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Jacques Lacan

Il seminario
Libro x i

I quattro concetti fondamentali


della psicoanalisi
1964

T esto stabilito da Jacques-Alain Miller


Edizione italiana a cura di Giacom o Contri

commercio
effetti

Esemplare fuori
p er la distribuzione agli

di legge

Titolo originale
Le sminaire de Jacques Lacan.

Livre XI. Les funire concepts fon&mentaux de la psychamdyse (1964)

Copyright *973 ciitions du Seuil. Paris


Copyright *979 G iulio Einaudi editore s. p. a., Torino
Traduzione di Sciana Loaldi e Irne Molina

Indice

p. 3

I.

La scom unica

L inconscio e la ripetizione
19

11.

L inconscio freudiano e il nostro

30 in.
43 iv.

Del soggetto della certez2a


La rete dei significanti

54 v.

Tyche e automaton

L o sguardo come oggetto a


69

vi.

81 vii.

La schisi fra occhio e sguardo


L anamorfosi

93 v ili. La linea e la luce


107 ix. Che cos e un quadro?
I l transfert e la pulsione
125 x.
138

1j 1
164
377

xi.
x i 1.
x iii.
x iv.

190 xv.

Presenza dellanalista
Analisi e verit ola chiusura dellinconscio
La sessualit nei dfils del significante
Smontaggio della pulsione
La pulsione parziale e il suo circuito
Dallamore alla libido

I l campo d ellAltro e ritorno sul transfert


207 xv i. Il soggetto e lAltro (I): l alienazione
220 x v ii. Il soggetto e lAltro (II): Tafanisi

VI

INDICE
p. 234
248

xviii.

xix.

Del soggetto supposto sapere, della diade prima,


e del bene
Dallinterpretazione al transfert

Resta da concludere
267

xx.

In te pi di te

281

Avvertenza

283

Postfazione

Il seminario
Libro XI
I q u a ttr o con cetti fon d am en tali d e lla p s i c a n a l i s i
196 4

L inconscio freudiano e il nostro


Pensiero selvaggio. - Non c causa che di ci che 2oppica. - Beanza, in
ciampo, trovata, perdita. - La discontinuit. Signorelli.

Per cominciare in orario inizier il mio discorso d i oggi


con la lettura di una poesia che per la verit non ha alcun rap
porto con quel che vi dir ma che ne ha uno con quel che ho
detto l anno scorso, nel m io seminario, delPoggetto m isterio
so, loggetto pi nascosto quello della pulsione scopica.
Si tratta del breve poema che a pagina 73 del F011 d Elsay
Aragon intitola Contre-chant.
Vainement ton image arrive ma rencontre
Et ne m entre oh je suis qui seulement la montre
Toi te tournan; vers m oi tu ne saurais trouver
Au mur de mon regard que ton ombre rve
Je suis ce malheureux comparable aux miroirs
Qui peuvent rflchir mais ne peuvent pas voir
Gomme eux mon oeil est vide et comme eux habit
De Tabsence de toi qui fait sa ccit

Dedico questo poema alla nostalgia che taluni possono


avere di quel seminario interrotto, di quanto vi sviluppavo
intorno allangoscia e alla funzione d elloggetto a .
Essi coglieranno, penso mi scuso di essere cosi allusivo coglieranno il sapore del fatto che Aragon in questopera
mirabile in cui son fiero di trovare l eco dei gusti della nostra
generazione, quella che fa si che io sia obbligato a ricollegar
mi ai compagni della mia et per potermi ancora intendere su
questa poesia Aragon fa seguire il suo poema da questa riga
enigmatica: A in si dit une fois An-Nadft, comme on l avait in
vite pour une circoncision .
Punto in cui chi ha ascoltato il mio seminario d e llanno
scorso ritrover la corrispondenza delle diverse form e del
l oggetto a con la funzione centrale e simbolica del men-phi
[-< p ] evocato qui dal singolare riferim ento, certo non casua-

20

L INCONSCIO E LA RIPETIZIC

le, che Aragon conferisce alla connotazione storica, se c


posso dire, dellemissione da parte del suo personaggio
poeta folle, di questo controcanto.

i.
C i sono alcuni qui, lo so, che stanno introducendosi al r
insegnamento. V i si introducono grazie-a scritti gi dati
V orrei che sapessero che una delle coordinate indispensa
per apprezzare il senso di tale primo insegnamento va tro
ta in questo: che essi non possono, da l dove sono, imm;;
nare a qual grado d i disprezzo, o semplicemente di miscoi
scimento per il loro strumento, possono arrivare i profesj
nisti della psicoanalisi. Sappiano che per qualche anno, :i
to necessario tutto il mio sforzo per rivalorizzare agli occh
costoro tale strumento, la parole, per ridarle la sua digniti
far si che per loro questa non continui ad essere quei m i
quelle parole svalorizzate in anticipo che li obbligavano a:
sare lo sguardo altrove per trovarne il corrispettivo.
cosi che, almeno per un certo tempo, ho potuto pass
per uno ossessionato da chiss quale filosofia del linguag^
o heideggeriana, mentre non si trattava che di un riferirti
to propedeutico. E non perch parlo in luoghi come c;
sti che parler di pi da filosofo.
Per occuparmi d i qualcosa d altro, cui effettivamente s
to pi agevole dare qui un nom e, si tratta di qualcosa che a
chiamer altrimenti che rifiuto del concetto. Ecco perch,
me ho annunciato al termine del mio primo corso, ai con.:
ti freudiani principali - che ho isolato in numero di quatt
e come aventi propriamente questa funzione che cerchi
oggi di introdurvi.
Le parole sulla lavagna sotto il titolo di concetti freudi ;
sono i primi due l inconscio e la ripetizione. Il transfer
spero di affrontarlo la prossima volta ci introdurr d ire
mente agli algoritmi che ho creduto di dover proporre r,
pratica, specialmente ai fini della messa in opera della tee*
analitica come tale. Quanto alla pulsione, il suo accesso &
cora cosi difficile a dire il vero , ccsi inaffrontato - che q
s tanno non credo di poter fare di pi che arrivarci, dopo
avremo parlato del transfert.

L INCONSCIO FREUDIANO E IL NOSTRO

21

Vedremo dunque solo lessenza dellanalisi e specialmente ci che di profondamente problematico, e di direttivo
al tempo stesso, spetta in essa alla funzione dellanalisi didat
tica. Solo dopo esser passati per questa esposizione potremo
forse, a fine anno senza minimizzare a nostra volta il lato
mobile, persino scabroso, delPapproccio a questo concetto - ,
affrontare la pulsione. Ci in contrasto con coloro che vi si
avventurano in nome di riferimenti incompleti e fragili.
L e due frecce che vedete indicate sulla lavagna dopo L in
conscio e La ripetizione sono rivolte al punto interrogativo
che segue. Esso indica che la nostra concezione del concetto
implica che esso sempre stabilito in un approccio che non
senza rapporto con quello che c i imposto, come forma, dal
calcolo infinitesimale. Infatti, se il concetto si modella su un
approccio a quella realt chesso fatto per cogliere, solo
grazie a un salto, a u n passaggio al limite, che esso si compie
realizzandosi. Ci allora richiesto di dire in cosa possa com
piersi - direi, in form a di quantit finita quellelaborazione
concettuale che si chiama inconscio. L o stesso per la rip e
tizione.
G li altri due termini iscritti sulla lavagna alla fine della
riga, Il soggetto e II reale sono quelli in rapporto ai quali sa
remo condotti a dar forma alla questione posta la volta scor
sa: la psicoanalisi, nei suoi aspetti paradossali, singolari, aporetici, pu, tra noi, esser considerata com e costituente una
scienza, una speranza di scienza?
Comincio col prendere il concetto di inconscio.
2.

L a maggioranza d i questa assemblea ha qualche nozione


del fatto che io ho avanzato che l inconscio strutturato c o
me un linguaggio, il che si riferisce a un campo che ci o g g i
assai pi accessibile che non al tempo di Freud. L o illustrer
con qualcosa che si materializzato su un piano sicuramente
scientifico, cio il campo esplorato, strutturato, elaborato da
Claude Lvi-Strauss, e da lui fissato con il titolo di Pensiero
selvaggio.
Prim a di qualsiasi esperienza, di qualsiasi deduzione in d i
viduale, prima ancora che v i si iscrivano quelle esperienze
collettive che non sono riferibili che ai bisogni sociali, q u a l

22

L INCONSCIO E LA RIPETIZIO:

cosa organizza questo campo, ne iscrive le linee di forza ii


ziali. la funzione mostrata da Claude Lvi-Strauss come
verit della funzione totemica, e che ne riduce lapparenz
la funzione classificatoria primaria.
Ancor prima che si stabiliscano relazioni che siano pt
priamente umane, certi rapporti sono gi determinati. E
sono presi in ci che la natura pu offrire come supporti, su
porti che si dispongono in temi di opposizione. La natura fc
nisce, diciamo la parola, dei significanti, e questi significar
organizzano in modo inaugurale i rapporti umani, ne cosi
tuiscono le strutture, e li modellano.
L importante per noi che vediamo qui il livello in cui
prima di qualsiasi formazione del soggetto, di un sogget
che pensi, che vi si situi c qualcosa che conta, che co
tato, e in questo contato gi c il contante. solo in seguii
che il soggetto ha da riconoscersi in esso, riconoscervisi 0
me contante. Ricordiamo l ingenuo intoppo in cui s in<
gliato quel tal misuratore del livello mentale, al sentire il 1
gazzino enunciare: H o tre fratelli: Paolo, Ernesto e io. Ma
del tutto naturale prima sono contati i tre fratelli, Paol
Ernesto e io, poi c io al livello in cui si dice che devo ride
tere il primo io, vale a dire io che conta.
A i giorni nostri, nel tempo storico in cui siamo di form
zione di una scienza che si pu si qualificare come umana, n
che bisogna distinguere bene da ogni psicosociologia, cio
linguistica il cui modello il gioco combinatorio che opei
nella sua spontaneit, da solo, in modo pre-soggettivo , e
co la struttura che d allinconscio il suo statuto. lei, in ogi
caso, ad assicurarci che sotto il termine di inconscio c qua
cosa di qualificabile, accessibile e oggettivabile. Ma quand
incito gli psicoanalisti a non ignorare questo terreno, che c
loro un solido appoggio per la loro elaborazione, ci vuol fo
se dire che penso di tenere i concetti storicamente introdol
da Freud sotto il termine di inconscio? Ebbene, no! non I
penso. L'inconscio, concetto freudiano, altra cosa, e vorr
cercare di farvela cogliere oggi.
Non basta certo dire che l inconscio un concetto dinan
co, perch sarebbe sostituire l ordine del mistero pi corre:
te a un mistero particolare la forza serve in generale a des
gnare un luogo di opacit. alla funzione della causa eli
far riferimento oggi.

L INCONSCIO FREUDIANO E IL NOSTRO

23

So
bene d i star entrando su un terreno che, dal punto di vi
sta della critica filosofica, non manca di evocare tutto un mon
do di riferimenti, quanto basta per farm i esitare tra essi non avremo che da scegliere. Almeno una parte del mio udi
torio rester abbastanza a bocca asciutta se mi limiter a indi
care che nel Saggio sulle grandezze negative di Kant possia
mo cogliere quanto dappresso sia trattata quella beanza che
da sempre la funzione della causa offre alla presa concettua
le. In questo saggio detto pressappoco che un concetto in
fondo inanalizzabile - impossibile a comprendersi con la ra
gione - posto che la regola della ragione, la Vemunftsregel,
sia sempre una Vergleichung o equivalente - , e che nella fun
zione della causa resta in modo essenziale una certa beanza,
termine usato nei Prolegomeni dello stesso autore.
Non star a far notare che da sempre il problema della
causa limbarazzo dei filosofi, e che non poi cosi semplice
come si potrebbe credere al veder equilibrarsi in Aristotele
le quattro cause - perch non sto filosofando e non pretendo
di alleggerirmi di un carico cosi pesante con cosi pochi riferi
menti, che bastano appena a render sensibile cosa voglia di
re ci su cui insisto. La causa, per noi, p er quanto Kant l i
scriva nelle categorie della ragion pura pi esattamente la
iscrive nella tavola delle relazioni, tra l inerenza e la comuni
t non per questo la causa resa pi razionale.
Essa si distingue da quel che c di determinante in una ca-1
tena, in altri termini dalla legge. Per esemplificare, figuratevi
la legge di azione e reazione: queste ci sono, per cosi dire, in
un colpo solo. Non c luna senza laltra. Un corpo va a fra
cassarsi al suolo: la sua massa non la causa di quel che rice
v e in ritorno dalla sua forza viva, ma la sua massa integrata
alla forza che gli ritorna per dissolverne la coerenza grazie a
un effetto di ritorno. Q ui non c beanza se non alla fine.
A l contrario, ogni volta che parliamo di causa, c sempre
qualcosa di anticoncettuale, di indefinito. Le fasi della luna
sono la causa delle maree in ci sappiamo che la parola cau
sa usata bene. Oppure: i miasmi sono la causa della febbre
- anche in questo, che non vu ol dir niente, c un buco, e
qualcosa che viene ad oscillare nelPintervallo. In breve, non
c causa che di ci che zoppica.
Ebbene! l inconscio freudiano, in questo punto che cer
co di farvi vedere per approssimazione che esso si situa, in

24

l INCONSCIO E LA R IPE T IZ

quel punto in cui, tra la causa e ci che ne affetto, c x


pre lo zoppicamento. L importante non che linconscioi
termini la nevrosi a questo proposito Freud ha ben voi:
tieri il gesto pilatico del lavarsene le mani. Un giorno o I;
tro, si trover forse qualcosa, dei determinanti umorali,}!
co importa questo gli fa lo stesso. Perch l inconscio ci 3 1
stra quella beanza attraverso cui la nevrosi si raccorda cor,
reale reale che, quanto a lui, pu benissimo non essere;
terminato.
In questa beanza succede qualcosa. Turata questa beai:
la nevrosi guarita? In fondo la questione sempre apei
Soltanto, la nevrosi diventa altro, talvolta semplice inferi
t, cicatrice, come dice Freud non cicatrice della neve
ma dellinconscio. Q uesta topologia, non sto li a snoccioli
vela troppo sapientemente, perch non ne ho il tempo
salto in medias rei, e credo che potrete sentirvi guidati 1
termini che introduco, quando andrete ai testi di Freud. 1
dete da dove egli parte da [lEziologia delle nevrosi e cu
trova nel buco, nella fessura, nella beanza caratteristica 0
la causa? Qualcosa d e llordine del non-realizzato.
Si
parla di rifiuto. M a andar troppo in fretta in materi:
d altronde, da qualche tempo, quando si parla di rifiuto d
si sa pi cosa si dice. L inconscio, innanzitutto, ci si mari
sta come qualcosa che sta in attesa nellarea, direi, del n,
nato. C h e la rimozione vi scarichi alcunch, non fa stupo
il rapporto con il lim bo della fabbricante d angeli.
Q uesta dimensione sicuramente da evocare in un r:
stro che non nulla di irreale, n di de-reale, ma piuttosto
non realizzato. Non mai senza pericolo che si agita quale;
in questa zona di larve, e forse proprio della posizione c
l analista se egli vi veramente il dover essere assediati
voglio dire realmente da coloro presso cui ha evocato q
sto mondo di larve senza aver sempre potuto portarle fino
la luce. N on ogni discorso qui inoffensivo lo stesso disc
so che ho potuto tenere in questi ultim i dieci anni trova c
certuni di questi effetti. Non invano, persino in un disc
so pubblico, che si m ira ai soggetti, e che li si tocca in ci c
Freud chiama ombelico ombelico dei sogni, egli scrive ]
designare cosi, come termine estremo, quel centro d incog
to che non altro, com e lo stesso om belico anatomico che
rappresenta, che la beanza di cui parliamo.

L'INCONSCIO FREUDIANO E IL NOSTRO

25

Pericolo del discorso pubblico in quanto esso si rivolge ap


punto al pi prossimo Nietzsche lo sapeva, un certo tipo di
discorso non pu che rivolgersi al pi lontano.
A dire il vero, questa dimensione dellinconscio che sto
evocando era dimenticata, come Freud aveva perfettamente
previsto. L inconscio si era richiuso sul suo messaggio grazie
ai buoni uffici di quegli attivi ortopedeuti che son diventati
gli analisti della seconda e della terza generazione, che si so
no adoperati, psicologizzando la teoria analitica, a suturare
questa beanza.
Credetem i, nemmeno io la riapro mai senza precauzioni.

3Certo ora, in questa data, la mia, nella mia epoca, sono


nella posizione di poter introdurre nel dominio della causa la
legge del significante, n e l luogo in cui questa beanza si pro
duce. Resta nondimeno che, se vogliam o capire di che cosa si
tratta nella psicoanalisi, bisogna tornare a evocare il concetto
di inconscio nel tempo in cui Freud ha proceduto a forgiarlo
- non possiamo infatti renderlo com piuto se non portandolo
al suo limite.
L inconscio freudiano non ha nulla a che fare con le forme
dette di inconscio che l hanno preceduto, o accompagnato, o
che ancora Io avvolgono. Per capire quel che voglio dire apri
te il dizionario del Lalande. Leggete la squisita enumerazione
di Dwelshauvers in un libro pubblicato una quarantina dan
ni fa da Flammarion. V i sono enumerate otto o dieci forme di
inconscio che non insegnano niente a nessuno, che designa
no semplicemente il non-conscio, il pi o meno conscio, e, nel
campo delle elaborazioni psicologiche, si trovano m ille varie
t supplementari.
L inconscio di F reu d non affatto l inconscio r o m a n t i
co della creazione immaginante. N on il luogo delle divinit
della notte. Senza d u b b io non del tutto senza rapporto con
il luogo cui si volge lo sguardo di Freud - ma il fatto che
Jung, relais dei termini dellinconscio romantico, sia stato ri
pudiato da Freud, ci indica a sufficienza che la psicoanalisi
introduce d ellaltro. M a neppure nel dire che linconscio cosi
inghiotti-tutto, cosi eteroclito, elaborato da E douard Von

26

L INCONSCIO E LA RIPETIZICW

Hartmann per tutta la sua vita di filosofo solitario, non l :n


conscio di Freud, non bisogna andare troppo in fretta; F rei
stesso, nel settimo capitolo dellInterpretazione dei sogni"'
fa riferimento in nota - questo per dire che il caso di anca
a vedere pi da vicino per individuare ci che in Freud se :
distingue.
A tutti questi inconsci, sempre pi o meno affiliati a u'
volon t oscura considerata come primordiale, a qualcosa pc
m a della coscienza, ci che Freud oppone la rivelazione o
a livello dellinconscio c qualcosa di omologo in tutti i p u
ti a ci che avviene a livello del soggetto - che c e qualcc
che parla e che funziona in modo altrettanto elaborato chi
livello del conscio, che perde cosi quello che sembrava essef
il suo privilegio. Conosco le resistenze che ancora provoc
questa semplice notazione, pure cosi sensibile fin nel pi pi:
colo testo di Freud. Leggete in proposito il paragrafo di qrf
settim o capitolo intitolato L oblio dei sogni, a proposito ce
quale Freud non fa riferimento che ai giochi del significane
N o n mi accontento di questo massiccio riferimento. V i b
sillabato punto per punto il funzionamento di ci che an?:
tutto ci proposto da Freud com e il fenomeno dellincct
scio. N el sogno, nellatto mancato, nel motto di spirito, 0
cosa colpisce anzitutto? Il modo di inciampo con cui essi af
paiono.
Inciampo, mancamento, fessura. In una frase pronunci
ta, scritta, qualcosa viene a vacillare. Freud calamitato J
questi fenomeni, ed li che va a cercare linconscio. Li qua
cosa d altro domanda di realizzarsi - qualcosa che appai;
certo, come intenzionale, ma di una strana temporalit. Qu:
che si produce in questa beanza, n el senso pieno del termin
prodursi, si presenta come la trovata. cosi anzitutto che P
splorazione freudiana incontra ci che avviene nellinccr
scio.
Trovata che al tempo stesso soluzione, non necessari:
m ente compiuta, ma, per quanto incompleta sia, ha quel cei
to-non-so-che che ci tocca con quel particolare accento eh
Theodor Reik ha cosi ben isolato - isolato soltanto, percn
Freud l aveva gi fatto notare prim a di lui - la sorpresa: ci
per cui il soggetto si sente superato, per cui ne trova, a t
tem po, pi e meno di quanto si aspettasse, ma che ad og:
m odo ha, rispetto a ci che saspettava, un valore unico.

L'INCONSCIO FREUDIANO E IL NOSTRO

27

O ra questa trovata , fin dal momento in cui si presenta,


una ritrovata e, per di pi, sempre pronta a sottrarsi di nuo
vo, istaurando la dimensione della perdita.
P e r lasciarmi andare a qualche metafora, Euridice due vol
te perduta, ecco l immagine pi sensibile che possiamo dare,
nel m ito, di quello che il rapporto dellO rfe o analista con
l inconscio.
C o l che, se mi permettete di aggiungere un po di ironia,
l inconscio si trova sulla sponda opposta d ellamore, che cia
scuno sa essere sempre unico ed avere nella formula una per
duta dieci trovate la sua miglior applicazione.
L a discontinuit, ecco dunque la forma essenziale in cui ci
appare inizialmente l inconscio come fenomeno disconti
nuit in cui qualcosa si manifesta come un vacillamento; Ora,
se tale discontinuit ha questo carattere assoluto, inaugurale,
in q u el cammino che la scoperta di Freud, dobbiamo forse
p o rla come stata poi in seguito la tendenza degli analisti
sullo sfondo di una totalit?
Forse che Yuno anteriore alla discontinuit? Non lo cre
do, e tutto quel che ho insegnato in questi ultim i anni tende
va a far virare questa esigenza d i un uno chiuso - miraggio
cui legato il riferimento ad uno psichismo da contenitore,
sorta di doppio dellorganismo in cui risiederebbe questa fal
sa unit. V o i vorrete accordarmi che l'uno introdotto dalle
sperienza dellinconscio l 'uno della fessura, del tratto, del
la rottura.
Sorge qui una forma misconosciuta d eluno. l Uno delYUnbewusste. Diciamo che il lim ite dell'Unbewasste VUtibegrifi non il non-concetto, m a il concetto della mancanza.
D o v il fondo? l assenza? No. La rottura, la fessura, il f
tratto dellapertura fa sorgere l assenza cosi come il grido
non si profila su sfondo di silenzio, ma al contrario lo fa sor
gere come silenzio.
Se tenete salda in mano questa struttura iniziale, vi trat
terrete dal lasciarvi andare alluno o allaltro aspetto parzia
le d i ci che in gioco a proposito dellinconscio come, per
esempio, il fatto che il soggetto, in quanto alienato nella sua
storia, che si trova al livello in cui la sincope del discorso si
congiunge con il suo desiderio. Vedrete che, pi radicalmen
te, nella dimensione di una sincronia che bisogna situare
l inconscio a livello di un essere, ma in quanto esso pu ver

28

L INCONSCIO FREUDIANO E IL NOSTRO

L INCONSCIO E LA R IPE T IZ C I

tere su tutto, vale a dire a livello del soggetto dellenuni


zione, in quanto, secondo le frasi, secondo i m odi, ess-<
perde nella misura stessa in cui si ritrova e in cui, in unint
riezione, in un imperativo, in u n invocazione o in uno sma)
mento, sempre lui a porre il suo enigma, e a parlare in Ir
ve, al livello in cui tutto ci che si dispiega nellinconscic
diffonde, come il micelio, secondo l espressione di Fremi
proposito del sogno, intomo a un punto centrale. semi
del soggetto in quanto indeterminato che si tratta.
Qblivium lvis con la e lunga levigato, unito, lis i
Oblivium ci che cancella che cosa? il significante coi
tale. Ecco dove ritroviamo la struttura basale, che rende p>
sibile, in modo operativo, che una cosa assuma la funzioni'
sbarrare, di espungerne, unaltra. Livello pi primordi i
strutturalmente, della rimozione di cui parleremo pi t a f
Ebbene, questo elemento operativo della cancellazion<
quanto Freud, fin d allorigine, indica nella funzione d i
censura.
E la censura con le forbici, la censura russa, o anche la o
sura tedesca, si veda Heinrich H eine allinizio della Gertl
nia. Il signore a la signora Tal dei Tali hanno il piacere di
nunciarvi la nascita d i un figlio bello come la libert il d
tor Hoffmann, censore, cancella la parola libert. C i si p
sicuramente chiedere quale diventi l elfetto di questa par*
per il fatto di questa censura propriamente materiale, il eh;
un altro problema. M a appunto su questo che verte, nel r1
do pi efficiente, il dinamismo deHinconscio.
Per riprendere un esempio mai sfruttato abbastanza, e d
il prim o usato da Freud per la sua dimostrazione, la dima
ticanza, l inceppo di memoria riguardo alla parola Signori
dopo la visita ai dipinti di O rvieto, com possibile non *
der sorgere dal testo stesso, e imporsi, non la m etafora, ma
realt della sparizione, della soppressione, d ell'Underdri
kung, del passar sotto? Il termine di Signor, di Herr, pa:sotto il padrone assoluto, dicevo una volta, la m orte insol
ma, sparita li. N on vediamo allora, li dietro, profilarsi tuli
ci che necessita Freud a trovare nei miti della m orte del p
dre la regolazione d el suo desiderio? D opo :utto, egli inco)
tra Nietzsche per enunciare, nel suo proprio m ito, che Dio
morto. E forse sul fondo delle stesse ragioni. Perch il mif
che D io morto cosa di cui, per parte mia, sono assai me,i

29

sicuro, come mito beninteso, della maggior parte degli intel


lettuali contemporanei, il che non affatto una dichiarazione
di teismo o di fede nella resurrezione - , questo mito, forse,
non che il riparo trovato contro la minaccia della castra
zione.
A saperli leggere, la troverete negli affreschi apocalittici
della cattedrale di Orvieto. Se no, leggete la conversazione di
Freud in treno in cui non si tratta che della fine della poten
za sessuale, di cui il suo interlocutore medico, l interlocutore
appunto di fronte a cui egli non riesce a trovare il nome di S i
gnorelli, gli dice il carattere drammatico per i suoi pazienti
ordinari.
Cosi l inconscio si manifesta sempre come ci che vacilla
in un taglio del soggetto - donde risorge una trovata, che
Freud assimila al desiderio - desiderio che situeremo prov
visoriamente nella metonimia denudata del discorso in causa
in cui il soggetto si coglie in qualche punto inatteso.
Q uanto a Freud e alla sua relazione con il padre, non d i
mentichiamoci che tutti i suoi sforzi non l hanno condotto ad
altro che a riconoscere che, per lui, restava intatta la questio
ne, come egli ha detto a una delle sue interlocutrici Che vuo
le una donna? Questione chegli non ha mai risolto, si veda
quale stata effettivamente la sua relazione con la donna, il
suo carattere uxorioso, come si esprime pudicamente Jones
al riguardo. D irem o che Freud sarebbe stato un mirabile
idealista appassionato, se non si fosse consacrato allaltra,
nella forma dellisterica.
H o deciso di interrompere il mio seminario sempre alla
stessa ora, le due meno venti. Com e vedete, oggi non ho con
cluso circa la funzione dellinconscio.

Mancano domande e risposte.


22 gennaio 1964.

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