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Progetti

Alain Lusardi

La prosperit di Amiens, dal XIV al


XIX secolo, riposava sullindustria tessile, insediata allest del quartiere centrale di Saint-Maurice. Nellallora capitale europea del velluto, le manifatture, filattiere di cotone e tintorie, si allineavano lungo uno dei bracci del fiume
Somme, inquinandolo disinvoltamente.
Il declino di queste attivit hanno lasciato in eredit una desolata e degradata
friche industriale, attraversata da vie perpendicolari al fiume. in uno di questi
isolati che lamministrazione comunale
ha proseguito il suo progetto di riqualificazione del centro, attraverso linsediamento di unedilizia dedicata al

bruno gaudin

La Teinturerie rinasce
artista, Amiens, Francia

Planimetria generale: a nord la palestra, ad est la


facolt delle Arti, e ad ovest, la scuola superiore.
Nella pagina a fianco:
gli shed della facciata ovest.

FOTOGRAFIE Atelier Bruno Gaudin,


J.C. Ballot

mondo della didattica e della formazione professionale spesso firmata (Krier,


Roig, Gavoille, Chaix et More, Francesco Venezia, ecc.), conducendola a diventare una delle pi grandi citt universitarie di Francia, con pi di 20.000
studenti.
Lintervento di riconversione dellarea
industriale dismessa, Drouet, qui presentato, prevedeva linsediamento del
nuovo polo regionale di formazione
universitario, attraverso la costruzione
di una palestra, della scuola superiore
dArte e Design e della facolt delle
Arti, diversi per la loro natura istituzionale e le loro finalit pedagogiche: una
demolizione delle manifatture esistenti,
fin troppo radicale per i sostenitori dellarcheologia industriale, e ununione
un po forzata, unica in Francia, ma che
aveva per finalit la creazione di una
nuova polarit urbana e la conclusione
della rue delluniversit.
Lequazione da risolvere era alquanto
ardua e complessa: disegnare un isolato
capace di generare, ad est ed a ovest, lo
sviluppo di altre aree residenziali e di

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integrarsi nel tessuto esistente; entrare


in sintonia con il costruito pittoresco che
circonda lisolato, a nord e a sud, pur
sempre proponendo una espressione
consona ad edifici universitari; costruire un servizio di quartiere capace di
unire due entit, che dovevano conservare la loro indipendenza; progettare un
edificio in grado di rispondere allattesa
di una memoria collettiva locale, orfana
di un passato industriale ormai remoto.
Gi autore del progetto della Facolt di
Scienze dellUniversit di Piccardia
(Costruire in Laterizio, n. 67), Bruno
Gaudin si riafferma, nel 1998, scegliendo di riunire le due entit intorno ad
una corte composta da due corpi simmetrici ma diversi. Essi sincontrano al
piano terra, come due C che si fronteggiano, poi si allontanano progressivamente dal loro asse di simmetria innalzandosi, aprendo cosi largamente la
corte, soprattutto a sud, verso il fiume.
L si incontra il parvis dingresso, accessibile da est o da ovest attraverso due
gallerie, che accompagnano, alla maniera
veneziana, il fiume; presenza ambientale
cosi forte che J. Ruskin defin Amiens
la Venezia della Piccardia per la sua
trama lagunare.
Oltrepassata la galleria bassa dellingresso, sincontra il centro di documentazione che separa la corte in due patii,
con le facciate che si sviluppano in un
gioco di terrazze. Queste, come grandi
corridoi allaperto, sono il prolungamento naturale dei corridoi di distribuzione, essi stessi estrusione delle aule e
degli ateliers, grazie a grandi porte.
Questa distribuzione, oltre a permettere ad ogni spazio di rispondere alla funzione dettata dal programma accedere alle aule, ascoltare una lezione, studiare , offre una pluralit duso, da
inventare, di volta in volta, a seconda
delle attivit. Cos, pur non essendo
modulabile e nonostante una architettura molto disegnata, ledificio rimane
aperto a possibili evoluzioni delle funzioni, nota non trascurabile se si pensa
alle mutazioni artistiche odierne.
Questorganizzazione spaziale, che si

La corte della Teinturerie con il suo sistema di


corridoi allaperto e di terrazze. Sono il
prolungamento degli ateliers e delle aule. Il fiume
scorre tra la scuola e le case operaie poste di fronte.
Plastico del progetto.
Nella pagina a fianco:
la facciata sud della scuola superiore dArte e
Design, prospiciente al fiume.

propaga in tutto ledificio, consente,


peraltro, di usufruire di una seconda
fonte luminosa, diretta e non, proveniente dagli ateliers.
I grandi laboratori della facolt, dedicati alla lavorazione del metallo, della
terra o del legno, sono stati ubicati
lungo e al livello della strada, che separa la Teinturerie dalla palestra. Come le
vecchie botteghe degli artigiani gi
permettevano, si pu osservare il lavoro degli studenti e il loro banco da falegname illuminato dal riflesso del mattone della palestra, che restituisce la
luce del sud addolcita dalla terra cotta;
usufruendo cos, di uno spazio relativamente chiuso, con la grande corte centrale, la scuola si apre al quartiere

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mostrando a tutti le sue attivit.


A sud, affiancando la galleria pubblica
di accesso al parvis, una sala destinata
allesposizione dei lavori degli studenti.
Quello che sorprende in questi edifici,
soprattutto guardando la produzione
attuale, la singolarit della scrittura
architettonica. Con il rischio di non
essere capito, Bruno Gaudin uno dei
rari architetti francesi che, in controcorrente, ha avuto il coraggio di sviluppare
un linguaggio personale forte.
Ovviamente, evidente linfluenza del
padre Henri Gaudin, una delle maggiori voci dellarchitettura francese; ma
oggi la sua architettura, affrancata da
questa prima filiazione, evoca ben altri
maestri, da A.Aalto a Kahn, e la libert

con la quale Bruno Gaudin riesce a


reinterpretare gli archetipi vernacolari,
impedendogli di cadere in ogni forma
di pastiche o di citazione: ispirandosi al
motivo ripetitivo dello shed, dei grandi
muri di mattoni delle manifatture, delle
facciate delle case operaie, anchesse in
muratura, o delle grandi superfici alla
fiamminga, riesce a rielaborare un
vocabolario personale combinando
questi elementi senza fare collage, creando forme inedite, ma che appaiono
familiari(E.Caille,in DA,n.133,2003).
In questapproccio, il lavoro di reinterpretazione dello shed forse il pi
emblematico; infatti, osservando il
motivo delle facciate laterali, riecheggiano gli sheds delle antiche manifattu-

re: forse per lalternanza di una linea


obliqua e di una verticale; forse per la
posizione a coronamento di un muro
cieco; forse per la funzione di illuminazione. Ma, guardandoci bene, niente
corrisponde veramente ad uno shed:
non si ritrova la figura del triangolo,
cosi caratteristica del suo profilo, neanche la logica strutturale di copertura, e
neppure quella di illuminazione zenitale. Larchetipo non deformato o
ricomposto in modo manierista, la
manipolazione di tuttaltro ordine.
In questa opera di architettura emergono, oltre alla feconda dialettica fra progetto e sito, una cura del dettaglio, una
sapiente capacit di reintepretare alcuni archetipi dellarchitettura industriale

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PROGETTI

senza pedanteria superflua e con forte


personalit. Anzi, c ben pi. C la
linfa innovativa e matura di un architetto di nuova generazione lasciata
scorrere nella dinamica trasformativa
urbana.
Scheda tecnica
Progettisti:
Bruno Gaudin
in collaborazione con
Guillaume Celeste,
Alexandre Nossovsky e
Mathieu Sneider
Committente: Citt di Amiens
Superficie
abitabile:
8200 m2
Superficie utile: 6000 m2
Costo:
1.239.400 euro
Cronologia:
1998, concorso;
settembre 2003, inaugurazione

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