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Di Emanuele Giorgetti
e Luigi Chelli
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Nel 1920 lavvento del broadcast radiofonico, la registrazione elettronica di dischi e il
cinema sonoro stimolarono in modo deciso la ricerca e lo sviluppo di microfoni da studio
di alta qualit: microfoni omnidirezionali a condensatore e dinamici dapprima,
unidirezionali e bidirezionali a gradiente di pressione dai primi anni 30. Al giorno doggi
queste categorie non sono ancora cambiate; numerose e importantissime innovazioni
sono state per introdotte sottoforma di nuovi design, materiali sempre pi sofisticati,
migliori performances e dimensioni sempre pi miniaturizzate.
Ci troviamo tuttora sommersi da miriadi di modelli diversi e la scelta del giusto microfono
da parte del tecnico pu essere tanto difficile quanto di fondamentale importanza per la
qualit finale del suo lavoro.
La scelta deve
essere basata
sia su una
profonda
conoscenza
delle specifiche
tecniche del
prodotto, sia su
una vasta
esperienza
personale sul
campo con
differenti fonti
sonore e diversi
ambienti di
registrazione.
Idealmente desidereremmo tutti un microfono universale, perfetto per ogni applicazione,
ma tale apparecchio non esiste, perch ogni situazione ha necessit diverse.
Diversamente da un amplificatore o un altoparlante, nei quali si ricerca teoricamente la
massima linearit, ogni microfono ha la sua risposta in frequenza, a seconda delluso
che se ne deve fare. Ad esempio la musica classica spesso richiede una risposta piatta
per una riproduzione fedele del timbro, mentre per la musica pop si cercano di esaltare
particolari caratteristiche di una voce per riuscire a vendere pi dischi.
Lo scopo che ci prefiggiamo con questa relazione quello di tracciare e sottolineare la
storia della ricerca e commercializzazione dei vari microfoni da studio di alta qualit,
dalla loro introduzione sul mercato fino ai giorni nostri, e di spiegarne tecnologie di
funzionamento, limiti tecnici e compromessi da accettare quando si deve effettuare una
scelta.
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Individuare l'Inventore del microfono un compito arduo ma Johann Philipp Reis
senza dubbio uno dei maggiori candidati al titolo.
Il fisico tedesco nel 1861 ottimizz il suo "sound trasmitter" usando una lamina metallica
appoggiata su una membrana con un punto metallico di contatto che completava il
circuito elettrico. La membrana vibrava, il punto metallico "saltava" su e gi producendo
contatti intermittenti e di conseguenza una variazione di corrente sincrona con le
vibrazioni. Reis credeva che l'altezza del "salto" e la forza della ricaduta causassero
variazioni in ampiezza della corrente proporzionali all'intensit del suono captato.
Questo metodo funzionava entro certi limiti per la musica ma non abbastanza bene per
il parlato a causa del diaframma troppo delicato.
Reis Phone
La bassa qualit dei "liquid transmitters" spinse numerosi inventori a cercare percorsi
alternativi per la progettazione dei microfoni, e tra questi troviamo David Edward
Hughes. Gi coinvolto nella neonata industria telegrafica brevett nel 1855 uno
strumento telegrafico type-printing che entrava in concorrenza con il sistema morse
monopolizzato dall'American Telegraph Co. e vide la sua diffusione in America e in una
parte d'Europa. Nel 1878 progett un nuovo tipo di microfono usando granuli di carbone
liberi di muoversi in un dato spazio. In risposta alla variazione di pressione data da un
diaframma, la resistenza elettrica attraverso i granuli di carboni cambiava
proporzionalmente. Nonostante questa tecnologia fosse ancora qualitativamente
distante da quella odierna (presentava molto rumore e distorsione) fu un significante
passo tecnologico che permise la trasmissione vocale in ambito telefonico.
Il rinomato Alan Blumlein lavor anche al microfono a bobina mobile per complementare
il suo sistema di registrazione elettrica quando era alla Columbia Graphophone
Company (che poi diventer EMI). Us un diaframma fatto da una lamina di legno di
balsa impregnato di cellulosa rivestito da un sottile foglio di alluminio. Una bobina di
alluminio anodizzato era fissata al diaframma, nei primi test l'elettromagnete era
alimentato dalle batterie delle macchine di alcuni colleghi. Il suo primo microfono, l'HB1A
(sigla che prende il nome dai suoi principali inventori Holman e Blumlein), fu testato nel
novembre del 1930 e venne comparata direttamente con il microfono Western Electric
Condenster Transmitter che era il miglior standard dell'epoca. Dopo numerosi
accorgimenti, tra cui una vite per regolare la risonanza del diaframma, il risultato
(l'HB1B) fu largamente usato negli studi di registrazione della EMI e dalla nuova
stazione televisiva della BBC ad Alexandra Palace quando apr nel 1936.
Il primo microfono a nastro risale al 1930 e si crede sia stato sviluppato da Harry Olson
basandosi su una modifica degl'altoparlanti a nastro (inventati da E. Gerlach nel 1924). I
primi modelli erano eccessivamente grandi, pesanti e scomodi da usare ma la qualit
era direttamente comparabile a quella dei microfoni a condensatore del tempo senza
per essere soggetti all'umidit.
Il microfono a nastro BBC/Marconi Tipo A fu introdotto nel
1935 e divenne il microfono di punta per i servizi radiofonici
della BBC, mentre il microfono a bobina mobile HB1B (e
varianti: HB2, HB3, HB4B) furono preferite per i servizi
televisivi. Questa divisione trova parzialmente la sua
spiegazione nei relativi costi dei tuoi microfoni: il Tipo A
costava 9 mentre l'HB1B l'enorme cifra di 40.
BBC/Marconi Tipo A
Uno dei problemi che attanagliavano i primi microfoni a condensatore era la loro
suscettibilit all'umidit. Essenzialmente la capsula operava ad impedenze molto alte.
L'aria circostante, se molto umida, forniva un percorso a bassa impedenza attraverso il
quale la carica polarizzata si disperdeva causando rumori e "friggendo". Nel 1924
Riegger port il principale microfono a condensatore RF come mezzo di misurazione
delle variazioni di pressione sonora sotto gli 0.1Hz. Us un microfono a condensatore in
un circuito risonante a bassa impedenza eccitato da un oscillatore di frequenze radio. Le
variazioni del condensatore dovute alle onde sonore causavano un corrispondente
cambiamento della frequenza di risonanza e demodulazione di questo segnale RF
variabile, fornendo la frequenza in output.
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L'attuale interesso verso i sistemi digitali ad alta frequenza di campionamento (96, 192
kHz e il formato DSD sony) ha incoraggiato i costruttori di microfoni di progettare nuovi
prodotti avvantaggiati da questa nuova fedelt. Il Sony C2 un microfono a tre capsule
ha una banda passante dichiarata di oltre 100Khz ed stato usato per alcune
registrazioni DSD, mentre Sennheiser ha una versione rielaborata del pluripremiato
microfono a condensatore MKH80 RF. L'MKH800 ha una risposta lineare dichiarata fino
ad oltre 50Khz. Molti microfoni della Earthworks hanno una risposta che si estende oltre
i 40Khz, cos come i nuovi corpi microfonici Schoeps della serie XT.
Una delle pi importanti innovazioni nei microfoni
stata la capsula Soundfield (figura a lato), concepita e
sviluppata negli anni '70 per creare materiale in
formato surround Ambisonic. Questa tecnica fu
svliluppata da Michael Gerzon (dell'istituto matematico
di Oxford) e da P. B. Fellgett (universit di Reading). I
concetti basilari dell'Ambisonic sono relativamente
semplici, e derivano dall'investigazione sullo stereo di
Blumlein di 40 anni prima; comunque sia la loro
implementazione estremamente complessa
altamente matematica.
Il microfono Soundfield comprende quattro capsule a
condensatore sub-cardioide schierate su un tetraedro,
producendo un segnale "A-format". Queste capsule
sono combinate elettronicamente (con compensazione
per la separazione fisica tra di esse) per produrre
segnali "B-format" che sono alla base dell' UHJ
Ambisonic. Questi segnali rappresentano gli output dei
quattro microfoni virtuali che consistono in tre figure a 8 perpendicolari e mutevoli:
sinistra/destra (X), avanti/dietro (Y), su/gi (Z) e una componente omnidirezionale (W).
Tutto questo pu essere pensato come un'estensione tridimensionale dell'orginale
configurazione MS di Blumlein. Un decoder Matrix Ambisonic calcola quali combinazioni
dei segnali B-format indirizzare verso gli altoparlanti (segnali "D-format"), fornendo
l'informazione del loro numero, posizione approssimata e come processarli per creare
immagini sonore surround incredibilmente stabili e accurate.
Gli ultimi sviluppi alla Soundfield Technology erano improntati su un decoder
specializzato nella creazione di un output 5.1 compatibile con il microfono Soundfield (o
altre sorgenti B-format). Il decoder effetivamente preconfigurato per produrre un
outuput per 5 altoparlanti corrispondenti alla posizione del convenzionale sistema 5.1:
conosciuto anche come "G-format".
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Negli ultimi anni, gli approcci pi radicali al design dei microfoni hanno incluso il
rilevamento del movimento in risposta alle variazione della pressione sonora di particelle
cariche, un sistema analogo a quello degl'altoparlanti ionici.
Un'altra idea quella del trasduttore laser-velocity dove una superficie vibrante
riflettente scannerizzata da un laser a bassa potenza, e l'effetto doppler risultante
veicola il segnale audio.
Anche la ricerca sui microfoni ottici sta dando i suoi frutti. Per un certo periodo di tempo
sono stati usati nei sistemi di laboratorio ma sono ancora troppo ingombranti per i
sistemi di registrazione pratica.
Sennheiser ha sviluppato un microfono ottico compatto da usare nelle stazioni di
estrazione di gas per individuare il suono di perdite senza il rischio di esplosione
accidentale casato dal voltaggio di polarizzazione dei microfoni tradizionali. Lo sviluppo
continuo nella speranza di usare questa tecnica in ambito teatrale dove la tipica
capsula elettrica subisce rapidamente danni dai trucchi degli artisti, dalla loro
traspirazione cutanea e dal sudore. Tuttavia attrezzature sviluppate dalle industrie della
telecomunicazione come piccoli diodi laser e fotodiodi stanno favorendo la costruzione
di microfoni ottici qualitativamente notevoli. Nel 2001 questa tecnologia presentava pi
distorsione e meno range dinamico dei microfoni tradizionali, anche se dotata di meno
rumore intrinseco.
La ricerca diretta anche all'individuazione del movimento del diaframma tramite
sensori ottici ma le tecnologie attuali ne limitano lo sviluppo.
Forse un approccio pi promettente di usare un "feedback forzato" in congiunzione
con un microfono ottico. Una tecnica dinterferometria ottica (l'interferometria la tecnica
dimpiego degli interferometri, per eseguire misurazioni di lunghezze d'onda, di distanze
e di spostamenti) individua il movimento del diaframma (o della capsula del
condensatore) in risposta alle variazioni della pressione sonora. Un circuito di feedback
applica un voltaggio alla capsula creando una forza elettrostatica che si oppone al
movimento (lo sforzo richiesto deve essere proporzionale alla pressione sonora che
agisce sul diaframma) e un segnale analogico o digitale di output pu essere derivato
dal disegno del circuito. Bench il livello massimo di pressione sonora superiore ai
135dB possa essere adattato e bench la risposta in frequenza del sistema sia dettata
interamente dal feedback elettronico, questa tecnica sfortunatamente considerata
troppo costosa per essere messa in commercio a breve.
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MICROFONO ELETTROSTATICO A CONDENSATORE:
Questo microfono prevede che il diaframma costituisca una delle armature di un
condensatore; laltra di solito chiamata contro-elettrodo fissa ad una distanza
opportuna e variabile.
Dato che la capacit in un condensatore dipende dalla distanza tra le armature, il
movimento del diaframma determina variazioni istantanee della capacit e
conseguentemente seguendo la legge: Capacit = Quantit di carica * Potenziale
elettrico, riscontriamo una variazione proporzionale anche della tensione in uscita al
circuito.
Affinch alla variazione di capacit corrisponda una variazione di tensione elettrica tra i
due elettrodi, tra le armature deve essere stabilita una carica elettrica Q di valore
costante:
A) Nei condensatori a polarizzazione esterna, la quantit di carica necessaria alla
polarizzazione del condensatore data da un circuito dedicato, alimentato da una
tensione continua (detta phantom, solitamente a +48 V) fornita da una sorgente di
alimentazione esterna (quasi sempre fornita dal preamplificatore, attraverso lo stesso
cavo bilanciato di segnale).
B) Nei condensatori a electret, ad una delle armature viene associata una sottile
membrana di teflon (o altro materiale di caratteristiche equivalenti) la quale, sottoposta a
trattamenti, tende a ritenere una polarizzazione permanente, che esclude il bisogno
dellalimentazione esterna. Sono sempre comunque dotati di una batteria di 1,5 volt che
alimenta i circuiti di preamplificazione e di adattamento dimpedenza. Le prestazioni
sono inferiori rispetto a quelli a polarizzazione esterna, e si corre il rischio di una depolarizzazione della lamina con il passare degli anni, con un conseguente calo nella
sensibilit duscita.
Essendo per costruzione esposta una sola faccia del diaframma, il modello esposto
sarebbe un microfono trasduttore di pressione, cio omnidirezionale.
Una complicazione rispetto al microfono dinamico che vedremo di seguito deriva dalla
necessit di ovviare allelevata impedenza del trasduttore con una sezione elettronica
che bilanci laccoppiamento con gli stadi successivi.
I pregi di questo tipo di microfono sono lelevata banda passante, la buona linearit, una
gamma dinamica elevata, una ottima sensibilit, il bassissimo rumore di fondo e la
regolazione di pattern direzionale nei casi a doppio diaframa.
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Per illustrare le problematiche legate ai vari tipi di trasduttori, inizieremo analizzando le
specifiche che le case costruttrici ci mostrano nei datasheet dei loro prodotti.
RISPOSTA IN FREQUENZA
Qui di seguito vediamo un grafico della risposta in frequenza di un microfono Schoeps
CMC6 con capsula cardioide MK4.
La curva di risposta in frequenza mostra l'abilit del microfono nel trasformare l'energia
acustica in segnale elettrico; essa non d assolutamente riferimenti sicuri alla qualit
sonora del microfono, poich misurata in particolari condizioni di assenza di riflessioni
(camera anecoica), solamente in asse con il diaframma (0), e ad una determinata
distanza soltanto (solitamente 1m).
Pochissimi produttori ci forniscono
diagrammi comprendenti molteplici
curve a diversi gradi dincidenza, in
modo da rendersi maggiormente conto
di come il microfono potrebbe
rispondere all'uso in campo diffuso.
(imm. a lato)
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Le curve di risposta, inoltre, sono il frutto di una media ai test eseguiti su un campione di
centinaia di microfoni, "smussati" ulteriormente dalla casa produttrice per meglio
competere nel mercato. Quali informazioni possiamo quindi trarre da tali
rappresentazioni? Veramente poche. Malgrado ci, qualche sicurezza in pi cela
forniscono le marche pi importanti, indicando la "finestra di tolleranza" in cui sono
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contenute le deviazioni dal grafico medio.
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Di seguito illustriamo il procedimento di realizzazione che porta alle curve trovate nei
datasheet commerciali. Nella figura di sinistra sono presenti quattro linee: la nera indica
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DIAGRAMMA POLARE
Aumento della pressione a causa delle riflessioni della superficie frontale del
microfono.
Effetto ombra dietro lostacolo creato dal microfono.
Diffusione del suono dai bordi della capsula e del corpo microfonico.
Lintensit di questo effetto dipende dalla grandezza e dalla forma del microfono,
ed inversamente proporzionale alla lunghezza donda del suono incidente.
Notiamo un aumento della pressione nella zona frontale, il cono dombra generato dietro
allostacolo, e le radiazioni sferiche prodotte da ognuno degli angoli del corpo
microfonico.
A frequenze basse, questeffetto minimo e quindi trascurabile, eccetto che per la
tecnologia direzionale, a gradiente di pressione. Infatti questo tipo di interferenza del
tutto simile a quella generata artificialmente dalla capsula microfonica per investire
diversamente i lati del diaframma, e determinare la risposta polare del trasduttore.
Laumento di pressione sulla superficie frontale del microfono pu quindi avere un
pesante effetto sulla sua risposta in frequenza, variando per a seconda della
tecnologia di funzionamento.
La curva A nella figura sottostante ci mostra lincremento al centro del diaframma per un
microfono di 20mm di diametro, con corpo cilindrico; un trasduttore elettrodinamico a
bobina mobile invece sar soggetto allaumento mostrato dalla curva B. In generale poi
dobbiamo considerare che tali variazioni si verificano relativamente allangolo di
incidenza dellonda sonora rispetto al diaframma: a circa 90 questo effetto negligibile.
Considerato tutto ci, ci rendiamo conto che il microfono perfetto per linearit dovrebbe
essere infinitamente piccolo, per annullare gli effetti di disturbo che la sua introduzione
nel campo sonoro produrrebbe.
Alcuni ingegneri del suono che si occupano di musica
classica, stanno volgendo le loro attenzioni sempre pi a
microfoni omnidirezionali miniaturizzati, come il DPA 4060
(figura a fianco), incombendo per in altri problemi quali
lelevato
rumore
autogenerato
dallelettronica
cos
miniaturizzata.
EFFETTO PROSSIMITA:
Microfoni a gradiente di pressione producono un aumento nella risposta delle frequenze
gravi quando la sorgente sonora posta relativamente vicina alla capsula.
Lammontare di questo fenomeno direttamente proporzionale alla percentuale di
componente bidirezionale nella risposta polare del microfono. Gli omnidirezionali quindi
non saranno soggetti a questo fenomeno, mentre i bidirezionali produrranno il maggior
incremento.
Dobbiamo osservare con molta cautela i grafici che ci vengono forniti dai costruttori, in
quanto la misurazione che leggiamo spesso invalidata da questo fenomeno. Per una
corretta risposta la distanza minima dove non si verifica leffetto prossimit
approssimativamente met della lunghezza donda della frequenza misurata. Ci vuol
dire 8.5 m a 20 Hz, 3.4 m a 50 Hz o 1.70 m a 100 Hz; correntemente la maggior parte
delle curve che troviamo nei datasheet arrivano sotto ai 50 Hz, ma ben poche di esse
sono state misurate ad almeno 3.4 m, anzi, la maggior parte stata disegnata con la
sorgente ad un metro soltanto di distanza, e in alcuni casi anche a distanze inferiori.
Qua di seguito mostriamo delle misure di un Neumann KM84 (cardioide) a 5 diverse
distanze dalla sorgene sonora.
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Un paragone tra i contenuti della letteratura scientifica sui principi e le caratteristiche dei
microfoni, e i modelli realizzati dallindustria, ci mostra come molte idee che sono state
presentate non hanno mai avuto realizzazione pratica. Alcune di esse erano cos
avanzate che la tecnologia produttiva non ne ha permesso la commercializzazione, altre
invece hanno perso la loro chance perch soluzioni preesistenti erano pi forti per
diverse ragioni.
Dallaltro lato una continua ricerca scientifica sta progredendo ad esempio nel campo
dei trasduttori ottici, riportando alla realt vecchie idee come la misurazione di un campo
acustico senza lintroduzione di un diaframma che ne disturberebbe lo stato.
Allo stato attuale le tecnologie di produzione si sono notevolmente standardizzate,
raggiungendo una posizione dominante tale che ci vorranno idee veramente convincenti
per scalzarle dal mercato. La combinazione di modelli esistenti con dsp correttivi di
nuova generazione potrebbe essere una conseguenza sempre pi ovvia di tutto ci,
poich permetterebbero di estendere i limiti delle attuali apparecchiature senza
sconvolgere troppo le industrie produttrici.
Al momento stanno entrando in commercio microfoni che includono una conversione
analogico-digitale al loro interno, come ci mostra la Neumann GmbH, ma allo stesso
tempo lestensione dei limiti meccanici dei modelli tradizionali, uniti allutilizzo di nuovi
materiali, lasciano ai modelli classici analogici una buona chance sopravvivere per un
lungo periodo oltre ai gi 140 anni percorsi.
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A::
"Microphone Arrays for Stereo and Multichannel Sound Recording", Michael Williams, Il
Rostro
"Applicazioni dei Microfoni da Studio", Umberto Nicolao, Il Rostro
"Close Miking", Umberto Nicolao, Il Rostro
"Manuale della Registrazione Sonora", D.M. Huber R.E. Runstein, Hoepli
"Tecniche Stereofoniche di Microfonaggio", Bruce Bartlett, Hoepli
"Microfoni", Umberto Nicolao, Il Rostro 2004 (3a ed.)
"Piezoelettricit", M. Della Rocca, Il Rostro
Quaderni di aggiornamento 2 "Tecniche e tecnologie audio", a cura di Umberto Nicolao,
Il Rostro
"Microphones for Professionals and semi-professional use", G. Bor, G. Neumann
Technical Editions
"Microphones, Tecnique and Tecnology", N. Pawera, Arsis
- AES E-Library: A History of High-Quality Studio Microphones by Olson, Harry F.
- AES E-Library: Microphones for Recording by Olson, Harry F.
- AES E-Library: Selected Highlights of Microphone History by Werner, Erhard E.
- AES E-Library: The Bidirectional Microphone: A Forgotten Patriarch by Streicher,
Ronald; Dooley, Wes
- AES E-Library: The Microphone: Between Physics and Emotion by Wuttke, Jrg
- AES E-Library: Choosing the right microphone by understanding design tradeoffs, B.
Barlett