Vous êtes sur la page 1sur 15

Fondazione Istituto Gramsci

Illuminismo e "Idologie"
Author(s): Paolo Alatri
Source: Studi Storici, Anno 9, No. 2 (Apr. - Jun., 1968), pp. 417-430
Published by: Fondazione Istituto Gramsci
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20562934 .
Accessed: 12/07/2013 16:44
Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .
http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.
JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of
content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms
of scholarship. For more information about JSTOR, please contact support@jstor.org.

Fondazione Istituto Gramsci is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Studi
Storici.

http://www.jstor.org

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Note critiche

ILLUMINISMO

1i carattere prevalentemente

se non addirittura esclusivamente

< tDEOLOGIE>

letterario della

collana per la quale e stato composto iAsaggio di Gianni Scalia sull'illurminismo 1


ne ha, a nostro avviso, fortemente condizionato l'impostazione e limitato il valore

e l'efficacia.
e ricostruirele lineedellastoriografiasudi esso
Studiarel'illuminismo
rinchiudendosientro i confinidella sola letteratura,come evidentementelo
Scalia ha creduto di dover fare per attenersi alla fisionomia della # Storia della
critica)> diretta da Giuseppe Petronio,

significa, ci sembra, togliersi gran parte

delle possibilita esistenti di individuare e comprendere nella sua ispirazione cen


trale e caratterizzante l'illuminismo,
che prevalentemente

che e un movimento

letterario, e che comunque

di pensiero tutt'altro

trova nelle radici filosofiche,

etico-politiche, economiche e giuridiche la sua scaturigine e la suamolla essenziali.


Allo Scalia sono tutt'altro che sconosciuti quelli che, nell'ultima pagina del suo
storici economici e sociali >, delle cui opere principali,
saggio, indica come gli <<
del resto, da i necessari riferimenti sia nelle note sia nella breve ed essenziale bi
bliografia; e tuttavia i nessi cosi determinanti tra la storiografia filosofica, politica,

e quellapuramenteletterariasono, credo,
economica,giuridicasull'illuminismo
intenzionalmente

trascurati o al massimo accennati di passaggio in qualche punto

soltanto della sua indagine. Cio,

a nostro parere, non soltanto limita fortemente

l'interesse di questo saggio, non soltanto gli toglie in partenza la possibilit"a di


costituire quella sintesi critica di cui, al grado
negli Stati Uniti

in cui sono giunti

e in Italia gli studi sull'illuminismo,

in Europa,

si sente ormai l'esigenza,

ma determnina anche difficolt"adi giudizio nella carenza di quei punti di riferimento


e di orientamento

indispensabili che soltanto il nesso tra la letteratura e l'evolu

zionedel pensierofilosofico,politico,economicoe giuridicoe ingradodi fornire.


Questa debolezza intrinseca si fa avvertire fin dal primo capitolo del saggio,
inteso a delineare

i caratteri generali dell'illuminismo

italiano, come premessa

1Gian.ni Scalia, L'Illumninismo,Palermo, Palumbo, I966, pp.


I85, L. I.700. (<Sto
ria della critica>>diretta da Giuseppe Petronio, I4).

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

418

Paolo Alatri

a tracciare
la storia della critica dell'illun inismo in letteratura. Se e ben chiarito
che il maturarsi del pensiero propriamente illunministico e riformistico va posto
nel periodo I748-89, cioe va distinto con una certa nettezza il secondo dal primo
se e lucidamente indicato che in questa seconda meta del secolo
Settecento;
(<la ragione si presenta non come fondamento

e principio metafisico, ma come

miietodoorganico di analisi e di controllo, di direzione operativa nella realt'a natu


rale e storico-sociale)> e che la a critica del passato e della tradizione si sviluppa
in ogni campo: prima sul piano religioso-confessionale,

poi sul piano politico


e contro

sociale, e conduce al conflitto contro l'autoritarisnio filosofico-religioso

l'assolutismo politico >; se cioie si insiste - glustamente - sugli aspetti piu pecu

liari dell'illuminismoidentificandoliin quelli non propriamenteletteraribensi


filosofici e politici;

se si anticipa che i vecchi schemi interpretativi che hanno a

lungo ipotecato lo studio dell'illuminismo

con una svalutazione riduttrice sono

stati di recente superati,dopo il periodo dell'egemoniaidealisticae crociana,


arazie a una <(nuova impostazione della problematica filosofico-culturale del
pensiero "militante " contemporaneo >>;se cioe anche qui si fa appello soprattutto
a ispirazioni interpretative le quali attingono piuttosto al pensicro filosofico e po
litico che non alla storiografia prevalentemente letteraria: ebbene, quando poi si
passa alla ricerca di una sia pun sintetica definizione dell'illuminismo italiaino ci
Si arresta a formulazioni abbastanza generiche e tali che avrebbero potuto trovare
ben altro approfondimento

e ben altra concretezza se ci si fosse piiu direttamente

ed esplicitamente legati ai risultati di quel vasto lavoro di ricerca e di sistemazione


critica, che, orientato soprattutto in direzione della struttura economnica, sociale
e politica dell'Italia settecentesca e delle sue componenti culturali (ma non esclu
sivamnente letterarie), si e venuto svolgenrdo da varie parti in questi anni. Invece
tutto quello che in merito possiamo qui. leggere e che o legato soprattutto all'il
luminismo francese, per tranuiti di contiguita culturale, di scambio di esperienze

e per successivirapporticoncretidi opere e di persone,l'illuminismoitalianonon


puo considerarsi isolato, o, peggio, contrapposto all'Europa culturale dei " lumi"
e ancora che <<
la cultura illuministica

italiana partecipa al generale movimento

rinnovatoreeuropeo,con una dimensioneoriginalenella sua specificafunziona


lita pratica >>,che. essa <<
piiu che filosofica e speculativa (interessata cioe, central

menlte, ai problemi gnoseologici o epistemologici),e economico-giuridico


politica >, che essa <<si puo considerare

fondata su due direzioni

essenziali: la

propostadi una legislazionecorrettaed efficacee l'indaginepolitico-economica)>.


Affermazioniche si possono tutte,sostanzialmente,
condividere,ma che esigereb
bero - soprattutto

la prima - sviluppi e precisazioni,

anche perche proprio

questi punti l'operosit'a storiografica recente ha dato i maggiori

su

frutti; e comun

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Illumlistoio e <(Ideologie )>

4I9

que queste affermazioni rimangonio poi comc prenmesse di cui raramente e con
difficoltia si colgono

le conseguenze e le implicazioni nei capitoli successivi.

Fatte queste riserve preliminari, occorre peraltro aggiungere che le tappe del
la critica illuministica nella storia della cultura letteraria italiana sono colte e
illustrate con grande padronanza della materia,

con acuta consapevolezza

storici

stica, con ricchezza e finezza di notazioni critiche.


La prima di queste tappe e individuata entro la stessa cultura illuministica,
in cui 1 suoi protagonisti acquisiscono ed esprimono una autoco

nella misura

scienza storiografica. Quindi,

attraverso la storiografia primo-ottocentesca,

lia si sofferma su quella del Risorgimento,

lo Sca

che tende a concentrarsi sul rapporto

tra gli aspetti storico-politici dell'etia delle riforme e gli stessi ideali risorgimentali,
tanto che anche nella cultuira piiu propriamente letteraria sono prevalenti le esi
genze dell'impegno

nazionale, del finialismo etico-politico,

dell'assorbimento

del

le individualitia artistiche nello sfondo storico e nella polemica politico-ideologica,


con forte accento sulla dissociazione
francese. Nuova

tra riformismo settecentesco

e rivoluzione

prova di quanto la dimensione politica (riassumendo in questo

termine un piiu vasto ambito) non sia accantonabile


illuministica e come percio l'impostazione

in uno studio della critica

stessa della collana, come si diceva, sia

scarsamente adatta per iA tema specifico trattato dallo Scalia.


Rispetto

a Cesare Balbo,

letteratura moderata, Mazzini

il cui schema interpretativo


accentua ulteriormente

rimane costante nella

la riduzione interpretativa

dell'illumuinismo,
isolandonecompletamenteiAnucleo riformisticoa scapitodei
fermenti rivoluzionari, per poterlo opporre alle <degenerazioni ? dell'89. Di con

seguenza,nella criticamazzinianal'interpretazione
del Settecento illuministico,
come nota giustamente lo Scalia, e assai divisa e contrastante: iA lascito illumini

stico, settecentesco,democratico,e contraddettodallapolernicacontro il ofata


lismo?) e il <(materialismo>>, contro

ol'individualismo ? anarchico e asociale, e

cosi via. Si puo quindi parlare per Mazzini,

come del resto anche per Ferrari,


di una relativa incomprensione della realt'a illuministica. Solo il Cattaneo e, ancor
piiu, il De Sanctis rappresentano un attivo ripensamento teorico e storiografico
sul Settecento illuministico.

I1De Sanctis specialmente apre la possibilita di una

ricostruzione
del tuttonuova della culturailluministica,liberadai precedentipre
giudizi e, al di lIa dello stesso Croce,
novecentesca.

Per De

lascia un'eredit'a interpretativa alla cultura

Sanctis, hanno valore proprio la democraticit'a, sia pure

implicita, e la razionalit'a, questa invece tutta spiegata, che animano e contraddi


ed e di qui che il De Sanctis fa iniziare la <<
civilt'amo
derna *, I'<evo moderno#, la <<
rivoluzione nella mente)) prima della <rivoluzione
stinguono l'illuniinismo:

nei fatti)> (la rivoluzione francese), con una tesi che ha ricevuto un recente pieno

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

420

Paolo Alatri

sviluppo nell'opera di Peter Gay, The Enlightenm1ent:An Interpretation. The Rise


of modern paganism (New York,
al nostro

Quanto

secolo,

I967).

se il processo di (<rivalutazione? dell'illununismo

e ormai in atto nella storiografia contemporanea

da qualche decennio,

l'ipoteca

idealistica ha gravato sugli studi italiani fino al secondo dopoguerra, cominciando


a far sentire il suo peso fin dagli inizi della cultura novecentesca.
Da ultimo,

lo Scalia presenta e discute con molta

i progressi fatti - per esempio

di contorni

Binni, Giuseppe Petronio

con Walter

questi nomi mostra

competenza

e precisione

rispetto alle posizioni del Fubini -

e Ferdinanclo Giannessi. L'indicazione

che siamo sempre nell'ambito

della storiografia letteraria:

quella politica e tenuta presente soltanto come punto di riferimento,


necessariamente confinata ai margini
II volume

di

e quindi

della trattazione e in qualche nota.

e completato da una <(antologia della critica#>, in cw sono ripor

tatepoche pagine dallaproduzionedei maggiori studiosicitati: sezione tuttavia


troppo esigua del volume per fornirci qualcosa di piiu di un semplice repertorio

e di completezza.
esemplificativo,senzavalore di continuit?a

Giia autcire di due saggi su La Scienza della societa in Francia alla fine del se
coloXVIII

(Firenze, I967) e su Philosophie et geographie a' la fin du XVIIIe

siecle

(in Studies on Voltaire, vol. LVII,Geneve, I967) e di un ampio e brillante reso


conto del IICongresso intemazionale di storia dell'illuminismo comparso su un
numero precedente di questa stessa rivista (aStudi Storici *, I968, n. i), il ven
si presenta
tottenne Sergio Moravia, qui alla sua prima prova impegnatival,

di intelligenzacriticae di capacitaespo
come uno studiosodi seriapreparazione,
sitiva non comuni. Si e cimentato con un tema per piiu motivi

difficile: perch6

in certo senso disperso (chi sono, a propriamente parlare, gli id6ologues?),perch6


complesso nelle sue differenti implicazioni

(non v'e, si puo dire, settore d'inda

gine scientificae culturalenel quale essi non fosseropresenti),perch6 relativo


a un gruppo di cui sono stati bensl studiati singoli ben noti personaggi, ma del
quale si puo dire non esistesse un'analisi del tessuto intellettuale e culturale co
mune, cioe della loro collocazione, del loro significato e valore, insomma della lo
ro storia appunto in quanto e come gruppo. Da

tale cimento Moravia

esce pie

consegnandoci un'opera importante, anche se, com'e ovvio,


tale cia suscitare su questo o quel punto interrogativi o perplessita.

namente vittorioso,

1 Sergio Moravia, Ii Tramonto dell'illuminismo. Filosofia e politica nella societa


francese (1770-181o), Bari, Laterza, I968, pp. 662.

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Illuminisnmoe ( Ideologie >>

42I

L'ampiezza della trattazione si spiega con la genesi dell'opera, di cui abbiamo


soltanto il primo volume, mentre
anche il secondo. Nata

l'autore assicura di avere pressoch6 pronto

infatti dall'analisi degli Ele'mens d'ideologie di Destutt

de

Tracy, questa indagine si era rivolta inizialmente verso un problema di storia


della filosofia, nel senso piiu tradizionale dell'espressione:

il problema della <<ri

forma? del sensismo, avviata da taluni filosofi e psicologi francesi, dapprima al


l'interno della scuola di Condillac, poi indipendentemente da essa e infine in con
trapposizione ad essa. Ma,

dalla sola figura del Destutt,

l'interesse dell'autore

si e venuto spostando e allargando all'intero gruppo degli ide6ologues,con l'ambi


zioso programma di riempire il vuoto che la storiografia inoderna aveva lasciato
fra il tramonto della generazione dei philosophes, di cui gli ideologues erano ap
punto gli eredi, e l'alba della cultura ottocentesca. Debellati

da Napoleone

sul

terrenoistituzionalee civile, sopraffattidalla reazionespiritualistica


ottocentesca
sul terreno filosofico e culturale, gli ideologues, che avevano la sventura di essere

collocati fra due stagioniparticolarmente


gloriose dell'esprite della civilisationl
francese,quelladell'illuminismoe quelladell'Impero,non hanno infattipieutro
vato uno storico che, al di la di alcune singole grandi figure, piiu pero di <<com
pagni di strada # che di veri e propri ide6ologues,sottoponesse l'iuiteromovimento
a una nuova completa esplorazione

e a una meditata valutazione critica. Da ul

timo sembrava essersi persino perduta la nozione dell'esatto anche se convenzio


nale impiego del termine di ide6ologues,tanto che uno studioso italiano, Aldo
Maffey, ha lasciato che l'editore intitolasse Antologia degli scrittipolitici degli ideologi
francesi del Settecento (Bologna,
bert, Helvetius,

I1Mulino,

d'Holbach, Mably

I96I) una scelta di scritti di d'Alem

e Raynal,

nessuno dei quali appartenne al

gruppo degli ideologues (cfr. C. Landucci, Il Diritto di Casanova, in <<


Belfagor >,
iio
e
I962, fasc. i, pp.
sgg.;
P. Alatri, Voltaire, Diderot e il apartito filosofico ?,
Messina-Firenze, D'Anna,

I965, p. 394).

A questo punto del progetto di lavoro elaborato da Moravia,


sufficiente analizzare le figure di filosofi e scienziati, antropologi

non

era piu

e studiosi del

linguaggio,storicied economisti,sociologie critici letterari;era necessario,per


caratterizzare
l'opera ideologique,
collocarel'interomovimento nel quadrodelle
lotte del tempo - e delle

tre fasi essenziali: prerivoluzionaria,

napoleonica - e soprattutto ridare al movimento

rivoluzionaria,

l'intera sua dimensione

storica

e percio illustrare e analizzare le opere degli ideologuesnon soltanto nel loro singolo
valore specifico, ma altresl nel nesso tra cultura e politica, che ad essi fu proprio.
Giunto cosi alla persuasione della sostanziale omogeneita

tra philosophie e politica

nell'attivita degli

idlologues,Moravia ha ritenuto legittimo scandire l'indagine


in due tappe diverse (donde, appunto, i due volumi), dedicate la prima alla para

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

422

Paolo Alatri

bola della loro azione culturale sotto l'aspetto politico,

la seconda allo svi

luppo della loro attivit"a culturale considerata piiu propriamente

sotto il profilo

scientifico.
Qui noi abbiamo, realizzata, la prima parte di tale programma;
bilmente

e se proba

la seconda parte avra presentato per l'autore difficolt"aper cosl dire tec

niche non indifferenti, crediamo tuttavia che fosse proprio questa prima parte a
porlo di fronte ai problemi piu ardui sul terreno piu propriamente storiografico.
Perch6, anche accettato preliminarmente
Moravia

si dichiara allievo di Garin)

il criterio metodologico

(per il quale

in base a cui la <filosofia? va ricercata nel

piu ampio tessuto della storia intellettuale e civile, l'applicazione concreta di tale
criterio costituisce poi un difficile banco di prova. Ora,

a noi pare che il pro

fio della ideologie, la sua genesi, la sua parabola, la sua funzione nella storia poli
tica e culturale della Francia tra il 1770 e il i8io, emergano da questa vasta
ricerca con grande ricchezza e precisione di contorni, con una fisionomia ben
caratterizzata, con rigore di notazioni e senza forzature.
Nel

suo significato piu ristretto e specifico, l'ideologie nacque come studio del

la genesi delle idee, da condursi secondo la metodologia


da Condillac, ma

in modo

analitica perfezionata

piu rigoroso e completo di quanto non avesse fatto

tuttavia,nell'ambientestesso degli ideologues,


l'autoredel Traite'des sensations;
si registro subito una tendenza ad estendere il concetto d'ideologia
lo d'un piu denso contenuto

e ad arricchir

filosofico e scientifico, sicche il termine passo ad

indicare una congiunta indagine interdisciplinare rivolta a una conoscenza

<spe

rimentale> e organica dell'uomo. Era il primo aspetto d'una progressiva espan


sione concettuale del termine. Cabanis, Destutt

de Tracy, Volney

e i loro almici

e seguaciindividuarono
prestonell'ideologie
non solo la scienzarivoltaall'indagine
di certi concetti psico-fisiologici,
formale, connessa naturalmente

bensi la <<
filosofia # per eccellenza, lametodologia
con una determinata

concezione

della realta,

ch'era d'uopo utilizzare in tutti i campi del sapere e dell'agire umano, nel solco
gia tracciato dai philosophes e dagli enciclopedisti.
delle lumieres fu infatti sentito dagli

ILnesso con la precedente eta

ideologues con straordinaria intensita e, se

costitul il leit-motiv della loro attivita, rappresenta per lo studioso non soltanto una
traccia obbligata, ma altresi un problema critico con cui fare continuamente

conti. Pertanto, se l'opera degli ideologuespote dispiegarsi in tutta la sua ampiezza


e specificit'a soltanto a partire dal I794-95, proprio per l'essenzialita del nesso tra
ideologuese philosophes bene ha fatto Moravia

a prendere le mosse, con un intero

fitto capitolo, dal periodo prerivoluzionario,

durante il quale, dal I772 al I788,

attraverso il salon d'Auteuil di Madame Helvetius,

il gruppo degli

ide6ologuessi

salda all'eredita dei philosophes, per poi estendere l'indagine, con un successivo

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Illuminismo e <<
Ideologies

capitolo,

al primo periodo

rivoluzionario,

423

prima di esaminare la loro attivit"a

nella vita politica del Direttorio.


La battaglia, iniziata gi"aal tempo del Direttorio,

proseguita poi con l'appoggio

ufficialedell'autoritain regimenapoleonico,condottaa terminenel primoOt


da quel terrenodell'azionepolitica e civile
tocento,per eliminaregli ideologues
e delle discussioniculturalie scientifichesul quale avevanooperatoper un qua
rantennio, fu condotta in nome dei diritti dello <<
spirito ). Combattere
gues significava combattere

<il materialismo

gli ideolo

secolo>>. Si 'evoluto

del XVIII

sostenereche sotto un profilo filosoficogli ide'ologues


non fosseromaterialisti.
Cio puo essere vero, ma
speculativo. Resta

soltanto sotto un profilo strettamente e astrattamente

il fatto - e Moravia

ben

lo sottolinea

nell'introduzione

che agnostici,almeno programmaticamente,


sul pianometafisico, gli ideologues
e praticamente
operanoculturalmente
nella prospettivad'unaconcezioneunitaria
e materialisticadella realtta,che potremmodefinirediderotiana.Essi contribui
predi
rono a dissolverei tradizionali
principi-moralie religiosidell'ancienregime,
carono una metafisica senza sigilli divini, una metodologia
denti, una psicologia senza l'anima, un'antropologia

senza garanzie trascen

senza lo spirito, una societa

senza potere assoluto, un'arte senza i santi slanci del coeur. <<
Questo - osserva
era, in rebus ipsis, materialismo#>. (In proposito
giustamente Moravia (p. 25)
cfr. Roland Desne, Les Materialistes franiais de 1750 a 18oo, Paris, Buchet-Chastel,

I965: un'antologiaprecedutada un'ampia introduzioneche, sebbene ricca di


riferimenti agli ideologues e di pagine tratte dalle loro opere, Moravia

non cita

nella sua pur vastissima ed esauriente bibliografia).


I1 fitto intreccio tra philosophie e politica, proprio secondo l'esempio lumino

par
samenteoffertodaDiderot e dagli altrimaggiori esponentidell'illum.inismo
ticolarmente
nel venticinquennio1750-I775,caratterizzaquellaSocieted'Auteuil
nella quale, attorno alla vedova di Helvetius,
sostanziale nucleo degli

idlologues.Moravia

venne formandosi

il primo e piu

ha pagine assai felici nel ricostruirne

la storia, sempre attento com'e a considerare le diverse implicazioni civili e, ap

punto, politichedell'azioneculturalee scientificadi quegli allievi, continuatori


e seguaci dei philosophes. Che il loro nume fosse in modo
mostra

particolare Helvetius

in essi una posizione ideologica che si riallacciava alle punte piiu avanzate

dell'illuminismo,

mentre

essi si protendevano

contemporaneamente

verso una

nuova utilizzazione dei legami m.assonici, verso la solidarieta e la collaborazione


con uno dei maggiori

esponenti della rivoluzione americana, Beniamino Franklin,

anch'egli del resto, massone,


cui trovava applicazione

infine verso un'attivita

filantropica e umanitaria in

il loro impegno civile.

Quando ebbe inizio la Rivoluzione

dell'89,

anzi gia nel biennio della prepa

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

424

Paolo Alatri

razione rivoluzionaria,

il piiu in vista degli

ideologues appare l'abate Sieyes, che

appartiene di pieno diritto al gruppo per la forimazione e per i vincoli che per
piu di un decennio conservo con la Societe; d'Auteuil, ma che, fin d'allora appar
tato, scontroso e privo di quello spirito di e'quipe che distinguera i suoi amici e
alleati, sembra moltiplicare e accentuare certi difetti caratteristici del gruppo ide'o
logique: l'insofferenza ai patti, agli accordi, alla lnilizia di partito. Con Sieyes si
delinea nettamente uno dei caratteri peculiari del gruppo che vale a definirne
la funzione politica e sociale nelle lotte del tempo: lamancanza di ogni apertura
verso il popolo, la posizione rnoderata uscita dal liberalismo lockiano. L'eguaglianza
richiesta era di tipo esclusivamente giuridico-politico, Moravia,

per tutto iAcorso

del suo libro, non si stanca di insistere, e a nostro parere giustamente, sul fatto che

seguono
dei due fondamentalifiloni dell'illuminismosettecentesco,gli ideologues
quello per cosl dire maestro che possiamo riassumere nel nome di Voltaire
si riallaccia in nessun modo
del materialismo

ideologiqueaveva insistito in modo

tico K. Momdijan,
meccanicistico

sottolineando anche

di Cabanis, di Destutt

terialismo dialettico

e non

alla tradizione russoviana. Sul carattere borghese

di Diderot,

particolare lo storico sovie

quanto il materialismo metafisico

de Tracy, di Volney

fosse lontano dal ma

ricco di fermenti e di possibi

ben altrimenti

lita di sviluppispeculativie scientifici (LaPhilosophie


d'Helvetius,
Moscou, Edi
tions en langues etrangeres, 1959, pp. 36I sgg.).
Ma

la vera guida politica della Societe d'Auteuil

fu Condorcet,

il cui salon

divenne uno dei principali centri di riunione e una delle fonti di elaborazione
della politica progressista, anche se non democratica
del termine, d'una certa borghesia

nel significato giacobino

rivoluzionaria.

In queste premessesono implicite tutte le oscillazioni, tutte le incertezze,


tutti i limitidell'azioneideologique,
cheproprioinCondorcetsonoparticolarmente
evidenti. Vale

la pena di citare, in proposito,

una lucida pagina di Moravia:

E come se, nel trascorrere dal piano della propaganda dei sacresprincipes a quello
dell'enunciazione di direttive per un'azione concreta, prevalesse in lui, almeno
talvolta, il timore che la Raison fosse corsa troppo innanzi rispetto al piu lento
cammino della storia. Ancora alla vigilia della morte, pur dopo vicende ed espe

rienzecosi istruttivesotto tantiaspetti,eglimostravadi nutrireunapreoccupazione


di questo genere, e di far propria, con essa, quella determinata concezione del rap
porto ltinieres-realt'a,o se si preferisce philosophie-societ'a umana, di cui tale preoccu

Di qui, da codestasuapreoccupazione,
pazione era un'evidenteespressione.
na
scono nel biennio pre-rivoluzionariocerte caratteristicheincertezze,ora sulla
d'instaurare
un govemo democratico,ora sull'opportunita
di costituire
possibilitia
subito una repubblica, ora sulla capacitia del popolo di elaborare e di esprimere

nelle formedovute le proprielegittimerivendicazioni.


Certe paginedei numerosi

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

e <lIdjologie)> 425
Illuminismno
pamphlets di quei mesi riflettono, nel tollo cstremamcnte cauto e moderato delle
proposte, la sonmma di preoccupazioni ch'egli nutriva. La pregiudiziale repubbli
cana e messa da parte, si spegne la polemica anti-aristocratica, si consiglia

lamoderazione.
Forse e possibile simboleggiare fin d'ora, in questo duplice aspetto del pensiero
di Condorcet, la fondamentale oscillazione che fu sempre presente nell'ideologia
oltre che nell'azione politica dei frequentatori d'Auteuil. Alla luciditia e all'entu
siasmo con cui gli ideologues enunciano certi principi si contrappone spesso in essi
una sfiducia, talora una sorta di disgusto, per ilmondo politico che quei principi
era chiamato ad adottare. Questi intellettuali sono spesso astratti non perche
fossero astratte le idee che professavano, bensi per la loro incapacita , quasi una
insofferenza, di organizzare saldamente quelle concrete forze politiche che sole
avrebbero potuto applicare le loro teorie. Ma questa loro incapacit"anon significa
che la loro funzione nel quadro degli eventi del loro tempo fosse sostanzialmente
nilla. La loro azione si riveler"apreziosa soprattutto quando le loro teorie costitui
ranno il necessario fondamento dell'opera di destructiondell'ancieni regimle,o quando
la loro esperienza giuridico-amministrativa (ma cio avverra particolarmente nel
l'et'a del Direttorio) si render"aindispensabile nell'elaborazione di leggi e d'istitu
zioni

civil

1.

II amanifesto?

degli ideologuesall'inizio della Rivoluzione

fu l'Avis auix Fran

(ais di Andrea Chenier, ed esprimeva i timori che nell'estate 1789 Si erano andati
impossessando dell'animo di molti borghesi anche eclaires di fronte all'eccitazione
popolare, *all'insubordinazione dei ceti subalterni. La polemica

era rivolta piiu


verso gli avversari di sinistra che verso i nemici di destra. Contemporaneamente in un contesto pur sempre conservatore - Mirabeau utilizzava gli amici ideo
loguesper impedire una frattura assoluta fra lamonarchia

e l'assemblea. A questa

opera collaboravano Garat, Chenier, Cabanis, Chamfort.

E tuttavia, una volta

verificatasi quella frattura con la fuga del re nel giugno I79I, il gruppo si sposto
rapidamente

e decisamente

sulle posizioni

repubblicane

e sembro

riassumere

la guida del corso rivoluzionario. Nel complesso, nel primo biennio rivoluzionario
gli ideologues si trovarono su un fronte spesso notevolmente

avanzato dello schie

ramento politico. Le incertezze del gruppo dovevano poi &ivelarsi in modo piu
pronunciato dopo che, con la giornata del Io agosto 1792, fu segnata la fine della
monarchia:

in quella circostanza, gli ideologues si schierarono tra i fautori della

rivoluzione. Ma era una delle ultime volte in cui la loro parola risuonava all'uni
sono con quella dello schieramento

socialmente

e politicamente

piu avanzato.

La storia di questo gruppo di intellettuali durante gli anni della Convenzione e


invece il susseguirsi di una serie di incertezze, di errori e di occasioni mancate:
e la storia del loro graduale assestarsi su posizioni conservatrici, di un costituzio
ialismo parlamentare e moderato che, superato e sopraffatto dal giacobinismo

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

PaoloAlatri

426

e dal Terrore, vedra nel Termidoro

la possibilit'a di una piena afferniazione del

mentre si preparavanoinvece le condizionidell'ascesanapo


l'ideale ideolog4que,
linea della loro ascendenza lockiana e della loro opposizione

leonica. Nella

tradizione del democratismo


del

liberalismo costituzionale

da Madame

russoviano,

ideologues fondavano

espresso ai primi dell'Ottocento

alla

le premesse

da Constant

<compagni di strada? degli

de Stael, i due piiu celebri

Con Robespierre,

gli

ideologues.

che li perseguito duramente (la lista dei giustiziati o gettati

in carcere e impressionante), lo scontro era diretto e profondo: per gli ideologues


la philosophie, nelle persone dei suoi interpreti e portavoce, doveva

ispirare e gui

dare la classe politica che faceva avanzare la rivoluzione; per i giacobini,

invece,

e il popolo era
gli intellettualinon rappresentavano
questaguida indispensabile
in grado di elaborare autonomamente

la sua linea d'azione. Non

a caso Robe

e agli enciclopedisti,contrapponevail <(vraiphilosophe#


spierre,ai philosophes
Rousseau.
Era una societ'a, quella di cui parlavano gli ide'ologues- scrive Moravia
(pp. 2IO-II) - ancora modellata in qualche misura secondo schemni fisiocratici;
una societa nella quale il motivo rivoluzionario (e rousseauiano) della rege`neration
popolare si trasformava nell'esigenza di riformare gradualmente le istituzioni
sociali secondo i principi, ma anche entro i limiti, delineati dalla science politique
borghese. Una societa, infine, nella quale le classi popolari, ben lungi dal posse
dere caratteristiche proprie e propri specifici problemni, non erano considerate
che un'ancor rozza incamazione della classe borghese (...). Di qui la caratteristica
riduzione che, se pure in misura diversa, fu di tutti gli ideologues, della politica
a pedagogia, del contrasto dialettico proprio delle relazion sociali ad un rapporto
di tipo interclassistico e conciliatore, o se si preferisce, al rapporto didattico o ge

rarchicoch'e proprio degli educatoricoi propri scolari.


superstitipossono riprenderela loro
Quando, col Termidoro,gli ideologues
attivita, ripresentarsi come gruppo di pressione e di guida, assumere l'egemonia
sul piano istituzionale e politico come su quello culturale e speculativo, quando
cioe sotto il Direttorio

essi possono dispiegare in tutta la loro portata le posizioni

che avevano elaborato e di cui erano i portavoce,


e dell'interpretazione moderata della Rivoluzione,

allora ci troviamo alle fonti

che doveva poi avere un lungo

sviluppo pubblicistico e storiografico, con la caratteristica cesura segnata dal trionfo


dei giacobini,

e della tradizione del costituzionalismo

borghese, che e poi la tradizione girondina. Attraverso


borazione

liberale e parlamnentare
it fitto intreccio tra ela

ideologica, attivita culturale, sviluppo istituzionale, Moravia

ed enuclea, nella sua limpida esposizione,

rintraccia

le linee maestre di tale partecipazione

ide6ologiquealla vita pubblica della Francia.

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Illuminismo e a(Ideologie>>
Ed e a questo punto che sorge un probleina: in questa maturazione

427

dell'ideo

logia e della prassi del priino liberalismo europeo, quanto della piu viva eredit'a
della philosophie e ancora presente negli idedologues?'Evero che, in pieno Settecento,
gli illuministi, ad eccezione del filone russoviano, erano rimasti entro i limiti di

un riformismo,per quanto ardito,pur sempredi tipo borghese,non popolare


ne compiutamente

democratico.

Sotto questo aspetto, si puo affermare che gli

fosseroi continuatoridi Voltaire, di d'Alembert,di d'Holbach,anche


ideiologues
di Helvetius

e di Diderot.

E tuttavia siamo ormai in tutt'altro clima politico,

in una temperie spirituale completamente

diversa. I pronunciamenti,

per esem

pio, di un Garat per un governo forte non avevano plu nulla a che fare con gli
ardimenti settecenteschi dei philosophes, neppure con il loro ideale di un assolu

tismo illuminato,peraltrosuperato,appunto,dall'ultimoDiderot. Voglio dire


che non selnbracorrettomettere a fronte l'atteggiamento
dei philosophes,
nelle
concrete condizioni della Francia attorno alla met"a del Settecento,

con quello

venti, trenta,quarant'anni
piu tardi,senzatenerenel debitoconto
degli ide6ologues,
che il contesto nel quale operavano i primi era assolutamente diverso da quello
in cui agivano questi ultimi. Ora, Moravia

sottolinea bensi che di fronte alla gra

vitatdellacrisipolitica,sociale,econornica,amministrativa
che attanaglialaFran
cia nel I795 la schiera dei repubblicani moderati ch'era parsa accettare le prospet

tivepoliticheenunciatedagli ideologues
sembrarinunciarealla lotta;che quel ten
tativodi rilancioetico-politicodel ceto borghesepromotoredel primo tempo
dellaRivoluzione, ch'erastatoavviatodal partiphilosophique,
apparivasostanzial
mente

fallito; che, a differenza di quanto era avvenuto nel 1789, la borghesia

non sembrava piu in grado di proporsi unitariamente i problemi non d'una classe,
ma di tutta la nazione, ne pareva piu capace di elaborare una politica di movi
mento,

di progresso ideologico e sociale; che certe improvvise partenze da Parigi

di taluni ide'ologues
sembranosimboleggiarequesto atteggiamentodi rinuncia
e di disimpegno. Ma mi sembra che a fronte di tutti questi riconoscimeenti, non
ci sia da parte di Moravia

una adeguata revisione del reale rapporto philosophie

id6ologie,non ci sia cioe una plu precisa e realistica valutazione del profondo impal

> in questiepigoni <(ideologici


lidirsidel lascito<<filosofico
>.L'indicarenell'opera
diMadame de Stael Des Circostances qui peuvent terminer laRe'volution et des principes
qui doiventfonder laRepublique en France, in cui la figlia di Necker chiedeva l'instau
razione di una repubblica saggia emoderata,

<(la ricapitolazione del pensiero etico

politico del parti philosophique?> (pp. 282-83), ci pare possa indurre in equivoco
proprio per l'impiego di quest'ultima espressione. Credo che sarebbe stato meglio
parlare di parti ideologique proprio per mettere

in evidenza come esso sia ormai

lontano dagli arditi ideali del parti philosophique degli illuministi settecenteschi.

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

428

PaoloAlatri

Ne mi pare si possano riportare amooralisrro russoviano, comue faMoravia

(p. 284),

esortazioni staeliane contro la violenza e per il sacrificio personale a vantaggio


della collettivit"a nazionale che, nel contesto dell'opera, sembrano avere piuttosto
11sapore di un richiarno alla legalita costituzionale e parlamentare e alla moralita
borghese,

assai lontane, l'una e l'altra, dallo spirito di Rousseau. Tanto

che la Stael <<


insisteria a lungo sull'essenza ed il meccanismo
sentativo, che meglio

di qualsiasi altro media

del governo

e vero
rappre

l'interesse privato con quello pub

blico, e consente la partecipazione di molti alla vita politica, nonche l'esercizio


della vigilanza sulle istituzioni # (p. 286), difendera apertamente la proprieta pri
vata, proclamera l'? inegalite naturelle ? fra gli uomini, polemizzeria contro 1'<<
utopie?
di una democrazia assoluta (p. 290); mentre proprio per la democrazia diretta e
assoluta, per l'eguaglianza naturale degli uomini,

contro

la proprieta privata si

era esercitata l'appassionata perorazione di Jean-Jacques. (Su questo tema si veda


adesso l'acuto saggio di Lucio Colletti, Rotusseau critico della <(societacivile ?, nella
rivista <(De Homine#>, n. 24, che contiene

anche un esame critico della piu

recente letteraturasull'argomento).
Del

resto, mna non senza una certa contraddizione

lo stesso Moravia

con quanto detto prima,

amrnette poi che

il discorso svolto nel Des circostances,pur cosi ricco e complesso, sembra insufficiente
proprio la dove si sarebbe desiderato clhe fosse piiu lucido ed esplicito. Nessuna
seria analisi critica di quella ch'era stata, negli ultimi quattro anni, l'ideologia del
parti philosophique [ma noi avremmo preferito che lo si fosse sempre cliiamato
ideologiqte]; nessuna approfondita ricerca relativa alle cause del cosl limitato suc
cesso pratico del gruppo degli ide'ologues.Inutile chiedere tutto questo aMadame de
Stael, aBenj'amin Constant, ovvero aDaunou, a Garat, agli altri ideologues (p. 287).
Nella

Stael

l'originario

rapporto philosophiquie tra lumieres e progresso

che gli illuministi avevano concepito

in termini di accelerato impulso dato alla

societa, sembra addirittura capovolto

quando ella sostiene che bisogna affidare

al tempo e alla ? force des choses iA trionfo delle idee rivoluzionarie <<
buone >,
<<
sans secousses dechirantes #. Qua e laMoravia non imanca di metterlo in evi
denza; le considerazioni di Constant,

della Stael, di Garat,

risultavano poi, a ben guardare, tutte condizionate da una precisa tesi politica:
che soltanto una repubblica moderata, e quindi solo certe determinate forze repub
blicane, potevano, oggi, arrestare le nocive conseguenze del moto rivoluzionario.
Era un'opera di costruzione, ma anche, non implicitaimente, di difesa e di chiu
sura nel confronti di talune prospettive quella cde qui si propugna. Invece della
posizionie di punta e di rottura assunta un temnpoda parte della borghesia eclairee,

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Illuminismo e <<
Ideologie >

429

per cio appunto - allora - guida reale del progresso della societa, si preferiva
oggi teorizzare una posizione di centro aperta anche - e soprattutto - all'alleanza

coi monarchici temperati(p. 290).


Se dunque era questo <<
un modo piuttosto almbiguo di spiegare quali infine
essere
i
dovevano
rapporti tra l'eredita rivoluzionaria e il nuovo regime che si
auspicava >, pare che sarebbe d'uopo una pi- chiara distinzione tra philosophes e
ideologues di quella che, nel complesso, Moravia

non stabilisce nelle sue pagine.

Tanto piiu che, di fronte alle accuse della destra - essere stata la philosophie a gene
rare la rivoluzione - l'autore riconosce che l'atteggiamento

degli

ideologues fu

tutt'altro che limpido e coraggioso. Pareva, egli scrive, che quell'accusa scottasse
pi' di un membro

del gruppo (che pero continua a definire parti philosophique)

(pp. 292-93). Emergeva una coscienza dubbia, una scarsa consapevolezza di quella
ch'era stata ed era la funzione ideologica e politica del parti philosophique. Anche
se arrivava a negare completamente

l'attiva presenza delle

lumieres nell'opera

eversivadell'ancienregime,
Roederer,nella suaconfutazionedel pamphlet
di Riva
rol in cui quell'accusa
era formulatacon pi' compiutezza,insistevaesclusivamente
sull'aspetto
cautamenteriformisticodellapoliticadegli illuministiprerivoluzionari.
- avait
La Philosophie- scrivevaRoederer tradendolo spiritodei philosoplhes
arnene,prepare,une reformationfinanci"re,
militaire, civile,morale et religieuse,
et pasune revolutionpolitique(...).Elle s'etaitmeme plusadresseeauxRois qu'aux
peuples; elle avait plus guide les premiers 'a la sagesse que provoque les autres
a l'insurrection; elle avait du moins laisse aux gouvernements les plus despotiques
l'alternative de rendre les peuples plus heureux ou de voir les peuples se charger
eux-memes de leur destinee.
la conclusione, che suonava come sconfessione della migliore ereditla philo
sophique: ? I1me parait donc assez clair que la revolution n'est pas nee immedia

Donde

tement de la philosophie #.
Da queste premesse, che segnavano un graduale ma sostanziale distacco dalla
piu verace eredita <afilosofica >,dovevano derivare gli entusiastici appoggi concessi
dal gruppo degli ide6ologuesal colpo di Stato del i8 Brumaio: la condanna della
democrazia non poteva portare se non all'auspicio dell'<(ordine >e di un <<
governo
forte > quale quello che Napoleone
cocenti. Anche

annunciava. Le delusioni dovevano

essere

sul piano della riforma delle istituzioni scolastiche e culturali in

genere, in cui gli ideologues si impegnarono a fondo nel periodo del Direttorio
del Consolato, e a cuiMoravia

dedica un intero ampio capitolo, Napoleone

ben presto a smantellare l'opera che essi avevano appena iniziato. L'ultimo

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

giunse
capi

430

Paolo Alatri

tolo del lavoro di Moravia,

dedicato alla reazione politica e culturale contro gli

ideologtuesdopo l'istituzione del Consolato


pre piiu gravi. I1Concordato

a vita, e una rassegna di sconfitte sem

e la restaurazione politica del cattolicesimo, l'avvento

dello spiritualismo, l'affermarsi di una concezione autoritaria e paternalistica del


potere in genere e del rapporto tra cultura e politica in particolare, il favore con
cesso al conformismo

intellettuale, la proclainazione

di uno storicismo

inteso e

utilizzato soltanto in funzione conservatrice e reazionaria, la polemica contro tutta

l'ereditaintellettualee ideologicadel secoloprecedente,l'epurazionedel Tribu


bunato, poi quella dell'Institut, lo strangolamento e la soppressione della <<De6cade
philosophique> (gia trasformata in <(Revue philosophique >) furono i segni, le
manifestazioni, le tappe attraverso cui si avvero un regime che Moravia ci mostra
per cosi dire dal di dentro, esamninandolo dall'angolo visuale della lotta contro
l'ide'ologie,con plastica e felice evidenza. Da parte loro - ed e questa la conclusione
del libro - gli ide'ologues,nella lotta contro il potere napoleonico,

si chiusero nel

rifiuto piiu di quanto non sapessero aprirsi alle nuove forze che si annunciavano,
anche se in tal modo

lasciarono una ereditia spirituale destinata a farsi valere in


(Per continuare a vivere nel nuovo secolo

certe zone della cultura ottocentesca.


- scrive Moravia
serie d'innovazioni

(p. 607) - la cultura illuministica aveva bisogno di tutta una


e di mediazioni che gli ide'ologuesnon seppero darle se non

in parte >.
Come si vede, Moravia continua a parlare di <(
cultura illuministica >per indicare
la posizione ideologica e culturale degli ideo!ogues,ed e riferendosi ad essi che inti
tola il volume

al <<tramonto dell'illuminismo

>.Ribadiamo

che a nostro avviso

con l'ideologie siamo ormai in una temperie diversa da quella illuministica. Proba
bilmente cio risultera piu chiaro quando Moravia, nella seconda parte del suo lavoro,
esamineria i problemi filosofici e scientifici che gli ideologuesaffrontarono e discus
sero. Comunque,

se di tramonto dell'illunminismo si deve parlare, bisogna allora

dire che in un duplice senso l'illuminismo tramonto con gli ide'ologues:nel senso
cioe che essi finirono battuti e schiacGiati dal regime napoleonico
spiritualistica che ne fu causa e conseguenza

e dalla reazione

insieme; e nel senso che con l'ide'o

logie impallidi e si disperse la carica che era stata propria del parti philosophiqle
tra

il 1750

e il 1775.

Paolo Alatri

This content downloaded from 128.103.149.52 on Fri, 12 Jul 2013 16:44:32 PM


All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Vous aimerez peut-être aussi