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SUPERARE
I CONFLITTI
SPAZIOINTERIORE
Gabriele Policardo
SUPERARE
I CONFLITTI
SPAZIO
INTERIORE
Gabriele Policardo
Superare i conflitti
2014 Gabriele Policardo
2014 Spazio Interiore
Tutti i diritti riservati
Edizioni Spazio Interiore
Via Vincenzo Coronelli 46 00176 Roma
Tel. 06.90160288
www.spaziointeriore.com
info@spaziointeriore.com
foto in copertina
Gabriele Policardo
I edizione: marzo 2014
INDICE
introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
lamore un genere diverso di conflitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
volume . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
le due anime della paura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
il senso di colpa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
il demone dellamore e del fato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
superare lattaccamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
perch chi infligge un abbandono
in apparenza soffre meno di chi lo subisce? . . . . . . . . . . . . . . . . 27
in amore vince il pi debole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
i dissociati sentimentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
amare due persone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
i cinque rimpianti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
cibo, energia, relazione. in una parola: creativit . . . . 37
sentirsi a casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
labbraccio del padre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
senza una parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
noia e priorit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
bolle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
il lato oscuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
il guru nero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
la madre nera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
la gratitudine nasce dalla quiete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
introduzione
Nel maggio 2013, dopo aver lasciato nellordine luniversit, la radio, la televisione, leditoria e il teatro, ho avuto unultima, disperata, folle idea: aprire una pagina Facebook per parlare di spiritualit,
lunico vero interesse che ha unificato, sostenuto e salvato la mia vita
dal Nulla che avanza come ne La storia infinita. Per anni mi sono
occupato di evoluzione, ricerca e guarigione. Ero noto ai miei conoscenti perch, sempre, chi aveva un conflitto poteva rivolgersi a me
e trarne delle ottime descrizioni per venirne fuori. Solo a patto di
mettersi in discussione, imparare a osservarsi, desiderare con tutto il
cuore e la volont di uscire dal malessere. La pagina ha avuto un improvviso e inaspettato successo. Migliaia di persone hanno iniziato a
leggere, quotidianamente, le cose che scrivevo, questo nostro lungo
racconto di scoperta e cura reciproca, scrivendomi centinaia e centinaia di mail, che ancora oggi riempiono gran parte della mia giornata.
Molte di queste hanno successivamente condiviso il percorso che ho
chiamato consultazioni,1 cio un gruppo di teorie, pratiche, metodi e
linguaggi per portare alla luce le verit che determinano il nostro destino, limitandolo, portandolo a ripetizioni dolorose, impedendogli
di esprimersi a favore della nostra gioia, abbondanza, serenit, salute
e ricchezza. Superare i conflitti vuol dire proprio abbandonarsi alla
verit che dentro di noi e preme per uscire a liberare la nostra divi1. Bench i tarocchi siano uno dei linguaggi che talvolta uso per descrivere i conflitti, ho preferito non usare la parola consulti per indicare che nella mia ricerca
chi ha un problema non viene a pormi una domanda per sentire delle risposte,
ma piuttosto a esprimere un problema perch io gli ponga una serie di domande,
allo scopo di trovare insieme la strada che lo conduce dal potenziale in cui si
trova, sofferente e contratto, a uno pi elevato in cui sereno, felice ed espanso.
lamore un genere
diverso di conflitto
La paura dei sentimenti come quella del mare profondo per chi
non sa nuotare. Appena si va oltre la superficie, si fa avanti il terrore
di non toccare pi e di sprofondare nel blu scuro, incontrollabile,
della dipendenza. Eppure, come si impara a nuotare a fatica e rischiando di bere un po dacqua salata, anche grazie a bravi maestri di
nuoto si pu imparare a non aver paura dei sentimenti; a non credere troppo in loro, lasciando che ci attraversino. Ad abbandonarci
l dove non tocchiamo, scoprendo che invece di annegare, avverr
quello che si verifica con stupore improvviso in mare aperto: lasciarsi
trasportare con dolcezza dalle correnti.
Il mare ci che pi da vicino ricorda i sentimenti; il fiume la
metafora pi idonea a rappresentare la psiche e lanima, lamore che
ci unisce agli antenati e ci connette ai discendenti, il modo in cui si
manifesta linconscio nella nostra vita e le scelte che compiamo tra
il rigagnolo ombroso della rinuncia e il torrente ampio e soleggiato
dellabbondanza.2 Il fine del lavoro su di s e di ogni terapia non
solo vivere meglio e far stare meglio gli altri. ripristinare il flusso
dellamore nella vita che, da qualche parte, si interrotto.
Come per molti secoli la foce del Nilo rimasta sconosciuta alla
maggior parte dellumanit, cos oggi un mistero la fonte dellinconscio, il fiume che superando gli ostacoli posti dal nostro Ego riesce a formare delle crepe nel mondo materiale in cui siamo immersi,
2. La meditazione sui due fiumi una pratica intensa e peculiare in cui guido molti
dei miei consultanti; i pi oppressi da carichi familiari e appesantiti da fardelli
di generazioni semplicemente non sanno, o non si sono accorti, di poter mollare
tutto ed entrare allistante in una dimensione pi ricca, sotto ogni punto di vista.
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Nel bene e nel male, rimettiamo in scena lamore che conosciamo. Se siamo stati amati poco, o a intermittenza, cercheremo persone aride o bloccate che riproducano questa dinamica. Agganciare
il proprio valore di s alla considerazione di unaltra persona una
consuetudine che espone a grandi rischi. Il disamore che produce
questa svalutazione non la regola. un incidente di percorso. Se
si acquisisce coscienza del proprio valore, allora lo si potr mostrare agli altri, attrarre persone che amino con completezza e a tempo
pieno. Scoprire di poter scegliere un grande successo nella vita. In
quanto lEgo un principio di identificazione molto forte e solo dalla
sua dissoluzione pu iniziare laccesso a una pi ampia e profonda
realt, che gran parte del mondo invisibile.
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volume
Perch a un certo punto della vita, appena innalzi il livello della tua
consapevolezza, iniziano ad andare in frantumi pezzi interi della tua
esistenza? Quando si sceglie la vita e si entra nellabbondanza, tutto
ci che si creato in precedenza nel segno della privazione e della
rinuncia destinato a collassare. C un conformismo del dolore tale
che spesso si sono spesi anni a creare queste impalcature, che in alcuni casi sono delle vere e proprie pietre tombali in forma di rapporti
di lavoro, legami, relazioni, persino hobby e forme dintrattenimento
o svago. Mi capitato molte volte di domandare Tu cosa fai per
esprimere la tua creativit? e sentirmi rispondere, dopo un breve
disorientamento, Vado in palestra.
come se entrare nellabbondanza accendesse la miccia della dinamite: questi piloni del ponte della rinuncia cadono rovinosamente, ma questo apparente caos e dolore sono assai costruttivi. Quando
il polverone sar stato portato via dal vento, rester solo una luminosa, infinita e raggiante libert. E si potr costruire una vita a un pi
alto livello.
Rapporti datati, relazioni sentimentali, posizioni lavorative e ruoli che hanno fatto da sarcofago, dun tratto si frantumano. La tua casa
non ti rappresenta pi e con gli altri Non ti capisci. interessante
notare che questi contenitori non vanno in pezzi da s: si rompono
perch si sono fatti troppo stretti per contenerti. Acquisendo consapevolezza, controllando maggiormente i processi della tua mente,
ascoltando il tuo corpo e le sue esigenze, il tuo volume cambiato e
lespansione diventa inesorabile. Ci che prima ti conteneva non basta
pi. Nel momento in cui dai ascolto profondo alla tua anima, alle sue
istanze, ai libri e ai diari in cui avevi scritto i tuoi desideri, che dun
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tratto tornano a parlare, a gridare, ogni cosa viene messa in discussione. C una fase iniziale di confusione, sconforto, in cui ritieni che
tutto sia sbagliato, che tu sia sbagliato. Gli altri, del resto, non fanno
che usare questo cambiamento come capo dimputazione e pretesto
di accusa. Tentano disperatamente di riportarti indietro, per essere
ancora simile a loro.
Subentra quindi un certo sgomento: oscilli tra lebbrezza del tuo
Nuovo Io, il mondo espanso di cui senti lattrazione e la bellezza
sconfinata da un lato, il conforto apparente, la quiete, limmutabilit
della piccola vita in cui ti eri rinchiuso dallaltra. Si attivano resistenze nella forma di paure, ansie, insonnia. E tachicardia! Lampiezza
crea anche vertigini e attacchi di panico. Accade quando si attraversa
una soglia importante e ci si distacca dai vecchi punti di riferimento.
Molti ti hanno visto cambiare in fretta e, non riconoscendoti,
offesi dal tuo coraggio di cambiare che essi non riescono ad avere,
cercano di comprimerti, di farti sentire in colpa. La loro funzione
questa: mantenerti a un volume inferiore. Impedirti di spiccare il
volo. La televisione, la stampa, i luoghi del falso divertimento e un
certo tipo di cinema hanno lo scopo di alimentare questa depressione. Ma la spinta dellIo irrefrenabile; in pi viene aiutata da una
serie di robuste correnti ascensionali che si sono attivate da pochi
anni a questa parte, proprio per favorire la crescita rapida di chi si
mette dimpegno, distaccandosi dalla massa e spingendo le vele della
sua nave, una volta che ha avuto il coraggio (per molti folle) di essere
davvero se stesso e di superare il terrore del mare aperto, alla conquista del continente ignoto, ricchissimo, che lo attende, dentro di S.
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il senso di colpa
La colpa tra i pi insidiosi fenomeni della psiche e uno dei pi difficili da riconoscere e superare, in quanto non esiste solo un senso di
colpa diretto (a seguito di unazione compiuta) ma ne esiste anche
uno indiretto o ereditario. Il primo dei due narra implicitamente di
una segreta obbedienza o di un patto infranto, per lo pi involontariamente. Di fondo non c, come si crede comunemente, la nozione
di bene o male, di giusto o sbagliato. C piuttosto un confine geografico, una soglia che potremmo definire legge relazionale.
4. Spesso fa tutte due le cose ciclicamente: come scoperto dal dottor Ryke Geerd Hamer nello studio delle costellazioni schizofreniche, la bilancia ormonale
decide in presenza di due conflitti attivi su entrambi gli emisferi cerebrali in
specifiche combinazioni se la persona sia aggressiva verso gli altri o distruttiva
verso se stessa.
5. Questo frammento di Bert Hellinger e i seguenti sono tratti da una serie di
domande e risposte pubblicate sul sito www2.hellinger.com.
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Mi capitato di assistere a grandi rivoluzioni nelle vite delle persone che non sapevano di essere affette da un antico senso di colpa e
se ne sono liberate grazie a un lavoro profondo. Vediamo ora come,
al di l di molte confutabili ipotesi, questa la vera causa di molte
relazioni disfunzionali.
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il demone dellamore
e del fato
Due persone si conoscono e si attraggono. Tra di loro nasce un improvviso maremoto che, come su due opposte scogliere, fa abbattere
una bufera di sentimenti incontrollabili in un gioco di specchi. Sentono di conoscersi da sempre, di essersi ritrovati dopo una lunga ricerca e semplicemente riconosciuti. Tale certezza, che penetra nelle
ossa fino a dare i brividi, viene rafforzata dai secondi successivi, in
cui una serie di prove inconfutabili attesta che quella senza dubbio
la prima volta che sincontrano. Avviene una scissione. Si guardano
e pensano che non possa essere vero. Eppure, la maggior parte delle
cose che separano le altre persone, nel loro caso sembra fare da collante; si potrebbe tentare una verifica, se non si fosse gi nel regno
dello spirito, oltre il bisogno di queste conferme materiali. Una prova
non occorre: tutto ci che dimportante c da conoscere, lo condividono gi. Allora, con un entusiasmo mai provato prima e lemozione
di aver scoperto, quasi per sbaglio, una terra nuova e sconosciuta,
viene loro da dire: Dove eravamo rimasti? Perch, tra queste due
persone e solo tra di loro, il discorso riprende da dove lo si era interrotto. Non, come con gli altri, dallinizio della storia.
Si accorgono di non poter fare una conversazione, perch finiscono sempre col dire o pensare le stesse cose, completando luna i
pensieri dellaltra, come recitassero battute scritte prima. Sempre
lo stesso copione, di film in film, di vita in vita:6 bastano poche ore
6. I legami karmici, anche se possono vedere allontanarsi fisicamente le persone
coinvolte, durano da prima della vita e proseguono dopo di essa. Sono la prova
del fatto che lAmore il fiume in cui scorrono tutti i destini, intrecciati tra di
loro indissolubilmente, e che la morte solo un rapido cambio di scena, tra una
rappresentazione e laltra.
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per scoprire che si sta bene insieme e ci si sente completi anche nel
pi totale silenzio.
Il mondo intorno sembra scomparire o a tratti animarsi, brillare
come fosse fatto di scintille: vive, coscienti, pulsanti. Lamore e gli
eventi precipitano. Si dicono Ti amo e si ripetono Per sempre.
Fanno progetti e gi vivono tutto il tempo passato, presente, futuro,
nel respiro di unintesa mai vissuta prima. Dun tratto, una delle due
infrange questo idillio e fa saltare tutto. Senza ragioni, spiegazioni,
n tantomeno possibilit dappello: si ritrae e sparisce, senza alcun
apparente motivo.
Laltra piomba nel panico, si sente avvolta da un senso di morte,
come inghiottita in un abisso. Ci che la devasta di pi la mancanza di razionalit, limpossibilit di attribuire un significato a questo
nuovo nulla, la convinzione di aver vissuto qualcosa di reale con la
tremenda paura di averlo solo sognato. Laltro mentiva? Recitava?
solo un folle che si mascherava? Niente di tutto questo. Si solo
attivato in lei, o in lui, il demone dellamore e del fato: esso coglie
improvvisamente quelle persone che grazie a un amore a lungo
atteso si toccano profondamente e si espandono al punto di sentirsi degli Di. Da quel momento, se per un motivo che ha sempre a
che fare con il senso di colpa ritengono di non meritare quellamore,
diverranno delle autentiche bombe a orologeria. Sopraffatti dal terrore che il destino possa improvvisamente sottrargli ci che li rende
completi e felici, non avendo motivi per nutrire un timore reale (ci
che annichilisce la persona rifiutata che tutto andava come in una
fiaba, senza una nota stonata), distruggono loro stessi quanto hanno costruito. Per dimostrarsi di non meritare nulla, che nella vita
andr sempre e comunque male. Poich si crea e si vive solo ci che
ci si aspetta di vivere. Fanno del male e si fanno del male, perch
temono un male peggiore.
Sono spesso proprio le persone che quando leggono o sentono
parlare di destino, di anime gemelle, di amori assoluti, storcono il
naso, sollevano la spalla, dicono tra s: Non pu succedere, non pu
essere possibile, non pu capitare a me. La vita invece li contraddice
e loro, nello stordimento iniziale, ci credono e si lasciano andare, perch quel che vivono reale e inebriante. Ed proprio perch tutto ci
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superare lattaccamento
Gli addii sono solo per coloro che amano
con i loro occhi. Poich per coloro che amano con anima e cuore non vi una simile
cosa come la separazione
Rumi
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perch vi una persona che soffre sempre e unaltra che si sente oppressa, giudicata, soffocata e tende periodicamente ad allontanarsi.
La prima ovviamente il fornitore, la seconda il consumatore. Il fornitore che a sua volta ha introiettato il modello del non aver diritto
a rifornirsi avendo avuto una madre consumatrice (e i genitori devono
essere sempre e solo fornitori verso i figli) soffre le pene dellinferno,
perch si sente abbandonato, umiliato, respinto: vive questo attaccamento e il dramma di non sentirsi mai scelto dal consumatore. In realt, lamore che gli manca quasi del tutto una sua produzione, cio
corrente che egli stesso genera e invia al consumatore. Questultimo
torna sempre perch di fatto pur essendo nutrito dalla corrente anche quando lontano (lamore perdura allo spazio e al tempo) alla
fine rimane a secco e torna a rifornirsi, sapendo di trovare la porta
sempre aperta.
Come si esce da questa situazione? Prendendone coscienza e, soprattutto, chiudendo la porta in maniera definitiva. Quando la corrente viene interrotta, il fornitore pensa di non poter sopportare il dolore
della solitudine. Non pu immaginare che il suo dolore, fortemente
contraddistinto da una componente narcisistica (gli manca il suo stesso amore!), da considerarsi al quadrato nel caso del consumatore, che
nonostante sembri distaccato, disinteressato e forte, in realt un disperato. Quando si accorge che gli hanno davvero staccato la corrente,
vive un vero e proprio elettroshock. Il solo modo dinnescare in lui un
autentico processo di cambiamento e crescita, che lo portino a mettersi in gioco e a dare a sua volta. Purtroppo, molte volte questa forza
subentra dopo lultimo di una serie di abbandoni. E solo superando
lattaccamento possibile riuscire in questa impresa.
Destrutturare un attaccamento una delle azioni pi dolorose
che possano esistere. un parto, in cui si d alla luce se stessi. Ci
che produce e mantiene un attaccamento verso una persona la proiezione di qualit, pregi, capacit e talenti che noi riteniamo di non
possedere e vediamo realizzati nellaltro. Sentiamo quindi di essere
incompleti e crediamo che la nostra completezza, la nostra sopravvivenza siano nelle mani di quella persona. Da questa forma dinfatuazione, che una vera e propria malattia, si pu guarire soltanto con
un taglio netto, chirurgico: una presa di coscienza che quelle qualit
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2009.
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quale non sa uscire. Vale a dire: chi vive sempre nel dolore, che ne
provi di pi o meno intenso, non fa troppa differenza. Chi invece vive
nella quiete o ha un suo equilibrio, al contatto con simili persone, si
vede inquinare la mente, i sentimenti, lanima, in modo che la vita gli
sembra improvvisamente un inferno. solo unillusione della mente.
Se rivolger a s lattenzione, laffetto, la corrente che rivolgeva allabbandonante, se si amer, nutrir, coccoler dapprima con tutto se
stesso, allora potr finalmente creare nella propria vita lo spazio per
un altro che non lo ami da meno. Che abbia sommo rispetto della sua
persona. Che non lo abbandoni pi.
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in amore
vince il pi debole
Il mio maestro di judo Arrigo Del Bello, che fu campione olimpionico, minsegn una regola fondamentale. Tra due lottatori non vince il
pi grosso e forte, ma quello con la tecnica pi raffinata. Da ci trasse
una legge fisica: Pi sono grossi, pi forte il botto che fanno.
Ricordo spesso questo insegnamento durante le mie consultazioni.
Lo trasmisi per la prima volta a una donna che in pochi mesi comp un incredibile cammino di consapevolezza, accettazione e amore.
Quando lho conosciuta, era una signora con gli occhiali, un po invisibile, intenta a nascondersi dalla vita nel caso bussasse proprio alla
sua porta. Afflitta da uomini sempre lontani o per un qualche motivo
latitanti. Oggi una grande donna, piena di bellezza e di energia, futuro, forza, trasformazione. Ha buttato gli occhiali e vede benissimo,
sia con gli occhi che con il cuore. Si liberata di una relazione/espiazione ed tornata a respirare.
Le persone molto insicure e infantili tendono ad attrarre amori
terapeutici, infermieristici, incastrando malcapitati amanti-genitori
in un gioco incessante di fuga. Per definizione, essendo dei bambini
bisognosi, non scelgono. Sono perenni amici, tormentati dallincapacit dinnamorarsi, compromettersi, coinvolgersi, assumersi responsabilit, fare dei progetti, condividere un destino. Imprigionati in un
eterno, frustrante, inestinguibile quattordicesimo anno di et.
A loro non pare vero che una persona sia caduta nella tela, che si
accontenti di quel nulla che danno, fornendo in cambio amore costante, protezione, abnegazione, comprensione, energia di qualunque forma e livello, nutrimento. Hanno i minuti contati: lincantesimo prima o poi svanir e quella persona si accorger che nel mondo
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esistono miliardi di occasioni migliori, individui che saprebbero anche dare, con cui la vita non sarebbe ununiforme e insopportabile
auto-punizione. Una continua rinuncia. Cos, iniziano a minare la
fiducia dellaltro, a esaltarne difetti, mancanze, debolezze; a rendersi,
per quanto teoricamente impossibile, fondamentali. Laltro, per amore, ignora che una persona amata possa mentire e comportarsi da
autentica canaglia; inizia cos a farsi distruggere intere porzioni del
proprio territorio, a credere in quelle fandonie, a chiudersi sempre
di pi in uno spazio piccolo, angusto, terrificante. Identico al tipo
damore che laltro sa dare. Una vera tortura. Sindebolisce progressivamente, centimetro dopo centimetro, fino a perdere il senso della
vita. Ma, in profondit, resta sempre il pi forte. Tuttavia, chi lo conosce come una persona di qualit e talento, resta sorpreso di come
e in quante occasioni sia giunto a farsi umiliare.8 Ma colui che ha in
mano la situazione, anche se non se ne accorge. Che pu decidere da
un momento allaltro di far saltare questa finzione e tornare alla vita
con pienezza e gioia.
Allora, ritorna linsegnamento del judo. Quelli che sembravano i
pi forti, sprezzanti, giudicanti, apparentemente indipendenti (fregarsene dellaltro non vuol dire non averne bisogno, anzi...) si rive8. Pu capitare che per amore di una persona che non ci corrisponde o che uscita
dalla nostra vita, ci troviamo nella debolezza di compiere dei gesti umilianti, che
sorprendono noi stessi, che incarnano un bisogno e un desiderio insopprimibili
e per qualche momento ci fanno derogare dal sacro del nostro essere. In verit, questi gesti sono degli atti di eroismo. Un modo di dire: io amo nonostante
te, nonostante tutto. Essi sono parte dellamore, della vita, sono un aspetto del
nostro saper amare comunque, al di l di tutto, al di l del tempo e delle azioni,
anche al di l di quello che sono poi veramente le persone che amiamo. Niente di
tutto ci che noi riteniamo speciale in loro (scopriamo in queste circostanze che
era tutto un nostro film, di cui eravamo registi, sceneggiatori, produttori e attori). Ma solo in tali momenti drammatici che ce ne possiamo accorgere davvero
e fino in fondo. Non c da pentirsi di quelle azioni: sicuramente nel futuro non
le rifaremo, ma accogliamo da subito che sono parte di un processo profondo di
evoluzione. Che ci servono a compiere il passo decisivo, a lasciar andare il passato, a guardare una realt da ogni angolazione, scoprendo che gran parte di essa
avevamo scelto di non vederla. E che saper amare un dono dato dagli dei che ci
rende noi stessi degli dei.
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i dissociati sentimentali
Sono tra i mali di questo tempo e vivono indisturbati grazie alla diffusa ignoranza psicologica e alle gravi carenze affettive che la nostra
civilt individualistica e nevrotica consente. Nonostante ci, ogni minuto pu essere loccasione propizia per liberarsene, se solo si ha la
capacit di riconoscerli e circoscriverli: dopo un breve momento di
profonda tristezza e biasimo, si potr sperimentare una nuova libert
e una gioia sconosciute, in solitudine ricostitutiva o nel sentire della
persona che gi, in arrivo, porter il nuovo paradigma e ricambier
sentimenti pi nobili.
Ricordo in particolare una persona che ha fatto con me diverse consultazioni e si liberata egregiamente di un dissociato sentimentale che la affliggeva da molto tempo, rovesciando in poche ore
e drammaticamente i reciproci ruoli. stata dura, ma ci riuscita.
una donna molto bella, intelligente ed evoluta, ha successo nella vita
e nel lavoro; purtroppo incappata in un dissociato sentimentale, il
caso classico dello pseudo-amico che fa da fidanzato ma sostiene con
convinzione di non essere innamorato. A tal punto lei lo ha amato,
da mettersi da parte e mettere da parte pure la propria intelligenza,
per dare credito alla messinscena del dissociato.
Quando ti metti da parte e pensi: Forse vero che gli piaccio ma
non mi ama, sar sbagliata io, il danno fatto! Sei nella rete con tutte
le scarpe. Occorre fare un po di chiarezza. Gli amici sono persone con
cui si ha un rapporto alla pari, al di fuori del bisogno e dellintimit. Si
pu anche sentirli una o due volte lanno e incontrarli con la stessa frequenza, senza che questo comporti un sacrificio o un malessere. Se un
amico ha bisogno di telefonarti tutti i giorni e se non rispondi riprova
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i cinque rimpianti
Ho letto la testimonianza di uninfermiera che, per anni, ha accompagnato i malati terminali lungo lultimo tratto della loro vita; persone
sole, profondamente sofferenti, amareggiate, spaventate. Ha riassunto in cinque frasi i pi comuni rimpianti che queste persone avevano
rispetto alla vita che stavano concludendo. Ci che mi ha colpito del
suo racconto la scoperta che tutti, anche i pi inconsapevoli, possano crescere enormemente negli ultimi giorni della loro vita. Ho
imparato a non sottovalutare mai la capacit di crescere delle persone. Alcuni cambiamenti erano fenomenali. Ciascuno speriment una
variet di emozioni, come previsto: rifiuto, paura, rabbia, rimorso,
maggior rifiuto e infine accettazione. Ogni singolo paziente trov la
sua pace prima di morire, ognuno di essi.10 I cinque rimpianti sono
rivolti ad azioni che, per quelle persone, erano ormai impossibili ma,
per molti di noi, sono ancora realt che abbiamo il tempo di modificare nella nostra vita: Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita
vera per me stesso, non la vita che altri si aspettavano da me. Vorrei
non aver lavorato cos duramente. Vorrei aver avuto il coraggio di
esprimere i miei sentimenti. Vorrei essere rimasto in contatto con i
miei amici. Vorrei aver consentito a me stesso di essere pi felice.
Credo che per noi sia un privilegio, alla luce di questa testimonianza, avere ancora il tempo di poter declinare tutti questi Vorrei
in altrettanti Io voglio.
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Quando mi trovo a parlare con una persona dei suoi problemi con
il cibo, domando subito cosa faccia nella propria vita per esprimere
la creativit. Nel silenzio che segue a questa domanda si cela la soluzione.
Tempo fa lessi su un giornale di un vecchio meditante indiano
che fu trasportato in un ospedale e posto sotto osservazione per
ventiquattro ore al giorno, in quanto sosteneva di non mangiare e
non bere da alcuni decenni. Subito scienziati, medici e giornalisti si
affrettarono a dargli del ciarlatano e a pregustare gli esiti della confutazione pubblica di tale possibilit, inaccettabile dal punto di vista
scientifico. Ebbene, non se ne seppe pi nulla. Purtroppo per loro, il
meditante indiano come tanti personaggi anche pi vicini alla nostra tradizione11 non bleffava ma dimostrava semplicemente quel
che nella vita di ciascuno sperimentabile con facilit. Un grande
amore, uno stato profondo di estasi e unione, sprigionano una tale
immensa energia sottile, da nutrire tutti i corpi e ridurre al minimo la
richiesta di energia fisica, consentendo anche al corpo di rigenerarsi
e mantenersi.
Ovviamente per una persona comune non necessaria la via mistica della rinuncia, delleremitaggio, dellascesi. Si pu vivere benissimo portando quella consapevolezza nella vita di ogni giorno e riducendo sempre pi la contrazione per aumentare, come in un vero
11. La pi vicina a noi la mistica tedesca Teresa Neumann che, applicando a dovere
linsegnamento Chi mangia di me, vivr per me (Gv 6,57), trascorse buona
parte della sua vita senza mangiare n bere, prendendo solo unostia consacrata
al mattino. Il tutto sotto lattento e scrupoloso esame degli scienziati.
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sentirsi a casa
Quando una persona mi racconta un problema o un conflitto, sentendo da parte mia tutta laccoglienza e lattenzione di cui sono capace, le domando subito se e dove si senta a casa. Ci avviene in particolar modo nel caso di persone in evidente sovrappeso, che tendono a
trattenere grandi quantit dacqua, come fossero in costante lotta per
la sopravvivenza.12 C infatti chi attraversa ogni giorno un deserto,
per arrivare alla fine della giornata. Dal punto di vista della nostra
psiche animale, frequentare territori nemici, pieni di rischi e di creature ostili, fa parte della specie e della natura. Ma la natura stessa non
ha previsto ci che accade in moltissime vite, cio che ciascuno, nella
propria tana, invece di sentirsi protetto, accolto, al riparo e al sicuro,
si senta minacciato, indesiderato, precario o in conflitto con altri occupanti. Ho incontrato persone che, pur vivendo sole, percepivano
una netta ostilit da parte della casa, che evidentemente come fosse
dotata di una sua anima non approvava di essere abitata da loro:
perch poco amata, ancora legata ai precedenti proprietari, o ancora
perch al centro di unaspra contesa ereditaria.
Sentirsi a casa significa che per una parte della giornata si al riparo; accolti, accettati per come si , amati e protetti. Diversamente,
il corpo si sentir in continua fuga e invier ai reni lordine di trattenere lacqua. Quando ci accade, com noto, qualsiasi sintomo viene esasperato. Dai dolori articolari alle infiammazioni, dal gonfiore
12. Quella che il dottor Hamer chiama, nel suo linguaggio delle 5 leggi biologiche,
Sindrome del profugo, ovvero un programma speciale dei tubuli collettori renali che ha lo scopo di ripristinare un codice arcaico, impedendo lespulsione
dellacqua dal corpo, sia in periodi di forte spaesamento o appunto di conflitti del
profugo, sia durante un qualsiasi programma biologico (malattia).
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Una donna che non riusciva a provare piacere nei suoi rapporti con
gli uomini, che aveva difficolt relazionali, ha vissuto con me questa
esperienza. Sapendo che una donna cerca nel mondo luomo che la
fa sentire desiderata e bella come il padre lha fatta sentire, e che la
amer nel modo in cui la madre lha amata, le ho domandato quanto
fosse stato conflittuale il suo rapporto con il padre. Mi ha risposto
che il padre era sempre stato lontano, distante, intoccabile, e che un
giorno fu traumatizzata dal vedere che picchiava la madre. Se ne allontan. Tuttavia, il giorno prima che morisse, lei aveva sentito che
la fine era vicina ed era corsa da lui. Si erano salutati in un abbraccio
di riconciliazione. Eppure non tutto si era sciolto in quellabbraccio.
Ci che lei infatti non era capace di superare era il blocco di un altro
abbraccio, che invece non aveva mai ricevuto. Labbraccio di un padre
grande verso una figlia piccola.
Dopo averla condotta in uno scenario interiore accogliente, gi
visitato insieme in una precedente consultazione, la guidai allincontro con il padre. Fu allora chiaro quanto in tutta una vita si era posto
solo come dolore e conflitto. Che lei era dovuta subentrare alla madre nel ruolo di vice-madre, in quanto maggiore di tre sorelle. Nel
fare questo, era anche subentrata nel ruolo di vice-moglie, ovvero di
compagna del padre. Ci laveva cristallizzata in un ruolo innaturale
e di fatto laveva resa fedele a lui come una vera moglie lo al marito, fin dopo la morte. In questa esperienza, lei vide il padre povero e
grigio, ovvero bisognoso di affetto e di cura. La guidai nellintrodurre, in questa esperienza, la persona che veramente avrebbe dovuto
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Dopo aver seguito una mia conferenza, una meravigliosa donna del
Sud volle incontrarmi per una consultazione. Portava un grande
peso nel cuore. Lavorava in un settore in grande espansione e trovava
delle notevoli difficolt di affermazione: ci mi permise di mettere
subito a fuoco lorigine di tale peso. In un modo pi intenso del solito, rispetto ad altre storie simili, le sfuggiva completamente il ribaltamento di ruolo nei confronti della madre. Si sentiva piuttosto in
colpa del contrario, cio di non esserci stata quando lei era ammalata,
mentre il fratello s. Unassenza rinfacciatale dal padre. Ci ho messo
un po prima di farle vedere che il meccanismo era esattamente il
contrario di quel che lei credeva. E quando le ho descritto una scena
in cui lei stessa si era trovata, un pianto antico sgorgato dalla fonte
del cuore, soltanto al sentire pronunciare questa frase: Tu non hai
diritto di parlare.
vero che suo fratello minore simpegnava molto per aiutare
la madre e stava insieme a lei durante la malattia. Ma anche vero
che prima della sua nascita era stata la figlia maggiore a mettersi da
parte per dare alla madre, invece di prendere soltanto come sarebbe nellequilibrio naturale del rapporto. Il centro del problema che
questo dare non consiste soltanto nel fare e nel dire. Dare significa
accogliere. E laccoglienza nella presenza, nella comprensione, nel
silenzio, nella condivisione, nel mettersi da parte per contenere un
altro dolore, nel sacrificarsi per proteggere chi pi debole in quel
momento. Senza una parola.
Dare e accogliere sono nel momento in cui il padre si sta per scagliare contro la madre, intercetta lo sguardo della figlia di quattro
anni che sta giocando e, istantaneamente, diventa madre di sua ma-
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dre e con gli occhi dice lui: Se tu la tocchi dovrai passare anche sul
mio cadavere. proprio nel proteggere e nel nutrire che si dispiega
questa dinamica che non ha bisogno di azioni n di parole. uno
stato, un incantesimo, una questione di posizioni. Di questo testimone anche il padre, che consapevole a livello inconscio dei ruoli,
lha accusata di non essersi presa cura della madre in un modo che
lasciava intendere: Come una madre si occupa della figlia. A conferma di questo, il fratello andato a vivere lontano dalla famiglia,
con tuttaltre problematiche personali (un genitore non abbandona
mai i figli) mentre lei rimasta presente e ancora rivolta alla madre
come la grande verso la piccola. Per una volta ancora, portare allesterno ci che allinterno ne scioglie il potere; aver consapevolezza
di un ruolo impedisce di viverne i limiti, i paradossi, i dolori.
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noia e priorit
La noia essenzialmente la spia che si accende quando ci si sta costringendo in un livello energetico inferiore e reprimendo le spinte che condurrebbero pi in alto o in una maggiore estensione ed
espansione. un trovarsi in riserva al contrario, cio il contatore
della benzina dellenergia psichica che trabocca dal serbatoio dellIo,
quando questo Io costruito da altri non ci contiene pi, come un
vaso troppo piccolo non conterrebbe un baobab. Conosco una ragazzina illuminata che, ad esempio, per non sentirsi troppo aliena
si reprime e si abbassa al livello intellettuale dei coetanei per essere
decifrata e non allontanata. Quindi si annoia mortalmente. Ma una
finzione non destinata a durare. Lo stesso avviene in molte coppie,
per non parlare del lavoro. Giacomo Leopardi scrisse che preferiva
il dolore alla noia, ed comprensibile. Il dolore pu essere una terra
di passaggio per realizzare uno stato superiore, la tensione che ci fa
desiderare di essere diversi, pi ricchi, pi amati, pi riconosciuti, pi
abbondanti. La noia in genere si attiva per richiedere un cambio di
rotta o, pi precisamente, una ristrutturazione nelle proprie priorit.
Spesso nelle famiglie si vede con chiarezza che ciascuno mette le
sue priorit davanti a quelle degli altri, anche e soprattutto in condizioni in cui ci non dovrebbe avvenire, ad esempio i genitori verso i
figli. Le priorit sono spesso sorrette dalle passioni e non dal senso
della responsabilit e dalla ricerca dellarmonia. Allora un genitore
pu porre un proprio bisogno, desiderio o persino vizio di fronte
alle esigenze del figlio e ci davvero disfunzionale. Il figlio si sentir
tremendamente svalutato e privato di protezione, amore, sicurezza.
Molti specialmente in questo periodo di crisi e povert rivelano di avere priorit malsane, che nutrono gli aspetti meno profondi
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bolle
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il lato oscuro
Impariamo molto dai film e alcuni capolavori della fantasia racchiudono insegnamenti complessi e accurati. Esiste una trilogia epica che
tratta specificamente liniziazione e la ricerca nel campo spirituale.
Credo che il successo planetario della saga di Guerre Stellari sia
dovuto alla mirabile rappresentazione del conflitto tra bene e male
allinterno delluomo. Ritengo che nella cultura del Novecento occupi lo stesso posto che lAmleto ha occupato in quella del Seicento.
la storia di un contadino di un remoto pianeta, che scopre di essere
lultimo discendente di una nobile dinastia di cavalieri chiamati Jedi
e si sottopone alladdestramento di due grandi maestri, mentre la sua
galassia lotta contro loppressione di un terribile impero, dominato
dal lato oscuro della forza. Il simbolo di questo lato oscuro Darth
Vader, un cavaliere Jedi che fu sedotto dal male e vi cedette, uccidendo il padre del ragazzo, divenendo non un demone, non il male,
ma e ci molto significativo un burattino meccanico nelle mani
dellimperatore (il male incarnato).
Lidea straordinaria di George Lucas per il livello successivo:
Vader non lamico che trad e uccise il padre del protagonista,
lui stesso il padre. Pur recandogli un dolore estremo, pur uccidendo
tanti dei suoi amici e mettendo a repentaglio la sua vita e la libert
dellintera galassia, alla fine della saga si redime: lascia che il bene che
era nascosto in lui vinca sul male e uccide limperatore per salvare la
vita al figlio. Questo livello di lettura della realt, tra lepico cavalleresco e il mondo mitologico dello yoga, ha formato milioni di giovani
spiegando loro che perfettamente naturale provare seduzione per
il male, per le sue forme oscure, talvolta sensuali, visceralmente allettanti. altres vero che pi in alto si sale nella scala dellevoluzione
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il guru nero
Come un vero maestro ha a cuore la liberazione del proprio discepolo e la sua massima realizzazione personale, cos un cattivo maestro
far di tutto per assicurarsi un forte esercizio del potere, un controllo
totale e costante, nonch linstaurazione di una terribile dipendenza.
Esiste un maestro per ogni discepolo. Il problema non sono i
maestri diceva il mio sono i discepoli. evidente che qualunque disciplina una persona voglia apprendere, ha davanti due strade:
impararla da s o farsela insegnare. Alcune, come la Cabala, non si
possono neppure insegnare ma si acquisiscono direttamente. Come
gli aspetti pi sottili di tutto ci che si pu imparare vengono assorbiti direttamente dal discepolo, che li vede realizzati nel proprio maestro. Ci vogliono grande forza e umilt per riconoscere in un altro
essere la massima realizzazione di ci che si vorrebbe raggiungere. Al
contempo, un grande essere veramente realizzato vede subito i semi
di tale realizzazione in un discepolo. Da questo senso di unit, che
base e condizione del percorso di apprendimento, non bisognerebbe
mai allontanarsi. Un vero maestro non dice mai Io opponendolo a
tu. Al limite dice noi; pone come fondamento del proprio insegnamento la verit che il discepolo sia identico a lui, seppur in fieri.
Un vero maestro ti fa sentire a casa perch la tua casa. Con lui ti
senti amato e curato, nutrito e coperto, costantemente. Timpartisce
lezioni anche durissime, che piagano e mortificano il tuo ego fino a
distruggerlo, ma non lascia mai scomparire lamore totale e incondizionato sullo sfondo del suo lavoro.
Un vero maestro venuto a portare la spada perch il suo scopo
rompere tutti i tuoi condizionamenti, le cose che pensi di sapere,
tutto ci cui ti aggrappi per debolezza, per paura, per convenzione,
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la madre nera
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la gratitudine
nasce dalla quiete
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bambini. Rimuoverli o negarli significa annullare il progresso, perseguire un modello immacolato, artificiale, irreale. Nella nostra civilt
vanamente competitiva, predisposta a incoronare sempre e solo i falsi
forti, sbagliare spesso vissuto come un dramma mortale, da cui non
c redenzione. Sarebbe bello ideare un premio per chi sbaglia di pi.
Poich pi grosso lerrore, maggiori sono linsegnamento, il valore,
la trasformazione che si acquisiscono attraverso di esso. Solo prendendone completamente coscienza, si pu evitare il vero pericolo,
che il commetterlo una seconda, terza volta, o il portarselo dietro,
come unombra, tutta la vita. Dunque, siamo grati anche ai nostri
maestri errori.
Come scrive Bert Hellinger: Ringraziare mi rende grande. Poich se ringrazio, prendo come un dono ci che laltro mi d. Esso
mi arricchisce perch lo prendo. Allo stesso tempo, ci che prendo
ringraziando non lo posso pi perdere. Il ringraziamento mi permette di serbarlo e di moltiplicarlo. Ha leffetto del sole e della pioggia
calda su di una giovane piantina. Essa prospera. Il ringraziare collega.
Ringraziando, le nostre relazioni prosperano. Perch a chi ringrazia
si d volentieri. In contraccambio, quello che prende ringraziando
diventa interiormente ampio e non pu far altro che dare a sua volta
e donare ad altri ci che ha preso come un dono ringraziando. Per
questo, il ringraziare rende ricco e felice non solo me, ma anche gli
altri. Chi ringrazia, apprezza ci che gli viene donato, e in questo
modo apprezza anche quelli che gli fanno questo dono. In questo
modo, ringraziando divento grande sia io, sia ci che mi viene dato e
sia quelli che danno.
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