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Riassunto capitolo 2 paragrafo 1 : pag.

da 193 a 202

La dottrina delle idee

La teoria delle idee e la sua importanza


Nella prima parte della sua attività Platone ha illustrato e riportato teorie proprie di Socrate (come
l'ironia ,la maieutica, la definizione ,ecc.). In particolare dà molta importanza alle metodo delle
definizioni,definendolo come un inizio per superare il relativismo sofistico. Proprio in questo
contesto crea la teoria delle idee che segna l'inizio della seconda fase filosofica,quella in cui cerca di
andare oltre a Socrate creando un proprio personale pensiero. La dottrina delle idee rappresenta il
cuore stesso del platonismo. Dunque si può dire pensare che Platone senza le idee sarebbe come
Pitagora senza i numeri o Protagora senza l'essere.

La genesi delle dottrina delle idee


Le radici di questa dottrina si possono cercare nello studio platonico del concetto di scienza
(episteme). Platone ritiene che la scienza debba essere stabile immutabile ,quindi perfetta. Però il
filosofo si chiede quale sia l'oggetto della scienza,ovvero l'oggetto del concetto socratico. Questo
naturalmente non può essere costituito dalle cose del mondo apprese dai sensi,perchè queste
formano una forma di conoscenza mutevole e imperfetta,chiamata opinione (“doxa”).
L'oggetto della scienza,per Platone,sono le idee,che considera un'entità (parla anche di “ousia”
ovvero sostanza)immutabile e perfetta . Le insieme delle idee costituiscono una zona d'essere che
Platone chiama iperuranio (dal greco “al di là del cielo”).
Le cose sono copie o imitazioni imperfette delle idee. Nel nostro mondo esistono varie cose belle
ma nell'iperuranio esiste solo l'idea del bene. Per questo secondo Platone l'idea è il modello perfetto
delle cose imperfette del nostro mondo.
In conclusione si può dire che per Platone esistono due gradi di conoscenza, l'opinione e la scienza
(dualismo gnoseologico) e due tipi distinti di essere,le cose e le idee (dualismo ontologico).

I tipi di idee
Ci sono vari tipi di idee. Le principali sono:
– le idee-valori ovvero i sommi principi etici politici. L'insieme di queste idee formano gli
“ideali” o “valori”.
– Le idee matematiche,come le entità dell'aritmetica e della geometria.

Platone parla anche di “idee di cose naturali” (l'umanità) e di “idee di cose artificiali” (il “letto”).
Tutte le idee sono disposte in un ordine gerarchico-piramidale con le idee-valori in cima e l'idea del
bene,la cosiddetta “idea delle idee”,al vertice.
L'idea del Bene è stata assimilata a Dio. Ma questa ipotesi non è totalmente vera perchè in Platone
non c'è l'idea di un Dio creatore e il Bene non “crea” le idee,che sono eterne,ma comunica solo la
loro perfezione.

Come e dove esistono le idee


Secondo Platone le idee sono trascendenti,ovvero esistono oltre la mente e “oltre” le cose. Alcuni
pensano che questo mondo platonico delle idee sia simile al paradiso cristiano o all'empireo
dantesco. A questa lettura si sono scontrati i neo-kantiani del '900 che hanno considerato le idee di
Platone come modelli di classificazione delle cose. Entrambe le due interpretazioni non sono
considerate totalmente vere perchè hanno ognuna dei punti di debolezza. In conclusione possiamo
dire che le idee costituiscono una zona d'essere differente.

Rapporti idee – cose.

La conoscenza delle idee


Come detto precedentemente le idee non possono derivate dai sensi perchè riflettono un mondo di
cose imperfette. Dunque sono l'oggetto di una visione intellettuale. Per risolvere il problema di
come l'uomo possa accedere alle idee Platone fa ricorso alla dottrina della “reminiscenza” (ovvero
del ricordo): Platone afferma che l'anima prima di venire giù nel nostro corpo,passa nel mondo delle
idee,dove apprende la perfezione delle cose. Quando discende nel nostro corpo,l'anima si ricorda di
ciò che ha appreso nell'iperuranio. Per questo Platone dice che “conoscere è ricordare” perchè le
idee le portiamo dentro di noi e per tirarle fuori basta uno sforzo. Questo pensiero di Platone
rappresenta una forma di innatismo perchè crede che la conoscenza non derivi dall'esperienza
sensibile ma da metri di giudizio preesistenti. Come conferma di questa teoria possiamo citare
l'esempio del Menone in cui c'è uno schiavo che aiutato da Socrate intuisce il teorema di Pitagora
pur essendo completamente ignorante di geometria.

Reminiscenza e verità
La teoria della reminiscenza rappresenta la vittoria sul relativismo sofistico che dice che è
impossibile e inutile indagare su quello che l'uomo sa e non sa. Platone al contrario afferma che
l'uomo non sa tutta la verità e non è ignorante su essa,ma è in una sorta di pre-conoscenza da cui
dobbiamo tirare fuori tutta la verità. Ci sono due diverse interpretazioni su questa teoria ovvero
quelli che tendono a credere completamente alle teorie di Platone e quelli che considerano le idee
come strutture ideali come gli enti matematici.

L'immortalità dell'anima e il mito di Er


In una delle sue opere,chiamata Fedone, Platone da alcune prove dell'immortalità dell'anima. La
prima è detta “dei contrari” in cui afferma che una cosa si genera dal suo contrario. La seconda è
detta “della somiglianza” in cui dice che l'anima essendo simili alle idee sarà eterne come esse e
afferma che solo ciò che è composto può distruggersi mentre ciò che è semplice non può né essere
creato né distrutto. L'ultima che è detta “della vitalità” sostiene che l'anima,in quanto soffio vitale,è
vita e non può avere in sé l'idea della morte.
Sempre nel Fedone Platone esprime la sua idea di filosofia come preparazione alla morte;infatti
filosofare significa morire ai sensi e al corpo per cogliere meglio le idee.
Per spiegare questa teoria Platone racconta il mito di Er,con il quale si chiude la Repubblica.
Morto e resuscitato dopo 12 giorni,Er racconta agli uomini cosa accade dopo la morte. La parte
principale del racconto riguarda la scelta del destino che le anime devono fare prima di reincarnarsi
in un corpo nuovo. Ogni anima sceglie il tipo di vita che incarnerà cercando di non scegliere destini
basati su soldi e cose materiali che celano in realtà peccato e infelicità. Per Platone è l'uomo che
sceglie il proprio destino anche se sia condizionato da quello che è voluto essere ed è stato.

Le idee e il relativismo sofistico


Platone concepisce la dottrina delle idee come “salvezza” dal relativismo sofistico che secondo la
schematizzazione platonica è una filosofia unica negatrice di ogni stabile punto di vista sulle cose e
di ogni certezza. Al contrario di Socrate o di Protagora che cercavano dei punti d'accordo (“l'utile
comune di Protagora o virtù come scienza “di Socrate”) non basandosi su verità già studiate o realtà
extra-terrena,Platone afferma che l'unico modo per superarlo è quello di instaurare una forma di
assolutismo.
In questo modo anche l'umanismo sofistico e socratico basato su l'uomo al centro di tutto viene
messo da parte e adesso sono le idee,e non più l'uomo, “misura” di tutte le cose e anche dell'uomo.
Viene superato anche il relativismo conoscitivo e morale dei sofisti perchè sia la conoscenza che la
morale tornano ad essere un valore assoluto (come le idee-valori che sono indipendenti dalle
opinioni personali) e cessano di essere relative all'uomo.

La finalità politica
Come già detto prima,la finalità principale della dottrina delle idee è quella politica perchè
Platone vuole dare agli uomini uno strumento per uscire dal caos delle opinioni e dei costumi e che
li tragga fuori dalle lotte che la disparità delle opinioni li ha fatti cadere. Dunque le idee
rappresentano lo strumento principale per combattere il relativismo e l'anarchia sociale. Da ciò
nasce l'equazione risolutiva della crisi ovvero:
Conoscenza delle idee = fondazione scienza politica universale = pace e giustizia tra gli
uomini.

Gabriele Statzu
3°F A.S. 2009/10

Fonti
“Il nuovo protagonisti e testi della filosofia”

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