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lunatica
di
contrappuntistica e armonica in Fa Maggiore.
incredibile
complessit
Figura
1
Si noti che nel secondo accordo presente un Sol# in pi che nel precedente,
venendosi a formare (evidenziato in rosso) una melodia di terza discendente,
anticipazione del principale elemento costruttivo del quarto movimento.
Oltre a rappresentare la fine della progressione discendente e la fine
dellAdagio, questi due accordi incarnano la condizione a priori del Allegretto
ma non troppo, dal momento che si presentano con la stessa esatta sonorit e
nel medesimo registro da cui sgorgato il primo movimento. Tenendo conto di
ci, lapertura della Sonata in medias res assume un rinnovato, pi profondo
significato, quasi una giustificazione della dominante, una rinascita dellidea
musicale3. Limportanza delaccordo confermata dallinsistenza su di esso e
dalla conseguente trasformazione, dopo un passaggio in stile di cadenza da
Concerto [margine destro in fig. 1], nella citazione letterale dellinizio del primo
Figura
2
4 Lettera 1061.
5 Ibidem. Traduzione: ma ci che difficile anche bello, buono, grandioso, ecc da
questo tutti realizzeranno che questo il complimento pi generoso che si possa porgere,
poich ci che complesso e difficile ci addolcisce.
6 William Kinderman, Beethoven, 1995, Oxford University Press.
INTRODUZIONE ALLANALISI
Il primo movimento un brano in forma di allegro di Sonata7. Nei pezzi delle
Sonate di Beethoven composte sinora, composti in questa forma, il rapporto
dialettico tra i due temi stato il principio compositivo fondamentale: i due
gruppi tematici determinano, infatti, la presenza di due caratteri ben definiti
e distinguibili, dal cui rapporto si sviluppa il brano. Spesso questo rapporto di
contrasto, sia sul piano dellatmosfera affettiva sia (naturalmente i due fattori
sono strettamente connessi) per quanto riguarda i principi compositivi utilizzati.
Quando non in contrasto diretto, i due gruppi tematici rappresentano
comunque due personalit differenti e, nonostante possano basarsi su motivi
compositivi simili, la variet viene sempre garantita. Questa variet
superficiale si fa carico di quella variet di significato che in fondo la
bellezza della forma di allegro di Sonata: il contrasto o la contraddizione tra
due affetti ben distinti pi o meno chiaramente enunciati, si risolve alla fine
infine, solo attraverso un elaborato gioco di confronto retorico, sfociando nel
tanto desiderato ritorno del primo tema e nellancor pi riequilibrante
secondo tema riproposto nel tono dimpianto.
NellAllegretto che ci apprestiamo ad analizzare non avviene nulla, o quasi, di
tutto ci: allascolto quasi impossibile percepire un qualsivoglia cambio di
umore tra primo e secondo tema. Gli stessi temi non emergono dal tessuto
musicale in modo particolarmente evidente e nessuno dei due ha carattere
affermativo. Lintero pezzo si percepisce come unomogenea durchzusammensetzung, in cui le divergenze affettive sono appianate in un liquido
fluire melodico. Questa omogeneit soccorre al fine di Beethoven di creare un
primo movimento che preludiasse al secondo senza sminuirne la quantit
dinformazione espressa ma che, nel contempo, preservasse la sua importanza
semantica e emozionale nellarchitettura totale della Sonata. inoltre, sempre in
virt della forte omogeneit datmosfera del movimento, Beethoven in grado
di rievocare lintera gamma di sfumature presenti in esso citandone solamente
quattro battute (immediatamente prima del quarto movimento).
La preziosit di questo Allegretto ma non troppo, sta proprio in questo: la
convivenza, quasi paradossale, di una microstruttura estremamente
particolareggiata e ricca di raffinatezze compositive con una fluidit e una
scorrevolezza preludiante che permettono, comunque, la percezione immediata
della macrostruttura (forma dellallegro di Sonata) allinsegna di una semplicit
dascolto piuttosto rare in Beethoven. Questo risultato viene raggiunto
attraverso una gestione a dir poco magistrale di materiali musicali differenti.
Ogni novit sul piano motivico e melodico in qualche modo predetta o
prevedibile e ogni frase (spesso di lunghezza o organizzazione irregolare) sfocia
nella seguente pur mantenendo una sua coerenza interna. In altre parole, la
7 Si veda Analysis of form in Beethoven's sonatas (1901) di Henry Alfred Harding
melodia uno sviluppo continuo che pare quasi rompere il rapporto gerarchicoinsiemistico tipico della canonica organizzazione formale. Non stupisce sapere
che questo movimento era il prediletto da Wagner, il precursore per eccellenza
della melodia infinita, nellambito dellintero corpus delle Sonate per
Pianoforte8.
Questo processo di dissoluzione formale e retorica operato da Beethoven non
stravolge comunque larchitettura dellallegro di Sonata. Ora per difficile
comprendere se limpiego di questa forma sia effettivamente necessario ai fini
di un equilibrio strutturale globale o se il compositore se ne serva come un
modello oramai appartenente ad una tradizione ben consolidata ma quasi
esautorata di significato espressivo. Ma forse sta proprio in questo la grandezza
del movimento: un equilibrio perfetto tra invenzione melodica libera e
strutturazione formale, tutto sommato, rigida.
Lordine con cui si susseguono le sezioni in cui si articola il brano 9, rispetta,
come gi sottolineato, piuttosto fedelmente lo schema dellallegro di Sonata
sebbene le proporzioni fra di esse e il loro trattamento nella gestione tematica
risultino inusuali. Ancor meno classici sono i collegamenti tra le varie sezioni:
nessuna di esse effettivamente compiuta in s ma, al contrario, sfocia nella
successiva senza particolari stacchi o cambi dumore. Pi specificamente 10, nei
finali di sezione non si ha la condensazione dellintero compositivo, ma solo di
uno o alcuni dei suoi molteplici aspetti: i parametri compositivi non si rifanno
ad un solo principio dialettico ma seguono direzioni quasi autonome. Ad
esempio, se una sezione qui in senso molto lato ha raggiunto la simmetria
sul piano dellarticolazione fraseologica, armonicamente non si ha raggiunto un
grado-cardine, oppure la dinamica in una fase di instabilit, e cos via.
Viceversa, punti di culmine dinamici (fortissimi o armonici) si trovano spesso in
luoghi non strutturalmente cruciali. Quando invece una sezione sembra
chiaramente seguire una direzione in tutti i suoi parametri, ecco che Beethoven
la contraddice completamente quando raggiunge la chiusa, la quale a sua volta
come accennato sopra funge gi da incipit della successiva.
Sempre in linea con questa destabilizzazione costruttiva si osserva come ad
una ritmica decisamente uniforme si accosti una continua oscillazione
dinamico-armonica e come al complicarsi delluna corrisponda un graduale
8 Cfr. Andrs Schiff, alle conferenze presso la Wigmore Hall, 2006.
9 La divisione in sezioni proposta nel prossimo capitolo simile a quella proposta da A.
Harding (vedi nota 7) e se ne discosta solo per quanto riguarda il punto di inizio della
ripresa.
10 Il seguente procedimento ricorda vagamente lo stile del primo Bartk (armonizzazioni
di melodie tradizionali, Mikrokosmos I-III, Childrens Pieces I-II, ecc)
Naturalmente esistono alcuni parallelismi fra parametri diversi livelli, presenti con
valori analoghi, che il nostro orecchio (o il Compositore) trova spontaneamente;
naturale, ad esempio, che a maggiore ampiezza si tenda ad associare una dinamica
spostata verso il f, o che maggior numero di voci la mente aumenti la percezione
dellintensit, e cos via
ESPOSIZIONE
[1-4] Primo Tema
Figura 3
Di brevissima durata, il Primo Tema [fig. 3] una frase 11 binaria aperta, con una
melodia molto semplice ed una netta prevalenza di gradi congiunti. La
scrittura, come lungo lintero corso del pezzo, visibilmente contrappuntistica.
Netta anche la suddivisione fraseologica interna: due semifrasi A e B alle
quali segue la giustapposizione di una codetta (1).
Pur nel loro piccolo, A e B sono semifrasi contrastanti: A insiste su un solo
accordo (quello del V grado del tono dimpianto) e B ha un ritmo armonico
triplo il profilo melodico di A approssimativamente ascendente mentre quello
di B discendente12, la tessitura delle parti di A basata sul moto contrario
mentre quella di B sul moto retto, infine le dinamiche di A seguono il profilo
melodico (crescendo quando la melodia sale e viceversa) mentre B ne
indifferente (sonorit piano). Le due semifrasi hanno in realt la stessa esatta
lunghezza di 3 movimenti e costituiscono una coppia simmetrica e positiva 13. Il
materiale motivico di A, in ogni caso, subisce elaborazioni pi di frequente ne
corso del brano rispetto a quello di B, in quanto possiede una maggiore carica
espressiva e fattori di maggiore interesse melodico.
Non solo ogni suddivisione del pezzo in questione si manifesta come la pi
spontanea continuazione della precedente, ma persino lincipit del brano si
rifiuta di essere affermativo: innanzitutto il p presente in questa edizione
(Peters) non proviene dallautografo, che , al contrario, privo di
11 Il fatto che il tema sia una frase e non un periodo si vedr pi avanti; il lettore tenga a
mente questo elemento di grande importanza.
12 Osservando pi attentamente, noteremo che (ad esclusione del LA in levare) il profilo
melodico delle due semifrasi perfettamente speculare.
13 Le due semifrasi possiedono il semplice significato di coppia domanda+risposta
(dovuto, ovviamente, al rapporto di quinta che sussiste fra le armonie principali relative a
ciascuna delle due), tuttavia fortemente indebolito dalla cellula 1 (vedi pi avanti).
10
11
12
(battute 9-10)
14, 16, ecc)
(battute 12-13)
(battute
15 La ritmica e il profilo melodico di 9-10 sono analoghi a quelli di 12-13; lo stesso vale se
confrontiamo 11 con 14: la ritmica leggermente diversa (ma il pattern di 14 una
semplice variazione di quello di 11) ma il profilo melodico e i collegamenti armonici sono
equivalenti. Mi pare dunque opportuno considerare 9-11 la prima semifrase ternaria (2+1)
e 12-14 come la seconda semifrase ternaria simmetrica (sempre 2+1). La battuta 15,
invece, costituisce un eccezione sotto tutti i punti di vista presi in considerazione poco fa e
rende lintera frase di sette battute a-simmetrica.
16 A battuta 11, il tetracordo discendente quello di B trasportato una quinta sopra
mentre la seconda volta, alla battuta corrispondente (14) esso sfumato dallimpiego di
una ritmica diversa.
13
14
Figura 4
4
e
15
16
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18
ELABORAZIONE
Alla fine dellEsposizione il brano ha raggiunto un momento di tenera
tranquillit non ancora provata. A battuta 33, continuando con il ritmo
sincopato del Pedale, la massa accordale si concentra20, la sonorit
delicatissima, quasi volatile21. Laccordo diventa un bicordo pianissimo (la
delicatezza eterea a questo punto) che introduce una citazione tematica in mi
maggiore alla mano sinistra.
LElaborazione relativamente breve e si divide in tre parti: nella prima, A, il
soggetto, viene citato nelle tonalit della dominante e della dominante del
sesto grado, nella seconda, la pi beethoveniana viene elaborata la coda di A
con altri elementi di varia provenienza fino al culmine, sulla tonalit della
dominante di do# minore (dunque un tono lontano) e infine, nella terza una
progressione ci porta a La minore, dove viene citato nuovamente A.
Nella prima frase latmosfera delicatissima e sospesa. Il modo in cui
Beethoven ottiene un simile effetto semplicemente magistrale e si basa sulla
copresenza di pi piani ritmici differenti: le parti di soprano e contralto
dellesposizione di A sono riproposte unottava sotto (alle posizioni equivalenti
al tenore e al basso), la prima fedelmente e la seconda semplificata in modo
che sia comunque percepita la ritmica caratteristica (con lappoggio sul
secondo ottavo). La semifrase tuttavia allungata di battuta, in cui e
lascoltatore comincia a perdere la cognizione narrativa e lappiglio fraseologico
regolare e canonico a cui prima si era abituato. Armonicamente avviene
qualcosa di insolito: lapposizione della sesta al bicordo sol#-si produce un
accordo di settima di seconda specie in primo rivolto che lorecchio non riesce
a contestualizzare fino al cambio di modo e alla risoluzione V-I nella tonalit di
fa# minore. Il cambio di modo ottenuto alterando la prima nota della melodia
di A contestualizzandolo nel tono del VI grado rispetto al tono dimpianto22.
Inizia cos un periodo musicale in pieno stile beethoveniano, cio basato su una
riduzione progressiva ed incalzante dei frammenti musicali, che conduce ad
un climax, vedre,p, molto particolare. Il materiale che Beethoven utilizza
20 A partire da questa sonata (si vedano soprattutto il secondo e il movimento), notiamo
laffermarsi di un topos beethoveniano, utilizzato fino alla op 111, di incredibile efficacia e
di estrema modernit: mano destra e sinistra molto lontane tra loro che suonano massicci
accordi, spesso fortemente dissonanti. Il vuoto fra le due mani crea un effetto
particolarissimo, che diventa magico quando viene poi ricolmato.
21 Si passa, senza preavviso da accordi a 6 voci su un doppio pedale di tonica, con un
ultimo accordo contenente ben 4 fondamentali, ad un accordo a 5 voci con una sola
fondamentale, seguito poi da un bicordo di terza e quinta dellaccordo di tonica.
Lappoggio al suolo compromesso sebbene alcuni interpreti, che a mio parere si
sbagliano in questo caso, usano il pedale di destra!
19
20
(del tono dimpianto) a sottodominante del tono del terzo grado. Questo viene
raggiunto, ma la risoluzione non affatto bilanciata con la preparazione (una
cadenza imperfetta V65-I della durata di un ottavo, sul tempo debole non
certamente appagante). Sbilanciata pure la chiusa a Mi maggiore che
avviene s secondo uno schema di intensificazione della tensione armonica ma
formalmente inadeguato a saziare il desiderio e le aspettative generate sino a
quel momento. Queste scelte si mostrano, ancora una volta, miranti alla
delusione delle aspettative, alla soppressione di una schietta e classica
risoluzione, sempre a vantaggio di una generale indecisione fin quasi di uno
smarrimento della via che preluderebbe a Wagner.
Reputo
21
T:
25-33.
22
RIPRESA
La ripresa comincia (come precedentemente accennato) con la ripresentazione
di A nella medesima tonalit dellEsposizione. A questo punto Beethoven attua
una elisione completa di B e delle battute 5,6,7,8 del Ponte Modulante e
raccorda lelemento A con la ripresa di battuta 9 e seguenti (precisamente
lultimo quarto puntato di 8) nel tono dimpianto. Di qui in avanti la ripresa
procede senza eccezioni dalla forma canonica fino alla coda.
Si noti tuttavia che la prima Tonica in stato fondamentale dellintero brano
autenticamente raggiunta si trova a battuta 77.
Considerazioni generali
Data linstabilit armonica dellEsposizione e la scarsa capacit conclusiva del
pedale di tonica della Coda dellEsposizione, la ripresa non pu chiudere il
brano ed unulteriore coda, di proporzioni adeguate, assolutamente
necessaria. Naturalmente si approda alla Coda senza soluzione di continuit:
questultima sezione appare nuovamente, la continuazione pi naturale e
spontanea della precedente.
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CODA
La fluidit della transizione dalla Ripresa alla coda ottenuta (cos come per il
passaggio da Esposizione a Elaborazione) tramite il mantenimento del ritmo
sincopato e della testura accordale fino ad un prossimo evento di cambiamento
testurale. Se a battuta 33 gli accordi si alleggerivano sino a due sole note
simultanee, ora (battuta 85) le voci sono addirittura 9! Troviamo un fulmineo
crescendo che porta in soli quattro accordi allunico ff dellintero brano.
Linnalzamento della tensione assolutamente (volutamente) sproporzionato. Il
fine quello di lasciar presagire altri sviluppi futuri che possano ri-equilibrare
questo inaspettato e isterico cambio dumore.
Seguono infatti due eco dinamico-armoniche di questa impennata a battute
85-87, una a battute 93-94, e laltra nelle ultime 2 battute dellAllegretto.
La dinamica regolarmente oscillante: scema fino a 92 (si noti limpiego dei
sedicesimi, gli unici due dellintero movimento, come smorzatori), risale fino
a 94 (questi quattro accordi sono una risposta ai precedenti, una sorta di eco
con un crescendo di netto meno incisivo), poi diminuisce (da 96 a 99) e cresce
fino a battuta 102, in p subito, dove, con un ritardo 7-8 e ritmica piana
conclude il primo movimento della sonata, naturalmente in la maggiore. Il
materiale tematico impiegato in questa coda proviene principalmente dal
secondo soggetto della cui inversione c un Stretto nel ritardando conclusivo.
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