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articoli 55-bis, comma 73, e 55-sexies, comma 34, si applicano, ove non diversamente stabilito dal
contratto collettivo, le disposizioni di cui al comma 4 del predetto articolo 55-bis, ma le determinazioni
conclusive del procedimento sono adottate dal dirigente generale o titolare di incarico conferito ai sensi
dell'articolo 19, comma 3. Questo significa che sar lufficio individuato dallAmministrazione di
appartenenza per la gestione dei procedimenti disciplinari a procede alla contestazione e a gestire le
successive fasi.
Lo stesso decreto, allart. 55 sexies, titolato Responsabilit disciplinare per condotte
pregiudizievoli per lamministrazione e limitazione della responsabilit per lesercizio dellazione
disciplinare, individua due casi di applicazione ai dirigenti della sanzione disciplinare della
sospensione dal servizio e dalla retribuzione, nonch la mancata attribuzione della retribuzione di
risultato per un importo pari a quello spettante per il doppio del periodo della durata della
sospensione.
La prima ipotesi riguarda il mancato esercizio o la decadenza della sanzione disciplinare da parte
del dirigente, dovuti allomissione o al ritardo, senza giustificato motivo, degli atti del procedimento
disciplinare.
La seconda attiene alle valutazioni del dirigente irragionevoli o manifestamente infondate sulla
insussistenza dellillecito disciplinare, in relazione a condotte aventi oggettiva e palese rilevanza
disciplinare.
Infine, lart. 55 septies del d.lgs n. 165/2001, relativo ai controlli sulle assenze per malattia,
prevede che il responsabile della struttura in cui il dipendente lavora, nonch il dirigente
eventualmente preposto allamministrazione generale del personale, secondo le rispettive
competenze, curano losservanza delle disposizioni relative alle assenze per malattia, in particolare
al fine di prevenire o contrastare le condotte assenteistiche. Nel caso di inadempimento colposo,
relativamente a tale dovere di vigilanza, prevista la possibilit di comminare una sanzione a carico
del dirigente consistente nella decurtazione della retribuzione di risultato, in relazione alla gravit
della violazione, di una quota fino allottanta per cento.
Venendo allattivit svolta dal dirigente scolastico, essa si estrinseca in azioni amministrative e
gestionali, sulla base di decisioni e comportamenti che possono portare ad un mancato
raggiungimento dei risultati, il che comporta responsabilit dirigenziale. Al contrario, la
responsabilit disciplinare si fonda sullelemento volitivo rispetto al comportamento messo in atto.
Si ritiene, con riferimento particolare alla dirigenza scolastica, che la mancata regolazione della
responsabilit disciplinare sin dal CCNL 2000-2001, non indichi linclusione di tale responsabilit
in quella di tipo dirigenziale. Cerchiamo di ripercorrere liter seguito dalla normativa in materia.
La precedente formulazione dellart. 55, comma 10 del d.lgs n. 165/2001, riproducendo una norma
gi presente nel d.lgs n. 29/93, lart. 59, prevedeva che fino al riordino degli organi collegiali
della scuola nei confronti del personale ispettivo, tecnico, direttivo, docente ed educativo delle
scuole di ogni ordine e grado e delle istituzioni educative statali si applicano le norme di cui agli
articoli da 502 a 507 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297.
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Lart. 56 del ccnl 1995 del comparto scuola ha lasciato invariata la normativa preesistente per i
dirigenti scolastici e per il personale docente, ridefinendo parzialmente la materia per il personale
ATA.
Il primo contratto collettivo nazionale di lavoro della dirigenza scolastica ha disciplinato le modalit
di stipula dei contratti individuali di conferimento delle funzioni, lo stato giuridico e il trattamento
economico dei dirigenti. Esso non disciplinava la responsabilit disciplinare del dirigente scolastico,
ma faceva un richiamo allart 33 relativamente agli effetti del procedimento penale sul rapporto di
lavoro. Il comma 1 prevedeva che La materia relativa al rapporto tra procedimento penale e
procedimento disciplinare ed agli effetti del giudicato penale nel rapporto di lavoro dei
dirigenti scolastici disciplinata dalla legge 27.3.2001, n. 97. Le disposizioni contenute nei
commi che seguono trovano applicazione in quanto compatibili con la citata legge 97/2001.
A confondere maggiormente intervenne la circolare ministeriale n. 710/2002 che affermava la
responsabilit dei capi di istituto, ora dirigenti scolastici, va valutata sulla base dei nuovi parametri
e strumenti legislativi e contrattuali previsti in particolare dagli artt. 21 e 25 del citato D.lgs n.
165/2001 e dagli artt. 27 e 31 del CCNL e non pi secondo lottica e con gli istituti propri della
responsabilit disciplinare previsti e regolati dal T.U. n. 297/1994, Parte III Titolo I, Capo IV.
Questa interpretazione ha legittimato la presa di posizione di diversi organismi rappresentativi della
dirigenza scolastica i quali affermavano linclusione della responsabilit disciplinare del dirigente
scolastico nella responsabilit dirigenziale dello stesso.
Il fatto che il CCNL non regoli la responsabilit disciplinare non realizza quel dovere di colegiferazione a carico delle organizzazioni sindacali, n tanto meno la mancata disciplina indica la
volont di cassare listituto della responsabilit disciplinare, n di includerla in altra tipologia. In
assenza di regolazione il principio di sussidiariet normativa riporta alle disposizioni del TU n.
297/1994 la regolazione della responsabilit disciplinare.
Si riafferma, pertanto, assumendo la posizione di parte della dottrina (Auriemma, Cogliandro) che
altra cosa sia la responsabilit disciplinare rispetto alla responsabilit dirigenziale.
Nellistituzione scolastica, in particolare, la responsabilit disciplinare del dirigente si configura al
di fuori delle ipotesi di mancato raggiungimento dei risultati, fissati contrattualmente, sulla base dei
criteri previsti dallart. 20 del CCNL 11/04/2006. Casi concreti possono essere rappresentati da
comportamenti che, pur non inficiando il raggiungimento dei risultati, risultano contrari ai doveri
dufficio (ad esempio assenze ingiustificate). Possono inoltre essere posti in essere comportamenti
antigiuridici che producono responsabilit di tipo dirigenziale e disciplinare, come ad esempio
linosservanza di direttive provenienti dal soggetto sovraordinato. Ma le disposizioni introdotte dal
d.lgs n. 150/2009 richiedono interventi pi chiari e definitivi.
Lart. 72 del d.lgs n. 150/2009 abroga, come su accennato, gli articoli dal 502 al 507 del d.lgs .
297/1994. Tali articoli disciplinavano le competenze, i provvedimenti cautelari e le procedure
disciplinari applicabili a docenti e dirigenti. Oggi, a seguito dellintervenuta riforma, abbiamo la
seguente situazione:
il procedimento disciplinare per i dirigenti regolato per legge dal d.lgs n. 165/2001, come
modificato dal d.lgs n. 150/2001;
le sanzioni disciplinari per i dirigenti rimangono disciplinate dagli articoli 492 501.
Il quadro va completato in sede di rinnovo del contratto dirigenziale scolastico gi scaduto da
diversi anni. In tale occasione si dovranno recepire le norme generali e i principi fissati nel d.lgs n.
150/2009, senza artifici interpretativi relativi alla posizione peculiare del capo di istituto. Va
riconosciuta la configurazione giuridica dellistituzione scolastica quale organo dello Stato con
personalit giuridica, dipendente funzionalmente dallUfficio scolastico regionale che esercita sulla
stessa il potere di vigilanza. Inoltre, occorre tenere presente che lo strumento dellincarico
dirigenziale definisce contestualmente o attraverso il richiamo alle direttive emanate dallorgano di
vertice, la natura, loggetto, i programmi da realizzare e gli obiettivi da conseguire in coerenza con
il pof.. Il mancato raggiungimento di questi obiettivi pu comportare, oltre limpossibilit del
rinnovo dellincarico, responsabilit disciplinare.