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Il presente rapporto conclude la prima fase di rilevazione dei fabbisogni

dinnovazione nel sistema agro-forestale e agroalimentare regionale affidata


dalla Regione Puglia allIstituto Nazionale di Economia Agraria nellambito delle
attivit previste dalle Linee guida per la ricerca e sperimentazione in agricoltura
2009-2011.

Il testo si compone di quattro sezioni in cui sono illustrate in modo sistematico


le politiche regionali per linnovazione e il sistema regionale della conoscenza
in agricoltura, i meccanismi e i processi di programmazione partecipata e le
forme di partecipazione degli stakeholder della conoscenza in agricoltura e,
ancora, i fabbisogni di innovazione emersi durante i lavori degli otto tavoli di
approfondimento tecnico-scientifico attivati dalla Regione Puglia.

Il lavoro propone, inoltre, un tentativo di analisi e di interpretazione dei risultati


raggiunti dai Tavoli attraverso la costruzione di strumenti statistico-matematici,
mutuati dalle metodologie di approccio partecipativo e dalle analisi del business
aziendale, in grado, da un lato, di agevolare la lettura degli stessi risultati e,
dallaltro, di contribuire ad indirizzare le scelte regionali in materia di ricerca in
agricoltura.

9 788881 452972

I fabbisogni di innovazione dellagricoltura pugliese

Rapporto realizzato nellambito del progetto


Supporto metodologico alla gestione degli interventi previsti
nelle Linee guida per la ricerca e sperimentazione in agricoltura 2009 2011
(Convenzione Regione Puglia e INEA)

I fabbisogni di innovazione
dellagricoltura pugliese
Risultati e proposte
dei Tavoli di approfondimento
tecnico-scientifico
Linee Guida per la ricerca
e sperimentazione in agricoltura
2009-2011
REGIONE
PUGLIA

Sede
regionale
per la Puglia

I fabbisogni di innovazione
dellagricoltura pugliese
Risultati e proposte
dei Tavoli di approfondimento
tecnico-scientifico
Linee Guida
per la ricerca e sperimentazione in agricoltura
2009-2011

Rapporto realizzato nellambito del progetto Supporto


metodologico alla gestione degli interventi previsti
nelle Linee guida per la ricerca e sperimentazione in
agricoltura 2009 2011 - Convenzione Regione Puglia
e INEA repertoriata in data 23.03.2010 al n. 11549 e
registrata presso lAgenzia delle Entrate di Bari al n. 4945
del 16.04.2010.
Gruppo di lavoro:
INEA
dott. Massimiliano Schiralli (responsabile di progetto)
dott.ssa Giulia Diglio
dott.ssa Ines Di Paolo
dott. Pierpaolo Pallara
dott.ssa Graziella Valentino
dott.ssa Laura La Ficara
dott.ssa Tiziana Maraglino
dott. Gaetano Pellegrino
sig.ra Rossella Chiarella
sig.ra Daniela Napolitano
Regione Puglia
dott. Luigi Trotta
dott. Luigi Scamarcio
Il presente rapporto stato redatto a cura di
Massimiliano Schiralli
La stesura delle singole parti da attribuirsi a:
Premessa
dott. Gabriele Papa Pagliardini
(Direttore Area Politiche per lo Sviluppo Rurale
della Regione Puglia)
Capitolo 1
(1.1) Scamarcio L. e Trotta L.
(1.2) Maraglino T. e Schiralli M.
Capitolo 2
(2.1) Schiralli M.
(2.2) Maraglino T. e Schiralli M.
(2.3) Pellegrino G. e Schiralli M.
Capitolo 3
(3.1) Maraglino T. e Schiralli M.
(3.2.1, 3.2.2, 3.2.6, 3.2.8) Maraglino T.
(3.2.3) Pellegrino G.
(3.2.4, 3.2.5, 3.2.7) Schiralli M.
Capitolo 4
(4.1) Maraglino T. e Schiralli M.
(4.2) Maraglino T.
(4.3) Schiralli M.
Capitolo 5
Maraglino T., Pallara P., Schiralli M., Trotta L.
Si ringrazia la dott.ssa Anna Vagnozzi per la lettura
critica dei testi e per le osservazioni e i suggerimenti
offerti nel corso dellattivit di ricerca
Progetto grafico e impaginazione: Nino Perrone
Stampa: Grafica&Stampa - Altamura
2012 Regione Puglia/INEA - ISBN 9788881452972

Indice

pagine
5 Premessa
6
6
8

1.
1.1
1.2

Le politiche e la strategia regionale per linnovazione in agricoltura


Le Linee guida per la ricerca e sperimentazione in agricoltura
I processi partecipativi e la rilevazione dei fabbisogni di innovazione

12
12
13
17

2.
2.1
2.2
2.3

Gli attori della conoscenza in agricoltura


Il Sistema regionale della conoscenza in agricoltura
Lanalisi degli stakeholder
I gruppi di lavoro dei tavoli tematici regionali

23
3.
I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura
23
3.1 La metodologia di lavoro
26
3.2 I risultati dei tavoli
26
3.2.1 Prodotti e tecniche delle coltivazioni arboree, delle filiere vitivinicola e
olivicolo-olearia
32
3.2.2 Prodotti e tecniche delle coltivazioni cerealicole, industriali, officinali,

foraggere e no-food e loro tecnologie, produzioni e valorizzazione tecnologica

nel settore orticolo, floricolo e del vivaismo ornamentale e delle colture
officinali
40
3.2.3 Zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera. Benessere animale.

Allevamenti faunistici. Zoocolture, apicoltura
46
3.2.4 Selvicoltura, piante a rapido accrescimento, tartuficoltura, prodotti del

bosco e faunistico venatorio
50
3.2.5 Agricoltura e ambiente, agricoltura sostenibile e biologica, biodiversit

animale e vegetale
61
3.2.6 Multifunzionalit in agricoltura
67
3.2.7 Biotecnologie animali e vegetali
73
3.2.8 Strategie politiche economiche e sociali
81
81
86
100

4.
4.1
4.2
4.3

Gli orientamenti dei tavoli


La metodologia di lavoro
I temi e i livelli di interesse degli stakeholder
Il parere degli esperti

105

5.

Risultati e prospettive

108 Bibliografia

Premessa

con particolare piacere che presentiamo il risultato di un lavoro intenso, svolto fra
il 2010 e il 2011 in strettissima collaborazione con la sede regionale di INEA, frutto
degli sforzi e della convinta partecipazione di un gran numero di attori del sistema
regionale della conoscenza e dellinnovazione in agricoltura.
Le Linee Guida per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura 2009-2011, e la
loro naturale prosecuzione per il triennio successivo, hanno ormai impresso una
svolta irreversibile e strutturale nella gestione dei processi di costruzione dei
sistemi di intervento regionale a sostegno della ricerca agricola, secondo direttrici
definitivamente improntate ad un approccio partecipativo.
La massiccia adesione degli stakeholders (quasi 100 persone coinvolte in 8 tavoli
di approfondimento tecnico-scientifico condotti con il metodo del focus group,
come meglio illustrato nel testo) motivo di conforto e conferma con chiarezza la
bont della strada intrapresa. Il taglio solo apparentemente macrotematico, che
stato fornito come traccia lungo il percorso degli 8 gruppi di lavoro, si rivelato
al contrario il necessario propulsore per la produzione delle preziosissime idee e
indicazioni per lazione attuativa del decisore pubblico regionale.
A conferma di quanto appena affermato, i risultati dei tavoli di approfondimento
presentati in questo testo hanno gi costituito il punto di partenza per la definizione
dellavviso pubblico per la presentazione di progetti di ricerca e sperimentazione
in agricoltura recentemente pubblicato nel B.U.R.P. del 2 maggio 2013, dando
immediata concretezza alle indicazioni emerse. Questo passaggio, inoltre,
costituisce un atto propedeutico alle scelte che si potranno fare allinterno della
nuova PAC in tema di innovazione in agricoltura e di trasferimento delle conoscenze.
In piena coerenza con lincessante lavoro di dialogo e raccordo fra la dimensione
regionale e quella nazionale ed europea del sostegno allinnovazione e alla ricerca
agricola, i risultati dei tavoli di approfondimento tecnico-scientifico non devono
essere considerati un consuntivo. Al contrario, essi rappresentano un cantiere di
idee da immaginare perennemente attivo, un laboratorio (anche di governance
della materia) aperto e in costante divenire, per raccogliere le sfide del futuro, nella
prospettiva di nuovi scenari di innovazione in agricoltura e nellagroalimentare,
coerenti con le strategie di Horizon 2020.
Dott. Gabriele Papa Pagliardini
Direttore Area Politiche per lo Sviluppo Rurale
Regione Puglia

1.

Le politiche e la strategia regionale per linnovazione in agricoltura

1.1

Le Linee guida per la ricerca e sperimentazione in agricoltura


La ricerca, lo sviluppo delle innovazioni e la diffusione delle conoscenze sul territorio
rappresentano alcune tra le pi importanti variabili in grado di favorire lo sviluppo
sostenibile del sistema agroalimentare e, in particolare, esse possono incidere
positivamente sulla crescita economica, sulla competitivit, sulla qualit della vita e
dellambiente.
Nel corso dellultimo decennio, pur non possedendo proprie strutture sperimentali,
la Regione Puglia ha promosso e finanziato numerosi progetti di ricerca nel settore
agricolo e agroalimentare, utilizzando diverse fonti finanziarie di provenienza
regionale, nazionale e comunitaria. In particolare, la spesa pubblica della Regione
nel settore della ricerca in agricoltura ha avuto nellintervallo 1998-2007 livelli di
spesa che hanno oscillato tra 0,2 e 1,2 milioni di euro, raggiunti rispettivamente nel
1998 e nel 2006.
Le azioni della Regione a sostegno del settore sono state rafforzate con lapprovazione
delle Linee guida per la ricerca e sperimentazione in agricoltura 2009-11 (di seguito
Linee guida) e con la previsione di un impegno di spesa complessivo pari a quasi
8,8 milioni di euro. Le Linee guida individuano gli obiettivi per la promozione delle
attivit di ricerca, sperimentazione e per il trasferimento delle innovazioni in campo
agricolo e forestale, gli indirizzi strategici, i temi e le tipologie di attivit di ricerca
oggetto del sostegno, le modalit di finanziamento, i meccanismi di selezione e le
modalit di monitoraggio e di valutazione dei progetti di ricerca.
Lazione regionale si propone, tra laltro, di fornire adeguate risposte alla domanda
di conoscenza e di innovazione espressa dalle aziende agricole e forestali pugliesi
e dal sistema agroalimentare, di avvicinare le attivit di ricerca ai fabbisogni di
innovazione del territorio e di consolidare limpegno regionale in termini di risorse,
favorendo nel contempo la crescita di un sistema di relazioni e lo sviluppo di sinergie
e professionalit tra gli attori che operano a vario titolo nel Sistema della conoscenza
in agricoltura, la condivisione delle conoscenze e lintegrazione tra produzione,
trasferimento e diffusione dei risultati delle ricerche.
Gli obiettivi specifici delle Linee guida sono individuabili nel miglioramento della
competitivit e della sostenibilit dei processi produttivi, nella tutela, salvaguardia
e valorizzazione delle risorse naturali e del territorio, nel miglioramento delle qualit

delle produzioni e della sicurezza alimentare, nel supporto tecnico-scientifico alla


promozione e alla valorizzazione della qualit delle produzioni regionali e della
sicurezza alimentare, nel miglioramento della qualit della vita nelle aree rurali.
Le Linee guida, inoltre, individuano le tematiche allinterno delle quali saranno
sviluppate le proposte di ricerca oggetto del sostegno regionale. In particolare,
i temi individuati si riferiscono ad 8 settori dintervento, riferiti alle principali
filiere o comparti produttivi regionali o ad alcune tematiche a carattere trasversale
(ambiente, multifunzionalit, ecc.).
I temi individuati sono:
1. prodotti e tecniche delle coltivazioni arboree, delle filiere vitivinicola e olivicolo-olearia;
2. prodotti e tecniche delle coltivazioni cerealicole, industriali, officinali, foraggere e no-food e
loro tecnologie. Produzioni e valorizzazione tecnologica nel settore orticolo, floricolo e del
vivaismo ornamentale e delle colture officinali;
3. zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera. Benessere animale. Allevamenti
faunistici. Zoocolture, apicoltura;
4. selvicoltura, piante a rapido accrescimento, tartuficoltura, prodotti del bosco e faunistico
venatorio;
5. agricoltura e ambiente, agricoltura sostenibile e biologica, biodiversit animale e vegetale
(risparmio idrico, utilizzo delle acque, trattamenti fitosanitari, bioindicatori, inquinamento,
ecc.);
6. multifunzionalit in agricoltura;
7. biotecnologie animali e vegetali;
8. strategie politiche economiche e sociali.
Allinterno delle Linee guida si prevedono, inoltre, specifiche forme di
partecipazione e di consultazione di tutti gli attori appartenenti al mondo della
ricerca e al mondo produttivo regionale e, in generale, di tutti i soggetti interessati
alla crescita e alla valorizzazione del settore agricolo e forestale. A questo proposito,
lAssessorato regionale alle Risorse Agroalimentari ha individuato nei Tavoli
di approfondimento tecnico-scientifico lo strumento di lavoro pi idoneo ad
identificare i bisogni dei comparti produttivi, dei consumatori e della collettivit, in
termini di innovazioni e ricerche. Per ognuno dei temi previsti dalle Linee guida
stato attivato un Tavolo specifico di approfondimento.
In particolare, il compito di ogni Tavolo quello di individuare e di trasferire agli
operatori del Sistema della conoscenza il quadro degli interventi, espresso in termini
di innovazioni e linee di ricerca, in grado di aggredire i principali problemi socioeconomici ed ambientali che ostacolano lo sviluppo e lincremento di competitivit
dellagricoltura regionale. La realizzazione di questa finalit , naturalmente,
subordinata alla costruzione, da parte dei partecipanti, di un quadro condiviso dello
stato dellagricoltura nella regione con riferimento ai comparti produttivi e alle

1. LE POLITICHE E LA STRATEGIA REGIONALE PER LINNOVAZIONE IN AGRICOLTURA

tematiche individuati in ciascun Tavolo. 1


1.2

I processi partecipativi e la rilevazione dei fabbisogni di innovazione


Le attivit di programmazione economica adottate a livello comunitario negli ultimi
decenni si ispirano sempre pi ad una visione del governo del territorio incentrata su
una diffusa e consapevole partecipazione di una pluralit di soggetti, sulla presenza
di partenariati realmente rappresentativi delle esigenze e dei fabbisogni locali,
sulladozione di attivit di concertazione in grado di assicurare unequa e sostenibile
ripartizione delle risorse disponibili e dei benefici prodotti e, ancora, sulladozione di
meccanismi decisionali di tipo bottom up in grado di avvicinare il territorio alle scelte
di tipo politico.
Ladozione di processi di programmazione partecipata garantisce al territorio e ai
soggetti presenti al suo interno di ricoprire un ruolo attivo nellindividuazione
dei reali fabbisogni e nella definizione delle caratteristiche e dei contenuti degli
strumenti di intervento disponibili. Tali processi favoriscono il lavoro di un
complesso e variegato sistema di soggetti, istituzionali e privati, aventi
ruoli, sistemi relazionali, prospettive ed esigenze s differenti ma accomunati,
probabilmente, dal desiderio di raggiungere obiettivi di sviluppo molto simili, se
non coincidenti.
Lapproccio partecipativo prevede il coinvolgimento attivo dei beneficiari potenziali
nelle diverse fasi di una pianificazione, gi a partire dalla sua ideazione. Se
inizialmente tale approccio stato utilizzato quasi esclusivamente nel management
di gruppi di lavoro allinterno di organizzazioni private, oggi riveste un ruolo
importante nella definizione della programmazione pubblica in quanto, riconosciuto
come importante elemento di democrazia, si dimostra efficace nel migliorare la
qualit dei progetti di sviluppo locale.
Il coinvolgimento degli attori locali nella progettazione strategica finalizzato a
suscitare una condivisione di informazioni, percezioni, esigenze e punti di vista e,
in generale, di elementi conoscitivi detenuti esclusivamente dai diversi gruppi di
attori operanti nellambito di un determinato sistema/territorio. Ci indispensabile
per creare un senso di appartenenza degli stessi attori rispetto alla progettualit in
cui vengono coinvolti, al fine di costruire un percorso di progettazione partecipativa
nel consenso e attraverso un allineamento delle visioni tra i soggetti coinvolti.
In questottica, lattuazione delle Linee guida ha rappresentato unottima occasione

I Tavoli hanno compiti consultivi e sono presieduti dal dirigente del Servizio Agricoltura, o da un suo delegato, con
qualifica dirigenziale. Ne fanno parte, oltre ai dirigenti del Servizio Agricoltura e dellUfficio Innovazione e Conoscenza
in Agricoltura, il responsabile della Posizione Organizzativa Ricerca e Sperimentazione Agricola e un funzionario
del Servizio Agricoltura con funzioni di segretario. Possono farne parte i rappresentanti delle Universit pugliesi
e degli enti scientifici a livello regionale, nonch i rappresentanti delle Organizzazioni professionali agricole, degli
Ordini professionali, dei Consorzi di tutela e valorizzazione, delle Organizzazioni dei produttori e delle Associazioni
dei produttori e degli allevatori e, ancora, altri soggetti individuati dal Servizio Agricoltura sulla base delle specifiche
competenze.

per sperimentare sul campo un approccio partecipativo applicato alle attivit di


programmazione della politiche in materia di ricerca e di innovazione in agricoltura.
Infatti, se da un lato le stesse individuano le finalit, il campo di azione e le modalit
attraverso le quali la Regione promuove le attivit di ricerca in agricoltura, dallaltro
introducono importanti elementi di novit sotto il profilo dellindividuazione e
dellanalisi dei reali fabbisogni di innovazione manifestati dal territorio e, ancora,
in relazione al ruolo attribuito agli attori locali coinvolti nelle attivit.
A questo proposito, lAssessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia ha
affidato nel 2010 allIstituto Nazionale di Economia Agraria (INEA) la progettazione
e la gestione dei Tavoli di approfondimento tecnico scientifico previsti dalle Linee
guida.
Lattuazione del processo partecipativo ha reso indispensabile individuare, in
primo luogo, le metodologie pi opportune in grado di garantire unampia e
qualificata partecipazione di tutti gli attori, un percorso di lavoro snello e di rapida
realizzazione, nonch la raccolta e lelaborazione dei fabbisogni di innovazioni in
agricoltura.
Alla luce di quanto detto, il gruppo di ricerca dellINEA ha inizialmente individuato
i soggetti che era necessario coinvolgere nel processo. A questo riguardo, come si
vedr in seguito, occorre considerare che la rilevazione degli attori locali portatori
di interesse (stakeholder) non un compito di facile attuazione e presuppone
ladozione di precise metodologie dindagine in grado, tra laltro, di assicurare
completezza e democrazia allintero processo partecipativo. In questa prima fase,
tra le metodologie esistenti stata scelta la Stakeholder Analysis che, allinterno di un
processo decisionale, finalizzata a identificare e studiare il gruppo o gli individui
che costituiscono il campo di forza che ruota attorno allorganizzazione che gestisce
e orienta il processo stesso, le modalit di influenza reciproca e il loro atteggiamento
nei confronti della stessa organizzazione e dei relativi target. 2
Nella successiva fase, tra le numerose tecniche esistenti nellambito della
progettazione con approcci partecipativi, il Metaplan 3 stato ritenuto il metodo
pi adeguato per soddisfare le esigenze di progettazione e di rilevazione delle
conoscenze e dei fabbisogni di innovazione nellambito del settore agricolo, forestale
2

Lattuazione da parte di una organizzazione di un qualsiasi processo decisionale partecipato pu essere strutturata
in una sequenza di fasi ben definite: (a) percezione o raccolta dei fatti sulle opinioni disponibili e sulle relative
implicazioni a breve o lungo termine, (b) analisi di queste applicazioni con particolare attenzione alle parti
coinvolte e a obiettivi, scopi, valori, responsabilit del decisore, (c) sintesi delle informazioni strutturate in base alle
priorit definite dal decisore, (d) scelta tra le opzioni disponibili basata sulla sintesi, (e) azione o implementazione
dellopzione scelta attraverso una serie di richieste specifiche a determinati individui o gruppi, allocazione delle
risorse, incentivi, controlli e feedback, (f) apprendimento dal risultato della decisione che sfocer in un rinforzo o in
un cambiamento (per le decisioni future) delle modalit con cui le fasi precedenti sono state eseguite (Goodpaster,
1989). La Stakeholder Analysis un segmento di questo processo decisionale e, pi precisamente, rappresenta la fase
preparatoria o di apertura.

Il metodo Metaplan una tecnica di facilitazione basata sulla visualizzazione che nasce e si diffonde in Germania
negli anni 70 grazie al lavoro dei fratelli Wolfgang e Eberhard Schnelle.

1. LE POLITICHE E LA STRATEGIA REGIONALE PER LINNOVAZIONE IN AGRICOLTURA

e agroalimentare. Si tratta di una tecnica basata sulla raccolta delle opinioni di un


gruppo di partecipanti, invitati a discutere su uno o pi temi di comune interesse,
e sulla loro successiva organizzazione in blocchi logici in cui sono evidenziate le
problematiche rilevate e le possibili soluzioni per la formulazione di specifiche
azioni/attivit.
Le attivit di confronto tra gli stakeholder, previste dalla metodologia Metaplan,
sono realizzate attraverso la cosiddetta visualizzazione della discussione, ossia mediante
luso da parte di tutti gli attori coinvolti di specifici materiali di lavoro, costituiti,
ad esempio, da foglietti di carta colorata, adesivi, lavagne, pennarelli colorati, ecc.,
attraverso i quali tutte le sequenze dei lavori di gruppo possono essere correttamente
visualizzate.
In questo contesto si inseriscono uno o pi moderatori che hanno il compito di
illustrare il programma di lavoro, di definirne gli obiettivi e di facilitare la gestione
dei processi di comunicazione tra gli stakeholder.
PA RT E CIP
AT
IV
O
Analisi
degli stakeholder
Scelta dei soggetti da coinvolgere

P
AP

RO

C CIO

METAPLAN

stering
Clu

stormin
ain
g
Br

Figura 1
Il processo partecipativo
e le metodologie dindagine

FABBISOGNI

CLUSTER

Standardizzazione
Informazioni confrontabili

Costruzione della Matrice PF


Classificazione e interpretazione
dei risultati
Costruzione
della Matrice PFV
Parere degli esperti

AN

10

A LI S

I
AT
I D E L RIS U LT

Alla classica impostazione metodologica del Metaplan, che prevede come momento
finale la definizione di un piano dazione attuativo delle idee emerse nel gruppo,
lINEA ha preferito applicare un opportuno adattamento (cfr. cap. 3) in grado di
favorire la costruzione di un quadro condiviso dello stato della ricerca in ambito
agricolo, forestale e agroalimentare in Puglia e di fornire informazioni utili al
decisore pubblico per agevolarlo nelle scelte attuative in materia.

11

1. LE POLITICHE E LA STRATEGIA REGIONALE PER LINNOVAZIONE IN AGRICOLTURA

2.

Gli attori della conoscenza in agricoltura

2.1

Il Sistema regionale della conoscenza in agricoltura


Il Sistema regionale della conoscenza in agricoltura si caratterizza per la presenza
sul territorio di numerose istituzioni e soggetti, pubblici e privati, qualificati
e impegnati in attivit di ricerca e di sviluppo tecnologico, di divulgazione, di
consulenza e di formazione nel comparto agricolo e, in generale, nel settore agroalimentare. Nel loro insieme, tuttavia, questi attori si presentano come un mosaico
di soggetti e di azioni scarsamente integrate a livello territoriale e, spesso, lontane
dal mondo produttivo (cfr. Regione Puglia - Programma di Sviluppo Rurale 2007-13).
Gli stakeholder del Sistema, ossia i portatori di interesse presenti sul territorio, sono
rappresentati dagli Enti locali territoriali, dalle Agenzie e dagli Enti funzionali
(ARTI, ARPA), dalle Universit degli Studi e dagli Enti di ricerca, dalle Agenzie locali
di sviluppo (ad esempio i GAL), dalle Organizzazioni professionali agricole, dagli
Ordini e Associazioni professionali, dalle Organizzazioni sindacali, dai Consorzi
di tutela e di valorizzazione, dalle Organizzazioni dei produttori e degli allevatori,
dai Parchi tecnologici, dagli Enti di formazione professionale, dalle societ di
consulenza e studi associati privati, dagli Enti di certificazione (ad esempio di
agricoltura biologica), dalle Associazioni ambientaliste e dei consumatori, da
gruppi e utenti non organizzati (in primis gli imprenditori agricoli e forestali)
e, in generale, da tutti quei soggetti che, sulla base di specifiche competenze e
professionalit, rivestono un ruolo attivo nellambito del Sistema della conoscenza in
agricoltura a livello regionale.
In particolare, recenti studi realizzati sul sistema della ricerca regionale,
individuano in Puglia 58 soggetti impegnati in attivit di ricerca e di sviluppo
tecnologico su tematiche attinenti il settore agroalimentare (in prevalenza
rappresentati da dipartimenti delle Universit e da Istituti del CNR).
Le tematiche su cui si sono incentrati negli ultimi anni i progetti di ricerca coprono
un ampio spettro che va da quelli pi strettamente legati ai cicli produttivi aziendali
a materie trasversali, con una prevalenza di progetti incentrati su temi attinenti la
produzione agricola, la qualit e la trasformazione (ARTI, 2008). Gli enti di ricerca
pugliesi si caratterizzano per aver attivato nel tempo una fitta rete di collaborazioni
internazionali con prestigiose istituzioni localizzate in tutti i continenti e, in
particolare, nellUnione Europea e negli Stati Uniti dAmerica.

12

Il trasferimento delle conoscenze in agricoltura realizzato sia attraverso le attivit


e i servizi erogati dai tecnici e dagli operatori privati mediante strutture preposte a
tale scopo, sia attraverso il variegato sistema dei Servizi di sviluppo agricolo presente
in regione. A questo proposito rivestono un ruolo strategico i Distretti produttivi
a elevato contenuto tecnologico individuati dalla Legge Regionale n. 23/2007
Promozione e riconoscimento dei distretti produttivi.
In questo contesto, le imprese agricole pugliesi si caratterizzano ancora per una
bassa capacit di esprimere domanda di ricerca e di innovazione, a causa soprattutto
della piccola dimensione media. A ci si somma la difficolt di far decollare una
strategia di governance del sistema dellinnovazione, in grado di identificare i settori
prioritari in cui concentrare gli investimenti in ricerca e sviluppo, con la finalit
della creazione di nuove e innovative imprese e dellattrazione di imprese esterne nel
sistema produttivo regionale (cfr. Regione Puglia - Programma di Sviluppo Rurale
2007-13).
Infine, si rileva come non siano pienamente efficaci gli interventi finalizzati a
mettere in rete in modo organico larticolato insieme di soggetti attivi nellambito
del Sistema della conoscenza in agricoltura, con lobiettivo della realizzazione di
un efficiente sistema regionale di servizi, pubblico e privato, a carattere integrato e
funzionale alle esigenze e alle potenzialit del territorio.

2.2

Lanalisi degli stakeholder 4


Il raggiungimento delle finalit dei tavoli di approfondimento tecnico-scientifico e
il rispetto dellimpianto strategico e della filosofia delle stesse Linee guida ha reso
indispensabile individuare quali attori, pubblici e privati, avessero a livello regionale
un ruolo attivo nella definizione, sperimentazione e successivo trasferimento in
azienda delle ricerche e delle innovazioni tecnologiche in campo agroalimentare.
Come gi accennato, la metodologia adottata dallINEA, al fine di individuare
e successivamente coinvolgere gli attori del Sistema della conoscenza in
agricoltura nelle attivit previste dai Tavoli, costituita dalla Stakeholder Analisys,
opportunamente adattata al particolare contesto socio-economico pugliese e agli otto
temi individuati dalle Linee guida.

Il termine stakeholder stato introdotto nei primi anni 60 per evidenziare come nelle moderne imprese a capitale
diffuso, accanto a coloro che detenevano il capitale, esistevano anche altre parti che nel processo decisionale
avevano una posta in gioco (stake). Una prima definizione di stakeholder stata formulata dal professore Edward
Freeman, nel suo libro Strategic management. A stakeholder approach (Pitman, 1984), laddove si sottolinea che lo
stakeholder di una organizzazione , per definizione, un gruppo o un individuo che pu influire o essere influenzato
dal raggiungimento degli obiettivi dellimpresa. Gli stakeholder sono coloro che hanno un interesse specifico nei
confronti di uniniziativa economica anche se non dispongono necessariamente di un potere formale di decisione o di
unesplicita competenza giuridica. La traduzione italiana pi utilizzata del termine quella di portatori di interessi
nei confronti di uniniziativa economica, sia essa unazienda o un progetto. Nel corso del tempo il termine divenuto
un neologismo internazionale applicato non pi solo in campo aziendale ma anche nellamministrazione pubblica, la
cui missione non consiste nel realizzare profitti per gli azionisti, ma nel creare beni pubblici e servizi per la collettivit.

13

2. Gli attori della conoscenza in agricoltura

Figura 2
Mappa delle categorie di stakeholder

Enti locali
territoriali
Province e Comuni
(Ass.ti Agricoltura),
Comunit
Montane,
Istituzioni pubbliche
Enti Parco
nazionali e regionali
e altre aree
Ministero per le Politiche agricole
protette, ecc.
e forestali, Altri Ministeri,
Assessorati allAgricoltura
e Uffici SSA Regioni,
Altri Assessorati regionali
(Ambiente, Sanit, Formazione, ecc.)

Agenzie ed Enti
funzionali
Agenzie di sviluppo
agricolo regionale,
APAT, ARPA, ARTI,
Acquedotto Pugliese,
CCIAA, ecc.

Enti di ricerca
(regionali e nazionali)
Universit,
istituti di ricerca
(afferenti MIUR,
alla Regione,
alla Provincia di Bari, ecc.),
enti pubblici afferenti al MIPAAF,
al Min. Attivit Produttive
e ad altri Ministeri, ecc.
Sistema scolastico
Istituti Agrari

Gruppi e utenti
non organizzati
Cittadini e consumatori,
imprenditori agricoli e forestali
e tecnici non organizzati

Altre Istituzioni
Corpo forestale dello Stato

Altro
Partiti politici,
associazioni
ambientaliste
e dei consumatori,
mass media, ecc.

Ordini
e Associazioni
Professionali
Agronomi, periti agrari,
geologi, biologi, ecc.
SERVIZI
DI SVILUPPO
AGRICOLO
PUGLIESI

Enti certificazione
agricoltura biologica
AIAB, ICEA, AMAB, ecc.

Agenzie locali
di sviluppo
GAL, Patti territoriali,
ecc.

Societ di consulenza,
studi associati
privati

Enti di formazione
professionale
Parchi tecnologici,
societ partecipate,
enti di ricerca
Tecnopolis,
I.A.M. Bari,
IPRES, ecc.

Pubblico
Privato

14

Organizzazioni
Professionali agricole
CIA, Coldiretti,
Confagricoltura,COPAGRI,
Associazioni allevatori, ecc.
Organizzazioni
sindacali
CGIL, CISL, UIL, ecc.
Associazioni riconosciute
e di categoria
Consorzi
Associazioni industriali,
Consorzi di Difesa
organizzazioni Cooperative,
Produzioni Intensive,
organizzazioni produttori agricoli, ecc.
Consorzi di Bonifica,
Consorzi di tutela,
Consorzio bieticolo, ecc.

Figura 3
Elenco degli stakeholder
Mondo produttivo

Enti di ricerca

Federazione Regionale Coldiretti


Puglia

Assessorato Assetto del Territorio


Regione Puglia

Facolt di Agraria - Universit degli


Studi di Bari

Confederazione Italiana Agricoltori


Puglia

Assessorato Ecologia Regione


Puglia

Facolt di Agraria - Universit degli


Studi di Foggia

Federazione Regionale degli


Agricoltori di Puglia

Agenzia Regionale per la Tecnologie e


lInnovazione

Facolt di Medicina Veterinaria Universit degli Studi di Bari

Confederazione Produttori Agricoli

Federparchi

Confcooperative

Autorit di Bacino regionale

Politecnico di Bari - Facolt di


Ingegneria di Bari

Lega Coop Puglia

Assocodipuglia

Associazione Regionale Allevatori Puglia

Unione regionale Bonifiche

Ordine reg. Dottori Agronomi e


Dottori Forestali

Confindustria
LIPU Sede Nazionale

Ordine reg. dei Medici Veterinari

Italia Nostra

Collegi provinciali agrotecnici e


agrotecnici laureati

Legambiente

Collegi provinciali periti agrari


Fed. Naz. Consorzi Volontari Tutela
delle Denom. di Origine Protetta degli
Olii Extra Vergini di Oliva

WWF

Confederazione Nazionale dei


Consorzi Volontari per la Tutela delle
Denominazioni dei Vini Italiani
Cooperativa Allevatori Putignano
UIAPOA
UNAPROA
UNACOA
Organizzazioni dei produttori (vari)
Distretto Agroalimentare Regionale
(D.A.RE.)
ASSOGAL
La nuova energia - Distretto
produttivo pugliese delle energie
rinnovabili e efficienza energetica

Dipartimento di Scienze e Tecnologie


Biologiche ed Ambientali - Universit
degli Studi del Salento
Istituto di Scienze delle Produzioni
Alimentari - CNR
Istituto per la Protezione delle Piante
(Sez. Bari) - CNR
Istituto di Virologia Vegetale - CNR
Istituto di Genetica Vegetale (U. O.
Bari) CNR
Istituto di Ricerca sulle Acque (Bari)
- CNR
Centro di Ricerca per la Cerealicoltura
(Foggia) - CRA
Unit di Ricerca per i Sistemi Colturali
degli Ambienti Caldo - Aridi (Bari) CRA
Unit di Ricerca per lUva da Tavola
e la Vitivinicoltura in Ambiente
Mediterraneo (Turi) - CRA
Unit di Ricerca per lIndividuazione e
lo Studio di Colture ad Alto Reddito in
Ambiente Caldo-Arido - CRA
Centro Provinciale Bonomo per la
Ricerca e la Sperimentazione in
Agricoltura
Centro di Ricerca e Sperimentazione
in Agricoltura Basile Caramia
Istituto Agronomico Mediterraneo
- Bari

Societ Ortoflorofrutticola Italiana


Sez. Orticoltura

Istituto Zooprofilattico Sperimentale


della Puglia e della Basilicata

Fed. Italiana Agricoltura Biologica e


Biodinamica

Istituto Nazionale di Economia


Agraria - Sede Puglia

AIAB

ENEA - Centro ricerche di Brindisi

PEFC ITALIA
Assessorato Risorse Agroalimentari Regione Puglia

15

2. Gli attori della conoscenza in agricoltura

Lattivit si articolata in tre fasi:


identificazione degli stakeholder, finalizzata a mettere a fuoco linsieme degli attori
(effettivi o potenziali) che operano allinterno del Sistema della conoscenza in agricoltura.
Per raggiungere questo obiettivo si proceduto alla realizzazione di una check-list di
carattere generale contenente tutte le figure, persone e enti che hanno attinenza con
la tematica in oggetto. Al termine di questa attivit stata prodotta una Stakeholder
Categorized Map, ossia un quadro dei soggetti/attori, raggruppati in categorie significative,
interessati a riflettere sugli otto temi contenuti nelle Linee guida;
individuazione dei bisogni e degli interessi degli stakeholder e classificazione in
gruppi tematici. Gli stakeholder rappresentano una molteplicit complessa e variegata di
soggetti della comunit. Pertanto, necessario svolgere indagini conoscitive sul territorio,
per conoscere i loro orientamenti di fondo e delinearne gli aspetti di interesse. A questo
proposito sono state raccolte informazioni utili a conoscere le caratteristiche, il ruolo e
lambito di intervento degli stessi allinterno della comunit. Successivamente, stata
predisposta una Stakeholder Mapping che ha reso possibile la loro classificazione in otto
gruppi tematici;
attivazione dei Tavoli di approfondimento tecnico scientifico. Dopo aver classificato e
segmentato gli stakeholder presenti sul territorio regionale, alla luce della loro numerosit,
stato necessario selezionare i singoli partecipanti ai Tavoli, garantendo unampia,
democratica e qualificata adesione di tutti gli attori locali.
Nella fase di identificazione degli stakeholder stata condotta una ricerca
preliminare di tipo bibliografico sugli studi in materia di teoria degli stakeholder e
di attivazione di processi partecipativi. Essa ha permesso di delineare la figura dello
stakeholder oggetto dellindagine rappresentato dal soggetto pubblico/istituzione e
dal portatore dinteressi privato/collettivo operante in Puglia in grado di realizzare
studi e ricerche in ambito agricolo, forestale e agroalimentare, di rappresentare
il fabbisogno - reale o potenziale - di innovazioni del mondo produttivo e, ancora,
di favorire o ostacolare la diffusione e la corretta applicazione in azienda delle
innovazioni tecnologiche.
Definito loggetto dindagine, il campo dazione e lambito socio-economico di
riferimento, nel mese di aprile 2010 ha avuto inizio lattivit di brainstorming che ha
consentito lindividuazione di tutti gli attori che, a vario titolo, costituiscono il
Sistema della Conoscenza in agricoltura e che possono/devono essere coinvolti nel
processo partecipativo.
Linsieme dei soggetti operanti sul territorio regionale, esemplificato nella Stakeholder
Categorized Mapping ripartito in tre macro-categorie:
istituzioni pubbliche: enti locali territoriali, agenzie funzionali (consorzi, camere
di commercio, agenzie ambientali, universit, enti di ricerca), aziende controllate e
partecipate;
gruppi organizzati: gruppi di pressione (sindacati, associazioni di categoria, partiti e
movimenti politici, mass media), associazioni (culturali, ambientali, consumatori, ecc.);
16

gruppi non organizzati: cittadini e collettivit.


Nel complesso sono stati individuati 88 soggetti, rappresentativi delle Universit
pugliesi e degli Enti di ricerca, delle Organizzazioni professionali agricole, degli
Ordini professionali, dei Consorzi di tutela e di valorizzazione, delle Organizzazioni
dei produttori e degli allevatori, delle Associazioni ambientaliste, degli Enti locali
territoriali, di Agenzie ed Enti funzionali e, in generale, di tutti quelle istituzioni
che, sulla base delle specifiche competenze istituzionali, rivestono un ruolo attivo
nellambito del Sistema della conoscenza in agricoltura a livello regionale.
Alla luce dei risultati di questa prima attivit di classificazione, gli stakeholder
sono stati raggruppati nella Stakeholder Mapping in 8 gruppi tematici corrispondenti
ai Tavoli individuati dalle Linee Guida. Successivamente, a ciascuna categoria di
stakeholder stato chiesto di individuare e comunicare allAssessorato alle Risorse
Agroalimentari della Regione Puglia i loro rappresentanti per ciascuno tavolo, ossia
i soggetti in grado di apportare un contributo in termini di conoscenze e proposte
operative. Tale scelta metodologica strettamente connessa con lesigenza di
garantire unequilibrata presenza di tutti gli attori del sistema, una distribuzione
appropriata di conoscenze e competenze tra i vari tavoli e lattivazione di un processo
di lavoro il pi possibile partecipato e democratico.

2.3

I gruppi di lavoro dei tavoli tematici regionali


Il numero complessivo dei componenti degli otto tavoli di approfondimento tecnicoscientifico, alla luce delle adesioni espresse dai soggetti coinvolti dalla Regione
Puglia, pari a 142 persone. In particolare, i soggetti rappresentativi del mondo
produttivo prevalgono lievemente (59%) rispetto agli esponenti espressione del
mondo della ricerca (41%).
In media ogni tavolo si compone di circa 18 persone, con livelli superiori alla media
registrati con riferimento al tavolo 5 Agricoltura e ambiente (32 componenti 22,5%) e al tavolo 1 Coltivazioni arboree, filiera vitivinicola e olivicola-olearia (23
componenti - 16,2%).
I tavoli di approfondimento sono stati attivati durante il periodo novembre 2010
aprile 2011, cos come esemplificato nella tabella successiva.
A conclusione dei lavori dei tavoli si registrata una partecipazione pari in media
al 65% (93 partecipanti, circa 12 persone per tavolo). Tale risultato da ritenersi
nel complesso positivo, anche in considerazione degli alti livelli di partecipazione
espressi dai ricercatori (83%) rispetto alla pi contenuta adesione garantita dal mondo
produttivo (54%).

17

2. Gli attori della conoscenza in agricoltura

Tabella 1 Calendario Tavoli di approfondimenti tecnico scientifico


N.

Tavolo

Date incontri

Prodotti e tecniche delle coltivazioni arboree, delle filiere


vitivinicola e olivicolo-olearia

2 marzo 2011

Prodotti e tecniche delle coltivazioni cerealicole, industriali,


officinali, foraggere e no-food e loro tecnologie. Produzioni
e valorizzazione tecnologica nel settore orticolo, floricolo e
del vivaismo ornamentale e delle colture officinali

8 ottobre 2010

Zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera. Benessere animale. Allevamenti faunistici. Zoocolture, apicoltura

4 aprile 2011

Selvicoltura, piante a rapido accrescimento, tartuficoltura,


prodotti del bosco e faunistico venatorio

20 aprile 2011

Agricoltura e ambiente, agricoltura sostenibile e biologica,


biodiversit animale e vegetale (risparmio idrico, utilizzo
delle acque, trattamenti fitosanitari, bioindicatori, inquinamento, ecc.)

16-20 dicembre 2010

Multifunzionalit in agricoltura

2 febbraio 2011

Biotecnologie animali e vegetali

19 gennaio 2011

Strategie politiche economiche e sociali

13 dicembre 2010

La partecipazione ai nove incontri di lavoro ha determinato una lieve variazione


nel rapporto di forza iniziale tra gli attori del Sistema della conoscenza in
agricoltura e, in particolare, ha garantito un equilibrio pressoch perfetto tra i
soggetti espressione del mondo della ricerca e gli stakeholder rappresentativi del
mondo produttivo (52% ricercatori contro 48% rappresentanti espressione del mondo
produttivo).
Solo in due tavoli la partecipazione degli attori non stata equilibrata e, in
particolare, nel tavolo 7 Biotecnologie animali e vegetali il gruppo di lavoro era
composto in prevalenza da ricercatori (86%), mentre nel tavolo 4 Selvicoltura si
assistito ad un prevalere degli attori espressione del mondo produttivo (75%).
In ogni caso, opportuno sottolineare che tali squilibri sono una diretta
conseguenza del basso livello di adesione ai tavoli in oggetto, espresso dai rispettivi
mondi di appartenenza (pari al 33% sia per il mondo produttivo nel tavolo 7 sia per i
ricercatori nel tavolo 4).

18

Tabella 2 - Distribuzione dei tavoli e livello di partecipazione


Tavoli di approfondimento

Componenti
(numero)

Partecipanti
(numero)

Partecipanti/Componenti
(%)

Totale

Ricerca

Mondo
produttivo

Totale

Ricerca

Mondo
produttivo

Totale

Ricerca

Mondo
produttivo

Tavolo 1 - Olivicoltura, viticoltura,


arboree

23

16

11

48%

86%

31%

Tavolo 2 - Cerealicoltura,
orticoltura, vivaismo

17

47%

63%

33%

Tavolo 3 - Zootecnia

13

12

92%

100%

86%

89%

67%

100%

Tavolo 5 - Ambiente

32 13

19

23

12

11

72%

92%

58%

Tavolo 6 - Multifunzionalit

18

11

13

72%

86%

64%

Tavolo 7 - Biotecnologie animali e


vegetali

12

58%

75%

25%

Tavolo 8 - Strategie socioeconomiche

18

12

11

61%

83%

50%

142 58

84

93

48

45

65%

83%

54%

Tavolo 4 - Selvicoltura

TOTALE/MEDIA

Come si evince dalle figure 6 e 7, il tavolo pi partecipato stato il n. 5 Agricoltura


e ambiente (25% dei partecipanti totali), seguito dal n. 6 Multifunzionalit (14%),
dal n. 3 Zootecnia (13%) e, a poca distanza, dagli altri. Il tavolo 7 Biotecnologie
animali e vegetali quello che ha registrato i pi bassi livelli di partecipazione
(solo 7 persone), soprattutto a causa del basso interesse manifestato dal mondo
produttivo. Inoltre, si rilevano i contenuti livelli di partecipazione registrati dal
tavolo n. 2 Cerealicoltura, orticoltura, vivaismo (9%) che, essendo stato il primo
ad essere attivato in ordine temporale, ha risentito di alcune difficolt di natura
organizzativa (comunicazione non efficace dellevento) e dellassenza di un effetto
traino legato alla diffusione, da parte dei partecipanti stessi, di informazioni su
contenuti, risultati, livelli di interesse dei tavoli attivati, ecc.

Mentre la partecipazione del mondo della ricerca si mantenuta a livelli elevati in
tutti i tavoli, ad eccezione del tavolo 4 Foreste (solo 2 ricercatori), si constatata
una pi contenuta partecipazione da parte del mondo produttivo nel tavolo 7
Biotecnologie animali e vegetali (solo 1 partecipante) e nel tavolo 2 Cerealicoltura,
orticoltura, vivaismo (3 partecipanti).

19

2. Gli attori della conoscenza in agricoltura

Figura
Figura44
Rapporti
Rapportididiforza
forzatra
tramondi
mondididiappartenenza:
appartenenza:
componenti
componentieepartecipanti
partecipantidei
deitavoli
tavoli

77
55

66

Tavolo
11
Tavolo
Olivicoltura,
Olivicoltura,
viticoltura,
viticoltura, 6 6
arboree
arboree

1616

Tavolo
88 5
Tavolo
5
6 6 Strategie
Strategie
socio-economiche
socio-economiche

99

1212

MONDO
MONDO
PRODUTTIVO
PRODUTTIVORICERCA
RICERCA
componenti
componenti

44

3 3 Tavolo
22
Tavolo
Cerealicoltura,
Cerealicoltura,
88
orticoltura,
orticoltura,
vivaismo
vivaismo 5 5

componenti
componenti

1 1
Tavolo
77
Tavolo
Biotecnologie
Biotecnologie
animali
animali
ee
vegetali
vegetali
66

partecipanti
partecipanti

4545
8484

5858
Media
Media
tavoli
tavoli

partecipanti
partecipanti
77

4848

66

88

22
Tavolo
66 66
Tavolo
Multifunzionalit
Multifunzionalit
11 11 7 7

77

Tavolo
44
Tavolo
Selvicoltura
Selvicoltura

11 11
1919

20

Tavolo
33
Tavolo
Zootecnia
Zootecnia

Tavolo
55
Tavolo
Ambiente
Ambiente

1313
1212

66

66

33

66

66

Figura 5
Percentuale dei livelli
di partecipazione dei Tavoli

86

83

Tavolo 1
Olivicoltura,
viticoltura,
arboree

Tavolo 8
Strategie
socio-economiche

31
Tavolo 2
Cerealicoltura,
orticoltura,
33
vivaismo

48

50

63

61

47
Totale
Ricerca
Mondo produttivo

75

Media
tavoli

Tavolo 3
Zootecnia

54
65

58

89

100

86
Tavolo 6
Multifunzionalit

Tavolo 4
Selvicoltura
92

72

67

64
Tavolo 5
Ambiente
72
58

21

100

86

83

Tavolo 7
25
Biotecnologie
animali
e vegetali

92

2. Gli attori della conoscenza in agricoltura

Figura 6
Distribuzione percentuale
dei partecipanti nei tavoli
Tavolo 2
Cerealicoltura, orticoltura, vivaismo

Tavolo 1
Olivicoltura, viticoltura, arboree

12

12
Tavolo 8
Strategie socio-economiche

Tavolo 7
Biotecnologie animali e vegetali

Tavolo 3
Zootecnia

13

14

9
25

Tavolo 4
Selvicoltura

Tavolo 5
Ambiente

Tavolo 6
Multifunzionalit

Figura 7
Distribuzione percentuale dei partecipanti
per tavolo e per mondo di appartenenza
MONDO
PRODUTTIVO

RICERCA
Tavolo 2
Cerealicoltura, orticoltura, vivaismo

Tavolo 1
Olivicoltura, viticoltura, arboree
10
Tavolo 8
Strategie socio-economiche

13

13

Tavolo 3
Zootecnia

11

13
2

16

Tavolo 7
Biotecnologie animali e vegetali

10

13

13

13
13

24

4
25

Tavolo 6
Multifunzionalit

22

Tavolo 4
Selvicoltura

Tavolo 5
Ambiente

3.

I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

3.1

La metodologia di lavoro
Al fine di poter individuare e classificare i fabbisogni di ricerca del settore agricolo,
forestale e agroalimentare regionale e le criticit connesse stata adottata una
metodologia di lavoro che ha previsto la realizzazione di Tavoli tecnico-scientifici
animati secondo un approccio di tipo partecipativo. Lapplicazione di questo metodo
di coinvolgimento degli stakeholder ha prodotto numerosi vantaggi. In primis ha
facilitato la raccolta delle informazioni, senza per questo omettere nulla che fosse
ritenuto degno di nota per ciascun partecipante. In secondo luogo, risultato essere
uno strumento flessibile e controllabile per la gestione dei gruppi poich, anche in
presenza di un numero consistente di partecipanti, ha permesso di focalizzare e di
mappare tutti i concetti fondamentali emersi durante i lavori. Infine, ha attenuato il
rischio di generare nel gruppo figure leader in grado di monopolizzare la discussione
e influenzare gli altri componenti del gruppo (followers) a favore della propria visione,
producendo cos una distorsione dei risultati prodotti.
In questo modo, invece, si pu dire di aver ottenuto un buon risultato di gruppo, non
condizionato o limitatamente condizionato - da singoli componenti e, soprattutto,
in grado di far emergere le conoscenze tecnico scientifiche, le percezioni personali
e le esigenze dei soggetti coinvolti. Ancora, le informazioni qualitative fornite
dagli stakeholder hanno permesso di sopperire alla carenza di dati rigorosamente
quantitativi e, attraverso la costruzione di un quadro condiviso della conoscenza,
stato possibile formulare ipotesi e proposte costruttive.
Lattivit di lavoro dei Tavoli stata strutturata nei seguenti step:
1. rilevazione dei problemi/criticit e individuazione dei fabbisogni di innovazione, mediante
attivazione del brainstorming;
2. aggregazione dei concetti (clusterizzazione). Discussione attorno ai concetti rilevati e,
eventuale, individuazione e inclusione di elementi nuovi mediante approccio partecipativo.
La metodologia di rilevazione delle informazioni stata la medesima per ciascuno
degli otto tavoli di approfondimento e ha previsto in linea di massima gli stessi
tempi di svolgimento. In particolare, gli stakeholder sono stati invitati a partecipare
a gruppi di discussione guidati da due moderatori, mediante metodologia Metaplan
(cfr. par. 1.2), della durata di circa tre ore ciascuno e finalizzati a condividere le
conoscenze, motivare i soggetti coinvolti e avviare con loro un percorso di lavoro sui
temi individuati dalle Linee guida.
I lavori sono stati strutturati in modo tale da determinare i principali problemi e

23

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

criticit del sistema agricolo o dei singoli comparti produttivi oggetto dello specifico
Tavolo, al fine di definire i fabbisogni di ricerca e individuare gli studi scientifici
in grado di contrastare/attenuare i problemi espressi e garantire una maggiore
competitivit al sistema agroalimentare.
Con la rilevazione mediante lattivazione del brainstorming, gli stakeholder sono
stati chiamati a rispondere per iscritto, su post-it colorati, a due domande con
riferimento alla tematica/comparto produttivo oggetto di ciascun tavolo:
1. quali sono le principali problematiche e criticit socio-economiche, ambientali, ecc. del
sistema agricolo, forestale e agroalimentare regionale verso le quali le innovazioni possono
svolgere un ruolo attivo in termini di raggiungimento di una maggiore competitivit
economica e/o di una maggiore sostenibilit ambientale?,
2. quali sono i fabbisogni di innovazione (per i partecipanti del mondo produttivo) e quali
sono le ricerche e gli studi scientifici (per i partecipanti espressione del mondo della
ricerca) in grado di migliorare le perfomance socio-economiche e ambientali del sistema
e, in particolare, in grado di aggredire le problematiche e le criticit precedentemente
individuate dal gruppo stesso?. 5
Al fine di rendere le risposte conformi e fedeli alloggetto di indagine, gli
stakeholder hanno dovuto innanzitutto attivare uno screening mentale di tutti i
concetti attinenti le criticit e i fabbisogni di ricerca, per poi effettuare una scelta,
individuale e autonoma, dei tre concetti che hanno ritenuto prioritari in base alla
loro percezione della tematica in oggetto. In particolare, a tutti i partecipanti
stato chiesto di indicare attraverso post-it, sulla base delle esperienze maturate e
delle conoscenze professionali, non pi di tre problemi/criticit che impediscono al
sistema agroalimentare/comparto produttivo regionale di raggiungere una maggiore
competitivit economica e sostenibilit ambientale e con riferimento ai quali la
ricerca pu svolgere un ruolo positivo. Quindi, ai soli rappresentanti del mondo
produttivo, stato chiesto di individuare (anche in questo caso al massimo tre postit) i fabbisogni di innovazioni ritenuti essenziali in grado di contribuire a risolvere i
problemi/criticit individuati precedentemente. Contestualmente, ai soli ricercatori
stato chiesto di proporre non pi tre studi scientifici/ricerche che possano avere
un impatto positivo sui problemi/criticit individuati. Ai partecipanti stato posto
il vincolo di individuare fabbisogni e proposte di ricerche funzionali a supportare
un programma di azione regionale avente un arco temporale di riferimento di
breve medio termine (3-5 anni) e, ancora, di avere ben in mente di trovarsi in una
situazione di scarsit di risorse finanziarie destinate alla ricerca. Tale vincolo si
reso indispensabile per indirizzare i lavori dei tavoli verso fabbisogni di innovazione
soddisfabili attraverso il sostegno a ricerche di tipo applicato e attivit sperimentali
nellambito delle stesse Linee guida.
Il brainstorming ha prodotto due risultati positivi per il prosieguo dei lavori dei
5

Per semplicit da qui in avanti si indicheranno rispettivamente con problemi/criticit le opinioni espresse in
relazione alla prima domanda e con fabbisogni di ricerca quelle relative alla seconda.

24

gruppi: ha ridotto notevolmente il numero di concetti su cui gli stakeholder hanno


dovuto focalizzare lattenzione e, poich ciascuno stakeholder ha espresso per
iscritto il proprio contributo, durante il dibattito che ne seguito, si assistito
ad una completa ed equa trattazione dei temi emersi, evitando il monopolio della
discussione e/o un appiattimento della stessa solo su alcune tematiche care a una
parte dei componenti del gruppo.
Figura 8 - Attivit di rilevazione mediante brainstorming: i segmenti di analisi

La fase successiva al brainstorming consistita nellorganizzazione dei post-it in


cluster, con riferimento ai tre segmenti di analisi proposti (problemi, fabbisogni,
ricerche), a cui seguita unarticolata discussione dei gruppi di lavoro, tesa a
comprendere il significato e le implicazioni/effetti/impatti delle singole proposte, la
coerenza e il quadro dinsieme di ciascun segmento di analisi e, infine, le relazioni e
i collegamenti esistenti tra i tre segmenti (problemi vs fabbisogni vs ricerche).
In questa sessione di lavoro tutti i post-it sono stati posizionati su tre lavagne
distinte per essere visibili a tutti gli stakeholder e disposti in modo da formare
raggruppamenti omogenei (cluster) per affinit e conformit con una medesima
tematica di riferimento.
Durante la discussione, una volta raggiunto un sufficiente consenso dei partecipanti
sul significato di ciascun concetto espresso, stato chiesto loro di integrare la mappa
mentale ottenuta, con nuovi concetti eventualmente emersi e collettivamente
riconosciuti come rilevanti. Il prodotto finale di ciascun Tavolo costituito dalla
mappa clusterizzata dei concetti espressi, punto di partenza per la successiva analisi
quantitativa.
Qui di seguito si riportano i risultati complessivi dei singoli Tavoli, anche con il
rischio che taluni argomenti e conclusioni risultino ripetute. La motivazione di
questa scelta risiede nella volont di non sottrarre al lettore nessun argomento di
trattazione e presentare i lavori del gruppo in maniera fedele.
25

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

3.2

I risultati dei tavoli

3.2.1 Prodotti e tecniche delle coltivazioni arboree, delle filiere vitivinicola e olivicoloolearia
Il Tavolo Prodotti e tecniche delle coltivazioni arboree, delle filiere vitivinicola e
olivicolo-olearia ha avviato i suoi lavori nella giornata del 2 marzo 2011. I risultati
e le proposte emersi durante lincontro sono schematizzabili in 5 cluster, a cui
corrispondono altrettanti temi di discussione prevalenti.

Ambiente

1
Ambiente
Una prima serie di criticit individuate dai partecipanti afferisce al tema della
gestione sostenibile delle produzioni e delle risorse naturali. In particolare, il gruppo
di lavoro concentra lattenzione sui rischi di possibili impatti ambientali derivanti
dalla diffusione di forme di agricoltura di tipo intensivo, sullutilizzo poco razionale
di alcune risorse naturali come lacqua e sullesigenza di salvaguardare lenorme
patrimonio regionale in termini di biodiversit vegetale. Inoltre, si esprime una
forte esigenza di sensibilizzazione dei consumatori nellacquisto di prodotti pi
rispettosi dellambiente.
Tavolo 1
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Esigenza di salvaguardia
della risorsa idrica

Studi finalizzati a
ottimizzare gli utilizzi
idrici

Ricerche per la
razionalizzazione degli
interventi irrigui

Criticit legate a forme


di agricoltura intensiva
Esigenza di salvaguardia
della biodiversit
(in arboricoltura)
Esigenza di maggiore
educazione dei
consumatori allacquisto
di prodotti eco-sostenibili

Studi in materia di
salvaguardia della
biodiversit
Ricerche sui consumi
dei prodotti ottenuti in
maniera eco-sostenibile

A queste criticit, corrisponde unesigenza, condivisa da tutto il gruppo di lavoro,


di realizzare studi scientifici finalizzati a garantire migliori livelli di sostenibilit
per lagricoltura pugliese. Nello specifico, il gruppo di lavoro esprime un fabbisogno
di ricerca finalizzato a razionalizzare lutilizzo a scopi irrigui della risorsa acqua.Il
mondo della ricerca affianca a questo fabbisogno la proposta di sostenere ricerche
in materia di valorizzazione della biodiversit vegetale regionale e, ancora, analisi
attinenti gli stili e i livelli di consumo dei prodotti agricoli ottenuti in modo
sostenibile.
2
Difesa/chimica
Il tavolo individua un elemento di criticit nella scarsa disponibilit, per gli
agricoltori, di mezzi di difesa da patogeni in grado di ridurre lutilizzo di fitofarmaci.
Gli interventi fitosanitari possono generare un problema di sicurezza alimentare
26

legato alla possibilit che si rilevi una presenza di residui di principi attivi sia
nelle produzioni convenzionali sia in quelle biologiche (a cui si affianca il rischio di
dequalificare i comparti allinterno dei quali si rilevano prodotti con residui).

Difesa/chimica

Tavolo 1
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Esigenza di ridurre
lutilizzo di prodotti
fitosanitari (esigenza
maggiore salubrit
prodotti agroalimentari)

Implementazione di
modelli previsionali per
la difesa delle piante
dalle malattie, della
gestione dellirrigazione
e della concimazione

Non sono associabili al


cluster specifiche ricerche

Fitopatologie
condizionanti la
produzione
Adozione e recepimento
direttiva 128/2009 UE da
parte degli imprenditori
agricoli

Miglioramento dei
metodi di difesa
fitosanitaria e rispetto
degli ecosistemi naturali

Il mondo produttivo rileva lesigenza di realizzare studi e ricerche finalizzati a


ridurre il numero di interventi fitosanitari, attraverso limplementazione di modelli
previsionali per la difesa delle piante dalle malattie e la gestione dellirrigazione
e della concimazione e, in generale, finalizzati a migliorare i metodi di difesa
fitosanitaria rispettosi dellambiente.
Il mondo della ricerca non propone studi scientifici direttamente riconducibili al
cluster.
3
Produzione/commercializzazione
Il cluster attorno al quale si concentra gran parte della discussione del gruppo di
lavoro quello denominato produzione e commercializzazione. In particolare,
i partecipanti lamentano la diffusa incapacit o, quanto meno, la difficolt degli
imprenditori agricoli nel realizzare alcuni interventi di miglioramento delle colture
e ci a causa, in particolare, dellassenza/carenza delle attivit di trasferimento agli
agricoltori delle conoscenze in materia di innovazione varietali e di tecniche colturali
pi idonee. Inoltre, il tavolo evidenzia la scarsa capacit di pianificazione delle
produzioni che genera, per taluni prodotti frutticoli, fenomeni di sovrapproduzione
in periodi brevi e, di conseguenza, una concentrazione dei calendari di
commercializzazione.
I fabbisogni di ricerca emersi durante il dibattito, apparentemente poco coerenti
con i problemi precedentemente indicati, hanno riguardato, in primo luogo, la
necessit di avviare studi per lindividuazione di modelli produttivi adeguati alle
caratteristiche delle aziende pugliesi nel settore olivicolo. A tal proposito, si
fatto riferimento alla necessit di sviluppare una pluralit di sistemi produttivi
per lolivicoltura pugliese che declinino per variet le dimensioni delle strutture
produttive, le esigenze di meccanizzazione, gli obiettivi di commercializzazione e
27

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

quanto permetta di orientare il produttore agricolo (dalla scelta della variet alla raccolta).
In particolare, emersa lesigenza di uno studio sullutilizzo delle variet autoctone
negli impianti superintensivi. Sempre per quel che riguarda il comparto olivicolo, si
sottolineata la necessit di indirizzare la ricerca verso studi sulla diversificazione
delle produzioni, identificando e formalizzando modelli produttivi orientati
alla produzione di olio doliva extravergine di qualit, ma anche modelli per la
produzione di olio da alberi secolari e di oli da destinare alla produzione di energia.
Inoltre, il tavolo ha rimarcato lesigenza di condurre analisi e studi che valorizzino le
produzioni da un punto di vista commerciale.
Il mondo della ricerca ha confermato lesigenza, gi espressa dal mondo produttivo,
di approfondire gli studi sulla programmazione delle produzioni e sulla loro
valorizzazione. Inoltre, ha individuato due macro categorie di indirizzi di ricerca che
hanno determinato interessanti spunti di riflessione.
La prima si riferisce agli studi sulle innovazioni di prodotto, legata alla necessit
di sviluppare nuove variet/cloni, comprese quelle con resistenze genetiche. Per
il settore vitivinicolo, in particolare, stata evidenziata lesigenza di effettuare
studi sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni, valutando prioritariamente i
modelli di vinificazione specifici, individuando e caratterizzando le tipologie di
prodotti innovativi che si vogliono/possono ottenere e le uve che meglio si prestano
a sviluppare questi prodotti innovativi. A questo proposito, una innovazione
interessante proposta quella della spumantizzazione. Le innovazioni di prodotto
per il potenziamento delle variet locali devono investire anche il comparto olivicolo
e frutticolo. In particolare, per la cerasicoltura alcuni ricercatori propongono di
avviare studi sullesempio spagnolo che ha sperimentato e commercializzato ciliegie
prive di peduncolo (sebbene questa specifica innovazione sia applicabile solo per
ciliegie appartenenti al germoplasma spagnolo, ovvero, alla variet Picota, per le
quali la normativa europea ammette la commercializzazione senza peduncolo).
La seconda categoria di ricerche individuate afferisce alle innovazioni di processo. A
questo proposito, si richiama lattenzione sugli studi sullinnovazione tecnologica
in enologia, proponendo di condurre ricerche sui processi di vinificazione
finalizzati ad esaltare il potenziale enologico delle cultivar. Inoltre, si propongono
ricerche su tecniche e modelli colturali innovativi (ad esempio nella cerasicoltura
e nella mandorlicoltura), sui portainnesto (in particolare nella coltivazione del
ciliegio), sulle forme di allevamento, sulle tecniche di forzatura e/o protezione e,
nello specifico, sulle tecniche per ampliare il calendario di commercializzazione
(semiforzature precoce e tardiva).

28

Produzione/commercializzazione

Tavolo 1
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Difficolt di apportare
interventi specializzati
di miglioramento delle
colture

Individuazione di un
modello produttivo
adatto alle aziende
olivicole pugliesi

Non soddisfacente
stato delle conoscenze
tecniche colturali da
parte operatori

Studi di mercato,
programmazione
delle produzioni,
valorizzazione dei
prodotti del territorio

Studi in materia di
Sviluppo di nuove
diversificazione della
variet/cloni comprese
produzione non di
le variet con
qualit in olivicoltura (ad
resistenze genetiche
esempio olio lampante)
(in frutticoltura-uva da
Analisi finalizzate
tavola)
alla valorizzazione
Individuazione e
dei prodotti ai fini
caratterizzazione delle
commerciali
tipologie di prodotti
Studi finalizzati
innovativi
a migliorare la
commercializzazione dei Individuazione di
materie prime (uve)
prodotti allestero
che meglio si prestino
ad elaborare prodotti
innovativi

Scarsa programmazione
e pianificazione
produzioni a livello
nazionale e regionale
Concentrazione
dei calendari di
commercializzazione dei
prodotti frutticoli

Sviluppo di prodotti tipici


provenienti da variet
locali (in vitivinicoltura
olivicoltura)
Studi sui processi di
vinificazione che meglio
esaltino il potenziale
enologico delle cultivar
Indagini su modelli
e tecniche colturali
innovativi (scelte
colturali e di
portainnesto, forme di
allevamento, tecniche di
forzatura e/o protezione)
Innovazione delle
tecniche per ampliare
il calendario di
commercializzazione
(semiforzature precoce e
tardiva)

29

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

4
Ambito gestionale
Un numero consistente di criticit, individuate dal gruppo di lavoro, sono strettamente
connesse con le caratteristiche strutturali e organizzative delle aziende agricole
pugliesi. Le questioni maggiormente dibattute riguardano problemi comuni ai
comparti oggetto del tavolo e legati alla frammentazione e allindividualismo delle
aziende agricole (secondo alcuni componenti del tavolo soprattutto delle cantine
vitivinicole), nonch alla senilizzazione degli imprenditori agricoli e alla scarsa
propensione allinnovazione. Inoltre, i partecipanti sottolineano lo scarso livello di
aggiornamento degli operatori agricoli, soprattutto con riferimento alle operazioni
colturali che economicamente incidono in maggior misura sui costi di produzione delle
arboree (come la potatura e la raccolta) e linadeguata organizzazione delle aziende
agricole, in termini di macchinari disponibili, rispetto al sesto dimpianto adottato.

Ambito gestionale

Tavolo 1
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Senilizzazione addetti
e frammentazione
aziende

Studi su innovazioni di
prodotto e di processo
finalizzate a ridurre i
costi di produzione

Sviluppo di tecniche
di gestione del suolo
(inerbimenti, ecc.) per il
contenimento dei costi

Scarsa propensione
allinnovazione nel
settore enologico
Individualismo delle
cantine vitivinicole
Scarsa meccanizzazione
in frutticoltura
Scarsa razionalizzazione
dei costi di produzione
compreso il riutilizzo dei
sottoprodotti

Ricerche su nuove
tecniche colturali,
in materia di
meccanizzazione
e tecniche di
trasformazione
finalizzate alla riduzione
dei costi di produzione

Elevati costi produttivi


in olivicoltura (e bassi
ricavi)
Esigenza di riduzione
costi di produzione
legati a trattamenti
antiparassitari,
irrigazione, forme di
allevamento (vigneto da
vino)
I partecipanti sottolineano la scarsa capacit degli imprenditori agricoli nel
valorizzare, sotto il profilo economico, alcuni sottoprodotti della lavorazione
e, ancora, lesigenza di ottimizzare i costi di produzione legati ai trattamenti
antiparassitari, alle attivit di irrigazione, alle forme di allevamento (vigneto da
vino), causa, tra laltro, della scarsa competitivit delle produzioni regionali.
30

I fabbisogni di ricerca espressi dal mondo produttivo sono piuttosto generici e


riguardano lesigenza di disporre di innovazioni di prodotto e di individuare modelli
produttivi funzionali a ridurre i costi di produzione. Altrettanto generiche appaiono
le ricerche proposte che rimandano a studi indistinti sulle tecniche colturali,
sulle tecniche di trasformazione, di gestione del suolo e sulla meccanizzazione,
anche in questo caso funzionali alla riduzione dei costi di gestione aziendale e alla
realizzazione di un maggiore livello di sostenibilit ambientale delle produzioni.
5
Qualit/tracciabilit
Un tema intorno al quale stata avviata una vivace discussione quello della qualit
delle produzioni agroalimentari a cui sono associate criticit legate alla salubrit
degli alimenti (rischi di contaminazione delle colture per la presenza nelle produzioni di
residui anticrittogamici e/o metalli), allesigenza di maggiore tracciabilit degli alimenti e
alla mancanza di una gestione efficace della qualit nelle produzioni.
Rispetto a questultimo aspetto, in particolare, i partecipanti al tavolo manifestano
un particolare interesse, evidenziando, da un lato, un problema di mancanza di
omogeneit del livello qualitativo delle produzioni tipiche e, dallaltro, di controllo/
gestione della produzione non di qualit (in particolare nel comparto olivicolo).

Qualit/tracciabilit

Tavolo 1
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Modesta gestione
della produzione non
di qualit (presente
in alcune aree della
regione) in olivicoltura

Disciplinari/indicazioni
sulla produzione
frutticola che investano
tutta la filiera (variet
per variet a partire
dalla raccolta)

Definizione di standard
di qualit del prodotto

Scarsa valorizzazione
dei prodotti tipici e delle
produzioni nei settori
frutticolo-vitivinicolo
Variabilit del livello
qualitativo delle
produzioni tipiche

Effetti della
meccanizzazione sulla
qualit del prodotto

Studi in materia di
valorizzazione delle
produzioni di qualit
Studi sulle tecnologie di
trasformazione

Presenza di residui
anticrittogamici e/o
metalli nelle produzioni
Esigenza di maggiore
tracciabilit delle
produzioni
Queste criticit generano fabbisogni di ricerca legati allesigenza di elaborare
disciplinari/indicazioni sulla produzione frutticola che investano tutta la filiera, di
indirizzare sempre pi la ricerca verso studi sulle tecnologie di trasformazione che
migliorino il livello qualitativo delle produzioni e sui sistemi di valorizzazione delle
31

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

produzioni di qualit.
Lo stesso orientamento espresso anche dal mondo della ricerca che suggerisce la
necessit di approfondire gli studi sulla definizione degli standard di qualit e su,
non meglio definiti, effetti della meccanizzazione sulla qualit del prodotto.

3.2.2 Prodotti e tecniche delle coltivazioni cerealicole, industriali, officinali, foraggere e


no-food e loro tecnologie, produzioni e valorizzazione tecnologica nel settore orticolo,
floricolo e del vivaismo ornamentale e delle colture officinali
Il tavolo Coltivazioni cerealicole, industriali, officinali foraggere e no food,
orticoltura, floricoltura e vivaismo ornamentale ha avviato i suoi lavori l8
novembre 2010. I risultati e le proposte emersi durante lincontro sono schematizzati
per filiera produttiva di riferimento e organizzati sulla base di specifici cluster.
1
Filiera cerealicola
I partecipanti sono concordi nellaffermare che la ricerca in campo cerealicolo, in
particolare di frumento duro, dovrebbe interessarsi prevalentemente degli aspetti
produttivi e focalizzarsi sulle scelte varietali e sugli standard qualitativi.
Sino ad oggi la ricerca si concentrata sul miglioramento tecnologico delle materie
prime, puntando su innovazioni varietali che garantissero alte rese sacrificando
la qualit. Il risultato stato il prevalere di variet, coltivate in Puglia, a basso
tenore proteico o, comunque, non adeguate agli standard qualitativi richiesti dalle
industrie di trasformazione. Le inadeguatezze qualitative nella produzione regionale
comportano la necessit di importare sementi correttive del tenore proteico da
altri paesi. Al fine di implementare gli indici qualitativi oggi utilizzati, nel tentativo
di ridurre la dipendenza dalle importazioni e valorizzare la produzione regionale,
stata sottolineata limportanza di attivare ricerche sullarricchimento proteico, al
fine di stimolare la produzione di frumento duro orientato al soddisfacimento delle
richieste dei pastifici.
Inoltre, la ricerca dovrebbe puntare su innovazioni legate allo sviluppo delle
componenti nutraceutiche e salutistiche degli alimenti, anche in risposta alla
domanda crescente di alimenti funzionali in grado di soddisfare le particolari
esigenze di prevenzione da patologie e da intolleranze alimentari e, ancora, in
risposta alla crescente attenzione verso le propriet antiossidanti degli alimenti.
Sebbene crescano le richieste di mercato in materia di alimenti funzionali, secondo
i partecipanti, gli studi su tali temi scarseggiano, anche a livello nazionale, mentre
sarebbe strategico puntare sia sullinnovazione di prodotto (nella fase di produzione)
proponendo ad esempio studi sulla produzione di sostanze antiossidanti in piante
che crescono in ambienti stressati - sia sullinnovazione di processo (nella fase di
trasformazione) focalizzando lattenzione, ad esempio, su alcune tecniche di
trasformazione della granella che possono evidenziare determinate caratteristiche di
natura salutistica nel prodotto che sostengano la componente di servizio di questi
alimenti.

32

Filiera cerealicola

Tavolo 2
Problemi/criticit

Cluster

Ricerche

Frammentazione
delle aziende agricole
(soprattutto nella Puglia
meridionale)

Limiti strutturali della


filiera

Il tavolo non ha indicato


ricerche

Scelte varietali-aspetti
tecnologici qualitativi
poco condivisi
tra produzione e
trasformazione

Innovazioni di prodotto
e di processo nellambito
degli alimenti funzionali

Scarsa integrazione
di filiera e carenze
strutturali (si fa poco
stoccaggio differenziato)
Scelte varietali imposte
dai pastifici (il che
comporta produzioni di
quantitativi maggiori a
discapito della qualit
- come ad esempio il
contenuto proteico)
Insoddisfacenti standard
qualitativi e necessit di
implementare gli indici
qualitativi attualmente
utilizzati

Innovazione varietale
in relazione agli aspetti
nutrizionali e salutistici
Ottimizzazione
dellagrotecnica per
il miglioramento
della qualit globale
(tecnologica, salutistica,
nutrizionale)

2
Filiera orticola
La filiera orticola regionale manifesta sia problematiche che interessano
strettamente le fasi di produzione e trasformazione, sia criticit che incidono
trasversalmente sullintera filiera. I temi principali su cui i componenti del tavolo
si sono soffermati sono legati prevalentemente alle difficolt del comparto di
mettere in atto scelte di produzione coerenti con la domanda di mercato (o capaci di
intercettare una domanda latente/potenziale), allesigenza di disporre di innovazioni
di prodotto e di processo e, infine, alla necessit di soddisfare la richiesta di prodotti
di qualit da parte dei consumatori.
La prima problematica interessa la realt produttiva regionale e nasce dalla
constatazione che lasimmetria informativa esistente tra gli operatori della
produzione e quelli della trasformazione e commercializzazione non consente
agli agricoltori di conoscerne appieno le esigenze e le opportunit espresse dal
mercato e, quindi, determina una sostanziale subordinazione dei primi rispetto
agli altri attori della filiera. Leffetto pi evidente che gli agricoltori non sempre
sono in grado di orientare le loro scelte di produzione verso variet e cultivar
maggiormente rispondenti alle richieste del mercato. Sarebbe, invece, auspicabile
che si riflettesse sullopportunit di ampliare la gamma produttiva orticola regionale
(diversificandola) e di indirizzare, quindi, la produzione verso nuove variet che
hanno mercati di sbocco pi vantaggiosi.
33

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Il tavolo suggerisce di promuovere ricerche che individuino nuovi prodotti orticoli


e specie spontanee dinteresse per il mercato da mettere a coltura (un esempio
riportato quello della rucola).

Filiera orticola

Tavolo 2
Problemi/criticit

Cluster

Ricerche

Asimmetria informativa
tra gli operatori

Scelte di produzione
non sempre orientate al
mercato

Individuazione di nuovi
prodotti orticoli e messa
a coltura di specie
spontanee dinteresse per
il mercato

Esigenze di innovazione
di prodotto/processo

Studiare nuovi prodotti di


V gamma legati ai piatti
tipici regionali pronti
alluso preservando i
sapori e le caratteristiche
della materia prima

Aziende agricole
non adeguatamente
indirizzate verso cultivar
rispondenti alle richieste
del mercato
Ridotto servizio
aggiunto agli ortaggi
Studi e ricerche, anche di
tipo innovativo, troppo
spesso non coerenti con
le esigenze di mercato
Perdita della
cultura alimentare;
allontanamento dalla
dieta mediterranea

Ricerche per estendere


le produzioni di IV e V
gamma a un numero
sempre maggiore di
prodotti orticoli
Innovazioni di prodotto:
nuovi prodotti (nuove
colture fino ad ora
trascurate), nuove
preparazioni (nuove
tecnologie per la
preparazione)
Ricerche legate
allarricchimento in
fitonutrienti e sostanze
nutraceutiche

34

Filiera orticola

Tavolo 2
Problemi/criticit

Cluster

Ricerche

(Carenze di sistemi di)


misurazione della
qualit e verifica della
sicurezza del prodotto

Qualit in termini di
sicurezza alimentare e
salutistico/nutrizionale

Nuovi sistemi di
sanificazione del prodotto
(alternativi al cloro e agli
altri sistemi esistenti)
Ricerche che puntino
su analisi sensoriale ed
organolettica

Poca conoscenza delle


propriet nutrizionali
degli ortaggi

Metodi diagnostici per


calcolare il contenuto di
nitrati ed altri parametri
rilevanti
Ricerca per il risanamento
delle produzioni e
certificazione del
materiale di propagazione
(es. produzioni
carcioficole)

Scarso coordinamento
Scarsa concentrazione
nella filiera
della produzione e scarsa
organizzazione dellofferta

Il tavolo non ha indicato


ricerche

Filiera con troppi attori


Debolezza dei rapporti tra
produzione e GDO a causa
della frammentazione
Scarso collegamento
tra le varie fasi della
filiera (soprattutto postraccolta)
Scarsa conoscenza di
mezzi e tecniche a basso
impatto ambientale
per gestione nutrizione
minerale, gestione risorsa
idrica, difesa fitosanitaria,
controllo infestanti

35

Scarsa conoscenza/
diffusione di mezzi
tecnici a basso impatto
ambientale

Definizione di tecniche
e mezzi a basso impatto
per la gestione della
fertilit, gestione
risorsa idrica, difesa
fitosanitaria, controllo
infestanti

Realt produttive di piccole Gestione aziendale


(sostenibilit costi elevati)
dimensioni che hanno
difficolt nel sostenere i
costi di applicazione delle
innovazioni in azienda

Il tavolo non ha indicato


ricerche

Mancanza di una rete che Mancanza di rete


nel sistema della
permetta il trasferimento
conoscenza
tecnologico da ricerca a
mondo produttivo

Il tavolo non ha indicato


ricerche

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

In riferimento alla seconda questione emersa limportanza strategica di orientare


la produzione verso prodotti e processi innovativi e, quindi, la necessit di ampliare
la quantit di ortaggi-servizio in grado di soddisfare le richieste di cibi pronti e
alimenti veloci da preparare. Allo stesso tempo emerso il bisogno di stimolare
la domanda di ortaggi soprattutto in quei consumatori, in prevalenza giovani,
che mostrano un allontanamento dalla cultura alimentare tipica della dieta
mediterranea.
Da queste riflessioni, emerge la necessit di incentivare ricerche finalizzate alla
produzione dei cosiddetti prodotti-servizio e gli studi sulle innovazioni di prodotto
di IV e V gamma da estendere ad un numero sempre maggiore di prodotti orticoli.
Anche alla luce delle buone performance rilevate per alcuni prodotti regionali di
difficile preparazione e entrati, di recente, nella IV gamma (ad es. la cima di rapa
o la cicoria di Catalogna o Puntarelle), si propone di puntare su innovazioni che
interessino anche altri ortaggi non veloci da cucinare (ad es. carciofo e finocchio).
Inoltre, si propone la sperimentazione di nuovi prodotti di V gamma che
ripropongano piatti tipici regionali nel rispetto delle caratteristiche organolettiche
e qualitative delle materie prime tradizionali. In riferimento alla produzione
di alimenti funzionali, il tavolo propone di intraprendere ricerche legate
allarricchimento in fitonutrienti e sostanze nutraceutiche dei prodotti orticoli
(es. patata Selenella) che diano origine a ortaggi innovativi attenti allaspetto
nutrizionale e salutistico (ad es. cima di rapa).
In relazione al terzo tema, si rileva lesigenza di sviluppare sistemi di misurazione
della qualit e di verifica della sicurezza del prodotto, attualmente scarsi, e di
garantire una maggiore diffusione tra i consumatori delle conoscenze sulle propriet
nutrizionali degli ortaggi.
Alla luce di queste problematiche si propone di concentrare la ricerca principalmente
sulla sperimentazione di nuovi sistemi per la sanificazione dei prodotti, come ad
esempio i sistemi alternativi al cloro e a tutte le molecole chimiche derivate da esso
(ad es. ozono). In particolare, nel post-raccolta emerge lopportunit di sostituire la
chimica con sistemi fisici che hanno maggior rispetto delluomo e dellambiente.
Questo nellottica di potenziare la sicurezza alimentare e, allo stesso tempo,
garantire valore aggiunto alle produzioni. Il tema risulta di importanza notevole se
si considera che la salvaguardia della sanit degli alimenti imposta dagli standard
qualitativi della GDO e investe tutte le fasi della filiera.
Inoltre, lunicit delle caratteristiche organolettiche delle produzioni orticole
regionali e la sostanziale assenza di contaminazione degli alimenti di componenti
tossici sono punti di forza troppo spesso poco valorizzati. Ne consegue la proposta,
da un lato, di sperimentare un panel per definire le caratteristiche sensoriali dei
prodotti, dallaltro, di puntare su studi sullanalisi sensoriale ed organolettica e
metodi diagnostici rapidi per misurare il contenuto di nitrati negli alimenti. Infine,
emersa la necessit di promuovere ricerche per il risanamento delle produzioni e
certificazione del materiale di propagazione.
36

In riferimento alla scarsa conoscenza/diffusione di mezzi tecnici a basso impatto


ambientale emerge la necessit di introdurre studi tesi a migliorare lefficienza delle
risorse (es. fertilizzanti, acqua, fitofarmaci, ecc.): studi sulle tecniche conservative
dei suoli e sul miglioramento del contenuto della sostanza organica, studi sulle
tecniche agronomiche sostenibili di controllo degli infestanti (studi sullutilizzo dei
bio erbicidi come sostituti dei classici fitofarmaci).
3
Filiera floricola
Con riferimento alle problematiche del comparto floricolo, emerge innanzi tutto
lesigenza di sostituire la chimica tradizionale con la cosiddetta chimica verde
a minore impatto ambientale. Poich si tratta di una questione comune ai tre
comparti analizzati, per scelta del tavolo le ricerche individuate con riferimento
a questo comparto sono inserite tra quelle a carattere trasversale (proposte nella
sezione successiva).

Filiera floricola

Tavolo 2
Problemi/criticit

Cluster

Ricerche

Impatto della chimica


tradizionale

Sostenibilit ambientale

Si veda sezione ricerche


trasversali ai comparti
orticolo-floricolocerealicolo

Scarsa competitivit sui


prezzi

Mercato

Ricerche finalizzate
allo studio di nuove
produzioni a elevato
valore aggiunto

Eccessivi passaggi nella


filiera

Limiti strutturali della


filiera

Il tavolo non ha indicato


ricerche

Le altre problematiche emerse riguardano laspetto strutturale della filiera, che


soffre di uneccessiva frammentazione, e la forte concorrenza di prezzo proveniente
dai mercati esteri. Con riferimento a questi aspetti non sono state individuate
ricerche specifiche, ma stato suggerito il generico studio di nuove produzioni a
elevato valore aggiunto per contrastare la concorrenza dei mercati esteri.
4
Azioni trasversali
Le filiere cerealicola e ortofloricola sono accomunate da tre principali criticit.
La prima connessa con lesigenza di ridurre luso di componenti chimiche nel
processo produttivo per ragioni legate alla sostenibilit ambientale e alla sicurezza
alimentare.

37

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Azioni trasversali

Tavolo 2
Problemi/criticit

Cluster

Ricerche

Minore utilizzo di
molecole di sintesi o
chimiche

Sostenibilit ambientale
e sicurezza alimentare

Studi su metodi fisici


pi sicuri per luomo e
lambiente alternativi a
chimica

Sostituzione molecole
chimiche con sistemi
fisici

Biopromotori,
biostimolanti,
fitofarmaci naturali,
concimi organici,
pacciamatura organica/
biodegradabile
Ricerche sul biologico
Studi sulle allelopatie
Ricerche finalizzate
a razionalizzare
luso dellacqua
(acque salmastre per
irrigazione)

La ricerca deve, quindi, focalizzare lattenzione sullo studio di metodi fisici pi sicuri
per luomo e lambiente e su biopromotori, biostimolanti, fitofarmaci naturali,
concimi organici, pacciamatura organica/biodegradabile. Inoltre, si ritiene utile
proseguire i percorsi di studi in atto legati alle produzioni biologiche.
Altra criticit sollevata stata quella legata alla gestione della risorsa idrica e alla
necessit di razionalizzare luso dellacqua per lirrigazione, approfondendo ad es.
gli studi sulluso delle acque salmastre. Infine, anche se non collegato ad alcuna
problematica individuata, emersa la necessit di sviluppare studi sulle allelopatie.
Lunica problematica individuata, comune ai comparti cerealicolo e orticolo,
quella relativa allassenza di marchi di qualit e alla scarsa valorizzazione delle produzioni
sui mercati nazionali ed esteri che, peraltro, non risulta collegata a specifiche ricerche
proposte.
Sono numerosi, invece, gli studi suggeriti che ricalcano quelli gi ampiamente
affrontati nel comparto orticolo e che in un secondo momento, il tavolo ha deciso di
estendere anche al cerealicolo. Tale circostanza discende dalle metodologie di lavoro
adottate dal gruppo che ha considerato i comparti trasversali come classi residuali
in cui far convergere ricerche individuate nei singoli comparti, laddove se ne fosse
riscontrata lopportunit. Si rilevano, comunque, due proposte di indagine ulteriori:
la prima attiene al recupero, conservazione e miglioramento quali-quantitativo delle
variet localispecie spontanee, la seconda alla salvaguardia del germoplasma per la
valorizzazione delle produzioni autoctone.

38

Azioni trasversali

Tavolo 2
Problemi/criticit

Cluster

Ricerche

Esigenza di marchi di
qualit per riconoscere
valore aggiunto alle
produzioni regionali

Marchi di qualit

Valorizzazione
produzioni locali e
creazione di marchi
Innovazione nellambito
delle caratteristiche
intrinseche dei prodotti
agricoli regionali
Recupero,
conservazione,
miglioramento qualiquantitativo delle
variet locali specie
spontanee
Salvaguardia del
germoplasma per la
valorizzazione delle
produzioni autoctone
Caratterizzazione
dei componenti
nutrizionali e qualitativi
per la valorizzazione
commerciale
Metodi diagnostici per
la qualit (intesa in
termini salutistici ed
organolettici) e sicurezza
alimentare
Certificazione
del materiale di
propagazione

Come si evince dallo schema successivo, problema comune al comparto floricolo


e orticolo quello dellefficienza produttiva delle colture protette. I costi di
riscaldamento delle serre sono una componente importante dei costi di gestione
aziendale, tanto da far emergere lesigenze di studiare limpiego di energie
alternative che possano ridurne lincidenza. In riferimento a ci, si propongono
ricerche riguardanti limpiego dellenergia fotovoltaica per il riscaldamento delle
serre e la sperimentazione delle opportunit e modalit di produzione in serre di
questo tipo.

39

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Azioni trasversali

Tavolo 2
Problemi/criticit

Cluster

Ricerche

Costi di riscaldamento
per le colture protette

Gestione aziendale

Monitoraggio clima
serre
Serre adatte allambiente
mediterraneo

Elevati costi di
produzione e volatilit
dei prezzi

Gestione rifiuti

Sperimentazione
circa limpiego di
energie alternative
per il riscaldamento
delle serre (serre
fotovoltaiche)
Sostenibilit

Compostaggio (per gli


scarti verdi)
Ciclo chiuso,
fitodepurazione (per i
reflui nutritivi), materiali
biodegradabili (per i
contenitori)

Scarsa competitivit sui


prezzi

Mercato

Il tavolo non ha indicato


ricerche

Si rilevata, inoltre, limportanza di incoraggiare metodi di produzione sostenibili


e, nello specifico, studi sulla gestione dei rifiuti (eliminazione dei contenitori
alveolati di polistirolo) e sulla gestione degli scarti di lavorazione e dei sottoprodotti
della lavorazione degli ortaggi.

3.2.3 Zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera. Benessere animale. Allevamenti
faunistici. Zoocolture, apicoltura
Il Tavolo Zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera. Benessere animale.
Allevamenti faunistici. Zoocolture, apicoltura ha avviato i suoi lavori il 4 aprile 2011.
I risultati e le proposte del tavolo sono schematizzati in 5 cluster a cui corrispondono
altrettanti temi di discussione prevalenti.
1
Benessere animale
Tutti i partecipanti concordano che negli allevamenti zootecnici pugliesi, specie in
quelli ovi-caprini, si verificano spesso situazioni di scarsa igiene e scarso benessere
che impattano negativamente sullo stato di salute degli animali. Altre criticit
espresse dal tavolo attengono alla diffusione di malattie come la Diarrea Virale
Bovina (causa di numerosi aborti precoci) e, ancora, alla diffusione di casi di mastiti
subcliniche.
Rispetto a questi problemi, il mondo della ricerca esprime lesigenza di realizzare
studi sui sistemi di allevamento pi idonei al miglioramento delle condizioni di
benessere dellanimale. In particolare, si propone di approfondire gli studi sullo
40

stato di benessere degli animali in rapporto alle dimensioni dello spazio fisico entro
cui vengono allevati e, ancora, di potenziare le indagini isto-morfologiche effettuate
sugli organi animali che, spesso, fungono da bersaglio dellinquinamento.

Benessere animale

Tavolo 3
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Inadeguate condizioni di
benessere animale

Il tavolo non ha espresso


specifici fabbisogni

Monitoraggio e
miglioramento delle
condizioni di benessere
e stato di salute degli
animali

Numerosi aborti
precoci riconducibili alla
diffusione del virus della
Diarrea Virale Bovina
Numerosi casi di mastiti
subcliniche

2
Sistemi di allevamento e qualit delle produzioni
Una delle criticit del settore risiede nellincapacit degli operatori di individuare
adeguate diete alimentari da somministrare agli animali. Negli allevamenti bovini,
le carenze produttive che si verificano nel periodo di interparto spesso sono confuse
con delle patologie ma, in realt, sono attribuibili a deficienze nutrizionali. Queste
ultime determinano gravi carenze energetiche che influiscono notevolmente sulle
capacit fecondative dellanimale.
I partecipanti evidenziano leccessiva dipendenza dei nostri allevamenti da variet
importate, come la soia e il mais, mentre sarebbe possibile incentivare lutilizzo
di variet autoctone (cereali e leguminose), con conseguenti vantaggi di natura
economica. In particolare, negli allevamenti pi strutturati si potrebbero recuperare
variet vegetali come ad esempio il favino, lorzo, il triticale e il trifoglio rosso
(questultimo attraverso un processo di essicazione pi complesso ma con effetti, in
termini di apporto proteico, molto interessanti).
Unaltra problematica sollevata dal tavolo strettamente collegata con lesigenza
di approfondire gli studi in materia di miglioramento della qualit dei prodotti
zootecnici. A questo proposito, in Puglia sono presenti molte essenze che potrebbero
migliorare il contenuto di acidi grassi polinsaturi nella carne e nel latte e che
andrebbero studiate.
Infine, il tavolo ravvisa lesistenza di un problema di carattere generale legato alla
conservazione del latte e alla stagionalit dei consumi dei prodotti lattiero-caseari.
In particolare, si evidenzia una criticit nel picco dei consumi che si verifica in
estate (soprattutto dei prodotti trasformati freschi come cacioricotta, mozzarelle,
burrate, ecc.) determinato dallincremento delle presenze turistiche. Inoltre, si
consideri che il latte prodotto nel periodo primaverile presenta un contenuto di acidi
grassi notevolmente superiore rispetto a quello prodotto durante la restante parte
dellanno, fenomeno strettamente connesso con le attivit di pascolo.
41

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Sistemi di allevamento e qualit delle produzioni

Tavolo 3
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Diete alimentari non


idonee allalimentazione
bovina

Sperimentazione diete
alimentari con fieni,
cereali e leguminose
pugliesi

Studi
sullimplementazione
della qualit degli
alimenti in funzione del
benessere animale

Eccessiva dipendenza
da soia e mais di variet
estere
Scarsa valorizzazione
di cereali e leguminose
tipiche del territorio
Esigenza di
miglioramento della
qualit, prodotti a fini
salutistici
Esigenza di
implementare sicurezza
e allungare vita delle
produzioni agrozootecniche
Stagionalit dei
consumi e esigenza di
conservazione di latte e
derivati

Studi sulla surgelazione


(non aggressiva) del
latte e delle cagliate

Valutazione di
nuove molecole per
il miglioramento
salutistico dei prodotti di
origine animale ed effetti
sulla salute umana e del
benessere animale
Studi sullutilizzo di
sottoprodotti agricoli
per il miglioramento e la
valorizzazione del latte e
della carne
Approfondimenti
sullutilizzo di
trasformazioni
alternative
per migliorare
remunerazioni delle
produzioni
Tecniche innovative
per limplementazione
della sicurezza e della
vita commerciale delle
produzioni

A fronte delle criticit emerse durante il dibattito, il mondo produttivo esprime


lesigenza di condurre studi e analisi sulle diete alimentari realizzate con
fieni, cereali e leguminose pugliesi. Tra le ricerche si segnalano gli studi sulla
implementazione della qualit degli alimenti in funzione del benessere animale
e gli studi sullindividuazione e sulla valutazione di molecole bio-funzionali per il
miglioramento salutistico dei prodotti di origine animale e con effetti positivi anche
sul benessere degli animali.
Inoltre, si rileva la necessit di sostenere le ricerche finalizzate al miglioramento
della qualit della carne e del latte attraverso lintroduzione nellalimentazione
animale di essenze che siano naturalmente ricche di acidi grassi polinsaturi, come
lalga marina, la camelina sativa, la portulaca oleracea, gli oli essenziali e gli
antiossidanti estratti dalle foglie di olivo.
Con riferimento alla criticit legata alla conservazione del latte e dei derivati,
i partecipanti propongono di approfondire gli studi sullutilizzo di metodi di
42

trasformazione alternativi (surgelazione rapida) tesi a migliorare le remunerazioni delle


produzioni.
Lultimo tema evidenziato riguarda la necessit di implementare la sicurezza e
lallungamento della vita media delle produzioni agro-zootecniche. In tal senso, si
suggerisce di approfondire gli studi sullirraggiamento degli alimenti. Tale tecnica,
utilizzata soprattutto nei paesi asiatici, oltre a ridurre la carica batterica degli
alimenti, ne migliora la shelf-life.
3
Valorizzazione e tracciabilit dei prodotti di origine animale
I partecipanti rilevano come una delle principali criticit del settore zootecnico sia
individuabile nella scarsa conoscenza delle realt zootecniche marginali, fenomeno
connesso con la scarsa promozione dei prodotti autoctoni. Altro aspetto sollevato
dai partecipanti quello legato alle importazioni delle carni. A questo proposito,
si evidenzia innanzi tutto che la bilancia commerciale del nostro paese in materia
di produzioni di animali da carne negativa e, ancora, che la carne importata
proviene nella maggior parte dei casi da paesi dellest Europa in cui la normativa
sullallevamento degli animali non restrittiva come quella italiana. Invero, se si
puntasse lattenzione sul nostro territorio, sottolineano i partecipanti, si potrebbero
individuare esempi concreti di produzioni animali dalle ottime performance sia
sotto il profilo produttivo sia sotto quello qualitativo. A titolo di esempio si cita il caso
dellallevamento del cavallo da carne (cavallo da Tiro Pesante Rapido) nella zona tra
Gioia del Colle e Putignano sulla Murgia barese che si affianca agli allevamenti di
bovini da latte.
Sempre sul tema, alcuni partecipanti rilevano come negli anni 80 si siano realizzati
incroci tra la Gentile di Puglia e le razze ovine da carne del nord dellItalia. Questi
incroci hanno prodotto agnelli pesanti (da 100 giorni) che potevano competere
qualitativamente e quantitativamente con quelli francesi ma il mercato, purtroppo,
non li ha apprezzati. Il tavolo ritiene che le peculiarit di questi prodotti dovrebbero
essere opportunamente valorizzate e promosse, perch potrebbero conferire un
reddito aggiuntivo alle aziende zootecniche.
Altro argomento individuato dal tavolo quello riguardante la tracciabilit delle
produzioni zootecniche. Lo sviluppo dei sistemi di tracciabilit rappresenta un valido
strumento per meglio esprimere le qualit intrinseche dei prodotti zootecnici.

43

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Valorizzazione e tracciabilit dei prodotti di


origine animale

Tavolo 3
Problemi/criticit

Fabbisogni

Scarsa valorizzazione dei Il tavolo non ha espresso


specifici fabbisogni
prodotti locali di origine
animale
Scarsa
georeferenziazione
delle produzioni agro
zootecniche
Mancata riconoscibilit
del prodotto

Ricerche
Georeferenziazione
e tracciabilit per
valorizzare produzioni
tipiche sicure e di qualit
Studi sulla
rintracciabilit e sulla
brevettabilit dei
prodotti zootecnici

Scarsa tracciabilitautenticit delle


produzioni agrozootecniche per
lotta alle frodi ed alle
contaminazioni

I ricercatori presenti propongono di realizzare studi riguardanti la georeferenziazione


e la tracciabilit delle produzioni tipiche e di qualit. La tracciabilit da sola non ,
comunque, sufficiente per valorizzare e difendere un prodotto in un mercato dove
c molta contraffazione. necessario caratterizzare un prodotto, non solo dal punto
di vista dellorigine e delle metodologie adoperate per la sua produzione, ma anche
attraverso la definizione di parametri di qualit e di salubrit.
4
Biodiversit
Una delle tematiche pi discusse e sulla quale il gruppo di lavoro ha trovato una
intesa ampia quella legata allesigenza di tutelare la biodiversit animale pugliese.
A questo proposito, si rileva come delle sette razze autoctone esistenti, due non siano
a rischio di estinzione (vacca podolica e capra garganica), mentre cinque siano a forte
rischio di estinzione (cavallo murgese, asino di Martina Franca, pecora Gentile di
Puglia, pecora Leccese e pecora Altamurana).
I partecipanti condividono, da un lato, lindispensabilit di prevedere dei premi per
coloro che allevano in purezza queste razze, dallaltro, la necessit di attivare a livello
regionale valide iniziative di valorizzazione delle razze autoctone.
La risposta a questa esigenza di tutela, in termini di ricerca e innovazione,
individuata nel sostegno delle ricerche in materia di gestione genetica della razza
ovina altamurana, degli studi sul DNA mitocondriale per lindividuazione delle
linee femminili e in materia di indicizzazione degli stalloni e delle fattrici del cavallo
murgese e, infine, di approfondimenti sul miglioramento dellefficienza biologica
degli animali per ridurre limpronta ecologica.

44

Biodiversit

Tavolo 3
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Esigenza di salvaguardia
della biodiversit
animale autoctona
pugliese (rischi di
estinzione)

Il tavolo non ha espresso


specifici fabbisogni

Gestione genetica della


razza ovina altamurana
Valorizzazione del cavallo
murgese: creazione
banca genoma, studio del
DNA mitocondriale per
lindividuazione delle linee
femminili, creazione di un
centro di addestramento,
indicizzazione degli stalloni
e delle fattrici

Scarse conoscenze
scientifiche su linee di
sangue femminili nel
cavallo murgese e sulla
selezione genomica

Miglioramento
dellefficienza biologica
degli animali per ridurre
limpronta ecologica

5
Impiego dei sottoprodotti delle produzioni zootecniche
Altro tema emerso durante la discussione quello dellimpiego dei sottoprodotti delle
produzioni zootecniche. In particolare, si evidenziato il problema dellelevato costo
di smaltimento della lana negli allevamenti degli ovini da latte. Altra criticit quella
che si riferisce allo smaltimento del latte con residui. In particolare, i partecipanti
ritengono possibile impiegare in alternativa i prodotti lattiero-caseari in cui si sono
riscontrati dei residui di antibiotici, di aflatossine, di metalli pesanti, ecc.
Il fabbisogno di ricerca manifestato dal mondo produttivo si riferisce alla messa
a punto di progetti pilota per la valorizzazione dei sottoprodotti lattiero-caseari,
mentre il mondo della ricerca si concentra sugli studi economici sul comparto della
lana e in materia di utilizzo della lana delle razze da latte nel settore tessile. Infine,
si propone di avviare degli studi per la valorizzazione delle biomasse residuali, da
utilizzare sia come combustibile per la produzione di energia sia come alimento per
altre specie allevate (ad es. in acquacoltura).

Impiego dei sottoprodotti delle


produzioni zootecniche

Tavolo 3

45

Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Costi di smaltimento
lana negli allevamenti
degli ovini da latte

Progetti pilota per


la valorizzazione dei
sottoprodotti lattierocaseari

Analisi del comparto


lana e proposte
dintervento

Problema di
smaltimento del
latte con residui (es.
aflatossine M1, metalli
pesanti, radioattivi,
antibiotici)

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Istituzione di un centro
di raccolta regionale,
studi per lutilizzo tessile
della lana delle razze
da latte, promozione
artigianato laniero

3.2.4 Selvicoltura, piante a rapido accrescimento, tartuficoltura, prodotti del bosco e


faunistico venatorio
Il Tavolo Selvicoltura, piante a rapido accrescimento, tartuficoltura, prodotti del
bosco e faunistico venatorio ha avviato i suoi lavori il 20 aprile 2011. I risultati e le
proposte del tavolo sono schematizzati in 6 cluster, a cui corrispondono altrettanti
temi di discussione prevalenti.
1
Ambiente
Il primo cluster individuato collegato a tematiche di tipo ambientale. In
particolare, si pone laccento sullo stato di degrado e di abbandono in cui versano
i suoli forestali in alcune aree del territorio (ad esempio in provincia di Taranto),
il fenomeno dellerosione del suolo, il diffuso rischio di incendi boschivi e la
mancanza di piani di gestione forestale nelle aree protette. Inoltre, si rileva una
diffusa esigenza di rinaturalizzazione dei rimboschimenti e la necessit di interventi
a tutela della biodiversit forestale. A questo proposito, si osserva come i boschi
pugliesi, pur non incidendo in maniera significativa sulla superficie territoriale
regionale, costituiscano uno straordinario serbatoio di biodiversit, unico nel nostro
paese.
In risposta alle precedenti criticit, il gruppo di lavoro individua due fabbisogni
di ricerca. In particolare, propone di condurre ricerche sulle funzioni di tipo
protettivo svolte dai boschi e, ancora, sulle forme di gestione delle tipologie
boschive presenti nelle aree protette regionali. A questo proposito, i partecipanti
concordano sullesigenza di attivare studi in materia di utilizzo delle specie esotiche
nei rimboschimenti delle aree protette. Il mondo della ricerca ritiene indispensabile
condurre, da un lato, studi sul ruolo dei boschi nelle aree sensibili allerosione e alla
desertificazione e, dallaltro, realizzare uno studio sulle aree percorse da incendi
boschivi.

Ambiente

Tavolo 4
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Degrado/abbandono
aree boscate-macchia

Studi sui boschi con


funzione protettiva

Erosione del suolo,


desertificazione

Analisi delle selvicolture


delle aree protette

Studio sulle aree sensibili


allerosione e alla
desertificazione

Rischio incendi boschivi


Mancanza di piani di
gestione forestale nelle
aree protette
Esigenza di
rinaturalizzazione dei
rimboschimenti
Esigenza di tutela
biodiversit

46

Studio sulle aree


percorse da incendi
boschivi

2
Difesa/chimica
Il tavolo individua una criticit nellaumento degli attacchi di fitopatie che si
verificano in concomitanza di particolari periodi siccitosi. A fronte di questa
problematica, solo dal mondo produttivo proviene una proposta di condurre studi in
materia di difesa fitosanitaria (quali tipologie di lotta e di prevenzione, definizione di una mappa
delle aree colpite da patogeni, ecc.).

Difesa
chimica

Tavolo 4
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Aumento incidenza
fitopatie nei boschi

Studi in materia di difesa


fitosanitaria

Non sono associabili al


cluster specifiche ricerche

3
Produzione
Il tavolo concorda sullo scarso ruolo esercitato dai boschi pugliesi sotto il profilo
economico-produttivo, reso evidente dallassenza di una vera e propria filiera
produttiva regionale. Inoltre, i partecipanti constatano lesiguit delle ricerche su
temi come le specie autoctone a rapido accrescimento (assenza di tavole dendometriche per
ciascuna variet), lutilizzo dei sottoprodotti delle lavorazioni forestali a fini energetici,
i frutti minori spontanei, ecc. Indubbiamente il settore soffre dellassenza di
politiche nazionali, oltre che regionali, idonee a valorizzare la funzione produttiva
del bosco.
A questo proposito, si rileva come lItalia sia la seconda nazione importatrice
nel mondo per legna da ardere e, allo stesso tempo, sia la seconda esportatrice
di manufatti in legno. In questo contesto si lamenta la scarsit di informazioni
statistiche puntuali e aggiornate, come quelle relative alle quantit e alle tipologie
legnose prodotte in regione.
Su questo tema solo il mondo produttivo esprime precisi fabbisogni di ricerca,
mentre i ricercatori non individuano priorit, preferendo concentrare lattenzione
su altri cluster/tematiche. In particolare, gli stakeholder esprimono la necessit
di condurre studi in materia di meccanizzazione, ricerche sulle colture a
rapido accrescimento, studi in materia di classificazione genetica, studi sulla
tartuficoltura e su alcuni prodotti di nicchia del bosco (ad esempio i funghi porcini
e lagrifoglio), ricerche in materia di produzione e produttivit dei boschi pugliesi
e sperimentazione di nuove specie in terreni agricoli. Infine, si propone di avviare
ricerche in aree saggio per la stima e la valorizzazione di alcuni sottoprodotti
forestali (ad esempio la Manna del Gargano).

47

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Produzione

Tavolo 4
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Marginalit funzione di
produzione dei boschi

Studi sulla
meccanizzazione

Non sono associabili al


cluster specifiche ricerche

Assenza filiera
produttiva

Ricerche sulle colture a


rapido accrescimento
(adatte al nostro
territorio)

Poche ricerche
sperimentali (e dati)
sulle specie autoctone a
rapido accrescimento
Mancanza dati sulla
quantit di biomassa
(sottoprodotti delle
lavorazioni forestali) per
produzione energetica
Carenti conoscenze sui
frutti minori naturali

Studi in materia
di classificazione
genetica (creazione
di nuovi vivai pubblici
e potenziamento di
quelli esistenti nei quali
effettuare ricerche)
Studi sulla tartuficoltura
Ricerche in materia
di produzione e
produttivit dei
boschi pugliesi e
sperimentazione nuove
specie in terreni agricoli
Realizzazione aree
di saggio (anche
permanenti) per la
stima dei sottoprodotti
forestali

4
Gestione forestale
I partecipanti concordano sulla scarsit delle conoscenze a livello regionale su
consistenza, caratteristiche e stato di salute del patrimonio forestale. Inoltre, si
rilevano le carenze generalizzate nelle attivit di manutenzione minima dei
boschi, le esigenze di gestire i cedui soggetti ad invecchiamento e, ancora, di
realizzare un adeguamento della metodologia operativa in materia di tagli boschivi,
sopperendo in tal modo agli elevati costi e allassenza di conoscenze.
In termini di fabbisogni di ricerche, il mondo produttivo suggerisce la realizzazione
di indagini sul patrimonio boschivo regionale e di analisi sui modelli gestione
sostenibile dei boschi pugliesi.
I ricercatori individuano negli studi per la realizzazione della carta forestale
regionale e dellinventario forestale regionale le priorit pi importanti per il tavolo.
Solo attraverso tale attivit si possono rendere disponibili numerose informazioni sul
patrimonio forestale pugliese (stato fitosanitario, biomasse per fini energetici, ruolo
multifunzionale del bosco, censimenti delle aree boschive percorse dagli incendi,
aree soggette ad erosione e desertificazione, ecc.), strategiche per poter avviare una
48

corretta pianificazione degli interventi forestali e individuare, con cognizione di


causa, ruoli e funzioni sostenibili per i boschi pugliesi. Altre due ricerche proposte
si riferiscono agli studi in materia di gestione sostenibile dei rimboschimenti e agli
studi per il riordino della vivaistica forestale.

Gestione forestale

Tavolo 4
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Scarsa conoscenza
della consistenza del
patrimonio forestale
regionale

Indagini sul patrimonio


boschivo regionale

Studi per la
realizzazione della carta
forestale regionale e
dellinventario forestale
regionale

Corretta applicazione
Gestione Forestale
Sostenibile

Analisi sui modelli


gestione sostenibile dei
boschi pugliesi

Esigenza di operare
gestione cedui in
invecchiamento

Ricerche in materia di
gestione sostenibile dei
rimboschimenti
Studio per il riordino
della vivaistica forestale

Esigenza di
adeguamento della
metodologia operativa
(nei tagli boschivi): costi
elevati e mancanza di
conoscenze
5
Logistica forestale
Anche se i boschi pugliesi hanno un ruolo a livello economico-produttivo marginale,
ad alcuni partecipanti preme rilevare lo stato di criticit della logistica forestale e,
ancora, evidenziare gli elevati costi di trasporto. In riposta a tale criticit si esprime
un generico fabbisogno di ricerca sulle infrastrutture pubbliche esistenti.
Il mondo della ricerca propone di condurre studi sulla viabilit, finalizzata a migliorare
le condizioni di accesso dei mezzi meccanici nella foresta e, di conseguenza, a
generare benefici di tipo economico e ambientale (riduzione dei costi di gestione aziendale,
interventi tempestivi in caso di incendi boschivi, valorizzazione funzioni ricreative, ecc.).

Logistica
forestale

Tavolo 4
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Elevati costi di trasporto

Studi su infrastrutture/
sistemi pubblici

Studi sulla viabilit


forestale

6
Scenari/strategie
Il tavolo lamenta una scarsa capacit degli attori pubblici e privati nel comprendere
il ruolo delle foreste nel sistema socio-economico regionale. I partecipanti
rilevano la scarsa conoscenza di alcune funzioni fondamentali esercitate dai boschi
sia in unottica di tutela ambientale (stoccaggio CO2, prevenzione dai dissesti
49

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

idrogeologici, usi energetici, tutela del paesaggio, ecc.) sia in chiave economicoproduttiva. Indubbiamente, per attuare politiche adeguate nel settore, occorre
migliorare lo stato delle conoscenze e, in particolare, risulta importante disporre
dellanagrafe degli interventi forestali e del loro stato di conservazione (briglie,
sistemazione idrauliche, ecc.). Inoltre, si esprimono le esigenze di ridefinire,
da un lato, le politiche di sostegno al settore forestale e, dallaltro, di rivedere
e semplificare i processi di acquisizione dei pareri e delle autorizzazioni per gli
interventi forestali.
A fronte di queste criticit, i partecipanti propongono di avviare studi di tipo
socio-economico sui benefici apportanti dai boschi, affiancati da attivit di analisi e di
monitoraggio degli interventi realizzati con fondi pubblici e da ricerche sugli iter
autorizzativi degli interventi forestali.
Lunica ricerca proposta, con riferimento a questo cluster, attiene alla gestione della
multifunzionalit delle aree boscate.

Scenari/strategie

Tavolo 4
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Esigenza di definire
ruolo foreste nel sistema
socioeconomico

Analisi
socioeconomiche:
valutazione benefici del
bosco

Gestione della
multifunzionalit delle
aree boscate

Esigenza di ridefinire
politiche di aiuto al
settore forestale
Necessit di semplificare
iter autorizzativi

Monitoraggio impianti
realizzati con fondi
pubblici (Reg. CEE
2080/92, misura 4 PSR
Puglia 2000-2006,
misura 1.7 az. 1 POR
Puglia 2000-2006)
Ricerche sugli iter
autorizzativi

3.2.5 Agricoltura e ambiente, agricoltura sostenibile e biologica, biodiversit animale e


vegetale
Il tavolo Agricoltura e ambiente, agricoltura sostenibile e biologica, biodiversit
animale e vegetale ha avviato le sue attivit attraverso lorganizzazione di due
gruppi di lavoro che si sono incontrati nelle giornate del 16 e del 20 dicembre 2010.
Qui di seguito si riporta una descrizione dei risultati e delle proposte del tavolo,
strutturata attraverso 11 cluster corrispondenti ad altrettanti temi di discussione.
1
Ambito produttivo/gestionale
Il primo cluster quello associato al tema ambito produttivo/gestionale. A
questo proposito il tavolo individua una serie di problematiche che riguardano
50

laspetto produttivo dellimpresa agricola, correlate alle esigenze di innovazione/


diversificazione delle produzioni e dei processi produttivi e tese a rispondere sia
a specifiche richieste del mercato sia a questioni di carattere ambientale. Pi
nel dettaglio, allinterno di questo cluster sono raccolti vari aspetti connessi con
il concetto di qualit totale, inteso come necessit di elaborare programmi di
miglioramento genetico funzionali allintroduzione di nuove variet adattabili
allambiente, allesigenza di tutelare la salubrit delle produzioni, di garantire la
tracciabilit dellintero processo produttivo, di ottimizzare la conservazione e il
packaging dei prodotti agricoli, di potenziare le produzioni di IV gamma, di superare
gli ostacoli nella valorizzazione delle produzioni (in particolare dei prodotti tipici
caratterizzati da bassi volumi e prezzi di vendita poco remunerativi).
Con riferimento al management aziendale, le problematiche investono soprattutto i
consumi energetici e idrici, la bassa applicazione nel processo produttivo delle filiere
agroalimentari regionali di attestazioni che afferiscono al rispetto di disciplinari a
carattere ambientale, lo scarso utilizzo di tecnologie a basso impatto ambientale e
che puntino alla conservazione delle risorse naturali non rinnovabili.
I fabbisogni di ricerca pi rilevanti, individuati dal mondo produttivo, investono
lo studio di processi e tecniche produttive eco-sostenibili e, allo stesso tempo, in
grado di contribuire ad assicurare competitivit e studi sugli indicatori in grado
di misurare le performance ambientali delle imprese agricole e agroalimentari
regionali. Inoltre, il gruppo di lavoro concorde nellesprimere lesigenza di
recuperare forme produttive di tipo tradizionale meno invasive come, ad esempio, il
pascolo brado e la coltivazione di variet autoctone.
La ricerca, secondo quanto suggerito dai ricercatori presenti, deve essere orientata
verso la selezione dei genotipi pi idonei alle condizioni agro-climatiche regionali
e lo studio dei kit diagnostici molecolari per la certificazione varietale. Inoltre, si
propone di incentrare lattenzione sulla definizione di programmi di protezione/
produzione per specifici ambienti colturali e per colture minori e, in generale, su
studi finalizzati a definire le possibilit di impiego di tecniche innovative tese a
migliorare i processi produttivi e a ottimizzare le procedure agronomiche in termini
di riduzione di costi, impatti ambientali e di maggiore conservazione delle risorse
naturali.
In questo contesto si inseriscono le ricerche finalizzate al recupero di colture
e coltivazioni tradizionali (come ad esempio il melograno), al sostegno della
vocazionalit territoriale e dello sviluppo delle filiere integrate, allo studio delle
produzioni tipiche regionali.
I ricercatori sottolineano limportanza scientifica del recupero del germoplasma
e degli studi sullapplicazione di famiglie policlonali per soddisfare le esigenze
di variabilit delle produzioni nel rispetto delle aspettative di produzione degli
agricoltori nonch della salvaguardia della biodiversit. Da ultimo, i partecipanti
propongono di prestare maggiore attenzione verso la ricerca di base in materia di
alimenti funzionali.

51

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Ambito produttivo/gestionale

Tavolo 5
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Mancanza nuove variet


adattabili allambiente

Studio di indicatori
necessari alla
misurazione delle
performance ambientali
delle aziende agricole e
agroalimentari

Selezione dei genotipi


pi idonei alle nuove
situazioni agro-climatiche

Esigenza di tracciabilit
dellintero processo
produttivo dal campo al
consumatore
Difficolt nella
valorizzazione di
prodotti tipici e di
qualit
Conservazione e
packaging di prodotti
agricoli
Riduzione consumi
energetici e idrici,
maggiore efficienza nella
gestione del processo
produttivo
Problematiche
applicative nelle filiere
agroalimentari regionali
di aspetti ambientali (es.
certificazioni ambientali,
Dichiarazioni Ambientali
di Prodotto)
Ridefinizione dei ruoli
degli operatori del
mercato e valorizzazione
economica delle
produzioni
Scarso confronto tra
imprese commerciali e
aziende di produzione

Definizione dei processi


produttivi competitivi
in termini economici ed
ambientali
Recupero pascolo brado

Recupero del germoplasma


e studi sullapplicazione
di famiglie policlonali per
soddisfare le esigenze di
variabilit nel rispetto delle
aspettative di produzione
degli agricoltori
Kit diagnostici molecolari
per la certificazione
varietale
Studi finalizzati alla
definizione delle possibilit
di impiego di tecniche
innovative per migliorare i
processi produttivi
Studio finalizzato
allottimizzazione delle
procedure agronomiche
consistente nellallocare la
dose ottimale rispondente
alle seguenti domande:
dove? come? quando?
quanto? (riduzione
dei costi, riduzione
dellimpatto ambientale,
conservazione delle risorse
naturali)
Innovazione di prodotto
e di processo nelle
produzioni agricole non
alimentari
Vocazionalit territoriale e
sviluppo di filiere integrate
Recupero di colture e
coltivazioni tradizionali e
compatibili con lambiente
e le dimensioni aziendali
Carta didentit delle
produzioni tipiche pugliesi
Ricerca di base: alimenti
funzionali (salutistici e
nutraceutici)

52

2
Clima
Il tema sempre pi pressante dei cambiamenti climatici in atto a livello globale e le
ripercussioni in campo agricolo generano una domanda tra gli operatori di settore
di realizzare studi scientifici in grado di misurare le perfomance dellagricoltura
regionale (e valutare la dimensione che assume il fattore cambiamento climatico).
A questo proposito, si rileva lo scarso utilizzo di strumenti tesi a quantificare gli
impatti sullambiente determinati dalle attivit agricole (ad esempio la certificazione
in materia di emissioni di CO2). Inoltre, il tavolo ravvisa la scarsa comunicazione, da
parte dei produttori verso i consumatori, sugli impatti che il settore agroalimentare
genera sullambiente.
A fronte di questo problema il mondo della ricerca conferma lindispensabilit
di sostenere studi finalizzati ad analizzare le interrelazioni tra agricoltura e
cambiamenti climatici e a ridurre gli impatti ambientali sullagricoltura.

Clima

Tavolo 5
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Cambiamenti climatici

Misurazione
delle perfomance
dellagricoltura alla
luce dei cambiamenti
climatici in atto

Studi finalizzati alla


riduzione degli impatti
climatici sullagricoltura

Scarsa certificazione
della sostenibilit
ambientale
Basso livello di
integrazione tra
consumatori e
produttori relativamente
allimpatto del settore
agro-alimentare sulle
emissioni di gas serra e
cambiamento climatico
Scarsa disponibilit di
dati climatici (funzionali
alla definizione di
tecniche di difesa,
risparmio idrico, uso
mezzi tecnici da parte
degli operatori agricoli)

3
Risorsa idrica
Tra le principali criticit che investono il sistema agricolo regionale i partecipanti
individuano la scarsit della risorsa idrica e labbassamento della falda acquifera
(che determina un aumento della salinit). Il tavolo esprime lesigenza che vi sia
una pi efficiente formulazione dei fabbisogni idrici per lagricoltura irrigua e che
vi sia una reale applicazione della normativa sulla gestione del sistema irriguo
regionale. Occorre, inoltre, ridefinire il ruolo di gestione e di indirizzo degli organi
di governo e, a latere, migliorare il sistema di monitoraggio della risorsa (funzionale
a ottimizzarne luso). In questo contesto, si inserisce la constatazione di una criticit
53

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

legata ai possibili impatti ambientali che derivano da un utilizzo non corretto delle
acque reflue in agricoltura.
I fabbisogni di ricerca, espressi dal mondo produttivo, sono finalizzati alla tutela
quantitativa (sistemi di indicazione dei fabbisogni irrigui agli agricoltori in tempo reale) e
qualitativa (possibilit di utilizzo acque salmastre per prodotti tipici come, ad esempio, il Pomodoro
Regina) della risorsa acqua. Inoltre, si evidenzia la necessit di sostenere studi
finalizzati allelaborazione di bioindicatori dellimpatto dei cambiamenti climatici
su acqua e suolo.

Risorsa idrica

Tavolo 5
Problemi/criticit

Fabbisogni

Carenza di risorse idriche Utilizzo acque salmastre


per prodotti tipici
Abbassamento della
Implementazione di
falda acquifera e
sistemi di indicazione
aumento della salinit
dei fabbisogni irrigui
Scarsa tutela,
agli agricoltori in tempo
conservazione,
reale
ottimizzazione delle
Studi finalizzati
risorse idriche-suolo
allottenimento di
Necessit di
bioindicatori climatici
ridefinire i fabbisogni
sulle acque/suoli
idrici, efficienza
e caratteristiche
dellagricoltura irrigua
Ridefinizione del ruolo
di gestione e di indirizzo
per gli organi di governo
dellasse agricolo
irriguo (consorzi di
bonifica, associazioni di
categoria)

Ricerche
Analisi di scenario per
la gestione sostenibile
della risorsa idrica
anche con riferimento
allutilizzo di risorse non
convenzionali
Modelli di calcolo e
di dimensionamento
degli impianti irrigui
(corretta progettazione
degli impianti aziendali
in rapporto a quelli
consentiti)
Monitoraggio per la
caratterizzazione delle
acque e dei suoli per fini
irrigui e di nutrizione
delle piante per lutilizzo
di modelli matematici

Adeguato monitoraggio
dellacqua
Applicazione effettiva
della normativa sulla
gestione del sistema
irriguo regionale
Acque reflue e
irrigazione
Coerentemente alle problematiche evidenziate e ai fabbisogni espressi, il mondo
della ricerca propone analisi di scenari per la gestione sostenibile della risorsa
idrica (anche con riferimento allutilizzo di risorse non convenzionali), studi per la
progettazione di impianti di irrigazione pi efficienti e sulla caratterizzazione delle
acque e dei suoli per fini irrigui.
54

4
Suolo e territorio
Le problematiche, strettamente connesse con la tematica suolo, riguardano
linquinamento dei terreni e la perdita di fertilit (si vedano, ad esempio, gli
effetti dello spietramento nellAlta Murgia), labbandono di aree rurali, il cambio
di destinazione duso dei terreni e la scarsa attenzione alla manutenzione del
suolo. Inoltre, un elemento di criticit individuato nella salinit dei suoli, le cui
cause sono da imputare, tra laltro, al sovrasfruttamento della falda acquifera e a
inefficienze nel monitoraggio dei pozzi artesiani.
Gli operatori, espressione del mondo produttivo, manifestano la necessit di
definire le classi colturali adatte ai contesti territoriali in cui si introducono (suolo/
clima), mentre il mondo della ricerca suggerisce di avviare o proseguire studi che
analizzino lo stato di salute del suolo (nematofauna e batteri), ricerche su modelli
agro-sistemici a basso impatto ambientale, studi sulle tecniche di forestazione e
rinaturalizzazione e sulla bonifica dei terreni da metalli pesanti con piante no-food.

Suolo e territorio

Tavolo 5
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Inquinamento dei suoli

Definizione classi
colturali adatte ai
contesti (suolo/clima) di
inserimento

Studio di tecnologie
innovative per la
valutazione dello stato di
salute microbica dei suoli

Perdita della fertilit dei


suoli e messa a coltura
Non adeguata difesa e
conservazione del suolo
Riduzione dagli
impatti ambientali/
conservazione risorse
naturali non rinnovabili
(acqua, suolo)
Conflitto con
destinazione duso
non agricolo (edilizia,
energia, turismo)
Abbandono spazi rurali

Studio di bio-indicatori
dello stato di salute del
suolo (nematofauna,
batteri)
Studio di modelli agro
sistemici a basso
impatto ambientale
Miglioramento
conoscenze tecniche
di forestazione e
rinaturalizzazione
Bonifica terreni da
metalli pesanti con
piante no-food
Monitoraggio del suolo
e sottosuolo ad alta
risoluzione spaziale (sub
metrica) con dispositivi
non invasivi
Mappatura della
sostanza organica dei
suoli attraverso tecniche
di telerilevamento
iperspettrale

55

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Inoltre, si suggerisce di avviare progetti di monitoraggio del suolo e del sottosuolo


ad alta risoluzione spaziale (sub metrica) con dispositivi non invasivi e di avviare
ricerche che, attraverso la mappatura della sostanza organica dei suoli realizzata
attraverso tecniche di telerilevamento iperspettrale, permettano di ampliare le
conoscenze su specifiche esigenze locali (ad es. livello di salinit suoli).
5
Rifiuti/residui di lavorazione
Le problematiche/criticit connesse con il tema dei rifiuti e dei residui di lavorazione
agricola afferiscono essenzialmente alla gestione degli scarti di produzione, alla
scarsa valorizzazione di sottoprodotti specifici dellagroindustria pugliese anche
per la produzione di energia e al limitato recupero delle biomasse agricole come
compost. Durante il dibattito si sottolineato come la scarsa valorizzazione dei
sottoprodotti sia da mettere in relazione con lassenza di infrastrutture dedicate alla
raccolta degli stessi.
Il mondo produttivo suggerisce di avviare studi di valutazione dellefficacia di sistemi
gestionali a basso impatto ambientale (analisi dei costi-benefici relativa allutilizzo
degli scarti, di acque reflue, di biomasse per produrre energia) e ricerche sulle
modalit di riutilizzo dei residui agricoli (alternativi alla bruciatura delle stoppie).

Rifiuti/residui di lavorazione

Tavolo 5
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Scarsa conoscenza delle


tecniche di gestione
delle produzioni e
riutilizzo degli scarti
vegetali ed animali

Valutazione dellefficacia
di un sistema gestionale
a basso impatto
ambientale: analisi
dei costi-benefici per
lutilizzo di scarti, di
acque reflue, biomasse
per produrre energia

Studio sugli strumenti di


pianificazione e gestione
ambientale dei fanghi
provenienti da impianti
depurativi in agricoltura

Mancanza di gestione
integrata delle
componenti organiche
(scarti vegetali,
compost, fanghi, ecc.)
Scarsa valorizzazione di
sottoprodotti specifici
dellagroindustria
pugliese (da rifiuto a
risorsa)
Scarso riutilizzo degli
scarti di lavorazione
agricola per la
produzione di energia
Limitato recupero delle
biomasse agricole
per riutilizzarle come
compost

56

Riutilizzo residui agricoli


Alternative bruciatura
stoppie

Compost da scarti
agroindustria
Impiego di sottoprodotti
in agricoltura
Fluidi specifici per
lestrazione del licopene
dalle bucce dei pomodori
Utilizzo dei processi
a membrana per il
recupero di sostanze
nobili dagli scarti di
lavorazione (acque di
vegetazione, siero, ecc.)

I ricercatori propongono di avviare studi scientifici sulla gestione ambientale dei


fanghi in agricoltura, sulla produzione di compost da scarti dellagroindustria,
sullimpiego di sottoprodotti in agricoltura e sullutilizzo di processi per il recupero
di sostanze nobili dagli scarti di lavorazione (acque di vegetazione, siero, estrazione
del licopene dalle bucce dei pomodori, ecc.), attraverso processi di filtrazione con
membrane organiche o ceramiche. Infine, dalla discussione emerge la proposta
di avviare ricerche finalizzate ad ottenere biocombustibili di seconda generazione
attraverso la degradazione della cellulosa in zuccheri.
6
Energia
I partecipanti rilevano un rischio di marginalizzazione e di abbandono dei terreni
agricoli riconvertiti per la produzione di energie rinnovabili, accompagnato da una
criticit che riguarda gli impatti che la produzione di energie alternative possono
generare sullambiente. A questo proposito, il mondo produttivo individua solo un
fabbisogno di ricerca incentrato sullanalisi delleconomicit degli impianti tesi a
produrre energia dalle biomasse.

Energia

Tavolo 5
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Rischio di
marginalizzazione ed
abbandono legati alla
produzione di energie
rinnovabili

Studio su economicit
impianti energia da
biomasse

Non sono state individuate


ricerche direttamente
collegate al cluster

Impatti delle energie


alternative
7
Biodiversit
Tra le problematiche individuate si rileva la scarsa conoscenza della biodiversit del
suolo e dei siti sensibili in Puglia. A questo riguardo occorre considerare che il suolo,
a causa della complessit della sua natura chimico-fisica, uno degli habitat pi
ricchi in termini di biodiversit come confermato dalla presenza dei nematodi che,
in quanto sensibili ai cambiamenti climatici, possono fungere da bio-indicatori.
Altre problematiche rilevate attengono allerosione genetica di variet tradizionali
e alla scarsa disponibilit di risorse genetiche vegetali compatibili con processi
produttivi a basso impatto ambientale.
I partecipanti, espressione del mondo produttivo, esprimono la necessit di
approfondire le tematiche attinenti la valutazione del potenziale della biodiversit
vegetale e/o animale sia dal punto di vista produttivo sia tecnologico. Le ricerche
proposte dai partecipanti e comuni ad altri cluster si propongono il recupero del
germoplasma e delle colture e coltivazioni tradizionali e, ancora, la valorizzazione
della biodiversit naturale nelle aziende biologiche.

57

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Biodiversit

Tavolo 5
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Scarsa conoscenza della


biodiversit del suolo e
dei siti sensibili in Puglia

Studio di soluzioni
agronomiche ecocompatibili: valutazione
del potenziale della
biodiversit vegetale e/o
animale sia dal punto
di vista produttivo che
tecnologico

Si vedano ricerche inserite


nei cluster Ambito
produttivo/gestionale e
Biologico/integrato)

Erosione genetica delle


variet tradizionali
Disponibilit di risorse
genetiche vegetali
compatibile con processi
produttivi a basso
impatto ambientale

8
Biologico/integrato
Le criticit rilevate, con riferimento a questo cluster, si riferiscono alle necessit
di adottare tecniche agronomiche adeguate in agricoltura biologica e di disporre
di nuove molecole a basso impatto ambientale per la gestione di programmi di
protezione integrata pi rispettose dellambiente.
I fabbisogni di ricerca si incentrano nello studio della valorizzazione agronomica
della biodiversit naturale nelle aziende agricole biologiche, mentre il mondo della
ricerca suggerisce di approfondire gli studi sulle tecniche produttive utilizzate in
agricoltura biologica in diversi ambienti e su diverse colture. Inoltre, si propone di
sostenere gli studi scientifici riguardanti gli agenti di biocontrollo e lutilizzazione di
mezzi fisici per il controllo di patogeni parassiti.

Biologico/integrato

Tavolo 5
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Adozione di tecniche
agronomiche adeguate
in agricoltura biologica
(biodiversit naturale,
compostaggio,
inerbimento)

Studio per la
valorizzazione
agronomica della
biodiversit naturale
nelle aziende biologiche

Studi sulle tecniche da


agricoltura biologica in
diversi ambienti (e sulle
colture)

Scarsa disponibilit di
nuove molecole a basso
impatto ambientale per
la gestione di programmi
di protezione integrata

Studi riguardanti
agenti di biocontrollo
e utilizzazione di mezzi
fisici per il controllo di
patogeni parassiti

9
Difesa/chimica
Il tavolo rileva la necessit di modelli epidemiologici per finalizzare programmi di
protezione alternativi. Inoltre, si individua un elemento di criticit nella scarsa
disponibilit per gli agricoltori di mezzi di difesa da patogeni che siano rispettosi
dellambiente e, ancora, nelluso massiccio di pesticidi e prodotti chimici in
58

agricoltura.
Gli operatori di settore individuano un fabbisogno di ricerca legato allindividuazione
di nuovi prodotti pi rispettosi dellambiente.
La ricerca deve orientarsi verso lo studio di agenti di biocontrollo (batteri e funghi)
e sullutilizzazione di mezzi fisici per il controllo di patogeni parassiti, sulla
valutazione di nuovi fertilizzanti e di prodotti di origine vegetale impiegati nella
protezione delle colture, sullanalisi della resistenza sistemica acquisita e naturale.
Inoltre, si rileva la necessit di effettuare studi sulle performance dei processi
produttivi a basso impatto per valutarne la sostenibilit economica da parte delle
aziende agricole.

Difesa/chimica

Tavolo 5
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Studio e valutazione
Ricerche alternative
Scarsa disponibilit di
di prodotti di origine
prodotti chimica
modelli epidemiologici
vegetale nella protezione
(anticrittogamici, acque,
(patogeni/parassiti) per
delle colture
utilizzazione residui)
finalizzare i programmi di
protezione
Studio sulla resistenza
Individuazione nuovi
sistemica acquisita e
prodotti chimica verde
Scarsa disponibilit
naturale
di mezzi di difesa da
patogeni parassiti e
Studio sullimpiego nuovi
rispettosi dellambiente
fertilizzanti
Utilizzo massivo di
Verifica della sostenibilit
pesticidi e prodotti chimici
economica dei processi
produttivi a basso impatto
Impatti degli agro farmaci

10
Scenari/strategie
Dalla discussione emerge lo scenario di unagricoltura regionale che stenta a svolgere
un ruolo attivo in termini di salvaguardia del territorio, di tutela del paesaggio, di
conservazione delle colture tradizionali mediterranee non idrovore e, questo, in un
contesto in cui vi una scarsa sensibilit per le tematiche agricole.
Durante il dibattito si evidenzia come i vincoli ambientali possano limitare le
attivit agricole in alcuni contesti territoriali. Infine, unaltra criticit individuata,
anche se non condivisa da tutti, quella legata al mancato sviluppo in regione
della cosiddetta agricoltura urbana, attivit utile ai fini del recupero degli ambienti
degradati delle citt.
Da queste problematiche emerge un fabbisogno diffuso di attivare studi finalizzati
alla valutazione della disponibilit da parte del consumatore a pagare il contenuto
ambientale dei beni agroalimentari prodotti con tecniche eco-compatibili e, ancora,
emerge lesigenza di attivare ricerche di tipo socio-economico sui nuovi scenari e,
ancora, in materia di agricoltura multifunzionale.
59

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Scenari/strategie

Tavolo 5
Problemi/criticit

Fabbisogni

Valutazione della
Scomparsa colture
disponibilit a pagare da
tradizionali mediterranee
parte del consumatore
non idrovore
per il contenuto
Scomparsa funzione
ambientale di beni
dellagricoltura
agroalimentari prodotti
tradizionale di regolatore
con tecniche ecodellecosistema
compatibili
Vincoli ambientali che
Indagini conoscitive
limitano lagricoltura
circa il futuro
orientamento politico
Basso livello di
-economico (capire
integrazione tra
se si va verso una
consumatori e produttori
sostenibilit forte o
Scarsa sensibilit su
debole)
tematiche agricole
Multifunzionalit
Esigenza di miglioramento
ambientale
paesaggio

Ricerche
Non sono state individuate
ricerche direttamente
collegate al cluster

Definire un nuovo ruolo


nella gestione del territorio
Strategie politiche
economiche e sociali:
agricoltura urbana e
agricoltura verticale

11
Trasferimento della conoscenza/reti di relazioni
Lultimo cluster quello relativo al tema della conoscenza in agricoltura e al sistema
di relazioni esistenti tra gli attori. Il tavolo individua una forte criticit del sistema
legata alla scarsa o insufficiente circolazione delle informazioni in materia agroambientale, causata da un non efficiente sistema di relazioni tra gli operatori
e da carenze culturali degli agricoltori. A ci si aggiungono le difficolt legate
allindividuazione dei fabbisogni di innovazione, al trasferimento e alla corretta
applicazione delle conoscenze nelle piccole medie imprese agricole e, ancora, allo
scarso ricorso, da parte delle imprese agricole, al supporto di professionisti in grado
di promuovere lintroduzione e/o la corretta applicazione delle innovazioni in azienda.
I fabbisogni individuati dai partecipanti si identificano nellesigenza di promuovere
un sistema di diffusione della conoscenza e un supporto scientifico e normativo che possa
accrescere negli operatori agricoli la consapevolezza dellimportanza delle tematiche
ambientali. Inoltre, emerge lesigenza di migliorare le reti di relazioni tra i soggetti
che operano nel mondo della ricerca.
Lunico studio suggerito dal mondo della ricerca si orienta verso un tema piuttosto
ampio quale quello dellanalisi di sistemi di gestione integrata della conoscenza per la gestione
della complessit.
60

Trasferimento della conoscenza/reti di relazioni

Tavolo 5
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Relazioni agricoltura/
industria, recepimento
fabbisogni, carenze
culturali

Promuovere un sistema
capillare di conoscenza
che possa aumentare
la consapevolezza degli
agricoltori rispetto
allimportanza delle
tematiche ambientali

Studi sui sistemi di


gestione integrata
della conoscenza
per la gestione della
complessit

Mancanza di contatti
con il modo della ricerca
Interfaccia mondo
agricolo e industriale
Carenze culturali
agricoltore

Trasferimento
tecnologico e di
innovazione in
agricoltura

Trasferimento
conoscenze alle PMI
agricole

Creazione di reti tra i


soggetti che operano nel
mondo della ricerca

Scarso utilizzo da parte


imprese agricole di
tecnici in campo

Supporto scientifico e
normativo

Pianificazione
territoriale e
recepimento dei
fabbisogni di
innovazione

3.2.6 Multifunzionalit in agricoltura


Il Tavolo Multifunzionalit in agricoltura ha avviato i suoi lavori il 2 febbraio 2011.
I risultati e le proposte del tavolo sono strutturati in 7 cluster, corrispondenti ad
altrettanti temi di discussione.
1
Funzione produttiva
Sebbene la produzione agricola sia la principale attivit per limpresa agricola in
termini di reddito, il gruppo di lavoro evidenzia un problema generale di bassa
redditivit del settore agricolo che si snoda intorno a due importanti questioni
strettamente correlate:
linadeguatezza delle forme di sostegno al reddito rispetto al ruolo multifunzionale
dellagricoltura;
il mancato riconoscimento economico del ruolo multifunzionale dellagricoltura da parte
della collettivit.
I partecipanti rilevano la scarsa diversificazione dellofferta. In particolare, si
suggerisce di prestare maggiore attenzione nella diversificazione delle produzioni
di uva da tavola (trasformati, uve per lindustria dolciaria, uve passite) e di uva da vino.
Inoltre, interessante sottolineare come alcuni sottoprodotti della coltivazione
delluva possano essere utilizzati per integrare il reddito dellagricoltore (ad esempio
utilizzazione di foglie per lalimentazione umana).
61

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Funzione produttiva

Tavolo 6
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Marginalit economicosociale dellazienda


agricola

Ricerche sulle
opportunit che la
multifunzionalit offre
in termini di reddito

Individuazione di un
modello di stima del
sostegno sulla base delle
esternalit negative
(evitate) o positive
(prodotte)

Sostegno al reddito:
definizione del ruolo
multifunzionale
dellazienda agricola
Scarsa diversificazione
dellofferta agricola per
soddisfare la domanda
delle imprese di
trasformazione

Studi sulle attivit


complementari a quelle
agricole, sugli effetti sul
reddito e sullattrattivit
del territorio

Valutazione della
consapevolezza del
consumatore sul
ruolo delle aziende
agricole in materia di
multifunzionalit

A fronte delle criticit emerse durante il dibattito, il gruppo di lavoro


evidenzia lesigenza di attivare studi e analisi sulle prospettive reddituali della
multifunzionalit in agricoltura e, ancora, sullindividuazione e gestione
delle attivit complementari al core business dellimpresa agricola, finalizzate ad
incrementarne il reddito e lattrattivit del territorio rurale pugliese.
Le ricerche proposte si riferiscono allo sviluppo di un modello matematico di
stima dellentit del sostegno da destinare al produttore agricolo, sulla base
degli impatti ambientali evitati e delle esternalit positive prodotte attraverso
lagricoltura multifunzionale. Inoltre, si suggerisce di avviare uno studio di mercato
sui comportamenti di acquisto dei consumatori, teso a valutare il loro grado di
consapevolezza circa il ruolo multifunzionale delle aziende agricole e a quantificare
lapprezzamento dei consumatori.
2
Funzione ambientale/paesaggistica
Lagricoltura pu assolvere unimportante funzione ambientale e paesaggistica,
rivestendo un ruolo fondamentale nel mantenimento degli equilibri ecologici
del territorio. Tale funzione richiama gli obiettivi della sostenibilit ambientale,
dellequilibrio tra le esigenze della natura e quelle degli uomini, della
diversificazione dei sistemi di produzione, di utilizzo bilanciato delle nuove
tecnologie, di riduzione delle esternalit negative causate dalle produzioni intensive.
Lespletamento di questa funzione dellagricoltura pu contribuire a generare un
effetto traino per altre attivit economiche, come ad esempio quella turistica nelle
aree rurali, oltre che garantire la preservazione di importanti risorse naturali e della
biodiversit animale e vegetale, il mantenimento di spazi aperti, la protezione delle
falde acquifere.

62

Funzione ambientale/paesaggistica

Tavolo 6
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Mancato
riconoscimento dei
servizi ambientali offerti
dallattivit agricola

Ricerca in materia di
tutela del territorio e
dellambiente

Agro-energie: modelli
su scala aziendale
come strumento
di diversificazione
produttiva e valutazione
dellefficacia economica
e ambientale

Scarsa integrazione
della multifunzionalit
aziendale e della
multifunzionalit in
riferimento al paesaggio
Assenza di valutazione
circa la sostenibilit
ambientale della
produzione agricola
nel senso pi ampio
del termine (incluse
silvicoltura e zootecnia)

Individuazione di buone
prassi in materia di
prestazioni ambientali
dellagricoltura,
in termini di
bilancio energetico,
cambiamenti climatici
e relative modalit di
compensazione del
reddito

Aree sottoposte a
vincoli (paesaggio,
inquinamento, parchi
naturali): quali sistemi
colturali?
Scarse informazioni
sulladozione dei
certificati verdi
nellazienda agricola

Compensazioni
ambientali: ruolo della
foresta e produzioni
energetiche
Tecniche di gestione
agronomica a sostegno
delle funzioni ecologiche
ed ambientali
Criteri di gestione
agronomica in rapporto
alle aree agricole ad
elevato valore naturale
(HNVF)
Valutazione
dellefficienza
delluso dellacqua e
dellazoto alla luce dei
cambiamenti climatici in
aree sottoposte a clima
semi-arido
Monitoraggio degli
inquinanti derivanti
dalle pratiche agricole,
finalizzato alla
valutazione del ruolo
ambientale di una
azienda agricola
Valutazione del ruolo
ambientale in termini di
carbon sink/source delle
aree marginali

Riguardo questo importante aspetto assunto dallagricoltura, il gruppo di lavoro


evidenzia una serie di problematiche e criticit. In primo luogo si segnala il
mancato riconoscimento economico del servizio che lagricoltura fornisce in materia
ambientale. Daltra parte, il tavolo indica ancora una persistente inadeguatezza
nellintegrazione tra attivit produttiva e esigenze di tutela ambientale e
paesaggistica, soprattutto nelle aree sottoposte a vincolo, dove si lamenta la
mancanza di valutazioni circa la sostenibilit ambientale delle produzioni agricole e
63

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

di modelli di stima dei sistemi colturali pi adeguati da adottare. Infine, si riscontra


un problema di insufficiente valorizzazione delle agro-energie e di scarsa diffusione,
tra gli operatori agricoli, delle informazioni riguardo i certificati verdi delle aziende
agricole.
I fabbisogni espressi dal tavolo si riallacciano alla necessit di potenziare gli studi
scientifici connessi con il tema della tutela del territorio e dellambiente e, ancora,
tesi a individuare e analizzare buone prassi per lagricoltura in materia di prestazioni
ambientali, in termini di bilancio energetico e cambiamenti climatici e a valutare
modalit di compensazione del reddito.
La ricerca propone di sostenere gli studi che riguardano il rapporto tra produzione
agricola ed energie. Nel dettaglio, si suggeriscono studi su modelli agro-energetici su
scala aziendale come strumento di diversificazione produttiva e studi che indaghino
lopportunit, economica e ambientale, di adottare colture ad uso energetico per
diversificare gli ordinamenti colturali pugliesi, ma senza stravolgerli. Inoltre, si
propone di studiare il ruolo della foresta in chiave di produzione energetica.
Unaltra serie di ricerche focalizza lattenzione sul rapporto tra produzione agricola
e salvaguardia del territorio. Una proposta in tal senso concerne la ricerca di
criteri di gestione agronomica in rapporto alle aree agricole ad elevato valore naturale (HNVF), con
riferimento alla quale si propongono studi che traccino un percorso di valorizzazione
delle produzioni agricole nelle aree protette. Altra ricerca proposta riguarda lo studio
delle tecniche di gestione agronomica a sostegno delle funzioni ecologiche e ambientali, attraverso
il quale possano essere analizzate le problematiche agronomiche - es. salinit dei
suoli, falda superficiale, acque irrigue di scarsa qualit, inquinamento da nitrati,
ecc. - a valenza territoriale e collettiva e, ancora, possano essere individuate le scelte
produttive pi adeguate da proporre agli agricoltori.
Infine, si segnalano altri due indirizzi di ricerca orientati, il primo, alla valutazione
dellefficienza nelluso dellacqua e dellazoto, in relazione ai cambiamenti climatici
in aree sottoposte a clima semi-arido e, il secondo, alla valutazione del ruolo
ambientale della azienda agricola in termini di impatti degli inquinanti derivanti
dalle pratiche agricole e in termini di monitoraggio carbon sink/carbon source delle
aree marginali.
3
Scenari/sistema
Il tavolo ravvisa lesistenza di un problema di carattere generale legato alla carente
valutazione del grado di multifunzionalit delle aziende agricole. Inoltre, i
partecipanti concordano nel constatare la penuria di analisi e informazioni sul grado
di diffusione del fenomeno multifunzionalit agricola sul territorio regionale e,
ancora, sullimpatto che la multifunzionalit ha sul reddito agricolo, sul territorio e
sullambiente.

64

Scenari/sistema

Tavolo 6
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Carente valutazione
del grado di
multifunzionalit delle
aziende agricole

Il tavolo non ha espresso


specifici fabbisogni

Caratterizzazione
e valutazione della
multifunzionalit del
territorio agroforestale
Caratterizzazione e
quantificazione delle
funzioni svolte dalle
aziende agricole
Ruolo strategico
della pianificazione
territoriale e
consapevolezza del
ruolo delle imprese
nelluso delle risorse

Le ricerche proposte dai partecipanti, affrontano laspetto macroeconomico della


multifunzionalit e le sue ricadute sul territorio. In particolare, si suggeriscono
studi sulla caratterizzazione e valutazione della multifunzionalit del territorio agroforestale e
sulla caratterizzazione e quantificazione delle funzioni svolte dalle aziende agricole. Questultimo
studio utile per qualificare le funzioni produttive e paesaggistiche e verificarne la
coerenza/integrazione in relazione al contesto territoriale di riferimento. Infine,
si propone uno studio sul ruolo strategico della pianificazione territoriale e sulla consapevolezza
del ruolo delle imprese nelluso delle risorse, finalizzato alla quantificazione dellattivit
multifunzionale dellazienda agricola e alla misurazione del servizio ambientale,
ricreativo, turistico, educativo e/o terapeutico e alla valorizzazione dei prodotti
multifunzionali (ad es. olio doliva biologico prodotto in aree protette).
4
Funzione sociale
Riguardo la funzione sociale dellagricoltura, i problemi segnalati dal gruppo di
lavoro riguardano la carenza normativa e la mancanza di informazione sullo stato
dellarte delle masserie sociali, a cui si aggiunge la scarsa integrazione sociale
tra agricoltura e collettivit. Si assiste ad una scarsa ottimizzazione delle attivit
svolte dalle masserie sociali che soffrono di distorsioni nellespletamento dei servizi
offerti. carente, inoltre, il supporto in termini di personale tecnico (assistenti
sociali, medici, terapisti, ecc.) necessario per il corretto funzionamento delle
strutture sociali accoglienti. Infine, emerge il problema della sicurezza in azienda
in riferimento alle strutture/locali che vengono destinati allesercizio delle attivit a
carattere sociale.
A fronte di una crescente richiesta di funzioni sociali e nonostante venga
riconosciuta limportanza di implementare sistemi che possano migliorare lofferta
di servizi sociali nelle aziende agricole, nella formulazione dei fabbisogni e delle
proposte di ricerca il gruppo di lavoro non si esprime, considerando prioritarie
piuttosto azioni di carattere strutturale (soprattutto di natura normativa).
65

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Funzione sociale

Tavolo 6
Problemi/criticit

Fabbisogni

Il tavolo non ha espresso


Definizione rapporti fra
specifici fabbisogni
impresa agricola e servizi
sociali

Ricerche
Il tavolo non ha espresso
specifiche ricerche

Marginalit economicosociale dellazienda


agricola
Carenze informative
sullo stato dellarte
dellagricoltura sociale

5
Funzione didattica
Le problematiche connesse con questo aspetto afferiscono alla complessit
nellimpiego delle masserie didattiche quale opportunit per divulgare nelle scuole
le tradizioni tipiche delle aree rurali. Con riferimento a questo aspetto i componenti
del tavolo non esprimono n fabbisogni n proposte di ricerca, valutando invece
prioritari gli interventi sulla comunicazione, linformazione e la divulgazione agli
operatori agricoli e alla collettivit in tema di masserie didattiche.

Funzione didattica

Tavolo 6
Problemi/criticit

Fabbisogni

Il tavolo non ha espresso


Scarsa diffusione delle
specifici fabbisogni
masserie didattiche (quale
opportunit per sviluppare
una conoscenza nelle
scuole delle tradizioni
tipiche delle aree rurali)

Ricerche
Il tavolo non ha espresso
specifiche ricerche

6
Funzione turistica
Secondo il gruppo di lavoro, la funzione turistica, che si esplica tipicamente con
lattivit agrituristica, soffre essenzialmente dellapplicazione distorta e della poca
chiarezza della normativa di riferimento esistente da cui discendono numerose
problematiche. Le questioni principali riguardano la definizione chiara, da un lato,
del ruolo dellazienda agricola nellesercizio dellattivit agrituristica (rapporto di
connessione tra attivit agricola e attivit agrituristica e ruolo della Regione nella sua definizione) e
dallaltro, del ruolo degli operatori del terziario (ristorazione) rispetto allagriturismo
e delle conseguenti contrapposizioni di categoria.
Il connesso fabbisogno di ricerca, emerso durante il dibattito, legato alla necessit
di conoscere meglio le dinamiche del settore e, in particolare, il rapporto tra
agriturismo e turismo-ristorazione del territorio, per trovare equilibrio tra gli
operatori economici di un territorio.
66

Funzione turistica

Tavolo 6
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Adeguare la gestione di
unazienda agrituristica
alla richiesta del
mercato nel rispetto dei
vincoli normativi

Conoscere meglio le
dinamiche del settore
e, in particolare, il
rapporto tra agriturismo
e turismo-ristorazione
del territorio

Il tavolo non ha espresso


specifiche ricerche

7
Trasferimento della conoscenza/reti di relazioni
I partecipanti al tavolo hanno sottolineato nel corso dei lavori leccessiva
burocratizzazione e la scarsa sensibilizzazione della pubblica amministrazione in
attivit tese a favorire lo sviluppo della multifunzionalit sul territorio. Il mondo
produttivo ha, in pi occasioni, espresso lesigenza di disporre di approfondimenti
e studi su alcuni aspetti legislativi e normativi connessi con lapplicazione della
multifunzionalit. Inoltre, il gruppo di lavoro solleva questioni e problematiche che
riguardano lambito della formazione e dellinformazione sul tema agricoltura e
multifunzionalit. In particolare si rileva la scarsa informazione e consapevolezza da
parte degli operatori agricoli sul ruolo della multifunzionalit in agricoltura e sulle
sue possibili applicazioni.

3.2.7 Biotecnologie animali e vegetali


Il Tavolo Biotecnologie animali e vegetali ha avviato i suoi lavori il 19 gennaio 2011.
I risultati e le proposte del tavolo sono schematizzati in 6 cluster, a cui corrispondono
altrettanti temi di discussione prevalenti.
1
Ambiente
I partecipanti concordano nellindividuare, tra le problematiche principali dei
settori agroalimentare e zootecnico, lesistenza di impatti ambientali determinati
dai metodi di produzione esistenti. A tale problematica, sia il mondo produttivo
sia la ricerca associano lesigenza di realizzare ricerche in grado di garantire una
maggiore sostenibilit ambientale. In particolare, i partecipanti evidenziano il
problema dellelevata quantit di materiale di scarto non biodegradabile prodotto,
che determina conseguenze negative nella gestione dei rifiuti sotto il profilo sia
ambientale sia economico-aziendale. Rispetto a questo tema il gruppo di lavoro
esprime un fabbisogno di ricerca teso a soddisfare soprattutto lesigenza di riduzione
dei costi per lo smaltimento dei rifiuti, realizzato attraverso lutilizzo di molecole
biodegradabili in sostituzione dei materiali plastici.
Anche per il mondo della ricerca fondamentale la realizzazione di studi scientifici
tesi a definire metodi innovativi per lo smaltimento dei rifiuti. Inoltre, priorit
sono individuate con riferimento alla realizzazione di studi sulle molecole per la
produzione di pesticidi biodegradabili e, ancora, finalizzati allabbattimento del
potere inquinante dei reflui (es. sostanze fenoliche nei reflui oleari).
67

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Infine, si propongono ricerche finalizzate alla valorizzazione di variet vegetali che


possono crescere in ambienti siccitosi e che richiedono ridotti input energetici e che
abbiano ricadute positive sotto il profilo ambientale e economico.

Ambiente

Tavolo 7
Problemi/criticit

Fabbisogni

Studi sullo smaltimento


Produzioni
dei rifiuti connessi alle
agroalimentari poco
lavorazioni in campo
attente allambiente
(analisi dei costi)
(problema di
sostenibilit ambientale)
Impatto delle produzioni
animali sullambiente

Ricerche
Ricerche nel campo
della sostenibilit
ambientale: ad esempio
la rivalutazione di
variet che necessitano
di ridotti input energetici
e metodi innovativi per
lo smaltimento dei rifiuti

Elevate quantit di
materiale di scarto (non
biodegradabile)
2
Biodiversit
Il gruppo di lavoro esprime lesigenza di valorizzare la biodiversit vegetale
secondo approcci di genomica funzionale. La risposta a questa problematica, in
termini di ricerca e innovazione, individuabile nello sviluppo di una piattaforma
biotecnologica basata su tecniche di genotipizzazione e di genomica funzionale per
la valorizzazione e la tracciabilit del patrimonio vegetale autoctono. In particolare,
si propone di genotipizzare le produzioni vivaistiche e di conoscere le popolazioni
microbiche che albergano su di una particolare specie per utilizzarle come traccianti.

Biodiversit

Tavolo 7
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Necessit di
valorizzazione
biodiversit vegetale
secondo approcci di
genomica funzionale

Il tavolo non ha espresso


specifici fabbisogni

Sviluppo di una
piattaforma
biotecnologica
basata su tecniche di
genotipizzazione e di
genomica funzionale
per la valorizzazione
e tracciabilit del
patrimonio vegetale
autoctono

3
Protezione e sanit
Un tema centrale individuato quello riguardante lo stato sanitario e limpatto che
le malattie infettive degli animali hanno sulle produzioni zootecniche regionali.
Nello specifico, i problemi emersi riguardano la diffusione di batteri antibioticoresistenti nelle specie di animali allevate e la carenza di metodi diagnostici
68

innovativi per una rapida individuazione delle patologie animali. Gli studi suggeriti
in proposito devono riguardare sia lo sviluppo di sistemi innovativi - mediante il
ricorso a tecniche biomolecolari - per la ricerca di agenti zoonosici, sia la messa a
punto di test diagnostici biomolecolari per lindividuazione in azienda di patologie
infettive che incidono sulle produzioni zootecniche (diagnosi molecolari innovative,
rapide e affidabili, per specifiche malattie come ad esempio le mastiti). Inoltre,
importante sviluppare vaccini per alcune malattie ovi-caprine, come lagalassia
contagiosa, e per contrastare una nuova specie di pestivirus proveniente dal sud
America e che si propaga attraverso il siero fetale bovino. Inoltre, si suggerisce di
approfondire gli studi sulla diagnostica e il risanamento di malattie infettive (es.
diarrea virale bovina, leucosi bovina) che non sono oggetto di profilassi nazionale,
ma che lo diventeranno, o che necessitano di unottimizzazione della profilassi
(ad es. per la brucellosi, il test sierologico ufficiale in uso non adeguato). Le
biotecnologie, a questo proposito, sono importanti per determinare metodologie
diagnostiche efficienti per lindividuazione delle malattie (es. test biomolecolari) e
per la messa a punto di presidi immunizzanti per il controllo di queste malattie (es.
vaccini ricombinanti).
Il tavolo suggerisce di avere maggiore considerazione riguardo alle problematiche
che si riferiscono alle produzioni di acquacoltura e maricoltura, con riferimento
alle quali si propongono studi sulle produzioni ittiche tesi alla messa a punto di
tecnologie innovative che ne garantiscano lo stato sanitario e che ne migliorino i
prodotti, prevenendo le malattie infettive cui sono esposte (es. nodavirus).
Con riferimento allo stato fitosanitario delle produzioni vegetali, il primo problema
riguarda il rispetto dei parametri minimi previsti dalla normativa vigente con
riferimento alla commercializzazione e allimpianto in campo del materiale di
propagazione.
Altra questione sollevata dai partecipanti riguarda la necessit di porre maggiore
attenzione sia nella gestione delle malattie, attraverso lelaborazione di protocolli
di risanamento, sia attraverso limplementazione di mezzi diagnostici rapidi,
affidabili, di facile applicazione e a basso costo. Nellambito delle produzioni
vegetali, infatti, molto sentita la problematica relativa alla difesa e al trattamento
di sintomatologie aspecifiche che spesso sono curate utilizzando rimedi e prodotti
inadeguati.
Alla luce di queste problematiche si rileva la necessit di incentivare ricerche
finalizzate allo studio dellinterazione pianta-patogeno secondo aspetti di genomica
funzionale elaborando metodi screening da utilizzare in campo e, in particolare,
di tecnologie diagnostiche multiplex e aspecifiche per la produzione di materiale
vegetale di propagazione. I partecipanti propongono di approfondire gli studi per la
realizzazione di mezzi diagnostici e di messa a punto di protocolli applicativi.
Un ultimo aspetto evidenziato quello legato allimportanza dello sviluppo di progetti
di selezione clonale, finalizzato al risanamento fitosanitario delle specie frutticole,
viticole e olivicole, attraverso nuove tecniche per la caratterizzazione genetica delle
produzioni e tecniche di sequenziamento massale per il rilevamento dei patogeni.
69

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Protezione e sanit

Tavolo 7
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Messa a punto di
processi tecnologici
sicuri dal punto di vista
igienico-sanitario

Sviluppo di sistemi
innovativi mediante
ricorso a tecniche
biomolecolari per la ricerca
di agenti zoonosici (con
particolare riferimento alla
farmaco resistenza)

Produzioni zootecniche
Problema diffusione
di batteri antibioticoresistenti
Scarsi metodi
diagnostici per rapida
individuazione delle
patologie animali

Sviluppo di test diagnostici


biomolecolari per
lindividuazione in campo
di patologie infettive che
incidono sulle produzioni
zootecniche

Elevato impatto delle


malattie infettive degli
animali sulle produzioni
zootecniche regionali
e sulla sicurezza
alimentare

Diagnosi della mastite


(ovini) attraverso
metodiche innovative
(rapide e affidabili)
Messa a punto di
tecnologie innovative per
garantire lo stato igienicosanitario e migliorare
le produzioni degli
allevamenti ittici regionali

Produzioni vegetali
Scarsa disponibilit di
fonti primarie con stato
sanitario conforme alla
normativa vigente per le
variet locali
Scarsit studi sulle
interazioni piantapatogeno (per
miglioramento gestione
fitosanitaria)
Scarsit di mezzi
di diagnosi rapidi,
affidabili, di facile
applicazione e di basso
costo
Scarsit di messa a
punto di protocolli di
risanamento

70

Messa a punto di
processi tecnologici
sicuri dal punto di vista
igienico-sanitario

Studi su interazione
pianta-patogeno secondo
aspetti di genomica
funzionale per migliorare
gestione difesa delle
piante dalle malattie
Sviluppo di tecnologie
diagnostiche multiplex
e aspecifiche per la
produzione di materiale
vegetale
Produzione di mezzi
diagnostici e messa
a punto di protocolli
applicativi
Progetti di selezione
clonale e sanitaria delle
specie frutticole, viticole e
olivicole

4
Valorizzazione delle produzioni
I partecipanti sono concordi nellaffermare che il corredo genetico delle produzioni
regionali un elemento di differenziazione naturale del prodotto pugliese rispetto
a quello di altre aree di produzione e dovrebbe, pertanto, essere preservato e
maggiormente valorizzato. Le biotecnologie possono svolgere un ruolo strategico nel
miglioramento della competitivit delle produzioni agroalimentari regionali e, in
particolare, dei prodotti dellacquacoltura/maricoltura e delle produzioni vitivinicole
e ortofrutticole.
Il fabbisogno di ricerca manifestato strettamente connesso con lesigenza della
messa a punto di metodi analitici di facile e veloce applicazione che esaltino la
tipicit delle produzioni locali. Al fine di valorizzare queste ultime, si propone di
avviare studi e ricerche sulla messa a punto di metodologie di trasformazione dei
prodotti agricoli finalizzate alla creazione di nuovi prodotti.
I ricercatori presenti propongono di realizzare studi per la valorizzazione di specie
autoctone mediante la caratterizzazione genetico-molecolare e delle componenti
a valenza nutrizionale e salutistica. Inoltre, si propone di condurre ricerche sulla
caratterizzazione e lo sfruttamento della biodiversit microbica autoctona per la
valorizzazione di produzioni agroalimentari (alimenti probiotici, smoothies probiotici)
e/o per produzioni tipiche (con batteri lattici per la conservazione degli ortaggi).

Valorizzazione delle produzioni

Tavolo 7
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Esigenza di
valorizzazione delle
produzioni agricole
regionali

Messa a punto di metodi


analitici di facile e
veloce applicazione che
mettano in risalto la
tipicit delle produzioni
locali

Studi sulle produzioni


tipiche locali e sulla loro
valorizzazione

Difficolt nel
collocamento dei
prodotti ortofrutticoli
sul mercato per elevata
deperibilit
Competitivit
delle produzioni
di acquacoltura e
maricoltura rispetto ad
altre regioni del bacino
del Mediterraneo

Messa a punto di
metodologie per la
produzione di nuovi
prodotti
Ricerche per la
valorizzazione di specie
autoctone mediante
caratterizzazione
genetico-molecolare
e delle componenti a
valenza nutrizionale e
salutistica
Caratterizzazione
e sfruttamento
della biodiversit
microbica autoctona
per la valorizzazione
di produzioni
agroalimentari tipiche
(vegetali) o produzioni
innovative

71

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

5
Tracciabilit
Altra tematica individuata dal tavolo quella relativa alla tracciabilit delle
produzioni zootecniche, argomento strettamente connesso con la tutela del
consumatore e con lesigenza di garantire lidentificazione del prodotto sui mercati.
Oggi in campo zootecnico sono disponibili mezzi di analisi genetica capaci di
individuare non solo la specie ma anche il singolo individuo. In Puglia, per quanto
riguarda la brucellosi, si adottato il sistema di genotipizzazione individuale per
individuare esattamente lanimale che va al macello.

Tracciabilit

Tavolo 7
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Scarsa genotipizzazione
individuale e di specie

Messa a punto di
processi tecnologici
sicuri dal punto di vista
igienico-sanitario

Tracciabilit degli
alimenti carnei (e in
generale zootecnici)
mediante tecniche
biomolecolari

Scarsa tracciabilit dei


prodotti carnei (bovini,
ovini, caprini)

Infine, durante il dibattito emersa limportanza strategica di elaborare composti


biochimici, innocui per luomo, al cui interno sono presenti ceppi di batteri, con
sequenza genetica nota, che consentono la tracciabilit e lidentificazione univoca di
un determinato prodotto agroalimentare.
6
Performance produttive
Un altro aspetto emerso durante i lavori, con riferimento alle produzioni
zootecniche, quello riguardante la performance produttiva, tema strettamente
connesso con lesigenza di una maggiore attenzione allalimentazione degli animali
e funzionale allottimizzazione delle produzioni e, ancora, allottenimento di effetti
positivi sulla salubrit degli animali e sulla sicurezza alimentare.

Performance produttive

Tavolo 7
Problemi/criticit

Ricerche

Non sono associabili


specifici fabbisogni

Modulazione dieta
animali da reddito,
impiego di cellule vive e
vitali di probiotici

Produzioni zootecniche
Esigenza di
ottimizzazione delle
produzioni animali
Necessit di
miglioramenti della
materia prima
Esigenza di
miglioramento delle
performance produttive
animali

72

Fabbisogni

Modulazione della
microflora ruminale
attraverso la
modulazione della
dieta (formulazione
alimentare)

Lofferta di ricerca individuata prevede studi riguardanti la modulazione della dieta


degli animali da reddito (mediante lapplicazione di biotecnologie in senso stretto) e
la modulazione della microflora ruminale, attivit tese a produrre un miglioramento
a monte delle produzioni di carne e latte senza aggiunte esogene post-milking. Va
ampliata, quindi, lattivit di ricerca nel campo dellapplicazione biotecnologica
e dellimpiego di cellule vive e vitali (es. probiotici e batteri funzionali) nella dieta
degli animali, sperimentandone linserimento diretto nei mangimi per modulare
il prodotto finito. Leffetto dellaggiunta di probiotici nellalimentazione a base di
latte, infatti, come ad esempio gi riscontrato negli agnelli da latte, favorisce la
crescita degli animali permettendo il raggiungimento di carichi elevati.

3.2.8 Strategie politiche economiche e sociali


Il tavolo Strategie politiche, economiche e sociali ha avviato i suoi lavori il 13
dicembre 2010. I risultati e le proposte del tavolo sono schematizzati in 7 cluster, a cui
corrispondono altrettanti temi di discussione prevalenti.
1
Produzione e mercato
La maggior parte delle criticit del settore agroalimentare regionale, individuate
dal gruppo di lavoro, sono strettamente connesse con le particolari caratteristiche
strutturali e organizzative delle aziende agricole. Lagricoltura pugliese annovera tra
i suoi punti di debolezza le ridotte dimensioni delle aziende (in termini economici
e di superficie) e la scarsa capacit nellaggregare lofferta produttiva a cui si
associa, evidentemente, una frammentazione della produzione. Il settore soffre di
problemi di natura logistica e risente dellassenza di unefficiente organizzazione
della produzione. Alcuni partecipanti si soffermano sullincapacit degli operatori
economici di differenziare lofferta produttiva e di superare forme di gestione del
territorio spesso incentrate sulle monoculture e che generano elevati costi sociali
e ambientali. Inoltre, una criticit individuata nella difficolt dellagricoltura,
in genere, di avvicinarsi alle esigenze dei consumatori e delle imprese a valle delle
filiere. A margine della discussione, si rileva la scarsa valorizzazione di alcuni scarti
della lavorazione (si pensi allimpiego degli scarti del pomodoro nel campo della
cosmesi e dellenergia).
Sotto il profilo dei fabbisogni di ricerca, lattenzione si sofferma sullesigenza di
studiare modelli organizzativi efficienti finalizzati ad aggregare lofferta produttiva,
anche in considerazione delle persistenti difficolt delle piccole aziende agricole nel
soddisfare le esigenze del mercato.
Altro aspetto, strettamente collegato con il precedente, quello legato alla
realizzazione di studi in materia di logistica. A questo proposito, i partecipanti
si soffermano sul concetto di filiera virtuale, nella quale la logistica gestita
attraverso comunicazioni via web tra gli operatori della filiera e nella quale si realizza
un tipo di aggregazione immateriale tra imprese. Altri fabbisogni di ricerca, emersi
dalla discussione, si riferiscono agli studi sullutilizzo degli scarti di lavorazione del
pomodoro.
73

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Anche per il mondo della ricerca fondamentale concentrare lattenzione sullo


studio delle possibilit di aggregazione dellofferta e sulle possibilit di accesso ai
mercati di sbocco. Indubbiamente la cooperazione e lassociazionismo possono dare
delle risposte concrete a molte delle criticit dellagricoltura regionale individuate.
A questo proposito emerge lesigenza di approfondire lo studio delle forme di
cooperazione agroalimentari esistenti in regione e, contemporaneamente, di
analizzare e valutare le scelte di politica aziendale adottate per affrontare i problemi
della globalizzazione. Una delle finalit delle ricerche individuabile, quindi, nella
definizione di modelli di cooperazione e associazionismo vincenti.

Produzione e mercato

Tavolo 8
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Analisi delle possibilit di Analisi delle possibilit di


aggregazione dellofferta
aggregazione dellofferta
Sovrapproduzione
e di accesso ai mercati di
Studi in materia di
sbocco
Ridotte dimensioni
logistica
aziendali
Analisi delle dinamiche
Studi sullutilizzo degli
aziendali: aggregazione
Scarsa capacit di
scarti di lavorazione
dellofferta e utilizzo
aggregazione dellofferta
del pomodoro,
comune o tramite
miglioramento prodotto
Frammentazione
contoterzismo dei mezzi
filiera pasta grano duro
della produzione
di produzione
agroalimentare e scarso
Studio dei consumatori
potere contrattuale
di prodotti
Difficolt logistiche
agroalimentari con
riferimento alle
Scarsa differenziazione
differenti modalit di
dellofferta produttiva
acquisto e contesti di
Offerta non sempre
consumo
qualificata
Studi di mercato e
Bassa conoscenza
pianificazione delle
caratteristiche domanda
produzioni
agroalimentare e
limitata notoriet Puglia
a livello internazionale

Monocoltura

Ridotta politica di
orientamento al cliente
Esigenza di
valorizzazione degli
scarti di produzione
(pomodoro)
Eccessiva localit dei
mercati di sbocco
Anche se dalla discussione del gruppo di lavoro emerge la consapevolezza sul ruolo di
guida esercitato dalle multinazionali e dalla GDO in materia di consumi alimentari, il mondo
della ricerca ravvisa limportanza di condurre studi tesi a individuare modalit e
74

percorsi in grado di orientare i consumi verso le produzioni e, quindi, di spostare il


potere dindirizzo nelle mani del settore primario. indispensabile approfondire le analisi
sulla domanda, sempre in continua evoluzione, e sulle modalit di acquisto dei
consumatori per essere sempre in grado di organizzare lofferta, adeguandola alle
esigenze del mercato e agli orientamenti dei consumatori. Lultimo aspetto emerso
durante la discussione si riferisce alla necessit di attivare ricerche di mercato
funzionali alla pianificazione delle produzioni (e che contribuisco a generare
reddito per gli agricoltori). Infine, si rileva la necessit di considerare le peculiarit
territoriali nellelaborazione della pianificazione produttiva.
2
Biologico/integrato
Un tema intorno al quale stata avviata unanimata discussione quello
dellagricoltura biologica, settore cui sono associate criticit legate ai rischi di
contaminazione con le colture tradizionali, agli elevati costi del sistema di controllo
e, in generale, alla fragilit del mercato di sbocco. Inoltre, i partecipanti rilevano
il basso livello di consumo di prodotti provenienti da forme di agricoltura biologica
presso le scuole.
Dal tavolo emerge lesigenza di approfondire gli studi sulle tecniche produttive
applicate in agricoltura biologica, finalizzate a produrre migliori performance in
termini di sequestro della CO2 dallatmosfera rispetto a forme produttive di tipo
convenzionale. Il tema degli impatti generati dallagricoltura sul global warming attira
lattenzione del tavolo e determina lindividuazione di un fabbisogno di studi sulle
politiche adottate in materia di riduzioni delle emissioni nellatmosfera.
Altri due temi di studio proposti sono quelli legati alla valutazione del bilancio
energetico in aziende agricole biologiche e in aziende di tipo convenzionale e,
ancora, allanalisi della normativa legislativa esistente, sempre nellottica di favorire
lincremento del consumo di prodotti biologici.
Il gruppo di lavoro non propone specifiche ricerche o studi scientifici associabili a
questo tema.

Biologico/integrato

Tavolo 8
Problemi/criticit

Mancanza di un sistema Attivit di


rinaturalizzazione
di certificazione bio per
produttiva integrata
piccoli produttori e per le
produzioni nei parchi
Determinazione del
bilancio energetico nelle
Contaminazione tra
aziende biologiche e
colture convenzionali e
convenzionali
biologiche
Basso consumo di
prodotti biologici nelle
scuole ed enti pubblici
(allineandosi ai green
pubblic procurement)

75

Fabbisogni

Analisi su legislazione
e normativa (obiettivo
aumentare il consumo
biologico)

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Ricerche
Non sono associabili al
cluster specifiche ricerche

3
Filiere produttive
Altro tema emerso durante la discussione del tavolo quello della valorizzazione
delle filiere produttive regionali. Il settore agricolo si caratterizza per il basso livello
di integrazione di filiera. A questo proposito, i partecipanti pongono laccento
sulla scarsa consapevolezza degli operatori agricoli delle opportunit, non solo
economiche, derivanti dalladozione di approcci di filiera. Ladesione a una dinamica
di filiera da parte degli operatori pugliesi interpretata soprattutto come una
opportunit per beneficiare di finanziamenti pubblici, mentre si trascurano altri
elementi che invero potrebbero valorizzare i risultati produttivi e lefficienza dei
rapporti interni alla stessa azienda.
I fabbisogni di ricerca, emersi a proposito delle problematiche legate alle filiere
produttive agroalimentari, afferiscono a due orientamenti di pensiero antitetici
che si propongono, da un lato, di contribuire a consolidare le stesse filiere, ponendo
laccento sulla necessit di creare e formare figure professionali in grado di
orientare il produttore agricolo nelle scelte aziendali, dallaltro - evidentemente
con intenti provocatori di abbandonare le forme organizzate di integrazione
tra soggetti (filiere e distretti), ritenute, da alcuni partecipanti, responsabili
dellaccentuazione della pratica della monocoltura e delluso intensivo del territorio. Alla luce di
questi orientamenti i partecipanti avviano una intensa discussione sullesigenza di
diversificare le produzioni e di riconvertire i sistemi produttivi in un contesto in cui
le filiere e i distretti produttivi svolgono un ruolo di rappresentanza e di indirizzo sul
territorio.

Filiere produttive

Tavolo 8
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Bassa integrazione di
filiera

Studi sulle dinamiche di


filiera

Scarsa conoscenza sulle


produzioni agricole a
finalit energetica

Studi sullintegrazione
orizzontale e sui sistemi
economici territoriali

Esigenze di
miglioramento nella
logistica e nei trasporti
(in particolare nella
filiera ortofrutticola)

Studi su nuove colture


da dedicare alla filiera
agro-energetica

Studio
sullorganizzazione
e sulla competitivit
delle filiere agroalimentari pugliesi nel
contesto internazionale:
innovazioni
organizzative

Inoltre, si esprime lesigenza di attivare analisi sui progetti integrati, finalizzati a


individuare i punti di legame tra i settori produttivi interessati. Ultimo fabbisogno
proposto quello legato agli studi su nuove colture da dedicare alla filiera agroenergetica, da realizzare attraverso una mappatura del territorio finalizzata a
individuare le zone pi adatte per la crescita di colture da utilizzare a fini energetici.
Inoltre, si sottolinea limportanza di studiare le possibilit di utilizzo a fini
energetici e per lestrazione del licopene di alcuni scarti di lavorazione del pomodoro.
Come risposta alle criticit emerse, anche il mondo della ricerca propone di avviare
76

studi sullorganizzazione e sulla competitivit delle filiere agro-alimentari pugliesi


nel contesto internazionale.
4
Competitivit e responsabilit sociale
Altro tema emerso durante la discussione quello del rapporto tra etica e
competitivit. A questo proposito, emerge come, anche in un contesto sempre
pi incentrato sulla competitivit, sia indispensabile conciliare le dinamiche che
consentono a unazienda di operare sul mercato con lobiettivo sociale dellequa
distribuzione del reddito tra i partecipanti di una determinata filiera (rapporto etica/
qualit).

Competitivit e
responsabilit sociale

Tavolo 8
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

(Mancato compimento)
di una distribuzione
equa del valore lungo
tutta la filiera

Non sono individuabili


fabbisogni associabili al
cluster

Studi sulla responsabilit


sociale in agricoltura e
nellagro-industria

Etica/competitivit

A questo proposito dal mondo della ricerca proviene la proposta di avviare studi in
materia di responsabilit sociale in agricoltura e nellagro-industria.
5
Competitivit e territorio
Un altro cluster si riferisce al rapporto tra competitivit e territorio. In particolare,
i partecipanti evidenziano lesistenza di una criticit nella gestione della
globalizzazione, laddove si cerchi di conciliare la valorizzazione delle peculiarit di
un territorio con la difesa delle aspettative di reddito degli agricoltori. In particolare,
si evidenzia lesigenza di attivare una riflessione sugli approcci al mercato globale
e sulle correlative esigenze di valorizzazione di cultura/tipicit dellofferta legata al
territorio, evitandone la massificazione.
Un altro argomento di discussione quello della valorizzazione dellagricoltura
sociale e delle fattorie sociali. Attualmente, secondo i partecipanti, il dibattito su
questo tema s intenso ma molto carente, soprattutto in materia di analisi dei
servizi erogabili e di reali fabbisogni dellagricoltura. A riguardo, si ravvisa lassenza
di analisi sociologiche di carattere motivazionale (in grado di spiegare il perch le persone
dovrebbero vivere e lavorare in campagna) e sugli output dellagricoltura multifunzionale.
Sotto il profilo dei fabbisogni di ricerca, dal tavolo emerge la necessit di studiare
le dinamiche socio-economiche pi adeguate per motivare il passaggio da una
agricoltura indifferenziata a unagricoltura che produca beni rappresentativi del
territorio di riferimento. Infatti, si constata come si possano rappresentare due
modelli di competitivit, a cui associare due distinte esigenze di ricerca: da una
77

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

parte quello che spinge verso un prodotto indifferenziato con lofferta di commodity e
che, oggi, accusa maggiormente gli effetti della globalizzazione, dallaltro quello che
punta alla differenziazione e alla connessione con il territorio. In questo quadro si
rileva unesigenza di riconversione dellorientamento strategico delle aziende verso
un modello produttivo pi aderente alle caratteristiche del territorio pugliese.
Dal tavolo emerge lesigenza di avviare uno studio sugli isotopi per definire le
caratteristiche dellolio pugliese.
In risposta alle criticit individuate, il mondo della ricerca propone di avviare studi
sulle interrelazioni tra lagricoltura e il territorio rurale e, ancora, approfondimenti
scientifici in materia di riconversione produttiva finalizzati ad individuare gli
scenari e le prospettive per lagricoltura regionale (le agricolture possibili). Unaltra
ricerca proposta si incentra sullo studio delle esigenze di servizi delle popolazioni
rurali e sulle attese degli urbani rispetto allagricoltura.

Competitivit e territorio

Tavolo 8
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Agricoltura vs rurale;
settore vs territorio;
specializzazione vs
multidisciplinare

Identificazione di
modelli per lo sviluppo
rurale sostenibile

Analisi delle
interrelazioni tra settore
agricolo e territorio
rurale

Scarsa capacit di offrire


servizi e prodotti legati
al territorio
Globalizzazione con
ridotto mantenimento
delle caratteristiche
territoriali
Scarsit modelli
organizzativi
(alternativi) per
migliorare la
competitivit

Ricerche su recupero
della biodiversit e su
variet antiche
Rendere riconoscibile il
prodotto pugliese

Studi su potenziale
riconversione delle
imprese agricole
Ricerca sulle esigenze di
servizi delle popolazioni
rurali e sulle attese
degli urbani rispetto
allagricoltura
Strategie di marketing
per la creazione e
distribuzione del
valore nelle filiere dei
prodotti di qualit e a
connotazione territoriale
Studi sulla
valorizzazione del
territorio, sullidentit
dei prodotti e risvolti
salutistici

Inoltre, si ritiene indispensabile avviare analisi sulle strategie di marketing


per la creazione e distribuzione del valore nelle filiere dei prodotti di qualit e a
connotazione territoriale. A questo riguardo, i partecipanti rilevano come il marchio
Prodotti di Qualit di Puglia possa essere uno degli strumenti con cui la Regione
pu raggiungere queste finalit. Oggi il concetto di qualit molto ampio e ingloba
78

la componente etica. Una delle richieste emerse dalla discussione quella legata
allindividuazione di modelli alternativi a quelli di mercato. In questo contesto la
politica pu svolgere un ruolo molto importante. Un ultimo aspetto su cui incentrare
le ricerche quello della valorizzazione del territorio e degli studi sullidentit dei
prodotti.
6
Analisi di scenario/politiche pubbliche
Una delle criticit individuate dal tavolo rappresentata dalla limitata conoscenza
della reale efficacia della spesa pubblica, alla quale il mondo produttivo affianca
una esigenza specifica di ricerca legata alla valutazione degli impatti derivanti
dallapplicazione del Programma di Sviluppo Rurale 2007-13 della Puglia. Dalla
discussione emerge come questultimo aspetto sia legato allesigenza di realizzare
ulteriori approfondimenti rispetto alle analisi e alle valutazioni previste e
regolamentate dallo stesso Programma.

Analisi di scenario/
politiche pubbliche

Tavolo 8
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

(Scarsa conoscenza)
efficacia della spesa
pubblica

Studio degli impatti


Valutare limpatto del
della PAC sulle imprese
PSR attraverso indicatori
agricole e agrospecifici (economici,
alimentari pugliesi.
ambientali, giovani in
Prospettive PAC 2014agricoltura)
2020

Il mondo della ricerca propone di studiare gli impatti della PAC sulle imprese agricole
e agro-alimentari pugliesi e, ancora, di analizzare le prospettive della stessa con
riferimento al prossimo periodo di programmazione.
7
Trasferimento della conoscenza/reti di relazioni
I partecipanti individuano una serie di criticit legate alla scarsa o frammentata
conoscenza degli imprenditori agricoli sulle esigenze tecnologiche aziendali, a
cui si associano ridotti livelli di formazione e scarsa propensione allinnovazione
degli stessi imprenditori. molto sentita lesigenza di raggiungere una maggiore
professionalit degli operatori. Inoltre, si rileva lesistenza di un problema di accesso
allinnovazione da parte delle imprese agricole.
Il mondo produttivo non ha espresso specifici fabbisogni di ricerca ma ha solo
evidenziato unesigenza di migliorare la diffusione delle innovazioni e dei risultati
delle ricerche agli imprenditori agricoli e ai tecnici di settore. Infine, emersa
lesigenza di creare sinergie tra gli esperti sanitari e i sociologi per creare e gestire la
filiera agricola sociale.
Infine, il mondo della ricerca propone di avviare studi di scouting della domanda
tecnologica delle imprese agroalimentari al fine di individuare le esigenze di
innovazione delle stesse. Inoltre, si propone di analizzare le potenzialit e il ruolo
degli intermediatori tecnologici nel processo di trasferimento della conoscenza.
79

3. I fabbisogni e lofferta di ricerca in agricoltura

Trasferimento della conoscenza/reti di relazioni

Tavolo 8
Problemi/criticit

Fabbisogni

Ricerche

Conoscenza
frammentata e opacit
dei flussi informativi

Il tavolo non ha espresso


specifici fabbisogni
di ricerca ma ha solo
evidenziato esigenze legate
alla corretta diffusione
delle conoscenze, al
recupero dei saperi e
di figure professionali
tradizionali, allavvio di
master universitari, alla
creazione di sinergie tra gli
esperti sanitari e i sociologi

Scouting della
domanda tecnologica:
opportunit di
clustering delle esigenze

Parzialit o assenza di
analisi sociologiche
Latenza della domanda
di innovazione, scarsa
consapevolezza delle
esigenze tecnologiche
Ridotta capacit di
formazione di filiera
Necessit di maggiore
professionalizzazione
degli operatori (in
particolare nel campo
dellingegneria
agroalimentare)
Difficolt di accesso
allinnovazione da parte
delle imprese

80

Analisi delle potenzialit


e del ruolo degli
intermediatori
tecnologici (ILO, TTO,
ecc.) nel processo di
trasferimento della
conoscenza

4.

Gli orientamenti dei tavoli

4.1

La metodologia di lavoro
Una volta rilevate e codificate le informazioni riguardanti la percezione degli
stakeholder rispetto ai problemi/criticit e ai fabbisogni di ricerca sui temi affrontati
in ciascun tavolo di approfondimento, il gruppo di ricerca dellINEA ha avviato
unattivit di analisi dei risultati ottenuti attraverso interventi di data cleaning e di
standardizzazione e analisi delle informazioni clusterizzate. Da questo momento
in poi lanalisi si sposta dal piano qualitativo a quello quantitativo. Se nella fase
precedente, infatti, si posto laccento sulla tipologia di criticit e di interventi
da affrontare, in questo contesto si voluto invece valutare il peso di ciascuna
tematica affrontata nei Tavoli. Ci al fine di individuare un legame tra lintensit
di trattazione di un tema e limportanza che il tema stesso ricopre nelle scelte degli
stakeholder.
Nel dettaglio, i risultati di ciascun tavolo sono stati sottoposti ad unanalisi
articolata in tre fasi: (I) unindagine quantitativa sui cluster e una successiva
standardizzazione dei risultati; (II) linterpretazione dei risultati ottenuti
mediante lausilio di una nuova matrice BCG (The Boston Consulting Group
matrix); (III) la sperimentazione di una tecnica di analisi e di valutazione dei
risultati e delle proposte emerse durante i tavoli di approfondimento. utile
sottolineare come in tutti i tre momenti sono state attuate semplificazioni e
interpretazioni indispensabili al lavoro di sintesi condotto. I principali risultati
conseguiti sono costituiti dalla mappatura delle tematiche pi discusse, dallanalisi
comportamentale dei singoli gruppi di lavoro e dalladozione di un processo
decisionale in grado di mediare le istanze e le proposte degli stakeholder con i giudizi
degli esperti e le valutazioni dei decisori politici.
I. Lindagine quantitativa sui cluster ottenuti e la successiva standardizzazione dei
risultati ha avuto come finalit quella di elaborare i dati raccolti durante i gruppi
di lavoro partendo dallanalisi quantitativa delle risposte date dagli stakeholder
ai quesiti proposti. In particolare, stata applicata una metodologia in grado
di individuare e spiegare gli orientamenti emersi durante ciascun tavolo, con
riferimento alle tematiche indicate e allintensit con cui le stesse sono state
affrontate. Dopo aver reso confrontabili le informazioni ottenute, mediante la
loro standardizzazione, si proceduto a fornire uninterpretazione dinsieme e a
tracciare il trend assunto dalle questioni dibattute, distinguendone i differenti gradi
di importanza strategica e di condivisione da parte degli stakeholder. I concetti
aggregati in cluster hanno costituito il panel di dati su cui si basata lanalisi

81

4. Gli orientamenti dei tavoli

comportamentale di ciascuno degli otto gruppi di lavoro. I dati sono stati ripartiti in
due distribuzioni: la prima, denominata problemi/criticit, rappresenta il numero
di problematiche espresse in relazione a ciascun cluster individuato, la seconda,
denominata fabbisogni di ricerca, rappresenta la consistenza della domanda di
ricerca espressa in relazione ai medesimi cluster.
evidente che da tavoli strutturalmente diversi, se non altro per denominazione,
tematiche affrontate e numero di stakeholder partecipanti, emergono cluster
eterogenei per qualificazione e numerosit di informazioni in essi contenute. Ci
pone un limite di comparabilit sia tra cluster con la medesima denominazione ma
riferiti a tavoli differenti, sia tra cluster di tavoli diversi aventi la stessa numerosit.
Per queste ragioni, durante il processo di elaborazione dei dati, si reso necessario
uniformare i risultati ottenuti facendo ricorso al metodo della standardizzazione
statistica delle variabili. Attraverso questa procedura statistica possibile, infatti,
rendere confrontabili variabili identiche appartenenti a distribuzioni diverse. 6
La variabile standardizzata:

misura le deviazioni dalla media aritmetica e ha come unit di misura la deviazione


standard. Un dato cos trasformato si chiama punto standard (o punto z).
In particolare:
la distribuzione dei punti standard calcolata a partire da tutti i punti della
variabile ;
il dato di cui si vuole calcolare il punto ;
la media della distribuzione del carattere ;
la deviazione standard della distribuzione del carattere .
In questa analisi sono stati standardizzati i dati di entrambe le distribuzioni
considerate. La variabile rappresenta tutti i concetti espressi dagli stakeholder
alternativamente per la distribuzione problemi/criticit e per la distribuzione
fabbisogni di ricerca. Per ciascun tavolo di approfondimento questi valori sono
stati normalizzati rispetto alla media e alla deviazione standard di ciascuna
distribuzione. In questo modo, per ogni tavolo di approfondimento ciascun valore
assunto dalla variabile (cluster originario) risulta standardizzato e assume i nuovi
valori (cluster standardizzato) che, pur conservando le proprie distanze relative da
ogni altro punto, diventano confrontabili con tutti gli calcolati per tutti i tavoli
costituiti.
6

La standardizzazione una doppia normalizzazione: nella prima normalizzazione ogni dato trasformato nel suo
scarto dalla media, nella seconda normalizzazione questo scarto viene trasformato dallunit di misura o di conto di
quella variabile in unit del suo scarto-tipo. Ogni punto della vecchia distribuzione corrisponde ad uno della nuova e
conserva le sue distanze relative da ogni altro punto. Poich i dati originali sono stati trasformati in scarti dalla media
e la somma algebrica degli scarti dalla media per definizione 0, tutte le variabili standardizzate hanno media 0.
Inoltre, poich ogni scarto dalla media viene poi diviso per lo scarto-tipo della variabile di partenza, lo scarto-tipo di
una qualunque variabile standardizzata 1.

82

II. Linterpretazione dei risultati ottenuti mediante lausilio di una nuova matrice BCG
ha consentito lanalisi dei dati ottenuti con la standardizzazione. Tale indagine
stata condotta mediante luso di uno strumento interpretativo mutuato dallanalisi
del business aziendale e adattato per loccasione alle esigenze di questo lavoro. Si
tratta della matrice BCG 7 che stata applicata ai cluster in relazione a due parametri:
primo parametro: lintensit dei problemi/criticit, che misura la consistenza numerica
delle problematiche espresse dagli stakeholder per ciascun cluster. I valori di tale parametro
vengono indicati sullasse orizzontale della matrice;
secondo parametro: lintensit dei fabbisogni di ricerca, che misura la consistenza numerica
delle ricerche indicate. I valori di tale parametro vengono indicati sullasse verticale della
matrice.
La matrice ottenuta rispetto ai due parametri individuati stata ridenominata dal
gruppo di ricerca INEA Matrice Problemi Fabbisogni (MPF). Come per la matrice BCG
tipica, dalla combinazione di questi due parametri si individuano 4 categorie di
cluster: Star, Cash Cow, Question Mark e Dog.
Figura 9
La Matrice Problemi Fabbisogni (MPF)
Larea racchiude cluster Question Mark
identificati da bassa intensit di
problemi/criticit e alta intensit di
fabbisogni di ricerca. Sono cluster
rischiosi (e non essenziali) dato
lesiguo numero di problemi/criticit su
cui andranno ad impattare le ricerche.

2,0

1,5

1,0

Nellarea si concentrano cluster Star


caratterizzati da alta intensit di
problemi/criticit e di fabbisogni di
ricerca. I cluster rappresentano temi
decisamente prevalenti su cui
focalizzare prioritariamente lattenzione.

0,5

problemi / criticit
-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

larea dei cluster Dog caratterizzati da


bassa intensit di problemi/criticit e da
bassa intensit di fabbisogni di ricerca. In
essa sono presenti cluster poco rilevanti
che si pu decidere di trascurare.

-0,5

fabbisogni di ricerca

-2,5

-1,0

-1,5

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

Nellarea sono presenti cluster Cash Cow


con alta intensit di problemi/criticit e
bassa intensit di fabbisogni di ricerca.
Possono ritenersi cluster importanti ma
non prioritari.

-2,0

La matrice BCG venne ideata negli anni settanta come strumento di analisi del portafoglio business di unimpresa e
permette di classificare le aree strategiche di affari (ASA/SBU) o attivit dellimpresa. Nel marketing, la matrice BCG
utilizzata anche per la classificazione dei diversi prodotti o dei diversi segmenti in cui opera lazienda. I parametri utilizzati
per la classificazione sono il tasso di crescita del mercato sullasse verticale ( una misura di attrattivit del mercato) e
la quota di mercato relativa sullasse orizzontale (misura la forza dellimpresa in quel mercato). Dalla combinazione di
questi due parametri si possono individuare 4 categorie di prodotti (Question Mark, Star, Cash Cow, Dog).

83

4. Gli orientamenti dei tavoli

Le otto matrici MPF originate da questo processo hanno permesso di interpretare


i risultati dellanalisi afferenti a ciascun tavolo di approfondimento. Inoltre, la
matrice MPF generale, originata dallunione delle singole matrici ottenute, ha
permesso di rappresentare il quadro analitico dellinsieme degli orientamenti
manifestati dagli stakeholder.
III. La sperimentazione di una tecnica di analisi e di valutazione dei risultati e delle
proposte emerse durante i tavoli di approfondimento si proposta di verificare
come il giudizio di esperti, esterni al processo partecipato, potesse offrire al decisore
pubblico in tempi rapidi un contributo puntuale nellindividuazione di soluzioni/
proposte efficaci e produttive per il territorio regionale e ci nel pieno rispetto degli
orientamenti emersi durante i tavoli. In particolare, si deciso di non applicare al
caso concreto tecniche consolidate di indagine basate sul giudizio di esperti (Delphi,
Nominal Group Technique, ecc.), ma di sperimentare un nuovo approccio in grado
di valorizzare le conoscenze interne del gruppo di ricerca, pur condividendo con
le prime alcuni presupposti logici. La scelta degli esperti ricaduta su soggetti,
appartenenti al gruppo di ricerca dellINEA e della Regione Puglia, in possesso di
informazioni e conoscenze teoriche in materia di ricerca e di trasferimento delle
innovazioni in agricoltura e capaci di interpretare e contestualizzare le proposte
dei tavoli di approfondimento (criterio del possesso di expertise). In particolare,
agli esperti, dopo essere stati opportunamente motivati sullimportanza della
loro partecipazione (riconoscimento della loro expertise e dellimportanza del loro
contributo), sono stati sottoposti i risultati dei tavoli di approfondimento sotto
forma di rapporti analitici (si vedano le descrizioni dei tavoli contenuti allinterno
del capitolo 3). Gli esperti, singolarmente e attraverso lausilio di una scheda di
votazione, hanno espresso un giudizio (una valutazione di interesse) per ognuno dei
fabbisogni e delle ricerche emerse durante i tavoli di approfondimento. Il percorso
di lavoro proposto agli esperti non escludeva la possibilit che gli stessi potessero
confrontarsi con altri conoscitori delle materie per acquisire ulteriori informazioni utili al
processo valutativo (verifica della condivisione delle idee).
Nel dettaglio, lobiettivo del lavoro di ciascun esperto quello di individuare e,
conseguentemente segnalare, i principali/pi interessanti temi di ricerca su cui
la Regione Puglia dovrebbe concentrare lattenzione in unottica di azione di breve medio termine e ci anche nella consapevolezza dellesistenza di stringenti vincoli
di bilancio. Le regole del gioco (modalit di giudizio e criteri di valutazione) prevedono
che ciascun esperto possa assegnare, per ciascun fabbisogno/ricerca proposto nei
tavoli, un punteggio compreso tra 0 e 10 (ammessi solo valori interi), in maniera
tale che la somma dei punteggi dellinsieme dei fabbisogni/ricerche di ciascun
tavolo non superi in alcun modo il valore complessivo di 10. Il criterio di valutazione
, evidentemente, strettamente connesso con il peso attribuito dallesperto alla
singola proposta di fabbisogno/ricerca (voto da 0 a 10) in relazione allinsieme
delle proposte emerse nel tavolo di approfondimento tecnico-scientifico (massimo
10 punti). Il meccanismo di votazione , inoltre, influenzato dalla possibilit che
lesperto possa comparare anche proposte presenti in vari tavoli e, quindi, di fatto
modificare il peso relativo di ciascuna proposta. I risultati delle votazioni degli
84

esperti sono stati, quindi, elaborati e resi confrontabili tra di loro attraverso il ricorso
al metodo della standardizzazione statistica delle variabili (si veda il precedente
punto I). Al fine di segmentare i valori contenuti nella distribuzione finale, si
proceduto alla suddivisione della stessa in quartili e allindividuazione di quattro
livelli di valutazione corrispondenti.
Lintroduzione di una terza variabile allinterno della matrice MPF, rappresentata
dal parere degli esperti, ha permesso di caratterizzare ciascun evento (fabbisogno/
ricerca) in termini di intensit dei problemi/criticit, dei fabbisogni di ricerca e del
giudizio degli esperti, generando in tal modo una ulteriore matrice a tre variabili
denominata Matrice Problemi Fabbisogni Valutazione (MPFV).
La metodologia di valutazione descritta si inserisce allinterno di un processo
decisionale partecipato gi avviato e si propone, da un lato, di fornire al decisore
pubblico informazioni utili a costruire una strategia di sostegno della ricerca
in agricoltura e, dallaltro, di proporre agli stessi stakeholder utili elementi
di discussione nelle attivit di scelta tra proposte alternative, da realizzarsi in
momenti/fasi successive al processo sin qui descritto.
I risultati e le implicazioni che sono state desunte dallapplicazione delle metodologie
appena descritte sono rappresentati e illustrati nei paragrafi successivi.

85

4. Gli orientamenti dei tavoli

4.2

I temi e i livelli di interesse degli stakeholder

Tavolo 1 - Prodotti e tecniche delle coltivazioni arboree, delle filiere vitivinicola e


olivicolo-olearia - i cluster che descrivono i temi affrontati dagli stakeholder sono
cinque: qualit/tracciabilit, ambito produttivo gestionale, ambiente, difesa/chimica e produzione/
commercializzazione. Dal volume di interventi fatti dagli stakeholder durante la
discussione, nessuno dei cluster ha registrato un livello congiunto di alta intensit
di problemi e di fabbisogni di ricerca. Ne consegue che nessuno degli argomenti di
discussione pu essere considerato Star, ossia decisamente prioritario (fig. 10). Data
lassenza di Star su cui focalizzare lattenzione, si passa a prendere in considerazione
i cluster di secondaria importanza appartenenti alle categorie Cash cow e Question
mark. Partendo dal cluster qualit/tracciabilit (al limite tra i quadranti Star e Cash
cow) si evidenzia, per un verso, la notevole attenzione degli stakeholder per le
criticit incluse in questo raggruppamento (salubrit degli alimenti e gestione della
tracciabilit delle produzioni regionali), per laltro la riflessione pi contenuta circa
le proposte di ricerca (elaborazione di disciplinari di produzione per le filiere, studi
sulle tecnologie di trasformazione e sui sistemi di valorizzazione delle produzioni di
qualit).
Figura 10
Tavolo 1

2,5

er Pr
ci od
al u
iz z
za io
zi ne
on /
e

2,0

1,5

question
mark

star
t

tr
ac

ci

ab

ili

co

1,0

lit
Q

ua

problemi / criticit
-1,0

-0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

-0,5

bi
e

dog
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-1,0

-1,5

cash cow
pr
od

fabbisogni di ricerca

a
ic
im
ch
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s
D

0,5

es Am
tio b
na ito
le

-1,5

ut
tiv
o/
g

-2,0

nt
e

-2,5

0,5

-2,0

-2,5

Il cluster produzione/commercializzazione (Question mark) evidenzia una situazione


opposta alla precedente: gli stakeholder hanno individuato e discusso relativamente
poco delle criticit connesse con la produzione agricola e la commercializzazione
dei prodotti delle coltivazioni arboree, vitivinicole e olivicole, ma hanno indicato
86

un numero considerevole di ricerche utili a questi comparti. Fermo restando la


necessit di indagare pi a fondo le ragioni di questa discordanza (scarsa capacit di
focalizzare o di esprimere le problematiche? Scarsa consapevolezza delle criticit?),
, comunque, utile sottolinearne limportanza relativa che contraddistingue questo
cluster, attorno al quale si concentrata gran parte della discussione del gruppo di
lavoro. La limitata capacit di pianificare in maniera efficiente la produzione e la
commercializzazione agricola il punto cardine su cui, secondo il gruppo, deve agire
la ricerca in questo ambito, mediante studi sulle innovazioni di prodotto e modelli
produttivi adeguati alle caratteristiche delle aziende pugliesi e alle richieste del
mercato. Proseguendo nellanalisi, il cluster ambito produttivo/gestionale (Cash cow)
mostra un elevato numero di problematiche collegate a poche proposte di ricerca. Le
questioni maggiormente dibattute hanno riguardato i numerosi problemi strutturali
delle aziende agricole pugliesi (frammentazione, individualismo e inadeguata
organizzazione delle aziende agricole, insieme a senilizzazione degli imprenditori
agricoli, bassa propensione allinnovazione e alla valorizzare economica dei
sottoprodotti della lavorazione). Tuttavia, a fronte di criticit a cos ampio spettro,
i fabbisogni di ricerca proposti dal gruppo sono stati piuttosto generici e riferiti
prevalentemente allesigenza di ridurre i costi di produzione e avere una maggiore
sostenibilit ambientale, anche in questo caso, mediante innovazioni di prodotto
e di processo. Per completezza, lanalisi della MPF si conclude con i cluster ambiente
e difesa/chimica che rientrando nella categoria Dog risultano trascurabili rispetto
allimpostazione data a questa analisi.
Analizzando nel complesso il posizionamento dei cluster sulla MPF, questi seguono
un andamento piuttosto irregolare rispetto alle bisettrici dei quadranti (fatta
eccezione per il cluster ambiente). Ci indicativo del fatto che gli stakeholder
hanno discusso per ciascun cluster in modo poco bilanciato di problemi e di relativi
fabbisogni di ricerca. Si rivela inoltre una tendenziale dispersione degli stessi cluster
rispetto allorigine della matrice, presumibilmente in ragione della vastit dei temi
su cui gli stakeholder hanno dovuto esprimersi.
Tavolo 2 - Prodotti e tecniche delle coltivazioni cerealicole, industriali, officinali, foraggere
e no-food e loro tecnologie. Produzioni e valorizzazione tecnologica nel settore
orticolo, floricolo e del vivaismo ornamentale e delle colture officinali - presenta
sei cluster, la met dei quali sono classificati come Star, uno come Cash cow e due
come Dog (fig. 11).8 Alla luce del posizionamento nella matrice, sono da ritenersi
prioritari i temi che afferiscono ai cluster qualit/tracciabilit, produzione agricola e
ambiente. Tra questi, il primo quello che, in assoluto, si caratterizzato per il
maggior numero di proposte di ricerca, mentre il secondo accoglie il maggior
numero di criticit e, infine, il terzo si caratterizza per un tendenziale equilibrio tra
problematiche e fabbisogni di ricerca espressi dal gruppo. Analizzando nel dettaglio
il cluster qualit/tracciabilit, gli stakeholder hanno proposto di concentrare la ricerca
8

Lanalisi dei cluster riferita a questo tavolo di approfondimento ha richiesto una riclassificazione aggiuntiva rispetto
a quella realizzata per gli altri tavoli, dovuta alla differente impostazione data in fase di attuazione (cfr. par. 3.2.2).
Le ragioni di questa eccezione risiedono nella particolare vastit della tematica affrontata dal tavolo e nel carattere
sperimentale dello stesso (si trattato del primo tavolo realizzato nel quale si testata la metodologia di indagine).

87

4. Gli orientamenti dei tavoli

Figura 11
Tavolo 2

principalmente sulla sperimentazione di nuovi sistemi per la sanificazione dei


prodotti per un maggior rispetto delluomo e dellambiente. Per quel che concerne
il cluster produzione le ricerche suggerite hanno riguardato, invece, lindividuazione
di nuovi prodotti e la messa a coltura di specie spontanee dinteresse per il mercato,
innovazioni di prodotto e di processo nellambito degli alimenti funzionali e
linnovazione varietale in relazione agli aspetti nutrizionali e salutistici. Con
riferimento al cluster ambiente gli stakeholder hanno focalizzato la loro attenzione
sui problemi legati alla scarsa conoscenza delle tecniche a basso impatto ambientale,
mentre le ricerche proposte hanno affrontato soprattutto il tema delle innovazioni in
materia di gestione della fertilit, della risorsa idrica e la difesa fitosanitaria.

tr
ac

ci

ab

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2,5

ua

lit

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problemi / criticit
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-1,5

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-2,5

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cash cow

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-1,0

fabbisogni di ricerca

Am

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cu

ut

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tiv
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g

im

en

ta

re
/

dog

Se si guarda alla distribuzione dei cluster nella matrice, quelli ambiente e filiere
produttive denotano un buon bilanciamento tra il numero di criticit e di fabbisogni
di ricerca. Questo dato evidenzia coerenza e, implicitamente, anche una buona
consapevolezza da parte degli stakeholder delle criticit e delle esigenze di ricerca
riguardanti la componente ambientale e della filiera produttiva dei comparti
cerealicolo, orticolo e florovivaistico. Ci non altrettanto vero per gli altri cluster,
per i quali invece la trattazione di criticit e fabbisogni risulta tendenzialmente poco
collegata per la mancanza di corrispondenza tra numerosit dei problemi esposti e di
ricerche proposte. Come per il tavolo 1, anche in questa circostanza si pu ipotizzare
che la vastit dei temi su cui gli stakeholder sono stati chiamati ad intervenire
stata causa di dispersione degli interventi, contribuendo alla difficile identificazione
delle priorit da parte dei partecipanti.
88

Tavolo 3 - Zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera. Benessere animale.


Allevamenti faunistici. Zoocolture, apicoltura - i cluster individuati sono cinque,
di cui solo uno sistemi di allevamento/qualit classificato come Star (fig. 12). Data
anche la posizione che occupa allinterno del quadrante, indubbiamente questo
largomento su cui gli stakeholder hanno concentrato la gran parte della loro
attenzione e per il quale, inoltre, hanno espresso una chiara connessione tra
criticit e ricerche. Tra le principali problematiche legate ai sistemi di allevamento
e al tema della qualit delle produzioni zootecniche, primeggiano le poco adeguate
diete alimentari degli animali e il massiccio uso di mangimi di variet importate
che frena limpiego di variet autoctone e che incidono negativamente sulla qualit
delle carni e dei prodotti lattiero-caseari. A fronte di queste criticit il gruppo ha
espresso lesigenza di condurre studi sullalimentazione animale che migliorino la
componente salutistica delle produzioni zootecniche regionali.
Figura 12
Tavolo 3

2,5

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2,0

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-2,5

cash cow

-1,5

-2,0

-2,5

Altro aspetto evidenziato dagli stakeholder il problema della gestione della


produzione lattiero-casearia rispetto alla stagionalit dei consumi e alla loro
conservazione, in riferimento al quale il gruppo ha proposto lattivazione di ricerche
per prolungare la shelf-life delle produzioni agro-zootecniche e studi su metodi di
trasformazione innovativi per la conservazione di latte e derivati. La valorizzazione
e la tracciabilit delle produzioni, anche se racchiude in s poche criticit e poche
ricerche, raccoglie proposte di ricerca che rafforzano ancor di pi lidea di sostenere
le performance e la qualit degli allevamenti attraverso lo sviluppo di sistemi di
89

4. Gli orientamenti dei tavoli

tracciabilit innovativi, la georeferenziazione delle produzioni tipiche e di qualit.


I restanti tre cluster includono argomenti tendenzialmente trascurabili su cui gli
stakeholder hanno manifestato un basso numero di indicazioni sia in termini di
criticit sia di fabbisogni di ricerca.
Nel giudizio globale sullandamento del tavolo 3 interessante evidenziare la
buona capacit del gruppo di lavoro di creare corrispondenza tra il numero di criticit
e i fabbisogni di ricerca riferiti al quadrante Star e Cash cow. Mentre il parziale
allineamento dei restanti cluster rispetto alle bisettrici dei quadranti indica una
scarsa corrispondenza tra problematiche e fabbisogni connessi e, quindi, la presenza
di argomenti rispetto ai quali gli stakeholder hanno discusso in modo non sempre
bilanciato.
Tavolo 4 - Selvicoltura, piante a rapido accrescimento, tartuficoltura, prodotti del bosco
e faunistico venatorio - gli stakeholder hanno indicato sei cluster, di cui la met
sono di evidente interesse, poich posizionati nel quadrante Star, mentre la restante
parte risulta composta da cluster di secondaria o scarsa rilevanza, in quanto ripartiti
tra area Dog e Question mark (fig. 13). I temi dellambito produttivo-gestionale e le
questioni di carattere ambientale connesse con il settore foreste sono stati quelli su
cui gli stakeholder hanno focalizzato maggiormente la loro attenzione, evidenziando
criticit e fabbisogni di ricerca ritenuti essenziali per migliorare le performance
di un comparto che vive un indiscusso stato di necessit. Per quel che concerne il
cluster produzione, il gruppo di lavoro concorda sulla scarsa valorizzazione del ruolo
produttivo dei boschi e la scarsit di informazioni statistiche sulle produzioni
legnose prodotte in regione. Su questi temi gli stakeholder esprimono precisi
fabbisogni di ricerca in materia di produzione (sperimentazioni colturali di specie
autoctone a rapido accrescimento, studi sulla tartuficoltura e sui prodotti di nicchia
del bosco) e di produttivit dei boschi pugliesi (ricerche sulla meccanizzazione e
sulluso dei sottoprodotti delle lavorazioni forestali a fini energetici).
Gli stakeholder pongono inoltre laccento sullo stato di degrado e di abbandono in
cui versano i suoli forestali in alcune aree del territorio e la mancanza di piani di
gestione forestale nelle aree protette, aspetti che mettono a rischio la riserva di
biodiversit forestale dei boschi pugliesi. Sono principalmente queste, insieme
alla carenza nella manutenzione dei boschi, le principali criticit che il gruppo
individua negli altri due cluster Star (ambiente e gestione forestale). In risposta a
queste criticit gli studi scientifici dovrebbero puntare prioritariamente sullanalisi
della consistenza del patrimonio boschivo regionale (creazione della carta forestale
e dellinventario forestale regionale). Osservando il quadrante Question mark, si
rileva come anche gli argomenti attinenti gli scenari e le strategie di riferimento
per la gestione delle foreste hanno evidenziato un livello di coinvolgimento nella
discussione degno di nota, sebbene non abbiano prodotto un numero rilevante di
temi di ricerca (per lo pi orientati al supporto scientifico per la ridefinizione delle
politiche a sostegno del settore forestale e ad analisi di tipo socio-economico sulla
multifunzionalit e sui benefici delle aree boscate).

90

La matrice MPF nella sua globalit mostra da un lato una tendenziale dispersione di
tutti i cluster fatta eccezione per strategie/scenari rispetto allorigine della matrice
e dallaltro il loro tendenziale posizionamento lungo le bisettrici dei quadranti. Ci
significa che per il tavolo 4 non c stato un tema prioritario su cui gli stakeholder
hanno focalizzato le loro riflessioni, ma che invece il gruppo ha affrontato per
ciascun cluster problematiche e fabbisogni di ricerca connessi in maniera coerente e
bilanciata (ad esclusione del cluster ambiente).
Figura 13
Tavolo 4

2,5

Pr
od

uz

io

ne

2,0

star
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bi

0,5

problemi / criticit
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cash cow

-1,5

-2,0

-2,5

Tavolo 5 - Agricoltura e ambiente, agricoltura sostenibile e biologica, biodiversit


animale e vegetale - presenta dieci argomenti di discussione, di cui solo tre si
posizionano nellarea Star della matrice poich hanno registrato unintensit di
trattazione elevata sia per problemi/criticit sia per fabbisogni di ricerca (fig. 14).
I cluster in oggetto riguardano sia lambito produttivo/gestionale sia tematiche pi
specificatamente a carattere ambientale afferenti alla gestione della risorsa idrica, del
suolo e del territorio. In aggiunta, va anche annoverato il cluster rifiuti/residui di lavorazione
che, collocandosi tra le aree Star e Question mark della matrice, risulta anchesso un
tema che ha generato interesse, sebbene in misura inferiore rispetto ai precedenti.
Analizzando nello specifico le tematiche dei cluster Star e partendo dal pi discusso
tra questi, ossia quello denominato ambito produttivo/gestionale, si rileva come le
principali questioni individuate dagli stakeholder si riferiscono principalmente alla
qualit totale e alle numerose criticit ad essa connesse. Si va dalla bassa efficienza
91

4. Gli orientamenti dei tavoli

Figura 14
Tavolo 5

iv
o/

nella gestione del processo produttivo (necessario migliorare la tracciabilit, la


conservazione/packaging dei prodotti, ottimizzare i consumi energetici e idrici) alla
scarsa innovazione (esigenza di nuove variet adattabili allambiente, di produzioni
di IV gamma, di tecnologie a basso impatto ambientale) per giungere alla scarsa
valorizzazione delle produzioni (scarso impiego di certificazioni ambientali e
riconoscimenti sulla salubrit delle produzioni). Ne consegue che i temi di ricerca
indicati dagli stakeholder riguardano soprattutto gli studi su innovazioni di prodotto
(approfondimenti sugli alimenti funzionali) e di processo (tecniche di produzione
innovative ecosostenibili), ma anche sulla salvaguardia della biodiversit, sul
recupero di colture tradizionali e sulle performance ambientali delle aziende agricole
regionali.
A
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2,5

2,0

-2,5

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1,5

cash cow

-1,5

-2,0

-2,5

Altro cluster verso cui il gruppo ha mostrato particolare attenzione riguarda la


tutela del territorio in termini di uso della risorsa idrica e del suolo, rispetto al quale
gli stakeholder hanno individuato soprattutto numerose criticit (prime fra tutte
labbassamento della falda acquifera, la perdita di fertilit dei terreni, la scarsa
manutenzione e linquinamento dei suoli) piuttosto che fabbisogni di ricerca.
Questi ultimi si riferiscono principalmente agli studi sulla tutela quantitativa e
qualitativa della risorsa acqua e al miglioramento delluso dei terreni. Se si prende
in considerazione il numero delle ricerche proposte, assume un ruolo di notevole
interesse anche il cluster gestione dei riuti/residui di lavorazione che, in ragione di un
numero di criticit esattamente pari al dato medio complessivo del tavolo, si trova al
confine tra i quadranti Star e Question mark. utile sottolineare come rispetto a questo
92

argomento, gli stakeholder hanno dato importanza non solo a ricerche sui sistemi
gestionali degli scarti di produzione a basso impatto ambientale, ma anche alla
valorizzazione di sottoprodotti dellagroindustria (per la produzione di energia e il
recupero delle biomasse agricole). Proseguendo nellanalisi, si rileva un unico cluster
(difesa/chimica) che ricade nel quadrante Question mark, anche se la particolare posizione
che occupa - basso scostamento negativo dei problemi e basso scostamento positivo
dei fabbisogni di ricerca rispetto ai rispettivi dati medi - lo rende un caso dincoerenza
di scarsa rilevanza e pu essere, pertanto, assimilato ad un cluster Dog, quindi
trascurabile, insieme agli altri cluster biologico/integrato, biodiversit, clima ed energia.
La valutazione complessiva sullandamento dei lavori del tavolo rileva, per la quasi
totalit dei cluster, una buona corrispondenza tra numero di problematiche e
fabbisogni corrispondenti che si rileva soprattutto per i cluster pi discussi (ambito
produttivo/gestionale, suolo e territorio). I numerosi argomenti di discussione hanno
generato una certa dispersione delle informazioni, fermo restando che per i temi
prioritari gli stakeholder hanno ben focalizzato le ricerche e le criticit su cui
intervenire.
Tavolo 6 - Multifunzionalit in agricoltura - presenta sei argomenti di discussione,
di cui solo due (funzione ambientale/paesaggistica e funzione produttiva) sono compresi
nel quadrante Star della matrice (fig. 15). Tra i temi individuati, gli stakeholder
hanno focalizzato maggiormente la loro attenzione sulla funzione ambientale
e paesaggistica dellagricoltura multifunzionale. Meno marcata, in quanto si
discosta di poco dal dato medio, invece limportanza evidenziata per il tema che
attiene la funzione produttiva. In sintesi, le problematiche del cluster funzione
ambientale/paesaggistica hanno riguardato principalmente il mancato riconoscimento
economico del servizio che lagricoltura fornisce in materia ambientale, la carenza
di valutazioni sulla sostenibilit ambientale delle produzioni agricole, nonch
linsufficiente valorizzazione dellimpiego delle agro-energie tra gli operatori
agricoli. Le esigenze di ricerca espresse per far fronte a queste criticit si riferiscono
principalmente al potenziamento degli studi scientifici sulle buone prassi in
agricoltura nel rispetto della tutela del territorio, sulle tecniche di gestione
agronomica a sostegno delle funzioni ecologiche e ambientali e sulle opportunit
di compensazione del reddito offerte dalla multifunzionalit. Per quel che concerne
il cluster funzione produttiva il gruppo di lavoro ha evidenziato un problema di bassa
redditivit del settore agricolo collegato allinadeguatezza delle forme di sostegno al
reddito e al mancato riconoscimento socioeconomico da parte della collettivit del
ruolo multifunzionale dellagricoltura. A fronte di questa criticit, gli stakeholder
hanno espresso lesigenza di attivare analisi sulle prospettive reddituali della
multifunzionalit in agricoltura e, ancora, sullindividuazione delle attivit
complementari al core business dellimpresa agricola, finalizzate ad incrementarne
lattrattivit del territorio rurale pugliese. Un minor numero di interventi ha
interessato, invece, le altre funzioni tipiche della multifunzionalit agricola
(turistica, didattica e sociale).

93

4. Gli orientamenti dei tavoli

Figura 15
Tavolo 6

2,5

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fabbisogni di ricerca

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-1,5

-2,0

-2,5

Rispetto allarticolazione dei lavori del tavolo 6, il dato dinsieme mostra una
forte propensione ad associare la multifunzionalit in agricoltura alla funzione
di salvaguardia del territorio e del paesaggio, lasciando in secondo piano gli altri
aspetti della multifunzionalit. Ne consegue che anche il maggior numero di
proposte di ricerca sono associate a questi temi, piuttosto che alle funzioni didattica,
sociale, turistica che abbracciano temi riguardanti una pi marcata diversificazione
produttiva.
Tavolo 7 - Biotecnologie animali e vegetali - sono stati individuati sei cluster dei quali
soltanto uno ricade nel quadrante Star, mentre i restanti cinque si posizionano
nelle aree di minor rilevanza della matrice (fig. 16). Il tema centrale per il tavolo
quello della protezione e sanit degli alimenti lungo la filiera agroalimentare,
puntando lattenzione soprattutto sullo stato sanitario e sullimpatto che le malattie
infettive degli animali hanno sulle produzioni zootecniche regionali. Con riferimento
alle produzioni vegetali, invece, il principale problema si riferisce al rispetto dei
parametri minimi previsti dWalla normativa vigente per la commercializzazione
e limpianto in campo del materiale di propagazione. Altra importante questione
sollevata ha riguardato lesigenza di una migliore gestione delle malattie, attraverso
lelaborazione di protocolli di risanamento.

94

Figura 16
Tavolo 7

2,5

1,0

star

Pr
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-0,5

cash cow

-1,5

-2,0

-2,5

Alla luce di queste problematiche, le ricerche suggerite in campo zootecnico


hanno riguardato in primis lo sviluppo di sistemi innovativi per la ricerca di
agenti zoonosici, nonch la messa a punto di test diagnostici biomolecolari per
lindividuazione, direttamente in azienda, di patologie infettive che incidono sulle
produzioni zootecniche. Inoltre, gli stakeholder hanno sottolineato limportanza di
approfondire gli studi sulla diagnostica e il risanamento di malattie infettive. Per
quel che concerne, invece, il campo delle produzioni vegetali la ricerca va orientata
verso studi per la realizzazione di mezzi diagnostici e la messa a punto di protocolli
applicativi per migliorare la difesa delle piante, nonch progetti di selezione clonale
finalizzati al risanamento delle specie frutticole, viticole e olivicole. Il gruppo di
lavoro ha anche riflettuto su argomenti strettamente connessi con la sicurezza
alimentare, come la valorizzazione che le produzioni agroalimentari di qualit, sane
e controllate, devono avere sui mercati. Questo cluster, classificato come Question
mark, comprende interessanti proposte di ricerca orientate allapplicazione di studi
per la valorizzazione di produzioni tipiche regionali mediante lo sfruttamento della
biodiversit microbica autoctona e lapplicazione delle biotecnologie per la creazione
di nuovi prodotti. Infine, i cluster tracciabilit, ambiente, biodiversit e performance
produttive, pur affrontando temi interessanti nella sfera della ricerca biotecnologica,
hanno contato pochi suggerimenti per la discussione sia in termini di criticit sia di
proposte di ricerca connesse e risultano posizionati nel quadrante Dog della matrice.

95

4. Gli orientamenti dei tavoli

Se si considera landamento globale dei lavori, gli stakeholder del tavolo 7 hanno
focalizzato lattenzione sul solo tema Star su cui hanno, tra laltro, mostrato anche
unottima capacit di creare corrispondenza tra il numero di criticit e i fabbisogni
di ricerca relativi. Un certo grado di coerenza riscontrabile anche per i cluster
meno importanti tracciabilit e biodiversit, mentre quelli ambiente, performance produttive
e valorizzazioni delle produzioni presentano uno sbilanciamento tra numero di criticit e
fabbisogni di ricerca, riducendo di fatto la coerenza dellarticolazione del tavolo nel
suo complesso.
Tavolo 8 - Strategie politiche economiche e sociali - sono stati individuati sei temi di
discussione che, dalla ripartizione allinterno della matrice, risultano per la gran
parte Dog, mentre un unico cluster risulta Star e due si posizionano al limite con larea
Question mark (fig. 17).
Figura 17
Tavolo 8

2,5

2,0

it

1,5

-1,5

-1,0

-0,5

ne
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he

-0,5

cash cow

-1,5

-2,0

-2,5

Sebbene nel complesso i temi su cui gli stakeholder hanno indirizzato i loro
interventi siano stati vicini a quelli che animano il dibattito nazionale ed europeo
in materia di politiche agricole, lattenzione del gruppo si focalizzata soprattutto
sulle strategie e sulle politiche che vanno ad impattare in maniera diretta sui
temi della produzione, mercato, territorio e competitivit, mettendo meno in luce le
criticit e la domanda di ricerca riferite alla responsabilit sociale, alla produzione
biologica/integrata e, in generale, agli scenari di politica economica. Le maggior
parte delle criticit individuate sono strettamente connesse con le caratteristiche
strutturali e organizzative delle aziende agricole pugliesi. Le ridotte dimensioni,
96

2,5

la scarsa capacit di aggregazione dellofferta produttiva, i problemi di gestione


logistica sono gi di per s problematiche da tenere sotto la lente dingrandimento
e che, in parte, alimentano anche altre criticit come la mancanza di una efficiente
organizzazione della produzione, la scarsa capacit di cogliere le opportunit di
mercato (intercettare i bisogni dei consumatori e degli altri operatori delle filiere
ma anche limpiego potenziale di alcuni scarti della lavorazione) e il difficile
superamento di impostazioni produttive monocolturali che generano elevati costi
sociali e ambientali. Di conseguenza, sotto il profilo dei fabbisogni di ricerca,
lattenzione si soffermata principalmente proprio sullesigenza di studiare modelli
organizzativi efficienti finalizzati ad aggregare lofferta produttiva e a facilitare
laccesso ai mercati di sbocco. Le proposte di ricerca sono indirizzate verso lo studio
di modelli di cooperazione e associazionismo e verso lanalisi di scelte di politica
aziendale. Inoltre, il gruppo ha sollevato le necessit di condurre studi scientifici tesi
a individuare modalit e percorsi in grado di orientare la preferenze dei consumatori
verso le produzioni. Dalla discussione emerge la domanda di ricerca nellambito
della commercializzazione e della valorizzazione produttiva, laddove si suggeriscono
studi sullimpiego dellITC nella gestione della logistica e per lo sfruttamento
economico degli scarti di lavorazione.
Anche nel tavolo 8 possibile rilevare uno sbilanciato della trattazione a favore del
cluster Star verso cui gli stakeholder hanno mostrato, tuttavia, una scarsa coerenza
tra le criticit espresse e i fabbisogni di ricerca ad esse correlate. Una tendenziale
coerenza riscontrabile, invece, per gli altri cluster individuati (fatta eccezione per
il cluster territorio e competitivit per il quale gli stakeholder hanno indicato molte meno
criticit su cui andrebbero ad impattare i fabbisogni di ricerca connessi).
La standardizzazione dei risultati emersi dagli otto tavoli di discussione ha permesso
di effettuare un raffronto tra gli stessi nellambito di ununica matrice MPF che ne
riassume landamento generale rispetto alla trattazione dei temi affrontati. I dati
di sintesi emersi parlano di 50 cluster rilevati complessivamente, concentrati per la
gran parte nel quadrante Dog (46%) e Star (30%), mentre i due quadranti intermedi
Cash cow e Question mark ne ricomprendono ciascuno una porzione minoritaria
(12%). Concentrando lattenzione sul quadrante Star (fig. 18), risulta una scarsa
presenza di cluster posizionati lungo la bisettrice (tratto di perfetta coincidenza tra
numero di criticit e di ricerche espressi dagli stakeholder) a fronte di un numero
consistente di cluster posizionati al di sotto della stessa. Gli stakeholder, quindi,
sono stati molto pi attenti ad individuare le criticit che caratterizzano i diversi
aspetti dellagricoltura regionale piuttosto che a segnalare le ricerche funzionali
al miglioramento delle performance del sistema agricolo. Ad esclusione del tavolo
1 (Coltivazioni arboree, vitivinicolo, olivicolo), tutti i tavoli sono rappresentati da almeno
un cluster nel quadrante Star, sebbene il maggior numero abbia origine dal tavolo
2 (Coltivazioni cerealicole), dal tavolo 4 (Selvicoltura) e dal tavolo 5 (Agricoltura e ambiente). I
tavoli 3 (Zootecnia), 6 (Multifunzionalit), 7 (Biotecnologie) e 8 (Strategie politiche, economiche
e sociali) sono quelli che hanno ottenuto il pi alto numero di interventi (post-it)
per i cluster dellarea Star. Si detto che i temi meno trattati dagli stakeholder, che
ricadono nel quadrante Dog, sono i pi numerosi. I tavoli che hanno il numero pi
97

4. Gli orientamenti dei tavoli

consistente di cluster nellarea Dog sono il 5, 7 e l8. Mentre il primo ha numerosi


cluster distribuiti in maniera piuttosto omogenea sulla matrice, gli altri due ne
hanno pochi e, di questi, la gran parte appartiene a questo quadrante. Interessante
anche il numero di cluster dellarea Cash cow, che mettono in evidenza alcuni
temi che necessitano di unattenzione particolare e di una spinta verso lo sviluppo
di proposte di ricerca. I temi in questione riguardano soprattutto gli argomenti
connessi con gli aspetti produttivi, la qualit, la tracciabilit e la valorizzazione
delle produzioni. Infine, poco rilevante il numero di cluster ricadenti nel
quadrante Question mark per il quali si riscontra poca coerenza nella trattazione (molti
fabbisogni di ricerca ma poche criticit). In riferimento a questi, risulta interessante
sottolineare che si tratta prevalentemente di cluster che, pur ricadendo in questo
quadrante, convergono verso il centro della matrice, ossia verso il dato medio della
distribuzione. Ci sta a significare che non si ravvisano forti incoerenze nella
discussione fatta eccezione che per il cluster produzione/commercializzazione del
tavolo 1 che presenta uno forte sbilanciamento a favore dei fabbisogni di ricerca.

98

Figura 18
Andamento generale
dei tavoli di approfondimento

2,5

2,0

-2,0

-1,0

-0,5

0
6

1
2

dog

-0,5

-1,0

3
0,5

fabbisogni di ricerca

Tavolo 1

8
2 6

4
4

5
4 1 0,5
3

2
-1,5

star

1,0

problemi / criticit
-2,5

5
1,5

question
mark

22

1,0

1,5

2,0

10
3

cash cow

-1,5

-2,0

-2,5

Tavolo 4

Tavolo 6

Ambiente

Ambiente

Funzione produttiva

Difesa/chimica

Difesa/chimica

Produzione/commercializzazione

Produzione

Funzione ambientale/
paesaggistica

Ambito produttivo/gestionale
(costi)

Gestione (foreste)

Scenari/sistema

Logistica

Funzione sociale

Qualit/tracciabilit

Funzione didattica

Funzione turistica

Tavolo 2
1

Qualit/tracciabilit

Filiere produttive

Produzione

Sicurezza alimentare/qualit

Ambito produttivo/gestionale

Ambiente

Tavolo 3
1

Benessere animale

Sistemi di allevamento/qualit

3
4

99

Valorizzazione/tracciabilit
Impiego sottoprodotti +
Biodiversit

Scenari/strategie

Tavolo 5
1

Ambito produttivo/gestionale

Clima

Risorsa idrica

Suolo e territorio

Rifiuti/residui di lavorazione

Energia

Biodiversit

Biologico/integrato

Difesa/chimica

Scenari/strategie

4. Gli orientamenti dei tavoli

Tavolo 7
1

Ambiente + Performance
produttive

Biodiversit

Protezione e sanit

Valorizzazione produzioni

Tracciabilit

Tavolo 8
1

Produzione/mercato

Biologico/integrato

Filiere produttive

Responsabilit sociale e
competitivit

Territorio e competitivit

Scenari/politiche pubbliche

2,5

4.3

Il parere degli esperti


Lattivit svolta dal gruppo di esperti ha permesso di segmentare e di gerarchizzare
linsieme dei risultati e delle proposte emerse in ciascun tavolo. In particolare, gli
esperti hanno realizzato una prima attivit di selezione dei risultati conseguiti,
laddove hanno attribuito un punteggio a 50 indicazioni di fabbisogni di ricerca sugli
80 complessivamente emersi durante i lavori dei tavoli (62%) e a 78 proposte di temi di
ricerca sulle complessive 154 (51%).
Il processo di selezione delle proposte emerse dai tavoli di approfondimento
continuato attraverso lindividuazione dei fabbisogni e delle ricerche ricadenti
allinterno del quadrante Star della Matrice Problemi Fabbisogni Valutazione (MPFV)
(che rappresenta i temi pi interessanti per gli esperti rientranti, allo stesso tempo,
tra i cluster su cui si concentrata maggiormente la discussione dei tavoli). A questo
proposito, dallanalisi dei risultati delle votazioni degli esperti possibile individuare
12 fabbisogni di ricerca (15% del valore complessivo) e 20 proposte di ricerca (13%).
Se si concentra, infine, lattenzione solo sui risultati rientranti nel 3 e 4 quartile
(quelli contenenti i temi pi votati dagli esperti), si individuano solo 4 fabbisogni di
ricerca espressi dal mondo produttivo (5%) e 11 proposte di ricerca (7%).
Allinterno di questi ultimi 2 quartili, se si considerano tutti e quattro i quadranti
della MPFV, gli esperti hanno individuato complessivamente 7 fabbisogni (9% appartenenti ai quadranti Star e Question mark) e 15 ricerche (10% - appartenenti ai
quadranti Star, Cash cow e Dog). Continuando nellanalisi dei risultati dei due quartili
afferenti al quadrante Star si osserva che in essi compare almeno un fabbisogno di
ricerca per cinque tavoli (non comparendo risultati riferiti ai tavoli 2, 6 e 7) e almeno
una ricerca per sette tavoli (il tavolo 1 compare con una ricerca rientrante nei quartili
in oggetto e che afferisce al quadrante Cash cow).
Entrando pi nel merito delle tematiche selezionate dagli esperti, riferite
ancora al 3 e al 4 quartile, si osserva che le ricerche che hanno ottenuto i valori
(standardizzati) pi elevati rientrano allinterno dei cluster Sicurezza alimentare/
Qualit, Ambiente e Ambito produttivo/Gestionale del tavolo Prodotti e tecniche
delle coltivazioni cerealicole, industriali, officinali, foraggere e no-food e loro tecnologie, produzioni
e valorizzazione tecnologica nel settore orticolo, floricolo e del vivaismo ornamentale e delle colture
officinali, Sistemi di allevamento/qualit e Valorizzazione e tracciabilit dei
prodotti di origine animale del tavolo Zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera.
Benessere animale. Allevamenti faunistici. Zoocolture, apicoltura, Gestione forestale del
tavolo Selvicoltura, piante a rapido accrescimento, tartuficoltura, prodotti del bosco e faunistico
venatorio, Ambito produttivo/gestionale, Suolo e territorio, Difesa/Chimica
del tavolo Agricoltura e ambiente, agricoltura sostenibile e biologica, biodiversit animale e vegetale,
Funzione produttiva del tavolo Multifunzionalit in agricoltura, Valorizzazione
delle produzioni e Protezione e sanit delle produzioni zootecniche del tavolo
Biotecnologie animali e vegetali, Territorio e competitivit del tavolo Strategie politiche
economiche e sociali (figura 19).

100

2,5

Figura 19
Matrice Problemi Fabbisogni Valutazione
del mondo della ricerca

2,0
1

1
1,5

question
mark

1,0
4

problemi / criticit
-2,5

-2,0

4
0,5

3
-1,5

-1,0

-0,5
3

-0,5
3

0,626

1,26

1 quartile

2 quartile

3 quartile

-1,0

fabbisogni di ricerca

2
4

1
0,5

1,0

1,25

1,875

4 quartile

2,5

I valori relativi alle votazioni sono stati


standardizzati e resi confrontabili con
quelli gi espressi nelle distribuzioni dei
problemi e dei fabbisogni della ricerca
(MPF). La distribuzione cos ottenuta
stata, quindi, ripartita in 4 quartili
corrispondenti ad altrettanti livelli di
importanza. La MPFV rappresenta la
sintesi delle tre distribuzioni ottenute e
permette di visualizzare congiuntamente
i valori delle votazioni, dei problemi e dei
fabbisogni di ricerca.

101

-1,5

-2,0

-2,5

Tavolo

Ambito gestionale

Ambito produttivo/gestionale

Ambito gestionale

Suolo e territorio

Ambiente

Difesa/chimica

Ambiente

Rifiuti/residui di lavorazione

Suolo e territorio

Tavolo

Tavolo

Sicurezza alimentare/qualit

Ambiente (azioni trasversali)

Funzione produttiva

Ambito produttivo/gestione

Ambiente (azioni trasversali)

Funzione ambientale/
paesaggistica

Scenari/sistema

Tavolo
1,876

2,0

cash cow

Tavolo

0,625

1,5

valori delle votazioni


relative alle ricerche

2
5

dog

star

Sistemi di allevamento/qualit

Valorizzazione e tracciabilit dei


prodotti di origine animale

Valorizzazione e tracciabilit dei


prodotti di origine animale

Sistemi di allevamento/qualit

Benessere animale

Tavolo

Gestione forestale

Gestione forestale

4. Gli orientamenti dei tavoli

Tavolo

Valorizzazione delle produzioni

Protezione e sanit (produzioni


zootecniche)

Protezione e sanit (produzioni


zootecniche)

Valorizzazione delle produzioni

Tracciabilit

Tracciabilit

Tavolo

Territorio e competitivit

Territorio e competitivit

2,5

Se si passa ad analizzare i cluster di riferimento dei pi votati fabbisogni di ricerca


(sempre riferiti al 3 e al 4 quartile), si osserva che gli esperti si sono concentrati
sui cluster Ambito gestionale del tavolo Prodotti e tecniche delle coltivazioni arboree,
delle filiere vitivinicola e olivicolo-olearia, Impiego dei sotto-prodotti delle produzioni
zootecniche del tavolo Zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera. Benessere animale.
Allevamenti faunistici. Zoocolture, apicoltura, Gestione forestale del tavolo Selvicoltura,
piante a rapido accrescimento, tartuficoltura, prodotti del bosco e faunistico venatorio, Suolo e
territorio e Risorsa idrica del tavolo Agricoltura e ambiente, agricoltura sostenibile e
biologica, biodiversit animale e vegetale, Territorio e competitivit del tavolo Strategie
politiche economiche e sociali (figura 20).
I due fabbisogni di ricerca che hanno ottenuto il punteggio pi elevato (4 quartile)
sono posizionati allinterno del quadrante Question mark. Solo una proposta espressa
dal mondo della ricerca rientra allinterno del quadrante Cash cow (la quinta), mentre
tutte le altre rientrano nel quadrante Star delle due matrici MPFV riferite ai risultati
conseguiti sia dal mondo produttivo sia dal mondo della ricerca.
Infine, se si considera linsieme delle due MPFV votate dagli esperti e rientranti
nei quadranti Cash cow, Question mark e Dog della MPFV, si osserva come la gran parte
dei fabbisogni e delle ricerche assume valori prossimi alla media e, quindi, tali
cluster sembrano allontanarsi lievemente dalle caratteristiche proprie di quelle
appartenenti al quadrante Star.
Unulteriore classificazione dellinsieme degli eventi stata ottenuta attraverso la
determinazione della media aritmetica dei valori standardizzati relativi a problemi/
criticit, fabbisogni/ricerche, votazioni degli esperti. I risultati ottenuti, cosi come si
evince dalla figura 21, si discostano in alcuni casi da quelli descritti in precedenza.
In particolare, i fabbisogni di ricerca con i valori pi elevati sono quelli associati ai
cluster Produzione/mercato del tavolo Strategie politiche economiche e sociali
(1,47), Sistemi di allevamento/qualit del tavolo Zootecnia (1,35), Protezione
e sanit (produzioni zootecniche) del tavolo Biotecnologie animali e vegetali
(1,35), Ambito gestionale del tavolo Olivicoltura, viticoltura, arboree (1,23),
Ambito produttivo/gestionale del tavolo Multifunzionalit in agricoltura (1,18),
Territorio e competitivit del tavolo Strategie politiche economiche e sociali
(1,17), Produzione del tavolo Selvicoltura (1,03), Risorsa idrica del tavolo
Agricoltura e ambiente (1,02).
Le ricerche che hanno ottenuto i punteggi pi alti sono associate ai cluster Sistemi
di allevamento/qualit del tavolo Zootecnia (1,81), Protezione e sanit delle
produzioni zootecniche (1,79) e delle produzioni vegetali (1,62) del tavolo
Biotecnologie animali e vegetali, Funzione ambientale e paesaggistica del tavolo
Multifunzionalit in agricoltura (1,51), Ambito produttivo/gestionale del tavolo
Agricoltura e ambiente (1,42), Territorio e competitivit del tavolo Strategie
politiche economiche e sociali (1,26), Gestione forestale del tavolo Selvicoltura
(0,97).

102

2,5

Figura 20
Matrice Problemi Fabbisogni Valutazione
del mondo produttivo

2,0

1,0
5
0,5

-1,5

-1,0
1

-0,5

dog

0,625

2 quartile

1,25

1,876

3 quartile

4 quartile

1,875

2,5

103

1,5

-0,5

-1,0

cash cow

2,0

-1,5

-2,0

-2,5

Tavolo 7

Ambito gestionale

Difesa/chimica

Tracciabilit

Ambiente

Qualit/tracciabilit

Protezione e sanit (produzioni


zootecniche)

Tavolo 3

Valorizzazione delle produzioni

Tavolo 8
1

Territorio e competitivit

Impiego dei sottoprodotti


delle produzioni zootecniche

Produzione/mercato

Sistemi di allevamento/qualit

Territorio e competitivit

Tavolo 4
1

Gestione forestale

Gestione forestale

Produzione

Tavolo 5
I valori relativi alle votazioni sono stati
standardizzati e resi confrontabili con
quelli gi espressi nelle distribuzioni dei
problemi e dei fabbisogni della ricerca
(MPF). La distribuzione cos ottenuta
stata, quindi, ripartita in 4 quartili
corrispondenti ad altrettanti livelli di
importanza. La MPFV rappresenta la
sintesi delle tre distribuzioni ottenute e
permette di visualizzare congiuntamente
i valori delle votazioni, dei problemi e dei
fabbisogni di ricerca.

1,0

1,26

0,5

fabbisogni di ricerca
1 quartile

Tavolo 1

valori delle votazioni


relative ai fabbisogni

0,626

star

2
1

1/2

problemi / criticit
-2,0

1
3 1,5

question
mark
-2,5

Risorsa idrica

Suolo e territorio

Ambito produttivo/gestionale

Clima

Rifiuti/Residui di lavorazione

Tavolo 6
1

Funzione produttiva

Funzione produttiva

4. Gli orientamenti dei tavoli

2,5

Figura 21
Classificazione dei fabbisogni e delle ricerche
per punteggio e per cluster di appartenenza

Mondo produttivo

Mondo della ricerca


1,81

Sistemi di allevamento/qualit

1,79

Protezione e sanit
(produzioni zootecniche)

1,62

Protezione e sanit
(produzioni vegetali)

Produzione/mercato

1,47

1,51

Funzione ambientale/paesaggistica

Sistemi dai allevamento/qualit

1,35

1,42

Ambito produttivo/gestionale

Protezione e sanit
(produzioni zootecniche)

1,35

1,26

Territorio e competitivit

Ambito gestionale

1,23

1,23

Sistemi di allevamento/qualit

Ambito produttivo/gestionale

1,18

0,97

Gestione forestale

Territorio e competitivit

1,17

0,94

Funzione produttiva

Produzione

1,03

0,93

Territorio e competitivit

Risorsa idrica

1,02

0,91

Ambito gestionale

Gestione forestale

0,98

0,84

Suolo e territorio

Gestione forestale

0,82

0,77

Valorizzazione delle produzioni

Suolo e territorio

0,77

0,75

Ambito gestionale

Funzione produttiva

0,61

0,74

Ambiente (azioni trasversali)

Funzione produttiva

0,61

0,54

Valorizzazione e tracciabilit
dei prodotti di origine animale

Territorio e competitivit

0,56

0,50

Rifiuti/residui di lavorazione

Rifiuti/residui di lavorazione

0,32

0,47

Difesa/chimica

Impiego dei sottoprodotti


delle produzioni zootecniche

0,27

0,45

Ambiente (azioni trasversali)

Valorizzazione delle produzioni

0,22

0,44

Gestione forestale

Qualit/tracciabilit

0,08

0,39

Suolo e territorio

0,26

Sicurezza alimentare/qualit

0,25

Valorizzazione delle produzioni

0,16

Valorizzazione e tracciabilit
dei prodotti di origine animale

0,14

Ambito produttivo/gestionale

0,11

Ambiente

Tavolo 1
Olivicoltura, viticoltura, arboree

Tavolo 5
Ambiente

Tavolo 2
Ceralicoltura, orticoltura, vivaismo

Tavolo 6
Multifunzionalit

Tavolo 3
Zootecnia

Tavolo 7
Biotecnologie animali e vegetali

Tavolo 4
Selvicoltura

Tavolo 8
Strategie socio-economiche

104

5.

Risultati e prospettive

Nel corso dellultimo decennio la Regione Puglia ha sostenuto un numero


considerevole di iniziative di ricerca, sperimentazione e trasferimento delle
conoscenze in agricoltura. Lo ha fatto non solo attraverso il finanziamento di
progetti, ma anche cercando di valorizzare le risorse umane, promuovendo la
costruzione di una rete di collegamenti, anche informali, tra soggetti, informazioni
ed esperienze, facilitando lo scambio fra diverse istituzioni scientifiche e la Pubblica
Amministrazione e fra queste ed il sistema produttivo regionale nei suoi differenti
aspetti, con una particolare attenzione ai comparti chiave delleconomia agricola
pugliese.
Le Linee guida per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, attualmente riferite
al periodo 2012-2014, hanno contribuito a meglio indirizzare i processi di governance
delle politiche regionali in materia di ricerca e di sperimentazione in agricoltura,
massimizzandone i risultati e gli impatti ed avviando un ambizioso lavoro di riordino
e connessione dei diversi elementi e risorse nel quadro di riferimento.
Infatti, a causa dellassenza di una normativa dedicata, per le attivit di ricerca
sono state spesso attivate le pi disparate fonti finanziarie, collegate a strumenti di
programmazione economica di provenienza regionale, nazionale e comunitaria che,
nei fatti, hanno permesso di sostenere lo sviluppo tecnologico in alcuni comparti
produttivi e di promuovere la diffusione delle innovazioni e delle conoscenze
scientifiche su determinate tematiche strategiche.
Inoltre, lattenzione rivolta al monitoraggio e alla valutazione dei risultati delle
ricerche conferma lapproccio orientato al governo dei processi di costruzione di
nuova conoscenza, sempre pi ispirati al miglioramento costante dei risultati, al
sempre maggiore utilizzo dei deliverables, alla verifica stringente del rapporto costibenefici degli interventi.
Con le Linee guida si sono, tra laltro, introdotti meccanismi e procedure di
lavoro snelle, efficienti, incentivanti e, soprattutto, flessibili, com dimostrato
dallapprezzamento generale per le metodologie di lavoro multidisciplinari e
partecipative e, ancora, basate su approcci di tipo relazionale.
Gli interventi previsti nel campo dellinnovazione e nel trasferimento di questa
alle imprese, da mettere in campo nella prossima programmazione per lo sviluppo
rurale, dovranno essere fondati su un percorso di verifica di quanto gi prodotto dalla
ricerca scientifica e, soprattutto, sulla precisa cognizione di quanto viene richiesto
in termini di nuova conoscenza dai sistemi agricoli e dalle filiere regionali. Il lavoro,
del tutto nuovo, descritto nei precedenti capitoli e avviato dalla Regione stato
finalizzato allanalisi dei fabbisogni di innovazione, elemento indispensabile per
definire e aggiornare con continuit le aree di intervento su cui la ricerca pu operare
105

5. risultati e prospettive

con successo, e ha permesso di sperimentare sul campo approcci di tipo partecipativo


applicati alle attivit di programmazione in materia di ricerca e di innovazione in
agricoltura.
Stanti queste premesse, vi oggi la consapevolezza di aver realizzato un processo
conoscitivo che ha coinvolto la totalit degli attori locali interessati, che
costituiscono gli stakeholder del sistema regionale della conoscenza in agricoltura.
In particolare, attraverso strumenti di partecipazione attiva, non solo corretti dal
punto di vista metodologico ma anche coinvolgenti, stato costruito un quadro
condiviso delle esigenze di ricerca regionali in grado di orientare con maggiore
efficacia lofferta di innovazione. Infatti, stato possibile conoscere e condividere
le reali esigenze dellagricoltura pugliese in termini di innovazioni di processo
e di prodotto, contestualizzandole rispetto alle particolari caratteristiche socioeconomiche e ambientali del territorio e rapportando linsieme dei risultati
raggiunti alle criticit, capacit e potenzialit degli stakeholder coinvolti, siano essi
espressione del mondo della ricerca o del mondo produttivo.
Con gli otto Tavoli di approfondimento tecnico-scientifico sono state applicate
metodologie gi sperimentate e collaudate a livello mondiale, quali la Stakeholder
Analysis, per individuare i soggetti da coinvolgere, e la tecnica Metaplan per realizzare
la progettazione partecipata, la quale ha consentito di elaborare gli scenari di base
per lindividuazione dei temi prioritari della ricerca in agricoltura. Attraverso
unattenta analisi degli stakeholder stato anche possibile definire un quadro
aggiornato dei soggetti del sistema della conoscenza in agricoltura presenti in
Puglia, di fatto attribuendo loro un importante ruolo in qualsivoglia processo
decisionale in materia di innovazione.
Il percorso qui descritto racconta di una numerosa e qualificata partecipazione
di ricercatori, operatori economici, consulenti e tecnici, imprenditori agricoli
(93 partecipanti in rappresentanza di 88 soggetti/istituzioni) e di come, pure in
un numero ristretto di incontri (9 giornate e 18 ore di gruppi di lavoro) e con una
spesa pubblica estremamente contenuta, siano stati prodotti risultati decisamente
interessanti, partendo, per ciascun ambito, dallanalisi delle criticit del comparto
produttivo o ambito di riferimento e sbilanciandosi nellindividuare caratteristiche
e contenuti di una nuova conoscenza in grado di contribuire ad affrontare
correttamente i problemi che derivano da elementi di arretratezza tecnologica o
gestionale, o viceversa da approcci innovativi poco tarati alle esigenze delle imprese
agricole, o ancora da impatti indesiderati sullambiente e sulle risorse naturali.
I risultati e gli orientamenti emersi nei singoli Tavoli sono stati opportunamente
organizzati e sistematizzati in modo da permettere la conversione dei dati qualitativi
in quantitativi, al fine di misurare lintensit con cui le tematiche sono state
affrontate e di permettere una loro lettura analitica, funzionale agli scopi sin qui
descritti.
Lo sforzo interpretativo stato supportato dallimpiego di uno strumento di
analisi del business mutuato dalleconomia aziendale (The Boston Consulting Group
matrix) che, adattato alle esigenze di questo lavoro, ha generato una nuova matrice
interpretativa, la MPF, la quale fissa il grado dimportanza e di rilevanza strategica
dei temi della ricerca emersi, in funzione della quantit di interventi degli
stakeholder.
106

In questa traslazione sono state trasferite le logiche dellanalisi di competitivit in


ambito aziendale a quelle di opportunit di finanziamento della ricerca scientifica,
tenendo in considerazione lorientamento degli stakeholder. Nella MPF ogni ricerca
o fabbisogno di ricerca occupa una posizione nei quadranti della matrice (Star, Cash
cow, Question mark e Dog). Un altro importante aspetto ha riguardato quanto accade a
valle del processo di produzione della nuova conoscenza: un elemento problematico
di cui tener conto nella costruzione delle strategie future costituito dalla carenza
o inefficacia nel trasferimento verso gli imprenditori agricoli dei risultati delle
ricerche, aspetto emerso frequentemente in questo lavoro, dove pi che una esigenza
di investimenti in attivit di ricerca si registrato un enorme bisogno di trasferire
quanto gi prodotto e sperimentato. Tale esigenza confermata, con riferimento
ad alcuni cluster, dal numero consistente di problemi/criticit individuati dagli
stakeholder rispetto ai relativamente pochi fabbisogni di ricerca. Tale circostanza
resa ancor pi evidente se si prendono in considerazione i cluster presenti nel
quadrante Cash cow della matrice MPF.
In conclusione, lintroduzione del nuovo strumento di analisi e di valutazione
dei fabbisogni di innovazione del territorio e degli operatori di settore (MPFV)
si dimostrato ben rispondente alle aspettative e ha dimostrato una notevole
utilit nellorientare le scelte del decisore pubblico e nellaccelerare i meccanismi
decisionali in materia di sostegno dellattivit di ricerca, rendendoli per di pi
partecipati.
Il processo decisionale partecipativo attivato si inserisce perfettamente nel
sistema delle politiche e strategie nazionali e comunitarie che governa il sostegno
allinnovazione tecnologica in agricoltura, ed integra il complesso e frammentato
sistema di soggetti, istituzioni, relazioni e funzioni che generano conoscenza in
agricoltura e che promuovono la diffusione di soluzioni e processi innovativi. I
modelli sperimentati, le reti di relazioni avviate con e tra gli stakeholder, gli stessi
risultati conseguiti aprono prospettive di lavoro stimolanti e avvincenti, soprattutto
se inquadrate nellambito dei nuovi strumenti di promozione dellinnovazione
dellUnione europea nellambito del nuovo scenario per il periodo 2014-2020
(European Innovation Partnership) e delle strategie indicate dal nuovo programma
quadro Horizon 2020.
Sulla base dellesperienza maturata, da oggi la Regione Puglia in grado di operare
con nuovi ed efficaci strumenti, affinch anche a livello regionale la disponibilit
di conoscenza e la sua accessibilit, oltre che la capacit di generare relazioni
ed interazioni stabili e proficue tra ricercatori, aziende, produttori, coltivatori,
consulenti e consumatori finali, sia considerata non solo unopportunit di sviluppo
economico e di crescita, ma divenga una realt sempre pi diffusa e consolidata.

107

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Agriregionieuropa, n.28, Ancona.

109

Il presente rapporto conclude la prima fase di rilevazione dei fabbisogni


dinnovazione nel sistema agro-forestale e agroalimentare regionale affidata
dalla Regione Puglia allIstituto Nazionale di Economia Agraria nellambito delle
attivit previste dalle Linee guida per la ricerca e sperimentazione in agricoltura
2009-2011.

Il testo si compone di quattro sezioni in cui sono illustrate in modo sistematico


le politiche regionali per linnovazione e il sistema regionale della conoscenza
in agricoltura, i meccanismi e i processi di programmazione partecipata e le
forme di partecipazione degli stakeholder della conoscenza in agricoltura e,
ancora, i fabbisogni di innovazione emersi durante i lavori degli otto tavoli di
approfondimento tecnico-scientifico attivati dalla Regione Puglia.

Il lavoro propone, inoltre, un tentativo di analisi e di interpretazione dei risultati


raggiunti dai Tavoli attraverso la costruzione di strumenti statistico-matematici,
mutuati dalle metodologie di approccio partecipativo e dalle analisi del business
aziendale, in grado, da un lato, di agevolare la lettura degli stessi risultati e,
dallaltro, di contribuire ad indirizzare le scelte regionali in materia di ricerca in
agricoltura.

9 788881 452972

I fabbisogni di innovazione dellagricoltura pugliese

Rapporto realizzato nellambito del progetto


Supporto metodologico alla gestione degli interventi previsti
nelle Linee guida per la ricerca e sperimentazione in agricoltura 2009 2011
(Convenzione Regione Puglia e INEA)

I fabbisogni di innovazione
dellagricoltura pugliese
Risultati e proposte
dei Tavoli di approfondimento
tecnico-scientifico
Linee Guida per la ricerca
e sperimentazione in agricoltura
2009-2011
REGIONE
PUGLIA

Sede
regionale
per la Puglia

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