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LA SALDATURA

Ovvero consigli e suggerimenti per l' operazione fondamentale di chi parte da zero con
montaggi elettronici.

Descrizione
Per la serie "consigli per gli hobbisti" partiamo dal punto fondamentale: ho visto su
GRIX una bella serie di progetti, alcuni anche molto semplici, alla portata di chi vuole
iniziare, ma come inizio ?
Compro dei componenti, una basetta millefori oppure uno stampato apposito e poi devo
saldare, chi mi dice come fare ?
Generalmente un amico, un conoscente, un compagno di scuola che gia' si diletta in
questo modo, oppure un articolo preso da internet.
Ho deciso di scrivere queste righe per diffondere la mia modesta esperienza di anni di
divertimento; non ho la pretesa di insegnare a tutti i costi come si deve fare ma di dare
dei suggerimenti, dei consigli e degli esempi.
Puo' darsi che alcune idee siano utili anche a chi opera da anni in questo campo, quindi
mi aspetto che anche costoro leggano queste righe e che mi correggano se il caso.
L' argomento e' molto vasto e ci sarebbe da scrivere decine di fogli, non pretendo di
essere esaustivo e mi limitero' a pochi elementi essenziali soprattutto riguardo alla
sicurezza; se volessimo completare il lavoro e fare un trattato completo questo
argomento dovrebbe essere spostato su un forum e si finirebbe per farne un libro,
sicuramente ci saranno in commercio libri che trattano questo argomento.
Non e' questa la mia intenzione: se effettivamente ritenete che abbia dimenticato
qualcosa di importante saro' lieto di prenderne atto e faro' delle modifiche ma non vorrei
appesantire troppo il lavoro, eventualmente altri possono prendere spunto da qui per
approfondire con loro articoli casi particolari, per esempio la saldatura di componenti
SMD di cui ho gia' visto pagine apposite.

1) - Sicurezza
E' importante sapere che un saldatore puo' fare danni; puo' essere una semplice
bruciatura ad un dito, l' abbiamo provato tutti ed il dolore che ci accompagna per qualche
giorno serve per stare piu' attenti, oppure un danno al tappeto, alla tovaglia, in questo
caso la mamma o la moglie ci penseranno a metterti in riga, ma si puo' arrivare anche a
danni peggiori come un principio di incendio.
Se il saldatore funziona a tensione di rete una disattenzione che causa la bruciatura del
filo di alimentazione puo' portare anche ad una folgorazione.
Inutile dire che ogni volta che accendiamo il saldatore dobbiamo essere coscienti dei
pericoli che si occorrono, specie se intorno ci sono bambini piccoli o animali domestici.
L' ideale naturalmente sarebbe un locale apposito, un tavolo metallico, nessun piccolo

nei dintorni, saldatori a bassa tensione, poi si scende ad un compromesso e si finisce sul
tavolo della cucina con sotto un giornale ed il gatto attratto da quel filo che penzola dalla
presa di rete.
Altamente raccomandabile comunque di non lavorare sul tavolo bello, magari mettete
sul piano di lavoro un foglio di formica, una tavoletta di legno, anche un pezzo di
cartone ondulato (il supermercato sotto casa butta ogni giorno chili di cartone, basta
prendere una scatola quando fate la spesa ed avrete l' occorrente a costo zero ed
ecologicamente compatibile), alla peggio anche un giornale vecchio; naturalmente piu' il
materiale e' infiammabile e piu' occorre stare attenti ma almeno una piccola
disattenzione non provoca danni gravi.

Generalmente l' impugnatura del saldatore c


alla punta di restare sollevata dal tavolo ma
sempre; in questo caso (e comunque non fa
usarlo sempre) e' raccomandabile un suppor
esistono in commercio costituiti da una spira
metallica fissata ad una basetta di sostegno c
incorpora anche una spugnetta da inumidire
raccogliere le gocce di stagno e per pulire la

Si puo' anche autocostruire con facilita' come nel mio caso:

quello di sinistra ha almeno 50 anni, e' costruito sagomando opportunamente un pezzo di


filo di rame da 3 mm (scarto di un impianto elettrico industriale - a quei tempi si usava il
rame pieno e non la treccia) - le dimensioni non sono critiche, il mio e' circa 60x90 mm
quello di destra si realizza facilmente in pochi minuti con una pinza e del fil di ferro
stagnato: avete presente l' ometto che vi danno quando ritirate un vestito dalla tintoria ?
un pezzo di fil di ferro stagnato che ha una vita brevissima, viene gettato appena arrivati
a casa oppure usatelo per fare questo attrezzo (anche altri usi, per esempio un gancio a
"S" per appendere il saldatore in alto a raffreddare fuori portata dei piccoli).

Un altro punto
debole e' il
cordone di
alimentazione
che puo'
danneggiarsi se
viene a contatto
con il saldatore
se vi sfugge di
mano (e succede
di sicuro se vi
scottate un dito);
col tempo poi si
deteriora nei
soliti punti di
attrito (uscita
dalla presa di rete
o dal manico del
saldatore).
Non mi sembra il
caso di fare un
intervento
preventivo ma
comunque
quando vostra
moglie getta il
ferro da stiro
rovinato dal
calcare
conservate il
cavo di
alimentazione: e'
ricoperto di
cotone e resiste
al contatto del
saldatore per
brevi periodi, la
sezione del filo e'
abbondantemente
superiore alla
necessita';
naturalmente
abbiate cura di
tagliare gli
estremi se

deteriorati, la
lunghezza non e'
importante e
generalmente ne
avanza. Alla
prima occasione
lo sostituite a
quello originale
deteriorato.
Un altro
accessorio molto
pratico e' la
cosiddetta "terza
mano", in pratica
un supporto da
posare sul piano
di lavoro che ha
dei bracci
articolati
terminanti con
pinzette a
coccodrillo,
ideali per tenere
fermi i pezzi da
saldate e smaltire
il calore; c'e'
anche la versione
con lente che
facilita il lavoro a
chi ha problemi
di vista.
Un errore che si
fa spesso (ma
dopo le prime
volte si impara)
e' infatti quello di
tenere con la
mano il
componente da
saldare (magari
un grosso filo),
se l' operazione si
prolunga un po'
troppo il calore si

diffonde ed
arriva alle dita e
si molla tutto ...
In questi casi o si
e' veloci o si
usano pinze;
sconsigliato
chiedere aiuto a
moglie, sorelle,
etc. comprate una
terza mano !
Costa pochi euro
e vedrete come
torna utile !

Quando avete finito e staccate la spina NON lasciate il saldatore in preda ai piccoli,
mettetelo a raffreddarsi preferibilmente fuori casa (sul balcone) posato su una superficie
termorefrattaria (le piastrelle NON il tappeto !) e comunque fuori portata dei bambini,
animali o vicini inconsapevoli.

2) - il Saldatore - l' oggetto principale


E' composto da una impugnatura di materiale refrattario al calore (un tempo di legno ora
di materia plastica) da cui sporge un cilindro metallico che contiene l' elemento
riscaldante costituito da una resistenza elettrica e termina in una punta di rame che e' un
ottimo conduttore di calore e serve per riscaldare i due terminali da saldare tra loro.
Esistono in commercio svariati tipi da pochi euro a prezzi superiori al centinaio secondo
le varie esigenze di lavoro.
Un criterio di scelta e' la potenza che puo' variare grosso modo da una decina ad un
centinaio di Watt.
Il piu' versatile e comunemente usato nella maggior parte dei casi e' quello da 25-30
Watt (figura 1); ne esistono poi di potenza inferiore (10-15 Watt) per lavorare su circuiti
e componenti molto piccoli e sensibili al calore (figura 2).

Figura 1

Figura 2

Quelli di potenza maggiore (70-100 watt) si impiegano quando occorre unire tra loro
componenti o cavi di grandi dimensioni o superfici che assorbono molto calore, quello in
figura 3 e' del 1960 e la punta e' ancora quella originale malgrado.
Normalmente per l' uso hobbistico la tensione di alimentazione e' quella di rete, cioe' 230
volt, ne esistono a 12 volt (vedi figura 4) per essere usati con l'alimentazione da batteria
in macchina o in luoghi distanti dalla rete oppure per motivi di sicurezza alimentando
dalla rete tramite un banale trasformatore 230/12 volt.

Figura 3

Figura 4

Esistono anche tipi a bassa tensione (20-40 volt) per prevenire folgorazioni,
prevalentemente per uso industriale, nelle figure 5 e 6 vedete esempi di centraline
saldanti, in questo caso si puo' variare la tensione applicata al saldatore e quindi la
potenza e conseguentemente la temperatura a seconda del lavoro da svolgere, se si
prevede di fare diversi lavori a distanza di tempo si puo' lasciare acceso al minimo nelle
pause ed alzare al massimo nel momento in cui serve, questo aiuta anche a prolungare la
vita alla punta del saldatore.

Figura 5

Figura 6

La punta e' generalmente rastremata come un cacciavite e piegata per facilitare il lavoro
(figura 1), oppure conica (figura 2) per raggiungere con precisione il punto di intervento;
e' composta da rame e per evitare la corrosione ed il consumo e' coperta da un
rivestimento di acciaio o nichel o leghe apposite.
Generalmente e' fissata al cilindro con una vite che permette l' intercambiabilita' e la
sostituzione quando consumata.
I modelli di saldatore piu' evoluti comprendono un controllo termostatico: in pratica
vicinissimo alla punta c'e' un elemento sensibile al calore (termoresistenza) che pilota il
circuito di alimentazione, tanto piu' la punta si raffredda e maggior corrente fornisce alla
resistenza riscaldante in modo da avere sulla punta una temperatura pressoche' costante e
regolabile in un determinato intervallo, questo prolunga la durata della punta e migliora
la qualita' di saldatura.

3) - come si salda
La saldatura avviene riscaldando (circa 200 gradi) una lega saldante che fonde e si
attacca alle parti metalliche: venduta sotto forma di fili del diametro di 1 mm; per
lavori di precisione si trovano anche matasse da 0,7 mm, abbastanza adatto anche per
lavori generici. In realt si tratta non di un filo massiccio ma di un "tubo" internamente
riempito di un liquido (il flussante): il suo compito quello di prevenire la formazione di
ossidi ed in definitiva facilitare la saldatura. Purtroppo ha la caratteristica di sporcare,
soprattutto se di scarsa qualit, il circuito stampato e punta del saldatore. Inoltre tende a
corrodere la punta del saldatore, consumando il rivestimento in acciaio o nickel.

Vediamo il caso tipico, quello di fissare i componenti ad un circuito stampato.


La saldatura di ciascun punto deve durare pochi secondi, ma senza fretta.
a) - Si inserisce il componente nei fori e si tagliano i reofori, lasciandoli sporgere un paio
di millimetri. A volte pi comodo tagliate i componenti solo dopo la saldatura perch
girando lo stampato tendono meno facilmente a cadere fuori. In genere io faccio un mix
dei due sistemi, come capita.
b) - Si gira lo stampato in modo da vedere il lato rame. Piccola nota: i componenti si
saldano partendo da quelli pi bassi perch in questo modo possibile appoggiare lo
stampato sul tavolo senza far scivolare fuori i componenti; generalmente prima
resistenze e diodi, eventuali zoccoli per integrati, poi condensatori etc.
c) - Si appoggia la punta del saldatore in contemporanea al rame della piazzola ed al
reoforo del componente per un preriscaldamento (1 secondo o anche pi, in funzione
delle dimensioni della piazzola e del componente)
d) - Si appoggia il filo di stagno al rame o al reoforo, non alla punta del saldatore. Lo
stagno fonde e, da solo, deve scorrere e coprire tutta la superficie del rame e il reoforo
(1-2 secondi). Se non scorre vuol dire che il rame sporco o freddo (o che lo stagno
scadente). Dopo 10 secondi di inutile tentativi di saldatura in un singolo punto, meglio
sospendere, far raffreddare il tutto, pulire e ricominciare.
e) - Si toglie il filo dello stagno, lasciando per ancora il saldatore per qualche secondo.
La quantit di stagno deve essere appena sufficiente per coprire interamente la piazzola.
La saldatura deve assumere la forma di un piccolo cono. Assolutamente cattive sono le
saldature che assumono la forma di una pallina: in questo caso meglio rimuovere tutto lo
stagno e rifare da capo la saldatura. Nel caso di ponticelli tra la saldatura e una pista
vicina provare a scaldare ed inserire uno stecchino (e ricordarsi la volta dopo di mettere
meno stagno).
Malgrado quello che a volte si legge sulle riviste o si sente raccontare difficile bruciare
un componente durante la saldatura, almeno mantenendo i tempi inferiori alla decina di
secondi. invece abbastanza facile distaccare una piazzola dalla basetta con una
saldatura troppo prolungata o, pi frequentemente, durante la dissaldatura di un
componente.
Se invece di un circuito stampato si tratta di unire tra loro 2 reofori (vedi l' esempio delle
figure seguenti) si avvicinano le due parti da unire e si pone il saldatore al di sotto a
contatto di entrambi; dopo un paio di secondi le parti metalliche sono calde (il calore si
propaga verso l' alto) e si puo' allore porre il filo di stagno sopra di loro che fonde e salda
i componenti.
Passare abbastanza velocemente sulla saldatura (sempre dal di sotto) per togliere
eventuali eccessi di stagno.

si comincia
rimuovendo il
vecchio pezzo di
filo da togliere con
le pinzette mentre si
scalda la parte
metallica
del puntale dal di
sotto
poi si stagna il
pezzo di
filo preventivamente
spellato (pochissimo
stagno)

si scalda la parte
metallica (la punta
del saldatore sempre
di sotto) e si applica
lo stagno, appena si
e' sciolto si infila il
cavetto ed infine si
stacca il saldatore
dopo 1-2 secondi
N.B. - in questo
caso occorrerebbero
4 mani: il saldatore,
lo stagno, il puntale
ed il relativo cavo !

lasciare le parti unite


mentre si
raffreddano, non
abbiate premura,
eventualmente poi
togliete eventuali
eccessi di stagno
scaldando
velocemente i bordi

Sulla punta del saldatore si forma sempre un po' di stagno: se troppo pu essere tolto
picchiando con decisione il polso sul tavolo (attenzione a dove cade la goccia di metallo
fuso: scotta e rovina le materie plastiche); se cade sul tappeto e' un guaio per le donne, se
e' in estate, avete i calzoncini corti e vi cade sulle gambe imparate subito come
comportarvi per le volte successive.
Se la punta sporca di residui neri lasciati dal flussante, pulitela a caldo con una
spugnetta umida e "lavatela" con abbondante stagno fuso, da togliere con il solito colpo
sul tavolo.
Una cosa da evitarsi in modo assoluto la pulitura meccanica della punta con lime o
carta vetrata, pena la distruzione del rivestimento protettivo e la drastica riduzione della
vita della punta.

4 - Conclusione
Quando pensate di avere finito il lavoro e PRIMA di alimentare il progetto controllate
accuratamente tutte le saldature, se avete qualche dubbio picchiettatele con la punta del
cacciavite per vedere se sono solide.
Se c'e' un corto circuito tra le piste basta scaldare col saldatore e passare velocemente la
punta di uno stecchino.

Togliete eventuali tracce di flussante con trielina o alcool denaturato (in questo caso
aspettate che asciughi, l'alcool e' un discreto conduttore di corrente elettrica !).
Io ho concluso: se come ho detto ho dimenticato qualcosa di importante saro' lieto di
apportare modifiche.
Buone saldature a tutti !

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