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N.

55 LUGLIO-AGOSTO 2008
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55054 BOZZANO (LU)
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DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO

TATTICA

articolo

36

I passaggi fondamentali ed i principi didattici


che lallenatore deve seguire nel momento in
cui sceglie il modulo della sua squadra.
A cura di ANDREA RIVA

Il percorso da seguire per ottenere una efficace realizzazione di un


sistema di gioco.

INTRODUZIONE.

Prima

di
procedere
allanalisi
dettagliata circa il percorso da seguire
al fine di ottenere una buona
realizzazione di un determinato sistema
di gioco, ritengo opportuno fare alcune
premesse.
La prima riguarda il fatto che la
preparazione fisica, tattica e psicologica
dipende dal livello del torneo cui la
squadra deve partecipare; in particolare
si rende necessaria una distinzione fra
squadre iscritte ad un campionato
professionistico e squadre di livello
inferiore, intendo indicativamente dal
campionato di Promozione in gi.
A livello dilettantistico le dinamiche
allinterno di un gruppo differiscono da
quelle tipiche di squadre composte da
giocatori professionisti.
Lallenatore
non
pu
trascurare
lapproccio che un giocatore ha nei
confronti di unattivit sportiva che non
rappresenti
per
una
fonte
di
guadagno; in questo senso, laspetto
ludico dellallenamento deve essere
tenuto in notevole considerazione.

Accanto
alle,
secondo
me
imprescindibili, sedute di tattica si deve
concedere spazio al gioco ed anche le
esercitazioni
tecniche
dovrebbero
risultare piacevoli.
Molti, del resto, sostengono che il
divertimento dei giocatori sia una base
fondamentale anche ai livelli pi alti.
Pi in generale, estremizzando, se si
pu ammettere che in serie A o in serie
B
un
allenatore
possa
imporre
rigidamente la propria linea di condotta
e che faccia parte del lavoro dei
giocatori seguirlo, a prescindere dalle
loro opinioni in proposito, pi difficile
immaginare una tale gestione del
gruppo in un campionato di Prima
Categoria, in cui i giocatori si
sottopongono agli allenamenti a seguito
di una normale giornata lavorativa.
Ci non significa che lallenatore non
debba avere autorit o non debba
imporre delle precise regole, quanto
piuttosto
che
rientri
nelle
sue
caratteristiche una certa elasticit di
giudizio.
Unaltra
considerazione
necessaria
riguarda il fatto che in squadre di

dilettanti il numero di allenamenti e


dunque il tempo a disposizione del
tecnico limitato.
Ognuno
sceglier
quanto
tempo
dedicare alla preparazione atletica e
comunque
diventa
inevitabile
per
lallenatore concentrarsi sugli aspetti
fondamentali del proprio sistema di
gioco e diluire in tempi lunghi
linsegnamento delle possibili variazioni
e dei dettagli connessi alle varie
situazioni di gioco.
Man mano che si sale di categoria, le
capacit tecniche e le conoscenze
tattiche dei giocatori aumentano e
risulta fondamentale un elevato livello
di specializzazione in ogni settore della
preparazione del calciatore; lallenatore
ed i suoi collaboratori devono tracciare
un percorso ben preciso e convincere i
componenti della squadra della bont
del loro progetto.
Nel seguito tratter nello specifico la
preparazione di una squadra di livello
professionistico.
OSSERVAZIONI SUL MODULO
MARCATURA AD UOMO.

CON

La prima scelta radicale che il tecnico


dovr operare consister nel decidere
se il modulo difensivo sar basato su
marcature
a
uomo
o
su
uno
schieramento a zona.
Io sono tendenzialmente favorevole alla
zona e a farmi scegliere diversamente
potrebbe essere solo la concomitanza di
diversi fattori:

presenza in rosa di almeno due


ottimi
difensori
marcatori
(condizione necessaria);

presenza in rosa di centrocampisti


con
buone
capacit
difensive
(condizione necessaria);

presenza in rosa di giocatori dotati


di
spiccate
qualit
offensive
individuali,
ma
difficilmente
inquadrabili
in
un
contesto
organizzato di squadra;

presenza in rosa di diversi giocatori


abili in una sola delle due fasi di
gioco, difensiva od offensiva;

basso livello medio di voglia e/o


capacit di apprendimento;

poca propensione in generale al


gioco di squadra e maggiore
attitudine al gioco individuale.

Personalmente sono convinto non esista


un modulo vincente, o comunque un
sistema di gioco in senso assoluto
migliore degli altri.

Non avrebbe senso giocare a uomo


senza avere a disposizione difensori
molto abili nelluno contro uno.

Anche
da
questa
considerazione
discende lidea che un allenatore debba
dapprima conoscere a fondo la rosa a
disposizione e in funzione di questa
scegliere il modulo che pi di ogni altro
possa esaltarne le qualit.

Ritengo
altrettanto
importante
la
presenza
di
centrocampisti
abili
nellinterrompere
la
manovra
avversaria, in quanto risulta pi idoneo
mantenere liniziativa del gioco per una
compagine schierata a zona.

In questottica, la primissima fase della


preparazione
dovr
essere
prevalentemente tecnico-atletica, tesa
allapprofondimento della conoscenza
delle caratteristiche dei giocatori.

Inoltre una squadra che gioca ad uomo


dovr di norma puntare molto sulle
individualit
e
quindi
non
pu
prescindere da giocatori in grado di
saltare luomo e di costruirsi da soli
opportunit offensive importanti.

Importante sar anche valutarne la


capacit di concentrazione e la rapidit
di apprendimento.
2

Infine, pur non ritenendo affatto i


meccanismi della zona particolarmente

difficili da assimilare, indubbio che da


un punto di vista prettamente di
atteggiamento in campo, il giocatore
che difende a uomo ha un compito
semplificato,
avendo
un
unico,
importante punto di riferimento, ovvero
lavversario diretto.
Ovviamente in questa analisi non ho
tenuto conto delleventuale necessit da
parte dellallenatore di ottenere risultati
in
brevissimo
tempo,
il
che
allargherebbe i criteri di scelta, non
ultimo quello di tenere conto delle
conoscenze tattiche dei giocatori.
Non considerer la componente fisica;
chiaro che oggi possedere unadeguata
preparazione atletica rappresenta una
condizione imprescindibile per ottenere
buoni risultati.
A seconda del tipo di gioco che si vorr
adottare ci si concentrer sulla forza
piuttosto che sullagilit con i metodi
che saranno ritenuti pi opportuni.
Far
ora
alcune
osservazioni
concernenti lattuazione di un modulo
che prevede marcature a uomo per poi
passare ad una pi dettagliata analisi
circa la preparazione di un complesso
schierato a zona.
La scelta delle marcature ad uomo
condiziona
pesantemente
le
esercitazioni tecnico-tattiche ed ha
implicazioni importanti anche sulle
motivazioni psicologiche da fornire ai
giocatori.
Per quanto riguarda la fase difensiva, si
dovranno privilegiare esercitazioni tese
a migliorare il gesto tecnico delluno
contro uno.
Contemporaneamente
bisogner
provvedere
allinsegnamento
dei
movimenti del libero che di norma
protegge le spalle dei marcatori; questi
deve essere abile nel prendere una
posizione
che
gli
consenta
di
raddoppiare quando necessario la
marcatura e nello stesso tempo di

riuscire ad intervenire in anticipo su un


eventuale
passaggio
dellattaccante
avversario.
Dovr in sostanza far proprio il concetto
di copertura, tanto importante nello
schieramento a zona.
Anche
da
questo
unappropriata scelta di
proprio intervento.

discender
tempo del

Anche da un punto di vista psicologico,


molto lavoro deve essere fatto sul
singolo, dal momento che, sia in fase
difensiva che offensiva, determinante
sar avere la meglio negli scontri
diretti.
...Quello veloce, ma tu lo sei di
pi!... era uno degli incitamenti che
Helenio Herrera forniva ai suoi, una
preparazione dunque ad un confronto
con un avversario, pi che il tentativo
di infondere unideologia di squadra,
collettivamente intesa.
Per quanto riguarda la fase offensiva, ci
possono essere diverse opzioni e non
affatto esclusa la possibilit di uno
sviluppo corale della manovra; se cos
fosse si renderebbe necessaria una
serie di esercitazioni del tutto simili a
quelle che descriver in seguito,
trattando lo schieramento a zona.
Ci sono per delle difficolt oggettive
che si incontrano nella costruzione di
una manovra collettiva; si verificano se
sul campo vi la presenza di diversi
giocatori specialisti della sola fase
difensiva, in quanto questi fornirebbero
un apporto limitato allo sviluppo
dellazione.
Inoltre,
se
una
squadra
adotta
marcature
ad
uomo
anche
a
centrocampo, allatto della riconquista
della palla lassetto potrebbe risultare
alquanto
disordinato,
dipendendo
fortemente
dai
movimenti
degli
avversari.
Difficile risulterebbe di conseguenza
coniugare una buona riorganizzazione
con la necessaria rapidit di azione.
3

Se invece la tendenza dovesse essere


quella di affidarsi alle capacit ed
allestro dei singoli, molta attenzione
dovr essere volta allottenimento delle
situazioni di gioco ottimali affinch
questi possano esprimersi al meglio.
Passer ora ad esporre il percorso
didattico, da me considerato, adatto
allassimilazione di un sistema di gioco
a zona.
COME PREPARARE LESECUZIONE DI
UN MODULO A ZONA.

Come gi accennato, non tratter gli


aspetti fisici e tecnici, non potr
esimermi
dal
fare
qualche
considerazione di carattere psicologico,
mentre mi concentrer sulle nozioni
tattiche da fornire alla squadra.
Ritengo che il dialogo e la conoscenza
reciproca fra tecnico e giocatori sia
molto importante; si deve riuscire a
trovare una base, dei valori comuni a
tutto il gruppo e su questi costruire un
progetto di lavoro serio.
Umilt, rispetto, fiducia reciproca, fra
giocatori
e
fra
giocatori
e
,
intraprendere con serenit il lavoro.
Lallenatore deve dimostrare di avere
un buon livello di preparazione ed
esporre chiaramente, sin da principio,
le idee guida del propria visione di
gioco.
Se i giocatori aderiranno al progetto,
allora sar pi semplice di volta in volta
motivarli al fine di ottenere i migliori
risultati.

Due fasi di gioco


Le squadre schierate a zona, qualunque
sia il modulo e latteggiamento adottati,
non possono prescindere da una
completa cooperazione fra tutti i
giocatori; la squadra davanti a tutto,
soprattutto
in
una
fase
di
apprendimento, il collettivo prima del
4

singolo, tenendo sempre in mente che


in una squadra ben organizzata pi
facile emergere anche a livello di
qualit individuali.
Lallenatore dovrebbe insistere sul
concetto che ci sono due fasi del gioco
ben distinte fra loro: la fase difensiva, o
di non possesso, e quella offensiva,
detta di possesso palla.
Tutti i giocatori devono partecipare a
entrambe, anche se ovviamente con
compiti e responsabilit diversi.
Ogni volta che
si verifica una
transizione, positiva o negativa, ovvero
quando si recupera o si perde palla, la
squadra
deve
reagire
nel
suo
complesso: allatto della riconquista
della palla deve scattare qualcosa nella
testa di ogni giocatore ed necessario
un cambiamento di atteggiamento
complessivo, un cambio di passo di
squadra.
Cos, se un giocatore perde il possesso
di palla, automaticamente tutta la
squadra deve reagire e prepararsi
mentalmente alla fase di recupero del
pallone.

Concetti basilari
Ritengo
che
la
quasi
totalit
dellapprendimento
tattico
debba
avvenire
tramite
esercitazioni
sul
campo, ma vi una serie di conoscenze
che opportuno esporre verbalmente
nel modo pi efficace possibile e poi
ribadirle di volta in volta in campo.
Il motivo consiste nel fatto che il calcio
uno sport situazionale; i giocatori
durante la partita si troveranno ad
affrontare anche situazioni di gioco non
preparate in allenamento, ed in
condizioni di lucidit e tranquillit
inferiori (stanchezza, tensione); da qui
la necessit di una preparazione quanto
pi possibile completa, che tenga conto
di tutto quanto potr accadere in gara;
ancor pi rilevante che i giocatori

abbiano fatto propri i principi basilari


del gioco a zona, a tal punto da poter
reagire rapidamente, ed in modo
efficace, alle difficolt di gioco che si
presenteranno.
Le posizioni di palla, avversari e
compagni sono gli elementi che
determinano i movimenti in campo di
ogni giocatore.
In fase difensiva, ognuno ha una
propria zona di competenza (le zone si
sovrappongono parzialmente una con
laltra, stando a significare laiuto che
deve esserci fra compagni).
Non si segue lavversario diretto, in
effetti non esiste un avversario diretto,
ognuno deve controllare la propria zona
e se necessario marcare gli avversari
che vi stazionano.
Il controllo dellavversario varia a
seconda della zona di campo in cui ci si
trova: a centrocampo o nella met
campo avversaria il difensore si dovr
posizionare secondo i criteri della
copertura, essere cio in grado di dare
un supporto al compagno di reparto e
nello
stesso
tempo
controllare
lavversario nella propria zona di
competenza.
I suoi riferimenti sono la palla,
lavversario ed i compagni pi vicini.
Fondamentale il concetto di anticipo
(corto o lungo).
Negli ultimi 20-25 metri la marcatura si
fa pi stretta, il riferimento principale
diventa lavversario, in area si marca a
uomo.
Scendendo verso la propria porta quindi
si passa da un atteggiamento teso
allanticipo ad uno prettamente di
marcatura.
Dunque non si segue lavversario nei
suoi movimenti, si privilegia una
concezione di copertura degli spazi, si
tende a disporsi in modo tale da
rendere
impossibile
allavversario

laccesso nelle zone di campo pi


pericolose, segnatamente la regione
centrale davanti allarea di rigore e
larea stessa.
Si vuole togliere
allaltra squadra.

spazio

giocabile

Si lascia maggiore libert ai giocatori


avversari che si trovino in una posizione
meno pericolosa.
Pi avanti nella
preparazione
si
chiariranno
questi
concetti,
stabilendone i criteri.
Cos come in fase difensiva si cerca di
occupare gli spazi (in maniera pi o
meno aggressiva), togliendoli alla
manovra avversaria, in attacco lo scopo
di sfruttare gli spazi a disposizione e
anzi di crearne di nuovi.
I
giocatori
devono
abituarsi
ad
aggredire gli spazi e a riempire quelli
lasciati
vuoti
dai
movimenti
dei
compagni, che li hanno in tal modo
creati.
Non azioni individuali prolungate, ma
continui
movimenti
senza
pallone
nellottica
di
allargare
la
difesa
avversaria
(ovvero
costringerla
a
coprire
una
porzione
di
campo
maggiore) e di dare profondit alla
manovra; in definitiva i movimenti
senza palla ordinati, di squadra,
rendono pi rapida la manovra,
aumentando le opzioni di passaggio al
giocatore in possesso di palla.
Difensori e centrocampisti, sia pur con
dinamiche
diverse,
partecipano
attivamente alla manovra offensiva.
Infine, un aspetto che deve essere
considerato basilare, e chiarito sin
dallinizio, che i vari movimenti di una
compagine schierata a zona hanno
come fine quello di trovarsi in
superiorit numerica nella zona ove si
trova la palla: da qui, in fase di non
possesso, la necessit di concedere
maggiore libert agli avversari lontani e
5

di stringere verso la palla, facendo


salire anche la difesa, rendendo cos la
squadra corta e stretta.
In fase di
palla e gli
generano
sfociare in

possesso i movimenti senza


inserimenti da dietro spesso
un soprannumero che pu
azioni pericolose.

Mentalit e livelli di gioco


Dopo aver esposto i principi della zona
e limportanza dei movimenti collettivi,
il tecnico dovr cominciare a chiarire
pi nel dettaglio la propria idea su come
applicarli in campo e tracciare una linea
da seguire nel lavoro, con obiettivi
progressivamente pi ambiziosi.
Specificatamente dovr stabilire se
latteggiamento della squadra sar
offensivo, teso alla riconquista della
palla nella met campo avversaria, o
pi attendista, dedito ad unaccurata
occupazione degli spazi a centrocampo
o addirittura pi indietro.
Un elemento basilare, che rappresenta
anche un criterio di valutazione del
grado di offensivit della squadra, il
numero di giocatori che lallenatore
decide di lasciare oltre la linea della
palla in fase di non possesso, ovvero
quanti non partecipano alla fase di
recupero.
Questo dipender in generale anche dal
tipo di azione: se gli avversari partono
dalla propria area, i primi ad accorciare
su di loro saranno proprio gli attaccanti.
Ovviamente ci sono modalit diverse.
Pi precisamente occorre stabilire fino a
che livello di campo gli attaccanti, e poi
i centrocampisti, dovranno scendere per
difendere.
La mia idea che tutti, in conformit
alle proprie caratteristiche, debbano
contribuire alla fase difensiva.
Un altro elemento importante, legato a
quanto appena detto, la distinzione
fra giocatori pessimistico-orientati e
6

ottimistico-orientati; sarebbe a dire


quanti durante la fase difensiva si
dispongono nellottica di recuperare il
pallone e quanti nellottica di riceverlo e
rilanciare lazione a recupero avvenuto.
A mio avviso, il numero degli uni e degli
altri deve variare anche durante una
stessa azione, vale a dire che bisogna
capire quando un avversario in
difficolt, pressato, prevederne la
perdita della palla e prepararsi di
conseguenza al rilancio dellazione.
Connessi allatteggiamento generale
della squadra ci sono anche lutilizzo del
pressing,
del
fuorigioco,
decidere
quanto devono salire i difensori allo
scopo di mantenere le giuste distanze
fra i reparti.
Come si vede ci sono diversi elementi
da stabilire.
Si pu dire che ci sono differenti livelli
di
gioco
che
la
squadra
deve
raggiungere: un primo livello consiste
nel conseguimento di una buona
organizzazione difensiva e di una
discreta manovra offensiva basata sulla
creazione e laggressione degli spazi, la
squadra deve saper tenere il campo e
ogni giocatore deve aver chiaro il
proprio compito.
Questo rappresenta il primo obiettivo
da conseguire.
Un
secondo
livello
consiste
nel
miglioramento della fase offensiva, che
deve diventare pi rapida e coinvolgere
pi giocatori.
La squadra deve assimilare le variazioni
allatteggiamento di base, essere in
grado ad esempio di cambiare ritmo, di
forzare il recupero della palla con un
pressing offensivo o ultra-offensivo
(portato a ridosso dellarea avversaria),
di alternare giocate in verticale ad
azioni di aggiramento.
Perfezionare
inattive.

lesecuzione

delle

palle

Infine, vi un terzo livello che si


raggiunge quando la squadra ha
assimilato i meccanismi a tal punto da
essere in grado, non solo di eseguire
correttamente gli schemi difensivi e
offensivi, ma anche di improvvisare se
necessario, e comunque di adattarsi ad
ogni situazione.

cercher di impostare
secondo i suoi dettami.

Il tutto basandosi su principi comuni,


sicch lazione non preordinata di un
giocatore letta dai compagni che si
muovono di conseguenza, coprendolo o
proponendosi.

Nel seguito esporr la tempistica con


cui verranno affrontate le diverse
problematiche senza per entrare nel
dettaglio
delle
esercitazioni,
dal
momento
che
queste
dipendono
pesantemente dal modulo scelto (ad
esempio difesa a tre o a quattro).

Aumenta
cos
sensibilmente
limprevedibilit della manovra.

Scelta del modulo


Si tratta ora di scegliere il modulo da
adottare e renderne noti ai giocatori le
caratteristiche e le modalit con cui
interpretarlo.
Come accennato in precedenza, la
scelta devessere fatta in base alla
mentalit che si vuole la squadra
possieda, ma soprattutto in base alle
peculiarit dei giocatori.
E questultimo il criterio fondamentale
su cui fondare la scelta, perch, se
vero ad esempio che di norma il 4-3-3
risulta pi offensivo del 5-3-2, in realt
molto dipende da come viene attuato il
modulo
e
da
quanti
giocatori
partecipano alle due fasi di gioco.
Dunque ritengo si possa attuare un
gioco dattacco, o quantomeno di
possesso palla, anche con un modulo
che sulla carta presenta un maggior
numero di difensori.
Piuttosto trovo inadeguato impostare
un 3-4-3 o un 4-3-3, se in rosa non c
la presenza di attaccanti esterni validi,
cos come chiaramente illogico
allestire un 3-4-1-2 senza avere a
disposizione un trequartista di livello.
A questo punto il tecnico comincia il
lavoro sul campo, in cui gradualmente

la

squadra

Le informazioni fornite ai giocatori,


corredate di esercitazioni pratiche
ripetute pi volte, dovranno essere
dosate in modo da poter essere
assimilate.

Non solo, ma anche allinterno dello


stesso modulo diversi sono i movimenti
che
lallenatore
pu
imporre
ai
calciatori.
E evidente che ci sono diverse
possibilit di predisporre unazione di
difesa.
Molto importante, soprattutto in una
prima fase, essere molto chiari circa i
compiti di ognuno.
In seguito, dopo che i giocatori avranno
metabolizzato i movimenti, potranno
essere loro stessi a scegliere lopzione
pi opportuna in riferimento alle
posizioni in campo in quel momento.

Successione
esercitazioni

temporale

nelle

A prescindere dal modulo che si vuole


adottare, ritengo ci sia una cronologia
ben
precisa
da
seguire
nella
preparazione tattica di una squadra.
Ne fornir qui uno schematico elenco
approfondendo poi alcune tematiche.

Movimenti del reparto difensivo,


dapprima
senza
una
valida
opposizione,
poi
gradualmente
aumentando il livello di difficolt e
simulando le diverse situazioni di
gioco effettivo.
7

Contemporaneamente
(spesso
squadra divisa in gruppi), esercizi
tattici o partitelle a tema, tesi ad
abituare i giocatori ai movimenti
base dellattacco; non schemi veri e
propri, ma movimenti senza palla,
sostegni, profondit; richiesta
meno concentrazione rispetto alla
fase
difensiva
che
in
questo
momento prioritaria.

Si passa sul campo a dimensioni


normali; fase difensiva con 1, 2 o
pi giocatori oltre la linea della palla,
gli attaccanti ottimistico-orientati.

Iniziano le esercitazioni specifiche


della fase offensiva: principi base.

Grande attenzione ai movimenti


degli
attaccanti:
incroci,
tagli,
sponde, uno-due etc.

Sempre preminenza netta alla fase


difensiva;
ora
si
schiera
il
centrocampo davanti ai difensori;
come in precedenza, movimenti
imposti dallallenatore senza la
presenza di avversari (diagonali,
piramidi,
coperture,
fuorigioco,
scorrimenti, movimenti a scalare,
elastico etc.) e, assimilati questi,
prova degli schemi di difesa in reali
situazioni di gioco.

Schemi dattacco che coinvolgono


tutta la squadra; sovrapposizioni,
appoggi,
tagli,
cambi-fascia
e
continua ricerca degli spazi.

Cura dei giusti tempi di gioco in fase


offensiva.

Partita amichevole.

Perfezionamento
delle
varie
situazioni di gioco; in fase difensiva
si prova il pressing (normale,
offensivo,
ultra-offensivo)
e
si
continua ad allenare il fuorigioco,
almeno in determinate situazioni di
gioco; in fase offensiva si alternano
azioni filtranti in verticale e momenti
di possesso palla.

Studio delle palle inattive, in difesa


ed in attacco.

Amichevole.

Sempre nelle stesse sedute di


allenamento, in cui si cura con
grande attenzione la fase di non
possesso, si cerca, con partitelle in
campo ristretto, di far s che i
giocatori inizino a far propri i principi
dei
movimenti
di
attacco:
smarcamenti,
uno-due,
sostegni
dietro e profondit, scaglionamento
su linee diverse, sponde etc.
Si inseriscono anche gli attaccanti
nellimpianto difensivo; grande cura
dei movimenti allinterno dei reparti
e delle distanze fra reparti diversi;
esercitazione di difesa su met o 2/3
di campo.
La squadra completa e la si
sottopone ad attacchi di ogni
genere; deve abituarsi a difendere
contro attacchi a 1, 2 o 3 punte; si
introduce un elemento nuovo: dopo
il recupero del palone, la squadra
deve salire in possesso di palla, ad
esempio fino alla linea di met
campo, con i metodi utilizzati i giorni
precedenti nelle partitelle a tema.

Non ho esplicitato quanto tempo


dedicare
alle
diverse
fasi
della
preparazione perch molto dipende
dalla risposta dei giocatori agli stimoli
forniti dal tecnico.
Inoltre, ogni allenatore decider quanto
spazio concedere alle esercitazioni
fisiche o di carattere tecnico e di
conseguenza
il
periodo
di
addestramento potr allungarsi o meno.
Voglio
sottolineare
lassoluta
importanza del coinvolgimento di tutti i
giocatori della rosa; ad ognuno deve
essere assegnato un ruolo e tutti
devono essere sottoposti alle stesse
esercitazioni, in particolar modo in
questa prima fase.

Ovviamente, per arrivare ad ottenere


un affiatamento fra i giocatori ed una
buona conoscenza degli automatismi,
devono passare dei mesi e spesso non
sufficiente il periodo di preparazione
della durata di circa 4-5 settimane.

Lintero reparto difensivo: diagonali,


pi o meno strette, coperture,
scorrimenti laterali, raddoppi.

Esercitazioni senza e con avversari,


in un crescendo di difficolt; di
fronte diversi attacchi: 1 attaccante,
2, 3, una boa centrale con una o due
seconde punte.

Linea difensiva a copertura singola e


a doppia copertura.

Abitudine al dialogo fra i giocatori.

Fuorigioco, quando, chi lo chiama,


esercitazioni.

Esercitazioni per far salire la linea


difensiva: avversario di spalle o
pressato, rinvio etc.

Elastico: si sale se lavversario non


pericoloso e si scende per evitare
inserimenti; o viceversa: si scende
concedendo campo agli attaccanti e
si sale di colpo per metterli in
fuorigioco.

Difesa + centrocampisti centrali di


copertura (uno nel 3-5-2, due nel 44-2); sono loro i primi ad uscire sul
portatore di palla avversario.

Distanze tra i reparti; chi e quando


deve
accorciare,
diagonali
e
coperture degli altri; senza e con
squadra avversaria.

Difesa + centrocampo; movimenti a


scalare orizzontali delle due linee;
scalare per linee esterne dove
necessaria la collaborazione fra una
linea e gli esterni dellaltra; la linea
di centrocampo pi stretta, quella di
difesa pi larga.

Le due linee difendono contro una


squadra
completa:
quando
temporeggiare, accorciare gli spazi,
raddoppiare etc.

Movimenti difensivi degli attaccanti;


quando scendere per accorciare la
squadra e quando essere primi

Fase difensiva
Per non dilungarmi eccessivamente
elencher semplicemente le principali
nozioni da fornire e alcune delle
esercitazioni cui deve essere sottoposta
la squadra, a prescindere dal modulo
adottato.

In parit o inferiorit numerica si


temporeggia
arretrando,
stringendosi a copertura della fascia
centrale
di
campo;
giunti
in
prossimit della linea che delimita
larea di rigore esce il difensore pi
vicino al portatore di palla.

Nozione di occupazione degli spazi,


come disporsi a seconda della zona
di campo in cui si difende.

Nozione di copertura.

Tre riferimenti: pallone, avversari,


compagni; quali i pi importanti a
seconda della zona di campo in cui ci
si trova.

Anticipi corti e lunghi; negli ultimi 20


metri si stringe la marcatura a
uomo.

Chi marca si mette fra la palla e la


propria porta; posizione del corpo e
dei piedi dei difendenti nelle varie
situazioni.

Il portiere pronto a fare il libero se la


difesa sale.

Due difensori: uno esce, laltro


copre; con 1, 2 e 3 avversari,
imparare
a
temporeggiare
ed
accorciare nei tempi corretti.

Mai due difensori in linea (escluso il


caso del fuorigioco), uno esce sul
portatore di palla gli altri coprono in
diagonale.

difensori; la squadra intera collauda


i movimenti difensivi.

Difesa contro azioni dattacco che


simulano situazioni di gioco reali: un
attacco
avversario
che
parte
dallarea (tutti coinvolti nella fase di
recupero), su rinvio del portiere
avversario, su palla persa nelle
diverse zone di campo.

Quando la
elastico.

squadra

deve

salire,

Raddoppi e pressing: nella propria


metacampo, offensivo, sui difensori
avversari.

Fuorigioco, legato o no al pressing.

Come difendere su palle inattive.

La squadra si appoggia sugli


attaccanti: quando andare al tiro,
quando scaricare indietro e quando
mantenere il possesso di palla per
far salire la squadra.

Come ricevere la palla: finta e


ritorno
per
guadagnare
metri
sullavversario diretto.

Sul campo: dare sostegno al


compagno che in possesso di
palla, con conseguente appoggio
dietro; fronte alla porta avversaria,
cercare la profondit o cambiare
gioco.

Si iniziano a preparare schemi di


gioco pi complessi; in un primo
momento con le mani e molto
lentamente, poi calciando, ma senza
opposizione, infine affrontando degli
avversari.

Schemi offensivi: partendo dalla


difesa o ripartenze a seguito della
riconquista della palla.

Elemento fondamentale: i tempi di


gioco; i giocatori non devono
anticipare
n
ritardare
gli
inserimenti; non semplice trovare i
tempi giusti; esercitazione a due
tocchi, al primo parte il movimento
del compagno.

Fase di costruzione.

Attacco in superiorit numerica.

Catene sugli
centrale.

Sovrapposizioni interna ed esterna,


attacco
destra-destra
(sinistrasinistra) o cambio fascia, azioni in
verticale (con tagli o torre) ed
aggiramenti con cross.

Equilibrio: se palla in fascia destra e


sovrapposizione, allora movimento a
scalare in difesa a destra; se palla in
fascia destra ed esterno sinistro che
sale, allora cambio gioco ed esterno
difensivo
destro
non
sale,

Fase offensiva
Analogamente a quanto fatto per la
fase di non possesso palla elencher i
punti essenziali per quanto riguarda la
fase di attacco.

Tutti devono partecipare allazione,


coinvolgimento di tutti i reparti;
volont di imporre il proprio gioco.

Creazione degli spazi ed aggressione


degli spazi; superiorit numerica in
fascia ed in zona centrale.

Cambio di mentalit di
squadra
in
occasione
transizione positiva.

tutta la
di
una

Esercitazioni per allenare sponde,


sostegni (molto importanti!), tagli,
triangolazioni.

I giocatori delle diverse linee devono


essere sfalsati.

Disposizione sul campo a triangoli.

Movimenti specifici degli attaccanti:


uno viene e laltro d profondit,
incroci, incroci sui cross.

Movimenti dei centrocampisti per


ricevere palla in maniera adeguata.

10

esterni

in

zona

movimento a
squadra corta.

scalare

sinistra;

Possesso palla: sfruttare ampiezza


campo, disporsi a triangoli.

Cambi di ritmo: far girare la palla e


verticalizzare.

Schemi per creare situazioni di uno


contro uno e stimolare il dribbling
dellattaccante impegnato.

Esercitazioni: scambi, cross e tiri in


porta.

Sempre maggior importanza sta


assumendo lesecuzione dei calci da
fermo: grande attenzione ai dettagli
sugli sviluppi delle palle inattive,
cross, angoli, punizioni; blocchi ed
incroci in area, schemi sui calci di
punizione.

Stimolare la creativit del singolo


giocatore e guidare i movimenti dei
compagni
in
base
ai
principi
delloccupazione
ed
aggressione
degli spazi; la squadra devessere in
grado di codificare un movimento
non preordinato di un giocatore e
reagire
in
maniera
univoca,
mantenendo ordine ed equilibrio.

La squadra deve capire, fra diverse


opzioni, quale lo schema da
privilegiare
in
funzione
dello
schieramento avversario; cos come
in fase difensiva deve essere in
grado di scegliere quando forzare il
pressing e quando temporeggiare.

Partita 11 contro 11; al termine di


ogni azione offensiva, ripristinare
rapidamente lassetto di squadra; il
recupero si fa a centrocampo, non
ad azione conclusa.

contro si rischia uninferiorit numerica


a centrocampo se gli esterni difensivi
ed offensivi non sono abili ad accorciare
ed occupare gli spazi.
Ogni allenatore inoltre caratterizzer
laddestramento tattico basandosi sulle
proprie idee.
Imprescindibile nel gioco a zona resta il
coinvolgimento collettivo, psicologico e
tattico di tutti i giocatori che fanno
parte della squadra.

Al variare dei moduli si dar maggior


rilievo ad un aspetto piuttosto che ad
un altro.
Il 4-3-3 ad esempio prevede lutilizzo di
molti
tagli
e
verticalizzazioni;

opportuno lutilizzo di un pressing ultraoffensivo e di una linea di difesa alta; di


11

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