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Lezione (09/05/16)

Per lesame: ricordare i mutamenti fonetici del latino (esito occlusive sonore aspirate del latino), per il greco
usare i testi. Testo generale sul mutamento linguistico: esempio di domanda: parla del mutamento
morfologico tenendo presente il testo.
Dialetto argivo
(n. 82 silloge Buch). Si fa riferimento a una stele. Non c il verbo essere: ricorda le iscriizoni parlanti m non
c n prima n terza persona. A volte omesso il verbo. La prima parola ci rimanda allarea non ionicaattica perch abbiamo a lunga per la forma discussa: stalna da stala con a lunga (non stele => escludo area
ionica-attica e dialetto eolico perch avrebbe stalla) ma p tipica forma generica nord occidentale dorica.
Ha = con aspirazione itegrata: non dialetto psilotico.
La stele e il telamone sacro di Era argiva
Telamon = con omissione nasale finale. Anche la forma iaros anzich iers ci rimanda a questa area
dialettale (a Lesbo iros). Poi teonimo con epclesi.
Iaromnamnes = sostantivo che indica collegio sacerdotale = istituzione che ha a che fare con il tempio =
iars = corrisponde a iers = faren per fere. Guardando a iars si alternano forme con aspirazioni e senza,
anche per sostantivi come hemera (attestato con aspirazione e senza = giorno).
Toide = pronome deittico toi e non oi = uno dei tratti presi in considerazione. la caratteristica n 11 della
tabella magica. La funzione no n deittica ma forica (o meglio cataforica) = si citano gli heronnemenos =
si enumerano i componenti del collegio con nomi e antroponimi = funzione di toide cataforica. Parlando
della funzione cataforica dei pronomi abbiamo sottolineato come il neutro con funzione cataforica che
introduce dopo un verbo logonimo una frase dichiarativa ci spiega lorigine e letimologia di ci che
sincronicamente sono delle particelle dichiarative = delle parole funzionali. Il neutro cataforico nella frase
successiva ha funzione di particella dichiarativa => tipo di mutamento morfologico (grammaticalizzazione).
si parla di originaria funzione cataforica: i pronomi neutri come oti (del greco) in un contesto di funzione
cataforica sono diventati particelle. I fenomeni di grammaticalizzazione che determinano mutamenti
fonologici sono dipendenti da mutamenti sintattici: lo capiamo da usi contestuali. Le parole che in origine
significano -> la parola era usata per frasi negative. Pronome neutro mostra il processo di
grammaticalizzazione che ha portato i pronomi a essere particelle (funzionali). Gli originari pronomi neutri
che diventano particelle dichiarative sono simili fenomeni a quelli nelle lingue germaniche: il tedesco das e
linglese that originariamente era (vedi legge di Grimm) *toj, in greco to per caduta delle consonanti
occlusive finali. un mutamento fonetico che richiama tutti gli alfabeti greci -> ascrivibile al greco comune.
Le nozioni di greco comune e germanico comune => sono davanti a nozione di discussione: protolingua
dellalbero genealogico di Shlaicher? Oppure fatti di convergenza? Nozione di lingua che racchiude tutti i
dialetti e che determinano la grecit.
C una serie di antroponimi che hanno suffissi ben noti= sono composti:
Purfalion e Dumans = qui abbiamo nomi in -es (alkamenos ha tema in -es, composto con Da, altrove
sarebbe de- (sono tipi greci)). In Purvalion c notazione nasale ma in telamo non c. Dumans invece
interessante perch un sostantivo antroponimo che un tema con nasale; se fosse attico la terminazione non
sarebbe dumans, vedi tab. 14: il nesso consonantico nasale + sibilante (sia primaria che secondario come
nel caso di pas, pasa, pan), in greco tende ad avere esiti diversi e a non mantenerlo invariato. Lallungamento
di compenso che spieghiamo con la tendenza a mantenere il peso sillabico, nellarea delleolico di asia
minore abbiamo presenza di un dittongo per cui laccusativo basato su tons tois. Guardando nella tabella
del Risch: in area nord occidentale ci sono tracce di conservazione del nesso ns (nasale+sibialnte) in attico
Dumas con a lungo. Il tipo pansa in arcadico, in tessalico orientale; guardando a tons vediamo posizione
del nesso in condizione finale.

Areteue = Purvalione Dumante era il capo del collegio, una sorta di presidente. Il verbo ha una forma di
preterito che potrebe essere una forma di imperfetto che fa pensare a un verbo * reteuo non attestato altrove
con idea di comandare. Unipotesi che la a sia una forma di aumento aperta in a. unipotesi suggerita
dal nesso approssimante + labiovelare + vibrante legata a tendenza. La II ipotesi probabile che nella a si
celi un preverbio = a. Escludendo sia la e dellaumento con apertura in a, data la semantica di questo
verbo (indicava il presidente) quale sarebbe il preverbio greco dotato del valore di supremazia? Un preverbio
(pensando a a-) sarebbe av => il ragionamento che an sia la forma apocopata an (gi in arcadico molti
casi di cat-cat = preposizioni bisillabiche non pi bisillabiche avevano registrato assimilazione) quindi au
sarebbe an assimilato alla sibilante successiva (au (a) > an). davanti a lingue di frammentaria
attestazione: davanti ai dialetti greci poco attestati che hanno descrizione grammaticale con dati tipologici
ridotti, quando vediamo forma con aspetti di oscurit non facilmente descrivibili nei dettagli, applico metodo
etimologico adottato per le restsprache, anche per la ricostruzione di mutamenti fonetici. Etimologizzando la
forma devo ipotizzare la forma di e che si apre in a; se guardo la semantica devo lo stesso veder mutamenti
fonetici (trafila a an). ci sono spesso proposte di ricostruzione etimologica che sembrano evidenti ma
devono essere sottoposte a vaglio fonetica generale. Guardando a un testo di una rest sprache, ci che in
primis raggiungo che per una lingua letteraria: commentando un testo antico greco (di cui conosco
fonologia, grammatica, di cui ho molte notizie). La prima cosa che colgo sono i fatti di lingua, rifletto sul
senso del testo dopo (quando ho grande corpo); chi si occupa di rest sprache invece cerca di comprendere
subito il testo ma fa pi fatica a capire la lingua per cui ricorre al metodo etimologico (per le iscrizioni
ritrovate dagli archeologici per esempio). La forma verbale qualcosa che cerco di ricostruire e con il
metodo etimologico giustifico la forma che ho riconosciuto (in quetso caso di procede dal senso al
significato di lingua).
Questa forma ha laria di essere un imperfetto (anche se non attestato). Deriva dal verbo reteuo, ma se il
verbo non attestato, non si pu prendere il verbo aureto? La basa doveva essere un sostantivo non con la
a iniziale => il tipo verbale fa pensare a un preverbo. Dal punto di vista etimologico non riconosco una
radice in a ma in ci che viene dopo. Un verbo come reteuo ha laria di essere un verbo denominale
(derivato da un nome). Un nome in a- => se ho un verbo in -eu, quale devessere un sostantivo (in
etimologia sincronica)? la forma di un eventuale sostantivo alla base di un verbo in -euo? Se ho un sostantivo
in a posso avere un ao (verbum vocale). trovando rapporti paradigmatici, un sostantivo alla base del verbo:
non pu essere un astratto in a, basileuo ha basileus come sostantivo alla base => pensando al tipo tematico
basileus capisco da dove viene la u di euo.
Il verbo una forma chiara nel senso ma oscuro nei dettagli => abbiamo dato esempio di etimologia
diacronica pensando allaumento in e- aperto in a- ma con le ultime consideraioni con rapporti paradigmatici
dicendo che un verbo denominale ho dato esempio di etimologia sincronica, o sincronologica o statica o
grammaticale. Il nome in eus un tipo greco.
Tratto tipico del dorico insulare
Iscrizione 113 raccolta silloge Buch (letto Bach). una iscrizione rupestre di inizio IV da Tera (legge sacra).
Nelle 2 righe c un tratto dorico che anche chi non ha studiato vede: futuro dorico (vedi nelle grammatiche
greche) = con sibilante tipica del futuro thuseonti. Facendo un discorso etimologico, alcuni hanno proposto
di interpretare la sibilante tipica della formazione del futuro come un elemento con valore desiderativo.
Ipotesi interessante perch una forma di futuro che possa nascere da una forma che nel suo significato
etimologico. La caratteristica del futuro dorico avere la vocale thso -thuso. Forma dorica anche onti
(dialetti che assibilano ha forma onsi, qui onti forma originaria. Passaggio ti>si isoglossa che dvide in
due i dialetti greci = dialetti che assibilano o no. Assibilazione che nella ricerca del miceneo si vista traccia
di assibilazione in miceneo, che nel 50 fa nascere tabella magica per la collocazione dei dialetti greci nel II
millennio a seguito della decifrazione del miceneo = siamo in una area geografica in cui non troviamo
assibilazione che non hanno -ti)

Il futuro lultimo tratto della tabella magica. A fronte di una serie di testimonianze di -so anche -to. Un
altro tratto peda anzich
Il 24 del mese artemision essi compiranno un sacrificio e al tempo della festa delle agore un banchetto e bei
sacrifici davanti alla sua immagine.
Artamitio = forma dorica. Italianizzato Artemisio (riferimento al greco attico non al dorico). Non
Arte ma Arta con vocalismo in a + esempi odi non assibilazione di t che rimane tale e non assibila in s.
Tetartai = 4 giorni dopo 20.
Thousenti iarn = compiranno il sacrificio = ma letteralmente sacrificheranno il sacrificio con accusativo
delloggetto interno (evidenti quando c identit etimologica). Il verbo kernamai/kerannumi = mescolare
a seconda delloggetto che aveva indicava coniare moneta falsa, oppure mescolare in modo imperfetto. Il
verbo supporto un tipo di verbo (il termine ausiliare per i casi di grammaticalizzazione in cui il verbo
ha funzione nelle forme perifrastiche con processi di evoluzione semantica) un verbo come fare in fare
una telefonata in cui fare ricorda gli ausiliari ed chiamato verbo supporto. Differenze di azionalit. Ci
sono sostantivi paragonabili a verbi supporto, come colpo ti faccio un colpo di telefono con valore
azionale.
Deipnog = con gamma finale che indica nasale velare.
Sameio = non semeion quindi non area ionico-attico (non per forza dorico). Nozione del segno
nellantichit = qui significa statua. = termine che signum del latino. valore astratto che riguarda anche
storia del pensiero linguistico. Gi Aristotele nella poetica facendo riflessioni di tipo metalinguistico
distingueva tra linguaggio poetico e apofantico. uno dei contesti in cui la collocazione cronologica =>
linguaggio apofantico.
Lezione 20 (10/05/16)
Latino dialettale
Guardando ai luoghi, il termine che rimanda alla variazione diatopica, il termine non ha una valenza univoca,
talvolta si ha un altro termine: (vedi testo di Ernout di un linguista latinista gli elementi dialettali del
lessico latino). il termine dialettale nel testo di Ermou nel latino classico non comprende solo ci che
definito davvero dialettale nel senso rustico, che si divide da quello urbano di Roma. Comprende anche ci
che noi definiamo prestiti dalle lingue italiche. Parlando di rufus (esito fonetico che la connota come italica
e non latina, popina variante coquina parola osca finita in latino come prestito). In Ernout gli elementi
dialettali sono di diverse origini. Uno dei casi in cui il termine dialettale entrato in latino: per dialettale
si intende tutto ci che proviene da un ambito esterno al latino urbano (prestiti dallitalico o altro). Parlando
di latino dialettale si parla delle realt linguistiche che fanno scoprire lesistenza di parlate locali =
connotiamo come latine quelle lingue che si differenziano dalle lingue italiche, partendo dallindoeuropeo
=> il latino dialettale il = latino del Lazio, diverso dal latino urbano, che rientra nella rusticitas
(cosiddetto dialetto rustico degli autori latini). Dire parlate latine meglio di dialetti latini.
Nelleschis di Meillet (Schizzo) un termine usato da Meillet per indicare le parlate (che noi indichiamo con
dialetti) usa termine parlr (=parlate).
E le regioni vicine fino ai monti Albani. Preneste quasi alla realt orientale del dominio, etrusco e parlate
osco umbre. La parlate di Faleri (falisco) una parlata latina circondata da parlate etrusche.
Il falisco trattato come un dialetto a s, non tanto come una parlata latina, era intorno a citt di Falri.
Quando troviamo resti di lingue (rest-sprache = lingue frammentarie con poche attestazioni) la
collocazione di alcune realt nellambito del latino, lattribuzione di una delle realt linguistiche difficile.
Esempio di latino dialettale: prelistino. Nel caso del falisco troviamo:

Falisco pi antico della citt di Falri poi distrutta con dei tratti pi italici e meno latini
Falisco latinizzato testimoniato dai documenti trovati nella Falri Novae = citt ricostruita dopo la
distruzione, lingua frutto della sovrapposizione del latino al falisco.

Nel caso di Preneste abbiamo una variet latina del Lazio, diversa dal latino urbano. Parlando del falisco,
una terza accezione del latino dialettale.
Accezioni di latino dialettale:
1 Accezione di Ernout di latino dialettale che guardando il lessico vede come dialettali tutti quei
lessemi che apparivano estranei al latino di Roma = sia elementi di rusticitas sia fenomeni di
prestito
2 Accezione di latino dialettale come variet diatopica = latino non di Roma, vedi il prenestino
della citt di Preneste
3 Terza accezione di latino dialettale guardando alle testimonianze che troviamo nei casi di
colonizzazione = iscrizioni latinizzate che troviamo nelle colonie (esempio in area italica-umbra
dopo la colonizzazione) => questo rimanda a una nozione di variet diatopica. Esempio iscrizioni a
Pesarso (area umbra) in cui immaginimao di trovare latino con tratti umbri che nasce dall prima
colonizzazione (dalla prima espansione di Roma). Davanti a rest-sprache difficile che gli autori siano
daccordo, ma troviamo dei tratti che rimandano allosco, anche se liscrizione non stta trovata in
Campania => ma noi sappiamo che i coloni non erano per forza dei soldati romani => le
testimonianze epigrafiche sono importanti perch le caratteristiche linguistiche mostrano larea di
provenienza dei coloni che erano stati mandati l.
Il prenestino
Il dialetto di Preneste fu studiato per la prima volta da Ernout = prima opera monografica sul Prenestino les
parlees de preneste = La parlata di Preneste secondo le iscrizioni = prima raccolta di iscrizioni = una
memoria, sort di saggio della Societ des linguistic che aveva boullettin (BSL) e Memoire = lavoro
pubblicato per 1905 (prima opera del 1905). Memoire in francese pu essere sia femminile che mascile: la
memoria come ricordo femminile, se memoria saggio maschile.
La fibula prenestina una delle pi antiche attestazioni ( il numero 3 del CIL III edizione) ma la sua
autenticit stata messa in discussione dalla Guarducci che la credette un falso.
Fotocopia dal CIL (iscrizioni latine, II edizione).
CIL I2 n. 59 = databile al III secolo. La prima mutila, non c foto = andata perduta.
I magistri Gaio e Quinto Metillio figlio di Anicio xxxx figlio di Mucio fecero le scanalature alle
colonne in onore di Apollo
Apolon = integrato in Apolone = forma flessa con riscontri in prenestino = esempio di dativo in -e (esito
dittongo -ei). nel latino urbano lesito -i con una frequente (iscrizioni di epoca repubblicana = grafia
etimologica = -ei- letto -i- la classica grafia etimologica come il caso di -ei- che si legge -i-). Il dittongo
come -ei- arriva a -i- attraverso fase intermedia di semichiusa lunga -e-. questa fase intermedia una variante
diacronica pensando al mutamento fonetico (riconosciuto come percorso in diacronia) fase intermedia della
monottongazione del dittongo (ei > e > i) ma anche variante diatopica (perch si ferma alla -e-). Indirette
testimonianze della forma in -e nel latino urbano: allora un avariante originariamente diacronica e diatopica
(caratterizza una area geografica) viene a coesistere a una variazione linguistica e diafasica = uso voluto di
rusticismi o arcaismi (vedi Plauto). Nel testo c riferimento a una grafia -ei- = testimonianza di
consapevolezza di coesistenza di varianti. Anche in miceneo = coesistenza forma -co- e -jo-.
Dativo in -e-. = Ad Apollo = destinatario dedica

Gaio e Quinto Metillio = sono proposte di integrazione.


I Magistri = la forma al plurale. In latino ager un tema in -o perch ha il suffisso -ro. Nel caso
rappresentato da ager = era agros con caduta di o finale per ragioni di accento, assimilazione s a vibrante
per cui agr => struttura sillabica che presenta una r sillabica e si verifica un fenomeno di
vocalizzazione che ricorda esito sonante. La vocale che viene articolata da forma agr la vocale e =>
una vocale non etimologica che nasce in prossimit della r. se dico miser la base miser. Se la
vibrante preceduta da vocale. lesito -ei- mi fa aspettare come magistri del altino urbano (la i del latino
urbano deriva da oi + desinenza i => ha monottongazione che va verso i. il dato epigrafico fa capire
che la grafia ei poteva avere una pronuncia e. Guardando altre testimoianze, abbiamo forme come
magistress => ci sono dei nominativi dei temi in -o che non sono -ei- ma hanno anche sibilante => tipo
es => un tipo frequente in area italica. Mentre il latino come il greco con le vocali tipo lupos ha
desinenza pronominale, altrove la desinenza del nominativo plurale dei temi in vocali di tipo -os. Anche
in sancrito il plurale dei temi in -o -s; le lingue come osco hanno il plurale in sibilante, non le desinenze
pronominali che caratterizzano il greco e il latino. in questo magister c una lettura favorita anche da altre
letture con magisteri cn plurale in s. la forma magisteres. Qui c tendenza ad anaptissi tipica
dellarea italica.
Pensando a metillio abbiamo una -o. O un plurale in -os, oppure? Devo riconoscere per forza un purale (i
metilli perch ho verbo al plurale). Significato di lingua a cui sono di fronte? Se ho il verbo al plurale, posso
pensare a un plurale dal punto di vista morfologico. Un plurale in -o- lo spiego con una forma latina di tipo
os (I ipotesi) oppure il latino ha forme residuali di duale che dal punto di vista funzionale funzionano
come plurali, ma lanalisi morfologica riconosce antichi duali (per esempio nella forma in -duo). Il latino
come opposizione funzionale non ce lha il laino. La funzione di duale in latino svolta dal plurale. Leggi
di marcatezza: il plurale non marcato, il duale s. Anche quando un plurale ellittico, esempio Cstores =
non si traduce i Castori, ma Castore e Pollce. Il Vachernache, occupandosi di duale, cercando problema
esegetico. un duale particolare : un duale ellittico usato per indicare due referenti che non sono
quantitativamente due referenti (lo stesso referente 2 volte) ma indica un referente a cui si associa (due
referenti che stanno in coppia per ragioni naturali) (come le braccia o Castore e Pollce, come Aiante non
sono i due aiaci ma Aiace e Teucro). Una forma particolar edle duale per il duale ellittico che
normalmente darebbe membro marcato, alcuni ne trovano tracce in tocario.
Coravero = il verbo al plurale, che in latino sarebbe curverunt o curavrunt (latino parlante presuppone
curverunt). Scrivendo la forma con lasterisco per la ricerca etimologica *coisavisont in cui troviamo
traccia di rotacismo e di un fenomeno importante: si parte da oi che nel percorso di monottongazione non
arriva a -i- ma a -u- come spesso accade in latino. a volte attestato nella fase -oe- nel latino epigrafico, qui
stesso discorso: qui la o la fase intermedia prima di u (curare).
Poi abbiamo la non notazione = caduta della t (curaverunt curavero) tipica di questarea.
Dedica prenestina di una matrona per esito felice di nascita
Tipico di preneste
Nationu gratia = non c ancora distinzione grafica tra sorda c e sonora g (vedi cauis- gaius), qui
Occedia moglie di nomerio per riconoscenza della nascita diede in moglie la figlia primigenia
Natiunou = omessa la s finale, un genitivo di natio come nomen actionis rispetto a nascor (nascita )
nationis da nationes nel latino urbano. Us da os il grado apofonico che il greco generalizza (il genitivo dei
nomi in consonante os, in latino es che diventa is). Larea latina dialettale ci conserva tracce de lgenitico
= a reneste il genitivo dei nomi in conosonante in ous-os. Ouos un altro genitivo in -os. Perch rimasto
-os? Il passaggio da os a us rallentato dal contesto per dissimilazione prevetiva per approssimante
labiovelare. Laltra caratteristica il genitivo dei temi in a in a = ci che in termini fonetici lesito del
dittongo lungo o labbreviazione (monottongazione) oppure perdono la semivocalle e rimane la vocale

lunga. Larea dialettale non ha ai-ae-e, ma genitivo in a in cui cade il dittongo lungo. Questo fenomeno
nellItalia antica copre unarea molto vasta e si vede anche nelle iscrizioni pesaresi (con esempi di dativo
in -a).
Dedica a Ercole
Ercole = la forma tipica italica con anaptissi (tendenza dellarea italica Eracles con inserzione vocale).
grafia leghigous interessante perch testimonianza che qui esito di i e perch grafia ei indica e
non etimologica (la e di lex non deriva da ei).
xxx = suisque in latino = omessa la sibilante e non i ma e => altra testimonianza.
Salutus = sarebbe salutis = genitivo in us ancora.
Rubs = abbreviazione di Rubens = scrittura breve = nella variet diamesica grafica dellantichit si vedono
casi di scritture brevi.
Qui una dedica
Qualcuno ha donato a Eracle
Pro sed suisque (sed originariamente) ma spesso si trova nelle iscrizioni funerarie: hanno formula
ricorrente: questo il monumento in latino suis-suisque o posterisque. La formula pro sed suisque =
formula ricorrente. Ci sono iscrizioni in latino repubblicano con espressione ridondante. Non si dice pro
sibi sibi suisque o sibi posquerisque ma sibi et posq = rimanda a variazione linguistica. Trovando una
espressione ridondante, ho un indizio del fatto che la funzione di -que era sempre meno marcata. In italiano
dicaimo e => scompre il que. un esempio di tratto tipico del latino parlato = variet del latino che
esisteva la tempo del altino classico in et repubblicana che poco emerge dai testi repubblicano.
Pesarese
2 iscrizioni pesaresi. Area umbra con tratti di osco. Bibliografia:
diedero in dome alle matrone.. Curia,
vediamo:
- matre non matri
- dativo in -a
- matrona = nominativo plurale che fa pensare al dittongo in ai oppure matronas (plurae osco)
- pola = paula = tratto del latino parlato e umbro = monottongazione di au in o. (oricla -oricula).
- Deda = linguaggio infantile?? Lartvolter = hanno caratteristiche fnetiche specifice (vocale -a- e
hanno la caratteristica del raddoppiamento (vedi il nostro tata o il greco atta = il nome comune
di padre; il padre nostro in attico atta usan = nome comune di padre con raddoppiamento
speculare).
Iscrizioni dellarea pesarese dedicate alla dea = traccia di tipo culturale di presenza osca perch
nelliscrizione dopo abbiamo iscrizione alla dea (scritta deua) testimonianza dativo in -a. la dea marica una
divinit il cui culto attestato in area osca. una divinit di Minturno. Alcuni leggero queste iscrizioi come
testimonianza di latino come portatore di elementi. Matronas con nominativo osco, non latino con presenza
della sibilante. La dea marica era una dea il cui culto attestato a Minturno. Il nominativo in -as (matronas
pi che matronai) attestato nelle Atellane di Pomponio. LAtellana un tipo di commedia che rimanda
allarea osca. Esempio dellultima accezione di latino dialettale non tanto come variante di latino nela lazio e
non a Roma, ma latino che ha sotrato di elementi non latini, con elementi da aree non latinizzate da
colonizzazione. Questo un latino con dei tratti che ricordano non solo il sostrato umbro ma anche losco
(che arealmente qui non centra). Iscrizioni a roma con onomastica. Lonomastica italica ha differenze negli
elementi. In area greca una formula onomastica fa pensare a una presenza romana e di latini

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