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Capitolo 5

Il dopoguerra
Per un certo periodo, dopo la guerra, Bettinelli svolge ancora attivit di critica
musicale, ma dopo qualche tempo decide di smettere ritenendo che la sua
posizione di compositore militante non gli consentiva di ergersi a censore della
musica altrui26. Collabora invece, insieme agli amici e colleghi Guglielmo
Barblan e Federico Mompellio alla compilazione di molte voci dellEnciclopedia
della musica edita da Ricordi e successivamente da Rizzoli.
Sar il direttore del Conservatorio di Milano, Giorgio Federico Ghedini, ad
esortare Bettinelli a partecipare, nel 1957, al concorso alla cattedra di
Composizione, ruolo che gli era stato gi affidato provvisoriamente. Nel 59 il
lungo iter ministeriale si conclude positivamente e linsegnamento durer
ininterrottamente sino al 79, anno del collocamento a riposo per raggiunti
limiti di attivit didattica.
Scrive molto il Maestro in questo periodo e scrive opere significative come la
Sinfonia n. 3 per orchestra darchi (1946) o le Cinque liriche di Montale (1948)
per Soprano, flauto, clarinetto e archi (premio Borgonuovo 1948). Riceve
plausi e onorificenze e le sue composizioni vincono importanti competizioni.
Diviene membro di molte accademie (Accademia Nazionale di Santa Cecilia a
Roma, la Luigi Cherubini di Firenze, lAccademia Roveretana degli Agiati) ma
come testimonia un suo allievo e amico Armando Gentilucci:
// non si mai compiaciuto di manifesti, sempre rimasto fuori da
gruppi e correnti organizzate; si invece inalberato sui suoi dubbi pi fecondi,
sia nei confronti di una tradizione accademica che avvertiva ormai logora, sia
verso esteriori atteggiamenti iconoclastici.27

26

Dario Pisasale, op.cit., p. 7;


Armando Gentilucci, Presenza di Bruno Bettinelli, in Il Convegno musicale n 1-2-1965, p
49;
27

26

I successi, infatti, non cristallizzano la ricerca artistica del compositore e il


percorso di maturazione ed evoluzione intrapreso subisce ad un certo punto un
cambiamento

di

rotta,

pur

mantenendo

sempre

un

filo

rosso

con

lorientamento delle opere degli esordi. Limpostazione modaleggiante e


respighiana superata dallaccostamento a Bartk28 e ai viennesi; lo
sfruttamento

delle

risorse

timbriche

offerte

dallimpressionismo

dallespressionismo, nonch la contaminazione di un cromatismo sempre pi


tagliente ed aggressivo, lo condurranno, attraverso le esperienze bitonali e le
pi audaci sovrapposizioni politonali, al libero uso del totale cromatico e quindi
della pantonalit.
La ricerca e il desiderio di sperimentare nuovi linguaggi condurranno il
compositore verso una strutturazione di tipo dodecafonico. Nel quarto pezzo
Ostinato del Divertimento per flauto, violoncello e pianoforte (1952), per la
prima volta compare una serie completa, la quale addirittura disposta in linea
orizzontale con il compito di basso ostinato per lintero movimento. Nelle
Cinque liriche di Montale e nelle Tre invenzioni per sei strumenti (1951) il
compositore preannunciava gi questorientamento, sfiorando la serie senza
mai completarla e mostrando una certa insofferenza verso schematismi rigidi e
vincolanti.
Nellintervista citata, rilasciata a Renzo Cresti, il Maestro ha modo di esplicitare
il suo pensiero al riguardo:
"La mia musica ha sempre unarticolazione discorsiva; il pulsare ritmico e
la sottile inquietudine armonica / / sono i fattori costanti che, da sempre,
caratterizzano la mia produzione. Costituiscono unossatura che consente di
portare avanti un discorso coerente, strutturato sulla base di un continuo
variare degli elementi proposti allinizio e, successivamente, scomposti,
rielaborati per germinazione spontanea, rovesciati, riesposti nelle figurazioni
28

Lo stesso Bettinelli afferma: // in un tempo successivo mi orienter, come la maggior


parte dei giovani compositori di quegli anni, verso Bartk, per arrivare in seguito al totale
cromatico, atonale libero (Renzo Cresti, Intervista a Bruno Bettinelli, in Piano Time, IX/97,
1991, p. 39)

27

cellulari pi svariate che, derivate dalla speculazione contrappuntistica dei


fiamminghi, costituiscono anche la complessa elaborazione della tecnica seriale
ortodossa. Una tecnica che io, dopo alcuni esperimenti, ho abbandonato,
perch troppo vincolante. Ho preferito quindi attenermi al solo totale
cromatico, pi libero e ricco di risultati altrettanto coerenti, ma, al tempo
stesso, pi spontanei"

29

In questo contesto nasce la terza opera di Bettinelli per violino e pianoforte:


lImprovvisazione scritta nel 1968 e pubblicata dalla Carish nel 1969.

29

Renzo Cresti, Intervista a Bruno Bettinelli, op. cit. p. 39;

28

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