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L’impero di Filippo II.

I confini e il centro dell’impero spagnolo.


- Filippo II ereditò, nel 1555, un grande impero ma eterogeneo.
- Ereditò con questo anche una guerra con la Francia, conclusasi con la bancarotta spagnola e le conseguenti
trattative per la pace di Cateau-Cambrésis, nel 1559.
- L’impero era poi aumentato di dimensioni grazie all’estinzione della dinastia portoghese che aveva portato
all’acquisizione dei loro domini da parte di Filippo (grazie alla politica matrimoniale degli Asburgo),
dietro la promessa, fatta alle Cortes, che non li avrebbe uniti alla Spagna.
- Filippo aveva sposato Maria Tudor nel 1558. Il matrimonio si era concluso presto con la morte della donna
e senza eredi.
- Nel 1559 Filippo si trasferisce dai Paesi Bassi e sposta la capitale a Madrid, piccola cittadina scelta
esclusivamente per la sua centralità geografica nella penisola iberica.

La debolezza sociale ed economica della Spagna.


La potenza spagnola era solo apparente, in realtà la Spagna era molto debole economicamente, perché?
- Possedeva una nobiltà molto potente ma improduttiva, basata su idee antiquate (Hidalgos).
- La classe borghese era molto debole. Una grossa fetta dell’economia, prima, era portata avanti dagli ebrei,
ma erano stati eliminati dal 1492, pertanto l’economia aveva completamente perso anche quei pochi stimoli
che possedeva grazie a questi.
La Spagna possedeva anche grandi colonie in America, gli spagnoli residenti in queste zone, richiedevano beni
per poter mantenere il medesimo tenore di vita che possedevano quando stavano in patria. Ma perché questo
non portò giovamento all’economia?
- I beni richiesti dalle colonie, venivano venduti a queste, da parte di altri stati.
- I metalli preziosi prodotti in America invece, rimanevano pochissimo in Spagna, in sostanza senza
arricchirla, perché erano venduti in cambio di beni di lusso, prodotti che la Spagna, anche per via della
debolezza della classe borghese, non era in grado di costruire da sé.

La politica delle bancarotte.


L’argento proveniente dalle americhe aumentava, nonostante tutto però Filippo, per via delle guerre, si trovò
costretto a ricorrere a prestiti bancari, di due tipi:
I. Prestiti a breve termine: con interessi per le banche fino al 10%.
II. Prestiti a lungo termine: con interessi del 5%, ma erano un guadagno sicuro, perché venivano garantiti sulle
imposte, cioè i banchieri avrebbero ottenuto necessariamente i soldi attraverso le tasse.
Nei prestiti a lungo termine, il creditore (banca), possedeva certificati di credito, vendendoli, attestavano che il
compratore era creditore dello stato e doveva ricevere una certa cifra entro una data segnata. Questo conveniva alle
banche, consentiva loro di recuperare almeno il capitale prestato inizialmente. Succedeva infatti spesso che gli stati
non riuscissero ad avere il denaro, e che quindi costringessero le banche a rinnovare necessariamente il prestito, o a
dichiarare bancarotta.
Nel 1557 la Spagna, in deficit, saldò i debiti con i banchieri di Anversa e Augusta, tramite gli juros, certificati di
debito pubblico perpetuo, che venivano venduti, ma non ponevano una data entro il quale lo stato avrebbe dovuto
restituire il denaro, erano pertanto inutili.
Con questo espediente, i banchieri subirono un grave colpo e fallirono. In seguito furono i genovesi a prestare soldi
alla corona spagnola, non fallirono però:
I. Perché si fecero autorizzare ad utilizzare gli Juros per darli ai risparmiatori che volevano ritirare il denaro
dalla banca, in modo che non lo facessero.
II. Perché ottennero di ricevere denaro direttamente da alcune imposte spagnole.
Alla fine fallirono comunque 70 anni dopo i banchieri di Anversa e Augusta.

L’Italia spagnola.
L’Italia non divenne, economicamente, un satellite spagnolo. Il predominio economico venne mantenuto infatti dai
mercanti centro-settentrionali. La pressione fiscale comunque aumentò.
Dal punto di vista politico, l’Italia fu subordinata alla Spagna, il personale politico era spagnolo. Vennero comunque
mantenuti intatti quegli organismi che rappresentavano gli interessi più importanti in Italia (es: ceto baronale a
Napoli). Infatti i baroni videro mantenuti i loro poteri, persero però la possibilità di influenzare il governo politico.
Comunque l’assolutismo appariva ora in Italia, meno potente che in altre zone e costretto a patteggiare con i Baroni.
La situazione negli altri stati italiani.
Fra gli stati italiani, solo Venezia mantenne una politica autonoma.
- Stato Pontificio: L’unico che prendeva iniziative anche contrarie agli interessi spagnoli. I papi si
interessavano di accrescere il proprio potere all’interno delle zone centrali.
- Genova: Aveva rinunciato ad una politica indipendente, ma i suoi banchieri avevano il controllo della
finanza spagnola.
- Ducato di Savoia: Rinasce dopo la pace di Cateau-Cambrésis, dopo questa “rinascita”, dal 1560 si interessa
sempre più dell’espansione in Italia.
- Pianura Padana: Resistono la famiglia degli Estensi e dei Gonzaga, nasce inoltre il ducato di Parma-
Piacenza, creato dal papa per il figlio.
- Firenze: Passa a Cosimo de’ Medici, questo mantiene stretti rapporti con Carlo V, riesce inoltre ad
annettere Siena.

I Paesi Bassi in rivolta.


Nei Paesi Bassi, diversamente dall’Italia, il governo fu più difficoltoso, per due problemi:
- Problema Religioso: I calvinisti erano una minoranza molto diffusa.
- Problema Politico: I Paesi Bassi erano sempre stati autonomi, la possibilità che la corona spagnola potesse
rompere quest’autonomia, o che potesse perseguitare le chiese calviniste, fece precipitare la situazione.
Scoppiò così una rivolta da parte dei calvinisti in tutte le città principali. Pur non essendo essi una maggioranza
religiosa, ottennero però l’appoggio da parte della nobiltà, interessata a muoversi contro il governo di Spagna che
poteva privarla dei privilegi di cui aveva goduto.
A questa rivolta Filippo rispose inviando un gran numero di truppe guidate dal Duca D’Alba, questo attuò una
pesantissima repressione, fatta di massacri. Con questa politica, il Duca ottenne solo di creare una grande coesione
tra cattolici e calvinisti, che, da questo momento, si allearono. Infatti le 17 province dei Paesi Bassi si riunirono e
firmarono a Gand un accordo che invitava all’allontanamento delle truppe spagnole e alla libertà di culto calvinista.
Venne inviato così un nuovo comandante, Alessandro Farnese, questo seppe sfruttare l’intolleranza dei calvinisti più
fondamentalisti per rompere l’alleanza tra le due correnti. Così, nel 1579, alcune province meridionali si riunirono e
si dissero disposte a scendere a patti con gli spagnoli, se i calvinisti non avessero mitigato la loro linea anticattolica.
A quest’avvenimento, i calvinisti risposero creando un’altra lega, di province settentrionali, ad Utrecht, che rifiutava
ogni accordo con gli spagnoli.

Il mediterraneo conteso tra ottomani e cristiani.


L’impero ottomano era divenuto una potenza del mediterraneo. Filippo II aprì le ostilità con questo minacciando
l’Algeria, alleato dell’impero turco. Il sultano rispose con l’assedio di Malta. In seguito anche con una campagna
contro Cipro, questa era un punto chiave della potenza economica veneziana. L’isola venne attaccata dalla flotta
ottomana nel 1570, e in poco tempo cadde Nicosia.
A questo punto il papa Pio V costituì una lega antiturca formata da: Spagna, Venezia, Genova, Duca di Savoia. Non
partecipò il re di Francia, che puntava a mantenere buoni rapporti col sultano. La flotta della lega si incontrò con
quella turca nel 1571, dalla battaglia, la flotta ottomana uscì pressoché distrutta.

Elisabetta regina d’Inghilterra.


Salì al trono d’Inghilterra Maria Tudor, questa cercò di riportare il cattolicesimo attuando una grande persecuzione,
ottenendo il soprannome di “Sanguinaria”. Maria morì presto, a lei succedette Elisabetta, nata dal secondo
matrimonio tra Enrico VIII, che non era mai stato riconosciuto dal Papa e, per questo, poteva essere dichiarato
illegittimo. Nel 1542 inoltre era salita al trono Maria Stuart, che, per i cattolici, poteva essere la legittima erede al
trono di Inghilterra.

La ripresa protestante in Scozia e Inghilterra.


Maria Stuart, cattolica in un paese, la Scozia, ormai di maggioranza calvinista, dovette adattarsi a governare in
accordo con il concilio degli anziani, come il modello ginevrino. Dopo alcuni anni, fu comunque costretta a fuggire,
scacciata per degli scandali di cui fu protagonista. Si rifugiò presso la cugina, Elisabetta, che la accolse,
trattenendola come una prigioniera. Fino a quel momento, la politica protestante di Elisabetta era stata moderata,
ma, dopo che Maria arrivò alla sua corte, scoppiò una rivolta cattolica nel nord, fomentata dalla nobiltà. Questa fu
sedata violentemente, ma mise in allerta Elisabetta su una possibile alleanza tra la nobiltà settentrionale e il Papa. La
regina così, iniziò una persecuzione contro un grande numero di cattolici, accusati di tradimento. Tale persecuzione
orientò Filippo II, cattolico, verso un atteggiamento anti-inglese.

Lo sviluppo economico e le origini della potenza navale inglese.


Le tensioni tra Inghilterra e Spagna furono provocate specialmente dal fatto che la prima stava divenendo una
potenza internazionale, sotto tutti i punti di vista:
- Agricoltura: La più moderna ed innovativa d’Europa, grazie alla borghesia che la gestiva, costituita da:
a. Yeomen: piccoli proprietari terrieri arricchiti.
b. Gentry: medi proprietari terrieri, costituiti da quella che era la piccola nobiltà. Questi mostravano
un’incondizionata fedeltà per la regina.
- Industria tessile: Da sempre l’Inghilterra aveva una supremazia in questo settore, grazie all’esportazione di
lana.
- Flotta: L’Inghilterra non aveva avuto una flotta fino al tempo di Enrico VIII, quando vennero costruite 46
navi da guerra.
a. Per via di questo non aveva partecipato alle grandi scoperte geografiche.
b. Dopo la costruzione della flotta, 3 navi doppiarono capo Nord e a raggiungere la Russia da
settentrione. Nel 1555 vennero instaurate delle relazioni commerciali con lo Zar.
c. Dopo quest’occasione l’Inghilterra, inoltre, entro a far parte anche dell’economia atlantica.
d. Nei 10 anni successivi, infine, gli inglesi si dettero alla pirateria di convogli commerciali e non.
Uno di Questi pirati fu Francio Drake, che inoltre, in tre anni, riuscì, seguendo la stessa rotta di
Magellano, a circumnavigare il globo.

La guerra anglo-spagnola.
Tale guerra scoppiò dopo che, con il pretesto che avesse fatto parte di una congiura papista, fu fatta decapitare Maria
Stuart da Elisabetta. Nel 1588 fu allestita una flotta immensa da parte della Spagna, l’Invincibile Armada. Questa
entrò nella Manica, ma la guerriglia marina della navi inglesi e le tempeste determinarono una sconfitta spagnola.
Così le navi fecero ritorno in patria, ma decisero di tornare, spaventate dalle tempeste che avevano precedentemente
affrontato, passando a nord, circumnavigando la Gran Bretagna. Durante questa traversata, le navi inglesi furono
costantemente bombardate e dovettero affrontare varie tempeste. Infine tornarono in patria solo la metà delle navi.

Le guerre di religione in Francia.


Alla morte di Enrico II, salì al trono il figlio Francesco, che dopo poco lasciò il trono a Carlo, fratello minore. Carlo
aveva solo 10 anni, pertanto il regno venne sostenuto dalla regina madre, vedova di Enrico II, Caterina De’Medici.
Questa donna seppe reggere il problema sulla convivenza tra cattolici e calvinisti (in Francia chiamati Ugonotti.). Il
calvinismo infatti era divenuto una confessione maggioritaria in alcune città. L’esistenza di questa “grande
minoranza” divise la nobiltà francese tra partiti rivali. A capo dei due partiti vi erano:
I. Francesco di Guisa: Duca, a capo dei cattolici
II. Antonio di Borbone: a capo degli ugonotti.

L’avvenimento che fece scoppiare il conflitto vero e proprio fu quando, nel 1562 Caterina proclamò un editto per la
libertà di culto calvinista, ma nello stesso anno, a Vassy, venne attuata una strage da parte dei cattolici contro la
comunità calvinista della città. Così che scoppiò una lunga guerra civile, divisa in otto tappe.
1) Prima guerra: Molto violenta, morirono sia Antonio di Borbone che Francesco di Guisa. Si concluse
grazie a Caterina, che riuscì a farla concludere con un editto, meno favorevole agli ugonotti del
precedente.
2) Seconda guerra e terza guerra: quasi a ridosso l’una dell’altra, durante queste il favore di Caterina
tornò di nuovo verso gli ugonotti (fatto che fa comprendere come Caterina fosse interessata a mantenere
un equilibrio all’interno della politica francese, più che alla questione religiosa).
A questo punto vi fu un importante tentativo di pacificazione: il matrimonio tra figlio di Antonio di
Borbone, Enrico, e la figlia di Caterina, Margherita. Così non fu. Nella notte tra 23 e 24 agosto 1572 (notte di
S.Bartolomeo), avvenne un massacro di diverse migliaia di ugonotti, i quali erano giunti a Parigi per il
matrimonio.
3) Quarta e quinta guerra: scoppiarono in seguito al sanguinoso avvenimento.
Durante queste morì il re francese Carlo IX. Salì al trono il fratello minore Enrico.
4) Sesta guerra: primi segni di grave crisi. I due partiti iniziavano a darsi degli ordinamenti propri,
assumendo le sembianze di “stati nello stato”.
5) Settima e ottava guerra: Durante queste ultime morì il fratello minore di Enrico III, il re. Questo profilò
una crisi dinastica, infatti Enrico non poteva avere figli.
Si profilò l’eventualità che salisse al trono Enrico di Borbone, capo del partito ugonotto. Il capo del
partito cattolico, Enrico di Guisa, per evitare questo, chiese aiuto da parte di Filippo II. Dopo una serie di
congiure, salì al trono Enrico di Borbone che, per essere accettato come re a Parigi (conosciuta come: “la
cattolicissima”), si convertì al cattolicesimo.

Enrico IV e l’editto di Nantes.


Dopo poco tempo, Enrico (che era divenuto Enrico IV), venne accettato come regnante. Rimaneva solo da
sconfiggere la Spagna, che aveva portato le sue truppe in territorio francese sotto richiesta di Enrico di Guisa. La
guerra durò quattro anni e si concluse con un trattato di pace.
A questo punto giunsero a termine anche le trattative per la pacificazione religione, con l’Editto di Nantes, questo
concedeva:
- Piena libertà di coscienza ai calvinisti.
- Libertà di culto soggetta ad alcune limitazioni: essi ebbero piena libertà di culto solo nelle zone che
vantavano una grande comunità calvinista. Nelle altre zone esso era ammesso a condizioni più restrittive, a
Parigi vietato.
- Piazzeforti: ottennero delle località dotate di piazzeforti.

FINE.

Lai Mattia 3° F 2008/09

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