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MISCELLANEA
da
in area
dere
tenere
veneta.
in modo
sembra
presente
Piu
precisamente,
concreto
a fianco,
senza
piu
il sorgere
occorre
adeguato
di Venezia,
che
Puna
fosse
ad
stesso
della
concezione,
il suo
originario
ecclesiale
esperienza
che
rilevare
una
ne
e alia
intento
tipica
di
dei
base,
rispon
possedi
riuscita
ad
assimilare
l'altra,
1V.
Peri,
comunita
cri
440
V. PERI
stiane osservanti
Chiesa
latina
e
organico
di
di coscienza
presa
come
cosi
Levante,
pastorale
della
essa
a Roma,
alia
cultnrale
situazione
era
stata
di fatto esistente
e
un
prestare
fu
solle
greca
per
piano
cristianita
percepita
e della
re
in queste
da
valutata
prelati
finalita
d'Oriente
un
realizzato
quanto
soccorso
sistematico
citato dalla
gioni
Per
d'Occidente.
missionarie,
essi
cui
dovevano
venire
destinati.
si vennero
fino
sostituendo,
ad
nella
affermarsi
conduzione
dell'mternato,
quotidiana
toro
di Monreale
l'arcivescovo
Luys
De
5
?,
Torres
un
mutamento
sostanziale
nel modo stesso di pensare il Collegio e la sua funzione s'impose come conseguenza
ineluttabile. Al di la delle dimcolta personali, presentate dalla scelta dei rettori 6,
sussisteva alia base un obiettivo impedimento derivante da un differente modo di
concepire la rispondenza del Collegio ai suoi fini istituzionali e, di conseguenza, una
insanabile disparita dei metodi educativi e degli orientamenti teologici fondamentali,
che
si dovevano
prospettare
agli
alunni.
Anche
se
in nessun
ci e avvenuto
autore
di
sua
invincibile
incontrato,
La
secolo
e la considerazione
intrecciata
di rispetto
apertura
ambigua,
e confessionale,
i suoi alunni
che
hanno
diffidenza
religiosa
e
a vivere
tra i loro connazionali
ritornando
correligionari.
in
continuavano
poi,
anche
a
nella
rimanere
stessa
legati
d'oltremare
capitale
al culto
della Serenissima
di numerosi
lagunare,
sacro
e all'obbedienza
e di
culturale
costantemente
greci,
gerarchia
quali
eccle
siastica della Chiesa Orientale, ha falto spesso parlare di una tolleranza di tipo po
litico quasi moderno che lo Stato veneto, interessato alia pace interna ed ai commerci
5 Cfr. V.
e ? rito ? greco. G. A. Santoro e la Congregazione dei Greci (1566-1596)
Peri, Chiesa Romana
Testi e Ricerche di Scienze Religiose,
1975, pp. 177-190.
9), Brescia
6 Per il
periodo che va dal 1576 al 1645 si sono potute elencare le generality di ben 28 rettori, compresi
cro
il primo e il secondo affidamento del CoUegio alia Compagnia di Gesii: cfr. C. Koroeevskij,
Saggio di
di S.
notassi dei Rettori del Pontificio CoUegio Greco di Roma, ? Syndesmos
(Bollettino dell'Associazione
tra gli ex-alunni del P. CoUegio Greco) ?, I (1938), 1, pp. 4-5; II (1939), pp. 20-22; i due saggi
Atanasio
sono ora riprodotti, con Paggiunta di O. Raquez
per iRettori del periodo benedettino, ne II CoUegio Greco
di Roma. Ricerche sugli alunni, la direzione, Vattivita, a cura di A. Fyrigos
(= Analecta Collegii Graecorum,
(?
rov
fiarwavov
(=
'^AvaXlxra
BXaraScov,
l'unione
della
chiesa
orientale
con
441
roma
con Pestero, sarebbe stato incline ad accordare ai propri sudditi: una prefigurazione,
insomma, sia pure in altri termini, di quella che alcuni secoli piu tardi si definira la
liberta di religione. L'atteggiamento colpiva anche di piu, se confrontato con quello
tenuto da altri Stati cattohci contemporanei. Se, fino al XV secolo, pur con molte
restrizioni, erano tollerati in parecchi di essi il culto giudaico o quello islamico, in
nessuno
mai
ammesso
veniva
scismatiche. Avrebbe
non
appartenenti
il culto
di
sette
la conservatrice Venezia
alTunica
Chiesa
universale
eretiche
o di
cristiane
comunita
stimate
pienamente
aderenti
alia
sola
8 Osservazioni
F.
in tale senso sono ricorrenti tra gli studiosi; basti riferire alcune delle principals
et Vexploitation
du domain
colonial
La Romanie venitienne au moyen age. Le developpement
et de Rome,
des Ecoles
franchises d'Athenes
193), Paris
(XIIe-XVe
(? Bibliotheque
siecles)
1959, p. 403: ? Venise avait t?moigne\ dans le domain religieux, d'une certaine tole>ence et cette attitude
se precisa au XVe siecle, par la reconnaissance
de tous les privileges detenus par les pretres grecs de terres
accorded aux orthodoxes de Crete
nouvellement
annexes,
par une plus grande liberty de manoeuvre
et d'Eub^e; mais, en meme temps, on constate le souci de maintenir le clerge* grec des territoires venitiens a
en
et de son clerge\ dont on redoute la propagande,
l'^cart du Patriarche
byzantin de Constantinople
en faveur de l'Eglise
est maintenu
sorte nationaliste;
de meme l'appui des autorit^s venitiennes
quelque
romaine et du clerge* latin de Romanie. En somme, la politique religieuse de Venise persiste dans sa tradi
le culte latin
tion de prudence et de relative indifference: peu importe, au fond, que les sujets pratiquent
Greek
ou le culte grec, pourvu qu'ils
se comportent
loyalement et fidelement?; D. J. Geanakoplos,
toWestern Europe,
Scholars in Venice. Studies in theDissemination
of Greek Learning from Byzantium
Thiriet,
venitien
?
the theory (and for the Venetians
whatever
'religion of
Cambridge
(Mass. ) 1962, p. 61: Neverthless,
the state' was always important in principle), Venetian practice had to be flexible. Greek subject of the
Thus in this
in the areas where the Turkish power was stile increasing...
Empire were very numerous
I Greci a Venezia e la loro posizione
enjoyed a certain degree of religious toleration ?; N. G. Moschonas,
V (1967), pp. 105-137, qui p. 112:
Studio su documenti veneziani, <<Q 'Epaviary)^?,
religiosa nei XVsecolo.
? E interessante osservare che sinora le autorita politiche silimitano a fare solo delle minacce;
riconoscendo
sono perd obbligate a prendere certe misure contro gli
come dogma religioso dello Stato quello di Roma,
verso di loro una certa clemenza. In questo mo
eterodossi Greci scismatici, mostrando contemporaneamente
e conseguentemente
di non eccitare il fanatismo
do esse cercano di mostrarsi fedeli al dogma occidentale
del clero latino; nello stesso tempo di riuscire a non essere considerate come nemiche deU'elemento
greco,
... al progresso economico e civile della Repubblica
Ricerche storiche
che tanto contribuiva
?; G. Fedalto,
e XVI
sulla posizione giuridica ed ecclesiastica dei Greci a Venezia nei secoli XV
(= Civilta Veneziana.
sta il calmo
? Sullo sfondo di tale vicenda religiosa (sc. dei Greci a Venezia)
Saggi, 17), Firenze 1967, p. 9:
e anche per lo piu sostanzialmente
fedele
grande artefice nell'arte di trattare
svolgersi della Serenissima,
ai principi essenziali della fede cristiana. Ma il suo aspetto caratteristico e che pur restando in un tale
la rigidita
clima di rigoroso riconoscimento della autorita religiosa costituita essa tende a sdrammatizzare
...
dei principi dogmatici, riducendo la contesa a relazioni giuridiche che necessitano di un accomodamento
i diritti della religione, ma era pure ovviamente preoccupata
La Repubblica
voleva fossero salvaguardati
di un suo esistere come Stato, in cui le disgregazioni
quanto mai deleterie e
ideologiche si presentavano
da mantenere ?; p. 33: ?I
dove esisteva,
inoltre, un complicato
equilibrio di carattere internazionale
a seconda
controllata e mutandola
liberta religiosa ai Greci, ma continuamente
Veneziani
concedevano
La comunita greca di Venezia e gli Arci
delle situazioni concrete, che si presentavano
?; M. Manussakas,
al XVI
in La Chiesa Greca in Italia dalVVIII
vescovi di Filadelfia,
secolo, ? Atti del Convegno Storico
- 4.
Intercedesiale
1973, pp. 48-49: ? I Greci
maggio
1969) ?, I (= Italia Sacra, 20), Padova
(Bari, 30 apr.
in uno Stato che aveva come religione ufficiale quella cattolica, che pero
di Venezia
..., poiche* vivevano
erano costretti ad adattarsi
non priva di contraddizioni,
perseguiva una politica di tolleranza religiosa,
... Si fondavano, per difendere la loro liberta religiosa, sui decreti a loro
di volta in volta alle circostanze
nei loro
favorevoli della Repubblica
veneta, che per principio dimostrava grande liberalita e benevolenza
interveniva per limitarne la liberta religiosa ?.
confronti e solo raramente...
442
V. PERI
?
tolleranza si rivela facilmente troppo generica
?
anacronismo
al
rispetto
evocare
intende
che
fenomeno,
parte per
rappresentare.
forza
to
gettiva
petua
del
severa
culto
qualsiasi
come
anche
ad
cattolico
dogma
mantenuta
costanza
opera
dal
cristiano
una
del
stesso
giudica
e
riduttiva
sog
interpretazione
. . ., e con
? Prima
laico.
cura
per
e stata
di non per
Veneto,
quella
acattolico
qualsiasi
potere
Principato
per
cio
mettere nei Greci abitanti profession di Religione diversa dalla Cattolica, esercitata
bensi con il loro permesso legittimo rito solito ed antichissimo ? 9. ? Fra tutti i governi
dell'antica Europa nessuno forse piu di quello di Venezia si mantenne ligio al prin
. . . ; nel momento stesso delle loro
piu gravi dissensioni
cipio della religione di Stato
coi
i Veneziani
Papi,
intendevano
rimanere
cattolici?10.
non
fossero
Chiesa Romana,
di documenti
previamente
emanati
da
Eugenio
in
considerati
Sisto
sacra
canonica
comunione
con
la
Innocenzo
VIII,
Leone
X,
Clemente
VII, Paolo III, Giulio III e Pio IV 11.Almeno fino alia fine del XVI secolo (ma per
la Santa Sede anche dopo questa data) nessuna concessione di praticare il culto e gli
usi della Chiesa Orientale, o di esercitare una sacra giurisdizione episcopale di natura
personale sui propri fedeli da parte di vescovi greci in regioni comprese nella giuri
sdizione episcopale e papale della Chiesa d'Occidente e nei confini di uno Stato cat
tolico, venne mai rilasciata ne dalla Santa Sede ne da Venezia o dal Regno delle Due
Sicilie, se non nel caso di fedeli e di ecclesiastici, la cui comunita ecclesiale d'apparte
nenza,
per
quanto
bizantina
in legittima comunione
L'unione di Firenze
rispetto
al
culto
agli
usi
sacri,
si dichiarasse
e constasse
il quadro
9 Vettor
Sandi, Principij di storia civile della Repubblica di Venezia dalla sua fondazione sino alVanno
di N. S. 1700, III, 1, Venezia
1756, p. 455; anche p. 461: ? Ma poiche a cuore del religioso fedele Governo
con il dovere di Prin
stava infisso il primo pensiero, la professione cattolica singolarmente dei Cappellani
e
1542 usci altro decreto da quel Consiglio, che impose al Gastaldo
cipe a protezion della fede, nell'anno
di ufficiar o esercitar cura se pria non
de' Greci il non permettere alii Cappellani
alia Presidenza
Deputati
o dal
saranno esaminati ed approvati
cattolici dal Patriarca Veneto, o dal Noncio Pontificio in Venezia,
Patriarcale Vicario; e cid in pena di esiglio, e di altre piu severe: punto assai grave, e che si scorgera voluto
?.
sempre dal Principato
10P. Pisani,
I cristiani di rito orientale a Venezia e nei Possedimenti
veneziani, ? Ateneo Veneto ?,
XX
(1897), p. 362.
11
e commento, dei documenti
ed accurata rassegna critica, seguita in nove casi dalPedizione
Un'ampia
tcov
si deve a G. S. Plumidis, Al fiovkhat rwv IlaTicbv
pontifici concernenti i Greci di Venezia
tzsqI
?
?, VII
(1970), pp. 228-271.
(1445-1782),
?TjoauptafxaTa
'EMrjvcov ogftodoicov rfjg Beverlag
i/UNIONE DELIA
CHIESA ORIENTALE
443
CON ROMA
nezia
era
proclamata
solo
nel
perche
concilio
almeno
questi,
E
di Firenze.
ufficialmente,
in
sempre
avevano
seguito
sottoscritto
si rifaranno
all'unione
a
tale
intesa.
adeia (1456) rfjgBeverixfjgregovatag yid to vad r&v 'EMrjveovrfjgBever lag xal 6 Kaqdivdhog
444
V. PERI
greci di Agrigento sui fedeli della Chiesa Orientale viventi in Italia e nelTOccidente
nel corso del XVI
secolo 14, contribuiscono ad illuminare oggi, meglio che mai in
la
situazione
canonica e civile dei vescovi, dei sacerdoti e dei fedeli della
passato,
Chiesa bizantina, che potevano esercitare il proprio culto in Stati cattolici occidentali,
vivendo, nei confini politici di quelli, secondo la propria sacra tradizione religiosa.
Per evitare imprecisioni o autentiche confusioni, quali sovente capita di rilevare nel
modo di esprimersi e di giudicare di diversi autori, occorre richiamare, sulla scorta
filologica dei documenti coevi ai periodi trattati, le tre grandi fasi storiche, che, dal
tempo delle crociate alia fine del XVI secolo, hanno dato forme diverse alia continua
e convivenza
coesistenza
stessi
sugli
territori,
all'autorita
soggetti
politica
di governanti
DELLA
L'lNSTALLAZIONE
una
Con
tra
sfasatura
patente
Fantica
LATIN A
CHIESA
IN
e la nuova
ideologia
AREA
realta
BIZANTINA
e so
politica
descriverla
apostolica,
per
sdizionale,
autonomia
le note
con
il simbolo
cui
niceno-costantinopolitano
fino
disciplinare
precostantiniani,
primordi
suddivisioni
ulteriori,
gerarchiche
metro
quali
alia lingua liturgica, alle cerimonie del culto, agli usi sacri
interno,
era
tale
unica
Chiesa,
in due
ripartita
per
una
tradizione
porzioni,
grandi
risalente
geografica
mente delimitate sulla falsariga della divisione amministrativa binaria, decisa per il
con le riforme del 293: FOccidentale e l'Orientale.
proprio Impero da Diocleziano
Senza che nessuno piu lo ricordasse, la Chiesa Cattolica restava debitrice, in modo
ma
indiretto
della
evidente,
visibile
organizzazione
propria
sistema
norma
ecclesiastico
nella
sede
articolazione
prima
ad uno
unitaria
suoi
non
dualistico,
urbana
preminente
poteva
di una
ed
strutturale
dei
contare
data
amministrativa
risoluti
piu
tradizionale
piu
regione.
di
A
un
della
persecutori.
all'interno di tale
stabilito
vescovo,
lui facevano
capo
di
tutti
lui
alia
retta
governata
comunione
fede.
nella
universale
Analogamente
collocazione
ecclesiastica
il vescovo
gerarchica,
in quanto
professanti
mantenere
la
doveva
metropolitica
e
praticanti
Chiesa
locale
patriarcale
prevista
per essa, sia in caso di coincidenza che in caso di non coincidenza della lingua litur
in Oriente, vol. Ill (= Studi religiosi, 3), Verona
La Chiesa Latina
Salonicco
1978,
1967; G. Fedalto,
5-24.
14 I. Dujcev,
v. vurchu nekoj italijski oblasti,
Za pravata na ochridskite archiepiskopi ot sredata na XVI
na Istoriceskoto Druzestvo
?, XIV-XV
?Izvestija
(1937), pp. 151-171; Z. N. Tsirpanlis,
'EtcXoyr) jurj
?
and rovg "EXfoqvec, Trig 'Ayxcbvag
(1543, 1548),
TQonoXfar) 'iTakiaq
AcoScovtj ?, II (1973), pp. 63
e del
Le implicazioni del Breve ?Accepimus
76; S. L. Varnalidis,
nuper? di Papa Leone X
(18.5.1521)
Breve ? Romanus Pontifex ? di Papa Pio IV (16.2.1564)
nella vita religiosa dei Greci e degli Albanesi del
? Nicolaus
I metropoliti orientali di Agrigento.
Vltalia meridionale,
?, IX (1981), pp. 359-382; V. Peri,
e VItalia. Raccolta di studi in memoria di Agostino
La loro giurisdizione
in Italia nel XVI
secolo, in Bisanzio
Pertusi, Milano
1982, pp. 274-321.
pp.
CHIESA ORIENTALE
BELLA
L UNIONE
445
CON ROMA
0
?
ad
legati
vavano
essa
ad
Chiesa
di
fedeli
altra
di una
proprie
numero
diversa
in una
in cui
un
patriarcato,
diocesi,
particolare
conservavano
essi
e nella
erano
sia
la
perche
tro
si
disciplina
dal vescovo
dipendenza
o definitivamente
temporaneamente
ecclesiale
appartenenza
altro
tradizione
locale,
ed
estrazione
o da
diocesi
un'altra
cultuali
espressioni
a vivere
certo
in un
cultuale e canonica
della
Se
superiore.
da
provenienti
patriarcale
sia perche
Cosi
emigrati.
sacra
alia
Quanto
osservata
nelle
perpetuava
tico, con
la
di Grecia
e di Creta,
e con
liturgia
di
diocesi
singole
locale
in sede
tradizione
poteva
le
di
raggruppamenti
coincidere,
per se non
di Roma, e quello
fino al VII secolo
a fare parte, dopo
monianza palese e
conservava
piena
ecclesiasticamente
inquadrate
essa
diocesi,
almeno
caratteristiche
canoniche
prescrizioni
o occidentale
orientale
impronta
nel
del
custodita
?,
normalmente
sistema
si
piu
an
da
patriarcato,
patriarcato
e latino
occidentale
consapevolezza
di
coscienza
simile
al punto
organizzazione,
esercizio
perduto
sacra
propria
autorita
su
di
esse
17.
tale
da
sua
dalla
prescindere
appartenenza,
riconosciuta
nei
concili
alia
ecumenici,
patriae
menta
dichiararono:
dit. Nam
della
ecclesiastica
Fappartenenza
bizantino,
Sedes Apostolica,
Graecos
sentire
sacerdotes
nec
debet
e servita
neoconvertita
allora
Bulgaria
diversitas
ordinem
ecclesiasticum
Linguarum
et
nec
et nunc
. . . Aliud
da
non
un
clero
confun
sui
detri
patiuntur
15Leone
al patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario la chiusura delle chiese
IX, rimproverando
e il trasferimento forzoso dei monasteri
latine nel suo patriarcato
della Chiesa Occidentale
ivi esistenti a
? Ecce
a tale comportamento
in hac parte
monaci bizantini, contrappone
quello della Chiesa di Roma:
cum intra et extra
et clementior vobis est! Siquidem
Romana
Ecclesia
quanto discretior, moderatior
sive ecclesiae, nullum eorum adhuc perturbatur vel
Romam plurima Graecorum
reperiantur monasteria
quin potius suadetur et admonetur earn obser
prohibetur a paterna traditione, sive sua consuetudine,
vare ... Scit namque
quia nil obsunt saluti credentium diversae pro loco et tempore consuetudines,
operans bona, quae potest, uni Deo commendat omnes ?: cfr. S. Leonis
quando una fides per dilectionem
in C. Will,
Ada et scripta quae de controver
IX Epistola ad Michaelem
Patriarcham,
Constantinopolitanum
et Marpurgi
saeculo undecimo composita extant, Lipsiae
siis Ecclesiae
Graecae et Latinae
1861, p. 81.
16A. Pertusi, Monasteri
e monaci
italiani alVAthos nelValto medioevo, in Le Millenaire
du Mont
et melanges, vol. I, Chevetogne
Athos. 963-1063. Etudes
1963, pp. 217-251.
17 Cfr. V.
Peri, Gli ? iura antiqua ? sulla patria dei Bulgari. Un ?topos ? canonico per un risveglio
di Studi sull'Alto Medioevo
missionario, ? Atti dell'VIII
Congresso Internazionale
(Spoleto, 3-6 novembre
1981)?,
Spoleto
1983, pp.
225-268.
446
V. PERI
divisiones
de divisione
regnorum. Nos
?18.
loquimur
confluite
congruo
ogni
in eta moderna.
di
tentativo
Suonerebbe
tuttavia
con
classificare
del
tutto
anacronistico
la descritta
semplicismo
situazione
ed
in
tradi
zionale, peculiare della Chiesa antica e normale per la Chiesa indivisa, ricorrendo alia
e
recente
Del
di
concettuale
categoria
polemica
a nostro
si rivela,
tuazioni,
avviso,
ed
parziale
?.
?uniatismo
insuniciente
perfino
per
comprendere
modificato
rispetto
alle
antiche
norme,
che
esprimevano
garantivano
il sussistere della comunione gerarchica tra le Chiese, anche all'interno di uno stesso
patriarcato.
dall'unica
sorgesse
ed
identica
confessione
di
fede
comunione
eucaristi
esteso
zione
La
stabilita
mondo
tale
organizzazione
la staticita
di un Impero
cristiano
ideologicamente,
concreta
il cui governo
ed ordinata
attua
civile,
garantisse
e desse
ecclesiastica
alle deci
esecutivo
vigore
generate
e, almeno
all'intero
La
realta
storica
non
poteva
assicurare
tale
presupposto
e tale
condizone
troppo
lungo, tanto meno in perpetuum come confidentemente recitavano gli atti imperiali
ed ecclesiastici piii solenni, quali, ad esempio, quelli dei concili ecumenici.
II declino del sistema aveva dato le sue prime serie avvisaglie con la tensione
scoppiata tra le due Chiese tra l'VIII e il IX secolo, soprattutto con l'iconoclasmo e
poi con la questione insorta per la ? diocesi? bulgara. Riemerse in tutta la sua viru
lenza nell'XI-XII:
per il secondo passaggio di giurisdizione patriarcale *mposto dai Nor
18 L.
Le ?Liber Pontificalis ?. Texte, introduction et commentaire, vol. II, Paris
Duchesne,
1955,
si esprime nello stesso senso: ?Alia
est in
Bibliotecario
p. 183. Scrivendo allo stesso Papa, Anastasio
mundanis
iuris? (MGH, Epist. VII, 413); Papa Giovanni VIII,
negotiis, alia in ecclesiasticis
dispositio
? Non patriae regimen et rei publicae moderamen
nell'878
scrivera a Boris di Bulgaria:
adipisci cupimus,
sed dioeceseos
eiusdem regionis curam et dispositionem more prisco resumere volumus ? (MGH, Epist.
VII, 59).
L UNIONE BELLA
CHIESA ORIENTALE
447
CON ROMA
manni e dai Papi alle Chiese di Puglia, Calabria e Sicilia; poi per Faffermarsi sempre
piu massiccio e geograficamente espanso, dall'inizio delle Crociate al XV secolo, di
quella che si designer a in seguito eon la denominazione di Chiesa latina in Oriente 19.
In tale occasione, una nuova difficolta fu aggiunta alia gia minata sussistenza del
precedente regime di unione tra le Chiese dal comportamento della Chiesa Occiden
tal, e di quella Romana in particolare, data la sua responsabilita primaziale.
La crisi era prodotta dalla contraddizione insanabile tra il dichiarato intento
un solo vescovo per
di non modificare il presupposto ecclesiologico tradizionale ?
ogni diocesi; una giurisdizione patriarcale unit aria territorialmente definita in mo do
incluse
cultuale delle diverse diocesi canonicamente
indipendente dalPosservanza
suo
nel
un
ambito;
unico
confessionale
Impero
da Dio
autorizzato
cristiano,
proteg
?
e imutamenti ra
gere con la forza la sola vera Chiesa e ad applicare il suo diritto
dicali ed unilaterali, gia avvenuti, della struttura politica e civile antica, come anche
il tramonto dell'ipotesi (o Utopia) di Stato, che supportava quel presupposto eccle
siologico tradizionale, offrendogli delle concrete possibility di sussistere e di vedersi
in parte
realizzato.
e certe
convenzioni
almeno
ridiche
un'unica
orientale,
quella
Da
non
tempo
cui
autorita
nonostante
le finzioni
piu.,
giu
occidentale
sia la diplomazia
che
e tutelare,
di
capace
garantire
esisteva
ricorrevano
formali,
cristiana,
politica
prese
Dallo
livello
ed
conciliare
riflesso
spontaneo
ecumenico.
che
conservatore,
spingeva
Fantica
proseguire
tra
diocesi,
di
conferire
sacro
Fordine
ai
sacerdoti.
Si
richiedeva,
specifica
il rispetto dei tempi sacri propri alia Chiesa degli ordinandi (in questo caso
latini) nel caso che differissero, a causa del diverso rito, da quelli della Chiesa dei ve
mente,
scovi
ordinanti
(in questo
caso
greci).
Altro
caso,
destinato
suscitare
grande
atten
essi potevano
mandato
vel
un
vescovo
ricevere
licentia
?,
gli ordini
tendendo
sacri
solo
tuttavia
da
ad
lui
o da
escludere
altro
sempre
vescovo,
piu
? de eius
pero
sistematicamente
greco.
121).
448
V. PERI
la costituzione ? Sub
marie
soppressioni
le drastiche
esse
cui
restrizioni,
erano
state
tra
sottoposte
il
1220 e il 1222, con Fimpianto nell'isola, manu militari, di una gerarchia episcopate
latina. Ancora una volta, ed in senso anche piu riduttivo per i diritti concessi ai ve
scovi greci di Cipro, si esprimera la costituzione ? Cultus iustitiae ? 23 di Alessandro
IV, del 3 luglio 1260.
II dichiarato
intento
di
fedele
conservazione
certe
di
e consuetudini,
norme
tra
dizionalmente recepite da tutta la antica Chiesa CattoHca, quale questi decreti pon
tifici si proponevano di esprimere, non teneva tuttavia in alcun conto il fatto di ca
e di
dere
essere
l'antico
in
applicato
di sussistenza
ed
tempo
regime
al
ortodossa
stesso
una
storica
situazione
unitaria
gia
al
rispetto
cattolica
Chiesa
dall'unica
cristiano
nell'Impero
mutata
radicalmente
conosciuto
Grandi
universale.
movimenti
traccolpi
prova
l'alterna
lirico,
poi
vicenda
le diocesi
ecclesiastico
giurisdizionale
dell'Italia
bizantina.
generale
e canonica,
II
con
caso
esso
cui
si
connesso.
intimamente
incontro
andarono
estese
assunse
ed
Lo
l'll
prima
ancora
forme
piii diffuse ed evidenti allorche dal regime affermatosi dopo la conquista normanna
in molte diocesi dell'Italia del Sud ?
dove numerose comunita ecclesiastiche anche
nella nuova situazione restavano fedeli alia liturgia e al costume religioso della Chie
sa greca orientale ?
il Papato passo all'assegnazione delle diocesi e persino delle
Sedi
dita
patriarcali
a
della
Parallelamente
Chiesa
occidentale.
prelati
nuove
si vennero
latina
della
Chiesa
diocesi
istituendo
d'Oriente
canonica,
si erano
Vi
ormai
occupati.
e le
dominante
occidentale,
regioni
si consideravano
ecclesiasticamente
prassi
ritori
tefice Romano
L'evidente
indivisa
poteva
insediati
stesse,
e dipendenti in modo
mutamento
perfino
rispetto
una
invocare
ine
nei
ter
e una
soldati
classe
regnanti,
la nuova
occidentale,
ecclesiologia
del Pon
universale
giurisdizione
stabilmente
secondo
comprese
nella
alia
situazione
giustificazione
della
antica
teologica
Chiesa
pratica,
ideaJmente
che,
almeno
alT origine dello sviluppo piu recente, poteva pretendersi essa stessa rispettosa della
tradizione
comune.
Ad
essa
infatti
avevano
fatto
appello,
al
tempo
stesso
dell'icono
ma
autorita
cristiana
dello
Stato.
22 Ada
et M. M. Wojnar
Innocentii PP.
IV...
Th. T. Haluscynskyj
(= Pontif.
collegerunt
Commissio ad redigendum codicem Juris canonici Orientalis. Fontes,III,
1962, pp. 171-175.
4,1.1), Romae
23 Ada Alexandri PP. IV...
et M. M. Wojnar
(= Pontif. Com
collegerunt Th. T. Haluscynskyj
missio
ad redigendum codicem Juris canonici Orientalis.
Fontes III, 4, t. 2), Romae
1966, pp. 91-102.
Chiesa
secoJo XIII
suonava
tempo
da
un
ad
rientrassero
ritenne
diocesi di Levante,
nel
CHIESA ORIENTALE
BELLA
L'UNIONE
il medesimo
propria
II
cattoliche.
potenze
momento
dal
universale
giurisdizione
dipresso
i
patriarcati
dalla
loro
ed
occupate
accennato'
nel
scisma
alia
appartenenza
primitiva
le
anehe
e talvolta
sottinteso,
e Feresia
avevano
ragionamento
che lo
la
principio tradizionale,
staccato
nella
449
CON ROMA
Chiesa
frat
univer
sale (eattolica), quest'ultima, in seguito a tale situazione e sul piano della visibility
storica, era ormai da identificarsi nelFinsieme delle Chiese che riconoscevano nel
Papa, come in antico, il primo di tutti i Vescovi e, come nel medioevo occidentale,
il proprio
comune
diterranee,
dove
Ne
primate.
sussistevano
nelle
nacque,
concrete
condizioni
fedeli
ecclesiali
comunita
delle
e alPaltra
all'una
regioni
Chiesa
me
per
al
precedente
sistema
della
Chiesa
ecumenica,
avevano
quale
conosciuto
i secoli
dal
IV all'XI. Era un sistema destinato a durare inalterato, insieme agli inevitabili attri
e tensioni,
ti, risentimenti
che
esso
era
fatalmente
condannato
in tutte
suscitare
le
regioni di misto rito, fino al 1439 e cioe fino alia firma dell'unione fiorentina.
Torniamo a questo punto ai numerosi sudditi greci della Repubblica
di Vene
i
nella
comunita
nei
suoi
vivevano
di
Levante
Domini
residente, in
zia, quali
oppure
e XIV,
crescente aumento, formatasi nella citta lagunare nel corso dei secoli XIII
e soprattutto XV. E un dato certo che la loro grande maggioranza continud a rima
nere attaccata al culto e alle usanze della Chiesa d'Oriente. Tuttavia h altrettanto
assodato
che
citta
nella
essi
di Venezia
non
osservarli,
poterono
per
tutto
questo
periodo, in modo che fosse pubblico e non clandestino, e pertanto legalmente vietato
e perseguibile 24. In concreto cid
significa che in nessuna chiesa latina della capitale
veneta (di greche ed orientali non ne esistevano ed era proibito celebrare la liturgia
in case private) era permesso esercitare il culto divino secondo Fuso della Chiesa
Orientale, per rispettare il divieto deJla commistione di riti della Chiesa latina e di
quella
greea,
anche
nelPipotesi
che
i sacerdoti
celebranti
appartenessero
comunita
della
Chiesa
avita
nei
Possedimenti
veneziani
di
oltremare,
rispettando
sempre
che
accettassero
la
giurisdizione
dei
vescovi
greci
ivi
riconosciuti
24 II caso del
con decreto del
di Negroponte,
rinviato davanti all'Inquisizione
papas greco Michele
che officiava in rito bizantino
Consiglio dei Dieci nei 1412, o quello del prete Assene
(forse: Arsenios),
in una casa privata, o di Giovanni
di Nauplion,
che nei 1418 celebrava la liturgia della Chiesa Orientale
in un oratorio domestico, o dei sacerdoti Acacio Ataliotis
e Giuseppe Perdicaris,
che nei 1430 ancora di
cevano messa nella cappella privata di Demetrio Filomatis,
depongono tutti nello stesso senso. Essiinfatti
con la pena dell'esilio gia per il semplice fatto di celebrare more Graecorum
venivano condannati o minacciati
a Venezia,
in territorio della Chiesa latina e senza alcuna licenza dell'Ordmario
del luogo, ci6 che non era
lecito e bastava per offendere il cultus Dei etfides catholica; ma, almeno nei documenti citati,la condanna
non comporta alcuna incriminazione per scisma o eresia: cfr. N. G. Moschonas,
I Greci a Venezia...,
autorita veneziane passarono dal divieto assoluto a
cit., pp. 109-113 e 126-132. Dopo il concilio di Firenzeje
sia pure con misure restrittive e discriminatorie
del
qualche concessione,
giustificate col mantenimento
se nei 1457 un decreto del Consiglio dei Dieci
l'odine pubblico,
ammette che ? possint dicti Graeci cele
brare in locis consuetis, more solito et sicut per elapsum fecerunt?
(ibid., p. 132).
450
V. PERI
canonicamente dalla Santa Sede o dei vescovi latini sempre piu diffusamente stabiliti
in quelle regioni dell'Italia meridionale e piii tardi nel Levante occupato dalle poten
ze
cattoliche.
conosciuto
latine,
attraverso
talvolta
vieario
episcopale
per
infatti ri
il clero
greco,
col
sempre che apparisse accettata l'obbedienza e dipendenza daUa Chiesa Romana
riconoscimento del suo ruolo primaziale nella comunione cattolica delle Chiese, oltre che
il ruolo esemplare della sua Hturgia in quanto espressione del dogma ortodosso. Su ta
le liturgia e sulle consuetudini romane andava verificata la correttezza e perfino la li
ceita delle formule sacramentali di ogni rito non latino, indipendentemente dalla sua
antichita, come anche Fammissibilita morale
(honestas) del suo costume religioso.
Le norme canoniche e liturgiche deJla Chiesa di Roma rappresentavano il criterio
per stabilire, ed imporre, quali dei riti e delle regole della Chiesa Orientale potessero
tollerarsi e quali invece andassero soppressi o sostituiti. Nel 1272-1273, alia vigilia
del concilio di Lione, il domenicano Umberto di Romans descrive la situazione del
l'Italia
ex-bizantina,
dando
per
concluso
tale
processo
di
?latinizzazione
relativa,
condotto conservando la lingua greca nella Hturgia e buona parte delle consuetudini
orientali stimate compatibili, o almeno non in contrasto con quelle delFOccidente:
? Graeci, qui sunt in potestate Latinorum, sicut patet in Calabria, obediunt Romanae
Ecclesiae
? 25.
condizioni
tina, Venezia
gli
usi
sacri
restrittive,
e di
subordinazione
alia
giurisdizione
ecclesiastica
la
della
Chiesa
greca.
Analogo
status
canonico
aveva
conosciuto
ancor
prima
25 Humbertus
..
de Romanis,
Sacrorum conciliorum.
Opus tripertitum, II, 11, in j. D. Mansi,
non sono stati sempre accolti pacificamente
dai
126A. In realta i cambiamenti
collectio, vol. XXIV,
Greci e sappiamo, ad esempio, di opuscoli italogreci contro le innovazioni introdotte nella liturgia bizan
tina per volonta del vescovo Angelo di Rossano
in Calabria
(1266-1287), come di altre difese in greco del
matrimonio
dei preti, del digiuno del sabato, degli abiti liturgici bizantini, della barba, del modo di ammi
nistrare la cresima da parte dei sacerdoti, mentre, d'altro canto, il simbolo di fede della Chiesa Romana,
la lista settenaria dei sacramenti ed altre preghiere latine appaiono
tradotti in greco e circolanti in que
"
siecle: le Vaticanus
cfr. A. Jacob, Une anthologie salentine du XIV6
meridionale:
st'epoca neiritalia
e
e
n.
219-221.
XVII
191
?Rivista
di
Studi
Bizantini
s.,
Neoellenici?,
gr. 1276",
(1980-1982), pp.
26 F.
La situation religieuse en Crete au debut du XVe siecle, ? Byzantion ?, XXXVI
Thiriet,
(1966),
aux Hellenes
leurs usages liturgiques et meme leurs pretres, tout en les soumettant
pp. 201-212; ?laisser
au controle reglementaire de
l'figlise catholique romaine, bien installe'e et fort nantie de biens et de pr6
bendes: en Crete surtout, ou la resistence fut plus vive que partout ailleurs, l'emboitage de 1'lSglise locale
grecque dans Pfiglise romaine fut strictement realise* au cours des trois premieres d^cennies du XIIIe
siecle et il fut aggrave* au lendemain des insurrections cre"toises? (ibid., p. 204); ? Sans doute l'figlise
latine est elle la seule pleinement
reconnue, la plus richement dot6e, installe'e dans sa hierar
catholique
sans eVeques et dans la plus
chie; en face d'elle, l'figlise autochtone apparait depouillee mat&riellement,
local?
aussi bien a l'6gard de l'figlise romaine que du gouvernement
complete
(ibid.,
dependance,
verso i cretesi ortodossi dal XII
al XV
La politico
210). N. B. Tomadakis,
religiosa di Venezia
a cura di A. Pertusi
secolo in Venezia
e il Levante fino al secolo XV,
Studi,
(= Civilta Veneziaca,
'H ano xavonxfjg
<i?ia rfjg /LtvarrjQtx^g
1973,
pp. 783-800; H. I. Kotsonis,
anoipecog
27), Firenze
'
ever oxgar tag, ?rp7)y6pto<;
em Xarcvoxgariag
6
xal
xal Avtixojv
AvaroXix&v
emxotvcoviag
XL
Ol BeveroxQarovjueveg
(1957) (estratto, 23 pp.); G. S. Plumidis,
IIaXafza<;?,
eXXrjvtxeg %wneg
rov rqlrov
(= IIavemaTy)[iiov
(1503-1537)
fierat-v rov devregov xal
noXefiov
rovqxo^evertxov
'I<oavv?vG>v. 'ETrtaTrjfxovtXT) 'EttsttjpI? <DiXo(Jo<pt>ttj<;2xoA*)S> AcoSa>v7)? 4), 'Icoavviva 1974, pp. 77-83.
L UNIONE
DELIA
CHIESA ORIENTALE
451
CON ROMA
II regime, che ne derivava per la vita religiosa ed ecelesiastica dei fedeli greci
sudditi di Venezia dipendeva senza dubbio, per la stessa esistenza e per ogni garanzia
di esercizio, dal governo politico della Serenissima e dai suoi interessi. Tuttavia, dal
di vista
punto
sua
della
generale
giustificazione
esso
canonica,
risultava
dal
ispirato
La
di
proibizione
dei
commistione
due
dei
riti, nell'amministrazione
sacramenti
e nel
l'uso degli edifici sacri, andava di pari passo con l'esigenza di una piena sottomissione
del clero greco bizantino a vescovi, la cui giurisdizione ordinaria fosse riconosciuta diret
tamente dal Papa, si trattasse dei sempre piu rari vescovi greci superstiti nei Possedi
menti cattolici di Oltremare o, sempre piu comunemente, dei patriarch! latini delle
Sedi di Oriente e dei vescovi diocesani della Chiesa Occidentale competenti per ter
ritorio sulle regioni abitate da Greci. Solo riconoscendo Fautorita di un simile episco
pato gli ecclesiastici della Chiesa Orientale potevano legittimamente continuare ad
ofliciare in Stati cattolici, spesso attraverso i protopapades dello stesso rito, che veni
vano delegati dagli Ordinari cattolici proprio ad evitare la commistione dei riti nelle
zone
di mist
Appare
a cristianita.
e animosamente
ed
intuibile,
come
documentato,
un
siffatto
regime
ecele
siastico fosse sentito e subito come autoritario e vessatorio dagli appartenenti alia
Chiesa Greca piu consapevoli, che vivevano sotto un potere civile occidentale, tanto
piu che la Chiesa Orientale continuava a sussistere, secondo i canoni e le consuetudini
del
passato
e con
una
palese
maggiore
autonomia,
in tutto
d'Oriente
Flmpero
ed
an
che nei territori gia bizantini ormai incorporati in Stati islamici. Con le descritte in
novazioni e limitazioni nello statuto ecclesiastico, nei Domini occidentali di Levante
e nei
Regno delle Due Sicilie (non in Venezia citta!) vennero comunque tollerati fino
al 1439 il clero, il culto e le consuetudini della Chiesa Orientale, all'eselusiva condizione
che
si
adeguassero
in
per
regime
ogni
loro manifestazione
esterna
ai nuovi
requisiti
im
canonici
posti dalla Santa Sede a tutte le Chiese locali comprese negli Stati delFOccidente cat
tolico. II progetto di unione delle Chiese Orientale ed Occidentale, che condusse al
secondo concilio di Lione del 1274 27, si proponeva di ottenere una attuazione piu
vasta
Flmperatore
anche
alia
questo
d'Oriente
cristianita
canonico,
e Fadesione
bizantina
non
estendendolo,
concordata
compresa
con
Fapprovazione
del
politica
in Stati
cattolici.
Nonostante
le dif
ficolta in cui versava allora Flmpero d'Oriente. le condizioni poste dal Papato risul
tarono troppo esigenti, perche Funione tra le due Chiese potesse affermarsi stabil
mente
nei
termini
delineati
in quelle
circostanze.
IL REGIME
D'UNIONE
? FIORENTINO
secoli una stasi incombeva sui rapporti ancora sussistenti tra le due
Chiese, congelati in una posizione di sostanziale frattura e di diffidenza reciproca,
Ormai
da
27 A.
II concilio II di Lione
secondo V?Ordinatio
concilii generalis Lugdunensis?
Franchi,
(1274)
-H.
Studi e Testi Francescani,
1965; H. Holstein,
Holstein,
33), Roma
Lyon II, in H. Wolter
Lyon I et Lyon II (= Histoire des Coneiles oecumeniques,
7), Paris 1966, pp. 131-234 e 268-287; V. Lau
rent
Dossier grec de Vunion de Lyon (1273-1277)
J. Darrouzes,
de POrient Chretien,
(= Archives
1976.
16), Paris
(=
452
V. PERI
statura
vita
ma
Traversari,
Ambrogio
ecclesiale.
L'ammissione,
neppure
piu concorde
sempre
senza
resto
tra
influenza
sulla
successiva
suo
sostanziale
di un
gli autori,
insuccesso quanto alTunione piena, che allora si discusse e si inizio ad attuare, ha facil
mente
condotto
ad
della
un'obliterazione
storica
memoria
nel
considerare
le sue
con
seguenze sui rapporti tra Chiesa Occidentale e Chiesa Orientale, quali l'accordo allora
conseguito ha tuttavia provocato nel periodo di tempo compreso tra la sua celebrazione
e la conclusione del concilio di Trento, e cioe per uno spazio di 125 anni.
Limitate alle regioni comprese in Stati occidental^ dove i fedeli dell'una e dell'al
tra
Chiesa
fuse
per
a vivere
a fianco,
tali conseguenze
furono
meno
interessanti.
per questo
Soprattutto
ma
anche
in Levante,
per la nutrita
emigrazione
continuavano
fianco
non
ma
contrastanti,
i suoi Possedimenti
con
spesso
Venezia
per
composta
di Albanesi e di Greci, che nel frattempo si venne trasferendo inmolte zone italiane
del Regno aragonese (Puglia, Sicilia, Calabria, Abruzzi), il nuovo regime canonico di
unione, che chiameremo ? fiorentino ? e che godette del convinto appoggio di grandi
patroni quali i cardinali Bessarione e Isidoro di Kiev, rappresento molto di piii di
e cattolica
la tradizione
sia occidentale
che orientale
quanto
storiografica
posteriore,
ed ortodossa
confessionali
finalmente
alle
denominazioni
attribuirsi,
possono
(qui
con correttezza
e senza
entrate
in
in uso
le rispettive
accezioni
storica
anacronismi,
come
moderna
epoca
evidenza.
limiti
saputo
poi
potuto
in
mettere
una
ostacolavano
messo
raggiunto
cambiamento
del
meno
e
abbia
contrapposizione)
rispetto
l'altra
Chiesa
ai
a Firenze
canonico
quadro
termini
in
le due
fino
realta
In
Chiese.
previsto
allora
del faticoso
compro
quotidiana
caso
esso
un sensibile
costituiva
ogni
riconoscere
l'unione,
quanto
ricomposta
contrastante
dalla
che l'una
maniera,
nella
traduzione
tra
per
prefigurati
contradditorio
per
proponevano
il rientro
avvenuto
ipotizzare
dello stato di scisma. Benche sovente polemico, il confronto, che i partecipanti occi
dentali ed orientali erano stati obbUgati a fare con l'eredita ecclesiologica del passato
comune, condusse le due parti a dei passi difficoltosi certo,ma reciproci e convergenti,
in direzione di una sua riassimilazione piu ampia e meno unilaterale.
Per la Chiesa bizantina del XV secolo cid si poteva in prevalenza esprimere come un
piu
e concreto
consapevole
della
recupero
costantemente
nella
locali
specificamente
tutela
della
occidentale
che
e tentazioni
conciliaristiche,
coscienza
per
tutta
ad
essa
latina
faceva
capo,
cio poteva
Chiesa.
In
Oriente
percorsa
allora
corrispondere
da
nuove
ad una
piii
universale
e per la Chiesa
con
aspettative
acuta
ed accorta
l'organizzazione
sinodale
assegnava
aveva
delle Chiese
comunione
antica
la Tradizione
e nella
promozione
che
collocazione,
di Roma
ancora
solidale
diverso
della
l'unione
orientale
chiesa
453
con roma
spazio e maggiore autonomia alle istanze regionali e alle gerarchie locali, come era
stato nella Chiesa del primo millennio, mentre in Occidente il nuovo ruolo esercitato
dei
Pontefici
Romani
e la
l'efficienza
assicurava
di una
continuita
struttura
centrali
una
funzione
Stato
dello
realta
La
antica
che l'ecclesiologia
ecumenico.
delle
contemporanea
demandava
due
? ortodossissimo
all'Imperatore
tra
riavvicinatesi
Chiese,
loro
a Firenze,
of
globale
le urgenze,
anche
erano
emerse
durante
le discussioni,
unione.
richiesta, avanzata
La
la mancata
adesione
da Eugenio
Marco
in una
che pure
troppe questioni,
sorta
le
condusiero
sottoscriverlo
in margine
confluire
per
per
di
pragmatiche,
di
compromesso,
piu
incorresse
Eugenico
condanna
disciplinare
da comminarglisi anche dai Latini, o perche, contro la tradizione della Chiesa Orientale,
si procedesse
in Italia
tinopoli
Giuseppe,
mato
l'unione
ed
immediatamente
di un
all'elezione
poterono
ancora
vi
susseguenti
successore
essere
dai
respinte
aderissero.
Indicano
al
raggiungimento
del
Greci,
pero
defunto
come
dell'accordo,
di
Patriarca
nonostante
le parti,
Costan
avessero
essi
gia
interpretassero
fir
nei
giorni
in modo
canoni?.
Una
riprova e nella
della
per il problema
duplice
giurisdizione
ritorio
essi chiesero
allorche
ecclesiastico,
ventata
una
nuovamente
sola, che venissero
o
episcopale
al Papa,
visto
dei vescovi
rispettati
su uno
sacerdotale
che
i canoni
la Chiesa
ormai
e si
procedesse
IV,
stesso
ter
era
ridi
al ritiro
latini ?intrusi?
in sedi tradizionali della Chiesa d'Oriente, e cioe alia
soppressione della gerarchia e del clero latino in tutto ilLevante, lasciando piena liberta
d'azione
ai Greci
Quanto
sulle
pale;
28.
?
piu
spinose
questioni
uso
il diverso
nella
liturgico
tre
la natura
consacrazione
e l'esercizio
ammesso
del pur
pa
primato
e nell'amministrazione
dell'eucarestia
pp.
28 J. Gill,
II concilio di Firenze
29 Cfr. J. Gill, Constance et Bale
251-257.
storica
(= Biblioteca
- Florence
{= Histoire
454
V. PERI
La
due
gerarchia
episcopale
?
in contrasto
volentieri
circa
della
all'atto
dell'unione,
l'accordo
30.
raggiunto
anche
se non
fini per
tutto,
parte
delPepiscopato,
e riflui sulla
inveterata
il compromesso
posizione
con Marco
tout court come
scismatica
Eugenico
qualificava
In Oriente,
e
da parte
di cia
celebrazione,
a Firenze
dalle
Chiese
raggiunta
e del
come
si creassero
all'interno
dell'una
presto
?
e
tra loro molto
tendenze
diverse
interpretative
mostra
Paltra
la receptio di un
si denomina
ehe tecnicamente
comune
vicenda
successiva
e d'Oriente,
d'Occidente
in
sottoscritto
buona
sconfessare
nettamente
respingere
che
precedente,
polemica
ed eretica
la Chiesa Romana. Diversi metropoliti e teologi della Chiesa bizantina, e tra loro
qualche Patriarca di Costantinopoli, per lo piu ispirati anche da una diversa valuta
zione delle possibility pratiche contro i Turchi, si mostrarono invece fedeli, o almeno
non pregiudizialmente ostili all'accordo fiorentino, leggendolo tuttavia sempre nei
termini familiari ed accettabili alia tradizione della loro Chiesa d'Oriente e cioe in
un senso ben diverso dai teologi occidentali, teorici del primato pontificio e dell'onto
logia sacramentaria, e, piu generalmente, in un modo difforme dalla lettura e dalla
canonica
prassi
occidentale
soprattutto
in un
nel modo
punto:
di
Fesercizio
concepire
del potere primaziale del Pontefice Romano rispetto alle singole Chiese locali.
In Occidente si ebbe la tendenza a considerare sommariamente il concilio di Fi
non ancora
e in termini
come
tra contrasti
chia
una
sia pure
tappa
raggiunta,
ov
ne ?
ne con i Greci
riti nella misura
soddisfacente
favorevoli
all'unione,
appare
?
non
con
altro
vio
attendeva
contrari.
che di es
ad essa
L'unione
pertanto
quelli
rese
sere accolta
e le direttive
successive
secondo
ed attuata
la interpretazione
pub
renze
bliche dai Sommi Pontefici. Per molti la denuncia dell'accordo, che veniva reiterata,
nei decenni posteriori alia stipula, da buona parte dell'episcopato della Chiesa Greca,
suonava
come
storica
autorizzazione
ad
insistere
ancora
nell'applicare
ai
cristiani
verso
il traguardo
avvenuta
ideale
del
loro
nella
incorporazione
assorbimento
totale
giurisdizione
rito
nel
ol
latino,
della
ecclesiastica
oc
Chiesa
cidentale. Per altri, magari piu sensibili alle esigenze tradizionali della Chiesa Orien
tale, le concessioni fatte nelle formule comprese poi nel decreto di unione del 1439,
a dei risultati,
pur di pervenire
scendenze
dalle
dettate
verbali,
cidentale
nel
senso
erano
della
unitaria
a Roma
stimate
spesso
piu.
contingenti,
opportunity
dovesse
risultarne
medievale,
quella
antica
tradizione
precedente,
della
piu.
sempre
senza
Chiesa
che
modificata
indivisa.
delle
condi
Fecclesiologia
o
riequilibrata
II riconoscimento
oc
dei diritti antichi della Chiesa in Oriente era cioe inteso come una loro esenzione pa
storale
dalle
temporanea
norme
latine
canoniche
considerate
valide
ed
universali
avrebbero
dovuto
di necessity
chiamare
in causa,
continuo
parimenti
immutate nelle scuole le sue tesi di fondo. Sempre piu il decreto di unione
come
un
abbozzato
programma
ed
incompleto
da
interpretare
e da mettere
proporre
fu visto
in pra
tica in Oriente, il meglio che le situazioni locali permettessero, ad opera della Santa
Sede e della Chiesa latina, persistendo nel processo di unificazione ecclesiastica ini
ziato nelle regioni soggette all'Occidente prima del 1438-1439.
Le
circostanze
30 Cfr. V.
Peri,
pp. 197-215.
storiche,
II
prima
concilio di Firenze:
fra
tutte
la
un appuntamento
definitiva
scomparsa
ecclesiale mancato,
(1983),
?II
delPImpero
Veltro
?, XXVII
I/UNIONE DELLA
nel
1453,
politica
di
conciliare
del
laterale
compromesso
cristianita
dell'Ovest,
della
in Levante
seguire
me
che
tra
come
una
contatto
prelati
con
qualche
segno
si
Lo
autorizzazione
?
come
iniziata
prefiorentino
latini di Costantinopoli
del
uni
lettura
sempre
piu una
in molti
ambienti
intendeva,
a pro
ed un
incoraggiamento
con
il
le Crociate,
secondo
regi
a nominare
?. Roma
continud
radicalizzarono
Firenze.
ecclesiastica
l'operazione
descritto
sopra
abbiamo
Patriarchi
doli
scena
dalla
d'Oriente
455
CON ROMA
CHIESA ORIENTALE
e cercava,
clero
al
in Oriente, sceglien
latino,
tempo
ormai
orientali,
all'Impero
soggetti
verso
l'unione
decisa
di apertura
proprio
vescovi
quanti
o manifestazione
un
di mantenere
stesso,
dessero
Ottomano,
e di
nel 1439
dispo
di Roma. Ma
della Chie
maggioranza
ai contatti
tra
turca
la cortina
opposta
per
dall'occupazione
politica
e canonico
vuote
le for
suonavano
di significato
le due Chiese,
sempre
teologico
piu
e
tra
dei
sulla
da Eugenio
accolte
IV,
mule,
salvaguardia
pure
privilegi
riproposte
ai componenti
della
dizionali
patriarcale.
pentarchia
spettanti
im
le distanze
dal
che maggiormente
Lo
Stato
occidentale,
prese
progressivo
l'intervenuta
denuncia
sa Orientale
dell'accordo
della
parte
porsi della
da
a suo
aveva
ecclesiastico
il cui personale
di Venezia,
espresso
tempo
prin
gli artefici
anni
immedia
e le idee
A partire
fiorentino.
per l'accordo
dagli
piu producenti
cipali
avevano
e di Sicilia
a tale unione,
nei
accolto
i
tamente
di Napoli
successivi
Regni
?
orientali
al
una
costituita
da cristiani
considerevole
confini
emigrazione,
propri
31
o come
e
soldati mer
in Italia
trasferitisi
in minor
slavi
banesi
?,
numero,
greci e,
cenari
zata
va
o come
in fuga davanti
dalle
spesso
profughi
famiglie
secoli
Era
che da piu
loro paesi
pero Venezia
d'origine.
Orientale
alia Chiesa
dei sudditi
suoi Dominii
appartenenti
all'avan
accompagnati
nei
dei Turchi
nei
contare
i componenti
citta,
della
sempre
piu
in
come,
nella
residente
ellenica
colonia
nutrita
continua
capitale
lagunare. Per questi due Stati cattolici il concilio di Firenze ebbe percio delle riper
cussioni
sociali
legali
la
avvertibili:
piii
Orientale
quanto
stesse
nelle
fu lo statuto
principale
ecclesiastico,
non
regioni
il precedente
fosse
che
esso
della Chiesa
unionistico
regime
? crociato ?, il quale rimase per lo piu in vigore per il culto bizantino degli italogreci
e di Calabria.
indigeni delle isole linguistiche di Puglia
confini
Chiesa
bizantina.
due
rentino
ai
da
situazione
dopo
la conclusione
un
clero
sussistette
del
scontrate
con
la realta
le due
cattolici
lo stanziamento
in
Italia
di
Fantino
di una
Vallaresso
consistente
gerarchia
in Sicilia
e, a Venezia,
venete,
propri
di prove
greco della
popolazioni
avito,
quello
e
subito
in veste
molto
dopo
di
maggioranza
regime
nei
convogliare
meridionale
di Trento
le autorita
il nuovo
Chiese,
di
concilio
a Creta,
Levante,
soprattutto
e con l'arrivo
dell'arcivescovo
32, si erano
Stati
questi
mediante
con rammissione
servito
tra
Punione
di
governanti
di braccia,
allettate
d'Oriente,
Simile
decenni
In
cio
permetteva
un utile
afflusso
balcanica
nienza
ristabilita
umcialmente
Presumendo
canonico
episcopale
circa
per
a
lungo.
piu
l'accordo
fio
legato
di clero
pontifi
e di fe
31 Sulla sua
etnica, sociale, culturale, cfr. I. K. Hassiotis,
incorpora
SuWorganizzazione,
composizione
'Etce
zione sociale e ideologia politica dei Greci a Napoli
s.), ? 'EmaiTjjjiovixY)
(dai XV alia meta del XIX
tou
XX
(1981), pp. 411-428;
?eaaaXovixrjc;?,
7rave7uaTY)[jiiou
TTjplq tt)<; (DtXocJOcpixrjc;
e identita religiosa degli Albanesi d*Italia prima della riforma tridentina, ? Oriente
anche: V. Peri, Presenza
XX
Cristiano?,
(1980), 3, pp. 9-41.
32 V. Peri, Tre lettere inedite a Fantino Vallaresso
e il suo catechismo attribuito a Fantino Dandolo,
a Firenze e a Venezia
e Rinascimento
di studi in onore di Vittore Branca.
inMiscellanea
Ill, Umanesimo
ser. I, vol. 180), Firenze
Romanicum
1983, pp. 41-68.
deirArchivum,
(= Biblioteca
456
V. PERI
molti
e
d'informazione
unionistico,
per difetto
a
attuazione
secondo
le direttive
riluttanti
perche
dargli
ne forzava
i termini
che ai loro occhi
dalla
Chiesa
in
Romana,
provenienti
interessata
ed occidentalistica.
unilaterale
Nondimeno,
un'interpretazione
partico
della
sociale
nei propri
territori
al mantenimento
larmente
la Se
pace
d'oltremare,
deli
restii
greci
per mero
restrittive
accettare
ad
si sentiva
renissima
del
conclusioni
Faccordo
altri
conservatismo,
un
da
autorizzata
e al
di Firenze
concilio
scostarsi
interpretazione
confronti
degli
nei
Sede
Santa
ricavabile
stesso,
alia
appartenenti
Chiesa
aveva
curiale,
egli
Referendario
fatto
quanto,
giovane
era
stato
III
Paolo
non
Graecis
Papam
et
respondere
ipse,
non
Sedem
grate
salvaguardia
dei concili
ecumenici
trovavano
IV,
nei
manifestamente
Curia
della
prassi
respondere
dei tradizionali
pontificio
era
lo III,
un
incarico
non
1539,
? Sanctitas
in
per
da
appena
dixit
Sua
in Si
Referendarius
di distanza,
la inte
e Fosservanza
dei canoni
a Firenze
sottoscritta
nella
singolare
che
generality
risultati
da
della
Eugenio
e nella
mentalita
faceva
uffici
negli
in cui esso viene
che
opinione,
con
riunificazione
anni
quegli
il modo
et Apo
esatto
secolo
assai
dei
svalutazione
la pessimistica
rivela
della
comportamento
Patriarchi
sua
nella
originaria, fino a
orientale,
prevalente
episcopate
Nicolo
Trizentos,
soprattutto
gerarchia
del papas
dei
interecclesiali,
traduzione
convinta,
Romana,
un
33. A
privilegi
rapporti
una
Graecis
lontano
Segnature:
cum
vice
prima
sen
Greca.
nei
imparato
delle
due
quod
alle
Si
toro
dal
attenersi
di unione.
indipendente la portata
concilio
del
ad
ed obbligata
lato,
dalPaltro,
del decreto
dettato
testuale
la
romani,
it caso
esposto
in due
con un Breve
A quest'ultimo,
Andreassi.
di Pao
segreto
Giorgio
? per zelo della
?
di Stato
Chiesa
dalla
Christiana
affidato
Segreteria
?. II sacerdote
? in materia
in Vinetia
scismatici
dimoranti
de Greci
greco
a Venezia
stato
era stato
di Firenze,
al concilio
rimosso
dal
firmato Fadesione
che aveva
citato,
sopra
con una
della
suo ufficio di
chiesa
di San Giorgio
decisione
della
maggio
cappellano
ranza
del furto di una pre
che fosse responsabile
della Comunita
per il sospetto
greca,
avvenuto
fece ricorso
al Papa
ottenendo
nei 1540. Egli
Fin
ziosa
icone della Vergine,
nei possesso
intendeva
della
funzione
ecclesia
tervento
ristabilirlo
del nunzio,
che
un
? veneziano,
tra nunzio
e
il ? braccio
secolare
Ma
processo
dopo
primitiva.
dei
si era opposto
ai
del
al
davanti
celebrato
Comunita
Dieci,
greca,
Consiglio
capi
la
romano
d'altra
di
ed aveva
delFordine
Fesecuzione
permesso
parte
pubblicazione
da parte
stesso
sollecitata
del Patriar
una
di scomunica
dello
lettera
prete Trizentos,
stica
ca
dalla
di Costantinopob,
sulle
Chiesa
teria
cui
lui
giurisdizione
e la Comunita
greca
dipendevano.
II modo di esprimersi del nunzio con il proprio superiore curiale non lascia dubbi
Orientale.
de'
Greci,
uffici
negli
in essecutione
correnti
ormai
concezioni
? Perche,
commessami
per
adietro
della
Santa
della
sentenza
per
il Breve
Sede
in fatto
ch'io
segreto
ho
con
di unione
data
di N.
qui
S.,
nella
...
la
ma
procurai
il braccio secolare di questi Ill.mi Signori, per haver esequito esso Breve, restituendo
alia
et
possessione
una
fatta
della
chiesa
costituzione
de' Greci
di S. Giorgio
nessun
greco
prete
che
il capellano
Favvenire
per
prete
Nicolo
possa
Trecento,
entrar
ad of
33 V. Peri, La
e i suoi primi documenti, ?Studia
XIII
Gratiana?,
Congregazione dei Greci (1573)
Cardinal Giulio Antonio Santoro and the Christian East. Santoro's Au
(1967), p. 222; anche J. Krajcar,
Christiana Analecta,
diences and Consistorial Acts (= Orientalia
1966, p. 20.
177), Roma
DELIA
L'UNIONE
in detta
fitiare
se
chiesa,
CHIESA ORIENTALE
non
prima
sara
457
CON ROMA
essaminato
dal
nuntio
residente
N.
per
S.
un notario
menato
di questa
citta
alle case de molti
come
et
esser ubbidienti
essi affermano
rogare
giurano
con animo
et concilii,
con
di mandar
Chiesa
cotal
questo
spaccio
rogito
con tal mezo
ottener
da
S. S.ta per
costa,
per poter
provisione
qualche
o altrimente,
in contrario
alia mia?
34.
che
adversarii,
suoi adherenti,
Santa
taro
Breve
Greci
qui,
facendol
alia
di no
via
di
Appare abbastanza chiaro che Fappello dei Greci ostili a Trizentos indirizzato
al Papa si spiega solo nel contesto di una loro disponibilita a riconoscerne Fautorita
e la competenza, e
quindi di aderire al decreto di unione e al regime canonico, che,
con
tanto
di normativa
ne
papale,
era
nei
conseguito
tra
rapporti
le due
La
Chiese.
dalle
greca
Pur
di Leone
Bolle
Breve di Paolo
il dichiarato
causando
era
perfettamente
state
legittimo,
storicamente
revocate
bruscamente
1542 35.
erano
le quali
X,
significativo
con
risentimento
il
del
secondo
anche
canonico
in
allora
vigo
re per loro a Venezia, per disposizione pontificia, e compatibile con Fadesione ad una
unione delle Chiese supposta in atto, anche dal tenore stesso delle loro dichiarazioni
? Hanno
ed autenticate.
di gia, mesi
intanto,
giurate
in questa
citta una
lettera
del rev.mo
di
Patriarcha
sono,
gli
adversarii
fatto
greco,
Costantinopoli
venire
escommuni
cante prete Nicolo Tresento e tutti color o che li faranno bene, et se Fhanno publicata
senza
alcun
non
strando
Di
che
rispetto.
esser da tolerare
risentendomi,
che veruno
ch'era
della
mio
nation
debito,
greca
con
facesse
questi
venir
mo
Signori,
commanda
menti dal Patriarcha di Costantinopoli, dove e capo del Dominio loro et dove S. S.ta
et non lui dee esser ubbidita nello spirituale, non ho mai potuto venir a capo che pro
vegghino ne di darmi Faiuto del braccio secolare, perche la sentenza conseguisse lo
effetto,
ne
Patriarcha
so a dare
che
coloro
c'hanno
castighino
onta di
di
S.
S.ta ?
quelli
torto
al nunzio
per le tentate
ad
fatto venir
li commandamenti
qua
con Fistruire
36. I Signori
Veneziani,
in una
interferenze
giurisdizione
corsi
era
gia
emergente,
sulla
e le loro
strada
pur
tra
di
coerenti
diventare
oscillazioni
implicazioni
? conservatore
e
ripensamenti,
gli accordi
del
detto
un
proces
ecclesiastica
interecclesiali inter
conseguenze,
si scostava
?, perche
nella
Curia
Romana.
logiche
in un modo
da
quello
che
ormai
Italiano
458
V. PERI
concilii")
Greci
possono
attraversarci
la
ottentione
Levante
et persevereranno
nell'usata
perfidia
di non
d'esso
braccio
secolare
. . .
ne
soscriversi
al predetto
Concilio, pero che dil giurare inmano de' Latini fanno si poca stima che giurerebbon
mille volte per un carhno; ma il soscriversi e quel che fa loro rinegar la patienza, ne
possono patire che un prete, che habbi ad ofiitiar nella lor chiesa, si soscriva a quel
Concilio ? 37.
Le autorita civili e molte di quelle ecclesiastiche di Venezia conservarono una
considerazione ben diversa, piu positiva, dei risultati raggiunti dalle Chiese a Firenze
e della graduate possibilita di attuarli insieme ai cristiani della Chiesa Orientale. A
tale considerazione ispirarono di solito la loro condotta pratica. Pur favorendo il
clero
greco
apertamente
unionista
38
e,
se
il caso
si presentava,
difendendone
talora
37
e di ipocrisia,
di malafede
Ibid., II, p. 300. Suona ingenerosa e gratuita l'accusa generalizzata
restii a sottoscrivere professioni
lanciata dal diplomatico pontificio contro i Greci, che, pur normalmente
sulla loro Chiesa nelle formulazioni tipiche del
del Papa
alia immediata giurisdizione
di sottomissione
ecclesiastica
latina
diritto canonico occidentale moderno, magari sollecitate da loro da parte di un'autorita
a giurare fedelta ed obbedienza
all'unica Chiesa Cattolica
incompetente, sono e si dicono tuttavia disposti
e ai suoi concili. Conviene forse rilevare che alia sostanza, se non alia forma, di simile accusa si riconduce
una diffusa ipotesi, avanzata da molti studiosi moderni, pur tra loro diversi per orientamento
ideologico
e confessionale, per spiegare come strumentale e nttizia, e quindi priva di convinzione e fatta inmalafede,
sacerdoti e fedeli della Chiesa Orientale
dal 1439 in poi,
rilasciata da vescovi,
dichiarazione
qualsiasi
non appena essa suoni di personale adesione ad un'unione delle due Chiese considerata
sussistente. Gia
nel secolo scorso, per il probo e liberale Cecchetti, i Greci di Venezia nel 1511 potevano fare appello alia
? sia che intendessero anche di esserlo, sia
? veri e catholici christiani?,
propria ufficiale reputazione di
reale od apparente di cio che nel fatto era ?; sicche\
ad una convinzione della Repubblica,
che accennassero
Paccorto contegno di quei Greci, i quali,
per lo storico veneto, ? non pud a meno di non destar meraviglia
essendo intimamente divisi dalla Curia di Roma e dal Papa, che dicevano di non riconoscere, pure obbedi
erano esaminati circa la cattolicita dal
vano a cappellani,
i quali fino agli ultimi tempi della Repubblica
e facevano
stretta professione di fede cristiana cattolica ?: cfr. B. Cecchetti,
La
Patriarca
di Venezia
.. ., cit., pp. 463 e 465. Negli storici greci contemporanei
il descritto presupposto
Repubblica di Venezia
I Greci a Venezia...,
cit.,
appare, in pratica, usuale. Solo, per esempio, si leggano: N. G. Moschonas,
sussistere, della finta accettazione
p. 117, dove si fa riferimento espresso al? mito, che essi stessilasciarono
La politica religiosa di Venezia...,
dell' 'unione' fiorentina ?; o N. B. Tomadakis,
cit., pp. 788-789, per
il quale, gia verso la fine del XIV
secolo, ?i 130 preti greci del territorio orientale di Creta ... riconosce
vano il primato del Papa, dipendevano
dall'Arcivescovo
latino, cantavano in greco e, benche* in apparenza
o M. Manussakas,
La comunita greca di Venezia..
fossero uniti, in realta si sentivano ortodossi?;
.,
'scismatici', come venivano chiamati comunemente dai
cit., p. 48: ?I Greci di Venezia,
ortpdossi owero
come capo della loro Chiesa, ma poi
ecumenico di Costantinopoli
solo il Patriarca
Latini, riconoscevano
una
in uno Stato che aveva come religione ufficiale quella cattolica, che pero perseguiva
che* vivevano
erano costretti ad adattarsi di volta in volta
politica di tolleranza religiosa, non priva di contraddizioni,
il loro atteggiamento
nei confronti del Papa,
del Patriarca
alle circostanze,
regolando di conseguenza
e della Repubblica
II Patriarca
Veneta.
latino pretendeva di sottoporre i Greci alia sua
latino a Venezia
e di sottometterli alia Chiesa latina, benche* ne fossero esenti grazie a bolle papali?.
giurisdizione
del proprio ? credo ? religioso, in modo
Si notera come l'accusa di fare ricorso alia mimetizzazione
e rivolto a dissimulare
la propria fede tra i
del tutto analogo a quello qui ipotizzato per iGreci di Venezia,
diversa dalla propria, ricorre da secoli negli ambienti dell'Orto
seguaci di una confessione maggioritaria
alle Chiese cattoliche di rito orientale; agli inizi essa fu lanciata proprio
dossia contro gli appartenenti
in quanto si rivolgono alle
che obiettivi e dimostrabili,
contro gli alunni del Collegio greco. Piii moralistici
intenzioni, giudizi e pregiudizi di tale natura ci sembrano fare torto al rispetto delle persone e soffrire
di un grave limite: quello di prescindere astrattamente dalla verita dei moventi individuali e dalla varieta,
storiche.
anche grande, delle concrete situazioni
38 Z. N. Tsirpanlis,
To xkrjQodorrjpa rov xaqdivaKiov
cit., passim.
Brjoaagicovog...,
della
l'unione
orientale
chiesa
con
459
roma
i diritti rispetto a pretese esorbitanti del clero latino e a misure vessatorie dei vescovi
ordinari dei Possedimenti, la Serenissima, con realismo, non valutava l'unione delle
due
un
come
Chiese
conto
la
che
greca
latina
come qualcosa
con
data
incontrava
riunificazione
proclamata
e concluso,
definitivo
avvenimento
ma
interessata
molti
e vincolante,
a Firenze
dichiarata
l'unione
ostacob.
per buona
una
come
piuttosto
un
pro
cesso in fieri, da
insistente
ed
accorta
azione
e civile.
pastorale
si
Pur
stimata
dai
configurava
cons ape vole atteggiamento, assunto da Venezia nei confronti dei sudditi
appartenenti alia Chiesa Orientale e motivato con il rispetto dell'accordo concibare
fiorentino, trova espressione in innumerevoli atti e documenti del suo governo. Ma
la sua difesa piii significativa ed ufficiale puo leggersi nella petitio, che, a nome del
loro Stato, gli Oratori veneziani fecero a proposito del diseusso canone 7 sul Sacra
mento del matrimonio, davanti al concilio di Trento, nella congregazione generale
dell'11 agosto 1563. ? Verum cum aliqua sint in 7. canone de matrimonio, qui circum
fertur, quae (nisi aliquo moderentur pacto) possent non modicum scandalum in Orien
tali Ecclesia et praecipue nostris in regnis et insulis Cretae, Cypri, Corcyrae, Hiacyn
thi, Cephaloniae et aliarum plurium excitare, non solum in praeiudicium tranquilli
tatis publicae, sed et Catholicae Ecclesiae: visum nobis est paucis attingere nostrum
Tale
iustissimum
que
desiderium
est
Notum
explicare.
Graecorum
etsi
Ecclesiam,
ex
aliqua
parte
a Romana
dissentiat,
non tamen adeo deploratam esse, ut non possimus de ilia nobis melius
polliceri, prae
sertim cum in illis locis praedictis aliisque ditioni nostrae subiectis, licet suo ritu
vivant, obediunt tamen praesulibus ecclesiasticis a Sede ApostoUca assumptis. Quare
non patitur ratio, nec foret nostri muneris, si permitteremus illos tab anathemate
gravari et inde occasionem accipere, ut tumultuari possent ac penitus ab ipsa Sede
Apostolica
Lo
desciscere
stesso
39.
nella
giorno,
discussione
svoltasi
a Trento
sul matrimonio,
prese
posi
zione nello stesso senso degli Ambasciatori veneziani l'arcivescovo latino di Candia
Pietro Lando, nella cui casa e al cui servizio come segretario stava allora formandosi
Fideatore
del Collegio
Greco,
Gaspare
a
a Damasco,
in Oriente:
Cipro,
viaggi
che
Viviani,
a Gerusalemme
accompagnd
e in Terra
il presule
in
lunghi
40. II Lando
Santa
ultimi
quegli
canonibus,
liquis
fuit
septimum
quoad
non
cum
pertinentibus,
quod
acceptum,
damnati
haec
annotata
in re
Candianus,
praeter
Archiepiscopus
non
aiebat
ut Graeci,
convenire
cum
sint absentes,
dein
de
citata
Praesertim
parte
proferre.
et hoc
salute
animarum
agatur,
Ecclesiae
Romanae
fuerint,
permissio
nisi
hie
observandum
concilio.
sententiam
damnativam
Graecis
al
damnentur a synodo, cum etiam in iure civili hoc observatum sit, iudicem
hoc modo
gionem
mesi
consuetudine
permissum,
ad
reli
eo maxime
cum
a Patribus
custodiant.
Quod
cum
rem
in rebus
tamen
non
res haec
omnino
in consultationem
improbandam
aut
venerit:
anathemate
S. Ehses
et
praeterquam
feriendam
satis
(=
Concilium
Tri
460
V. PERI
demonstrabat.
aperte
etiam
Caveri
et Sacrae
oportere
pietati
Synodi
con
regulariter
venire, ut cum eis non legum asperitate, sed bonitate potius agatur, qui non adeo
firmi sunt et constantes in fide et obedientia Sedis Apostolicae, ut etiamnum timen
dum sit, eos omnino defecturos, si huiusmodi illis occasio deficiendi praeberetur: non
esse
calamum
conquassatum
? 41.
confirmandum
In modo molto
tisfied
Oratoribus
sed
confringendum,
Venetis
se ne
?,
contarono
et mansuetudine
lenitate
potius
parecchi
espressa
presero
posizione
praticati
vescovo
comunita
minoritarie:
di Milopotamo
nell'isola
il francescano
cosi
di
ed
Creta,
ridionale,
da
vivevano
tempo
Dionisio
il successore
Zanettini,
sua
nella
era
che
sede
stato
vescovile,
comunita
italoalbanesi
ed
italogreche,
presuli quali Giovanni Carlo Bovio, vescovo di Ostuni in Puglia e suffraganeo di Brin
disi, o Giacomo Gilberto de Nogueras, vescovo di Alife e suffraganeo di Benevento.
Tutti costoro, autorizzati dal regime canonico di unione inaugurato dopo il concilio
di Firenze,
stimavano
nella
compresi
comunione
ora
cattolica,
ora meno
piu
compiu
tamente, i cristiani orientali viventi nelle loro diocesi, pur esenti, in virtu di numerose
disposizioni dei Papi, dalla loro immediata ed ordinaria giurisdizione episcopate;
costoro, per le sacre ordinazioni ed il governo ecclesiastico, continuavano per lo piu a
dipendere da presuli della Chiesa Orientale (in particolare i metropoliti bizantini
titolari di Agrigento) e, in materia sacramentale, fosse il matrimonio allora discusso
a Trento
e di assumere
o la sua ammini
di consacrare
il modo
l'euearestia,
oppure
e della
a
cresima
ai neonati
del battesimo
da parte
dei sa
congiunta
quella
a Firenze
l'uso
Ritenevano
orientale.
anche
infatti
che
si
uxorati,
seguivano
strazione
cerdoti,
fosse riconosciuto in modo concorde che l'unione delle Chiese era compatibile con la
pluralita delle legittime tradizioni cultuali di ognuna, sicche la Chiesa Occidentale
aveva
formalmente
riconosciuto,
come
nel
primo
il diritto
millennio,
della
Chiesa
Orientale di conservare la propria tradizione anche nei punti, in cui la disciplina dif
feriva da quella da secoli in vigore nella Chiesa latina, tanto che per inveterata con
i
suetudine
dei Greci?.
Le
occidentali
polemisti
autorita
civili
usavano
come
veneziane,
classificarU
prova
anche
condannarli
l'intervento
dei
come
loro
?abusi
rappresen
tanti ufficiali nella fase finale del concilio di Trento, avevano fatto proprio un tale
modo di interpretare l'unione delle due Chiese sottoscritta dalle rispettive gerarchie
episcopali nel 1439. Sia pure con un certo ritardo e qualche riluttanza (tipici del go
verno
conservatore
veneto
davanti
ad
ogni
innovazione
e cambiamento
dello
stato
di
41 II resoconto di J. B. Fickler
e riportato da P. Fransen,
bei Ehebruch. Die theologi
Ehescheidung
in der 24. Sitzung des Trienter
schen undgeschichtlichen Hintergriinde der ersten Stellungnahme zum 7. Kanon
? Scholastik ?, XXIX
Konzils
(Juli 1563),
(1954), p. 558, nn. 91 e 90; ma piu in generale sulla questione,
ibid., pp. 553-560. Al problema accenna G. Cozzi, Domenico Bollani: un vescovo veneziano tra Stato e Chiesa,
? Rivista
Storica Italiana ?, XXXIX
la vicenda b discussa
(1977), pp. 570-573; molto piii analiticamente
II canone tridentino sul divorzio per adulterio e Vinterpretazione degli autori (= Analecta
da L. Bressan,
ricerca si puo risalire
1973, pp. 149-177; grazie a quest a puntuale e documentata
194), Roma
Gregoriana,
anche
alia
precedente
bibliografia
sulPargomento.
L UNIONE DELLA
cose
esistente),
un
oltre
secolo
prima,
la precedente regolamentazione
alia
partenenti
Orient
Chiesa
ale.
CHIESA ORIENTALE
avevano
461
CON ROMA
in questo
modificato
senso
postfiorentino
anche
Chiaro,
istantaneo,
il mutamento
di
regime si puo registrare a Creta e nelle isole, ma nell'espressione piu. manifesta si puo
cogliere nella nuova attitudine che la Serenissima adotto nei confronti della comunita
ellenica della capitale lagunare.
II
una
passo,
primo
volta
conclusa
fu
Punione,
l'autorizzazione
di polizia,
ormai
come
stello
Essi
pero
dovranno
attendere
comodum
il
visum
in
passaggio
fuerit?
citta
del
al vescovo
cardinale
latino
di Ca
? ruteno
Isi
doro di Kiev, uno dei principali artefici e continuatori bizantini dell'unione di Firen
43
ze, e Pistanza vivissima che egli fece al Doge, perche finalmente il 18 giugno 1456
un decreto del Senato stabilisse il diritto dei cristiani della Chiesa Greca viventi a
Venezia, ? Graeci orthodoxi et eathoHcae fidei nostrae ? (dove ovviamente sarebbe
incongruo intendere gia i due aggettivi qualificativi come contrapposizioni confes
sionali,
mentre
essi
qui
vogliono
rispondere
in
senso
complementare
al
vocabolario
non
senza
interferenze
e vessazioni
amministrative,
avevano
avuto
solo
la
disponi
bilita di un altare laterale con orari scomodi 44. Sempre con difficolta, la ? cappella
42 G. Fedalto,
rcbv JJancbv...,
AX BovXXat
Ricerche storiche ...,
cit., p. 116; G. S. Plumidis,
cit., p. 231.
43 Cfr. M. Manussakas,
(H ngdorr] adeia
(1456)
rfjg Bevenxfjg
TegovGlag
yla to vao rcbv
?
I (1962), pp.
109-118.
xai 6 xagdtvdXiog
'Ioldcogog,
?TQaaoptafjiaTa?,
'EXXfjvcov rfjg Beverlag
in genere b ormai indispensabile
riferirsi a M. Manussakas,
Per la storia della comunita greca di Venezia
?
X (1973),
rov 'EXXrjviajbiov rfjg Beverlag.
A': Fevixd,
Megog
?TjcauptafxaTa?,
BifiXioygacpla
?
XVII
al
pp. 7-21, e, in particolare,
pp. 7-78; ZvjuTtXfjQCOjbia (1973-1980),
(1980),
?TjaaupiafzaTcc?,
suo Apercu d'une histoire de la colonie grecque orthodoxe de Venise,?
?, XIX
(1982), pp. 7-31.
?Y)aaup?a(JiaTa
Se ne erano prima occupati soprattutto: F. Corner, Ecclesiae Venetae...,
cit., XII, Venetiis
1749, pp. 358
art. 1); G.
cit., Ill, I, Venezia
1756, pp. 458-459 (lib. IX, c. XII,
364; V. Sandi, Principij di storia civile...,
Sulla coloniagreca orientale stabilita in Venezia...,
cit., in Venezia e le sue lagune, I, Venezia
1847,
Veludo,
I Greci a Venezia
..., cit., pp. 113-131; F. Mavroidis,
01
Appendici
(V), pp. 78-100; N. G. Moschonas,
?
?, VII
(1498-1558),
(1970),
TiQwroi TtQoeoQOL rfjg eXXrjvixfjg ddsXcporrjrog Beverlag
?TqaaupiGjiaTa
172-181.
lo si legge in F. Corner, Ecclesiae
la situazione precedente;
44Un decreto del 28 marzo 1470descrive
Venetae.
.., cit., XII
pp. 359-360: ? Gemini itaque ritus officia per aliquot annos in una ecclesia licet
in diversis sacellis peracta fuerunt, cumque hoc turn Graecis, turn eisdem paroeciae Latinis
incolis grave
esset et nimis incommodum ea praesertim de causa, quod traditum Graecis sacellum dilatatae
eiusdem
nationis multitudinis
capax non existeret, de alio sibi deligendo loco Graecorum proceres consilium inie
runt. Oratorium
eiusque comitatui sacrum, quod templum SS. Joannis et Pauli
itaque Divae Ursulae
concedi expetierunt, quorum ut assensum rite consequi possent,
adiacet, sibi a fratribus Praedicatoribus
a Sixto Papa IV impetrarunt anno 1473 die I Aprilis.
huiusmodi sibi concedendae
facultatem assignations
cum in irritum cessisset, Graeci in veteri sui sacelli possessione.
autem huiusce trasmigrationis
Executio
sodalitium, obtenta a Xviris permissione,
instituerunt, ea
perstiterunt, in quo deinde pium S. Nicolai
tamen ex publico decreto apposita
conditione, quod Confratrum numerus supra 250 non excresceret?.
pp.
462
V. PERI
uso
nione
nella
sono
sacramentario,
sola
costituiscono
Chiesa
suo
nel
esistente,
tanto
pleroma
con
compatibili
cui appartengono
stimarsi
da
Cattolica
la Chiesa
Occidentale
la fede,
e la
l'unita
comu
che
o, meglio
ancora,
la Chiesa
Orientale.
quanto
zionalmente
vescovi
latini
osservare
ad
continuassero
tempi
e riti
liturgici,
oltre
era
stato
che usi propri della Chiesa bizantina, sia greca che slava. Tale regime, che si potrebbe
per
comodita
con
cui
come
descrivere
? normanno-franco
?,
oppure
? crociato
?,
per secoK applicato nelle diocesi comprendenti fedeli dei due riti. Ora esso doveva
venire rettificato in seguito al recuperato riconoscimento dei diritti tradizionali della
Chiesa greca e della sua gerarchia episcopate, secondo quanto prescriveva l'unione
di Firenze. La no vita intervenuta, di storico rispetto, spiega le riluttanze ed i ritardi,
le autorita
veneziane,
magari
su diretta
pressione
della
Santa
Sede,
fecero
delle
mente
latina
vietata,
dell'intera
del
culto
citta,
in greco,
Hmitatamente
tramutata
in modesta
poi
all'altare
laterale
greca.
cappella
di un'unica
Solo
chiesa
quarant'anni
richiesto
dalla
Santa
Sede
e dalle
autorita
veneziane
l'impegno
a riconoscere
l'unione fiorentina e confessarla per valida e regolare. Agli inizi, i papades d'origine
cretese Giorgio Varios, Giorgio Trivisios, lo ieromonaco Makarios, Giovanni Rossos
? unus
ex
numero
catholicorum
et
cum
sancta
Romana
Ecclesia
fideliter
et
benigne
L UNIONE DELLA
?in
sua more
domo
ritu
Greeho
sacerdotem
per
catholicum
delF
attestazione
d'essere
tutti
?,
avevano
costoro
463
Lo
cattolici.
da
sappiamo
numerose
ma
fonti,
vano
erano
essi
aderire
ad
tenuti
stessi
all'unione
per
l'impegno
assunto
regolar
mente dalla loro Chiesa. Tutta la storia dei riconoscimenti pontifici ai metropohti
orientali di Agrigento ed esarchi d'ltalia, come del resto i reiterati contatti diretti
intercorsi tra i Pontefici Romani ed i Patriarchi di Costantinopoli, tra il 1439 e il
1583, per via epistolare o personale, depongono in tal senso e buon numero di Bolle
a comminare la sospensione
pontificie sono del tutto esplicite in proposito, giungendo
a divinis ai vescovi e la scomunica latae sententiae ai preti e ai magistrati civili latini
che interferissero nella giurisdizione episcopale di quei presuli greci e ne ostacolas
sero
il Hbero
comunque
esercizio.
pieno
stavano
attivamente
portare
anche
una
a riconoscere
contrari
innovatrice
conseguenza
cosi
a Firenze
avvenuta
l'unione
che
inconsueta
e considerevole.
poteva
Essa
la
della
governanti
RepubbHca
adottata
dalla
Santa
linea
tra
furono
Sede,
un
riesca
ad
e mostrarono
questi
atteggiamento
per
conservatore
re
com
corri
di Venezia
contro
decenni,
e
nei
negativo
confronti della gerarchia episcopale orientale, perfino nei casi specifici in cui i Brevi
papali la legittimavano espressamente come unita e soggetta al Romano Pontefice
in forza dell'unione di Firenze.
Lo indica bene un episodio del 1498. II Senato veneto lo riferisce al proprio amba
sciatore
di una
a Roma,
onde
questi
concessa
ad un
Bolla
di Firenze
regime
greco.
prete
canonico
che
rinnovato,
ottenere
essa
Appare
Pontifice,
nomine
tarn
omnium
clericos
aveva
Graecorum,
quam
laicos,
Alessandro
VI
papa
come
a
chiaro
quell'epoca
revoca
la
l'unione
dal
etiam
tra
le due
audacissimus
Chiese.
Nuper
impetravit a Summo
Patriarcha
quod
ConstantinopoHtanus
excercere
habitantes
Venetiis,
possit
super
illam
46 G.
Fedalto,
Ricerche
storiche ...,
cit., p.
124.
464
suo
tio
V. PERI
nomine
capellani
rum malorum,
rent
rum
exercere
habeant
inter
et
spectet
Venetiarum,
constitutiones
pertineat
tarn in Ecclesia
et essent
catholicos,
talem
nostras,
quae
insuper,
omnia
Quae
essent,
et
electio
quod
si fierent,
causa
deputa
multo
etiam
iurium
denegatione
in dicta
natione
habuit
semper
quae
iurisdictionem;
Graecis.
et
Dei
honorem
respiciunt
Graeca.
patriarchalium
Essent
etiam
quietem
nostro
contra
serva
populorum,
nei
la
Domini,
continuata
e discriminatoria
protezione
accordata
intransigenza
prima
da
secoli
per legge alia Chiesa latina, in riconoscimento della sua superiority e prevalenza dei
suoi vescovi sulle comunita di fedeli rimaste attaccate alle sacre usanze della Chiesa
greca. Si spiegano cosi la lentezza e la fatica, con cui Venezia, incoraggiata su questa
strada dalle crescenti difficolta militari e politiche della sua posizione in Levante,
si venne
da
allontanando
un
risiedere
come
in
tale
terra
veneta
con
osservato
divieto,
del
concilio
soggetta
48.
bri
gerarchia
episcopale
nei
dell'episcopato
perfino
alcuni
pronunciarsi
Patriarehi
in
favore
ecumenici
dell'unione,
decisa in Italia nei secolo precedente, e per il rispetto dei termini di accordo tra le
Chiese che si erano allora sottoscritti. Gli autori greci definiscono cpiXsvomxot tali
presuli ed e merito indubbio della ricerca storica degli ultimi decenni l'avere riscat
tato dal silenzio delle fonti manoscritte inedite diversi nomi e interessanti vicende
che
biografiche,
cologicamente
concernono
minoritaria
la cui
questi
personaggi,
aveva
sin
scoraggiato
qui
numericamente
posizione
la
ecclesiastica
storiografia
fessionale delle due parti dal prestare loro l'attenzione e il rilievo dovuti.
?In
alcune
isole
ioniche
Venezia
aveva
permesso
anche
l'esistenza
di
psi
con
arcive
47
Ibid.; sembra lecito chiedersi se il papas Andreas Servos di Methone non sia la stessa persona che,
come regolare e canonica dalle autorita politiche e giudi
con altri Greci, si oppose all'elezione,
approvata
nostro
ziarie venete, del primo ? episcopus Graecus Mothonensis
?, ? vir apprime catholicus et Dominio
confermata il 28 agosto 1492; cfr. G. Fedalto,
(sc. Veneto) fidelissimus ?, di nome Giovanni Phisindino,
La Chiesa latina in Oriente, vol. Ill (= Studi religiosi, 3), Verona
1978, p. 284 (doc. nr. 708).
48 Per Creta si veda: N. B. Tomadakis,
La politica religiosa di Venezia...,
cit., p. 788: ? DalPef
e stato di rito ortodosso, e quelli
fettuazione dell'occupazione
completa fino al 1645 nessun vescovo cretese
il vescovo
che erano greci, cioe di famiglie greche, erano di rito latino, oltre (si direbbe meglio: eccetto. NdR)
furono costretti a riconoscere. E se si tolle
di Callergiopolis,
che per un periodo, verso il 1300, iVeneziani
rava che un vescovo greco per poco tempo soggiornasse nei confini del Regno di Candia, cio durava poco.
come altri?.
come Antimo di Atene il Cretese (f 1371) ?
o la morte ?
ol'esilio,
L'aspettava
l'unione
della
chiesa
orientale
465
con roma
della
Creta
veneta
andavano
a farsi
ordinare
52. A
Cefalonia
e Zacinto,
con
sta anche alia Curia Romana nel 1521, risiedeva un metropolita greco accanto ad
un vescovo latino53. Fu proprio in questa seconda isola?
la Zante dei Veneziani ?
che da piu lungo tempo, con disposizione della legge di Stato, Venezia aveva voluto
risiedesse un metropolita della Chiesa Orientale, abilitato ad ordinare il clero greco
dei Possedimenti veneti, evitando il piu possibile contatti con gli incontrollabili mem
bri dell'episcopato bizantino soggetto all'Impero ottomano. Lo sappiamo in modo
positivo da quanto il vescovo latino di Rethimnon Giulio Carrara scriveva al Doge
Pasquale Cicogna nel 1588, riferendogH di un colloquio con il cardinale Santoro: ? Al
presupposito dissi che i Greci andavano ad ordinarsi non in terra de9 Turchi, ma al
49 M.
. . ., cit., p. 59. Di un vescovo bizantino di Maine,
La comunita greca di Venezia
Manussakas,
e Methone,
si sa che consacrava
sacerdoti sudditi veneti
rifugiatosi in territorio veneto vicino a Korone
di lingua greca per disposizione
del Patriarca
ecumenico di Costantinopoli
dal 1429 al 1432, periodo in cui
iVeneziani
lo permisero. Risale al 1492 la conferma veneta dell'elezione
del vescovo della Chiesa Orientale
come awenuta
Giovanni Phisindino
di Methone
in modo canonico e regolare, e tale da immetterlo nei
in quella sede diocesana;
cfr. G. Fe
possesso di tutte le prerogative dei vescovi greci suoi predecessori
dalto, La Chiesa latina in Oriente .. ., cit., Ill, pp. 219, 222 e 284 (docc. nrr. 566, 577 e 708). Istruzioni
del Senato per impedire che degli ordinandi della Chiesa greca, sudditi veneziani,
fossero consacrati da
Vescovi greci sudditi dei Turchi invece che da Vescovi greci soggetti a Venezia,
tra il 1435 e il 1471, sono
indicate in B. Cecchetti,
La Repubblica
di Venezia...,
cit., I, p. 458, n. 3.
50M.
Recherches sur la vie de Jean Plousiadenos
Manussakas,
(Joseph de Methone)
(1429?-1500),
? Revue des Etudes
?, XVII
Byzantines
(1959), pp. 28-51; cfr. anche Beverixa
eyyQacpa dvaqjeQOjbiEva
xal
elg rrjv ExxXrjaiaariHrjv
tiqcd
rf\g Kgr\rr\g rov 14ov-16ov alcbvog (IJgcorojiaTtddeg
laroglav
XV
?AsXtiov
xod
'EXXa8o??,
rorpdXrai Xdvdaxog),
'IaTopixYjg
'ETOupeias
t%
'E&voXoyixvji;
(1961), pp. 149-233 e 457-458.
51 Cfr. V.
Le implicazioni
Peri, La Congregazione dei Greci...,
cit., pp. 182-183; S. L. Varnalidis,
del Breve ? Accepimus
nuper ? ...,
cit., p. 369.
52 Cfr. M.
"H %Eioorovia
and
rb
Manussakas,
Ieqecov rfjg Korjrrjg
firjrQOjroMrr) Koglvd'ov
rov 1 cf alcbva),
?AsXtiov Xptcmavtx7)<;
('Eyygaqxi
tt)<; 'EXXaSoc;?,
'Exaipeias
'ApxouoAoyL>aj<;
IV (1963-1964), pp. 317-331.
53 Vi accenna la Bolla ?
ra>v
JJanajv..,, cit.,
nuper ?; cfr. G. S. Plumidis, Al BovXXai
Accepimus
et Iacyntho et forsan
p. 241: ? ubi duo, unus Latinus alter vero Graecus eiusdem loci, prout in Cephalonia
et secularibus Graecis ac de iurisdictione
alibi, sunt episcopi, episcopus Latinus de personis ecclesiasticis
ad episcopum Graecum
nullatenus
episcopi Graeci vel aliis quibuscumque
spectantibus
quomodolibet
se intromittere praesumat?.
e anche alcuni decenni piu
Dal testo si evince che a Roma,
in quell'epoca
tardi (cfr. V. Peri, I metropoliti orientali di Agrigento . .., cit., p. 303, n. 91) si sapeva possibilel'esistenza
di altri vescovi della Chiesa Greca in Stati cattolici in virtu del precedente richiamo all'inizio del gia citato
Breve di Leone X; G. S. Plumidis, Al BovlXai
in Concilio
rdjv Ilancbv
..., cit., pp. 240-241: ? Dudum
Florentino sub felicis recordationis Eugenio Papa IV praedecessore
nostro ..., inter alia statuta ac deter
eorum ritibus et observantiis, quae non imputantur haeresis,
in quibusdam
minata, nationem praedictam
permanere et, inter caetera, scilicet quod praesbyteri in fermentato celebrare ac sub alia forma quam (non:
-videlicet:
que! NdR) Romana baptizare
'baptizatur servus (non: sermonibus! NdR) Dei, in nomine Patris
et Fili et Spiritus Sancti. Amen';
item quod ordinati in sacris matrimonio
ante ipsorum sacrorum ordinum
contracto uti ac barbam nutrire, venerandum
sacramentum
sub utraque
susceptionem
specie omnibus
etiam pueris ministrare possint, per dictum Concilium statutum, ordinatum ac decretum sive permissum
a quanto asserisce il piu recente editore
fuit?. Contrariamente
(ibid., pp. 232 e 244), il Breve non e inedito
ne*pubblicato per la prima volta nei 1970: cfr. Leonis Allatii
De aetate et interstitiis in collatione Ordinum
etiam apud Graecos servandis, Romae
1638, pp. 5-13.
466
V. PERI
Zante, per legge antica della Serenissima Repubblica, la quale, vedendo quanto age
volmente i contadini, lasciando gli aratri, volano al sacerdotio, fabrieano chiese, in
troducendovisi da se stessi et pigliando la cura delTanime de propria autorita, ha
voluto metter freno a tanta multiplicatione de preti, et cosi levo loro la commodita
di consacrarsi in casa. Ordind che andassero al Zante con licentia del Protopapa, de'
Vescovi et del Signor Duca, et che non ne fosse se non uno o dua per villa secondo il
bisogno; et intorno a i Vescovi greci, che niuna cosa ha tanto giovato alia quiete di
quell'Isola
(sc. di Creta) quanto l'haverli la Serenita Vostra tenuti sempre lontano,
intendendo molto bene che queste sono insegne di seditione et non di religione ? 54.
Sempre nella stessa sede metropolitica greca dei Domini veneziani risulta in carica
almeno fino al 1567 Pacomio Makris, consacrato nel 1550, che fu poi il primo metro
polita, il quale pote esercitare stabilmente funzioni pontificali nella chiesa della co
munita
di Venezia
greca
55. In maniera
solo
infatti
dovette
saltuaria
celebrare
potervi
a Roma
in missione
inviato
dal
Patriarca
ecumenico
Dionisio
II
come
suo
esarca nel 1549 56. Solo nel 1577 la Serenissima concesse la residenza stabile in citta
di un Commesso ed Esarca del Patriarca di Costantinopoli nella persona del noto
metropolita di Filadelfia Gabriele Seviros. Su questo importante e complesso perso
naggio
e sui
nome
abbiamo
suoi
nella
successori
carica
veneziana
la documentazione
contemporanea
dovuto
citare
contemporaneamente
numerosissime
al
permesso
volte:
Manussos
accordato
I.
Manussakas57.
all'arcivescovo
la
Seviros,
59, monaco
poi
egumeno
del monastero
di Ankarato,
risiedeva
gia
nell'isola
na
L'UNIONE
tale
senza
pare
ancora
infatti
essere
metropolita
atque
dissimulationem
DELIA
vescovo
CHIESA ORIENTALE
tale
di
in carica
sede.
Col
testamento
nel
467
CON ROMA
nome
di Giosafat
religioso
egli ap
del
nella
data
citata
sopra
redatto
Cretensium
di
61, permetteva
un
ristabilire
ve
all'accoglimento
sua
insistente
richiesta,
in apparenza
solo
pratica,
da
lui pre
durante.
osservanza
presto
ortodossa
l'alternativa
si sarebbe
confessionale
imposta
come
moderna
tra
dominante
osservanza
reciprocamente
cattolica
ed
esclusiva.
impropriamente
imbarazzato
gli
storici
moderni,
preoccupati
di
costringere
le
cioe Giorgio/Gerasimo ?,
e Giosafat,
bensi rispettivamente
Giovanni
entrambi inizianti in greco con la
lettera I; cfr. Nicolai
Comneni Papadopou
Historic Gymnasii Patavini...,
cit., I, pp. 39-41; Creta,
sacra sive de episcopis utriusque ritus Graeci et Latini in insula Cretae.
.. authore Fl. Cornelio,
I, Ve
netiis 1755, pp. 221-222, 264-265; G. Giomo, UArchivio
antico della Universita di Padova, Venezia
1893,
eH emaxonrj...,
p. 68, ove si utilizza il fascicolo 605, ff. 78v-79v del detto Archivio; Z. M. Tsirpanlis,
cit., p. 326.
60 Z. N.
fH emoxonr]...,
Tsirpanlis,
cit., p. 326.
61 Nicolai
Comneni Papadopoli
Historia
cit., I, p. 32.
Gymnasii Patavini...,
62 Cfr. V.
he origini della moderna disparita liturgica in una tratta
Peri, Due date, un'unica Pasqua.
tiva ecumenica tra Roma e Costantinopoli
1967, pp. 23-79; Ricerche sull*?editio prin
(1582-84), Milano
cit., pp. 71-101.
ceps? degli atti greci...,
63 Z. N.
'H imaxonr)..,
Tsirpanlis,
cit., p. 326.
64 Nicolai
Comneni Papadopuli
Historic
cit., I, p. 39.
Gymnasii Patavini...,
65 A tale data fanno
pensare anche i passi ufficiali allora compiuti da Venezia
presso Sisto V, Ur
e Gregorio XIV, per destinare
bano VII
militare
le rendite del vescovato
di Chisamo prima
alPospedale
.. ., cit., pp. 99, 100, 103, 104.
al Collegio Greco; cfr. J. Krajcar,
Sanctoro's Audiences
applicate
468
V. PERI
avverti in vita la precarieta del suo tentativo di aderire, seeondo il languente regime
? fiorentino ?, alia comunione di entrambe le Chiese, se gia agli inizi del 1583 venti
lava nel proprio testamento la possibiUta di una nuova soppressione della Chiesa,
cui
aveva
in perpetuo
sue
le
appHcato
sostanze:
personali
. . . sia
che
Voglio
erede
perpetua la stessa santa Chiesa (sc. di Chissamo) sin che sussistera per divina mise
ricordia a beneficio dell'isola nostra e Regno di Creta. Ma perche dubito che per le
comun
del
insidie
...?
si abolisca
non
nemico
66. Difficolta
sia per
avevano
in caso
sussistere,
infatti
sollevato
che
questo
contro
subito
santo
vescovado
la reintroduzione
latine
episcopaU
rimanesse
invece
comunque
favore
dei
compatrioti
greci
e delTunione delle Chiese. Incarico cosi lo Stato veneto di impiegare tab rendite ? man
tenendo scolari 24 nelli studii di Padova e di Roma, in ciascuno di questi dodeci, de'
otto
siano
quali
da
nostro
questo
Regno,
due
per
ciascuna
citta:
Candia,
Canea,
Ret
timo e Settia, e quattro per le nostre isole: Corfu, Cefalonia, Zante e Cerigo, tutti
sudditi della Repubblica ? 69.
Al momento della sua morte i fondi stanziati risultarono sufficienti solo per do
dici alunni, sei per la facolta di diritto e sei per quella delle arti, con altrettante borse
di 76 ducati, oltre agli alloggi e servitori, ciascuna della durata di sette anni 70.
II Senato decise di mandarli a studiare al Collegio Greco di Roma, finche, con la ri
forma introdotta in questo istituto da Urbano VIII nel 1622, li richiamo a Padova,
71.La pessimistica previsione del
dove sorse cosi il Collegio San Giovanni o Paleocapa
testatore
e cioe
la
soppressione
rapida
del
ristabihto
vescovado
greco
a Creta
si verifico puntualmente, per il rapido declino delle prospettive di una maggior unio
ne tra le due Chiese, di cui appaiono, tra l'altro, segno e cagione la detenzione, la de
e la deposizione canonica del Patriarca ecumenico Geremia II,
portazione a Rodi
avvenuta
agli
inizi
del
1584.
II vescovo
circa
clesiam
1590,
stare,
quod
cum
non
neque
esset
di
Chissamo
non
ebbe
un
visum
Cretenses
greco
Roma
successore,
e vivis erepto
e
Cisamensem
Graecam
Republica
missum
essent,
episcopum
recepturi
esse
Ec
nec
del
Filippo
quell'epoca
predecessore
verso
la
Chiesa
Orientale.
anni prima, nel 1585, i Visitatori apostobci del Collegio Greco, i vescovi
Sega e GiuHo Ottinelli, erano al corrente, come tutti in Collegio lo erano in
Pochi
73, che
un
vescovo
di
sicuri
sentimenti
filounionistici,
anzi,
certamente
66 Z. N.
eH emoxonr)..,,
cit., p. 326.
Tsirpanlis,
67 Nicolai
Comneni Papadopoli
Historia
cit., I, p. 39.
Gymnasii Patavini...,
68 In
di Candia; sugli esosi abusi e la deplorevole
condotta di chi
particolare quella delPArcivescovo
ne occupava
la sede in croegli anni, e notizia in un documento delPArchivio
che reca
Segreto Vaticano,
nr. 2244, ff. 1-8.
la segnatura: AA. Arm. I-XVIII,
69 Z. N.
9 cit., p. 326.
fH imaxonij....
Tsirpanlis,
70 G.
antico. . . , cit., p. 68.
Giomo, UArchivio
71 Nicolai
Comneni Papadopoli
Historia
cit., I, p. 40.
Gymnasii Patavini...,
72 Ibid.
73 Erano
Pontefice aveva ripreso, nel 1583-1584,
gli anni in cui, dopo tenaci resistenze, il Romano
a scrivere direttamente al Patriarca greco di Costantinopoli,
rivolgendosi a lui con il titolo di Arcivescovo
e con Pappellativo
di Costantinopoli
di Venerabilis frater o di Fraternitas Tua; e anche il
Nuova Roma
di far fuggire lo stesso patriarca Geremia II, esiliato
tempo in cui, nella Segreteria di Stato, si pensava
chiesa
della
l'unione
orientale
469
con roma
unito con la Chiesa di Roma benche appartenente alia Chiesa Orientale, in quanto
ordinato dal Patriarca di Costantinopoli, risiedeva nella sede di Chisamo, tanto da
poter pensare di affidare proprio a lui, o, quando se ne individuassero, a vescovi
orientali meno noti, ma con le stesse disposizioni in materia di unione delle Chiese,
la futura consacrazione degli alunni candidati al sacerdozio: ? Si alumni, quemad
modum speramus, in fidei catholicae veritate permanserint, quanquam a catholicis
ordinati non ita reiicientur, ut aliqui putant, saltern Cretae ac iis locis, quae Veneto
Ianuensium aliorumque christianorum Principum ditioni
rum, Regis Hispaniorum,
subduntur, et huius rei caussa cogitarunt Graecum in Oriente Chisamensem episco
pum habere, a quo reliqui aliarum omnium insularum Graeci ordines reciperent. Sem
per etiam catholici aliquot episcopi inter eos inveniuntur (etsi Graecis et Latinis pa
rum cogniti) et ab istis alumni poterunt, si voluerint, promoveri, neque impedimentum
ordinum recipiendorum, quod obiicitur, bono quod agimus obstabit. Iuris est enim
positivi,
in quo
Pontifex
dispensat,
neque
con
l'unione
ex
etiam
ista
ut Graeci
concessione,
scilicet
Romani
prevedeva
come
compatibile
anche
se le
parti
volentieri
intendevano
in modo ben diverso le condizioni enunciate nel dettato del decreto di unione del
sia la persistenza di una gerarchia episcopale bizantina, strutturata autono
1439 ?
mamente
secondo
il suo
costume
tradizionale
dipendente
dal
Patriarca
di
Costan
tinopoli, sia la continuata e legittima osservanza del culto e degli usi propri della
Chiesa Orientale da parte dei cristiani, che ne facevano parte. Accettando tale pre
supposto, abbastanza di frequente convalidato da atti pontifici dall'epoca di Eugenio
IV a quella di Gregorio XIII,
istitutore del Collegio Greco, lo Stato cattolico di Ve
nezia
regolamento
tale
regime,
accordandogli
uno
statuto
legale
permettendo
gra
dualmente nei suoi Dominii e nella stessa capitale la presenza e l'attivita della Chiesa
greca orientale, tanto per l'esercizio del culto quanto per la residenza abituale di
qualcuno
dei
suoi
vescovi.
tempestivita
e tutt'altro
che
infondato,
di un mutamento
impresso
da
Gregorio
XIII
agli orientamenti della Santa Sede nei confronti della Chiesa d'Oriente. Senza ancora
?
come
dai Turchi a Rodi e deposto dal suo sinodo, per condurlo a Roma, farlo magari cardinale, perche
? si emostrato assai osservante
scrivera il Cardinale Segretario di Stato Tolomeo Galli il 27 aprile 1584 ?
e stato ricercato di accettar et metter
de la Sede Apostolica,
in uso il nuovo
calendario ?, ed
quando
? per separare iMoschi et iRuteni da Fobedienza
eventualmente
trasferirlo in qualche terra di Russia,
del
nuovo Patriarca
con farli aderire al primo ch'e stato deposto ?, nella speranza che in
di Costantinopoli,
tutto PEst bizantino ? alia Chiesa Latina
sarebbe poi forse (stato) piu facile di ridurli all'unione
col buon
mezo di esso Patriarca ?: cfr. V. Peri, Due date ..., cit., pp. 46, 136-137, 240-242 e 251-253; quindi 63-73.
74 Bibl.
verso il 1590, Ve
cod. Vatic. Lat. 5527, f. 5rv. Dopo
la morte del Paleocapa
Apost. Vatic,
aveva attribuito per 15
nezia intese destinare
le rendite del vescovato
di Chisamo, che Gregorio XIII
anni (fino al 1592) al Collegio Greco, ad un lazzareto militare. Urbano VII non ebbe il tempo di decidere
il cambiamento, mentre Innocenzo IX nel 1591 simostrd contrario a concederlo; pensava
anzi, forse con
un certo irrealismo, ad una totale latinizzazione
della Chiesa greca nel Regno di Candia. Lo sappiamo dal
card. Santoro: cfr. G. Cugnoni, Autobiografia di monsignor G. Antonio Santori, cardinale di Santa Severina,
? Archivio della R. Societa Romana
anco officio
di Storia Patria?,
XIII
(1980), pp. 195 e 201: ?Feci
per il Collegio Greco, per li frutti della Chiesa di Chisamo, per la prorogatione per altri cinque anni; mi
alle dimande
fatta, come ne anco haverria condisceso
rispose che non voleva prorogare Papplicatione
de' Venetiani per Phospedale
che designavano, ma si bene che voleva tentare di ridurre ilRegno di Candia
al rito latino e di quei frutti farne tanti benefici ecclesiastici per i preti greci; ma io gli risposi che v'era
e che hoggidi li Venetiani
ne dispongono ?.
di bona memoria
quelli fatti dal cardinale Bessarione
470
V. PERI
deporre del tutto il progetto di raggiungere per via autoritativa l'unita dei cristiani,
estendendo militarmente i confini politici della cristianita occidentale fino ad incor
mano ai Turchi, la Santa Sede passava al
porarvi i territori gia bizantini passati in
l'iniziale tentativo di ristabilire un contatto diretto, culturale ed ecclesiastico, con
la Chiesa bizantina nel suo insieme, sfruttandone la funzione di guida morale dei cri
stiani greci e rinsofferenza invincibile per la dominazione ottomana.
La fondazione del Collegio Greco, le imprese editoriali sovvenzionate per la pro
paganda del concilio di Firenze, le trattative per l'introduzione in Oriente del nuovo
calendario, avviate col Patriarca di Costantinopoli Geremia II, ne erano i sintomi piu
manifesti,
me
sempre,
sotto
tenuti
era
quello
attento
controllo
il mutamento
che
dalla
romano
diplomazia
portasse
veneziana.
con
se
II
co
timore,
ed
instability
inquie
tudine sociale nei Dominii, in cui vivevano sudditi greci. II governo della Serenissima
rispose applicando con sempre maggior convinzione il regime di convivenza eccle
siale tra le due Chiese, autorizzato in via di principio dal concilio di Firenze. Era un
modo di opporsi a quello nuovo e diverso che si stava elaborando a Roma, sotto la
spinta inarrestabile e centralizzatrice del concilio di Trento. Ancora una volta, delle
due potenze, la Repubblica di Venezia si rivelava quella piu conservatrice in campo
religioso, o, per meglio dire, in materia di politica religiosa.
I tempi comunque cambiavano, abbastanza
rapidamente. II modo stesso di
due
dei
del
loro
nella
relazione a Sisto V, pud assumer
Visitatori
esprimersi
Collegio,
si come sintomo, del tutto involontario, di questo mutamento di mentalita e di cli
ma. Nel riferirsi ai vescovi, cui affidare le future ordinazioni, da farsi, per gli ordinandi
del Collegio, secondo l'uso, il rito ed il costume della Chiesa Orientale, i due presuli
postridentini ricorrono ad una scelta di vocaboli in se classici, ma destinati ad as
sumere
in nuovo
significato
contrapposto
ed
alternativo
tecnico
ed
univoco
e ?schismatici?.
Nel
terminologia ecclesiologica postridentina: ?catholici?
rapporto canonico, le due parole sono assunte come aggettivi di valore assoluto, per
nella
indicare
rispettivamente
i vescovi
della
Chiesa
latina
oggi
sembra
naturale,
? ortodossi?
75. E
facile
quelli
della
Chiesa
Orientale,
come
gia
la
coerenza
75 Si
tri
pu6 dire che tutti gli autori, specialmente
greci, che se ne sono sin qui occupati, appaiono
e di una problematica
di un vocabolario
affermatisi nell'ecclesiologia
butari, magari
involontariamente,
e di quella Orientale
e comunque successiva alle realta e alle
in epoca moderna,
della Chiesa Occidentale
tra i concili di Firenze e di Trento. Ora esplicitata ora sot
vicende storiche dei cristiani greci in Occidente
se Perano posta gia ilVeludo e il Cecchetti nel XIX
tintesa, una questione soggiace airargomento:
secolo,
allorche studiarono iGreci di Venezia, descrivendoli collessico e le categorie confessionali comuni ne?laloro
ma
non certo nei secoli da loro studiati. ?II primo quesito che si presenta nello studiare
epoca culturale,
e se furono mai ortodossi, o se per tali li
la ingente moltitudine
di documenti intorno i Greci di Venezia,
La Repubblica
ritenne la Repubblica?
di Venezia...,
cit., p. 457): dove, per Pautore,
(B. Cecchetti,
? ortodossi?
e specificazione confessionale,
e suona alternativa ed incompa
che equivale a ? scismatici?
tible con quella di ? cattolici?,
creandogli notevoli imbarazzi e difficolta per una coerente comprensione
ed interpretazione delle fonti, cui Popposizione
di questi termini h ignota nel designare la Chiesa Occiden
tale e la Chiesa Orientale, sia unite che disunite. Alia medesima
si b fatto spesso ricorso,
contrapposizione
se gli Albanesi
da autori delle due provenienze, nell'affrontare l'analoga ed inveterata questione
emigrati
e stanziati in Italia tra il XV e ilXVI
alia Chiesa Orien
secolo, nel mantenere Poriginaria
appartenenza
tale (cio che nessuno nega) fossero cattolici oppure ortodossi; cfr. S. L. Varnalidis,
Le implicazioni ...,
alcuni vecchi scrittori hanno cercato di dimostrare che, contrariamente ai Greci,
cit., p. 363, n. 4: ?Invano
Anche altri scrittori propongono
la stessa inesattezza
gli Albanesi
emigrati in Italia erano cattolici...
storica. I documenti che fino ad oggi si conservano dimostrano che indubbiamente,
sia Greci che Albanesi,
per
emigrati in Italia dopo la caduta della loro patria nelle mani dei Turchi, erano per la maggioranza,
non dire tutti, ortodossi?.
e
o
con
II risultato di tale impostazione del problema
quello di far apparire inmolti casi inesplicabile
e gli uffici della
traddittorio il modo di esprimersi delle fonti, e disinformati o ingenui il Senato Veneto
L*UNIONE DELIA
471
CON ROMA
CHIESA ORIENTALE
renze,
Parlare
particolare
di cattolici
tra
le due
e di
gerarchie
scismatici,
nel
considerate
episcopali
in un
anche
loro
ancora
contesto
insieme.
a
disposto
rico
vano
la
modo
diverso
Tale
sostanza
era
da
espressa,
dovevano
Roma,
la
in attesa
d'essere
e d'Oriente
approfondita,
stata
raggiun
era
in forma
quindi
e
percio
d'Occidente
concezione
magari
ritenersi
che
limitandosi
anch'essi
la Repubblica
ad
in
Faccordo
interpretare
non
scismatici.
cattolici,
veneta
aveva
finito per adot
tare come criterio ispiratore della propria politica religiosa verso i sudditi apparte
nenti
alia
Chiesa
Orientale.
Le
autorita
veneziane,
come
del
resto
i Pontefici
Romani,
na
quanto
tanto
in considerazione
Finterpretazione
che
ne
Finterpretazione
aveva
dato
la
che
ne
gerarchia
dava
la Corte
episcopale
Roma
bizantina
al
vorevoli
a mantenere
in vita
Funione.
Queste
due
interpretazioni
dello
stesso
decreto
conciliare, fin dai giorni della firma, restavano tra loro divergenti 76.
? cattolico ? ed ? ortodosso ?
Ivi le qualificazioni
nelPatto di redigere i propri documenti.
tra loro o contrastanti con
infatti due obbedienze
ecclesiali e dogmatiche
incompatibili
unita nella fede e nella comunione, dopo
ad una sola Chiesa considerata tradizionalmente
Pappartenenza
la composizione dello scisma decretata dal concilio di Firenze. Lo stesso concilio di Trento, nel cap. 12
e delPinsegna
che tutti i responsabili del governo ecclesiastico
della sessione VIII
prescriveva
(o XXIV)
. orthodoxae
suae fidei publicam
et in Romanae
?teneantur..
facere professionem,
mento
Ecclesiae
?
se permansuros
obedientia
ed.,
spondeant ac iurent
(cfr. Cone. Trident. IX, Actor, pars VI, Ehses
1924, p. 983) e la stessa orthodoxae fidei professio imponeva la Bolla Iniunctum nobis
Friburgi Brisgoviae
1564 (cfr. Bullarium
di Pio IV, del 13 novembre
diplomatum ac privilegiorum Sanctorum Romanorum
una
Taurinorum
1862, pp. 326-329), mentre
editio, VII, Augustae
Pontificum, Taurinensi
ojuoXoyla
era pretesa dai cristiani orientali per ordine
vjzo rebv rgaixcbv
rfjg ogftodo^ov marecog
noirj'd'r/OojLiEvr)
di Gregorio XIII,
secondo la formula stampata a Roma nel 1582. Le espressioni fides catholica e fides
sono cioe usate ancora come sinonimiche, cosi come
ecclesiastico,
orthodoxa, secondo Pantico vocabolario
la Chiesa Orientale non ha smesso mai di ritenersi e di definirsi, secondo il simbolo niceno-costantinopolitano,
Curia Romana
non designano
xad'oXtxr].
non cessd di fare riferimento ad una
Sul piano delle relazioni interecclesiali, finche" la Chiesa Romana
e patriarcale,
invece
intorno alia sua gerarchia episcopale
Chiesa Orientale,
per rivolgersi
organizzata
ai singoli fedeli e comunita autorizzati a seguire il culto e il rito liturgico bizantino, ammesso all'interno
della Chiesa Occidentale
ed esercitato secondo uno statuto approvato dalla Santa Sede, i documenti pon
tifici potevano riconoscere e definire ? ortodossi e cattolici? quei metropoliti e fedeli, i quali, nelPammettere
a fare parte a tutti gli effetti della Chiesa Orientale
e a dipendere
continuavano
Punione fiorentina,
Nella mentalita
occidentale
ecumenico di Costantinopoli.
dal Patriarca
canonicamente
prefiorentina,
come in quella postridentina,
in quanto tali persone dovrebbero ritenersi
cio appare invece inconcepibile,
o ? uniti?, e cioe cattolici secondo le piu recenti norme pontificie, o ? scismatici?
in quanto legati alia
e al magistero
vescovi e patriarchi, divisi dalla Sede Romana. Ma tra il 1439
di ?pretesi?
giurisdizione
a Roma di un vescovo greco ordinante per i cristiani uniti
e il 1564 (o, se si vuole, il 1596, conl'istituzione
attenendosi ai documenti e agli awenimenti
di rito bizantino),
storici, e vano ed improprio lo sforzo di
e
entro
la
col
la
lettura
un'incompatibilita
rigida di dogma e di disci
costringerli
piegarne
comprensione
e definendo.
e la mentalita
dei secoli successivi verranno awertendo
plina, che solo Pecclesiologia
76 Delia
greca si considerano qui naturalmente
quei membri, che saranno detti
gerarchia episcopale
472
V. PERI
in materia
bizantina
Chiesa
ed
fermentato
pane
l'eucarestia
consacrata
compresa
con la celebrazione
le due
specie;
sacramentaria,
sotto
ai fedeli
amministrata
congiunta dei tre sacramenti dell'iniziazione cristiana agli infanti; con la recita nella
Liturgia del simbolo senza l'aggiunta Occident ale del Filioque; con la continuazione
delle ordinazioni di un clero uxorato e di una prassi matrimoniale, la quale, tra Fal
tro, contemplava per tradizione antichissima il caso di scioglimento del vincolo per
della
adulterio
donna.
abbondante
tesa
ad
fessionale,
erano
concordi
nel
imputarsi
dichiarare
alia
materia
privilegiata
loro
la
reciprocamente
tra
in atto
e cavillosa
accanita
dello
responsabilita
polemica
che
scisma,
con
esse
loro.
La differenza tra la maggioranza dei Padri conciliari latini e quelli greci favore
voli all'unione di Firenze consisteva eventualmente, fino dagli inizi, nel fatto che in
i primi
genere
con Funita
della
per
opportunity
consideravano
comunione
contingente
?
degli usi della Chiesa greca
mediante Fassimilazione
tutiores,
volevano
allora
riconosciute
differenze,
queste
come una
situazione
ecclesiale,
transitoria,
ed ? economica
?, fino al suo progressivo
securiores,
praestantiores,
vedere
nella
loro
meliores
ammissione,
della
fatta
Chiesa
per
compatibili
e da tollerare
riassorbimento
?
liturgici e canonici
in forma
in quelli
mentre
Romana;
ed
esplicita
i secondi
da
implicita
Eu
s'era venuta
quale
che in entrambe
starono
delineando
le Chiese,
favorevoli
alia
piena
nel
corso
sempre
della
restando
unione,
storia.
rispettiva
in netta minoranza
si mantennero
vive
Fra
sia Funa
e i
prelati
furono
morale,
che
Faltra
teologi,
e re
lettura
del concilio, con le interpretazioni differenziate, e perfino divergenti, del testo proto
collare sottoscritto a Firenze, cui entrambe le tesi, per apparire sostenibili, erano
tenute a riferirsi.Pud indicarsi come un dato fortuito ma sintomatico che in un'epoca
relativamente
ricca
di
fonti
manoscritte
presto
stampate
siano
bastati
pochi
de
alPaccordo
della
l'unione
chiesa
orientale
473
con roma
pubblica professione della sola retta fede, i governanti veneti si attennero, nella prassi,
al tenore espHcito della Bolla d'unione fiorentina, evitando con la maggior cura pos
sible di sbilanciarsi verso le diverse interpretazioni teologiche e canoniche, di cui
essa
si rivelava
e che
passibile
le parti,
allorche
come
indicavano
l'accettavano,
piu
fedeU allo spirito del eoncibo, sia che tali interpretazioni esprimessero ulteriori pre
tese della Santa Sede, sia che patriarchi e metropoliti bizantini, anche cpiXsvomxot,
rivendicassero secondo la tradizione Pautonomia giurisdizionale per la Chiesa Orientale.
Delia consapevole posizione veneziana si fa qualificato portavoce il servita Pao
lo Sarpi, che per incarico del Senato si studio di ? ridur insieme et ordinare tutta la
contra Feresia?
ed inoltro al Doge,
materia spettante alTUffizio dell'Inquisitione
in data 18 novembre 1613, uno scritto, destinato a grande notorieta, Sopra Pufficio
deWInquisitione 78.Nel capitolo XXV, vi si affrontava la diversa competenza e pre
tesa dell'Inquisizione
universale romana postridentina rispetto a quella tuttavia
ormai lontana, della
operante legalmente nello Stato veneto dal 1289. DalPepoca,
sua
a Venezia
introduzione
fino
al
suo
statuto
di
esercizio
ridefinito
per
concordato
con Papa Giulio III, grazie alle trattative condotte dal nunzio L. Beccadelli nel 1551,
detta istituzione e la sua attivita suscitarono piu volte problemi e discussioni diplo
matiche tra la S. Sede e i Veneziani. Alia loro base e da vedersi la costante decisione
della Repubblica nell'esigere che in ogni formazione di processo per eresia, come nei
suoi esiti, avessero diritto di assistenza e di intervento tre incaricati civili, detti Sa
vii
all'Eresia
79.
la nazione
tutta
dissente
dalla
Corte
Romana.
In
Serenissimo
questo
Dominio,
avendo riguardo alia protezione che il Principe ha della nazione greca, Finquisitori
non estendono le loro pretensioni tanto oltre; solo dicono che alii Greci si possono tol
lerare quelle tre opinioni, nelle quaU dissentono dalli Occidentali; ma se alcuno di
loro tenesse sinistra opinione in quei capi dove la nazione loro conviene con noi, que
sto debbe esser soggetto all'Inquisizione. La qual cosa b superflua e non meno oppo
sita
flua,
coli
alia
del
protezione
al
presente
perche
communi,
il caso
Principe
tra Greci
non
puo
che
se fossero
non
vi
occorrere;
cose
nelle
giudicati
eresia
di sorte
essendo
contraria
alia
differenti:
alcuna
intorno
il loro
perche
protezione,
super
li arti
rito
gH obliga a non riconoscere in cosa alcuna per superiore altri che li preti loro propri.
La
della
se sia
cosa,
qual
Chiesa
universale
o no,
giusto mantenerla
e per
le consuetudini
si puo
benissimo
sempre
osservate
decidere
80. Segue
per
li canoni
81 una
sin
tetica descrizione del regime di comunione in atto tra le due Chiese nei primi nove
78 P. Sarpi,
a cura di G. Gambarin
216. Opere di
Scritti giurisdizionalistici,
(= Scrittori d'ltalia,
1958, p. 119.
Sarpi, 8), Bari
79 Cfr. S. Romanin,
Storia documentata di Venezia, VI, 4 t. II, Venezia
1854, p. 254; R. Cessi, Storia
Venezia e VInquisizione
della Repubblica di Venezia, vol. II, Milano-Messina
1946, pp. 108-109; P. Paschini,
un vescovo
Romana da Giulio III a Pio IV (= Italia sacra, 1), Padova
1959; G. Cozzi, Domenico Bollani:
storica Italiana ?, LXXXIX
veneziano tra Stato e Chiesa, ? Rivista
(1977), pp. 8-15. Sul concreto funziona
a Venezia
la descrizione che ne fornisce il nunzio
mento dell'Inquisizione
appare lucida e circostanziata
Chiesa e Stato nelle relazioni dei Nunzi
A. Bolognetti nella sua relazione finale del 1581; cfr. A. Stella,
a Venezia. Ricerche sul giurisdizionalismo
al XVIII
secolo (= Studi e Testi,
veneziano dal XVI
pontifici
1964, pp. 277-294.
239), Citta del Vaticano
80 P.
. . ., cit., p. 176.
Sarpi,
Sopra VOfficio delVInquisitione
81 Ibid.,
pp. 176-177.
P.
474
V. PERI
secoli, ? nei quali tempi il Pontefice Romano era riverito ed osservato non meno da'
Greci che da' Latini, era riconosciuto per successore di Pietro e primo fra tutti li ve
scovi Orientali cattolici?, nel rigoroso rispetto delle autonomie e delle prerogative
ecclesiastiche e canoniche particolari, esercitate secondo i canoni dei concili e con il
del
sostegno
professato
L'interpretazione
di
82.
cristiano
statale
potere
storica
stato
tale
cose
di
a vero
appare,
dire,
sem
pinttosto
esser
non
di
pretensione
alii
soggetta
ma
canoni,
che
arbitrio
per
mutare
potesse
non
da
regolato
alcuna
legge
o canone,
la divisione
nacque.
da
quantunque
sette
cento anni in qua piu volte sia stata tentata la riunione e la pace, non si e potuta
effettuar mai, perche s'ha atteso alle dispute e non a levare quell'abuso, che fu la
vera
d'introdur
occasione
e ch'e
disunione,
la vera
causa
di mantenerla
ancora
83.
? Doppo la divisione delle Chiese, nella Orientale resto la medesima opinione ancora,
e dura fino al presente, cioe che ogni cristiano quanto alle cose spirituali solamente b
ma
all'ecclesiastico,
soggetto
nelle
al
temporali
. . .E
principe
continua
ancora
ap
presso li Greci la dottrina che li vescovi debbino giudicare qual opinione sia cattolica
e qual eretica, ma il castigar quelli che professano le opinioni dannate sia del
?
secolare
84.
in maniera
indiretta,
scopre
la
radice
della
tensione
Chiesa
zione
preconizzata
e le istruzioni
dai
tridentini
decreti
e del
che
dissenso,
e ai suoi Dominii
ovunque
avviata
provocava
la riforma della
secondo
romane.
l'interpreta
Per Venezia quindi, almeno per i due secoli seguiti al concilio di Firenze, vigeva
il presupposto che l'unione raggiunta allora tra la Chiesa d'Occidente e la Chiesa
d'Oriente
persisteva
come
realta
acquisita
la
stabilizzata
le
ancorche
valida,
differenti
interpretazioni
date
dalle
configuravano
un
processo
dinamico
di
re
realismo
anacronisticamente
di
per
simile
un
convinzione,
precursore
di
senza
piu.
per
recenti
questo
teorie
poter
essere
ecumeniche,
scambiato
il Rettore
veneto di Creta Luca Michel, quando in una relazione del 1574 scrive: ? I nobili cre
tesi e veneti vivono secondo il rito romano, e i cittadini e la plebe secondo il rito greco:
che tanto vuol dire, appresso a persone di giuditio et libertate, quanto una cosa e
82 Ibid.,
p. 176: ?In quei tempi mai
degli altri vescovi, ne la Corte allora aveva
83
Ibid., pp. 176-177.
84
Ibid., p. 177.
L'UNIONE
DELIA
CHIESA ORIENTALE
475
CON ROMA
un rito stesso, essendo tutti cristiani e tutti vivendo unitamente sotto la fede e ves
sillo di Gesu Cristo Nostro Signore ? 85.
La cosiddetta liberalita religiosa, motivata con l'interesse politico, che si suole
attribuire al governo di Venezia nel suo atteggiamento verso i cristiani greci della
Chiesa bizantina, nasce da un consapevole assunto: il rispetto dell'accordo, raggiunto
nel concilio ecumenico di Firenze, come patto stabilmente vincolante per le due Chie
se
Cio
segnatarie.
comportava
una
ferma
opposizione,
sia
di
fronte
alia
denuncia,
affermatesi
nell'assise
conciliare
piu
recente.
II Doge Niccold Da Ponte lo illustrava con lucidita il 20 agosto 1578 alle supre
me cariche dello Stato nell'isola di Creta: il duca Ermolao Tiepolo, il
capitano Natale
Dona e il Provveditore Luca Michiel: ? Voi dovete sapere la diligenza, che in ogni
tempo avemo usato, perche in quel Regno, e negli altri luoghi nostri dove si attro
vano Greci, gH sia osservato il rito loro, acciocche senza alcun impedimento possino
continuare
in
quello,
che
hanno
fatto
per
tanto
spatio
d'anno,
percio,
quando
occorso, ne abbiamo fatto far officio et a Roma con li Sommi Pontefici et al sacro
Concilio di Trento, quando si b trattato di questo, giudicando noi ch'alla conserva
zione delli predetti luoghi nostri sia necessario di conservar a Greci i riti loro 86 come
anche il procurare che quelli, che seguono il rito latino si conservino in esso; et ar
476
V. PERI
residenze,
fine
di
conservar
et accrescer
che mettino
noi
avendo
questo
inteso
che
come
d'importanza,
sono
in queste
materie
non
sii stato
permesso
il rito
non
ma
latino,
gia
per
novamente
e che
che
alcun
alcune
alterationi
si faccia
diacono
prete,
se non sottoscrive di sottoponersi al rito della Chiesa Romana, che non sia permesso
che si predichi in alcuna chiesa greca senza licenza di quell'Arcivescovo, et che pre
dicando debbano prender il tema di quello che ha da dire da esso Arcivescovo, et di
piu sii stato fatto sottoscriver daUi preti greci una scrittura, senza che sappino la
continenzia di essa, anzi risposto, quando hanno addimandato di saper quello che
essa contiene, che h fatta per approbar le operationi del signor Ursino, e perche du
bitano
che
contener
possi
come
altro,
che
sarebbe
si
siano
obbHgati
ovvero
appro
cosa
altra
Tre Papi ?
pensarono
88.
Gregorio XIII
e tentarono
di
un
loro Visitatore
apostolico
nel 1597
i cristiani
per
del
l'isola di Creta. Lo fecero ogni volta invano, perche cio che negli anni 1580-1581 era
stato possibile con l'analoga missione del vescovo di Nona Pietro Cedobni a Costan
tinopoH e nell'Impero Ottomano89, non fu possibile in questo possedimento dello
Stato
cattofico
di Venezia.
le autorita
Regolarmente
con
si opposero
veneziane
de
al
cisione
progetto.
Sembra
ormai
generico
e,
ben
considerare,
e benevolo
improprio
alquanto
far risalire tale resistenza ad una politica ? filo-ortodossa ? seguita dalla Repubblica
di Venezia.
Per
evitare
una
rispondente,
terminologia
piuttosto
che
quest'epoca,
agH sviluppi storici e dogmatici successivi della piu moderna autocoscienza confes
sionale rispettiva, acquisita ed espressa sia dalla Chiesa Occidentale che da quella
Orientale 90,basta leggere il testo delle istruzioni date nelle tre citate occasioni dal
Senato
veneto
der azioni,
che
al
Ambasciatore
proprio
veniva
incaricato
questi
alia
di
Corte
svolgere
Romana
davanti
ed
il tenore
ai Pontefici,
delle
per
consi
farli
de
87 E Lorenzo Vitturi,
di Creta dal 1576, tentava di introdurre nella sua Chiesa le
che, Arcivescovo
norme della riforma tridentina, estendendole
anche ai fedeli greci a lui soggetti.
88 G.
Ricerche storiche ..., cit., pp. 134-135; solo Pinizio presso E. Tea, Saggio sulla storia
Fedalto,
cit., p. 1380.
religiosa ...,
89 Cfr. V.
Roma
Peri, v. Cedolini, Pietro, in Dizionario
1979,
Biografico degli Italiani, vol. XXIII,
pp. 311-312.
90 La
prima ha infatti sottolineato la nota di cattolicita, la seconda quella di ortodossia fino al punto
senza per questo abbandona
di assumerle come qualificativi ufficiali della propria identita e denominazione,
re la comune e tradizionale opinione, che per la Chiesa Cattolica equivale alia certezza di restare ortodossa
nella dottrina e per la Chiesa Ortodossa
quella di rimanere cattolica nella propria costituzione.
91 Si
'And rfjv (piXooftodot-rj nohxixf]
pud farlo grazie a Z. N. Tsirpanlis,
arrjv
rfjg Beverlag
eig rov xad^r]
eyygacpa rcov ercdv 1581-1597r'mAeljLi(ov.
eXXrivixf] 'AvaroXf). 'Avexdora
JjQoocpoQa
N.
B.
XXXIX-XL
Bu^avTtvcov
S7rouS<ov?,
yrjrrjv
(1972-1973),
Tco/xaddxrj, ?'ETrerqpls
^TatpeCa?
pp. 295-311.
L UNIONE
DELLA
CHIESA ORIENTALE
477
CON ROMA
Concorde
potesta
del
Papa,
ancorche
anche
canonicamente
la
dove
esse
diversificata
non
apparissero
dipendenza
ancora
bene
dalla
comprese
suprema
ed ac
conseguente
ed
inevitabile
nel
caso
di uno
stato
di
scisma
sussistente
in modo
92 II 28
gennaio 1581, il Senato scriveva alPOratore veneto a Roma: ? Quando dal Visitatore Aposto
introdutta simile novita (sc. il fatto
lico fosse nelli preti latini, che sono in tutte quelle parti pochissimi,
di fare la visita! NdR), questi, non avezzi a cose di tale natura, ricorrendo alia vita piu libera, di nuovo
sotto la Chiesa Greca, et indarno Sua Santita, che tanto zelo procura di unire quanto piu.
ritornarebbono
sia possibile questi alia Chiesa nostra, spenderebbe tanto et metterebbe pensiero nei Collegio Greco da lei
et per lo sudetto fine istituito, alia quale ancora considerarete
che uno delli piu difficili
cosi piamente
i nostri Rettori in quelle parti e il pensiero che assiduamente
si prendono di mante
negocij, che habbiano
nere in unione li Greci colli Latini, i quali, vivendo per gratia del Signor Dio con il lor buon governo queta
Onde volemo tener per fermo che Sua
mente, con altra via nova et insolita certamente tumultuarebbono.
come per Pesperientia
di centenara d'anni
Santita, informata della natura di quei populi dimcilissimi,
habbiamo
conosciuto, in ammettere cose tali, si astenira, come instantamente ne la pregamo, dalla detta
Visita ?: Z. N. Tsirpanlis,
3Anb rrjv cpiXogd'odo^r) nohrtxrj...,
cit., p. 306.
93 I Greci sono descritti come ?
si ricorda che la ? ostinata volunta de' Greci
populi difficilissimi?,
in quanto ? genti per natura sospettose
molto pronti per propria natura alle solevationi et causar scandali?,
et zelantissime delPosservanza
cfr. Z. N. Tsirpanlis,
del loro rito greco?:
'Anb rrjv cpiXoQ'd'odotjr]
... cit., pp. 306, 309. D'altro
canto Venezia,
dello Sta
?per rispetti ancora importantissimi
noXvuxr)
to ... et della Repubblica
cristiana ?, sosteneva di costituire in quelle terre un baluardo per tutto POc
in quelle parti a tutta la Cristianita ?, si tratta di ? citta . . . ,
cidente cristiano: ? servimo di propugnacolo
che quasi antemurale della Cristianita confinano con Turchi, come h Pisola di Corfu ?, tanto che le ragioni
? concernono Pinteresse di Stato et di reli
per conservare anche in campo pastorale un regime d'eccezione
.. non militano
in altri luochi che (in questi de9 Veneziani).
esposti nelle fauci de potentissimi
gione, et.
communi nemici?:
donde Pespresso
incarico, dato alPAmbasciatore
presso la Corte di Roma il 25 gennaio,
la Santita Sua come ... desideriamo, per servitio della
et per
1597: ? Procurarete di persuadere
[religione
a dire che,
quiete di esso Regno tanto importante alia Cristianita. Et per instruttione vostra vi habbiamo
in Candia, intesi li giusti rispetti
havendo voluto anco la santa memoria di Sisto Quinto mandar Visitatore
se ne rimosse et abbandono
questo pensiero ?: cfr. Z. M. Tsir
sopraditti che le facessimo rappresentare,
'Anb ty]V cpdogftodogr) noXvtixr\...,
panlis,
cit., pp. 306, 307-308, 308-309, 310.
94 Gia la riforma del calendario
come un possibile
nei 1582, prevista dai Veneziani
ecclesiastico,
motivo di turbamento fin dall'inizio,
dopo gli incidenti di Corfu del 1588 era guardata come un rischio
tra le due Chiese, che invece si continuava a
infranta quelPunione
capace di far risultare pubblicamente
la santa memoria di Papa Gregorio delibero di fare la regolation del
sussistente: ? Quando
presupporre
che havrebbe potuto causare nelle isole et fortezze
fin alPhora Pinconvenienti
Panno, noi, prevedendo
nostre di Levante, dove sono habitatori del rito greco et latino, questa importante diversity, scrivessimo
il farsi in cio novita alcuna ... Con tutto cio,
in particolare alii Rettori di Corfu che non permettessero
Arcivescovi
introdotta la sudetta correttione, e passato tant'oltre
havendo per inanzi quei Reverendissimi
all'honor medesimo
della Religione
che hormai seguono effetti pregiudicialissimi
questo inconveniente
catholica et al servicio delle cose nostre, come siamo stati avisati piu. volte da quei Rettori et ultimamente
a questo fine dalla fidelissima Communita di Corfu, per sup
mandato
dalla viva voce di un Ambassatore
plicarne qualche opportuno rimedio non solo alii disordini che succedono hoggidi, ma a quelli altri ancora,
et che evidentemente
che alia giornata potriano seguire di maggior conseguenza,
soprastano per le risse,
per li odii et per la mala intelligentia che passa per questa causa tra Vuna et Valtra natione, parendole non
478
V. PERI
In tale quadro era stimato dai Veneziani naturale, anzi ovvio, che i sacerdoti
greci dei loro Dominii restassero gerarchicamente legati secondo la tradizione alia
sacra potesta del loro Patriarca di Costantinopoli e a
sua
quella dei metropoliti della
obbedienza canonica, anche se ragioni di opportunity politica li inducevano a non
che,
permettere
in concreto,
tale
alia
appartenenza
varcasse
bizantina
Chiesa
so
la
che essa
prende
un velato
sapore
con Sua
lervene
di
ritenuta
non
Santita,
pure
impressionarlo,
che
Senato
col
cosa
della
la novita
per
di
capace
dicemo
particolarmente
? Volemo
et vi
ricatto.
con molta
a noi
con
perfino
. . . debiate
do
nostra
nosissimi,
necessariamente
abhorire,
ammettendosi
percioche,
visitare
i Greci
dall'altro
cosa
canto;
invero
di
tanto
questa,
scandalo
quanto
esser
pud
con
alunno
Greco
Collegio
da
ordinato
Roma,
con
esprimono
immediata
evidenza
tale situazione: ? Niun greco sarebbe andato a prender gli ordini da Vescovo
consacrato
fosse
di
giuramento
di
commandamento
obbedienza
secondo
et,
del
Patriarca
l'uso,
egli
cessione
La
sostennero
appresso
loro
ancora
et
che
non
non
che non
avesse
gli
prestato
il mede
Pastore,
facesse,
97.
che
ed effettiva,
volte
ricordata
?, tante
protezione
senza
meta
la seconda
del XVI
esitazioni
per tutta
le autorita
veneziane
di
secolo
fronte
alia
Santa Sede e a molti vescovi occidentali, corrispondeva bensi alia difesa dei diritti
tradizionali della Chiesa greca, pero di una Chiesa greca che la Serenissima delibe
ratamente
latina
considerava
in genere
come
e Romana
unita
in
o almeno
particolare,
tenuta
ad
in ottemperanza
essere
alia
unita
alia
celebrazione
Chiesa
awe
L'UNIONE
CHIESA ORIENTALE
DELIA
479
CON ROMA
unita
da
diverso
ecclesiale,
? fiorentino
quello
?,
aveva
forma
preso
gia
in tutta la Chiesa
d'Occidente.
LA
Come
non
generalizzazione,
qualsiasi
? NORMALIZZAZIONE
una
attendersi
puo
verifica
TRIDENTINA
senza
storica
eccezioni neppure il proverbio, a Roma assai popolare, secondo cui cio che un Papa
bolla, un altro Papa ? sbolla ?. Paolo III e Pio IV, per restare all'argomento e all'epo
ca qui affrontati, offrono infatti Pesempio di due documenti sovrani, intesi ad abro
gare in misura radicale la precedente legislazione papale in materia di Greci, senza
per
attendere
questo
1'intervento
di un
successore:
che in antecedenza
le norme
e rese
cassate
irrite
erano
emanato
proposito.
II 6 marzo 1542, dopo una vicenda che opponeva buona parte della comunita
ellenica di Venezia al suo cappellano, Paolo III decideva di ritirare a tali Greci Pesen
zione, di cui godevano, dalla giurisdizione del patriarca latino di Venezia, concessa
loro da Leone X e da Clemente VII nella convinzione (putans) che essi aderissero ai
deliberati del concilio di Firenze: ? cum praefati Graeci sua exemptione se reddiderint
indignos,
omnem
eis ac dictae
exemptionem
eorum
ecclesiae
concessam
qualitercumque
eis abdicantes
sieme
che
all'assicurazione
essi
non
consideravano
?iuxta
catholicos
ritus
Orientalis
eretici
scismatici
ne
i Latini
ne
Ecclesiae
rite
et
recte
viventes
?,
restitui
98 V.
e V?incredibile
destrezza?.
Peri, V?incredibile
risguardov
99 G. S.
Al BovXXai
rcbv Ilancbv...,
Plumidis,
cit., p. 249.
100F.
Ecclesiae
Corner,
Venetae, cit., XII,
pp. 376-379.
. ., cit., pp.
603-604.
480
V. PERI
Breve ? Romanus Pontifex ?, del 16 febbraio 1564 101.Ne usciva rovesciato l'orienta
mento sino allora tenuto dalla Santa Sede nei confronti della gerarchia episcopale e
delle comunita della Chiesa Orientale viventi ed operanti ecclesiasticamente in Ita
ba. II contenuto della nuova disposizione appare chiaro e verra rincalzato e preci
sato con le nuove misure restrittive disposte dalla Bolla ? Providentia Romani Pon
tificis ? di Pio V del 20 agosto 1566 102.Subessent Ordinariis locorum: fu cioe abolita
Pesenzione dalla giurisdizione e superiority degli Ordinarii episcopab latini sino al
lora
accordata
alle
e alle
persone
comunita
alia
appartenenti
e vi
bizantina
Chiesa
statum
ea
nonnumquam
circumspecta
decessores
certis
quae
prout
et
suadet
aequitas
suadentibus
rationabibbus
in Domino
causis
per
eius
prae
?104.
expedire
Nell'atto
sizioni
antecedenti.
Agli
stessi
con
criteri,
un'esplicita
delle
accentuazione
preoccu
pazioni pastorali e con piu avvertita coscienza del mutare nel tempo della sensibihta
rebgiosa, si riferiva gia Pio IV, per introdurre la sua nuova direttiva concernente i
vescovi e i cristiani della Chiesa Orientale: ? Romanus Pontifex, praecipuus aequi
tatis
bus,
et
rebgionis
tempore
animadvertit,
situazione
riodo
assertor,
et
facultates
animarum
procedente,
sui pastoralis
pro
si
storica
giudicava,
gratias
pericula
officii debito,
dopo
Trento,
ab
et
Sede
Apostolica
inter catholicos
mature
profondamente
concessas,
ex
qui
scandala
revocare
provenire
La
consuevit?105.
mutata
rispetto
al
pe
precedente.
della
l'unione
chiesa
orientale
481
con roma
clericorum
di Larino,
Vescovo
decenni
due
suffraganeo delTarcidiocesi
?106.
reperitur
situazione,
era
che
Una
intanto
diventata
grex
quasi
notoria:
horum
?107.
maximus
inhabitat
del
relazione
spedita a Roma
di Benevento,
et Albanensium
Graecorum
una
conferma
tardi,
piu
multitudo
laicorum,
quam
valenza
merid'onali,
a 40.000
ammontare
potevano
circa;
ma
si
ricerche
auspicabili
caratteristica
interesse
di maggiore
e rilievo
storico,
alia
popolazione
piuttosto
tendenza
fosse
ginario,
albanese
latina
contadina
le
presentano
colo
loro mancata
urbana
(Venezia,
conservare,
circostante,
che
consiste nella
Se
greco.
con
biHnguismo
l'acquisito
cio puo
in talune
situazioni
ori
109, il carattere
essere
stato
favorito
e le cui
cipal!
comuni
sacre
usanze
manifestazioni
della
vita
li accomunavano
ed
espresso
dal
popolo
e per
Piu
sociale.
Fazione
ancora,
tanto
nel
un
simile
culto
quanto
attaccamento
nelle
pote
prin
re
governo
e di
coordinamento
sviluppata
tra
loro senza interruzione, anche a prezzo di gravi difficolta e sacrifici, da una gerarchia
episcopale
orientale.
106
Ibid., 271.
107v. Peri, Chiesa Romana
e ? rito ? greco ...,
cit., p. 244.
108 In diversi contributi e
di fonti inedite, gia sopra citati, e in particolare: La Congre
pubblicazioni
e i suoi primi documenti; Chiesa latina e Chiesa greca nelVItalia postridentina;
gazione dei Greci (1573)
e ? rito ? greco; Documenti
e appunti sulla riforma postridentina dei monad
Chiesa Romana
basiliani,
? Aevum ?, LXI
(1977), pp. 411-478.
109G-li Albanesi
e Nicastro
sono cosi descritti nel 1565: ?In nonnullis
delle diocesi di Catanzaro
... habitarunt
et habitant populi Illyrici, Albanenses
nominati, intelligentes
pagis...
provinciae nostrae
et loquentes non modo linguam Illyricam sed et Calabram,
quam loquuntur reliqui omnes populi totius
.. Graece
Galabriae ?: ? Praesbyteri.
quidem legunt et linguam Illyricam loquuntur ? (V. Peri, Chiesa
Latina e Chiesa Greca ..., cit., pp. 432-433). Analoga
dove
situazione, nel 1571, si registra a Bisignano,
nel sinodo i preti albanesi risultano conoscere Pitaliano, mentre i fedeli appaiono
in qualche caso ? come
con interpreti?, e le costituzioni sinodali auspicavano
genti selvatiche, che e stato bisogno essaminarle
?ut doctrinam
christianam, qua nos utimur pro erudiendis pueris, aliquis eorum verteret in linguam
Albanensem
pro pueris ? (V. Peri, La Congregazione dei Greci...,
cit., pp. 225-229).
482
V. PERI
bizantina.
dominazione
indicato
? normanno-franco
in Levante.
sua
Una
caratteristica
con
saliente
ma,
italianizzato,
e da
loro
dipendente.
da
soprattutto,
Emanuele
consacrato
secoli
un
Cartofilaca,
dai
prete
vescovi
cretese
italiani
trasferitosi
del
tra
gb Albanesi di Bisignano, segnalava nel 1573 tale differenza nella promozione agU
ordini di tab sacerdoti rispetto a tutti gb altri della Chiesa Orientale in Italia: ? Li
sacerdoti greci di PugHa, cbiamati Scarzioti. . . , si ordinano dalli Vescovi latini d
detto loco ?m. Nel 1577 il fatto era confermato al cardinale Santoro da uno di loro,
Antonio
l'arcidiacono
Arcudi
della
Terra
di
in diocesi
Soleto,
esaminatore
perito
greco,
Prelato
quand'il
per
sorte
non
? Si
d'Otranto:
ordina
con assistente o
?112.
Rivello,
in
diocesi di Policastro, negU stessi anni, una delle due parroccbie del paese era la chiesa
di S. Maria del Poggio ? servita ab immemorabili tempore et sempre da preti greci,
quali sono nativi da que' paesi, nondimeno celebrano messe et dicono Fuffitio et altre
orationi
in
bngua
greca
secondo
Fuso
et
costume
della
Chiesa
Romana;
et
ligiosi s'mpre sono stati ordinati et hanno preso gli ordini sacri da Vescovi
havendo
commodita
di trovar
Vescovi
greci
? 113. Nella
supplica,
rinnovata
questi
re
latini, non
Gregorio
XIII,
per essere esclusi dalla disposizione di Pio V, la quale, nel vietare ogni commi
stione dei due riti, in modo implicito e paradossale veniva a proibire anche questo
abituale intervento degli Ordinari latini su un clero greco, e rischiava di aboUre per
fino un regime canonico che anticipava proprio quello imposto dal Breve di Pio IV
h? Cfr. D. Girgensohn,
in La Chiesa
greco alVepiscopato latino nelVItalia meridionale,
DaW'episcopate
-4
al XVI
in Italia dalVVIII
secolo, ? Atti del Convegno Storico Interecclesiale
(Bari, 30 aprile
?
sulla
Italia
Padova
situazione
immediatamente
25-43;
Sacra,
1973,
pp.
20),
precedente
maggio 1969)
(==
entre Rome etByzance a la veille de la conquete normande,
cfr. V. Laurent,
L'figlise de Vltalie meridionale
e notizie riferentisi al passaggio
5-24.
Documenti
delle singole diocesi di Calabria,
Sicilia e
ibid., pp.
ecclesiastica
possono reperirsi attraverso la raccolta e la biblio
Sardegna dalPuna all'altra giurisdizione
et insuale, D. Girgensohn
Calabria
ed., Turici 1975.
Pontificia:
grafia del decimo volume dell'Italia
Hi V.
La Congregazione
dei Greci...,
cit., p. 215.
Peri,
112 Ibid.,
p. 239.
113v.
latina e Chiesa greca...,
cit., p. 438.
Peri, Chiesa
Greca
della
l'unione
orientale
chiesa
con
483
roma
del 1564, tali preti si vedono costretti a supplicare di continuare per grazia a fare
cid che essi gia facevano prima che i due Pontefici postridentini avessero prescritto
come obbligatorio per tutti i Greci d'ltalia, ? cio e che possino prendere li ordini da
Vescovi latini. . . et possino dir messa, uffitio et altre orationi in lingua greca secondo
la maniera, la quale glie hanno dato ab antiquo gli detti Sommi Pontefici Romani
casa del car
(sc. antichi) ?114. Nella seduta della Congregazione dei Greci, tenutasi in
dinale Sirleto il 9 marzo 1574, si decise che questo residuo di regime canonico ? nor
manno-franco
?,
in Italia,
perpetuatosi
andava
rispettato,
im
le
precorreva
perche
minenti risoluzioni romane volte a sottoporre tutti i fedeli di rito greco agli Ordinari
itabani. Si era anche rilevato, quale argomento di peso in favore della decisione, il
fatto che era proprio questo il regime seguito da secoli per le ordinazioni dei monaci
tini
in
E
?ita
regioni:
ab
Italia,
come
notare
interessante
et nunc
hactenus
Latinis
episcopis
? 115.
Graecum
ritum
ad
licet
stesse
neUe
basiliani
Ordinariis
nella
concezione
che
itabanizzati,
conservavano
ab
antiquo
il greco
sunt
ordinati
membri
dei
Sancti
monachi
locorum
della
greca ma
nella
etsi La
Basilii,
et ordinantur,
Congregazione
liturgia,
non
appartenes
sero al rito greco, bensi al rito latino in lingua greca 116.La coscienza di differenziarsi
tutti
ecclesiasticamente da Schiavoni, Albanesi, Chimarroti e altri ?schismatici?,
?
alquanto difFerenti da l'Orientab ?,
immigrati di recente, e, in generate, di essere
per la presenza di molti elementi ?latinizzanti ? entrati per loro nel rito e nel costume,
restava d'altro canto viva presso i cristiani italogreci del Salentino 117. Proprio in
virtu di tale differenza tra le due categorie di fedeli praticanti in Italia, nel XVI se
?
differenza che si manifestava nel modo
colo, lo stesso rito della Chiesa Orientale
nella
diversa
evidente
piu
dipendenza giurisdizionale da vescovi latini e da vescovi
si pu6 spiegare che il vescovo Achille Brange di Bova, diocesi in cui il
bizantini ?,
rito greco godeva allora di una diffusione quasi generate, non abbia fatto alcun ac
cenno a questi suoi sudditi nel concilio provinciale di Reggio Calabria del 1565, che
pure si era preoccupato degli Albanesi della Chiesa Orientale della diocesi di Nica
stro
e di
Non
conservando
Catanzaro.
sono pertanto
come
le minoranze
i Basiliani
la
lingua
ellenofone di Puglia
liturgica
greca
in un
e di Calabria,
rito
esposto
da
che, pur
secoli
ad
influenze di latinizzazione, quelle che preoecupavano gb Ordinari latini, nelle cui dio
cesi si erano stabibti gli immigrati Albanesi e Greci. La scoperta di tali cristianita,
a piu titob diverse dagli altri soggetti diocesani itabani, divenne piu facile nel clima
e nell'epoca del concilio tridentino, allorche i primi vescovi latini riformatori torna
rono
a risiedere
prie diocesi,
verso
i loro
in maggior
spesso
vicari
periferiche
episcopali118,
numero
ed
e ad
agire pastoralmente
Sia direttamente,
impervie.
detti
presuli
apprendevano
con
sia,
della
piu
zelo
nelle
spesso,
piu
sussistenza
nei
pro
attra
pro
114 Ibid.,
et dicono Puffitio et altre orazioni in lingua greca
p. 439; anche p. 438: ? celebrano messa
?. In quest a zona storica e geografica va probabilmente
secondo Fuso et costume della Chiesa Romana
cercata Porigine di commistioni
come, ad esempio, la liturgia greca di San
liturgiche programmatiche,
Pietro. Una netta distinzione tra questi due gruppi di praticanti il rito bizantino in Italia ci sembra doversi
tenere ben presente nel tentativo di ricostruire la vicenda della liturgia greca in Italia e la collocazione
anche recenziori,
dei manoscritti
che la documentano.
h5
Ibid., p. 441.
116 ?Patet
istos Latinos
subiectos et a Latinis episcopis ordinatos ad litum Lati
episcopis Latinis
tamen linguam Graecam?
secundum
(ibid.).
h"7 Cfr. V. Peri, La
dei Greci...,
cit., pp. 239-242.
Congregazione
n8 Solitamente
erano tali prelati ad intrattenere gli sporadici contatti con i fedeli di rito orientale,
specie per rilasciare lettere dimissorie per qualche candidato al sacerdozio. Tuttavia Pabituale
ignoranza
num,
484
V. PERI
pri confini diocesani di intere comunita cristiane, le quali, gia estraniate dal contesto
sociale a causa dell'isolamento linguistico ed etnico, dipendevano con i propri sacer
doti da una sacra giurisdizione, che non era ne la loro ne quella della Chiesa latina,
ma invece facevano capo consapevolmente a dei metropoliti della Chiesa Orientale.
Questa realta, del tutto sconcertante per un ecclesiastico italiano di ordinaria
preparazione teologica e canonica, era rivelata a volte dagli inutili tentativi di qual
o vicario
vescovo
che
fatti
latino,
episcopale
estendere
per
anche
cristianita
tali
? diverse ? l'autorita
degli Ordinari, o per riscuotere decime, o per indire anni giu
bilari o notificare e pubblicare indulgenze pontificie, o per ? regolarizzare ? in qualche
modo, con lettere e interventi disciplinary le sacre ordinazioni del clero indigeno, ri
conducendole dalla giurisdizione dei metropoliti bizantini alia loro propria. I risultati
di norma
furono
scarsi,
per
non
dire
nulli.
un
Giocava
ruolo
decisivo
l'insuccesso
per
il tenace attaccamento di questi fedeli alle tradizioni e alle usanze avite, sentite come
leggi indiscutibili ed immutabili della propria Chiesa. ? Cosi comanda la legge nostra ?;
? cosi
usato
havemo
oltre
baptismale,
sempre
il scandalo,
?;
? fandosi
ch'e
accascato
altrimente,
et accasca
saria
sovvertere
ogn'hora
detto
di molti,
lor
libro
dicono:
che
Donque noi et li nostri predecessori non bene semo battezzati?119: queste le reazioni
popolari, che rendevano assai problematico ogni tentativo di modificare lo stato di
cose
esistente.
stessi
?
e
comprensibile
e vicari
vescovi
Prospero Vitaliani,
che
latini
rio ?120.
Carlo
interessati
inquisitori.
Santoro
un
vescovo
Conti,
erano
al cardinale
riferisce
infondata,
una
sia
che in Roma
diceria,
gli
vescovo
di Aiicona,
molte
volte
informati
megbo
che nella
sua
greco,
per
diocesi
di Bisignano
la lor
reintegrarsi
degb
settembre
1579,
cosi
era
? uscita
giurisdittione
il suo deside
riferiva
al mede
? scopre ? con
lingue e la scarsa o nulla conoscenza della tradizione orientale
(il vicario di Ancona
il giubilep
della Chiesa bizantina;
intende pubblicare
sorpresa la prassi matrimoniale
quello di Larino
quello di Policastro mostra di non comprendere il senso della
pontificio per gli Albanesi di Campomarino;
reci
Bolla di Pio V contro le commistioni dei riti) davano facilmente adito a contrasti, dispute e minacce
., cit., pp. 234, 434, 438; Chiesa Romana
proche (cfr. ibid., pp. 212, 214; Chiesa latina e Chiesa greca..
e ?rito?
cit., pp. 221, 244).
greco...,
h9 V.
cit., pp. 212, 218, 240.
Peri, La Congregazione dei Greci...,
120 Ibid.,
p. 222; il 7 febbraio 1573 (ibid.) aggiunge la seguente notizia: ? II vescovo greco gia ha com
una d'esse, che ha
mossa Calabria da Napoli
scrivendo lettere; et mando a Vostra Signoria Illustrissima
a uno dei miei casali, nella quale vedra che o h schismatico
mandato
(se non ha accapata
gratia da Sua
della Sede Apostolica,
o, se Pha accapata, non fando mentione
sapit
(solo del Patriarcha)
Beatitudine)
il vescovo Timoteo, che si sottoscriveva ? Metropolita
schisma ?. In realta tale giurisdizione
ecclesiastica
? accapata ? da Pio IV col Breve del 15 luglio 1562; cfr. V. Peri, I metro
et Exarcho
d'ltalia ?, Paveva
cit., pp. 290-293 e 319. Dalla
risposta del cardinale Santoro, citata nel
politi orientali di Agrigento...,
1573 dal Vitaliani,
si reco effettivamente a Roma per reclamare i propri
si apprende che Timoteo
maggio
diritti: ? per lettera Sua ho aviso che il vescovo greco sia tomato costi et cerchi confirmatione de privilegii,
et a Napoli vi sia un altro prelato, pur greco, et che sia per passare anche lui in Roma ? (V. Peri, La
delle
della
l'unione
chiesa
orientale
485
con roma
simo cardinale di Santa Severina circa i Greci della sua citta: ? a favor loro produce
vano la Bolla di Clemente VII di santa memoria che li concede licenza di poter vi
vere alia greca . . . Dicono che con questi lor privilegi sono comportati in Vinetia, in
Napoli, in Sicilia et in ogn'altro luogo di Re Filippo ?m. La fondatezza di tale afFer
mazione,
perfettamente
al
rispondente
constava
vero,
anche
evidentemente
alia
Curia Romana, se, nelTabrogare ed abolire tutti i privilegi di esenzione dalla giuri
sdizione degli Ordinari latini concessi ai fedeli della Chiesa Orientale viventi in Italia
e tutte le autorizzazioni personali rilasciate in precedenza a
metropoliti di tale Chie
sa per esercitare liberamente e pienamente la propria sacra giurisdizione su
questi
fedeli, il Breve di Pio IV del 16 febbraio 1564 specifica di revocare e di annullare le
immunita e i privilegi loro concessi ? per fe. re. Leonem X, Paulum III, Iulium etiam
III et forsan alios Romanos Pontifices ?122.
Quanti non conoscevano bene i termini della questione, sia per difetto di infor
mazione sia per Tistintiva riluttanza ad ammettere limitazioni al proprio potere epi
scopate in favore di vescovi orientali, erano i rappresentanti della gerarchia episco
pate latina. Essi si trovavano davanti ad una intera popolazione alloglotta, che, dal
di
punto
vista
ad
continuava
ecclesiastico,
essere
servita
da
esclusivamente
un
clero
di un rito difforme da quello della Chiesa Romana, vuoi per lingua che per le sacre
usanze; in piii tali sacerdoti intendevano dipendere in tutto da una gerarchia episco
pate non occidentale, legata all'obbedienza canonica del patriarca greco di Costanti
e
nopoli,
non
cioe
e promossa
espressa
le procedure
secondo
ritenute
in Occidente
comune
sua
della
sicurezze
formazione
teologica.
Talvolta i cristiani orientali delle loro diocesi potevano bensi dichiararsi catto
lici e richiamarsi alle condizioni della comunione instaurate tra le due Chiese dal con
cibo di Firenze; ma ormai i vescovi latini avevano una difficolta pressoche invinci
bile a credere possibile tal genere di compatibility. II papas Vittorio della parrocchia
di S. Anna di Ancona, il 19 settembre 1592 ? cum. . . ab eo peteretur an dictus Pa
triarch a (sc. Constantinopolitanus)
et qui illi obediunt sint schismatici, respondit
illos esse bonos christianos et catholicos ?123. Per un prelato latino stava invece di
ventando
come,
nello
incomprensibile
stesso
periodo,
al
riferimento
questo
il vescovo
di Larino
di
regime
rivela
una
? fiorentino
unione
concezione
?,
cosi
ecclesiologica,
che per forza lo induceva a diffidare delle dichiarazioni rese nello stesso senso dagli
Albanesi dei suoi villaggi: ?In his adsunt Graeci praesbyteri; quocirca ambigitur,
quod ore beet iuxta Concilii Florentini statuta credere et vivere fateantur, in multis
tamen
tinis
triarchas
Creta
eos
casibus
sacris
et
recusant,
ceterosque
in aliis
esse
schismaticos
initiari
Graecis
sed
episcopos
locis,
dubitamus,
omnes
adire
commorantes
quibus
ad
sacros
cum
eorum
student
Bizantii,
ordines
ad
clerici
suos
ab
episcopis
quosdam
Philadelphiae,
promoveantur,
La
Pseudopa
Venetiis,
sine
in
commen
.. ., cit., p.
223). La richiesta, portata alia Santa Sede dal metropolita
Congregazione dei Greci
non venne neppure presa in considerazione
da Gregorio XIII,
cui pure essa pervenne tramite
il 3 dicembre
1572 (cfr. J. Krajcar,
Santoro's Audiences...,
cit., p. 20).
121V. Peri,
e ?rito?
Chiesa Romana
cit., p. 221.
greco...,
122Bullarium
Romanum,
VII,
p. 271.
123V. Peri, Chiesa Romana
e ? rito ? greco. . ., cit., pp. 225-226.
124 Ibid.,
p. 243.
Timoteo,
il Santoro
486
V. PERI
i sacerdoti
loro
delle
diocesi
. . . et tenentes
profitentes,
de
et
purgatorio
processione
invece
a Firenze
per
tra
chi
intendesse
le Chiese
ai
attenersi
termini
ed Orientale,
Occidentale
dell'ac
non
an
gustiavano soltanto i vescovi diocesani latini della fine del XVI secolo. Trent'anni
prima, anzi precisamente il 5 febbraio 1566, Giubo Antonio Santoro e il neoeletto
se negli appunti del
Papa Pio V mostrano di averli affrontati e risolutamente risolti,
futuro cardinale di Santa Severina si legge a quella data: ? Gli parlai di Greci del Re
gno, che sono heretici, e dei ministri ordinati da vescovi scismatici et i vescovi dal
Patriarca scismatico di Constantinopoli. Rispose che c'era il Breve di suo Predecessore
che
subessent
locorum?126.
Ordinariis
col
Roma,
?Romanus
Breve
Pontifex?
di due anni prima, provocato dalle richieste dei vescovi delTItaba meridionale piu
ostib alia sussistenza di una Chiesa Orientale esente nelle proprie giurisdizioni eccle
a
si tendeva
siastiche,
e chiusa
risolta
considerare
la questione
per
via
amministra
tiva. Per le autorita romane la liquidazione definitiva del regime di unione ? fioren
tino
ritenersi
doveva
decisa
punto
questo
in favore
di
una
? normalizzazione
dello statuto canonico, che riconducesse e riducesse (reducere, reductio) questi cristiani
greci ed albanesi nel quadro della normativa generale postridentina.
Nella
realta,
come
suoJe
avvenire,
la
restava
situazione
meno
schematica,
e meno
Si
trattava
con
villaggi
e verosimilmente
porzionali
di Larino
tini,
ad
di
sacerdoti
alia
sospendere
latini. A
in diverse
resistenza
Ugento,
altre diocesi127
incontrata.
esempio
Cassano
130.
albanese
a Rossano,
In
e di sostituirlo
e
nei
greco
a San Marco
a Bova,
Argentano
venne
in tempi pro
eseguita,
Foperazione
128 o
come
Severina
di Santa
altre,
quella
il clero
divinis
auspicata
la
*25
1570
Ibid., p. 433; uegli stessi termini, circa i vescovi e i sacerdoti orientali, pensava nel marzo
il vescovo di Bisignano Vitaliani,
che, imitando la scelta gia attuata ad Ugento dal vescovo Minturno,
e la cura d'anime come se fossero ordinati in modo irre
li voleva sospendere, interdicendo loro la messa
. ., cit., pp. 216-217.
golare; cfr. V. Peri, La Congregazione dei Greci.
126V.
e ? rifo ? greco. . ., cit., p. 49.
Chiesa Romana
Peri,
127Del
successore di Guglielmo
il vescovo
Sirleto nella diocesi di San Marco Argentano,
Scarola
e vi ha posti preti la
si sa a Bisignono, nel 1570, che ?ha sospesi tutti li suoi dalla messa
(1569-1572),
. ., cit., p.
tini?
216).
(V. Peri, La Congregazione dei Greci.
128 Ibid.,
pp. 220-221.
J29 II vescovo di Larino Belisario Balduino,
a Roma: ?havend'io
nel 1581, comunicava
ordinato un
da la terra,
Greco clerico, li preti greci non Phanno voluto recever in chiesa et gli laici Phanno discacciato
et li fratelli delPordinato
Phanno levato la robba et discacciatolo
di casa, et tutto cio perche" gli preti
dicevano d'esser quello ordinato da scismatici et escommunicati?
(V. Peri, Chiesa latina e Chiesa gre
ca . . ., cit., p. 434).
130 II vescovo di Larino lo manifesta
nel 1581 al cardinale Sirleto: ? harrei ben fatto in modo che
si fussero ridotti alia legge italiana, alia quale facilmente si riducerriano si' come
(sc. gli Greci et Albanesi)
alcuni d'essi, che stanno nelle terre di Italian!, vivono nello modo italiano in tutti i sacramenti et officii
DELLA
LUNIONE
? normalizzazione
La
CHIESA ORIENTALE
?, denominata
nel
ecclesiastico
gergo
487
CON ROMA
del
tempo
? riduttione
a forma di vita catholica ?, appariva del resto nei voti degli ultimi Papi e, inmo do
particolare, di Pio V, come appare manifesto in un colloquio riferito nel 1571 dal car
dinale
? Et
Santoro:
quanto
sarebbe
tutti,
parso
Sua
di
Santita
rimoverli
pian
piano dalh loro abusi, senza notabile mutatione, et obiter disse che, se si facesse ro
more da costoro et s'intendesse dalla Corte Regia, dubiterebbe facilmente di qualche
impedimento; ma io gli risposi ch'altre volte da cotesti Signori s'e desiderato che si
reducessino a forma de vita catholica. Et di piu disse, a proposito di questi loro abusi. . .,
che se per l'avvenir non si ordinassero piu, si toglierebbono l'occasioni di tali loro
abusi. II che io confirmai con l'opinione de molti Prelati, che hanno tenuto esser cosi
?1S1.
espediente
Nella stessa direzione, anche se gia alquanto mitigata perche prevede per gli
Albanesi la conservazione del rito, mostra di orientarsi, alcuni anni piu tardi e negli
con una Bolla, che ancora non sappiamo se
inizi del suo pontificato, Gregorio XIII
sia stata mai pubblicata e che comunque non lo fu fino al 1581. Vi si proibisce che in
Puglia, ad Altamura e in altri vUlaggi del territorio barese ed idruntino, come anche
in Sicilia, si continuino ad ordinare per il rito greco dei candidati latini, nati da ge
nitori
latini,
aspiranti
ad
un
sacerdozio
uxorato,
anzi
? sub
spe
retinendi
uxores
?;
cattolici
hos
constet
manifeste
con
in comunione
la
Sede
Apostobca,
cosi
da
non
rilasciare
lettere
cathobcos
et
sanctae
Romanae
Ecclesiae
communionem
habere ? 132.Sia pure perseguita con gradualita, l'estinzione del rito, dopo quella deba
giurisdizione, della Chiesa Orientale in Italia, rimaneva una tappa in prospettiva,
verso il traguardo deba uniformita canonica da raggiungere nelle diocesi, perseguendov?
e
un'accorta
Piii
convinte
sua
di
e
attuazione
sizione
prudente
possibili
costanti
nella
si presentava
strategia
pastorale.
resistenze
che
politiche,
tale piano
che a Venezia,
reazione
spesso
deUe
cosi
popolazioni
compatta
da
meno
in generale
appaiono
il
alia
ostacolo
principale
e del clero
e greco.
albanese
L'oppo
co
stessa
sollevare
neUa
perplessita
Napoli
incontrava
. . ., cit., p.
divini?
438); ed al cardinal Santoro richiedeva: ? veg
(V. Peri, Chiesa latina e Chiesa greca
i sacramenti a detti Albanesi,
introdurre preti latini a ministrare
perche" i loro preti
gasi se si potessero
e ? rito ? greco . .., cit.,
in mille errori? (V. Peri, Chiesa Romana
greci sono quelli che li mantengono
p. 245). II teologo domenicano del vescovo Tiberio Caraffa di Cassano, ancora nel 1581, avanza, sotto forma
la medesima
di quesiti a Roma,
ipotesi: ? Cum sint sacerdotes pauci et illiterati omnes, et qui diaconi et
ad presbiteratum
Latinum
subdiaconi sunt usque modo, suntne per Episcopum
promovendi
sicque in sua
et
est illis Albanensibus
de idoneis Latinis
sacerdotibus
ignorantia tolerandi omnes aut providendum
omnino vivant? ?; suggerisce perfino la possibility di approfittare
cogendi ut secundum ritum Latinum
a tale operazione di soppressione del rito: ? A
delle circostanze
sociologiche contingenti per dare inizio
fere triginta incolatum inceperunt in quadam terra Latinorum
duobus annis et citra familie Albanensium
nullam habent propriam ecclesiam, in qua secundum ritum
nomine Cerchiaro, in qua terra ipsi Albanenses
sacris interesse eaque suscipere possent. Queritur an cogi possent et deberent, ut in ecclesiis
Graecorum
ut ceteri incole, omnino viverent?
et omnino secundum ritum Latinum,
sacra perciperent
Latinorum
. ., cit., pp. 452 e 453).
e Chiesa Greca.
Chiesa Latina
(V. Peri,
131V. Peri, La
dei Greci. . ., cit., p. 220.
Congregazione
132 Ibid.,
pp. 246-248.
488
V. PERI
non hanno
in Calabria),
sin tanto
che non
Severina,
in
aecostarsi
chiesa,
mai
odito
siano
stati
ne
messe,
ricever
d'altro
provisti
ne
saeramenti,
?133.
greco
Lebo
Brancacci, arcivescovo di Taranto, fa presente alia Congregazione dei Greci nel 1575:
?
senza saeramenti, per
Sospendendoli (sc. i suoi preti greci) restariano queste ville
non
che,
altri
accettare
volendo
greci
latini
preti
et saria
le ministrassero
che
ne
ritenere
la tin a, non
all'usanza
magior
scandalo
saranno
b preti,
che
senza messa
Identica
?134.
ce
sariano
Fesperienza
esposta ai superiori nel 1581 dal vescovo di Larino: ? Non sanno anco ne leggere ne
scrivere b loro preti, ne messa dicono allo rito loro, anzi la dicono volgare di capo loro;
se ne
ne
pochi,
so come
non
che
allo
provedere,
trovano
altri,
et
perche
loro
restariano
stanno
nella
et
offici?135.
mia
diocese,
una com
Nacque verosimilmente da questa opposizione l'idea di creare nel 1573
missione cardinalizia incaricata di regolamentare una situazione piu complessa ed
estesa di quanto si fosse immaginato a Roma negb anni Sessanta del sedicesimo se
colo, a ridosso della conclusione del Concibo di Trento. Era la Congregazione per la
riforma dei Greci viventi in Itaha e dei monaci e monasteri deH'Ordine di San Ba
silio. La prima misura generate che si puo fare risalire alia sua attivita fu quella di
distinguere le fasi e i tempi della prevista normalizzazione. Fu subito ribadita con ri
solutezza la recente abrogazione del precedente regime di giurisdizione esente, in
virtu della quale tab fedeli albanesi e greci d'ltalia continuavano a dipendere da me
tropobti
della
orientali
giurisdizione
patriarcale
costantinopolitana
grazie
conces
sioni pontificie emanate con espresso richiamo al concibo di Firenze e alia conseguente
cessazione, ivi proclamata, dello stato di scisma tra le due Chiese. In secondo luogo
si apri un'indagine conoscitiva abbastanza
capillare sulla situazione nelle diocesi,
in cui ancora sussistevano clero e fedeb appartenenti alia Chiesa bizantina, o anche
solo
osservanti
rito
del
e del
costume
ora
in forma
nunciando,
che
apparivano
piu
loro
ora meno
abusi,
sacramentale
di
disciplinare
tale
Nel
Chiesa.
comportamenti
inammissibib,
e
quelle
tra
diffusi
con
que
sti fedeb alloglotti, acquisiti da poco al loro governo pastorale e alia loro responsa
bihta ecclesiastica. Come e naturale, tali giudizi venivano formulati in funzione del
diritto canonico latino allora in vigore e risentivano di quanto la formazione teolo
gica e culturale di quei vescovi e la mentalita concibare del momento presumevano
di conoscere e di giudicare della Chiesa Orientale, della sua struttura e della sua dot
trina e prassi sacramentale. Albanesi e Greci, nella seconda meta del XVI secolo, si
ritrovavano
cosi
sottoposti
di nuovo
ad
un
esame
133 Ibid.,
134
Ibid.,
135 Ibid.,
nelle
regioni
meridionali
della
Penisola
di
ortodossia,
condotto
con
la par
italiani dei
intere
comunita
pp. 220-221.
p. 248.
p. 437.
cristiane
l'in
ap
della
l'unione
chiesa
orientale
489
con roma
partenenti alia Chiesa Orientale, assistite dal proprio clero e dipendenti dalla sua ge
rarchia episcopate, avevano sollevato diffidenti ed aspre reazioni di intolleranza da
parte del clero e della cristianita indigena italiana, dei suoi vescovi, dei suoi magi
strati civili. Erano occorsi diversi decenni di suppliche e di ricorsi, inoltrati da me
tropoliti orientali e da esponenti scelti tra i piu autorevoli (per lo piu mercanti) delle
varie comunita di immigrati ai Papi della prima meta del Cinquecento, prima che in
modo del tutto formale ed esplicito, e comminando severe sanzioni contro gli Ordi
nari diocesani latini ed i governanti locali, i cristiani orientali rifugiati in Italia ot
tenessero di poter conservare integro il proprio uso liturgico, la propria disciplina
il
sacramentaria,
costume
proprio
l'obbedienza
religioso,
ai
canonica
crati
senza
in Levante
promossi
il minimo
intervento
sacer
propri
autorizzavano
ad
stabilmente nelle
at governo eccle
Orientale, consa
o concorso
dei
Romani
Pon
tradizione
inveterata
per
compreso,
sanzione
dei
concili
nuova
di prelatura
autorizzata
personale,
dai
una
ovest
ad
turgia,
clesiastica
le
piccola
consuetudini
sue
tradizionale.
e fino
Papi
allora
della
compatta
porzione
e
sacre
la sua
soprattutto
a
la Chiesa
Fino
tempo
quel
quadro
Chiesa
gerarchia
cristiana
tra
alia
sconosciuta
ma
nel
ecumenici,
trapiantato da
con
d'Oriente,
sua
la
li
ec
ed
organizzazione
aveva
conosciuto
un
fenomeno per qualche verso simile solo in seguito alle crociate, quando dei nuclei
cristiani occidentab erano andati ad installarsi neUe terre di recente conquistate in
Levante, impiantando, con i vescovi ed il clero al loro seguito, la Chiesa latina su
territori ecclesiastici di antica pertinenza deUa Chiesa bizantina. Caratteristiche ben
diverse presenta infatti il duphce passaggio di giurisdizione tra le due Chiese avvenuto
esso
in Itaba
delle
crociate:
prima
rilevanti
del
alterazioni
siali
direzione
della
ecclesiastica
non
aveva
ma
tessuto
sociale,
e deUa
sovranita
in quelle
eccle
comunita
comportato
il cambio
solo
ed
unitario
generate
politica.
e nel
Le condizioni, in cui i due movimenti di popolazione si svolsero nel XIII
XV-XVI
secolo, determinarono inoltre delle differenze sensibili tra Funo e Faltro.
occidentale
QueUo
in Oriente
mentre
colonizzatori,
il
in ultima
s'iscriveva,
secondo
anabsi,
in prevalenza
rappresentava
in un
un
trasferimento
esodo
di
di
esuli.
Se
stretta,
come
appare
se e gerarchie episopab ?
ver
garantire
loro
un
servizio
nei
comprensibile
il fatto
le
che
pastorale,
assicurato
secondo
le
rispettive
Chie
pensassero di do
consuetudini
avite
stanziamenti.
Le grandi migrazioni
avevano
abbastanza
?
queUa occidentale e queUa orientale
periodi
transizione
e di
deUe
gerarchie
episco
490
V. PERI
a restare
destinato
e ad
provvisorio
essere
con
riassorbito
la conclusione
del
pro
secondo
appartenenti,
l'uso
che
i concib
avevano
ecumenici
sancito,
alia Chiesa d'Oriente; o, nei secoli XV e XVI, di una Chiesa Orientale, dotata essa
pure di una gerarchia episcopale canonicamente deputata a governare dei fedeb e
delle comunita proprie in regioni indubbiamente appartenenti, secondo i canoni an
tichi e universab, alia giurisdizione del patriarca d'Occidente. Nei due casi, col pas
sare
del
il fenomeno
tempo,
avrebbe
alia
condotto
moderna
scono
canonica,
figura
sciuta alia Chiesa antica, di vescovi, i quali, detenendo ilmero titolo di una sede epi
se non piu abitata da
scopale urbana, tradizionalmente iscritta nei taktika perfino
o addirittura scomparsa, esercitano la propria giurisdizione non su di
cristiano
popolo
un
territorio
ecclesiastico
univocamente
circoscritto,
ma
solo
sui
cristiani
della
pro
storicamente
vescovi
orientali,
ingiusta.
soddisfacente
gia
rilevare,
poter
soprattutto
grazie
diti,
seppero
e finche,
pena
il proprio
fedelta
il carcere,
servizio
ne
furono
impe
pastorale.
Grazie alia diligenza delle informazioni dalla periferia, dal 1570 in poi, il cardi
nale Santoro e, dal 1573 in poi, la Congregazione per la riforma dei Greci viventi in
Itaba furono in grado di ricostruire un quadro sufficientemente attendibile della Chie
sa Orientale
stabilita
nella
Penisola
italiana
nei
periodo
intercorrente
tra
il concilio
di Firenze e quello di Trento. La scoperta piu inattesa, che facevano gli Ordinari latini
al primo contatto col clero albanese e greco di tanti villaggi delle loro diocesi, era
senza
dubbio
la
costatazione
che
tutti
questi
sacerdoti,
senza
eccezione,
erano
stati
Bisignano
come
a Larino
a Cassano,
come
ad
Ancona,
Brindisi
o Taranto;
e il fatto risulta dipendere sempre da una scelta cosciente e deliberata, ma non con
traria alia legge civile del Regno, la quale anzi concedeva a questo clero albanese e
greco sia il soggiorno e la liberta degli spostamenti che l'esenzione dalle imposte fi
scali,
pre vista
per
gli
appartenenti
al
ceto
sacerdotale
136. Le
ordinazioni
136 Ibid.,
avvenivano
et Sicilia, non
in quelli Regni di Napoli
p. 211: ? Li sopradetti Vescovi,
quando vengano
a visitare le Chiese loro, ma vanno a scavalcare alle case dei ricchi et potenti per piu loro commo
la parzialita
dity et non ad utilita delle anime delli suditi?;
o, quanto meno, della
deirinformazione,
di E. Cartofilaca e rivelata ed in parte corretta dalla serie di regolari patenti di ordinazione
generalizzazione
ai sacerdoti consacrati, per esempio in dioeesi
orientali rilasciavano
scritte e firmate, che dei metropoliti
vanno
DELLA
LUNIONE
491
di norma nel rispetto dei tempi e delle regole canoniche proprie del diritto orientale 137.
La
seconda
costatazione,
che
agli
Ordinari
latini
di
avveniva
fare
con
una
sorta
censure,
scomuniche,
giubilei,
in
cause
su
138. Anche
ecclesiastiche
questi
punti nessun intervento o intrusione dei vescovi o del clero latino veniva inizialmente
accettato daDe comunita ecclesiali albanesi e greche d'ltalia 139, cosi come nei loro
bbri bturgici restavano iscritti i nomi del Patriarca di Costantinopob in carica e del
da
metropobta
cui
140. Qualsiasi
dipendevano
tentativo
di
imposizione
in tab materie
poteva dare origine a ? contrasti e dispute ? e persino a piu gravi episodi di insoffe
e di
renza
Altri
reazione
dentino,
capaci
punti,
concernevano
battezzati
e cresimati
141.
popolare
di suscitare
la pratica
meno
quanto
sacramentale
serie
e,
perplessita
in particolare,
in un vescovo
queUa
postri
concernente
unica
cerimonia
sacra
ad
opera
del
sacerdote,
e ai bam
bini inferiori ab"? eta di ragione ?, oltre che la sua consacrazione con del pane fer
mentato. L'abituale conservazione di un viatico, misto di vino e di briciole sminuz
492
V. PERI
zate
di pane
e mantenuto
consacrato,
senza
di
stagno,
fede nella
la
il rituale
alFantica
che, fedele
coniugato,
Italia
143, contrastava
in modeste
con
di vetro,
ampolline
142, potevano
la Chiesa
orientamenti
degli
sottoli
sconcertare.
spesso
ammetteva
e risoluti
decisi
mancavano
nella
bizantina
celebrazione
di
altri
sacramenti,
in
anche
della
riforma
La
di un clero regolarmente
Orientale
piu
gravi
volto
moderno
e la sussistenza
tradizione,
uno
occidentale
reale
presenza
disciplina
in anno
anno
di
coniu
il batte
quali
con
tale
l'osservanza
pretesto
ritmo
nel
lavorativo
disturbo
salda
ed
della
esasperata,
suscitando
religiosa,
della
vita
sociale.
e del
superiority
carattere
universale e normativo dei riti liturgici e delle sacre usanze della Chiesa Romana,
vescovi
tutte
identificavano
riformatori
le
difformita
disparita
elencate
appena
come errori ed abusi inaccettabili, tipici di una Chiesa Greca che proprio per tali de
essi
viazioni
dizio
tutta
ritenevano
scismatica
vasta
la piu
ed
tradizione
Si
eretica.
e confermava
enucleava
canonistica
teologica,
in tale
ed
formatasi
giu
affermatasi
in Occidente nel corso dei secoli precedenti145. Inoltre la prossimita, che ai loro occhi
accostava almeno alcuni di questi usi della Chiesa Orientale alle pratiche e dottrine
protestanti
allora
piu
rigetto.
L'imputazione
verso
ad Altamura
apprezzato
dalla
combattute,
piu grave
il 1570,
pur
popolazione
piu
servivano
che
docile
ad
si muoveva
all'autorita
di quello
latino,
accentuare
al
clero
reazioni
di
rito
bizantino
di
ecclesiastica
era
quello
latina
di
essere
condanna
e di
superstite
e moralmente
uxorato
come
pastori calvinisti di Ginevra 146.Pio V non voile concedere agb Albanesi di Bisignano
orientale
chiesa
della
l'unione
493
con roma
la dispensa dal digiunare, secondo Fuso avito, i venerdi delle tre settimane festive di
Natale, Pasqua e Pentecoste ?tanto piu propter haeresim, quae hodie viget super hoc
anco
et
articulo
vedendo,
scandalum
propter
la pratica
per
tra
aliorum,
transito,
per
essi
quali
sono
Greci
et vivono,
facilmente
si possono
uso,
questo
che
ofFendere,
dalla
entrate
e si erano
riforma
protestante.
per
state
la
loro
Concilio
di Trento,
esecutiva,
il modo
nel
precisate
appbcazione
idiosincrasie
piu moderne
pastorali
le
amalgamate
osservava
ed
di
recenti
le
e di
formazione
provocate
cattobca, quab
norme
ordinazione
pontificie
dei sacer
doti della Chiesa Orientale in Italia, come diversi usi liturgici e sacramentali ad essa
cosi sotto un profilo di irregolarita, o addirittura di errori e abusi,
propri, apparivano
creare
di
capaci
vano
scandalo
un'antica
rispettare
in taluni
empieta.
di Roma
Chiesa
o di
di riforma
interventi
richiedevano
comportamenti
vere
casi
della
tolleranza
intende
per quanti
rito non
tab
latino,
In cio la reazione
Anche
un
per
soppressione.
spontanea dei vescovi postridentini non difFeriva gran che da queUa dei vescovi
stesse
delle
bani
che
sedi,
oltre
un
secolo
avevano
prima
visto
ita
e Finsediamento
l'arrivo
dei cristiani albanesi e greci, guidati dal loro clero, nelle proprie diocesi. Gia allora
si erano verificati di frequente analoghi tentativi di estendere su di loro la giurisdi
zione
latina
episcopale
formi dalla
liturgia
e di
quei
reprimere
comportamenti
come
facilmente
intese
interventi,
richiamandosi
e normative
paradigmatiche
a
tra
quanto
le due
Chiese
che
sacri,
risultavano
e occidentale,
universale.
per la Chiesa
e d'Oriente
d'Occidente
dif
gia allora
Di
era
tab
stato
con i Pontefici Ro
pattuito a Firenze, gli immigrati dovettero lamentarsi piu volte
mani, per ottenere il rispetto per le prerogative della propria gerarchia episcopale e
la piena liberta di culto per il rito della propria Chiesa. E ripetutamente, tra il 1521
con pronunciamenti ufiiciali e normativi la fondatezza
e il 1562, i
Papi riconobbero
e la legittimita canonica di queste richieste.
teologica
La presa di posizione papale piu esplicita in proposito, cui i testi pontifici suc
cessivi
usarono
richiamarsi,
X
del
di Leone
tuproprio
elencazione
gbata
ed approvati
unione,
Florentino
che
ufficiale,
res
esso
sub
tamdiu
publica
dictam
sanciva.
fe.
re.
et Praelatos
Principes
tionis
Graecae
e
e convalidarla,
dal Mo
rappresentata
per confermarla
con
si apre
1521 148. II documento
la piu detta
18 maggio
atto
in un
dei risultati
che sussista
pontificio,
raggiunti
Eugenio
Imperator
facienda
pro unione
a Praedecessoribus
desiderata,
Papa
interfuerunt,
in quibusdam
integralmente:
riportarlo
IV Praedecessore
nostro,
tune
de
nostris
inter
quamplurimi
cum
Graecorum
Orientali
alia
Pontificibus
statuta
ac
di
in Concibo
in quo
inter caeteros
na
alii Praelati
et
Graecorum
Romanis
? Dudum
ac
Romana
tota
determinata
Ecclesia,
Re
christiana
nationem
prae
camente stiano co' le lor donne et figlioli, non in altro modo se non come stessero in un'infame Geneva,
.., sono degni d'un acerbo, celer et esemplar castigo ?.
sotto pretesto d'una falsita cosi nefaria.
147 Ibid., p. 221.
148 II suo testo
marzo 1526 e pubblicato,
insieme
integrate e inserito nel Breve di Clemente VII del 26
De aetate. .., cit., pp. 5-13; dall'originale,
in Leonis
Allatii
ad una versione greca contemporanea,
. . ., cit., pp. 240-244;
rcov Ilancbv
lo ha ripubblicato G. S. Plumidis, AiBovXXai
conservato a Venezia,
. . ., cit., pp. 359-382.
Le implicazioni del Breve ? Accepimus
cfr. S. L. Varnalidis,
nuper?
494
V. PERI
monio
sacrorum
ipsorum
ordinum
Sacramentum
trire, venerandumque
strare posseratf, per
sum
fuit?149.
dictum
sub
Concilium
contracto
susceptionem
utraque
statutum,
specie
ordinatum
et
ac
uti
omnibus
etiam
decretum
nu
barbam
mini
pueris
sive permis
In contrasto con tab decreti conciliari, lamentava Papa Medici, i Vescovi latini,
Ordinari degli attuab luoghi di residenza di tab Greci, ? quotidie molestant, pertur
bant et inquietant? a cagione dei loro riti e deUe consuetudini enumerate suddetti
fedeb, imponendo il ribattesimo di bambini ed adulti secondo il rito latino, oppo
sotto le due specie ancbe agb infanti,
nendosi aU'amministrazione dell'Eucarestia
il
dai
sacerdoti
della
barba, la consacrazione con pane azimo e la
pretendendo
taglio
rinuncia alia vita coniugale. Conoscendo il divieto, fatto ad ogni sacerdote bizantino,
di celebrare piu di una volta al giorno nella chiesa parrocchiale, dei curati latini?
de
nuncia il Papa ?
lasciano la propria chiesa per andare appositamente a celebrare neUe
? ut
praefatos Graecos iniuria amcient et ad disturbandum eorum
cappeUe dei Greci
ritus et consuetudinem huiusmodi, nescitur quo spiritu ducti ?: il risultato era quello
di fare rimanere senza messa sia neUe feste che in altri giorni i fedeb orientali. Tutto
cio provocava continui e crescenti motivi di scandalo tra il popolo di Dio in quebe
zone.
Pontifices
? ut unio
preoccupato
et
sobcitata
conservetur
huiusmodi
obvietur
antiquam
ipsorum
Leone
X,
. . . nec
non
praedicta
dictorum
ritus
consuetudinem
multo
labore
Graecorum
et observantiae
praeserventur
in eorum
?,
ac per Romanos
quaesita
molestus
comanda,
ac
ecclesiis
impedimentis
et alibi,
iuxta
la
invocando
pienezza
cosi
in uno
crearsi
stesso
il documento
territorio,
pontificio
a determinazioni
scende
latine,
senza
poter
per
questo
minimamente
essere
incriminati
sottoposti
per
149Leonis
pp.
240-241,
gli
altri
appartenenti
Allatii
De aetate...,
con alcune sviste nella
al
clero
si minacciava
la scomunica
AlBovXXai
latae
sententiae.
rcbv Ilancbv
...,
cit.,
CHIESA ORIENTALE
DELIA
L'UNIONE
495
CON ROMA
mare
aut
seu
reprobare,
?. La
improbare
a difendere
mirava
disposizione
e ad
erano
che
riserve,
stico medio
? contra
errores
norma
La
stati
inculcati
dall'insegnamento
da
Leone
non
teologico
canoni
?.
Graecorum
emanata
secoli
per
ed abmentati dalTampia
delTOccidente
attuare
di pregiudizi
certo
poteva
incontrare
un'applicazione
immediata e diffusa da parte della gerarchia episcopale e del ceto politico dominante
occidentale nelle regioni in cui essi venivano a contatto con clero e fedeb della Chiesa
Greca.
altro
Un
Breve,
4 luglio
del
dello
stesso
? Dalla
lo testimonia.
anno,
rimostranza
di alcuni sacerdoti e laici greci originari da Cefalonia, Zante, Creta, Cipro e molte
altre isole e localita della regione di Grecia, nonche dalle citta di Antivari e Budua,
quindi dal Regno di Napoli e di Sicilia e da numerose altre regioni della Grecia e del
1'Itaba, abbiamo appreso di recente che taluni Arcivescovi, Vescovi, Prelati, Principi
e
di
maggiorenti
nazionalita
ovvero
romana,
abitanti
latina,
residenti
nelle
zone
e nelle regioni predette, dopo che in passato il rito, le osservanze e le altre istituzioni
dei Greci sono state approvate per opera del Concilio di Firenze e forse in altre cir
costanze
concessi
e tuttora
dito
oppure
continuano
rinnovati
dalla
a molestare
Sede
ed
hanno
Apostolica,
numerosissimi
ed
molestato
chierici
Greci,
impedire
impe
sa
cerdoti ed altre persone di condizione laicale; e in primo luogo che gli stessi Arcive
scovi, Vescovi,
in
proposito,
senza
essere muniti
e Prelati,
di
Principi
contro
ed il vetusto
rito dei Greci,
l'osservanza
alcuna
facolta
hanno
costretto
apostolica
numero
sissimi soggetti della detta Nazione greca, battezzati in precedenza secondo l'uso dei
Greci nelle predette citta di Antivari e di Budua, ad essere di nuovo battezzati con
il rito latino; ed inoltre che taluni, messo in disparte il timore di Dio e trascurata
senza alcun ordine e titolo legittimo, si
completamente la salvezza delle loro anime,
sono
benefici
ecclesiastici
ed altri luoghi di pieta, e beni di
di
numerosi
appropriati
e tab che hanno fissato
e
i
ricavati
ad
trasferendone
usi
fi trattengono,
quelli,
propri
e fissano di proprio arbitrio; ed ancora che numerosissimi Prelati, sia greci che latini,
impongono
alia
loro
carestia
nato
da
a dei
forzose
ed altri
inconsueti
alcune
sottoposti
gravami
prestazioni
o altrimenti
e che negano
ed amministrazione
1'Eu
dipendenti;
previdenza
?
e deve
e altri sacramenti
essere
divini
cio che e indegno
ad udirsi
condan
?
a
e in altre circostanze
e devo
debiti
nei tempi
che con pieta
tutti
persone
zione vogliono percepirb, e presumono di vietare che ai corpi dei defunti si dia se
se non
ecclesiastica,
e
decisamente
che
portamento
poltura
dei
Santi
Padri,
dovendosi
si e
prima
contrario
amministrare
versata
ai
sacri
loro
una
canoni
FEucarestia
somma
di denaro:
con
corn
agli insegnamenti
dogmatici
e i sacramenti
del genere
per la
salvezza delle anime e non per la speranza di lucro; e che tanto nel Regno di Napoli
quanto in molti altri luoghi, taluni, denominati Stratioti, chierici e laici, sovvertono
le quaresime ed i digiuni stabiliti dalle norme e dagli ordinamenti dei Greci, e passano
ora dal rito e dalla dottrina latini al greco, ora dal greco al latino, per rovina delle
loro anime e pessimo esempio per gb altri, ne si vergognano di fare e perpetrare molte
altre cose, che non possono affatto lasciarsi perdere con occhi conniventi?150\ Di
fronte a tale situazione il Pontefice ribadisce le disposizioni generali emanate neppure
due mesi prima ed anzi spedisce il patrizio costantinopolitano Teodoro Spondongi
pp.
150
Appendix
17-18.
ad Bullarium
Pontificium
S. Congregationis
de Propaganda
Fide,
vol.
I, Romae
[s.d.l,
496
V. PERI
nos Kantakouzenos
in cui
cidental!,
noscenza
come
vivevano
appartenenti
Chiesa
Orientale,
per
co
la
promuoverne
l'ottemperanza.
II successore Clemente VII ebbe modo di intervenire piu volte in favore di que
sti stessi fedeli deUa Chiesa bizantina residenti in Itaba. Lo fece con il Breve rila
sciato ai rifugiati greci di Ancona il 21 agosto 1524, ove si concedeva loro di disporre,
riadattandola per il loro rito e fornendola dei necessari arredi sacri e libri liturgici,
di una chiesa gia latina ?
Santa Maria di Porta Cipriana, detta anche di Sant'Anna
servire
facendola
?,
sacramenti
La
da
concessione
un
per
tutte
non
pontificia
le funzioni,
con
loro
eletto
sacerdote,
faceva
altro
e Famministrazione
le
per
sepolture
e da
loro
scelta
che
amovibile
aUa
estendere
comunita
dei
nutum
ad
greca
151.
di An
cona quebo che con il Breve del 18maggio 1514 Leone X aveva concesso aba comunita
greca di Venezia, autorizzando la costruzione deba chiesa di San Giorgio 152.Un Breve
del
27
ottobre
153
1531
e univa
assegnava
in perpetuo
la
stessa
chiesa
secondo
la
concessione
precedente,
risalente
al
1524.
Piu
aba
Confrater
sorprendente,
consi
pene
comminate
per
i suoi
trasgressori
latini,
e costituito
dal
richiamo
al
con
cibo di Firenze 156.Due anni prima, il 23 dicembre 1534, lo stesso Papa aveva dovuto
e voluto confermare la normativa per i Greci e gli Albanesi d'ltalia, per
opporsi in
modo espbcito a degb abusi commessi contro i loro diritti, quali erano stati ricono
151Leonis Allatii
De aetate ..., cit., pp. 5-13; esso e riportato in un Breve successivo, che conferma
in tutto il precedente.
152G. S.
Al BovXkai
rcbv Tlancbv...,
Plumidis,
cit., pp. 238-239.
153
ad Bullarium Pontificium, I, pp. 20-21; la data con il mese e il giorno non figurano
Appendix
nella duplice copia conservata nell'Archivio
della Congregazione
dei Popoli: Acta
per PEvangelizzazione
170, f. 309rv e Scritture Originali riferite nei Congressi 910, ff. 156r-157r, ma si ricava da altra fonte.
154Arch.
Secret. Brev. 47, ff. 9r-10v.
Segr. Vatic,
155v,
Peri, Due date, un'unica Pasqua...,
cit., pp. 23-79.
156A.
Documenti pontifici per il rito e VOriente bizantino, ? Stoudion ?, V (1931), pp. 7-10.
Mercati,
ora accessibile
in A. Mercati,
Saggi di storia e letteratura, vol. II (= Storia e Letteratura,
157), Roma
ci si richiama a quanto ?in concilio Florentino
sub fel. rec.
1982, pp. 279-282. In esso ripetutamente
497
CON ROMA
fuerint,
Graecos
praefatos
in
contentis
literis
ipsis
non
gaudere
. . ,man
permittant.
rieonfermo
e le sanzioni
le disposizioni
pienamente
del nominato
Predecessore
158.
A diretta conferma deUa descritta posizione papale nei confronti di una giuri
sdizione piena ed esente dei vescovi bizantini sugli appartenenti aba Cbiesa Orien
tale
e in Occidente,
in Italia
come
della
anche
con
tutela,
sancita
potrebbe
anche
autorita
pontificia,
Soprattutto
secondo
che
documento,
una
rappresentare
re
dazione successiva e piii ampia del primo pervenutoci in una minuta, reca la data
del 31 luglio e suona particolarmente esplicito nel precisare che la giurisdizione or
dinaria sui fedeli deba Chiesa Orientale, o Greca, in Italia era demandata al metro
polita di Agrigento dalFarcivescovo bulgaro di Ohrid (Iustiniana prima Illyrica).
Vi appare dettagliata la descrizione delle competenze e delle facolta ecclesiastiche
? ex
godute
et
antiqua
Conviene
disporre.
materia,
immemorabili
elencarle,
nove
anni
neppure
observata
pacifice
hactenusque
di cui itmetropolita,
alia
pensando
di distanza,
brusca
dal
Breve
e netta
di Pio
consuetudine
?,
IV,
in
rappresentata
a sop
interveniva
primerle del tutto: ? In Regno Sicilie citra et ultra Pharum et Anchone, Marchie
Trevisane, D alma tie ac Calabrie provinciis ac universa Italia ac alias ubilibet cum
Graecis ritus et mores Orientalis Ecclesiae
sequentibus et ibidem degentibus seu
ad eum confluentibus ipsos ritus observare et iuxta illos inter ipsos Graecos missas
et
aba
divina
officia
et
cerimoniis
cendo
et
quam
passive
sacramenta
ecclesiastica
et decedentium
ministrare
observantiis
alia
quelibet
ac
celebrare
corpora ecclesiastice
permissa
eiusdem
prelatis
faciendo
Orientalis
Ecclesie
personis
ac
iuxta
ecclesiasticis
et aliis
uti
ipsos
etiam
baptizando,
nationis
Grece
ritus
benedi
tarn
officia
pontificaba
active
exercere
ac alia que ad prcprii Antistitis et Ordinarii officium spectant et pertinent cum eisdem
et
Gracis
Nella
inter
eos
facere
il vescovo
per
chiarata
?160.
greco
continuita
con
il Breve
di Grevena
Timoteo
precedenti.
161: per
Non
che Pio
IV, I'll
il contenuto
passarono
due
esso
radicale.
Prima
pero,
per
uno
spazio
di
oltre
quarant'anni,
resta
dalla
anni
in di
pubblicazione
si pu6
idealmente
157
ad Bullarium Pontificium . . . , cit., I, pp. 21-24.
Appendix
158Arch.
Politic. 106, ff. 316r-317v; contiamo di pubblicare
in altra sede questo ed altri
Segr. Vatic,
documenti pontifici sulla stessa materia.
159A.
Una Bolla di Giulio III su un vescovo pei Greci in Italia (31 luglio 1553), ? L'Oriente,
Mercati,
cristiano e Punita della Chiesa ?, II (1937), 3, pp. 72-74, ora accessibile
in Saggi di storia e letteratura,
I metropoliti orientali di Agrigento..
., cit., p. 318.
cit., II, pp. 409-411; cfr. V. Peri,
160A.
Una Bolla di Giulio III.
..,
Mercati,
cit., p. 73; Saggi di storia e letteratura, cit., II,
p. 410.
161V. Peri, I
metropoliti orientali di Agrigento . . ., cit., pp. 318-319.
498
V. PERI
unione
tra
sussistente
le Chiese
ed
un
richiamavano
taJe
da
comportamento
continuarono
ad
e
teologica
incontrare
canonica
italiani
i vescovi
restavano
con
in Italia,
indica
estranea
ai
totalmente
tenere
concilio.
che le norme
resistenza,
papali
tenace
di una mentabta
persistenza
La
la
conseguente
istintivamente
quasi
attaccati
della Chiesa
all'ecclesiologia,
alle attitudini e ai pregiudizi, che si erano radicati in tutto l'Occidente nel lungo pe
riodo della precedente divisione delle Chiese. I Papi postfiorentini, e soprattutto il
fiorentino Leone X e Clemente VII
(Marcello Cervini, anche piu aperto alia tradizio
ne greca, non ebbe il tempo di tradurre in direttive pastorali le sue
convinzioni),
avevano ribadito invano che non erano ne errori ne abusi dell'altra Chiesa i diritti
e gli usi che Eugenio IV aveva solennemente riconosciuti per legittimi, rettificando
cosi in parecchi punti rinsegnamento teologico occidentale, corrente in precedenza,
circa i sacramenti e le prerogative delTepiscopato di Bisanzio. A dispetto della dottrina
e delle norme discipbnari di questi Papi, i vescovi ed il clero italiano avevano per
sistito nel consider are come errori, abusi o scandali molte consuetudini tradizionali
della Chiesa d'Oriente, che legittimamente si discostavano da quelle della Chiesa
Romana, nella liturgia, nel diritto canonico, nelle istituzioni ecclesiastiche.
Di fronte a situazioni pastorab, che apparivano ai loro occhi anomale, ed erano
create dalla presenza e dalla vita rebgiosa degli immigrati albanesi e greci nei loro
confini diocesani, i prelati latini continuarono ad ignorarle o a tentare di ridurle e di
ebminarle, ripetutamente ricorrendo ai Papi per sollecitarne Tautorevole avallo.
Aba fine lo ottennero. Fu quando due Pontefici, Pio IV e Pio V, appena concluso il
concibo
rarchia
di Trento,
si trovarono
il suo rito, la stessa
circa
condividere,
e la
informazione
stessa
la
Chiesa
mentalita
bizantina
della
la
maggior
sua
ge
parte
dei vescovi dell'Itaba meridionale, sensibilmente diversa da quelle dei vescovi veneti.
Con il Breve ? Romanus Pontifex ? del primo e la Bolla ? Providentia Romani
Pontificis ? del secondo, molti specifici usi e diritti sacri, riconosciuti e garantiti aba
Chiesa Orientale dal concilio di Firenze e da Eugenio IV, precisati in norme espresse
e
circostanziate
da
diversi
Pontefici
suoi
successori,
che
tutti
consideravano
tale
una
?normalizzazione?,
? fiorentina
la parentesi
del XV
secolo
dalla
prima
soprattutto
insuccesso
conservata
in
?,
essa
pastorale
quanto,
si saldava
sottointendendo
esaurita
con
assunta
la posizione
e
comune
della
dalVinsegnamento
Peri