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"KOILON"
Il principio universale
di
Michele Giannone
TEORIA UNITARIA
DELLA MATERIA E DELLUNIVERSO
a cura di
Fiorenzo Zampieri
Circolo di Psicobiofisica
Amici di Marco Todeschini
Successivamente allavvento della Teoria della Relativit di Albert Einstein con la quale si
abbandonava lipotesi di un etere cosmico pervadente lUniverso, vi sono stati molti Scienziati,
noti e meno noti, che non condividendo questa negazione si dedicarono alla formulazione di teorie
scientifiche che riconsiderassero tale ente universale come elemento costitutivo necessario per la
formazione del Creato sia a livello atomico che astronomico.
Uno di questi, fra i meno noti, fu senza dubbio Michele Giannone (1911 1982), che facendo propri
gli studi di Teosofia, individu nel KOILON la sostanza primordiale da cui tutto prende origine e di cui
tutto, in ultima analisi, composto, individuando nella particella omicron la sua pi infinitesima
componente. La sua teoria aderisce pienamente allipotesi di uno Spazio pieno gi formulata da
Marco Todeschini nella sua Teoria delle Apparenze, condividendo altres molti altri aspetti
caratteristici di questultima.
Al fine di meglio illustrare il pensiero di Michele Giannone proponiamo, dopo un esaustivo riassunto
della sua teoria, un estratto dal suo libro: KOILON PER UNA TEORIA UNITARIA DELLA MATERIA E
DELLUNIVERSO, edito da Antonio Giannone, Palermo, 1985.
Nella nostra letteratura questi diversi regni della natura sono, di solito, definiti come piani, perch
nel nostro studio talvolta utile immaginarli come sovrapposti, relativamente ai diversi gradi di
densit della materia di cui sono composti. Ma bisogna tenere presente che questa disposizione
usata unicamente per semplificazione e come simbolo, e che in nessun modo rappresenta gli
effettivi rapporti tra i vari piani. Non devono essere immaginati cio disposti luno sopra laltro come
le mensole di una libreria, ma piuttosto come esistenti nello stesso spazio e interpenetrantisi. un
fatto ben noto alla scienza che anche nelle sostanze pi dure due atomi non si toccano mai; ogni
atomo resta nel suo campo dazione e di vibrazione ed ogni molecola a sua volta ha un campo
proporzionalmente pi ampio, sicch c sempre uno spazio tra loro, comunque possano trovarsi.
Ogni atomo fisico galleggia, per cos dire, in un mare astrale, un mare cio di materia astrale che lo
circonda e riempie ogni intervallo della materia fisica. generalmente risaputo che letere
interpenetra tutte le sostanze note, tanto il solido pi denso come il gas pi rarefatto; e proprio
come esso si muove in perfetta libert fra le particelle della materia pi densa, cos la materia astrale
lo penetra a sua volta e circola in perfetta libert fra le sue particelle. La materia mentale
interpenetra a sua volta lastrale esattamente allo stesso modo; sicch tutti questi diversi regni della
natura non sono per nulla separati fra loro nello spazio, ma tutti esistono intorno a noi e fra noi, in
modo che per vederli e analizzarli non necessario spostarci nello spazio, ma soltanto aprire in noi
quei sensi mediante i quali possono essere percepiti" (4).
Quando stata scritta lopera da cui sono stati tratti i brani appena riportati, gli elementi chimici
noti alla scienza erano circa settanta. Inoltre, bisogna tenere presente che la teoria atomica era stata
appena formulata e Rutherford non aveva ancora proposto il suo modello atomico. Leadbeater per
gi parla di "disintegrazione atomica" ed avanza lipotesi anzi egli ne era certo, perch la sua vista
chiaroveggente non lo poteva ingannare che gli "atomi" sono divisibili. Certo la terminologia che
egli adopera non quella attuale per esempio, alcune volte adopera il termine "atomo" laddove
avrebbe dovuto adoperare il termine "particella" , ma ci che sorprendente la visione chiara
della struttura della materia.
Per Leadbeater, le particelle che costituiscono i vari atomi sono aggregati di particelle ancora pi
piccole tutte uguali fra loro, "salvo il fatto che alcune sono positive e altre negative". Anche per
Giannone tutte le particelle subatomiche sono formate da un determinato numero di particelle
piccolissime, i "monopoli", aventi tutte le stesse caratteristiche, tranne il loro movimento di
rotazione, che possiamo convenzionalmente chiamare "positivo" e "negativo". Esse risultano nelle
particelle subatomiche a due a due accoppiate (positiva e negativa). Se sono in numero pari, la
particella sar elettricamente neutra; se invece sono in numero dispari, la particella sar positiva (se
prevale un monopolo positivo) o negativa (se prevale un monopolo negativo). La corrente elettrica
non un flusso di elettroni liberi, bens un flusso di monopoli.
La materia caratterizzata dal movimento. Tutto si muove: dalle galassie alla pi piccola particella.
Se non fosse per il "moto" di cui sono dotate tutte le particelle, lUniverso non esisterebbe: vi
sarebbe solo il Koilon. Ecco perch la materia e le forme materiali sono "My". "LUniverso, con
tutto quello che contiene, chiamato My, poich tutto quanto vi in esso temporaneo, dalla
vita effimera della lucciola a quella del Sole. Paragonato alleterna immutabilit dellUno e
allinvariabilit di quel Principio, lUniverso, con le sue forme evanescenti e continuamente mutevoli,
deve necessariamente apparire alla mente di un filosofo simile ad un fuoco fatuo. Ci nonostante,
lUniverso abbastanza reale per gli esseri coscienti che lo popolano, e che sono altrettanto irreali"
(5).
La sostanza koilonica che riempie tutti gli spazi liberi costituisce con la materia una continuit
sostanziale e spaziale e quindi deve essere dotata di densit elevata ed assoluta, costante in ogni
luogo dellUniverso (1,45511521014 g.cm-3), anche nei cosiddetti "spazi vuoti" che la materia
apparentemente presenta. Ora, se la materia non altro che sostanza koilonica infinitamente
differenziata, evidente che la sua densit, rispetto alla densit del Koilon, deve essere abbastanza
piccola, ad eccezione di quella che si riscontra negli stadi cosiddetti "finali" dellevoluzione stellare e
di quella esistente nei nuclei degli atomi.
Ma se la materia sostanza koilonica differenziata, non pu essere "energia condensata". La
"materia" non pu trasformarsi in "energia" e lenergia non pu trasformarsi in materia, perch
lenergia non esiste indipendentemente dalla materia. Lenergia solo la "capacit di compiere un
lavoro" e quindi non si trasforma e non si trasmette. Solo il movimento si trasmette per urti
successivi nella materia o per onde nella sostanza koilonica, come ha esaurientemente dimostrato lo
scienziato italiano Marco Todeschini (6). Le onde provenienti da una sorgente, incontrando materia
variamente aggregata, producono in essa vari fenomeni, conosciuti e sconosciuti alluomo;
incontrando il nostro corpo, provocano negli organi di senso delle vibrazioni che vengono
comunicate alla nostra psiche, nella quale si producono delle sensazioni.
La famosa e misteriosa equazione einsteiniana E =m c perde cos il significato che gli attribuisce la
teoria relativistica. Per Giannone, questa formula d lenergia cinetica di rotazione delle particelle
attorno al proprio asse. questa energia che causa, nelle disintegrazioni nucleari, i terribili effetti
che conosciamo!
Questa , in sintesi, la teoria di Michele Giannone. Una teoria nuova e rivoluzionaria, che getta un
ponte tra scienza "ufficiale" e scienza "occulta". Le formule e le numerose applicazioni numeriche
chiariscono e conferiscono "solidit" a tutto il lavoro. LAutore ha forse trovato la "chiave" che ci
permetter di svelare molti misteri del nostro Universo.
(1 ) Elena Petrovna Blavatsky nacque l11-8-1831 a Jekaterinoslaw (Russia orientale). Nel 1875 fond,
assieme al colonnello H.S. Olcott, a New York la Societ Teosofica. Scrisse molte opere; fra le
principali ricordiamo: Iside Svelata in 4 volumi; La Dottrina Segreta in 6 volumi; La chiave alla
Teosofia; Occultismo pratico; Occultismo e Arti Occulte; La Voce del Silenzio. Fond tre riviste:
"Theosophist" a Madras, "Lotus Bleu" a Parigi e "Lucifer" a Londra.
(2) Blavatsky, La Dottrina Segreta, Levoluzione del simbolismo universale, F.lli Bocca Editori, Milano
1947, p. 12.
(3) Blavatsky, op. Cit., pp. 12-13.
(4) C.W. Leadbeater, Luomo visibile e luomo invisibile (come un chiaroveggente vede luomo
interiore), Editrice Libraria Sirio, Trieste, 1959, pp. 21-24.
(5) Blavatsky, op. Cit., p. 13.
(6) Cfr. Marco Todeschini, La Teoria delle Apparenze, Ist. Ital. DArti Grafiche, Bergamo, 1949;
Psicobiofisica. Scienza unitaria del Creato, Casa Editrice MEB, Torino, 1978. (Entrambe le opere sono
disponibili presso la nostra Associazione).
Dal libro: