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proprio stato. I critici dunque non dovrebbero ragionare a fine desporre questa
specie di giudizi in una formula universale utilizzabile, bens far ricerca intorno
alle facolt conoscitive e ai loro compiti in questi giudizi, analizzando la
reciproca conformit a scopi soggettiva. La critica del gusto larte o la scienza
di riportare a regole il rapporto reciproco di intelletto e immaginazione nella
rappresentazione data. arte quando mostra ci in esempi scienza quando
deriva la possibilit di tal giudicare dalla natura queste facolt. Qui in quanto
critica trascendentale, ha funzione di scienza.
Il giudizio di gusto si distingue da quello logico in quanto questultimo
sussume una rappresentazione a concetti delloggetto, mentre il primo no,
tuttavia simile a quello in quanto vanti un universalit e necessit (ma
soltanto soggettiva). Non essendo, pertanto, il giudizio di gusto fondabile su
oggetti, esso si fonda soltanto sulla condizione soggettiva formale di un
giudizio in genere, tale condizione soggettiva la stessa capacit di
giudicare che richiede larmonizzarsi delle due facolt
rappresentative: immaginazione e intelletto.
Con una percezione pu anche essere legato immediatamente un sentimento
di piacere, un compiacimento che accompagna la rappresentazione
delloggetto e sta ad essa in luogo di predicato, cos pu nascere un giudizio
estetico che non un giudizio conoscitivo. Alla base di tale giudizio (formale di
riflessione che esige da ciascuno quel compiacimento) deve stare un principio
a priori che pu essere soltanto soggettivo, ma che ha bisogno comunque di
una deduzione con la quale si comprenda la possibilit di avanzare esigenza di
necessit da parte del giudizio estetico.
Quindi: come possibile un giudizio che, a partire dal proprio sentimento del
piacere, indipendentemente da concetti, giudichi a priori quel piacere come
condiviso da qualsiasi altro soggetto?
Visto che i giudizi di gusto sono sintetici (aggiungono allintuizione di un
oggetto un predicato che non nemmeno conoscenza ma sentimento di
piacere), la domanda si trasforma: come sono possibili i giudizi sintetici a
priori?
A priori non si pu legare un sentimento determinato a una rappresentazione,
se non nel caso in cui sta a fondamento, un principio a priori che determina la
volont, ma poich il piacere ne la conseguenza esso non pi essere in alcun
modo paragonato con il piacere nel gusto dato che quello richiede un concetto
di legge mentre questo deve essere legato immediatamente al semplice
giudizio. Quindi non il piacere, ma la validit universale del piacere, ci che
nel giudizio di gusto viene rappresentato a priori.
Ora, dal momento che la facolt di giudizio pu rivolgersi a ci che di
soggettivo pu essere presupposto in tutti gli uomini, allora deve poter
essere ammesso come valido a priori per ciascuno laccordo di una
rappresentazione con queste condizioni della facolt di giudizio.
Una facolt di giudizio per essere dialettica deve essere innanzi tutto
ragionante, cio i suoi giudizi debbono avanzare lesigenza delluniversalit.
Non resta quindi altro concetto di una dialettica, che possa riguardare il gusto
oltre quello di una dialettica della critica del gusto sotto il profilo dei suoi
principi. La critica trascendentale del gusto quindi conterr una parte che pu
portare il nome di dialettica della facolt estetica di giudizio solo se si trova
unantinomia dei principi di questa facolt che rende dubbia la sua conformit
a leggi e perci la sua interna possibilit.
Il primo luogo comune del gusto contenuto nella proposizione Ciascuno ha il
gusto proprio ed il giudizio non ha alcun diritto al necessario accordo degli
altri; il secondo luogo comune Sul giudizio non si pu disputare e cio il suo
principio di determinazione non pu essere riportato a concetti determinati.
Manca una proposizione che, nonostante non sia proverbiale, nella mente di
ciascuno: sul gusto non si pu discutere. Dunque si crea la seguente antinomia:
1) Tesi: Il giudizio di gusto non si fonda su concetti
2) Antitesi Il giudizio di gusto si fonda su concetti (altrimenti non se ne
potrebbe neppure discutere)
Per risolvere lantinomia non c altro modo se non quello di mostrare che il
concetto non deve essere preso nel medesimo senso nelle due massime della
facolt estetica, infatti esso ha duplice senso fondamentale alla nostra facolt
trascendentale di giudizio. Ogni contraddizione dunque cade se si dice: Il
giudizio di gusto si fonda su un concetto a partire dal quale per nulla pu
essere conosciuto e provato riguardo all'oggetto, poich esso (il concetto) in
s indeterminabile e idoneo alla conoscenza e tuttavia proprio mediante esso il
giudizio acquista nello stesso tempo validit per ciascuno. Quindi nella tesi si
dovrebbe dire: il giudizio di gusto non si fonda su concetti determinati;
nellantitesi invece; il giudizio di gusto si fonda su un concetto,
sebbene indeterminato, e tra di essi non ci sarebbe pi conflitto.
Il giudizio di gusto e la distinzione del suo realismo e idealismo possono essere
posti solo nel fatto che la conformit a scopi viene assunta, come scopo reale
della natura di accordarsi con la facolt di giudizio o per quanto riguarda la
natura e le sue forme generate secondo speciali, soltanto come un accordo
conforme a scopi che si manifesta, senza uno scopo, da s e in modo
contingente, per il bisogno della facolt di giudizio. La propriet della natura di
contenere loccasione per noi di percepire quando giudichiamo i suoi prodotti
linterna conformit a scopi dichiarata universale, non pu essere uno scopo
naturale, altrimenti il giudizio cadrebbe nelleteronomia e non sarebbe dunque
libero. Il principio dellidealismo della conformit a scopi si vede chiaro anche
nellarte bella poich qui non pu essere assunto un realismo estetico della
conformit a scopi per esempio mediante sensazioni, di conseguenza ne sta a
fondamento lidealit degli scopi non la loro realt, anche perch deve essere
considerata non un prodotto dellintelletto, ma del genio che ottiene la sua
regola mediante idee estetiche che sono distinte da idee razionali e scopi
determinati.
Per attestare la realt dei nostri concetti sono sempre richieste intuizioni.
Lipotiposi in quanto presentazione sensibile duplice: o schematica (a un
concetto vien data a priori la corrispondente intuizione) o simbolica (se con
un concetto, a cui non pu essere adeguata alcuna intuizione, si accorda solo la
regola di questo procedimento e non lintuizione stessa, quindi solo secondo la
forma della riflessione e non secondo il contenuto).
Il bello dunque il simbolo del bene morale e anche solo sotto questo riguardo
esso piace, con esigenza daccordo universale. Questo lintelligibile rispetto a
cui le nostre facolt si armonizzano e senza di cui non sorgerebbero nientaltro
che contraddizione tra esigenze del gusto e natura di quelle facolt.