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DEMONOLOGIA
Nei vangeli e nei Padri
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1,12 Immediatamente lo Spirito lo sospinse nel deserto, e nel deserto rimase quaranta
giorni, tentato dal satana [tou satana ], e stava con le bestie e gli angeli lo servivano
L'impegno assunto da Ges attraverso il battesimo nel Giordano ha avuto come risposta
da parte di Dio della comunicazione dello suo Spirito, cio di tutta la sua forza d'amore
(Mc 1,9). Dopo questo avvenimento l'evangelista presenta le immediate conseguenze del
battesimo collocando Ges nel deserto. L'episodio importante perch l'unica volta che
nel vangelo di Marco Ges viene descritto spinto dallo Spirito.
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Come Dio aveva condotto il popolo d'Israele nel deserto dopo il passaggio del mar Rosso
(Dt 8,2), ora lo Spirito, che Ges ha ricevuto nel battesimo, a condurlo nel luogo che
nella tradizione d'Israele era quello della prova alle quali Dio aveva sottomesso il suo
popolo (Dt 8,2.16). Nella breve narrazione di Marco l'atteggiamento di Ges passivo:
viene sospinto dallo Spirito, tentato da satana e servito dagli angeli.
La permanenza di Ges viene indicata dalla cifra quaranta con la quale nella Bibbia si
rappresenta una generazione (1 Re 2,11; 11,42; At 13,21) perch l'evangelista intende
riassumere e presentare al lettore tutta l'esistenza di Ges, la cui attivit sar in un
deserto cio un esodo (Mc 1,3) come quello compiuto dal popolo di Israele dall'Egitto alla
terra promessa (I vostri gli saranno nomadi nel deserto per quarant'anni... Nm 14,33.34;
33,38; Dt 1,3; 2,7).
Nella tradizione biblica la cifra quaranta assume il valore di prova:"Ricordati di tutto il
cammino che Yahv tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni per umiliarti e
metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i
suoi comandi" (Dt 8,2.16).
Luogo classico dove si riunivano quanti volevano impadronirsi del potere (At 21,38) il
deserto lo spazio dove si nascose Davide prima di impadronirsi del trono del re Saul e
inaugurare cos il grande regno d'Israele (1 Sm 23,24; 26,3; 1 Cr 12,9).
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A differenza di Matteo e Luca, Marco non riferisce la vittoria di Ges sul satana (Mt 4,1011; Lc 4,12-13) ma sottolinea la continuit della tentazione. La vittoria di Ges verr fatta
conoscere solo lungo il vangelo (Mc 8,33).
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non compariranno pi come personaggi in questo vangelo (Mc 8,38; 12,35; 13,27.32), sono
gura di quanti aiuteranno Ges nel suo servizio (Mc 10,45).
Di fatto la stessa attivit (il servizio) attribuita all'inizio del vangelo agli angeli viene alla
ne detta delle donne che accompagnano Ges: C'erano anche alcune donne... che lo
seguivano e servivano [dihko/noun] quando era ancora in Galilea (Mc 15,40-41; Mc 1,31).
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(Dt 18,9).
8,29 Ma egli replicMa voi chi dite che io sia?. Pietro gli rispose dicendo: Tu sei il
Messia. 30 E ordin loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
La risposta di Pietro quale portavoce del gruppo di discepoli non soddisfa Ges il quale
proibisce loro severamente di divulgarla. Per esprimere la proibizione l'evangelista
adopera lo stesso verbo usato da Ges per cacciare i demoni e gli elementi ostili all'uomo
(1,25; 4,39; 9,25). Ci signica che la risposta di Pietro non corrisponde al piano di Dio sul
Messia. I discepoli e Pietro vedono in Ges il Messia, quello atteso e sperato dalla
tradizione giudaica, cio il glio di Davide, e non come l'evangelista ha presentato
all'inizio (e alla ne) del suo vangelo : Messia Figlio di Dio (Mc 1,1; 15,39).
8,31 E cominci a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto,
"doveva soffrire molto " indica che sta nel piano di Dio
ed essere riutato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo
tre giorni, risorgere.
Ges avverte i discepoli che il suo cammino non destinato al trionfo e alla vittoria ma
che verr messo a morte dal Sinedrio, massimo organo giuridico di Israele composto
dagli anziani, i sommi sacerdoti e gli scribi. L'espressione usata da Ges (doveva) un
termine tecnico usato nei vangeli per indicare il disegno di Dio che Ges attua.
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accetta che il Messia vada incontro alla morte. Per descrivere l'azione di Pietro che
sgrida Ges, l'evangelista adopera lo stesso verbo [epitima/w] usato poco prima da Ges
per proibirgli di divulgare l'immagine de il Messia. La ripetizione dello stesso verbo in
bocca a Pietro indica che per lui Ges si oppone al piano di Dio. Per Pietro l'itinerario di
Ges non quello di Dio.
33 Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimprover Pietro e gli disse: va' dietro
a me, satana! Perch tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini.
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lui che deve seguire Ges e non il contrario. Per questo gli rinnova l'invito che gli fece
quando insieme al fratello Andrea invit a seguirlo: "seguitemi..." (1,17).
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persino a quello contenuto nella Bibbia) infallibile, come si trova scritto nel Talmud: "Le
decisioni e le parole degli scribi sono superiori alla Torah" (Ber. M. 1,3).
Il loro insegnamento, che pretendeva di essere avvallato da un mandato divino e
equiparato allo stesso ("una bat ql [voce celeste] aveva dichiarato: tutte le parole degli
scribi sono parole del Dio vivente..." Ber. M.1,3), viene smascherato da quello di Ges che
rivela la dottrina degli scribi per quella che : tramandare e fare osservare la tradizione
degli uomini a discapito del comandamento di Dio (Mc 7,8-13).
L'entusiasmo dei presenti per l'insegnamento di Ges e la conseguente critica nei
confronti degli scribi ha gravi conseguenze in quanto costoro erano ritenuti gli unici
autorizzati all'interpretazione del testo sacro.
Nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominci a gridare:
Che vuoi da noi, Ges Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio.
E' la prima delle quattro volte che Ges sul quale era disceso lo
Spirito di Dio Mc 1,10.12 nella sua missione si imbatte con
qualcuno posseduto da uno spirito impuro Mc 5,2; 7,25; 9,25
termine usato indifferentemente e alternativamente dall'evangelista
con demnio 7,2526 per indicare una condizione di non libert da
parte degli uomini.
In mezzo all'entusiasmo generale provocato dalle parole di Ges un solo individuo
esprime violentemente il suo disaccordo interrompendo l'insegnamento che provoca
adesione verso Ges e scetticismo verso gli scribi.
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insegnamento nuovo , dato con autorit. Comanda persino agli spiriti immondi e gli
obbediscono!. 28 La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Nella lingua greca il termine nuovo si pu dire in due maniere: neos che indica aggiunto
nel tempo e kainos che indica una qualit innitamente superiore che elimina il
precedente. L'insegnamento di Ges non una dottrina nuova che va ad aggiungersi a
quella degli scribi, ma ha una qualit procedente da Dio (l'autorit) che eclissa tutto
l'insegnamento precedente (dottrine che sono precetti di uomini Mc 7,7).
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indemoniati.Tutta la citt era riunita davanti alla porta. Guar molti che erano affetti da
varie malattie e scacci molti demni; ma non permetteva ai demni di parlare, perch lo
conoscevano
L'entusiasmo della gente che ha ascoltato l'insegnamento di Ges nella sinagoga non
sufciente per liberarla dalla sottomissione alla dottrina degli scribi. Per questo aspetta
che tramonti il sole e quindi termini il Sabato, giorno nel quale proibita qualunque
attivit (Ger 17,21.27) per andare da Ges e portargli ammalati e indemoniati.
3,11 Gli spiriti immondi quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: Tu sei il
Figlio di Dio! 12 Ma egli impose loro severamente di non manifestare chi egli fosse.
L'episodio dello scontro nella sinagoga di Cafarnao tra Ges e l'uomo posseduto da uno
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spirito impuro terminava con lo stupore dei presenti perch Ges comanda persino agli
spiriti immondi (1,27). Ora viene presentata la reazione degli spiriti immondi di fronte
all'insegnamento di Ges che dilaga ovunque:
contro di lui per farlo morire" (Mc 3,6). E Ges deve fuggire dalla Giudea e salire in Galilea.
Di fronte al riuto delle autorit religiose (scribi), spirituali (farisei) e civili (erodiani),
Ges rompe con l'istituzione religiosa e costituisce il nuovo Israele, fedele alle promesse
di Dio. Come il vecchio Israele era composto dalle dodici trib (Gen 49, 1-28) cos il nuovo
viene rappresentato dai dodici che Ges chiam a s: Ne costitu dodici che stessero con
lui e anche per mandarli a predicare e perch avessero il potere di scacciare i demni
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(Mc 3,13-15).
Ma quello che da parte dei familiari viene ritenuto una pazzia verr
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Ma quello che da parte dei familiari viene ritenuto una pazzia verr
giudicato una possessione demoniaca da parte degli scribi.
22 Ma gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: Costui posseduto da
Beelzebl e scaccia i demni per mezzo del capo dei demni.
La rottura di Ges con l'istituzione religiosa provoca allarme a Gerusalemme, sede del
tempio. Il caso di Ges non quello di un profeta isolato che facilmente pu essere
tenuto sotto controllo, ma di un pericoloso fenomeno di massa che attira folle
considerevoli (Mc 3,7-8.20).
Contro Ges scende in campo direttamente il Sinedrio inviando una delegazione
ufciale composta dagli scribi, i suoi membri pi autorevoli. Costoro scendono da
Gerusalemme non per accertare i fatti, ma per emettere una sentenza tesa a screditare
denitivamente Ges che denunciano come stregone e quindi passibile della pena di
morte (Dt 18,10).
La diffamazione contro Ges stata curata nei minimi particolari. Tra le centinaia di
demni nei quali la gente credeva scelgono il pi popolare e nello stesso tempo pi
temuto: Beelzebl. Il nome, composto da Baal ("Signore"), e Zebub ("mosche") ha il
signicato di signore del letame ed una deformazione voluta di Baal Zebul (Baal il
Principe) una divinit listea di Ekrn (2 Re 1,2.6.16).
La scelta del nome del demnio intenzionale. Il popolo invitato a stare alla larga da
Ges. Perch anche se apparentemente libera e guarisce le persone in realt Ges opera
in virt del demnio che quale signore del letame causa prima delle infezioni e delle
malattie.
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L'accusa che gli scribi fanno a Ges che egli guarisce per rendere ancora pi inferma la
persona. Su Ges non disceso lo Spirito di Dio (Mc 1,10) ma una uno spirito impuro
(v.30). Pertanto non vero che Ges libera le persone, anzi le rende ancora pi vittime del
demnio in quanto i suoi poteri gli vengono da satana il capo dei demni.
23 Ma egli, convocatoli, diceva loro con parabole: Come pu [un] satana scacciare [un]
satana? Se un regno diviso in se stesso, quel regno non pu restare in piedi; se una casa
divisa in se stessa, quella casa non pu restare in piedi. Se il satana si ribella contro se
stesso ed diviso, non pu restare, ma nito.
Mentre gli scribi che diffamano Ges non hanno osato affrontarlo apertamente, Ges li
convoca dimostrando l'assurdit della loro denuncia: se i satani si mettono in guerra tra
di loro vuol dire che il potere del satana nito.
27 Ma nessuno pu entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non
lo lega. Soltanto allora potr saccheg giargli la casa.
Ges afferma che il potere di satana s finito ma non per una lotta
intestina al suo interno ma perch giunto il pi forte di lui. E pi
forte di satana e dei demni c' solo il Dio, che si manifesta in Ges.
Sono Ges e il suo messaggio di liberazione quel che permettono
di legare il satana e cos saccheggiargli la casa, liberando le persone
sotto il suo dominio.
In verit vi dico: tutto sar perdonato ai gli degli uomini, i peccati e anche tutte le
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bestemmie che diranno; ma chi avr bestemmiato lo Spirito santo, non sar perdonato in
eterno: reo di colpa eterna. Poich dicevano: E' posseduto da uno spirito impuro.
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2 Mentre scendeva dalla barca, subito gli venne incontro dai se polcri un uomo posseduto
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luogo che gli ebrei ritengono impuro per eccellenza, i sepolcri (Nm 19,16).
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C'era l, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E gli spiriti lo
scongiurarono: Mandaci da quei porci, perch entriamo in essi.
Altro termine chiave utile per la comprensione dell'episodio il porco. Animale impuro
per eccellenza (Lv 11,7; Dt 14,8) al tempo di Ges con la gura del porco si indicavano i
romani in quanto occupanti la terra di Israele, gurata come una vigna devastata dal
cinghiale del bosco (Sal 80,14).
Il fatto che gli spiriti impuri desiderino entrare nei porci, pone in
relazione i due termini. Il termine mandria indica grande ricchezza.
La ricchezza degli occupanti avveniva mediante la violente
sottomissione dei popoli al loro potere. A loro volta i dominati
reagivano attraverso la violenza spirito impuro.
13 Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e la mandria si precipit
gi dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
Affogare nel mare indica la distruzione totale e denitiva (Mc 9,42) ed espressione con
la quale Israele ricordava la sua liberazione dalla schiavit dell'Egitto e l'annientamento
dell'esercito del Faraone: "ha gettato in mare cavallo e cavaliere" (Es 15,1; Ab 3,15; Sal
78,53).
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vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che
avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei
porci. Ed essi lo scongiuravano di andarsene dal loro territorio.
L'allarme generale denota che l'interesse (mandria) era comune (citt/campagne).
Nessun segnale di allegria da parte della gente vedendo sano di mente colui che era
stato posseduto dalla Legione, ma solo paura. Paura che nasce dal veder minacciato il
proprio interesse dagli effetti del messaggio di Ges.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con
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lui.
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lui. Non glielo permise, ma gli disse: Va' nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ci che il
Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te. Egli se ne and e si mise a
proclamare per la Decpoli quello che Ges gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.
La liberazione dalla schiavit operata dal Signore verso il popolo d'Israele (Es 19,4; Dt 1,30)
viene continuata da Ges ed estesa anche ai popoli pagani.
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24 Partito di l, and nella regione [ pagana ] di Tiro e di Sidone. ed entrato in una casa,
non voleva che alcuno lo sapesse, ma non pot restare nascosto.
Dando le indicazioni per la missione ai suoi discepoli Ges li aveva invitati a superare le
prescrizioni religioso-alimentari per le quali a un giudeo era proibito non solo sedere a
mensa con un pagano, ma anche entrare nella sua casa: "non lecito per un Giudeo
entrare in casa di stranieri" (At 10,28; Mc 6,10).
Nel discorso che precede questo episodio Ges dichiarava mondi tutti gli alimenti (Mc
7,20) annullando cos quanto prescritto nel capitolo 11 del Libro del Levitico dove
vengono distinti gli animali e alimenti puri da quelli impuri. Eliminata questa barriera
viene tolto l'ostacolo che impediva ai Giudei di entrare in contatto con i pagani e Ges si
reca a Tiro e di Sidone, regione pagana per eccellenza (Ger 47,4; Mt 11,21-22).
Subito una donna, che aveva udito parlare di lui e la cui glioletta era posseduta da uno
spirito impuro, and e si gett ai suoi piedi. Ora la donna che lo pregava di scacciare il
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demonio da sua
figlia
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stranieri saranno vostri contadini e vignaioli... Vi godrete i beni delle nazioni, trarrete
vanto dalle loro ricchezze" (Is 61,5-6).
27 Ed egli le disse: Lascia prima che si sazino i gli, perch non bene prendere il pane
dei gli e gettarlo ai cagnolini.
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gli. Allora le disse: Per questa tua parola va': il demonio uscito da tua figlia. Tornata a
casa, trov la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.
La risposta di Ges raggiunge l'effetto sperato.
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avete paura? Non avete ancora fede? Mc 4,40) e oggetto di una futura esortazione ad aver
fede: Abbiate fede in Dio!... Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera,
E glielo portarono. Alla vista di Ges, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed
egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Ges interrog il padre: Da quanto tempo gli
accade questo? Egli rispose: Dall'infanzia anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e
nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi piet di noi e aiutaci.
I lunatici.
Il loro nome proviene dalla parola
latina, luna come in greco perch si
credeva anticamente che cotesta
malattia dipendesse dal crescere o
del decrescere della luna; il nome
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L'immagine dell'acqua viene dalla tradizione applicata a Mos perch quando venne
portato alla glia del faraone che lo aveva trovato in un cesto tra i giunchi sulla rive del
ume ella lo chiam Mos, dicendo: Io l'ho salvato dalle acque (Es 2,10). E Mos sar colui
che salver il suo popolo con il prodigio delle acque del mare Rosso quando le acque si
divisero (Es 14,21).
La guarigione del ragazzo viene posta dall'evangelista subito dopo l'episodio della
Trasgurazione mentre Ges con i discepoli Pietro Giacomo e Giovanni discendono dal
monte sul quale era loro apparso Elia con Mos che conversavano con Ges (9,4-5).
Nella situazione del ragazzo l'evangelista rafgura la condizione disperata d' Israele,
dove la dottrina degli scribi
alimentava continuamente l'immagine di una liberazione dai nemici attraverso la
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violenza come erano state quelle di Elia e Mos. Allo stesso tempo nella gura del padre
si rappresenta la speranza suscitata nel popolo da Ges.
Ges gli disse: Se tu puoi! Tutto possibile per chi crede. Il padre del fanciullo rispose ad
alta voce: Credo, aiuta la mia incredulit [mancanza di fede ].
Alla mancanza di fede dei discepoli (generazione incredula v. 19) si contrappone il
desiderio di uscire dall'incredulit da parte del padre del ragazzo (credo).
25 Allora Ges, vedendo accorrere la folla, minacci lo spirito impuro dicendogli: Spirito
muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare pi. Gridando, e scuotendolo
fortemente, usc. E il fanciullo divent come morto, sicch molti dicevano: E' morto. Ma
Ges, presolo per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Lo spirito impuro, che era stato presentato inizialmente come muto ora appare anche
sordo, per indicare la totale incomunicabilit: non pu parlare perch non pu ascoltare.
La liberazione di Ges completa e denitiva perch accompagnata dall'ordine di non
rientrare pi. Ma la folla reagisce scettica all'azione di Ges e giudica morto il ragazzo.
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ragazza, le disse: Talita kum, che signica: Fanciulla, io ti dico, alzati! Subito la fanciulla
si alz (Mc 5,41).
In entrambi i casi l'evangelista adopera il verbo alzare lo stesso usato per indicare la
resurrezione di Ges: E' risorto non qui (Mc 16,6). Per l'uso del verbo alzare cf Gv 6,3954).
Entrato in casa, i discepoli gli domandavano in privato: Perch noi non siamo riusciti a
scacciarlo? Ed egli disse loro: Questo genere di demni non si pu scacciare in alcun modo,
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" Gli Ebrei hanno sempre negato in modo deciso e assoluto lesistenza degli di delle
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satana .
I Padri Apostolici, restando nella linea del Vangelo e degli altri scritti neotestamentari, in
genere manifestano uno scopo esclusivamente pratico nel loro insegnamento. Perci,
presupposta l'esistenza dei demoni, si limitano a tenere i fedeli in guardia contro gli
assalti dei maligno.
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In seguito misero il genere umano sotto il loro giogo con la magia, i terrori e i sacrici
che si facevano offrire. Da loro provennero nell'umanit le violenze, le guerre, gli adultri
e tutti i vizi. Gli di non sono altro che questi angeli decaduti.Tutto ci Giustino lo ricava
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Identica Satana col serpente che ingann Eva. Gli angeli e gli uomini cattivi sono puniti,
non perch sono stati creati tali, ma perch tali sono divenuti per le loro cattive azioni.
Se per ipotesi - che per non si verica - essi facessero penitenza dei loro peccati,
otterrebbero misericordia.
S. Ireneo (Contra kaer., cap. 26, n. 2 = PG 7,1194) riferisce un passo di un lavoro
sconosciuto di S. Giustino, in cui questi dichiara che, prima della venuta di Ges Cristo,
Satana non aveva osato bestemmiare Dio, perch egli non conosceva ancora la sua
condanna. In seguito - sempre attraverso S. Ireneo - questa sentenza stata spesso
ripetuta, a cominciare da Eusebio (Hist. eccl., lib. IV, cap. 18 = PG 20, col. 367).
Taziano. - Egli scrisse una Orazio adversus Graecos (in PG 7). Insegna che il Verbo ha
creato gli angeli prima degli uomini; sia gli angeli che gli uomini sono liberi; i demoni
non sono necessariamente (cio per natura) cattivi, ma sono divenuti cattivi per la loro
malizia. Il demonio, che era prima dell'uomo, ha manifestato la sua esistenza quando ha
fatto commettere all'uomo la sua colpa, e con ci Taziano fa capire che i demoni avevano
gi peccato quando ha peccato l'uomo, senza per indicare la natura del loro peccato.
Secondo Taziano, Giove il capo dei demoni.
Quanto alla natura dei demoni, essi sono composti di materia e di spirito; il Signore ha
permesso che essi ingannino gli uomini no al giudizio universale. Secondo Taziano,
chiunque, bench attaccato dai demoni, ha conservato la conoscenza perfetta di Dio,
ricever, al giudizio, una migliore testimonianza, perch ha lottato.
Gli errori dei pagani sono degli stratagemmi dei demoni: questi hanno dominato i Greci,
ingannando le anime.Importante l'asserzione di Taziano, che cio i demoni non
muoiono, perch sono senza carne; ma avranno una morte particolare, in quanto sono
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privi della vita eterna e dovranno subire un supplizio eterno.Taziano dice ancora che i
demoni peccano pi degli uomini, perch vivono pi a lungo; per la loro malizia
perseguitano gli uomini, li pervertono e li spingono al male.
Talvolta sono veduti dagli psichici, quando si mostrano sotto apparenze umane. Per
vincerli bisogna ripudiare la materia. Quando colpiscono con malattie il nostro corpo, se
poi sono raggiunti dalla virt di Dio, ne rimangono spaventati, e allora il malato
guarisce.Coi mezzi magici promettono la sanit; in effetti essi ingannano unendo rimedi
buoni con cattivi; pi ancora lusingano le passioni.Sono stati esclusi dal cielo.
Atenagora. - Ha scritto una Legatio pro christianis (PG 7). Atenagora si ispira al Libro di
Enoch, e ripete quanto in questo libro si legge sul peccato dei demoni con le donne, spinti
dall'amore carnale. Essi, angeli decaduti, vivono nell'aria, e sulla terra; le anime dei
giganti, che errano attorno al mondo, sono dei demoni: sono questi ad eccitare le
tempeste. Atenagora ripete ancora che i demni si attaccano al sangue delle vittime e lo
leccano. Gli di furono uomini, e ora agiscono per mezzo delle statue.
I demoni adoperano degli artici per far credere che essi operano delle guarigioni.
Minucio Felice. - ben nota la sua opera, Ottavio (PL 3). Egli scrive che i demoni sono
spiriti ingannatori, vagabondi, degradati dal loro vigore celeste per le colpe e le passioni
terrestri. Avendo perduto la semplicit della loro natura ed essendosi coperti di vizi, per
consolarsi delle loro sventure cercano di perdere gli altri. Separati essi da Dio, cercano di
allontanare da lui anche gli altri con falsi atti di religione. I maghi fanno per mezzo di
essi i loro prodigi. Si nascondono sotto le statue e le immagini degli di; agiscono per
mezzo di loro intermediari; ingannano i loro seguaci, fuggono i cristiani. Anche Minucio
dipende dal Libro di Enoch per quel che si riferisce alla natura dei demoni e al loro
peccato.
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Clemente Alessandrino. Attinge al Libo di Enoch come gli altri. In Stromata sostiene
che la peste,la grandine,le tempeste,etc,non vengono solo dai turbamenti materiali ,ma
abitualmente dagli angeli cattivi. In Eglogae propheticae afferma che gli angeli
trasgressori hanno insegnato agli uomini l'astronomia,la divinazione e le altre arti.
S.Agostino- I silvani, i fauni, i satiri sono angeli che appaiono in forme corporee.
Nel secolo XIII abbiamo la sistemazione della scienza teologica, dando larga parte alla
ragione non solo per l'inquadratura dei dati scritturistici, ma soprattutto per lo sviluppo
logico delle stesse dottrine rivelate, come pure i teologi giusticano (o penetrano) con
argomenti di ragione quanto viene proposto dalla rivelazione soprannaturale. Gli stessi
apporti provenienti dalla Tradizione sono armonicamente inseriti nel quadro generale
dello sviluppo teologico dei singoli argomenti trattati.
Dopo i grandi teologi dei secoli XIII-XIV, gli studiosi posteriori si sono messi
ordinariamente alla -scuola di S. Tommaso o di Duns Scoto.
S. Tommaso dice pi probabile e pi conforme alle parole dei santi che il diavolo abbia
peccato subito dopo il primo istante della sua creazione. Questo suppone che sia stato
creato in grazia e che se avesse fatto un atto meritorio, avrebbe acquistato la beatitudine,
se non vi avesse posto subito ostacolo col suo peccato. Qualora, invece, si pensi che
l'angelo non sia stato creato in grazia, o che egli non ha potuto fare nel primo istante di
esistenza un atto del tutto libero, niente impedisce di ammettere qualche intervallo tra la
creazione e la caduta (I, q. 63, a. 6).
Nel Commento alle Sentenze, S. Tommaso riconosce che difcile sapere come gli
angeli abbiano potuto peccare, perch non si comprende come abbiano potuto
ingannarsi nella scelta della loro sorte (In Abr. Sent., lib. II, d. 5, q. 1, a. i). Un passo avanti
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fa S. Tommaso nella Somma teologica (I, q. 63, a. 1) dove dice che l'angelo, come ogni
creatura ragionevole, pu peccare in ragione della sua natura.Quanto al peccato specico
del diavolo, questo fu un peccato di orgoglio, riutando di sottomettersi al suo superiore.
L'invidia ha potuto seguire l'orgoglio: ed essa sia contro Dio stesso, perch Dio trae la sua
gloria dalla sua eccellenza propria, sia contro l'uomo (a. 2).
L'orgoglio dei diavolo non ha potuto spingerlo a volersi uguagliare a Dio, essendo
impossibile una tale uguaglianza. Ma anche se fosse stata possibile una tale uguaglianza,
l'angelo non poteva desiderarla, perch nessuna creatura pu desiderare di elevarsi a
una natura superiore.
Quanto alla rassomiglianza con Dio, il peccato consiste nell'averla desiderata per virt
propria e non per virt di Dio; e quindi di giungere da se stesso alla beatitudine naturale,
non volendo la beatitudine soprannaturale, che gli sarebbe stata data per grazia di Dio;
oppure volendo ottenere questa beatitudine soprannaturale dalla sua propria virt (I, q.
63, a. 3. Cf. In Sent., lib. II, d. 5, q. 1, a. 2-3-).E probabile che Lucifero sia stato il primo degli
angeli, anche perch, per cedere all'orgoglio, bisogna essere superiori agli altri (d. 16, q. 1,
a. 1).
Gli altri angeli sono caduti per una colpa simile. E per tutti S. Tommaso dimostra la
possiblit del peccato (cf. Contra Gent., III, cc. 108-110). Per essi, poi, Lucifero non fu causa
di caduta, ma inducendoli per una certa esortazione. Tuttavia essi hanno peccato nello
stesso tempo e istante di Lucifero; e, pur peccando per orgoglio, hanno accettato Lucifero
per loro capo, al n di ottenere, come lui, la beatitudine suprema con la loro virt naturale
(I, q. 63, a. 8; In Sent., lib. II, d. 6, q. 1, a. 2).
Il numero degli angeli caduti, secondo S. Tommaso, stato minore di quelli rimasti fedeli,
perch il peccato contrario all'inclinazione naturale. Ora ci che contrario alla natura
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si verica in minor numero di persone, perch la natura ottiene il suo effetto o sempre o
nel maggior numero dei casi (I, q. 63, a. 9).
In ragione della loro colpa spetta ai demoni l'inferno.
Siccome Dio vuole servirsi di alcuni di loro per provare gli uomini, questi demoni no al
giudizio universale si trovano nell'aria tenebrosa, mentre gli altri sono regolarmente
all'inferno, pur essendo tutti puniti secondo la colpa. Quanto al modo come soffrono, S.
Tommaso nel Commento alle Sentenze (Il, d. 6, q. 1, a. 3) pensava che sui demoni
dimoranti nell'aria il fuoco agisse a distanza; invece nella Somma teologica, pur
continuando a negare il contatto immediato del fuoco, propende a dire che la loro pena
non diminuita, perch essi sanno che loro dovuta pur non essendo legati al fuoco.
Le questioni sui demoni si moltiplicano. Cos
S. Tommaso si domanda se i demoni, vinti
dagli uomini, continuano a tentare altri
uomini o discendono immediatamente
nell'inferno. Dopo aver riferito tre opinioni
diverse, il Santo non osa decidere in materia,
perch n la ragione n la rivelazione danno
modo di risolvere (d. IV, q. 1, a. 5).
Fra i demoni vi deve essere un certo ordine, perch questo conforme alla loro natura,
alla saggezza divina che li adopera per provare gli uomini, e alla loro malizia che li fa
raggruppare (ivi, a. 4). Dopo la caduta, i demoni hanno conservato la loro conoscenza
naturale, mentre stata diminuita la loro conoscenza speculativa e soprannaturale dei
segreti divini; stata poi totalmente tolta la conoscenza pratica soprannaturale, che li
avrebbe portati all'amore di Dio.
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La loro volont ostinata nel male. Soffrono d'invidia in quanto vorrebbero veder
dannati gli eletti; sono privati della beatitudine che essi naturalmente desiderano; molti
non fanno tutto il male che vorrebbero (In IVSent., lib. Il, d. 7, q. 1, a. 2; q. 2, a. 1; Summ.
theol., 1, q. 64, a. 1-3).Anche quando hanno preso un corpo, i demoni non possono
generare. Qualora un demonio generasse adoperando il seme di un uomo, non
genererebbe che un uomo (In IVSent., lib. Il, d. 8, q. 2).
Giovanni Duns Scoto (1274-1308). - Tratta dei demoni specialmente nel Commento alle
Sentenze (lib. 11, d. IV-VII: Opere, Parigi 1893, t. XII, pp. 294-372) e nei suoi Reportata (lib. Il,
d. IV, VI, VII, a. 1904, t. MI, pp. 601-625).
Egli ammette la possibilit assoluta, per i demoni, di essere stati peccatori e puniti n dal
primo istante della creazione, perch ogni volont pu agire male dal primo istante. Ma
in effetto egli ammette un notevole intervallo fra la loro creazione e la caduta. Lascia
sospesa la questione se siano stati creati in grazia o no.
Ammette che i demoni abbiano commesso pi peccati di specie diverse prima di essere
ostinati nel male.
Quanto all'oggetto del peccato, Scoto pensa che Lucifero ha potuto desiderare di
uguagliare Dio, con un semplice desiderio di concupiscenza e col desiderio
proporzionato alla sua possibilit.
Si trattava effettivamente di una velleit.
Scoto dice che il primo peccato di Lucifero non fu di orgoglio, ma ha desiderato il suo
vantaggio, la sua beatitudine d'una maniera disordinata, spingendo l'amore di s no
all'odio di Dio.
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gli gnostici che volevano il mondo generato da un creatore malvagio, stato il primo
teologo cristiano a sviluppare una teologia del peccato originale. Dio ha creato Adamo ed
Eva e li ha posti nel Paradiso perch vivessero felici. Ma Satana, conoscendo la Ioro
debolezza, entrato nel giardino e, assumendo le sembianze del serpente, li ha tentati.
E' la prima metamorfosi della "Bestia", alla quale faranno seguito molte altre.
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Santa Brigida di Svezia, grande mistica contemporanea a Caterina da Siena (secolo XIV),
per esempio, vide la Bestia" in gura di un mantice, munito di una lunga canna, braccia
come serpenti, gambe da torchio e piedi a uncino. E' difcile capire il simbolo del
mantice e del torchio, a meno che non lo si riferisca alle torture allora in uso. I piedi a
uncino potrebbero anch'essi signicare strumenti di tortura o metodiche per trarre in
inganno, quasi un fare lo sgambetto!
Caterina da Siena, dal canto suo, descrive un demonio intelligente, astuto, che chiama
"Malatasca", cor chiaro riferimento al potere economico. Un demonio capace di
abbagliare e di plagiare nei modi pi subdoli. E anche se Caterina non descrive
particolari visioni, tuttavia, quando nella lettera 304 scrive: Nessuna battaglia o
immaginazione, sia pur laida quanto si vuole, peccato, se non quando noi
acconsentiamo volontariamente, dilettandoci dentro, lascia intuire che la "Bestia" abbia
altri riessi signicativi delle variegate metamorfosi della Bestia, in funzione
"pedagogica" e "parenetica" sono state mediate dall'arte visiva del Medioevo e del
Rinascimento, dall'arte amminga in particolare. Basti pensare a Hieronimus Bosch e a
Pieter Bruegel.
Occorre dire per che, gi prima dell'arte amminga del XV e XVI secolo, il diavolo aveva
fatto la sua apparizione nell'arte cristiana intorno al VI secolo d.C. Una delle pi antiche
gurazioni del diavolo si trova, ad esempio, in un affresco della chiesa egiziana di Bawit
(VI secolo). Altre, dello stesso periodo, si trovano in alcune miniature della Bibbia di san
Gregorio Nazianzeno, conservata nella Biblioteca nazionale di Parigi. Ci che
caratteristico, in queste rappresentazioni, l'aspetto di satana, travestito da angelo di
luce.
Soltanto dal XII secolo in poi, no alla ne del Medioevo e oltre, no alla met del XVI
secolo, l'immagine demoniaca subisce una trasformazione radicale. Satana viene cio
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Al di l, comunque, dello
scopo della Chiesa attraverso
l'arte, sono gli artisti stessi a
decidere, anche per questioni
di committenza, di farsi
sedurre dalle forme
dell'orribile.
Facendosi forse suggestionare
dai predicatori itineranti
particolarmente dagli Ordini
mendicanti , che
prediligevano toni apocalittici ,
essi ci hanno lasciato opere d'arte sul demonio che risultano
veramente impressionanti. Basti pensare ai capitelli delle cattedrali di
Autun, Moissac, Beaulieu e Vzelay in Borgogna del 1150.
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