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Julius Bordonus che, per le sue velleitarie pretese di una diretta discenden
za dai Signori di Verona, assunse l'altisonante nome di Scaliger, si addot
tor in artibus a Padova nel 1519. Sarebbe stato - a suo dire - discepolo di
Ludovico di Boccadiferro, di Tiberio Bacilieri, di Pietro Pomponazzi, di
Agostino Nifo, da cui prese le distanze per essere tutti zoppicanti verso
l'averroismo (qui, ut ingenue fatear, saepius Aristotelem ad Averroim,
quam hunc ad illum referebant), e di Domenico di Fiandra.1 Tuttavia
non si pu dare gran credito alle notizie autobiografiche che egli ci forni
sce, n a quelle trasmesseci dal figlio Giuseppe Giusto nei due tomi degli
Scaligerana,2 poich entrambi sono pi attenti a costruire un'immagine di
prestigio che a tramandare la nuda verit storica. Certo che sulla sua
formazione intellettuale sorgono non poche perplessit, poich quei ma
gistri, messi insieme per lo pi per ragioni di prestigio, ebbero insegna
menti significativamente distanti nel tempo e comunque mai coincidenti
in un qualsivoglia breve periodo in un unico Studio universitario.3 D'al
tro canto, nel periodo dei suoi studi patavini (1515-1519) il Pomponazzi
esercitava il suo insigne magistero nell'Alma Mater Studiorum di Bologna.
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Francesco
Paolo
Raimondi
nel
Settecento
il
genio
di
Monte
bilmente
la
causa
per
cui
lo
Scal
cole
Maurel,
Jean
de
Lagarde,
4 Per gli atti del processo del 1538, cfir. M. O. Fallires et A. Durengues, Enqute sur les
commencements du protestantisme en Agenais, Revue de l'Agenais, XL (1913), pp. 213-340. Per V.
Hall, Life ofJulius Caesar Scaliger (1484-1558), Transactions of the American Philosophical So
ciety, n. ser., xl, vol. rv, par. (1950), pp. 87-170, lo Scaligero fu un riformato. Pi recente
mente ha confermato la sostanziale fede cattolica del Veronese A.-Ch. Fiorato, Jules-Csar
Scaliger bien ou mal sentant, in Acta Scaligeriana. Actes du Colloque International organis pour
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Rotterdam.
latinae,5 che restano ancor oggi una significativa tappa della storia del
l'estetica e della grammatica. Di contro i suoi scritti filosofici, che tra il
Cinque e il Seicento ebbero grandissima diffusione e lo fecero apparire
agli occhi del Moreri6 un novello Aristotele, risultano oggi per lo pi pri
vi di originalit e di scarso interesse. Pi che elaborare un organico nu
cleo di pensiero, egli seppe costruire con grande abilit la sua immagine
5. J. C. Scaliger, Poetices libri septem, s. 1. (ma Genve), Apud J. Crispinum, 1561; Id., De
cansis linguae latinae libri tredecim, Lugduni, Apud Sebastianum Griphium, 1540.
6. L. Moreri, Grand Dictionnaire historique, Paris, chez Denys Mariette, t725, s. ., t. vi, pp.
384-85.
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Francesco
Paolo
Raimondi
fede.
Science, voli. 8, Columbia University Press, New York 1941, voi. vi, pp. 283-84; P. Duhem,
tudes sur Lonard de Vinci, voli. 3, Hermann, Paris 1913, vol. 1, pp. 134, 240-44; vol. m, pp. 198
203; G. Kouskoff, La querelle entre Jrme Cardan et Jules-Csar Scaliger: le De subtilitate ad Hie
ronymum Cardanum, in Acta Scaligeriana, cit., pp. 207-20.
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Francesco
Paolo
Raimondi
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dell'immanentismo naturalistico. Ma an
se presenta ben poco di originale. La gr
duo aristotelico, platonico, galenico, ip
sioni in cosmologia, geografia, botanic
rivazioni da Aristotele, da Plinio, Teoff
in ogni pagina, oltre che da Solino, S
co, Varrone, Gellio, Gaza, Alberto, Opp
dagli arabi Alboali, Avicenna, Alfarabi,
smo dello Scaligero non diverso da qu
scenza: esso direttamente importato d
senza eccessive preoccupazioni di caratt
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364
Una
Francesco
soluzione
menti.
Perci
Paolo
Raimondi
coerente
il
con
problema
il
resta
natural
irrisolto
il
necessitarismo
dello
Scalig
co.19
cardaniana.
la sofistica del Rivano larvale, avventizia, specie nella forma esasperata dell'eristica
e ha valore strumentale. Un po' serve al fine di porre in mostra la sua erudizione e
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ricerca scientifica.
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Francesco
Paolo
Raimondi
tate
ac
pietate
in
Deum
in
nob
vasta
produzione
apologetica
smo. Il Bayle,29 sia pure di passaggio, esclude esplicitamente che egli pos
sa essere annoverato tra i libertini (notez que Scaliger le pere, l'un des
23- A. Possevino, Bibliotheca selecta, Cologne, J. Gymnicus, 1607, t. ri, pp. 83-84 e 408-410.
24. Cfr. lettera di Rabelais a Erasmo, datata 30 novembre 1532, in P. Jourda, Oeuvres com
pltes de Rabelais, Gamier, Paris 1962,1.11, pp. 497-500. Lo Scaligero aveva definito il Rabelais
libertino e debosciato nell'epigramma De Baryaeno, in J. C. Scaliger, Poemata ad illustr. Con
stantiam Rangoniam, Lugduni, G. e M. Beringen, 1646. Sulla questione cfr. L. De Santi, Rabe
lais et J. C. Scaliger, Revue des tudes Rabelaisiennes, m (1905), pp. 30-32; L. Febvre, Le pro
blme de l'incroyance au xvie sicle: la religion de Rabelais, A. Michel, Paris 1947, pp. 81, 163; V.
Hall, Life of Julius Caesar Scaliger, cit., pp. 87-170.
25. Scaligerana, 11, p. 220.
26. J. J. Scaligeri Epistola de vetustate et splendoris gentis Scaligerae, et Julii Caesaris Scaligeri
28. J. F. Reimmann, Historia universalis atheismi et atheorum falso et merito suspectorum apud
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dissenziente : il Corvaglia.
Poich un esame dettagliato delle Exot
tis, da cui deriva la gran parte delle ut
parire stucchevole e interminabile, ci
per summa capita e limitarci a delinea
Veronese, che di per s risulta in prof
lentino. Va detto che non mancano nell
di carattere naturalistico. Nella sua fog
33. A. Corsano, Per la storia del tardo Rinascimento. 1: G. C. Scaligero, Giornale critico della
PP- 35-50 Sono, invece, utili sotto il profilo filosofico il citato saggio del Kouskofif e quelli di
M.-M de la Garanderie, Jules-Csar Scaliger commentateur d'Hippocrate, pp. 245-255 e di K. Jen
sen, The Ms-tradition off. C. Scaliger's Historia de animalibus, pp. 257-283.
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Francesco
Paolo
Raimondi
idibus octobris.
38. Sulla presenza di Duns Scoto nello Scaligero, oltre la citata Scaligerana, p. 335, cfr. A.
Michel, Conclusion du Colloque, in Acta Scaligeriana, cit., pp. 287-291, ma soprattutto cfr. le nu
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Francesco
Paolo
Raimondi
Ma il tema che ci pare veramente decisivo - per avere una piena intel
ligenza dei termini di contrasto con il pensiero vaniniano - proprio quello
del rapporto Deus-Natura, che per il Corvaglia costituirebbe l'elemento
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46. Ivi, vi, 2 e 3; G. C, Vanini, Amphitheatrum, Lugduni, Harsy, 1615 (d'ora in poi: Amph.),
pp. 1-3.
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Francesco
Paolo
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dal volere di Dio (Hisce de causis primario Dei Consilio materia creata
est).53
48. Ivi, lxi, 3, 5 e 6; Id., Deplantis, i, p. 44; Amph., pp. 17-18 e 31-33.
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ex principiis physicis
quae creata sunt interi
e nella attestazione ev
anima vegetativa e sens
ne opinione dei teologi (etiam a nostris theologis habita est) - dal seme,
mortalistiche.59
55 Ivi, CCCLIX, I, 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9, IO, II, I2, 13; LXXVI, 1, 4, LXXI, i, 5; VI, 2; LXVIII, I.
56. Amph., pp. 38-39, 211-18, 221-25; da, PP- 16-19, 374
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Francesco
Paolo
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fero.62
verso. Esso coinvolge una serie di questioni che vanno dalla generazio
ne spontanea alla mistione, dalla comparsa di nuove specie viventi alla
concezione platonica del migliore dei mondi possibili. Nel tentativo di
far quadrare le diverse problematiche nell'ottica dell'ortodossia, il filo
sofo veronese cade in non poche contraddizioni. Da un lato egli accoglie
la platonica sententia secondo cui Dio, bench possa, non vuole aggiun
gere nulla di nuovo alla creazione sia perch risulterebbe imperfetta la
decisione precedente, sia perch il mondo non in grado di recepire
l'infinit della sua potenza.63 Dall'altro, nel riconoscere che il mondo
imperfetto, si perita di evitare lo scoglio dell'argomento empedocleo64
che postula un progressivo perfezionamento dell'universo e la possibili
t della generazione di nuove specie viventi.65 Perci nel timore di avva
lorare la tesi empedoclea, lo Scaligero tratta con molta circospezione le
questioni relative alla generazione spontanea e alla mescolanza delle for
me, limitandosi ad ammetterle solo al livello pi basso della vita ele
mentare e delle cose imperfette e a riconoscere la nascita di nuove spe
cie viventi solo per i casi di innesto di specie temporaneamente in po
tenza.66 Di contro il Vanini ritiene che la platonica sententia implichi una
x.Amph., 182-87,189-96.
63. Exotericae exercitationes, ccxlix, 3; Ampit., pp. 111-113.
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sandrista.68
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Francesco
Paolo
Raimondi
videntur
della
ratio
naturalis
dalla
teolog
69.
Exotericae
70.
L.
exercitationes,
Corvaglia,
op.
cit.,
vol.
ccclxv,
iv,
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p.
8,
315.
p.