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La politica economica una scienza che si occupa del problema delle scelte economiche
del policy maker, a differenza delleconomia politica, che si occupa delle scelte dei
consumatori, cio scegliere cosa acquistare, e imprese, scegliere cosa e quanto produrre e
con quali tecniche di produzione.
Dallincontro nel mercato di consumatore e impresa si crea lequilibrio di mercato, che pu
essere concorrenziale o meno.
Se il mercato perfettamente concorrenziale lequilibrio ha caratteristiche apprezzabili, di
ottimalit paretiana, e sembrerebbe che non sia necessario alcun intervento di istituzioni
esterne al mercato, in realt queste condizioni spesso non si realizzano e quindi si crea uno
spazio in cui subentra lintervento pubblico.
Dovere prendere delle decisioni implica sempre una scelta tra due alternative, ogni scelta
compiuta determina una serie di effetti, il primo non scegliere lopzione scartata.
Quindi si stabiliscono degli obiettivi e si sceglie lopzione che maggiormente consente di
avvicinarsi a tali obiettivi.
NOZIONI INTRODUTTIVE
Obiettivo della politica economica capire come le istituzioni pubbliche compiono le proprie
scelte:
- scelte correnti: che hanno a che fare con la gestione corrente dellazione politica e le
istituzioni che le prendono, strategie ottimali per il raggiungimento di obiettivi quotidiani.
- scelte istituzionali: scelte che sono compiute per definire quali sono le istituzioni pi adatte
al raggiungimento di determinati obiettivi di pe, anticipa il livello delle scelte correnti.
- scelte sociali: scelte di quelli che sono gli obiettivi che una societ s prefigge di
raggiungere.
In logica gerarchica prima si definiscono gli obiettivi, poi si definisco i soggetti che s
occuperanno del raggiungimento degli obiettivi, poi si sceglie giorno per giorno di cosa
devono fare le istituzioni per il raggiungimento degli obiettivi.
La politica economica una forma di intervento pubblico nelleconomia, che si giustifica
quando il mercato, lasciato a s stesso tende a produrre risultati subottimali (fallimenti di
mercato). Se il mercato potesse fare sempre scelte ottimali non vi sarebbe il bisogno
dellintervento pubblico.
La politica economica pu essere uno strumento per colmare divario tra ci che la societ
desidera (desiderata) e la realt dei fatti.
Va definito quali sono gli obiettivi socialmente desiderabili, i desiderata (scelte sociali), che
poi sono confrontati con la realt per definire quali sono le istituzioni ottimali per riallineare i
desiderata (scelte istituzionali) con la realt e i compiti da assegnare a ciascuna istituzione
per il riallineamento (scelte correnti).
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Questi tre principi devono essere simultaneamente soddisfatti perch ci sia situazione di
ottimo paretiano, in assenza di una di queste efficienze si dovr modificare la
distribuzione e lallocazione di imputo e/o output e avere un miglioramento anche di un
solo soggetto senza che vi sia un peggioramento per gli altri.
- efficienza x: la capacit di scegliere i programmi di produzione tecnicamente efficienti;
cio s ha efficienza x quando dato lo Stato delle conoscenze tecnologiche, si in grado
si scegliere la migliore tecnologia a disposizione delle imprese, quindi si ha efficienza x
quando le imprese cio sono in grado di produrre, cio fare scelte di programmi di
produzione in grado da ottenere il massimo della produzione (es se non ci sono lavoratori
o macchinari che operino al di sotto delle proprie capacit). E una precondizione perch
ci sia efficienza nella produzione, efficienza allocativa, che unita a efficienza generale
definiscono il concetto di ottimo paretiano.
Efficienza dinamica: lefficienza in ambiti in cui vi una dinamica di evoluzione,
lequilibrio si modifica nel passare del tempo.
Efficienza adattiva: la capacit di apprendimento graduale dei problemi e delle risposte
corrette, cio di adattare e dare risposte efficienti ai problemi che si pongono dinamicamente
nella attivit produttiva
Efficienza innovativa: la capacit di introdurre innovazione di processo o di prodotto nella
produzione, cio introdurre dinamicamente tecnologie di produzione via via pi efficienti,
non tutte nello stesso istante perch domani potrebbero nascere nuove tecnologie pi
efficienti, la conoscenza cresce nel tempo, la capacit innovativa deve essere in grado di
introdurre le tecnologia via via pi efficiente, va evidenziata la differenza con efficienza x
che riguarda saper scegliere e utilizzare al meglio la tecnologia migliore disponibile in un
dato momento, quindi in un contesto statico..
EQUITA: anche questo concetto ha molteplici distinzioni
- equit dei punti di partenza: equit ex ante: pari opportunit, concetto fortemente
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Si definisce un trade off tra equit ed efficienza per il policy maker. Il mercato punta
allefficienza, lo Stato allequa distribuzione delle risorse, differenziazione netta.
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Anche qualora si raggiungesse lottimo paretiano vi sono punti di critica associati a tale
equilibrio:
- infatti vi possono essere ottimi paretiani in cui la distribuzione del reddito iniqua,
lequilibrio paretiano c, ma socialmente desiderabile?
- bisogni meritori: bisogni da perseguire sono quelli con unutilit sociale, a prescindere dal
tipo di mercato in cui questi bisogni sono domandati ed offerti e dalla distribuzione iniziale
delle risorse: sanit, istruzione ecc. Bene meritorio diverso da bene pubblico, hanno in
comune estrernalit positive sociali, ma a differenza dei beni pubblici i beni meritori non
sono oggetto di non rivalit nel consumo e non escludibilit. (es, istruzione a numero chiuso,
si possono non ammettere tutti gli studenti)
- specificit concetto di efficienza: si rif ad un giudizio di valore etico, cio il principio
dellindividualismo etico che rappresenta il fondamento morale sul quale si basa il giudizio
di valore che consente di definire ottima o subottimale una situazione di equilibrio
paretiano rispetto ad un altra.
Mercati non perfettamente concorrenziali:
La concorrenza perfetta presuppone leguaglianza tra prezzo e costo marginale (costo
dellultima unit prodotta di un determinato bene) la caratteristica fondamentale della
concorrenza perfetta. La produzione si fermer quando prezzo e costo marginale si
eguagliano. Quando questa situazione non si verifica (concorrenza monopolistica,
monopolio, oligopolio) impossibile raggiungere lottimo paretiano. La condizione di
raggiungimento di ottimo paretiano uguaglianza tra prezzo e costo marginale
La politca economica (ad es. attraverso la legislazione antimonopolistica) pu cercare di
rimediare a questo fallimento di mercato, spingendo le imprese a portare il prezzo al valore
del costo marginale.
Quando non si realizza la concorrenza perfetta:
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ecc.) o naturale (un solo produttore che ha la materia prima per produrre un prodotto,
es. se ci fosse un solo paese con giacimenti petroliferi), si ha la coincidenza tra offerta
complessiva del mercato e offerta dellimpresa. Es. public utilities, monopolio creato sia
per la presenza di economie di scala sia per scelte del legislatore. Il monopolista
produce una quantit q tale da eguagliare il costo marginale al ricavo marginale, il
prezzo praticato dal monopolista maggiore del costo marginale. In monopolio non
viene rispettata la condizione di prezzo uguale a costo marginale e quindi il sistema non
in grado di determinare equilbri pareto efficienti, cio efficienti in senso paretiano. la
quantit di output prodotta inferiore a quella ottimale e alcune risorse non sono
sfruttate nel loro potenziale.
- oligopolio: mercato non concorrenziale che si realizza pi frequentemente del
monopolio, oligopolista fissa il prezzo o quantit ottima osservando il comportamento
delle altre imprese rivali (scelte strategiche), ci implica che non si raggiunga
necessariamente un equilibrio efficiente in senso paretiano, la politica economica pu
cercare di rimediare a questo fallimento mercato ad es. attraverso la legislazione
antimonopolistica.
- mancanza di libert dentrata e duscita (mancanza di contendibilit)
- contendibilit dei mercati: la possibilit che nuove imprese entrino o escano liberamente
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delle azioni volte alla riqualificazione della proprie competenze, questo richiesto per
evitare un sussidio di disoccupazione che crei azzardo morale, se so di avere un sussidio
per la disoccupazione, questo mi pu disincentivare a cercare un lavoro. In Italia non c
sussidio di disoccupazione, ma la cassa integrazione guadagni, che ha come obiettivo
quello di integrare da parte dello Stato il reddito del lavoratore disoccupato o occupato a
ritmi pi blandi, orari ridotti, la funzione duplice: stabilizzatore sociale, si d reddito ad una
famiglia che ha problemi di disoccupazione, altra finalit attraverso lintegrazione del reddito
si introduce un elemento di flessibilit nel mondo del lavoro, perch si riduce lattrito tra
datore di lavoro e lavoratore, il datore potr pi facilmente ridurre la forza lavoro in caso di
difficolt con minori resistenze da parte del lavoratore perch sa di avere integrazione da
parte dello Stato.
Un ulteriore intervento di policy quello volto ad incentivare le assunzioni, quando
disoccupazione molto forte tra una certa categoria di lavoratori, si possono attivare
politiche mirate allassunzione di questa categoria di lavoratori.
Questi interventi hanno comunque effetti indesiderati e conseguenze impreviste.
Inflazione:
Se il livello generale di prezzi a livello aggregato tende a crescere si ha inflazione, se tende
a diminuire si ha deflazione. Un elemento di fallimento del mercato inflazione, ma
nellattuale condizione economica generale anche la deflazione rappresenta un fallimento
del mercato, Entrambe hanno effetti patologici che definiscono fallimento del mercato nel
suo complesso.
Inflazione pu essere definita in vari modi secondo due binari paralleli
- guardando alle cause che la determinano:
- eccesso di domanda o carenza di offerta di beni
- politica monetaria espansiva, introduzione di liquidit da BCE, perch aumentando la
quantit di moneta si pu causare laumento dei prezzi
- aumento dei costi: se in un sistema economico il livello dei costi di produzione tende a
crescere, es. se diminuisse lofferta di lavoro, questo determinerebbe un aumento del
costo del lavoro, che potrebbe tradursi in un aumento generale dei prezzi, es. se c
una guerra la gente viene reclutata sottraendo forza al mercato del lavoro
- extraprofitti: in forme di mercato non concorrenziale, volont dellimprenditore di
ottenere extra profitti, principio del costo pieno mette in evidenza ottenimento di extra
profitti con variazione di livello dei prezzi, il prezzo secondo la teoria del costo pieno
uguale a costo di produzione pi mark-up, cio extra profitto. Se introducendo una
liberalizzazione di mercato si ha una contrazione del potere di mercato del singolo
operatore si ha una tendenza a riduzione dei prezzi.
- guardando alla dimensione che il fenomeno assume
- strisciante. intorno a 2-3%
- moderata: sopra 3% ma inferiore a 10%
- galoppante, incrementi a 2 o 3 cifre (20% . 200%)
- iperinflazione: quando supera 300% annuo
Dal dopoguerra al 2009 vi sono due momenti storici nei paesi occidentali
- da 2 dopoguerra fino al 73 (prima crisi petrolifera): inflazione strisciante, benvista dagli
economisti perch rappresenta un fenomeno fisiologico di uneconomia in crescita.
- dal 73: aumento prezzo del petrolio (73 e 79) da strisciante a moderata. Dopo lo shock
petrolifero si ha inflazione da aumento dei costi, perch aumenta il costo di un input
fondamentale nella produzione di tutti i prodotti: lenergia.
LEZIONE N. 7 I FALLIMENTI MACROECONOMICI (II)
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Deflazione:
Rappresenta fallimento del mercato, ci si allontana da efficienza paretiana, si apre uno
spazio per un intervento di policy.
E lopposto dellinflazione, fenomeno caratterizzato dalla progressiva riduzione dei prezzi ,
deriva da una debolezza della domanda di beni e servizi, che non tale da saturare il
mercato dellofferta, quindi si determina un eccesso di produzione. Le imprese accumulano
scorte di magazzino indesiderate, non riescono a vendere parte delloutput prodotto e
tenderanno ad abbassare i prezzi per poter vendere. Sono quindi incentivate a posticipare
acquisti e di beni e servizi che non siano necessari. Se ho davanti a me prospettiva di
deflazione posso essere indotto posticipare le spese non indispensabili perch mi aspetto
una ulteriore riduzione dei prezzi e poter effettuare gli acquisti a prezzi pi bassi. Questo
fenomeno amplifica effetti negativi della deflazione perch i suoi effetti hanno un effetto
ritorsivo. La riduzione dei prezzi porta ad una riduzione dei ricavi totali delle aziende e di
conseguenza una riduzione degli eventuali profitti, per compensare cercheranno di
contrarre i costi di produzione, e possono farlo:
- diminuendo i costi di acquisto di beni e servizi intermedi da parte di altre aziende,
aumentando la contrazione della domanda
- agire cercando di ridurre il salario dei lavoratori
- agire cercando di ridurre il costo al credito per lacquisto di beni in conto capitale
Landamento deflativo dei prezzi tende a determinare una sostanziale contrazione della
capacit produttiva del sistema economica, diventa conseguenza e amplifica la recessione.
Secondo Keynes in tempi di crisi economica li risparmio distruttivo perch se tutti i
risparmiano diminuirebbe la domanda aggregata e di conseguenza la ricchezza perch
diminuiscono produzione aggregata e occupazione.
Ce relazione tra andamento dei prezzi, crescita economica e tasso di disoccupazione o
occupazione, che si cristallizza nella curva di philips, che osserva una relazione empirica
tra variazione dei salari e il livello di disoccupazione, che negativa, per una crescita nel
livello dei salari vi una tendenziale contrazione della disoccupazione e viceversa (trade off
tra disoccupazione e inflazione)
Il salario varia in funzione di un aumento di prezzi o per miglioramento della qualit del
lavoro.
Se il salario varia a produttivit costante, la variazione nel salario dipende esclusivamente
dalla variazione dei prezzi, quindi il trade off tra disoccupazione e variazione di salari pu
essere trasferito a rapporto tra disoccupazione ed inflazione, quindi il policy maker pu
scegliere tra combinazioni diverse, potendo avere inflazione alta a e disoccupazione
contenuta e viceversa.
Critiche: da Friedman, che pone due problemi:
- se il policy maker tenta mediante politica monetaria espansiva di ridurre la disoccupazione
introducendo salari pi alti, laumento dei salari potrebbe temporaneamente indurre la
forza lavoro a offrire pi lavoro, questa politica quindi pu avere solo effetti di breve periodo
perch laumento dei salari tender a tradursi in un aumento generale di prezzi e il salario
reale resta invariato, perch aumentano anche i prezzi e quando i lavoratori ne prendono
coscienza torner ad offrire la stessa quantit di lavoro che offriva precedentemente, per
cui il sistema tende a ritornare allequilibrio occupazionale precedente ma con aumento
dellinflazione, quindi il trade off tra occupazione e inflazione si traduce nella logica
monetarista in una sostanziale livello di occupazione che non pu mai andare oltre il livello
di piena occupazione e ogni tentativo di portarlo al di sopra si traduce esclusivamente in
aumento di inflazione che il sistema incorpora e si porta dietro.
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Quindi nel lungo periodo la curva di Philips verticale e non inclinata, ci sottende lidea
che non esiste alcun trade off tra disoccupazione e inflazione.
In realt questa critica non spiega perch nei sistemi economici vi sono livelli di
disoccupazione persistente al di sopra dei valori fisiologici. Per spiegarlo sono stati proposti
vari modelli:
- salari di efficienza: le imprese possono avere un incentivo a mantenere un salario pi
elevato rispetto a quello di equilibrio perch in questo modo possono selezionare i
lavoratori pi efficienti, quelli che hanno maggiore produttivit e li possono incentivare ad
evitare comportamenti di shirking, cio lavorare al di sotto del proprio potenziale. Questo
modello, introdotto negli anni 80, si bas sul problema del fallimento macroeconomico del
mercato dovuto alle asimmetrie informative: tra lavoratore e datore di lavoro, il lavoratore
ha maggiori informazioni su quelli che sono i propri skills e sulleffort che metter nel
lavoro, il datore di lavoro non pu sapere queste cose, questa asimmetria potrebbe indurre
a comportamenti di azzardo morale, cio indurre il lavoratore a lavorare al di sotto del
proprio potenziale, quindi corrispondere un salario superiore pu indurre il lavoratori a
lavorare in modo pi efficiente, mentre mantenere salari bassi determina meccanismi di
selezione avversa, attirando solo i lavoratori che avranno determinanti comportamenti. Se
si ha un salario pi alto rispetto a quello di equilibrio si avr una maggiore disoccupazione
rispetto alla disoccupazione naturale, quindi ci sar disoccupazione involontaria.
- insider e outsider: spiega persistenza di disoccupazione involontaria al di sopra di quella
naturale distinguendo il mercato del lavoro in
- insider: gi impiegati nel mondo del lavoro, avendo posizione di vantaggio rispetto agli
outsider lo possono utilizzare a proprio vantaggio, assumendo comportamenti
corporativi che spingano le aziende a non assumere outsider, per costi di licenziamento
vecchia forza lavoro e assunzione nuova forza lavoro, costi di addestramento degli
outsider, comportamenti sleali degli insider per evitare assunzione di nuova forza lavoro,
es. osteggiare nuovi assunti e spingerli fuori dal mercato del lavoro, col vantaggio che
diminuisce la forza lavoro impiegata e aumenta il salario.
- outsider. non impiegati ma vorrebbero entrare nel mondo del lavoro
- modello di Weizman: pone accento su comportamenti strategici in mercati imperfetti, la
logica che vi sono comportamenti strategici che inducono le imprese che operano in
mercato non concorrenziali possono a non saturare il mercato e contenere quota di output
prodotto e venduto, questa contrazione strategica dellimpresa determina contrazione
forza lavoro e maggiore disoccupazione rispetto a quella che ci sarebbe stata
incondizionati di equilibrio del mercato, mentre se tutte le imprese si comportassero in
modo audace espandendo la produzione in modo coordinato, la domanda di ognuna
creerebbe il mercato per le altre, portando il sistema in piena occupazione.
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Legge di Okun: pi che una vera e propria legge una evidenza empirica, individua una
relazione tra crescita economica e livello di disoccupazione. Il calo del tasso di
disoccupazione legato alla crescita e economica e per avere una contrazione del tasso di
disoccupazione la crescita economica deve essere al di sopra del trend di lungo periodo
della crescita del reddito, dato dalla crescita della produttivit e della popolazione.
Il reddito economico dato da crescita di produttivit e produzione: il reddito economico
dato dalla produttivit media della forza lavoro x quantit di forza lavoro impiegata.
produttivit media forza lavoro/tasso di disoccupazione (tasso occupazione/forza lavoro
totale) x forza lavoro/popolazione x popolazione
Si crea una relazione tra reddito potenziale, dato da produttivit media lavoro tasso
disoccupazione tasso di attivit e popolazione stessa, quindi la crescita del reddito
determinata dalla crescita della popolazione e dalla crescita della produttivit media, per
avere una contrazione della disoccupazione il tasso di crescita economica deve essere
superiore al trend di crescita del lungo periodo di popolazione e produttivit media.
Teorie della crescita endogena/esogena
Fino alla met degli anni 80 le teorie della crescita ritenevano che il tasso di crescita di lungo
periodo di un sistema economico fosse pari al tasso di crescita naturale, cio il tasso crescita
della forza lavoro pi il tasso di crescita della produttivit (prodotto x occupato) dovuto al
progresso tecnico, senza interrogarsi sulle motivazioni che determinano la crescita, dandole
per fisse (crescita endogena), ritenendo quindi ininfluenti i comportamenti degli operatori. I
modelli di crescita endogena si saldano ai modelli di crescita esogena proposti a partire
dagli anni 50, vengono proposti negli anni 80 e hanno come obiettivo definire le determinanti
endogene della crescita economica, dato lelemento di insoddisfazione dato dai modelli
esogeni, per i quali la crescita era legata a fattori esterni rispetto al modello in s, il fattore
tecnologico e il fattore risparmio, questi modelli avevano equilibrio di lungo periodo di stato
stazionario, nel lungo periodo la crescita zero, a meno che vi sia un progresso tecnologico,
ma non si definisce la motivazione della crescita.
I modelli di crescita enodgena hanno la funzione di individuare i fattori endogeni della
crescita economica, introducono una dinamica di crescita positiva nel lungo periodo,
ricorrendo ai concetti di esternalit positive, che introducono economie di scala crescenti
nellaggregato legati agli effetti di spill over, beneficio legato allattivit collettiva svolta
dalleconomia.
I perni attorno a cui si sviluppa ila crescita endogena sono due:
- investimento in tecnologia
- investimento in capitale umano
questi fattori determinano dinamiche di rendimenti di scala crescenti e crescita nel lungo
periodo perch un investimento privato in ricerca e sviluppo ha risvolti positivi per limpresa
stessa, ma ha riflessi positivi anche per le altre imprese che potranno beneficiare dei risultati
della ricerca, gli investimenti in capitale umano hanno effetti positivi anche sulle altre
imprese nel momento in cui andranno ad assumere un lavoratore formato da unaltra
impresa. Capitale umano e processo tecnologico consentono di introdurre nei modelli di
crescita endogena dei modelli di economie di scala crescenti e quindi crescita nel lungo
periodo determinata endogenamente dagli investimenti privati in ricerca e sviluppoo e
capitale umano.
Linstabilit economica connessa ai fallimenti macroeconomici pu avere impatto negativo
sulla crescita di lungo periodo, perch la crescita dilungo periodo legata a fattori esterni vi
potrebbe essere incapacit dellimpresa privata di scegliere sviluppo tecnologico e umano
socialmente ottimali, ci pu giustificare intervento del policy maker.
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Le diverse scuole di pensiero economico sono assai divise sui provvedimenti che il policy
maker pu adottare per risolvere i fallimenti macroeconomici, alcuni economisti postulano
la capacit da parte del mercato di determinare equilibri virtuosi di crescita di lungo periodo,
altri sostengono che gli elementi di fallimento del mercato macroeconomico creano
fenomeni ostativi nella crescita di lungo periodo creando spazi per lintervento del policy
maker.
Bilancia dei pagamenti
I problemi di fallimento del mercato dovuti alla bilancia dei pagamenti sono dovuti a squilibri
nel lungo periodo, problemi che hanno natura cronica.
La bilancia dei pagamenti registra tutte le transazioni compiute tra i residenti di un certo
sistema economico ed il resto del mondo, in pratica rappresenta le entrate e le uscite tra
un paese e resto del mondo. Ha tre elementi:
- conto corrente: esportazioni, importazioni, di beni cio le voci merci servizi e redditi lavoro
e capitali e trasferimenti unilaterali correnti,
- conto capitale: operazioni commerciali e trasferimenti relativi attivit investimento
intangibili, diritti autore, brevetti, ecc
Insieme rilevano movimenti di merci e servizi esclusi quelli unilaterali, uniti danno la
grandezza del saldo complessivo dei movimenti di beni e servizi.
- conto finanziario: movimenti di capitale a breve medio e lungo termine, che possono
essere in investimenti diretti, investimenti di portafoglio o, derivati e altri investimenti,
variazione delle riserve ufficiali.
Se un paese esporta he eccesso di esportazioni durevole nel tempo, una parte delloutput
prodotto viene esportata, quindi si hanno flussi finanziari in entrata e flussi di beni in uscita,
questo determina squilibrio su conto corrente e conto capitale che deve essere bilanciato
da movimenti opposti sul conto finanziario, questo determinano delle pressioni sul sistema
finanziario che diventano insostenibili nel lungo periodo. Gli squilibri (avanzi e disavanzi)
non sono sostenibili nel lungo periodo e il policy maker se necessario dovr intervenire per
riportare lequilibrio, ad esempio con interventi sui tassi di cambio, se flessibili, attraverso
acquisto o vendita di valuta, che comunque non possono essere sostenute nel lungo
periodo.
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avere disoccupazione minore devo aumentare tasso di inflazione, quindi anche qui se il pm
vlesse ridurre disoccupazione dovr ottenere inflazione compatibile con il livello di
occupazione desiderato.
Medodo delle priorit
Se il pm deve compiere una scelta tra due obiettivi deve fissare delle priorit rispetto agli
stessi, se si hanno pi obiettivi tra di loro collegati, il pm deve fissare un obiettivo primario e
uno secondario, deve prima quindi modificare (con la minima variazione possibile) il livello
dellobiettivo secondario (es. reddito del nord), in modo che sia compatibile con lobiettivo
prioritario.
Se questa azione di policy fissa obiettivi dando una priorit ad uno di essi, la scelta non
pi soggetta ad un solo vincolo, ma anche quello dato dallobiettivo fisso prioritario.
Obiettivi flessibili con saggio marginale di sostituzione variabile
Il metodo degli obiettivi flessibili con sms variabile ha una soluzione analoga al problema
della scelta del consumatore in microeconomia, lunico punto di tangenza tra curva di
indifferenza e la curva di trasformazione rappresenta la soluzione del problema
Nella teoria del consumatore si ha un vincolo di bilancio dato dal reddito a disposizione del
consumatore e una serie di curve di indifferenza, ordinate in maniera crescente per livelli di
utilit,
dato un vincolo andremo a posizionarci sul punto del vincolo di bilancio che gli consente di
massimizzare la propria utilit, quindi massificazione dellutilit dato il vincolo, cio il reddito
disponibile, in rapporto ai beni considerati, che rappresentano linclinazione della curva del
valore di di bilancio
In modo analogo si pu risolvere il problema delle scelte pubbliche, dove la curva di
trasformazione rappresenta il vincolo a cui deve sottostare il pm, a mappa delle curve di
indifferenza sociale (funzione del benessere sociale FBS), rappresentano il modo in cui il
benessere sociale aumenta a seconda dei vari livelli di reddito nelle due circoscrizioni,
queste funzioni sono curve e concave verso lalto, per cui si ipotizza che il saggio marginale
di sostituzione, cio rapporto con cui sostituisco reddito del nord con reddito del sud
mantenendo inalterato il benessere sociale sia variabile, cio decrescente da sin verso
destra, In sostanza si ipotizza una situazione in cui sms variabile, obiettivi flessibili e quindi
la scelta del pm la scelta di massimizzazione del benessere sociale soggetto a un vincolo
che dato dalla curva di trasformazione, quindi il pm segue approccio ottimizzante, opposto
rispetto a quello seguito per gli obiettivi fissi, dove venivano previsti obiettivi e stabiliti metodi
per raggiungerlo, lasciando fisso obiettivo prioritario e variando quello secondario, mentre
in questo caso si cerca ottimizzazione. La situazione ottimale si trova sul di tangenza tra
curva di trasformazione e funzione benessere sociale, perch se si collocasse su un punto
differente, si avrebbe un equilibrio nel quale si stabilirebbe un livello di reddito pi alto per
un settore e pi basso per laltro, sarebbe un punto di equilibrio compatibile con la curva di
trasformazione, ma sposandoci in un qualsiasi punto alla destra di questo equilibrio
aumenteremmo la funzione del benessere sociale, fino al punto di intersezione, spostandoci
alla sua destra, lunica curva di indifferenza che si incontrerebbe con la curva del benessere
sociale sarebbe al di sotto del punto di equilibrio.
Obiettivi flessibili con sms costante
La risoluzione del problema analoga alla precedente, lapproccio ottimizzante, ma il
policy maker avr curve di indifferenza lineari, non convesse verso laltro, la funzione del
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benessere sociale non decrescente e con concavit rivolta verso altro, sar decrescente
da costante perch il sms resta costante al variare dei redditi di n e s perch hanno lo stesso
peso. La scelta sar la massimizzazione del benessere sociale data la curva di
trasformazione, quindi la coppia di redditi che consentono di collocarsi sulla pi alta curva
di benessere sociale dato il vincolo di bilancio
Seguire una strategia ad obiettivi flessibili pu portare a situazioni ottimali in senso
paretiano, mentre operare su obiettivi fissi porta a situazione subottimale, perch dato un
valrore prefissato dellobiettivo primario trova il valore compatibile per lobiettivo
secondario,c che per non la situazione ottimale, ma il pm la pu scegliere perch ha altri
obiettivi paralleli da perseguire, per non creare meccanismi di instabilit sociali o per motivi
di natura elettorali (fallimenti del non mercato) o per comportamenti virtuosi del pm e non
riconducibili al fallimento del non mercato.
Lindice di malessere e le critiche
La funzione di benessere sociale potrebbe avere la forma W=aYn+bYs dove a e b sono i
pesi assegnati al reddito nelle due circoscrizioni (il SMS costante, dato da b/a).
Se gli argomenti della FBS con SMS costante sono p (inflazione) e u U (disoccupazione) la
funzione si presenta nella forma W=ap+bu dove a e b sono costanti negative. Nel caso in
cui a=b=1 si ha lindice di malessere di Okun che pari alla somma del tasso di
disoccupazione e di inflazione.
Questo indicatore oggetto di varie critiche:
1. lindice di malessere indica preferenze che possono non essere condivise in quanto
disoccupazione e inflazione hanno lo stesso peso (a=b=1); cio 1% in pi di inflazione e
uguale a 1% in pi di disoccupazione
2. La diminuzione del benessere causata da un punto in pi di disoccupazione
compensata da una diminuzione di un punto dellinflazione e viceversa. Se cambiano in
misura notevole le posizioni di partenza in materia di disoccupazione e inflazione,
mutano i termini del rapporto con il quale si disposti a scambiare incrementi delluna
con decrementi dellaltra lasciando invariato il benessere.
LEZIONE N. 11 LA TEORIA NORMATIVA DELLA POLITICA ECONOMICA III
Strumenti della politica economica sono variabili che devono
- poter essere controllate dal pm, cio che il pm pu direttamente agire su di essa.
- influenzare altre variabili che sono lobiettivo della politica economica,
- distinguersi dalle altre variabili strumentali per controllabilit da parte del policy maker ed
efficacia in termini di risultati ottenuti sulle variabili obiettivo
Quindi es. se obiettivo aumento pil il pm potr agire sulla spesa pubblica, non ha influenza
diretta sul pil, ma pu agire per aumentare la spesa pubblica e migliorare il pil, o variare la
disoccupazione agendo sul mercato del lavoro, es. diminuendo cuneo fiscale.
Classificazione di Tinbdbergen;
Le variabili strumentali possono essere:
- politiche quantitative: agiscono attraverso variabili quantitative, es. variazione della spesa
pubblica, in aumento o riducione, che ha effetti sul pil, altro esempio sono le variazioni nel
livello di tassazione ecc
- politiche qualitative: possono introdurre limiti qualitativi sul livello di credito concesso dalle
banche, introduzione di una nuova imposta es, a differenza delle quantitative introducono
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qualcosa di nuovo es. nuova imposta, se invece si varia la grandezza dellimposta si attua
una politica quantitativa.
- politiche di riforma: simili alle qualitative, introducono qualcosa di nuovo, ma hanno una
portata maggiore, vanno ad introdurre delle nuove azioni politiche con effetti sullintero
sistema economico. Es. regime della propriet: pubblicizzazione o privatizzazione di
aziende.
Politiche di controllo diretto/indiretto
- Controllo indiretto: es. politica fiscale, politica del tasso di cambio. politiche monetarie:
hanno effetti indiretti sulla variabile obiettivo, agiscono attraverso uno strumento per
raggiungere un obiettivo, es. se obiettivo e far apprezzare o deprezzare la valuta si pu
agire attraverso politiche monetarie, aumentando per es la base monetaria
- controllo diretto, se obiettivo far ridurre le importazione si pu agire con politica di
contingentamento delle importazioni, cio mettere dei limiti ai beni che possono entrare
nel paese, es, per ridurre i consumi si possono razionare, o attraverso politica fiscale, cio
in modo indiretto
Misure discrezionali/ regole automatiche
Le misure discrezionali sono attuate per discutere uno specifico problema quando si pone,
si hanno quindi tre fasi, lindividuazione del problema, la scelta della soluzione, lattuazione
della soluzione. es. politica straordinaria di sostegno alla disoccupazione attraverso bonus
di sostegno erogati per alcune aree del paese per alcune fasce di reddito per livelli
particolarmente alti, mentre se il sussidio di disoccupazione automatico alla perdita del
lavoro in determinate circostanze, questa una regola automatica
Si dice che le regole automatiche siano quelle pi immediate. Un ulteriore vantaggio delle
regole automatiche legato alla certezza dellazione politica, c assenza di discrezionalit
e quindi maggiore affidabilit.
Componenti del modello in forma strutturale
Dopo la definizione di obiettivi e strumenti si possono definire un modello in forma strutturale
o in forma ridotta:
Componenti del modello in forma strutturale sono:
- equazioni di definizione: danno delle definizioni, es cosa si intende per pil, come si calcola
ecc
- equazione di comportamento: definiscono una legge attraverso la quale si pu
determinare il comportamento di un soggetto
- equazioni tecniche: es funzione di produzione che dice come varia la quantit prodotta da
un impresa o dallintero sistema al variare di un input, che dipende dalla tecnologia
sottostante, cio data determinata tecnologia loutput prodotto varia al variare del lavoro,
se aumento lavoro posso aspettarmi una variazione nella produzione di un determinato
ammontare, che dipende dalle conoscenze tecnologiche
- equazioni di equilibrio: stabiliscono un eguaglianza tra input e output
- equazioni istituzionali: non sono presenti nel nostro modello, ma possono definire
determinate regole fissate dagli organi istituzionali, es, regole di Maasstricht, non vi
spazio di finanziamento della spesa pubblica tramite introduzione di moneta, ma solo
tramite tributi o debito pubblico.
Tipologie di variabili:
- variabili esogene: sono quelle le cui variazione sono determinate da fattori esterni al
modello.
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- variabili endogene: sono quelle la cui variazione determinata dalla variazione di altre
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- Ogni partito politico rappresenta differenti gruppi sociali con diversi interessi e diverse
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I fautori del liberismo sono favorevoli a intervento minimo dello Stato e evidenziano fattori
negativi, i fattori di un approccio statalista invece andranno a evidenziare i vantaggi, si ha
anche un aspetto ideologico quindi.
La scuola della public choice esamina accuratamente il meccanismo degli incentivi che sta
alla base dei fallimenti pubblici. Lo Stato pu fallire cio dove si determinano le cause che
hanno portato al fallimento di mercato: legate per es, a monopoli naturali, o meccanismi di
asimmetria informativa, tutti questi meccanismi si realizzano anche quando si hanno dei
meccanismi di delega.
Nel settore pubblico lazzardo morale di regola pi intenso che nel settore privato, perch
viene meno il rischio del fallimento, o percepito come meno importante, perch il rischio
defautl dello Stato molto remoto, rispetto al possibile fallimento di unazienda, per le
conseguenze che porterebbe.
Proposte per migliorare lefficienza dello Stato
Posto che lo Stato soggetto a fallimenti tanto quanto il mercato, vanno definite possibili
azioni correttive per migliorare lefficienza dellintervento pubblico in economia.
Secondo la banca mondiale:
- adozione di regole e vincoli efficaci per le istituzioni ad ogni livello, con regole certe
riducendo la discrezionalit dellintervento pubblico, lasciando meno spazio di azione,
riducendo i possibili conflitti nel meccanismo di delega tra principale e agente, limitando
quindi le opportunit di azzardo morale di pm e burocrate
- maggiore pressione competitiva: creare meccanismi per cui i diversi organi dello Stato
tengano a fare meglio
- maggiore controllo e partecipazione democratica
Programma di azione pubblica
- Lorigine dellintervento pubblico che i politici possono attivarsi motu proprio, ovvero su
segnalazione di altri
- lanalisi del funzionamento del soggetto pubblico interviene quando vi un fallimento di
altre istituzioni e contestualmente vi sia una ragionevole certezza che il risultato
determinato dallintervento sia migliorativo
- vi un fallimento di altra istituzione
- il risultato deve migliorare la situazione
- la scelta del tipo di intervento sar effettuata tenendo conto di:
- fattibilit dellintervento che non pu non tenere conto del rapporto politico burocrate
- fattibilit dal punto di vista dei mercati e delle istituzioni
- natura dei risultati in termini micro e macroeconomici
Decentramento delle funzioni
Per incrementare lefficienza di alcune funzioni di politica economica possono essere affidati
ad appositi organi dello Stato:
- decentramento orizzontale: delegare una funzione ad un apposito soggetto separato che
Stato federale
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LEZIONI N. 14 - 15 LE FUNZIONI DI GARANZIA DEL MERCATO Gli obiettivi delle misure di politica microeconomica sono:
parti nello statuto e nellatto costitutivo: gli azionisti apportano il capitale necessario
allimpresa e tendono a volere la massimizzazione dellinvestimento azionario, devono
quindi essere tutelati affinch i manager non operino abusi di potere, a loro volta i manager
devono essere avere le risorse necessarie far funzionare limpresa, ma hanno interesse ad
accrescere la propria retribuzione, il proprio prestigio. I manager per conservare il proprio
lavoro saranno decisamente avversi al rischio, mentre gli azionisti potrebbero voler
intraprendere progetti con rischio pi alto ma ritorni pi alti. Vi pu essere asimmetria
informativa, azzardo morale, costi di transazione. Il policy maker potrebbe dovere
intervenire a tutela del buon andamento della societ, attraverso strumenti che vadano oltre
listituzione del diritto di propriet:
- strumenti di natura contrattuale, che prevedano norme specifiche che limitino la
trasferibilit dei titoli di propriet, o il diritto di voto dei proprietari di minoranza
- patti di sindacato o accordi di voto
- relazioni di fiducia
- disciplina del mercato del controllo societario
Sono quindi necessarie delle regole per la disciplina del mercato societario, istituzioni
finanziarie in grado di valutare laffidabilit di chi intenda accedere alla propriet o al
management aziendale, norme a tutela dei piccoli azionisti.
6.3. il governo societario in Italia e nel mondo
Modello renano-nipponico: caratterizzato dal controllo sullimpresa operato dai proprietari,
spesso banche o altre imprese, per rafforzare la posizione e la stabilit dei proprietari
(nocciolo duro) possibile porre limite al numero dei soci, al valore del capitale, alla
trasferibilit dei diritti di propriet. Spesso proprietari e amministratori sono legati da rapporti
di fiducia. E fatto ampio ricorso a finanziamenti bancari e molto spesso le banche stesse
sono azionisti di maggioranza o proprietarie dellimpresa e assumono un ruolo importante
nella sua gestione. In questo modo rafforzata la collaborazione tra manager e proprietari,
ma sono scarsamente tutelati gli azionisti di minoranza, inoltre si possono creare forti gruppi
di potere e accentramento della ricchezza mobiliare.
Modello anglosassone: Le strategie di azione e il controllo sono sempre affidate al
proprietario, ma il mercato finanziario pu rimuovere un manager poco efficiente, infatti in
tal caso i proprietari sono spinti a vendere le proprie azioni, facendone calare il valore e
spingendo altri investitori ad acquistarle attraverso i takeover, che subentreranno nel
controllo sostituendo il manager inefficiente.
La public company unimpresa ad azionariato diffuso, facilita il passaggio del controllo da
un soggetto allaltro anche con poche quote di capitale, in questa tipologia di societ si corre
il rischio che i manager, spinti dalla propriet a massimizzare il reddito distribuitile, tendano
a compiere scelte che non tengano conto dello sviluppo a medio lungo termine dellazienda,
perch costose nellimmediato.
In Italia e Francia il modello adottato simile a quello renano nipponico, le imprese sono
spesso controllate da famiglie che spesso le gestiscono direttamente. Questo anche a
causa dello scarso rilievo del mercato borsistico, che tuttavia si sta espandendo anche per
via delle privatizzazioni.
Le norme introdotte con decreto Draghi (DLGS 58/98), che avvicinano il modello italiano a
quello anglo sassone, mantenendo comunque lasono finalizzate
- alla tutela delle minoranze: attraverso riduzione delle quote di partecipazione minime per
convocare lassemblea, la nomina di membri del collegio sindacale da parte delle
minoranze, inasprimento delle pene per insider trading.
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attraverso il mercato azionairio, stabilendo un massimo del 2% gli incroci azionari, con
possibilit di arrivare al 5% per consentire la formazione di alleanze, obbligo di comunicare
alla Consob partecipazioni superiori al 2% del capitale, riduzione dei casi in cui
necessaria OPA per il trasferimento del controllo di una societ e snellimento delle
pratiche di offerta.
6.4 Limpresa pubblica e le privatizzazioni
Limpresa pubblica uno strumento di controllo diretto del mercato, che si presta alla
realizzazione di obiettivi di efficienza allocativa, occupazione, sviluppo generale, settoriale,
regionale, inoltre raccorda scelte aziendali e obiettivi pubblici, es. aumento delle
esportazioni. Nasce come strumento per rimediare a diversi fallimenti di mercato. In un
mercato oligopolista la sua presenza pu accrescere lefficienza allocativa del mercato,
mentre in situazione di monopolio naturale eliminerebbe gli extra profitti del monopolista
privato.
A partire dalla met degli anni 80 vi sono state numerose privatizzazioni, dovute alla perdita
di fiducia dei governi nelle possibilit delle imprese pubbliche. Questo per molteplici motivi,
dai mutamenti ideologici e politici, con lavvento di governi liberisti, per il venir meno di
alcune posizioni di monopolio naturale, alla crisi economica fiscale, ai problemi di controllo
delle imprese.
Il fatto che limpresa pubblica spesso operi in perdita non sinonimo della sua inefficienza,
infatti il suo obiettivo non il conseguimento di profitti, ma il soddisfacimento dei bisogni
pubblici ed esigenze di efficienza allocativa. Inoltre le imprese pubbliche operano spesso in
quei settori dove i privati tendono a disertare perch poco redditizi. Inoltre le aziende
pubbliche non sono soggette a fallimento.
6.5 Le privatizzazioni in Italia e nel Mondo
In Italia negli anni 80 e 90 si sono avute due ondate di privatizzazioni, la prima non stata
compiuta in modo organico, mentre la seconda, iniziata nel 92 stata pi massiccia.
Le motivazioni delle privatizzazioni sono state:
- ottemperanza alle normative comunitarie, che indicavano la copertura delle perdite delle
imprese pubbliche come aiuti di Stato distorsivi della concorrenza
- Riduzione del debito pubblico attraverso gli introiti delle privatizzazioni
- Inefficienza nella gestione
- migliorare il governo societario: attraverso clausole statutarie che impediscono la
concentrazione del controllo, avvicinandosi alla public company del modello anglo
sassone, introducendo la golden share, cio la facolt che lo Stato si riserva di esercitare
un particolare diritto di voto in particolari questioni, come ad es. difesa nazionale, servizi
di pubblica utilit.
Spesso le privatizzazioni hanno coinvolto imprese in monopolio naturale, in particolare nei
settori delle telecomunicazioni, dellenergia elettrica e del metano, in questo caso si sono
usati alcuni accorgimenti:
- frazionamento della produzione
- regolamentazione dei settori
- regolamentazione dei prezzi, affidata a specifiche autorit
- selezione del monopolista tramite aste.
Il monopolio causa inefficienza paretiana del mercato, infatti il mercato non sviluppato in
tutto il suo potenziale, gli extra profitti dei produttori in monopolio potrebbero essere utilizzati
per utilizzi sociali, per questo il pm deve garantire la concorrenza nel mercato, essendo il
sistema pi funzionale per raggiungere un certo livello di efficienza.
Un primo intervento stata lapertura internazionale, se tutti possono competere su scala
globale le pressioni competitive impongono ai produttori nazionali di confrontarsi con i loro
omologhi stranieri. Un esempio labolizione dei dazi, che proteggono i produttori nazionali
dai concorrenti internazionali, cos che saranno soggetti a concorrenza. Lapertura
internazionale per pu valere per i cosiddetti tradebles, merci , ma non per i servizi.
Altri strumenti per perseguire efficienza sono;
- Liberalizzazione, uno dei presupposti della concorrenza perfetta, far decadere barriere
del prezzo, A perde molto pi di B. La domanda tende a salire perch gli acquirenti sanno
che finita la guerra dei prezzi questi aumenteranno, quindi vendendo in perdita aumentano
le perdite. Un altro modo creare un cartello tra diverse imprese che si accordano per
tenere alti i prezzi (trust). Ogni imprenditore del trust per avr un incentivo molto forte al
tradimento degli altri partecipanti, perch abbassando leggermente il prezzo vender di
pi. Il mercato tende quindi a creare degli anticorpi al monopolio, perch il monopolista
pu trovare diversi ostacoli, es, beni sostituti, (caff/orzo es), il monopolista deve tenere il
prezzo basso per disincentivare la concorrenza, tutti gli imprenditori competono per il
denaro del consumatore, quindi la concorrenza trascende il singolo prodotto o il singolo
settore
- monopolio legale: non una costruzione economica, non riflesso del mercato ma una
creazione del legislatore, il policy maker si riserva per legge un monopolio es. tabacco,
sale, ecc. oramai ha pi obiettivi sociali e non economici, essendo un fallimento del
mercato. In alcuni paesi c il monopolio legale sul pane, attraverso controllo dei prezzi,
sono misure di carattere sociale volte a garantire che tutti possano acquistare un
determinato bene ad un prezzo politico.
Nel caso in cui in una societ eccessivamente grande ha monopolizzato il mercato il policy
maker la pu scindere in societ pi piccole che si faranno concorrenza fra loro, ma se la
societ cresce fino alla sua dimensione ottimale, potendo praticare prezzi bassi,
intervenendo frazionandola il pm pu creare un aumento di prezzi perch le societ scisse
non potranno sfruttare lefficienza delle economie di scala, nonostante la concorrenza.
La legislazione antimonopolistica ha anche altri scopi, tutelare e ampliare libert economica,
limitare le concentrazione, aumentare lefficienza allocativa.
Quando i mercati sono molto concorrenziali aumenta il benessere generale, aumenta la
produzione perch ci si avvicina alla concorrenza perfetta. Nel mondo tutti i paesi con molta
libert economica, in cui la concorrenza effettiva, hong kong, singapore, usa, uk, dove la
libert economica tutelate, il pil molto alto.
Le concentrazioni possono nuocere al mercato perch indice di trust, extra profitti,
inefficienze, pil basso.
Aumentare efficienza allocativa, evitando collusione, abusi di posizione dominante,
concentrazione,anche qui possono esservi effetti negativi, perch concentrazione
collusione ecc, come era presente in europa continentale prima della legislazione antitrust,
in un certo senso incentivano innovazione tecnologica, perch se impresa tutelata dal
punto di vista della concorrenza pu avere pi risorse da investire in ricerca e sviluppo,
anche perch se vero che da un lato che in un mercato poco competitivo i monopolisti
hanno poco interesse ad innovare, dallaltro dispongono delle risorse e il tempo per farlo.
Si possono sanzionare posizioni di abuso dominante o agire allinterno delle imprese
scindendole ecc.
Altro modo per incrementare la concorrenza consiste ne permettere laccesso al mercato
tramite un asta, che per non pu annullare o ridurre gli extra profitti del monopolista, perch
una volta vinta lasta limpresa in monopolio, quindi per avere efficienza allocativa lasta
va abbinata al controllo del prezzo.
Quindi le tre finalit delle politiche antimonopolistiche sono:
1. tutelare la libert economica, in particolare delle piccole imprese, che potrebbero essere
schiacciate dal monopolista. Gran parte dei posti di lavoro e del pil proviene infatti, in
molti paesi, dalle piccole e medie imprese, quindi la loro libert di stare sul mercato va
difesa da atteggiamenti predatori perch garantiscono la stabilit e se non fossero in
grado di produrre ricchezza il sistema economico subirebbe dei danni.
2. limitare il potere economico e politico che sorge dalle concentrazioni: non ha valenza
solo economica, perch un monopolista molto potente, oltre agli extra profitti
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Casi pratici:
Sherman Act 1890, legge statunitense, si compone di due sezioni:
1) vieta intese restrittive dei mercati
2) vieta monopolizzazione dei mercati, vaga ma fu applicata; Standard oil 1911, fu scissa
in 34 societ che iniziarono a farsi concorrenza fra loro, Vennero create altre Standard
Oil, new york, new Yersey, poi alcune si rifusero tra di loro diventando exxon che
maggiore produttore mondiale di petrolio. Alcoa: leader mondiale della produzione di
alluminio, negli anni 30 aveva monopolizzato il mercato con oltre il 90% della produzione,
ma fu sanzionata dalla corte suprema americana, non perch produceva a prezzi alti con
extra profitti, ma perch vendeva a prezzi talmente bassi che nessun concorrente poteva
entrare sul mercato. Fu una decisione fortemente criticata, perch punire unimpresa che
soddisfa i consumatori a prezzo minore? Dopo le sanzioni Alcoa non si riprese mai del
tutto e consumatori dovettero pagare di pi lalluminio. In realt Alcoa aveva trovato la
condizione di sviluppo ottimale che soddisfaceva i consumatori. Caso Bell,compagnia
telefonica che fu scissa in pi compagnie per evitare monopolizzazione del mercato, ma
anche in questo caso i prezzi aumentarono pecche la Bell aveva condizione ottimale
data da economie di scala, mentre le compagnie non avendo i presupposti per le
economie di scale diventarono inefficienti portando allaumento dei costi.
Legislazione europea: la concorrenza tutelata prevalentemente dal diritto comunitario
ispirato al modello statunitense. Ruolo principale della commissione, dove vi un
commissario alla concorrenza, prima del diritto comunitario la questione non era molto
sentita come negli usa, perch cerano molte imprese pubbliche che spesso operavano in
regime di monopolio, per cui gli stati non erano incentivati a combattere il monopolio, ma
tendevano ad aprire ai mercati internazionali. Molte imprese erano incentivate ad esportare.
La normativa europea restringe fortemente gli aiuti di Stato alle imprese, lotta a
monopolizzazione e abusi di posizione dominante.
Legislazione italiana.
La disciplina italiana si applica nei casi residuali rispetto alla normativa europea. In caso di
contrasto non si applica la legge nazionale ma quella comunitaria.
Fino al 1990 non cera legge antimonopolistica in Italia, si usava apertura internazionale,
controllo prezzi, impresa pubblica.
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legge 287/90 istituzione autorit garante della concorrenza e del mercato che vigila sulla
concorrenza nel mercato.
Impresa pubblica: se lo Stato pone un prezzo attraverso impresa pubblica non si pone il
problema del monopolio, perch ha altri fini rispetto a quelli economici.
Controllo dei prezzi:
Il controllo dei prezzi una misura adottata dal policy maker che pu fissare prezzi massimi
o minimi a seconda della finalit. Sono fissati prezzi minimi per garantire redditivit a chi
offre beni e servizi, sono fissati prezzi massimi per obiettivi anti monopolistici.
Il controllo si pu attuare stabilendo:
- margine di profitto massimo: se lo Stato fissa il prezzo troppo basso le imprese possono
non essere in grado di rimanere sul mercato, se lo fissa troppo in alto pu non risolvere il
problema degli extra profitti. Sul singolo bene lo Stato pu dare un prezzo fisso, se
giusto inutile, perch gi lo avrebbe fatto il mercato, se fissa prezzi massimi crea
scarsit, perch si gonfia la domanda, ma lofferta si abbassa perch impresa non ha
interesse a produrre, se fissa prezzi minimi effetto opposto, se un prezzo alto imprese
incentivate a vendere ma consumatori non incentivati ad acquistare.
- tasso rendimento max capitale: in questo caso le imprese saranno indotte a sovra
capitalizzare anzich investire in efficienza produttiva, infatti aumentando il capitale si
riduce il tasso di rendimento e si ha la possibilit di aumentare i prezzi.
- price cap: si fissa un prezzo massimo, definendo un aumento massimo del prezzo dato
dalla differenza tra la variazione dei prezzi al consumo e una percentuale scelta in sede
di regolamentazione, IPC-X, cio se indice di variazione 5% e la percentuale decisa al
3%, il prezzo non potr aumentare oltre il 2%.
Interventi del policy maker su beni pubblici ed esternalit
sono politiche importanti che consentono al policy maker di intervenire in situazioni che
condizionano il sistema economico, spesso esternalit hanno impatto notevole su pil, es.
inquinamento, tasse contro inquinamento, Nel campo delle esternalit queste politiche sono
diventate molto importanti Le esternalit sono i riflessi di unattivit di un soggetto
economico in capo alla sfera giuridica o economica di un altro soggetto, possono essere
positive o negative, ma manca un flusso compensatorio, per questo una condizione di
fallimento del mercato, il pm quindi deve internalizzare le esternalit, cio trattare
lesternalit come un qualsiasi bene che abbia un prezzo di mercato, riportando il mercato
allefficienza, infatti lassenza di esternalit pregiudica lesistenza del mercato di
concorrenza perfetta. Lesternalit pericolosa per il sistema economica perch distorce il
sistema dei prezzi, infatti il costo privato diverso dal costo sociale. Il sistema dei prezzi
non ha tutte le informazioni e non si ha ottimo Il problema potrebbe non risolversi eliminando
materialmente lesternalit ma creando un flusso di ritorno che vada a equilibrare costi e
benefici di tutti gli attori coinvolti
Teorema di Coase: a prescindere da quale assegnazione dei diritti di propriet fatta dal
legislatore, gli operatori del mercato eliminano le esternalit., trattandole come un qualsiasi
bene scambiato sul mercato, cessando di essere un fallimento di mercato ma diventa un
bene soggetto alla disciplina del mercato. Presupposti: propriet privata, assegnata e fatta
rispettare, concorrenza perfetta, mancanza di costi di transazione: se ve ne fossero, cio
costi in genere a danno del danneggiato, se per esempio questi costi fossero onerosi
disincentivano il danneggiato a trattare.
Obiezioni: i costi di transazione non possono essere completamente eliminati, non possono
essere coinvolti pi di due soggetti, non possono esserci asimmetrie informative Es. una
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fabbrica inquina, esce fumo e causa disagi a fondo confinante, costo privato e costo sociale
non coincidono perch il proprietario della fabbrica inquina, ma il costo del suo atto
sopportato dal confinante. Secondo il teorema di cose il proprietario della fabbrica e il
confinante assegneranno un prezzo allesternalit che verr compensata.
Il problema delle esternalit pu essere risolto attraverso regolamentazione, cio regole
dedicate, o attraverso deregolamentazione, cio tramite le norme del diritto civile.
La regolamentazione asimmetrica, penalizza un soggetto e favorisce laltro, generalmente
il soggetto pi debole, es. tutela consumatore.
La regolamentazione pu essere definita come un controllo prolungato di un agenzia
pubblica su unattivit socialmente rilevante.
Altri strumenti per risolvere il problema delle esternalit posso essere strumenti fiscali: tassa
pigouviana, tassando inquinante, che paga una tassa per la sua immissione, in questo caso
tender a produrre solo lesternalit ottimale. Lesternalit diventa come un fattore
produttivo, che entra tra i costi dellimprenditore, compensando costi sociali e costi privati.
Problemi: molto difficile calcolare aliquota della tassa pigouviana. difficile valutare tutti i
danni che le esternalit produrranno in futuro, imposta la fisso oggi ma in futuro quali
saranno i danni? costi reciproci, la fabbrica apre, inqina, viene tassata, inquina meno, laria
pi pulita, arriva altra gente, la fabbrica potr inquinare sempre meno e imprenditore
pagher sempre pi, se alta rischio di delocalizzazione della impresa, con perdita dei posti
di lavoro, quindi in questo caso la tassa per essere efficace deve essere applicata ovunque
Beni pubblici; sono quei beni non rivali e non escludibile, parte della dottrina sostiene che
la produzione dei beni pubblici sia ld unico fondamento dellesistenza dello Stato.
Il pm deve determinare il livello socialmente ottimo dei beni pubblici, vederne il
finanziamento e la produzione, sono problemi che il mercato non pu risolvere, o pu farlo
in modo inefficiente. Problema del free riding, il soggetto usufruisce del bene pubblico ma
non lo paga. Problema delle decisioni da prendere nella scelta degli investimenti,
valutazione costi ricavi, profitto, ma lo Stato non pu fare questa valutazione, lo Stato non
pu produrre reddito. Lo Stato fa un analisi costi benefici per tutta la societ.
Qualora i beni pubblici non venissero prodotti, la vita sarebbe molto incerta, perch il
mercato non pu produrli per via del free riding. es. polizia, giustizia, esercito. Lo Stato
nasce per far fronte a questa incertezza, anche se non sempre in grado a garantire la
produzione dei beni pubblici al 100%. Se non vi fosse produzione di beni pubblici non vi
potrebbe essere mercato.
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Razionamento e altri vincoli finanziari alla crescita: gli imprenditori potrebbero non
trovare investimenti necessari allo sviluppo della propria attivit.
Asimmetrie informative:
Anche in questo caso potrebbe essere necessario lintervento pubblico per lefficienza nel
tempo.
Le politiche industriali modificano
riposizionamento e ristrutturazione.
la
struttura
produttiva,
con
riconversione,
Le politiche industriali possono essere generali, se rivolte a tutto il sistema economico nel
suo complesso oppure selettiva, attraverso tasse, gli economisti concordano che i dazi
dovrebbero essere eliminati. Quando si parla di commercio internazionale i governi sono
liberisti nel commercio interno, ma impongono dazi verso lEstero per proteggere le industrie
domestiche, ma in realt il consumatore che viene danneggiato per favorire il produttore,
sono quindi uno strumento inefficiente. I sussidi, ad innovazioni, per investimenti in nuove
tecnologie. Impresa pubblica, lo Stato si fa imprenditore, uno strumento del passato
entrato in crisi, ma ancora ci sono grandi societ quotate in borsa partecipate dallo Stato o
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dove si ha la Golden share. Aumentare la domanda attraverso laumento del reddito del
consumatore, incentivando al miglioramento della struttura produttiva. Facilitazioni
allaccesso al credito.
Differenza tra Stato liberale e dirigista. Lo Stato liberale non dirige il mercato, non si
interessa del processo economico ma gli importa che tutti i soggetti siano uguali davanti alla
legge, resta indifferente alla produzione dei beni privati. Lo Stato dirigista fissa degli obiettivi
di produzione in merito a beni privati, es. automobili, pu intervenire con dazi per tutelare la
produzione domestica, pu imporre limiti al numero dei prodotti importati, es, max 100.000
auto/anno, pu dare sussidi a determinati settori, dando risorse e incentivi, pu produrre dei
beni, stimolare la domanda.
Incoerenza temporale: quando il pm vuole adottare un intervento di pe, come ad es un
incentivo per costruire uno stabilimento, una volta che ha deciso di dare questo incentivo e
lo stabilimento in funzione potrebbe revocare lincentivo o aumentare la tassazione
allimpresa, rimangiandosi la promessa. In caso di politiche monetarie per es potrebbe
annunciare una politica anti inflazionistica e poi introdurre inflazione per diminuire la
disoccupazione, comportandosi in modo incoerente. Va mantenuta la credibilit.
Politiche regionali sono le politiche industriali volte non a tutto il territorio ma solo ad alcune
aree, volte quindi alla distribuzione territoriale del reddito.
Gli strumenti del pm possono essere:
- incentivi al capitale o al lavoro per operare in determinate aree, fiscalizzazione oneri
sociali, si pu imporre alla pa di acquistare beni in quelle zone interessate dallincentivo.
Va ricordato che per la ue gli aiuti di Stato non sono ammessi, per cui queste politiche
sono meno utilizzate
- patto territoriale: volto alla promozione della costruzione di infrastrutture
- contratti di area: a salvaguardia delloccupazione
- contratti di programma, accordi di programma, per condividere risorse finanziarie per un
determinato progetto
- contratti di localizzazione, per snellire la burocrazia in modo che per gli imprenditori sia
pi conveniente investire in un determinato territorio.
Anche queste politiche possono portare a fallimenti del mercato, perch se non fossero
efficienti se la redistribuzione del reddito non fosse efficiente verrebbero sprecati dei soldi
pubblici, concorrenza sleale perch le imprese in aree svantaggiate verrebbero finanziate
con i soldi delle imprese delle zone non svantaggiate. Stimola false dichiarazioni, pressioni
politiche. Serve intervento per reprimere corruzione, abusi eccetera, si possono formare
rendite di posizioni, pressioni sul pm qualora vengano tolti i sussidi. Gli economisti liberali
sono contrari alle politiche regionali, lasciando spazio alla mano invisibile del mercato. Le
politiche regionali possono fallire, specialmente quelle dirigistiche
Politica commerciale e welfare state
La politica commerciale un insieme di misure relative al commercio estero, pu avere
orientamento liberista o protezionista.
Una politica commerciale liberista si basa sui vantaggi comparati di Ricardo: ogni soggetto
si specializza in ci che sa fare meglio o per lui produttivo. Quindi ogni paese si svilupper
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nelle attivit nelle quali pi competitivo. Possono essere prese misure di facilitazione alle
esportazioni o limitazione alle importazioni, perch il libero commercio internazionale
impedirebbe a certi paesi di sviluppare determinati settori e il pm ha bisogno di proteggere
il mercato nazionale, in realt questo porta ad inefficienze perch si avvantaggiano le
imprese a svantaggio degli acquirenti. Ne lungo periodo esportazioni e importazioni devono
essere equilibrati, il saldo della bilancia commerciale deve pareggiare, non sono sostenibili
deficit e avanzi perch le esportazioni pagano le importazioni.
I principali strumenti sono
- dazi: non detto che si esporti di meno, il dazio tiene basse le importazioni, se un
produttore produce bicchieri a un euro mentre un prod estero li produce a 50 centesima,
mettendo il dazio di un euro il bicchiere estero coster 1,5, se ne avvantaggia il produttore
locale vendendo a un euro mentre la competizione lo avrebbe spinto a vendere a prezzo
inferiore a 50 centesimi. Linefficienza del produttore nazionale pagata dal consumatore,
la redistribuzione non dallimprenditore, soggetto pi forte, al consumatore, soggetto pi
debole, ma viceversa. Se il dazio viene abolito ci perde il produttore e i suoi lavoratori, ma
il consumatore ha una riduzione sul prezzo, con la differenza potr comprare altri beni o
servizi, creando lavoro per i lavoratori cha hanno perso il lavoro nellazienda di bicchieri,
aumenta il pi. Il produttore potr fare pressione al pm pi facilmente del consumatore.
- contingenti
- limitazioni in materia di appalti, forniture, concessioni
- svalutazione monetaria
Lo Stato liberale ottocentesco non aveva grossi costi per lintervento sociale, la chiesa
destinava un quarto delle sue rendite al sostentamento dei poveri, ma gli stati, fino alla prima
guerra mondiale non si occupavano di welfare, si occupavano pi di difesa o di
colonialismo. Dopo la II guerra mondiale i ruoli si invertono.
Oltre allefficienza si aggiunge lequit, questo porta lo Stato ad occuparsi anche della
produzione di beni privati, come sanit, scuola, previdenza ecc. perch beni pubblici in
senso lato per questioni di equit ma anche di efficienza, es. Sanit, se un lavoratore si
ammala e non ha i soldi per curarsi, se si fossero spesi dei soldi per curarlo il lavoratore
avrebbe potuto continuare a lavorare, aumentare il pil, costituire unimpresa ecc. Se fosse
morto non avrebbe potuto costruire una ricchezza futura.
Le politiche redistributive possono avere come obiettivi sia lefficienza che lequit.
Il welfare si alimenta generalmente con le tasse, con aliquote progressive, o trasferimenti in
denaro (sussidio disoccupazione) o in natura (scuola).
Il welfare considerato come risposta ai fallimenti del mercato, es. disoccupazione, le
assicurazioni private per disoccupazione sono rare perch non potrebbero avere le risorse
per pagare i premi in periodo di crisi, o assicurazioni su malattie croniche, si creerebbero
problemi di inefficienze e iniquit, ha servizio solo chi pu pagare.
Una piccola parte dei contribuenti paga la maggior parte delle spese, una parte sono tax
payers, che pagano le tasse, i tax consumer, che utilizzano i servizi pagati con le tasse,
sono possibili abusi e parassitismo.
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Negli ultimi stati lo Stato sociale sta entrando in crisi, perch in molti casi ha raggiunto
dimensioni ipertrofiche e quindi non facilmente sostenibili dal punto di vista finanziario,
soprattutto nei paesi a bassa crescita e demografia sfavorevole.
Debito implicito: uno dei maggiori problemi del welfare state, si fa una riforma insostenibile,
vantaggiosa al momento (es pensione con 10 anni di contributi) ma insostenibile a lungo
termine.
Alcuni strumenti di riforma per lo Stato sociale sono:
- sostituzione dei contributi con imposte dirette e indirette
- rafforzamento del legame tra erogazione delle prestazioni e esistenza o accettazione di
un lavoro:
- rimodulare i sussidi di disoccupazione
- accertare in concreto leffettivo Stato di bisogno
- earmarking: mettere tasse su un servizio e usarle per quel servizio
- opting out: es. sovvenzionare a non usufruire del servizio.
Viste le sue caratteristiche e le sue finalit non detto che un welfare che presenti i conti in
ordine funzioni necessariamente bene, anzi visto che deve ovviare a certi fallimenti di
mercato si potrebbe ragionevolmente affermare che affinch sia funzionale deve operare in
disavanzo
Lo Stato sociale va riformato, perch sono cambiate le condizioni che avevano portato alla
sua istituzione, ma una sua riduzione pu avere effetti recessivi, soprattuto nel breve
periodo e aumentare le diseguaglianze. E usato come strumento di politica elettorale,
compravendita di consenso. LE POLITICHE MACROECONOMICHE IN UNA ECONOMIA
APERTA
depositi presso la Banca dItalia del settore non statale e delle aziende di credito
il margine disponibile in conto anticipazione bancaria con la Banca dItalia.
Nella UEM il concetto di base monetaria non considerato, tuttavia pu essere individuato,
a livello aggregato, nella somma del circolante netto, della riserva effettiva costituita presso
la BCE e degli eventuali depositi costituiti dalle altre banche presso la BCE.
La base monetaria delle banche e la base monetaria del pubblico costituiscono gli impieghi,
cio la domanda, le fonti, o canali, che costituiscono lofferta, cio creano la base monetaria;
e sono individuati secondo i settori istituzionali che fungono da contropartita alle operazioni
di credito della Banca Centrale:
1. Estero: in caso di cambi fissi la banca centrale offre o domanda valuta estera in modo
da eliminare leccesso di domanda o di offerta in eccesso al fine di contenere fisso il
cambio, in caso di cambi variabili non c obbligo e questo intervento discrezionale.
2. Tesoro: il Tesoro emette moneta e la Banca Centrale pu a concedergli credito
acquistando titoli pubblici allemissione (mercato primario) o attraverso anticipazioni
tramite conto tesoreria.
3. Operazioni di mercato aperto: sono le operazioni di acquisto e cessione di titoli sul
mercato secondario dei titoli di Stato, se acquista crea base monetaria, se vende la
distrugge
4. Banche: la Banca Centrale crea base monetaria finanziando le altre banche,
regolamentandone laccesso al credito di ultima istanza attraverso manovre come la
manovra del tasso ufficiale di sconto, o sulle anticipazioni (ante euro) o attraverso il tasso
ce sulle operazioni di rifinanziamento marginale.
- base monetaria
- coefficiente di riserva obbligatoria
- tasso di interesse di riferimento
Questi strumenti le permettono di operare sullequilibrio nel breve periodo, gli effetti ottenuti
sono per influenzati dai comportamenti degli altri operatori: banche e individui, che
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possono variare nel tempo, va quindi tenuto conto dellevoluzione dei mercati e sapere
rimodulare nel tempo gli obiettivi, anche fissando eventuali obiettivi intermedi.
Lefficacia della politica monetaria pu essere valutata secondo un profilo temporale e uno
quantitativo.
Secondo il profilo temporale la politica monetaria soggetta a:
- ritardo di osservazione: cio il tempo che intercorre dallindividuazione del problema alla
decisione di intervenire
- ritardo negli effetti: ritardo che si verifica tra il momento dellintervento e il realizzarsi dei
suoi effetti. E generalmente pi lungo del ritardo amministrativo perch risente dei tempi
impiegati dalle banche e dagli altri operatori per sostituire il proprio portafogli. Quindi si
potranno avere effetti pi ritardati per politiche che riguardano il reddito e loccupazione
e pi rapidi per politiche riguardanti la bilancia dei pagamenti.
Secondo il profilo quantitativo la politica monetaria ha effetti asimmetrici: pi efficace negli
effetti restrittivi che in quelli espansivi: infatti riducendo lofferta di moneta (politica restrittiva),
si ha un effetto immediato di contrazione di produzione e reddito per via dellinnalzamento
dei tassi di interesse che comportano maggiori costi di finanziamento degli investimenti,
mentre in caso di politica espansiva laumento di offerta di moneta non necessariamente
corrisponde ad un aumento della domanda.
La politica monetaria richiede massicci interventi per essere efficace, in modo da generare
leffetto annuncio, in base al quale gli altri operatori possano prevedere lindirizzo preso e
agire di conseguenza, riducendo il ritardo negli effetti.
Il bilancio pubblico
La politica fiscale la capacita dello Stato e degli altri enti pubblici di intervenire sul bilancio
per influenzare il reddito e loccupazione nel breve periodo.
Il saldo complessivo del bilancio pubblico dato dalla differenza tra le entrate correnti e le
uscite per consumi, trasferimenti correnti e in conto capitali, interessi sul debito pubblico,
investimenti al netto dei disinvestimenti. Il saldo complessivo anche la somma del saldo
della parte corrente e del saldo in conto capitale. Il saldo corrente la differenza tra entrate
correnti ed uscite correnti, che pu essere utilizzato per spese in conto capitali, e, se
positivo, rappresenta un risparmio pubblico. La spesa pubblica primaria data dal totale
delle spese al netto degli interessi. Il saldo corrente primario il saldo corrente al netto delle
spese per interessi, il saldo primario il saldo complessivo al netto degli interessi.
tassazione diretta. Questa variabile determinata dal livello del reddito di equilibrio
per cui tende ad aumentare quando vi un maggiore reddito disponibile ed a diminuire nel
caso contrario; essa tender, quindi, a frenare l'aumento della domanda aggregata nei
periodi di espansione e ad incentivarla nei periodi di recessione. Nel primo caso, infatti, vi
sar una maggiore tassazione e, quindi, minor reddito disponibile per consumi, mentre nel
secondo la pressione fiscale diminuir ed i consumi potranno mantenersi ad un adeguato
livello;
d'interesse (come dimostrato nella figura) in quanto lo Stato, per poter collocare i propri
titoli del debito pubblico, al fine di finanziare la spesa pubblica (v. Deficit spending), deve
offrire un tasso d'interesse pi alto di quello normalmente praticato; ma se quest'ultimo
aumenta, gli investimenti privati subiscono una flessione in quanto molti imprenditori non
avranno pi interesse ad investire.
L'aumento del reddito generato da una spesa addizionale da parte dello Stato sar, quindi,
parzialmente neutralizzato da una riduzione degli investimenti privati; in altre parole si pu
affermare che la spesa pubblica sostituisce in parte la spesa privata per cui l'aumento
effettivo del reddito sar inferiore a quello ipotizzabile senza l'effetto spiazzamento.
Tra gli altri limiti che una politica fiscale pu incontrare ricordiamo:
scarsa flessibilit nelle variazioni della spesa pubblica. Lo strumento della spesa
pubblica , infatti, poco flessibile in quanto gran parte delle erogazioni statali sono legate a
specifici programmi sociali che presentano un elevato grado di rigidit. Riduzioni della spesa
pubblica destinata a fornire indispensabili strutture e servizi sociali (pubblica istruzione,
sanit, pensioni ecc.) potrebbero avere delle ripercussioni difficilmente accettabili da parte
di molti governi. Inoltre bisogna ricordare che molti progetti di investimento pubblici
richiedono vari anni per essere portati a termine e non possono, quindi, essere sospesi o
riattivati a seconda dell'andamento della congiuntura economica;
Il debito pubblico
Il debito pubblico il debito dello Stato nei confronti di altri soggetti a seguito dellacquisto
di titoli di Stato, ecc. Il debito pulito si accumula nel tempo nel caso in cui non si alternino
avanzi e disavanzi di bilancio ma si susseguano i disavanzi.
In Italia il rapporto tra debito pubblico nominale e il nominale cresciuto per lungo tempo.
Se il saldo primario, dato dalla differenza tra la spesa primaria e le entrate correnti pari a
zero, leventuale aumento di debito pubblico sar dovuto solo per gli interessi maturati sul
debito precedente, se non vi finanziamento monetario. Se quindi il tasso di interesse reale
cresce pi del tasso di incremento del PIL il rapporto cresce.
In realt il pareggio primario pu non verificarsi, quindi, in caso di deficit primario, se questo
fosse interamente coperto da base monetaria laumento del rapporto tra debito pubblico e
pil sarebbe sempre determinato dalla differenza tra tasso di interesse e tasso di crescita del
PIL, mentre se una parte del deficit non fosse coperta da base monetaria laumento del
rapporto dipenderebbe anche da questo. In caso di avanzo primario si avr una riduzione
del debito pubblico, che, a particolari condizioni di tasso di interesse e tasso di crescita del
pil potrebbe arrivare ad azzerarsi.
In Italia tra gli anni ottanta e 90 il tasso di interesse era notevolmente superiore al tasso di
crescita del reddito, questo a causa di:
- stretta monetaria negli USA che ha fatto aumentare i tassi di interesse mondiali
- la progressiva diminuzione del finanziamento monetario del Tesoro a partire dal 1981
- il calo del ritmo di crescita del reddito in Europa a causa di politiche monetarie restrittive
e politica del cambio forte per adesione allo SME
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