Vous êtes sur la page 1sur 23

S T O R IA D E I M IC R O F O N I D A S T U D IO

Di Emanuele Giorgetti
e Luigi Chelli

IIN
NTTR
RO
OD
DU
UZZIIO
ON
NE
E::
Nel 1920 lavvento del broadcast radiofonico, la registrazione elettronica di dischi e il
cinema sonoro stimolarono in modo deciso la ricerca e lo sviluppo di microfoni da studio
di alta qualit: microfoni omnidirezionali a condensatore e dinamici dapprima,
unidirezionali e bidirezionali a gradiente di pressione dai primi anni 30. Al giorno doggi
queste categorie non sono ancora cambiate; numerose e importantissime innovazioni
sono state per introdotte sottoforma di nuovi design, materiali sempre pi sofisticati,
migliori performances e dimensioni sempre pi miniaturizzate.
Ci troviamo tuttora sommersi da miriadi di modelli diversi e la scelta del giusto microfono
da parte del tecnico pu essere tanto difficile quanto di fondamentale importanza per la
qualit finale del suo lavoro.
La scelta deve
essere basata
sia su una
profonda
conoscenza
delle specifiche
tecniche del
prodotto, sia su
una vasta
esperienza
personale sul
campo con
differenti fonti
sonore e diversi
ambienti di
registrazione.
Idealmente desidereremmo tutti un microfono universale, perfetto per ogni applicazione,
ma tale apparecchio non esiste, perch ogni situazione ha necessit diverse.
Diversamente da un amplificatore o un altoparlante, nei quali si ricerca teoricamente la
massima linearit, ogni microfono ha la sua risposta in frequenza, a seconda delluso
che se ne deve fare. Ad esempio la musica classica spesso richiede una risposta piatta
per una riproduzione fedele del timbro, mentre per la musica pop si cercano di esaltare
particolari caratteristiche di una voce per riuscire a vendere pi dischi.
Lo scopo che ci prefiggiamo con questa relazione quello di tracciare e sottolineare la
storia della ricerca e commercializzazione dei vari microfoni da studio di alta qualit,
dalla loro introduzione sul mercato fino ai giorni nostri, e di spiegarne tecnologie di
funzionamento, limiti tecnici e compromessi da accettare quando si deve effettuare una
scelta.

P
PE
ER
RC
CO
OR
RS
SO
OS
STTO
OR
RIIC
CO
O::
Individuare l'Inventore del microfono un compito arduo ma Johann Philipp Reis
senza dubbio uno dei maggiori candidati al titolo.
Il fisico tedesco nel 1861 ottimizz il suo "sound trasmitter" usando una lamina metallica
appoggiata su una membrana con un punto metallico di contatto che completava il
circuito elettrico. La membrana vibrava, il punto metallico "saltava" su e gi producendo
contatti intermittenti e di conseguenza una variazione di corrente sincrona con le
vibrazioni. Reis credeva che l'altezza del "salto" e la forza della ricaduta causassero
variazioni in ampiezza della corrente proporzionali all'intensit del suono captato.
Questo metodo funzionava entro certi limiti per la musica ma non abbastanza bene per
il parlato a causa del diaframma troppo delicato.

Reis Phone

Il secondo tentativo di cui abbiamo notizie


certe quello di Elisha Gray, inventore
americano e co-fondatore della Western
Electric Company.
Il progetto di Gray era chiamato "liquid
transmitter" dove un diaframma era attaccato
a una barra mobile immersa in una soluzione
acida, una seconda barra fissa accanto alla
precedente continuava il circuito attraverso la
soluzione con una batteria che collegava le
due barre. Le variazioni della pressione
sonora attraverso il diaframma causavano la
separazione delle due barre in proporzione al
suono,
producendo
corrispondenti
cambiamenti nella resistenza elettrica dentro
la cella e quindi della quantit di corrente che
scorreva all'interno del circuito.

Il 10 Marzo del 1876, Alexander Graham Bell impieg un


trasmettitore molto simile per la prima trasmissione di
parlato intelligibile attraverso un sistema telefonico
rudimentale ("Mr.Watson come here. I want you"). Bell
considerato l'inventore del telefono per poche ore, infatti
stato appurato che il suo brevetto stato depositato
alcune ore prima del modulo di Gray che proteggeva la
propria invenzione in attesa del brevetto vero e proprio.
La disputa nasce anche dal fatto che la prima
demostrazione del telefono di Bell fu fatta impegando un
"liquid transmitter" di un tipo sviluppato e mostrato
pubblicamente prima da Gray e non con il tipo
documentato nel brevetto di Bell.

Liquid transmitter di Alexander Graham Bell

La bassa qualit dei "liquid transmitters" spinse numerosi inventori a cercare percorsi
alternativi per la progettazione dei microfoni, e tra questi troviamo David Edward
Hughes. Gi coinvolto nella neonata industria telegrafica brevett nel 1855 uno
strumento telegrafico type-printing che entrava in concorrenza con il sistema morse
monopolizzato dall'American Telegraph Co. e vide la sua diffusione in America e in una
parte d'Europa. Nel 1878 progett un nuovo tipo di microfono usando granuli di carbone
liberi di muoversi in un dato spazio. In risposta alla variazione di pressione data da un
diaframma, la resistenza elettrica attraverso i granuli di carboni cambiava
proporzionalmente. Nonostante questa tecnologia fosse ancora qualitativamente
distante da quella odierna (presentava molto rumore e distorsione) fu un significante
passo tecnologico che permise la trasmissione vocale in ambito telefonico.

Microfono a grani di carbone, David Edward Hughes

A Hughes dobbiamo anche il termine odierno di "microfono": dopo una dimostrazione in


cui amplific il rumore di alcuni insetti dentro una scatola sonora su un giornale scrisse
che l'apparecchio "funziona per l'orecchio nello stesso modo in cui un microscopio serve
l'occhio, da qui il suo nome". (il termine generico di "microfono" apparso per la prima
volta in un dizionario nel 1683, "micro" e "fono" dal greco "piccolo" e "voce" indicava uno
strumento attraverso il quale piccoli suoni venivano intensificati, per esempio apparecchi
acustici come trombe auricolari e megafoni di allora).
Thomas Alva Edison nel 1886 affina il microfono a granuli di carboni dando vita al
trasmettitore carbon-button. Esso consisteva in una cavit riempita con granuli di
antracite carbonizzata confinati tra due elettrodi, uno dei quali era attaccato ad un fine
diaframma di ferro. Il trasmettitore di Edison era semplice ed economico da costruire ma
anche efficente e durevole nel tempo, divenne cos la base dei trasmettitori telefonici
venendo usato in milioni di telefoni di tutto il mondo per la maggior parte del secolo
scorso.

Microfono carbon-button, Thomas Alva Edison

Con l'avvento della registrazione elettrica del disco e


della trasmissione radio nei primi anni '20, venne
stimolato lo sviluppo dei microfoni a carbone volto ad
una maggiore qualit.
Forse il pi conosciuto quello con un design
ottagonale spesso visibile in fotografie delle prime
stazioni radio: il Marconi-Reisz "transverse-current". F
inventato in Germania da un giovane impiegato della
Reisz, Georg Neumann (che continu poi a costruire
microfoni col proprio nome). Nel 1925 il Marconi-Reisz
fu impiegato giornalmente nella neonata BBC dove fu
usato per oltre una decade.
Marconi-Reisz, Georg Neumann

Il problema dell'instabilit dovuta ai granuli di carbone scaten la ricerca di una migliore


alternativa. Una via intrapresa fu quella del trasduttore piezoelettrico (a cristallo), basato
sulla fondamentale ricerca dei Curie svolta nel secolo precedente. Questi trasmettitori
originariamente usavano il quarzo o sali di Rochelle ma la qualit sonora non era
particolarmente buona. Oggi le lamine piezoelettriche nei microfoni a contatto sono fatte
di ceramiche specifiche con risultati molto rispettabili.
Il primo microfono a condensatore (e preamplificatore associato per adattamento
dell'impedenza) fu sviluppato da Wente nel 1917 grazie al lavoro svolto ai laboratori
della Bell in America. Era usato come strumento per la misurazione dell'intensit sonora
in laboratorio e solo dal 1920 inizi ad essere prodotto per la registrazione e per la
trasmissione. La valvola termoionica inventata nel 1907 da Lee de Forest fu un fattore
chiave per lo sviluppo del progetto di Wente, in quanto un microfono a condensatore
richiede una conversione dell'impedenza impossibile da raggiungere allepoca con altri
metodi.
I microfoni a condensatore furono impiegati in misura limitata alla BBC dal 1926 ma
avevano la reputazione di essere "metereopatici" poich suscettibili all'umidit, che
introduceva rumori (friggeva).
I microfoni elettromagnetici (a bobina mobile, a nastro, ecc...) erano relativamente
attardati sulla scena perch i magneti permanenti erano deboli, e solo gli elettromagneti
potevano creare una sufficiente densit di flusso. Come conseguenza di ci il primo
microfono a bobina mobile era molto grande e necessitava di alimentazione elettrica.
Il Marconi-Sykes (sviluppato da
un brevetto Sykes del 1920) fu
il primo progetto a diventare
popolare e fu adottato dalla
BBC nel 1923, dove era
conosciuto come "meat safe".
Usava una bobina fatta da
sottile alluminio schiacciato,
posta in un nucleo cilindrico
sospeso da fili di cotone, il tutto
all'interno di un contenitore
metallico e quindi libero di
muoversi alla sollecitazione
delle onde sonore. Il campo
magnetico era creato da un
grande
elettromagnete
alimentato da una batteria a
8V.
Marconi-Sykes

Il rinomato Alan Blumlein lavor anche al microfono a bobina mobile per complementare
il suo sistema di registrazione elettrica quando era alla Columbia Graphophone
Company (che poi diventer EMI). Us un diaframma fatto da una lamina di legno di
balsa impregnato di cellulosa rivestito da un sottile foglio di alluminio. Una bobina di
alluminio anodizzato era fissata al diaframma, nei primi test l'elettromagnete era
alimentato dalle batterie delle macchine di alcuni colleghi. Il suo primo microfono, l'HB1A
(sigla che prende il nome dai suoi principali inventori Holman e Blumlein), fu testato nel
novembre del 1930 e venne comparata direttamente con il microfono Western Electric
Condenster Transmitter che era il miglior standard dell'epoca. Dopo numerosi
accorgimenti, tra cui una vite per regolare la risonanza del diaframma, il risultato
(l'HB1B) fu largamente usato negli studi di registrazione della EMI e dalla nuova
stazione televisiva della BBC ad Alexandra Palace quando apr nel 1936.

HB1, Alan Bumlein

Il primo microfono a nastro risale al 1930 e si crede sia stato sviluppato da Harry Olson
basandosi su una modifica degl'altoparlanti a nastro (inventati da E. Gerlach nel 1924). I
primi modelli erano eccessivamente grandi, pesanti e scomodi da usare ma la qualit
era direttamente comparabile a quella dei microfoni a condensatore del tempo senza
per essere soggetti all'umidit.
Il microfono a nastro BBC/Marconi Tipo A fu introdotto nel
1935 e divenne il microfono di punta per i servizi radiofonici
della BBC, mentre il microfono a bobina mobile HB1B (e
varianti: HB2, HB3, HB4B) furono preferite per i servizi
televisivi. Questa divisione trova parzialmente la sua
spiegazione nei relativi costi dei tuoi microfoni: il Tipo A
costava 9 mentre l'HB1B l'enorme cifra di 40.

BBC/Marconi Tipo A

Si dovette aspettare il secondo dopoguerra per ridurre le dimensioni dei microfoni


quando diventarono disponibili potenti magneti permanenti. I primi microfoni a nastro
utilizzati presentavano dei diaframmi relativamente lunghi e corrugati che erano molto
fragili (bastava un soffio per romperli). Nel 1958 Eugen Beyer cambi questa situazione
introducendo il primo microfono a nastro al mondo dotato di uno "short diaphragm". La
sua capsula aveva dimensioni similari ai trasduttori a bobina magnetica del tempo e il
suo progetto originale ancora prodotto oggi.
I primi microfoni a carbone e a condensatore erano omnidirezionali
("pressure operated") mentre quelli a nastro quando avevano il
diaframma esposto da entrambi i lati avevano una risposta
bidirezionale (a 8). La RCA svilupp presto un modello a cardiode
del microfono a nastro dove la parte superiore del diaframma era
aperta su entrambe le facciate (gradiente di pressione) mentre la parte
inferiore era chiusa ("pressure operation").
RCA 44BX Ribbon (al lato)

Un approccio alternativo, impiegato dalla Western Eletric e ST&C,


impiegava una capsula a nastro (gradiente di pressione, risposta con
figura a 8) e una capsula separata a bobina mobile ("pressure
operated", risposta omni) nella stessa unit. I diaframmi delle due
capsule erano in stretta vicinanza e le loro uscite combinate
elettricamente in serie per produrre un diagramma polare cardiode. Anche se
ingombranti, questi modelli erano robusti e molto affidabili, diventando un punto fermo
nelle attrezzature delle prime televisioni. Pi tardi emerse un modo pi pratico di creare
una risposta cardioide: un singolo trasduttore con un sistema di "phase-shifting". Questo
progetto fu rapidamente adottato dalla Western Electric, Shure e Electrovoice in
America mentre in Europa da Neumann, AKG, ST&C e altri. La tecnica fu sviluppata
ulteriormente in Germania con l'introduzione di una capsula con doppio diaframma a
condensatore. Gli output dalla risultante coppia di capsule cardiodi erano combinati, e al
variare del voltaggio di polarizzazione delle capsule una gamma di differenti risposte
polari potevano essere ottenute.

ALTEC 639 Multi-Pattern Ribbon mic

Le industrie del cinema e della televisione si stavano evolvendo e venivano richiesti


microfoni con una maggiore direzionalit per complementare le nuove lenti delle
macchine da presa.
I primi tentativi per incrementare la direzionalit facevano affidamento su una rozza
tecnica con pi microfoni omnidirezionali adattati con schermi acustico planari. Pi tardi
alcune rifiniture includevano il montaggio di un microfono omnidirezionale nel fuoco di
un riflettore parabolico ma nel 1930, la Western Electric e RCA svilupparono un sistema
pi pratico. Questo sistema usava un lungo pacchetto di tubi con foro stretto montato
davanti e perpendicolarmente al piano del diaframma. Per i suoni in asse i tubi non
avevano un ruolo significante visto che il suono passava attraverso di essi arrivando
coerentemente al diaframma. I suoni fuori asse, invece, entravano nei differenti tubi a
distanze variabili dal diaframma e quindi erano largamente incoerenti quando vi
arrivavano soffrendo una grande quantit di cancellazione.
Questa tecnica fu rifinita nel corso degli anni sfociando nei microfoni a fucile
("interference tube") comunemente usati tutt'oggi, sfortunatamente per, la direzionalit
alle basse frequenze rimane un problema a meno che il tubo di interferenza sia
estremamente lungo. Comunque, i sistemi di trattamento digitale del segnale uniti ad
una serie multipla di capsule, sembrano fornire una strada futura e Audio Technica ha
sfruttato questo tipo di approccio con il loro microfono direzionale AT895.

Audio Technica AT895

Uno dei problemi che attanagliavano i primi microfoni a condensatore era la loro
suscettibilit all'umidit. Essenzialmente la capsula operava ad impedenze molto alte.
L'aria circostante, se molto umida, forniva un percorso a bassa impedenza attraverso il
quale la carica polarizzata si disperdeva causando rumori e "friggendo". Nel 1924
Riegger port il principale microfono a condensatore RF come mezzo di misurazione
delle variazioni di pressione sonora sotto gli 0.1Hz. Us un microfono a condensatore in
un circuito risonante a bassa impedenza eccitato da un oscillatore di frequenze radio. Le
variazioni del condensatore dovute alle onde sonore causavano un corrispondente
cambiamento della frequenza di risonanza e demodulazione di questo segnale RF
variabile, fornendo la frequenza in output.

Questa tecnica di laboratorio fu perfezionata da FGHull nel 1946 e JJ.Zaalberg van


Zelst nel 1947, ma non fu applicata ai microfoni per la registrazione prima degl'anni '60.
L'incentivo era quello di rimpiazzare il convertitore dimpedenza valvolare, che era molto
ingombrante, con circuiti a transistor pi piccoli. I transistor bipolari sono
apparecchiature a bassa impedenza e, bench non potessero essere impiegati con i
sistemi a condensatore convenzionali si adattarono perfettamente alla tecnica dei
condensatori RF. Sennheiser fece da pioniere per le tecniche di microfonazione e
continua tuttoggi a fabbricare una larga gamma di microfoni a condensatore RF.
La miniaturizzazione dei convenzionali microfoni a condensatore dovette aspettare
l'avvento del Transistor Field Effect con il loro ingresso ad alta impedenza, che
rimpiazzasse il convertitore dimpedenza valvolare. Altri tentativi di miniaturizzazione
datati 1950 miravano alla stretta integrazione del trasduttore con il circuito di
amplificazione.
In uno dei primi esempi, Olson accoppi il diaframma ad un'asta imperniata che faceva
da elettrodo all'interno di una valvola termoionica, modulando il flusso di corrente
direttamente con lo spostamento del diaframma. Pi tardi, Sikorski us un diaframma
per far vibrare una puntina di zaffiro attaccata alla regione trasmettitore del transistor, lo
stress meccanico indotto modificava la sua conducibilit. Rogers oper con qualcosa di
simile con un diodo tunnel negli anni 60. Pi recentemente la National Semiconductor
produsse una pellicola di silicone costruita su un substrato flessibile e dichiarava una
risposta lineare fino a 20khz (anche se con una sensibilit relativamente bassa).
Il microfono a condensatore, stato sempre pi sfidato dalle sofisticate capsule prepolarizzate negl'ultimi 20 anni. La nota serie di microfoni B&K (oggi DPA) 4000 fu la
prima tra i primi electrets ad essere accettati per la loro qualit nelle applicazioni di
registrazione. LAKG ha recentemente introdotto il C4000, il primo microfono prepolarizzato multi-diaframma con 3 schemi polari selezionabili.

AKG C4000

IIN
NN
NO
OV
VA
AZZIIO
ON
NII::
L'attuale interesso verso i sistemi digitali ad alta frequenza di campionamento (96, 192
kHz e il formato DSD sony) ha incoraggiato i costruttori di microfoni di progettare nuovi
prodotti avvantaggiati da questa nuova fedelt. Il Sony C2 un microfono a tre capsule
ha una banda passante dichiarata di oltre 100Khz ed stato usato per alcune
registrazioni DSD, mentre Sennheiser ha una versione rielaborata del pluripremiato
microfono a condensatore MKH80 RF. L'MKH800 ha una risposta lineare dichiarata fino
ad oltre 50Khz. Molti microfoni della Earthworks hanno una risposta che si estende oltre
i 40Khz, cos come i nuovi corpi microfonici Schoeps della serie XT.
Una delle pi importanti innovazioni nei microfoni
stata la capsula Soundfield (figura a lato), concepita e
sviluppata negli anni '70 per creare materiale in
formato surround Ambisonic. Questa tecnica fu
svliluppata da Michael Gerzon (dell'istituto matematico
di Oxford) e da P. B. Fellgett (universit di Reading). I
concetti basilari dell'Ambisonic sono relativamente
semplici, e derivano dall'investigazione sullo stereo di
Blumlein di 40 anni prima; comunque sia la loro
implementazione estremamente complessa
altamente matematica.
Il microfono Soundfield comprende quattro capsule a
condensatore sub-cardioide schierate su un tetraedro,
producendo un segnale "A-format". Queste capsule
sono combinate elettronicamente (con compensazione
per la separazione fisica tra di esse) per produrre
segnali "B-format" che sono alla base dell' UHJ
Ambisonic. Questi segnali rappresentano gli output dei
quattro microfoni virtuali che consistono in tre figure a 8 perpendicolari e mutevoli:
sinistra/destra (X), avanti/dietro (Y), su/gi (Z) e una componente omnidirezionale (W).
Tutto questo pu essere pensato come un'estensione tridimensionale dell'orginale
configurazione MS di Blumlein. Un decoder Matrix Ambisonic calcola quali combinazioni
dei segnali B-format indirizzare verso gli altoparlanti (segnali "D-format"), fornendo
l'informazione del loro numero, posizione approssimata e come processarli per creare
immagini sonore surround incredibilmente stabili e accurate.
Gli ultimi sviluppi alla Soundfield Technology erano improntati su un decoder
specializzato nella creazione di un output 5.1 compatibile con il microfono Soundfield (o
altre sorgenti B-format). Il decoder effetivamente preconfigurato per produrre un
outuput per 5 altoparlanti corrispondenti alla posizione del convenzionale sistema 5.1:
conosciuto anche come "G-format".

FFU
UTTU
UR
RO
O::
Negli ultimi anni, gli approcci pi radicali al design dei microfoni hanno incluso il
rilevamento del movimento in risposta alle variazione della pressione sonora di particelle
cariche, un sistema analogo a quello degl'altoparlanti ionici.
Un'altra idea quella del trasduttore laser-velocity dove una superficie vibrante
riflettente scannerizzata da un laser a bassa potenza, e l'effetto doppler risultante
veicola il segnale audio.
Anche la ricerca sui microfoni ottici sta dando i suoi frutti. Per un certo periodo di tempo
sono stati usati nei sistemi di laboratorio ma sono ancora troppo ingombranti per i
sistemi di registrazione pratica.
Sennheiser ha sviluppato un microfono ottico compatto da usare nelle stazioni di
estrazione di gas per individuare il suono di perdite senza il rischio di esplosione
accidentale casato dal voltaggio di polarizzazione dei microfoni tradizionali. Lo sviluppo
continuo nella speranza di usare questa tecnica in ambito teatrale dove la tipica
capsula elettrica subisce rapidamente danni dai trucchi degli artisti, dalla loro
traspirazione cutanea e dal sudore. Tuttavia attrezzature sviluppate dalle industrie della
telecomunicazione come piccoli diodi laser e fotodiodi stanno favorendo la costruzione
di microfoni ottici qualitativamente notevoli. Nel 2001 questa tecnologia presentava pi
distorsione e meno range dinamico dei microfoni tradizionali, anche se dotata di meno
rumore intrinseco.
La ricerca diretta anche all'individuazione del movimento del diaframma tramite
sensori ottici ma le tecnologie attuali ne limitano lo sviluppo.
Forse un approccio pi promettente di usare un "feedback forzato" in congiunzione
con un microfono ottico. Una tecnica dinterferometria ottica (l'interferometria la tecnica
dimpiego degli interferometri, per eseguire misurazioni di lunghezze d'onda, di distanze
e di spostamenti) individua il movimento del diaframma (o della capsula del
condensatore) in risposta alle variazioni della pressione sonora. Un circuito di feedback
applica un voltaggio alla capsula creando una forza elettrostatica che si oppone al
movimento (lo sforzo richiesto deve essere proporzionale alla pressione sonora che
agisce sul diaframma) e un segnale analogico o digitale di output pu essere derivato
dal disegno del circuito. Bench il livello massimo di pressione sonora superiore ai
135dB possa essere adattato e bench la risposta in frequenza del sistema sia dettata
interamente dal feedback elettronico, questa tecnica sfortunatamente considerata
troppo costosa per essere messa in commercio a breve.

TTE
EC
CN
NO
OLLO
OG
GIIE
ED
DII TTR
RA
AS
SD
DU
UZZIIO
ON
NE
E::
MICROFONO ELETTROSTATICO A CONDENSATORE:
Questo microfono prevede che il diaframma costituisca una delle armature di un
condensatore; laltra di solito chiamata contro-elettrodo fissa ad una distanza
opportuna e variabile.
Dato che la capacit in un condensatore dipende dalla distanza tra le armature, il
movimento del diaframma determina variazioni istantanee della capacit e
conseguentemente seguendo la legge: Capacit = Quantit di carica * Potenziale
elettrico, riscontriamo una variazione proporzionale anche della tensione in uscita al
circuito.

Affinch alla variazione di capacit corrisponda una variazione di tensione elettrica tra i
due elettrodi, tra le armature deve essere stabilita una carica elettrica Q di valore
costante:
A) Nei condensatori a polarizzazione esterna, la quantit di carica necessaria alla
polarizzazione del condensatore data da un circuito dedicato, alimentato da una
tensione continua (detta phantom, solitamente a +48 V) fornita da una sorgente di
alimentazione esterna (quasi sempre fornita dal preamplificatore, attraverso lo stesso
cavo bilanciato di segnale).
B) Nei condensatori a electret, ad una delle armature viene associata una sottile
membrana di teflon (o altro materiale di caratteristiche equivalenti) la quale, sottoposta a
trattamenti, tende a ritenere una polarizzazione permanente, che esclude il bisogno
dellalimentazione esterna. Sono sempre comunque dotati di una batteria di 1,5 volt che
alimenta i circuiti di preamplificazione e di adattamento dimpedenza. Le prestazioni
sono inferiori rispetto a quelli a polarizzazione esterna, e si corre il rischio di una depolarizzazione della lamina con il passare degli anni, con un conseguente calo nella
sensibilit duscita.
Essendo per costruzione esposta una sola faccia del diaframma, il modello esposto
sarebbe un microfono trasduttore di pressione, cio omnidirezionale.

I microfoni a gradiente di pressione possono invece essere ottenuti predisponendo un


insieme costituito di una coppia di diaframmi e di un contro elettrodo doppio (come se
due microfoni a pressione fossero montati dorso a dorso), per poi combinare tramite
differenza i contributi dei due elementi. Questo favorisce lintroduzione di switch sul
corpo microfonico che permettono la scelta del bilanciamento tra le due capsule
accoppiate, offrendo la possibilit di variare il diagramma polare.
Un metodo per ottenere una
direzionalit fissa e non modificabile in
seguito quello di permettere al fronte
donda di raggiungere anche il lato
posteriore del diaframma, attraverso
un percorso forzato che ne determina
uno spostamento di fase rispetto alla
parte che investe il lato anteriore,
attenuando cos la sensibilit ai suoni
provenienti fuori asse, secondo i classici diagrammi polari a sub-cardioide, cardioide,
supercardioide, ipercardioide, e bidirezionale.

In realt un trasduttore secondo lo schema semplificato di cui abbiamo parlato


presenterebbe prestazioni molto limitate, in quanto capace di convertire efficacemente
solamente una gamma limitata di suoni, presentando un grande picco di risposta solo in
coincidenza con la frequenza di risonanza del diaframma, scelta al margine superiore
della banda udibile. Per questo si usa ricavare nel diaframma, piccole cavit,
dimensionate in maniera da poter contribuire allo smussamento della risposta in
frequenza del microfono.

Una complicazione rispetto al microfono dinamico che vedremo di seguito deriva dalla
necessit di ovviare allelevata impedenza del trasduttore con una sezione elettronica
che bilanci laccoppiamento con gli stadi successivi.
I pregi di questo tipo di microfono sono lelevata banda passante, la buona linearit, una
gamma dinamica elevata, una ottima sensibilit, il bassissimo rumore di fondo e la
regolazione di pattern direzionale nei casi a doppio diaframa.

MICROFONO ELETTRODINAMICO A BOBINA MOBILE:


Questa tipologia la pi economica e resistente agli urti, maneggiamenti ed altre
problematiche a cui un microfono pu andare incontro.
Il diaframma saldamente collegato ad una bobina di rame, ed il fronte donda che
investe la superficie frontale del microfono si traduce in un movimento di questultima
nel traferro, una fessura appositamente ricavata tra polo positivo e polo negativo, di un
magnete permanente.
Il sistema equiparabile ad un solenoide che si muove in un campo magnetico: per la
legge di Faraday-Neumann-Lenz sullinduzione magnetica, il solenoide produce una
differenza di potenziale e quindi una a forza elettromotrice indotta proporzionale alla
variazione nel tempo del flusso del campo di induzione magnetica B.
Essendo un solo lato del diaframma
esposto
al
campo
sonoro,
il
trasduttore a bobina mobile un
evidente esempio di trasduttore a
pressione. Per permettere di ottenere
un gradiente di pressione, e quindi
una direzionalit di risposta, devono
essere lasciate cavit che permettano
al fronte donda di investire anche il
lato posteriore del diaframma, con un
opportuno spostamento di fase, a
seconda del grado di direzionalit richiesto.

Come nei microfoni a condensatore anche questo


tipo di design, presenta un grande picco di
risposta solo in coincidenza con la frequenza di
risonanza del diaframma, scelta questa volta al
centro della banda udibile. Sono ricavate quindi
nella parte fissa, il gruppo magnetico, pi cavit,
che risuonando a frequenze opportune (alla
stregua di una cassa armonica di uno strumento
musicale o del bass-reflex di un woofer),
contribuiscono allampliamento della risposta in
frequenza del microfono.
Limpedenza di questo trasduttore bassa, per
cui pu rendersi necessario un suo affiancamento con un trasformatore di uscita.
I suoi punti di forza sono la grandissima gamma dinamica, uneccellente robustezza e il
costo ridotto. Daltro canto possiede una linearit non eccellente e una sensibilit
mediamente bassa

MICROFONO ELETTRODINAMICO A NAS T RO:


Eun secondo esempio di trasduttore di tipo dinamico. La sua caratteristica principale
legata al diaframma, costituito da un sottilissimo nastro di materiale conduttore, il cui
spessore dellordine del millesimo di millimetro. Il nastro (ribbon) irrigidito da leggere
pieghe lungo il suo asse principale, ed sospeso immerso in un campo magnetico. Una
volta che entra in vibrazione, alle sue estremit pu essere rilevata una tensione
variabile per lo stesso principio di Faraday-Neumann-Lenz menzionato prima. Il
diaframma , salvo modifiche introdotte appositamente, interessato al campo sonoro da
entrambi i suoi lati; producendo un diagramma polare di tipo bidirezionale (figura ad 8).
Il valore dimpedenza risultante molto basso e necessita quindi un trasformatore per
essere adattabile agli ingressi microfonici standard.
Il picco di risonanza del diaframma scelto ai limiti inferiori della banda udibile,
smussato ed ampliato verso lalto attraverso la variazione dello spazio tra il nastro e
protuberanze di materiale magnetico che lo tengono sospeso, quindi incrementando
resistenza acustica a causa del flusso pi viscoso daria tra il nastro e il materiale
supporto.

e
le
la
di

Il Microfono a nastro ha una buona risposta in frequenza, la migliore risposta ai transitori


dattacco, ma una scarsa sensibilit. E necessario dotarsi di un preamplificatore con
molto guadagno ed un buon rapporto segnale rumore se si desidera utilizzare microfoni
a nastro con sorgenti sonore di media o bassa intensit, data la scarsa sensibilit.
Questa tipologia di microfoni inoltre pi ingombrante e delicata rispetto ai modelli a
bobina mobile ed a condensatore, a causa del relativamente ampio e fragile nastro
sospeso.

P
PR
RO
OB
BLLE
EM
MA
ATTIIC
CH
HE
E LLE
EG
GA
ATTE
EA
ALLLLE
E TTIIP
PO
OLLO
OG
GIIE
ED
DII
M
MIIC
CR
RO
OFFO
ON
NO
OE
ES
SP
PE
EC
CIIFFIIC
CH
HE
E TTE
EC
CN
NIIC
CH
HE
E::
Per illustrare le problematiche legate ai vari tipi di trasduttori, inizieremo analizzando le
specifiche che le case costruttrici ci mostrano nei datasheet dei loro prodotti.
RISPOSTA IN FREQUENZA
Qui di seguito vediamo un grafico della risposta in frequenza di un microfono Schoeps
CMC6 con capsula cardioide MK4.

La curva di risposta in frequenza mostra l'abilit del microfono nel trasformare l'energia
acustica in segnale elettrico; essa non d assolutamente riferimenti sicuri alla qualit
sonora del microfono, poich misurata in particolari condizioni di assenza di riflessioni
(camera anecoica), solamente in asse con il diaframma (0), e ad una determinata
distanza soltanto (solitamente 1m).
Pochissimi produttori ci forniscono
diagrammi comprendenti molteplici
curve a diversi gradi dincidenza, in
modo da rendersi maggiormente conto
di come il microfono potrebbe
rispondere all'uso in campo diffuso.
(imm. a lato)

!
!
!!
"#$%!&'(!)''*!+,!+!%(-.$/!)0*$!12/$3($%4&!5$67'%6$8!9:!;!9:*1<!)''*!+,!,#$!7(.)06#$=!4(/>$!,'!
6$$!?#+,!,#$!1(6+.)$!/$67'%6$1!/$+))&!06<!+%=!/$-$-.$/!,#+,!,#$!4(/>$!&'(!6$$!06!1+>$/+@$=!+%=!
6-'',#$=A!B%)$66!,#$!=$>0+,0'%!06!6#'?%!C$0,#$/!+6!+!@/+&!+/$+!'/!+!)0%$!+.'>$!+%=!.$)'?!,#$!4(/>$<!'/!+!
%(-.$/!)0*$!DE;!F!=GH<!&'(!/$+))&!='%I,!*%'?!?#+,!!"#$%&'(!06!/$+))&!='0%@A!J#+,I6!?#&!0,I6!6'!#+/=!K'/!,#$!
+>$/+@$!7$/6'%!,'!,$))!?#+,!+!-04!-0@#,!6'(%=!)0*$<!L(=@0%@!K/'-!,#$!K/$3($%4&!/$67'%6$!4(/>$<!'/!L(6,!
/$+=0%@!,#$!67$46A!

Le curve di risposta, inoltre, sono il frutto di una media ai test eseguiti su un campione di
centinaia di microfoni, "smussati" ulteriormente dalla casa produttrice per meglio
competere nel mercato. Quali informazioni possiamo quindi trarre da tali
rappresentazioni? Veramente poche. Malgrado ci, qualche sicurezza in pi cela
forniscono le marche pi importanti, indicando la "finestra di tolleranza" in cui sono
M%&!3($6,0'%6!6'!K+/N!
contenute le deviazioni dal grafico medio.

!"#$"%&!!

G(,!&'(!4+%!,/(6,!+!O$(-+%%!K/$3($%4&!/$67'%6$!4#+/,!,'!.$!?0,#0%!P!=G!'K!?#+,!,#$&!6+&!0,!06AAA!
Q--A!R'!'%$!,#0%@!&'(I/$!7+&0%@!K'/!0%!+!O$(-+%%!06!+!-04!,#+,!06!?#+,!0,!4)+0-6!,'!.$!'%!7+7$/N!!

S'(!*%'?<!T!K'(%=!+%!UV!7/$6$,!0%!W'')!U=0,!X/'!,#+,!6'(%=6!@''=!'%!-&!>'04$!,/+4*6!;!,#$&!4+))!0,!
Y+4*0$! Q0@#! G+%=I<! .(,! 0,! -+,4#$6! ,#$! K/$3($%4&! /$67'%6$! 4#+/,! K'/! +! JZY! [:FA!T! ?'%=$/! #'?! -+%&!'K!
W'')!U=0,I6!7/$6$,6!C'/!,#'6$!'K!',#$/!$=0,'/6H!+/$!%',#0%@!-'/$!,#+%!,#$!7(.)06#$=!K/$3($%4&!/$67'%6$!'K!
+-'(6!-046A!T!,#0%*!TI-!@'0%@!,'!='!6'-$!,?$+*0%@!?0,#!-&!W'')!U=0,!UVA!

'($)*+%,*$-.%&!!

!!
"#**0!(+-!/)>,*#!23&!:*)'?8!3/&<$!$((!4)-!(44!$%#!)5#-)6#!23&!:*+#80!:+$!1#!>36%$!43&.!/(>#!>3'/!3&!
$%)$!:)$'%!$%)$!)-#!:#$$#-!3&!$%#!:($$(>!#&.@!H(1!$36%$!$(!%(*.!$%#!=.#53)$3(&!4-(>!)5#-)6#=!13&.(1!3/!)!
E+.6#>#&$!')**!:7!$%#!'(>,)&7!)&.!$%#&!')--3#.!(+$!:7!$%#!L+)*3$7!'(&$-(*!.#,)-$>#&$@!M$!'(>,)&3#/!*3?#!
N#+>)&&0! $%#7! +/#! )! O.C! 13&.(10! 1%3'%! >#)&/! $%)$! )**! >3'/! >+/$! 43$! 13$%3&! )! PQR! S.C! 13&.(1! 2O! .C!
(5#-)**8!(4!$%#3-!,+:*3/%#.!'+-5#@!CTU!$#/$!>3'/!>)7!+/#!)!13&.(1!)/!/>)**!)/!PQR!FQFG$%!(4!)!.C!5)-3)$3(&!
!
4-(>!$%#3-!,+:*3/%#.!'+-5#/@!!

Di seguito illustriamo il procedimento di realizzazione che porta alle curve trovate nei
datasheet commerciali. Nella figura di sinistra sono presenti quattro linee: la nera indica
"#!')&!$%#&!.-)1!)!*3&#!2$%#!:*+#!'+-5#8!#;)'$*7!'#&$#-#.!:#$1##&!$%#!+,,#-!)&.!*(1#-!.($/!)&.!
$%)$</!(+-!=$7,3')*!-#/,(&/#!'+-5#=!$%)$!1#!/+:>3$!$(!$%#!>)-?#$3&6!.#,)-$>#&$@!A&.#-/$)&.0!)$!$%3/!,(3&$0!
la risposta di un singolo microfonoC+$!(+-!=)5#-)6#!'+-5#=!>)7!/$3**!*((?!=$((!E)66#.=!4(-!,+:*3'!'(&/+>,$3(&=!4-(>!$%#!>)-?#$3&6!
testato, le rosse delimitano i punti massimi e minimi
.#,)-$>#&$</!,(3&$!(4!53#10!/(!$%#!'+-5#!')&!:#!=/>(($%#.=!:7!)5#-)63&6!/(>#!(4!$%#!E)66#.!,#)?/0!(-!
$%#!'+-5#!'(+*.!*((?!4)3-*7!4*)$0!:+$!3&.353.+)*!>3'/!')&!5)-7!:7!B.C!(-!>(-#!4-(>!$%#!=)5#-)6#!'+-5#=0!)&.!
degli
altri
campioni,
e
la
blu

data
dalla
media risultante. Nellimagine a destra notiamo
/*(13&6!.(1&!$%#!,#&!/,##.!(&!$%#!'%)-$!-#'(-.#-!2/(!3$!.(#/&<$!>(5#!)/!4)/$!+,!)&.!.(1&!)&.!>)?#/!$%#!
/$3**!:#!'(&/3.#-#.!=&(->)*=@!2D#>#>:#-!1#!)*/(!).E+/$#.!$%#!(+$,+$!*#5#*!4(-!)!'(&/$)&$!F0GGG!HI!/36&)*!
'+-5#!
*((?!
/>(($%#-!
:7! per
/3>,*7!renderla
36&(-3&6! )**! $%#!
E)66#.!a/%(-$!
:+-/$/8@!
K%#/#!
)-#! +/+)**7! >)-?#$3&6!
4-(>!#)'%!>3'J!K%)$!13**!$%(1!(44!$%#!-#/+*$/!#5#&!>(-#!)&.!:#!'-3$3')*!1%#&!3$!'(>#/!$(!43&.3&6!)!>)$'%#.!
come la curva risultante sia stata smussata
pi*3$$*#!
simile
quelle
che
siamo
.#'3/3(&/0!/(!$%)$!=(+-!'+-5#=!*((?!/3>3*)-!$(!=($%#-!'(>,)&3#/<!'+-5#/=9!!
,)3-8@!!
abituati a vedere.

M&.! $%#-#! 1#! %)5#! $%#! 43&)*! =-#/,#'$):*#=! 4-#L+#&'7! -#/,(&/#! '+-5#! $%)$! 3/! ,+:*3/%#.! 3&! $%#!
!!
"#**0!(+-!/)>,*#!23&!:*)'?8!3/&<$!$((!4)-!(44!$%#!)5#-)6#!23&!:*+#80!:+$!1#!>36%$!43&.!/(>#!>3'/!3&!
).5#-$3I3&6!*3$#-)$+-#@!
$%)$!:)$'%!$%)$!)-#!:#$$#-!3&!$%#!:($$(>!#&.@!H(1!$36%$!$(!%(*.!$%#!=.#53)$3(&!4-(>!)5#-)6#=!13&.(1!3/!)!
E+.6#>#&$!')**!:7!$%#!'(>,)&7!)&.!$%#&!')--3#.!(+$!:7!$%#!L+)*3$7!'(&$-(*!.#,)-$>#&$@!M$!'(>,)&3#/!*3?#!
N#+>)&&0! $%#7! +/#! )! O.C! 13&.(10! 1%3'%! >#)&/! $%)$! )**! >3'/! >+/$! 43$! 13$%3&!
PQR! S.C!
13&.(1!
2O! .C! 4(-! >(/$! ,-#//+-#! 6-).3#&$! >3'/9! $%#! 4-#L+#&'7! -#/,(&/#! 13**!
N(10!)!%#-#</!
)&($%#-!
=6($'%)=!
(5#-)**8!(4!$%#3-!,+:*3/%#.!'+-5#@!CTU!$#/$!>3'/!>)7!+/#!)!13&.(1!)/!/>)**!)/!PQR!FQFG$%!(4!)!.C!5)-3)$3(&!
'%)&6#0!.#,#&.3&6!(&!$%#!.3/$)&'#!4-(>!$%#!/(+&.!/(+-'#0!(-!$%#!)&6*#!$(!$%#!>3'@!V(>#!>)&+4)'$+-#-/!
4-(>!$%#3-!,+:*3/%#.!'+-5#/@!!
13**!)'$+)**7!/%(1!$%#!=,-(;3>3$7!#44#'$=!(&!$%#!4-#L+#&'7!-#/,(&/#!'%)-$0!/%(13&6!%(1!$%#!:)//!3/!:((/$#.!

DIAGRAMMA POLARE

Un'altra metodologia per rappresentare la


risposta in frequenza ai vari )/!7(+!6#$!'*(/#-@!V(>#!13**!)*/(!/%(1!$%#!4-#L+#&'7!-#/,(&/#!)$!.344#-#&$!)&6*#/!2+/+)**7!GW0!XGW0!YGW0!
gradi dincidenza
ZGW0!)&.!F[GW80!*3?#!$%3/9!!
C+$!(+-!=)5#-)6#!'+-5#=!>)7!/$3**!*((?!=$((!E)66#.=!4(-!,+:*3'!'(&/+>,$3(&=!4-(>!$%#!>)-?#$3&6!
quella
del
diagramma
polare.
Mostriamo a
.#,)-$>#&$</!,(3&$!(4!53#10!/(!$%#!'+-5#!')&!:#!=/>(($%#.=!:7!)5#-)63&6!/(>#!(4!$%#!E)66#.!,#)?/0!(-!
/*(13&6!.(1&!$%#!,#&!/,##.!(&!$%#!'%)-$!-#'(-.#-!2/(!3$!.(#/&<$!>(5#!)/!4)/$!+,!)&.!.(1&!)&.!>)?#/!$%#!
fianco
l'esempio
di
un
microfono
'+-5#! *((?! />(($%#-! :7! /3>,*7! 36&(-3&6! )**! $%#! *3$$*#! E)66#.! /%(-$! :+-/$/8@! K%#/#! )-#! +/+)**7! >)-?#$3&6!
ominidirezionale.
.#'3/3(&/0!/(!$%)$!=(+-!'+-5#=!*((?!/3>3*)-!$(!=($%#-!'(>,)&3#/<!'+-5#/=9!!
Il diagramma polare usato per mostrare come
alcune frequenze testate sono riprese a 360 dal
microfono, fornisce quindi un'indicazione
riguardante la "colorazione" fuori asse che
risulter.
Le tipiche figure rappresentanti i vari tipi! di
microfono (cardioide, supercardioide, ecc...) non
M&.! $%#-#! 1#!sono
%)5#! $%#!
43&)*! che
=-#/,#'$):*#=!
4-#L+#&'7! -#/,(&/#!
'+-5#!
$%)$! 3/! ,+:*3/%#.!
altro
il diagramma
polare
ottenuto
con 3&! $%#!
).5#-$3I3&6!*3$#-)$+-#@!
una sinusoide a 1kHz.
Questo
tipo4(-!di>(/$!
rappresentazione
curve13**!multiple, illustrata nel paragrafo
N(10! %#-#</! )&($%#-!
=6($'%)=!
,-#//+-#! 6-).3#&$! >3'/9! e
$%#!quella
4-#L+#&'7!a
-#/,(&/#!
'%)&6#0!.#,#&.3&6!(&!$%#!.3/$)&'#!4-(>!$%#!/(+&.!/(+-'#0!(-!$%#!)&6*#!$(!$%#!>3'@!V(>#!>)&+4)'$+-#-/!
precedente,
forniscono
in
linea
di
massima
le
stesse
indicazioni, con la differenza che il
13**!)'$+)**7!/%(1!$%#!=,-(;3>3$7!#44#'$=!(&!$%#!4-#L+#&'7!-#/,(&/#!'%)-$0!/%(13&6!%(1!$%#!:)//!3/!:((/$#.!
diagramma polare mostra la risposta a tutte le angolature di poche frequenze scelte,
)/!7(+!6#$!'*(/#-@!V(>#!13**!)*/(!/%(1!$%#!4-#L+#&'7!-#/,(&/#!)$!.344#-#&$!)&6*#/!2+/+)**7!GW0!XGW0!YGW0!
ZGW0!)&.!F[GW80!*3?#!$%3/9!!
mentre le curve di risposta multiple mostrano la risposta, a determinate angolature, di
ogni frequenza.
SENSIBILITA:
Il livello di uscita dei microfoni dato dalla tensione sviluppata ai terminali di uscita
quando il diaframma sottoposto d un certo quantitativo di pressione sonora.
Solitamente la pressione di riferimento di 10 microbar (94 dB SPL) a 1000 Hz. Quando
la tensione duscita di un microfono in questa condizione di 1 V si dice che la
sensibilit 0 dB. Poich differenti costruttori possono usare differenti livelli di
riferimento di pressione, necessario sapere le condizioni di misura originarie quando si
confrontano due prodotti. E da sottolineare che la sensibilit ha poco a che fare con la
qualit del microfono, in quanto strettamente dipendente dalla tecnologia di trasduzione.

INTERFERENZE DEL DIAFRAMMA E DEL CORPO MICROFONICO


Dalle figure precedenti notiamo come non esistano microfoni che mantengono la
risposta costante a tutte le angolazioni di ripresa, ci causato essenzialmente dal fatto
che impossibile introdurre un oggetto nel campo di propagazione di un onda sonora
senza disturbarla in qualche modo. Il microfono pu essere considerato come un
ostacolo acustico, e la pressione del fronte donda che agisce sul diaframma sar
diversa da quella che esisteva prima di introdurre loggetto. Questo effetto causato
principalmente dalla diffrazione. La diffrazione sonora porta ad una distorsione del fronte
donda sonoro data dal fatto che parte dellenergia incidente viene deviata, riflessa e
diffusa dallostacolo, interferendo quindi con il fronte sonoro in arrivo.
Possiamo identificare tre conseguenze importanti di questo fenomeno diffrattivo:

Aumento della pressione a causa delle riflessioni della superficie frontale del
microfono.
Effetto ombra dietro lostacolo creato dal microfono.
Diffusione del suono dai bordi della capsula e del corpo microfonico.
Lintensit di questo effetto dipende dalla grandezza e dalla forma del microfono,
ed inversamente proporzionale alla lunghezza donda del suono incidente.

Nella figura a fianco possiamo


vedere
una
rappresentazione
semplificata dellintroduzione di un
corpo microfonico sul tragitto di un
onda sonora (0 di incidenza)
allestremo superiore dello spettro
udibile.

Notiamo un aumento della pressione nella zona frontale, il cono dombra generato dietro
allostacolo, e le radiazioni sferiche prodotte da ognuno degli angoli del corpo
microfonico.
A frequenze basse, questeffetto minimo e quindi trascurabile, eccetto che per la
tecnologia direzionale, a gradiente di pressione. Infatti questo tipo di interferenza del
tutto simile a quella generata artificialmente dalla capsula microfonica per investire
diversamente i lati del diaframma, e determinare la risposta polare del trasduttore.
Laumento di pressione sulla superficie frontale del microfono pu quindi avere un
pesante effetto sulla sua risposta in frequenza, variando per a seconda della
tecnologia di funzionamento.

La curva A nella figura sottostante ci mostra lincremento al centro del diaframma per un
microfono di 20mm di diametro, con corpo cilindrico; un trasduttore elettrodinamico a
bobina mobile invece sar soggetto allaumento mostrato dalla curva B. In generale poi
dobbiamo considerare che tali variazioni si verificano relativamente allangolo di
incidenza dellonda sonora rispetto al diaframma: a circa 90 questo effetto negligibile.

Considerato tutto ci, ci rendiamo conto che il microfono perfetto per linearit dovrebbe
essere infinitamente piccolo, per annullare gli effetti di disturbo che la sua introduzione
nel campo sonoro produrrebbe.
Alcuni ingegneri del suono che si occupano di musica
classica, stanno volgendo le loro attenzioni sempre pi a
microfoni omnidirezionali miniaturizzati, come il DPA 4060
(figura a fianco), incombendo per in altri problemi quali
lelevato
rumore
autogenerato
dallelettronica
cos
miniaturizzata.

DIRETTIVITA E RISPOSTA IN FREQUENZA:


Generalmente i microfoni omnidirezionali hanno una buona risposta sulle basse
frequenze, nel caso di tecnologia a condensatore la frequenza di taglio del filtro passaalto di cui sono dotati pu essere portata in basso fino a raggiungere pochissimi Hertz.
Nel caso dei microfoni direzionali a gradiente di pressione la situazione ben diversa
per, ad esempio un bidirezionale (figura ad 8) ha un roll-off di 6 dB per ottava nelle
frequenze gravi. Il punto di taglio esatto determinato dal costruttore, e dipende dalla
sensibilit richiesta, e dal rapporto segnale rumore desiderato.
La variazione della pendenza del filtro determinata dal grado di direttivit del
microfono; in altre parole dalla proporzione di risposta polare tra omnidirezionale e
bidirezionale.

Esempio di risposta sulle basse frequenze di cinque modelli di microfoni Schoeps

EFFETTO PROSSIMITA:
Microfoni a gradiente di pressione producono un aumento nella risposta delle frequenze
gravi quando la sorgente sonora posta relativamente vicina alla capsula.
Lammontare di questo fenomeno direttamente proporzionale alla percentuale di
componente bidirezionale nella risposta polare del microfono. Gli omnidirezionali quindi
non saranno soggetti a questo fenomeno, mentre i bidirezionali produrranno il maggior
incremento.
Dobbiamo osservare con molta cautela i grafici che ci vengono forniti dai costruttori, in
quanto la misurazione che leggiamo spesso invalidata da questo fenomeno. Per una
corretta risposta la distanza minima dove non si verifica leffetto prossimit
approssimativamente met della lunghezza donda della frequenza misurata. Ci vuol
dire 8.5 m a 20 Hz, 3.4 m a 50 Hz o 1.70 m a 100 Hz; correntemente la maggior parte
delle curve che troviamo nei datasheet arrivano sotto ai 50 Hz, ma ben poche di esse
sono state misurate ad almeno 3.4 m, anzi, la maggior parte stata disegnata con la
sorgente ad un metro soltanto di distanza, e in alcuni casi anche a distanze inferiori.
Qua di seguito mostriamo delle misure di un Neumann KM84 (cardioide) a 5 diverse
distanze dalla sorgene sonora.

Tale effetto, senza addentrarci particolarmente nella fisica e matematica, riconducibile


alle diverse approssimazioni del fronte donda sonoro in base alla distanza dalla
sorgente: fronte sferico molto vicino, via via pi cilindrico allontanandosi da essa. Ci
comporta un apparente riduzione del grado di attenuazione fuori asse che tipicamente i
microfoni a gradiente hanno, risultando quindi in una maggiore sensibilit alle basse
frequenze proporzionalmente a tutti gli angoli di incidenza. In parole povere qualsiasi
microfono direzionale a gradiente di pressione sar pi omnidirezionale per le basse
frequenze.

IIN
NC
CO
ON
NC
CLLU
US
SIIO
ON
NE
E::
Un paragone tra i contenuti della letteratura scientifica sui principi e le caratteristiche dei
microfoni, e i modelli realizzati dallindustria, ci mostra come molte idee che sono state
presentate non hanno mai avuto realizzazione pratica. Alcune di esse erano cos
avanzate che la tecnologia produttiva non ne ha permesso la commercializzazione, altre
invece hanno perso la loro chance perch soluzioni preesistenti erano pi forti per
diverse ragioni.
Dallaltro lato una continua ricerca scientifica sta progredendo ad esempio nel campo
dei trasduttori ottici, riportando alla realt vecchie idee come la misurazione di un campo
acustico senza lintroduzione di un diaframma che ne disturberebbe lo stato.
Allo stato attuale le tecnologie di produzione si sono notevolmente standardizzate,
raggiungendo una posizione dominante tale che ci vorranno idee veramente convincenti
per scalzarle dal mercato. La combinazione di modelli esistenti con dsp correttivi di
nuova generazione potrebbe essere una conseguenza sempre pi ovvia di tutto ci,
poich permetterebbero di estendere i limiti delle attuali apparecchiature senza
sconvolgere troppo le industrie produttrici.
Al momento stanno entrando in commercio microfoni che includono una conversione
analogico-digitale al loro interno, come ci mostra la Neumann GmbH, ma allo stesso
tempo lestensione dei limiti meccanici dei modelli tradizionali, uniti allutilizzo di nuovi
materiali, lasciano ai modelli classici analogici una buona chance sopravvivere per un
lungo periodo oltre ai gi 140 anni percorsi.

B
BIIB
BLLIIO
OG
GR
RA
AFFIIA
A::
"Microphone Arrays for Stereo and Multichannel Sound Recording", Michael Williams, Il
Rostro
"Applicazioni dei Microfoni da Studio", Umberto Nicolao, Il Rostro
"Close Miking", Umberto Nicolao, Il Rostro
"Manuale della Registrazione Sonora", D.M. Huber R.E. Runstein, Hoepli
"Tecniche Stereofoniche di Microfonaggio", Bruce Bartlett, Hoepli
"Microfoni", Umberto Nicolao, Il Rostro 2004 (3a ed.)
"Piezoelettricit", M. Della Rocca, Il Rostro
Quaderni di aggiornamento 2 "Tecniche e tecnologie audio", a cura di Umberto Nicolao,
Il Rostro
"Microphones for Professionals and semi-professional use", G. Bor, G. Neumann
Technical Editions
"Microphones, Tecnique and Tecnology", N. Pawera, Arsis
- AES E-Library: A History of High-Quality Studio Microphones by Olson, Harry F.
- AES E-Library: Microphones for Recording by Olson, Harry F.
- AES E-Library: Selected Highlights of Microphone History by Werner, Erhard E.
- AES E-Library: The Bidirectional Microphone: A Forgotten Patriarch by Streicher,
Ronald; Dooley, Wes
- AES E-Library: The Microphone: Between Physics and Emotion by Wuttke, Jrg
- AES E-Library: Choosing the right microphone by understanding design tradeoffs, B.
Barlett

Vous aimerez peut-être aussi