Italia famoso soprattutto perch proposto e riproposto a intere generazioni da
don Luigi Giussani ( ininterrottamente
nel catalogo di Jaca Book dal 1975). Si intitola La conversione al cristianesimo nei primi secoli. Riletto oggi, come si rileggono i
classici, un percorso rigoroso e pieno di
sorprese per comprendere quali furono i
motivi che resero affascinante il cristianesimo fin dal suo primo apparire, in un
mondo mica tanto pi accogliente di quello di oggi. I motivi che causarono quel fenomeno pressoch unico nella storia umana di una religione che si diffusa in gran
parte del mondo di allora (i confini dellimpero e oltre) con una rapidit e una
pluralit di forme unica e strabiliante. Eppure anche gli uomini di allora erano bestiali come sempre, carnali, egoisti come
sempre, interessati e ottusi come sempre
lo furono prima, per lasciarlo dire a Eliot.
Eppure, scrive Bardy, il mondo greco-romano non si convertito a nessuna delle
religioni orientali che, a turno o simultaneamente, hanno sollecitato la sua adesione; non si convertito alla filosofia, malgrado la predicazione e gli esempi degli
stoici e dei cinici; non si convertito al giudaismo, nonostante la propaganda della
legge mosaica; ma si convertito al cristianesimo. Anzi: E stato senza dubbio scritto che, se il mondo non fosse diventato cristiano, sarebbe diventato mitriaco. A dire
il vero noi non ne sappiamo niente e soprattutto resta il fatto che non divenuto
mitriaco, mentre divenuto cristiano e lo
rimasto per secoli. Com potuto accadere che nel giro di pochi secoli, decenni, un
mondo refrattario come e pi del nostro
abbia cambiato di segno? Abbracciando
una religione che non si imponeva n per
sapienza (Paolo allAreopago, col suo gran
discorso da retore, fu rimbalzato con risate scettiche: Su questo ti sentiremo unaltra volta), n per foga di tagliare la testa
ai nemici, ma anzi per il contrario?
Colpiscono, nel libro di Bardy, gli spunti che avvicinano il mondo pagano di duemila anni fa al nostro presente. Ad esempio il desiderio di verit che pervade tutta la cultura antica in quel grande meltin
pot culturale che limpero. Linsoddisfazione, il peso avvertito di un destino immodificabile, delle colpe che nessun sacrificio pu purificare. Gli di pagani, la filosofia, lo stesso giudaismo, non riuscirono
a rispondere del tutto. Infatti sarebbe impossibile far bene qualsiasi cosa interessa
agli uomini se non la si rapporta alle cose
IL FOGLIO QUOTIDIANO
di Giulio Meotti
Cartolina dal Belgio: un minareto. A due passi dalle sedi dellUnione europea, gli imam predicano contro la capitale degli infedeli
in Europa occidentale (la media mondiale di 14,5 per 100 mila abitanti). Il suicidio la prima causa di mortalit tra i belgi che hanno tra i 25 e i 44 anni e la seconda causa, dopo gli incidenti automobilistici, fra quanti ne hanno tra i 15 e i 24. Una
giovent bella ma malata. I giovani belgi,
afferma con desolazione il quotidiano Libre Belgique, soffrono la vita .
Secondo uno studio, compilato dai professori Moens, Haenen e Van de Voorde
sulla base di dati forniti dallOrganizzazione mondiale della sanit, il numero dei
suicidi fra i giovani aumentato dell81
per cento rispetto a dieci anni fa. E sono
ancora troppi, affermano gli studiosi di
Lovanio, quelli che vengono spiegati in al-
strano ogni anno, e se considerassimo anche la legge sulleutanasia, con altre sei
morti al giorno. In Belgio nato anche il
primo supermercato della morte. A Flmalle, una cittadina poco lontano da Liegi. Le lapidi? In quarta fila. Le corone? In
fondo a destra. Le bare? A sinistra.
Un paese dominato dal nichilismo, dove
lislam gi oggi la prima religione del
paese. Nelle scuole di Bruxelles linsegnamento della religione musulmana ha superato per numero di studenti quello della religione cattolica. Lo dice il Centro di
ricerca e informazione sociopolitica: secondo lindagine, fra i ragazzi degli istituti primari, nellora di religione per scelta
delle famiglie il 43 per cento studia lislam
Muriel Degauque, la prima kamikaze europea in Iraq. Era una cattolica belga
IL FOGLIO QUOTIDIANO
di Marianna Rizzini
Anita Ekberg nel film Le tentazioni del dottor Antonio sulla scalinata del Palazzo della Civilt dellEur, anche detto Colosseo quadrato, diventato ora quartier generale Fendi
animeranno fino alla resurrezione targata
Fendi).
Lascensore intanto sbarca al piano gi
operativo della nuova ra Fendi: i creativi sono arrivati tre giorni fa, Silvia Venturini Fendi compresa, e Karl Lagerfeld, che
presto far capolino nellufficio trasparente che sembra quasi sopraelevato, tanto si
affaccia sul panorama, ha scritto di suo pugno, su carta intestata, una lettera a Beccari: Caro Pietro, voglio essere il primo a
contattarti a questo indirizzo (e a quel punto non ci si pu esimere dal chiedere che
Lascensore-rampa di lancio,
la terrazza che come una
London Eye a Roma, lufficio
dove arriver Karl Lagerfeld
cosa succede quando arriva Lagerfeld a Roma, com la dinamica: si apprende che Lagerfeld, con il suo aereo privato, viene in
giornata, parla con tutti, collabora con tutti, gentilissimo oltrech coltissimo, si
siede alla sua scrivania, ascolta chi ha da
dire qualcosa, lavora, saluta, poi gentilmente com arrivato se ne va fino alla volta
successiva). Ma oggi Lagerfeld non c e la
luce, nonostante il temporale imminente,
inonda lopen space circolare (trasparente
anche quello). Le scrivanie vicine alle vetrate sembrano protese su Roma e sulloltre-Roma che va dai monti al litorale. Il legame di Fendi con Roma lo sentiamo ancora di pi, qui, dice Beccari, che racconta
lincredibile caso della telefonata seria, ma
presa per uno scherzo telefonico da un
funzionario comunale rassegnato al peggio,
con cui un giorno Beccari comunic alle
istituzioni preposte lintenzione di Fendi di
sostenere il restauro della Fontana di Trevi con due milioni e mezzo circa di euro.
Non scherzavano, come si pu leggere sul
sito della maison: Nel 2013 Fendi ha scritto un nuovo capitolo della sua straordinaria
storia, consolidando ulteriormente la sua
relazione con Roma. Fendi for Fountains
un ambizioso progetto di mecenatismo culturale volto a far rivivere l'originario splendore delle pi importanti fontane di Roma:
la celeberrima Fontana di Trevi e il complesso delle Quattro Fontane. Un tributo di
Fendi alla bellezza, allarte, alla storia e alla cultura italiana.
Si cammina, si cammina molto, al piano
dei creativi, su pavimenti anche sopraelevati verso il mezzanino appoggiato su pannelli mobili e a scomparsa, decorati con intarsi che ricordano il mestiere dorigine
della maison (per esempio le pellicce), dice larchitetto mentre sui tavoli e nelle
teche spuntano occhiali, borse, scampoli di pelle colorata, proprio accanto
alle sale riunioni,
cubi trasparenti pure quelli. E la filosofia aziendale, la
trasparenza dice
Beccari (e il cronista abituato a sentir
nominare la trasparenza in ambito politico, brandita
quasi quasi come
minaccia dalle armate indignados
sul web, per un attimo sobbalza: che
persino nella moda
sia in agguato lanticasta? Trattasi invece di significato letterale: trasparente
nel senso del non
nascondersi alla vista con piano terra aperto al pubblico, appunto).
Che poi, essendo
Fendi parte del
polo del lusso
Lvmh, ci si aspettava di veder comparire un presidente- Pietro Beccari, presidente
amministratore delegato da polo del lusso: volto imperscrutabile, capelli brizzolati, orologi di peso, abiti da regata o, dinverno, da chalet dove bere lamaro giusto,
giacche non formali ma neppure informali. Invece, al piano-creativi, arriva il non
ancora cinquantenne e informalissimo
Beccari, che per storia e apparenza contraddice il topos del manager da settorelusso. Calciatore mancato, come si detto, diplomato al liceo classico e laureato
in Economia, Beccari ha il cursus un po
americano di colui che parte dal basso e
arriva in alto, ma
neppure in quello
si ritrova: Beh,
sar stato anche in
origine un manager contadino, dice, ma c di peggio come gavetta.
La storia questa:
Beccari,
proveniente dallo stesso
villaggio del parmense, cos lo
chiama, della moglie Elisabetta (sono insieme da
trentanni e hanno
tre figlie), non aveva
inizialmente
escluso la possibilit di intraprendere davvero la carriera calcistica. S,
il carico era pesante
(allenamentistudio-pranzo-studio-allenamenticena-studio:
in
questo ordine tutti
i giorni, e sempre
con sveglie antelucane). E s, toccava
andare spesso in
ritiro, con la serie
C allorizzonte. Ma
il dubbio persistee ad di Fendi
va: far questo nel-
la vita? Aiut a scioglierlo un Arrigo Sacchi fin troppo sincero. Gli disse: Ti dico la
verit, Beccari, non che io ti veda tanto,
in futuro, come calciatore professionista.
Glielo disse un giorno, alla fine della stagione 1984/1985. Pietro era il capitano della primavera del Parma, ruolo terzino sinistro. Aveva diciannove anni, giocava con
Nicola Berti e Stefano Pioli, attuale allenatore della Lazio, era stato convocato in
prima squadra qualche volta, in panchina,
in serie B, senza mai giocare. Poi arriv il
discorso di Sacchi. Beccari rimase un po
IL FOGLIO QUOTIDIANO
per gran parte del secolo XIX. [Quelle abitudini formavano] una classe dirigente che
lasci tracce profonde di onest, di capacit, di parsimonia, di devozione al dovere
nella vita politica ed amministrativa del
Piemonte che fece lItalia. [] Luomo, la famiglia non si concepivano sradicati dalla
terra, dalla casa, dal comune; e sono questi
sentimenti che partoriscono anche lattaccamento e la devozione alla patria e lo spirito di sacrificio, in cui soltanto germogliano gli Stati saldi (1922. Nel 1883, fu iscritto al ginnasio nel R. Collegio delle Scuole
Pie di Savona. Nel 1888 fin brillantemente
gli studi ginnasiali e, grazie anche allaiuto
dello zio, frequent Torino nel Liceo-ginnasio Cavour. Nel 1891 si iscrisse a Giurisprudenza allUniversit di Torino. Segu le
lezioni di Cognetti de Martiis, ordinario di
Economia politica, ispirate al metodo positivo. Questi, nel novembre 1893, fond il Laboratorio di economia politica ed Einaudi
vi present la prima ricerca su La distribuzione della propriet fondiaria a Dogliani. Nel Laboratorio discusse con Luigi Albertini, poi direttore del Corriere della Sera, Pasquale Jannaccone e Giuseppe Prato,
economisti; Gioele Solari, poi celebre filosofo del diritto e Giovanni Vailati (filosofo
e matematico pragmatista), ai quali si legava di una profonda amicizia. Si laure a pieni voti nel luglio del 1895 con una tesi su
La crisi agraria nellInghilterra (relatore
Cognetti de Martiis), pubblicata nel Giornale degli Economisti. Nel 1898 consegu la libera docenza in Economia politica allUniversit di Torino. Nel 1899 fu nominato professore di Economia politica, Scienza delle
finanze e Statistica. Insegn allIstituto Tecnico F.A. Bonelli di Cuneo, poi, nel 1902,
allIstituto Tecnico G. Sommeiller di Torino. Nel 1902 vinse il concorso per la cattedra di Scienza delle finanze e Diritto finanziario allUniversit di Pisa ed chiamato a
quella della Facolt di giurisprudenza di
Torino, sua sede definitiva. Dal 1904 tenne
anche un insegnamento presso lUniversit
Bocconi.
Nel 1903 spos Ida Pellegrini, diciottenne, figlia di un nobiluomo veronese. Dal
matrimonio nacquero i figli Mario (1904),
Roberto (1906) e Giulio (1912). La famiglia si
divise tra Torino e Dogliani, dove Einaudi
aveva acquistato la cascina di S. Giacomo
che estese e miglior negli anni. Nel 1893
inizi una collaborazione con la Critica Sociale di Turati, durata sino al 1902. Nel 1896
con la Stampa, diretta da Luigi Roux e fra
laltro pubblic reportages sugli scioperi
nel Biellese (1897) e nel porto di Genova
(1900, 1901). Il sindacato aziendale una legittima espressione dellautonomia e della
libert di associazione dei lavoratori, anche in vista di una maggiore concorrenza
tra questi e fra i datori di lavoro. Nel 1903
pass al Corriere della Sera di Luigi Albertini ove condivise la battaglia contro i metodi di governo di Giovanni Giolitti. La collaborazione al Corriere dur fino al 1925.
Nel 1908 inizi la collaborazione con lEconomist, in qualit di Italian Correspondent, che dur fino al 1940. Nel 1900 divent redattore de La Riforma sociale (diretta da Francesco Saverio Nitti), poi condirettore dal dicembre 1902 e, infine, direttore unico nel 1908. () Sotto la sua guida
la Riforma sociale apprezz maggiormente leconomia classica e, pur non trascurando i problemi di riforme nella distribuzione della ricchezza, prese a insistere maggiormente sui problemi di convenienza
nella produzione e di lotta contro le tante
specie di protezioni, di vincoli e di monopoli. Nel gennaio 1911, tracciando le linee
di Francesco Forte
e Paolo Silvestri
Da Montecitorio al Quirinale con Andreotti: il 12 maggio 1948, Luigi Einaudi ha appena giurato come presidente della Repubblica
LIBERALQUIRINALE
Primati nellaccademia, editoriali sul Corriere e poi battaglie
liberiste in Costituente. Solo allora Einaudi sal sul Colle. Un unicum
programmatiche della rivista, sostenne che
essa avrebbe dovuto schierarsi contro due
degenerazioni del capitalismo e del movimento operaio. Indicando come il movimento operaio stesse regredendo verso un
medievalismo corporativistico, concluse
sostenendo che la pi urgente riforma, socialmente davvero utile, che si possa oggi
compiere, in Italia e altrove, di farla finita con lalleanza fra gli elementi peggiori
dei capitalisti e degli operai, per dissanguare il paese a loro particolare e non duraturo beneficio. Altres emblematica, a
questo riguardo, rimase la polemica contro
quelli che defin i trivellatori del bilancio
statale, che arraffavano ingiustamente il
reddito dei connazionali. Scrisse la sua
prima monografia, Un Principe mercante. Studio sulla espansione coloniale italiana (1900), dedicato allopera di quegli
italiani che erano venuti su a forza di lavoro e di coraggio, da umili braccianti, a
posizioni economiche ragguardevoli, in
realt rivolto a illustrare le vicende di una
Liberalismo in voci
Il mercato meccanismo
delicatissimo e i rivoluzionari
bambini. Dalla Banca dItalia
avvi il miracolo economico
Uno snodo particolare della riflessione
politica ed economica di E. lopera di
grande respiro La condotta economica e
gli effetti sociali della guerra italiana
(1933), in cui E., se per un verso sintetizzava le cause della disgregazione sociale, dallaltro tracciava le linee programmatiche
per la ricostruzione della futura societ liberale. Einaudi precisava unaltra declinazione del suo buon governo, qui inteso sia
come governo o costituzione mista, sia come governo dei buoni governanti, che non
era da intendersi necessariamente in contrapposizione al pur importante governo
della legge o rule of law. () La riflessione
einaudiana sulla classe politica si arricchiva negli anni successivi attraverso la critica alle teorie sociologico-politiche delllite e della legittimit del potere di Pareto e
Mosca, introducendo la distinzione tra classe politica in senso generico ed lite nel
senso proprio del termine, vale a dire, tra
la classe che governa in vista del proprio
tornaconto, e la sanior o melior pars
che governa in vista del bene comune, e si
identifica tendenzialmente con i valori
condivisi dalla major pars. () Nel dibattito con Croce, sviluppatosi tra il 1927 e il
1945 sulla questione del rapporto tra liberalismo e liberismo, Einaudi daccordo
con Croce sullidea che il liberismo, se inteso come policy o laissez-faire, non un
principio universale ma solo una regola pratica. Se tuttavia il liberismo inte-
IL FOGLIO QUOTIDIANO
imenticate Yanis Varoufakis, il terminator greco, e Thomas Piketty, il professorino francese. Il loro successo mediatico non che lepifenomeno di un terremoto ideologico che sposta a sinistra la
crme de la crme della finanza. Protagonisti di questa pi che mai misteriosa eterogenesi dei fini si chiamano Lazard, Rothschild, Rockefeller. Scusate se poco. E
anche lItalia, nel suo piccolo, ha cominciato a cavalcare la nouvelle vague.
Che cosa sta succedendo? I capitalisti si
tingono di rosso per salvare il capitalismo
da se stesso, al contrario di quel che voleva Luigi Zingales in un suo aureo libretto
intitolato Salvare il capitalismo dai capitalisti? E se invece i capitalisti salvassero
la sinistra dalla consunzione storica? La
mutazione passa soprattutto attraverso la
stampa, primo predellino verso la politica.
Poi arriva lautodaf, un profondo ripensamento culturale e forse, chiss, un cambio
di paradigma. Ma anzich avventurarci in
filosofemi, facciamo il mestiere imparato
da giovani, raccontiamo delle storie.
Ha fatto titolo sui giornali la notizia che
Alexis Tsipras ha scelto come consulente
per ristrutturare il debito greco la banca
daffari Lazard, emblema dellaristocrazia
finanziaria, per decenni stampella internazionale della Mediobanca di Enrico
Cuccia. In realt, loperazione si deve al
numero uno operativo della banca, il direttore generale delegato. Si tratta di
Matthieu Pigasse, che anche proprietario
della bibbia del rock francese, il magazine Les Inrockuptibles, nonch azionista
numero uno del Monde insieme a Pierre
Berg, gi compagno di Yves Saint Lau-
no solo aggiungere unaltra tacca alla pistola entrando nei santuari della cultura
di massa e dellinformazione, e si comprano giornali, tv, studi cinematografici, senza
guardare troppo al loro colore. Comunque
la si voglia mettere, un gran calderone
mondiale nel quale ribolle anche la zuppetta italiana.
I padroni con il portafoglio a destra e il
cuore a sinistra non mancano. Nemmeno
quelli che hanno usato la sinistra come un
taxi per entrare nella stanza dei bottoni.
Ma questa volta il fenomeno diverso. Nella generazione post sessantottina, ci sono
uomini di sinistra che fanno i finanzieri e
finanzieri che sterzano a sinistra. Alla prima categoria appartiene Davide Serra, nella seconda possiamo mettere Matteo Arpe.
Con il suo fondo speculativo Algebris domiciliato a Londra, Serra ha cominciato
anni fa a scuotere la foresta della grande
finanza. Nel 2007 ha innescato la scalata alla Abn Amro, banca olandese protagonista
anche in Italia, tra Banca di Roma, Antonveneta e Monte dei Paschi di Siena; poi ha
messo alla frusta le Assicurazioni Generali e Mediobanca; infine ha attraversato la
grande crisi con labilit di un vecchio lupo di mare. Si sempre dichiarato apertamente di sinistra, vicino al Pd; pi di un
compagno di strada perch ha sostenuto
platealmente Matteo Renzi fin dalle primarie perdute del 2012. Serra diventa allora la bestia nera della sinistra radicale
che, ben prima di considerarlo il figlioccio
di Berlusconi, accusa Renzi di essere un
agente della spectre finanziaria internazionale. Il dottor No, tanto per continuare
nella metafora da 007 proprio lui, quel
bocconiano che, da ex giocatore di pallavolo, sa bene come alzare e poi schiacciare la
palla. Finora, Serra si tenuto lontano da
giornali e tv, anche se alcuni gi sospettano che possa giocare un ruolo nel gran risiko che si prepara dal cambio alla direzione del Corriere della Sera per finire con il
nuovo assetto della Rai annunciato per
lautunno. La prudenza lo ha spinto a non
di Stefano Cingolani
A prima vista, una merce sembra una
cosa triviale, ovvia. Dalla sua analisi risulta che una cosa imbrogliatissima, piena
di sottigliezza metafisica e di capricci teologici (Karl Marx, Il capitale).
I capitalisti si tingono di rosso per salvare il capitalismo da se stesso, o stanno salvando la sinistra dalla consunzione storica?
priata. Dura poco, ma provoca uno choc in
Francia, paese che pure ha costruito la sua
storia moderna a forza di rotture violente.
Baron Guy fugge a Londra con un proclama
apocalittico: Della casa Rothschild resteranno solo pochi resti, forse niente. Ebrei
sotto Ptain, paria sotto Mitterrand, ne ho
abbastanza. In realt, il radicalismo di
sinistra a crollare molto prima e la famiglia
riprende i suoi affari anche a Parigi. Tanto che, cinque anni dopo, la rinata maison
Rothschild diventa consulente del governo
per la privatizzazione della banca Paribas.
Come il padre Guy, anche Edouard si sentito un esule nel profondo dellanimo, sempre pi estraneo alla madrepatria, tanto
che lo scorso anno emigrato in Israele.
Un clamoroso gesto contro lantisemitismo
che si diffonde sul suolo francese e in Eu-
IL FOGLIO QUOTIDIANO
di Michele Masneri
DA PIKETTY
A PHIGHETTY,
LEVOLUZIONE
DEGLI
ECONOMISTI
ORMONALI
Pi di cantautori efebici e calciatori coatti, i nuovi sex
symbol sono loro. Possibilmente palestrati e con impermeabili
sadomaso (bene anche la giacca, purch stazzonata)
Francesi sulla cresta dellonda: Thomas Piketty, autore delle 950 pagine del Capitale nel XXI secolo, e Matthieu Pigasse, capo di Lazard, consulente di Atene per la rinegoziazione del debito
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Il cancelliere dello Scacchiere Osborne con il ministro delle Finanze greco Varoufakis. Era forse dalla visita del Mahatma Gandhi che non si vedevano tenute cos fantasiose a Downing Street
I fichi, tutti neokeynesiani. Ormone e libero mercato non vanno mai molto
daccordo. Forse leconomia la prosecuzione del liceo con altri mezzi
numentale biografia in tre volumi che lord
Robert Skidelsky ha dedicato al grande
economista britannico (Macmillan, Londra) si scopre un Keynes non solo riserva
del Regno ma anche e soprattutto iperattivo piacione. Altro che nel lungo periodo siamo tutti morti: qui, una vita molto
articolata, senza bisogno di cappottoni di
pelle, ma assai divertente: la mattina, dal
letto della famosa stanza di Bloomsbury
affrescata da Duncan Grant, suo amante
storico, con figure di giovinetti danzanti,
prima di andare in ufficio al glorioso India Office, la lettura dei giornali economici, e molte telefonate ai suoi broker
sparsi per il mondo, investendo per s e
per gli amici artisti che campavano grazie
alle sue speculazioni. Poi si vestiva, bombetta e marsina, e andava a compiere il
suo dovere di civil servant. La sera, a cena con Henry James. Nel 1925 sposer la
ballerina Lydia Lopokova, giunta a Londra al seguito di Diaghilev, gi amante di
Stravinsky; con un matrimonio molto
osteggiato dai bloomsburiani gelosi e sospettosi della redenzione etero di Maynard (commento di E. M. Forster: Quanto
labbiamo sottovalutata, la ballerina). Tra
opere fondamentali (Le conseguenze economiche della pace, 1919), in cui si era
molto opposto alle riparazioni imposte alla Germania e aveva insistito per lannullamento del debito tedesco, senza successo, e inutili salvataggi dai ripetuti tentativi di suicidio dellamica Virginia Woolf,
Keynes fu non solo un esteta per nulla
pauperista, ma anche il solo economista
che si conosca ad aver fatto i soldi, per s
e per gli altri: il suo capitale pass dalle
317 sterline del 1905 alle 16 mila del 1919.
Per Skidelsky, era un uomo brutto che
amava la bellezza. E non si sa cosa si attenda per fare subito un bel biopic, forse
pi interessante di quelli su geni e spie, re
e regine e primi ministri disfunzionali e
con la balbuzie.
Per economisti timidi che non hanno
mai inviti il sabato sera dovrebbero anche
ristudiare Karl Marx: in Love and Capital. Karl and Jenny Marx and the Birth of
a Revolution, una nuova biografia della
giornalista Mary Gabriel (Little, Brown &
ma le ragazze sono attratte dal mio cervello. Sono una rockstar tra nerd e sfigati.
E uno studente italiano che ha avuto la
ventura di capitare a uno di questi party
nellattico a Financial District, tre piani
con vista pazzesca, mostra ancora oggi le
foto sulliPhone, con scorci di signorine
molto scosciate e arredi aspirazionali e
narra di maggiordomi frizzanti e consumi
molto vistosi, altro che Veblen (e per risvolti tristi: la fidanzata dello studente, a
Milano, avvertita
della serata a casa
del celebre economista, conoscendone la fama, allincolpevole ed
entusiasta sto a
casa di Roubini!,
rispose con un
porco! e un ma
sei
andato
a
troie!; di qui la fine di un rapporto
transatlantico forse gi doomed, predestinato).
Seriet, seriet. Ci
vuole seriet. In
Italia, sbaglierebbe per chi credesse che tutti gli
economisti sono
come il beato Giuseppe
Toniolo,
grande
nella
scienza, visse altamente di fede; indagando le giustizie sociali, fra le
cifre delle statistiche, salz potente
alle pi sublimi
idealit, a tutti noi
lasciando in eredit, esempio e richiamo, una vita
di bont, di piet,
di fatiche che sfiorando la terra, fu tutta di cielo, e unaspirazione fervida e continua a Dio, come da
eulogia funebre. Si sbaglierebbe insomma
a pensare a personaggi solo crepuscolari,
come leconomista Gildo Beozi del film I
complessi (1965), grand commis cattolico
esperto di Mercato Comune, fecondatore
matrimoniale indefesso (oggi sarebbe vituperato anche dal Santo Padre) e cultore
di micidiali sobriet casalinghe, intese co-
posto allospite straniero, come a San Remo, cio il solito Roubini, e ultimo un certo Andrea Prat, torinese, docente alla London School of Economics, un Laurence
Olivier de noantri. Autografi dieci.
Il settimanale diretto da Candida Morvillo non prendeva in considerazione per
altre figure di alta considerazione curricolare ed estetica: innanzitutto la meglio
rockstar europea, il governatore della Bce
Mario Draghi, che combatte la sua battaglia tra rigidit (di bilancio) ed espansionismo (fiscale), e le cui foto in supermercati a basso prezzo in compagnia famigliare non ne sminuiscono il fascino; n
veniva censito Salvatore Rossi, direttore
generale della Banca dItalia, chioma candida mattarelliana, intellettuale fascinoso
pugliese gi a capo del Servizio Studi di
Via Nazionale. N si nominava Filippo
Taddei, alto alto, genere sellerone, trentottenne, dottorato alla Columbia di New
York, professore di Macroeconomia alla
Johns Hopkins University. E il responsabile economia del Pd.
Per forse il nome su cui puntare per un
talent quello di Lorenzo Bini-Smaghi,
gi nel board della Bce, da qualche giorno numero uno della francese Socit
Gnrale. Qualche vaga somiglianza con
Luigi Tenco, avvantaggiato dallaraldica e
da una consorte chic, economista anchella, Veronica De Romanis, forse lX Factor
ce lha lui. Per a Parigi dovrebbe almeno cominciare a fumare Gauloises, investire in un guardaroba di pelle, procurarsi delle occhiaie e un Capitale, di Marx
o Piketty non importa, da tenere in tasca.
E, soprattutto, abbandonare tutte quelle
cravatte e quei completi blu e grigi: fanno
cos Troika.
IL FOGLIO QUOTIDIANO
orridere le avrebbe fatto perdere punti. Ma perch sei sempre cos seria?, le
avevano chiesto in conferenza stampa dopo il leggendario exploit con cui aveva
mandato al diavolo la forza di gravit,
mandato in tilt i computer collegati al tabellone segnapunti e messo a segno un
dieci perfetto: voto assolutamente inaudito nonch del tutto incalcolabile in base
agli strumenti tecnologici e ai parametri
olimpionici dellepoca. Accadde a Montral, nel 1976. La piccola comunista che
non sorrideva mai, ovvero la giovanissima
ginnasta romena Nadia Comaneci, aveva
provocato una e pi rivoluzioni ruotando
su se stessa con grazia impeccabile sui dieci centimetri di spessore di una trave. Aveva messo in ombra le atlete sovietiche.
Aveva fatto impallidire le grandi dame
russe: Ljudmilla Tourischeva, rigida come
una statua, orribilmente femminile
scrisse perfidamente qualcuno in confronto a quellagile folletto 14enne in tutina bianco niveo; e Olga Korbut, la fata di
una volta, la bimba prodigio di Monaco 72
(ma gi allora aveva 17 anni), la piccola
che, quattro anni dopo, a Montral, bench
ormai 21enne e donna fatta, era chiss come rimasta piccola e appariva tanto patetica con quei codini infantili che si ostinava a portare. Nadia, coi suoi 153 cm di altezza e 39 kg di peso aveva messo fine allepoca delle ginnaste adulte, sinuose, ben
sviluppate e inaugurato un nuovo archetipo di atleta, un nuovo modello di femminilit. Incarnava la ginnasta assoluta: pu-
di Alessandra Iadicicco
Nadia Comaneci alle Olimpiadi di Montral del 1976: aveva 14 anni. A quel trionfo e alla sua vita dedicato La petite communiste qui ne souriait jamais di Lola Lafon
LA DOLCE COMUNISTA
Nadia Comaneci, la ginnasta che incant il mondo. Le Olimpiadi,
i Ceausescu, la fuga dalla Romania: racconta tutto un romanzo-verit
come. Salutava il suo pubblico con gioia
famelica, disse di lei, ricordandola con il
brivido di chi ripensa al primo amore,
Mauro Covacich, che ai tempi di Montral
aveva 11 anni e con la Comaneci aggiungeva per la prima volta al suo mondo di campioni maschi una figurina femminile. Famelica: forse. Ma di quellinnocente ingordigia dei bambini che vogliono vincere tutto, aprire tutti i regali, prendersi tutti i premi. Anche con una punta, perch no, della smania di primeggiare tipica della prima della classe. Non c sentore di infanzia bruciata, di sacrificio crudele, di disciplina spietata in quel sorriso: tutti clich
che a Lola Lafon preme di sfatare. N ancora c il presagio della strumentalizzazione politica di quella che sarebbe diventata la bambolina del potere, il vanto e il
trofeo del regime, una minifunzionaria
IL FOGLIO QUOTIDIANO
fanno sapere che lavvocato non risponder a domande al riguardo. Il suo unico
interesse proteggere la tranquillit della sua cliente.
Go Set a Watchman non un sequel di
Mockingbird, anche se cos i lettori finiranno per considerarlo. E il padre del
grande romanzo del 1959, il nido dove nato. Scout qui unadulta che torna a Maycomb, versione romanzesca di Monroeville, in visita al padre, lavvocato Atticus
Finch. Durante il soggiorno recita il comunicato della casa editrice dovr confrontarsi con drammi personali e questioni politiche e comprender meglio la visione del mondo di suo padre e i propri
sentimenti verso il luogo dov cresciuta.
Alla HarperCollins spingono sulla connessione tra Watchman e Mockingbird:
Pu benissimo essere letto come il sequel
del celebre romanzo: il racconto commovente del rapporto tra un padre e una figlia, in una cittadina dellAlabama negli
anni Cinquanta, al tempo delle tensioni
razziali.
Ora gli studiosi non vedono lora di metterci le mani, per valutare quale fosse effettivamente il valore letterario originale
di Harper Lee prima che lintervento degli editor e i contributi di Capote forgiassero la perfezione letteraria di Mockingbird. In fondo era una scrittrice agli inizi, alle prese col primo, timido tentativo
narrativo. Un buon professionista lesse il
suo manoscritto e spinse lautrice a svilupparne le parti migliori. Ora le 304 pagine di
Watchman mostreranno il tronco da cui
nato il ramo. Ma difficile credere che
Harper sia mai stata seriamente interessata a rendere pubblico tutto ci. Chiunque
abbia scritto, lo sa: quando un lavoro si
evolve, i passaggi precedenti perdono interesse, diventano fasi preparatorie, il cui
destino restare privati. Qui, per, laffare era troppo grosso. Se Mockingbird ha
venduto 40 milioni di copie in tutte le lingue, Watchman pu cercare di imitarlo:
una miniera doro. In fondo Harper a malapena ne sar consapevole. Da parte sua,
sempre riuscita a mantenersi al riparo
dallondata altissima di celebrit che dun
tratto minacciava dinvestirla, terrorizzandola. Adesso, in fondo, per lei tutto cambiato e anche tutto finito. La sua vita di
scrittrice si cristallizzata e quella che
lha sostituita era imprevedibile. Lidea di
rifarlo era fuori discussione. Perci scivolata via.
E ora, quando daremo fondo al nostro
voyeurismo, leggendo avidamente Watchman per capire come tutto sia cominciato, rispetteremo la sua volont e la sua condanna: perch continueremo a leggere lo
stesso libro, risentiremo le sue migliori parole e i ragionamenti pi acuti della sua
Scout. Tra noi, c chi contiene una sola
storia: lunica che sa raccontare e che gli
interessa. Il resto lo fanno gli altri. Ma in
fondo, poco importa.
di Stefano Pistolini
Harper Lee ha pubblicato How to kill a mockingbird nel 1959. Oggi viene studiato nelle scuole come in Italia si studiano I promessi sposi: il loro romanzo storico
da scrittrice. Studia letteratura allUniversit dellAlabama, poi abbandona e se ne
va a New York, dove coltiva il sogno e poi
lo corona, per quanto suo padre abbia
chiuso i cordoni della borsa.
Grazie a qualche amico danaroso e col
conforto di Truman, con cui mantiene un
rapporto ravvicinatissimo, comincia a scrivere e, dopo qualche tentativo acerbo, tira
fuori dal cilindro Il buio oltre la siepe.
Siamo nel 59: gli studiosi litigheranno per
anni, nel tentativo di stabilire quanto Capote abbia aiutato Harper nella stesura
del romanzo. Di certo si sa solo che la storia di Scout, Atticus e di Boo Radley il
prodotto di un proficuo rapporto della Lee
con un editor, Tay Hohoff, che le consiglia
di abbandonare il romanzo cui lavorava da
oltre due anni, per dedicarsi solo a una sua
porzione, ovvero a quella storia di bambini, paura e rettitudine morale.
Il successo clamoroso: il film, il Pulitzer, milioni di copie vendute. Poi i timori
di non essere allaltezza, di non ripetere
lexploit, tanto pi quando i rapporti con
Truman peggiorano e lui si perde (Tesoro,
Truman era uno psicopatico, racconter
anni dopo a una confidente). Lansia e la ritrosia diventano le costanti della vita di
te abbiano il sopravvento. Si abitua a vivere nellombra nella New York dove facile mimetizzarsi. La sua ultima intervista
vera risale al 1964: Pensa che il successo
le abbia nociuto?, le chiede un reporter.
No, sono unadulta, risponde con cinismo. E come si sente riguardo al secondo
romanzo?. Spaventata. Non lo scriver
mai, anche se ciclicamente emergono tracce di qualche tentativo. Negli stessi mesi
in cui dava gli ultimi ritocchi a Mockingbird, Harper lavorava a un nuovo romanzo, The Long Goodbye. Ma era prima del
botto. Poi la sua capacit di scrittura si paralizza: E come se la sua penna si fosse
congelata, dice una volta il suo agente J.
B. Lippincott. Harper si rifiuta di esistere
pubblicamente, o forse lo trova semplicemente pi comodo. C chi dice che, pi
che la macchina da scrivere, Harper frequenti la bottiglia. Al giornalista Charles
Shields, che sta lavorando alla sua biografia e insiste per un incontro, risponde:
Non solo no, ma un maledetto no!. Le
piace guardare in tv lo show di Oprah Winfrey e quando la conduttrice lo scopre, comincia un corteggiamento ravvicinato per
averla ospite in trasmissione. Harper le
concede solo una colazione e quando
Oprah le chiede il motivo della sua ritrosia, risponde: La gente crede che io sia la
Scout di Mockingbird. Io in verit sono
Boo. Boo Radley, il misterioso abitante
della casa accanto a quella di Atticus Finch, luomo di cui hanno terrore, finch non
lo incontrano, non lo osservano e non lo capiscono.
Cos non ci vuole molto per arrivare al
2007 e a un altro avvocato. Lanno quello
in cui un infarto riduce in fin di vita Harper nel suo appartamento nellUpper East Side, lasciandola per un giorno stesa sul
pavimento senza soccorsi. Lavvocato questa volta sua sorella maggiore Alice, che
si occupa di accoglierla al suo definitivo ritorno a Monroeville dove Harper, praticamente sorda e con problemi di vista, torna
a stabilirsi nella casa di famiglia. Alice ha
tredici anni pi di Harper, ma lucida e vispa come una ragazzina. Esercita ancora la
professione ed rimasta sempre la confidente, la consigliera e la curatrice legale
degli affari della sorella. Da questo momento diviene la sua custode. Il ritorno di
Harper a Monroeville, per, non sempli-
ce. Sempre nel 1964 Harper ne parlava cos: E una cittadina borghese del sud che
non ha niente di quel gotico che appartiene alla letteratura di quei posti. Per
un piccolo mondo che custodisce valori
universali, una concezione della decenza e
un qualcosa che doloroso avere la sensazione che stia scomparendo. E concludeva scherzosamente: Voglio essere la Jane
Austen dellAlabama meridionale. Adesso si rende conto che la sua citt diventata un parco a tema del suo romanzo. Insomma, che Mockingbird ormai una risorsa industriale, cui in tanti provano ad
accedere. E la cosa le d un terribile fastidio.
In effetti ha ragione: Mockingbird non
si assoggetta a quella fascinazione del gotico che di Faulkner, Tennessee Williams, Carson McCullers, Eudora Welty e
Flannery OConnor, quel sospiro nostalgico e tetro che evoca un mondo di gran decoro e ingiustificata violenza. Scout e Atticus sono personaggi che tendono alla modernit. Tornare a Monroeville, per la malandata Harper significa fare i conti con
una ristretta societ locale che lha eletta
a simbolo ma anche a business vivente per
uneconomia eternamente disastrata. Seimila anime, una comunit traversata da
pettegolezzi e moralismi. Il mondo che
Harper ha raccontato nel romanzo e da cui
fuggita, la accoglie festosamente, ma non
vuole sentirsi ignorato dalla grande scrittrice. Intanto nella casa vicina a quella
delle sorelle Lee si stabilita una giornalista di Chicago con problemi di salute. E
la stessa Alice ad accordarle la sua amicizia e poi a introdurla alla compagnia della celebre sorella. Dopo qualche mese,
Marja Mills, ormai intima di Harper, manifesta lintenzione di scrivere un libro sul
loro incontro e sulle confidenze che ha raccolto. Tra la sorpresa generale, Alice non
si oppone al progetto e incoraggia Harper
ad aprirsi con Marja. Dopo un altro anno
di vita quasi in comune, la Mills pubblica
The Mockingbird Next Door: Life with
Harper Lee, un resoconto nel complesso
generoso verso la scrittrice, della quale
racconta lincapacit di rapportarsi con le
responsabilit, ma nei confronti della quale esprime un profondo rispetto artistico.
Anche lei parla di un libro che Harper
avrebbe lasciato a met, per quel debole
verso il bere: era la ricostruzione di un vero fatto di nera, vicino allA Sangue Freddo di Capote, per il quale Harper Lee aveva silenziosamente collaborato con lo
scrittore. Anche con la Mills i rapporti comunque sembrano complicarsi. Allannuncio delluscita del libro Harper, sostiene di
non aver autorizzato niente e minaccia
querele. Ci pensa Alice a gettare acqua sul
fuoco: dice che va bene cos, che lei e Harper approvano il libro e chiede comprensione per la sorella, che ha una memoria
che le fa brutti scherzi e per lei, che ha
passato i cento. Bisbetiche dame del
profondo sud.
Alla fine anche Alice passa la mano: si
ritira e incarica dellassistenza di Harper
la principale collaboratrice del suo studio,
unaltra avvocatessa, Tonja Carter. Che sale al proscenio di questa storia. Lapproccio di Tonja non di basso profilo, come
nello stile di Alice. Tonja fa causa al piccolo museo turistico di Monroeville, che guadagna qualche soldo sulla celebre concittadina. Poi accusa lagente di Harper di
averle estorto la firma in un atto di cessione del copyright di Mockingbird (nel
2012 si arriva a un complicato compromesso). Quindi provvede a ricoverare le sorel-
IL FOGLIO QUOTIDIANO
di Giuseppe Marcenaro
Ernst Jnger in divisa. Dopo aver combattuto nella Prima guerra mondiale, durante la Seconda diresse nella Parigi occupata lufficio di censura della corrispondenza delle truppe tedesche
IL NAZI RILUTTANTE
Aveva attraversato tutte le lacerazioni del Novecento. Ernst Jnger:
il grande reazionario, maestro di stile, che collezionava coleotteri
di unidea indice di mentalit rozza. I rami potati si irrobustiscono. Jnger, inoltre, conosce perfettamente quanto gi accaduto a Helmuth James von Moltke, esponente della leggendaria famiglia prussiana di militari e capo del circolo di Kreisau,
un gruppo di ispirazione cristiano-occidentale. Von Moltke, che ha sviluppato i
piani di intervento per il dopo-Hitler salvaguardia dei prigionieri di guerra, degli
ostaggi e degli ebrei in attesa di processo nel lager di Ravensbrck.
Lui, limpenetrabile Jnger, non confesser mai, a chi sollecita la sua partecipazione per porre fine a Hitler e al nazismo,
che dal 1941 ha cominciato a scrivere un
manifesto intitolato La pace: un testo
esoterico, a suo modo sovversivo. Si
preoccuper comunque di chiuderlo in
una cassaforte. Nella parola e soltanto in
essa sapevamo riconoscere la magica spada il cui lampeggiare fa impallidire la po-
furiose sono portate a termine dai Gruppenfhrer delle SS. Jnger non distoglie lo
sguardo dalle drammatiche vicende parigine. Non fa finta di niente. Non prende in
considerazione soltanto lorrore in atto,
langoscia diffusa. Vede i rapporti degli uffici militari tedeschi o della polizia di sicurezza che evidenziano come a Parigi i cittadini siano assorbiti dalle loro preoccupazioni personali. Anche se patiscono ansia e traumi di guerra. Vogliono rimanere
radicati in unapparenza di vita normale.
I bambini frequentavano la scuola e gli
studenti universitari cercavano di laurearsi. Gli intellettuali si potevano trovare nei
soliti caff.
Jnger, tuttavia, sa che dietro lapparenza si continua a torturare, a uccidere, a deportare. Su Parigi pesa lombra violenta
della persecuzione degli ebrei. La stella
gialla, la stella di Davide, sempre pi sotto il tiro implacabile dei nazisti: Nella rue
Royale annota nel Diario ho visto per
la prima volta in vita mia la stella gialla sul
petto di tre giovani ragazze che passarono
davanti a me Questi distintivi furono distribuiti ieri Nel pomeriggio ne vidi molti altri. Avvenimenti di questo genere non
passano senza dare il contraccolpo. Cos
sentii subito limbarazzo di trovarmi in
uniforme. A Jnger, fuori dalle ore di servizio, concesso di vestire in abiti civili, il
che gli permette agevolmente di frequentare il milieu artistico e letterario. Una
condizione molto vicina al proprio ideale
della dsinvolture: stare al centro della battaglia, a condizione di non esservi.
Gli intellettuali parigini lo accolgono, e
poi lo frequentano, attratti dal fascino vivace e spiazzante che lo scrittore tedesco
dispiega nel corso dei loro incontri, tra
soires e salons: Ci si aspettava ogni volta
di incontrare un teutonico eroe di guerra,
il leggendario autore delle Tempeste dacciaio racconta lo scrittore Marcel
Jouhandeau quando nel vano della porta veniva poi a stagliarsi una figura modesta, in abiti da passeggio, con al collo non
rue des Grands-Augustins. Noi due qui seduti come stiamo, potremmo trattare e concludere la pace questo pomeriggio. La sera gli uomini potrebbero accendere le luci. Incontra Georges Braque, e annota:
Con Braque e con Picasso ho visto due
grandi pittori del nostro tempo. Limpressione stata ugualmente forte e tuttavia
specificamente diversa, in quanto Picasso
mi apparso sotto lo strato cerebrale come
un mago possente, mentre Braque dispone
di una irradiante cordialit.
Quando arriv a Parigi con le truppe di
occupazione, il suo nome non era certo
estraneo ai letterati e agli artisti della
citt. Aveva quasi cinquantanni ed era un
personaggio affermato della letteratura.
Una esistenza avventurosa (Heimo
Schwilk, Ernst Jnger, una vita lunga un
secolo, Effat Ed., 718 pp., 22 euro). Nato
in una famiglia borghese e protestante, il
padre chimico-farmacista, aveva trascorso
IL FOGLIO QUOTIDIANO
a vedi quella stronza? Quella l in fondo, che ha laria di aver appena slinguazzato un barbone nel vicolo?. Evviva,
finalmente un insulto ai critici che la
smette con la litania degli artisti mancati
(come se tutti volessero fare i registi e penare su un set, senza tener conto dei propri limiti e onorare la propria mancanza
di talento) o dei rosiconi che invidiano il successo alt r u i .
Quella
una critica teatrale, che
ha deciso di
stroncare uno
spettacolo tratto
dai racconti di
Raymond Carver
senza darsi la pena di vederlo. Lo
spettatore, che
invece osserva
come lo spettacolo viene messo
in scena siamo
alle anteprime
con il pubblico
capisce che non
ne uscir molto di
buono. Ha scritto e
prodotto la pice, dove reciter da primattore, una star di Hollywood in cerca di riscatto dopo laddio a una carriera da supereroe con becco e piume, Birdman, appunto. Metterci Michael Keaton fu Batman per Tim Burton aggiunge gag a gag.
Vale lo stesso per lirruzione di Edward
Norton, sostituto che discetta tutto il tempo su verit e finzione (gli arredi dello sce-
Popcorn berlinale
Non che Werner Herzog non abbia mai sbagliato un film. I dipinti rupestri nelle grotte francesi di Chauvet, ripresi a tre dimensioni in Cave of Forgotten
Dreams, facevano sbadigliare. Fino al colpo di scena finale: quando le immagini
mostravano un bisonte disegnato in stile decisamente futurista, come il cane multizampe nel dipinto di Giacomo Balla. Ma se gi nella preistoria, con pochi tratti
di pietra friabile, riuscivano a dare lillusione del movimento, le meraviglie del 3D
non sembrano pi tanto meravigliose. (Il ragionamento vale in generale e si rafforza dopo Jupiter dei fratelli Wachowski: la profondit serve per i luoghi inventati, nel tinello infastidisce perch mettono sempre di mezzo un soprammobile).
Qualche film lo sbagliano anche i geni (pu andar peggio: Wim Wenders, che i
film li ha sbagliati quasi tutti, ricever dalla Berlinale lOrso doro alla carriera).
Eppure The Queen of The Desert in concorso sempre a Berlino pi sbagliato degli altri. Saranno state le aspettative verso il lavoro di Herzog, parecchio alte nel nostro caso. Sar che lo abbiamo visto dopo il film dapertura firmato Isabel Coixet, Nobody Wants The Night: tragica avventura in tutti i sensi, ancor
di pi se parliamo di cinema con Juliette Binoche che raggiunge il marito in
Groenlandia. Vuole essergli vicina quando conquister il Polo nord: siamo nel
1909, lui era Robert Peary e gli contender il record lex compagno di spedizione
Frederick Cook.
Dettagli, nel film Peary non si vede mai. Tutto si svolge tra la baracca dove la
consorte legittima Josephine cena vestita come per andare al ballo, e ligl dirimpetto dove vive leschimesina amante dellesploratore. Le notti sono fredde,
figuriamoci al Polo, e lui lha pure messa incinta (sbadiglio). Ora la lunga notte
arriva (altro sbadiglio). E le due donne dopo qualche scaramuccia (sbadiglio) devono per forza allearsi (sbadiglio finale coperto dal pianto del neonato). Juliette
Binoche ha rivelato in conferenza stampa che hanno girato il film nel calduccio
di uno studio. Non ce nera bisogno: ligl non sembrava di ghiaccio neanche nel
buio della notte.
The Queen of The Desert racconta unaltra donna tosta, Gertrude Bell. Spariti i ghiacci, siamo nel deserto di Lawrence dArabia, che qui ha il faccino dellex
vampiro Robert Pattinson e lo strofinaccio in testa (risate in sala, e un pensiero
devoto a Peter OToole). Nel prologo, i britannici che devono tracciare i confini
dellIraq (altre risate) chiamano in soccorso miss Bell che conosce le trib. Passa
unora prima che la ragazza decida di diventare quel che sar: unarcheologa, una
scrittrice, una spia e una politica (allepoca, da quelle parti, le cose andavano di
pari passo). Come molla, serve una delusione damore: nessuna femmina, al cinema almeno, combina qualcosa se non zitella. Arriva James Franco, con laria smarrita di chi sta lavorando su tre set contemporaneamente, e lunica istruzione ricevuta suona cos: Fai gli occhi dolci a Nicole Kidman e giacch siamo a
Teheran cita le poesie di Omar Khayyam.
1971) non dovrebbe essere un pronunciamento pro o contro i diritti civili dei neri.
Julianne Moore in Still Alice non dovrebbe servire a raccogliere fondi contro
lAlzheimer. Eddie Redmayne in La teoria
del tutto non dovrebbe somigliare a un documentario su Stephen Hawking, se guardiamo solo lattore sulla sedia a rotelle e
ascoltiamo la sua voce. Anche Iceman
girato dallisraeliano Ariel Vromen nel
2012: lo spettatore ha il diritto di sapere
quanto fresco il prodotto soffre la sindrome da sopravanzo. Ha
un attore strepitoso come
Michael Shannon il vicino matto che in Revolutionary Road di Sam
Mendes Kate Winslet e
Leonardo Di Caprio
scambiavano per uno
spirito libero e una
sceneggiatura pi complicata che avvincente, occhio quindi
agli abiti e al taglio dei capelli.
Peccato per la
bella
storia,
che poteva bastare: Richard
Kuklinski
smaltiva rifiuti dagli anni
Cinquanta agli
Ottanta nel New
Jersey di Toni Soprano (il soprannome viene dallabitudine di mettere
i cadaveri al gelo, per confondere gli investigatori). Era marito dolcissimo e padre affettuoso: in assenza di struttura, viene comoda la contrapposizione tra langelo e il
mostro. Sono due circuiti differenti
avrebbe detto Stephen Hawking, immobile
su una sedia a rotelle, a chi lo interrogava
sui figli avuti dalla moglie Jane.
RIPESCAGGI
TURNER di Mike Leigh, con Timothy Spall,
Lesley Manville, Paul Jesson, Dorothy
Atkinson, Marion Bailey
IL NOME DEL FIGLIO di Francesca Archibugi, con Alessandro Gassman, Valeria Golino, Luigi Lo Cascio, Micaela Ramazzotti
ulle relazioni pericolose tra arte e vita non esistono certezze. Le autobiografie garantiscono si legge come un romanzo. I film promettono tratto da una
storia vera. Smetti di leggere e vai un po
fuori a vivere dicevano i genitori quando
erano i libri a fare i danni oggi imputati a
Grand Theft Auto. Preferirei che ti drogassi dice in Gemma Bovery il genitore Fabrice Luchini, al figlio che nomina i
videogiochi quando in famiglia si parla di
romanzi. Il giovanotto per ha ben presente la differenza tra vita e videogiochi, mentre il padre panettiere chic in Normandia fa confusione. Quando al paesello arrivano Charlie e Gemma, di cognome Bovery, ricama su Emma Bovary e sulla sua
vita sciagurata: matrimonio infelice, noia
provinciale, romanzi rosa, amanti poco affidabili (ma vuoi mettere la scena di passione in carrozza, con il sonoro dei comizi agricoli sullo sfondo?), arsenico che invece non tradisce. Lattore, che era figlio
di verdurai fu mandato a fare lapprendista parrucchiere (il nome da coiffeur rimasto, allanagrafe si chiama Robert), regge il film con il giusto miscuglio di autoironia e ingenuit. Gemma Arterton ex
Bond girl in Quantum of Solace nonch
Tamara Drewe nel film di Stephen Frears
ha le curve e i vestitini giusti.
IL FOGLIO QUOTIDIANO
BAROCCO DA TAVERNA
Non solo santi e devozione: c una pittura nel Seicento piena di avventurieri e vagabondi,
bari, puttane e mendicanti (vedi anche alla voce Caravaggio). Due mostre a Roma
Pietro Paolini, I bari, 1625 ca. (collezione privata): una delle opere che erano esposte alla mostra I bassifondi del Barocco allestita a Villa Medici. A Palazzo Barberini ancora in corso Da Guercino a Caravaggio, Denis Mahon e larte italiana del XVII secolo
di Angiolo Bandinelli
Per lo pi fiamminghi e
olandesi, dipingevano scene di vita
popolaresca e miserabile, colte dal
vivo in una Roma oggi ignota
prei dire quando litaliano plebeo abbia
assunto la colorazione spregiativa anche
in senso etico che attualmente ha: se oggi
pensiamo alla plebe, vediamo un ammasso indistinto di gente senza qualit o ammorbata da qualit se si pu dire negative, ma soprattutto priva non tanto di diritti quanto della sensibilit e delle capacit adeguate a rivendicarli per diventare
popolo nel senso pieno del termine, se
non addirittura cittadini.
Idee e osservazioni del genere mi venivano mentre mi aggiravo, giorni fa, per le
Grandes Galeries di Villa Medici, nei cui
spazi era allestita (si da poco chiusa) una
bella mostra darte dedicata ai Bassifondi del Barocco: una cinquantina di tele di
autori tra cui Claude Lorrain, Valentin de
Boulogne, Jan Miel, Sbastien Bourdon,
Leonaert Bramer, Bartolomeo Manfredi,
Gerrit van Honthorst, Jusepe de Ribera,,
Simon Vouet, ecc., oltre a esponenti della
Schildersbent, una associazione di pittori principalmente olandesi e fiamminghi,
dai costumi bohmien se non proprio dissoluti, che prosperarono, alloggiando nei
pressi di Trinit dei Monti, tra il 1620 e il
naca romana. Leroe del tempo forse il picaro della letteratura spagnola, antenato o
prototipo del Don Chisciotte: un errabondo
spostato, sempre in cerca del suo destino
sognando a occhi aperti castelli e principesse ma destinato a frequentare, nella
realt quotidiana, sordide bettole e locande popolate di ogni sorta di minutaglia
umana, osti, gaglioffi, soldatacci di ventura e prostitute, in scenari di risse e di ribalderie senza fine. Nella mostra di Villa Medici ci sono tre o quattro tele con scene di
taverne e bettole piene di avventurieri e
vagabondi, mendicanti, zingare, loschi figuri, bari e truffatori, o con scene affini come nella bellissima tela di Nicolas Rgnier
(1591-1667), due figure attorno a un architrave marmoreo a uso di tavolo, di cui una
un tipo dal volto volgare e grassoccio e i
capelli rossi stuzzica il naso dellaltro
che, assopito, poggia la testa sulla mano
piegata. Una scena ambigua, forse lo
scherzo (questo il titolo) sarebbe addirittura il tentativo di fare inalare al dormiente, un bel ragazzo dai lineamenti freschi e
innocenti, una presa di tabacco, considerato allora sostanza afrodisiaca. Il tutto immerso in un caldo luminismo caravaggesco. Questi figuri, veri relitti della societ,
infestavano anche le strade, le campagne,
i boschi attorno alla citt: due o tre tele
rappresentavano briganti e grassatori di
strada che assaltano malcapitati viandanti.
E Lorrain ci mostra una prostituta in uno
scenario di rovine romane di fantasia mentre sullo sfondo appare, finemente dipinta, la chiesa di Santa Trinit dei Monti: secondo alcuni, il dipinto esprimerebbe intenzioni moralistiche, rappresentando la
corruzione dei tempi antichi contrapposta
alla santit dei moderni e della chiesa. C
da dubitare dellinterpretazione, la corruzione era viva anche sotto le mura della e
delle chiese romane coeve.
Il pitocco il misfit del tempo. Il personaggio, letterario ma non troppo, fa una vita miserabile, rischia di cadere sempre pi
in basso nella scala sociale. Sul suo ambiente esistenziale pochi avevano gettato
uno sguardo sia pure ironico, distaccato e
cinico. Abbiamo ben presenti alcune premonizioni anche leonardesche, di puntiglio satirico e grottesco: in certi miserabili contesti sociali i volti e i corpi di storpiati senza rimedio dovevano essere frequenti. Larte medievale avvertiva la presenza, se non del pitocco o del mendicante in senso stretto, del povero, dellescluso, ecc. Ma quellarte rappresentava il popolo soprattutto come un operoso aggregato di gente dedita ai lavori dei campi o di
un primitivo artigianato, per ben ordinato e composto, parte attiva della comunit.
Solo in alcune figurine secondarie di capitelli romanici il miserabile emerge con laguzzo mento e gli occhi spiritati, gi pi
diavolo che uomo. Il Rinascimento, almeno quello italiano, cerca di elaborare una
teoria e soprattutto un immaginario della
aristocrazia che si viene plasmando molto spesso per vicende che Machiavelli
avrebbe puntualizzato come figlie non di
Virt ma di Fortuna e tiene a distinguersi nelle forme (e nelle formalit) dal-
cerchia di Caravaggio che in realt deve essere anche lui una sorta di prostituto. Qui
non ci sono santi n chiese, ma bettole e
magari bordelli. C insomma la vita pi
minuta della gente. Io conoscevo di cos minuto solo il (del resto coevo) Callot e, ovviamente, certa pittura realistica olandese.
Non saprei dire proprio, non ne sarei
capace se questa rappresentazione della
realt risponda ai canoni dettati dal cardinale Gabriele Paleotti (1522-1597) con il
suo celebre trattato sulla pittura e le immagini sacre, nel quale cerc di definire,
interpretando in modo rigoroso i dettami
del Concilio di Trento, i canoni di una pittura sacra capace di instillare negli spettatori, fossero essi huomini, donne, nobili,
ignobili, ricchi, poveri, dotti, indotti, il seme della fede. Secondo il famoso critico
darte (possiamo chiamarlo cos?) il pittore
ha il dovere di essere fedele alla verit, di
rappresentare la verit dei fatti e dei personaggi in modo da eccitare lo spirito et
la divotione. Ho limpressione che ancora oggi la chiesa sia rimasta su queste posizioni estetiche, ma penso che i pittori dei
bassifondi romani di cui sto parlando, se
cercavano di rappresentare la realt non
si preoccupavano troppo di eccitare alla
devozione. E se Paleotti ebbe a Bologna artisti osservanti del suo insegnamento, nella sede del papato non dovette avere troppa fortuna.
Ma come mai, in questepoca e persino
in questa citt per antonomasia votata al
sacro, ci si accorge dellesistenza di un
mondo cos triviale, basso, scurrile? Da cosa viene linteresse a rappresentarlo? La
domanda esige risposte non casuali. E come se tra le pieghe dellarte alta e della
sua canonizzata teorizzazione si insinuassero ragionamenti teorici o etici inquietanti sul piano etico o anche teorico. Fino a
pochi anni fa, Caravaggio era considerato
un pittore della realt, oggi ci si accorge che le sue opere hanno sottofondi di intensa riflessione religiosa. Persino il piccolo, quasi osceno Bacchino malato pre-