Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Dolce inganno greco: Harmony Collezione
Dolce inganno greco: Harmony Collezione
Dolce inganno greco: Harmony Collezione
Ebook157 pages3 hours

Dolce inganno greco: Harmony Collezione

Rating: 4 out of 5 stars

4/5

()

Read preview

About this ebook

Calda come il sole di Corfù, antica come le rovine di Creta, dolce come il nettare degli antichi dei. La passione, nel sangue di ogni uomo greco, scorre veloce fin dalla notte dei tempi...

Beth Farley sa che Andreas, l'uomo di cui è innamorata, non la considera altro che un pezzo d'arredamento. Ma il fratello di lui, l'arrogante e facoltoso Theo Kyriakis, ha un piano: se lei fingerà di essere la sua amante, di sicuro Andreas comincerà a desiderare ciò che non può avere. Grazie a una vera e propria metamorfosi, Beth si trasforma così da timida e ingenua segretaria in esplosiva bomba sexy, ma allo stesso tempo si rende conto di preferire, ora, che sia un altro a iniziarla ai piaceri dell'amore. Theo!
LanguageItaliano
Release dateFeb 9, 2018
ISBN9788858977620
Dolce inganno greco: Harmony Collezione
Author

Kim Lawrence

Autrice inglese, rivela nei suoi romanzi la propria passione per le commedie brillanti.

Read more from Kim Lawrence

Related to Dolce inganno greco

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Dolce inganno greco

Rating: 4 out of 5 stars
4/5

1 rating0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Dolce inganno greco - Kim Lawrence

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Unworldly Secretary, Untamed Greek

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2010 Kim Lawrence

    Traduzione di Cristina Ingiardi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-762-0

    1

    Senza rallentare il ritmo delle lunghe falcate mentre attraversava la stanza, Theo contrasse il volto in un’espressione totalmente incredula. Se l’era immaginato o era appena stato ripreso dalla piccola, scialba segretaria di suo fratello?

    Incredibile!

    L’uomo ripercorse la scena nella propria mente. Quando Elizabeth si era finalmente degnata di sollevare lo sguardo dallo schermo del computer era stato solo per rivolgergli un’occhiata di supremo disgusto, mentre in tono educato lo informava che era atteso. Per poi aggiungere con freddezza: «Mezzora fa!».

    Sul momento Theo si era quasi messo a ridere, ma il divertimento si stava rapidamente trasformando in irritazione. La donna che gestiva la vita professionale di suo fratello l’aveva infastidito fin dal primo giorno. C’era qualcosa in lei che non riusciva a definire. Non dipendeva dal suo atteggiamento sostenuto e pedante – che già bastava – né tanto meno dal fatto che fosse iperprotettiva nei confronti di Andreas. Il punto era che Theo, bollato come il cattivo della situazione, non poteva fare a meno di domandarsi quando e come le avesse dato motivo di vederlo alla stregua di un’oscura forza del male.

    Ma, almeno, fino a quel giorno era sempre stata scrupolosamente educata con lui, pur lasciando trapelare un livello di ostilità alquanto curioso. Ed era pronto a chiudere un occhio perché era competente.

    In effetti Elizabeth era davvero un’ottima segretaria, lo stesso non si poteva certo dire di tutte quelle che l’avevano preceduta. Il debole di Andreas per le belle donne aveva sempre fatto slittare competenza e abilità in fondo alla lista dei requisiti necessari per passare i colloqui.

    La bravura di Elizabeth Farley, però, non era sufficiente a far presa su Theo. E, comunque, a lui non interessava essere oggetto di adorazione servile.

    Un’ombra di disgusto gli attraversò il volto mentre pensava alla devozione da cocker della donna nei confronti di Andreas. Una devozione che andava ben oltre i doveri contrattuali, ma non era ancora giunta, sospettava Theo, là dove lei avrebbe desiderato. Né mai ci sarebbe arrivata, a meno che Elizabeth non si fosse decisa a sbarazzarsi di quegli orribili vestiti, grigio topo d’inverno e color talpa d’estate.

    Theo non era particolarmente interessato alla moda femminile, però apprezzava le donne che facevano lo sforzo di apparire al meglio. L’unico sforzo che Elizabeth Farley pareva fare era quello di nascondere ogni segno della propria femminilità.

    Evidentemente aveva grossi problemi fisici, ma la cosa non doveva interessarlo. Venire trattato con il giusto grado di rispetto sul posto di lavoro, invece, gli interessava eccome.

    Raramente si era sentito in dovere di ricordare chi fosse il padrone della baracca ma, convinto che in questo caso la presunzione della segretaria andasse ridimensionata, si fermò a pochi passi dalla porta dell’ufficio del fratello e si voltò verso di lei.

    Quando però la figura china dietro la scrivania sollevò la testa, Theo non poté fare a meno di bloccare la sua fredda espressione di rimprovero: dietro la grossa montatura decisamente poco affascinante che la caratterizzava in ufficio, gli occhi di Elizabeth erano inondati di lacrime.

    Abituato a considerare alquanto irritanti i piagnistei, veri o finti che fossero, fu con non poca sorpresa che si sentì mosso da un’ondata di empatia. «Brutta giornata?» le domandò.

    Il tono gentile e comprensivo proveniente da una voce che di norma le pareva dura e, all’occasione, sarcastica fece esplodere i singhiozzi di Elizabeth.

    Oh, era così tipico di quell’uomo decidere di mostrarsi gentile nel momento più sbagliato. Perché non poteva essere sdegnoso e arrogante come al solito?

    Faticando a recuperare il controllo di sé, la segretaria batté ripetutamente le palpebre e borbottò qualcosa di poco credibile a proposito di un’allergia, mentre cercava di sfuggire a quegli occhi insopportabilmente magnetici incollati ai suoi.

    Fin dalla prima volta che l’aveva visto, i profondi occhi di Theo Kyriakis, con quelle lunghe e folte ciglia scure che sembravano impreziosite da pagliuzze argentate, l’avevano disturbata. Anzi, a dire la verità anche il resto della sua persona la faceva sentire piuttosto a disagio.

    Si era sempre sforzata di non fermarsi alla prima impressione nel giudicare le persone, ma nel caso dei fratelli Kyriakis non era stata capace di evitarlo. La sua reazione viscerale a entrambi gli uomini era stata istantanea e poderosa. Theo Kyriakis era l’essere più arrogante, gelido e condiscendente che avesse mai incontrato. Di fatto, era l’esatto opposto del fratello. Fin dal primo momento in cui Andreas le aveva sorriso, Beth aveva desiderato diventare sua schiava. Il ricordo di quell’istante le fece salire agli occhi un nuovo fiotto di lacrime.

    Sconvolta dalla propria mancanza di professionalità, si morse il labbro tremante e si allungò a prendere un fazzolettino di carta dalla borsa, consapevole dell’incombere dell’alta figura di quello che tutti sapevano essere il solo e unico proprietario della Kyriakis Inc. nonostante quello che recitava l’intestazione della compagnia sulla cartolina di Natale.

    Oh, rifletté cupa, non sarà certo la prima volta che porta qualcuno alle lacrime sul posto di lavoro. Del resto, non era esattamente il tipo da sprizzare empatia da tutti i pori. Per non parlare della tolleranza: Theo Kyriakis doveva essere arrivato tardi quando la distribuivano. Senza dubbio, però, aveva fatto incetta di ben altre doti!

    Soffiandosi rumorosamente il naso, Beth arrischiò un’occhiata furtiva al profilo dell’uomo. Perfino lei era costretta ad ammettere che non era niente male e che l’aura di sfacciata sensualità attorno a lui gli donava parecchio. A darle sui nervi, però, erano la sua eccessiva fiducia in se stesso e quella padronanza di sé apparentemente inespugnabile.

    Al contrario, in Andreas aveva percepito una vulnerabilità di fondo che l’aveva subito attratta. Be’, naturalmente prima era rimasta incantata dal suo bellissimo sorriso, caldo e indulgente. Eh, sì, ciò che distingueva Andreas da Theo era proprio l’empatia.

    Se fosse stato lui a trovarla in lacrime, l’avrebbe abbracciata, cercando poi di fare una battuta divertente per strapparle un sorriso. Non sarebbe rimasto a fissarla con quegli occhi spaventosamente penetranti.

    Il pensiero di Theo Kyriakis che la abbracciava e di quelle braccia muscolose che le si chiudevano intorno alle spalle, stringendola contro un corpo granitico quanto lo sguardo, riuscì a farle venire i brividi per l’orrore.

    Mentre Beth si soffiava il naso un’altra volta, Theo trasalì. Per avere un naso tanto piccolo faceva un gran baccano. «Vada a casa. Me la vedo io con Andreas.»

    Lei sollevò di scatto la testa. «Non posso!» protestò, irritata da quel’invito. Non era lui il suo datore di lavoro, eppure se ne andava in giro a impartire ordini!

    Di fronte alla veemenza della risposta, le sopracciglia di Theo si corrugarono adirate, mentre il suo atteggiamento passava rapidamente da una tiepida empatia all’irritazione. «Non è mai saggio portare i problemi personali al lavoro.»

    Se era riuscito a non farlo lui anni prima, quando il suo cuore spezzato era finito su Internet e sulle riviste scandalistiche, non gli pareva poi così irragionevole aspettarsi altrettanto dai propri dipendenti.

    «Io non ce l’ho una vita privata.» scattò Beth sgranando gli occhi, indignata da quel gelido rimprovero.

    Sardonico, Theo la osservò mentre avvampava. «Ma che sorpresa!» borbottò tra sé. In realtà, a sbalordirlo era più il fatto di non avere ancora troncato quella conversazione. In fondo, vedere una tutta d’un pezzo come l’insipida segretaria-robot del fratello mostrare gli artigli esercitava su di lui uno strano fascino macabro, pari a quello che si prova assistendo a un incidente automobilistico.

    Beth lo fissò da dietro le lenti leggermente appannate, gli occhi sfavillanti di avversione. «Ho moltissimo lavoro da sbrigare.»

    «Pochi di noi sono davvero indispensabili, signorina Farley.»

    Avvertimento in codice? Minaccia?

    Beth capì immediatamente che avrebbe perso il sonno nel tentativo di decifrare il significato oscuro dietro a quel commento proferito con voce profonda. Una voce che ogni volta, curiosamente, le restava in testa per ore a conversazioni concluse.

    Be’, adesso basta! Nel giro di un anno avrebbe dimenticato quella voce. Sì, ecco, ci voleva un atteggiamento positivo.

    Già, ed essere disoccupata era assolutamente positivo, soprattutto considerati i suoi debiti...!

    Interrompendo in modo brusco le proprie elucubrazioni, sollevò il mento. Quale ex impiegata non era più tenuta ad assecondare l’ego smisurato di quell’uomo. «Non può licenziarmi, perché sono io a dimettermi.»

    Un sopracciglio inarcato, Theo osservò la mano tremante che gli porgeva una busta. «Licenziarla? Mi sono perso qualcosa?» domandò perplesso, scuotendo la testa.

    Rendendosi conto di aver probabilmente reagito in maniera eccessiva, Beth distolse lo sguardo. «Ha detto che non sono indispensabile...» gli rammentò, tirando su con il naso.

    «E invece lei pensa di esserlo?»

    «No, naturalmente no.»

    Ignorando l’interruzione, Theo proseguì. «Quindi conserva nel cassetto una lettera di dimissioni per occasioni come questa?»

    «Certo che no. Io...»

    «E comunque il nome sulla busta non è il mio. Se lo ricorda che non lavora per me?»

    Vero, tecnicamente lei era la segretaria di Andreas, ma certe decisioni aziendali spettavano solo a Theo. E, visto il suo grande fiuto per gli affari, nessuno osava mai contraddirlo, nemmeno suo fratello.

    «Se mi volesse licenziare, non la fermerebbe.»

    «Senta, non ho la minima idea di cosa possa sconvolgerla tanto» commentò. A dire il vero, non aveva idea nemmeno del perché se ne stesse preoccupando, al di là del fatto che l’efficienza di quell’ufficio aveva avuto un effetto positivo sull’intera società. E lui si preoccupava sempre del buon funzionamento della Kyriakis Inc. «Se posso darle un suggerimento, però, farebbe meglio a pensarci su almeno una notte.»

    Chissà, magari suo fratello era andato a letto con lei. Certo, una cosa del genere avrebbe spiegato perfettamente le lacrime e l’umore. Quante volte aveva detto ad Andreas che unire lavoro e piacere era la ricetta perfetta per il disastro?

    Strappandole la lettera dalle dita, la stracciò e la gettò nel cestino della carta. Ma no! Suo fratello non sarebbe mai andato a letto con una donna che non usava il rossetto, ed Elizabeth Farley non lo usava di certo.

    Studiando il morbido contorno delle sue labbra piene, Theo pensò che era una vera fortuna. Se lei avesse deciso di mettere in risalto quella sua dote, avrebbe rischiato di diventare una grossa distrazione per Andreas, che di certo avrebbe potuto iniziare a domandarsi quali altre doti nascondeva la sua segretaria sotto i colletti abbottonatissimi e le gonne castigate.

    «Anche se non è indispensabile» ammise infine, «penso sia davvero brava nel suo lavoro.»

    Per la seconda volta nel giro di pochi minuti un’attonita Beth

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1