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Morfologia e fonologia
La Morfologia e la fonologia interagiscono in modi complessi, esistono processi morfologici che si
realizzano attraverso un processo esclusivamente fonologico. Vi sono regole fonologiche che
entrano in funzione in seguito alloperazione di regole morfologiche. I rapporti tra fonologia e
morfologia sono sempre stati al centro di varie teorie, nella tradizione strutturalista si era trovato
un livello intermedio chiamato morfofonemica- e nella tradizione generativa si sviluppato un
modello di fonologia basato sui rapporti tra regole morfologiche e fonologiche, -fonologia lessicaleMorfologia e semantica
La semantica che si occupa del significato delle parole rilevante per la morfologia, un processo
morfologico modifica non solo la forma ma anche il significato della parola di base, e poi il
significato delle parole pu favorire o bloccare determinati processi morfologici. Il significato delle
parole molto importante per i processi morfologici, perch il significato delle parole di base pu
condizionare i vari modi lapplicazione dei processi in questione. Quando le parole sono formate
tramite regole produttive hanno significato composizione: il loro significato globale ricavabile in
maniera regolare dalla combinazione dei significati dei singoli componenti che li costituiscono:
ricicla+bile , se il verbo riciclare allora riciclabile significa che pu essere riciclato, una parola
come dirigibile avr diversi significati ,cio accanto ad un significato composizionale ha acquistato
anche un significato idiosincratico non pi ricavabile dalle sue parti componenti.
Morfologia e sintassi
Morfologia e sintassi interagiscono molto ma sono differenti, una prima differenza sta nel fatto che
la sintassi muove categorie e/o costituenti mentre la morfologia cambia categorie, una seconda
differenza sta nel fatto che la morfologia identifica delle categorie e la loro struttura interna mentre
la sintassi attribuisce delle funzioni alle categorie. Alla morfologia spetta stabilire se una parola
semplice o complessa, mentre alla sintassi spetta decidere se quel nome svolge la funzione di
soggetto , oggetto ecc. Nozioni come quelle di -nome-, - verbo, - aggettivo ecc sono nozioni
categoriali, invece nozione come soggetto oggetto sono nozioni funzionali. Per la morfologia
la parole lunit massima, per la sintassi lunit minima dato che la sintassi tratta gruppi di
parole, i sintagmi. In una frase grammaticalmente corretta devono essere rispettate le regole
dellaccordo tra morfologia e sintassi. Possiamo dire quindi che morfologia e sintassi sono due
componenti separati della grammatica e funzioni diverse, la nozione di parole quel che sintassi e
morfologia hanno in comune dato che la parola ha sia aspetti morfologici sia aspetti sintattici.
Compiti tradizionali e innovativi della morfologia
Uno dei compiti della morfologia classificare le parti del discorso cio identificare verbi,aggettivi,
nomi e definire le loro possibili variazioni formali ( singolare/plurale ecc ) . Questa una fase
necessaria ma non esaurisce tutti i possibili obiettivi della morfologia. La morfologia deve includere
non solo lidentificazione delle categorie ma anche lo studio delle forme, deve poter cogliere per
esempio quali sono i derivati della parola vecchio, tale aspetto affidato ai processi di derivazione e
composizione. Gli strumenti di analisi della morfologia tradizionale si basano sui processi di
segmentazione e sostituzione, ma la segmentazione individua i costituenti della parole cio le unit
che la compongono ma non la struttura interna della parola.
Morfologia come processo
Se
prendiamo in considerazione la parola Indubitabilmente un avverbio, dal punto di vista dinamico
ci si pu chiedere come questo avverbio stato costruito :
Dubita
verbo di base
Dubita + bile
aggiunta di bile
in + dubita + bile
aggiunta di in
in + dubitabile + mente
aggiunta di mente
Indubitabilmente
cancellazione di e prima di mente
Quindi avremo verbo > aggettivo >
aggettivo > avverbio. Questo aspetto di formazione che chiameremo dinamico : [ [ in [ [ dubita ]V
distribuzione complementare .
S
z
s
iz
possono distinguere varie eccezioni di parola a seconda dal punto di vista a partire dal quale si
considera questo oggetto. La nozione di parola fonologica non coincide con la nozione di parola
morfologica o sintattica. Dal punto di vista fonologico sono state tentate diverse vie per identificare
le parole: la posizione dellaccento, le restrizioni sulle combinazioni di suoni permesse in fine di
parola ecc. ma la tendenza della linguistica contemporanea di considerare parola fonologica quella
stringa cui si applicano regole puramente fonologiche, da questo punto di vista sono parole
fonologiche le parole semplici, flesse,suffissate e prefissate con prefissi terminano in /s/ , tutte le
altre sarebbero sequenze di due parole fonologiche. La nozione di parola fonologica non pu
coincidere con la parola morfologica, dal punto di vista morfologico sono parole le parole semplici,
flesse, suffissate, prefissate e composte. In generale la parola morfologica e la parola sintattica
coincidono, tra morfologia e sintassi per cambia il punto di vista, alla morfologia interessa
soprattutto la struttura interna delle parole,mentre per la sintassi per la quale la parola il
costituente pi piccolo, interessano soprattutto le relazioni esterne che una parola pu intrattenere
con le altre parole di una frase, dal punto di vista morfologico importante sapere come una certa
parola stata costruita, alla sintassi interessa solo il risultato finale.
Tema e radice
In italiano il tema del verbo si ricava sottraendo allinfinito la marca di modo -re e la radice di
ottiene sottraendo al tema la vocale tematica. Amare un verbo trimorfemico ( radice, vocale
tematica e desinenza flessiva ) si pu usare anche una procedura diversa dove la radice c e dalla
radice si forma il tema mediante laggiunta della vocale tematica ed infine linfinito si ottiene con
laggiunte di re : am+a+re. Questo rappresenta la costruzione di una parola a partire da suoi
costituenti.
Forma di citazione
Con forma di citazione si intende la forma di una parola che normalmente usata nei dizionari, in
italiano la forma di citazione del nome il singolare, del verbo linfinito ecc la forma di citazione
pur non essendo una forma molto radicata nella nostra tradizione lessicografica e grammaticale,non
coincide necessariamente con le unit di base di una morfologia che aspira ad essere esplicita nelle
sue modalit di costruzione delle parole complesse.
La parola come primitivo
I primitivi sono delle nozioni non ulteriormente analizzate ma sulle quali vi un accordo intuitivo e
ogni teoria pu assumere come unit di base dei primitivi.
Semiparole
Con semiparole intendiamo quelle unit del lessico che sono forme legate ma che hanno un valore
lessicale pieno non di tipo grammatica. In Antropocentrismo , antropo una forma legata e non pu
comparire sola, ma il suo significato non di tipo grammaticale in quanto corrisponde a uomo. Le
semiparole sono di origine greca o latina. Questo unit del lessico sono state chiamate spesso affisso
idi e pi specificamente prefissoidi e suffissoidi. Il termine affissoide presuppone che siano unit
pi vicine agli affissi, mentre le semiparole sono pi vicine alle parole.
Parole esistenti, possibili, non possibili
Le parole esistenti sono possibili, ogni parlante nativo le riconoscerebbe come parole della sua
lingua, poi si distinguono le parole non esistenti ma possibili, in caso di bisogno di parole nuove, e
le parole non possibili che presentano sequenze di suoni che in italiano non sono possibili.
Lessicalizzazioni e espressioni idiomatiche
Le regole di derivazione e di composizione formano parole che hanno struttura regolare e
significato composizionale. Es. vinaio aio ha un significato persona che svolge unattivit
connessa con X. Le regole formano parole complesse regolari, ma la permanenza nel lessico e la
frequenza duso possono oscurare loriginaria trasparenza , per esempio dirigibile ( nel senso di
aerostato ) non ha pi significato composizionale. anti intuitivo supporre che parole come queste
siano formate attraverso regole, queste parole sono ormai immagazzinate nel lessico come tali.
stante ma ne derivano molte conseguenze come la posizione dei modificatori e delle teste nei
sintagmi nominali, la posizione degli ausiliari ecc. le osservazioni di Greenberg costruiscono una
sorta di catena di attese o di scelte collegate, ma di particolare importanza per la morfologia il
rapporto tra ordine sintattico di base e ordine dei costituenti nei composti.
3.4 Morfologia concate native e morfologiche non concate native.
Lingue come litaliano e linglese hanno una morfologia concate nativa, cio che i processi
morfologici si realizzano tramite laggiunta di materiali linguistico ad una base. Ma queste lingue
presentano anche casi morfologia non concate nativa, per esempio nella formazione del passato del
verbo in inglese ci sono casi, in cui la formazione avviene tramite modifiche della vocale della base,
quindi di tipo non concate nativo ( do / did ) in italiano i fenomeni non concatenativi pi vistosi si
riscontrano nei verbi irregolari.
4 Capitolo: Derivazione
4.1 Nozioni Preliminari
Le parole derivate si formano mediante concatenazione di due costituenti, una parola o lessema e un
affisso. Quando laffisso a sinistra della parola un prefisso , quando laffisso si trova a destra
un suffisso. La derivazione un processo che forma parole nuove per mezzo dellaffissazione,
attraverso laggiunta ad una base di affissi che possono essere o prefissi o suffissi: [ dis +
[ ubbidire ] V ] V / [ [ industria ] N + ale ] A . se laffisso si aggiunge ad una parola gi derivata
significa che gli affissi vengono aggiunti uno alla volta e che non ci sono gruppi di affissi che si
combinano come tali ad una base, poi necessario che la parola di base mantenga nel derivato lo
stesso significato che possiede come entit libera. Le parole complesse hanno semantica
composizionale, il significato del complesso dato dalla somma dei significati delle sue parti. Si
osserva inoltre che nel caso della prefissazione la categoria delle parole derivate la stessa delle
corrispondenti parole di base , mentre nel caso della suffissazione la categoria delle parole derivate
diversa. Si consideri il processo di derivazione come un processo ad entrata ( la base ) ed uscita
( la parola risultante ) , le categorie in entrata sono N,V A mentre in uscita si possono avere anche
Avv.
Produttivit
Un processo morfologico si dice produttivo s pu costruire parole nuove in sincronia. In italiano
sono processi produttivi la suffissazione avverbiale mente e la formazioe dei derivati deverbali con
tore, poi il processo di nominalizzazione che consiste nella formazione dellinfinito nominale ( il
correre, il giocare ). I verbi parasintetici favoriscono la formazione di nominali tramite il suffisso
mento ( avvitamento ) . Hanno influenza sulla produttivit anche la possibilit della ricorsivit e la
predicibilit semantica. Possono limitare la produttivit anche fattori fonologici morfologici e
semantici/pragmatici, per esempio in italiano dovuta a fattori semantici la limitazione della
produttivit del prefisso negativo in- che non pu aggiungersi ad aggettivi con significato negativo.
Il fenomeno della produttivit di un affisso di natura sincronica ma si misura con maggior facilit
in termini diacronici, lo studio diacronico che permette di evidenziare le particolarit di
comportamento dei processi di formazione di parola.
4.2 la testa nelle parole derivate
Il costituente testa nelle parole derivate quel costituente che attribuisce al complesso la categoria
lessicale. Laggiunta di un suffisso ad una base cambia la categoria di questultima, un suffisso pu
anche formare nomi da nomi, es magistrato- magistratura in questo caso ura la testa del rispettivo
derivato perch caratterizzato da informazione sintattico-semantiche diverse da quelle del nome di
base magistrato. Avere propriet di testa una caratteristica dei suffissi ma non dei prefissi, i
prefissi non modificano la categoria delle parole cui vengono aggiunti, le parole prefissate
mantengono la categoria della base per cui il ruolo della testa svolto da questo costituente. In
italiano la testa delle parole derivate sempre a destra.
Y
X
La ricorsivit una delle propriet definitorie del linguaggio umano, insieme alla discretezza e alla
dipendenza dalla struttura. In sintassi la ricorsivit quel meccanismo che permette di costruire
frasi sempre nuove, inserendo in una data frase unaltra frase. Unaltra modalit attraverso cui la
ricorsivit si realizza laggiunta di frasi coordinate. In morfologia la ricorsivit pu essere definita
come la ripetizione dello stesso processo, si pu manifestare sia in derivazione che in composizione,
inoltre la ricorsivit possibile in prefissazione ma con determinate restrizioni. Nella suffissazione
ci un limite dato dal fatto che un suffisso cambia la categoria di base e pertanto tale cambiamento
rende impossibile lapplicazione ricorsiva dello stesso suffisso. Per quel che riguarda la
composizione il processo di ricorsivit pu essere formato , per si forma un composto e questo
composto diventa un costituente di un altro composto e cosi via. Nelle lingue germaniche la
ricorsivit in composizione la norma, invece nelle lingue romanze molto limitata.
4.6 Suffissazione
Con il termine suffissazione si indicano i processi derivazionali in base ai quali le parole possono
venire segmentate in base e suffisso . i suffissi godono generalmente della propriet di cambiare la
categoria della parola cui vengono aggiunti, sono cio la testa delle parole che formano. Possono
essere utilizzati per formare nomi, verbi , aggettivi e avverbi a partire da verbi, nomi e aggettivi. La
suffissazione pu essere considerata un processo di formazione di parola molto produttivo.
I suffissi nominali
Attraverso la suffissazione si possono formare nomi a partire da verbi, aggettivi e nomi. La
categoria verbale senza dubbio quella che permette il maggior numero di derivati nominali. I
suffissi deverbali ( cio che si applicano a basi verbali ) sono divisi in due gruppi a seconda che
formino nomi di azione o nomi dagente.
I suffissi nominali deverbali dazione
I nomi in zione mento e tura sono i derivati deverbali pi numerosi dellitaliano. Lesistenza di
un nominale ottenuto con uno dei 3 suffissi non permette la costruzione di un altro derivato
utilizzando uno degli altri due. I nominali derivati conservano la struttura argomentale dei verbi sui
quali sono costuiti, struttura che si realizza nel modo tipico dei nominali, con largomento interno
retto dalla preposizione e largomento esterno come complemento indiretto. Il suffisso aggio si
aggiunge a verbi e viene utilizzato sia nella lingua comune che nei linguaggi tecnici. Il suffisso
anza forma nominali che vengono definiti dazione stativa perch in genere si aggiunge a verbi non
dinamici. Anche il suffisso (a/u/i)ta un suffisso deverbale e pu essere rappresentato come ta la
vocale dunque verrebbe attribuita alla base verbale. I derivati di questo affisso sono stati a lungo
analizzati come formazioni ottenute per conversione dal participio passato.
I suffissi nominali deverbali dagente
Anche i suffissi dagente , la cui caratteristica di identificare largomento esterno del verbo, hanno
produttivit diversa. Il pi utilizzato tore che forma sia nomi dagente che nomi di strumento,
-tore un suffisso forte perch in grado di imporre delle restrizioni ai verbi cui si applica. Il
suffisso (a/e)nte forma nomi che hanno la stessa forma del participio presente dei verbi, i nomi in
nte sono stati considerati come lesito di un processo di conversione dal participio presente.
Interessante il suffisso one che forma nomi come mangione, esso appartiene alla classe dei
valutativi, la valenza semantica di one caratterizzata da un tratto indicante eccesso e ripetizione.
I suffissi nominali denominali
I suffissi che formano nomi da noi sono numerosi, i nomi che si formano possono appartenere a
gruppi diversi : nomi dagente aio > fioraio , nomi di luogo aio > pollaio. Sulla base della base
unica il suffisso si aggiunge a nomi, e i nomi che forma sono per diversi. Per esempio benzinaio
un nome dagente caratterizzato dal tratto [ + umano ] tratto non presente nella base benzina .
Invece l altro esempio pollaio indica un luogo che pu essere indicata con il tratto [ + locativo ] il
significato di aio locativo e indica luogo in cui si trova X.
Altri suffissi
Suffissi che formano nomi di qualit
Si definiscono nomi di qualit i nomi ottenuti a partire da aggettivi qualificativi e che vengono usati
come attributi o predicati. I suffissi che formano questo tipo di nomi sono it con allomorfo et
( rarit ) ezza ( astrattezza ) ia ( miopia ) aggine ( bastardaggine ) ed eria ( piccineria ).
Ognuno di questi suffissi manifesta delle preferenze: il suffisso ia si aggiunge ad aggettivi costruiti
con quelle che sono state definite semiparole ortodosso > ortodossia , il suffisso -it si aggiunge ad
aggettivi bisillabici che terminano in uo/e congruo>congruit. Molti sono i nomi di qualit che
contengono il suffisso ezza : bellezza, sicurezza ecc i due affissi aggine ed eria condividono una
propriet che consiste nellaggiunta di un giudizio peggiorativo al nome che formano.
Gli aggettivi di relazione
Aggettivi derivati si possono formare a partire da nomi e da verbi. Gli aggettivi di relazione sono
degli aggettivi particolari, per esempio spaziale, minorile . questa classe particolare di aggettivi la
cui propriet specifica di non esprimere una qualit da attribuire al nome cui laggettivo si
riferisce. In una frase come un discorso ironico la relazione che si instaura tra il nome di base
dellaggettivo e lentit cui laggettivo si riferisce dipende dal suffisso che ha un significato
costante, -ico ha un significato che si pu rendere come dotato di . Il suffisso relazionale serve da
tramite tra due nomi, dal punto di vista semantico serve solamente da legame tra i nomi, gli
aggettivi relazionali non possono : essere prefissati con in-, formare avverbi tramite il suffisso
mente, non possono formare nomi di qualit, non formano verbi, ecc. questi aggettivi relazionali
possono avere uso qualificativo es. compagnia teatrale / tono teatrale. Vi sono aggettivi che
designano principalmente propriet si persone, animali o piante come uto che forma ossuto, questi
aggettivi indicano il possesso di tali propriet in maniera non normale.
I suffissi verbali
Formano verbi i suffissi eggiare, -izzare che si aggiungono a basi sia nominali, ( carbonizzare )
che aggettivali ( vaneggiare ) i verbi che si ottengono con questi suffissi possono essere transitivi ,
intransitivi, transitivo-intransitivi e pronominali, e le basi possono essere sia derivate che non
derivate. Laggiunta di questi suffissi provoca fenomeni di troncamento, nella sequenza finale del
nome di base eggiare ed izzare cancellano ia ( enciclopedia > enciclopedizzare ). La semantica
dei verbi derivati con questi suffissi molto varia, se la base nominale [ + umano ] i verbi possono
essere parafrasati come comportarsi da se la base un nome indicante un luogo il verbo indica la
localizzazione spaziale di une entit posteggiare una bicicletta .
4.7 Prefissazione
La
prefissazione il processo di formazione di parola che aggiunge un affisso allinizio della parola
stessa: [ in + [ cauto ] A ] A . La posizione iniziale e il fatto di non cambiare la categoria delle parole
cui vengono aggiunti, sono le caratteristiche principali che distinguono i prefissi dai suffissi . i
prefissi non sono il costituente testa delle parole prefissate, ruolo che viene svolto dalla parola di
base. Proprio in virt del fatto che non sono teste,i prefissi non introducono una categoria lessicale.
Dei prefissi si pu fare una classificazione in base alla produttivit criterio che distingue tra prefissi
che possono essere usati in sincronia ( in- , neo- , re- ecc ) e prefissi che non vengono pi usati ( fra, tra- ) il significato dei prefissi sempre individuabile e le parole che li contengono hanno pertanto
significato composizionale. Fare > disfare / vendere > rivendere . Alcuni prefissi possono essere
usati come unit indipendenti che mantengono per il significato della parola da cui sono stati
isolaii tra questi: macro- maxi- ecc. Ai prefissi vengono associati valori semantici che indicano
locazione: ante- anteporre / sopra- sopraelevare, temporalit: pre- predire , negazione in- incapace
/ dis- discontinuo , alterativi : iper- ipermercato / mega- megastadio , di ripetizione: riricominciare, e unione: co- coabitare.
Prefissi problematici
ci sono alcuni prefissi che sembrano avere uno statuto speciale : anti antinebbia , avanavanguardia , la particolarit di questi prefissi di formare parole che si possono definire
esocentriche, ognuna di esse fa riferimento ad una entit che non nominata nella parola.
Antinebbia per esempio significa qualcosa che serve contro la nebbia. Retrobottega : spazio situato
dietro la bottega ecc, questi vengono definiti quindi composti esocentrici . Oltretomba e
sopracciglio potrebbero essere annoverati tra i composti in quando oltre e sopra sono anche
preposizioni e possono essere utilizzate liberamente. Sono le preposizioni che essendo elementi
lessicali relazionali mettono in relazione due lessemi, i veri prefissi non hanno questa propriet,
quindi lesocentricit una caratteristica dei soli composti.
Prefissi e fonologia
I prefissi sono talvolta interessati da modifiche fonetiche determinate dal suono iniziale della parola
cui vengono aggiunti. Il prefisso con- diventa co- davanti a parola che iniziano per vocale es. con +
abitare > coabitare. Nei prefissi che finiscono in si come dis- trans- la /s/ interessata dal fenomeno
dellassimilazione per il tratto di sonorit quando le parole cui i prefissi sono premessi cominciano
per consonante sonora o per vocale: di[z] + giungere. Un prefisso che subisce importanti variazioni
in- esso ha diverse realizzazioni allomorfiche date da in- im- il- ir- che sono condizionate
fonologiche.
Capitolo 5: Composizione
5.1 La composizione
La composizione un processo morfologico che consente la formazione di parole nuove a partire da
parole gi esistenti, mentre una parola derivata formata da una forma libera pi una forma legata,
una parola composta formata , di norma , da due forme libere cio da due costituenti. Es.
[ campo ] N [ santo ] A > [ [ campo ] N [ santo ] A ] N la composizione consiste nella
concatenazione di due parole etichettate con una data categoria lessicale il risultato unaltra parola
etichettata con una data categoria lessicale che pu coincidere o meno con la categoria lessicale dei
costituenti . [ ] x [ ] y > [ [ ]x R [ ]y ] z dove r sta per relazione grammaticale. In italiano la
categoria lessicale dei composti si pu ricavare a partire dalle categorie lessicali dei costituenti, e il
composto in genere un nome, solo in due casi il composto un aggettivo, quando entrambi i
costituenti cono aggettivi, o quando vi un aggettivo di colore seguiro da un nome che definisce il
colore stesso. Esiste una sottoclasse di composti, neoclassici che sono formati da due forme legate,
da una forma legata pi una forma libera, o da una forma libera pi una forma legata . infine si pu
dire che i composti sono quasi sempre nomi a volte aggettivi e mai verbi.
5.2 composti dellitaliano
Le combinazioni delle categoria possibili sono:
- N + N es. capostazione
- A + A es. dolceamaro
- V + V es. saliscendi
- V + N es. scolapasta
- V + Avv es. buttafuori
N + A es. camposanto
N + V es. manomettere
- A + N es. biancospino
- P + N es. sottopassaggio
- P + V es. contraddire
Non tutte le combinazioni delle categorie teoricamente a disposizione sono possibili. Per esempio
non possibile lordine N + P, A + P , V + P, dunque si esclude dalla grammatica composti con P in
seconda posizione. Le regole che formano i composti agiscono in accordo con le regole di
costruzione sintattica.
5.3 Composti larghi e composti stretti
Tra un costituente e laltro del composto viene introdotto un confine forte # un confine di parola,
tale confine mantiene separata lindividualit fonologica e semantica dei due costituenti ed
impedisce operazioni di amalgama semantico e/o fonologico. Considerando in logico / in latino , in
logico diventa illogico poich la nasale si assimila o totalmente o parzialmente al suono seguente. In
in latino non si ha lo stesso risultato *illatino perch in, una preposizione cio una forma libera
che si unisce ad una parola, tra preposizione e parola vi un confine forte, un confine di parola. In
diacronia i confini forti si possono indebolire, il confine forte di parola diventa un confine debole di
morfema. La presenza di un confine forte segno di composto largo e la presenza di confine debole
di composto stretto. I composti larghi sono formati da regole produttive e i composti stretti sono il
risultato di una permanenza nel lessico, ci si aspetta che i composti larghi abbiano un significato
composizionale mentre i composti stretti potranno esibire una certa opacit semantica. Quindi i
composti larghi si distinguono dai composti stretti per le seguenti propriet : non ammettono
amalgami fonologici, hanno significato composizionale e presentano un ordine dei costituenti non
marcato .
5.4 Testa dei composti
In Camposanto il composto ha la stessa categoria lessicale di uno dei suoi costituenti campo quindi
campo la testa del composto e la categoria N del composto deriva dalla testa.
.
N
Campo N
Santo A
Identificare la testa di un composto molto importante, per identificarla si usa il test < un .. > per
esempio nel caso di cassaforte, questa parola un nome ed una cassa, non un forte per questo
un nome. Dalla testa del composto passano a tutto il composto : le informazioni categoriali, i tratti
sintattico-semantici e il genere.
Ancora sulla testa dei composti
Vi sono lingue in cui la testa dei composti pu essere identificata posizionalmente. In inglese la
testa a destra, in italiano la testa di un composto pu essere sia a destra che a sinistra Es.
pescecane un pesce testa a sinistra/ manoscritto uno scritto testa a destra.
Testa nei composti latini.
In una lingua possono convivere forme generate da processi produttivi sincronici e forme che sono
residui di regole che appartengono a stadi precedenti della lingua. Analizzando i composti di una
lingua necessario separare le formazioni arcaiche, esistono forme che non sono il prodotto di
regole, ma sono lessicalizzate e come tali immagazzinate nel dizionario. Quindi le regole di
Capitolo 6: Flessione
6.1 la flessione
Le parole che troviamo in un enunciato sono forme flesse di parola, sono forme che esprimono,
oltre ad un significato lessicale, anche un significato grammaticale. Le informazioni grammaticali
possono essere definite sintattiche, sono rappresentate da categorie e tratti, sono morfosintattiche le
categorie come il numero, il genere, il modo, il tempo ecc. i tratti morfosintattici sono invece i
valori che ogni categoria morfosintattica pu assumere, i tratti morfosintattici della categoria
numero sono singolare e plurale, in greco singolare plurale e duale. I tratti morfosintattici della
flessione possono essere inerenti o contestuali.
6.2 la flessione del nome.
I morfemi flessivi di singolare e plurale si sostituiscono luno allaltro nelle forme flesse
aggiungendosi alla radice libro/i , questa la visione tradizionale dellanalisi della flessione che pu
essere inquadrata entro il modello chiamato a entit e disposizioni, il modello basato sui morfemi
e sulla loro concatenazione. possibile analizzare la flessione sulla base di un altro modello, quello
a parola e paradigma, al cui interno la scomposizione in morfemi non necessaria. Quando
vogliamo riferirci alle parole estraendo la loro forma flessa, allora parleremo di lessema, i
lessemi/parole estratte sono entit prive di flessione, ma portatrici di valore semantico, dotate di
significato. Es. libro/libri la forma flessa del lessema libro. Le informazioni non di significato
associate ai lessemi sono: la categoria lessicale o sintattica, le informazioni di sottocategorizzazione
e la classe di flessione che si definisce di declinazione per i nomi e di coniugazione per i verbi. Le
classi di flessione o declinazione prendono in considerazione solo linformazione di numero,
questa la categoria morfosintattica rilevante. Il genere non rilevante, un classe pu contenere sia
nomi maschili che femminili solo nomi femminili o solo nomi maschili. In alcune lingue come il
tedesco oltre al maschile e al femminile c il neutro valore che era presente anche in latino. In
greco oltre al singolare e plurale c il duale, in alcune lingue africane anche il triale.
6.3 la flessione del verbo
Le categorie morfosintattiche del verbo sono il tempo, laspetto, il modo e la diatesi. Il tempo mette
in relazione levento di cui lenunciato parla con il momento in cui lenunciato stesso viene
proferito. Il momento di enunciazione ora, rappresenta quindi il presente: una forma verbale di
presente indica che c coincidenza tra il momento dellenunciazione e quello dellevento. Una
forma verbale che indica che levento precede il punto dellenunciazione il passato, se il momento
dellevento segue il punto dellenunciazione allora sar una forma di futuro.
.
Punto dellenunciazione
.
Passato
Presente
Futuro
Punto dellevento
Accade in italiano che il non passato , indichi sia il presente che il futuro. In alcune lingue il
futuro perifrastico , di origine perifrastica il futuro delle lingue romanze . la maggior vicinanza
dellevento al punto di enunciazione il passato prossimo, mentre la minore vicinanza del passato
remoto. Si parla di perfettivo/imperfettivo quando si ha la possibilit che la forma verbale esprima
la completezza/conclusione dellazione ( forma perfettiva ) o esprima la sua incompiutezza ( forma
imperfettiva) in italiano la perfettivit espressa dalle varie forme del passato. Luso della forma
perfettiva del verbo sta ad indicare che levento concluso nel tempo mentre lutilizzo della forma
imperfettiva non d informazioni sulla possibile completezza dellevento. Sui valori dellazionalit
vengono distinti verbo stativi che lessicalizzano uno stato come sapere e verbi non stativi che si
possono classificare in : incoativi ( invecchiare ) , durativi ( guardare ) , risultativi ( raggiungere ) ,
puntuali ( esplodere ) frequentativi ( riaprire ). Il modo verbale esprime i valori della modalit che si
esprime rispetto a ci che si dice. Si possono distinguere enunciati assertivi di cui si pu provare la
verit o falsit, e enunciati non-assertivi, dei quali non possibile provare lessere vero o falso.
Sono enunciati non assertivi i comandi, le domande, gli enunciati che esprimono obbligo, possibilit
ecc. I modi verbali dellitaliano sono: lindicativo, il congiuntivo, il condizionale, limperativo,
linfinito, il participio e il gerundio. Il congiuntivo pu essere ottativo, desiderativo, esortativo,
dubitativo o concessivo. Limperativo il modo dei comandi. Vengono distinti i modi non finiti che
sono quelli dove non portano marche di persona e numero, che sono linfinito, il participio e il
gerundio. La diatesi una categoria che assume due valori: attivo e passivo, la diatesi passiva
riguarda solo i verbi transitivi.
6.4 flessione inerente e flessione contestuale
le
forme flesse dei lessemi nominali sono maschili o femminili, la categoria del numero inerente al
nome per le sue forme flesse, ogni forma flessa di un lessema nominale avr valore singolare o
plurale in base alla scelta del parlante. Articoli e aggettivi si accordano in genere e numero con i
nomi e il nome funziona da controllatore, dei valori flessivi mentre articoli e aggettivi sono i target
di controllo. Laccordo determina tra il nome, larticolo e laggettivo un tipo di flessione contestuale
che vede il nome non solo imporre i valori flessivi allarticolo e allaggettivo ma anche condividerli.
Nei verbi oltre al tempo modo aspetto e diatesi anche la persona e il numero sono categorie verbali.
I valori di queste due categorie che sono singolare e plurale quanto al numero e I II e III quanto alla
persona. Prima e seconda persona singolare e plurale si realizzano nel verbo in accordo con i
soggetti deittici pronominali singolari io e tu e i plurali noi e voi. Singolare e plurale di terza
persona si realizzano nel verbo in accordo con il pronome egli e il plurale essi. I verbi non hanno
categorie di flessione inerenti: tempo, modo , aspetto, diatesi sono categorie i cui valori si
manifestano in relazione a ci di cui lenunciato parla, in relazione alla collocazione dellevento e a
ci che il parlante vuole mettere in rilievo. Diverso il caso della flessione nelle frasi dipendenti in
cui questo particolare di inerenza si mescola con la contestualit: andr a Roma domani, se potr
andr a Roma esprime lintenzione del parlante che colloca levento al futuro, se potr viene
ancora usato il futuro che per legato al tempo della frase principale.
6.5 la nozione di classe paradigmatica.
Ogni lessema portatore anche di una informazione di appartenenza ad una classe di flessione. Una
classe di flessione definita dallinsieme delle forme flesse del lesse, dal suo paradigma una classe
di flessione pertanto una classe paradigmatica. Prendiamo in considerazione il verbo TENERE :
tengo , tieni , tiene , teniamo , tenete , tengono. Tenere ha un paradigma di presente indicativo in cui
solo nella 1 e 2 persona plurale la sequenza di fonemi della parte lessicale identica a quella del
lessema. Il paradigma dellindicativo presente di tenere mostra una partizione tra le celle, alcune tra
le celle sono accomunate dal fatto di non condividere con il lessema la sequenza di fonemi
costituenti il morfema lessicale ossia la base. I raggruppamenti di celle, nel caso di tenere sono tre,
tre classi di partizione, ten, teng e tien. Il verbo andare rappresenta un caso di suppletivismo in cui
solo nella 1 e 2 persona plurale la base identica a quella dei rispettivi lessemi. Lalternanza
allomorfica/ suppletiva non si giustifica n su base semantica n su base morfologica. Solo il
paradigma in grado di dar conto delle variazioni che si riscontrano allinterno di tutto il paradigma
flessivo.
6.6 Flessione e derivazione
Flessione e derivazione sono due processi diversi pur se ottenuti attraverso un procedimento
identico, cio laggiunta di un affisso. Le principali diversit sono: la derivazione pu cambiare la
categoria lessicale della base mentre la flessione no. Laffisso flessivo sempre pi esterno rispetto
allaffisso derivazionale parola + derivazione + flessione ( colloca + mento + i ). La flessione
obbligatoria mentre la derivazione facoltativa. La derivazione pu modificare la struttura
argomentale della base mentre la flessione non pu farlo. Sia la suffissazione derivazionale che la
suffissazione flessiva sono viste come processi basati su regole di formazione. Suffissazione
derivazionale e flessiva possono essere rappresentate allo stesso modo. Per Es. lutilizzo sintattico
del nome bellezza richiede che la parola sia flessa, quindi possiamo considerare derivazione e
flessione nella stessa parola derivata; il nome bellezza sar quindi lesito dellapplicazione di due
processi, luno di derivazione e laltro di flessione: derivazione: [ [ bello ] A + ezza ] N , flessione :
[ [ bellezza ]N + a ] N , in questo modo la flessione si presenta come esterna rispetto alla
derivazione. Le parole che compaiono negli enunciati sono sempre flesse, la differenza tra
aggiunge ad aggettivi derivati da nomi astratti e non da nomi concreti, quando mente si aggiunge
ad aggettivi derivati da nomi concreti seleziona il significato traslato.
8.2 tore e la base verbale
I nomi in tore sono derivati da verbi . E si formano nomi che designano persone/ oggetti che
svolgono una certa attivit es. frullatore e allenatore.
La forma del suffisso e della base.
In alcuni casi la separazione del suffisso una stringa che non rimanda ad una forma di verbo
chiara: in direttore dire- non n tema n radice del rispettivo verbo,quindi la segmentazione pu
anche essere dirett + ore, in questo caso si riconosce la forma verbale flessa, ma il suffisso
derivazionale risulta essere ore cio una forma ridotta.
Dati problematici
secondo una condizione generale dei processi di formazione di parola, le forme flesse di parola non
possono essere basi di derivazione, procedere / proceduto / processore non pu essere costruito
perch il participio passato dei verbi regolare invece in accendere / acceso / accenditore , un
derivato che non costruito sul participio passato che forte. Anzich giustificare le formazioni
sulla base della struttura latina si pu proporre: che il suffisso attuale sia tore e che si applichi al
tema del verbo e che tutte le forme analizzabili attraverso questa regola siano da considerare come
forme lessicalizzate.
La base verbale
-tore ha la particolarit di vincolare un argomento del verbo cui si applica nello specifico
largomento esterno, il significato del derivato realizza, il rapporto argomento esterno-verbo nel
senso che esso la somma dei significati di questi due costituenti. Es. allenatore, coglie il
significato del vincolamento , allenatore colui che allena. Non tutti i verbi possono essere derivati
con il suffisso tore, questi verbi prendono lausiliare essere , e hanno un soggetto che non un
argomento esterno, per esempio cadere un verbo che appartiene alla classe dei verbi in accusativi
che sono verbi intransitivi la cui particolarit di utilizzare lausiliare essere. La presenza
dellausiliare essere dunque un segno del fatto che il soggetto dei verbi che lo utilizzano godono
delle stesse propriet sintattiche del complemento oggetto che non un argomento esterno ma
interno.
8.3 bile e la struttura argomentale
-bile si aggiunge a verbi e forma aggettivi: abbassabile , calcolabile . Questi aggettivi hanno una
semantica che pu essere parafrasata come che si pu abbassare/ calcolare e il nome cui gli
aggettivi possono essere associati largomenti interno del verbo base dellaggettivo. Abbassare
un finestrino / un finestrino abbassabile . la struttura argomentale ( agente, tema ) che caratterizza il
verbo anche la struttura argomentale dellaggettivo, il suffisso pu essere aggiunto anche a verbi
biargomentali con un argomento esperiente anzich agente ed anche verbi transitivi con tre
argomenti. Il suffisso bile trasparente rispetto ala struttura argomentale dei verbi perch non fa
differenza rispetto al numero degli argomenti. Ai verbi pronominali che possono essere suffissati
con bile possono essere aggiunti alcuni verbi intransitivi ma biargomentali.
di adattamento allitaliano. Una volta entrati nella lingua, i prestiti si comportano come parole
dellitaliano e possono essere soggetti ai processi derivazionali della nostra lingua, per esempio da
computer si forma computerizzare, partner > partenariato. I calchi sono parole costruite per la
traduzione di parole straniere come il non comune selvagge ria dal fr sauvagerie. I calchi sono
possibili se il modello straniero strutturalmente trasparente, in caso contrario si dovrebbe
riconoscere che la parola un prestito. Una parola come fuorilegge che la traduzione di outlaw
da considerare un calco proprio in ragione del fatto che la struttura del termine inglese chiara. La
traduzione delle parole straniere che costituiscono i calchi pu avvenire in due modi diversi,
mantenendo la struttura della parola straniera oppure utilizzando la struttura tipica dellitaliano. In
anni recenti i calchi hanno assunto anche unaltra fisionomia e sono diventati calchi liberi, creazioni
indotte. Si tratta di parole che si formano autonomamente nella lingua e la cui formazione
stimolata dalla conoscenza di parole straniere , non sono pertanto n prestiti n calchi. Es. calcio
mercato, acquascivolo.
9.5 acronimi e parole macedonia
In italiano esistono dei procedimenti di formazione di parola che sono non prevedibili, si tratta di
processi di cancellazioni. Es tv al posto di televisione. Esistono gli acronimi di lettere come CGIL.
Poi esistono le parole- macedonia o incroci cio quelle parole che derivano da abbreviazioni di parti
di parole come motel ( motor + hotel) .
9.6 parole sintagmatiche
I composti sono stati spesso definiti come parole che si collocano al confine tra morfologia e
sintassi come le parole che maggior mente si avvicinano ai sintagmi, la loro natura di entit formate
di due elementi, le rende facilmente avvicinabili ai sintagmi. La prossimit tra composto e sintagma
si pu definire parola sintagmatica. Le parole sintagmatiche sono di vari tipi e la loro variegata
complessit permette di collocarle in un continuum ideale tra i composti e i sintagmi liberi, sono
parole sintagmatiche anche i binomi irreversibili, cio parole complesse formate da due parole della
stessa categoria es. anima e corpo. I binomi sono di vario tipi e sono caratterizzati da propriet
comuni: la presenza di due costituenti della stessa categoria lessicale, la possibilit che tra i
costituenti vi sia un elemento discontinuo che funziona da collegamento o disgiunzione e il fatto di
rappresentare una unit sia dal punto di vista strutturale che semantico. Contrariamente ai composti
coordinati, i binomi nominali possono coordinare un nome singolare e uno plurale es. fuoco e
fiamme, sono tendenzialmente invariabili ( ha fatto entrare cani e porci ) e possono rappresentare il
plurale solo sul primo elemento ( punto e virgola / punti e virgola )