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Mezzi porosi: lapplicazione dei moti ondulatori (2)

magazine.darioflaccovio.it /2013/10/14/mezzi-porosi-lapplicazione-dei-moti-ondulatori-2/
Romolo Di Francesco
Seconda parte: applicazioni pratiche

Dopo la disamina degli aspetti teorici, che ha costituito il corpo della prima parte dellarticolo, ora fondamentale
comprendere gli aspetti pratici delle equazioni che governano la propagazione dei moti ondulatori nei mezzi
porosi.
Laspetto per eccellenza riguarda il campo sismologico, dove la propagazione dei terremoti stata finora
simulata mediante onde piane che a loro volta rappresentano la semplificazione delle onde circolari, tenuto
conto che queste ultime richiedono una condizione di isotropia che viola il reale comportamento delle rocce e
delle terre. Al contrario, ora possibile simulare correttamente la propagazione delle onde 2D e 3D in mezzi
ortotropi, trasversalmente isotropi e infine anche isotropi.
Se ci si limita allanalisi delle sole onde P (o di compressione), occorre tenere conto che allorquando queste
intercettano la superficie terrestre si verifica la loro trasformazione in onde acustiche che annunciano larrivo di
un terremoto con il classico boato (figura 1). In questo caso occorre considerare che unonda che si propaga
nellaria attraversa un mezzo infinitamente poroso (n = 100%) e secco (S = 0%): una condizione replicabile dalle
equazioni descriventi la propagazione delle onde P nei mezzi porosi, che per le condizioni descritte si riducono a
onde perfettamente acustiche.
Un altro aspetto di non secondaria importanza riguarda la determinazione della porosit dei terreni granulari
come, ad esempio, i depositi alluvionali tipicamente costituiti da sabbie e ghiaie che non posso essere
campionati e portati in laboratorio e per i quali si ricorre alle prove penetrometriche e alluso di relazioni
empiriche. Notare che limportanza della conoscenza della porosit assume una veste duplice:
1) in geotecnica per il calcolo dei cedimenti;
2) in idrogeologia per lo studio della produttivit degli acquiferi.
In questo caso sufficiente eseguire una prospezione geofisica (esempio: sismica a rifrazione) per determinare
le velocit dei terreni costituenti il sottosuolo e la posizione del livello piezometrico; a seguire, considerando che
per i terreni sotto falda vale la totale saturazione (S = 100%), sufficiente invertire le equazioni per definire
lesatto valore della porosit.
Unulteriore applicazione delle equazioni riguarda il campo petrolifero e in particolare lo studio della
potenzialit di un giacimento per il quale occorre sempre partire dallesecuzione delle prospezioni geofisiche
(sismica a rifrazione o riflessione). Quindi, considerato che vale nuovamente la totale saturazione della porzione
di roccia contenente il giacimento, con linversione delle equazioni si risale alla porosit e da questa alla quantit
di petrolio intrappolato.
Evidentemente quelle descritte sono soltanto alcune delle possibili applicazioni delle equazioni valide per i mezzi

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porosi e continui, mentre altre di particolare interesse possono essere:


1) lo studio del
degrado delle strutture esistenti, in muratura o in calcestruzzo, a partire dai test sonici;
2) lo studio dellevoluzione del consolidamento dei terreni , mediante prospezioni geofisiche ripetute nel tempo
dalle quali risalire alla variazione di porosit indotta dai cedimenti.
In definitiva, dalla breve disamina delle possibili applicazioni del modello matematico scaturisce una sempre
maggiore importanza che possono assumere le indagini geofisiche nella prassi professionale.
Leggi la prima parte dellarticolo: Mezzi porosi: lapplicazione dei moti ondulatori
La pubblicazione originale da cui tratto questo articolo pu essere scaricata in pdf (inglese)
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