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02 Ottobre

Il film si ispira al motto Esse est percipi (s in quanto si percepiti), ma allo


stesso tempo lo modifica utilizzandolo in senso interrogativo: se per essere
bisogna essere percepiti, cosa necessario per non essere? Bisogna sfuggire alla
percezione dellaltro, il cui sguardo garantisce la percezione di s. Il protagonista
Buster Keaton sfugge alla percezione dellaltro, inteso come qualunque essere
vivente, anche con risvolti comici. La conclusione del film mostra limpossibilit di
questa fuga, poich non si pu sfuggire alla percezione di s stessi.
Sovrapposizione fra lo sguardo meta-teatrale e sguardo come autorit e
imposizione.
Catastrophe
Questo testo, scritto in francese, commissionato nel 1982 in occasione del
Festival di Avignone; una serata di protesta (organizzata dalla Associazione
Internazionale per la Difesa degli Artisti) in onore del dissidente ceco Vaclav
Havel. Havel lavora in teatro come tecnico e come drammaturgo, scrive testi
fortemente politicizzati che devono provocare lintelligenza dello spettatore,
appellarsi alla sua fame, costringendolo a riflettere su questioni che lo toccano
direttamente in maniera da ricevere intimamente il messaggio teatrale. Egli vive la
Primavera di Praga (1968), periodo in cui Dubek sale al potere fino a che
lUnione Sovietica e gli alleati del Patto di Varsavia invadono il paese limitando le
aperture ai maggiori diritti ai cittadini (maggiore libert di stampa e movimento).
Si tenta di ripristinare i valori politici sovietici che avevano imperato fino a quel
momento. Havel uno dei firmatari di Charta 77 (documento di dissenso firmato
da letterati e cittadini comuni a seguito dellincarcerazione di una band musicale
non gradita al regime comunista), motivo per cui condannato a cinque anni di
prigione per le critiche al governo a proposito delle lesioni ai diritti umani. Questo
documento pubblicato sul Times nel 1977, dando visibilit ai dissidenti
governativi della Cecoslovacchia; Amnesty International adotter i dissidenti come
perseguitati. In seguito, nel 1993. Havel diventer poi il primo Presidente della
Repubblica Ceca.
Beckett aveva manifestato il suo impegno civile nella Seconda Guerra Mondiale,
guadagnando cos la medaglia per la resistenza; questo suo impegno lo rende
molto interessato alle vicende dellEuropa dellEst: firm contro la legge marziale
in Polonia e aiut il suo traduttore polacco a fuggire dalla Polonia, contribu
attivamente ad Amnesty International e ad Index On Censorship.
James Knowlson sottolinea nella biografia di Beckett, Damned To Fame, come
lautore si sia sempre rammaricato di non essersi mai impegnato nel tema

politico, essendo la sua una scrittura anti-didattica che non mostra bene il suo
pensiero. In Catastrophe finalmente la riflessione meta-teatrale si colora di tinte
politiche, sul ruolo dellarte e dellartista nella societ; Beckett vuole mostrare
solidariet ad Havel e scrive in brevissimo tempo quello che probabilmente il
suo unico testo politico.
Vediamo quattro personaggi in un momento di prove generali: un protagonista P,
un director D (interessante luso della lettera D, comune a director e dictator), un
assistente A e il tecnico delle luci Luke (unico ad avere un nome, forse per
focalizzare lattenzione sulla parte tecnica della realizzazione di uno spettacolo).
Lo spettacolo sembra limitarsi allesposizione fisica del protagonista, egli
trattato come un oggetto ed esposto con precisione anatomica, il suo corpo
plasmato come cera: egli il protagonista ma nessuno tiene conto della sua
volont, si presume che non abbia sentimenti; la spogliazione simbolo della
degradazione del personaggio fino allo stato di icona della sofferenza impotente.
Nel finale in un drammatico momento egli finalmente solleva il capo in un gesto di
sfida, compiendo il gesto che il regista finora gli aveva negato: attraverso questo
gesto riconquista una parte della sua dignit.
Si a lungo discusso se il testo avesse un obiettivo esclusivamente politico. Il
destinatario sovietico reso pi che evidente nella rappresentazione di Alan
Schneider del 1983 a New York dallabbigliamento di D, che indossa un cappotto
di pelo e un colbacco. Il testo accolto con entusiasmo e se ne elogia la politicit:
Alla fine, dopo alcuni ordini urlati da un invisibile addetto alle luci, il Protagonista
resta in piedi sul palcoscenico buio con la luce di un faretto sul suo volto
spaventato. Il Regista prevede unentusiastica accoglienza da parte del pubblico; c
poi un applauso registrato, in cui ho avuto limpressione di sentir anche un rumore
di zoccoli e delle ruote di una di quelle carrette che portavano i condannati alla
ghigliottina durante la Rivoluzione Francese. Anche a prescindere dalla dedica, le
implicazioni politiche sono chiarissime Edith Oliver, 27.06.1983
Uno studio sul potere e sul terrore che usa il teatro come metafora [] La tirannia
dello stato viene a coincidere con il dispotismo insito nel teatro. Cos, ci fa capire
Beckett, le dittature venerano e allo stesso tempo perseguitano gli artisti Michael
Billington sul Guardian, 15.08.1984
Tuttavia alcuni negano il coinvolgimento politico di Beckett e sostengono una tesi
pi legata alla storia teatrale dellautore; Martin Esslin ad esempio scrive su
Plays and Players: Molti critici sono stati erroneamente indotti dalla dedica a
considerare Catastrophe come un manifesto politico come Havel. Non c niente nel
testo che lo faccia credere [] chiaro che in realt questa unulteriore ma ben pi

ironaica raffigurazione dellesperienza dello stesso Beckett in quanto scrittore. Il


regista e lassistente sono il lato creativo di Beckett, e ci che creano una figura di
barbone tipicamente beckettiana. Con lautoironia che gli propria Beckett riflette
sul paradosso per cui pi i personaggi che crea sono infelici, pi il pubblico lo
applaude.
Beckett era un regista molto puntiglioso, che non lasciava spazio
allimprovvisazione, nonostante alcuni suoi testi sembrino nati da improvvisazioni
come Waiting For Godot; questo sembra dare adito allinterpretazione di Esslin.
Bisogna comunque ricordare che Beckett sempre stato molto amato dagli attori
che hanno lavorato con lui negli anni ed era comunque aperto ad uno scambio di
opinioni.
innegabile che la metafora teatrale e la metafora politica finiscano per fondersi
nel testo di Beckett.
importante la simbologia dei colori: il color cenere della divisa rimanda
allolocausto, il concetto dello sbiancamento rimanda allidea di purificazione della
razza e ai cadaveri nei campi di concentramento. Anche il lessico usato (cranium
o skull invece che head, clawlike hands) rimanda a questarea ideologica, alla
disumanizzazione dellindividuo e alla sua riduzione ad animale o addirittura
oggetto.
Si vede nel passaggio dal nero al bianco delle luci e del costume il passaggio
metaforico dalla prigione come ammasso di folla indistinguibile al principio
panoptico dellindividuo come oggetto dello sguardo degli altri che non pu
ricambiare. Il carcere luogo dellindividuo: la folla anonima una collettivit di
individui identificabili come soggetti unici e quindi controllabili tramite direttive
precise. Limpercettibile gesto dellattore infrange le regole del principio panoptico,
come tentativo di rivalsa dellindividuo.
Nel rapporto fra director e protagonist, la maggiore preoccupazione laspetto
visivo dello spettacolo. La sagoma del protagonista plasmata per sottrazione dal
director rimanda ad una idea del regista teatrale come scultore, in una
concezione quasi michelangiolesca dellarte (bianco della carne = bianco del
marmo). Importante limpatto dellarte sulla concezione artistica di Beckett:
liconografia a cui si rif basata sullidea dellimmobilit impotente. Un esempio
interessante il San Sebastiano di Antonello da Messina: a proposito Beckett
scrive [] Spazio puro a forza di matematica, pavimento piastrellato, nero e
bianco, scorci profondi genere Mantegna, da strapparvi dei gemiti, e la vittima del
linciaggio esposta allammirazione dei cortigiani che prendono il fresco domenicale
al balcone, tutto ci invaso, mangiato dallumano. Di fronte a unopera simile, a una
simile vittoria sulla realt del disordine, sulla meschinit del cuore e dello spirito,
non si pu non pensare di impiccarsi. Ulteriore esempio pu essere il San

Sebastiano di van Honthorst, quadro sempre basato sul contrasto di luci e ombre;
Beckett deve molto anche a Rembrandt (giochi di luce) e a Caravaggio (giochi di
luce, importanza della testa come elemento staccato dal corpo). Beckett sfrutta i
suoi studi sullarte per rappresentare scene evocative che saranno poi di
ispirazione per gli artisti contemporanei.

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