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Il seminario
Libro x i
commercio
effetti
Esemplare fuori
p er la distribuzione agli
di legge
Titolo originale
Le sminaire de Jacques Lacan.
Indice
p. 3
I.
La scom unica
L inconscio e la ripetizione
19
11.
30 in.
43 iv.
54 v.
Tyche e automaton
vi.
81 vii.
1j 1
164
377
xi.
x i 1.
x iii.
x iv.
190 xv.
Presenza dellanalista
Analisi e verit ola chiusura dellinconscio
La sessualit nei dfils del significante
Smontaggio della pulsione
La pulsione parziale e il suo circuito
Dallamore alla libido
VI
INDICE
p. 234
248
xviii.
xix.
Resta da concludere
267
xx.
In te pi di te
281
Avvertenza
283
Postfazione
Il seminario
Libro XI
I q u a ttr o con cetti fon d am en tali d e lla p s i c a n a l i s i
196 4
20
L INCONSCIO E LA RIPETIZIC
i.
C i sono alcuni qui, lo so, che stanno introducendosi al r
insegnamento. V i si introducono grazie-a scritti gi dati
V orrei che sapessero che una delle coordinate indispensa
per apprezzare il senso di tale primo insegnamento va tro
ta in questo: che essi non possono, da l dove sono, imm;;
nare a qual grado d i disprezzo, o semplicemente di miscoi
scimento per il loro strumento, possono arrivare i profesj
nisti della psicoanalisi. Sappiano che per qualche anno, :i
to necessario tutto il mio sforzo per rivalorizzare agli occh
costoro tale strumento, la parole, per ridarle la sua digniti
far si che per loro questa non continui ad essere quei m i
quelle parole svalorizzate in anticipo che li obbligavano a:
sare lo sguardo altrove per trovarne il corrispettivo.
cosi che, almeno per un certo tempo, ho potuto pass
per uno ossessionato da chiss quale filosofia del linguag^
o heideggeriana, mentre non si trattava che di un riferirti
to propedeutico. E non perch parlo in luoghi come c;
sti che parler di pi da filosofo.
Per occuparmi d i qualcosa d altro, cui effettivamente s
to pi agevole dare qui un nom e, si tratta di qualcosa che a
chiamer altrimenti che rifiuto del concetto. Ecco perch,
me ho annunciato al termine del mio primo corso, ai con.:
ti freudiani principali - che ho isolato in numero di quatt
e come aventi propriamente questa funzione che cerchi
oggi di introdurvi.
Le parole sulla lavagna sotto il titolo di concetti freudi ;
sono i primi due l inconscio e la ripetizione. Il transfer
spero di affrontarlo la prossima volta ci introdurr d ire
mente agli algoritmi che ho creduto di dover proporre r,
pratica, specialmente ai fini della messa in opera della tee*
analitica come tale. Quanto alla pulsione, il suo accesso &
cora cosi difficile a dire il vero , ccsi inaffrontato - che q
s tanno non credo di poter fare di pi che arrivarci, dopo
avremo parlato del transfert.
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Vedremo dunque solo lessenza dellanalisi e specialmente ci che di profondamente problematico, e di direttivo
al tempo stesso, spetta in essa alla funzione dellanalisi didat
tica. Solo dopo esser passati per questa esposizione potremo
forse, a fine anno senza minimizzare a nostra volta il lato
mobile, persino scabroso, delPapproccio a questo concetto - ,
affrontare la pulsione. Ci in contrasto con coloro che vi si
avventurano in nome di riferimenti incompleti e fragili.
L e due frecce che vedete indicate sulla lavagna dopo L in
conscio e La ripetizione sono rivolte al punto interrogativo
che segue. Esso indica che la nostra concezione del concetto
implica che esso sempre stabilito in un approccio che non
senza rapporto con quello che c i imposto, come forma, dal
calcolo infinitesimale. Infatti, se il concetto si modella su un
approccio a quella realt chesso fatto per cogliere, solo
grazie a un salto, a u n passaggio al limite, che esso si compie
realizzandosi. Ci allora richiesto di dire in cosa possa com
piersi - direi, in form a di quantit finita quellelaborazione
concettuale che si chiama inconscio. L o stesso per la rip e
tizione.
G li altri due termini iscritti sulla lavagna alla fine della
riga, Il soggetto e II reale sono quelli in rapporto ai quali sa
remo condotti a dar forma alla questione posta la volta scor
sa: la psicoanalisi, nei suoi aspetti paradossali, singolari, aporetici, pu, tra noi, esser considerata com e costituente una
scienza, una speranza di scienza?
Comincio col prendere il concetto di inconscio.
2.
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L INCONSCIO E LA RIPETIZIO:
23
So
bene d i star entrando su un terreno che, dal punto di vi
sta della critica filosofica, non manca di evocare tutto un mon
do di riferimenti, quanto basta per farm i esitare tra essi non avremo che da scegliere. Almeno una parte del mio udi
torio rester abbastanza a bocca asciutta se mi limiter a indi
care che nel Saggio sulle grandezze negative di Kant possia
mo cogliere quanto dappresso sia trattata quella beanza che
da sempre la funzione della causa offre alla presa concettua
le. In questo saggio detto pressappoco che un concetto in
fondo inanalizzabile - impossibile a comprendersi con la ra
gione - posto che la regola della ragione, la Vemunftsregel,
sia sempre una Vergleichung o equivalente - , e che nella fun
zione della causa resta in modo essenziale una certa beanza,
termine usato nei Prolegomeni dello stesso autore.
Non star a far notare che da sempre il problema della
causa limbarazzo dei filosofi, e che non poi cosi semplice
come si potrebbe credere al veder equilibrarsi in Aristotele
le quattro cause - perch non sto filosofando e non pretendo
di alleggerirmi di un carico cosi pesante con cosi pochi riferi
menti, che bastano appena a render sensibile cosa voglia di
re ci su cui insisto. La causa, per noi, p er quanto Kant l i
scriva nelle categorie della ragion pura pi esattamente la
iscrive nella tavola delle relazioni, tra l inerenza e la comuni
t non per questo la causa resa pi razionale.
Essa si distingue da quel che c di determinante in una ca-1
tena, in altri termini dalla legge. Per esemplificare, figuratevi
la legge di azione e reazione: queste ci sono, per cosi dire, in
un colpo solo. Non c luna senza laltra. Un corpo va a fra
cassarsi al suolo: la sua massa non la causa di quel che rice
v e in ritorno dalla sua forza viva, ma la sua massa integrata
alla forza che gli ritorna per dissolverne la coerenza grazie a
un effetto di ritorno. Q ui non c beanza se non alla fine.
A l contrario, ogni volta che parliamo di causa, c sempre
qualcosa di anticoncettuale, di indefinito. Le fasi della luna
sono la causa delle maree in ci sappiamo che la parola cau
sa usata bene. Oppure: i miasmi sono la causa della febbre
- anche in questo, che non vu ol dir niente, c un buco, e
qualcosa che viene ad oscillare nelPintervallo. In breve, non
c causa che di ci che zoppica.
Ebbene! l inconscio freudiano, in questo punto che cer
co di farvi vedere per approssimazione che esso si situa, in
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