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Ars antiqua

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Con il termine Ars Antiqua (o Ars Vetus) indicato quel periodo convenzionale della Storia della musica
anteriore alla riforma musicale detta ars nova iniziata nel XIV secolo da Philippe de Vitry e da Marchetto da
Padova.
Indice
1 Storia
1.1 Prima fase
1.2 Seconda fase
2 Voci correlate
3 Bibliografia

Storia
Nel 1150 nasce la prima grande scuola pitagorica europea ovvero la scuola di Notre Dame, o Ars antiqua, che
sarebbe nata a Parigi intorno alla Cattedrale di Notre Dame. Questa scuola dar luogo anche ad una prima grande
esperienza contrappuntistica che verr chiamata ars antiqua per distinguerla dall'Ars nova, che sar un altro grande
movimento polifonico che nascer nel Trecento e che si contrapporr all'Ars Antiqua. La Scuola di Notre Dame si
svilupp tra il 1150 e il 1320. All'interno di questo periodo possibile distinguere due grandi fasi:
1 fase: 1150-1260;
2 fase: 1260-1320;

Prima fase
Compaiono i primi nomi di musicisti. I primi due musicisti menzionati nella storia della musica europea sono:
Magister Leoninus e Magister Perotinus (quest'ultimo chiamato anche optimus discantor, perch componeva
soprattutto clausolae in stile di discanto che piacevano molto). Il primo scrisse il Magnus Liber organi, che
contiene un ciclo di graduali, responsi e alleluja a due voci per l'intero anno liturgico. Il secondo aggiunse una terza
voce alle opere di Leonino. Questi compositori compongono negli stili di organum e di discanto.
Esemplificando, un canto gregoriano pu essere paragonato ad una retta divisibile in sezioni(o sequenze). Vi era,
infatti, una prima parte del canto gregoriano, cantata in cantus planus dal coro dei fedeli, a cui faceva seguito una
seconda sequenza, in polifonia, che non poteva essere cantata dai fedeli perch presupponeva un maggior
professionismo. Poi c'era una terza sezione che era ancora in cantus planus, quindi cantata dal coro dei fedeli. Infine
poteva esserci un'ultima sezione, data in polifonia. Le sezioni interne venivano messe in polifonia in stile di organuum
melismatica. La parte finale di un canto gregoriano si chiamava clausula (= chiusura) ed aveva circa 20 note. Se si
fosse data la clausola, l'allungamento delle venti note avrebbe determinato una sezione enormemente grande, pi
grande di tutto ci che veniva prima. Quindi, nella clausola, si introdusse lo stile di disegno nello stile di discanto: le
note del tenor procedevano molto pi rapidamente che nello stile di organuum, cio non venivano allungate, ma

procedevano con una certa rapidit.


Il risultato fu che la clausula piaceva perch in essa si percepiva il gioco contrappuntistico, cio la presenza di due
voci che camminavano abbastanza velocemente, anche se il tenor camminava pi lentamente rispetto alla voce
superiore, ma pur sempre con una certa rapidit. La clausola diventa l'oggetto dell'interesse tanto del compositore
quanto del fedele che ama ascoltare queste sezioni pi movimentate. Accade quello che era avvenuto con i tropi di
complemento cio la clausula si stacca dal canto gregoriano e diventa un canto autonomo, fermo restando che le
note del tenor sono quelle della parte finale di un canto gregoriano. A questo punto si pose un problema, cio finch
si era alla fine di un canto la parola domino aveva un significato perch era la conclusione di un testo di un canto
gregoriano. Nel momento in cui domino il testo del tenor su cui si costruisce un canto staccato, questo canto non
ha pi un senso. Si risolve il problema dando un testo alla seconda voce detta Mottetus, nome che venne a
designare la forma del mottetto che deriva dalla clausola, proprio perch una clausola polifonica, che si staccata
dal canto originale ed diventato un canto autonomo. Per dare un senso a questo canto si dato un testo alla
seconda voce. In un primo momento il testo del mottetus era collegato alla parola del tenor, quindi il testo del
mottetus parlava di dominus cio di Dio. Dunque, partendo da un testo coerente, si aggiunse in seguito una terza
voce che ha il suo testo. Si costruiscono, cos, mottetti in cui c' il tenor che ha, come testo, la parola domino, la
seconda voce detta mottetus o duplum che aveva il suo testo e la terza voce detta triplum che aveva un suo testo. Il
titolo di un mottetto molto strano perch ha l'inizio della terza voce, l'inizio della seconda voce e il testo del tenor.
Ad esempio: Dominus eternus (inizio della terza voce) Domino (inizio della 2 voce), Domino (testo del tenor),
cio si trovano tre parole o pi che segnano gli inizi delle tre voci di un mottetto.
Finch il mottetto rest in ambito sacro non ci furono problemi: si dava alle voci superiori un testo che faceva
riferimento alla parola conclusiva della clausola. Il problema nacque quando il mottetto diventa una forma profana.
A questo punto accade che i testi che vengono aggiunti sul tenor gregoriano originale sono testi in lingua francese e
in lingua volgare di contenuto profano. Accade che si hanno mottetti profani sull'antica clausola gregoriana. Il
mottetto diventa, dunque, una forma politestuale e plurilinguistica. Ebbe un vantaggio: favor l'idea della presa
autonomia di ciascuna voce, cio ogni voce era concepita con totale autonomia rispetto alle altre.

Seconda fase
Nella seconda fase le clausole si staccano dal canto originale e diventano mottetti. Ci furono, per, delle novit
anche dal punto di vista ritmico. Nel 1260 venne scritto un trattato che si intitolava ars cantus mensurabilis (arte
del canto misurato) scritto da Francone da Colonia, che segn il passaggio alla nostra concezione della misura del
tempo. Fino a quando il canto aveva due voci, il tenor era una nota tenuta, quindi si sentiva una prima voce che
procedeva per valori lunghi e una seconda voce che vi cantava sopra un melisma. Quando venne aggiunta una terza
voce, bisognava trovare un ritmo comune. La soluzione fu costituita dai modi ritmici, 6 schemi ritmici, tutti a
suddivisione ternaria, corrispondenti a quelli che noi chiamiamo tempo composto. La suddivisione ternaria
sottintendeva il numero perfetto 3, in quanto numero della trinit. Francone da Colonia introdusse un nuovo sistema.
Immagin una serie di figure sempre pi piccole: immagin una grande figura che chiam duplex longa o maxima,
che poteva essere divisa in figure pi piccole. Da qui il concetto di mensuralismo, proprio perch si organizzava la
successione del canto in misure rigorose, rigide in cui c' lo stesso numero di valori. I compositori della seconda
fase che scrissero soprattutto mottetti furono:
Petrus de Cruce;
Anonimo IV, che ci ha dato informazioni sull'ars antiqua. Era inglese e grazie a lui abbiamo notizie di
Magister Leoninus e Perotinus;
Adam de la Halle;

Procedendo, nacquero anche procedimenti pi complicati di contrappunto, quali:


Contrappunto di polifonia consistente nel fatto che, in un canto a due voci, una voce aveva la pausa e la voce
superiore una nota e viceversa (hoquetus, ovvero a singhiozzo);
La Rota, cio il procedimento del canone. In sostanza, una voce comincia dopo la stessa sequenza melodica
di un'altra voce, imitandola. Il primo esempio di canone fu una rota inglese simile a Fra Martino
Campanaro, cio un meccanismo per cui ogni voce ricomincia da capo e si pu non finire mai, perch le
voci sono tutte sfasate e ritornano al punto di partenza.

Voci correlate
Rinascimento

Bibliografia
Voce "ars antiqua", in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, ed. Stanley Sadie. 20 vol.
London, Macmillan Publishers Ltd., 1980. ISBN 1-56159-174-2
Richard H. Hoppin, Medieval Music. New York, W.W. Norton & Co., 1978. ISBN 0-393-09090-6
Harold Gleason and Warren Becker, Music in the Middle Ages and Renaissance (Music Literature
Outlines Series I). Bloomington, Indiana. Frangipani Press, 1986. ISBN 0-89917-034-X
Franco of Cologne, Ars cantus mensurabilis, tr. Oliver Strunk, in Source Readings in Music History. New
York, W.W. Norton & Co., 1950.
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Categoria: Storia della musica

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