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Indice
1 Le origini (1920-1921)
1.1 Programma di Milano
2 Primo congresso (1921)
3 Denominazione e prima organizzazione
4 Progressiva bolscevizzazione
5 Clandestinit
6 I comunisti incarcerati dal fascismo
7 Guerra e rinascita
8 Segretari del PCd'I
9 Stampa
10 Principali esponenti
11 Risultati elettorali
12 Note
13 Bibliografia
14 Voci correlate
15 Collegamenti esterni
Le origini (1920-1921)
Italia
Programma di Milano
I 10 punti su cui si form il Partito Comunista d'Italia:
Nell'attuale regime capitalistico si sviluppa un sempre crescente contrasto fra le forze produttive ed i
rapporti di produzione, dando origine all'antitesi di interessi ed alla lotta di classe tra il proletariato e la
borghesia dominante.
Gli attuali rapporti di produzione sono protetti dal potere dello Stato borghese, che, fondato sul
sistema rappresentativo della democrazia, costituisce l'organo per la difesa degli interessi della classe
capitalistica.
Il proletariato non pu infrangere n modificare il sistema dei rapporti capitalistici di produzione da
cui deriva il suo sfruttamento, senza l'abbattimento violento del potere borghese.
L'organo indispensabile della lotta rivoluzionaria del proletariato il partito politico di classe. Il
Partito Comunista, riunendo in s la parte pi avanzata e cosciente del proletariato, unifica gli sforzi
delle masse lavoratrici, volgendosi dalle lotte per gli interessi di gruppi e per risultati contingenti alla
lotta per la emancipazione rivoluzionaria del proletariato; esso ha il compito di diffondere nelle masse
la coscienza rivoluzionaria, di organizzare i mezzi materiali di azione e di dirigere nello svolgimento
della lotta il proletariato.
La guerra mondiale, causata dalle intime insanabili contraddizioni del sistema capitalistico che
produssero l'imperialismo moderno, ha aperto la crisi di disgregazione del capitalismo in cui la lotta di
classe non pu che risolversi in conflitto armato fra le masse lavoratrici ed il potere degli Stati
borghesi.
Dopo l'abbattimento del potere borghese, il proletariato non pu organizzarsi in classe dominante che
con la distruzione dell'apparato sociale borghese e con la instaurazione della propria dittatura, ossia
basando le rappresentanze elettive dello Stato sulla sola classe produttiva ed escludendo da ogni diritto
politico la classe borghese.
La forma di rappresentanza politica dello Stato proletario il sistema dei consigli dei lavoratori
(operai e contadini), gi in atto nella rivoluzione russa, inizio della rivoluzione proletaria mondiale e
prima stabile realizzazione della dittatura proletaria.
La necessaria difesa dello Stato proletario contro tutti i tentativi contro-rivoluzionari pu essere
assicurata solo col togliere alla borghesia ed ai partiti avversi alla dittatura proletaria ogni mezzo di
agitazione e di propaganda politica, e con l'organizzazione armata del proletariato per respingere gli
attacchi interni ed esterni.
Solo lo Stato proletario potr sistematicamente attuare tutte quelle successive misure di intervento nei
rapporti dell'economia sociale con le quali si effettuer la sostituzione del sistema capitalistico con la
gestione collettiva della produzione e della distribuzione.
Per effetto di questa trasformazione economica e delle conseguenti trasformazioni di tutte le attivit
della vita sociale, eliminandosi la divisione della societ in classi andr anche eliminandosi la
necessit dello Stato politico, il cui ingranaggio si ridurr progressivamente a quello della razionale
amministrazione delle attivit umane.
dicliplina ferrea e centralizzata di partito, come sempre auspicato da Lenin. Il nuovo Comitato Centrale
conta appena 15 membri di cui 5 costituiscono il Comitato Esecutivo che risieder a Milano e continuer a
pubblicare il bisettimanale Il Comunista che dall'11 ottobre successivo sar quotidiano.
Nel Ce del Pcd'I il lavoro collegiale, tuttavia evidente che il capo indiscusso Bordiga che con Terracini
e Ruggero Grieco costituisce il nucleo politico e organizzativo vero e proprio; Repossi dirige il Comitato
Sindacale, mentre a Fortichiari va il cosiddetto Ufficio 1 o lavoro illegale.
Dal 26 al 28 febbraio si terr sempre a Livorno anche il V Congresso della Cgl dove l'ordine del giorno
Tasca-Repossi-Misiano per i comunisti otterr 432.558 voti pari al 23,15%. I comunisti pertanto si
costituiscono in corrente di un sindacato che resta in maggioranza a riformisti e massimalisti.
In due articoli del 1921[2][3] questo concetto fu sviluppato da Bordiga fino al punto di affermare che l'organo
partito non era una semplice parte della classe proletaria, ma gi una struttura al di l delle classi, gi adatta
a una societ senza di esse. La rivoluzione non era infatti vista come un problema di forme organizzative ma
di forza; essa non si sarebbe dovuta "fare", secondo un velleitarismo infantile, ma si doveva "dirigere", con
un rovesciamento della prassi. Dal punto di vista organizzativo, dunque, il partito doveva abbandonare la
democrazia elettiva e le gerarchie interne, e funzionare "organicamente", cio come un organismo biologico,
con le sue parti, cio cellule e organi differenziati che per partecipassero insieme al tutto. Al centralismo
organico di Bordiga, si preferir il centralismo democratico introdotto dai bolscevichi e fatto proprio dal
Pcd'I al III Congresso. Gramsci stesso ragioner intorno ai due sistemi nei suoi Quaderni del carcere
difendendo quello democratico.
Essendo concepito come una sezione territoriale dell'Internazionale Comunista, il partito adott lo stesso
programma, la stessa struttura di partito, e la stessa tattica adottate al II Congresso del Comintern nel 1920.
Il programma ufficiale in 10 punti, iniziava con quello sulla natura intrinsecamente catastrofica del sistema
capitalistico, e terminava con quello sull'estinzione dello Stato. Ricalcava in modo sintetico il modello che
Lenin aveva tratteggiato per il partito russo.
Per qualche tempo tale relativa identit non sembr incrinarsi, ma il rapido avanzare della reazione in
Europa provoc nel partito russo, e di conseguenza nell'Internazionale Comunista, una variazione in senso
democratico della tattica generale, specie dal punto di vista della possibilit, fino a quel momento negata, di
alleanze con i partiti socialdemocratici e anche radical-borghesi. Ci provoc all'interno del partito fin dal
1922 una tensione fra la maggioranza di sinistra e le correnti di minoranza, che nel 1924 assommavano al
16% per la destra e all'11% per il centro, sostenute dall'Internazionale Comunista: emblematico fu il braccio
di ferro del 1923 e 1924 fra il Pcd'I e la "centrale" a causa della scissione dell'ala riformista del PSI,
avvenuta nel 1922, che spinse il Comintern a porre con forza il tema della riunificazione coi socialisti
massimalisti di Serrati. A quel punto, le proposte di tesi presentate dalla sinistra cominciarono a non essere
pi accettate, e il conflitto divenne viepi insanabile.
Progressiva bolscevizzazione
Nel 1922, al II Congresso del Partito Comunista d'Italia, il nuovo
partito cens 43.000 iscritti, anche in seguito alla confluenza della
Federazione Giovanile Socialista Italiana che era uscita dal PSI quasi
al completo nel 1921. Il partito adott una struttura snella, composta
da un Comitato Centrale di 14 membri, cinque dei quali
all'Esecutivo.
La destra di Tasca non era rappresentata, mentre al centro rimaneva il
solo Gramsci, dato che l'altro esponente dell'Ordine Nuovo,
Terracini, al momento era schierato con la sinistra. La struttura di
base era composta da federazioni provinciali, sezioni locali, gruppi
sindacali e una organizzazione clandestina, l'Ufficio Primo, per la
lotta contro le bande armate fasciste. La grande peculiarit del partito
comunista in Italia fu quella di darsi un'organizzazione territoriale, e
non costruendosi come una lega di soviet di fabbrica sull'esempio
russo[4]. Secondo il rapporto del Comitato Centrale al II Congresso
(1922), nelle votazioni alle Camere del Lavoro le mozioni presentate
dai comunisti avevano raccolto quasi 600.000 voti.
Antonio Gramsci
Nel 1923, instauratosi il Governo Mussolini, alcuni esponenti del partito fra cui Bordiga, furono arrestati
dalla polizia e processati per "complotto contro lo Stato", facilitando di fatto le aspirazioni del Comintern
per assumere un ancor pi stringente controllo sul partito italiano. Nel 1924-1925 viene lanciata
dall'Internazionale Comunista la cosiddetta campagna di "bolscevizzazione" che obbligava ancora pi
fortemente ogni sezione nazionale a conformarsi alla disciplina e alle direttive di Mosca.
Nel maggio del 1924 si tenne una conferenza clandestina a Como per una verifica ai vertici del partito: su 45
segretari di federazione, 35 pi il segretario della Federazione giovanile votarono per la sinistra di Bordiga,
4 per il centro di Gramsci e 5 per la destra di Tasca. Nel gennaio 1926 invece, al III Congresso del partito
svoltosi in esilio a Lione, il centro prese quasi tutti i voti congressuali (90%), in mancanza della maggior
parte dei delegati della sinistra impossibilitati a muoversi a causa dei controlli fascisti e dalla sospensione
dei passaporti ordinata dal Ministero dell'Interno italiano.
Durante il congresso, la Sinistra si ritrov in una scomoda posizione: se da un lato si definiva come
internazionalista, schierata sulle tesi della Rivoluzione mondiale che Stalin aveva sostituito con la linea del
Socialismo in un solo paese, dall'altro erano isolati nell'IC, che stava prendendo una direzione diversa,
mentre la componente centrista poteva rivendicare l'adesione a questa nuova linea dettata dal Comintern. Le
parole di Bordiga al Congresso suonarono come un anticipo in Italia della battaglia condotta alcuni mesi
dopo a Mosca, durante il VI Esecutivo Allargato dell'IC: Noi crediamo nostro dovere di dire, senza
esitazioni e con completo senso di responsabilit, questa grave cosa, che nessuna solidariet potr unirci a
quegli uomini che abbiamo giudicati indipendentemente dalle loro intenzioni e dai loro caratteri psicologici
come rappresentanti dell'ormai inevitabile prospettiva dell'inquinamento opportunista del nostro partito.[5]
Fu l, al VI Esecutivo Allargato, l'ultimo tentativo della Sinistra italiana di portare la linea dell'Internazionale
alla tesi della rivoluzione mondiale[6]:
(FR)
(IT)
Dopo un infruttuoso ricorso presso l'Internazionale Comunista sull 'esito del congresso italiano, e la proposta
restata lettera morta d'una sessione dell'Internazionale che discutesse a breve dei problemi sorti nel partito e
nello stato russo, la Sinistra fu viepi emarginata dal partito cominciando a fuoriuscirne, mentre
l'organizzazione prosegu guidata dal nuovo gruppo dirigente allineato ai dettami politici dell'Unione
Sovietica. Il Terzo congresso introdusse la carica di Segretario generale[7], mentre fino ad allora le persone
al vertice erano semplicemente chiamate Redattore capo (art. 47 dello Statuto del 1921) o Segretario (art.
51).
Nel 1924 nacque il nuovo organo di stampa, L'Unit, che fu affidato alla direzione di Ottavio Pastore e
doveva unire il Pcd'I e i terzini del Psi pronti a fare la lista comune di Unit Proletaria per le elezioni di
aprile.
L'emarginata Sinistra continu invece la sua opera in esilio con un proprio organo di stampa denominato
Bilan. Bulletin Thorique mensuel de la fraction de gauche du PCI (poi Bulletin thorique mensuel de la
Fraction italienne de la Gauche Communiste) dal novembre 1933.
Clandestinit
Con la crescita del pericolo nazista, e la dissoluzione del gruppo della sinistra interna del partito,
impossibilitata ad operare in Italia ed emarginata dai filosovietici, l'Internazionale comunista cambi
strategia e tra il 1934 e il 1935 lanci la proposta di riunire in un fronte popolare tutte le forze che si
opponevano all'avanzata dei fascismi. I comunisti italiani, che avevano faticato ad accettare la svolta del
1929, ebbero una sofferenza ancora maggiore per uscire dal settarismo a cui quella svolta sembrava averlo
destinato, in quanto nell'Italia fascista i militanti si erano trovati da soli a fronteggiare la dittatura. Ma seppur
lentamente la guida di Palmiro Togliatti e di Ruggero Grieco, ormai senza opposizione interna, resse la
nuova struttura dal 1934 al 1938, dando i suoi frutti, e nell'agosto del 1934 fu sottoscritto il patto d'unit
d'azione tra socialisti e comunisti italiani che, nonostante i distinguo, segn la riapertura del dialogo tra i due
partiti operai.
Questa linea politica and di nuovo in crisi con il Patto Ribbentrop-Molotov del 1939, in quanto fu
impossibile conciliare l'unit antifascista con l'approvazione del patto fra sovietici e nazisti, e i comunisti
italiani furono costretti ad appiattirsi sulle posizioni dell'Internazionale che in quel periodo teorizzava per i
comunisti l'equidistanza tra i diversi imperialismi. La situazione si aggrav ulteriormente, quando con
l'invasione tedesca si ritrovarono in clandestinit anche a Parigi. Togliatti fu arrestato, ma non essendo stato
riconosciuto, se la cav con pochi mesi di carcere e dopo aver riorganizzato un embrione di centro estero del
Partito, and a Mosca dove l'Internazionale, avendo sciolto definitivamente l'Ufficio politico e il Comitato
centrale, gli affid la direzione solitaria dei comunisti italiani.
Guerra e rinascita
La situazione all'interno del Partito si tranquillizz grazie alla dichiarazione di guerra di Benito Mussolini a
Francia ed Inghilterra nel 1940, che permise che si ricreassero le condizioni per una nuova unit antifascista,
suggellata nel 1941 a Tolosa da un accordo tra comunisti, socialisti e Giustizia e Libert. Man mano che gli
insuccessi nella conduzione bellica gettavano sul regime fascista sempre maggiore discredito fra la
popolazione italiana, i comunisti cominciarono a riorganizzare la rete clandestina e a fare sentire la propria
voce, anche grazie all'importante lavoro di Umberto Massola e alla diffusione di un bollettino, il Quaderno
del lavoratore, per mezzo del quale venivano diffuse le posizioni ufficiali del partito, dettate direttamente da
Togliatti attraverso Radio Mosca.
Nello stesso tempo ripresero forza numerosi piccoli gruppi che, spesso con linea politica autonoma[8],
continuavano dall'interno del paese la loro lotta al fascismo, tentando in alcuni casi di far rinascere un partito
comunista fedele alle tesi dell'originaria maggioranza di sinistra del PCd'I[9].
Quando il 25 luglio del 1943 Mussolini fu costretto a dimettersi, l'iniziativa del partito aument
sensibilmente sia per i maggiori margini di manovra che per la conseguente uscita dal carcere ed il ritorno
dall'esilio di numerosi dirigenti comunisti. Il 15 maggio 1943 il partito, in seguito allo scioglimento
Stampa
Il primo Comitato Centrale del Pcd'I riconosceva come suo organo centrale Il Comunista edito a Milano e
poi a Roma dall'11 ottobre 1921 quando divenne quotidiano, e diretto di fatto da Palmiro Togliatti.
Il CC del Pcd'I autorizzava anche i seguenti organi di stampa:
L'Ordine Nuovo (quotidiano di Torino)
Il Lavoratore (quotidiano di Trieste)
L'Adda (settimanale di Sondrio fino al 1923)
L'Azione comunista (Firenze)
"Bandiera Rossa" (Ancona)
"Bandiera Rossa" (Savona)
"Battaglia Comunista" (Massa)
"Il Bolscevico" (settimanale di Novara)
La Comune (settimanale di Como)
L'Eco dei Comunisti (settimanale di Cremona)
L'Eco dei Soviet (settimanale di Venezia)
Falce e Martello (Torino)
La Giovine Umbria (Spoleto)
La lotta di classe (settimanale di Forl)
Il Proletario comunista (settimanale di Mantova)
Il Soviet (Napoli)
Organo teorico Rassegna Comunista (a cura di Giovanni Sanna e ispirato da Bordiga)
Si aggiungeranno poi:
L'Unit (dal 1924)
Prometeo (Napoli, 1924)
Lo Stato operaio (Parigi, quindi New York, dal 1927 al 1943)
La Fgcd'I aveva come suo organo di stampa il mensile Avanguardia.
Il Comitato sindacale editava il settimanale Il Sindacato rosso.
Le testate elencate spesso ebbero breve vita, per via anche della repressione fascista. Altri sopravvissero con
edizioni clandestine anche all'estero.
All'inizio degli anni venti L'Ordine Nuovo con 45mila copie era il quotidiano con la maggior tiratura. L'altro
quotidiano, Il Lavoratore, si fermava a 16mila. Non andava oltre le 10 000 copie il centralissimo Il
Comunista. Tirature pi importanti avevano l'Avanguardia e Il Sindacato rosso, rispettivamente di
venticinquemila e quindicimila copie.
Principali esponenti
Fra parentesi gli pseudonimi usati nel periodo.
Luigi Amadesi
Ersilio Ambrogi
Giorgio Amendola
Giuseppe Amoretti
Isidoro Azzario
Ilio Barontini
Adele Bei
Ambrogio Belloni
Giuseppe Berti
Romano Bessone
Vincenzo Bianco
Aladino Bibolotti
Amadeo Bordiga
Giacolo Calandrone
Alberto Cavaliere
Antonio Cicalini
Domenico Ciufoli
Romano Cocchi
Arturo Colombi
Eugenio Curiel
Onorato Damen
Ortensia De Meo Bordiga
Giuseppe Di Vittorio
Ambrogio Donini
Edoardo D'Onofrio
Giuseppe Dozza
Enrico Ferrari
Vittorio Flecchia (Cartelli o Viola)
Bruno Fortichiari (Loris)
Luigi Frausin
Egidio Gennari
Giovanni Germanetto
Antonio Gigante
Ennio Gnudi (Landuzzi)
Antonio Gramsci (Masci)
Antonio Graziadei
Ruggero Grieco (Rossi)
Fausto Gullo
Francesco Leone
Alfonso Leonetti
Girolamo Li Causi
Lucio Lombardo Radice
Luigi Longo (Gallo)
Fabrizio Maffi
Anselmo Marabini
Concetto Marchesi
Rigoletto Martini
Cesare Massini
Umberto Massola
Gustavo Mers (Piccini)
Renato Mieli
Francesco Misiano
Mario Montagnana
Aldo Natoli
Celeste Negarville
Teresa Noce
Agostino Novella
Antonio Oberti
Gian Carlo Pajetta
Giovanni Parodi
Ottavio Pastore
Edmondo Peluso
Ottorino Perrone (Vercesi)
Guido Picelli
Felice Platone
Luigi Polano
Giordano Pratolongo
Smeraldo Presutti
Paolo Ravazzoli
Camilla Ravera (Silvia)
Teresa Recchia
Luigi Repossi
Ezio Riboldi
Antonio Roasio
Paolo Robotti
Giuseppe Rossi
Gastone Rossi Doria
Giovanni Roveda (Primo)
Giovanni Sanna
Battista Santhi
Mauro Scoccimarro (Marco o Morelli o Negri)
Francesco Scotti
Pietro Secchia
Emilio Sereni
Giacinto Menotti Serrati
Ignazio Silone (Tranquilli Secondino)
Velio Spano
Angelo Tasca (Rienzi o Serra o Valle)
Umberto Terracini (Urbani o Laguska)
Palmiro Togliatti (Ercoli o Palmi)
Giovanni Tonetti
Pietro Tresso (Lanzi)
Leo Valiani
Carlo Venegoni
Vittorio Vidali
Giuseppe Vota (Bernardi o Palotta)
Antonio Natangelo
Risultati elettorali
Lista
Voti
Seggi
Politiche 1921
Camera
Partito Comunista
d'Italia
304.719
4,6
15
Politiche 1924
Camera
Partito Comunista
d'Italia
268.191
3,74
19
Per i risultati delle elezioni successive vedere la voce Partito Comunista Italiano.
Note
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Bibliografia
Partito Comunista d'Italia. Sezione della Internazionale comunista, Relazione del Comitato centrale.
Secondo congresso nazionale, Roma 20-24 marzo 1922, Societ anonima poligrafica italiana, Roma
1922.
Il processo ai comunisti italiani, 1923. Gli arresti e l'istruttoria, il dibattito e le arringhe, la sentenza,
a cura del CE del PCI, Libreria editrice del PCI, Roma, 1924.
Ezio Riboldi, Il Partito comunista d'Italia, sezione dell'Internazionale comunista, di fronte al codice
penale italiano. Memoria alla Corte suprema di Roma, Milano, Off. Graf. Commerciale Raimondi e
Granata, 1926.
Giovanni Grilli, Dalla settimana rossa alla fondazione del Partito comunista d'Italia, in Movimento
Il partito decapitato (La sostituzione del gruppo dirigente del P.C.d'It., 1923-24), L'Internazionale,
Milano 1988.
La liquidazione della sinistra del P.C.d'It. (1925), L'Internazionale, Milano 1991.
Partito Comunista d'Italia, Secondo Congresso Nazionale - Relazione del CC, Reprint Feltrinelli,
1922
Voci correlate
Comintern
Partito Socialista Italiano
Collegamenti esterni
Materiali in corso di digitalizzazione dall'Archivio storico della Sinistra Comunista (migliaia di
documenti, articoli, carteggi, fra i quali notevole parte riferiti al PCd'I), quinterna.org.
motore di ricerca di Archivio storico della Sinistra Comunista, quinterna.org.
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