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politico, essendo la sua una scrittura anti-didattica che non mostra bene il suo
pensiero. In Catastrophe finalmente la riflessione meta-teatrale si colora di tinte
politiche, sul ruolo dellarte e dellartista nella societ; Beckett vuole mostrare
solidariet ad Havel e scrive in brevissimo tempo quello che probabilmente il
suo unico testo politico.
Vediamo quattro personaggi in un momento di prove generali: un protagonista P,
un director D (interessante luso della lettera D, comune a director e dictator), un
assistente A e il tecnico delle luci Luke (unico ad avere un nome, forse per
focalizzare lattenzione sulla parte tecnica della realizzazione di uno spettacolo).
Lo spettacolo sembra limitarsi allesposizione fisica del protagonista, egli
trattato come un oggetto ed esposto con precisione anatomica, il suo corpo
plasmato come cera: egli il protagonista ma nessuno tiene conto della sua
volont, si presume che non abbia sentimenti; la spogliazione simbolo della
degradazione del personaggio fino allo stato di icona della sofferenza impotente.
Nel finale in un drammatico momento egli finalmente solleva il capo in un gesto di
sfida, compiendo il gesto che il regista finora gli aveva negato: attraverso questo
gesto riconquista una parte della sua dignit.
Si a lungo discusso se il testo avesse un obiettivo esclusivamente politico. Il
destinatario sovietico reso pi che evidente nella rappresentazione di Alan
Schneider del 1983 a New York dallabbigliamento di D, che indossa un cappotto
di pelo e un colbacco. Il testo accolto con entusiasmo e se ne elogia la politicit:
Alla fine, dopo alcuni ordini urlati da un invisibile addetto alle luci, il Protagonista
resta in piedi sul palcoscenico buio con la luce di un faretto sul suo volto
spaventato. Il Regista prevede unentusiastica accoglienza da parte del pubblico; c
poi un applauso registrato, in cui ho avuto limpressione di sentir anche un rumore
di zoccoli e delle ruote di una di quelle carrette che portavano i condannati alla
ghigliottina durante la Rivoluzione Francese. Anche a prescindere dalla dedica, le
implicazioni politiche sono chiarissime Edith Oliver, 27.06.1983
Uno studio sul potere e sul terrore che usa il teatro come metafora [] La tirannia
dello stato viene a coincidere con il dispotismo insito nel teatro. Cos, ci fa capire
Beckett, le dittature venerano e allo stesso tempo perseguitano gli artisti Michael
Billington sul Guardian, 15.08.1984
Tuttavia alcuni negano il coinvolgimento politico di Beckett e sostengono una tesi
pi legata alla storia teatrale dellautore; Martin Esslin ad esempio scrive su
Plays and Players: Molti critici sono stati erroneamente indotti dalla dedica a
considerare Catastrophe come un manifesto politico come Havel. Non c niente nel
testo che lo faccia credere [] chiaro che in realt questa unulteriore ma ben pi
Sebastiano di van Honthorst, quadro sempre basato sul contrasto di luci e ombre;
Beckett deve molto anche a Rembrandt (giochi di luce) e a Caravaggio (giochi di
luce, importanza della testa come elemento staccato dal corpo). Beckett sfrutta i
suoi studi sullarte per rappresentare scene evocative che saranno poi di
ispirazione per gli artisti contemporanei.