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Relatore:
Prof. Marco S ANTAGIUSTINA
Abstract
In questo elaborato verr`a trattato ed analizzato per via numerica il fenomeno della
dispersione cromatica, che costituisce uno dei maggiori fattori limitanti nelle trasmissioni
su fibra ottica a singolo modo. Per far cio` si utilizzer`a il software MATLAB [5], con il
quale sono stati simulati vari casi di trasmissione di impulsi ottici su diversi tipi di
fibre. Verr`a dapprima esposta una tipica struttura di un sistema di comunicazione
ottico, introducendo e caratterizzando i parametri fondamentali di una fibra ottica. In
seguito si deriver`a lequazione di propagazione a partire dalle equazioni di Maxwell,
trascurando ogni non-linearit`a, per poi introdurre un metodo di integrazione numerico.
Infine verranno presentati e commentati i risultati delle simulazioni eseguite.
Indice
Abstract
Introduzione
1.1 Cause e effetti della dispersione cromatica . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2 Sistema di comunicazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1
1
2
La fibra ottica
2.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . .
2.2 Propriet`a geometriche e strutturali
2.2.1 Principio di funzionamento
2.3 Attenuazione . . . . . . . . . . . .
2.3.1 Assorbimento . . . . . . . .
2.3.2 Scattering . . . . . . . . . .
2.4 Dispersione cromatica . . . . . . .
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5
5
6
6
7
7
8
8
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11
11
12
15
16
16
Simulazioni
4.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.2 Impulsi Gaussiani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.2.1 Evoluzione dellimpulso . . . . . . . . . . . .
4.2.2 Fattore di allargamento . . . . . . . . . . . .
4.2.3 Dispersione del terzo ordine . . . . . . . . .
4.2.4 Effetto combinato del secondo e terzo ordine
4.2.5 Modulazione OOK . . . . . . . . . . . . . . .
4.2.6 Diagrammi ad occhio . . . . . . . . . . . . .
4.2.7 Limitazioni alla capacit`a trasmissiva . . . . .
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17
17
18
18
20
22
25
25
26
30
iii
Indice
4.3
4.4
4.5
Indice
4.2.8 Compensazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Impulsi super-Gaussiani . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.3.1 Evoluzione dellimpulso . . . . . . . . . . . . . . .
4.3.2 Fattore di allargamento . . . . . . . . . . . . . . .
4.3.3 Dispersione del terzo ordine . . . . . . . . . . . .
4.3.4 Diagrammi ad occhio e compensazione . . . . . .
Impulsi a coseno rialzato . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.4.1 Evoluzione dellimpulso e fattore di allargamento
4.4.2 Diagrammi ad occhio . . . . . . . . . . . . . . . .
4.4.3 Compensazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Impulsi a Secante Iperbolica . . . . . . . . . . . . . . . . .
4.5.1 Evoluzione dellimpulso e fattore di allargamento
4.5.2 Diagrammi ad occhio . . . . . . . . . . . . . . . .
4.5.3 Compensazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Conclusioni
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31
36
36
36
36
39
40
41
44
46
49
49
53
56
59
iv
1.1
1.2
1.3
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
Sezione trasversale di una fibra ottica: si notano nucleo, mantello e rivestimento, oltre ai rispettivi indici di rifrazione [1] . . . . . . . . . . . . . . .
6
Principio di riflessione interna totale [2] . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
7
Attenuazione per km al variare della lunghezza donda [3] . . . . . . . .
8
Variazione dellindice di rifrazione in funzione della lunghezza donda [6] 9
Variazione del termine 2 in funzione della lunghezza donda [1] . . . . 10
3.1
3.2
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
4.7
4.8
1
2
3
19
20
21
23
24
25
26
27
4.10
4.11
4.12
4.13
4.14
4.15
4.16
4.17
4.18
4.19
4.20
4.21
4.22
4.23
4.24
4.25
4.26
4.27
4.28
4.29
4.30
4.31
4.32
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
38
39
40
41
42
42
43
44
45
46
47
48
49
vii
50
51
52
53
54
55
56
57
Introduzione
1.1
La dispersione cromatica e` un fenomeno che si presenta nei mezzi dielettrici con indice di
rifrazione n() che varia in funzione dalla lunghezza donda (o frequenza) della radiazione incidente. Ogni segnale di durata limitata ha, per definizione, una larghezza di banda
non nulla, e quindi, nel propagarsi in un mezzo dispersivo, vedr`a le sue componenti
spettrali viaggiare a velocit`a differenti, chiamate velocit`a di fase. Il segnale, dopo essersi
propagato in un tratto di mezzo dispersivo, avr`a quindi subito una distorsione che si
manifester`a con lallargamento temporale dello stesso, come osservabile in Figura [1.1].
Nelle comunicazioni digitali questo e` un fenomeno di importanza fondamentale in quan-
to, nel trasmettere una sequenza di forme donda, e` necessario che ogni impulso non vada
a sovrapporsi a quelli adiacenti, dando luogo ad interferenza intersimbolica (ISI) (si veda
Figura [1.2]), che rende piu` critico il sistema di decisione del ricevitore, contribuendo
negativamente ai parametri prestazionali del sistema come il bit error rate (BER).
Capitolo 1. Introduzione
Sistema di comunicazione
1.2
Sistema di comunicazione
Come illustrato in Figura [1.3], un tipico sistema di comunicazione ottico puo` essere
descritto nella seguente maniera:
1) Sorgente E` un dispositivo che genera il segnale ottico da trasmettere: puo` essere un
LED oppure, piu` comunemente, un diodo laser. Questultimo e` caratterizzato da
una minor larghezza spettrale, cio`e emette luce quasi-monocromatica, caratteristica
che risulter`a importante nelle prestazioni del sistema.
2) Modulatore Riceve in ingresso i dati da inviare, e in base allo schema di modulazione
scelto, modifica il segnale proveniente dalla sorgente. Puo` essere esterno (come
evidenziato in figura) oppure interno alla sorgente.
3) Collegamento in fibra Il segnale modulato in uscita dal modulatore viene focalizzato
allingresso del collegamento in fibra ottica attraverso una micro-lente.
4) Ripetitore/Amplificatore Ripristina la potenza persa durante la propagazione a causa
di assorbimento o di scattering. E` tipicamente tra le maggiori fonti di rumore
dellintero sistema.
5) Ricevitore Si tratta di un fotodiodo che riceve il segnale alluscita del collegamento in
fibra e lo converte in un segnale elettrico.
In questa tesi ci si concentrer`a soprattutto sulla prima parte del sistema, costituita da
sorgente/modulatore e dal collegamento in fibra ottica. Saranno trattati gli effetti del2
Capitolo 1. Introduzione
Sistema di comunicazione
Input
Fibra
Sorgente
Ripetitore
Modulatore
Amplicatore
Ricevitore
WDM
Output
Laser
Figura 1.3: Schema di un tipico sistema di comunicazione ottico [7]
la dispersione cromatica visti dal ricevitore, mostrando ed analizzando leffetto dellinterferenza intersimbolica attraverso dei diagrammi ad occhio e, successivamente,
calcolandone dei parametri frequentemente utilizzati per stimarne la qualit`a.
La fibra ottica
2.1
Introduzione
2.2
Nella sua forma piu` semplice, una fibra ottica non e` altro che un cilindro di materiale
dielettrico (nucleo) rivestito da un altro materiale dielettrico con indice di rifrazione
leggermente diverso (mantello). In Figura [2.1] e` rappresentato un ulteriore rivestimento
polimerico, che ha lo scopo principale di proteggere la fibra da stress meccanici e di
separarla dallambiente esterno, evitando corrosioni e danneggiamenti di altra natura.
Una fibra di questo tipo, caratterizzata da una brusca discontinuit`a tra indici di rifrazione,
e` detta a salto dindice.
Rivestimento
Mantello
Indice
Nucleo
Distanza radiale
Figura 2.1: Sezione trasversale di una fibra ottica: si notano nucleo, mantello e rivestimento, oltre
ai rispettivi indici di rifrazione [1]
2.2.1
Principio di funzionamento
Il principio di funzionamento delle fibre ottiche si basa sul concetto di riflessione interna
totale: un raggio luminoso (o piu` in generale, una radiazione elettromagnetica), per
propagarsi nella fibra, deve rimanere confinato nel core senza che vi sia trasmissione nel
cladding. Consideriamo la situazione di figura Figura [2.2], in cui un raggio colpisce
linterfaccia aria-core (indici di rifrazione n0 -n1 ) con angolo di incidenza i rispetto alla
normale. Vale quindi la legge di Snell, che ci fornisce langolo di riflession r
n0 sin(i ) = n1 sin(r )
(2.1)
Il raggio trasmesso riflette quindi sullinterfaccia core-cladding (indici n1 -n2 ) con angolo
, che garantisce riflessione totale se e solo se
> c ,
sin(c ) = n2 /n1 ,
(2.2)
(2.3)
Attenuazione
Il primo membro di (2.3) e` detto apertura numerica (NA) e, per n1 ' n2 e` approssimabile
con
n1 n2
NA = n1 2
=
(2.4)
n1
e, intuitivamente, rappresenta la capacit`a della fibra di confinare un raggio luminoso
allinterno del core.
Raggio guidato
2.3
Attenuazione
Man mano che il segnale si propaga nella fibra, si verificano dei fenomeni che causano la
perdita di potenza ottica, con conseguente attenuazione dellimpulso trasmesso. Queste
perdite sono riconducibili principalmente a due fenomeni:
Assorbimento
Scattering
In generale, la relazione tra potenza trasmessa P0 e potenza ricevuta Prx alla distanza L
e` descritta da
Prx = P0 eL ,
(2.5)
dove e` chiamata costante di attenuazione, e riassume le perdite dovute a diversi fenomeni.
2.3.1
Assorbimento
Dispersione cromatica
2.3.2
Scattering
Il fenomeno di scattering o diffusione consiste nella rimozione di energia dallonda incidente e la conseguente ri-emissone di tale energia in diverse direzioni. Il principale
fenomeno di scattering nelle fibre ottiche e` chiamato scattering di Rayleigh, che provoca
una attenuazione proporzionale a 1/4 a piccole lunghezze donda (Figura [2.3]).
2.4
Dispersione cromatica
Come gi`a introdotto in sezione [1.1], lallargamento di un impulso durante la sua propagazione in un dielettrico e` dato dalla dipendenza del suo indice di rifrazione dalle
frequenze (o lunghezze donda) incidenti. Ogni componente spettrale si propaga quindi
con velocit`a data da
c
v =
(2.6)
n()
In Figura [2.4] e` riportato un andamento tipico di n().
Per caratterizzare la dispersivit`a di un mezzo e` utile sviluppare la costante di propagazione in serie di Taylor in un intorno di 0 , cio`e la pulsazione attorno alla quale e`
centrato limpulso da trasmettere:
() = n()
1
= 0 + 1 ( 0 ) + 2 ( 2 )2 +
c
2
m =
m
m
(2.7)
m = 1, 2, 3,
(2.8)
=0
Per quantificare leffetto dispersivo di un mezzo viene spesso usato il solo coefficiente
2 . Come si evince da Figura [2.5], il termine 2 si annulla per una certa lunghezza
8
Dispersione cromatica
1,48
ngr
1,45
0,5
1,0
1,5
2,0
/ m
Figura 2.4: Variazione dellindice di rifrazione in funzione della lunghezza donda [6]
Dispersione cromatica
Figura 2.5: Variazione del termine 2 in funzione della lunghezza donda [1]
10
Equazione di propagazione
dellimpulso
3.1
Introduzione
In questo capitolo verr`a derivata, a partire dalle equazioni di Maxwell, lequazione che
governa la propagazione di un impulso allinterno di una fibra ottica unimodale. Per
semplicit`a di trattazione verranno trascurati tutti gli effetti di non linearit`a, per i quali si
rimanda a [1]. Verr`a quindi proposto un metodo analitico per la soluzione, oltre che ad
un metodo numerico poi usato per le simulazioni.
11
3.2
Equazioni di Maxwell
Equazioni di Maxwell
Come per tutti i fenomeni elettromagnetici, la propagazione di impulsi ottici in una fibra
e` descritta dalle equazioni di Maxwell:
B
t
D
H=J+
t
D=
E=
B=0
(3.1)
(3.2)
(3.3)
(3.4)
Essendo un mezzo privo di cariche libere, nelle fibre ottiche densit`a di carica e densit`a
di corrente J sono nulle.
Le relazioni costitutive invece descrivono il legame tra i vettori D, E, B e H:
D = 0 E + P
(3.5)
B = 0 H + M
(3.6)
B=
1 E
P
+ 0
2
c t
t
1 2E
2P
0
c2 t2
t2
(3.7)
cio`e interpretiamo il mezzo come un sistema la cui risposta impulsiva e` la sua suscettivit`a.
Ricordando che la costante dielettrica relativa di un materiale e` legata alla sua suscettivit`a
attraverso
=1+X
(3.9)
12
Equazioni di Maxwell
(3.10)
e =0
e ) () E
E(r,
c2
(3.11)
(3.12)
() =
Im[Xe()]
nc
(3.13)
(3.14)
Questo ci consente di applicare ulteriori semplificazioni allequazione (3.11). Rimpiazziamo per prima cosa () con n2 (), passaggio giustificato dalle basse perdite nel range
di lunghezze donda di interesse. In secondo luogo, essendo n() indipendente dalle
coordinate spaziali sia nel core che nel cladding (nelle fibre a salto dindice), possiamo
scrivere
E = ( E) 2 E = 2 E
(3.15)
dato che D = E = 0. Mettendo insieme queste informazioni con (3.11) otteniamo
2 e
E=0
c2
Possiamo utilizzare (3.15) anche per riscrivere (3.7) nella seguente forma:
e + n2 ()
2 E
2 E
1 2E
2P
=
0
c2 t2
t2
(3.16)
(3.17)
Conviene ora riscrivere il campo magnetico e vettore polarizzazione nel seguente modo
i
1 h
E(r, t) = x
E(r, t)ei0 t + E(r, t)ei0 t
2
(3.18)
i
1 h
P(r, t) = x
P (r, t)ei0 t + P (r, t)ei0 t
(3.19)
2
dove x
e` il verso di polarizzazione, in maniera tale che E(r, t) e P (r, t) rappresentino
linviluppo dellonda incidente e della polarizzazione indotta.
13
Equazioni di Maxwell
(3.20)
(3.21)
c
Questultima si puo` risolvere con il metodo di separazione delle variabili, ipotizzando
una soluzione del tipo
e=0
e + ()k0 2 E
2 E
k0 =
e 0 ) = F (x, y)A(z,
e 0 )ei0 z
E(r,
(3.22)
()
F =0
(3.23)
0
x2
y 2
e
A
e=0
2i0
+ 2 () 0 2 A
(3.24)
z
e per lipotesi fatta di
In questo ultimo passaggio si e` trascurata la derivata seconda di A
lenta variabilit`a.
La costante dielettrica del materiale () puo` essere approssimata da
n2 + 2nn
n =
i
2k0
(3.25)
e che diventa
per tener conto delle perdite. Questo pero` introduce una variazione su ,
e
()
= () +
(3.26)
+ A=0
(3.28)
z
t
2 t2
6 t3
2
Dato che il termine 1 e` responsabile solamente della velocit`a di gruppo, cio`e quella
alla quale si muove limpulso, studiando il fenomeno in un sistema di coordinate che
si muove a questa velocit`a, possiamo rimuoverlo da (3.28). Lequazione che descrive la
propagazione di un impulso nelle fibre ottiche e` quindi:
A i2 2 A 3 3 A
+
+ A=0
z
2 2
6 3
2
14
(3.29)
3.3
Metodo di soluzione
Metodo di soluzione
(3.31)
kU
tk
= (i)k F{U }
(3.32)
(3.33)
e
U
=
e
U
Z
i
2 2
e (z, ) = U
e (0, ) exp
U
3 3
(3.34)
2 2
3 3
i
i
z
2
6
(3.35)
2
3
2
3
D(z)
= exp i
i
z ,
2
6
(3.37)
U (0, t)
D(z)
F{}
e (0, )
U
F1 {}
e (z, )
U
U (z, t)
15
3.4
Soluzione numerica
Soluzione numerica
Soluzioni in forma chiusa per (3.29) esistono solamente per casi specifici, e, generalmente,
solamente se si trascurano i termini di ordine superiore al secondo. E` importante quindi
sviluppare metodi numerici che permettono di simulare in maniera affidabile e veloce i
fenomeni finora presentati.
Lalgoritmo che verr`a descritto in questa sezione e` una semplificazione del cosidetto
Split-Step Fourier method, studiato per risolvere la versione non lineare di (3.29).
3.4.1
Descrizione dellalgoritmo
Lidea sulla quale si basa il metodo Split-Step e` quella di considerare indipendenti gli
effetti lineari e non lineari su un breve tratto di fibra.
(z) simile a (3.37) che risolve la sola parte
Supponendo di conoscere un operatore N
non lineare dellequazione, la soluzione sar`a cos` determinata:
1. Separare la fibra in m sezioni di lunghezza h piccola.
2. Calcolare la trasformata di Fourier dellimpulso iniziale attraverso lalgoritmo FFT.
U (0, t)
FFT
D(h)
e (0, )
U
D(h)
e (k h, )
U
e (m h, ) IFFT U (z, t)
U
D(h)
16
Simulazioni
4.1
Introduzione
2 (ps2 /km)
0
-3.0
-4.7
-4.7
101.6
3 (ps3 /km)
0.091
0.091
0.133
0.051
-0.191
17
Capitolo 4. Simulazioni
4.2
Impulsi Gaussiani
Impulsi Gaussiani
Il primo tipo di impulsi che consideriamo sono gli impulsi Gaussiani, cio`e del tipo
t2
.
(4.1)
U (0, t) = exp
2T0 2
Un parametro piu` comune per caratterizzare (4.1) e` il parametro di durata a mezza altezza
(full-width half-maximum, FWHM), che, per impulsi Gaussiani, e` legato a T0 nel seguente
modo:
T0
|2 |
(4.3)
Questo parametro ci d`a unidea sulla distanza alla quale non sono piu` trascurabili gli
effetti della dispersione.
4.2.1
Evoluzione dellimpulso
Per questo tipi di impulsi possiamo risolvere (3.29) ponendo il termine del terzo ordine a
0. Troviamo che la forma dellimpulso dopo essersi propagato per una distanza z e` data
da
T0
t2
p
U (z, t) =
exp
.
(4.4)
2(T0 2 i2 z)
T0 2 i2 z
La sua larghezza alla distanza z e` quindi esprimibile nel seguente modo
s
z2
T (z) = T0 1 +
LD 2
(4.5)
Ora che abbiamo derivato (4.4) e (4.5) possiamo confrontare i risultati delle simulazioni
con quelli teorici.
Per prima cosa, andiamo ad osservare Figura [4.1], che rappresenta levoluzione di
un impulso con picco di potenza pari a 1mW, TFWHM = 20 ps, a vari multipli interi della
lunghezza di dispersione: possiamo vedere come soluzione analitica (rappresentata con
dei marcatori a forma di asterisco) e sperimentale coincidano perfettamente.
Nota Nella scrittura dellalgoritmo usato per le simulazioni presenti in questo capitolo
e` stato necessario tener conto delle problematiche dellalgoritmo FFT implementato da
MATLAB [5]. In questo caso, dovendo maneggiare dei set di dati in continua evoluzione,
e` stato essenziale fornire una finestra temporale di dimensione tale che limpulso che
si vuole analizzare, nellallargarsi, non vada a raggiungerne gli estremi. Se questa
18
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
Power [mW]
0.8
0.6
0.4
0.2
0
40
20
5
4
3
2
20
1
Normalized time
40
Distance z/Ld
Figura 4.1: Evoluzione di un impulso Gaussiano a multipli interi della lunghezza di dispersione
LD . La soluzione analitica, data da (4.4), e` rappresentata dai marcatori a forma di asterisco.
19
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
condizione non viene soddisfatta, lalgoritmo FFT introdurr`a delle distorsioni di forma
oscillatoria, dovute al fatto che lalgoritmo assume una periodicit`a implicita, e quindi il
segnale che esce da un lato della finestra di integrazione rientrer`a dal lato opposto. Un
esempio di questo effetto e` osservabile in Figura [4.2], risultato della stessa simulazione
di Figura [4.1] ma con una finestra temporale dimezzata.
Power [mW]
0.8
0.6
0.4
0.2
0
10
5
4
0
3
2
5
Normalized time
1
10
Distance z/L
Figura 4.2: Effetto di distorsione introdotto dallalgoritmo FFT dovuto alla dimensione
insufficiente della finestra temporale utilizzata.
4.2.2
Fattore di allargamento
Come visto piu` volte, ed ora anche mostrato in Figura [4.1], leffetto con cui si manifesta
la dispersione cromatica e` lallargamento dellimpulso ottico inviato nella fibra. Un
parametro utile per caratterizzare questo allargamento e` detto fattore di allargamento
(broadening factor, BF), che e` dato dal rapporto tra la larghezza dellimpulso dopo essersi
propagato per una certa distanza e quella iniziale. Nel caso Gaussiano vale
"
#1
T (z)
2 z 2 2
BF =
= 1+
.
T0
T0 2
20
(4.6)
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
Simulation
Theoretical Result
4.5
4
3.5
z/0
3
2.5
2
1.5
1
0.5
0
3
Distance z/Ld
Figura 4.3: Fattore di allargamento al variare della distanza per impulsi Gaussiani. Risultati
analitici (cerchi) e sperimentali (linea continua).
Larghezza RMS Va fatto notare come, nellottenere i risultati numerici, non sia possibile
estrarre il parametro T (z) da una serie di dati, e quindi si debba usare il valore root-meansquare (RMS) per approssimare la larghezza di un impulso. La larghezza RMS e` definita
come segue:
q
=
Z
hT 2 i hT i2
(4.7)
tp |U (z, t)|2 dt
hT p i = Z+
(4.8)
2
|U (z, t)| dt
Per calcolare gli integrali in (4.8) invece si e` fatto uso dei metodi di approssimazione
trapezoidale messi a disposizione da MATLAB [5].
21
Capitolo 4. Simulazioni
4.2.3
Impulsi Gaussiani
T0 3
|3 |
(4.9)
Nelle stesse condizioni della simulazione di Figura [4.1], ma con 2 = 0 e 3 > 0, e` stata
generata Figura [4.4]. Come prima considerazione, possiamo notare come la forma della
gaussiana venga alterata introducendo delle piccole oscillazioni in testa allimpulso, a
differenza del caso studiato precedentemente. Infatti, come notiamo in (4.4), limpulso
rimane di forma Gaussiana quando 3 = 0.
Se invece scegliamo un valore 3 < 0, le oscillazioni si spostano in coda allimpulso,
come si puo` vedere da Figura [4.5].
22
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
Power [mW]
0.8
0.6
0.4
0.2
0
20
10
5
4
3
2
10
1
Normalized time
20
Distance z/Ld
Figura 4.4: Evoluzione di un impulso Gaussiano in una fibra con 2 = 0, 3 > 0, a distanze
multiple della lunghezza di dispersione (4.9).
23
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
Power [mW]
0.8
0.6
0.4
0.2
0
20
10
5
4
3
2
10
1
Normalized time
20
Distance z/Ld
Figura 4.5: Evoluzione di un impulso Gaussiano in una fibra con 2 = 0, 3 < 0, a distanze
multiple della lunghezza di dispersione (4.9).
24
Capitolo 4. Simulazioni
4.2.4
Impulsi Gaussiani
Nei tipi di fibre piu` comuni difficilmente si riesce ad ottenere un valore 2 nullo con
assoluta precisione. Per questo motivo e` interessante vedere come entrambi i coefficienti
di dispersione agiscono assieme. Per fare cio` si e` simulata una trasmissione con i seguenti
parametri:
Larghezza FHWM 5 ps
Distanza 200 km
Fibra DS (con 2 leggermente diverso da 0)
I risultati sono osservabili in Figura [4.6]: una piccola variazione di 2 rispetto allo zero
arriva quasi a far raddoppiare il BF.
1
2 = 0.05 3 = 0.000
2 = 0.00 3 = 0.091
0.9
2 = 0.05 3 = 0.091
0.8
0.7
z / 0 = 3.59
Power [mW]
0.6
z / 0 = 1.85
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
15
10
10
15
20
Time [ps]
Figura 4.6: Effetto combinato di 2 e 3 in una fibra DS con 2 leggermente diverso da zero.
Limpulso ha larghezza iniziale 5 ps ed e` stato trasmesso per 200 km.
4.2.5
Modulazione OOK
Per simulare la trasmissione di dati faremo uso della modulazione On-Off Keying (OOK),
cio`e una modulazione binaria che fa uso delle seguenti forme donda:
S0 (t) = 0
S1 (t) = A (t)
25
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
0.8
0.6
0.4
0.2
0
2.5
1.5
0.5
0
t/Tbit
0.5
1.5
2.5
4.2.6
Diagrammi ad occhio
Uno strumento molto usato in pratica per valutare la qualit`a di una trasmissione digitale
e` il diagramma ad occhio. Il diagramma ad occhio e` ottenuto sovraimponendo tutte le
possibili sequenze di bit ricevute. In questo modo risulta facile valutare parametri come
ISI, o la robustezza del sistema a problemi di sincronizzazione.
In Figura [4.8] sono rappresentati i diagrammi ad occhio per una trasmissione OOK a
10 Gbit/s in una fibra TW. La linee rosse tratteggiate rappresentano il livello minimo
di potenza ricevuta nel caso di trasmissione di un 1 e quello massimo nel caso di
trasmissione di uno 0. Notiamo come, allaumentare della distanza, questi due livelli
si avvicinino: questo e` leffetto dellinterferenza intersimbolica, che si puo` quantificare
attraverso un parametro chiamato Eye Opening (EO), calcolato nel seguente modo:
EO = 10log10
P1,min
P0,max
(4.10)
Ripetendo la stessa simulazione di Figura [4.8] ma con una fibra LEAF, in Figura [4.9]
possiamo vedere come, a parit`a di distanza, l EO sia molto piu` piccolo (cio`e il diagramma
e` piu` chiuso e i due livelli sono piu` vicini). Questo e` dovuto al valore maggiore (in
modulo) del parametro 2 per fibre LEAF. Gli andamenti dei due EO sono rappresentati
in Figura [4.10].
26
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
Distance L = 50 km
Distance L = 100 km
4
3
4
2
2
0
1
1
Distance L = 150 km
Distance L = 200 km
3
2
2
1.5
1
0.5
0
Figura 4.8: Diagramma ad occhio per trasmissione OOK a 10 Gbit/s (Tbit = 100 ps) utilizzando
un impulso Gaussiano con larghezza FWHM di 20 ps in una fibra TW.
27
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
Distance L = 50 km
Distance L = 100 km
5
2.5
1.5
0.5
Distance L = 150 km
2
1.5
1.5
0.5
0.5
1
Distance L = 200 km
Figura 4.9: Diagramma ad occhio per trasmissione OOK a 10 Gbit/s (Tbit = 100 ps) utilizzando
un impulso Gaussiano con larghezza FWHM di 20 ps in una fibra LEAF.
28
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
150
TW
LEAF
100
50
0
50
100
150
200
250
Distance [km]
29
300
Capitolo 4. Simulazioni
4.2.7
Impulsi Gaussiani
25
20
15
10
50
100
150
Distance [km]
200
250
300
Figura 4.11: Limite sul bitrate per trasmissione su fibra TW al variare della larghezza FWHM per
un impulso Gaussiano.
30
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
30
FWHM = 20 ps
FWHM = 25 ps
FWHM = 30 ps
25
20
15
10
50
100
150
Distance [km]
200
250
300
Figura 4.12: Limite sul bitrate per trasmissione su fibra LEAF al variare della larghezza FWHM
per un impulso Gaussiano.
4.2.8
Compensazione
Nella sezione [2.4] abbiamo brevemente discusso su come sia possibile progettare fibre
con alto 2 in modo che, se inserite dopo una connessione con 2 di segno opposto,
riescano a compensare leffetto di allargamento dellimpulso. Intuitivamente, si puo`
pensare al fenomeno nella seguente maniera:
supponiamo di avere un tratto di fibra di lunghezza L1 e con 2 1 > 0. Abbiamo visto
che in questo caso le lunghezze donda piu` grandi si propagano piu` velocemente, e quindi
alla fine della fibra avranno accumulato un certo anticipo, mentre quelle piu` piccole
avranno subito un certo ritardo. Se limpulso risultante entra in una seconda fibra con
2 2 < 0 e in modulo molto grande, allora dopo una piccola lunghezza L2 (rispetto a L1 ),
le lunghezze donda piu` piccole avranno recuperato il ritardo che avevano accumulato
alla fine della prima fibra, e le lunghezze donda piu` grandi saranno state rallentate fino
a perdere completamente il loro anticipo, ripristinando totalmente la forma dellimpulso
trasmesso. Questo risultato deriva dalla linearit`a di (3.29):
Z +
1
i
2
e
U (0, ) exp (2 1 L1 + 2 2 L2 ) it d
(4.12)
U (L1 + L2 , t) =
2
2
Se facciamo in modo che
2 1 L1 + 2 2 L2 = 0
(4.13)
1
2
31
(4.14)
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
Per testare questo fenomeno si e` simulata una trasmissione OOK a 25Gbit/s (Tbit = 40
ps) su L1 = 100 km di fibra NZDS (2 1 = -4.7) con impulso di larghezza FWHM di 20
ps e potenza 1 mW. Il diagramma ad occhio per questa prima parte del collegamento e`
riportato in Figura [4.13]. Per compensare leffetto della fibra NZDS si e` scelto invece di
usare una fibra DCF (2 2 = 101.6). Risolvendo (4.13) con i dati che abbiamo a disposizione
troviamo che e` necessario un tratto di fibra DCF di lunghezza
L2 =
L1 2 1
' 4.6km
2 2
(4.15)
Possiamo vedere da Figura [4.14] come lEO sia stato completamente ripristinato.
0.5
0.45
0.4
0.35
0.3
0.25
0.2
0.15
0.1
0.05
0
1
Figura 4.13: Diagramma ad occhio per trasmissione OOK a 25Gbit/s su fibra NZDS con impulso
Gaussiano di larghezza FWHM pari a 20 ps alla distanza di 100 km.
32
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
1
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
1
Figura 4.14: Diagramma ad occhio compensato attraverso fibra DCF per una trasmissione OOK
a 25Gbit/s su fibra NZDS con impulso Gaussiano di larghezza FWHM pari a 20 ps.
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
DCF in cascata, limpulso subisce un inclinazione verso sinistra che puo` contribuire alla
diminuzione dell EO nel punto di campionamento.
10
Initial pulse
Compensated
9
8
Power [mW]
7
6
5
4
3
2
1
0
15
10
0
Time [ps]
10
15
Figura 4.15: Effetto della dispersione del terzo ordine nella compensazione con fibra DCF e
impulsi Gaussiani.
34
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi Gaussiani
10
Initial pulse
Compensated
9
8
Power [mW]
7
6
5
4
3
2
1
0
15
10
0
Time [ps]
10
15
Figura 4.16: Effetto della dispersione del terzo ordine nella compensazione con fibra DCF e
impulsi Gaussiani dopo 5 collegamenti NZDS-DCF.
35
Capitolo 4. Simulazioni
4.3
Impulsi super-Gaussiani
Impulsi super-Gaussiani
4.3.1
(4.16)
Evoluzione dellimpulso
Andiamo a vedere modo simile a quanto fatto per limpulso Gaussiano come evolve
limpulso nel propagarsi in una fibra. In Figura [4.17] osserviamo come allaumentare del
parametro m i fianchi dellimpulso diventino piu` ripidi, e come, sempre allaumentare
di m, limpulso si allarghi piu` rapidamente.
1
1
z/Ld = 0
0.9
z/Ld = 0
0.9
z/L = 1
z/L = 1
d
z/Ld = 2
0.8
z/Ld = 2
0.7
z/Ld = 3
0.7
z/Ld = 3
Power [mW]
Power [mW]
0.8
0.6
0.5
0.4
0.6
0.5
0.4
0.3
0.3
0.2
0.2
0.1
0.1
0
10
0
5
Normalized time t/T0
0
10
10
0
5
Normalized time t/T0
10
4.3.2
Fattore di allargamento
4.3.3
Anche nel caso in cui consideriamo 3 6= 0, le considerazioni da fare sono molto simili.
Infatti, come vediamo da Figura [4.19], leffetto oscillatorio che avevamo nel caso Gaus36
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi super-Gaussiani
14
m=1
m=2
m=3
m=4
m=5
12
z / 0
10
2
3
Distance z/Ld
siano semplice e` molto piu` accentuato a parit`a di distanza. Possiamo anche valutare
questo effetto andando ad osservare il grafico per il BF in Figura [4.20].
37
Capitolo 4. Simulazioni
Impulsi super-Gaussiani
Power [mW]
1.5
0.5
0
40
20
5
4
3
2
20
1
Normalized time
40
Distance z/Ld
18
m=1
m=2
m=3
m=4
m=5
16
14
z / 0
12
10
8
6
4
2
0
2
3
Distance z/Ld
Figura 4.20: Effetto del termine 3 sul BF per impulsi super-Gaussiani al variare di m.
38
Capitolo 4. Simulazioni
4.3.4
Impulsi super-Gaussiani
Ripetiamo alcune delle simulazioni viste nel caso di impulsi Gaussiani semplici mantenendo invariati i parametri. In Figura [4.21] sono stati generati i diagrammi ad occhio a
diverse distanze in una fibra TW, mentre in Figura [4.22] notiamo leffetto del termine
del terzo ordine dopo L1 = 100 km di fibra NZDS e L2 ' 4.6 km di fibra DCF. Rispetto al
caso Gaussiano semplice, notiamo un peggioramento sia per quanto riguarda lEO, che
per la compensazione dellimpulso.
Distance L = 50 km
Distance L = 100 km
Distance L = 150 km
Distance L = 200 km
2
1.5
1.5
1
0.5
0.5
Figura 4.21: Diagramma ad occhio per una trasmissione a 10 Gbit/s per impulso super-Gaussiano
di ordine 2 (TFWHM = 50 ps) in una fibra TW.
39
Capitolo 4. Simulazioni
12
Initial pulse
Compensated
Power [mW]
10
0
15
10
0
Time [ps]
10
15
Figura 4.22: Effetto del termine 3 nella compensazione di un impulso super-Gaussiano di ordine
2 di larghezza 5 ps con una fibra DCF.
4.4
Nel campo delle comunicazioni digitali, limpulso a coseno rialzato (raised-cosine, rc) e`
uno degli impulsi piu` utilizzati grazie ad alcune sue propriet`a:
Garantisce lassenza di ISI (in canali non dispersivi) nel punto di campionamento.
Attraverso una accurata scelta del rolloff-factor R permette di stabilire un compromesso tra banda occupata e durata del segnale.
E` piu` facilmente realizzabile rispetto allimpulso sinc.
La sua rappresentazione matematica e` data dalla seguente espressione:
tR
cos
t
T
Urc (0, t) = sinc
,
T
2Rt 2
1
T
(4.17)
dove T e` il tempo di bit e R [0, 1] il rolloff-factor. In Figura [4.23] notiamo come, negli
instanti di campionamento adiacenti, limpulso valga 0.
40
Capitolo 4. Simulazioni
R = 0.30
R = 0.50
R = 1.00
0.8
0.6
0.4
0.2
0
Time t/T
4.4.1
41
Capitolo 4. Simulazioni
10
0 Ld
9
1 Ld
2 Ld
3L
Power [mW]
7
6
5
4
3
2
1
0
3
0
Time t/T
Figura 4.24: Evoluzione di |Urc (z, t)| con fattore di rolloff R = 0.5.
5
4.5
4
3.5
z / 0
3
2.5
2
1.5
1
Raised Cosine
Gaussian
0.5
0
3
Distance z/Ld
Figura 4.25: Confronto del BF tra impulso Gaussiano e a coseno rialzato a parit`a di larghezza
iniziale.
42
Capitolo 4. Simulazioni
2 = 0.05 3 = 0.000
0.9
2 = 0.00 3 = 0.091
z / 0 = 1.15
0.8
2 = 0.05 3 = 0.091
Power [mW]
0.7
0.6
0.5
0.4
/ = 2.12
0.3
0.2
0.1
0
20
15
10
0
Time [ps]
10
15
Figura 4.26: Impatto del termine 2 sul fattore di allargamento su fibra DS per impulsi a coseno
rialzato con tempo di bit pari a 5 ps.
43
20
Capitolo 4. Simulazioni
4.4.2
Diagrammi ad occhio
Per confermare come limpulso a coseno rialzato si presti meglio alla trasmissione su
fibra ottica rispetto a quello Gaussiano possiamo ricorrere ai diagrammi ad occhio e
valutarne lEO. Le simulazioni successive sono state eseguite con gli stessi parametri di
quelle del caso Gaussiano (fibre TW e LEAF, stessa distanza di propagazione), ma con
un tempo di bit dimezzato, e quindi un bitrate doppio.
In Figure [4.27] e [4.28] sono raffigurati i diagrammi ad occhio per trasmissioni
rispettivamente su fibra TW e LEAF, e in Figura [4.29] il grafico dellEO per le due
tipologie di fibre. Confrontando questi ultimi grafici con Figure da [4.8] a [4.10], possiamo
vedere come, benche si operi ad un bitrate doppio, questi parametri siano paragonabili.
Distance L = 50 km
Distance L = 100 km
10
10
Distance L = 150 km
10
2
1
Distance L = 200 km
10
Figura 4.27: Trasmissione su fibra TW con impulso a coseno rialzato (R = 0.5) e bitrate di 20
Gbit/s.
44
Capitolo 4. Simulazioni
Distance L = 50 km
Distance L = 100 km
10
10
Distance L = 150 km
10
2
1
Distance L = 200 km
10
Figura 4.28: Trasmissione su fibra LEAF con impulso a coseno rialzato (R = 0.5) e bitrate di 20
Gbit/s.
45
Capitolo 4. Simulazioni
45
TW
LEAF
40
35
30
25
20
15
10
5
0
5
50
100
150
Distance [km]
200
250
300
Figura 4.29: Andamento dell Eye-Opening per le trasmissioni di Figure [4.27] e [4.28].
4.4.3
Compensazione
Ci mettiamo nella stessa situazione di sezione [4.2.8], ma andando a valutare direttamente il caso in cui i valori di 3 per i due tipi di fibra sono non nulli. Ricapitolando,
consideriamo prima un collegamento di 100 km di fibra NZDS seguita da circa 4.6 km di
DCF, e poi la cascata di 5 collegamenti di questultimo tipo.
In questo caso, in entrambe le situazioni, i risultati sono piuttosto simili a quelli di
Figure [4.15] e [4.16], con la piccola differenza dellaccentuazione della lieve oscillazione
in coda allimpulso in Figure [4.30] e [4.31].
46
Capitolo 4. Simulazioni
10
Initial pulse
Compensated
9
Power [mW]
0
15
10
0
Time [ps]
10
Figura 4.30: Effetto della dispersione del terzo ordine nella compensazione con fibra DCF e
impulsi a coseno rialzato.
47
15
Capitolo 4. Simulazioni
10
Initial pulse
Compensated
9
Power [mW]
0
15
10
0
Time [ps]
10
Figura 4.31: Effetto della dispersione del terzo ordine nella compensazione con fibra DCF e
impulsi a coseno rialzato dopo 5 collegamenti NZDS-DCF.
48
15
Capitolo 4. Simulazioni
4.5
In questa ultima sezione verranno brevemente trattati gli impulsi a secante iperbolica,
importanti in quanto possono essere utilizzati per modellare in maniera accurata certi
tipi di impulsi laser con particolari propriet`a. La forma dellimpulso a secante iperbolica
(sech) e` descritta dalla semplice equazione:
t
(4.18)
Usech (0, t) = sech
T0
In maniera simile al caso Gaussiano, si puo` caratterizzare un impulso sech attraverso
la sua larghezza FWHM piuttosto che T0 . Le due quantit`a sono legate dalla seguente
relazione:
TFWHM = 2 ln 1 + 2 T0 ' 1.763 T0 .
(4.19)
4.5.1
Come fatto nel caso dellimpulso a coseno rialzato, andiamo a confrontare limpulso sech
con il caso Gaussiano. In Figura [4.33] possiamo vedere come, a parit`a di FWHM, limpulso sech sia caratterizzato da fianchi con pendenza minore rispetto a quello Gaussiano,
fatto che giustifica il suo BF nettamente inferiore a parit`a di distanza.
10
9
z = 0 Ld
z=2L
z = 1 Ld
d
z = 3 Ld
Power [mW]
7
6
5
4
3
2
1
0
0
Time t/T
Figura 4.32: Evoluzione di |Usech (z, t)| a multipli interi della distanza di dispersione.
49
Capitolo 4. Simulazioni
1
Sech
Gaussian
0.9
Sech
Gaussian
3.5
0.8
0.7
z/0
Power [mW]
2.5
0.6
0.5
0.4
2
1.5
0.3
1
0.2
0.5
0.1
0
3
0
Time t/T0
2
3
Distance z/Ld
Figura 4.33: Confronto tra impulsi sech e Gaussiani (sinistra) e rispettivi BF (destra) a parit`a di
larghezza FWHM.
50
Capitolo 4. Simulazioni
FWHM = 3 ps
1
z = 80 km
z = 160 km
z = 240 km
0.8
0.8
0.7
0.7
0.6
0.6
0.5
0.5
0.4
0.4
0.3
0.3
0.2
0.2
0.1
0.1
0
15
10
0
Time t [ps]
10
z = 80 km
z = 160 km
z = 240 km
0.9
Power [mW]
Power [mW]
0.9
0
15
15
10
0
5
Time t [ps]
10
15
Figura 4.34: Effetto di entrambi i termini 2 e 3 in una fibra DS a varie distanze su impulsi
FWHM di 5 ps (sinistra) e 3 ps (destra).
51
20
Capitolo 4. Simulazioni
2 = 0.05 3 = 0.000
2 = 0.00 3 = 0.091
0.9
= 0.05 = 0.091
2
0.8
Power [mW]
0.7
z / 0 = 1.03
0.6
z / 0 = 1.30
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
10
0
Time [ps]
10
Figura 4.35: Impatto del termine 2 sul fattore di allargamento su fibra DS per impulso sech con
FWHM di 5 ps.
52
Capitolo 4. Simulazioni
4.5.2
Diagrammi ad occhio
Distance L = 100 km
3
2
2
0
1
1
Distance L = 150 km
Distance L = 200 km
2.5
2
2
1.5
1
0.5
0
Figura 4.36: Diagramma ad occhio per trasmissione OOK a 10 Gbit/s (Tbit = 100 ps) utilizzando
un impulso sech con larghezza FWHM di 20 ps in una fibra TW.
53
Capitolo 4. Simulazioni
Distance L = 50 km
Distance L = 100 km
4
2
3
2
1
0
Distance L = 150 km
Distance L = 200 km
2.5
2
2
1.5
1.5
1
0.5
0.5
Figura 4.37: Diagramma ad occhio per trasmissione OOK a 10 Gbit/s (Tbit = 100 ps) utilizzando
un impulso sech con larghezza FWHM di 20 ps in una fibra LEAF.
54
Capitolo 4. Simulazioni
150
TW
LEAF
100
50
0
50
100
150
200
250
Distance [km]
55
300
Capitolo 4. Simulazioni
4.5.3
Compensazione
Come nel caso del coseno rialzato, consideriamo da subito leffetto del termine del terzo
ordine, in quanto 2 risulta completamente compensato soddisfando (4.13). I parametri
della simulazione rimangono invariati:
1. 100 km di fibra NZDS seguiti da circa 4.6 km di fibra DCF.
2. Durata FWHM dellimpulso pari a 5 ps.
3. Cascata di 5 collegamenti descritti al punto 1
Sia nella situazione del punto 1 (Figura [4.39]) che in quello del punto 3 (Figura [4.40]), le
alterazioni dovute alla mancanza di compensazione del termine del terzo ordine sono
comparabili a quelle del caso Gaussiano e del coseno rialzato, pertanto valgono le stesse
considerazioni fatte in sezione [4.2.8].
10
Initial pulse
Compensated
9
8
Power [mW]
7
6
5
4
3
2
1
0
15
10
0
Time [ps]
10
Figura 4.39: Effetto della dispersione del terzo ordine nella compensazione con fibra DCF e
impulsi sech.
56
15
Capitolo 4. Simulazioni
10
Initial pulse
Compensated
9
8
Power [mW]
7
6
5
4
3
2
1
0
15
10
0
Time [ps]
10
Figura 4.40: Effetto della dispersione del terzo ordine nella compensazione con fibra DCF e
impulsi sech dopo 5 collegamenti NZDS-DCF.
57
15
Conclusioni
Sono stati analizzati e simulati i vari effetti della dispersione cromatica in diversi casi
di trasmissione digitale, focalizzando lattenzione sui tipi di fibre ottiche piu` utilizzati
nelle moderne reti di telecomunicazioni, oltre che metodi per migliorare le prestazioni
delle comunicazioni affette da questo fenomeno fisico. E` stata inoltre fatta unanalisi
sulle propriet`a di diversi tipi di impulsi e il loro impatto sulla prestazione dei sistemi di
comunicazione ottici.
59
Bibliografia
[1] G.P. Agrawal. Nonlinear Fiber Optics. Optics and Photonics. Elsevier Science, third
edition, 2001.
[2] G.P. Agrawal. Fiber-Optic Communication Systems. Wiley Series in Microwave and
Optical Engineering. Wiley, third edition, 2002.
[3] N. Benvenuto and M. Zorzi. Principles of Communications Networks and Systems. Wiley,
2011.
[4] B. Collings, F. Heismann, and G. Lietaert. Reference Guide to Fiber Optic Testing - Volume
2. JDSU, 2010.
[5] MATLAB. version 8.3.0 (R2014a). The MathWorks Inc., Natick, Massachusetts, 2014.
[6] F. Mitschke. Fiber Optics - Physics and Technology. Springer, 2010.
[7] J.P. Powers. An Introduction to Fiber Optic Systems. Irwin, second edition, 1997.