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IL FOGLIO

quotidiano

Redazione e Amministrazione: via Carroccio 12 20123 Milano. Tel 02/771295.1

ANNO XX NUMERO 32

Sped. in Abb. Postale - DL 353/2003 Conv. L.46/2004 Art. 1, c. 1, DBC MILANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015 - 2,00

DIRETTORE CLAUDIO CERASA

Re in cravatta. Come il sovrano (musulmano) di Giordania diventato laltro baluardo nella lotta al terrorismo islamico
C

ommentatori palestinesi, come Riad Malki, gi negli anni passati avevano parlato dellopzione giordana come lunica speranza per sconfiggere lislam politico. Chiss cosa direbbero oggi che
Amman ha mosso aerei e fatwe contro lo Stato islamico (ieri, seconDI

GIULIO MEOTTI

do alcune voci, in questi bombardamenti sarebbe rimasto ucciso lultimo ostaggio americano nelle mani dellIsis, la cooperante 26enne
Kayla Jean Mueller). Per dirla con Daniel Greenfield, analista di
Islam radicale, i paesi che combattono il terrorismo in maniera pi
spietata sono i paesi musulmani. Nei giornali e nelle televisioni
si rimpalla lo slogan lIsis non islam. Lo dice anche Obama. E
una lingua di legno che non decifra il Califfato risorto dopo cento

anni, la sua predicazione dei kalashnikov. Ma se c qualcuno che


pu impugnare quella bandiera il re giordano Abdallah, il capo del
regno traditore che, con la sua bellissima moglie senza velo, sfida
vivente al letteralismo coranico che vorrebbe le donne in gabbia, si
sempre distinto per una funzione di rottura nel mondo arabo-musulmano. E lunico capo di stato islamico ad aver avuto il coraggio
di chiedere ad Arafat vivente, in piena Intifada dei terroristi suicidi, di darsi unocchiata allo specchio per vedere se stesse aiutando il suo popolo. Anche la sua discendenza non casuale, visto che
il pronipote del penultimo custode della Mecca (Hussein al Hashemi, alleato di Lawrence di Arabia, suo trisavolo), discendente di
Maometto. Su Israele, la dinastia giordana stata rivoluzionaria. Il
prozio di Abdallah, Feisal, da re dellIraq nel 1920, scrisse a Chaim

ATENE, VITTIMA E CARNEFICE


La Grecia piange miseria, ma i dati
su debito e tasse fanno pensare
a una spregiudicata tattica negoziale

Syriza di lotta e di governo,


tra manifestazioni pro Tsipras e
contropoteri (per ora) allo sbando

Bruxelles. Onorevole parlamentare europeo, la pregherei di notare che la pressione fiscale in Grecia rispetto al prodotto
interno lordo (inclusi i contributi per la sicurezza sociale) era al 34,2 per cento nel
2013 e rimane ben al di sotto della media
dellarea euro. In una lettera del 15 gennaio, a pochi giorni dal trionfo elettorale di
Alexis Tsipras in Grecia, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi
aveva risposto cos a un eurodeputato di
Syriza, Kostas Chrysogonos, che lo aveva interrogato sui danni del programma di riforme e risanamento della Troika. In tre righe,
il presidente italiano della Bce aveva cercato di smascherare uno dei miti della tragedia greca: quello dellausterit assassina
che ha messo in ginocchio un paese e non
pi sostenibile. I greci hanno sofferto e
soffrono. Ma non tanto di troppe tasse. In
Italia la pressione fiscale, uno degli indici
dellausterit, nel 2013 era al 44,3 per cento del pil, secondo i dati del ministero dellEconomia.
Contrariamente agli stoici irlandesi che
hanno subto la Troika in silenzio registrando nel 2014 una crescita del 4,8 per
cento, i greci protestano in modo rumoroso nelle strade e nelle urne. Hanno dato
mandato al governo guidato da Tsipras di
smantellare lausterit. In nome del popolo
vittima della Troika, il ministro delle Finanze ed esperto della teoria dei giochi,
Yanis Varoufakis, si prepara alla partita finale allEurogruppo fissata per il prossimo
11 febbraio. La Grecia ha scelto deliberatamente una strategia chiamata da Thomas
Schelling, uno dei fondatori della teoria
dei giochi, coercive deficiency, spiega sul
suo blog leconomista francese, anti euro e
di sinistra, Jacques Sapir: Una situazione
di debolezza pu diventare uno strumento
di coercizione verso gli altri. Rinunciando
agli aiuti della Troika, Tsipras mette volontariamente la Grecia sullorlo del precipizio e indica la sua determinazione ad andare fino in fondo, ammette Sapir.
Il pericolo che la realt dei numeri
sveli il bluff della vittimizzazione della
coppia Tsipras-Varoufakis. Il loro governo
chiede la cancellazione o la ristrutturazione del debito pubblico perch esso sarebbe insostenibile e il peso degli interessi
troppo alto. Falso, rispondono in un paper
due economisti del Centre for European
Policy Studies, Cinzia Alcidi e Alessandro
Giovannini: Il principale problema per la
Grecia nei prossimi anni non di ripagare questo debito allUe e ai suoi stati
membri. Il debito gi stato ristrutturato
due volte nel 2012. Prima in marzo con il
Private Sector Involvement, che ha imposto agli investitori comprese banche francesi e tedesche, seppure in quota minore
di quanto sarebbe successo nel caso di una
simile operazione nel 2010 perdite tra il
50 e il 70 per cento. Poi in dicembre con
laccordo tra i governi per rinviare i rimborsi sul debito al 2020 e oltre, instaurare
una moratoria sugli interessi e tagliare i
tassi. Risultato sottolineano Alcidi e Giovannini il valore nominale del debito
passato dal 230 al 175 per cento del pil e
nel 2014 la Grecia ha pagato meno di Portogallo e Italia in spesa annuale per interessi. Molto meno: 2,6 per cento del bilancio greco va a servizio del debito contro il
4,7 per cento per lItalia.
Con loperazione di ristrutturazione mascherata del 2012, i contribuenti europei ci
hanno rimesso. Gli italiani, che pro capite
hanno prestato alla Grecia pi di 650 euro, hanno visto ridursi di circa il 40 per cento il valore reale del loro credito. La generosit europea si invece trasformata in un
risparmio per il bilancio greco di 8,7 miliardi lanno, ha ricordato a gennaio Klaus
Regling, il direttore del Fondo salva-stati.
Ma ora, a costo di mettere a repentaglio
lintegrit della zona euro, Tsipras chiede
di pi per reintrodurre tra laltro la tredicesima per le pensioni sotto i 700 euro,
anche se la minima in Italia fissata a poco pi di 500.
Alain Frachon, opinionista del Monde,
pur favorevole a un negoziato tra il nuovo
governo greco e Bruxelles, ha suggerito una
soluzione diversa: un esproprio giocobinoproletario. Il patrimonio di armatori e pope ortodossi valutato a una somma superiore al debito del paese. Nel 1790, essendo in gravi difficolt finanziarie dopo la
rivoluzione, la Francia ha nazionalizzato
i beni del clero per venderne una parte,
ha osservato Frachon. Come dire: prima di
fare la vittima, il governo greco potrebbe
cominciare da qui.
Twitter @davcarretta

Roma. Yanis Varoufakis, in pubblico, mostra di non essersi perso danimo nemmeno
dopo il reality check degli ultimi due giorni a opera di Francoforte e Berlino. Il banchiere centrale Mario Draghi e il ministro
delle Finanze tedesco Wolfgang Schuble gli
hanno ricordato che buona parte delle attuali risorse finanziarie di Atene made in Europe. Ma il ministro delle Finanze del nuovo governo greco, che ieri il Financial Times
tornava a dipingere come un boxeur ateniese che combatte la battaglia giusta, non ce
lha fatta a trattenere lennesima battuta con
tono allo stesso tempo ironico e di sfida:
Qualche volta le democrazie pi grandi e
potenti minano le proprie fondamenta stritolando le democrazie pi piccole, ha detto
al quotidiano con unallusione alla storia
dellantica Grecia.
Le piccole democrazie stritolate, comunque vada a finire per le grandi, non ne
escono bene, ma questo i giornalisti del Financial Times hanno evitato di farlo notare
a Varoufakis. Daltronde gi non mancano i
segnali di inattese evoluzioni della vita democratica in Grecia. Due sere fa, per esempio, di fronte al Parlamento, si tenuta una
pacifica e affollata manifestazione a sostegno del governo. NellEuropa liberal-democratica dellepoca contemporanea una rarit: qualche migliaio di persone, riunite in
piazza Syntagma, ha gridato slogan a favore
del premier Alexis Tsipras e della sua battaglia per rottamare lausterity e la Troika
che lha applicata nel paese. Piazza perlopi
di sinistra, dunque, ma con slogan duri verso il nemico esterno. Tra i manifesti pi
espliciti, il seguente: Schuble, Merkel, voi
date ordini, minacciate, rubate, uccidete.
Questo noto fin dal 1941-45. Non abbiamo
paura di voi. Il partito di sinistra estrema
Syriza, dunque, oggi sia di lotta sia di governo. E tutto questo a poco pi di 10 giorni
dalle elezioni, peraltro. Un accademico greco, che al Foglio chiede di restare anonimo,
avverte: Quel che conta non soltanto che
Syriza abbia vinto con pi consensi di quelli attesi. E allarmante che nel paese, al momento, manchi una qualsiasi opposizione
politica organizzata. Aspetto non fisiologico, ma spiegabilissimo: i due partiti che per
quarantanni si erano alternati al potere in
Grecia Nuova democrazia e Pasok sono
per la prima volta fuori dalle stanze del potere. I conservatori sono presi da faide interne, per capire se sostituire lex leader Antonis Samaras; i socialisti addirittura sono
stati quasi azzerati nelle urne. Ad anomalia
si aggiunge anomalia: oggi al governo in Grecia c una grande coalizione di partiti radicali Syriza (estrema sinistra) e Indipendenti Greci (estrema destra) che esclude i
moderati. Nemmeno i grandi media per ora
mordono troppo; daltronde i colossi televisivi privati, che temono la revisione di regime di concessioni storicamente generoso,
gi dieci giorni prima del voto del 25 gennaio avevano smesso i toni battaglieri contro
Syriza. Le associazioni imprenditoriali dovrebbero avere a cuore il futuro economico
del paese, battersi pubblicamente per garantirlo, ma in Grecia negli ultimi anni non
si sono mai fatte sentire davvero. Un po per
il carattere statal-assistenzialista di ampi
settori delleconomia, un po perch se la
struttura delleconomia greca collettivista,
il paese nel suo spirito tuttaltro che collettivo. La sua struttura reale ciascuno per
s, ha scritto leconomista americano Michael Lewis riferendosi alla realt microimprenditoriale ellenica. Con tutti i normali contropoteri ancora tramortiti dallavanzata di Tsipras e dei suoi, oltre che dalla crisi, leuroscommessa di Atene ancora pi
imprevedibile. (mvlp)

Qualsiasi cosa stiate facendo, interrompetela e correte a procurarvi lintervista al Messaggero, dove
DAlema sostiene: preferivo Amato, uscito
Mattarella. A Renzi avevo dato un ultimatum:
delle due, luna, o tu inculi noi, o inculiamo
noi te. Scegli. Ha preferito lui inculare noi.
Affari suoi: nostre entrambe le alternative,
nostra comunque la vittoria. Avremmo potuto non votare Mattarella. Abbiamo scelto di
votarlo. Voleva fotterci, Renzi? Alt, gli abbiamo imposto, non senza il nostro contributo. E
tutto ci bellissimo. Bellissimo perch il fenomeno indica un modo nuovo di concepire
lunit, perch moderno, perch avvicina a
Syriza, alla Grecia, a una sinistra rinata, ma
bellissimo, sopra tutto, perch, altro che rottamato, DAlema sembra il nostro Varoufakis
con i baffetti fuori dai pantaloni.

Weizmann, futuro primo presidente di Israele: Noi arabi, specie


quelli colti, consideriamo con la pi grande simpatia il movimento
sionista. Il bisnonno di Abdallah, di cui il re attuale porta il nome,
fu ucciso da un sicario del Muft di Gerusalemme perch stava per
siglare con Golda Meir (andata ad Amman clandestinamente) una pace separata con Israele. Suo padre, re Hussein, stava per essere travolto da uninsurrezione palestinese nel 1970 e il risultato fu il settembre nero (10 mila uccisi in un solo colpo). Fu la prima, incomparabile violenza contro il terrorismo islamico. Abdallah sfida gli
arabi a dismettere lantisemitismo e iniziare la Riforma dellislam.
Per questo ha bandito Hamas (Khaled Meshaal venne espulso da
Amman e ripar a Damasco). E non a caso la lettera dei 138 saggi
dellislam di interlocuzione con Benedetto XVI fu diffusa dal prin-

La pancia e la testa di Berlusconi


Tensioni, passioni e Renzi. Le due strade del Cav. (con soluzione)

atto o non patto. Renzi o non Renzi. E poi:


fuori dal perimetro o dentro il perimetro?
E ancora: meglio il Matteo di Firenze o quello
di Milano? Per Silvio Berlusconi quelli passati non sono stati giorni semplici e probabilmente non lo saranno nemmeno i prossimi. Per
qualche settimana dovr trattenersi dal parlare in modo aperto (a Milano, si sa, i magistrati
sono un po permalosi), lotto marzo finir il periodo di affidamento ai servizi sociali (45 giorni di sconto per buona condotta) ma dopo nemmeno due giorni dovr presentarsi in Cassazione (il 10 marzo) per ludienza del processo Ruby
(condanna in primo grado a sette anni, assoluzione in appello, prove solide come la difesa
dellInter ma molte appassionanti disquisizioni sulle furbizie orientali) e in mezzo a questo
vortice di passione e di tensione dovr capire
cosa fare, che direzione prendere, come resistere, ed esistere, di fronte allo tsunami renziano, e come riuscire a costruire, con il presidente del Consiglio, un rapporto non certo paritario ma comunque non subordinato. Di Renzi,
dopo il caso Mattarella, Berlusconi non si fida
pi come qualche mese fa, intravede nel presidente del Consiglio un tratto persino e lo diciamo con un sorriso eccessivamente autoritario ma di lui continua comunque ad avere stima, anche se in una cornice diversa. Una cornice in cui conta, s, ci che pu essere utile fare per regalare al paese un nuovo assetto istituzionale ma in cui conta anche la dimensione
futura che dovr avere Forza Italia. Gi, che direzione prendere? La pancia del partito, quella forse pi irrazionale e impulsiva di cui il Cav.
diffida ma che comunque deve considerare,
suggerisce a Berlusconi una strada semplice:
fuck Renzi, basta Nazareno, stop con questa alleanza pazza, andiamo in piazza, facciamo op-

posizione in modo tosto e smettiamola di regalare il terreno del dissenso a Renzi a Salvini e
a Grillo, che di questo passo finiranno per asfaltarci. La testa del partito, invece, quella forse
meno umorale ma che osserva la politica pensando al domani e non facendosi influenzare
dai numeri dei sondaggi, suggerisce a Berlusconi un atteggiamento diverso, che tenga ben presente ovviamente lo sgarbo renziano ma che sia
capace di costruire un percorso in cui lobiettivo non deve essere quello di scendere sul terreno della Lega e di Grillo ma quello di accettare la sfida di Renzi e non regalargli il campo
da gioco. Ragionamento: ma in un futuro prossimo venturo, gli elettori di Forza Italia, quelli
da conquistare, da sedurre, da rimotivare, saranno pi quelli che urlano o pi quelli che ragionano senza paraocchi ideologici? Berlusconi oscilla, riflette e ci ripensa, ragiona e discute, sa che il patto non sar pi come un tempo
ma sa anche che il destino del suo partito non
lasciare il proprio blocco elettorale in bala
di un Fitto intercostale, ma quello di non regalare a Renzi un pezzo importante di quellItalia che oggi osserva il presidente del Consiglio con amore, ok, ma che un domani, magari
quando finir la droga composta da quella incredibile miscela formata da dollaro basso, euro basso, tassi di interesse bassi e stimoli di
Draghi, potrebbe guardarsi altrove e sarebbe
un peccato se, guardandosi altrove, trovasse solo partiti che ragionano inutilmente pi con la
pancia che con la testa, e che spesso sono capaci di comunicare solo a colpi di ruttini. Poi,
se la Corte europea non far il miracolo, ci sar
anche il problema di trovare un erede. Ma
paradossalmente questo problema viene
dopo, e non prima di aver scelto da che
parte stare. Pancia o cervello?

Renzi ha bisogno di unopposizione


A chi giova un sistema parlamentare a frammentazione multipla

atteo Renzi il principale artefice della


costituzionalizzazione del berlusconismo,
e intendo con questo termine la felice anomalia ventennale che al netto delle animosit
DI

ALESSANDRO GIULI

personali e del tentativo di esiliare il Cav. per


via giudiziaria ha modellato in Italia una democrazia dellalternanza di tipo bipolare. Se
non bipartitica perfino, come sembra suggerire la nuova legge elettorale seminata dal Patto del Nazareno e poi quintessenziata nel laboratorio politico di un premier plenipotenziario
che ha imposto le sue modifiche ai contraenti dellaccordo. Labolizione del bicameralismo e gli altri capitoli delle riforme costituzionali in gestazione convalidano lassunto: una
legislatura sorretta inizialmente dai fragili pilastri delle tre minoranze di blocco il Pd bersaniano vincitore senza trofeo, il partito berlusconiano perdente ma indispensabile e i grillini inabili a governare cos come alla formazione di unopposizione non anti sistemica
si rapidamente mutata in una stagione di
riformismo costituente fondata su una maggioranza di nome, quella delle piccole intese con
i centristi e i (furono) montiani e su una maggioranza di fatto, chiamata Patto del Nazareno
e destinata nelle premesse a essere il prologo del bipartitismo che verr: un blocco neolaburista e un blocco liberal-conservatore che si
contendono Palazzo Chigi, mentre ai loro
estremi vivacchiano rumorose le forze cos
dette anti politiche (Lega e M5s) e le destre e
le sinistre residuali. In questo schema leccezionalismo renziano, liperbole di un presidente del Consiglio divenuto tale per vie parlamentari e chiamato a riscrivere con Berlusconi le regole del gioco, trova cos una sua
completezza politica e istituzionale.
Ma che succede se Renzi si fa prendere la

mano dalla prospettiva di triangolare, oggi, con


chiunque pur di non lasciare nessuno, domani, in condizione di sfidarlo con ragionevoli
prospettive di successo? Il gioco renziano ha il
pregio dessere scoperto e lineare: dopo aver
rimpannucciato i rapporti con la minoranza interna al Pd nelloperazione Mattarella, annesse le monadi del partito che fu di Mario Monti,
ridotti allineffettualit i ministeriali di Angelino Alfano, liberato e reso disponibile il flottante parlamentare degli ex grillini, lex sindaco di Firenze pu permettersi di trattare il Cav.
come un interlocutore subalterno sotto scacco
economico-giudiziario, vampirizzato nei consensi e forse anche nel personale politico, e di
signoreggiare sul Parlamento come se fosse un
gioco da tavola. Con il non trascurabile risultato di attrarre nella propria sfera dinfluenza
alcuni manipoli parlamentari eterogenei, il
cui potere di ricatto viene per ora riequilibrato soltanto dal timore di elezioni anticipate, ma
sopra tutto di lasciare intorno a s macerie. Vale a dire limpossibilit di unopposizione a venire. Il che, nel breve periodo, conviene eccome a Renzi e al tempo stesso non pu essergli
imputato per intero, essendo anche il frutto
dellaltrui insipienza. Ma la domanda centrale se lesito del processo politico contraddica oppure no le sue premesse. Le contraddice.
E in questo quadro anche la formula del Partito democratico come Partito della nazione
si carica di ambiguit, addensando una fuliggine di sospetti e retropensieri sopra un progetto che di suo non avrebbe nulla di polverosamente scudocrociato. Se, per ragioni pi tattiche che strategiche, Renzi inclinasse deciso
verso un sistema a frammentazione multipla
orbitante intorno a un partito omnibus, potr
vincere e governare a lungo senza rivali ma diventerebbe arduo anche solo immaginare
unalternativa, figurarsi se di natura bipolare.

I soliti civici (lhanno rimasto solo, sti otto tecnocrati)

tare adesso a rimuginare che


avrebbe potuto salirci lui a
piedi, col trolley, sul Colle pi alto, adesso che c arrivato con la

CONTRO MASTRO CILIEGIA - DI MAURIZIO CRIPPA

Panda uno pi grigio di lui, a che serve? E


come trovarsi al bar con Brunetta, quattro
pensionati mezzo avvelenati, a raccontarsela che il golpe, quella volta, ci fu. Storia passata. Adesso non serve neanche dirsi che ci
vorrebbe lo streaming, per vedere come volano gli stracci quando sono gli stracci della societ civile a volare, al congresso di Roma, domani. E recriminare su una battutaccia del Royal, dialogher anche con Scelta civica, se esiste ancora. O forse era un

pronti via? Parole damarezza, quelle del


deputato Andrea Vecchio: Ecco che i transfughi si dirigono finalmente verso lidi pi
promettenti. Hanno fatto san Martino fuori stagione. Gianluca Susta, Alessandro Maran, Linda Lanzillotta, Pietro Ichino, la dama Ilaria Borletti Buitoni e leconomista
Irene Tinagli, il viceministro dello Sviluppo
economico, Carlo Calenda e pure il ministro pop dellIstruzione, Stefania Giannini.
Benedetto Della Vedova aveva pronta una
mozione: Per non sfasciare tutto. Gi. Ma
pensarlo l, il Prof. Monti, come Gassman
nel film di Monicelli, nellalba di Milano,
col gessato sdrucito e non proprio di sartoria, che grida contro il fato: Mhanno rimasto solo, sti otto tecnocrati!. Ecco, fa male.

cipe Ghazi bin Talal, esponente della casa reale giordana.


Assieme ad Abdallah c il generale egiziano Abdel Fattah al Sisi, in guerra anche lui con la politica del takfir, la scomunica delleretico, linfedele. Due giorni fa, al Sisi, dopo lennesimo attentato, ha detto che lEgitto sotto attacco di Fratellanza musulmana,
al Qaida, Isis e Hamas, mettendoli tutti assieme, senza distinguo o
irenismi. Sisi ha poi inserito Hamas nella lista nera dei terroristi.
Ironico, visto che lUnione europea lha appena tolta dalla sua. Come ci spiega Ashraf Ramelah, direttore di Voice of the copts, Sisi
sta cercando di rivoluzionare lislam. Se non lo uccidono prima. In
medio oriente oggi, sia teologicamente sia politicamente, c solo
un binomio: Sisi o Isis, il re in cravatta o il califfo col turbante.
(Al Azhar e il terrore contro gli infedeli, Matzuzzi a pagina due)

CHI VINCE FRA MARTE E VENERE


LEuropa tratta con Putin per
evitare lazzardo ingiustificato
(cit. Gentiloni) degli americani

Perch molti tedeschi quando


guardano al conflitto contro
Putin si arrabbiano con lAmerica

New York. Ieri sera Angela Merkel e


Franois Hollande hanno incontrato al
Cremlino il presidente russo, Vladimir Putin, per presentare qualcosa di simile a
unultima offerta per il cessate il fuoco nellUcraina orientale. Difendere la pace in
Europa lobiettivo generale delle mosse diplomatiche che negli ultimi giorni
hanno ripreso corpo e senso di urgenza,
ma quando si entra nei dettagli di un possibile accordo si trovano soltanto opzioni
impraticabili, almeno in linea di principio.
Il presidente dellUcraina, Petro Poroshenko, ha fiducia nelliniziativa franco-tedesca, ma allo stesso tempo dice che non
accetter una soluzione che comprometta
lintegrit territoriale del paese; Merkel
spiega che non pu certo negoziare sui
confini di un altro stato sovrano, ma questa
prudenza sembra invalidare lidea del modello Transnistria di cui si parla in queste
ore, ovvero un congelamento del conflitto
con la creazione di un cordone di sicurezza intorno a
unarea controllata de facto
dai separatisti. Di questo
Merkel e Hollande hanno
certamente parlato a Kiev
gioved con Poroshenko,
ma limprovvisa fretta
diplomatica ha fatto
saltare un comunicato
congiunto che non
avrebbe favorito la missione moscovita della delegazione europea. Merkel
e Hollande, tuttavia, non
hanno molto da offrire se
non concessioni alle richieste di Vladimir Putin
per mettere un argine diplomatico ed evitare lescalation militare. Su questo
si creata una spaccatura fra lEuropa e
lAmerica, che nellultima settimana ha
preso a discutere con insistenza della possibilit di fornire armamenti letali allesercito ucraino. Come dice, riferendosi a
Washington, il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni: Rispettiamo chi pu
avere una posizione diversa ma immaginare che ci possa essere una soluzione militare alla crisi ucraina sarebbe a nostro avviso un azzardo ingiustificato.
Per evitare lazzardo ingiustificato la
cancelliera e il presidente francese vanno
al Cremlino a negoziare una pace, e il solo fatto di sedersi al tavolo con Putin senza precondizioni chiare secondo alcuni
gi il segno che lEuropa preferisce vedere
unUcraina divisa e in qualche forma occupata dalle forze russe pur di evitare un
confronto con la Russia. A Washington la
corrente va nella direzione opposta. Il vicepresidente americano, Joe Biden, ha
messo in guardia tanto Putin quanto gli alleati europei da un accordo di pace che
viola le condizioni fissate nel protocollo di
Minsk: Putin ignora tutti gli accordi che
il suo paese ha firmato. Questo un momento in cui gli Stati Uniti e lEuropa devono essere uniti. E saldi. La Russia non
pu ridisegnare la mappa dellEuropa.
Gioved il senatore repubblicano John McCain ha detto che gli Stati Uniti devono
agire urgentemente per dare assistenza
militare allUcraina e non ha aizzato soltanto uno stormo di falchi ma unampia
coalizione bipartisan che una rarit nella politica sclerotizzata di Washington. Il
gruppo di lawmakers ha chiesto con una
lettera alla Casa Bianca di sostenere lesercito ucraino, facendo eco al recente report in cui un pugno di ex funzionari della difesa, guidati da Strobe Talbott (clintoniano esperto di Russia e presidente della Brooking Institution) ha fornito il pi articolato e credibile argomento per il sostegno militare allUcraina. Lidea che un
sostanziale aumento della forza dinterdizione ucraina far cambiare i calcoli di Putin, che non vorr infilarsi in un conflitto
troppo lungo e costoso. Il prossimo segretario del Pentagono, Ash Carter, ha detto
che sarebbe molto incline a concedere
forniture militari a Kiev. Presentando la
strategia per la sicurezza nazionale, Susan
Rice ha detto che Obama sta ancora vagliando questa ipotesi. Secondo il documento, laiuto americano in Ucraina consiste nella presenza dinamica nellEuropa centrale e orientale per dissuadere la
Russia dallaggressione. La presenza dinamica, si legge, consiste in esercitazioni
della Nato, difesa delle strutture energetiche, sanzioni, e assistenza umanitaria. Senza riferimenti agli armamenti letali.
Twitter @mattiaferraresi

Milano. Pegida non c pi, ma in compenso nato Pegada, con la a. Nessun errore, nessun refuso. Perch mentre i vertici dellorganizzazione di estrema destra
contro lislamizzazione dellEuropa si sono
dimessi uno dopo laltro, sabato scorso, a
Erfurt (anche questa una citt ex Ddr), un
migliaio di cittadini scendeva in strada, in
veste di neonati Patrioti europei contro lamericanizzazione delloccidente. Sfilavano
con cartelli che mettevano in guardia dalla
potenza terroristica Usa; da una rottura
insanabile con la Russia; da una terza guerra mondiale. Pegada sembra pescare in un
bacino molto simile a quello di Pegida, cio
tra lestrema destra e i teorici del complotto. Dunque, lantiamericanismo tedesco non
pi (solo) di sinistra. Anche Alternativa
per la Germania, il partito ultranazionalista
che alle ultime europee ha ottenuto consensi notevoli, partito da una piattaforma anti euro e anti immigrazione ma di recente
ha aggiunto ai suoi temi anche lantiamericanismo. Che sia di sinistra
o di destra, lantiamericanismo tedesco in crescita, e adombrer
la visita ufficiale della cancelliera Angela Merkel alla Casa
Bianca prevista per luned
prossimo.
Gi un anno fa Sebastian Fischer, corrispondente dallAmerica dello
Spiegel, osservava che
sorprendente notare come,
per una parte di tedeschi,
il conflitto ucraino con la
Russia sia di fatto un conflitto con lAmerica. E
pi Putin si mostra aggressivo verso lUcraina, pi alta si leva la
critica in Germania
contro lAmerica.
Una escalation di risentimento che preoccupa, tanto che anche lEconomist di questa
settimana vi dedica larticolo Ami go home, nel quale analizza le ragioni di questo
risentimento. Il settimanale britannico non
lunico a suonare lallarme. Ieri il sito del
mensile di politica e attualit Cicero titolava: LEuropa cade a pezzi, e ha bisogno degli Usa. Larticolo portava la firma di Andrew Denison, direttore del Transatlantic
Networks a Bonn, e la tesi la seguente:
Stretta nella morsa di una lunga crisi economica, di un calo demografico costante,
lEuropa, si sta autodemolendo. Motivo per
cui laiuto dellAmerica fondamentale per
la sua sopravvivenza, anche se per molti europei lAmerica resta a tuttoggi una specie
di alieno, met cowboy met guerrafondaio. Come detto, lantiamericanismo non
nuovo, n in Europa, n in Germania. Anche negli ex Lnder dellest, che pure alle
ricorrenze comandate (caduta del Muro,
Riunificazione) volentieri ricordano la frase di Ronald Reagan, Mr Gorbachev, tear
down this wall!, e che hanno una forte tradizione atlantista, i dissapori nei confronti
dellAmerica sono sempre pi frequenti.
Ci sono ragioni antiche, come la diffidenza e lavversione causata dalla guerra in
Iraq: opinione condivisa che lex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schrder
sia stato rieletto Kanzler nellautunno del
2002 anche grazie al suo no a partecipare
insieme allAmerica allinvasione dellIraq.
Ma ci sono anche questioni pi recenti, come le accuse (per ora non provate) dellex
contractor Edward Snowden secondo cui
lNsa americana avrebbe intercettato il telefono personale di Angela Merkel e violato la privacy di migliaia di tedeschi.
E cos oggi, confortati anche da grandi
vecchi come Helmut Schmidt, che ha ripetutamente puntato il dito contro gli errori
compiuti nei confronti di Putin, i tedeschi
guardano con estremo sospetto allannuncio di Washington di considerare linvio di
armi alle forze militari ucraine. Un attento commentatore osservava a tal proposito:
E interessante notare quanto gli europei
si angoscino assai pi di Putin per lintenzione americana di inviare armi. Unangoscia che il ministro della Difesa tedesco,
Ursula von der Leyen (Cdu), ha provato a
esorcizzare durante un talk-show, gioved:
Quel che siamo oggi lo dobbiamo anche allAmerica.
Twitter @affaticati

PUTIN tra zarismo e autismo. Tutti


gli errori di lettura delloccidente
Tiliacos a pagina due
Questo numero stato chiuso in redazione alle 21

ANNO XX NUMERO 32 - PAG 2

Lettere rubate
Siamo tutti lultimo valzer
di qualcuno. Ecco perch non
diciamo mai: sparisci sgorbio
Oddio, grazie infinite. Sar un vero piacere. Non voglio ballare con lui. Non voglio ballare con nessuno. E anche se ne avessi voglia,
non con lui. Anzi, sarebbe proprio lultimo
DA

ANNALENA

della lista. Come se non avessi visto in che


modo balla: sembra uscito dalla notte di Valpurga. Pensa, meno di un quarto dora fa me
ne stavo l a dispiacermi per quella povera disgraziata che stava ballando con lui. E adesso sar io quella disgraziata. Fantastico.
Dorothy Parker, Il valzer (Astoria)
Siamo tutti lultimo valzer di qualcuno.
Lultima persona al mondo con cui quella persona vorrebbe ballare, parlare,
scherzare. Magari non perch siamo cos
impacciati e infrequentabili (a volte per
s, siamo infrequentabili), ma perch in
quel momento rappresentiamo il fallimento della speranza di tornare a casa
con un altro, o lostacolo a un inseguimento, o anche limpossibilit di fuggire da
una festa senza salutare nessuno. Andiamo incontro sorridendo a qualcuno che
dentro di s sta dicendo ti prego, non venire da me e labbracciamo, facciamo domande insistenti, senza notare laria disperata, gli occhi che roteano da un angolo allaltro della stanza: magari aveva un
appuntamento segreto e noi lo stiamo
mandando allaria, o aveva appena deciso
di confessare tutto alla moglie e noi gli
chiediamo se ha letto Houellebecq. Ecco
perch, quando sono gli altri a diventare,
fatalmente, il nostro ultimo valzer, non
riusciamo a dire: sparisci, sgorbio, come
in Provaci ancora, Sam. Invece sorridiamo, sconfitti, e accettiamo la sorte avversa, la serata sprecata: a parlare di alpinismo con un alpinista, di vendemmie con
un sommelier, di modi per rimborsare il
debito pubblico con un ambasciatore.
Che altro si pu dire, quando un uomo ti
invita a ballare? Ci mancherebbe altro,
dovrai passare sul mio cadavere? Oh, grazie infinite, ne sarei estasiata ma ho le doglie. Sar un vero piacere. Sar un vero
piacere farmi levare le tonsille, sar un
vero piacere ritrovarmi su una nave in
fiamme nel cuore della notte. Dorothy
Parker ripercorre la disperazione, lo
smarrimento, la futilit, la degradazione e
lomicidio premeditato che ci colgono
quando vorremmo fuggire e invece diciamo: certo. Adesso che Astoria ha ripubblicato undici suoi magnifici racconti in
Dal diario di una signora di New York,
tradotti da Chiara Libero, si pu ripetere
ad alta voce: Non riesco a capire come
mai un fulmine non mi abbia fatto secca,
e sentirci meno soli nelluniverso quotidiano degli ultimi valzer, degli scocciatori a loro insaputa e della buona educazione che impone di dire: ma che piacere,
per vediamoci pi spesso. Per se torniamo al tavolo probabilmente gli dovrei
parlare, ma guardalo! Che mai si pu dire a un coso del genere! E andato al circo questanno? Che gelato preferisce? Come pronuncia peronospora? Basta, non
c pi speranza. E come se fossi finita in
una betoniera in piena attivit. E mentre
noi siamo dentro la betoniera e sorridiamo con i denti che ci restano pensando
che devono essere trascorsi gi almeno
sette mesi dal momento in cui abbiamo
detto: quanto tempo, con la coda dellocchio vediamo che tutti gli altri si stanno
divertendo tantissimo. Hanno incontrato
anime gemelle, hanno ottenuto informazioni importanti, hanno trovato il loro posto nel mondo, o semplicemente sono gi
sulla porta e stanno salutando, sereni.
Noi invece restiamo l, con un ronzio nella testa e nessuno che venga a salvarci. La
vita intera ci scorre davanti, mentre lo
scocciatore, seduto comodo, spiega tutte
le cospirazioni dietro il terrorismo islamico (compresa la Cia) e noi sentiamo addosso gli anni che passano. E giuriamo
che non usciremo di casa mai pi.
Dalla prossima settimana, Annalena
risponder ai lettori sul sito del Foglio.
Scrivete a lettereannalena@ilfoglio.it

BORDIN LINE
di Massimo Bordin

La politica del terzo millennio veloce, consuma rapidamente le suggestioni che produce. La
corsa a occupare la prestigiosa casella
di Tsipras italiano rallentata notevolmente dopo le performances della singolare coppia formata da un premier
senza cravatta e un ministro con la motocicletta. La loro trasferta nei palazzi
del potere europeo ha ricordato i momenti migliori dei film dei fratelli
Marx pi che un revival del vecchio
omonimo di Treviri. Inevitabile la delusione della sinistra-sinistra che guardava al Partenone come nuova location
delle officine Putilov. Delusione anche
in una concessionaria Harley-Davidson per una prenotazione appena disdetta da Pippo Civati. A difendere i
due sconsiderati, a parte la maggioranza dei greci e ci ha un peso, rimasto
solo il manifesto. Gente tosta, capace
anni fa di impostare una campagna
pubblicitaria con lo slogan Dalla parte del torto, raffinata citazione brechtiana che per, non essendo pi le case del popolo quelle di una volta, fu
equivocata. Eppure, nonostante gli
aspetti grotteschi che a sinistra non
mancano mai, si pu anche pensare
che infierire non convenga a nessuno.
Non ci vuole un premio Nobel per capire che annientare un debitore annulla la possibilit di riscuotere il credito, anche se parzialmente.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

MERLO, BELPOLITI E IL FIGARO ROMANZEGGIANO SCIROCCOSI

Come timpupo Mattarella coi soliti luoghi comuni del made in Sicily
S

ono arrivati gli zii di Sicilia, cerimoniosi come i re Magi, a portare il loro saluto al martirello del Quirinale. Sono arrivati trainando un carretto agghindato di tutti
gli stereotipi letterari della sicilianit e
della sicilitudine, che piacciono tanto ai turisti. Ci hanno risparmiato finora lo scirocco, anzi i secoli di scirocco impigliati in
quellaureola di capelli bianchi, ed gi
qualcosa; ma per il resto lhanno impupato ben bene, Mattarella, dando fondo a tutte le riserve di Sciascia e De Roberto e
Brancati che avevano a disposizione. Il primo dei re venuti da meridione, Francesco
Merlo, gli ha dedicato su Repubblica un ritratto con pi addobbi e candele della festa
di Santa Rosalia. In uno dei suoi accessi
ahi quanto frequenti di maschia e chiaroveggente empatia, Merlo si immaginato il
presidente perduto nellimmensit soffocante del Quirinale come Casimiro, il triste Vicer di Sicilia; un siciliano schivo,
coperto e cauto, un siciliano tragico e superbo che brancatianamente vede il nero

anche nel sole, umbratile e sensibile siciliano fenicio che non perdona, uno di
quei siciliani muti, nodosi, solitari, sobri,
schivi e diffidenti, che ha la solitudine
della Sicilia terragna, Sicilia di scoglio diceva ancora Sciascia e non di mare aperto,
mai di avventura. Altro che loro, lincenso e la mirra: tutti i clich del made in Sicily si danno convegno in questo piccolo dizionario dei sinonimi dove tutto dolente,
taciturno, malinconico, tormentoso, sofferente. Sciroccoso no ed gi qualcosa.
Neppure avevo fatto in tempo a riprendermi da questo concentrato di sicilitudine
posticcia, pi stucchevole dei fruttini di
marzapane, che gi vedevo venire da settentrione il secondo re, Marco Belpoliti,
che dopo il corpo del capo, le foto di Moro
e la canottiera di Bossi ha portato in dono,
sullEspresso, una pagina sulla schiena
curva e per dritta di Mattarella. Il presidente non sarebbe stato troppo fuori posto
nella cerchia di don Gaetano, il prete di
Todo Modo. Ma lelemento che pi lo con-

nota, e che lo incurva, la mestizia, quel


dolore sottile e malinconico che era proprio di tutta una generazione di notabili
democristiani, a partire da Aldo Moro.
Moro quello dei secoli di scirocco, appunto, del quale Sciascia ebbe a dire che incarnava il pessimismo meridionale; e in
Mattarella questo pessimismo sintravede
appena, ma devesserci. Eppure la mestizia esprime anche una forma di desiderio,
indiretto e sottile, che i siciliani possiedono in un disegno cos unico: per loro la malinconia disincanto, distanza, ma anche
bruciante desiderio.
Che portenti, questi magi sciroccati. Perch delle due luna, o sono cos perspicaci
da saper penetrare in un lampo di intuizione letteraria nelle pieghe pi nascoste dellanima di uno sconosciuto, o il loro gioco
un altro: prendere il malcapitato presidente e proiettargli addosso tutta una fantasmagoria di reminiscenze romanzesche
(tanto lui sta zitto e immobile, come i siciliani di scoglio). Daltronde, non era stato

gi Sciascia a trasformare Moro in un personaggio di Pirandello?


Incensato da Belpoliti, cosparso di mirra
da Merlo, al neonato quirinalizio mancava
solo loro, ed venuto da Parigi, o meglio
dalloltretomba. Il Figaro ha riportato che
Leonardo Sciascia descriveva Mattarella
come uno di quei siciliani testardi, inflessibili, capaci di sopportare enormi quantit
di sofferenza, di sacrificio. Che sono s parole di Sciascia, ma non riferite a Mattarella, bens al Fra Diego La Matina di Morte
dellinquisitore. Anche qui, delle due luna: o Sciascia vedeva in Sergio Mattarella
un redivivo La Matina, leretico che uccide
il suo inquisitore (pare improbabile), o il
povero redattore del Figaro ha trovato queste parole nel ritratto di Merlo, che le citava, e rintronato da tutti quei venti sciroccosi di sicilitudine romanzesca non ha capito
pi dove finiva luomo e dove cominciava il
personaggio. Di questo pasticcio rivelatore
non possiamo che essergli grati.
Guido Vitiello

LAMENTO DALEMIANO, COS BRAVO A FARE DALEMA

Stasera ho vinto anchio. Lorgoglio di Max, linfluenza e Kansas City


C

ome se fosse voce di pischelli dalla marana fuggita, come se il Nando Moriconi de Kansas City ricomparisse (America,
facce Tarzan!) a bordo cronaca. Cos ieri,
con sottile perfidia, a pag. 8 il Messaggero
lantico urlo rilanciava: A Massimo, facce
DAlema!. E Massimo, che DAlema fa in
modo incomparabile perfetta ne reca
lincarnazione, sublime il tono al meglio
si prodotto: Abbiamo avuto uninfluenza determinante nellelezione del capo
dello stato, al di l di certe ricostruzioni
ossequenti verso Renzi Ci siamo riuniti,
abbiamo discusso e alla fine Bersani ha
detto a Renzi: siamo disponibili a votare
Amato o Mattarella. Insomma: hanno
vinto io. DAlema ha quasi sempre ragione,
ma quasi sempre il contesto lo fotte (il risotto da Vespa; la presentazione del mordace cane del podere al doctor Friedman
senza peraltro esortare la simpatica bestia a passare dalle intenzioni ai fatti; il timone dellIkarus), cos che sulla sostanza
spesso il riflesso prevale. Sul Messaggero

partiva da Tsipras e finiva con Verdini, caracollava tra il Peloponneso e le Cascine,


ma era nel punto centrale lelezione di
Mattarella, lelevazione di Renzi che savvertiva il sussulto e copioso il sanguinamento. Divertente vedere che io, nelle foto fatte circolare da Palazzo Chigi non ci
sono. Lo sa che nei regimi stalinisti cerano degli specialisti che cancellavano dalle fotografie i volti dei dissidenti? ed ecco, per intero, Massimo/Nando che fa DAlema/Tarzan. Col primo giustamente a ricordare che quando cera lui, cari voi, pure Mattarella gi cera, pronto per luso,
uomo di grandissimo spessore democratico e civile, che a momenti, con tutto il rispetto, sfigurava pure Amato, mica sotto un
cavolo degli orti di Pontassieve lavete trovato; e pure di buonissimi sentimenti, luomo, ho avuto con lui un rapporto personale di stima, amicizia, fiducia e persino di
gratitudine altro che il quotidiano chupa chupa telefonico dello sbianchettatore
di Palazzo Chigi con Denis. Ma cosa leva?

Cosa mette?
Ecco che, di nuovo, lorgoglio dalemiano
sul contesto frana. Pu darsi che lui sia
molto assistito dallintelligenza, e che Matteo, invece, possa fare discreto affidamento sul culo. Per, sottolinearlo cos pubblicamente: a) allintelligenza niente aggiunge; b) al culo (altrui) d dimensioni stratosferiche, da area metropolitana. Si fa perci, il lamento dalemiano per le occasioni
mancate, simile a quello, mirabile, di Nando Moriconi con la di lui genitrice: Se anchio da bimbo, mami, fossi andato nel
Kansas City invece so stato bloccato dalla scarlattina do you remember, mami,
quando ho ricevuto la scarlattina? come
il contesto tutto muta: in scarlattina, per
esempio, linfluenza sul capo dello stato.
Forte deve essere il rimpianto, in DAlema, per questo generalizzato ritorno al
gusto vintage della Prima Repubblica tra
quelli che dal Quirinale escono, e quelli
che al Quirinale entrano senza che nessuno prenda in considerazione lui. Anzi, lui

per sempre mai. Sbianchettato. Tagliato.


Fuso. Solo rassegnarsi, bisogna. Ogni tanto, DAlema tra i non molti in politica che
leggono per gusto e non per tavole rotonde ha il vezzo di segnalare libri dei quali si invaghito. Cos fu per Le braci di
Sandor Marai. Cos per il fenomenale Il
medico di corte di Per Olov Enquist storia del dottor Struensee, assunto quale medico personale di Cristiano VII di Danimarca, e quattro anni pi tardi giustiziato. E mica per diagnosi sbagliata. In quei
pochi anni, lilluminato dottor Struensee,
riusc quasi a far compiere una rivoluzione. Poi fin col boia. Malamente, ma cos
fin. Chiss se DAlema col saggio Struensee si mai identificato. Ma trattasi di storia con esito forse troppo radicale. Mejo la
tendenza Nando Giovane italiano, mami, che da bimbo fu trasferito nel Kansas
City. Oh, ce risemo con sto Kansas City!:
ch almeno la mazza, almeno quella, utile
pur senza la firma di Di Maggio, tra le mani resta. (sdm)

AHMED AL TAYEB, IL SORBONIANO CHE PIACEVA IN VATICANO

Terrore contro gli infedeli: la ricetta del moderato imam di al Azhar


Roma. Confidavano molto, in Vaticano,
sul ruolo di mediatore del grande imam di
al Azhar, Ahmed al Tayeb, colui che due
giorni fa guardando il rogo del pilota giordano trasmesso in mondovisione dal
network del Califfato auspicava la crocifissione o la mutilazione per tutti gli sgherri di Abu Bakr al Baghdadi, rompendo il silenzio che troppi, nella umma, avevano tenuto dinanzi alle scorribande delle milizie
nere. Fino a qualche anno fa veniva a Roma e partecipava ai meeting di SantEgidio
dando sfoggio della sua sterminata cultura.
Parlava delloccidente che aveva colonizzato e sottomesso lEgitto, andava a fare visita al Papa copto dopo che qualche chiesa
veniva data alle fiamme tra il Cairo e Alessandria. Si ricordava, in quei meeting, il
suo dottorato di ricerca in Filosofia islamica alla Sorbona, quasi fosse garanzia sufficiente di moderazione. Poi, nel gennaio del
2011, la rottura. Benedetto XVI, allAngelus
del 2 gennaio, si disse addolorato per il
grave attentato contro la comunit cristiana copta compiuto ad Alessandria dEgitto
che aveva causato decine di morti. Parlava
della strage come di un vile gesto di morte, pari a quello di mettere bombe vicino alle case di cristiani in Iraq per costrin-

gerli ad andarsene. Immediata fu la replica del moderato al Tayeb, che defin le parole di Ratzinger un intervento inaccettabile negli affari dellEgitto. Non solo, perch il Pontefice oggi emerito veniva accusato di avere una visione sbilanciata
su musulmani e
cristiani e gli si
rimproverava di
non aver chiesto
la protezione dei
musulmani quando
erano massacrati in
Iraq. Subito dopo, limam decret conclusa
lesperienza del dialogo
con il Vaticano fino al giorno in cui il Papa non si fosse
scusato pubblicamente delle
dichiarazioni fatte. Una ferita
che ancora oggi non sanata, come ammetteva qualche settimana fa ad Avvenire il cardinale JeanLouis Tauran, che del Pontificio consiglio
per il dialogo interreligioso il presidente. Scavando nella biografia e nel curriculum del dotto poliglotta sorboniano che oggi vorrebbe fare del vicino oriente una

grande via Appia puntellata di tanti novelli Spartacus barbuti crocifissi, si scopre
quanto poco moderato sia al Tayeb. Certo,
nel 2007 fu tra i firmatari della lettera dei
138 saggi musulmani al Papa e ai capi
cristiani in cui si richiamava la
necessit del dialogo ma, andando a ritroso nel tempo,
della vocazione dialogante dellattuale imam di al
Azhar si trova ben poco.
Nel 2002, in qualit di
Gran Muft dEgitto, illustr la ricetta per porre finalmente fine al conflitto
israelo-palestinese: La soluzione al terrorismo
israeliano si basa sulla
proliferazione degli attacchi di martirio che
terrorizzano i cuori dei
nemici di Allah. I paesi islamici, sia i popoli che i governanti,
devono sostenere queste operazioni di
martirio. Temendo dessere stato poco
chiaro, precis poi che le operazioni di
martirio contro qualsiasi israeliano, inclusi i bambini, le donne e i giovani, sono legittime dal punto di vista della legge isla-

mica. Due anni pi tardi, intervenendo a


una tavola rotonda organizzata da SantEgidio a Milano, ci tenne a chiarire che un
conto il terrorismo che colpisce innocenti, un conto affibbiare letichetta di terrorismo a quella che solo una reazione di
autodifesa per proteggersi da qualcosa, come nel caso della resistenza nei confronti
di forze di occupazione.
Intanto, nel giorno in cui le milizie dello Stato islamico hanno raso al suolo la
chiesa caldea della Vergine immacolata a
Mosul, in Iraq, il Papa ha invitato a pensare ai nostri martiri, quelli del 2015. Pronunciando lomelia a Santa Marta, Francesco ha detto di pensare a quegli uomini,
donne, bambini che sono perseguitati,
odiati, cacciati via dalle case, torturati,
massacrati. E questa non una cosa del
passato: oggi succede questo. I nostri martiri, che finiscono la loro vita sotto lautorit corrotta di gente che odia Ges Cristo.
Ci far bene pensare ai nostri martiri. Oggi pensiamo a Paolo Miki (gesuita crocifisso durante una persecuzione anticristiana
in Giappone, ndr), ma quello successo nel
1600, ha osservato il Papa. Pensiamo a
quelli di oggi! Del 2015.
Matteo Matzuzzi

IL PARERE DELLA STORICA HELENE CARRERE DENCAUSSE

Putin tra zarismo e autismo. Tutti gli errori di lettura delloccidente


Roma. La notizia che il comportamento del presidente russo Vladimir Putin sarebbe condizionato da quella forma
di autismo chiamata sindrome di Asperger, come diagnostica lo studio riservato di un think tank del Pentagono (risalente al 2008 ma solo ora rilanciato dai
media americani), ci riporta ai tempi in
cui per interpretare le decisioni di Hitler
era chiamata in causa la sifilide, e le
emorroidi per quelle di Napoleone. Una
prospettiva fatta apposta per dar ragione
al politologo di Chicago John Mearsheimer (vedi il Foglio del 4 febbraio), che ritiene le lite occidentali incapaci di capire che la Russia si muove a partire da categorie non riducibili alle nostre. Ieri, nel
giorno in cui la cancelliera Merkel e il
presidente francese Hollande erano a Mosca per discutere con Putin della crisi
ucraina, il Figaro ha pubblicato unintervista alla storica della Russia Hlne
Carrre dEncausse. Segretaria dellAcadmie franaise dal 1990, discende da
una famiglia di nobili georgiani emigrati
in Francia dopo la rivoluzione dOttobre,
la madre dello scrittore Emmanuel
Carrre e nel 2011 ha pubblicato in Italia
La Russia tra due mondi (Salerno), men-

tre il suo ultimo libro uscito in Francia


dedicato alla dinastia dei Romanov.
Al Figaro, che le chiede che cosa abbia in testa Putin rispetto al conflitto in atto nellest dellUcraina, la studiosa risponde che prima di tutto, per capire,
necessario smettere di giudicare i russi
sulla base dei nostri criteri: Putin dipinto come un dittatore, uno sciovinista
pieno di idee estremiste come quelle di
Aleksandr Dugin sullEurasia: eccessivo. Il presidente russo viene da studi superiori, affascinato dalla storia, soprattutto quella del passato russo, scoperta
nel 1991 dopo il crollo dellUrss. E prima
di tutto un fervente patriota e non

PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri

Sergio Staino scrive a Matteo Renzi: Sai che mi costa riconoscerlo, ma stavolta sei stato bravo.
Renzi risponde: Tutto culo. Riferisco,
a costo dindiscrezione, per il piacere
di registrare che la met essenziale di
Machiavelli lha capita. Resta laltra
met, o presso.

profondamente antioccidentale. Chiede


semplicemente se per modernizzare un
paese sia necessario copiare esattamente
loccidente. Rispetto al problema ucraino, Hlne Carrre dEncausse pensa che
linvio di armi allUcraina e il fatto di incoraggiarne il progetto di adesione alla
Nato sarebbero pessime scelte per loccidente, che non fanno i conti con linaccettabilit, per la Russia, di un lungo confine con un paese nella Nato: Per Putin sarebbe come il drappo rosso agitato davanti al toro. Anche le sanzioni, gi in atto,
rischiano di essere un pessimo affare.
Possono avere come esito, spiega Hlne
Carrre, un calo di consenso da parte delle classi medie russe, con la conseguente
destabilizzazione di Putin; ma il disprezzo
delloccidente che i russi percepiscono
urta il loro orgoglio nazionale e potrebbe
spingere la Russia a rivolgersi maggiormente allAsia. E ricorda che Russia e
Cina hanno molti interessi comuni, in particolare nelle alleanze che le coinvolgono,
come il gruppo di Shanghai e i Brics, la
cui prossima riunione si terr a margine
del G20 a Pechino, questanno.
Nella stessa pagina del Figaro, lesperto di strategia Thomas Gomart accusa Pu-

tin di immaginarsi come un nuovo zar Nicola I, alla testa di una sorta di Internazionale autoritaria conservatrice, capace
di contestare apertamente la leadership
americana e di fustigare la decadenza europea. Il presidente russo, secondo Gomart, sta dimostrando, nel conflitto ucraino, di preferire lescalation militare alla diplomazia, e mentre moltiplica i riferimenti storici e religiosi, non dissimula
pi il proprio autoritarismo.
Hlne Carrre ricorda che quello sulla ricerca di una via non appiattita sulle
categorie occidentali un dibattito molto
antico in Russia: Ha diviso nellOttocento gli occidentalisti e gli slavofili, che non
erano n fascisti n degli apprendisti dittatori, ma grandissimi intellettuali. Putin
rivendica nel cammino verso la modernit
il diritto di tener conto della cultura russa, in cui la religione ha il suo posto Se
riusciamo a smettere di giudicarlo sulla
base dei nostri soli criteri conclude la
segretaria dellAcadmie franaise questo aiuter a ristabilire una solidariet e
un clima pacificato in Europa, e permetter di salvare lunit dellUcraina, cosa
indispensabile.
Nicoletta Tiliacos

PREGHIERA
di Camillo Langone

La ricomparsa di Sciascia.
Il grande scrittore siciliano tornato: era
morto, morto anche nel senso che i suoi
libri giacevano inerti sugli scaffali, mentre adesso vivo, le sue pagine si rianimano, nuovamente urgono. La prova di
resurrezione stata lelezione di Mattarella figlio e fratello, Sergio: alla campagna di beatificazione di un uomo, di una
famiglia, di una dinastia, si opposto
quasi solo un morto, per improvvisa-

mente pi vivo dei vivi, ovvero Sciascia


che del Mattarella padre, Bernardo, si
scoperto che dubitava alquanto. La resurrezione completa, luscita dal sepolcro, avvenuta con le novit giudiziarie
su Ettore Majorana, lo scienziato inghiottito dal nulla nel 1938. Quindi mi sono andato a leggere (non a rileggere, non fingo di aver letto tutti i libri: a leggere per
la prima volta) La scomparsa di Majorana, nei Classici Bompiani. Ho perso
qualche ora di sonno e ho guadagnato
grandi piaceri intellettuali: Sciascia un

gigante della scrittura, mette i brividi


con una sola virgola. E talmente bravo
che mi ha prodotto due reazioni opposte:
voglia di rimettermi in letteratura, per
emularlo, voglia di riaprire una vineria,
per non disturbarlo (vorrei che pure Carofiglio leggesse Sciascia, che pure lui
fosse tentato dal ripiegare sullenologia).
Grazie a Sciascia ho scoperto che Majorana era un genio, molto pi genio di
Fermi e pertanto il massimo genio scientifico di cui lItalia anni Trenta disponesse. Majorana era uno che spiegava ai pre-

mi Nobel come fare certi calcoli, e poi


buttava il foglietto perch a lui lidea di
vincere un Nobel giustamente faceva
senso. Majorana era un giovane uomo religioso. Sciascia, sebbene poco mistico,
individua nella fede cristiana del fisico
nucleare la ragione della sua scomparsa:
non voleva avere sulla coscienza Hiroshima, che gi, grazie ai suoi calcoli, annusava. Alla fine del piccolo libro non si sa
da che parte inchinarsi: verso lo scrittore ricomparso o verso lo scienziato svelato? Comunque, inchinarsi.

Stampa la Panda
Lora dei siciliani scatta alle
direzioni. Calano i napoletani.
E Gomorra? Proprio residuale
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Lo stile del nuovo presidente della Repubblica conquista la grande stampa.
Altro che spolverare il loden di Mario Mon-

NOVE COLONNE

ti, la Panda grigia gi corre a tutto gas. Comincia il Corriere della Sera che, da par
suo, non avendo un palermitano al vertice
del giornale, per un pronto accomodo si attrezza col panino. Ed con laccoppiata tra
testate con il Giornale di Sicilia che Via
Solferino inaugura il federalismo editoriale: Sergiuzzo, pensaci tu.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Il rombo della Panda grigia galvanizza tutte le virt. Larrivo del nuovo capo
dello stato sbaraglia tutto il novero dei pretendenti alla successione di Ferruccio de
Bortoli alla guida del Corriere. Gianni &
Riotto detto Johnny giunto a Milano a bordo di una Millecento nera, comprata a suo
tempo a Butera coglie la ghiotta occasione per preparare il suo grande ritorno e
candidarsi alla direzione facendo un discorso alla redazione: Se siciliano deve essere, siciliano sia.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Antonio Polito, dato per papabile
alla guida di Via Solferino, perde quota. Lo
stesso dicasi di Pierluigi Battista, altro papabile. E cos Aldo Cazzullo troppo savoiardo, infine ma mentre Johnny, spalleggiato dal fan club di Detroit, si attiva
nella distribuzione di cassata e di cannoli
in Sala Albertini ecco il colpo di scena: sollecitato da Sebastiano Grasso, colonna portante del Corriere, a dare prova di abilit
preparando la pasta con le sarde, Johnny la
fa scotta. Ed finita per lui.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Resta comunque sbaragliato il
campo dei pretendenti perch con Sergiuzzo presidente, sol chi a Palermo s rodato
pu considerarsi degno candidato. E se alla Stampa di Torino, Mario Calabresi, il direttore, simpegna personalmente a scalpellare la statua eretta a suo tempo di Giorgio Napolitano a cavallo, proprio dal quotidiano di Torino che arriva il tanto atteso
successore di De Bortoli.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. E appunto Marcel, ossia Marcello Sorgi, il migliore dei candidati per la direzione del Corriere della Sera. Lautorevole editorialista, gi direttore del Tg1,
nonch applaudito commentatore ad
Agor, ancora una volta supera Riotto.
Preceduto dalla fama di munifico dispensatore di allegria, Sorgi ha gi fatto disporre a largo Treves, a Milano, un servizio di
distribuzione di pane, panelle, meusa, calcagnolo, musso, stigghiola e crocch e tutto quel che di meglio c della dietetica gastronomia da strada a conforto dei languorini corrieristi.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Alla Repubblica tenta di farsi largo Sebastiano Messina ma crolla di fronte
alla prova arancina. Il noto giornalista, non
solo dice arancino ma, pur forte di competenze quirinalizie, pecca dingenuit: sono gi tre giorni, infatti, che se ne va a bordo di una Panda grigia a festeggiare santAgata senza preoccuparsi di sottrarre cos
entusiasmo e devozione doverosamente destinati a santa Rosalia.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. La Panda grigia sfreccia, intanto,
sulla Cristoforo Colombo, a Roma. Bando
agli autisti e alle auto blu, il monito di
Papa Francesco. Cambio di linea editoriale anche allOsservatore Romano: Lo stile
di Sergio segna linnovazione anche nella
Chiesa. Cambia tutto anche al Messaggero di SantAntonio: Mattarella, santo subito. Cambia perfino Rolling Stone: Sergio,
oh yeah!. E cambia, infine, Dagospia: La
mummia sicula.
Mattarella al Quirinale, il sogno di ogni
giornale. Non pu non mancare lappuntamento col cambiamento anche alla Repubblica. Fedeli allo stile di Sergio Mattarella, tutti i giornalisti sposano lo stile sobrio
e si riversano nella metropolitana e sugli
autobus in servizio da Piramide allEur dove poi possono fare selfie con le comitive di
suorine in transito verso la basilica di San
Paolo. Anche Ezio Mauro, il direttore, non
si sottrae alla foto ricordo con le monachelle. Roberto Saviano, invece, ci resta male.
Con Mattarella al Quirinale, Gomorra
proprio residuale.

ANNO XX NUMERO 32 - PAG 3

Pene inasprite e inefficaci, largo alle procure. La Pa, meglio riformarla

elebrato dalla grande stampa come


un passo avanti epocale nella lotta
alla corruzione, laccordo raggiunto dalla maggioranza di governo su un disegno
di legge che in sostanza consiste in un
inasprimento delle pene, ha tutto il sapore di una grida manzoniana. Ricapitolando, nel nuovo disegno di legge si aumenta la pena minima per il reato di corruzione da quattro a sei anni, mentre la
massima passa da otto a dieci. Si tratta di
un emendamento alla proposta di legge
a suo tempo depositata dallattuale presidente del Senato Pietro Grasso (che
quindi evidentemente, in base alla sua
esperienza riteneva inutile linasprimento delle pene). Anche le pene accessorie vengono elevate, quella che consiste nel divieto a intrattenere rapporti,
cio a concorrere agli appalti, con la
Pubblica amministrazione, passa da tre a
cinque anni. Inoltre si torna a procedere dufficio e non su denuncia di parte
sul falso in bilancio, comera fino al 2002,
il che per non ebbe risultati eclatanti
allora e, come spiega il magistrato trevigiano Carlo Nordio, non si vede perch
dovrebbe averne di migliori ora. Si pu
anzi ipotizzare che la possibilit di procedere dufficio contro il falso in bilancio
possa attivare una serie di attivit ricattatorie o delatorie da parte di concorrenti o soggetti comunque ostili a unimpresa, che possono semplicemente far
apparire una notizia di reato magari in
forma anonima o attraverso insinuazioni,
che poi pu essere raccolta da un magistrato interessato pi alla ribalta mediatica che alla persecuzione effettiva di
reati. Lunico elemento della proposta di
legge che pu forse produrre qualche effetto anche lunico che riduce le pene,
da un terzo alla met, per chi collabora
con la giustizia. Naturalmente anche
questa norma, se non sar usata con prudenza, pu dare luogo ai fenomeni degenerativi del pentitismo di mafia, che a
un certo punto diventato quasi una categoria alle dipendenze delle procure,
con effetti talora devastanti, come nel celebre caso di Massimo Ciancimino.
Lampliamento della discrezionalit
delle procure anche in questo caso sembra un cedimento a una concezione giustizialista che accredita alla magistratura la funzione di contrasto ai fenomeni
degenerativi della Pubblica amministrazione, mentre il suo ruolo solo quello di
perseguire i singoli reati, mentre spetta
al legislatore e allesecutivo intervenire
con le necessarie riforme e riorganizzazioni di sistema. Una espressione particolarmente impressionante di questa pericolosa tendenza contenuta nellimpostazione della relazione del presidente
del Consiglio di stato allinaugurazione
dellAnno giudiziario. Giorgio Giovannini ha detto testualmente: La scarsa efficienza delle pubbliche amministrazioni,
le loro difficolt operative, i fenomeni di

corruttela vasti e ramificati che quasi


quotidianamente vengono alla luce impongono la presenza di un giudice amministrativo forte, indipendente e autorevole. La scarsa efficienza e le difficolt operative delle pubbliche amministrazioni non sono reati, attengono alla
cattiva organizzazione, alleccesso di normativa, a criteri di selezione delle dirigenze e del personale inadatti o addirittura clientelari, al ritardo nelladozione
delle nuove tecnologie, a possibili altre
cause che richiedono unazione di riforma e di riorganizzazione da parte di chi
ne ha la responsabilit, cio dei soggetti
politici, nazionali e locali, dai quali dipendono le varie amministrazioni, non
certo alla magistratura (che peraltro, come amministrazione pubblica non mostra affatto profili di efficienza tali da potersi presentare come modello o impancare in una impropria funzione riformatrice che non le compete).
In sostanza, se accetta questa impostazione, il governo rinuncia a esercitare il suo compito specifico nella lotta
contro le varie forme di degenerazione
della Pubblica amministrazione, di cui
la corruzione laspetto pi odioso ma
non lunico. Pu essere comodo delegare questo compito alla magistratura, con
uno spirito puramente punitivo che corrisponde ai bassi istinti di unopinione
pubblica manettara. Nella sostanza,
per, si mancherebbe allimpegno assunto verso i cittadini di rendere il loro
rapporto con lo stato pi sostenibile e
sopportabile, rendendo pi rapide e
semplici le procedure, disboscando la
selva inestricabile di norme spesso contraddittorie e inapplicabili, rendendo
amichevole il comportamento dei funzionari e moderno il sistema di trattamento delle informazioni in modo da fornire i servizi in tempi ragionevoli.
Se non si svilupper limpegno necessario nella riforma della Pubblica
amministrazione, concentrando invece
lattenzione solo sullaspetto punitivo
della corruzione (che spesso favorita
proprio dalla selva di normativa che
consente di fatto comportamenti eccessivamente discrezionali) si avr forse
qualche applauso immediato, ma alla fine i cittadini non otterranno alcun miglioramento nel loro logorante rapporto con la Pubblica amministrazione. Aumentare le pene, estendere larea di discrezionalit delle procure, oltre che
presentare profili di pericolosit per
limpiego che pu essere fatto di questi
accresciuti poteri da parte dellala giustizialista e politicizzata della magistratura, non spostano di un millimetro la
frontiera della lotta contro la corruzione e le altre forme di degenerazione
della mano pubblica. Se, come si dice,
questo il primo frutto della sospensione del patto del Nazareno, c da
preoccuparsi di quello che seguir.

Non un paese per Ogm


La sentenza del Consiglio di stato e lincredibile miopia dei Lincei

li organizzatori sono consci che il


convegno possa essere considerato
una illustrazione delle ragioni di chi a
favore degli Ogm. Questa precisazione,
stampata sullinvito a un convegno organizzato alcuni giorni fa a Roma dallAccademia dei Lincei sugli Organismi geneticamente modificati (Ogm) la dice
lunga sulla distanza di percezione tra
addetti ai lavori e opinione pubblica.
Una distanza certificata da un rapporto
dellAccademia delle Scienze americana (Aaas) di cui si discute molto in questi giorni: su molti temi, dagli Ogm ai pesticidi, dallenergia nucleare ai vaccini,
tendiamo a non fidarci di chi ne sa di
pi, inseguendo superstizioni e pregiudizi. Al punto che unistituzione scientifica come i Lincei sente il bisogno di
scusarsi della propria obiettivit e del
proprio rigore metodologico, che porta a

conclusioni tanto distanti dal senso comune.


Ma a questo senso comune che si
ispirano norme come il decreto di proroga per altri 18 mesi del divieto di semina del mais Mon 810 approvato a gennaio dai ministri Lorenzin, Martina e
Galletti, e la sentenza del Consiglio di
stato che proprio ieri ha respinto il ricorso dellagricoltore friulano Giorgio
Fidenato, che gli Ogm li vorrebbe seminare e che negli ultimi anni ha sfidato, spesso con successo, lottusit delle istituzioni e la violenza degli ambientalisti che sono arrivati pi di una
volta a devastargli la propriet. Fidenato, sentito dal Foglio, ha assicurato
che dar battaglia anche in Europa, per
lennesima volta. Senza bisogno, almeno lui, di scusarsi con nessuno, e gliene siamo grati.

Come fregare Obama (attraverso Putin)


Ahi ahi. Russia e Corea del nord sono ormai amanti inseparabili

l matrimonio tra Russia e Corea del


nord sta andando a gonfie vele. Faranno esercitazioni militari congiunte,
Kim Jong-un andr a Mosca a maggio. Sono felici, come due amanti che hanno
smesso di essere amanti e adesso fanno
sul serio. Ma non una notizia di poco
conto. La tempistica importante: Mosca
si avvicinata a Pyongyang proprio nel
momento in cui la Cina ha deciso di sfilarsi dal ruolo, che le aveva assegnato
lAmerica, di garante della Corea del
nord. Fino a oggi, infatti, era Pechino a
contenere lo stato pi isolato e imprevedibile del mondo, che possiede testate
nucleari e sulla cui leadership spesso
anche i servizi segreti sanno poco. Delegato il fattore diplomatico, lobiettivo
della politica americana stato quasi
sempre lisolamento. Ma Washington
sembra ignorare il precetto di Sun Tzu,

riassumibile nel pi moderno proverbio:


il nemico del mio nemico mio amico.
Gioved scorso, mentre lAmministrazione Obama cominciava a riflettere sulla
possibilit di armare i soldati della resistenza ucraina e comunque teneva il
punto sulle sanzioni economiche contro
la Corea del nord il portavoce del ministero degli Esteri russo, Alexander
Lukashevich, ha detto. Abbiamo preso
atto del report sui diritti umani delle Nazioni Unite sulla Corea del nord, che in
sostanza chiede di sovvertire il legittimo
governo nordcoreano. Non sosterremo
manovre che potrebbero complicare una
situazione gi fragile nella regione.
Lukashevich parla della Corea del nord
per parlare di Mosca. Putin incontra Hollande e Merkel, ma non vede lora di entrare in societ con Kim Jong-un. Un altro prevedibile autogol di Washington.

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

Perch il tempo la materia prima pi preziosa per lIlva

EDITORIALI
La grida manzoniana sulla corruzione

IL FOGLIO QUOTIDIANO

Roma. La materia prima pi preziosa


il tempo. E una massima delleconomia
rispolverata da Yanis Varoufakis, il ministro delle Finanze greco, il pi indebitato
dEuropa, che vale per qualsiasi situazione
emergenziale, vedi lIlva di Taranto.
La continuit produttiva dello stabilimento siderurgico nel breve periodo a serio rischio, al punto da mettere in discussione gli ambiziosi sforzi del governo, intenzionato a rilanciare lazienda con la partecipazione dello stato nei prossimi mesi.
La procedura di amministrazione straordinaria, primo step del decreto salva Ilva, e
la successiva dichiarazione di insolvenza
della societ, hanno gettato nel panico le
centocinquanta imprese fornitrici, incerte
sulla possibilit di recuperare i crediti
vantati verso lIlva (cosa promessa a suo
tempo dal commissario Piero Gnudi). Gli
imprenditori sperano verr ripristinato in
sede di dibattito parlamentare il principio
della par condicio creditorum che il decreto, nella forma originaria, supera dividen-

do i fornitori in strategici e non strategici.


La situazione cos compromessa che i
160 milioni promessi da banca Intesa Sanpaolo per anticipare il pagamento delle
fatture verso i clienti appaiono risorse salvifiche sebbene siano in realt emergenziali. Intesa, la banca pi esposta verso lIlva per 850 milioni di euro, intervenuta
grazie alle pressioni governative e alla rassicurazione che lo stato parteciper al salvataggio con la Cassa depositi e prestiti.
La Cdp su input del Tesoro, suo azionista di maggioranza, avrebbe sciolto le riserve decidendo di investire 200 milioni di
euro nel fondo dedicato alle ristrutturazioni aziendali (Societ di servizio per la
patrimonializzazione e la ristrutturazione
delle imprese italiane) per contribuire alle innovazioni di processo degli impianti. I rischi sono dietro langolo. Il nuovo
fondo, da riempire con risorse sia pubbliche sia private, verr creato in forza al decreto legge varato dallesecutivo il 20 gennaio. Il decreto contiene, nella prima par-

te, anche la controversa riforma bancaria


che forza la trasformazione delle banche
popolari in societ per azioni. La riforma
oggetto di una fronda trasversale in Parlamento capace di ritardare la conversione in legge dellintero decreto. La lobby
degli acciaieri europei, Eurofer, gi minaccia di rivolgersi alla Comunit europea
per censurare lItalia per aiuti di stato. Le
risorse pubbliche potrebbero essere utilizzate non per migliorie tecnologiche, come vorrebbe la Cdp, ma per garantire la
continuit produttiva date le condizioni di
difficolt.
A Taranto le prospettive sono cupe. Gli
autotrasportatori, dopo gli imprenditori
dellindotto, hanno incrociato le braccia.
Hanno lavorato per conto della gestione
commissariale senza la garanzia di essere
pagati, pretendono i crediti pregressi e non
riescono ad anticipare i costi operativi, come la benzina, per potere continuare a trasportare i prodotti finiti dellIlva i laminati piani verso le fabbriche di destina-

zione nel nord Italia. I prodotti finiti non


escono, ma nemmeno entrano le materie
prime, come il minerale di ferro e il carbone, per caricare gli altiforni e le cockerie, ovvero per produrre acciaio. Le riserve stanno scarseggiando e non si capisce
come potranno continuare a raggiungere
Taranto. Ieri a Ravenna stata sottoposta
a sequestro conservativo la nave Corona
Australe della flotta Ilva per i debiti dellarmatore verso una societ veneta, dice
lAnsa. Sarebbero numerosi i creditori, gli
armatori e i fornitori, pronti a rivalersi verso la filiale marittima dellazienda siderurgica, Ilva Servizi Marittimi, e quindi
pretendere i cospicui crediti vantati, dice
il portale specializzato Ship2Shore.com.
Il problema dellIlva nato nel 2012 dalle discutibili rimostranze avanzate dalla
procura di Taranto che hanno messo in ginocchio un intero sistema produttivo. La
politica aveva rincorso lautorit giudiziaria, ora invece corre contro il tempo.
Twitter @Al_Brambilla

Acciaio, salotti, cerimonie, finanza. Fenomenologia di Guido Rossi


ARBITER ELEGANTIAE, RE MIDA DEI PARERI LEGALI, RISORSA E FUSTIGATORE DEI CAPITALISTI ITALIANI (E ORA C LILVA)
Milano. Il suo nome spuntato a sorpresa, in coincidenza dellultimo disperato
tentativo della famiglia Riva di scongiurare lamministrazione straordinaria e la
DI

UGO BERTONE

conseguente dichiarazione di insolvenza di


Ilva spa, colosso ferito dellacciaio italiano.
Ma i miracoli il pi delle volte non riescono. Anche se a provarci nientemeno che
Guido Rossi, censore implacabile del capitalismo selvaggio e dei moderni predatori
in grisaglia, ma anche estrema risorsa per
i capitalisti nostrani da mezzo secolo. Ci sarebbe anche lui dietro la lettera al commissario Piero Gnudi con cui Claudio Riva,
rappresentante della holding di famiglia,
ha proposto uno schema di intervento
pubblico-privato per scongiurare il peggio, compreso il rischio di altri guai giudiziari, bancarotta fraudolenta inclusa. Ma
lestremo tentativo non ha fermato il tribunale fallimentare di Milano. Forse limpegno del professor Rossi finisce qui. Oppure proseguir per individuare i punti deboli di quello che molti giudicano un
esproprio subto dai Riva, in nobile gara
contro lamico Francesco Greco, il pi famoso ed esperto procuratore italiano in
materia di reati economici. Non la prima
volta, del resto, che la strada di Guido Rossi (affiancato per loccasione da una nutrita pattuglia di legali) si incrocia con i destini dellIlva. Correva il 1996 quando Emilio Riva fece ricorso a lui per larbitrato
con lIri, riusc a strappare un cospicuo
sconto sul prezzo dacquisto al presidente
del Consiglio Romano Prodi, deciso a chiudere la storia dellacciaio di stato. E cos invece degli 800 miliardi di lire pattuiti a saldo dellultima tranche delloperazione, Riva ne pag solo 180, sottraendo dal totale
il costo necessario per adeguare gli impianti alle normative ambientali, motivazione paradossale alla luce degli sviluppi.
Ma lasciamo lIlva al suo destino, concentriamoci su di lui, Rossi Guido, classe
1931, ancora in grado di occupare la scena,
dividendosi tra le pillole di saggezza distribuite nelle riflessioni domenicali sul
Sole 24 Ore e lassistenza ai clienti che,
quando le cose si fanno difficili per davvero, non riescono a fare a meno delle sue intuizioni e della sua rega.
Anche a 83 anni compiuti, continua a ricevere i Vip nello studio di via SantAndrea. Dura, ininterrotto dai tempi della Milano da bere e di Tangentopoli, quel flusso
discreto su cui vigila Francesca Lucchi, avvocato di vaglia che anche la signora Rossi nonch la madre dei suoi due figli. Intanto lui scrive, per il quotidiano della Confindustria, righe velenose contro il capitalismo autoritario che ha avuto la meglio
su quello liberaldemocratico, tradito ormai
dalla globalizzazione del mercato e da uno
sviluppo tecnologico dirompente. Il modo
per reagire? Rifarsi allo spirito del Manifesto di Ventotene, dice in un suo fondo domenicale, unico modo per riavviare il processo storico contro le diseguaglianze e i
privilegi sociali. Senza mostrare alcun entusiasmo per lavanzata di Alexis Tsipras in
Grecia; ai suoi occhi di uomo di sinistra,

ul finire del percorso creativo e umano di Mahler si staglia lultimo ciclo di


Lieder, Das Lied von der Erde, un viaggio tra la vita e la morte in cui la cura del
dettaglio raggiunge vette di assoluta compiutezza. Mahler riesce a fondere in ununica opera due forme complesse che avevano trovato la massima espressione in
periodi diversi: il Lied (con Schubert,
Schumann e Brahms nel Romanticismo) e
la Sinfonia, forma per eccellenza del
Classicismo musicale. Una contaminazione da un certo punto di vista preannunciata sia nella IX sinfonia di Beethoven e
ancor pi, nelle opere precedenti al Das
Lied dello stesso Mahler, ma destinata a
cedere il passo allautonomia dei generi.
In Der Lied il tentativo di trascendere
questo livello onnipresente. Eppure
questo nuovo mondo sinfonico introdotto
da Mahler rimarr a lui sconosciuto: il
Canto della terra e altre sue composizioni, infatti, saranno eseguite postume a
Monaco di Baviera il 20 novembre 1911,
nellambito di due giornate commemorative dellautore, scomparso da sei mesi.
Siamo dinanzi a ci che Sergio Sablich ha
definito la trilogia della morte: la Nona
sinfonia, lAdagio della Decima e il Das
Lied sono le ultime tre opere del sinfonismo di Mahler. Se simile il clima emotivo, psicologico o sentimentale che fa da
sfondo, ancora pi evidenti sono i riferimenti compositivi, tematici, che legano
fra loro le tre partiture. Cos, il motivo del

spaventa per la totale adesione anche delle estreme destre populiste e antieuropee.
Non lo soddisfa la formula Podemos e nemmeno il Yes we can di Barack Obama.
Con gli amici mena vanto per non essersi

della Corte suprema del primo fondamentale emendamento della Costituzione americana, dove garantita ai cittadini la libert di opinione e di espressione (speech)
politica. La frase di compendio secondo la

Rispunta a sorpresa come suggeritore dei Riva per arrangiare la partita


Ilva. Lappeasement fallito ma Rossi resta in pista. Storia del maestro
giurista dalla penna velenosa verso il capitalismo loffio (ante-Piketty) e
caustico con la sinistra pop di Syriza (e Obama)
mai illuso sulle ricette anti recessione del
presidente Usa. Potrei oggi confermare
ha scritto nel novembre scorso una mia
personale opinione, espressa nel corso della nona edizione dei Nobel colloquia il 2 dicembre 2009, alla quale ero stato invitato,
per valutare la politica economica di Obama, dopo un anno dalla nomina. I premi
Nobel presenti, da Solow a Maskin, a Merton, a Becker, diedero i pieni voti favore-

decisione McCutcheon che: Corporations are People and Money is Speech. Anche questo spiega la distanza che lo separa dalla politica.
Lultima volta che si speso per una
campagna elettorale stata per larchitetto Stefano Boeri (fratello di Tito, neo presidente dellInps), battuto alle primarie milanesi da Giuliano Pisapia, collega pi che
amico. Per Boeri giocava lamicizia con

voli allAmministrazione Obama, soprattutto per le sue operazioni di salvataggio del


sistema bancario. Come riportato dai mass
media lunica pesante bocciatura fu la
mia. Il motivo? La politica americana si
spostata alla protezione del capitalismo finanziario invece che operare a sostegno
del capitalismo di produzione. Il risultato
stato un aumento delle diseguaglianze che
dalla societ americana si sono sparse nel
mondo a seguito di una globalizzazione
senza regole e di una innovazione tecnologica fuori controllo. Insomma, come
Piketty, anzi prima di Piketty come senzaltro gli piace far notare, attento a cogliere i
segnali di malessere delleconomia globale
pi che a interessarsi della politica italiana, sempre pi disertata dai tempi in cui
fu senatore per la Sinistra indipendente
(tra il 1987 e il 1992). Daltronde, se un tempo il Professore pensava che la salvezza italiana non potesse che passare dallesempio
della democrazia liberale doltreoceano,
oggi lillusione caduta. La corruzione s
inserita nella legalit, dal punto di vista
economico in particolare attraverso le varie componenti del debito pubblico dei vari paesi. Negli Stati Uniti il fenomeno ha
una sua profonda legittimazione giuridica
nellinterpretazione delle citate decisioni

larchitetto Maria Cristina Dameno Boeri,


pi nota come Cini Boeri, designer e progettista della sua villa alla Maddalena, una
delle tante case collezionate in una vita di
ricche parcelle e di solidi bonus accumulati alla guida di Telecom Italia, Montedison e cos via, non ultima lesperienza di
commissario della Federcalcio che ha fatto di lui, fotografato con la Coppa del Mondo in mano nello stadio di Berlino, lavvocato pi famoso ma anche il pi odiato dai
tifosi della Juventus, precipitata in B e privata dello scudetto a favore dellInter, per
cui palpita il cuore del Professore. Dur
poco, per lostilit dei poteri forti del pallone, la professione non ne pat: al momento di difendersi contro la Consob in tribunale, i vertici di Ifi (oggi Exor), hanno fatto ricorso a un suo parere pro veritate. Come manager dice di lui leconomista dimpresa Marco Vitale giudicato un uomo
dai tempi corti. E vero perch in realt non
un manager ma un professionista.
E che professionista: a un mese dallo
scoccare delle sue 84 primavere (il 16 marzo) Guido Rossi, a detta di chi lo frequenta, resta un mostro di lucidit e di cultura.
Come fu fino allultimo Enrico Cuccia, altro
gigante della City meneghina che detestava
cordialmente ricambiato lavvocato Ros-

LIBRI
Adele Boghetich
GUSTAV MAHLER
IL CANTO DELLA TERRA
Zecchini Editore, 124 pp., 15 euro
contralto che nelladdio del Lied von der
Erde chiudeva il ciclo sulla parola ripetuta ewig (eternamente), riappare subito al principio della Nona, in veste ora
strumentale, a tessere una nuova trama di
motivi; e i sospiri delle viole che ersterbend (spegnendosi) esalano lultimo soffio di vita nel pianissimo che la conclude,
si ripresentano, questa volta con una nuova forza vitale, nel tema delle viole che
apre landante della Decima sinfonia. In
questi lavori si palesa lo stile tardo di un
compositore che sente lavvicinarsi della
morte a cui guarda senza disperazione o
cinismo ma con uno sguardo drammaticamente incantato sulla vita e sulla natura. Il Canto della terra un commiato
dal mondo, la cui grandezza trova la massima espressione nelle parole del direttore dorchestra Jascha Horenstein che
poco prima di morire dice: Una delle cose pi tristi di lasciare il mondo il non

potere pi ascoltare il Das Lied von der


Erde. Lapproccio che propone Adele
Boghetich biografico pi che musicologico, pi letterario che di studio sul Lied
von der Erde. Questa la strada scelta
dallautrice per rendere vivo Mahler accompagnando il lettore nei luoghi mahleriani e nei ricordi segreti del compositore. Unopera biografica delluomo-compositore alle prese con la propria solitudine e alla continua ricerca di quiete. Un
viaggio fatto di suggestioni offerte sia dalla visione del paesaggio di Dobbiaco, sia
dalla lettura dei Dolori del giovane
Werther, il romanzo di Goethe molto
amato da Mahler, che scorre parallelo alla narrazione. Un racconto libero ma non
arbitrario perch lautrice rinviene tutti
i dettagli sulla vita di Mahler nelle storiche e autorevoli biografie scritte sul compositore. Tra queste, spicca quella di Bruno Walter, direttore dorchestra e grande
amico di Mahler. Parlando del Canto della terra nella sua autobiografia, Walter
scrisse: Mi affid la partitura perch lesaminassi. Era la prima volta che non mi
eseguiva personalmente una sua nuova
opera, forse perch temeva di commuoversi. La studiai e, per un certo periodo
vissi in preda alla profonda emozione suscitata in me da quellopera unica, amara,
struggente, traboccante di rinuncia. Vi si
coglieva lemozione delladdio e della
partenza. Lultimo canto di fede di un uomo toccato dalla morte.

si, il quale poteva lavorare una volta per


lui, laltra contro senza soggezione alcuna
nonostante dovesse il suo decollo professionale alla protezione di Adolfo Tino, allora presidente di Mediobanca, il quale,
impressionato da alcuni articoli pubblicati dal giovane docente, lo volle con s alla
fine degli anni 50.
Si fa prima a citare sulle dita di una mano le pochissime partite finanziarie in cui
non abbia avuto un qualche ruolo, magari
difendendo quei patti di sindacato che da
studioso condanna. Ancor meno numerose
le sconfitte patite sul campo dal genio con
la faccia da macellaio, lo defin con tocco
altrettanto geniale Vittorio Feltri, rilevando che il Professore sta a sinistra perch l
le strade sono in discesa e Rossi non prende mai le strade impervie. Salvo poi aggiungere che non dir mai una parola
storta su di lui perch la storia della sua
famiglia zoppa mi incanta e commuove: figlio di unimpiegata (modesta) del comune
di Milano che lha saputo educare come
chiunque di noi sogna di educare la prole.
Il padre non lha mai riconosciuto ma gli ha
fornito i mezzi per laurearsi. Mai soldi furono spesi meglio.
La sua fama di fenomeno comincia al
Ghisleri, collegio di Pavia, officina di cervelli poveri ma ambiziosi, dove un po gareggia un po fa comunella con il futuro
Kaiser Franz, al secolo Franco Tat, che si
laurea in Filosofia con una tesi su Max Weber. Rossi, invece, primeggia a Giurisprudenza tant che, ricorda un compagno di
corso, era lui a insegnare ai professori,
non viceversa. Lelenco degli incarichi,
delle vittorie e delle alterne fortune sterminato e probabilmente destinato ad allungarsi. Anche se, ahim, debole.
Let porta con s gli acciacchi, specie
dopo i danni rimediati, mesi fa, in una caduta a Parigi: deve rinunciare alle lunghe
nuotate nella piscina olimpionica della villa sui colli piacentini e limitare i weekend
nellamata Venezia, altra dimora da favola.
Lo spirito, per, quello di sempre: disincantato, indipendente e senza sudditanze
psicologiche, cinico il giusto quando si tratta di difendere il cliente, lucidissimo e trasparente quando si tratta di dettar dottrina o di innovare i codici (a lui si deve, tra
laltro, la legge antitrust italiana).
Appassionato e competente in materia
darte, come confermano i tesori alle pareti della casa di piazza Castello, pi ricca di
opere darte di un buon museo: Canaletto
e Tintoretto oltre ad alcune pregevoli tele
di Carr, compresa la famosa I funerali
dellanarchico Galli. E uno straordinario
conoscitore, dice di lui il finanziere Francesco Micheli grande esperto dei mercati
dellarte. I conoscitori sono tanti dice
ma ha un dono di natura allenato con la
frequentazione assidua di rassegne e musei in tutto il mondo. Negli anni, ha impreziosito una collezione unica, accolta nella
galleria dello studio e nelle sue case. Oltre a una sterminata biblioteca darte che
rivaleggia con quella del vicino del piano
di sotto che nientemeno che Umberto
Eco. Trovatelo un condominio con un quoziente intellettuale pi elevato.

IL FOGLIO

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ANNO XX NUMERO 32 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

Oh, ma Renzi queste tasse le sta abbassando o no? Che belle le start up!
Al direttore - Il commento di Ferrara sulla vicenda greca pubblicato ieri chiarisce, meglio di
moltissime analisi, il cuore del problema: il debito si rimborsa quando leconomia cresce, ma
per fare crescere leconomia occorrono le riforme che bisogna promuovere senza indulgere alla furbizia. Per affrontare questo stretto sentiero in modo che non si finisca per cadere in un
dilemma siberiano, bisogna dare un tempo non
lungo alla Grecia per respirare e poi avviare un
cammino che dovr fare leva sulla qualit delle riforme, in una parte non irrilevante diverse
da quelle volute dalla Troika, ma non certo inefficaci. In questo quadro, la decisione della Bce
di bloccare il rifinanziamento delle banche greche con collaterale di titoli pubblici, pur legittima, inopportuna per i tempi e per i modi. Si
sarebbe potuto attendere la fine di questo mese
entro il quale si dovr decidere sulla prosecuzione o no del piano di aiuti. Invece ci si precipitati nellassunzione di una misura drastica.
I sostenitori dicono che cos si stimola e si agevola il negoziato tra la Commissione Ue e le altre istituzioni comunitarie con lesecutivo di Tsipras. Ma non si cura un ammalato impeden-

dogli una terapia transitoria che gli abbassi almeno la febbre. Cos la si aggrava. Del resto, anche il Quantitative easing avrebbe dovuto essere adottato diversi mesi fa perch lo imponeva
il mandato fissato per la Bce; era un atto, quello o unalternativa, giuridicamente cogente.
Eppure si sono attesi oltre cinque mesi per vararlo. Nel nostro caso non si potevano attendere tre settimane, evitando anche il naturale effetto-annuncio e un contributo a rafforzare la
situazione di impasse?
Angelo De Mattia
Al direttore - Renzi ha sempre dichiarato che
non aumenter le tasse, e che taglier le pensioni doro. Purtroppo devo smentirlo, gli aumenti delle tasse ci sono stati, anzi ha aggiunto anche lImu sui terreni, anche su quelli incolti, lasciandola anche sugli immobili sfitti. Per quanto concerne il taglio delle pensioni lha fatto ma
alla povera gente, ai pensionati con il minimo
che non riescono neanche ad arrivare alla seconda settimana, riducendo la pensione da 499
euro a 496 euro. Che bella coscienza!
Antonio De Iorgi

Quando Renzi dice che il suo governo sta


abbassando le tasse dice una verit a met.
Dice il vero quando parla del taglio dellIrap. Dice quasi il vero quando parla dei famosi 80 euro (valgono dieci miliardi, lo sappiamo, ma quello che spesso non viene ricordato che quei dieci miliardi non sono
un taglio delle tasse ma sono un aumento
di spesa e cos vengono calcolati non solo
per ragioni contabili ma perch sono riduzioni una tantum, da rinnovare, non strutturali). Ma non dice il vero quando sostiene
che anche nei prossimi anni le tasse continueranno a essere tagliate. Al momento

Alta Societ
Weekend a Parigi. Asta sulla Senna.
1 milione e 800 mila euro per unAlfa
Romeo 6C 2500 Sport, berlinetta del
1939, molto amata da Lui. Il compratore,
un signore di mezzet, era in camicia nera e abito scuro.

una promessa, nulla di pi. E quando qualcuno fa notare a Renzi che nei prossimi anni, anzi, sono previsti aumenti di tasse dice il vero. Nota di aggiornamento del Def:
un aumento dellIva previsto per le imposte indirette di 12,4 miliardi di euro nel
2016, di 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018. Cos, per la cronaca.
Al direttore - La nuova rubrica sulle start up
fantastica, racconta unItalia geniale, positiva, che crea, inventa, che ci rende orgogliosi di
essere italiani! Grazie, continui cos, leggo il Foglio dalla sua nascita e le modifiche che sta apportando lo rendono ancora pi interessante!
Alberto Bullani
Le start up ci fanno impazzire, perch
anche noi in un certo modo siamo una start
up. In arrivo altre sorprese. Stay tuned.
Stand up!
Al direttore - In Grecia c Tsipras, estrema sinistra. In Francia Le Pen guadagna consensi. In
Italia Salvini il politico che cresce pi nei son-

daggi. In Inghilterra Farage tiene sempre pi il


suo spazio. In Spagna lestrema sinistra porta
migliaia di gente in piazza. Direi che forse sarebbe lora per lEuropa di incominciare a porsi due
domande e qualche problema. Non che lEuropa parla una lingua e il popolo unaltra?
Roberto Carletti
Il popolo a volte si incazza. Ma ci sono
due modi per organizzare il proprio vaffanculo day. O urlando, e basta, o facendo
riforme da urlo. Se le seconde non ci sono,
poi si comincia a urlare. Ma il tempo ancora c, la Grecia una storia a parte.
Al direttore - Per amor di verit tengo a precisare che il sondaggio del Corriere citato ieri
nellarticolo su Milano ha avuto un esito diverso da quello che avete riportato. Il 59 per cento delle quasi 12 mila persone che hanno votato si espresso a favore di una ricandidatura di Pisapia mentre i contrari sono stati
il 41 per cento.
Marco Dragone,
portavoce di Giuliano Pisapia

#Tweeteconomy
Twitter fa guadagni seri per la
prima volta. La formula magica
e i problemi del ceo Dick Costolo
Roma. Fino a due giorni fa, la poltrona
di Dick Costolo traballava paurosamente. Il
ceo di Twitter, il manager-squalo scelto dai
fondatori Dorsey e Williams per rendere la
compagnia profittevole, ha presentato gioved sera i risultati trimestrali, e tutti gli
analisti, nessuno escluso, scommettevano
sul fatto che sarebbero stati disastrosi. Il social network ha un problema che nessuno
nei suoi otto anni di vita riuscito a risolvere: con Twitter non si guadagna un soldo.
Fino a pochi anni fa i conti erano in lieve
perdita, quando andava bene, e in pari
quando la situazione era rosea. Nel novembre del 2013, un debutto in Borsa positivo
ma non fenomenale gi iniziava a mostrare
che gli investitori, che hanno sempre sostenuto Twitter per i suoi tassi di crescita degli utenti molto elevati, iniziavano a spazientirsi. Costolo, con una carriera stellare
alle spalle e un passato da improvvisatore
teatrale, stato assunto nel 2012 per raddrizzare questa situazione. Se non guadagna, Twitter destinato a una morte lenta.
Ci ha provato, Costolo, a raddrizzare i
conti di Twitter, ma i suoi tentativi erano
inutili. Nel 2014 anche il numero di nuovi
utenti ha iniziato a ristagnare, e le prospettive per lui si sono fatte sempre pi fosche.
Da giorni in giro si diceva che sarebbe stato defenestrato. Gioved sera, prima della
presentazione dei conti, il leak di una comunicazione interna in cui il ceo faceva
mea culpa perch Twitter non era in grado
di fermare gli abusi dei troll ha suscitato
preoccupazioni. Poi Costolo si presentato davanti a Wall Street, e Twitter salito di
oltre il 10 per cento in Borsa.
Il ristagno dei nuovi utenti era atteso, e
ha deluso le gi basse aspettative. Twitter
oggi ha 288 milioni di utenti attivi, appena
4 milioni in pi dello scorso trimestre: i
mercati si aspettavano che sarebbero stati 291. Ma nonostante questo, o forse proprio perch il numero degli utenti rimasto grossomodo lo stesso, il dato successivo
stato sorprendente: per la prima volta
Twitter riuscito a fare dei guadagni sostanziosi. Le entrate sono quasi raddoppiate in un anno, da 243 milioni di dollari a
479 (un aumento del 97 per cento, ben pi
delle aspettative di 453 milioni), e tenendo
conto delle perdite (120 milioni di dollari)
e delle spese, il guadagno netto della compagnia nellultimo trimestre di di 79 milioni di dollari. Non tanto davanti alle
montagne di dollari su cui seduta Apple,
ma se si pensa che un anno fa i guadagni
ammontavano a 10 milioni, e che pi o meno con lo stesso numero di utenti questanno Twitter riuscito a moltiplicarli di quasi otto volte, evidente che qualcosa sta
cambiando davvero.
Il numero che fa brillare gli occhi di
Costolo, segnalato da Quartz, il valore
crescente delle inserzioni pubblicitarie,
la quasi esclusiva fonte di guadagno della compagnia. Oggi uninserzione su Twitter vale poco meno di 2,5 dollari ogni mille visualizzazioni, lanno scorso i dollari
erano inferiori a 1,5, e questo significa
che alla fine, a forza di piccoli aggiustamenti incrementali, Costolo sta trovando
il modo per trasformare le potenzialit di
Twitter in una macchina per produrre
guadagni.
La formula magica fatta di mille aggiustamenti, piccoli ma decisivi. Lultimo, di
questa settimana, un accordo con Google
per rendere i tweet ricercabili pi facilmente. Twitter uno dei social network che
sperimentano di pi, e le possibilit del sistema, amato da molti utenti per la sua essenzialit, aumentano di mese in mese.
Twitter ormai un social in cui le foto hanno unimportanza fondamentale, in cui da
poco tempo possibile creare video direttamente dalla app, e fare conversazioni
multiple private come in chat. Twitter sta
cercando di diventare una piattaforma musicale, un sistema di pagamento rapido,
una app di messaggistica istantanea. Sono
tentativi di rendere il servizio profittevole,
e i dati mostrano che la formula della sperimentazione sta funzionando. Ma anche
tentativi per attirare nuovi utenti, perch il
numero di quelli storici non cresce pi. E
il problema, forse ancora peggiore degli
scarsi guadagni, che ossessioner i prossimi mesi di Costolo.

INNAMORATO FISSO
di Maurizio Milani

Ieri sono stato epurato dallUniversit dove insegno


da venticinque anni.
Motivo: durante la mia lezione di Green economy sono entrati in aula cinque
nomadi, in modo molto garbato hanno
girato tra gli studenti cercando la carit. Ho detto allaula, anzi ai miei studenti: Ragazzi, non perdete tempo negli atenei, fate cos anche voi. Il Rettore, venuto a sapere di ci, mi ha licenziato. Far ricorso al Tar.

IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco
Il curioso siparietto tra il ministro per le Riforme istituzionali, Maria
Elena Boschi, e quello della Giustizia,
Andrea Orlando, allinaugurazione dellAnno giudiziario, vezzoso assai perch non rivela solo il gioco di complicit
intorno a un sms nel video si nota il
dettaglio di lui che mostra un qualcosa
del proprio telefono a lei ma un tic, un
cedimento allirrefrenabile volutt del
goderselo tutto il momento. Sono a Palazzo Spada ed , per loro, come ritrovarsi a fare Quattro matrimoni e un funerale. Hanno laria tipica degli imbucati. Una scena, prima o poi, la indovineranno.

ANNO XX NUMERO 32 - PAG I

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

BEATI GLI ULTIMI (SECOLI)


Ma quanto durer ancora il cristianesimo stretto tra persecuzioni esterne ed erosioni
interne? Il gran libro di Bardy profetizza che un nuovo inizio ci sar. E avverr cos
mezzogiorno di mercoled 4 febbraio
le campane di tutte le chiese cattoliche sparse in Giordania hanno suonato a
morto per il raccapricciante omicidio di
Muath al-Kasasbeh, il pilota bruciato vivo
dai jihadisti. Nel convento della Custodia
del Terra Santa di Aleppo, ha raccontato
padre Pierbattista Pizzaballa, non c il generatore ma il vicino musulmano ne ha uno
e gli altri vicini, tutti musulmani, facevano
la colletta per il gasolio: il vicino manteneva il generatore e i frati attingevano lacqua per il quartiere. Come hanno potuto i
cristiani mettere radici, e resistere finora,
in quelle terre che sembrano vocate solo
al martirio? Oggi come un tempo, nel tempo dellultima persecuzione. Le gole tagliate, le chiese bruciate. E come si diffuso e
radicato (due millenni) il vangelo l, in
quelle terre non proprio accoglienti? Forse a causa della stessa mansuetudine, della pietas che il loro Messia insegna, da allora fino alle campane a morto dellaltro
giorno?
Clemente Alessandrino, nel libro XIV
degli Hypotyposeis riporta un episodio, affidabile secondo gli storici, che gener
molte conversioni in chi ne fu testimone:
Colui che aveva condotto Giacomo, fratello di Giovanni, davanti al tribunale, ascoltandolo rendere testimonianza, fu sconvolto e confess che anche lui era cristiano.
Vennero condotti tutti e due al supplizio,
e durante il cammino, egli preg Giacomo
di perdonarlo. Lapostolo riflett un istante e disse: la pace sia con te. E labbracci.
E cos furono decapitati tutti e due contemporaneamente.
Il romanzo di Michel Houellebecq sul
paradosso postmoderno della sottomissione allislam, cosa diversa dalla metnoia cristiana, uscito in Francia nel gior-

culti di Iside, di Mitra. Oggi, oltre a unidentica pratica dellaccumulo dimensione base del nostro modo di fare esperienze, anche interiori vige il concetto della
piena reversibilit delle scelte. Si pu convertirsi ma anche no, tornare a non credere o fare altro. Dunque, come si diventa,
come si potrebbe (ri)diventare cristiani?
E stata soprattutto lattrattiva della bellezza, e lo spettacolo della santit, spiega
Bardy. Ad esempio c il caso di un certo
Arnobio, un retore avanti negli anni e che
resta in una ignoranza quasi assoluta dei
dogmi cristiani. Eppure d testimonianza
della sua conversione, non insulto pi il
nome di Dio e rendo a ciascuno ci che gli
dovuto. Bardy nota che Arnobio stato condotto al cristianesimo anche per lo
spettacolo dei costumi dei cristiani. Ne
d conto in molte pagine, con splendida
erudizione. Ma non sarebbe lo studioso
che , Bardy, se non riconoscesse che soprattutto dopo la pace con la chiesa il cristianesimo invaso da una folla di gente
che si converte sotto i pretesti pi inconfessabili, e la chiesa si riempie di peccatori di ogni sorta. Cos come, altrove nel volume, nota che talmente numerose dovettero essere le conversioni operate dallesempio dei martiri che finirono per diventare un luogo comune della letteratura
agiografica, e molte di siffatte narrazioni non meritano alcun credito. Eppure,
scrive: Ma se la leggenda si potuta sviluppare in questa maniera, la storia ci assicura che fatti analoghi sono realmente
accaduti e nelle circostanze pi diverse.
Soprattutto, c il martirio. Tra tutte le
virt praticate dai cristiani, quella che colpisce, e a ragione, maggiormente i pagani
e li guadagna pi immediatamente alla religione del vangelo la fermezza davanti
alla morte e la costanza con la quale sopportano i supplizi pi crudeli. Cose che
ovviamente scandalizzano intellettuali di

Charlie Hebdo, il ground zero


dellEuropa. Grado zero per la
sua cultura malata, terminale,
desiderante e furiosa

La grande persecuzione di
Lione. Il resto dei nostri si
rafforz. Per la misericordia di Dio
molti rinnegati si convertirono

no di Charlie Hebdo, il ground zero dellEuropa. Grado zero per la sua cultura
malata, terminale, desiderante e furiosa. E
insieme minaccia alloccidente e al non
troppo che resta del cristianesimo europeo. Un funerale di terza classe, per due.
Houellebecq narra di un professore della
Sorbona che cerca di sottrarsi alla guerra
civile fra le strade di Parigi, mentre il
mondo lussureggiante di passioni cui
abituato, col suo libertinaggio vuoi cerebrale vuoi sessuale e triste come un limone gi adoperato, sta raschiando il fondo
di una civilt che da secoli ha evacuato il
cristianesimo. Cos che non rimane che
sottomettersi allislam. Resa tragica, forse
pi che altro grottesca. Del resto Luis
Buuel, ateo per grazia di Dio, i pellegrini della sua Via Lattea diretti a Santiago di
Compostela li faceva partire proprio da
Parigi, da dove se no?, in un interminabile viaggio burlesco-teologico. Anche il personaggio di Houellebecq a un certo punto
parte per il santuario della Madonna nera
di Rocamadour in cerca di fede. Invano.
Ci sono i massacri, c la trionfante cultura gender, ormai ideologia unica del pianeta come nemmeno la globalizzazione lo
fu, che travolge quel poco di lascito antropologico del giudaismo-cristianesimo. Ci
sono i cristiani sempre pi derisi, sempre
pi zittiti. Nel graffito cosiddetto di Alexamenos, scarabocchiato sulle pareti di una
scuola vicina al palazzo imperiale sul Palatino da un writer del II o del III secolo,
si vede un ragazzo che venera un crocifisso con la testa di asino. In caratteri greci
sono graffiate parole di scherno: Alexamenos sebete theon, Alexamenos adora
Dio, indirizzate probabilmente a un alunno cristiano. Le Femen di oggi hanno tette ma meno ironia. La libert religiosa
per conculcata, forse davvero in misura
superiore alle persecuzioni del passato secolo breve. Quanto durer, ancora, il cristianesimo stretto tra persecuzioni esterne
ed erosioni interne?
Guido Ceronetti la scorsa estate, su Repubblica, si lasci fulminare da un aforisma di Emil Cioran: Il cristianesimo
morto quando ha cessato di essere mostruoso. Molti pensatori atei o agnostici,
presentendo con acume la sperdutezza dei
tempi, guardano alla fine del cristianesimo (occidentale) come a un presagio infausto. Per Ceronetti tutte le fedi monoteiste
sono risucchiate dal Buco Nero. Per lui
la mostruosit cristiana, in fondo ci che
ne giustificava lesistenza, in declino da
quando sono cessati gli autodaf e i pro-

buon senso e uomini di mondo come Epitteto o Marco Aurelio, ma non la massa che
si lascia semplicemente conquistare. Tertulliano scrive nellApologetico: Chi dunque, di fronte allo spettacolo dato da tanti
martiri, non si sente scosso e non cerca ci
che al fondo di questo mistero?. E probabile che Tertulliano pensi alla sua conversione e ai motivi che lhanno ispirata.
Ignazio di Antiochia scrive: Pregate continuamente per gli altri uomini, perch si
pu sperare di vederli arrivare a Dio mediante la penitenza. Date a loro almeno la
lezione dei vostri esempi: alla loro collera
opponete la dolcezza, alla loro iattanza lamabilit, alle loro bestemmie la preghiera,
ai loro errori la fermezza nella fede; al loro carattere selvaggio lumanit, senza mai
cercare di rendere il male che vi fanno. E
dunque questo spettacolo che maggiormente conquista, pi ancora della vista dei miracoli compiuti dai cristiani.
Persino lapostasia, durante i cicli delle
persecuzioni, pu miracolosamente trasformarsi in testimonianza. E il caso della grande persecuzione a Lione nel 177 d.
C., di cui d conto Eusebio: Abbassavano
gli occhi, erano abbattuti, costernati e ripieni di una totale confusione; i pagani li
insultavano, li trattavano da vili. Ma il
resto dei nostri, vedendo questo, si
rafforz. Per la misericordia di Dio molti
rinnegati si convertirono e, fra di essi, una
cristiana di nome Biblis. Il Cristo fu allora magnificamente glorificato da coloro
che lavevano rinnegato in un primo tempo: contro lattesa dei pagani, essi gli resero testimonianza. Cos, scrive Bardy, fu
possibile la rottura e il rinnegamento di
ci che si era in precedenza. Il battesimo
per immersione, questacqua distrugge
una vita e ne suscita unaltra, annega luomo vecchio e fa risorgere il nuovo, comera di regola nellantichit cristiana, rendeva evidente negli adulti, limmagine di tale annegamento delluomo vecchio.
Oggi che il cristianesimo come ambiente culturale, almeno in Europa, finito, nel
cielo vuoto e nello spazio pubblico fattosi
neutro o peggio ostile, utile riscoprire come andarono le cose, come avvenne il non
preventivabile miracolo della conversione
di un intero mondo (senza la minaccia della scimitarra e la pratica della sottomissione). Il grande racconto di Bardy lascia intuire una semplice, e non presuntuosa risposta. La conversione al cristianesimo nei
nostri (ultimi?) secoli, potr avvenire solo
come avvenuta per i nuovi cristiani dei
primi secoli.

di Maurizio Crippa

Per Ceronetti tutte le fedi monoteiste sono risucchiate dal Buco Nero. E del 1947 La conversione al cristianesimo nei primi secoli di Gustave Bardy, grande studioso francese di patrologia
cessi delle streghe. E da quando il Papa
sceso dalla sedia gestatoria e si messo
a fare viaggi trionfali. Anche il Concilio
andr visto come una cessazione del carattere mostruoso della chiesa che avr
impresso unaccelerazione al processo
mortale del cristianesimo in ambito cattolico. Domande. In cui senti il fragore delle ondate tra cui il Titanic-Cristianesimo,
protestante o cattolico, sta colando a picco. In Roma senza Papa, Guido Morselli
aveva gi scritto tutto. Si pu ancora diventare cristiani, in un mondo cos? E la domanda che anche tanti credenti, soprattutto quelli refrattari allottimismo della modernizzazione, si fanno. Con le risposte pi
diverse. Fatte anche di pubbliche preghiere, di difesa di certe forme liturgiche o ec-

Guido Ceronetti fulminato da


un aforisma di Emil Cioran: Il
cristianesimo morto quando ha
cessato di essere mostruoso
clesiali. Di tentativi di battaglie nello spazio pubblico che si fanno carico sempre
pi spesso di una necessaria disintermediazione, per dirla come usa nellra di
Matteo Renzi, dentro a una societ sempre
meno laica, pi totalitaria. Ma la domanda
dei dotti, di alcuni intell, assieme a quella di molti cristiani, resta. Sar mai possibile convertirsi (ancora) al cristianesimo,
in quelli che Ceronetti chiamerebbe gli ultimi secoli?
Taziano il Siro, allievo di san Giustino
prima di divenire eresiarca, nel II secolo
ha lasciato una testimonianza affidabile
della sua conversione: Ho percorso molti
paesi, ho insegnato le vostre dottrine, mi

sono messo al corrente di molte arti e invenzioni. () Dopo aver inoltre partecipato ai misteri e fatto la prova di culti diversi, mi chiedevo come potevo scoprire la verit. Mentre meditavo cercando il bene, mi
accadde di incontrare gli scritti dei barbari, pi antichi delle dottrine dei greci, di
ispirazione troppo manifestamente divina.
Mi accadde di credere in essi a causa della semplicit dello stile, della naturalezza
delle narrazioni, dellintelligenza chiara
che danno. () La mia anima si mise cos
alla scuola di Dio. Agostino di Ippona, che
forse non ne aveva fatte tante come Houellebecq, ma insomma, confessa: Ripetevano: verit, verit, ne facevano un gran parlare ed essa non era mai in essi. Dicevano
il falso non su di te soltanto, che sei davvero la verit, ma anche sugli elementi di
questo mondo. Verit, verit, come gi allora dal pi profondo della mia anima sospiravo per te.
C un bellissimo vecchio libro di Gustave Bardy, uno dei pi grandi studiosi francesi di patrologia del secolo scorso, pubblicato nel 1947, quasi il compendio di una vita di studioso e credente (morir nel 1955).
In Italia famoso soprattutto perch proposto e riproposto a intere generazioni da
don Luigi Giussani ( ininterrottamente
nel catalogo di Jaca Book dal 1975). Si intitola La conversione al cristianesimo nei primi secoli. Riletto oggi, come si rileggono i
classici, un percorso rigoroso e pieno di
sorprese per comprendere quali furono i
motivi che resero affascinante il cristianesimo fin dal suo primo apparire, in un
mondo mica tanto pi accogliente di quello di oggi. I motivi che causarono quel fenomeno pressoch unico nella storia umana di una religione che si diffusa in gran
parte del mondo di allora (i confini dellimpero e oltre) con una rapidit e una

pluralit di forme unica e strabiliante. Eppure anche gli uomini di allora erano bestiali come sempre, carnali, egoisti come
sempre, interessati e ottusi come sempre
lo furono prima, per lasciarlo dire a Eliot.
Eppure, scrive Bardy, il mondo greco-romano non si convertito a nessuna delle
religioni orientali che, a turno o simultaneamente, hanno sollecitato la sua adesione; non si convertito alla filosofia, malgrado la predicazione e gli esempi degli
stoici e dei cinici; non si convertito al giudaismo, nonostante la propaganda della
legge mosaica; ma si convertito al cristianesimo. Anzi: E stato senza dubbio scritto che, se il mondo non fosse diventato cristiano, sarebbe diventato mitriaco. A dire
il vero noi non ne sappiamo niente e soprattutto resta il fatto che non divenuto
mitriaco, mentre divenuto cristiano e lo
rimasto per secoli. Com potuto accadere che nel giro di pochi secoli, decenni, un
mondo refrattario come e pi del nostro
abbia cambiato di segno? Abbracciando
una religione che non si imponeva n per
sapienza (Paolo allAreopago, col suo gran
discorso da retore, fu rimbalzato con risate scettiche: Su questo ti sentiremo unaltra volta), n per foga di tagliare la testa
ai nemici, ma anzi per il contrario?
Colpiscono, nel libro di Bardy, gli spunti che avvicinano il mondo pagano di duemila anni fa al nostro presente. Ad esempio il desiderio di verit che pervade tutta la cultura antica in quel grande meltin
pot culturale che limpero. Linsoddisfazione, il peso avvertito di un destino immodificabile, delle colpe che nessun sacrificio pu purificare. Gli di pagani, la filosofia, lo stesso giudaismo, non riuscirono
a rispondere del tutto. Infatti sarebbe impossibile far bene qualsiasi cosa interessa
agli uomini se non la si rapporta alle cose

divine e viceversa, un celebre Pensiero


di Marco Aurelio. Abbiamo la testimonianza, per lo pi di intellettuali e uomini di
classi sociali elevate, che abbracciarono il
cristianesimo facendo lesperienza di una
risposta alle esigenze del proprio essere.
E la conversione degli intell, quelli
che sapevano leggere e scrivere. Ma soprattutto lannuncio della libert e della liberazione quello che provoca il grande
cambiamento. Scrive Bardy: Noi daremmo molto per sapere quello che hanno provato gli schiavi, la povera gente, i commercianti, i marinai, i coltivatori che ad Antiochia, a Salonicco o a Corinto hanno udito
per la prima volta lannuncio del Regno di
Dio e gli appelli alla libert conquistata
dalla croce di Cristo. Nessuno di questi

Daremmo molto per sapere


quello che hanno provato gli schiavi
che hanno udito per la prima volta
lannuncio del Regno di Dio
umili si preoccupato di scrivere. Poche
parole sono impiegate cos di frequente
nel Nuovo testamento che quella della libert annota Bardy per cui il messaggio evangelico suona agli orecchi degli uomini, piegati sotto la schiavit, come lannuncio gioioso della liberazione.
Ci sono altre notazioni con cui Bardy
getta luce fino a noi. Ad esempio, il fatto
che nel mondo antico era quasi completamente estraneo il concetto stesso di conversione. La religione greco-romana era
una religione tradizionale, se ne faceva
parte in quanto cittadini, era inconcepibile abbandonarla. Al massimo, si procedeva per accumulo: ci si dedicava anche ai

ANNO XX NUMERO 32 - PAG II

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

ra il 30 marzo 2013 e Robert Rediger


allepoca viveva a Bruxelles. Aveva voglia di un drink al bar Metropolis, capolavoro dellart nouveau. Passavo per caso
e vidi un cartello che diceva che il bar
avrebbe chiuso quella sera. Ero sbalordito. Ho chiesto ai camerieri. Hanno confermato; non conoscevano i motivi precisi
della chiusura. Adesso tutto questo stava
per scomparire, di colpo, nel cuore della
capitale dEuropa E stato in quel preciso momento che ho capito: lEuropa aveva gi commesso il proprio suicidio. E a
Bruxelles che Michel Houellebecq celebra la conversione allislam di uno dei
protagonisti del suo ultimo romanzo Sottomissione.
Nei giorni scorsi il Belgio ha raggiunto
un nuovo record: il pi alto numero pro
capite di combattenti islamici in Siria e
Iraq rispetto a qualsiasi altro paese europeo. Bruxelles diventata la capitale della guerra santa, oltre che dellUnione europea. La prima cittadina del Vecchio continente a morire sui campi di battaglia del
jihad fu Muriel Degauque, una ragazza
belga cattolica originaria di Charleroi, la
capitale del carbone: nei cunicoli di un
suo sobborgo, Marcinelle, una mattina
dellagosto 1956 trovarono la morte oltre
cento operai italiani. Muriel si convert allislam, cambi il proprio nome in Myriam
(un congedo dal Belgio in cui era nata e
cresciuta) e trov la morte vicino a Baghdad come bomba umana. Era il 9 novembre 2005. Ma gi nel 2001, due giorni prima

(una quota che si attesta al 41,4 nei licei);


il 27,9 per cento segue corsi di morale laica (ateismo), e solo il 23,3 per cento ha optato per la fede cattolica.
Gi oggi, a Bruxelles un cittadino su tre
musulmano, e il nome pi frequente allanagrafe fra i nuovi residenti Mohammed. Nel 2035 la citt sar a maggioranza
musulmana. I grandi momenti della vita,
come battesimi, matrimoni e funerali, in
Belgio non sono pi legati alla cristianit,
in un paese i cui simboli sono stati a lungo lAdorazione dellagnello di Van Eyck,
la Madonna di Bruges di Michelangelo, i
quadri di Bruegel, Memling, Van der Weyden, la cattedrale di Anversa, il cane di
SantUberto e lUniversit di Lovanio (fondata da Papa Martino V).
A Bruxelles oggi soltanto sette matrimoni su cento sono cattolici, i bambini battezzati sono solo il 14,8 per cento e i funerali
cattolici si fermano al 22,6 per cento. E la
fine del cattolicesimo sociologico, dice
uno studio del Crisp citato dal quotidiano
Soir. Di recente, le autorit belghe hanno
deciso che le feste cardine della cultura
europea e cristiana, come Ognissanti, Natale e la Pasqua, dovevano essere sostituite dalle pi neutre Vacanze dautunno,
Vacanze dinverno e Vacanze di primavera. Un solstizio laicista. E due anni fa
ha debuttato il nuovo albero di Natale secolarizzato, simbolo di un paese trasparente, senzanima. Non pi labete delle
foreste delle Ardenne, ma un Xmas Tree
di acciaio, luci e proiezioni video.
Fu nel 1986 che avvenne la svolta, quando per la prima volta lantica Universit
cattolica di Lovanio nomin un rettore

Maaseik, la citt del pittore


dellAgnello di Dio, diventata
la centrale di reclutamento dei
terroristi islamici in Siria e Iraq

Tempo ventanni e la capitale


dellUnione europea sar islamica.
Nel 1974 fu varato un progetto
radicale di multiculturalismo

dell11 settembre, due tunisini reclutati in


Belgio erano riusciti a farsi passare da
giornalisti e a uccidere, facendosi esplodere, il comandante afghano Massoud, nemico di al Qaida e dei talebani.
La scoperta del ruolo centrale del Belgio nello scacchiere del terrorismo casuale: tutto inizia nel marzo 2004, quando
la polizia olandese ferma un panettiere
belga, Khalid Bouloudo, per un faro dellauto rotto. Contro di lui c un mandato
darresto internazionale che lo accusa di
essere coinvolto negli attentati di Casablanca. E loperazione Asparagi, prodotto tipico della citt fiamminga di Maaseik, dove risiede Bouloudo. Tra gli arrestati Hassan el Haski, mente degli attentati di Madrid, Mourad Chabarou, reclutatore di combattenti per lIraq, e Youssef
Belhadj, autore del video di rivendicazione di Madrid. Sono affiliati al Gruppo islamico combattente, in contatto con il gruppo olandese Hofstad, legato allomicidio
di Theo van Gogh.
Com stato possibile che Maaseik, la
citt di Van Eyck e Rubens e del cristianesimo belga, sia diventata allora una centrale del terrorismo islamico in tutta Europa e oggi una delle citt con pi reclutamenti per la guerra santa in Siria e
Iraq?
Lo chiamano Belgistan, la triste evoluzione di un paese agiato, annoiato e
scettico che non mai riuscito a sostituire altri ideali a quelli tramontati dellimpero. Eppure, parlate con un belga: vi
dar la sensazione di un uomo soddisfatto. La questione sociale? Sotto controllo.
La vita famigliare? Decente. Le distrazioni alle fatiche quotidiane? Abbondano.
Paura della guerra? Nessuno ci pensa. E
la gaia incoscienza del Belgio, caratteristica del borghese confortato da una sorte
propizia. Un mondo di caff, di teatri, di
circoli municipali, di fanfare operaie, di
vini cordiali, di lavoro per tutti, di conversazioni argute, di carillon, di librerie, di
cooperative prosperose, ricco di umore
meridionale (i belgi sono i meridionali del
nord). Bruxelles era destinata a diventare,
come Londra, Parigi o Atene, il luogo per
eccellenza della fusione nazionale. Doveva funzionare come un crogiuolo, dove si
sarebbero mescolati funzionari valloni,
fiamminghi e stranieri e si sarebbe creato lhomo belgicus. Situati geograficamente fra Germania, Francia e Olanda, si direbbe che i belgi abbiano assorbito attraverso le frontiere la brillante grazia dei
francesi, la pacata struttura psicologica
degli olandesi, la vocazione al lavoro dei
tedeschi. Essi costituiscono lesempio
massimo di sintesi delluomo qualunque
europeo, la cerniera di mondo latino e
germanico e con essa lincontro di due
aspetti squisitamente europei del cristianesimo: il cattolicesimo e la riforma. Eppure, il paese malato. E avanza lo spettro di una nuova religione.
Il Belgio, oltre a detenere il record di

ateo. Fondata nel 1425 per iniziativa del


duca Giovanni IV di Brabante, autorizzato da una bolla pontificia di Martino V, lateneo era sempre stato un centro di cultura umanistica e un caposaldo nella lotta
contro la Riforma luterana. Oggi produce
alcune delle idee pi progressiste dEuropa. Fu l che si riunirono i capi della riforma cattolica, il tedesco Karl Rahner, il
belga Edward Schillebeeckx, padre del
nuovo catechismo olandese, i francesi
Yves-Marie Congar e Marie-Dominique
Chenu, lo statunitense Gregory Baum, severo critico dellenciclica Humanae vitae e
lo svizzero-tedesco Hans Kng, teorico
della fallibilit papale. Oggi Lovanio offre
il primo corso di laurea in Teologia islamica in Europa.
Di pari passo, infatti, il Belgio adottava
la forma pi radicale di multiculturalismo
che lEuropa abbia mai conosciuto. Nel
1974, il governo belga riconobbe ufficialmente la religione islamica. Il primo risultato di questo riconoscimento fu lapprovazione, nel 1975, dellinserimento della
religione islamica nel curriculum scolastico. I musulmani in Belgio sono al 75 per
cento praticanti. Una giovent radicalizzata, che rifiuta i valori occidentali, scrive la giornalista fiamminga Hind Fraihi:
A Bruxelles, ci sono isole come Molenbeek, dove si fatica a credere di essere in
Belgio. Il proselitismo intanto straripa.
Il numero totale dei belgi convertiti allislam stimato in 20 mila. Nei tribunali,
la sharia interferisce insidiosamente nei
giudizi dei magistrati e ad Anversa nata
la prima corte che legifera con la legge
islamica. Le scuole pubbliche distribuiscono anche pasti halal. Negli ultimi anni
in molti quartieri di Bruxelles sono scomparse le donne e ricomparsi i veli integrali. I mercati sono in mano alla comunit
musulmana e in molti quartieri non esistono pi macellerie con costolette di maiale. Ad Anderlecht, un comune brussellese
ad alta densit islamica ma anche con
unimportante comunit ebraica, non si
contano pi gli atti di antisemitismo e gli
ebrei stanno fuggendo dal paese dopo la
strage al Museo ebraico della capitale di
un anno fa. Gli alloctoni illuminati come
Mimount Bousakla politica di origine
marocchina che attacca il dogma del multiculturalismo sono minacciati di morte
dai fondamentalisti islamici. A due passi
dalle istituzioni europee, gli imam predicano contro Bruxelles, capitale degli infedeli.
Molte chiese, appena macchiate da
qualche incrostazione della controriforma
spagnola, sono rimaste esteriormente
uguali. Ma dentro sono diventate delle moschee, come la Signora del Perpetuo Soccorso. In una chiesa di Bruges conservato il Sangue Santo, che un conte di Fiandra riport dalla Palestina dopo una crociata. Ma il prodigio della liquefazione, dicono le guide, non avviene pi da parecchi
secoli. Si seccato.

di Giulio Meotti

Cartolina dal Belgio: un minareto. A due passi dalle sedi dellUnione europea, gli imam predicano contro la capitale degli infedeli

I FIORI DEL MALE


Bruxelles, capitale dei suicidi e del jihad, dove il cristianesimo
si sta spegnendo e a un gaio nichilismo subentra lislam
jihadisti in Europa, oggi il primo paese
europeo per tasso di suicidi. Sono i suoi
fiori del male. Il pi noto suicida il premio Nobel per la Medicina, Christian de
Duve, che si ucciso due anni fa tramite
iniezione letale in un surreale, ultimo incontro con i suoi quattro figli. Sei suicidi
al giorno. Duemila allanno. Con un tasso
di suicidio stimato a pi di venti ogni 100
mila abitanti, il Belgio batte tutti i record

tro modo: misteriosi incidenti stradali, inspiegabili avvelenamenti che mascherano


talora le reali intenzioni della vittima. E
la legge del silenzio che per motivi umanitari induce molti medici a risparmiare
ulteriore dolore ai genitori e ai parenti registrando unaltra causa sul certificato di
morte. La tragica statistica si gonfierebbe,
inoltre, se andassero a segno alcuni dei
tentativi di suicidio (migliaia) che si regi-

Sei suicidi al giorno, senza


contare quelli per eutanasia. Un
paese soddisfatto che ha perso la
voglia di vivere

Soltanto sette matrimoni su


cento sono celebrati con il rito
cattolico e soltanto il 14 per cento
dei nuovi nati battezzato

in Europa occidentale (la media mondiale di 14,5 per 100 mila abitanti). Il suicidio la prima causa di mortalit tra i belgi che hanno tra i 25 e i 44 anni e la seconda causa, dopo gli incidenti automobilistici, fra quanti ne hanno tra i 15 e i 24. Una
giovent bella ma malata. I giovani belgi,
afferma con desolazione il quotidiano Libre Belgique, soffrono la vita .
Secondo uno studio, compilato dai professori Moens, Haenen e Van de Voorde
sulla base di dati forniti dallOrganizzazione mondiale della sanit, il numero dei
suicidi fra i giovani aumentato dell81
per cento rispetto a dieci anni fa. E sono
ancora troppi, affermano gli studiosi di
Lovanio, quelli che vengono spiegati in al-

strano ogni anno, e se considerassimo anche la legge sulleutanasia, con altre sei
morti al giorno. In Belgio nato anche il
primo supermercato della morte. A Flmalle, una cittadina poco lontano da Liegi. Le lapidi? In quarta fila. Le corone? In
fondo a destra. Le bare? A sinistra.
Un paese dominato dal nichilismo, dove
lislam gi oggi la prima religione del
paese. Nelle scuole di Bruxelles linsegnamento della religione musulmana ha superato per numero di studenti quello della religione cattolica. Lo dice il Centro di
ricerca e informazione sociopolitica: secondo lindagine, fra i ragazzi degli istituti primari, nellora di religione per scelta
delle famiglie il 43 per cento studia lislam

Muriel Degauque, la prima kamikaze europea in Iraq. Era una cattolica belga

ANNO XX NUMERO 32 - PAG III

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

MI MANDA ARRIGO SACCHI


Da difensore (scarso) del Parma alla guida di Fendi. Storia contromano di Pietro Beccari,
ex calciatore, che ha messo insieme Anita Ekberg, un Colosseo e un gigante della moda
alla scalinata del cosiddetto Colosseo
quadrato oggi non scende nessuna
Anita Ekberg lo faceva quella felliniana
(sceneggiata da Ennio Flaiano) de Le tentazioni del dottor Antonio, episodio di
Boccaccio 70, ed era una Ekberg gigantesca e notturna, incubo e sogno, diva scappata da un cartellone pubblicitario per inseguire, lungo i viali dellEur, un povero
Peppino De Filippo attirato e terrorizzato
da quella rclame della donna bellissima
che guarda il passante e lo invita a bere un
bicchiere di latte.
Non c Anita, dunque, e non neppure
notte. Ma sotto le nuvole scure che accompagnano la traversata centro-Eur, man mano che ci si avvicina alle scale da cui Anita scendeva, si capisce come mai lossessione registica si sia sviluppata attorno al Palazzo della Civilt, una specie di Ayers Rock
piantata nel cuore dellEur, esempio di architettura fascista e da qualche giorno
quartier generale Fendi, con due piani gi
in uso come uffici e gli altri quasi pronti allinaugurazione. Ossessione, dunque: e prima Roberto Rossellini (Roma citt aperta, con i tedeschi e i partigiani e gli archi
del palazzo-monumento a fare da sfondo) e
poi Federico Fellini (con Ekberg, appunto)

fica. Risultato: squadre presenti. Stadio


pieno. Quarantamila biglietti venduti. Buona nomea di organizzatore eventi conquistata sul campo. Ma era gi tempo di cambiare, ch la Parmalat, per Beccari, era
troppo poco internazionale per permettere una carriera rapida. La svolta si profil
con destinazione Germania, Dsseldorf, e
incarico alla Henkel, multinazionale della
cosmetica (oggi, per far capire allinterlocutore di che cosa potesse trattarsi, Beccari
nomina unistituzione della pubblicit anni Novanta, lo shampoo Testa nera). Che
facciamo, partiamo?, aveva nuovamente
chiesto Pietro a Elisabetta (incinta di sette
mesi), la quale non si scompose di fronte allennesimo trasloco intercontinentale, forse perch animata, allora, dice suo marito,
dallincoscienza dei nostri pochi anni.
Detto e fatto. Solo che bisognava imparare
almeno i rudimenti del tedesco, motivo per
cui i coniugi Beccari finirono non in Germania, l per l, ma in Belgio, dove per un
mese restarono chiusi in una sorta di monastero, per un corso di tedesco accelerato con audiocassetta (si stava tutto il giorno in salotto con il registratore: accendi, ripeti, spegni. Un po la scena madre di Misterioso omicidio a Manhattan di Woody
Allen). Dopodich, tedesco a parte, arrivarono anni di lavoro e promozioni, con intervalli di vita a Bruxelles, fino a che un cac-

In squadra con Berti e Pioli. Il


ritiro sfortunato con Sacchi. Fino
alla stanza in cui Keith Richards
arriv ubriaco

Storia di uno che non sapeva


le lingue, le impar sul campo e
poi si trov a tavola con
Gorbaciov e Clinton

e poi Michelangelo Antonioni (LEclisse,


con Alain Delon e Monica Vitti giovani, belli e incapaci di amare che si incontrano e
si perdono a due passi da l), ma poi pure
Paolo Sorrentino (in zone limitrofe), come
ricordano gli amici cinphile a chi debba
recarsi al Colosseo quadrato nei giorni del
trasloco della maison Fendi (prima si stava
in piazza di Spagna, palazzo omonimo). E ci
si deve inerpicare verso lingresso del palazzo spinti da un vento insolito (arriva un
tifone freddo o forse Mary Poppins, si pensa mentre si sale su per la scalinata da cui
scendeva Anita e mentre un paio di figurine lontane, vestite con eleganza da popolo
delle sfilate, fanno il percorso inverso). E
poi bisogna percorrere il salone al piano
terra, quello solenne che rester aperto al
pubblico, e che verr dato gratuitamente
per mostre, sfilate e dimostrazioni di giovani designer, artisti e artigiani (uno spazio
per leccellenza italiana, dir poi lad e
presidente di Fendi Pietro Beccari).
E tutto aperto, dentro il palazzo, laria
circola come se non ci fossero porte, ci si
aspetta quasi di decollare: Colosseo quadrato astronave-ascensore rampa di lancio,
sono i pensieri peregrini del visitatore che
sbarca infine lass, sulla terrazza panoramica da cui si vede tutto, dal Terminillo al
mare, ed come stare sulla London Eye ma
a Roma (al centro della terrazza, invece, c
la grande vertigine bianca: ti affacci e c il
nulla, il palazzo vuoto al centro: solo il
muro bianco che si tuffa gi a perdita docchio). Si sale e si scende, percorrendo il corridoio ancora in allestimento e il patio e le
scale interne con corrimano in marmo ci
pensate al fatto che questo sia stato un palazzo fantasma per sessantanni?, dice
Beccari, il manager arrivato al Colosseo
quadrato partendo da un paese a pochi chilometri da Parma, sotto lo sguardo di Arrigo Sacchi (allenamenti di calcio, ch in giovent Beccari era terzino).
Ma prima, laggi, ai piedi della scalinata di Anita, il Palazzo della Civilt dellEur
ancora un fantasma pareva: sagoma obliqua, che si fa guardare di sotto in su, presa
in affitto fino al 2028 da Bernard Arnault,
uomo-simbolo del colosso del lusso Lvmh
(cui Fendi fa capo), per 2 milioni e 800 mila euro allanno (da Eur Spa). Le poche residue impalcature alla base non riescono a
nascondere il tutto, e si capisce che oggi,
con larrivo della maison che un tempo fu
pellicceria in via del Plebiscito, bottega per
signore che via via diventa marchio, anche per il palazzo tutta unaltra storia. La
conosce comunque la storia di questo posto,
no?, dice larchitetto Marco Costanzi al visitatore non cos sicuro di ricordarsi proprio tutto-tutto di quel che successo alledificio dopo lesposizione universale del
1942, motivo desistere originario del Palazzo della Civilt, monumento razionalista alto sei piani, con 54 archi per facciata e 28
statue alla base, prima teatro di grandeur
poi catafalco silente, addormentato come
per incantesimo, ma senza i suoi abitanti
immersi nel sonno (a parte gli sfollati nella fase finale della guerra, e a parte i meno
drammatici eventi che di tanto in tanto lo

ciatore di teste non sugger ai vertici Louis


Vuitton di chiamare quel giovane manager
Henkel per dare una risistemata al marketing. Ma trasferirsi a Parigi, sebbene pi
semplice dal punto di vista linguistico, aveva i suoi contro. Chi questo che viene dagli shampoo?, era il messaggio non detto
(ma scritto sulle facce dei colleghi). Furono
sei mesi di onori formali e isolamento sostanziale (stavo in questo bellufficio e
nessuno mi mandava une-mail). Poi unidea: perch non riequilibriamo limmagine
di Vuitton verso il concetto di viaggio? E
qui viene il divertimento, dice Beccari,
memore della corsa in treno a Ginevra, nel
2006, destinazione ufficio distaccato di
Mikhail Gorbaciov. Avrebbe voglia di fare
una campagna per noi?, fu la domanda rivolta allex presidente russo, gi comparso,
in passato, in uno spot di Pizza Hut. Gorbaciov a Vuitton impose lo sfondo: il Muro di
Berlino. Per il resto si trov a bordo di un
taxi, fotografato da Annie Leibovitz, con
una borsa Vuitton a fianco e una rivista che
spuntava (e siccome, scherzo del caso, dalla rivista che spuntava si leggeva, ingrandendolo molto, un titolo in cirillico sullomicidio Litvinenko, tutti ci videro un messaggio in codice smentito poi da Gorbaciov in persona). La campagna sul viaggio
ebbe altri momenti memorabili: Keith Richards che arriva ubriaco in un albergo
con una chitarra appartenuta a John Lennon (spero non vi dispiaccia se suono un
po); Maradona, Pel e Zidane che giocano a calciobalilla in un bar di Madrid, su
sfondo di bicchieri vuoti e giornali ingialliti. Il ritardo di Maradona fu proverbiale,
gli sguardi tra lui e Pel non proprio amichevoli, poi la partita (vera) a calciobalilla
dissip la tensione (Leibovitz per si secc
parecchio: nessun leader politico mondiale o divo del cinema laveva mai fatta aspettare cos tanto). Beccari cerc di avere anche Bill Clinton, per la campagna, ma la
carriera di Hillary incombeva. Non se ne
fece nulla, per Bill lo invit alla cena per
i novantanni di Nelson Mandela, a Londra:
Ai tavoli si aggirava Pierce Brosnan, dice
oggi lad di Fendi, ma Clinton che parlava a braccio per Mandela era il vero spettacolo. (Poi prese la parola Gordon Brown,
leggendo un discorso scritto, e leffetto anticarismatico fu assicurato per contrasto).
Creativi si diventa lavorando, dice Beccari, convinto che il talento non si possa
lasciare allo stato brado: puoi improvvisare solo se sei gi organizzato. Con questa
convinzione, tre anni fa, arrivato alla maison Fendi.
Mezzora dopo, sulla terrazza, il vento da
cime tempestose allontana le nuvole dalle
montagne sullo sfondo. Due dei creativi gi
traslocati da piazza di Spagna le indicano
entusiasti. Inghiottiti di nuovo dallascensore-rampa di lancio, si torna nel grande
atrio. Ci si accoda alle figurine nere che
scendono per la scalinata di Anita Ekberg,
e per un momento sembra mancare solo
lei, al debutto in societ del palazzo che finora, come lei nel film, era apparso e scomparso dalla vita della citt, stralunata allucinazione.

di Marianna Rizzini

Anita Ekberg nel film Le tentazioni del dottor Antonio sulla scalinata del Palazzo della Civilt dellEur, anche detto Colosseo quadrato, diventato ora quartier generale Fendi
animeranno fino alla resurrezione targata
Fendi).
Lascensore intanto sbarca al piano gi
operativo della nuova ra Fendi: i creativi sono arrivati tre giorni fa, Silvia Venturini Fendi compresa, e Karl Lagerfeld, che
presto far capolino nellufficio trasparente che sembra quasi sopraelevato, tanto si
affaccia sul panorama, ha scritto di suo pugno, su carta intestata, una lettera a Beccari: Caro Pietro, voglio essere il primo a
contattarti a questo indirizzo (e a quel punto non ci si pu esimere dal chiedere che

Lascensore-rampa di lancio,
la terrazza che come una
London Eye a Roma, lufficio
dove arriver Karl Lagerfeld
cosa succede quando arriva Lagerfeld a Roma, com la dinamica: si apprende che Lagerfeld, con il suo aereo privato, viene in
giornata, parla con tutti, collabora con tutti, gentilissimo oltrech coltissimo, si
siede alla sua scrivania, ascolta chi ha da
dire qualcosa, lavora, saluta, poi gentilmente com arrivato se ne va fino alla volta
successiva). Ma oggi Lagerfeld non c e la
luce, nonostante il temporale imminente,
inonda lopen space circolare (trasparente
anche quello). Le scrivanie vicine alle vetrate sembrano protese su Roma e sulloltre-Roma che va dai monti al litorale. Il legame di Fendi con Roma lo sentiamo ancora di pi, qui, dice Beccari, che racconta
lincredibile caso della telefonata seria, ma
presa per uno scherzo telefonico da un
funzionario comunale rassegnato al peggio,
con cui un giorno Beccari comunic alle
istituzioni preposte lintenzione di Fendi di
sostenere il restauro della Fontana di Trevi con due milioni e mezzo circa di euro.
Non scherzavano, come si pu leggere sul
sito della maison: Nel 2013 Fendi ha scritto un nuovo capitolo della sua straordinaria
storia, consolidando ulteriormente la sua
relazione con Roma. Fendi for Fountains

un ambizioso progetto di mecenatismo culturale volto a far rivivere l'originario splendore delle pi importanti fontane di Roma:
la celeberrima Fontana di Trevi e il complesso delle Quattro Fontane. Un tributo di
Fendi alla bellezza, allarte, alla storia e alla cultura italiana.
Si cammina, si cammina molto, al piano
dei creativi, su pavimenti anche sopraelevati verso il mezzanino appoggiato su pannelli mobili e a scomparsa, decorati con intarsi che ricordano il mestiere dorigine
della maison (per esempio le pellicce), dice larchitetto mentre sui tavoli e nelle
teche spuntano occhiali, borse, scampoli di pelle colorata, proprio accanto
alle sale riunioni,
cubi trasparenti pure quelli. E la filosofia aziendale, la
trasparenza dice
Beccari (e il cronista abituato a sentir
nominare la trasparenza in ambito politico, brandita
quasi quasi come
minaccia dalle armate indignados
sul web, per un attimo sobbalza: che
persino nella moda
sia in agguato lanticasta? Trattasi invece di significato letterale: trasparente
nel senso del non
nascondersi alla vista con piano terra aperto al pubblico, appunto).
Che poi, essendo
Fendi parte del
polo del lusso
Lvmh, ci si aspettava di veder comparire un presidente- Pietro Beccari, presidente

amministratore delegato da polo del lusso: volto imperscrutabile, capelli brizzolati, orologi di peso, abiti da regata o, dinverno, da chalet dove bere lamaro giusto,
giacche non formali ma neppure informali. Invece, al piano-creativi, arriva il non
ancora cinquantenne e informalissimo
Beccari, che per storia e apparenza contraddice il topos del manager da settorelusso. Calciatore mancato, come si detto, diplomato al liceo classico e laureato
in Economia, Beccari ha il cursus un po
americano di colui che parte dal basso e
arriva in alto, ma
neppure in quello
si ritrova: Beh,
sar stato anche in
origine un manager contadino, dice, ma c di peggio come gavetta.
La storia questa:
Beccari,
proveniente dallo stesso
villaggio del parmense, cos lo
chiama, della moglie Elisabetta (sono insieme da
trentanni e hanno
tre figlie), non aveva
inizialmente
escluso la possibilit di intraprendere davvero la carriera calcistica. S,
il carico era pesante
(allenamentistudio-pranzo-studio-allenamenticena-studio:
in
questo ordine tutti
i giorni, e sempre
con sveglie antelucane). E s, toccava
andare spesso in
ritiro, con la serie
C allorizzonte. Ma
il dubbio persistee ad di Fendi
va: far questo nel-

la vita? Aiut a scioglierlo un Arrigo Sacchi fin troppo sincero. Gli disse: Ti dico la
verit, Beccari, non che io ti veda tanto,
in futuro, come calciatore professionista.
Glielo disse un giorno, alla fine della stagione 1984/1985. Pietro era il capitano della primavera del Parma, ruolo terzino sinistro. Aveva diciannove anni, giocava con
Nicola Berti e Stefano Pioli, attuale allenatore della Lazio, era stato convocato in
prima squadra qualche volta, in panchina,
in serie B, senza mai giocare. Poi arriv il
discorso di Sacchi. Beccari rimase un po

La maison che trasloca nel


Palazzo della Civilt disabitato
dal Ventennio, ossessione di
Fellini, Antonioni e Rossellini
cos, ma aveva il piano B. Studio matto e
disperatissimo alluniversit, ma con partite domenicali in trasferta a Brescello, il
paese che ha fatto da quinta alle avventure di don Camillo e Peppone. (Ora Beccari dice che il calcio insegna lautodisciplina: nulla ti arriva facile. E poi ti insegna che da soli non si vince: inutile far fuori tutti nella corsa verso il potere. Con chi
la giochi la partita?).
Voltata pagina dopo il discorso di Sacchi,
per Beccari arriv un primo lavoro a Milano, settore marketing, alla Benckiser,
azienda leader nel settore detergenti. Ma la
vera opportunit si present sotto forma di
incarico in Parmalat (prima dello scandalo) a New York. Che facciamo, partiamo?,
aveva detto Pietro a Elisabetta, allora giovane insegnante di Matematica e Fisica.
Vinse la suggestione dellavventura oltreoceano (linglese si pu imparare, pens il
non ancora poliglotta Pietro), e quella di
unazienda che (allora) aveva un nome. I
contatti da ex calciatore, comunque, gli furono utili nellorganizzazione di un torneo
targato Parmalat al Giant Stadium di New
York: Beccari in pochissimo tempo contatt
gente del Parma, del Real Madrid, del Ben-

ANNO XX NUMERO 32 - PAG IV

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

uigi Einaudi, il maggiore economista liberale italiano del Novecento, la cui


teoria liberale non liberista spazia molto al di l del rapporto fra stato e mercato,
estendendosi alle istituzioni e ai principi
della societ libera e al metodo liberale,
nacque il 24 marzo 1874 a Carr (Cuneo) da
Lorenzo, concessionario della riscossione
delle imposte, e da Placida Fracchia. Nel
1888 mor il padre, e la famiglia Einaudi si
trasfer a Dogliani, presso lo zio materno,
Francesco Fracchia, avvocato e notaio, che
Einaudi vener come un secondo padre.
Loikos familiare e la terra doglianese, costituirono per Einaudi delle risorse simboliche a cui tornava ad attingere nella sua ricerca di un ethos fondativo di una buona societ e di un buon governo: Questo che io
osservavo nella casa avita erano le abitudini universali della borghesia piemontese

so come sistema economico basato sulla


concorrenza e, quindi, sul pluralismo, la
variet di forme di vita economiche e sulla frammentazione e dispersione del potere, allora per Einaudi il liberismo non solo una manifestazione della libert degli
individui se questi desiderano essere veramente liberi e indipendenti ma necessariamente connesso con il liberalismo
e la libert, che non pu coesistere con regimi economici quali il comunismo o il capitalismo monopolistico. Nella concezione
della libert crociana Einaudi percepiva il
rischio di una riduzione a una libert per
soli anacoreti.
Nellagosto del 1943, dopo la caduta del
fascismo, fu nominato Rettore dellUniversit di Torino. Avendo saputo di essere ricercato dai nazifascisti, si rifugi in Svizzera. () Nel 1944 dett un corso di lezioni per
studenti universitari rifugiati che costituiranno il nucleo fondamentale delle Lezioni di politica sociale (1949), nelle quali
analizzava in maniera sistematica i pregi e
i limiti del welfare state e sosteneva il prin-

L11 maggio 1948 Einaudi


divenne il secondo Presidente
della Repubblica. Era nato nel
1874 a Carr (Cuneo)

La battaglia sul pareggio di


bilancio in Costituzione, poi la
moral suasion e gli appunti dal
Quirinale. Il legame con Dogliani

per gran parte del secolo XIX. [Quelle abitudini formavano] una classe dirigente che
lasci tracce profonde di onest, di capacit, di parsimonia, di devozione al dovere
nella vita politica ed amministrativa del
Piemonte che fece lItalia. [] Luomo, la famiglia non si concepivano sradicati dalla
terra, dalla casa, dal comune; e sono questi
sentimenti che partoriscono anche lattaccamento e la devozione alla patria e lo spirito di sacrificio, in cui soltanto germogliano gli Stati saldi (1922. Nel 1883, fu iscritto al ginnasio nel R. Collegio delle Scuole
Pie di Savona. Nel 1888 fin brillantemente
gli studi ginnasiali e, grazie anche allaiuto
dello zio, frequent Torino nel Liceo-ginnasio Cavour. Nel 1891 si iscrisse a Giurisprudenza allUniversit di Torino. Segu le
lezioni di Cognetti de Martiis, ordinario di
Economia politica, ispirate al metodo positivo. Questi, nel novembre 1893, fond il Laboratorio di economia politica ed Einaudi
vi present la prima ricerca su La distribuzione della propriet fondiaria a Dogliani. Nel Laboratorio discusse con Luigi Albertini, poi direttore del Corriere della Sera, Pasquale Jannaccone e Giuseppe Prato,
economisti; Gioele Solari, poi celebre filosofo del diritto e Giovanni Vailati (filosofo
e matematico pragmatista), ai quali si legava di una profonda amicizia. Si laure a pieni voti nel luglio del 1895 con una tesi su
La crisi agraria nellInghilterra (relatore
Cognetti de Martiis), pubblicata nel Giornale degli Economisti. Nel 1898 consegu la libera docenza in Economia politica allUniversit di Torino. Nel 1899 fu nominato professore di Economia politica, Scienza delle
finanze e Statistica. Insegn allIstituto Tecnico F.A. Bonelli di Cuneo, poi, nel 1902,
allIstituto Tecnico G. Sommeiller di Torino. Nel 1902 vinse il concorso per la cattedra di Scienza delle finanze e Diritto finanziario allUniversit di Pisa ed chiamato a
quella della Facolt di giurisprudenza di
Torino, sua sede definitiva. Dal 1904 tenne
anche un insegnamento presso lUniversit
Bocconi.
Nel 1903 spos Ida Pellegrini, diciottenne, figlia di un nobiluomo veronese. Dal
matrimonio nacquero i figli Mario (1904),
Roberto (1906) e Giulio (1912). La famiglia si
divise tra Torino e Dogliani, dove Einaudi
aveva acquistato la cascina di S. Giacomo
che estese e miglior negli anni. Nel 1893
inizi una collaborazione con la Critica Sociale di Turati, durata sino al 1902. Nel 1896
con la Stampa, diretta da Luigi Roux e fra
laltro pubblic reportages sugli scioperi
nel Biellese (1897) e nel porto di Genova
(1900, 1901). Il sindacato aziendale una legittima espressione dellautonomia e della
libert di associazione dei lavoratori, anche in vista di una maggiore concorrenza
tra questi e fra i datori di lavoro. Nel 1903
pass al Corriere della Sera di Luigi Albertini ove condivise la battaglia contro i metodi di governo di Giovanni Giolitti. La collaborazione al Corriere dur fino al 1925.
Nel 1908 inizi la collaborazione con lEconomist, in qualit di Italian Correspondent, che dur fino al 1940. Nel 1900 divent redattore de La Riforma sociale (diretta da Francesco Saverio Nitti), poi condirettore dal dicembre 1902 e, infine, direttore unico nel 1908. () Sotto la sua guida
la Riforma sociale apprezz maggiormente leconomia classica e, pur non trascurando i problemi di riforme nella distribuzione della ricchezza, prese a insistere maggiormente sui problemi di convenienza
nella produzione e di lotta contro le tante
specie di protezioni, di vincoli e di monopoli. Nel gennaio 1911, tracciando le linee

cipio della riduzione della diseguaglianza


nei punti di partenza. In dicembre il governo Bonomi lo fece rientrare per diventare
governatore della Banca dItalia. Nel settembre del 1945 entr a far parte della Consulta nazionale. Il 2 giugno 1946 entr nellAssemblea costituente come liberale eletto nel I e II collegio del Piemonte. Il 31 maggio 1947 divenne vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro del Bilancio nel
IV gabinetto De Gasperi. In qualit di Governatore e ministro, pose in essere unazione di liberalizzazione dei vincoli di cambio
della moneta che gener una espansione
della massa monetaria interna che egli sterilizz poi con aumenti negli obblighi di riserva delle banche, eliminando linflazione
e restaurando la stabilit monetaria. Erano
le basi del miracolo economico italiano.
In qualit di membro della Costituente, fece parte della commissione dei 75 incaricata di redigere il progetto di Costituzione e
fece numerosi interventi: sostenne la causa
del sistema bicamerale, contro la trasformazione del Senato in rappresentanza degli interessi economici, nel quale vide
uneco del corporativismo; fu favorevole al
referendum abrogativo anche per le leggi
tributarie; fu invece contrario alla Corte costituzionale, auspicando che le funzioni della Corte venissero ripartite fra magistratura ordinaria, Cassazione e potere legislativo; critic il valore legale dei titoli di studio,
la negazione della libert e autonomia di
insegnamento. Respinse con successo lemendamento firmato dallon. Mario Montagnana e da altri deputati di sinistra, inteso
a includere nella Costituzione lintervento
dello stato per coordinare e orientare lattivit produttiva, dei singoli e di tutta la nazione, secondo un piano che assicuri il massimo di utilit sociale, data la vaghezza del
concetto di utilit sociale e la violazione
della libert individuale del piano imposto dallalto. Riusc inoltre a evitare che
nel dettato costituzionale vi fosse la partecipazione ai profitti delle aziende da parte dei lavoratori. Meno fortunato fu il suo
emendamento mirante a sancire il principio che la legge non deve creare monopoli
e che, quando esistono, deve sottoporli al
controllo pubblico. Fu inoltre, insieme a
Vanoni, uno dei principali fautori del quarto comma dellarticolo 81 della Costituzione
sul cosiddetto pareggio di bilancio. () E
il principio per cui le spese pubbliche hanno un prezzo, che va coperto con imposte o
prezzi pubblici. () Il 22 aprile 1948 fu nominato membro di diritto del Senato della
Repubblica. L11 maggio venne eletto Presidente della Repubblica. Einaudi non si limit a svolgere una funzione meramente
notarile, e, pur nel rispetto della dialettica
tra le forze politiche e parlamentari, interpret ed esercit con assiduit una moral
suasion fatta di lettere, memoriali, appunti, osservazioni, rinvii alle camere di testi
legislativi. () Nel 1955, scaduto il settennato presidenziale, fu nominato senatore di
diritto della Repubblica e una legge speciale lo reintegr a vita nellufficio di professore universitario. Torn a scrivere sul Corriere e inizi la pubblicazione a fascicoli
delle Prediche inutili (1956-1959). Nel
1959 cominci a raccogliere i suoi articoli di
giornale nelle Cronache economiche e politiche di un trentennio (1893-1925) , di cui
cur. personalmente i primi cinque volumi.
Con i diritti dautore delle sue opere costitu, nel 1960, un fondo per borse di studio
annuali destinate a laureati in discipline
storico-economiche. Mor a Roma il 30 ottobre 1961 e, dopo i funerali di stato, la sua
salma fu tumulata nel cimitero di Dogliani.

di Francesco Forte
e Paolo Silvestri

Da Montecitorio al Quirinale con Andreotti: il 12 maggio 1948, Luigi Einaudi ha appena giurato come presidente della Repubblica

LIBERALQUIRINALE
Primati nellaccademia, editoriali sul Corriere e poi battaglie
liberiste in Costituente. Solo allora Einaudi sal sul Colle. Un unicum
programmatiche della rivista, sostenne che
essa avrebbe dovuto schierarsi contro due
degenerazioni del capitalismo e del movimento operaio. Indicando come il movimento operaio stesse regredendo verso un
medievalismo corporativistico, concluse
sostenendo che la pi urgente riforma, socialmente davvero utile, che si possa oggi
compiere, in Italia e altrove, di farla finita con lalleanza fra gli elementi peggiori
dei capitalisti e degli operai, per dissanguare il paese a loro particolare e non duraturo beneficio. Altres emblematica, a
questo riguardo, rimase la polemica contro
quelli che defin i trivellatori del bilancio
statale, che arraffavano ingiustamente il
reddito dei connazionali. Scrisse la sua
prima monografia, Un Principe mercante. Studio sulla espansione coloniale italiana (1900), dedicato allopera di quegli
italiani che erano venuti su a forza di lavoro e di coraggio, da umili braccianti, a
posizioni economiche ragguardevoli, in
realt rivolto a illustrare le vicende di una

Nel 1898 la docenza a Torino,


nel 1903 al Corriere della Sera
di Albertini (contro Giolitti), dal
1908 scrisse pure per lEconomist
di quelle individualit eminenti che seppero [emergere] dalla folla grigia ed anonima per altezza di ingegno, per intraprendenza audace od anche per fortunata combinazione di circostanze favorevoli: limprenditore innovatore Enrico dellAcqua,
industriale cotoniero, che aveva creato una
rete di imprese industriali e commerciali
fra lItalia e lAmerica Latina. Emergono
cos la visione einaudiana dellimprenditore come motore del progresso economico, il
valore della libera intrapresa e della mobilit sociale, della tensione allinnovazione
e al rischio, quali componenti fondamentali di una societ liberale. () Di particolare importanza furono i primi studi di storia e scienza delle finanze. Nel 1907 e nel
1908 uscirono rispettivamente i due studi
Le entrate pubbliche dello Stato sabaudo
nei bilanci e nei conti dei tesorieri durante la guerra di successione spagnuola e
La finanza sabauda allaprirsi del secolo
XVIII e durante la guerra di successione
spagnuola, in cui emerge la predilezione
di Einaudi per lo studio dei fatti come base per la teoria. () Allo scoppio della
Guerra mondiale Einaudi si schier dalla
parte dellIntesa. La sua riflessione, caratterizzata da una forte tensione etico-politica si esprimeva nelle due raccolte: Lettere politiche di Junius (1920) e Gli ideali
di un economista (1921), ove ritroviamo
compendiati i suoi ideali: La scuola
educativa, lInghilterra, la formazione del-

lItalia attraverso la storia piemontese, la nendo che occorreva espandere lofferta di


necessit di governi supernazionali. Alcu- moneta bancaria solo al livello a cui era
ni degli articoli sulleconomia di guerra sa- giunto prima della crisi. Il biennio rosso
ranno poi raccolti nelle Prediche (1920), (1919-1920), caratterizzato dai moti di occuuna serie di scritti uniti dallindole comu- pazione di terre e fabbriche da parte di
ne di inviti alla rinuncia, al risparmio, al contadini e operai, venne interpretato da
sacrificio. La morale a cui Einaudi allude- Einaudi come un periodo di regressione
va lethos del bonus pater familias, pru- della civilt, di lacerazione del tessuto
dente e previdente, che permea profonda- sociale, e di violazione dei due cardini
mente la sua visione e che assurge a prin- della vita moderna, vale a dire la procipio dordine sociale e politico. () Si priet privata e liniziativa individuale.
batt contro linflazione come metodo di fi- Circa la Rivoluzione russa scrisse: I rivonanziamento bellico: Prima di tutto: rom- luzionari sono come bambini: vogliono
pere il torchio dei biglietti (1919). Nel 1916 scomporre e fare a pezzi la macchina provenne chiamato dal ministro delle Finanze, duttrice, per vedere come fatta dentro,
Filippo Meda, a partecipare alla Commis- nella illusione di poterne rimettere a posione parlamentare per la riforma tributa- sto i pezzi meglio, senza gli attriti odierni,
ria e svolse un ruolo primario nel proget- che essi attribuiscono al capitalismo. Into, che non sar
vece il mercato
realizzato. Il 6 otun delicatissimo
tobre del 1919
e complicatissimo
venne nominato
meccanismo che
Francesco Forte economista, professore solo pu essere
senatore del Regno su proposta emerito allUniversit La Sapienza, gi creato dallopera
del Presidente ministro ed editorialista del Foglio. Negli anni lenta dei secoli e
del
Consiglio 60 succedette a Luigi Einaudi come ordinario dalla collaboraFrancesco Save- di Scienza delle finanze allUniversit di zione di milioni di
rio Nitti. Nellan- Torino. Paolo Silvestri, storico dellEconomia, uomini pazienti,
no successivo fu insegna allUniversit di Torino.
previdenti, geniaGli stralci del saggio qui pubblicato sono li e lavoratori. In
nominato direttore dellIstituto di tratti dal Dizionario del liberalismo italiano - questo contesto
economia Ettore Tomo II, in uscita per Rubbettino. Il volume auspic la restauBocconi di Mila- contiene 404 voci biografiche su personalit del razione dellordino, dove avr co- mondo liberale. Tra i curatori, Giampietro ne da parte del fame allievi Piero Berti, Dino Cofrancesco, Luigi Compagna, scismo che andaSraffa e Carlo Raimondo Cubeddu, Elio dAuria, Eugenio Di va per poi riconRosselli. Sul fron- Rienzo, Francesco Forte, Tommaso Edoardo dotto a quello delte internazionale, Frosini, Gerardo Nicolosi, Fabio Grassi Orsini, lo stato liberale.
lattenzione di Ei- Giovanni Orsina, Roberto Pertici.
E. si oppose apernaudi era volta al
tamente a coloro
futuro
assetto
che invocavano
geopolitico dellEuropa e al ruolo della So- una dittatura perch lunica garanzia di
ciet delle Nazioni. Questultima non era in salvezza contro lerrore, contro il disastro
grado di assicurare la pace, poich era pur non la dittatura; la discussione perch
sempre basata sul dogma della sovranit la verit non mai sicura di se stessa, se
nazionale a cui gli stati membri non inten- non in quanto permette al principio oppodevano rinunciare. Bisognava invece co- sto di contrastarla e di cercare di dimominciare a ragionare in termini di gover- strarne il vizio. () Il delitto Matteotti (10
ni supernazionali, in vista del superamen- giugno 1924) segn il passaggio di Einaudi
to del principio di sovranit, tanto pi se i allopposizione. Criticando duramente Il
processi di globalizzazione dei mercati ren- silenzio degli industriali (6 agosto 1924),
devano obsoleto quello stesso principio. Einaudi li esortava a far sentire la loro voSul tema dei debiti interalleati e della sta- ce di protesta. Il giorno del ritrovamento
bilizzazione delle monete europee condivi- del corpo di Matteotti (16 agosto), Einaudi
deva la critica di Keynes, secondo il quale rivendic la superiorit dei principi fondale riparazioni richieste alla Germania era- mentali dello stato demo-liberale, vale a
no troppo pesanti e rischiavano di danneg- dire lopinione pubblica e la discussiogiare lintera economia europea. Concorda- ne critica, contrapponendoli al nuovo
va nel sostenere la stabilizzazione delle stato fascista-corporativo-tecnico. ()
monete europee, ma non al livello prebelIl 1 maggio del 1925 usciva il Manifesto
lico, essendo ci deflazionista. Emergeva degli intellettuali antifascisti redatto da
cos la sua concezione del governo della Benedetto Croce. Einaudi ne era fra i primoneta; che andava ispirato al criterio del- mi firmatari. Il 28 novembre si dimise da
la stabilit monetaria e non della deflazio- collaboratore del Corriere della Sera in sene, n dellinflazione. In seguito, nel dibat- guito al forzato abbandono della direzione
tito con Keynes sulla crisi, Einaudi com- da parte di Luigi Albertini. Vi aveva scritbatt la tesi inflazionista di Keynes, soste- to circa 1.700 articoli. Nel 1926 venne estro-

Liberalismo in voci

messo dallinsegnamento nella Bocconi e


nel Politecnico di Torino. Nel 1931, a fronte dellobbligo del giuramento di fedelt al
regime imposto ai professori universitari,
Einaudi vi aderiva per evitare che la cattedra passasse nelle mani di un professore
che educava gli studenti alla fede fascista.
Partecip ai lavori del Senato solo in significativi casi in opposizione alle politiche
del governo. () Nel 1935, per ordine governativo, il prefetto di Torino soppresse La
Riforma Sociale, edita dalla casa editrice
del figlio Giulio. () Nel 1926 fece una lunga tourne di conferenze in America (Harvard, Yale, Princeton, Columbia, Minnesota, Berkeley, St. Louis). Partecip ai lavori
di diverse commissioni scientifiche internazionali sui problemi fiscali. Coltiv una
nutrita schiera di allievi. Di particolare rilevanza sono la polemica con Keynes, in
cui Einaudi elabor la sua teoria della moneta e della politica fiscale e monetaria in
relazione ai cicli economici e il dibattito su
liberismo e liberalismo con Croce. ()

Il mercato meccanismo
delicatissimo e i rivoluzionari
bambini. Dalla Banca dItalia
avvi il miracolo economico
Uno snodo particolare della riflessione
politica ed economica di E. lopera di
grande respiro La condotta economica e
gli effetti sociali della guerra italiana
(1933), in cui E., se per un verso sintetizzava le cause della disgregazione sociale, dallaltro tracciava le linee programmatiche
per la ricostruzione della futura societ liberale. Einaudi precisava unaltra declinazione del suo buon governo, qui inteso sia
come governo o costituzione mista, sia come governo dei buoni governanti, che non
era da intendersi necessariamente in contrapposizione al pur importante governo
della legge o rule of law. () La riflessione
einaudiana sulla classe politica si arricchiva negli anni successivi attraverso la critica alle teorie sociologico-politiche delllite e della legittimit del potere di Pareto e
Mosca, introducendo la distinzione tra classe politica in senso generico ed lite nel
senso proprio del termine, vale a dire, tra
la classe che governa in vista del proprio
tornaconto, e la sanior o melior pars
che governa in vista del bene comune, e si
identifica tendenzialmente con i valori
condivisi dalla major pars. () Nel dibattito con Croce, sviluppatosi tra il 1927 e il
1945 sulla questione del rapporto tra liberalismo e liberismo, Einaudi daccordo
con Croce sullidea che il liberismo, se inteso come policy o laissez-faire, non un
principio universale ma solo una regola pratica. Se tuttavia il liberismo inte-

ANNO XX NUMERO 32 - PAG V

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

FINANZA ROSSA LA TRIONFERA


Giornali, fondazioni, ambiente: a sinistra la nouvelle vague del grande capitale. Anche in Italia

imenticate Yanis Varoufakis, il terminator greco, e Thomas Piketty, il professorino francese. Il loro successo mediatico non che lepifenomeno di un terremoto ideologico che sposta a sinistra la
crme de la crme della finanza. Protagonisti di questa pi che mai misteriosa eterogenesi dei fini si chiamano Lazard, Rothschild, Rockefeller. Scusate se poco. E
anche lItalia, nel suo piccolo, ha cominciato a cavalcare la nouvelle vague.
Che cosa sta succedendo? I capitalisti si
tingono di rosso per salvare il capitalismo
da se stesso, al contrario di quel che voleva Luigi Zingales in un suo aureo libretto
intitolato Salvare il capitalismo dai capitalisti? E se invece i capitalisti salvassero
la sinistra dalla consunzione storica? La
mutazione passa soprattutto attraverso la
stampa, primo predellino verso la politica.
Poi arriva lautodaf, un profondo ripensamento culturale e forse, chiss, un cambio
di paradigma. Ma anzich avventurarci in
filosofemi, facciamo il mestiere imparato
da giovani, raccontiamo delle storie.
Ha fatto titolo sui giornali la notizia che
Alexis Tsipras ha scelto come consulente
per ristrutturare il debito greco la banca
daffari Lazard, emblema dellaristocrazia
finanziaria, per decenni stampella internazionale della Mediobanca di Enrico
Cuccia. In realt, loperazione si deve al
numero uno operativo della banca, il direttore generale delegato. Si tratta di
Matthieu Pigasse, che anche proprietario
della bibbia del rock francese, il magazine Les Inrockuptibles, nonch azionista
numero uno del Monde insieme a Pierre
Berg, gi compagno di Yves Saint Lau-

no solo aggiungere unaltra tacca alla pistola entrando nei santuari della cultura
di massa e dellinformazione, e si comprano giornali, tv, studi cinematografici, senza
guardare troppo al loro colore. Comunque
la si voglia mettere, un gran calderone
mondiale nel quale ribolle anche la zuppetta italiana.
I padroni con il portafoglio a destra e il
cuore a sinistra non mancano. Nemmeno
quelli che hanno usato la sinistra come un
taxi per entrare nella stanza dei bottoni.
Ma questa volta il fenomeno diverso. Nella generazione post sessantottina, ci sono
uomini di sinistra che fanno i finanzieri e
finanzieri che sterzano a sinistra. Alla prima categoria appartiene Davide Serra, nella seconda possiamo mettere Matteo Arpe.
Con il suo fondo speculativo Algebris domiciliato a Londra, Serra ha cominciato
anni fa a scuotere la foresta della grande
finanza. Nel 2007 ha innescato la scalata alla Abn Amro, banca olandese protagonista
anche in Italia, tra Banca di Roma, Antonveneta e Monte dei Paschi di Siena; poi ha
messo alla frusta le Assicurazioni Generali e Mediobanca; infine ha attraversato la
grande crisi con labilit di un vecchio lupo di mare. Si sempre dichiarato apertamente di sinistra, vicino al Pd; pi di un
compagno di strada perch ha sostenuto
platealmente Matteo Renzi fin dalle primarie perdute del 2012. Serra diventa allora la bestia nera della sinistra radicale
che, ben prima di considerarlo il figlioccio
di Berlusconi, accusa Renzi di essere un
agente della spectre finanziaria internazionale. Il dottor No, tanto per continuare
nella metafora da 007 proprio lui, quel
bocconiano che, da ex giocatore di pallavolo, sa bene come alzare e poi schiacciare la
palla. Finora, Serra si tenuto lontano da
giornali e tv, anche se alcuni gi sospettano che possa giocare un ruolo nel gran risiko che si prepara dal cambio alla direzione del Corriere della Sera per finire con il
nuovo assetto della Rai annunciato per
lautunno. La prudenza lo ha spinto a non

Matthieu Pigasse (Lazard),


proprietario della bibbia del rock
francese e azionista numero uno
del Monde con Berg e Niel

Davide Serra (un fondo


speculativo a Londra) vicino al
Pd. La passione per leditoria di
Matteo Arpe, ex pupillo di Cuccia

rent, e a Xavier Niel che a soli 19 anni cre


Minitel e oggi possiede Free secondo fornitore di servizi internet francesi. Lo stesso terzetto lanno scorso si impadronito
del Nouvel Observateur. Cos, sia il quotidiano sia il settimanale della sinistra chic,
sono nelle mani del turbofinanziere che,
non soddisfatto, ha orchestrato il salvataggio di Libration da parte di Edouard de
Rothschild, rampollo della famiglia che
per oltre un secolo ha tenuto in mano le
sorti dEuropa.
Una data, un destino: Matthieu Pigasse
nasce nel mitico maggio 1968. Il padre era
giornalista, lo zio stato direttore dellExpress, il fratello e la sorella fanno lo stesso mestiere. Lui, invece, ha scelto lEna,
poi la trafila classica al ministero delle Finanze dove, alla direzione generale del Tesoro, si occupa di gestione del debito e si
mette in luce con Dominique StraussKahn, nominato ministro nel 1998. Il giovanotto diventa suo consigliere tecnico; un
anno pi tardi Laurent Fabius lo prende
come direttore generale aggiunto e gli affida i pi delicati dossier industriali.
Quando la sinistra perde le elezioni, Pigasse torna nellombra, finch non viene
raccomandato alla banca Lazard da Alain
Minc, personaggio di primo piano del milieu tecnocratico trasversale (con leggera
pendenza a sinistra), gi plenipotenziario
di Carlo De Benedetti ai tempi in cui lIngegnere faceva strage di cuori, di cervelli
e di portafogli tra Milano, Parigi e Bruxelles. Sar lo stesso prolifico saggista e uomo
daffari a orchestrare la vendita del Monde del cui consiglio di amministrazione
stato presidente.
In realt, gi nel 2007 Minc e Pigasse
avevano tentato di impadronirsi del giornale-icona, sollevando un putiferio. Paradossalmente, contro di loro si erano schierati sia la redazione sia Nicolas Sarkozy
diventato presidente della Repubblica.
Tre anni dopo, per, la crisi del prestigioso quotidiano era arrivata al punto da fiaccare ogni resistenza. E persino lEliseo ha
dovuto ingoiare la pillola amara pur di
non passare per il becchino del Monde.
Pigasse vanta nel suo curriculum brillanti prove come finanziere, per esempio
ha gestito la crisi del debito argentino nel
2001. Ma soprattutto ha nel sangue la sinistra e i giornali. Lo stesso non si pu dire
per Edouard de Rothschild, perch nessuno riuscir mai a sostenere che la famiglia
dello scudo rosso penda a sinistra. Anzi,
quando nel 1981 arriva Franois Mitterrand alla testa dellUnion de la gauche, la
banca Rothschild viene addirittura espro-

toccare la patata pi bollente del potere


italiano, anche se non lo ha messo al riparo dalle accuse di intrecci perversi e conflitti dinteresse. Ora che Renzi ha lanciato lattacco al santuario delle banche popolari, venuto fuori che Serra ha acquistato un pacchetto, sia pur inferiore al 2 per
cento, del Banco Popolare che, per decreto, dovrebbe diventare societ per azioni.
Come sempre, honi soit qui mal y pense.
Leditoria, invece, diventata una vera
passione per Matteo Arpe. Enfant prodige
allevato da Cuccia, banchiere rampante
che ha dato una bella sistemata ai conti
della Banca di Roma insieme a Cesare Geronzi (prima di sfidarlo apertamente), ha
investito la buonissima uscita in un fondo
dinvestimento chiamato Sator (come il
quadrato magico trovato a Pompei) alla cui
presidenza ha chiamato un economista di
primo piano come Luigi Spaventa gi vicino al Pci e alla sinistra storica. E il momento in cui ha portato allo scoperto le
sue inclinazioni politiche.
Parco di parole e lontano dai riflettori,
forse ancor pi di Sergio Mattarella, arrivato alla soglia dei cinquantanni con il destino di assomigliare a Mick Jagger, comincia a investire in alcune iniziative che passano per internet, come Lettera 43 diretta
da Paolo Madron. Nel 2013 si butta su Banzai, societ fornitrice di servizi online (controlla Soldionline, Giallozafferano, Giornalettismo, Pianetadonna e altri siti) fondata da Paolo Ainio, luomo che lanci il portale Virgilio. Lanno dopo si presenta
unoccasione del tutto peculiare: salvare
lUnit, esattamente come ha fatto Pigasse
con il Monde e Rothschild con Libration.
Ma quando sembra fatta, i giochi singarbugliano dentro il Pd che gli preferisce un
editore di riviste popolari come Guido Veneziani. Scelta bizzarra che costringe Arpe
a ripiegare sul web e a rilanciare portando Banzai in Borsa. LUnit, del resto, costata cara anche a Renato Soru, pioniere
internet con Tiscali, buttatosi in politica
con il Pd e poi ritornato agli affari. Un doppio passaggio che gli ha procurato, naturalmente, guai con la giustizia.
Finanzieri, industriali, grandi manager
gran consiglieri (come Andrea Guerra, avviato a diventare lo zar della nuova politica industriale), renziani e no: i badilanti
della societ post ideologica hanno parecchio da scavare anche tra le macerie della Seconda Repubblica italiana. Ma attenzione, la politica nasconde dentro di s un
labirinto di sottigliezze metafisiche e capricci teologici ben pi intricato di quello
che Marx aveva trovato nel capitale.

di Stefano Cingolani
A prima vista, una merce sembra una
cosa triviale, ovvia. Dalla sua analisi risulta che una cosa imbrogliatissima, piena
di sottigliezza metafisica e di capricci teologici (Karl Marx, Il capitale).

I capitalisti si tingono di rosso per salvare il capitalismo da se stesso, o stanno salvando la sinistra dalla consunzione storica?
priata. Dura poco, ma provoca uno choc in
Francia, paese che pure ha costruito la sua
storia moderna a forza di rotture violente.
Baron Guy fugge a Londra con un proclama
apocalittico: Della casa Rothschild resteranno solo pochi resti, forse niente. Ebrei
sotto Ptain, paria sotto Mitterrand, ne ho
abbastanza. In realt, il radicalismo di
sinistra a crollare molto prima e la famiglia
riprende i suoi affari anche a Parigi. Tanto che, cinque anni dopo, la rinata maison
Rothschild diventa consulente del governo
per la privatizzazione della banca Paribas.
Come il padre Guy, anche Edouard si sentito un esule nel profondo dellanimo, sempre pi estraneo alla madrepatria, tanto
che lo scorso anno emigrato in Israele.
Un clamoroso gesto contro lantisemitismo
che si diffonde sul suolo francese e in Eu-

A salvare Libration, bandiera


del gauchisme, dalla bancarotta,
un Rothschild. I Rockefeller
grandi finanziatori di Greenpeace
ropa, ma anche scelta di vita per un rampollo dorato che ha sempre portato con sofferenza il peso di cotanta eredit.
Quando nel 2004 il ramo inglese e il ramo francese della famiglia si riunificano
dopo tanto tempo e dividono a met il controllo dellampia rete di affari e relazioni,
Sir Evelyn, capo del clan britannico, fa un
passo indietro, mentre il barone David de
Rothschild, 61 anni, prende la guida operativa del gruppo e lascia al fratello minore,
Edouard, la responsabilit per la Francia.
Questi ci pensa su e poi declina lofferta:
Non perch si appartiene a una famiglia legata alla finanza che non si possa
cambiare mestiere spiega . Ho importanti progetti daffari in settori completa-

mente diversi. Quali? I cavalli, la scuderia di purosangue in Normandia, e il vino,


il mitico Chteau Lafite; resta pur sempre
un Rothschild. Ma non gli bastano. Un anno dopo eccolo compiere una scelta inattesa: comprare un giornale; non uno qualsiasi, bens Libration, la bandiera del
gauchisme in tutte le sue sfumature.
Quando venne fondato da Jean-Paul Sartre, nel 1973, Edouard aveva solo sedici anni e frequentava un liceo pubblico, sia pure dlite. Dopo gli studi in Legge a Parigi,
si formato negli Stati Uniti, non in una
universit Ivy league, ma semplicemente
alla New York University. Il nome lo ha
spinto a diventare banchiere daffari, ma
alla fine ha vinto il cuore.
Linvestimento in Libration un salvataggio vero e proprio perch il quotidiano
era sullorlo della bancarotta. Edouard
spende subito 20 milioni di euro, ma finiscono nel pozzo senza fondo, cos nel 2005
caccia lex maoista Serge July, co-fondatore e direttore per oltre trentanni, libretto
rosso in mano. Un trauma, uno scandalo
che fa gridare allarroganza del capitale.
Nel 2007 entra anche un altro nome blasonato, il principe italiano Carlo Caracciolo
di Castagneto che diventa il secondo azionista. Il giornale sopravvive, arrabattandosi con la crisi della carta stampata che colpisce i paesi dove i quotidiani vendono poco. Attenua certe sue punte, ma resta ancorato a sinistra, pi a sinistra e pi libertario del Monde. Si consuma cos, per parafrasare Karl Marx, la caduta tendenziale
del grande capitale.
Francesismi? Non esattamente. La vecchia talpa ha scavato a fondo anche nellaltra grande trib del capitalismo moderno, quella dei Rockefeller. Il capitalismo
americano non cos familista come quello europeo e italiano, tuttavia le famiglie,
diventate sempre pi numerose e litigiose,
mantengono ancora quote rilevanti nei

gruppi fondati dai loro avi. Ci vale, ad


esempio, per i Ford, ma anche per i signori del petrolio. I Rockefeller restano gli
azionisti pi importanti della Exxon, la
pi anziana e potente delle sette sorelle,
la quale, pur dopo secolari vicissitudini,
scorpori e spezzatini finanziari, battaglie
con lAntitrust americano e con gli sceicchi arabi, pur sempre discendente diretta della mitica Standard Oil creata nel
1870 da quel John Davison Rockefeller che
riusc ad accumulare una cifra astronomica calcolata dalla rivista Forbes in 336 miliardi di dollari al valore del 2007, cinque
volte pi di Bill Gates.
Gi da tempo le ultime generazioni hanno imboccato i sentieri pi diversi. Tra fondazioni benefiche e medici senza frontiere
(come Richard morto lo scorso anno in un
incidente areo), vocazione esotica (Michael
scomparso in Nuova Guinea nel 1960 probabilmente mangiato dai cannibali) e battaglie politiche tra i democratici come Jay
che si ritirato lanno scorso o tra i repubblicani come Nelson governatore di New
York e vicepresidente degli Stati Uniti con
Gerald Ford. Finch, a forza di imboccare
strade laterali e scorciatoie, arrivata la
vera svolta.
Ha fatto sensazione apprendere che i
Rockefeller sono grandi finanziatori di
Greenpeace. Il gesto, per quanto eclatante,
arriva al culmine di un ripensamento strategico che ha indotto la famiglia a disinvestire dai combustibili fossili perch allarmata dalleffetto serra. Lannuncio stato
reso pubblico con grandi fanfare nel settembre scorso, al summit delle Nazioni
Unite sul clima, non da un ramo secondario o da uno dei tanti eredi bizzarri, ma da
Peter ONeill, capo riconosciuto della vasta trib. Come prima mossa, il fondo che
gestisce lenorme patrimonio ha deciso di
spostare 50 miliardi di dollari in cinque
anni per favorire lo sviluppo di fonti ener-

getiche alternative. Al Gore ha applaudito


entusiasta, gli ecologisti, presi in contropiede hanno stappato spumante (biologico
naturalmente).
La svolta verde un omaggio al nuovo
Zeitgeist, venduto addirittura come rinnovamento nella continuit: il vecchio John
Davison sostitu con il petrolio lolio di balena, se oggi fosse vivo forse farebbe la
stessa mossa, si giustificato Stephen
Heintz, presidente del Rockefeller
Brothers Fund. Ma non si sfugge allimpressione di essere davanti a un cambiamento generazionale profondo.
C chi parla di un capitalismo sessantottino, che ha gettato alle ortiche letica
protestante alla Max Weber per sposare
ledonismo individualistico, la cultura del
narcisismo alla quale fa riferimento il fi-

Una sindrome dei Buddenbrook


in stato di avanzata progressione.
C poi chi ha usato la sinistra per
entrare nella stanza dei bottoni
losofo Charles Taylor nel suo saggio Il disagio della modernit. Ci ha portato a
compiere scelte individuali lontane dagli
interessi di classe, dallo stile di vita borghese, dalla cultura conservatrice o dal
culto del mercato. Una sindrome dei Buddenbrook in stato di avanzata progressione. Pu darsi. C anche il cambiamento
tecnologico che trasforma a sua volta culture ed equilibri sociali e c il declino inesorabile dei modelli ideologici che hanno
spaccato il Novecento: capitalismo-socialismo, stato-mercato, totalitarismo-democrazia. Alcuni, inutile negarlo, cercano un alibi, una scorciatoia penitenziale, o magari
soltanto di tenersi buoni gli avversari, lisciare il pelo, placare, sedare. Altri voglio-

ANNO XX NUMERO 32 - PAG VI

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

In principio fu John M. Keynes

di Michele Masneri

l Pettorale ha la meglio sul Capitale.


Non c solo il testosteronico Yanis Varoufakis, ministro delle Finanze greco in
tourne europea, con mise da bad boy che
paiono ideate dagli stilisti pi trasgressivi; ormai chiaro, pi di cantautori efebici e millennial, pi di calciatori coatti, i
nuovi sex symbol sono gli economisti. Possibilmente palestrati, con calvizie ormonali e mascelle ipertrofiche e impermeabili un po sadomaso di pelle, come il ministro delle Finanze di Atene; ma non
necessario. Va bene anche la giacca, al limite: per almeno stazzonata.
A Downing Street era forse dalla visita del Mahatma Gandhi (1931) che non si
vedevano tenute cos fantasiose. Ma si sa

Fregolismo in crescita. A Roma


Varoufakis, successo di pubblico
e di critica. Ma non ci si era ancora
riavuti dalla visita di Piketty
che loutfit il messaggio, e che la rockstar in gessato perde tutto e sembra un
pensionato Inpdap. Dunque ecco queste
star economiche in giro con un fregolismo
sempre maggiore: come i loro colleghi
musicali affamati da Spotify e dalla scomparsa dei dischi, anche i sexy economisti
battono i palasport sempre pi frequentemente. Ecco dunque a Roma Varoufakis, successo di pubblico e di critica, e
per non ci si era ancora riavuti dalla visita di Thomas Piketty, della scuola francese delle disuguaglianze, venuto alla Camera dei Deputati a presentare il suo tomo planetario, il tomo di 950 pagine pi
grafici e appendici, Il capitale nel XXI
secolo. Il tomo che tutti discutono e che
nessuno ha letto. La Corazzata Potmkin
delleconomia mondiale.
Dunque, code lunghissime in piazza
Montecitorio per omaggiare e ascoltare il
neokeynesiano che sostiene che (il punto)
G inferiore a R, cio la crescita economica sempre minore della rendita, di
qui la fondamentale iniquit crescente
delle nostre societ e la necessit di una
patrimoniale globale. L, sulla piazza, lunga fila indiana tipo sentinelle in piedi assetate di economia, e anche molte signore
fresche di parrucchiere per assistere allarrivo di Piketty. E finalmente lui arriva,
con blazer nero, e senza cravatta, e pantalone chiaro con risvoltino corto, scortato
dalla sua editrice italiana Elisabetta Sgarbi (lei in un vestito verde acido, stivaletti
puntuti sadomaso, occhialoni scuri): e le
folle sono soddisfattissime, i due sembrano cantanti french touch pronti per fare
baldoria su un aereo privato o rompere
delle suite dalbergo. Tanta attesa. Il giorno prima, il tour aveva toccato lUniversit
Bocconi, presa dassalto da jeunes filles
en fleur meglio di un palasport per primari concerti adolescenziali. Dunque
aspettative alle stelle. Infine si entra. Per
invece di sentire un brano dei Phoenix tra
lanci di biancheria intima, si assisteva a
grafici e curve (sempre gli stessi, uffa secondo piccoli fan che avevano seguito gi

DA PIKETTY
A PHIGHETTY,
LEVOLUZIONE
DEGLI
ECONOMISTI
ORMONALI
Pi di cantautori efebici e calciatori coatti, i nuovi sex
symbol sono loro. Possibilmente palestrati e con impermeabili
sadomaso (bene anche la giacca, purch stazzonata)

pu attirare molte fanciulle, perch parla


di come avvengono le cose, politica senza fare politica, parla del futuro, prende
posizione, dice cose intelligenti e ascoltandole fa sentire intelligente anche te,
dice Franco Debenedetti al Foglio. Se volessimo spiegare il fenomeno prendendo a
prestito il modello keynesiano IS-LM e
mettendo su un asse cartesiano una curva
IS (interesse sessuale) negativa verso sinistra che si realizza quando c pieno equilibrio tra pettorali, dorsali, statura e capelli; e una LM (libido mentale) che realizza lequilibrio tra buone letture, carisma intellettuale, accento esotico, che sale verso destra, ecco che la piena occupazione, cio il cuccaggio assicurato, si realizza allincrocio tra queste due curve, con
posizioni diverse sul grafico: spostata in
alto a sinistra in caso di Varoufakis; pi a

Leditore Harmony potrebbe


mettere in cantiere un sottogenere
neokeynesian o greek debt,
forse funzionerebbe
destra per Piketty, ancora pi in l per
unaltra superstar non fisicata, il Nobel
Paul Krugman.
Generalmente, poi, gli economisti fichi
sono tutti neokeynesiani e vagamente
marxisti. Ormone e libero mercato non
vanno mai molto daccordo. Probabilmente leconomia la prosecuzione del liceo
con altri mezzi, e liberali e repubblicani
non si son visti mai combinare molto. Mentre barbe e baffi stazzonati e occhiaie, e in
tasca Piketty come una volta Siddharta
o Das Kapital, sempre benissimo. Poi
adesso questa nuova genia di economisti
greci: qui si trovano i migliori immaginari ellenici, tra tycoon armatoriali ruvidi alla Onassis e leader brutaloni alla Panagoulis, e forse anche un nuovo genere letterario. E leditore Harmony potrebbe
mettere in cantiere, oltre alle serie Romance, Paranormal, Historical, un nuovo
sottogenere neokeynesian, o greek
debt, forse funzionerebbe.
Ma il fenomeno pi vasto. Ci sono statistiche, anche: un sondaggio su 100 universit del Regno Unito mostra che gli studenti di economia son quelli che fanno
pi sesso alluniversit (4,88 partner sessuali durante il corso di studi, contro i 4,57
delle matricole iscritte a marketing e 4,44
di agraria, 3,18 quelli che studiano arte).
E una letteratura, molto di nicchia: secondo un blog intitolato pi o meno Economisti lo fanno con le modelle, che suggerisce i migliori approcci: al numero uno la
frase: Hai le curve giuste per soddisfare
la mia domanda!. Mentre per pura coincidenza si chiama Adam Smith, come lautore della Ricchezza delle nazioni (1776)
e pap di tutti i liberismi, il modello belloccio protagonista delledizione 2014 del
reality Americas Next Top Model, in onda anche in Italia su Sky, subito categorizzato dalle vastit di internet in frat
boy cio ragazzone muscolare alfa delle
confraternite da college. A voler essere
precisi, con categorie che poi diventano
molto mainstream, ricadrebbe invece nella categoria bear, cio orso, anche Paul

Il capitale nel XXI secolo, il


tomo di cui tutti parlano e che
nessuno ha letto. La Corazzata
Potmkin delleconomia mondiale

Matthieu Pigasse, jeans stretto


e camicia bianca, non ha casa n
auto. Predilige i paesi in default
a clima equatoriale

altre tappe della tourne) alla presenza di


Fassina e di Cuperlo, e uno speech tutto in
franglais delleconomista superstar, dove
tra the capitl e les revenues i fondamenti di economia politica erano s un po
pi sensuali, per non si capiva niente.
Ma che sturbo. Cosavranno poi questi
economisti? Piketty, peraltro sosia (ma forse sono la stessa persona, con geniale trovata situazionista) del premier greco
Alexis Tsipras, non vanta posture n mascelle degne di Varoufakis. E per sar laria stazzonata, sar quellaura un po sulfurea di mnage furibondi e Luna di fiele fatta di cronache anche giudiziarie con
la ex fidanzata ed ex ministra della Cultura Aurlie Filippetti, seratine in questura e tumefazioni e denunce, del migliore Polanski insomma. Del resto non
conta solo il fisico: La triste scienza, come viene da sempre definita leconomia,

Krugman, che dalle colonne del New York


Times invoca espansivit, espansivit (monetaria).
Per certo oggi il greco-francese non si
batte. Come ascoltare la Callas che canta
la Carmen di Bizet, o come lAndrea
Chenier, storia del poeta rivoluzionario
greco-francese che perir sulla ghigliottina, la pantera da salotto del Pireo con
Economist in tasca il top. Lo dimostra
anche unaltra figura, meno celebre in Italia ma famosa in patria. Matthieu Pigasse,
quarantenne capo di Lazard, consulente
di Atene per la rinegoziazione del debito.
Un metro e ottantasei per sessantasette
chili, jeans stretto e camicia bianca, sembra Bernard-Henri Lvy per giovane, e
esaltato ci raccont, un tempo, per una
vecchia copertina di Studio, che la mattina faccio du banking; il pomeriggio la
presse; la sera le rock!; Pigasse parte

Francesi sulla cresta dellonda: Thomas Piketty, autore delle 950 pagine del Capitale nel XXI secolo, e Matthieu Pigasse, capo di Lazard, consulente di Atene per la rinegoziazione del debito

ANNO XX NUMERO 32 - PAG VII

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

delle cordate che hanno salvato il Monde


e Libration, mentre in proprio ha acquistato la rivista musicale fighetta Les Inrock (oltre a strimpellare, twitta solo di
gruppi musicali semisconosciuti e possiede la prima copia di London Calling dei
Clash, mentre da ragazzo aveva un gruppo
che si chiamava Les mercenaires du dsespoir, i mercenari della disperazione).
Non ha casa n auto: Odio possedere
qualcosa, dice, e abita allHotel Costes,
predilige Christian Dior e i paesi in default a clima equatoriale: stato consulente, in passato, del governo ecuadoriano e di quello boliviano di Evo Morales (a
cui ha consigliato di nazionalizzare il gas).
Anche Pigasse scrive i suoi saggi: lultimo
si chiama Eloge de lanormalit (Plon,
2014), una specie di Houellebecq con
unEuropa di zombie eterodiretti, e incita

ma anche meno leggendarie conquiste


nello stesso palazzo Pecci Blunt, e, secondo una leggenda mai verificata, utilizzi finali e catastali di un appartamento messo
a disposizione dal gestore del teatro Eliseo proprio di fronte alla Banca Centrale,
quando ancora si batteva moneta.
Certo, storie forse minime, da commedia allitaliana, niente a che vedere con i
fenomeni di stardom odierni e franco-ellenici. Leconomista italico del resto spesso antikeynesiano, dunque moderato, e
spesso predilige il tweed al latex, un po
come un neomelodico rispetto al french
touch. Con limmaginario che ne consegue.
Per nicchie anche interessanti, anche se
forse di nicchia: c la scuola liberal-Gallo (dal calzino a righe): dal giovane presidente dellIstituto Bruno Leoni, Alberto
Mingardi, a Franco Debenedetti. Cantan-

Agli economisti brufolosi


converrebbe andare a rileggere
Keynes. La vita, pi che lopera.
Un iperattivo piacione

Cadenza strascicata very


America, piglio guru, capelli
quasi garibaldini: al primo posto,
per Novella 2000, Luigi Zingales

alla rivoluzione partendo proprio dalla


Grecia, contro cui si sta commettendo
una barbarie. Naturalmente cucca tantissimo.
Insomma, ormai, quando arriva la band
franco-ellenica, gli altri possono anche
stare a casa. Quando scoppiato il pikettypanic la primavera scorsa, quando si magnificavano le dotte citazioni, nellagile tomo di 950 pagine, di Balzac e Jane Austen,
un collega molto stimato, Branko Milanovic, uno dei massimi esperti mondiali di
disuguaglianze economiche, docente alla
City University of New York, aveva sbroccato: Io pure ho messo Balzac nei miei libri. E pure Tolstoj! Ci ho messo pure Anna
Karenina. Ma non se l filato nessuno.
Non ci ha il fisico (una LM troppo spostata a destra, non interseca la IS). Lo sfigato del liceo, insomma, che fa troppe citazioni senza arrivare mai al sodo, tipo Gianni di Sapore di mare.
Ma agli economisti brufolosi converrebbe andare a rileggere Keynes. Non tanto
lopera, quanto la vita. Rileggendo la mo-

ti neoclassici (scuola di Chicago), un po


come i tre tenori.
Per trovare qualcosa di pi aggressivo
ed esportabile, se ci fosse un talent per le
nuove rockstar del pil si potrebbe per
prendere la classifica stilata qualche anno fa da Novella 2000 dopo aver constatato gli affollamenti femminili intorno ai relatori del Festival delleconomia di Trento. La cinquina di testa vedeva al primo
posto Luigi Zingales, e la didascalia spiegava e conteggiava: Cadenza strascicata
very America, piglio guru, capelli lunghi
quasi garibaldini: peccato laccenno di riporto che ricorda Renato Schifani prima
maniera. Autografi: almeno 50. Al secondo posto, Alberto Alesina, 30 autografi,
una rivalit col suddetto Zingales, e lodore di Nobel sono stati un richiamo irresistibile per le studentesse accorse da tutta Italia. Il terzo posto andava a Tito Boeri, animatore de LaVoce.info, camicia
bianca senza cravatta e zaino da eterno
studente, il Dylan Dog delleconomia.
Autografi: circa 20, ma tante foto. Quarto

Il cancelliere dello Scacchiere Osborne con il ministro delle Finanze greco Varoufakis. Era forse dalla visita del Mahatma Gandhi che non si vedevano tenute cos fantasiose a Downing Street

I fichi, tutti neokeynesiani. Ormone e libero mercato non vanno mai molto
daccordo. Forse leconomia la prosecuzione del liceo con altri mezzi
numentale biografia in tre volumi che lord
Robert Skidelsky ha dedicato al grande
economista britannico (Macmillan, Londra) si scopre un Keynes non solo riserva
del Regno ma anche e soprattutto iperattivo piacione. Altro che nel lungo periodo siamo tutti morti: qui, una vita molto
articolata, senza bisogno di cappottoni di
pelle, ma assai divertente: la mattina, dal
letto della famosa stanza di Bloomsbury
affrescata da Duncan Grant, suo amante
storico, con figure di giovinetti danzanti,
prima di andare in ufficio al glorioso India Office, la lettura dei giornali economici, e molte telefonate ai suoi broker
sparsi per il mondo, investendo per s e
per gli amici artisti che campavano grazie
alle sue speculazioni. Poi si vestiva, bombetta e marsina, e andava a compiere il
suo dovere di civil servant. La sera, a cena con Henry James. Nel 1925 sposer la
ballerina Lydia Lopokova, giunta a Londra al seguito di Diaghilev, gi amante di
Stravinsky; con un matrimonio molto
osteggiato dai bloomsburiani gelosi e sospettosi della redenzione etero di Maynard (commento di E. M. Forster: Quanto
labbiamo sottovalutata, la ballerina). Tra
opere fondamentali (Le conseguenze economiche della pace, 1919), in cui si era
molto opposto alle riparazioni imposte alla Germania e aveva insistito per lannullamento del debito tedesco, senza successo, e inutili salvataggi dai ripetuti tentativi di suicidio dellamica Virginia Woolf,
Keynes fu non solo un esteta per nulla
pauperista, ma anche il solo economista
che si conosca ad aver fatto i soldi, per s
e per gli altri: il suo capitale pass dalle
317 sterline del 1905 alle 16 mila del 1919.
Per Skidelsky, era un uomo brutto che

amava la bellezza. E non si sa cosa si attenda per fare subito un bel biopic, forse
pi interessante di quelli su geni e spie, re
e regine e primi ministri disfunzionali e
con la balbuzie.
Per economisti timidi che non hanno
mai inviti il sabato sera dovrebbero anche
ristudiare Karl Marx: in Love and Capital. Karl and Jenny Marx and the Birth of
a Revolution, una nuova biografia della
giornalista Mary Gabriel (Little, Brown &

Keynes non fu solo un esteta,


ma anche il solo economista che
si conosca ad aver fatto i soldi,
per s e per gli altri
Company editori), vengono fuori le lettere
della futura signora Marx, Jenny von Westphalen, sorella molto timorata di un ministro della casa di Prussia, che assalita in
sporcacciate pre-matrimoniali dal barbuto autore del Manifesto non solo non
protesta, ma come Marisa Berenson in
Cabaret scopre invece un mondo nuovo
e gli scrive euforica: Non ho rimpianti, se
chiudo gli occhi riesco a rivivere tutto
quanto, e vedo i tuoi di occhi, sognanti!,
e sar poi un matrimonio felicissimo, nonostante le numerose infedelt del marito; mentre ancor pi libertino Friedrich
Engels, co-autore del Manifesto: I suoi
occhi azzurri brillavano alla prospettiva
di unavventura, che fosse rivoluzionaria,
o, anche meglio, sessuale, secondo questa
biografia un po Cinquanta sfumature di
Marx. Engels sar poi addirittura accusato di stupro da un signor Moses Hess, che
gli imputa di aver molestato la sua signora, e la risposta sar molto femminicida
la sua rabbia nei miei confronti solo
amore non corrisposto.
Per qui si entra nella nicchia, o sottogenere, delleconomista zozzone, che un
genere per amatori. Anche Thorstein Veblen, celebre autore della Teoria della
classe agiata, inventore di concetti come
il consumo vistoso cio tipo laffettatrice per salumi Berkel che i padroncini della Brianza mettono in salotto, secondo alcune biografie fu cacciato dallUniversit
di Chicago e poi di Stanford per ripetute
molestie a studentesse, come un personaggio di Philip Roth.
Ma il topos delleconomista molesto ricompare poi naturalmente nelle cronache

recenti con le sporcacciate di Dominique


Strauss-Kahn, di cui sia Pigasse che
Piketty sono stati allievi. DSK, gi capo del
Fondo monetario internazionale e destinato allEliseo, e prima ancora ministro
delle Finanze e docente di Economia a Paris X e a Science Po, gi autore di opere
fondamentali come Inflazione e divisione
del surplus: il caso dei mnages (ditions
Cujas, 1975) dove mnages, per carit, sono le famiglie, in questi giorni sottoposto
a processo maschicida a Lille,
per aver preso
parte a serate
molto movimentate e forse prezzolate. Gi archiviato per il famoso
assalto alla cameriera dhotel nuovayorchese, adesso rischia anni di
carcere e una
multa da milioni
di euro (mentre
lantica accusatrice dhotel, signora
Nafissatou
Diallo, ha aperto
un ristorantino,
Chez Amina, notizia degli ultimi
giorni).
Per non c solo DSK: anche
Nouriel Roubini,
cio
doctor
doom, il profeta
di sventura che
con la crisi finanziaria del 2007 ha
notoriamente
svoltato, tanto che
la sua Roubini
Global
Economics fornisce oggi
a pagamento pro- John Maynard Keynes
fezie e vaticini
per le migliori clientele internazionali,
conduce notoriamente unesistenza poco
spartana. Gi condannato dal comune di
New York per una altana con jacuzzi abusiva in cui si tenevano cene e dopocene goliardiche, la sua ricetta per la serata perfetta, come una Maria Angiolillo o Marisela Federici dei derivati dieci ragazze per ogni uomo presente; luomo per
non manca di realismo: Io sono brutto,

ma le ragazze sono attratte dal mio cervello. Sono una rockstar tra nerd e sfigati.
E uno studente italiano che ha avuto la
ventura di capitare a uno di questi party
nellattico a Financial District, tre piani
con vista pazzesca, mostra ancora oggi le
foto sulliPhone, con scorci di signorine
molto scosciate e arredi aspirazionali e
narra di maggiordomi frizzanti e consumi
molto vistosi, altro che Veblen (e per risvolti tristi: la fidanzata dello studente, a
Milano, avvertita
della serata a casa
del celebre economista, conoscendone la fama, allincolpevole ed
entusiasta sto a
casa di Roubini!,
rispose con un
porco! e un ma
sei
andato
a
troie!; di qui la fine di un rapporto
transatlantico forse gi doomed, predestinato).
Seriet, seriet. Ci
vuole seriet. In
Italia, sbaglierebbe per chi credesse che tutti gli
economisti sono
come il beato Giuseppe
Toniolo,
grande
nella
scienza, visse altamente di fede; indagando le giustizie sociali, fra le
cifre delle statistiche, salz potente
alle pi sublimi
idealit, a tutti noi
lasciando in eredit, esempio e richiamo, una vita
di bont, di piet,
di fatiche che sfiorando la terra, fu tutta di cielo, e unaspirazione fervida e continua a Dio, come da
eulogia funebre. Si sbaglierebbe insomma
a pensare a personaggi solo crepuscolari,
come leconomista Gildo Beozi del film I
complessi (1965), grand commis cattolico
esperto di Mercato Comune, fecondatore
matrimoniale indefesso (oggi sarebbe vituperato anche dal Santo Padre) e cultore
di micidiali sobriet casalinghe, intese co-

me vie punitive che portano al potere e alle benemerenze.


Certo, rimane lesempio di un presidente-economista come Luigi Einaudi: che
aveva sposato donna Ida Pellegrini, veronese, scelta soprattutto perch parsimoniosa. E c il famoso episodio sulle punizioni alimentari raccontato da Indro Montanelli, e sempre citato: invitato al Quirinale, il pranzo consistette in prosciutto e
melone, consomm, branzino lesso. Alla

Gli occhi azzurri di Engels


brillavano alla prospettiva di
unavventura. Rivoluzionaria o,
anche meglio, sessuale
frutta, Einaudi prese dalla fruttiera una
mela, e chiese Ne vuole mezza?.
Cattolici o non cattolici, sobri o meno,
alcuni economisti italiani non sono stati
per privi di fascino, n di successo muliebre. A partire dalla massima fucina nazionale, la Banca dItalia. Di Guido Carli,
vaga somiglianza con Varoufakis, per non
greco ma bresciano, si ricordano lo stile,
la vasta cultura, ma soprattutto il successo
di long term arrangement femminili: sul
settimanale scandalistico Abc comparve
in epoche lontane un celebre articolo intitolato Il letto rotondo del Governatore,
dove si narrava di una torbida relazione
con la sorella dellattrice Giovanna Ralli;
pare che fosse stato lallora ministro delle Finanze, Luigi Preti, ad aver fatto seguire Carli dalla Guardia di Finanza, risentito per il diniego ad aprire filiali e
sportelli nel suo collegio elettorale. Ma
poi di Carli si tramanda soprattutto lOpa
duratura su Susanna Agnelli, che aveva
portato il banchiere fino al comune di
Monte Argentario, dove la signora era sindaco, a fare lassessore al Bilancio, per dimettersi poi in malo modo causa ostruzionismo di giunte molto maremmane che lo
insolentivano.
Lamberto Dini, gi direttore generale,
viene ricordato invece pi che per lestetica (curve IS-LM assai sbilanciate, tipo caso della trappola della liquidit) per un
corteggiamento spiritato nel palazzo dellAracoeli a Roma a Donatella Zingone, vedova ed erede dellindustriale imaginifico
fondatore della cittadina di Zingonia (Bg).
Corteggiamento telefonico vintage a base
di canzoni di Ornella Vanoni in sottofondo;

posto allospite straniero, come a San Remo, cio il solito Roubini, e ultimo un certo Andrea Prat, torinese, docente alla London School of Economics, un Laurence
Olivier de noantri. Autografi dieci.
Il settimanale diretto da Candida Morvillo non prendeva in considerazione per
altre figure di alta considerazione curricolare ed estetica: innanzitutto la meglio
rockstar europea, il governatore della Bce
Mario Draghi, che combatte la sua battaglia tra rigidit (di bilancio) ed espansionismo (fiscale), e le cui foto in supermercati a basso prezzo in compagnia famigliare non ne sminuiscono il fascino; n
veniva censito Salvatore Rossi, direttore
generale della Banca dItalia, chioma candida mattarelliana, intellettuale fascinoso
pugliese gi a capo del Servizio Studi di
Via Nazionale. N si nominava Filippo
Taddei, alto alto, genere sellerone, trentottenne, dottorato alla Columbia di New
York, professore di Macroeconomia alla
Johns Hopkins University. E il responsabile economia del Pd.
Per forse il nome su cui puntare per un
talent quello di Lorenzo Bini-Smaghi,
gi nel board della Bce, da qualche giorno numero uno della francese Socit
Gnrale. Qualche vaga somiglianza con
Luigi Tenco, avvantaggiato dallaraldica e
da una consorte chic, economista anchella, Veronica De Romanis, forse lX Factor
ce lha lui. Per a Parigi dovrebbe almeno cominciare a fumare Gauloises, investire in un guardaroba di pelle, procurarsi delle occhiaie e un Capitale, di Marx
o Piketty non importa, da tenere in tasca.
E, soprattutto, abbandonare tutte quelle
cravatte e quei completi blu e grigi: fanno
cos Troika.

ANNO XX NUMERO 32 - PAG VIII

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

orridere le avrebbe fatto perdere punti. Ma perch sei sempre cos seria?, le
avevano chiesto in conferenza stampa dopo il leggendario exploit con cui aveva
mandato al diavolo la forza di gravit,
mandato in tilt i computer collegati al tabellone segnapunti e messo a segno un
dieci perfetto: voto assolutamente inaudito nonch del tutto incalcolabile in base
agli strumenti tecnologici e ai parametri
olimpionici dellepoca. Accadde a Montral, nel 1976. La piccola comunista che
non sorrideva mai, ovvero la giovanissima
ginnasta romena Nadia Comaneci, aveva
provocato una e pi rivoluzioni ruotando
su se stessa con grazia impeccabile sui dieci centimetri di spessore di una trave. Aveva messo in ombra le atlete sovietiche.
Aveva fatto impallidire le grandi dame
russe: Ljudmilla Tourischeva, rigida come
una statua, orribilmente femminile
scrisse perfidamente qualcuno in confronto a quellagile folletto 14enne in tutina bianco niveo; e Olga Korbut, la fata di
una volta, la bimba prodigio di Monaco 72
(ma gi allora aveva 17 anni), la piccola
che, quattro anni dopo, a Montral, bench
ormai 21enne e donna fatta, era chiss come rimasta piccola e appariva tanto patetica con quei codini infantili che si ostinava a portare. Nadia, coi suoi 153 cm di altezza e 39 kg di peso aveva messo fine allepoca delle ginnaste adulte, sinuose, ben
sviluppate e inaugurato un nuovo archetipo di atleta, un nuovo modello di femminilit. Incarnava la ginnasta assoluta: pu-

riscaldarsi, e le fece compiere un volteggio


che fino ad allora solo atleti uomini avevano avuto la forza di fare. Lei stette al gioco divertita, fu una festa. Mi piaceva quel
salto perch era pericoloso e perch nessunaltra lo sapeva fare.
E vero che si svegliava di notte in preda ai morsi della fame. Ma allora si passava una mano sul ventre piatto, sulla pelle
tesa tra i fianchi ossuti, e si riaddormentava tranquilla: il suo triste destino biologico non laveva ancora raggiunta, il profilo
netto della ninfetta efebica, androgina era
ancora lontano dal farsi rinchiudere aveva scritto Nabokov in una bara di carne. (Tra laltro, sia detto tra parentesi:
vero che lidea di sviluppare un corpo femminile atterriva quella creatura angelica.
Ma anche i suoi assurdi bicipiti virili andavano tenuti nascosti: Perch credete che
le ginnaste portino sempre body con le maniche lunghe?, rivela Lafon).
Nadia, langelo che nuotava in un oceano daria, scrisse ad effetto un reporter, la
silfide senza peso che si dubitava sarebbe
mai atterrata al suolo dopo una piroetta,
tanto era leggera, si piaceva. Lo si capisce
dalle mossette maliziose, capricciose, insieme puerilmente giocose e voluttuose
della sequenza a corpo libero studiata dal
coreografo Gza Pozsar per le Olimpiadi di
Montral. Era un soldatino, ma un soldato
femmina. Allinizio si era pensato di accompagnare il suo balletto con un motivo
marziale, poi si punt su un charleston anni Venti, Yes Sir, Thats My Baby. Il numero riusc divertente, frizzante, conturbante: un capolavoro di infantile sensualit. Lafon suggerisce che la Comaneci si

Si inarcava allindietro, lanciava


le braccia oltre le spalle e si
staccava in volo per riatterrare
ferma, lieve come una libellula

Visse la pubert come una


tragedia. Soffr di solitudine,
trascur gli allenamenti, ingrass.
Si trasform in donna

ra, leggera, essenziale. Priva dellimpiccio


di petto, cosce e fianchi che rallentavano
i movimenti, appesantivano i salti, rendevano la figura meno lineare. Con il suo corpicino esile camminava sulla trave con disinvoltura, neanche passeggiasse sul marciapiedi per le vie del centro. Si inarcava
allindietro, lanciava le braccia oltre le
spalle e si staccava in volo, tirando un calcio alla luna, per riatterrare ferma, salda,
sicura, lieve come una libellula, senza peso. E senza un sorriso. Se durante lesercizio pensassi a sorridere rischierei di vacillare. Unoscillazione di un paio di centimetri mi costerebbe punti di penalit,
spieg ai giornalisti. Saltata gi dallattrezzo con un ardito doppio avvitamento non
aveva nemmeno alzato gli occhi verso il tabellone, non prima di scivolare dentro la
tuta accanto al suo allenatore, il gigante
baffuto Bla Krolyi. La concentrazione
tesissima degli occhietti che brillavano
sotto la sua frangia si era volta impercettibilmente in unespressione di perplessit quando apparve il punteggio di 1,00:
uno virgola zero zero. Come uno? Ho tremato? Ho sbagliato? Sono atterrata male?
Ma no, un dieci!, chiar il giudice svedese con le due mani aperte e le lacrime agli
occhi. Io le avrei dato anche undici, dodici!, disse emozionato il giudice canadese.
Quella prima prova aveva messo in ridicolo il sistema Longines, tarato per segnare
al massimo il voto di 9,99. Mai prima di allora era successo che alle Olimpiadi qualcuno riuscisse a prendere dieci. Quellanno, ai Giochi, Nadia poi di dieci ne prese
altri sei, port a casa tre ori, e con quella
pagella eclatante avrebbe scatenato un
terremoto geopolitico: la scossa umiliante
data allimpero sovietico dallo staterello
satellite di cui fino ad allora il mondo conosceva appena lesistenza.
La storia di Nadia Comaneci mette ancora i brividi. Lasci un segno che ancora
resta. Impression il mondo, fece sognare
stuoli di ragazzine dentro e fuori la Romania che, dal giorno stesso di quella gara,
presero a lasciare nel piatto il dessert dopo cena e a pensare alla linea e alla palestra, racconta Lola Lafon che di certo fu
una di quelle giovani sognatrici. Nata in
Francia da famiglia bielorussa e vissuta
tra la Romania e la Bulgaria fino ai 12 anni, la scrittrice crebbe con il mito della Comaneci. Giocava a Nadia da bambina,
anche se poi pi che alla ginnastica si dedic alla danza e alla musica. E al suo idolo dellinfanzia dedica ora il bel romanzoreportage La petite communiste qui ne
souriait jamais, che abbiamo letto nella
versione tedesca uscita da Piper e di cui
Bompiani pubblicher la traduzione italiana in primavera.
Non affatto vero, a dirla tutta, che la
piccola comunista non sorrideva mai.
Quando gli ottomila spettatori di Montral
si alzarono in piedi tutti insieme per applaudire esultanti la scolaretta che otteneva il massimo dei voti, Nadia sorrideva ec-

compiacesse di rientrare, con la Jodie Foster di Taxi Driver e la Brooke Shields di


Pretty Baby nella triade delle seduttrici
minorenni che proprio tra il 76 e il 77 valse quasi come un invito alle fantasie pedofile. Innocence can be sexier than you
imagine, lesse la stellina olimpionica su
un manifesto pubblicitario durante una
trasferta statunitense, e ci pens su con
una certa soddisfazione.
Ovvio che poi visse la pubert come una
tragedia. Rimase senza Bla, allontanato
dalla Federazione, si trasfer da Onesti a
Bucarest, soffr di una solitudine che tent
di annegare in un bicchiere di candeggina,
trascur gli allenamenti, ingrass, si trasform in una normale vacca grassa, le
disse senza mezzi termini Krolyi. Solo rimettendosi nelle mani di Bla e consorte
sarebbe tornata ad avere una forma umana, come disse Mrta Krolyi alla stampa. Una forma di donna, come notarono
tutti quelli che lammirarono nell80 alle
Olimpiadi di Mosca. Era smagliante: ancora in body bianco, ma aveva tagliato la sua
coda di cavallo e i seni le premevano sotto la tutina. Sono cambiata, normale,
disse ai giornalisti, non potevo restare
tutta la vita alta un metro e cinquanta.
Sapeva di avviarsi ai capitoli finali della sua avventura con la ginnastica, uno
sport che brucia alla svelta le sue campionesse. Non sapeva che, prodotto del regime, pupilla dei Ceausescu, spot vivente del
sistema socialista, ne stava per pagare le
pi amare conseguenze. Bla fu pi lungimirante di lei e stavolta la piant in asso
fuggendo a New York subito dopo i successi moscoviti, nell81. Non valsero a consolarla le coccole dei dittatori, gli onori, i privilegi, i regali di cui la ricoprirono (auto
ville appartamenti), di certo non le soffocanti, perverse attenzioni di Nicu, che la
esibiva dappertutto come la sua amante e
pare ma lei neg sempre si divertisse a
seviziarla. Aveva perso linnocenza. E il popolo romeno, affamato, distrutto da una politica economica scriteriata, non era pi
cos sensibile al suo fascino. Lei, purtroppo, aspett proprio fino allultimo ad andarsene. Con ritardo imbarazzante, solo alla vigilia del crollo del regime, della condanna ed esecuzione dei Ceausescu, si decise a fuggire dal paese e a rifugiarsi negli
Stati Uniti. Un episodio, si narra, la convinse a scappare. Era sullautobus, il controllore la becc senza biglietto e si mise
a compilare una multa. Io sono Nadia!
replic lei caparbiamente orgogliosa mentre luomo non alzava neanche gli occhi dal
suo notes. Solo la sua assistente, al cospetto della mitica atleta, tolse di mano la penna al collega e strapp la contravvenzione
in mille pezzi. Poche settimane dopo, nellottobre dell89, fu ancora una donna a inchinarsi di fronte al suo orgoglio caparbio
quando, raggiunta Vienna attraverso lUngheria, si present allambasciata americana con la stessa battuta: Io sono Nadia.
Chiedo asilo politico.

di Alessandra Iadicicco

Nadia Comaneci alle Olimpiadi di Montral del 1976: aveva 14 anni. A quel trionfo e alla sua vita dedicato La petite communiste qui ne souriait jamais di Lola Lafon

LA DOLCE COMUNISTA
Nadia Comaneci, la ginnasta che incant il mondo. Le Olimpiadi,
i Ceausescu, la fuga dalla Romania: racconta tutto un romanzo-verit
come. Salutava il suo pubblico con gioia
famelica, disse di lei, ricordandola con il
brivido di chi ripensa al primo amore,
Mauro Covacich, che ai tempi di Montral
aveva 11 anni e con la Comaneci aggiungeva per la prima volta al suo mondo di campioni maschi una figurina femminile. Famelica: forse. Ma di quellinnocente ingordigia dei bambini che vogliono vincere tutto, aprire tutti i regali, prendersi tutti i premi. Anche con una punta, perch no, della smania di primeggiare tipica della prima della classe. Non c sentore di infanzia bruciata, di sacrificio crudele, di disciplina spietata in quel sorriso: tutti clich
che a Lola Lafon preme di sfatare. N ancora c il presagio della strumentalizzazione politica di quella che sarebbe diventata la bambolina del potere, il vanto e il
trofeo del regime, una minifunzionaria

Ai Giochi di Montral, nel


1976, prese sette dieci, port
a casa tre ori e scaten un
terremoto geopolitico
dellacrobatica, lEroina del Lavoro Socialista. Quella comunista, piuttosto, su cui
subito la coppia presidenziale, Nicolae e
Elena Ceausescu, stese la sua ala protettrice e su cui in seguito avrebbe allungato le
manacce linquietante delfino di stato, Nicu, il figlio del Conducator, avrebbe stentato a mostrarsi sorridente. Avrebbe protetto la propria immagine pubblica avvolgendosi in unaura di mistero, malinconia, riservatezza, freddezza. In un alone di ambiguit.
Facendo scorrere idealmente sulla pagina le immagini di repertorio che documentano, tra il 1969 e il 1990, la parabola della
fata dei Carpazi e, leggendo, irresistibile la tentazione di andarsi a rivedere

i filmati dellepoca, innumerevoli in rete


Lola Lafon decide di corredare il film muto di un sonoro, e inserisce i dialoghi tra
la biografa e la biografata sviluppati tramite uno scambio di telefonate e di e-mail. La
corrispondenza completamente fittizia,
avverte subito lautrice: immaginata, inventata. E anche fantasticando di comunicare con lodierna Comaneci, di raggiungerla negli Stati Uniti dove oggi, 53enne in
forma splendida, vive con il marito americano e il figlio di nove anni, Lafon non ne
ottiene che risposte sfuggenti e frecciatine
piccanti. Obbedire?, sbotta ad esempio
lintervistata irritata dalla parola. Secondo lei noi agoniste saremmo state obbedienti?. Le altre piuttosto, quelle incapaci di forza di volont ubbidivano allinerzia
e a seduzioni banali: bighellonare il sabato pomeriggio, attardarsi al caff. Giovani senza obiettivi e senza futuro. Sorveglianza? Securitate? E che mi dice dellessere permanentemente rintracciabili tramite il proprio iPhone? Supermercati?
Mia madre pianse la prima volta che vide
un supermarket occidentale, avvilita da
quellaccumulo di nullit. Voialtri siete costantemente spinti a consumare e a desiderare.
A giudicare da tante battute, la giovane
nuova, la figlia del progresso, il prodotto ed emblema del sistema socialista bella, forte, seria, dotata, efficiente si direbbe fosse completamente persuasa, calata
nella parte. Lo era. E una buona dose di orgoglio nazionalista, dove a lei mancava la
parola, pens il suo coach a manifestarla.
Non avevamo avuto un assaggio dello stile Lolita con la Korbut?, insinuava la
stampa dopo la performance olimpica di
Montral alle parallele asimmetriche.
Niente affatto, noi rappresentiamo la
scuola romena!, ribatteva seccato Bla
Krolyi che, quando qualcuno si azzardava
a evocare le campionesse russe, sputava
per terra.

Che Nadia non avesse precedenti, Krolyi fu il primo a notarlo. La riconobbe al


primo sguardo quando, giunto nella cittadina moldava di Onesti per aprire un centro di ginnastica con la moglie Mrta, la vide giocare nel cortile della scuola un gioved mattina di settembre. La brunetta coi
codini che saltava dappertutto e faceva la
ruota era quello che stava cercando. Quando poi le bambine si disposero in fila per
due per rientrare in classe, la perse di vista. Tutte quante avevano i codini. Lo
avrebbe raccontato in centinaia di interviste, forse ricamandoci sopra anche un po.
La cerc in tutte le aule: A chi piace la
ginnastica?, chi sa fare la ruota?, chiedeva interrompendo le lezioni. La stan solo nellultima classe di cui aveva aperto la
porta. Era una seconda elementare, Nadia,
che sedeva al suo banco coi codini mezzi
sciolti a forza di saltare, aveva sette anni.
Non cercavo la pi carina, ma la pi veloce, la pi spericolata, una che non avesse paura di rovinarsi la pettinatura, ammise Bla, luomo che lavor di fino per costruire il corpo dellatleta, per affinare la
biomeccanica della farfalla dalle gambe di
cristallo, della bambola dai muscoli di acciaio e lossatura di seta, e per smontare il
pregiudizio per cui sport e sudore fossero
roba da maschi.
Lo fece a forza di piani dietetici e tabelle di marcia quotidiane. Sveglia alle 5.30,
dalle 6 alle 8 allenamento, dalle 8 alle 12
scuola, dalle 12 alle 13 pranzo, dalle 13 alle 14 riposo, dalle 14 alle 16 compiti, dalle
16 alle 21 allenamento e tra le 21 e le 22 cena, ripasso dei compiti e coprifuoco. Il tutto supportato da 100 grammi di carne a
mezzogiorno e 50 la sera (equivalenti a 400
kcal), 3 vasetti di yogurt nellarco della
giornata (180 kcal), 200 grammi di verdure
a pasto (120 kcal), tre frutti al d (150 kcal)
e niente pane, niente patate, niente zucchero, solo poche gocce di olio, perch una
dose giornaliera superiore a 50 ml avrebbe

sballato gli schemi energetici.


Nadia si prestava. Convinta o pilotata
che fosse, era completamente posseduta
dal suo compito. Disposta ad accettare
volontariamente, volitivamente il proprio
destino. Era come se tutto accadesse al di
sopra di lei: potenza della fatalit o dei
metodi di allenamento del blocco sovietico. Come se tutto fosse gi scritto. Lo ha
notato? A Montral avevo stampato sul
body il numero 73. Presi 7 dieci e 3 ori. E,
se non bastasse, 7 sommato a 3 d ancora
dieci!, osserva ricordando le prime glorie.
Cos venivano a ordinarsi in vista del
trionfo finale tanti dettagli, episodi, aneddoti che contribuirono a creare la leggenda. Rientra per esempio nella vulgata il
racconto di quella prima gara regionale in
cui, nel 1970, Nadia, la promessa della
scuola, una miniguerriera di otto anni e

Sarebbe diventata la bambolina


del potere, il vanto e il trofeo del
regime, ma avrebbe stentato a
mostrarsi sorridente
mezzo, cadde dalla trave ben due volte e,
rialzatasi rossa di vergogna, port a termine con superba fierezza il suo esercizio. Fu
allora che promise a se stessa che non sarebbe caduta mai pi. O la cronaca, che
Lafon riprende dagli archivi, del Gala parigino del 74, della volta in cui, vista let
delle atlete, la squadra romena fu portata
dallaeroporto a una palestra di periferia
dove si svolgeva un concorso per principianti. Le concorrenti si muovevano come
oche cieche sotto gli occhi commossi dei
genitori, riassunse cinico Bla Krolyi. Il
coach dunque corse in taxi fino allarena
della competizione mondiale, butt in pista una Nadia 12enne senza pettorina, senza che fosse annunciata, senza tempo per

ANNO XX NUMERO 32 - PAG IX

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

TUTTI GLI AVVOCATI DI HARPER LEE


Il ritorno dellautrice de Il buio oltre la siepe tra gossip, letteratura, mel e una storia di legali
on c lotta: i nomi dei bestseller di
narrativa 2015 ve li possiamo gi dare, se gli editori manterranno gli impegni.
Si chiamano J. D. Salinger e Harper Lee:
due dei misteri viventi o da poco trapassati meglio conservati della letteratura
americana. Offrendo un clamoroso twist
postmoderno alla loro storia e al loro predominio mercantile sulla concorrenza, i
due reclusi impenitenti che per decenni si
sono negati allesercito di lettori imploranti, riaffiorano sul mercato. Certo, Salinger
nellaldil, ma pare aver pianificato per
il prossimo quinquennio la pubblicazione
di cinque romanzi inediti: la famiglia
Glass ritorna. E Harper Lee, dal signorile
ospizio di Monroeville, dove versa in condizioni di salute pessime, attraverso i suoi
emissari ci fa sapere che, alla fine, certo
che cera. E sempre esistito un altro romanzo della scrittrice che ci ha commosso
una volta sola, pubblicando nel 1959 Il
buio oltre la siepe (meraviglioso titolo italiano che surclassa loriginale To Kill A
Mockingbird uccidere un usignolo,
estratto dalla prima traduttrice, Amalia
DAgostino Schanzer, da un ragionamento
di Scout, la narratrice della storia, allorch riflette sulle cose che, pur a due passi da noi, ci sembrano sconosciute e dunque minacciose).
E divertente e irritante assistere a questo caravanserraglio di eccitazione, leggere le puntualizzazioni di esegeti nevrotici
che dovranno ribaltare anni di teorie, percepire il tintinnare di cassa dei librai, che
possono tornare a esprimersi in base a ti-

mamente Alice aveva perso fiducia in


Tonja, la sospettava di intrighi. Ma non ha
pi la forza e la lucidit per contrastarla.
E la Carter si messa in moto: racconta al
mondo che, mettendo in ordine larchivio
di Harper, ha ritrovato il manoscritto di un
romanzo chiamato Go Set a Watchman,
rilegata con delle vecchie bozze di
Mockingbird. Affida la ricostruzione a
un comunicato che in calce porta la firma
di Harper Lee: A met anni Cinquanta ho
completato questo romanzo, che vedeva
protagonista una donna di nome Scout.
Ero convinta fosse un buon lavoro, ma il
mio editor venne in particolare conquistato dai capitoli che raccontavano linfanzia
di Scout e mi persuase a riscriverli sotto
forma di romanzo autonomo: sarebbe diventato Mockingbird. Ero una principiante e ho fatto ci che mi stato detto di fare. Non sapevo che il libro originale si fosse salvato e sono stata sorpresa e felice
quando la mia cara amica e avvocatessa
Tonja Carter lha ritrovato. Dopo molti
dubbi e riflessioni, lho fatto leggere ad alcune persone fidate e con piacere ho accolto il loro giudizio: il libro merita di essere pubblicato. Allora, con umilt e entusiasmo, vi comunico che dopo tanti anni,
questo libro uscir.
Data prevista: 14 luglio 2015. Tiratura
iniziale da HarperCollins: 2 milioni di copie. Jonatham Burnham, direttore della
casa editrice, fa sapere di non aver mai
avuto contatti con Harper Lee, ma solo con
Tonja Carter. Burnham convinto che Harper approvi la pubblicazione e che non ci
sia bisogno di disturbarla ulteriormente. Il
manoscritto non sar alterato dalla sua
forma originale. Le segretarie della Carter

A luglio esce Go Set a


Watchman, il padre dellunico
e grande romanzo della scrittrice
pi ritrosa (e ansiosa) di sempre

E difficile credere che Harper


sia mai stata seriamente
interessata a rendere pubblica
la storia originale

rature oceaniche e file di mezzanotte. E


leggere dello sconcerto e dellemozione
dellesercito degli affezionati, quelli che
Atticus Finch forever, il loro eroe, il propugnatore del politicamente corretto, affascinante e sposabilissimo, soprattuto dopo
che, due anni dopo luscita del romanzo,
Gregory Peck ne fece uninterpretazione
indimenticabile, in una delle trasposizioni
pi socialmente utili offerte da Hollywood
al mondo (in particolare agli studenti americani. Che per, poveracci, hanno finito
per sviluppare col libro di Harper Lee lo
stesso rapporto dinsofferenza che i nostri
hanno con Manzoni. Perch Mockingbird diventato il loro romanzo storico,
lintroduzione a questioni come i diritti civili e il sistema giudiziario). Quel bianco e
nero fluido, la regia calligrafica di Robert
Mulligan, le atmosfere di un sud che cominciava a impallidire, la scena di Scout
che fa a botte coi maschi nella memorabile interpretazione di Mary Badham (anche
lei, una volta e mai pi), confezionarono la
perfetta rappresentazione di unidea e di
una bellezza. Il buio oltre la siepe, il libro prima e il film poi, si assumevano un
compito eccezionale: mettere sul tavolo la
sensibile questione dellingiustizia e del
risarcimento agli afroamericani. Calcio
davvio di un procedimento di purificazione ancora largamente in corso.
Anche se, alla fine, questa vicenda in bilico tra letteratura, gossip e mel, a osservarla da vicino soprattutto una storia di
avvocati. Ecco cosa succede, quando in
una famiglia ce ne sono troppi e ogni decisione finisce sotto il loro scrutinio. State a sentire. Amasa Coleman Lee, il padre
di Harper, e il modello cui, con fantasia, la
scrittrice ispira il personaggio di Atticus
Finch, era in effetti un avvocato. Ma non
un avvocato pronto a battersi per i diritti
dei meno fortunati. No: era un fiscalista,
originario della Florida, che si trasfer a
Monroeville, nellAlabama meridionale,
sposando la ricca Frances Finch (notare il
cognome), entrando a far parte del locale
studio legale, con mansioni esclusivamente amministrative. Una sola volta, a 29 anni, si avventurer in una causa penale, per
difendere due neri accusati di assassinio:
perde, i due vengono impiccati e il loro
scalpo viene inviato alla famiglia della vittima. Alabama meridionale, appunto. Nel
romanzo la Lee fa di Atticus un vedovo: aggiustamento psicologico del fatto che, visto
che scriveva su una traccia fortemente familiare, non aveva voglia di tirare in ballo le malmesse condizioni mentali della
madre. Alice, la sorella maggiore di Harper, comunque pronta a raccogliere leredit paterna: studia legge e ne erediter
prestigio e clientela. Harper invece non
sente il richiamo per i codici. Le piace
scrivere, ha una natura sognatrice e linfanzia condivisa col suo vicino di casa e
amichetto Truman Capote le ha fatto balenare la romantica prospettiva di una vita

fanno sapere che lavvocato non risponder a domande al riguardo. Il suo unico
interesse proteggere la tranquillit della sua cliente.
Go Set a Watchman non un sequel di
Mockingbird, anche se cos i lettori finiranno per considerarlo. E il padre del
grande romanzo del 1959, il nido dove nato. Scout qui unadulta che torna a Maycomb, versione romanzesca di Monroeville, in visita al padre, lavvocato Atticus
Finch. Durante il soggiorno recita il comunicato della casa editrice dovr confrontarsi con drammi personali e questioni politiche e comprender meglio la visione del mondo di suo padre e i propri
sentimenti verso il luogo dov cresciuta.
Alla HarperCollins spingono sulla connessione tra Watchman e Mockingbird:
Pu benissimo essere letto come il sequel
del celebre romanzo: il racconto commovente del rapporto tra un padre e una figlia, in una cittadina dellAlabama negli
anni Cinquanta, al tempo delle tensioni
razziali.
Ora gli studiosi non vedono lora di metterci le mani, per valutare quale fosse effettivamente il valore letterario originale
di Harper Lee prima che lintervento degli editor e i contributi di Capote forgiassero la perfezione letteraria di Mockingbird. In fondo era una scrittrice agli inizi, alle prese col primo, timido tentativo
narrativo. Un buon professionista lesse il
suo manoscritto e spinse lautrice a svilupparne le parti migliori. Ora le 304 pagine di
Watchman mostreranno il tronco da cui
nato il ramo. Ma difficile credere che
Harper sia mai stata seriamente interessata a rendere pubblico tutto ci. Chiunque
abbia scritto, lo sa: quando un lavoro si
evolve, i passaggi precedenti perdono interesse, diventano fasi preparatorie, il cui
destino restare privati. Qui, per, laffare era troppo grosso. Se Mockingbird ha
venduto 40 milioni di copie in tutte le lingue, Watchman pu cercare di imitarlo:
una miniera doro. In fondo Harper a malapena ne sar consapevole. Da parte sua,
sempre riuscita a mantenersi al riparo
dallondata altissima di celebrit che dun
tratto minacciava dinvestirla, terrorizzandola. Adesso, in fondo, per lei tutto cambiato e anche tutto finito. La sua vita di
scrittrice si cristallizzata e quella che
lha sostituita era imprevedibile. Lidea di
rifarlo era fuori discussione. Perci scivolata via.
E ora, quando daremo fondo al nostro
voyeurismo, leggendo avidamente Watchman per capire come tutto sia cominciato, rispetteremo la sua volont e la sua condanna: perch continueremo a leggere lo
stesso libro, risentiremo le sue migliori parole e i ragionamenti pi acuti della sua
Scout. Tra noi, c chi contiene una sola
storia: lunica che sa raccontare e che gli
interessa. Il resto lo fanno gli altri. Ma in
fondo, poco importa.

di Stefano Pistolini

Harper Lee ha pubblicato How to kill a mockingbird nel 1959. Oggi viene studiato nelle scuole come in Italia si studiano I promessi sposi: il loro romanzo storico
da scrittrice. Studia letteratura allUniversit dellAlabama, poi abbandona e se ne
va a New York, dove coltiva il sogno e poi
lo corona, per quanto suo padre abbia
chiuso i cordoni della borsa.
Grazie a qualche amico danaroso e col
conforto di Truman, con cui mantiene un
rapporto ravvicinatissimo, comincia a scrivere e, dopo qualche tentativo acerbo, tira
fuori dal cilindro Il buio oltre la siepe.
Siamo nel 59: gli studiosi litigheranno per
anni, nel tentativo di stabilire quanto Capote abbia aiutato Harper nella stesura
del romanzo. Di certo si sa solo che la storia di Scout, Atticus e di Boo Radley il
prodotto di un proficuo rapporto della Lee
con un editor, Tay Hohoff, che le consiglia
di abbandonare il romanzo cui lavorava da
oltre due anni, per dedicarsi solo a una sua
porzione, ovvero a quella storia di bambini, paura e rettitudine morale.
Il successo clamoroso: il film, il Pulitzer, milioni di copie vendute. Poi i timori
di non essere allaltezza, di non ripetere
lexploit, tanto pi quando i rapporti con
Truman peggiorano e lui si perde (Tesoro,
Truman era uno psicopatico, racconter
anni dopo a una confidente). Lansia e la ritrosia diventano le costanti della vita di

Il personaggio del Buio oltre


la siepe un avvocato, come il
padre, la sorella e lultima
curatrice di Harper
Harper Lee: To Kill a Mockingbird gi
un classico e il mondo letterario la corteggia per capire se e quando avr un seguito. Infine si rassegna a un altro caso di
scrittore per una volta sola: non la storia
di Boris Pasternak e del Dottor Zivago,
di Emily Bront e Cime Tempestose, di
Ralph Ellison e de LUomo Invisibile, di
Margaret Mitchell e Via col Vento? Harper di quella razza, frutto di uneducazione troppo remota, troppo severa, riservata, troppo southern grotesque come la
chiama Capote. Lee ricca e pu organizzarsi la vita come le pare: salita cos in fretta fino alla cima, il rischio solo quello di
scendere. Perci lascia che la prudenza o
la nevrosi di non ripetersi artisticamen-

te abbiano il sopravvento. Si abitua a vivere nellombra nella New York dove facile mimetizzarsi. La sua ultima intervista
vera risale al 1964: Pensa che il successo
le abbia nociuto?, le chiede un reporter.
No, sono unadulta, risponde con cinismo. E come si sente riguardo al secondo
romanzo?. Spaventata. Non lo scriver
mai, anche se ciclicamente emergono tracce di qualche tentativo. Negli stessi mesi
in cui dava gli ultimi ritocchi a Mockingbird, Harper lavorava a un nuovo romanzo, The Long Goodbye. Ma era prima del
botto. Poi la sua capacit di scrittura si paralizza: E come se la sua penna si fosse
congelata, dice una volta il suo agente J.
B. Lippincott. Harper si rifiuta di esistere
pubblicamente, o forse lo trova semplicemente pi comodo. C chi dice che, pi
che la macchina da scrivere, Harper frequenti la bottiglia. Al giornalista Charles
Shields, che sta lavorando alla sua biografia e insiste per un incontro, risponde:
Non solo no, ma un maledetto no!. Le
piace guardare in tv lo show di Oprah Winfrey e quando la conduttrice lo scopre, comincia un corteggiamento ravvicinato per
averla ospite in trasmissione. Harper le
concede solo una colazione e quando
Oprah le chiede il motivo della sua ritrosia, risponde: La gente crede che io sia la
Scout di Mockingbird. Io in verit sono
Boo. Boo Radley, il misterioso abitante
della casa accanto a quella di Atticus Finch, luomo di cui hanno terrore, finch non
lo incontrano, non lo osservano e non lo capiscono.
Cos non ci vuole molto per arrivare al
2007 e a un altro avvocato. Lanno quello
in cui un infarto riduce in fin di vita Harper nel suo appartamento nellUpper East Side, lasciandola per un giorno stesa sul
pavimento senza soccorsi. Lavvocato questa volta sua sorella maggiore Alice, che
si occupa di accoglierla al suo definitivo ritorno a Monroeville dove Harper, praticamente sorda e con problemi di vista, torna
a stabilirsi nella casa di famiglia. Alice ha
tredici anni pi di Harper, ma lucida e vispa come una ragazzina. Esercita ancora la
professione ed rimasta sempre la confidente, la consigliera e la curatrice legale
degli affari della sorella. Da questo momento diviene la sua custode. Il ritorno di
Harper a Monroeville, per, non sempli-

ce. Sempre nel 1964 Harper ne parlava cos: E una cittadina borghese del sud che
non ha niente di quel gotico che appartiene alla letteratura di quei posti. Per
un piccolo mondo che custodisce valori
universali, una concezione della decenza e
un qualcosa che doloroso avere la sensazione che stia scomparendo. E concludeva scherzosamente: Voglio essere la Jane
Austen dellAlabama meridionale. Adesso si rende conto che la sua citt diventata un parco a tema del suo romanzo. Insomma, che Mockingbird ormai una risorsa industriale, cui in tanti provano ad
accedere. E la cosa le d un terribile fastidio.
In effetti ha ragione: Mockingbird non
si assoggetta a quella fascinazione del gotico che di Faulkner, Tennessee Williams, Carson McCullers, Eudora Welty e
Flannery OConnor, quel sospiro nostalgico e tetro che evoca un mondo di gran decoro e ingiustificata violenza. Scout e Atticus sono personaggi che tendono alla modernit. Tornare a Monroeville, per la malandata Harper significa fare i conti con
una ristretta societ locale che lha eletta
a simbolo ma anche a business vivente per
uneconomia eternamente disastrata. Seimila anime, una comunit traversata da
pettegolezzi e moralismi. Il mondo che
Harper ha raccontato nel romanzo e da cui
fuggita, la accoglie festosamente, ma non
vuole sentirsi ignorato dalla grande scrittrice. Intanto nella casa vicina a quella
delle sorelle Lee si stabilita una giornalista di Chicago con problemi di salute. E
la stessa Alice ad accordarle la sua amicizia e poi a introdurla alla compagnia della celebre sorella. Dopo qualche mese,
Marja Mills, ormai intima di Harper, manifesta lintenzione di scrivere un libro sul
loro incontro e sulle confidenze che ha raccolto. Tra la sorpresa generale, Alice non
si oppone al progetto e incoraggia Harper
ad aprirsi con Marja. Dopo un altro anno
di vita quasi in comune, la Mills pubblica
The Mockingbird Next Door: Life with
Harper Lee, un resoconto nel complesso
generoso verso la scrittrice, della quale
racconta lincapacit di rapportarsi con le
responsabilit, ma nei confronti della quale esprime un profondo rispetto artistico.
Anche lei parla di un libro che Harper
avrebbe lasciato a met, per quel debole

verso il bere: era la ricostruzione di un vero fatto di nera, vicino allA Sangue Freddo di Capote, per il quale Harper Lee aveva silenziosamente collaborato con lo
scrittore. Anche con la Mills i rapporti comunque sembrano complicarsi. Allannuncio delluscita del libro Harper, sostiene di
non aver autorizzato niente e minaccia
querele. Ci pensa Alice a gettare acqua sul
fuoco: dice che va bene cos, che lei e Harper approvano il libro e chiede comprensione per la sorella, che ha una memoria
che le fa brutti scherzi e per lei, che ha
passato i cento. Bisbetiche dame del
profondo sud.
Alla fine anche Alice passa la mano: si
ritira e incarica dellassistenza di Harper
la principale collaboratrice del suo studio,
unaltra avvocatessa, Tonja Carter. Che sale al proscenio di questa storia. Lapproccio di Tonja non di basso profilo, come
nello stile di Alice. Tonja fa causa al piccolo museo turistico di Monroeville, che guadagna qualche soldo sulla celebre concittadina. Poi accusa lagente di Harper di
averle estorto la firma in un atto di cessione del copyright di Mockingbird (nel
2012 si arriva a un complicato compromesso). Quindi provvede a ricoverare le sorel-

Lultima intervista nel 64:


Pensa che il successo le abbia
nociuto?, le chiede un reporter.
No, sono unadulta
le in due diverse case daccoglienza per
anziane benestanti. Il nuovo indirizzo di
Harper Lee Highway Bypass 21: uno svincolo autostradale, a due passi da un centro commerciale. Il mondo irrimediabilmente cambiato. Nel 2009 la Carter nega
qualsiasi partecipazione di Harper ai festeggiamenti che la cittadina lancia in
grande stile per il cinquantenario del libro. Harper inavvicinabile anche a quei
concittadini che mantenevano con lei
unantica consuetudine. Soprattutto, lo
scorso 14 novembre, allindomani della
morte di Alice, la Carter se ne esce con la
rivelazione che adesso sta elettrizzando il
mondo editoriale. Coincidenza che ha fatto alzare pi di qualche sopracciglio: ulti-

ANNO XX NUMERO 32 - PAG X

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

ella sua opera si rispecchiano tutte le


lacerazioni, le scissioni, le tragiche
contraddizioni del Secolo breve. Che lui
attravers per intero. Mor a centotr anni,
nel 1998. Nato nel 1895, se la sorte glielo
avesse consentito, riuscendo a doppiare il
Duemila, avrebbe colto un pi che raro
primato: vivere in tre secoli. Sui giornali
lannuncio della sua morte si mescol con
laut-aut del presidente degli Stati Uniti
Clinton a Saddam Hussein. Il dittatore iracheno avrebbe dovuto fare i conti con uniniziativa militare contro di lui. La guerra
che Ernst Jnger aveva raccontato quale realt imprescindibile della vita, anche
nel momento della sua morte sembrava
avere lultima parola.
Gli articoli in ricordo di Jnger dilagarono. Eccezionale interesse per uno scrittore che, attraversando indenne come una
salamandra le fiamme del Novecento, era
stato via via dimenticato. Eppure dopo la
morte, a paragone, si fecero i nomi di Hugo, Gide, Rousseau, Goethe. Non era soltanto un soldato, non solo uno Junker
Era un saggio, uno studioso, uno scienziato. Ma non tutti si unirono al coro. Qualcuno ricord, specialmente da parte francese, che Jnger, come ufficiale doccupazione aveva sostenuto il principio di collaborazione, operando dintesa con i collaborazionisti francesi. Nel dibattito i giudizi si sprecarono. Jnger, n un grande
maestro n uno scrittore minore. Piuttosto
un isolato. Jnger si scrisse allora
un grande stilista, un freddo prognostico, il

roismo. Gli viene conferita la pi alta decorazione prussiana, istituita da Federico il


Grande, lordine Pour le Mrite. Considera
unonta il trattato di Versailles. Convinto
militarista sceglie lesercito come professione. In patria un fermo oppositore della Repubblica di Weimar. Escono in quel
periodo i suoi romanzi che, ispirati dai cimenti al fronte, sono una riflessione sul
senso della guerra. Nelle tempeste dacciaio, La battaglia come esperienza interiore, Il tenente Sturm vengono accolti
con entusiasmo Nel 1923 a Parigi e a Napoli per studiare filosofia e zoologia. In
Germania si sta affermando il nazismo e
bench Jnger ne sia stato uno strano prefiguratore con il suo romanzo Loperaio,
la sua adesione al Partito nazionalsocialista sembra essere pi formale che di sostanza. Riferendosi a lui, annotava Goebbels nel suo diario: Gli facemmo ponti doro che lui sempre si rifiut di attraversare. Nonostante il prudentissimo rapporto,
dopo la fine della Seconda guerra mondiale nel suo paese fu duramente accusato di
connivenza con il nazismo, soprattutto per
il suo convinto e asserito nazionalismo. I
Diari dal 1941 al 1945 sembrano in effetti
una reale presa di distanza dalla follia e
dalle efferatezze hitleriane. Cos, almeno
simbolicamente, lo il romanzo Sulle scogliere di marmo del 1939. Ma non poteva
essere portato certo a sua discolpa Nationalismus und Judenfrage con cui, nel
1930, aveva descritto gli ebrei come una
minaccia per lunit dei tedeschi. Fino al
1949 fu interdetta in Germania la pubblicazione dei suoi libri. Fu allora che cerc di
farsi dimenticare. Si nascose a Wilflin-

In un orgoglioso autoesilio, dal


1950 si era appartato al limitare
della Foresta nera. Nel 44 rifiut
di partecipare allattentato a Hitler

Tanti libri entomologici, e poi


la raccolta pi eccentrica: un
inventario delle vere o presunte
ultime parole dei morenti

non coinvolto, loutsider, ma anche lacuto


ricercatore e osservatore del mondo della
natura, della storia e del mito, laristocratico, lavventuriero, il dandy. La sua
opera indagata come lespressione di un
osservatore distante, estatico, assente.
Adesso tempo di avvicinare lopera di
Jnger con il suo stesso sguardo: freddo,
privo di compassione. Jnger non sar
mai accomodante, e dalla sua opera non
deriver nessun messaggio. Se il nostro secolo apparir alle generazioni future, lontano come per noi adesso lontano lOttocento, lopera d Jnger sar sguardo su di
un mondo dietro il quale vi sar sempre in
agguato la morte.
In un orgoglioso autoesilio, dal 1950,
Ernst Jnger si era appartato al limitare
della Foresta Nera, a Wilflingen, in una foresteria dirimpetto al castello degli Stauffenberg, lantica famiglia comitale cui apparteneva Claus, luomo che il 20 luglio
1944 aveva vanamente attentato alla vita di
Adolf Hitler. Claus Schenk von Stauffenberg era lufficiale che aveva portato alla
sala della riunione a Rastenburg, la tana
del lupo, la borsa con la bomba per lattentato al Fhrer. Noto come and. Hitler
illeso e i congiurati fucilati il giorno dopo. Sento il dovere di fare qualcosa per
salvare la Germania. Noi tutti, ufficiali
dello stato maggiore, dobbiamo assumere
la nostra parte di responsabilit Dobbiamo dimostrare al mondo, che non eravamo
tutti come lui. Questo scriveva Stauffenberg alla moglie il giorno prima dellattentato. Scegliendo di abitare nellaura del
castello di un uomo che aveva avversato
Hitler e il nazismo, Jnger, ufficiale della
Wehrmacht, aveva forse voluto simbolicamente dichiarare anchegli che non eravamo tutti come lui.
A Parigi, nel 1944, nei mesi delloccupazione, allHotel Raphael sede del suo ufficio, Jnger riceve la visita a sorpresa di
Caesar von Hofacker, ufficiale della Wehrmacht. Il tenente colonnello von Hofacker
appena entrato stacca il ricevitore del telefono. Invita Jnger a uscire. Per strada,
mescolati tra i passanti dellavenue Klber, passeggiando avanti e indietro, tra il
Trocadero e lEtoile, Jnger viene informato di quanto sta per accadere in Germania. I congiurati non pensano tuttavia di
accoglierlo per il momento tra loro. Jnger
uno scrittore gi noto ed importante
non rischi la sua vita. Dopo il successo dellattentato, leliminazione di Hitler, potrebbe svolgere un ruolo di guida spirituale. Pur condividendo la necessit di trovare una via duscita, Jnger non per daccordo con lattentato a Hitler. Gi nel suo
Sulle scogliere di marmo palese il rifiuto delluccisione del tiranno. Per lui leliminazione del despota ha effetto proprio
contrario a quanto si spera di ottenere. A
volte gli attentati agiscono da antidoto,
perch la loro reazione porta alla superficie le tendenze del tempo ancora oscure
Colpire la persona fisica degli esponenti

gen nella foresteria del castello degli


Stauffenberg. Continuava a scrivere. Libri
e fitte corrispondenze con Carl Schmitt e
Martin Heidegger. Con Mircea Eliade dirigeva la rivista esoterica Antaios. Il suo era
un mondo appartato. Viveva in una specie
di lateralit avulsa dal mondo reale.
Cercava di svelare i misteri di altre dimensioni con luso sperimentale, perseguito per tutta una vita, degli allucinogeni:
mescalina, hashish, cocaina. Dai viaggi nel
Mediterraneo e in oriente la partecipata
contemplazione dei luoghi e la mai trascurata attenzione al mondo degli insetti. Scopr nuove specie di coleotteri che portano
il suo nome: Carabus saphyrinus juengeri
e Cicindera juengeri juengerorum. Si convert al cattolicesimo.
Su un Ernst Jnger, in apparenza inabissato, slavin pubblicamente tutto il passato quando, nel 1982, gli fu conferito il premio Goethe, il pi alto riconoscimento letterario tedesco, gi ricevuto da altri eminenti: Thomas Mann, Hermann Hesse, Bertolt Brecht Il premio lo ammetteva, consacrandolo, tra i maggiori scrittori e pensatori del Novecento. Riaffiorato da un passato che i tedeschi volevano dimenticare e
che la presenza di Jnger imponeva alla
memoria, la sua opera fu allora aspramente accusata di dandismo, aridit, faciloneria simbolista, estetica esasperata
dissimulata da esibita perfezione stilistica e, peggio, etica della guerra. Lormai
vecchio reazionario che aveva ancora
speranze nel futuro, reag limitandosi a
ringraziare dellonore. Non controbatt alle accuse, n accese polemiche di tipo
estetico riguardo allopera sua. Continu a
vivere nella sua biblioteca, per lui ideale:
le opere di Johann Georg Hamann, luomo
della sfiducia nella ragione, di Lon Bloy,
i testi sul simbolismo dei colori, la collana
della Pliade, lantica edizione Kemptener
dei Padri della chiesa, gli autori russi e
francesi, i tedeschi da Hans Jakob Grimmelshausen a Jeremias Gotthelf, la vita e
le opere di Casanova, Le mille e una notte E poi la tentacolare raccolta di libri
entomologici, accanto a un armadio dove,
sistemata in ordine teutonico, stava la collezione dei coleotteri. Centinaia di scarabei, cerambici, cetonie Poi la raccolta
pi eccentrica: uno schedario con linventario delle vere o presunte ultime parole
dei morenti.
Ernst Jnger potrebbe essere riconosciuto nel modello dellufficiale tedesco di
un celebre racconto di Vercors. Imposto
quale ospite in una casa dove vivono zio e
nipote, un ufficiale nazista, sera dopo sera,
in lunghi monologhi, parla del suo amore
per la Francia. Parla di ci che lo lega alla sua cultura. Parla di quante affinit vi
siano tra letteratura francese e tedesca.
Parla delle comuni speranze. Nel pi alto
dei silenzi che gli oppongono i suoi ospiti.
Le silence de la mer di Vercors fu pubblicato clandestino durante loccupazione
di Parigi.

di Giuseppe Marcenaro

Ernst Jnger in divisa. Dopo aver combattuto nella Prima guerra mondiale, durante la Seconda diresse nella Parigi occupata lufficio di censura della corrispondenza delle truppe tedesche

IL NAZI RILUTTANTE
Aveva attraversato tutte le lacerazioni del Novecento. Ernst Jnger:
il grande reazionario, maestro di stile, che collezionava coleotteri
di unidea indice di mentalit rozza. I rami potati si irrobustiscono. Jnger, inoltre, conosce perfettamente quanto gi accaduto a Helmuth James von Moltke, esponente della leggendaria famiglia prussiana di militari e capo del circolo di Kreisau,
un gruppo di ispirazione cristiano-occidentale. Von Moltke, che ha sviluppato i
piani di intervento per il dopo-Hitler salvaguardia dei prigionieri di guerra, degli
ostaggi e degli ebrei in attesa di processo nel lager di Ravensbrck.
Lui, limpenetrabile Jnger, non confesser mai, a chi sollecita la sua partecipazione per porre fine a Hitler e al nazismo,
che dal 1941 ha cominciato a scrivere un
manifesto intitolato La pace: un testo
esoterico, a suo modo sovversivo. Si
preoccuper comunque di chiuderlo in
una cassaforte. Nella parola e soltanto in
essa sapevamo riconoscere la magica spada il cui lampeggiare fa impallidire la po-

A Parigi con le truppe di


occupazione. Conosce Cocteau,
trascorre ore in colloqui nellatelier
di Picasso, incontra Braque
tenza dei tiranni. Trino e uno sono la Parola, la Libert e lo Spirito.
A Parigi Jnger dirige lufficio di censura della corrispondenza delle truppe tedesche in territorio occupato. Ci che avviene in Germania sembra non preoccuparlo.
La sua una estraneit vigile. Riempie pagine e pagine del suo Diario: Non voglio
dire che qui si viva lontano dalla storia; al
contrario, considero valida ancor oggi la
massima di Rivarol, secondo cui il destino
esercita a Parigi uninfluenza pi forte che
altrove. I numerosi attacchi della Resistenza e le rappresaglie disposte dallAlto
comando della Wehrmacht, ordinate da Hitler in persona, vanno tessendo una cupa
ragnatela di terrore. Le rappresaglie pi

furiose sono portate a termine dai Gruppenfhrer delle SS. Jnger non distoglie lo
sguardo dalle drammatiche vicende parigine. Non fa finta di niente. Non prende in
considerazione soltanto lorrore in atto,
langoscia diffusa. Vede i rapporti degli uffici militari tedeschi o della polizia di sicurezza che evidenziano come a Parigi i cittadini siano assorbiti dalle loro preoccupazioni personali. Anche se patiscono ansia e traumi di guerra. Vogliono rimanere
radicati in unapparenza di vita normale.
I bambini frequentavano la scuola e gli
studenti universitari cercavano di laurearsi. Gli intellettuali si potevano trovare nei
soliti caff.
Jnger, tuttavia, sa che dietro lapparenza si continua a torturare, a uccidere, a deportare. Su Parigi pesa lombra violenta
della persecuzione degli ebrei. La stella
gialla, la stella di Davide, sempre pi sotto il tiro implacabile dei nazisti: Nella rue
Royale annota nel Diario ho visto per
la prima volta in vita mia la stella gialla sul
petto di tre giovani ragazze che passarono
davanti a me Questi distintivi furono distribuiti ieri Nel pomeriggio ne vidi molti altri. Avvenimenti di questo genere non
passano senza dare il contraccolpo. Cos
sentii subito limbarazzo di trovarmi in
uniforme. A Jnger, fuori dalle ore di servizio, concesso di vestire in abiti civili, il
che gli permette agevolmente di frequentare il milieu artistico e letterario. Una
condizione molto vicina al proprio ideale
della dsinvolture: stare al centro della battaglia, a condizione di non esservi.
Gli intellettuali parigini lo accolgono, e
poi lo frequentano, attratti dal fascino vivace e spiazzante che lo scrittore tedesco
dispiega nel corso dei loro incontri, tra
soires e salons: Ci si aspettava ogni volta
di incontrare un teutonico eroe di guerra,
il leggendario autore delle Tempeste dacciaio racconta lo scrittore Marcel
Jouhandeau quando nel vano della porta veniva poi a stagliarsi una figura modesta, in abiti da passeggio, con al collo non

la cravatta tradizionale ma il papillon, il


volto fine, il sorriso limpido e gradevole.
Insomma una persona gentile e priva di
qualunque affettazione. Jnger risiede allHotel Raphael nei pressi dellArco di
Trionfo. Ha il suo ufficio, dove ha sede lo
stato maggiore, nel pi mondano Hotel
Majestic, in avenue Klber, poco lontano
dal Bois de Boulogne. Frequenta i pi
esclusivi ristoranti della citt, visita le botteghe antiquarie, i musei, le gallerie darte e i parchi. A sera ricevuto nel salotto
della milionaria e mecenate americana
Florence Jay Gould. In questa cerchia,
Jnger trova conferma della propria vocazione secondo cui nel nostro tempo si deve tendere alla formazione di lite intellettuali e spirituali ristrette. Conosce leccentrico Jean Cocteau, e il dandy Henry de
Montherlant, leditore Gaston Gallimard.
E introdotto nella cultura parigina da Otto Abetz, ambasciatore della Germania nazista presso la Repubblica di Vichy. Il diplomatico era la longa mano di Goebbels
con il compito di far proselitismo tra gli intellettuali francesi, i quali, in buona parte, in vario modo e a vario titolo, simpatizzavano per tedeschi: il drammaturgo e attore Sacha Guitry; giornalisti e scrittori;
Robert Brasillach, il sinistro cronista del
Je suis partout attraverso cui denunciava
pubblicamente ogni resistenza al nazismo;
Louis-Ferdinand Cline, Marcel Pagnol,
Pierre Drieu La Rochelle, Paul Morand
Nella villa del sofisticato designer Andr
Groult, in avenue Foch, ha modo di ammirare una splendida collezione con opere di
Fragonard, Turner, Watteau La nuora di
Claude Monet lo invita a Giverny. Vuole
fargli ammirare il giardino delle ninfee. E
lui, contemplando il paesaggio ispiratore,
idealmente sovrapposto alle opere che
hanno reso celebre uno dei maestri dellimpressionismo, annota nel Diario: Ritmo creatore di cristallizzazione e soluzione, con potenti avvicinamenti al nulla azzurro, alla azzurrit di Rimbaud. Trascorre ore in colloqui nellatelier di Picasso, in

rue des Grands-Augustins. Noi due qui seduti come stiamo, potremmo trattare e concludere la pace questo pomeriggio. La sera gli uomini potrebbero accendere le luci. Incontra Georges Braque, e annota:
Con Braque e con Picasso ho visto due
grandi pittori del nostro tempo. Limpressione stata ugualmente forte e tuttavia
specificamente diversa, in quanto Picasso
mi apparso sotto lo strato cerebrale come
un mago possente, mentre Braque dispone
di una irradiante cordialit.
Quando arriv a Parigi con le truppe di
occupazione, il suo nome non era certo
estraneo ai letterati e agli artisti della
citt. Aveva quasi cinquantanni ed era un
personaggio affermato della letteratura.
Una esistenza avventurosa (Heimo
Schwilk, Ernst Jnger, una vita lunga un
secolo, Effat Ed., 718 pp., 22 euro). Nato
in una famiglia borghese e protestante, il
padre chimico-farmacista, aveva trascorso

Dopo la guerra, visse in un


mondo a parte. Cercava di svelare
i misteri di altre dimensioni con
luso sperimentale degli allucinogeni
la prima giovinezza ad Hannover. Studente inquieto, ai programmi di studio prediligeva indagare la vita degli insetti e i romanzi davventura. Scriveva poesie. Ader
allassociazione, romantica ed ecologista
Wandervogel uccelli migratori e nellestate del 1913, fuggito in Francia, a Verdun
si era arruolato nella Legione straniera.
Arriva in Algeria nel campo di Sidi Bel
Abbs. Fugge in Marocco. Catturato viene
congedato e rimpatriato. Racconter quella remota avventura nel 1936, in Ludi africani. Allo scoppio della guerra, nel 1914,
si arruola volontario. Soldato di truppa,
dopo un corso per allievi ufficiali, nominato tenente. Ferito quattordici volte, le
sue giornate sul fronte sono la saga delle-

ANNO XX NUMERO 32 - PAG XI

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

SPETTATORI PER UNA SETTIMANA

NUOVO CINEMA MANCUSO

scelti da Mariarosa Mancuso

BIRDMAN di Alejandro Gonzlez Irritu,


con Michael Keaton, Emma Stone, Edward
Norton, Naomi Watts

a vedi quella stronza? Quella l in fondo, che ha laria di aver appena slinguazzato un barbone nel vicolo?. Evviva,
finalmente un insulto ai critici che la
smette con la litania degli artisti mancati
(come se tutti volessero fare i registi e penare su un set, senza tener conto dei propri limiti e onorare la propria mancanza
di talento) o dei rosiconi che invidiano il successo alt r u i .
Quella
una critica teatrale, che
ha deciso di
stroncare uno
spettacolo tratto
dai racconti di
Raymond Carver
senza darsi la pena di vederlo. Lo
spettatore, che
invece osserva
come lo spettacolo viene messo
in scena siamo
alle anteprime
con il pubblico
capisce che non
ne uscir molto di
buono. Ha scritto e
prodotto la pice, dove reciter da primattore, una star di Hollywood in cerca di riscatto dopo laddio a una carriera da supereroe con becco e piume, Birdman, appunto. Metterci Michael Keaton fu Batman per Tim Burton aggiunge gag a gag.
Vale lo stesso per lirruzione di Edward
Norton, sostituto che discetta tutto il tempo su verit e finzione (gli arredi dello sce-

JUPITER IL DESTINO DELLUNIVERSO


di Andy e Lana Wachowski, con Mila Kunis,
Channing Tatum, Eddie Redmayne

on siamo sicuri di aver capito tutto


ma sospettiamo che i registi abbiano
concepito il film con qualche aiutino allucinogeno. Allepoca di Matrix i Wachowski erano entrambi maschi (nel frattempo Larry diventato Lana), e facevano
i nani sulle spalle dei giganti Cartesio e
Platone: come posso essere sicuro che il
mondo esiste? non sar lillusione di un
genio maligno, oppure di qualche cattivo
che non vuole somministrarci la pillolina
della conoscenza atta a distinguere il sonno dalla veglia, e la smagliante realt dalle ombre dentro la caverna? Non siamo sicuri di aver capito tutto, ma ve lo raccontiamo lo stesso, certe cose meritano. Jupiter una ragazza russa orfana di padre,
vive a Chicago e per guadagnarsi la mesata pulisce i cessi. Spinta dal cugino russo
con i baffi e la canotta in cerca di soldi facili nel lessico familiare ancora imprecano per le palle di Stalin! va a donare un ovulo. In sala operatoria viene aggredita da unesercito di schifezzine somiglianti a Gollum. Irrompe per salvare la
cenerentola un magnifico principe azzurro per forza, Channing Tatum, neppure le orecchie a punta da licanqualcosa
riescono a offuscarne la bellezza. Egli indossa gli stivali delle sette leghe, pardon,
certe scarpette con i razzi che gli consentono di pattinare nel cielo di Chicago
schivando grattacieli che i cattivi intanto
fanno a ferro e soprattutto a fuoco. Niente paura, ricresceranno subito (e i pochi
che ricordano il disastro non saranno creduti: il momento Men in Black). Risul-

nografo gli paiono orrendamente finti, la


pistola ha il tappo rosso del giocattolo, in
omaggio ai suoi principi sul palcoscenico
cercher di farsi Naomi Watts). Riggard
Thompson cos si chiama la star nel film
ha preso come assistente la figlia, appena uscita dal rehab, e per liberasi di un attore cane gli fa cadere un pezzo di soffitto in testa. Ha affittato il St. James, storico teatro di Broadway costruito negli anni 20: lo esploriamo in un lunghissimo piano sequenza, tra camerini di varie dimensioni, palco e retropalco, scale e corridoi,
anche un pezzo di marciapiede, quando
lattore esce in accappatoio per fumarsi
una sigaretta e resta chiuso fuori, in mutande (laccappatoio
rimasto impigliato
nella
porta).
Lunghissimo, giacch dura
q u a s i
quanto il
film, senza per
cedere
alla tentazione
del tempo
reale,
e
senza attirare
lattenzione sulla maestria
tecnica: Alejandro Gonzlez Irritu ha capito finalmente che la tecnica buona quella che non si vede. Assai prima
dellinsulto ai critici, si capisce che Birdman scritto benissimo, e si pu concedere tutto il teatro nel teatro e tutto il cinema nel cinema che vuole. Restando uno
spasso dalla prima allultima scena: dopo
il luttuoso ma riuscito 21 grammi e il deprimente Biutiful, il messicano sembra
nato per la commedia.

Popcorn berlinale
Non che Werner Herzog non abbia mai sbagliato un film. I dipinti rupestri nelle grotte francesi di Chauvet, ripresi a tre dimensioni in Cave of Forgotten
Dreams, facevano sbadigliare. Fino al colpo di scena finale: quando le immagini
mostravano un bisonte disegnato in stile decisamente futurista, come il cane multizampe nel dipinto di Giacomo Balla. Ma se gi nella preistoria, con pochi tratti
di pietra friabile, riuscivano a dare lillusione del movimento, le meraviglie del 3D
non sembrano pi tanto meravigliose. (Il ragionamento vale in generale e si rafforza dopo Jupiter dei fratelli Wachowski: la profondit serve per i luoghi inventati, nel tinello infastidisce perch mettono sempre di mezzo un soprammobile).
Qualche film lo sbagliano anche i geni (pu andar peggio: Wim Wenders, che i
film li ha sbagliati quasi tutti, ricever dalla Berlinale lOrso doro alla carriera).
Eppure The Queen of The Desert in concorso sempre a Berlino pi sbagliato degli altri. Saranno state le aspettative verso il lavoro di Herzog, parecchio alte nel nostro caso. Sar che lo abbiamo visto dopo il film dapertura firmato Isabel Coixet, Nobody Wants The Night: tragica avventura in tutti i sensi, ancor
di pi se parliamo di cinema con Juliette Binoche che raggiunge il marito in
Groenlandia. Vuole essergli vicina quando conquister il Polo nord: siamo nel
1909, lui era Robert Peary e gli contender il record lex compagno di spedizione
Frederick Cook.
Dettagli, nel film Peary non si vede mai. Tutto si svolge tra la baracca dove la
consorte legittima Josephine cena vestita come per andare al ballo, e ligl dirimpetto dove vive leschimesina amante dellesploratore. Le notti sono fredde,
figuriamoci al Polo, e lui lha pure messa incinta (sbadiglio). Ora la lunga notte
arriva (altro sbadiglio). E le due donne dopo qualche scaramuccia (sbadiglio) devono per forza allearsi (sbadiglio finale coperto dal pianto del neonato). Juliette
Binoche ha rivelato in conferenza stampa che hanno girato il film nel calduccio
di uno studio. Non ce nera bisogno: ligl non sembrava di ghiaccio neanche nel
buio della notte.
The Queen of The Desert racconta unaltra donna tosta, Gertrude Bell. Spariti i ghiacci, siamo nel deserto di Lawrence dArabia, che qui ha il faccino dellex
vampiro Robert Pattinson e lo strofinaccio in testa (risate in sala, e un pensiero
devoto a Peter OToole). Nel prologo, i britannici che devono tracciare i confini
dellIraq (altre risate) chiamano in soccorso miss Bell che conosce le trib. Passa
unora prima che la ragazza decida di diventare quel che sar: unarcheologa, una
scrittrice, una spia e una politica (allepoca, da quelle parti, le cose andavano di
pari passo). Come molla, serve una delusione damore: nessuna femmina, al cinema almeno, combina qualcosa se non zitella. Arriva James Franco, con laria smarrita di chi sta lavorando su tre set contemporaneamente, e lunica istruzione ricevuta suona cos: Fai gli occhi dolci a Nicole Kidman e giacch siamo a
Teheran cita le poesie di Omar Khayyam.

ta che la fanciulla, per questioni di Dna


ricombinato, appartiene alla venerata
stirpe degli Abraxas: abitano un lontano
pianeta e usano il nostro come campetto
per piantarci linsalata da taglio. Sono tre
fratelli: il debosciato, il bello, la femmina
a bagno nella fontana della giovinezza. Prima di essere
proclamata Sua Maest, a cenerentola
servono documenti e timbri che attestino la discendenza: comincia cos
il
momento
Brasil.
Grandiosi
effetti speciali, affossati da dialoghi tanto
ridicoli
che diventeranno di
culto, un
(quasi)
matrimonio con un
signorino
Abraxas, in
una
cattedrale
superkitsch. Licanqualcosa
permettendo:
nel pasticcio, non
manca lomaggio a
Il laureato.

ICEMAN di Ariel Vromen, con Michael


Shannon, Winona Ryder, Ray Liotta, James
Franco, Robert Davi

un sopravanzo di attori nel cinema


americano, a giudicare dai film candidati agli Oscar. Da noi invece Da noi conviene lasciar perdere, non abbiamo bisogno di altri nemici: per dirne una, mentre
si celebra il successo del giovane Lorenzo
Richelmy in Marco Polo, basta leggere
Variety per scoprire che la serie
Netflix ha avuto
pessime critiche.
Per sopravanzo si
intendono grandi
attori che si caricano sulle spalle il
peso
dellintero
film, giacch la sceneggiatura e in certi
casi neppure i registi sono di aiuto,
anzi fan da zavorra
per
quanto possono. Benedict
Cumberbatch fa
il suo oneman
show
dentro il modesto The
Imitation Game di Morten
Tyldum. E proprio
in questi giorni
qualcuno si chiedeva:
un voto al film un voto a difesa della causa gay? Non dovrebbe essere. Come un voto dato (o magari negato) al film di Ava DuVernay Selma La marcia per la libert
(altro film dove lattore David Oyelowo surclassa i tableaux vivant ispirati alle fotografie di Gordon Parks, anche regista di cinema con il detective nero Shaft, anno

1971) non dovrebbe essere un pronunciamento pro o contro i diritti civili dei neri.
Julianne Moore in Still Alice non dovrebbe servire a raccogliere fondi contro
lAlzheimer. Eddie Redmayne in La teoria
del tutto non dovrebbe somigliare a un documentario su Stephen Hawking, se guardiamo solo lattore sulla sedia a rotelle e
ascoltiamo la sua voce. Anche Iceman
girato dallisraeliano Ariel Vromen nel
2012: lo spettatore ha il diritto di sapere
quanto fresco il prodotto soffre la sindrome da sopravanzo. Ha
un attore strepitoso come
Michael Shannon il vicino matto che in Revolutionary Road di Sam
Mendes Kate Winslet e
Leonardo Di Caprio
scambiavano per uno
spirito libero e una
sceneggiatura pi complicata che avvincente, occhio quindi
agli abiti e al taglio dei capelli.
Peccato per la
bella
storia,
che poteva bastare: Richard
Kuklinski
smaltiva rifiuti dagli anni
Cinquanta agli
Ottanta nel New
Jersey di Toni Soprano (il soprannome viene dallabitudine di mettere
i cadaveri al gelo, per confondere gli investigatori). Era marito dolcissimo e padre affettuoso: in assenza di struttura, viene comoda la contrapposizione tra langelo e il
mostro. Sono due circuiti differenti
avrebbe detto Stephen Hawking, immobile
su una sedia a rotelle, a chi lo interrogava
sui figli avuti dalla moglie Jane.

on riuscir a sbarcare in America,


come le vignette di Charlie Hebdo.
Constatati i 12 milioni di spettatori lanno scorso in Francia, i
produttori americani
pensavano a un remake: cose che si
decidono prima di
vedere il film (accade lo stesso con
i romanzi: chi sale
in classifica viene
segnalato dagli
scout, il venduto
garantisce pi della trama). Visto il
film, non si sono sentiti di correre il rischio. Fa da precedente
Intouchables diretto da
Olivier Nakache con
Eric Toledano
e
uscito in Italia con il
titolo Quasi amici
che pure di spettatori, nel 2012, ne aveva assommati 18 milioni solo in patria,
qualificandosi
fuori dai confini
tra i grandi successi del made
in France. La
storia del miliardario paralizzato
e

del suo badante senegalese fu accolta


dal critico di Variety Jay Weissberg con
una recensione furiosa che tirava in ballo Harriet Beecher Stowe e La capanna
dello zio Tom, paragonando langelo custode Omar Sy a una scimmia ammaestrata. In Italia Non sposate le mie figlie! arrivato, sia pure con un po di
ritardo: con il pi allettante titolo Quest-ce quon a fait au Bon Dieu? Dio,
cosa ho fatto per meritarmi questo?, con
derive almodovariane incassava nei cinema di Cannes mentre noi avevamo occhi solo per il Festival (non escluso il
remake, dai francesi stiamo prendendo
parecchio, e lunico che riesce a risalire
la corrente si chiama Checco Zalone).
Francia profonda, bella villa, coppia con
quattro figlie. La prima sposa un musulmano, la seconda sposa un ebreo, la terza sposa un cinese. Il padre, gollista e nostalgico, manda gi in nome della libert, al pranzo di Natale vengono serviti tre tacchini: uno halal, uno kosher, uno
laccato, mentre Roberto Benigni viene
celebrato come comico ebreo, prima di
dissipare lequivoco su La vita bella.
Per, nel silenzio della sua camera, il genitore prega perch lultima figlia sposi
un bravo ragazzo cattolico. Siccome per
le preghiere esaudite si versano pi lacrime che per le preghiere respinte
(dixit santa Teresa, e Truman Capote
conferma: intitol cos il pettegolissimo
libro che lo rese un appestato nella societ newyorchese da lui frequentata fino al giorno prima), il giovanotto ha fede
nel Dio giusto ma ha i capelli rasta. Viene dalla Costa dAvorio, ha una famiglia
caciarona e razzista verso i bianchi, appena i tre generi vedono che nero si
coalizzano contro di lui.

NON SPOSATE LE MIE FIGLIE! di Philippe de Chauveron, con Christian Clavier,


Chantal Lauby, Ary Abittan, Medi Sadoun

RIPESCAGGI
TURNER di Mike Leigh, con Timothy Spall,
Lesley Manville, Paul Jesson, Dorothy
Atkinson, Marion Bailey

UNBROKEN di Angelina Jolie, con Jack


OConnell, Domhnall Gleeson, Finn Wittrock, John Magaro

ITALIANO MEDIO di Maccio Capatonda,


con Maccio Capatonda, Herbert Ballerina,
Barbara Tabita, Lavinia Longhi

GEMMA BOVERY di Anne Fontaine, con


Gemma Arterton, Fabrice Luchini, Jason
Flemyng, Isabelle Candelier

IL NOME DEL FIGLIO di Francesca Archibugi, con Alessandro Gassman, Valeria Golino, Luigi Lo Cascio, Micaela Ramazzotti

AMERICAN SNIPER di Clint Eastwood, con


Bradley Cooper, Sienna Miller, Jack McDorman, Luke Grimes

epulisti, evviva. Era ora di finirla con


certi pittori da film: aria ispirata, pollice che spunta dalla tavolozza, tubetti
spiaccicati, pennellata coreografica e passo indietro per vedere leffetto che fa.
Lincantevole e imperdibile Turner di
Mike Leigh spazza via tutto. Un po aiuta
la biografia: era figlio di un barbiere e di
un fabbricante di parrucche, ma la vita
non la stent mai, e non conobbe la gavetta neppure come artista. Fu ammesso alla Royal Academy of Arts a 14 anni, fu lodato e ammirato da Ruskin, si guadagn
letichetta di pittore della luce. Il resto
lo fanno i temperamenti: del protagonista
e del regista Mike Leigh che rispettosamente lo descrive. Dipingeva e basta, senza dichiarazioni di poetica. Era di poche
parole e di molti brontolii, quanche smorfia, qualche sputacchiata sulla tela (appena pi loquace quando criticava i colleghi). Visse anche da adulto con pap, senza che il critico pi dietrologo e fantasioso riesca a trovar tracce del trauma nella
sua pittura. Aveva una serva a cui volentieri alzava le gonne, senza sentirsi in dovere prima di far conversazione. Mise
il suo talento nei quadri, che qui il direttore della fotografia Dick Pope miracolosamente riesce a rifare, anche quando la
luce scompagnata dagli oggetti.

iuste cause, storie edificanti o quantomeno esemplari, un modo di girare al


cui confronto il cinema di pap sbeffeggiato dalla Nouvelle Vague era un trionfo di
invenzioni linguistiche e visive. Angelina
Jolie finora ha collezionato medaglie umanitarie. Con Unbroken voleva lOscar.
Scelta sbagliata, e vecchia: Hollywood meditava sulleroe di guerra Zamperini negli
anni Cinquanta, il ruolo era stato proposto
a Tony Curtis. Aiuta di pi la proiezione in
Vaticano e una foto dove la regista appoggia la testolina, con gli occhi chiusi e perfettamente truccati, sulla spalla dellatleta e eroe di guerra, morto a 97 anni il 2 luglio scorso. Tratto dalla biografia di Laura Hillenbrand (Mondadori), il film parte
dallinfanzia italoamericana e moderatamente birichina, passa alle Olimpiadi berlinesi del 1936 (mezzofondo, Zamperini arriv ottavo), poi alla Seconda guerra mondiale. Il bombardiere precipita in mare,
Zamperini sopravvisse 47 giorni tra gli
squali, prima di essere catturato e torturato dai giapponesi. Vi risparmiamo le battute (lette un po dappertutto) sulla resistenza richiesta allo spettatore paragonata a quella del valoroso soldato che si oppone al nemico. Incredibile ma vero, tra
gli sceneggiatori compaiono senza peraltro lasciare traccia i fratelli Coen.

el tragitto tra i finti trailer cinematografici, i finti reality show, i finti


spot per i supermercati, i finti telegiornali con lanchorman Mario (sul luogo del
delitto, microfono in mano, riferisce il
collega Salvo Errori) al film servono coraggio, cocciutaggine, almeno uno straccio di trama. Tutti i comici sanno di correre un rischio. Nessun comico riesce a
resistere. Maccio Capatonda si sdoppia in
due personaggi: lambientalista che vuole salvare i babbuini, e litaliano medio
che lustra il salotto di casa sua ma del
marciapiede se ne frega. Ha i suoi alti e
bassi, ma quel che funziona il demenziale, soprattutto, applicato alla satira
dellambientalismo scritto con la dovuta cura. Meno divertenti sono le imitazioni, da Roberto Salviamolo a Alessandro del Pirlo: Maccio Capatonda, nome
darte di Marcello Macchia, e il suo gruppo di autori sanno far molto meglio. Dal
selfie preventivo alla dichiarazione
vuoi sposarmi? scritta con il rasoio sul
petto villoso (la fidanzata fa una crocetta
sul s o sul no). La petizione contro i
peti, che pare buchino lozono come poche altre cose al mondo Ma s dammela che te la firmo con un peto, ribatte il
collega operaio ha una sua grazia sconosciuta ai cinepanettoni.

ulle relazioni pericolose tra arte e vita non esistono certezze. Le autobiografie garantiscono si legge come un romanzo. I film promettono tratto da una
storia vera. Smetti di leggere e vai un po
fuori a vivere dicevano i genitori quando
erano i libri a fare i danni oggi imputati a
Grand Theft Auto. Preferirei che ti drogassi dice in Gemma Bovery il genitore Fabrice Luchini, al figlio che nomina i
videogiochi quando in famiglia si parla di
romanzi. Il giovanotto per ha ben presente la differenza tra vita e videogiochi, mentre il padre panettiere chic in Normandia fa confusione. Quando al paesello arrivano Charlie e Gemma, di cognome Bovery, ricama su Emma Bovary e sulla sua
vita sciagurata: matrimonio infelice, noia
provinciale, romanzi rosa, amanti poco affidabili (ma vuoi mettere la scena di passione in carrozza, con il sonoro dei comizi agricoli sullo sfondo?), arsenico che invece non tradisce. Lattore, che era figlio
di verdurai fu mandato a fare lapprendista parrucchiere (il nome da coiffeur rimasto, allanagrafe si chiama Robert), regge il film con il giusto miscuglio di autoironia e ingenuit. Gemma Arterton ex
Bond girl in Quantum of Solace nonch
Tamara Drewe nel film di Stephen Frears
ha le curve e i vestitini giusti.

ifacimento alla romana di Le prnom di Alexandre de La Patellire


e Matthieu Delaporte (uscito da noi con il
titolo Cena tra amici). Gioco al massacro, con la cattiveria di Carnage, scatenato durante una cena familiare dal fratello che ha fatto i soldi e annuncia di voler chiamare Adolphe il figlio nascituro. Adolf come Hitler? rabbrividisce il
cognato professore alla Sorbona e libertario fino a un certo punto, coincidente
con le sue fisime. Il nome dello scandalo diventa Benito, in bilico tra linnominabilit di Mussolini e la sofisticheria
del riferimento al Benito Cereno di
Melville. Il remake, oops!, il bisogno di
strumenti visibili, che si materializzano
concretamente, per trovare la strada per
parlare di cose che ci interessano molto
non era pi onesto dire: Cera unottima sceneggiatura, labbiamo sfruttata?
leva di mezzo la crudelt, perch siamo
in Italia e ci conosciamo tutti. Ora che
limpegno in cucina ha sostituito limpegno politico, perch addolcire le cattiverie sullimmangiabile cibo marocchino
cucinato dalla padrona di casa nella versione francese? Si aggiungono invece
inutili flashback, sullinfanzia dei fratelli Pontecorvo: la smania didattica del cinema italiano non morir mai.

athryn Bigelow batte Clint Eastwood.


Nel suo The Hurt Locker Oscar nel
2010 al film e alla regista racconta una
storia simile a American Sniper. L avevamo uno sminatore e artificiere americano di stanza in Iraq (lattore era Jeremy
Renner). Qui abbiamo un cecchino che in
Iraq spara in testa ai nemici per proteggere i commilitoni, andando a segno 160 volte: lattore Bradley Cooper, anche produttore: dopo la rinuncia di David O Russell,
aveva pensato a Steven Spielberg; Clint arriva per terzo, mai un buon segno. Entrambi hanno difficolt a riprendere la vita normale, entrambi rinnovano la ferma, entrambi meritano applausi e medaglie, entrambi vivono la guerra come una droga.
La differenza sta nel fatto che Kathryn Bigelow si concentra su una bella storia e sul
modo di raccontarla, tagliando via le parti noiose. Clint Eastwood lascia le parti
noiose le scene in famiglia sono un disastro e correda la sua favola con la dovuta morale. Da qui gli applausi. American
Sniper funziona meglio nella seconda
parte, quando gli appostamenti chirurgici
lasciano il posto alla guerra sporca e confusa, e a Clint riparte un altro attacco di relativismo in stile Iwo Jima/Flag of our
Fathers: anche gli iracheni hanno i cecchini, perfino pi eleganti dei nostri.

ANNO XX NUMERO 32 - PAG XII

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 7 FEBBRAIO 2015

BAROCCO DA TAVERNA
Non solo santi e devozione: c una pittura nel Seicento piena di avventurieri e vagabondi,
bari, puttane e mendicanti (vedi anche alla voce Caravaggio). Due mostre a Roma

Pietro Paolini, I bari, 1625 ca. (collezione privata): una delle opere che erano esposte alla mostra I bassifondi del Barocco allestita a Villa Medici. A Palazzo Barberini ancora in corso Da Guercino a Caravaggio, Denis Mahon e larte italiana del XVII secolo

di Angiolo Bandinelli

ellantica Roma il termine plebs designava una assai consistente, forse


maggioritaria, parte della popolazione della citt, costituita mi pare dai discendenti di immigrati (adventicii?) di epoche lontane. I plebeii allinizio non avevano accesso ai diritti politici spettanti ai
patrizi, lavvicinamento e la conquista delle cariche pubbliche fu lento e tormentato anche se un loro rappresentante, il tribunus plebis, ottenne presto gi nel
Quinto secolo a. C. determinanti poteri di
veto sugli atti del governo. I plebei non
erano necessariamente poveri, cerano
probabilmente plebei ricchi cos come patrizi poveri, e il termine non doveva avere
di per s una accezione negativa. Non sa-

Per lo pi fiamminghi e
olandesi, dipingevano scene di vita
popolaresca e miserabile, colte dal
vivo in una Roma oggi ignota
prei dire quando litaliano plebeo abbia
assunto la colorazione spregiativa anche
in senso etico che attualmente ha: se oggi
pensiamo alla plebe, vediamo un ammasso indistinto di gente senza qualit o ammorbata da qualit se si pu dire negative, ma soprattutto priva non tanto di diritti quanto della sensibilit e delle capacit adeguate a rivendicarli per diventare
popolo nel senso pieno del termine, se
non addirittura cittadini.
Idee e osservazioni del genere mi venivano mentre mi aggiravo, giorni fa, per le
Grandes Galeries di Villa Medici, nei cui
spazi era allestita (si da poco chiusa) una
bella mostra darte dedicata ai Bassifondi del Barocco: una cinquantina di tele di
autori tra cui Claude Lorrain, Valentin de
Boulogne, Jan Miel, Sbastien Bourdon,
Leonaert Bramer, Bartolomeo Manfredi,
Gerrit van Honthorst, Jusepe de Ribera,,
Simon Vouet, ecc., oltre a esponenti della
Schildersbent, una associazione di pittori principalmente olandesi e fiamminghi,
dai costumi bohmien se non proprio dissoluti, che prosperarono, alloggiando nei
pressi di Trinit dei Monti, tra il 1620 e il

1720 circa. Lassociazione era famosa per i


rituali bacchici e per lavversione nei confronti della semiufficiale Accademia di
San Luca. I suoi membri si definivano, beffardamente, Bentvueghels (uccelli della banda). Nella mostra erano presentati anche esponenti dellaltra congrega di
artisti sempre perlopi stranieri allepoca operante a Roma, quella dei cosiddetti Bamboccianti, discepoli del Pieter
van Laer della Schildersbent, voltisi a
un genere di rappresentazione bozzettistica della vita sociale molto specifica; infine,
una sfilata di anonimi, ma sempre di qualit: nella diversit di moduli e di stile, tutti dipingevano scene di vita popolaresca e,
appunto, plebea, miserabile, colte dal vivo in una Roma oggi ignota ai pi e addirittura impensabile se non per pochi esperti
e connaisseur.
La mia stata una visita ghiotta, lo era
per chiunque abbia un minimo di curiosit
per le pieghe un po defilate della storia:
e chi poteva immaginare io comunque no
che questa sconosciuta Roma di bassifondi, vergogne e lussurie era contemporanea
del pi aulico barocco, lo stile che da sempre conosciamo a fondo grazie ad altre, e
ben altrimenti famose, opere darte, di
queste tutto lopposto per soggetto, gusto,
immaginazione? Chi avrebbe giurato sulla
esistenza di una Roma cos diversa da
quella tramandataci dalla storia dellarte
o dallagiografia cattolica, strafatta di santi, devozione e, al massimo, Inquisizione e
roghi di eretici a campo de Fiori? Ma il
clich storico-critico che si ostina a distinguere e tener lontane lun dallaltra le due
pitture viene smentito dalla lettura complessiva del Caravaggio, partecipe sia del
gusto alto, solenne e intriso di devozione di stampo comunque controriformista,
sia di questo, triviale e rivolto verso i bassifondi non solo urbanistici ma soprattutto sociali e morali. E infatti Caravaggio
aleggiava su Villa Medici, sommo, rivoluzionario maestro di stile ma anche ispiratore di vita: parlo del Caravaggio che du-

Il Seicento, secolo di grandi


mescolanze, dove lalto e il basso
si toccano e spesso si confondono,
e gentiluomini e plebe convivono
rante una partita di pallacorda ammazza
Ranuccio Tomassoni a seguito di un banale diverbio, trafiggendolo, per scherno e
quando il giovane era gi a terra, nel pesce della coscia, vale a dire nei genitali.
Questa mostra ci arricchisce se non di
consapevolezza critica e culturale (altre
mostre analoghe lhanno preceduta, sollevando il velo su questo contesto sociale e
umano) sicuramente di informazione. Ci
conferma ancora che il Seicento fu secolo
dalle grandi mescolanze, nel quale lalto e
il basso si toccano e spesso si confondono,
dove gentiluomini e plebe convivono, dove
ogni modello morale possibile sieda accanto al suo opposto: un fenomeno epocale, non solo una vicenda della eterna cro-

naca romana. Leroe del tempo forse il picaro della letteratura spagnola, antenato o
prototipo del Don Chisciotte: un errabondo
spostato, sempre in cerca del suo destino
sognando a occhi aperti castelli e principesse ma destinato a frequentare, nella
realt quotidiana, sordide bettole e locande popolate di ogni sorta di minutaglia
umana, osti, gaglioffi, soldatacci di ventura e prostitute, in scenari di risse e di ribalderie senza fine. Nella mostra di Villa Medici ci sono tre o quattro tele con scene di
taverne e bettole piene di avventurieri e
vagabondi, mendicanti, zingare, loschi figuri, bari e truffatori, o con scene affini come nella bellissima tela di Nicolas Rgnier
(1591-1667), due figure attorno a un architrave marmoreo a uso di tavolo, di cui una
un tipo dal volto volgare e grassoccio e i
capelli rossi stuzzica il naso dellaltro
che, assopito, poggia la testa sulla mano
piegata. Una scena ambigua, forse lo
scherzo (questo il titolo) sarebbe addirittura il tentativo di fare inalare al dormiente, un bel ragazzo dai lineamenti freschi e
innocenti, una presa di tabacco, considerato allora sostanza afrodisiaca. Il tutto immerso in un caldo luminismo caravaggesco. Questi figuri, veri relitti della societ,
infestavano anche le strade, le campagne,
i boschi attorno alla citt: due o tre tele
rappresentavano briganti e grassatori di
strada che assaltano malcapitati viandanti.
E Lorrain ci mostra una prostituta in uno
scenario di rovine romane di fantasia mentre sullo sfondo appare, finemente dipinta, la chiesa di Santa Trinit dei Monti: secondo alcuni, il dipinto esprimerebbe intenzioni moralistiche, rappresentando la
corruzione dei tempi antichi contrapposta
alla santit dei moderni e della chiesa. C
da dubitare dellinterpretazione, la corruzione era viva anche sotto le mura della e
delle chiese romane coeve.
Il pitocco il misfit del tempo. Il personaggio, letterario ma non troppo, fa una vita miserabile, rischia di cadere sempre pi
in basso nella scala sociale. Sul suo ambiente esistenziale pochi avevano gettato
uno sguardo sia pure ironico, distaccato e
cinico. Abbiamo ben presenti alcune premonizioni anche leonardesche, di puntiglio satirico e grottesco: in certi miserabili contesti sociali i volti e i corpi di storpiati senza rimedio dovevano essere frequenti. Larte medievale avvertiva la presenza, se non del pitocco o del mendicante in senso stretto, del povero, dellescluso, ecc. Ma quellarte rappresentava il popolo soprattutto come un operoso aggregato di gente dedita ai lavori dei campi o di
un primitivo artigianato, per ben ordinato e composto, parte attiva della comunit.
Solo in alcune figurine secondarie di capitelli romanici il miserabile emerge con laguzzo mento e gli occhi spiritati, gi pi
diavolo che uomo. Il Rinascimento, almeno quello italiano, cerca di elaborare una
teoria e soprattutto un immaginario della
aristocrazia che si viene plasmando molto spesso per vicende che Machiavelli
avrebbe puntualizzato come figlie non di
Virt ma di Fortuna e tiene a distinguersi nelle forme (e nelle formalit) dal-

la massa dei governati, dei sudditi, grazie


allassunzione dei comportamenti, riti, linguaggi e stili di vita codificati da quel gran
sociologo e teorico del potere che fu il Castiglione. Fino al Cinquecento si procede
su questa strada. Poi il secolo si scompone,
si drammatizza. Per la rappresentazione
del mondo basso si dilata e occupa la
scena nella pittura del nord gi con il mitografo Hieronymus Bosch (1450-1516) e
poi, soprattutto, con Bruegel il Vecchio
(1526-1569). Il Rinascimento qui puramente forma e stile, temi e contenuti appartengono invece a un mondo spiritualmente lontano, gi critico nei confronti di
Roma, della sua umanistica e terrena chiesa. I bassifondi sociali esplorati dal
Bruegel sono comunque dinamici, pieni di
una vita che si sprigiona godendo dei piaceri della carne e del sesso in ambienti
sempre un po carnascialeschi, immersi in
una natura generosa, aperta, moralmente
sana. Tra i pitocchi e i beoni di Bruegel nasce una vera e propria moralit, anche austera e sobria. Lultimo quadro di questo
grande pittore, I ciechi, porta un sottotitolo: Cos va il mondo. Gli uomini sono
ciechi che guidano altri ciechi, e quando
il primo ruzzola a terra gli altri lo seguono nel disastro. Alla ricerca di un magro
sostegno vitale, si appoggiano gli uni agli
altri, perch altrimenti non riuscirebbero
a muovere un passo: brancolano nel loro
disperato buio. Tutto un insegnamento etico che non troviamo nella pittura nata, culturalmente, nei vicoli romani, anche se allombra del nascente Cupolone.
Forse, il Seicento che per primo si rende conto, e cerca di rappresentare questa
umanit emarginata e marginale in tutte le
gradazioni dei suoi comportamenti. Il realismo seicentesco mi fa pensare ai tempi
doggi, anche questi segnati da grandiosi e
imperscrutabili rimescolamenti di ogni genere (gender?). Per dire, i migranti di oggi sono forse quelli che allora erano i pitocchi mendicanti, raminghi senzarte n
parte, cenciosi, sdentati e carichi di una
perpetua fame, abbandonati per terra, per
le luride strade coperte di immondizie,
senza nemmeno il conforto della piet del
passante, solo talvolta lobolo di una monetina o di un tozzo di pane. Parecchi artisti
hanno dipinto pitocchi, tutti in questepoca, anche se non sempre a Roma. La loro
presenza incombe tra queste tele, anche
quando a essere raffigurati non sono loro
ma il soldataccio di ventura, il baro e la
mezzana, la prostituta e il bravo, i musicanti e il grassatore delle strade, il signorotto
e il signorino forse un po scemo o ingenuo
e dunque pronto per essere adescato e raggirato, il bevitore; persino lattore fa la sua
comparsa come soggetto artistico. La miseria non solo sociale, anche morale. Un
giovane (omosessuale?) si stende nudo su
un sof nella posa di una Venere giorgionesca o quasi (Giovanni Lanfranco, 1620 ca.).
Non meravigliatevi nel sapere che era appartentuto a un Don Livio Odescalchi. Poco distante da Villa Medici, a Palazzo Barberini, alla mostra Da Guercino a Caravaggio, Denis Mahon e larte italiana del
XVII secolo, esposto un Bacco della

cerchia di Caravaggio che in realt deve essere anche lui una sorta di prostituto. Qui
non ci sono santi n chiese, ma bettole e
magari bordelli. C insomma la vita pi
minuta della gente. Io conoscevo di cos minuto solo il (del resto coevo) Callot e, ovviamente, certa pittura realistica olandese.
Non saprei dire proprio, non ne sarei
capace se questa rappresentazione della
realt risponda ai canoni dettati dal cardinale Gabriele Paleotti (1522-1597) con il
suo celebre trattato sulla pittura e le immagini sacre, nel quale cerc di definire,
interpretando in modo rigoroso i dettami
del Concilio di Trento, i canoni di una pittura sacra capace di instillare negli spettatori, fossero essi huomini, donne, nobili,
ignobili, ricchi, poveri, dotti, indotti, il seme della fede. Secondo il famoso critico
darte (possiamo chiamarlo cos?) il pittore
ha il dovere di essere fedele alla verit, di
rappresentare la verit dei fatti e dei personaggi in modo da eccitare lo spirito et
la divotione. Ho limpressione che ancora oggi la chiesa sia rimasta su queste posizioni estetiche, ma penso che i pittori dei
bassifondi romani di cui sto parlando, se
cercavano di rappresentare la realt non
si preoccupavano troppo di eccitare alla
devozione. E se Paleotti ebbe a Bologna artisti osservanti del suo insegnamento, nella sede del papato non dovette avere troppa fortuna.
Ma come mai, in questepoca e persino
in questa citt per antonomasia votata al
sacro, ci si accorge dellesistenza di un
mondo cos triviale, basso, scurrile? Da cosa viene linteresse a rappresentarlo? La
domanda esige risposte non casuali. E come se tra le pieghe dellarte alta e della
sua canonizzata teorizzazione si insinuassero ragionamenti teorici o etici inquietanti sul piano etico o anche teorico. Fino a
pochi anni fa, Caravaggio era considerato
un pittore della realt, oggi ci si accorge che le sue opere hanno sottofondi di intensa riflessione religiosa. Persino il piccolo, quasi osceno Bacchino malato pre-

I bassifondi esplorati da Bruegel


sono comunque dinamici, pieni
di vita. Pi in l, la miseria non
pi solo sociale, anche morale
sente a questa mostra pu essere interpretato in senso spirituale: se non un capovolgimento del Cristo del Drer, per
una trasparente (pare) allusione a certe interpretazioni cristologiche, simboleggiate
dal grappolo di uva o dalle pesche, che ci
vogliono ricordare le mele del peccato originale. E famoso il quadro caravaggesco
che rappresenta la zingara truffatrice, e di
zingare piena anche questa mostra. Certamente, a volte in queste raffigurazioni vive solo un certo fascino per, diciamo cos,
lesotico dellabbigliamento e della acconciatura, ma allorigine della scelta del soggetto vi una oscura allusione al tema della fortuna, della (buona) o (mala) sorte, ossessione e destino di gente senzarte n

parte, che si affida alle mutevoli sbandate


della fortuna, appunto, dalle quali pu dipendere la sua stessa vita. Il pitocco che attende la morte o il soldataccio che cerca
fortuna tra guerre e furfanterie, il brigante di strada, la prostituta in attesa del ricco da spogliare, sono tutte espressioni delle mutevoli vicende umane. La fortuna non
pi quella del Machiavelli, arbitra della
nascita o meno di un principe o di uno stato, proprio la oscura dea che stravolge
ogni giorno i nostri destini, e pu trasformarsi in una Parca che sta per tagliare il
filo della vita. E possibile (o troppo azzardato) pensare che Caravaggio esprimesse,
nei modi allusivi e mimetici dellarte figurativa, cose, pensieri, progetti che non potevano trovare libero accesso in un dibattito pubblico e dovevano piuttosto rifugiarsi nel chiuso di circoli ristretti, riservati,

Perch proprio in questepoca


e in questa citt votata al sacro
ci si accorge dellesistenza di un
mondo cos triviale e scurrile
sempre minacciati dallocchiuta Inquisizione? E che il suo allontanamento e ripudio a favore dei Carracci sia stata la risposta di ambienti ufficiali, timorosi di quella sorta di sacralizzazione che il sommo
Merisi infondeva a vicende e personaggi
popolareschi, gi un po masanielliani? Insomma, possibile immaginare che sotto
questa disputa artistica ed estetica si celasse una problematica non solo religiosa
ma anche politica e sociale? Col suo finissimo senso storico, Manzoni ci rappresenta la plebe come massa riottosa e rovinosa
nelleccitazione del tumulto violento, della rivolta dettata dalla fame, cio la pi pericolosa e irresistibile. Una volta allontanato il sovversivo Caravaggio, restava aperta la via della pittura di genere, che rappresentava questo mondo sotterraneo, magari lo rivestiva di qualche simbologia (come la zingara del Vouet, quasi una Madonna) ma sicuramente non ne faceva pi il
portatore di diritti, di esigenze alla Masaniello. Cos, cardinali e uomini di chiesa
potevano essere compiaciuti committenti
di queste opere, non pi maledette ma
solo pittoresche.

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