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INTRODUZIONE
capiente) in studi casalinghi oggi trova difcilmente posto all'interno dei party
per le sonorit troppo ruvide e non rifnite che li caratterizzano.
Nella mia ricostruzione storica prediliger proprio la musica di quest'epoca
primitiva, non tanto perch spinto dalla ricerca feticistica e ingannevole di
un'origine ma piuttosto perch riconosco un'urgenza forte e primaria alla base
della sua manifestazione. Tutto in qualche modo gi incluso nell'atto di fare
musica utilizzando una drum machine ed un campionatore in un certo modo.
Ma in cosa consiste questo " modo"? Che cosa c' di poi tanto diverso da altre
musiche? Che cosa rende questa musica tanto speciale? Non solo il frutto
di una mente distorta dall'abuso di stupefacenti? Forse. Ma io sono
profondamente convinto del valore di questa forma musicale (che include in
s anche ci che sta al di fuori del disco, ovvero una cultura, un rituale, uno
spirito) e sono perci convinto della necessit di darle una continuit ed
afermare con forza la sua specifcit. La possibilit di aver preso un abbaglio,
e che tutto sommato nulla di cos straordinario avvenuto, esiste.
DANCE OR DIE:
UN'ANALISI DELL'ESTETICA HARDCORE
L'hardcore il lato oscuro della cultura rave. E' una musica frenetica,
percussiva, brutale; si pu immaginarla come l'equivalente techno dell'heavy
metal. Nell'hardcore la passione per l'alto volume e per la distorsione si
coniuga all'utilizzo di strumenti elettronici, come batterie elettroniche e
campionatori. Le limitazioni strumentali intrinseche nell'heavy metal sono
perci oltrepassate grazie alle enormi possibilit di creazione e manipolazione
del suono proprie della musica elettronica. Ben lontana dall'ideologia
comunitaria e redentrice della musica house e dall'immaginario futuristico e
rafnato della techno, l'hardcore assomiglia di pi ad una guerriglia sonora.
I party hardcore ricordano delle bolge infernali; fumogeni, lampi di luce,
magliette e bomber che ostentano simboli di distruzione e morte, corpi in
preda a spasmi meccanici, volti contorti dagli efetti collaterali delle droghe, e
un bombardamento sonoro degno di uno scenario bellico. Non resta nulla del
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LE ORIGINI
La storia della musica hardcore comincia nel 1990 con un disco profetico,
che avr un'enorme infuenza su tutta la scena techno e hardcore a venire. Il
disco in questione Mescalinum United - Refections of 2017 : il lato A, We
Have Arrived, un lancinante assalto sonoro che pare provenire da uno
scenario di guerra apocalittico; merito del visionario produttore di
Francoforte Marc Trauner, e pubblicato nel 1990 sulla sua etichetta Planet
Core Productions (PCP), un brano estremamente signifcativo per due
ragioni: pu essere considerato come il primo classico hardcore,
raggiungendo per l'epoca delle sonorit assolutamente inaudite e che per
molti versi rimarranno ineguagliate; inoltre col suo successo contribuisce ad
unire tre etichette chiave nella nascita dell'hardcore: la Planet Core
Productions, per l'appunto, l'Industrial Strength di Lenny Dee, con base a
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New York, che comincia la sua attivit nel 1991 ristampando il disco, e la
belga R&S, gi etichetta di riferimento nella acid techno e nella new beat, che
pubblica nel 1992 il remix del brano del leggendario produttore Aphex Twin.
WE ARE FRANKFURT
Francoforte pu essere oggi considerata come una citt chiave nella nascita
della musica hardcore. Il merito in gran parte dell'infuente etichetta Planet
Core Productions (PCP) fondata da Marc Trauner e Thorsten Lambart. Marc
Trauner un produttore che, sotto un numero imprecisato di pseudonimi
(come Marc Acardipane, Ace the Space, Nasty Django) ed attraverso molte
etichette da lui fondate (tra cui PCP, Cold Rush, Dance Ecstasy 2001) ha
imposto il suo stile in tutto il mondo. Il sound PCP caratterizzato da una
estrema sintesi: pochi elementi contribuiscono a costruire una tensione ed un
rigore difcilmente eguagliate da altri produttori. Allo stesso modo la grande
ricerca timbrica (per testare i suoni su un impianto di discoteca veniva
afttata una volta alla settimana la Frankfurt Music Hall) e la visionariet dei
brani contribuisce a creare un'atmosfera unica. Brani come Stereo Murder,
ripetizione circolare di una grottesca melodia sostenuta solamente da poche
variazioni ritmiche, o Pitch-Hiker, un brano costituito solamente dal suono
della cassa variato da diversi strati di distorsione e saturazione, testimoniano
la capacit, utilizzando pochi elementi costruttivi, di produrre brani di grande
impatto.
I dischi pubblicati su Planet Core Productions variano da sonorit hardcore
estremamente veloci e pesanti a brani ambient o hip-hop. "Techno for us is
anything that can be done with electronic instruments... it can be soul, it can
be anything! As long as it has a feeling towards the future", 1 spiega Marc
Trauner. Questa tensione verso il futuro della quale imbevuta l'estetica PCP
corrisponde ad una volont di superamento del passato. Contrariamente a
quanto si potrebbe pensare non ama la musica industriale ed EBM tedesca; in
1 Intervista TV a Marc Trauner e Thorsten Lambart, emittente sconosciuta, www.youtube.com, 1992
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acceptable to distort all the electronic instruments? People had never heard
anything like that. It's like a kid hearing rock & roll for the frst time, back in
the '50s. It took of and I never looked back". 1
Il disco diviene la prima uscita dell'Industrial Strength. L'impronta di Lenny
Dee, che mette mano alla produzione di molte delle successive uscite
dell'etichetta, conferisce ai brani un taglio estremamente ruvido, antiatmosferico, pesantemente infuenzato da metal e hip hop. Un esempio
Fuckin' Hostile : un collage di urla minacciose e di suoni che ricordano
l'aflatura dei coltelli; Disintegrator - Locked On Target scandito dalla voce
di un pilota militare che conferma di aver "agganciato l'obiettivo"; l'estrema
meccanicit dei suoni non viene minimamente allentata dalle evoluzioni della
303 che aleggia lungo il brano.
Ma riassumere in una descrizione la quantit di dischi usciti su Industrial
Strength difcile: una serie estremamente diversifcata di uscite, che
vanno dal delirio lo-f di Amiga Traxs alle astrazioni glitch di Caustic Visions,
dagli assalti punk dei D.O.A. agli assemblaggi hip hop - psichedelici di dj
Delirium.
BELGIAN HOOVER
La R&S fu centrale nell'evoluzione della techno europea, difondendo un
particolare sound detto hoover, aspirapolvere; il suono era quello del
sintetizzatore Roland Alpha Juno, il cui particolare preset "What the..."
divenne il riferimento per un intero genere. Il primo a farne uso fu il
produttore Mundo Muzique in Mundo Muzique ep, sempre su R&S; Joey
Beltram not le potenzialit di questo suono, e collabor con Mundo Muzique
sotto il nome di Second Phase al fondamentale disco Mentasm. Qui il suono
hoover campionato e riassemblato arriva a sembrare il corrispettivo techno di
una convulsione chitarristica; solo che, come bloccata nel tempo, continua a
1 Op. cit.
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cominci a creare divisioni tra coloro che vedevano s stessi come l'lite di
veterani e quelli che venivano percepiti come i nuovi arrivati, accusati di non
comprendere lo spirito comunitario del movimento rave e di incoraggiare la
violenza all'interno della scena. La stampa, nel costruire un capro espiatorio,
caratterizz questi nuovi soggetti come ineducati, violenti, razzisti, omofobi e
sessisti, e incapaci di apprezzare la creativit a causa della loro preferenza
per un tipo di musica pi dura. Inoltre, venivano disprezzati in quanto
consumatori, anzich di Ecstasy, delle pi economiche anfetamine e di grandi
quantit di alcool, cosa assai deprecabile per qualunque flosofo del rave.
Vennero chiamati "gabber"; il termine "gabber" deriva dal termine Yiddish
"chaver", che signifca "amico, compagno"; fu utilizzato originariamente in
senso dispregiativo dai detrattori della scena. Leggenda vuole che il termine
venne usato per la prima volta al Roxy, un rafnato locale di Amsterdam,
dove un giovane raver fu respinto dal buttafuori con la frase "no gabber, tu
non puoi entrare". Questa storia, apocrifa o meno, racconta l'emarginazione
che port la giovent delle classi pi basse ad autoesiliarsi in una scena a
parte, prediligendo una musica pi dura rispetto alla sofsticata "mellow".
Il popolare dj D-Shake, in una intervista sulla tv olandese Vpro, spiega cos il
fenomeno della cosiddetta "gabberhouse": "Gabber exists since about a year
already, and it mainly came from Belgium. They released a lot of harder
records. These had a four to the foor kickdrum which was hard in the mix
and not much else was going on (...) Football hooligans go crazy for the hard
pounding kickdrum. People sometimes call it F-side house. They can bang
their heads to this. That's usually all they do. And they walk a bit and come
back and move like this, that's gabberhouse. It's a new term for an old
phenomenon and girls don't like gabberhouse at all". 1
Il dj olandese KC the Funkaholic, nello stesso programma, commenta:
"nowadays it's getting rufer, it's becoming harder and more aggressive, it's
music without soul; people don't even dance anymore, it's just headbanging". 2
2 Op. cit.
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non accettati dalla ARS vennero poi pubblicati sulla seconda uscita della
Rotteram Records: The Sound of Rotterdam - Volume 1 .
Il primo disco dell'etichetta, del 1992, suona come un atto di sfda proprio
alla scena mellow house di Amsterdam: prodotto dagli Euromasters, nome
che si riferisce alla torre simbolo di Rotterdam, l'Euromast, il disco si chiama
Amsterdam Waar Lech Dat Dan? , che vuol dire all'incirca "Amsterdam? E
dove sta?". Il disco comincia appunto con questa frase (pronunciata da una
voce gutturale che diverr poi una caratteristica delle produzioni degli
Euromasters) per poi lasciare spazio ad un irritante rif che pare causato da
una lima su un piano di ferro; la copertina del disco rafgura un personaggio
che un'antropomorfzzazione della torre dell'Euromast, con la cima storta
che termina in una puntina da dj; in evidente segno di disprezzo urina su
Amsterdam che crolla sotto la potenza del getto. Sull'etichetta del disco c'
scritto: "gabber z'in is gn Schande!" che vuol dire pressapoco "essere un
gabber non una vergogna". Direttamente sul vinile c' invece incisa la frase
"boodschap voor 'lite' housers: dit is geen huiskamer house!" ovvero
"messaggio per gli housettari d'lite: questa non house da salotto!".
I gabber di Rotteram avevano fnalmente la loro etichetta, che sfdava
apertamente la rivale Amsterdam; il terzo disco dell'etichetta, prodotto da dj
Rob - 1992 is for You, comincia con un tappeto di synth, sul quale aleggia
una voce anemica, che recita le parole "Parkzicht: 1992 is for you", omaggio
ai frequentatori del club omonimo. Ma il vero salto avviene con il disco
successivo, Poing! di Rotterdam Termination Source (alias di Maurice
Steenbergen), che con l'esilarante suono di una molla ripetuto in quattro
quarti diventer una hit.
La Rotterdam Records non l'unica etichetta attiva a Rotterdam: la K.N.O.R.
Records (acronimo di 'Kicking Noise Of Rotterdam), che contribuir a creare
il sound caratteristico della citt, esordisce nel '92 con il disco dei Source
Code - I'm not a number; oltre ai suoni acidi e alla cassa distorta va notato il
caratteristico "clap" della TR-909 in levare. Il logo dell'etichetta, un demone
che indossa un pannolino, un esempio della curiosa tensione tra furia cieca
e regressione, ma soprattutto della buona dose di autoironia che
caratterizzano l'estetica hardcore.
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AMSTERDAM DE HARDSTE
Amsterdam non sta a guardare: in risposta alla Rotterdam Records nasce la
Mokum Records. Mokum il nome ebraico di Amsterdam, e simboleggia
l'orgoglio della citt per il proprio passato di centro mercantile ebraico. La
copertina identica per tutte le uscite dell'etichetta: di colore rosso vivo, con
le tre "X" simbolo della citt sul lato destro, mentre nel lato inferiore sinistro
appare un logo che recita: "United gabbers against racism and fascism";
questa forte presa di posizione si rivolge alle presenze neo-naziste all'interno
della scena, dalle quali intende prendere le distanze.
La Mokum Records responsabile, tra le sue prime uscite, di molti dischi
memorabili: Hooihouse - Pien An De Eure , un disco dalle sonorit ruvidissime
e sature all'inverosimile interrotto da urla alcoliche e sferzanti suoni metallici.
Un altro disco Haardcore - Everybody In The House , che sommando due
suoni di cassa uno sull'altro raggiunge una grande capacit percussiva: il
brano Amsterdam forse il pi rappresentativo, con il campionamento
distorto di una voce che urla a squarciagola il nome della capitale olandese
fno a sembrare una sirena di allarme.
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inserti demenziali con l'esplicito compito di divertire, per esempio Assi - Fred
Gabberstein Loves Wilma , che contiene la melodia del cartone animato
Flintstones. La diferenza con l'happy hardcore che la vena ironica va
perduta: il gioco di contrasto fra violenza e demenzialit viene sostituito da
un sentimentalismo senza ironia, mieloso fno al limite del fastidio.
Paul Elstak, il dj che in Olanda pi di altri ha legato il suo nome alla happy
hardcore con brani come Rainbow In The Sky o Luv U More, viene spesso
accusato di essersi venduto e di aver rovinato la scena. In un intervista del
1996 si difende e, anzi, aferma di aver rivitalizzato una scena in declino: "In
Germania la scena hardcore molto dura e veloce, ed questa la ragione per
cui non molto popolare. Tre anni fa in Olanda era lo stesso: la musica era
estremamente dura, i party non erano cos caldi, non c'erano donne e girava
molta droga. Spero di riuscire a rendere il sound happy popolare in
Germania, in modo da far tornare anche l la scena salutare come un tempo".
In realt la Germania probabilmente stata una delle maggiori infuenze per
la nascita del sound happy hardcore: su Low Spirit nel 1994 esce il disco di
Marusha - Over The Rainbow , versione rave all'aspartame della colonna
sonora del flm Il mago di Oz che ha un successo travolgente; molti altri,
come Scooter, Mark 'Oh e dj Dick gi da tempo producevano una versione
melodica ed alleggerita dell'hardcore, traboccante di voci femminili
accelerate e accordi pianistici. Rispetto a ci che venne successivamente
prodotto in Olanda tuttavia era uno stile pi infuenzato dalla trance, con
atmosfere pi sognanti e riverberate.
I primi che in Olanda cominciarono a produrre una versione olandese di
questo flone furono Charly Lownoise & Mental Theo, con il singolo
Wonderful Days (il campionamento presente nel brano proviene dal successo
pop olandese del 1971 di Tony Ronald - Help).
Le reazioni dei fanatici dell'hardcore non si fanno attendere: se in principio il
nemico era la mellow house, il bersaglio viene individuato nella nuova
corrente happy, giudicata efeminata, superfciale e mainstream. E'
interessante il fatto che si instauri qui un meccanismo ricorrente legato
all'accezione di genere sessuale nella musica; Sarah Thornton fa notare come
spesso tra le culture giovanili "esiste la doppia articolazione di basso e
femminile: le culture disprezzate altre sono caratterizzate come femminili e le
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If they say, okay, we want to be commercial, then I make a very, very, silly
and very funny Search & Destroy record in a way that shows people that this
shouldn't be taken seriously; it's a way of poking fun at people. I don't know if
it comes across clearly...". 1 In efetti i brani di Search & Destroy hanno tutti
gli elementi che contraddistinguono il genere, ma contengono un fondo di
ironia che li riscatta e li trasforma in collage grotteschi, troppo artifciosi per
riuscire convincenti; un esempio Deep In The Underground , e il remix del
brano da parte dei Technohead: dei brani cut 'n' paste che saccheggiano i
generi pi svariati accostandoli in maniere improbabili.
Non tutti per sono disposti a scendere a compromessi, ed una parte della
scena cerca di scendere deeper in the underground .
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1 Reynolds, Simon Energy Flash. Viaggio nella cultura rave. Trad. it. Claudio Mapelli e Daniele
Cianfriglia, Arcana edizioni, Roma, 2010, p.355 (Ed. Orig. Energy Flash. A Journey Through Rave
Music And Dance Culture, Picador, London 1998)
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IL LOCALE DELL'IMPOSSIBILE:
STORIA E LEGGENDA DEL NUMBER ONE
La discoteca Number One apre nel 1979, e con oltre 28.000 metri quadrati
uno dei locali pi grandi d'Europa. Si trova a Rovato, in una zona
pianeggiante immersa tra i campi coltivati della Franciacorta ai confni con la
Valle Camonica e l'est del bresciano.
All'interno del locale appariva una grande scritta al neon: "il locale
dell'impossibile"; uno slogan che diventato un'ossessione per intere
generazioni di frequentatori. "Quando avevo 15 anni e andavo a ballare al
Number, la scritta 'il locale dell'impossibile' era gi l", dice Claudio Lancini, il
dj che ha fatto la fortuna del Number One a livello internazionale facendolo
diventare il simbolo della musica hardcore in Italia.
il Number One stato nel corso degli anni '80 un locale di riferimento nella
zona nell'ambito della dance commerciale, e frequentato soprattutto da
persone della zona. Mario Basalari, il proprietario della discoteca, riesce a
farla distinguere grazie ad una forte intraprendenza; infatti il locale in
espansione costante come numero di presenza ma soprattutto di sale e
strutture. L'aspetto del Number One quello di una discoteca elegante, dagli
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1 Thornton, Sarah - Club Cultures. Music, Media and Subcultural Capital. Wesleyan University Press,
Middletown, 1996, p.33 (Tr. it. di Simonetta Fadda/Shake, Dai club ai rave, Feltrinelli Editore,
Milano, 1998)
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assai diverso da quello odierno: non erano fgure culto, o star; Claudio
Lancini all'epoca era noto semplicemente come Dj Claudio.
Il Number One passa gradualmente dall'essere un locale frequentato da gente
del posto ad attrarre persone da sempre pi lontano; la radicalit dei suoni
sempre pi marcata attrae un pubblico sempre nuovo e da zone sempre pi
lontane. Mi capitato di parlare con un vecchio frequentatore del Number,
che mi ha raccontato un episodio di questo periodo di transizione: "Quando
andavo io al Number era una discoteca normale; ci andavi ben vestito, ti
sedevi al tavolo, ordinavi una bottiglia e guardavi le ragazze. Ad un certo
punto ho visto spuntare questo tizio vestito tutto argentato, come un robot, o
un uomo spaziale, con i capelli tutti dritti sulla testa!". A proposito del
vestiario Claudio spiega: "Il number era sempre una carnevalata: chi vestito
da infermiere, chi con tute da lavoro, chi da motociclista, con tanto di casco!
Uno aveva fatto addirittura un cappello di cannucce bellissimo! (le cannucce
venivano masticate per alleviare gli efetti dell'Ecstasy, che portano a
contrarre le mascelle, nda) Molti usavano le cannucce inflate nei capelli,
magari fssate con elastici per non farle cadere... conosco gente che lavorava
in banca in giacca e cravatta che veniva al number travestito in questi modi...
era un modo di evadere dallo stress! Diciamo che, paragonato ad oggi, allora
di stress non ce n'era, perch i soldi non mancavano a nessuno, per era un
modo come un altro di liberarsi. Nelle discoteche fghette devi andare vestito
con camicia e pantaloni, non puoi mettere le scarpe da tennis, ci vuole un
certo abbigliamento... l no!". Hotrebor, dj hardcore che all'epoca era un
frequentatore abituale della discoteca, racconta: "innanzitutto ricordo che
entrando c'era questo fortissimo odore di popper (versione commerciale del
nitrito di amile, nda), era quella la vera droga del Number, pi economica
dell'Ecstasy. Ma dentro al Number ho visto succedere di tutto! Al Number si
ballava tutti quanti a petto nudo; perch faceva un caldo incredibile, certo,
ma non esisteva un'altra discoteca cos, era l'anarchia totale! Una via di
mezzo tra un club e un centro sociale. Il posto pi eclettico che abbia mai
visto il Number: dal tipo con giacca e cravatta fno al punkabbestia pi
sgangherato. E in mezzo skinheads, metallari, mods, discotecari, dark... La
gente pi fuori l'ho vista l, magliette bianche strappate con scritte a
pennarello, capelli tinti, uno addirittura aveva divelto una segnaletica stradale
e se l'era legata alla schiena... Nel '94 avevo degli amici metallari che
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Ma ci che ha contribuito pi di tutto alla fama del Number One stato il rito
dell'ultimo disco; Claudio sceglieva un disco che per qualche caratteristica si
adattava alla chiusura. Solitamente si trattava di dischi molto pesanti e molto
veloci, con una introduzione ed uno svolgimento particolare, in grado di far
letteralmente impazzire la folla. Uno dei primi brani utilizzati stato
Hooihouse - Groen van Koen, una folle cavalcata di drum machine saturate
fno al limite, accompagnata da sintetizzatori gracchianti ed ululanti.
Improvvisamente il silenzio: si sente il suono di una lattina di birra stappata e
qualcuno che ne succhia rumorosamente la schiuma; poi riparte di nuovo il
caos. Un altro disco stato De Klootzakken - Dominee Dimitri, controverso
brano che ha portato ad un caso mediatico in Olanda e ad una causa
giudiziaria per l'utilizzo non autorizzato della voce di un prete olandese, che
demonizz in diretta tv la musica house e i suoi estimatori paragonandoli a
bestie possedute; a causa di queste controversie gli autori erano stati costretti
a distruggere tutte le copie del disco, era perci di difcile reperimento.
Claudio Lancini racconta: "Di Dominee Dimitri uscita una versione
particolare che avevo su una cassetta che mi ha dato dj Rob, non l'ho mai
sentita in giro. Una versione particolare, bella tosta!". Del brano esistono
numerose versioni sul disco originale, e non chiaro se sia una di quelle o
meno; ma tutte quante sono un collage selvaggio di voci distorte, urla
demoniache e rumori dalle viscere dell'inferno, fn quando una tirata folle di
percussioni non interviene a spazzare via tutto. Ma il brano che pi di tutti ha
imposto il rito del pogo fnale stato De Kuipkanjers - Hand in Hand,
Gabbers. Il brano un riadattamento dell'inno da stadio degli ultr del
Feyenoord "Hand in Hand Kameraden"; parte con un adattamento
sgangherato della melodia principale, velocizzato e suonato come attraverso
un citofono mal funzionante, poi la cassa della 909 fa irruzione su un tempo
malfermo ed oscillante; improvvisamente una voce rallenta ripete, come in
slow motion: "Rotterdam-Rotterdam-Rotterdam..." prima che ritorni
nuovamente lo stridulo motivetto dell'inizio. "La gente ha cominciato a
prenderlo come una cosa diversa, no? Siccome Hand in Hand Gabbers aveva
un ritmo che aumentava, la gente si gasava e hanno cominciato uno a dar
spinte all'altro! E' nato cos, dal niente! Tra amici, uno tirava dentro
quell'altro, poi quell'altro, poi quell'altro, nell'arco di qualche mese
diventato un rito: quello delle spinte! Ma era solo per l'ultimo disco. E' andato
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avanti anni ad esser solo per l'ultimo disco, perch la gente non pogava
durante la serata. Solo dopo hanno cominciato a pogare durante la serata. Il
disco pogo era bello perch era solo quello. La sala era murata (piena, nda),
perci vedevi la gente che non riusciva a spingersi, perci si abbracciavano
l'un l'altro e da sopra vedevi le masse di gente che si spostavano di qua e di
l! Non c'era lo spazio per spingere pi di tanto, perci si spingevano a m di
giocatori di rugby... il problema che nel rugby sono in dieci, l sono in mille!
Era una cosa bella da vedere. Poi si capisce che le spinte non bastavano pi,
e han cominciato a saltarsi addosso!". Non sempre per il fnale all'insegna
della durezza: un esempio di fnale "morbido" del '95 l'esilarante disco del
leggendario duo Ilsa Gold: Sons of Ilsa - Pulsinger's Nacht, dove la voce di un
ubriacone riprende il ritornello del successo di Beck - Loser, deformato in "i'm
a raver baby, so why don't you kill me"; la velocit ridotta del brano e la vena
comica insita nel pezzo creava un'atmosfera rilassata e festosa. Ho anche
sentito raccontare di una volta in cui per l'ultimo disco, esauste, le persone in
pista si sono sedute per terra in cerchio facendo girare dei popper, in una
sorta di moderno - chimico - rito del calumet della pace.
Fino al 1994 dj Claudio il solo a suonare nella sala 2; nella primavera del
'94 dj Rob, che in quel momento si trovava in Italia chiede a Claudio di
suonare al Number One: "Era qui in Italia, lo conoscevo, e mi ha detto:
'Vengo a suonare da te!'. All'epoca dj Rob non era l'ultimo arrivato, era il
proprietario della Coolman Records, sapeva il fatto suo; cos ho accettato. E'
stato l'inizio di un'era, perch abbiam visto che la cosa funzionava e abbiam
continuato a farla cos!" I primi ospiti ad arrivare al Number sono
Euromasters, Maurice Steenbergen (Rotterdam Termination Source), Dj Paul,
Charly Lownoise & Mental Theo. Nascono cos le serate "Hardcore Warriors",
dove prima mensilmente e poi due volte al mese venivano invitati ospiti
stranieri. La calca per questi eventi era tale che i buttafuori lanciavano
secchiate d'acqua sul pubblico in delirio! Dopo un po' si sparge la voce e dj
da tutto il mondo cominciano a contendersi una serata al Number One: "Mi
chiamavano e mi dicevano: 'sono tre mesi che non suono!' oppure alcuni mi
dicevano 'ho incontrato tal dei tali, mi ha detto che venuto due volte di fla,
perch io no!?' A volte chiamavamo all'ultimo, gioved o venerd per una
serata il sabato stesso, e loro annullavano gli impegni per venire al Number.
Era una cosa impressionante! Per me che senso aveva andare in Olanda? Ce
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l'avevo gi qua. Gli ospiti suonavano nella parte centrale della serata, io
facevo l'apertura e la chiusura. Che l'ospite facesse un buon set o meno, la
diferenza la facevo sempre io, perch era la mia sala: sapevo come prenderli.
Non trovo giusto che tu che vieni dall'Olanda faccia ballare pi di me nella
sala che ho creato io (sorride). Anche se tu facevi un set della madonna,
facevi ballare e straballare, io dopo facevo sempre la diferenza, fgurati! Ero
a casa mia. Non mi dava fastidio avere i migliori dj del mondo in casa".
Ospitato da Claudio Lancini Paul Elstak includer nei ringraziamenti di un
disco della Rotterdam Records "Lancinhouse", intendendo l'ospitalit di casa
Lancini; da l deriva il nome d'arte Claudio Lancinhouse.
Durante queste serate, nelle quali cominciano anche a suonare altri dj
resident come Buby, gli Stunned Guys e pi tardi dj Jappo, dovendo
contendersi la scena le sonorit diventano sempre pi aggressive. Man mano
gli spintoni ed il pogo diventano una cosa normale anche nell'arco della
serata; i buttafuori, numerosi e leggendari per la loro mole e per i metodi
sbrigativi sono una presenza costante e gestiscono pragmaticamente la
situazione usando le maniere forti. Il pogo era permesso solo per il fnale, e
chi non rispettava il divieto rischiava di essere malmenato ed espulso. Molti
seguaci techno e hardcore di vecchia data si allontanano dalla scena,
infastiditi da una musica divenuta troppo dura e veloce e da nuova
generazione di ravers troppo incline al pogo e alla violenza.
Va detto che non sempre gli ospiti stranieri erano ben recepiti: fu fschiato un
live set di Marc Acardipane, una tra le fgure pi importanti della scena
hardcore mondiale, reo di non aver proposto un set sufcientemente
ballabile; la stessa sorte tocc ai Bloody Fist, leggendaria formazione
australiana, e perfno a Manu Le Malin, ricercatissimo dj techno e hardcore
celebrato in tutto il mondo; quest'ultimo, infuriato, si mise le mani ai fanchi
improvvisando un balletto per denigrare il pubblico, come a dire: "a voi piace
soltanto la roba dozzinale da discotecari". Nonostante il Number One fu
estremamente alternativo per i tempi, sofriva per certi versi della mancanza
di cultura del disco difusa tra il pubblico italiano; l'utenza del Number One
era poco incline ai dischi pi sperimentali e ad accettare i dj set proposti
dalle fgure pi radicali della scena. Forse questo aspetto va ricondotto alla
fgura di Claudio Lancinhouse, che da dj si sempre posto come scopo
primario, per l'etica bresciana che lo contraddistingue, quello di far ballare il
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Il fatto che il maggiore avamposto della musica hardcore in Italia sia stato
proprio in provincia di Brescia non deve sorprendere: il calore, la praticit, la
difdenza verso il dubbio, l'ambiguo e il sottile della gente bresciana e la loro
fsicit diretta e manesca hanno fornito per un qualche curioso corto circuito
il terreno ideale per l'approccio disinibito, ruvido ed energico della musica
hardcore.
Esiste una dinamica difusa in discoteca, ma particolarmente sviluppata al
Number One: una forte territorialit interna alla locale. Il Number One
attirava grosse compagnie da diverse province limitrofe, soprattutto Brescia,
Bergamo e Milano; compagnie burrascose, spesso di ultras, che per limitare le
possibilit di incontrarsi occupavano zone diverse; andare nella zona
sbagliata poteva scatenare risse, che del resto al Number One ci sono sempre
state. Per molti la vita da ultras si intreccia con la vita da discoteca: usciti il
sabato notte dalla discoteca si andava al "Numberino" (un distaccamento del
Number One gestito dal fratello di Mario Basalari, che propone una sorta di
"after party" hardcore), per poi andare alla partita e tornare in discoteca la
domenica pomeriggio, in un estenuante tour de force sostenuto da massicce
quantit di droga.
La fama del locale continua a crescere, ma questo comincia a mostrare dei
risvolti negativi. Cominciano ad arrivare compagnie violente dalla periferia di
Milano, in particolare da Pioltello e Cologno Monzese. Soprattutto il
Numberino comincia a diventare un luogo d'incontro per gli spacciatori della
provincia e hanno luogo diversi incidenti.
"Il Number ha cominciato a peggiorare, nel vero senso della parola, nel '99",
racconta Claudio. "Per c' una cosa da dire: c'erano 15000 persone a sabato.
C'erano quelli che venivano per far casino, per "scavallare", per rompere le
scatole. Fin quando tu hai dieci persone fai presto a togliere il marcio, ma
quando ne hai 150 sparse per il locale diventa difcile. Poi io ho sempre dato
colpa alla sicurezza, erano tutti d'accordo. C' stato il declino perch la
sicurezza ci guadagnava d'accordo con gli spacciatori; capitava anche che
persone buttate fuori dal locale rientrassero dalle uscite di sicurezza,
d'accordo con i buttafuori". L'atmosfera comincia a diventare pesante
all'interno del locale, in concomitanza con un cambiamento graduale nella
musica: l'avvento del cosiddetto "new style", versione pi lenta, cupa e
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Dick Hebdige, nel suo libro "Subculture - the Meaning of Style" prende in
esame diferenti sottoculture britanniche (teddy boys, mods, skinheads e
punks) analizzandone lo stile di vita e i signifcati impliciti nel look che li
contraddistingue. Il termine sottocultura, coniato dallo stesso Hebdige, parte
dalla nozione di "cultura" sviluppata da Raymond Williams: "un particolare
modo di vivere che esprime certi signifcati e valori non solo nell'arte e
nell'apprendimento, ma anche nelle istituzioni e nel comportamento
ordinario. L'analisi della cultura, partendo da questa defnizione, lo studio
dei signifcati e valori impliciti ed espliciti in un particolare stile di vita, una
particolare cultura". 1 L'analisi del vestiario, dello svago, dello stile di vita
quotidiano permette di accedere ad un campo privilegiato nella
comprensione piena delle sottoculture, dato che esse esistono e funzionano
principalmente a questo livello: la scelta del vestiario e di elementi ben
riconoscibili, sottratti al loro uso comune e investiti di un altro ordine di
1 Williams, Raymond Sociologia della cultura, Il Mulino, Bologna, 1983, p.57
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GABBER
Gabber un termine che origina dal Bargoens, uno slang olandese utilizzato
da nomadi, vagabondi e criminali, simile all'Argot francese o allo spagnolo
Germana; costituiva una sorta di linguaggio in codice per evitare di essere
capiti da persone esterne al proprio gruppo. Molti termini Bargoens sono stati
entrati a far parte dell'olandese comune, come gappen (rubare) e poen
(denaro). A causa dell'alto numero di ebrei che vivevano ad Amsterdam come
commercianti e data la loro posizione di relativa emarginazione molti termini
Yiddish furono adottati dal linguaggio Bargoens, come mesjogge (pazzo),
jatten (rubare) e gabber (amico, compagno). Gradualmente il termine gabber
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1 Spesso il termine viene pronunciato con un forte accento Haagse, il dialetto di Den Haag; termina
con una vocale inarticolata, e viene traslitterato in "Hakkh". Questo tipo di pronuncia diventato
celebre anche al di fuori dei confni regionali e, in tempi successivi, stato usato con intento
caricaturale (per esempio nelle compilation Hakkh & Flipph, viste da molti gabber come una
"svendita" della scena). Questo aneddoto indicativo dei regionalismi propri del mondo hardcore,
soprattutto in Olanda
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periodo gi fuoriuscite dal ristretto ambito dello sport per difondersi nella
vita quotidiana. Esse rappresentano una ostentazione di informalit e di
appartenenza ad un ceto sociale basso; allo stesso tempo sono oggetti che
possiedono un potere feticistico e che possono arrivare a costare cifre
relativamente alte; per certi versi si tratta di uno sfarzo proletario.
Esiste un fumetto in Olanda di nome Haagse Harry , interamente scritto in
Haagse (il dialetto di Den Haag) e che ha come protagonista un personaggio
omonimo: un disoccupato, accanito tifoso dell'ADO Den Haag, scurrile ed
aggressivo. E' vestito con una tuta colorata aperta su una canottiera bianca,
capelli corti in cima e lunghi sulla nuca, e grosse scarpe da tennis. Molto
apprezzato dal pubblico hardcore, apparve sulla copertina di Ech Heftag - De
Haag Hakke!!
Pu ricordare per certi versi una versione "aggiornata" di Andy Capp, altro
personaggio dei fumetti che divent simbolo di un'altra sottocultura inglese,
gli skinhead. In entrambi i casi si tratta di un personaggio iconico di un
proletariato al di fuori della societ, perennemente disoccupato e interessato
al calcio quanto disinteressato al lavoro. E' un anti-eroe che difende
caparbiamente (con la propria passivit) il proprio tempo libero, negandosi a
qualsiasi tentativo della societ di integrarlo e moralizzarlo. Questo un
punto chiave che accomuna ogni sottocultura: il tempo libero ci che d
signifcato al lavoro, e non viceversa. Evidentemente vale allo stesso modo
per chi non ha un lavoro, come per i due personaggi simbolo presentati qui
sopra.
L'ostentata, ostinata permanenza sul luogo di svago esplicitata dagli
skinhead da simboli come la ragnatela sul gomito (che rappresenta il tempo
passato appoggiando sul bancone il gomito che regge il boccale di birra). Il
luogo di svago del gabber (la discoteca) non include un atteggiamento cos
passivo: meglio per loro vestirsi nella maniera pi comoda possibile per
sostenere una lunga nottata di corsa sul posto.
Anche la capigliatura ha dei tratti in comune, almeno esteriormente, con il
look skinhead; ma la testa rasata ha nell'uno e nell'altro caso un signifcato
diverso. La rasatura sempre stato nella storia un metodo di controllo sociale
sulle classi subalterne, un controllo con ragioni innanzitutto igieniche;
tagliare i capelli aveva innanzitutto la funzione di impedire il difondersi di
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HARDCORE WARRIORS
Nel 1995 il graduale cambiamento della musica alla discoteca Number One
porta ad un cambiamento dell'atmosfera. Il pubblico della vecchia guardia
proveniente dal sound dance e techno progressivamente si allontana dalla
scena, diventata ormai incandescente. Il Number One comincia ad essere
considerato il locale di riferimento per l'hardcore in Italia, e il pubblico
diventa sempre pi numeroso e sempre meno locale. Dal '94 in poi comincia
ad ospitare mensilmente ospiti stranieri nelle serate denominate Hardcore
Warriors; proprio da queste serate prende il nome una sottocultura omonima.
Sviluppatasi gradualmente e arrivando alla piena riconoscibilit tra il '95 e il
'96, gli warriors condividono con i gabber solamente la musica;
l'abbigliamento, completamente diferente, di solito costituito da
pantaloncini corti da ciclista o jeans mutilati, maglietta da ciclista o maglietta
da calcio, solitamente del Feyenoord (la maggiore squadra di calcio di
Rotterdam), pettorine catarinfrangenti da lavoro o magliette bianche con
scritte a pennarello; le scarpe sono solitamente le Bufalo, "zeppe" dall'altezza
notevole che fanno apparire i ragazzi che le indossano degli energumeni. Le
ragazze possono indossare pantaloncini aderentissimi corti fno a met gluteo
con calze a rete, anche se nel complesso l'aspetto reso tutt'altro che
provocante da scaldamuscoli in pelo sintetico dai colori shocking. A volte
indossano guanti da motocross senza dita e lenti a contatto colorate. Ma la
cosa pi vistosa la capigliatura, vero e proprio campo di sperimentazione:
l'obiettivo pare essere quello di raggiungere la maggiore altezza possibile, e
per fare questo i capelli vengono intrisi di colla di pesce fno a farli rimanere
rigidi in verticale, creando creste o punte alte oltre cinquanta centimetri che
vengono tinte nei colori pi improbabili; dopo un'intera serata di urti e
spintoni alcune di queste punte cedono, e sembrano spezzarsi alla base per
poi rimanere penzolanti ai lati del capo. Alcuni si limitano a portare lunghe
code di cavallo su nuca e tempie rasate a zero. Spesso si truccano il volto con
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fnte cicatrici sull'occhio come nel flm "Il Corvo", o con sorrisi fnti dipinti
sulla bocca che ricordano il Joker di Batman. Pi recentemente lo Space Trip,
un negozio specializzato in abbigliamento per ravers ha cominciato a
produrre vestiti pensati per lo stile warriors: felpe con impresso a m di
maglietta di calcio il logo SALA 2, teschi con sfumature tricolori, o
semplicemente il logo hardcore warriors. Alcune, le pi esilaranti, sono
personalizzate con il soprannome del proprietario, seguito dal numero 2
come nelle magliette di calcio: nomi come Sbrinkios, Massi, Lupetto, o
Kenshiro.
L'orgoglio operaio e regionalista dell'hardcore warrior si coniuga con una
predilezione per l'indumento sportivo e la comodit d'uso; questo aspetto
palese nell'ostentazione di magliette da ciclismo, costellate di loghi di aziende
locali su colori sgargianti.
Il modo di ballare del warrior ricorda delle mosse di kick boxing o di
capoeira; slanciano le gambe avanti e indietro alternatamente, tirando pugni
nell'aria, esasperando ogni movimento e slanciando il busto in avanti come se
fossero intenti in una immaginaria corsa sul posto. Alcuni in efetti non fanno
altro che correre sul posto, movimento accompagnato anche dalle braccia
che li fa apparire come personaggi intrappolati in un videogioco. Il modo di
ballare brutale e regressivo; le gambe sono larghe e il baricentro basso
per non cadere a causa degli urti violenti che provengono dai loro vicini.
Molte volte danno grossi spintoni a chi gli sta accanto, senza che ci sia
necessariamente la ricerca di un confitto; ad un party ho visto un warrior
che, improvvisamente, si girato e ha spintonato con tutte le sue forze un
ragazzo che gli stava accanto, mandandolo a cozzare contro un gruppo di
altre persone; girandosi con uno sguardo atterrito e interrogativo, rimasto a
fssare il warrior che, come se nulla fosse, continuava a ballare perso nel suo
viaggio. Questa tendenza a spintonare infastidisce i gabber che solitamente
stanno alla larga.
La cosa che distingue gli hardcore warriors e che ha determinato la fama del
Number One la famosa piramide; si tratta di una vera e propria piramide
umana che viene eseguita nel momento fnale della serata. Il gruppo degli
warriors (dalle cinquanta alle cento persone) sta per tutta la sera in un punto
preciso della sala, nella parte in fondo della pista, opposta alla consolle del
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che una volta era molto meglio. "Una volta se c'era da menarsi, ci si menava;
se c'era da sparare, si sparava. Ma non c' paragone, era un'altra cosa". Mi
racconta che una volta, nel '98, ha toccato il softto, e che ha anche una foto
di quel momento. "Noi toccavamo il softto anche due o tre volte a sera, oggi
questi bimbiminchia vogliono solo riprendersi a vicenda col cellulare, e
nessuno pi disposto a stare sotto; ma il merito va a chi sta sotto e tiene su
gli altri, che rischia di farsi male e non si d tante arie".
L'estetica degli hardcore warriors ricorda quella dei videogiochi picchiaduro
come Street Fighter, Mortal Kombat o Tekken; i capelli dai colori innaturali
intrisi di colla di pesce che sfdano la legge di gravit, i vestiti dai colori
sgargianti, le scarpe che somigliano a veri propri trampoli li fanno sembrare
come appena sbarcati da un'altra dimensione, videoludica. I warriors
incarnano in un certo modo quella sensazione che la musica hardcore
trasmette profondamente connessa all'esperienza arcade; una ricerca di
sensazioni spinte all'estremo, un concentrato di adrenalina oltre il limite della
realt; e in efetti essere circondato da warriors sulla pista del Number One
sotto i colpi martellanti dell'hardcore fa l'efetto di trovarsi realmente in un
videogioco.
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CONTROVERSIE
In questo capitolo vorrei dare spazio alle varie posizioni esistenti nei
confronti al fenomeno hardcore. Alcune di queste sono interne all'ambiente
accademico e hanno trovato posto nelle pubblicazioni fnora esistenti in
materia, altre sono pi o meno radicate a livello generale; alcune sono rivolte
all'intero fenomeno rave (includendo quindi anche i rave illegali) altre
solamente all'ambiente delle discoteche e dei club, ed altre esclusivamente al
fenomeno hardcore e alla sottocultura gabber. L'accusa pi frequente che
viene rivolta alla musica hardcore di essere musica di infma qualit,
sottoprodotto destinato a soggetti devastati dagli stupefacenti, vittime di una
bassa scolarizzazione, teppisti e delinquenti se non apertamente fascisti e
razzisti. Vedremo quanto queste idee sono fondate e quanto dipendono dal
ricorrente panico morale di fronte all'emergere di nuove sottoculture
giovanili.
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tempo, prima che lo Stato la possa schiacciare". 1 E ancora: " 'Lotta per il
diritto alla festa' difatti non una parodia della lotta radicale ma una nuova
manifestazione di essa". 2 Questa lotta per il diritto alla festa centrale per la
frangia pi determinata del movimento: Michelle Pole, co-fondatrice
dell'Advance Party, un gruppo di attivisti della scena rave illegale inglese,
critica il disimpegno della cultura dei club che non si interessa all'azione in
favore dei rave illegali: "per quanto sia liberale, non pensiamo sia uno
strumento efcace per combattere il CJA (legge anti-rave promulgata dal
governo britannico), o un'alternativa alla scena dei free party". 3
Nel libro Rave Of, una raccolta italiana di scritti inneggianti all'esperienza del
rave illegale, il livore verso chi, a giudizio degli autori, nell'importare la
cultura rave in Italia ne trad lo spirito palpabile: "Nel cercare di importare
la novit, i pochi che erano stati a contatto con la scena inglese hanno ben
pensato di crearsi una comoda nicchia di mercato (...) scatta la tendenza che
viene cavalcata dagli organizzatori di rave (...) in un turbinio di alienazione,
consumo e violenza fne a s stessa. (...) Mi chiedo quale creativit pu
svilupparsi in una situazione costituita da un biglietto di entrata, un diritto di
selezione a seconda della presunta aderenza a uno status sociale,
un'organizzazione poliziesca nazista paramilitare chiamata servizio d'ordine
(...) seni e culi messi in evidenza dentro alcune gabbie per placare la
morbosit qualunquista italiana (...) tutti chiari indicatori del processo di
assorbimento e mercifcazione spettacolarizzata". 4 Altrove nello stesso libro si
descrive cos la decadenza della scena rave italiana: "la situazione si
frammenta e si deteriora: furti e risse sono all'ordine del giorno, scompare il
pubblico femminile e alcuni neri fguri (siamo al 1992-'93: Roma Kaput
Mundi, Sotto 'n treno, A ri sotto 'n treno; escono anche una serie di dischi in
camicia nera, su tutti ricordiamo Technobalilla e un remake house di
Faccetta Nera ) cercano di cavalcare gli eventi rivendicando territorialit
impensabili ('Il suono de Roma [...] il futuro nostro', da un fyer) in uno
1 Bey, Hakim T.A.Z. Zone Temporaneamente Autonome, Shake, Milano, 1995, p.15
2 Op. cit, p.21
3 Natella, Andrea et al. Rave Of. Scintille di pubblico disordine: il movimento dey party illegali
fuori dalle discoteche, tra contagio sociale e repressione, Castelvecchi, Roma 1996, p.84
4 Op. cit, pp.54-55
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1 Natella, Andrea et al. Rave Of. Scintille di pubblico disordine: il movimento dey party illegali
fuori dalle discoteche, tra contagio sociale e repressione, Castelvecchi, Roma 1996, p.9-10
2 Qui sotto viene mostrato un esempio di leggerezza che porta ad associare istintivamente e
ingiustifcatamente i gabber e il neo-nazismo, della quale stata vittima Fabrizia Bigozzi nel suo libro
Generazione in Ecstasy. Bagozzi estrapola il brano sopra riportato del libro Rave Of dove viene
descritto il deterioramento della scena techno romana nel 1993, e come "alcuni neri fguri" cercarono
di appropriarsi della scena (p.10-11); il testo viene preso di peso da Bagozzi (inserendolo nel suo
libro uscito poco dopo, senza peraltro esplicitare la citazione) ma il termine "neri fguri" viene
sostituito da "nazi-gabber" (p111), sostituzione giudicata come una cosa naturale e scontata. In realt
Andrea Natella in Rave Of stava alludendo ad una parte della scena techno italiana e romana,
accusata di essere legata all'estrema destra, non ai gabber.
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Simon Reynolds nel capitolo conclusivo di Energy Flash dice: "tranne qualche
occasione si trattato di una disubbidienza non ideologica, pi vicina alla
criminalit che all'anarchia (...). Semplicemente presentandosi agli eventi, il
raver in qualche modo manifestava la sua libert di associazione pacifca" (). 1
Reynolds riconosce l'elemento improduttivo del rave come il suo l'aspetto pi
signifcativo, legato al concetto di dispendio teorizzato da Georges Bataille:
"implica perdere tempo, energia, la stessa giovent, tutte cose che la societ
borghese ritiene debbano essere investite in altri sforzi che producano un
qualche ritorno: la carriera, la famiglia, la politica, l'educazione, azioni
sociali o caritatevoli... Ma questa la gloria del rave. E' la festosit orgiastica,
lo sfarzo fne a s stesso". 2 Penso che vada compreso il ruolo che l'intero
fenomeno rave ha avuto a cavallo degli anni '90: una generazione si
sottratta alla societ e alla storia, sparendo in un vortice di follia ed ebbrezza.
E' forse ingenuo pensare che un simile movimento avrebbe potuto (e dovuto)
rovesciare l'ordine sociale; viceversa bisogna riuscire a vedere questo
fenomeno come un buco nero che ha risucchiato in s vite, energie e sogni di
una generazione per alimentare il fuoco sacro della follia.
1 Reynolds, Simon Energy Flash. Viaggio nella cultura rave. Trad. it. Claudio Mapelli e Daniele
Cianfriglia, Arcana edizioni, Roma, 2010, p.674 (Ed. Orig. Energy Flash. A Journey Through Rave
Music And Dance Culture, Picador, London 1998)
2 Op. cit, p.675
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1 Campionamento dal personaggio del Sergente Hartman nel flm Full Metal Jacket
2 Traduzione: La musica house ha esattamente lo stesso ritmo delle marce impiegate dalla
Germania nazista J. Mulder, pastore anti-house della Chiesa Riformata Olandese, NRC-Handelsblat,
8 aprile 1994
3 Campionamento dal flm Taxi Driver
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per la situazione, tra una frase sconnessa e l'altra, battendo col palmo della
mano la croce celtica sul polso rivolto verso l'alto, come se la pura evidenza
di quel simbolo fosse sufciente a dimostrare un insieme di concetti
interconnessi: l'appartenenza ad un luogo, ad una musica, ad una storia. Gli
chiedo, provocatoriamente, come giudica il fatto che l'mc dei Rotterdam
Terror Corps sia di colore. Mi guarda sorpreso, ed esclama: "Per me
nell'hardcore non esiste colore". Gli chiedo allora il perch del simbolo sul
braccio; allargando le braccia come per scusarsi, mi dice: "io sono fatto cos".
Come possono convivere degli elementi cos stridenti? La mia risposta che i
simboli non hanno bisogno di essere compresi per essere adottati. Essi hanno
una potenza che spesso indipendente dalla storia che li ha generati. La cosa
bizzarra semmai che dei gruppi talmente lontani sotto ogni punti di vista
partecipino ad eventi hardcore senza che ci generi problemi; molto pi
frequente la rissa a sfondo calcistico che per ragioni politiche. Questo
dovuto alla natura disimpegnata della musica hardcore, che fglia del crollo
del muro di Berlino e di un momento storico di svuotamento ideologico dopo
decenni di tensioni e lotte.
Vorrei chiudere l'argomento riportando un frammento di una intervista a Liza
'n Eliaz, storica dj hardcore tra le pi oscure e sperimentali: "E' possibile che
in qualche party gabba (termine difuso in Germania per defnire l'hardcore,
nda) fascisti o roba del genere vadano in giro a crear problemi, ma non una
buona ragione per classifcare un intero movimento come fascista... Per
esempio io sono convinta che da qualche parte nel mondo ci sono persone
che pensano che l'intera comunit techno-house fascista, il che ovviamente
non ha senso. I modi di pensare di ciascuno sono molto spesso manipolati da
motivazioni nascoste, difcili da aferrare. L'aggressione, fascista o no, la
violenza, sembrano essere parte integrante della natura umana, e non ha
niente a che fare con la musica che viene suonata in certi party. Questo
molto importante. Ho esperienza di party trance dove sono successi incidenti
veramente terribili, e dall'altra parte ho partecipato a molti party di gabba
dura dove non accaduto nulla del genere. Sono stata dj hardcore per cinque
anni, e alcuni non fanno che ripetere che la scena morta, una famma che
splende brevemente, e poi scompare. Di fatto la storia della gabba continua.
Certo, ci sono persone che fanno brutti dischi, ma io non suono quella roba.
L'idea base della Gabba infatti, e in questo so che sarebbero d'accordo con
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ECSTASY MOTHERFUCKER:
IL RUOLO DELLA DROGA NELLA CULTURA HARDCORE
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anni '90 dove fu utilizzata nell'esercito del Nicaragua su soldati che avevano
subito traumi, e pare che il 75% di essi abbia dichiarato di volere la fne delle
ostilit! (p.24) Nel 1970 il chimico Alexander Shulgin se ne interessa e,
scoprendone il potenziale, lo consiglia ad alcuni psichiatri californiani che
cominciano a sperimentarla sui propri pazienti; questa sostanza riusciva a far
superare blocchi psicologici e introversione, mettendo in grado chi la
assumeva di afrontare eventi traumatici del proprio passato. Comincia a
difondersi per uso ricreativo; il nomignolo "Ecstasy" gli viene dato da un
produttore clandestino di San Francisco. Un altro nome che si guadagna
quello di "businessman's trip"; infatti questo derivato dell'amfetamina viene
incontro all'esigenza di una droga leggermente allucinogena e di durata pi
controllabile rispetto all'allora imperante LSD: "Trip di breve durata (...) che
non entrassero in collisione con i ritmi di produzione e con le richieste di
efcienza nel lavoro". 1
Dopo essere stata dichiarata illegale negli Stati Uniti sbarca in Inghilterra e
gradualmente viene conosciuta all'interno della scena dei party londinesi. Il
potere empatogeno dell'Ecstasy stato determinante per la nascita della
scena rave: secondo Simon Reynolds "grazie all'Ecstasy, tutte le barriere di
classe, razza e tendenza sessuale furono spazzate via; persone di ogni tipo,
che mai si sarebbero scambiate n sguardi n parole, si ritrovarono nello
stesso turbine di caos promiscuo". 2 L'Ecstasy ebbe sulla scena acid house
inglese un efetto destabilizzante, mutando completamente l'attitudine di
persone di estrazioni sociali diverse che, per la prima volta, potevano ballare
assieme senza problemi.
I diversi atteggiamenti verso le droghe contraddistinguono le diverse
sfumature del panorama rave: per molti seguaci della prima ondata acid
house in Inghilterra il consumo dell'Ecstasy un rituale e non deve essere
mescolato con altre sostanze e soprattutto con l'alcol, considerato la sostanza
anti-rave per eccellenza: il pubblico dedito all'alcol considerato
autodistruttivo, molesto e rissoso, in assoluto contrasto con la flosofa
1 Saunders, Nicholas - E come Ecstasy, Trad. di Piercecchi Luca, Feltrinelli Editore, Milano 1995,
p.14 (Ed. or. E for Ecstasy, Erowid Online Books, 1994)
2 Reynolds, Simon Energy Flash. Viaggio nella cultura rave. Trad. it. Claudio Mapelli e Daniele
Cianfriglia, Arcana edizioni, Roma, 2010 p.87 (Ed. Orig. Energy Flash. A Journey Through Rave
Music And Dance Culture, Picador, London 1998)
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empatica interna ai rave. Questa fu tra le cause nei Paesi Bassi del discrimine
fra i seguaci della mellow house, consumatori consapevoli ed educati di
Ecstasy e i gabbers, nuovi arrivati incolti e rissosi dediti ai pi economici
alcol e anfetamine. Sotto certi aspetti l'hardcore fu una profanazione del neomisticismo proprio della cultura rave degli esordi; la "rave religion" cresciuta
sull'onda delle sensazioni dell'Ecstasy si ritir inorridita di fronte all'arrivo di
una cultura basata sull'eccesso e sulla devastazione. In un'intervista un
detective di Rotterdam spiega le diferenze tra due tipologie di consumatori,
cos come stata nota alla polizia: "Una prima - ed la fetta pi consistente costituita da ragazzi che non hanno grossi problemi, non si fanno grossi
problemi e la usano esclusivamente per divertimento. Una seconda,
numericamente meno importante, formata da gente che di problemi ne ha
eccome. Sono i meno istruiti, i pi "periferici". Ne prendono quattro o cinque
per volta e sovente mischiano pi sostanze. Compresa l'eroina. Amano la
gabber music. Abusano". 1 La mancanza di senso del limite sembra
caratterizzare i gabber non solo sul versante musicale. L'autolesionismo in
senso fgurato della musica hardcore ha come contraltare quello reale del
consumo massiccio di droghe. Nel suo libro Energy Flash Simon Reynolds fa
costantemente riferimento, per spiegare le futtuazioni e i cambiamenti nella
lunga traiettoria della musica elettronica, al decorso delle sostanze
stupefacenti sul metabolismo dei ravers. Nell'evoluzione dell'hardcore, musica
sfacciatamente funzionale all'attivazione delle sensazioni indotte dalle droghe,
non difcile vedere in atto la progressiva assuefazione alle droghe ed agli
stimoli sonori, che impone ai dj e ai produttori di cercare sempre nuovi efetti
sonori psicoattivi. In un feedback costante il consumo di droghe ha
infuenzato la musica, spingendo sempre pi in l il limite: musica pi dura e
veloce per soddisfare le esigenze del pubblico, che a sua volta assume pi
droghe per rimanere agganciato ai suoi ritmi infernali.
Il repertorio hardcore trabocca di inni dedicati a ogni tipo di droga, dagli
acidi alla cocaina, dalla speed alle anfetamine, dall'alcol alla marijuana; ma la
droga per eccellenza rimane ovviamente l'Ecstasy. Il sentimentalismo
generalmente bandito dall'hardcore per lasciar posto ad una irreprensibile
virilit imposta dal costante stato di allerta; l'unico momento nel quale il
1 Bagozzi, Fabrizia - Generazione in Ecstasy. Droghe, miti e musica della generazione techno
Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1996, p.182
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[Chorus x2]
Fang' das Licht
Halt' es fest
Mit dem Tag an dem die Hofnung dich verlsst
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(Traduzione)
[Chorus x2]
Aggrappati alla luce
Tienila stretta
Nel giorno in cui la speranza ti abbandona
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Con il suo tono a met tra mel e pubblicit progresso questo brano
irresistibilmente comico, ma si riferisce ad una situazione drammaticamente
vera: il rischio che corrono i raver, specialmente i pi giovani (qui defniti
"Gren", cio "marmocchi") quello di entrare in una spirale di eccessi.
L'Ecstasy di per s non genera una vera e propria dipendenza, ma lo
sgradevole "atterraggio" spinge molti a cercare di evitarlo continuando ad
ingerire pastiglie nell'arco di tutto il fne settimana.
Di fronte a questo abuso molti protagonisti della scena cominciano a
mostrarsi apertamente anti-E; Marc Trauner, leggendario produttore di
Francoforte, in un'intervista dichiara: "Forse l'Ecstasy stata difusa per
distruggere questa generazione (...) l'Ecstasy ti rende stupido: la gente si ama
il fne settimana e torna ad odiarsi il luned - questa non una droga reale". 1
(Marc Trauner Frontpage March 1992) Una sua etichetta, la Cold Rush, pare
trasporre in musica le sensazioni spiacevoli provocate da un utilizzo smodato
di MDMA: "when MDMA is taken in large amounts over a long period of time,
its lovey-dovey, empathy-inducing efects (associated with the neurochemical
serotonin) wear of, leaving just the jittery, amphetamine-like buzz (caused by
the neurotransmitter dopamine) (...) Ecstasy's warm glow is replaced by an
afectless intensity, a Cold Rush". 2 The Last Judgement Part One , prima uscita
dell'etichetta, caratterizzata da atmosfere fredde, cavernose ed oscure;
pulsazioni ovattate riecheggiano in ampie cattedrali, infestate da gelide,
inefabili melodie. Sembra di vedere l'edifcio della celebrazione
incandescente del rave ormai deserto, dopo il suo fsiologico rafreddamento;
a ricordo di quel momento di esplosione resta un cratere vuoto, abitato
solamente dal vento radioattivo dell'esplosione originaria. Nata nel 1993 la
Cold Rush una epigrafe tombale all'epoca inconsapevole e gioiosa del rave
hardcore; consumatasi prematuramente la vampata di calore dell'Ecstasy, la
musica hardcore scende sottoterra, in maestose catacombe rieccheggianti: un
mondo strano, sconosciuto e spietato.
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HARDCORE HOOLIGAN:
AFFINITA' FRA HARDCORE E ULTRAS
Nel 1991 l'esplosione del consumo di MDMA (il principio attivo dell'Ecstasy)
port ad un signifcativo calo della violenza giovanile: Nicholas Saunders nel
libro E for Ecstasy riporta il racconto di un giovane hooligan, testimone di un
periodo eccezionale nella storia delle tifoserie inglesi. Dopo il 1990, che fu un
anno di scontri violenti tra le due tifoserie avverse del Manchester City e del
Manchester United, si ebbe un anno di calma inusuale: i due schieramenti
passarono l'estate ai rave party e consumando insieme grandi quantit di
Ecstasy, e al loro ritorno sugli spalti avevano abbandonato la birra per
proseguire nel consumo di questa nuova sostanza. Per qualche anno
l'adrenalina fu ricercata non nello scontro frontale alimentato dall'alcol ma
dal potere androginizzante ed empatico dell'Ecstasy. "I could hardly believe
that this group was largely made up of those same young men who had
looked like they were about to go to war. This time they looked more like
they were going to Glastonbury festival! Despite the protestations of some of
the beer monsters who tried to drum up enthusiasm for trouble, this was a
loose passive grouping; a rag-taggle army of Ecstasy-taking hedonists". 2 (p30)
Questo periodo per ha breve durata: la decrescente qualit dell'Ecstasy
sommata alla progressiva assuefazione porta gli hooligan a tornare alle loro
vecchie abitudini.
Questo aneddoto utile per capire il rapporto tra le diverse sottoculture
1 Traduzione: Viva l'arancio, viva l'arancio, viva la regina
2 Saunders, Nicholas - E come Ecstasy, Trad. di Piercecchi Luca, Feltrinelli Editore, Milano 1995,
(Ed. or. E for Ecstasy, Erowid Online Books, 1994)
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hooligan; molti produttori hanno partecipato al progetto nel corso degli anni
ma le animalesche performance dal vivo sono merito del vocalist Rob
Christensen. La copertina del disco mostra un'antropomorfzzazione della
torre Euromast (una torre panoramica di 150 metri dalla quale prendono il
nome) che col suo getto d'urina distrugge la citt di Amsterdam. Gli
Euromasters faranno un altro afronto alla rivale Amsterdam con il loro
secondo disco Alles Naar De Kloote (espressione difcilmente traducibile,
dove Kloote signifca "palle"); uno scherzo idiota talmente elaborato da
risultare, alla fne, quasi rafnato. Alles Naar De Kloote (Rotterdam Mix)
comincia con uno sketch parlato che ha come protagonisti una caricatura di
un contadino olandese ed il famoso dj house Dimitri Kneppers; il lato comico
di questo disco sta nel fatto che gli Euromasters abbiano scelto il proprio
alter-ego nella fgura di un contadino un po' scemo, come se la loro fosse la
versione zoticona della house. Si sente l'imitazione di un suono di zoccoli di
cavallo; la voce caricaturale del contadino a cavallo dice: "Rotterdam?
Amsterdam? Non so dove stia nessuna delle due, o nemmeno se esistano!
Ehi, quello Dimitri, chiediamo a lui! Ehi Dimitri! - S?- Anch'io ho fatto un
disco house. Ti piacer di sicuro e vorrai sicuramente farci un remix! Ascolta
un po' Dimitri! ALLES NAAR DE KLOOOTE!". E sull'urlo parte una fragorosa
cavalcata, distorta e sovrastata da disarticolati suoni acidi; lo stesso brano
viene proposto in remix in velocit crescenti, fno a raggiungere i folli 250
bpm (eccettuato Thousand di Moby, probabilmente il primo disco techno
hardcore a raggiungere questa velocit). L'esilarante copertina, ambientata
nella campagna olandese, mostra il personaggio dell'Euromast presente gi
nel primo disco; questa volta, a bordo di un trattore, traina su un rimorchio
dei testicoli recisi, evidentemente provenienti da Amsterdam. Davanti al
trattore fugge un dj di Amsterdam, che nella fretta lascia cadere la sua valigia
di dischi (con i titoli stereotipati dei brani mellow house). L'illustrazione
maniacale, e guardando bene si scorgono nell'erba dei conigli in
accoppiamento e delle curiose piante dalla forma di scroto. I due dischi
successivi degli Euromasters, Oranje Boven e Hardscore sono entrambi
dedicati alla nazionale olandese.
Nel libro This Is Our House Rietveld, studiosa e musicista di Rotterdam,
racconta la sensazione bizzarra provata nel sentire il brano di Rotterdam
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NO WOMEN ALLOWED:
OMOFOBIA, MISOGINIA, SESSUALITA' NELLA MUSICA HARDCORE
Tra i molti attributi negativi che la scena hardcore si porta dietro ci sono
quelli di sessismo, misoginia e omofobia. Il sessismo pare in realt essere un
tratto comune, nonostante l'ideologia di inclusione dalla quale sono
caratterizzate, anche alle scene rave pi progressiste: Michelle Pole,
cofondatrice dell'Advance Party (una organizzazione che peror la causa dei
"free party" nella lotta al Criminal Justice Act promulgato dal governo inglese)
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aferma: "il dibattito sul movimento delle donne non mai veramente
iniziato, non un elemento forte della cultura rave (...) Mi capitato di
conoscere una deejay, una ex Spiral Tribe. E' stata l'unica ad avere il coraggio
di andare dagli Exodus e chiedere: 'voglio suonare'. L'hanno lasciata suonare
per mezz'ora".1 Sulla discrepanza fra parit ideologica e subordinazione
sostanziale della donna Sarah Thornton scrive: "E' proprio un paradosso che
un'istituzione cos esperta nel creare separazione e nel rivolgersi a pubblici
ben diferenziati, si sia ripetutamente abbandonata a ideologie di
mescolamento sociale. Discoteche, club e rave si sono regolarmente
reinventati per mantenere un'eterna giovinezza e per mettere in secondo
piano rapporti datati con la cultura classica. Come sostiene Barbara Bradby,
questo tipo di utopia ignora la posizione subordinata che la donna occupa a
quasi tutti i livelli della cultura rave. (...) bench si pensi che i rave siano
faccende "asessuali" (i vestiti, infatti, sono unisex e i partecipanti non sono l
per "rimorchiare" ), questo non signifca che siano necessariamente
progressisti in materia sessuale". 2
L'origine della disco music, com' noto, nasce da una doppia esclusione: si
trattava infatti di una sottocultura nera e gay. Nel 1979 Steve Dahl, un
popolare dj di Detroit, sull'onda di una campagna anti-disco, organizz in uno
stadio di baseball la manifestazione "Disco Demolition Derby", dove una cassa
piena di oltre 100.000 dischi fu fatta saltare in aria tra l'esultanza del
pubblico. L'evento faceva parte di una campagna contro la musica disco da
parte degli amanti del rock, che intendevano cos preservare il vero spirito
bianco americano e la virilit statunitense. Come fa notare Simon Reynolds
l'evento "rievoca gli incendi dei libri 'sovversivi' o le mostre di Arte
Degenerata organizzati dai nazisti"; 3 anche interessante il fatto che fu
celebrato all'interno di uno stadio, luogo per eccellenza della mascolinit.
1 Natella, Andrea et al. Rave Of. Scintille di pubblico disordine: il movimento dey party illegali
fuori dalle discoteche, tra contagio sociale e repressione, Castelvecchi, Roma 1996, p.84
2 Thornton, Sarah - Club Cultures. Music, Media and Subcultural Capital. Wesleyan University Press,
Middletown, 1996 p.76 (Tr. it. di Simonetta Fadda/Shake, Dai club ai rave, Feltrinelli Editore,
Milano, 1998)
3 Reynolds, Simon Energy Flash. Viaggio nella cultura rave. Trad. it. Claudio Mapelli e Daniele
Cianfriglia, Arcana edizioni, Roma, 2010 p.52 (Ed. Orig. Energy Flash. A Journey Through Rave
Music And Dance Culture, Picador, London 1998)
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Chuck D dei Public Enemy, per spiegare l'antipatia del mondo hip hop verso
la house music (diretta discendente della disco) aferma che "rappresenta la
scena gay, sradica i neri dal loro passato e dalla loro cultura ed imbevuta di
mentalit arrivista" 1. Quando l'acid house sbarca nel vecchio continente
queste accezioni vengono in parte rimosse; anche se tra i primi a recepire il
nuovo genere a Londra sono proprio gli appartenenti alla scena gay, il
fenomeno assume in breve tempo proporzioni di massa, includendo anche
giovani bianchi eterosessuali che, sotto l'efetto dell'Ecstasy, abbandonavano
le loro abitudini rissose.
In Olanda la scena house non ha la stessa portata unifcatrice: rispetto a ci
che successe in Inghilterra, tese a formare un lite, costituita principalmente
da persone dal circuito della moda, dei media e da studenti d'arte, dei quali
una parte signifcativa era omosessuale; un pubblico avant-garde e "in", che
cercava di distanziarsi dalla "massa" degli amanti della gabberhouse. 2
Paradossalmente dal genere house, che era stato originariamente
marginalizzato in quanto musica decadente per omosessuali, emerge
gradualmente una variante mascolinizzata e irregimentata; il ballo diviene
meccanico e asessuato per star dietro alle sempre maggiori velocit, e perde
le sue sfumature e la sua sensualit. Questa virilizzazione simboleggiata dal
disco degli Sperminator - No Women Allowed , dove sopra un gelido rif di
archi sintetici una voce minacciosa ribadisce il perentorio titolo del brano:
"No women allowed!". La voce seguita da un urlo femminile, come se una
donna, sorpresa sul punto di entrare nell'area vietata, fosse stata eliminata da
una qualche sorta di cyborg.
Nel brano di King Dale - Fuckface, probabilmente il pi sfacciatamente
misogino della Rotterdam Records, una voce maschile chiede: "Hey whore!
Do you want to be my fuckface?" e, in falsetto, si risponde da sola entusiasta:
"Yeeeah!".
Molte persone inorridiscono di fronte a questo brano esagerandone il
contenuto; in realt fa parte di una serie di brani della Rotterdam Records
che giocano in maniera provocatoria con tematiche sessuali. Il successivo
1 Op. cit.
2 Rietveld, Hillegonda This Is Our House: : House Music, Cultural Spaces and Technologies,
Ashgate, Farnham, 1998, p.70
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1 Reynolds, Simon Energy Flash. Viaggio nella cultura rave. Trad. it. Claudio Mapelli e Daniele
Cianfriglia, Arcana edizioni, Roma, 2010 p.528 (Ed. Orig. Energy Flash. A Journey Through Rave
Music And Dance Culture, Picador, London 1998)
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LETTERATURA SULL'ARGOMENTO
questa tesi sono "In marcia nella follia - Gabba e Happy Hardcore" e "Follia
Mentasm".
Hillegonda Rietveld in This Is Our House dedica un capitolo alla sua citt
natale Rotterdam, delineando l'evoluzione della variante locale della musica
house: la "gabberhouse". Attraverso interviste a dj olandesi dell'epoca
racconta il confitto causato dal nuovo genere e lo scisma all'interno del
nascente panorama house, e analizza le ragioni di questa inaspettata
mutazione.
In Drugs and Culture: Knowledge, Consumption and Policy c' un capitolo
dedicato alla scena di Rotterdam e che traccia una interessante genealogia
della sottocultura gabber appoggiandosi a varie fonti, tra cui Kort op 200
'beats per minute' e This Is Our House .
I testi fnora citati sono gli unici che si occupano direttamente della musica
hardcore e della sottocultura gabber.
Dai club ai rave di Sarah Thornton si occupa del fenomeno rave dal punto di
vista dei cultural studies; pur non sofermandosi su una sottocultura specifca
analizza il sistema di valori che le accomuna, e come si confgurano le qualit
di autenticit, verit e genuinit ricercate dai ravers.
Dallo sciamano al raver un libro dell'etnografo Georges Lapassade; un
saggio dedicato agli stati di transe e di alterazione della coscienza (in una
prospettiva storica che va dai culti dionisiaci greci ai rituali di possessione
nordafricani) all'interno del quale ha inserito un capitolo dedicato al rave, che
appare per poco documentato e approfondito, non supportato da una ricerca
sul campo e che avvalora l'argomento soprattutto tracciando similitudini con
fenomeni di transe nelle societ arcaiche.
Esiste un certo numero di pubblicazioni sui rave illegali (che costituiscono un
binario distinto parallelo anche se, come vedremo, ha avuto modo di toccarsi
in diverse occasioni). Solitamente sono incentrate su testimonianze dirette e
sugli aspetti antropologici della questione, e mantengono un tono
sostanzialmente elogiativo, essendo scritti principalmente da insiders; la
Shake ha pubblicato due testi che trattano di quest'argomento: Traveller e
raver. Racconti orali dei nomadi della nuova era , Atti insensati di bellezza ;
anche il libro Rave Of edito da Castelvecchi una raccolta di scritti
incentrati sul tema dei rave illegali e sul Criminal Justice Act.
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Diversi sono i libri sull'Ecstasy: uno su tutti Ecstasy and the Dance Culture di
Nicholas Saunders che, analizzata la storia della sostanza e valutati i rischi di
un suo utilizzo, si interroga sulle politiche migliori da adottare per una sua
regolamentazione.
Infne Generazione in Ecstasy di Fabrizia Bagozzi un'inchiesta sul mondo
dei rave e delle discoteche in Italia, e alterna interviste a frequentatori e dj a
ricerche mediche sugli efetti dell'Ecstasy.
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APPARATO ICONOGRAFICO
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1 Rabelais, Francois Gargantua e Pantagruele, trad. it. Gildo Passini, Formiggini editore, Roma,
1925
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Euromasters Hardscore
Rotterdam Records - ROT 035 Rotterdam, 1994
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1 Classica copertina della Mokum Records: in basso a sinistra il famoso logo United Gabbers Against
Racism & Fascism.
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Wedlock Ganjaman
Rufneck Records RUF 028-5 Dordrecht, 1995
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Napalm Napalm 3
Napalm NAPALM 3 Bad Kreuznach, 1994
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115
116
BIBLIOGRAFIA
Baudrillard, Jean Il sogno della merce , Lupetti & Co, Milano, 1987
117
Reynolds, Simon Energy Flash. Viaggio nella cultura rave. Trad. it. Claudio
Mapelli e Daniele Cianfriglia, Arcana edizioni, Roma, 2010 (Ed. Orig. Energy
Flash. A Journey Through Rave Music And Dance Culture , Picador, London
1998)
Rietveld, Hillegonda This Is Our House : : House Music, Cultural Spaces and
Technologies, Ashgate, Farnham, 1998
118
Verhagen, Stijn et al. - Kort op 200 'beats per minute'. De jeugdcultuur van
gabbers, www.pedagogiek-online.nl, anno 20 nr. 2, juni 2000
119
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INDICE
INTRODUZIONE
LE ORIGINI
16
WE ARE FRANKFURT
17
18
BELGIAN HOOVER
20
22
AMSTERDAM DE HARDSTE
26
26
121
30
IL LOCALE DELL'IMPOSSIBILE:
STORIA E LEGGENDA DEL NUMBER ONE
33
42
GABBER
45
HARDCORE WARRIORS
53
CONTROVERSIE
SLAVES TO THE RAVE:
57
58
63
ECSTASY MOTHERFUCKER:
IL RUOLO DELLA DROGA NELLA CULTURA HARDCORE
HARDCORE HOOLIGAN:
AFFINITA' FRA HARDCORE E ULTRAS
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NO WOMEN ALLOWED:
OMOFOBIA, MISOGINIA, SESSUALITA' NELLA MUSICA
HARDCORE
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LETTERATURA SULL'ARGOMENTO
83
APPARATO ICONOGRAFICO
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BIBLIOGRAFIA
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