Vous êtes sur la page 1sur 44

Questo documento sotto la licenza Creative Commons:

http://creativecommons.org/licenses/by
http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/
Attenzione:
Lautore
autore declina ogni responsabilit sulla eventuale
eventuale non correttezza del contenuto e dalle
conseguenze dellutilizzo
utilizzo di materiale non corretto.

Compito 10 112

GEORG WILHELM HEGEL


(Stuttgart 1770 - Berlino 1831)
[[...] Aveva per compagno di stanza in Hlderlin spazio [...] si laurea in Teologia [...] fa l'istitutore
privato perch di famiglia non ricca... Entra nella rivista filosofica di Shelling... spazio alla
religione diventa filosofia... nel 1807 dopo alla pubblicazione di Fenomenologia dello Spirito,
diventa preside di una scuola superiore e pubblica SCIENZA DELLA LOGICA, vince un concorso
scienze nel '17 dal quale pubblica un'enciclopedia della filosofia in tomi... Divent professore
universitario...]

1807:
1801 -16:
1817:

Fenomenologia Dello Spirito


Scienza Della Logica
Enciclopedia delle Scienze Filosofiche in compendio
(SISTEMA HEGELIANO)

1821:
1822:
1821-31:

Lineamenti di Filosofia del Diritto


Estetica
Lezioni berlinesi: Filosofia Della Storia, Storia Della Filosofia.

Gli ultimi verranno scritti a Berlino, e costituiscono il sistema hegeliano, il testo; [Dilthey cura le
sue opere giovanili] [Mentre Fichte e Shelling passa dalla filosofia alla teologia, Hegel compie il
passo contrario:] il cristianesimo ha un suo nucleo metastorico, suo nocciolo dottrinale, che si
sempre adattato ai propri tempi; Cristo usa linguaggio pieno di parabole per parlare alla
popolazione: da quei tempi il cristianesimo si voluto... non si pu togliere l'involucro della
religione tenendo nel nucleo, perch questa buccia (come il fenomeno kantiano) la sua essenza
[...] sono i significati espressi in forme [...] [mentre Kant parla con i termini fenomeno e noumeno
di oggetti della conoscenza, Hegel parla del cristianesimo nel tempo, ipotizzando che si tratti della
stessa religione, sostenendo che all'igiene cambia perch soggette le modificazioni del tempo... se
la
religione rimanga la stessa durante il corso della storia il problema
che si pone dei suoi testi]. Il racconto della vita di Ges si ferma
con una crocefissione: questa sta a significare che la sua
NUCLEO
narrazione si basa sulla parte storica, credendo che la
METAFISICO
risurrezione sia semplicemente un atto di fede del lettore e
quindi non rientri nell'analisi storica del fenomeno. [... dal
piano interpretazione religiosa alla filosofia...] Hegel mette
in luce nell'Etica come il nucleo metastorico compaia
Forme della sua
anche nella predicazione kantiana (seguire il proprio
espressione nel contesto
giusto, generalizzare le massime, fare allaltro quello che
storico
noi vorremmo fatto noi stessi). Mette inoltre in evidenza
come gli uomini seguono pi il monoteismo rispetto al
politeismo dovuto anche ad un contesto storico: crede che questo sia
dovuto alla disgregazione della poleis greca, essendo quindi l'uomo pronto ad accettare le dottrine
cristiane [probabilmente questo non sarebbe potuto accadere cent'anni prima o dopo], inoltre
l'unicit dell'impero avrebbe favorito l'universalit della fede.
Hegel attira l'attenzione sul campo storico di tutto (prima c' un approccio esclusivamente
teoretico), e il tempo non slegabile dai fatti storici: per Hegel "IL TEMPO IL CONCETTO
STESSO" , il tempo si costruisce ed evolve nell'arco di un periodo: i concetti hanno quindi un
valore pi completo nel tempo, come una rivalutazione della concezione Eraclitea del panta rei.

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 113

A. Le tesi di fondo del sistema1


a. Finito e infinito:
Linfinito secondo Hegel (o essenza) non ha niente al di fuori di s stesso, che non pu essere reale
senza il finito (od oggetto), manifestazione stessa dellinfinito-Dio. Questi tendono a coincidere ma
necessaria la divisione tra essi. [Linfinito], non avendo nulla al di fuori di s e rappresentando
la ragion dessere di ogni realt, coincide con l' assoluto e con l'infinito, mentre i vari enti del
mondo, da manifestazioni di esso, coincidono con il finito. Di conseguenza, il finito, come tale, non
esiste, perch ci che noi chiamiamo finito nient'altro che un'espressione dell'infinito. [...] il
finito, in quanto reale, non tale, ma lo stesso infinito. [ un] monismo panteistico, [poich]
vede nel mondo (=il finito) la manifestazione o la realizzazione di Dio (=linfinito). [...] Dire che la
realt non sostanza ma soggetto, significa dire [...] che essa non immutabile [...] ma un
processo di auto-produzione che [...] con luomo (= lo Spirito) e le sue attivit pi alte (arte,
religione e filosofia) giunge a rivelarsi per quello che veramente: il vero lintero
b. Ragione e realt:
Con idea [intende lassoluto concepito come ragione in atto, ovvero come unit dialettica di
pensiero ed essere] o ragione [non [] la ragione finita dellindividuo, ma la realt stessa in
tuanto idea, ossia in quanto unit fra pensiero ed essere] Hegel esprime il sooggetto infinito che
sta alla base della realt [...]
Riassume il senso stesso della sua dottrina con Ci che razionale reale; e ci che reale
razionale: a) la razionalit non pura astrazione o schema, ma la forma stessa di ci che esiste,
perch la ragione governa il mondo e lo costituisce. b) la realt non materia caotica, ma il
dispiegarsi di una struttura razionale, che si manifesta inconsapevolmente nella natura. [Da qui
deriva anche il suo giustificazionismo che dichiara che ci che risulta anche ci che
razionalmente devessere, ]
c. Giustificazionismo:
Hegel ritiene che se introduciamo la legge virtuosa in un popolo corrotto, esse non verranno
rispettate, e cos se fosse vero il contrario il fare la rivoluzione: ne segue che LE LEGGI SONO LO
SPECCHIO DEL POPOLO. assegna cos alla rivoluzione francese il compito di denunciare
lancient regime che, morto, viveva superstite in una civilt cambiata e quindi doveva essere
rovesciato. Secondo il giustificazionismo di Hegel la rivoluzione C STATA, ed ALLORA essa
DOVEVA ESSERCI, un sistema morto voleva sopravvivere e questo non era possibile: egli non
condanna agli eventi storici, che ci permettono di verificare i suoi meccanismi. Secondo lui il
presente riassume il passato e non si riferisce al futuro: pertanto la filosofia non deve proporre
modelli ma deve studiarli; il simbolo della sua filosofia la NOTTOLA DI MINERVA che inizia il
volo al crepuscolo, sottolineando ancora di studiare il passato, il quale c stato perch accaduto e
perch doveva esserci e di prendere atto della realt che ci circonda. [di questo laccuseranno i
giovani hegeliani: infatti la filosofia per loro ha lobiettivo di modificare la realt; loro
contrapporranno pertanto limmagine del canto del gallo che annuncia la nuova alba]
B. La Fenomenologia dello spirito
Iniziamo ad analizzare il titolo dell'opera:
- fenomenologia: con questo termine e che intende lo studio dei fenomeni e delle
manifestazioni, delle forme: ha pertanto un intento classificatorio e narrativo.
- spirito: detto in tedesco geist, , come definisce Hegel, "Io che Noi, Noi che Io, ovvero
e la coscienza individuale che comunque intersoggettiva [bisogna considerare il fatto che
egli ardeva una differente concezione comunicativa della societ]. Infatti gradualmente
1

Itinerari di filosofia, N. Abbagnano e G. Fornero.

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 114

veniamo educati con individui, ma non siamo individui gi dalla nascita: stando in contatto
con la societ impariamo la lingua che essa ci insegna (la lingua madre). La sfera soggettiva
e quella collettiva interagiscono: secondo lui impossibile pensare in modo differente alla
contemporaneit; in questo modo non critica il presente, ma legittima quello che vi accade,
dettandosi ad analizzare e studiare ci che osserva.
Lo spirito (geist) il complesso delle attivit razionali ed intellettuali umane, intese sia come
proprie dellindividuo, sia della collettivit: infatti, come abbiamo gi detto, per Hegel queste sono
due dimensioni reciprocamente inscindibili, in quanto l'individuo assorbe le conoscenza della
societ, mentre l'individuo le modifica nella collettivit. Lo spirito umano il complesso delle
attivit razionali di intellettuali, nostre e dell'umanit.Dal sottotitolo invece si evince che si passa da
uno stato di minore coscienza ad uno di maggiore coscienza.
Hegel un idealista [come Kant, Fichte, Shelling], in quanto non interagiamo o con gli oggetti
stessi quanto con l'idea di essi oggetti [...]. Inoltre secondo la sua opinione sotto le manifestazioni
[fenomeno] c' sempre qualcosa [noumeno], ma questa rimarr sempre celato finch non verr
manifestato [...]. Per un filosofo idealista, la realt e la nostra rappresentazione del mondo. Per noi
non esiste altra realt quindi al di fuori di noi: esister sempre una realt, ma noi potremo percepire
solamente la nostra.
Hegel ha una formazione di argomentazione dialettica detto schema dialettico che si ripete uguale
nella sua argomentazione all'infinito, ed articolata in tre fasi:
-

Tesi o Essenza (Westen) (IDEA) IN S


Si parla di un'idea astratta, [qualcosa che si conosce ma non si prova] qualcosa che non si
manifestato nella nostra realt ma se ne possiede l'idea e la si conosce teoricamente. Questo
il momento reale, dove si conserva ci che significativo che non si considera ci che non
lo . Consiste nel concepire lesistente sotto forma di una molteplicit

Antitesi o Alienazione o Oggettivazione (Entfremdug) - (IDEA) PER S


quando l'idea astratta si realizza nel fatto concreto, [conoscendo ci che non si conosceva
prima, lo si percepisce realmente] apparendo in modo diverso da come si crede
inizialmente. Quando un termine entra contatto con la realt [e le aspettative iniziali
vengono disattese], sia un momento negativo [quando appunto il mondo astratto si presenta
diverso da quello concreto] oggettivandosi, allontanandosi quindi fortemente da
quell'iniziale. Con questa necessaria estroflessione si ha una completa negazione del termine
precedente.

Sintesi o Superamento (Aufhebung) - (IDEA) IN S E PER S


Questo il momento concreto: si conserva ci che veramente significativa dell'esperienza,
eliminando la parte superflua non significativa. Si ripropone l'essenza iniziale, ma ad un
livello di consapevolezza superiore. Nella vita delle esperienze vissute si conserva soltanto il
messaggio trasmettibile, come una combinazione di due moti: la funzione conciliatrice nei
confronti delle due precedenti: infatti con la prima si ha una affermazione, che viene poi
negata o discussa nella seconda parte. In questa terza si arriva ad un compromesso tra le
precedenti.

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 115

Essenza

Oggettivazione

Sintesi

Nella prima immagine si nota l'essenza che torna in s, il giro della ruota quello dell'esperienza,
mentre il piano sul quale essa si poggia e il piano della realt: ritornando alla posizione iniziale, in
realt la ruota non rimasta sempre sullo stesso punto, ha completato il suo giro per ha proseguito
nel suo cammino in avanti; non si annulla pertanto la conoscenza ricevuta ma si evolve, sostanziata
dalla nuova conoscenza ricevuta: la ruota si aggancia al tempo procedendo in avanti. Inoltre non
sono, quelli sopra enunciati, tre momenti completamente svincolati ma, anzi, strettamente
interconnessi.
Dal Filosofico:
Passiamo ora ad esaminare la DIALETTICA hegeliana, risolta dal pensatore nella triade [...] tesi (dal
greco [...] pongo ), antitesi (dal greco [...] pongo contro ) e sintesi (dal greco [...] pongo insieme ). La realt
per Hegel dinamica, e pu esserlo sia nel tempo sia fuori dal tempo: si pu parlare di trasformazioni
temporali (che avvengono cio nel tempo), ma ci si pu anche riferire a trasformazioni di concetti, nel senso
che un concetto porta, hegelianamente, ad un altro concetto e lo fa in maniera atemporale: [...] In
particolare, spiega Hegel [da buon idealista], le leggi che regolano il pensiero sono le stesse che regolano
la realt : gi Aristotele l'aveva sostenuto secoli addietro, senza per riuscire a spiegare il perch. In una
prospettiva idealista (quale quella hegeliana) in cui oggetto e soggetto sono la stessa cosa, risulta evidente
che anche il pensiero e l'essere siano la stessa cosa (come gi aveva sostenuto Parmenide). Si tratta dunque
di esaminare tali leggi: in realt ve ne una sola, di cui le altre non sono altro che sottoformulazioni; essa
la 'dialettica', parola usata per la prima volta da Zenone di Elea e che designa un dialogo in movimento, un
confronto di posizioni [...].Per Hegel la stessa cosa: 'dialettica' s il modo in cui la ragione opera, ma
anche il modo in cui funziona la realt . [...] Socrate faceva dare al suo interlocutore una definizione di un
qualcosa, la criticava e dalla critica distruttiva emergeva una seconda definizione che teneva conto delle
critiche mosse; poi se ne dava una terza, e cos via. Ora, in questa definizione abbiamo un esempio di
dialettica: di tesi, di antitesi e di sintesi. La prima definizione data dall'interlocutore corrisponde alla tesi,
ovvero si 'pone', si definisce qualcosa e pu trattarsi sia di realt sia, come nel caso che stiamo esaminando,
di pensiero. Dopo la tesi, la si critica e la si nega (antitesi), ma tale negazione non solo negativa ( ogni
negativo anche positivo ) poich fa emergere nuove definizioni di volta in volta depurate dagli elementi
contradditori. Con l'antitesi, ovvero con la negazione della tesi, si arriva ad una nuova definizione, ma non
si tratta pi di una tesi giacch tiene conto sia della prima definizione (tesi) sia della critica ad essa mossa
(antitesi): si tratter dunque della sintesi, ovvero di una composizione che tiene conto sia della tesi sia della
antitesi (e anzi, le sintetizza) per giungere ad una nuova tesi pi corretta. In altri termini, se la tesi era una
definizione e l'antitesi era la negazione di tale definizione, la sintesi (e qui sta la cosa interessante) presenta
un p della tesi e un p dell'antitesi, ma visto che la sintesi nega la negazione della tesi (ovvero nega
l'antitesi), allora la sintesi una negazione della negazione. Si riproporr la definizione data in origine,
per tenendo conto delle critiche ad essa mosse. [...] Questo gioco per cui si sale un p alla volta ben
espresso dall'uso hegeliano di una parola tedesca: Aufhebung , che potremmo tradurre con 'superamento',
ma che pu essere tradotto ancora pi adeguatamente dal 'tollere' latino, nella sua duplice accezione di
'togliere' e di 'sollevare'. Infatti, il superamento il processo per cui, nello sviluppo dialettico della realt,
ogni cosa viene tolta e conservata, ovvero tolta e sollevata (cio riproposta ad un livello pi alto). [...] Gi
Eraclito aveva notato come il concetto di salute non fosse comprensibile se non in riferimento al concetto
opposto, di malattia, e aveva sottolineato che la strada in salita anche in discesa, a seconda di come la si
guardi; [...] Egli ci tiene a sottolineare che la negazione della tesi non mai assoluta [...], bens
'determinata', ovvero si eliminano solo gli aspetti che risultano contradditori. [...] [Allo stesso modo, nota
Hegel, Ges dovette morire per poter realizzare la sua missione. Hegel, smorzati gli entusiasmi iniziali,
prova cordiale antipatia per la Rivoluzione Francese, ma riconosce ad essa il merito di aver eliminato il

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 116
vecchio stato stagnante: ecco perch, pur essendo un momento negativo della storia del genere umano, essa
si colora
olora anche di positivo. Abbiamo citato l'esempio del seme per spiegare la dialettica]
dialettica

Il suo trattato pu essere considerato come un romanzo di formazione [in


in tedesco bildungsroman:
La fenomenologia dello spirito la storia romanzata della coscienza che
che via via si riconosce come
spirito 2. Il
Il Sistema stesso una grande triade dialettica costituita da idea, natura e spirito: la natura
la negazione dell'idea, e lo spirito la negazione della negazione (ovvero negazione della natura) e
ripropone l'idea ad un livello pi alto dopo il passaggio per la natura. In un'ottica pienamente
romantica, Hegel concorda sul fatto che ci che passa per un percorso doloroso ne trae giovamento e si
ripresenta arricchito: il romanzo di formazione, produzione fiorita
fiorita in et romantica, non altro se non
la descrizione delle travagliate vicende del protagonista, il quale, in virt del dolore e delle difficolt
che lo tormentano, si ritrova ad un livello pi alto rispetto a quello da cui era partito.[]
partito.
anche ci che
sii caratterizza come altamente negativo pu essere sempre visto come positivo, sicch ' ogni negativo
sempre anche positivo ': non c' dunque da stupirsi se il sistema filosofico hegeliano fu uno dei pi
ottimistici della storia. Per alcuni versi la stessa
stessa Fenomenologia si configura come romanzo di
formazione, per via dello spirito di narrazione che la pervade: l'eroe di cui si descrivono le travagliate
vicende lo spirito, ovvero il principio unitario attore dello sviluppo dell'intera realt. Lo spirito , in
altri termini, quella cosa misteriosa che si presenta al tempo stesso come soggetto e come oggetto.
oggetto. 3];
questo si sviluppa su due piani, uno SINCRONICO, ovvero sviluppato nello stesso tempo, e uno
DIACRONICO, ovvero considerando due tempi, in ordine cronologico.
Noi tutti ci costruiamo una coscienza e una manifestazione con altre coscienze [...], tutto avviene
come manifestazione di un tempo maturo: che un tempo maturo per abbandonare vecchie idee e
abbracciare nuove mentalit, che un tempo opportuno per compiere alcune azioni [vedi
[
l'esempio
precedente della rivoluzione francese,
francese ...].
]. Dopo aver analizzato lo schema dialettico, si analizza
un'ipotesi dell'analisi dello sviluppo dell'uomo, strutturata in tre parti pi una; il campo della
coscienza si struttura in:

Coscienza

Certezza sensibile
Percezione
Intelletto

Autocoscienza
Autocoscienza

Dialettica Servo-Padrone
Stoicismo e Scetticismo
La coscienza infelice

Ragione

Ragione osservativa
Ragione attiva
Individualit in s per s

SPIRITO

Eticit
Cultura
Moralit

Cos come l'individuo si rapporta agli oggetti nella conoscenza, formulando tesi, antitesi e sintesi,
[secondo
secondo lui la mente uno strumento passivo che cerca di configurare un'immagine della realt...
come una ad equatio de re et intellectus spazio di Tommaso d'Aquino,... la mente e la fotocopiatrice
2
3

Hegel, da Wikipedia
Dal Filosofico

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 117

della realt, creando un'immagine vera ed un'immagine non vera].


vera Secondo si Hegel il vero
l'intero,, quindi bisogna comprendere tutto suo pensiero per poi per fare formulazioni. Non a caso
Hegel, oltre a sostenere che 'il vero l'intero', dice anche che 'il
' vero il risultato',
risultato con l'idea che
tutto ci che verr dopo sia gi in germe presente fin dall'inizio come progetto verso un obiettivo,
ma che, al tempo stesso, a dare senso a tutto il processo il punto d'arrivo, il risultato.
risultato. 2
1) Coscienza:

Coscienza

Certezza sensibile (Realismo)


Percezione (Empirismo)
Intelletto (Post-Kantiana)

La coscienza riguarda la percezione degli oggetti in quanto tali.


-

Certezza sensibile: la fase del REALISMO, detta altres fase oggettiva universale, nella
quale il soggetto d senso all'oggetto (si ha l'analisi filosofica di Platone e dei filosofi
successivi):
): la mente mentre si riconosce esterna all'oggetto ingenuamente, ingenuamente
con atteggiamento realistico prende l'oggetto come vero. Si
i certi che esiste l'oggetto
rivelato dai sensi. Nasce per la difficolt di capire come riportare la certezza sensibile di
questo oggetto a tutti gli altri oggetti che mi si presentano nella loro diversit sensibile.
sensibile. 1
[] Quella
uella che si ha non appena si viene al mondo e consiste nel vedere il soggetto e
l'oggetto nettamente separati. In altre parole, non appena si aprono gli occhi sul mondo, si
convinti (ecco perch 'certezza sensibile') che tutto ci che ci circonda, ovvero il mondo,
sia altra cosa rispetto a noi. Io sono il soggetto, il mondo l'oggetto: questa la tesi.[]
tesi.
Sembra proprio che la certezza sensibile sia indiscutibile, assolutamente certa, anzi sembra
essere la pi grande certezza che si possa avere: quando percepisco una cosa, la mente non
haa ancora cominciato a lavorarci sopra e dunque parrebbe essere
essere una vera e propria
certezza. [...] Tuttavia, fa notare Hegel, quando percepisco qualcosa, non posso ancora dire
che percepisco una penna o una matita, ad esempio, ma devo limitarmi a dire che
percepisco 'un questo',, ovvero una singola cosa non meglio identificata: dire che percepisco
una penna significa fare un passo avanti, significa inquadrare con l'intelletto quel qualcosa
in una categoria.4
Percezione:
: la fase dell
del EMPIRISMO,, detta altres fase soggettiva individuale, nella
quale il soggetto si rende conto che il mondo immagine percettiva della nostra mente,
ovvero alla realt della percezione personale dell'oggetto. Si riprende l'opinione di Protagora
secondo la quale "il miele sia dolce non posso dire, se il e le sia per me dolce posso dire",
seguendo anche l'opinione di alcuni empiristi di tra i quali Cartesio. La percezione altro
non se non la comune percezione sensibile, il percepire le cose come unione di qualit
sensibili.
nsibili. Anch'essa, per, presenta, come la certezza sensibile, alcune contraddizioni che
devono essere superate: la principale contraddizione della percezione consiste nel fatto che
il suo oggetto al tempo stesso uno e molteplice. Quando ho percezione di
d un libro, infatti,
l'unit di esso si frammenta nella molteplicit delle parti che lo costituiscono (il colore, la
forma, il peso, ecc). La distinzione rispetto alla certezza sensibile risiede nel fatto che con la
percezione non si percepisce ' un questo ' non meglio identificato, ma un insieme di qualit
che costituiscono un'unit (un libro, una penna, una casa, e cos via). 3
POST
, dove si posti soggettivamente
Intelletto: la fase IDEALISTICA e POST-KANTIANA,
di fronte alla realt, quando per abbiamo
abbiamo gli strumenti necessari per oggettivare la realt.

Dal Filosofico

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 118

Riconosce quindi a Kant la capacit di essere stato tra la fase empirica-scettica,


empirica
con la
realistica La costruzione che abbiamo del mondo segue dei principi [...] (La verit che la
conoscenza delluomo
omo oggettiva [...]) superata
superata la percezione [...] l'oggetto non viene pi
percepito in quanto tale, ma come manifestazione di una legge generale della natura. E', in
altri termini, l'atteggiamento scientifico, per cui ogni singolo fenomeno che si verifica
verifi una
particolare manifestazione di una legge fisica. Da notare che si sta costantemente salendo
di livello: la percezione non pi un mero [cogliere] sensibile come era nella certezza
sensibile, gi un radunare le qualit intorno ad una cosa.
cosa. Lalienazione
Lali
in questo
processo necessaria in quanto solo tramite essa possibile la oggettivazione della
conoscenza. Lintelletto collega gli oggetti al fenomeno, arrivando ad avere coscienza di s
e diventando Autocoscienza.
Autocoscienza
Hegel mette in evidenza [...] che non solo nelloggetto, n solo nel soggetto, ma nellinterazione
delle due realt. Causa ed effetto non sono separabili perch concause, in quanto senna causa
presente un effetto provocato precedentemente [...]
2) Autocoscienza:

Dialettica servoservo
padrone

Stoicismo e
Scietticismo

La coscienza
infelice
(trasmutabile /
intrasmutabile)

Devozione
Il fare o l'operare
La mortificazione di s.

spirito, ovvero delle descrizioni della realt in modo rigido, atte


Sono descritte delle figure dello spirito,
soltanto ad una schematizzazione.
-

Dialettica servo-padrone
padrone: Tuttavia non ci rapportiamo alla realt solo per limitarci a
conoscerla: dopo aver focalizzato la funzione gnoseologica, che tuttavia non quella
principale, osserveremo linterazione con laltro e limpadronirsi delloggetto (ovvero
considerare loggetto come proprio perch ci necessario). Soltanto la coscienza non crea
un dominio soddisfacente. La vera soddisfazione in termini di dominio un altro soggetto
umano (nellautocoscienza
coscienza si descrive quindi il rapporto con laltro):
laltro questo, interagendo
con noi,
oi, funzionale al riconoscimento di noi stessi,
stessi, e tuttavia lo vogliamo dominare
infinitamente, con il quale esso risponde con altra sete di dominio: si ha pertanto una guerra
[si
si ha pertanto una situazione hobbsiana,, dove si lotta per la vita o per la morte;
mo
tuttavia
questa visione pessimistica comune anche a Shopenhauer e Macchiavelli].
Macchiavelli Se ci volgiamo
impossessare dellaltro, uno deve alla fine per forza sottomettersi, e quando questo avviene,
si crea la civilt. Si viene ad instaurare un rapporto servo-padrone.. [Marx
[
utilizz questa
concezione per sottolineare per mostrare il destino della storia]
storia Questa definita come
prima configurazione dello spirito;
spirito; in cambio di questa sottomissione il servo pu
sopravvivere, altrimenti sarebbe destinano a morire.
morire. Il padrone comanda il servo che esegue,
trasformando questultimo la Natura ed emancipandosi rispetto ad essa, acquisendo
maggiori competenze. Il padrone vuole godere unicamente dei frutti della Natura [...], alla

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 119

fine si verr ad instaurare una inversione dei rapporti, con il conseguente disfacimento del
mondo antico basato sul rapporto servile.

Stoicismo e Scetticismo: Il raggiungimento dell' indipendenza, ultimo dei tre momenti


della dialettica servo-padrone, coincide con lo stoicismo, ossia quella visione del saggio
che ritiene di poter fare a meno delle cose raggiungendo cos l'autosufficienza. Tuttavia, in
questo modo lo stoico s'illude di eliminare la realt che continua invece a sussistere e ad
influenzare la sua vita. Chi invece riesce ad ignorare totalmente la realt lo scettico.
Tuttavia lo scetticismo si contraddice, poich da un lato lo scettico dubita della realt e
dichiara che tutto vano e incerto, mentre dall'altro vorrebbe poter sostenere qualcosa di
reale e vero. Questa scissione tra l'uno e il Tutto, tra l'individuo e la totalit del mondo, si
ripropone nella figura della coscienza infelice religiosa tra il soggetto e la totalit di Dio.5
[Sembra una fusione tra visione STOICA, con la quale luomo che ha autorit su se stesso e
prova indifferenza nei confronti della Natura (che si attua sapendola adoperare?) e quella
SCETTICA, con la quale si tende a svuotare il significato del mondo con una sorta di
estremizzazione dellautonomia stoica [...] esito estremo della emancipazione servile (?)]
Se la dialettica servo-padrone si conclusa con le considerazioni sul lavoro, inteso come
smarrimento della propria spiritualit nella materia, spetta allo stoicismo il merito di aver
tentato di uscire da questa nuova situazione insegnando che a contare non la condizione
materiale in cui ci si trova [...]. Lo Stoicismo nega limportanza del mondo materiale, lo
Scetticismo porta alle estreme conseguenze queste considerazioni e arriva a mettere in
dubbio lesistenza di un mondo esterno al soggetto. Ci troviamo ancora una volta di fronte
ad un rapporto dialettico: scavando fino in fondo, scatta un meccanismo che capovolge
lintera situazione in cui si giunti. Con la dialettica servo-padrone luomo risulta schiavo
del mondo materiale incarnato dal lavoro: nasce lesigenza di liberarsi da esso e lo
Stoicismo propone una soluzione invitando a comportarsi come se il mondo materiale non
esistesse. Lo Scetticismo, per, spinge fino in fondo il ragionamento e conclude che, se si
deve dubitare dellesistenza del mondo materiale, allora si deve dubitare di tutto, coscienza
compresa. Il risultato che la coscienza stessa, insieme a tutto il resto, perde valore e
fiducia in se stessa: quello che Hegel designa col nome di momento della coscienza
infelice.

Coscienza infelice: l'uomo si protegge da una vertigine e torna per tanto ad affrontare [...]
una relazione ultraterrena. Una volta svuotato il senso del mondo... l'uomo si liberato dalle
catene, ma non libero dalla malattia di queste. Ha bisogno comunque di un padrone
metafisico: il Dio dominatore dell'universo. Tale coscienza infelice percepisce solo una
divinit come essenziale per ci che la riguarda, non l'individuo: questo il Dio di Giobbe e
di Abramo, o per ciascuna sacerdote di se stesso. In una prima fase parla del mondo pi
antico dell'uomo primitivo, in una seconda del medioevo e dell'ebraismo [Nel cristianesimo
non la natura la sintesi tra piano umano e divino, ma il solo Cristo... l'uomo pu seguire
solo il pastore che segna la strada al gregge: in e che la cristianit luterana e pi matura,
in quanto ciascuno comprende ed padrone di se stesso.] La svolta, al termine medioevo,
dovuta al fatto che la divinit non separata dal mondo, ma la divinit stessa torna nel
mondo [basta pensare al deus sive natura dei panteisti seicenteschi come Spinoza]. La
figura cristiana ed ebraica sono due figure, ovvero esemplificazioni dell'evoluzione umana
[...] la coscienza infelice la figura attraverso la quale che Hegel identifica secondo momento
dialettico del suo pensiero: ovvero la percezione di trovarsi lontani dall'essenza. Inoltre Dio
lontano dal soggetto, che destinato a diventare polvere. Questo articolato in due
momenti dialettici: lintrasmutabile e il trasmutabile. La prima forma identificabile con io
ed la tesi. La seconda l'individuo ed essenziale, con una sorta di antitesi: era percezione
della fuggevole se dell'individuo; a queste inoltre si divide in devozione (cognitiva:

Wikipedia

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 120

contemplativo o del intrasmutabile, stabilendo con esso un legame, eventualmente anche


con la mortificazione di s.), a fare l'operazione (operativa), la mortificazione di s. Il
risultato la sintesi, ovvero al che impossibile: infatti l'uomo in fa dell'uomo da solo non
riesce creare un contatto metafisico con la divinit, in quanto non si pu fare una frattura tra
un superiore significante (?) e un non significante (?), conta solo l'intrasmutabile, cio il
piano divino. Hegel spiega questo con il fatto che Zeitgeist, ovvero lo spirito del tempo, non
spesso maturo affinch si possa verificare uno stato di maggiore coscienza [esempio:
all'epoca del volo di Leonardo, lo spirito del tempo non era ancora maturo, eppure egli
esprimeva l'esigenza dagli aerei].
Questa figura fondamentale poich [...] qualcosa che si separa dallessenza,
oggettivandosi, si configura in uno stato di smarrimento e perdita di senso fino a quandi
non ritrova in s e non nellesteriore il significato dellesperienza. Si genera cos la nuova
posizione di SINTESI6. La coscienza infelice la scissione tra coscienza immutabile e
coscienza mutevole dello scetticismo. Assume la forma di separazione radicale tra UOMO
e DIO. Si manifesta nellantitesi tra INTRASMUTABILE, (il Dio dellEbraismo pura
trascendenza) e TRASMUTABILE (il Dio cristiano che si incarna trascendente nella
immanenza). Sue manifestazioni sono:
o La devozione: quel pensiero a sfondo sentimentale e religioso che non si
ancora elevato al concetto [e che quindi] resta [come dice Hegel stesso] un vago
brusio di campane o una calda nebulosit.7
o Il fare o loperare: il momento in cui la conosicenza [...] cerca di seprimersi
nellappetito e nel lavoro. Tuttavia la conoscenza critiana non pu far a meno di
avvertire il frutto del proprio lavoro come un dono Dio [assieme alle] proprie forze
e la propria capacit.
o La mortificazione di s: si ha la pi completa negazione dellio a favore di Dio
[con] lascetismo e le sue pratiche [, portando ad] una personalit tanto misera
quanto infelice e limitata a s e al suo fare meschino
In esso vede lascetismo, lautomortificazione di un uomo dalla coscienza infelice, che
vede Dio come oggetto a s opposto, come se Dio fosse tutto e luomo nulla. Il presupposto
del discorso hegeliano, bene ricordarlo, consiste nella convinzione che la distinzione tra
soggetto e oggetto sia solo apparente, non reale: la coscienza in et medioevale non riesce a
capire (e per questo soffre) che quel Dio potente che vede a lei opposto in realt lei stessa.
Letto in trasparenza, un po quel che Hegel, in et giovanile, rimprovera alla mentalit
ebraica e alla sua tendenza a vedere Dio opposto all'uomo. Da qui sorge la dialettica della
coscienza infelice: luomo cerca di superarla in et medioevale tramite lesperienza mistica
che porta, attraverso lesperienza dellestrema mortificazione di se stessi, ad una sorta di
identit uomo-Dio, lopposto da cui si era partiti. Con questo capovolgimento dialettico per
cui si parte dalla concezione di un Dio radicalmente opposto alluomo per arrivare con la
mistica alla concezione di ununit inscindibile tra uomo e Dio, si chiude la seconda tappa
(autocoscienza) della Fenomenologia e si apre la terza, la tappa della ragione8

Schemi il lolliano
N. Abbagnano e G. Fornero., op. cit.; analogamente le atre costituenti della coscienza infelice.
8
Dal Filosofico
7

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 121

3) Ragione:

Ragione
osservativa
Ragione
attiva
Individualit
in s per s

Percezione
Mente
Forma
L'azione
La legge del cuore
Il corso del mondo
Il regno animale dello spirito
La ragione legislatrice
La ragione esaminatrice delle leggi

La mortificazione di s viene superata con l'et della ragione o et moderna. il momento nel quale
si tenta di saldare il piano della divinit con la realt degli individui: l'uomo moderno [utilizza la
figura] degli scienziati, filosofi ed politici. Con l'et moderna si cerca di costruire un mondo meno
arbitrario e pi ragionevole.. Ora l'uomo non necessita pi della figura del re, che era simbolo sulla
terra dell'intrasmutabile, e del suddito, figura del trasmutabile; Nel Rinascimento l'uomo riacquista
la ragione che gli indica come sia inutile la ricerca di un Dio trascendente
trascendente mentre questo vivo e
presente nella natura stessa. Nasce cos la pretesa della scienza di conquistare l'Assoluto tramite
l'osservazione scientifica della realt. Ma la descrizione che la scienza fa del mondo non vuol dire
impossessarsi del mondo tramite
ramite la legge e l'esperimento. Ancora una volta la totalit sfugge al
potere dell'uomo.9. Quando
Quando la coscienza giunge alla massima distanza da Dio nel suo percepirsi
nullit inessenziale al cospetto dellessenza divina (e luomo medioevale si sottomette alla Chiesa
mediatrice tra lui e lImmutabile) si matura il trapasso dialettico: la coscienza si rende conto di
essere, le i stessa, Dio, lUniversale, il Soggetto Assoluto. Il contesto quello del Rinasicmento e
dellet moderna: let della RAGIONE (vernunft)
(vernunft) 10
-

Ragione osservativa:
: l'atteggiamento della mente nei confronti della Natura, la mente
in rapporto con gli altri oggetti; ora la scienza attenta di spiegare la natura con la ragione...
[ripropone
ripropone quindi lo stesso schema della coscienza: percezione,, riguarda la realt e la
ragione nella natura (concezione platonica-aristotelica),
platonica
mente,, quando la percezione
nella mia mente e con le leggi oggettive,
oggettive c un forte condizionamento
condizionam
delle percezioni
personali (concezione di Locke/Hume),
Locke/Hume) quando si d la forma al mondo esteriore
(concezione kantiana) e si stabilisce il nostro nesso causa-effetto
causa effetto stabilito sulla nostra
esperienza passata]. Possiamo enunciare le leggi di natura perch
perch noi dichiariamo le leggi
dalla natura, che pu essere modificata alle esigenze di esperienze empiriche
losservazione
losservazione della natura dalla semplice descrizione si approfondisce con la ricerca
della legge e con lesperimento
lesperimento 11. Qui la ragione credei di cercare lessenza delle cose,
cercando, in realt, s stessa: Hegel ripercorre let della rivoluzione scientifica e
ripropone i passaggi della sezione della Coscienza (certezza sensibile, percezione,
intelletto): le leggi che lo scienziato enuncia non sono
sono fatti extramentali ma prodotti
intellettuali10

Wikipedia
Schema il lolliano
11
Abbagnano Fornero, op. cit.
10

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 122

12
13

Ragione attiva: la sintesi, nella sfera della prassi, solo cognitiva[mente], non solo nello
schema del pensiero, ma anche nell'azione. Non siamo sono soggetti che pensiamo ma anche
soggetti che agiscono: possibile applicare nella morale leggi universali della fisica? [cosa
che gi stata evidenziata da Spinoza nell'Etica geometricamente dimostrata]. Essendo egli
un filosofo idealista, secondo lui il nostro pensiero la realt: Dio un noumeno, una
costruzione umana di ci che eccede gli elementi naturali [Feuerbach riteneva, con un
rovesciamento dialettico, che Dio e la proiezione mette fisica degli uomini, proiettando
quindi lo spazio umano in quello divino: noi possiamo studiare l'evoluzione della forma
dello spirito dell'animismo (?)]; il sacro si manifesta in modo differente in base la civilt:
non si avranno per tanto stesse percezioni della medesima divinit e studiando di no,
studier le forme del sacro nella religione. Qui la coscienza non si limita a contemplare la
realt, ma vuole produrre s stessa: il mondo non dato, ma oggetto di realizzazione.12
Essa si pu dividere in:
o Lazione: la consapevolezza che la coscienza non si limita ad osservare, ma vuole
produrre se stessa nel mondo attraverso essa azione. ["il piacere e la necessit":
l'individuo deluso dalla scienza e dalla ricerca naturalistica si getta nella vita alla
ricerca del proprio godimento. Ma nel piacere l'individuo inevitabilmente incontrer
il suo destino che metter fine a ogni piacere.]13 la ricerca del piacere, votata allo
scacco quando incontra la necessit del destino12
o La legge del cuore: un modo di resistere al desiderio di trasformare il mondo in
modo piacevole realizzando un ideale: non riuscendo a trasformarlo, allora esso
viene interiorizzato. [L'individuo cercher allora di opporsi al corso ostile del
mondo appellandosi alla "legge del cuore". Nuovo don Chisciotte dopo avere
cercato di individuare e abbattere i mali del mondo entrer il conflitto con altri
combattenti che perseguono un loro progetto di bene e vero universali.] [Essa]
consiste nella velleitaria ribellione individuale contro soggetti creduti colpevoli
della nostra infelicit12
o Il corso del mondo: [l'individuo allora prender come sua guida "la virt", ossia un
agire in grado di procedere oltre l'immediatezza del sentimento e delle inclinazioni
soggettive. Ma il contrasto tra la virt, il bene concepito astrattamente, e la realt
del mondo, si concluder con la sconfitta del "cavaliere della virt".]
La ribellione attraverso la legge del cuore con la contrapposizione di ci che con
ci che dovrebbe essere provoca una nuova sconfitta, in quanto da solo luomo nono
pu contrastare il mondo. Da qui nasce la figura del cavaliere dellideale, il quale
cerca a tutti i costi di contrapporsi ma senza alcun cambiamento, poich portatore di
principi astratti che non funzionano nel mondo contreto. Non compito della
filosofia cambiare la realt, ma propria dellindividuo, in quanto essa pu solo
registrare dei cambiamenti nel corso della storia anche se il corso della storia
poco incline alle riforme dellindividuo. Si pu avere un tentativo di riformare il
mondo scrivendo i libri, ma il mondo rimane sordo allascoltarli [la riforma del 700
era legata alla teoria], allora plausibile una riforma della felicit individuale, non
realizzando per appieno lo scopo iniziale. Ci si sforza di realizzarlo
individualmente, ma alla fine questa ricerca ricade negli interessi personali, piuttosto
di realizzare quella altrui.

Individualit in s e per s13: La realizzazione dellindividuo, pur possibile, solo


astratta se limitata alla sfera del singolo (che astratto)12 In questa fase sintetica dello
sviluppo dialettico della ragione Hegel mostra come l'individualit, pur mirando a
raggiungere la propria realizzazione, rimane tuttavia, astratta e inadeguata. Per mostrarlo
egli si serve ancora delle "figure":13

Schema il lolliano
Wikipedia; vale per le analoghe quadre seguenti.

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 123
o

La prima figura quella che Hegel denomina "il regno animale dello spirito":
agli sforzi e alle ambizioni di una virt che dovrebbe realizzare il bene di tutti ma
che fallisce, succede l'atteggiamento dell'onesta dedizione ai propri compiti
particolari. Ma c' un inganno. L'individuo tende a spacciare la sua opera come il
dovere morale stesso, mentre essa esprime soltanto il proprio interesse personale.
Non esiste vera morale se non universale. 7 Ciascuno hobbsianamente lupo degli
altri, cercando di perseguire la propria utilit dall homo homini lupus differisce
nel fatto che secondo Hegel gli individui si comportano razionalmente [...] qualcosa
tiene uniti gli individui, leticit dello stato con la conciliazione degli elementi
opposti (*). Dominati dallutile non si persegue quello collettivo e, per fare questo,
bisogna adottare un punto di vista superiore. Lo Stato garantice che gli interessi
privati coincidano con quelli dello Stato. lindividuo che vorrebbe cambiare la faccia
della realt non ci riesce, rimanendo in se stesso [vedi Cavaliere dellideale] il
soggetto persegue i propri interessi privati: il dovere morale non il proprio utile.
Tali leggi morali rivelano unorigine individuale e anche determinata
storicamente14
La figura della "la ragione legislatrice" : l'autocoscienza avvertendo l'inganno,
cerca in se stessa delle leggi che valgano per tutti. Tuttavia tali leggi che pretendono
d'essere universali in effetti nascono dalla propria volont individuale [e si rivelano
autocontradditorie]15.
Infine la figura della "ragione esaminatrice delle leggi": l'autocoscienza cerca
delle leggi assolutamente valide che s'impongano a tutti nessuno escluso. Ma cos
facendo l'individuo si deve porre al di sopra delle leggi stesse, riducendone quindi,
la validit e l'incondizionatezza.

Con tutte queste figure Hegel vuole dirci che se ci si pone dal punto di vista dell'individuo
si inevitabilmente costretti a non raggiungere mai l'universalit. Quest'ultima si trova
soltanto nella fase dello "Spirito". [Per completare la comprensione questa parte si passi
direttamente alla Filosofia dello Spirito alla sezione Spirito soggettivo.]13 Per Hegel SI RESTA
LEGATI AL PUNTO DI VISTA DELLINDIVIDUO, NON SI RAGGIUNGE MAI
LUNIVERSALITA

Dal Filosofico:
Hegel definisce la ragione come certezza di essere ogni realt. Vi dunque quel passaggio da mistica a
ragione che vi stato anche nella realt storica, quando dal Medioevo si passati al Rinascimento. La
ragione certezza di essere ogni realt grazie allesperienza mistica: con essa, infatti, luomo si
assimilato a Dio e ha acquisito la certezza di essere ogni realt, ovvero ha superato il dualismo
soggetto/oggetto. Mistica e ragione sono pertanto due passi contigui: da notare che Hegel usa lespressione
certezza di essere ogni realt e non sapere di essere ogni realt, poich se fosse un sapere sarebbe gi il
punto di arrivo. Certezza, invece, il punto di partenza, la dichiarazione generale che il soggetto ha
acquisito consapevolezza di essere ogni realt: dopo tale dichiarazione, spetta alla ragione cercare se stessa
nella realt, quasi come se si sapesse ci che si ma si dovesse cercare di capire il come e il perch. Si
tratter pertanto di una ricerca che la ragione conduce nella realt in cerca di se stessa. La prima tappa
costituita dalla scienza moderna: la ragione con la scienza effettua una prima esperienza della ragione nella
realt stessa. Scopre cio leggi nella realt ed esse altro non sono se non manifestazioni della ragione
stessa. Anche a proposito dellintelletto (nella tappa della coscienza) si parlava di scienza, ma l era una
tappa gnoseologica, qui una tappa storica: come spesso accade. Hegel sembra tornare al punto di
partenza, ma in realt lo stesso punto di partenza visto a livelli sempre pi alti. Quella della scienza Hegel
la definisce ragione osservativa ad indicare che la ragione osserva oggettivamente nella realt alcuni
elementi di quella razionalit che sta cercando. Se il primo momento era puramente oggettivo, in quanto la
ragione ricercava oggettivamente se stessa nella realt, il secondo momento presenta invece un
capovolgimento dialettico: dall'oggettivit si passa alla soggettivit, ovvero al momento dell' azione
14
15

Schema il lolliano
Abbagnano Fornero, op. cit.

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 124
individuale . Oltre allosservazione della ragione nella realt, vi pertanto il tentativo di imporre la ragione
alla realt (in ultima istanza la soggettivit alloggettivit). A tal proposito Hegel scorge in figure e
personaggi del suo tempo i due diversi
diversi tentativi possibili che la ragione compie per imporsi alla realt:
Faust cerca di dominare in ogni modo la natura facendone loggetto del proprio piacere, i Romantici invece
contrappongono alla natura i propri valori, assumendo un atteggiamento di lamentazione
lamentazione verso la realt e
opponendo ad essa i propri valori (la loro legge

del cuore).
). Hegel non ama affatto latteggiamento dei
Romantici e in questo si rivela come pensatore non-Romantico
non Romantico dellet romantica. Se con il primo momento
della ragione essa cercava se stessa nella realt e con il secondo, invece, il soggetto tentava di imporsi
alloggetto o nutrendosene (Faust) o opponendo la legge del cuore alla realt (i Romantici), con il terzo
momento si supera lunilateralit di entrambe i momenti appena
appena citati. Tale momento l eticit : con il
primo momento si riconosce oggettivamente la ragione, con il secondo (nelle sue due accezioni) si tenta di
imporre dallesterno la soggettivit al mondo, con leticit, invece, lindividuo non viene pi concepito
concepit come
sganciato dal contesto in cui vive, ma come parte integrante della collettivit in cui vive. L'eticit non pi
un momento totalmente oggettivo (come era il primo) o totalmente soggettivo (come era il secondo), ma il
momento in cui la soggettivit vissuta nel contesto oggettivo di un popolo, nella collettivit. Quando un
uomo facente parte di una societ svolge il proprio lavoro assegnatogli dalla societ stessa, egli riconosce il
proprio valore nellinserimento in valori collettivi, per cui n si impongono valori dallesterno n il
soggetto ad imporli. Si tratta pertanto di un ottimo momento di concretezza poich lindividuo realizza se
stesso nella misura in cui sviluppa i valori della collettivit. Occorre notare che in Hegel eticit diverso
div
da moralit: moralit, infatti, quella kantiana, in cui vigono la contrapposizione tra la purezza
soggettiva e lesteriorit, tra purezza del dovere e impulsi materiali; eticit (che Hegel preferisce di gran
lunga) una morale della concretezza,
concretezza, una morale calata in valori collettivi, non una pura e semplice
morale soggettiva (quale appunto la morale kantiana). Siamo giunti al momento culminante della
Fenomenologia dello spirito : la separazione tra soggetto e oggetto sta per essere superata e si entra nel
quarto momento, lo spirito

4) Spirito:

Spirito
Religione

Lo spirito vero: l'eticit


Lo
Lo spirito estraneo a se stesso: la cultura
Lo spirito certo di s: la moralit
Religione naturale
Religione artistica
Religione rivelata

Sapere
assoluto
Anch'essa si articola in tre momenti, la ragione si riconosce una dimensione consapevolmente
intersoggettiva. Essa contiene:
-

Spirito: o geist intersoggettivo, la


la contraddizione tra singolarit e universalit di
operare trova conciliazione nella dimensione intersoggettiva che la vita del popolo
libero14; esso si divide in eticit, obbediamo alle leggi senza porre domande, queste sono
diverse da luogo a luogo e ogni mondo ha una sua propria legge:
legge: l'ordine mantenuto fino
dalla presenza di queste leggi [si presenta una frettolosit nelle descrizioni] lo Spirito
allo stato di sostanza: lindividuo organicamente riassorbito nella collettivit. la
bella eticit della poleis greca. Essa, tuttavia,
tuttavia, si frantuma [...]. La successiva tappa, il
diritto formale astratto, riconosce la frammentazione e la riconduce alleguaglianza
puramente formale delle persone giuridiche14 ; cultura,, quella che noi osserviamo o
innoviamo: Qui
Qui Hegel riassume il
il processo della Modernit: Cultura-Fede-illuminismo
Cultura
ne
sono le tre tappe. Le prime due sono in antitesi e culminano nella celebrazione dello Stato e

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 125

della Ricchezza (cultura) oppure di un Dio razionale (Fede). Ne scaturisce lIlluminismo,


che esalta una libert che nel Terrore si rivolge contro se stessa: leccesso critico,
lassolutizzazione di principi astratti, la volont generali schiaccia i singoli14 ; con la
moralit, la legge da esteriore diventa interiorizzata, nel bene o nel male. Aiuta a radicare
l'ordine, ma si pu arrivare alla ribellione o, pu addirittura non lasciar segno se rimane
prettamente interiore. Con argomento del Die schne Seele o Anima bella Hegel attacca
Kant per la sua morale ritenuta troppo formale, in quanto non si vuole sporcare le mani
con la realt: per sera fa la purezza etico morale, non intervenendo con la realt. La
permanenza dellastratto dovere kantiano e lincapacit di sporcarsi le mani con la realt
tipica dellanima bella si concludono nellinazione14
-

Religione: la realizzazione della moralit con un sistema di principi morali di pi ampia


globalit. Esso si dota di forme artistiche e, pur essendo privato, si manifesta anche in forme
pubbliche. Secondo Hegel la religione cristiana da ritenersi tra le migliori poich una
religione rivelata ed inoltre con essa, con la Morte della Morte attraverso Cristo, la Morte,
(con una sorte di discussione dialettica ?) si ribalta nel suo contrario. La contraddizione
tra coscienza pecatrice (agente) e giudicante (lanima bella) si concilia solo nel
perdono:finito e infinito sono dialetticamente legati. La religione la
RAPPRESENTAZIONE dellautocoscienza dello Spirito.14.
suddividibile in: religione naturale: lo spirito immediato, Dio coincide con gli oggetti
naturali (gli animali, le fonti, ecc.); religione artistica: lo Spirito si mostra a se stesso come
opera darte: astratta (templi, inni, sacrifici), vivente (misteri, giochi religiosi), spirituale
(lepos, la tragedia e la commedia antica); rivelata: nel Cristianesimo la morte delluomodio morte della natura umana in cui lessenza divina si alientata. Tale ritorno a s
dellessenza divina si compie con il perdono della morte dellastratta essenza. Nella morte
della morte la naturalit umana in cui lessenza divinasi rifondano nello spirito vivente
della comunit. Finito ed Infinito non sussistono pi separatamente, ma sono riconciliati
dialetticamente. Il cristianesimo luterano figura della filosofia. 14

Sapere assoluto: la suprema sintesi spetter al Sapere assoluto; questa la priena presa di
coscienza del concetto come forma propria dello spirito. La filosofia strumento di
autocoscienza narrativa dello spirito, ovvero Erinnerung, la memoria interiorizzata,
ovvero quello che ciascuno ha dentro di s eternamente.
Esso lo Spirito in gtrado di avere conccetto della propria autocoscienza. Ci accade
nella forma del SISTEMA FILOSOFICO. il definitivo superamento della costitutiva
BIPOLARITA DELLA COSCIENZA.14

Dal Filosofico:
[... lo spirito.] Il primo momento delleticit costituito da quella che Hegel chiama, sovrapponendo
eticit ed estetica, bella eticit del mondo greco: repentinamente, dai tempi di Hegel del Faust e dei
Romantici ci si trova ribaltati ai tempi dei Greci. Non c da stupirsi, dal momento che bisogna rifare
lintero percorso ma non pi sul piano conoscitivo, bens su quello etico. Con lespressione bella eticit
Hegel si richiama volutamente (e polemicamente) a Schiller e alla sua concezione dell anima bella
secondo la quale bisognava evitare la contrapposizione morale kantiana per poter cos dar vita ad anime
belle, in cui cio la morale fosse spontanea e, proprio per questo, bella. Anche Hegel non nutre grande
simpatia per la morale kantiana, lacerata in due punti, ma non apprezza nemmeno, da buon anti-romantico,
le scorciatoie romantiche, contro le quali si era gi scagliato rimproverando a Schelling lessere giunto
allAssoluto con un colpo di pistola. La bellezza delleticit del mondo greco risiede nella spontanea unione
attuata dai Greci di ci che in epoche successive andr frantumandosi, ovvero lunione
oggettivit/soggettivit, singolo/collettivit e perfino uomo/Dio/natura, visto che per i Greci gli dei,
espressione della natura, altro non erano se non uomini allennesima potenza. Si tratta di un tema gi
sviluppato da Hegel in giovent, quando a Cristo sosteneva di preferire Socrate: sembra fin qui che egli
condivida la concezione schilleriana, riconoscendo la bellezza delletica greca nella sua spontaneit. Ci
che per lo allontana da Schiller che per questi la spontaneit delletica lobiettivo dellumanit: per

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 126
Hegel, invece, il mondo greco s positivo, ma rappresenta solo il punto di partenza e la bella eticit
condannata a morire in quanto una sorta di innocenza originaria, indifesa di fronte a possibili lacerazioni.
Di per s lunit originaria dei Greci non positiva dal momento che non ancora passata per il dramma
della frantumazione: si deve passare ad una frammentazione e poi ad una riunificazione perch si possa
parlare di unificazione positiva, come se Hegel preferisse al vaso intatto quello rotto e riparato. Socrate
ancora esempio di bella eticit, per in quegli stessi anni cominciava ad affiorare limminente rottura di
essa e la conseguente frammentazione: con l Antigone di Sofocle che per la prima volta si
contrappongono valori inconciliabili. Se per Socrate valori soggettivi e valori oggettivi erano la stessa cosa,
nellAntigone i valori della famiglia sono irrimediabilmente contrapposti a quelli dello stato: Antigone,
seguendo i valori della famiglia, vuole seppellire il fratello defunto, ma il re Creonte, seguendo i valori dello
stato, riconosce nel fratello di Antigone un traditore e non glielo permette. Sono due valori entrambi validi,
che segnano la rottura dellidentit uomo/cittadino. Con lAntigone si conclude il mondo greco e si avvia il
secondo momento dello spirito, ossia il processo di frammentazione ( da Hegel definito regno della cultura
) che arriva fino ai giorni di Hegel e che caratterizzato da fortissime contrapposizioni: tale processo
culmina culturalmente nellet illuministica e trova la sua massima espressione politica nella Rivoluzione
Francese (soprattutto nel Terrore giacobino) vista come tentativo di conquistare con la violenza una libert
puramente astratta: Kant e Robespierre sono agli occhi di Hegel le due facce della stessa medaglia. Dopo
questo lungo periodo di lacerazioni che va dallAntigone di Sofocle fino ai tempi di Hegel, giunto il
momento di ricomporre il tutto: tale tentativo si articola in due tappe. La prima il momento della religione
e consiste nellentrare in contatto con lAssoluto superando le scissioni: si articoler in tre sotto-tappe,
religioni orientali, religioni classiche (o artistiche) e religioni cristiane. Con le religioni, Hegel dice (e lo
ribadisce nel Sistema ) che avviene il recupero dellAssoluto sotto forma del mito, come se si rappresentasse
inadeguatamente lAssoluto in racconti mitologici. La terza tappa dello spirito il sapere assoluto .Con
questultimo momento dello spirito si supera linadeguata concezione mitologica dellAssoluto e se ne
raggiunge una pi idonea: la filosofia. Con essa si raggiunge lobiettivo della Fenomenologia , ovvero si
perviene allunit tra soggetto e oggetto. Se nella Fenomenologia i momenti culturali per recuperare
lAssoluto frantumatosi da Sofocle in poi sono due , filosofia e religione, e di questultima coglie tre
articolazioni (orientale, classica o artistica, cristiana), nel Sistema , invece, trova posto anche larte: lo
spirito non si articola pi in due tappe, ma in tre (arte, religione e filosofia) e il mondo greco non rientrer
pi nellambito della religione (religione classica o artistica), ma sar una fase a s stante, sar cio il
momento dellarte. Giunti al sapere filosofico si raggiunta lunit assoluta di soggetto e oggetto: ora
arrivato il momento di descrivere la realt come la si vede dal punto di vista acquisito con la
Fenomenologia e a ci provvede il Sistema con i suoi tre momenti: la Logica (il cui oggetto lIdea), la
Filosofia della natura (il cui oggetto la Natura) e la Filosofia dello spirito (il cui oggetto lo Spirito).

Con la conclusione del percorso fenomenologico si chiarisce il rapporto tra SVOLGIMENTO,


come dire la storia della filosofia e SAPERE ASSOLUTO, come dire il sistema filosofico. Nella
forma compiuta del sistema il sapere assoluto auto comprensione dellintero e dunque di tutte le
figure dello Spirito come momenti necessari dello sviluppo dellintero. Nellintero ogni momento
tolto come finito e conservato come momento dellAssoluto. La dimensione propria del sapere
assoluto la ERINNERUNG14

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 127

C. Il sistema Hegeliano16
[vedi Giustificazionismo] [Completata
Completata la Fenomenologia dello Spirito, Hegel inizia ad abbozzare
il Sistema prima nella Scienza della logica e successivamente ampliato nellEnciclopedia]
nell
[Non
analizzeremo la filosofia della Natura]

La logica

Essere
Essenza
Concetto

Filosofia
della Natura
La filosofia
dello spirito

Spirito oggettivo
Spirito oggettivo
Diritto astratto

1) La Logica
La Logica
Essenza

Essere
Qualit
Essere
determinato

Essere
Essere

Quantit
Essere
per s

Misura

Concetto

Essenza come
ragione
dell'esistenza
Fenomeno

Concetto
soggettivo
Il sillogismo
Il giudizio

Meccanismo
Chimismo
Teologia

Universale

Divenire

L'idea
La vita

Il
concetto
come tale

Realt in atto

Nulla

Concetto
oggettivo

Il conoscere
L'idea
Assoluta

Particolare
Individuale

Qui si studia il pensiero, detto logos,


logos, e l'idea risultante dalla sintesi del concetto. L'idea si percepisce
in modo differente a seconda dell'et: il pensiero sempre lo stesso, cambiano soltanto le forme con
le quali lo si percepisce. L'idea determinazione
determinazione astratta, manifesta nella contraddizione delle
forme espressive, inoltre reale, o meglio, la forma che diventata reale, sceglie un'espressione
particolare di manifestazione fra le possibili:
possibili Le parole per loro stesse possono assumere per noi
significati
nificati diversi del ricevente. [Il
[ momento dell'antitesi un momento nel quale l'oggetto astratto
si oggettifica,, ed allora se si mette relazione con l'idea si riesce a percepire il concetto.]
concetto. Le parole
sono concretizzazione dell'idea, con le quali non si riesce ad esprimere concretamente l'idea astratta:
la manifestazione infatti, essendo altra e diversa rispetto le idee, in parte la contraddice.

16

Questa parte da ritenersi in gran parte riassunta da Itinerari di filosofia

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 128

Prende in considerazione la struttura programmatica


programmatica o l'impalcatura originaria del mondo. Questa
strutturata in concetti o categorie, che sono altrettante determinazioni della realt. Tali concetti di
non solo pensieri oggettivi, ma pensieri oggettivi, che esprimono la realt stessa nella sua essenza.
esse
Mentre [per Kant] Le categorie sono funzioni mentali che valgono soltanto in riferimento al
fenomeno, per Hegel le categorie sono [...] determinazione del pensiero e della realt in s.
s.
Possiamo
ossiamo ancora una volta fa riferimento a quanto gi visto nella
nella Coscienza, dove si sono osservate
le varie posizioni filosofiche nei confronti della realt: da un primo procedere ingenuo, ha
un'incertezza di fondo derivante da una impenetrabilit del pensiero nella realt delle cose, alla
posizione kantiana, riconoscendo
endo il pregio di saltare,
saltare, contro ogni scetticismo, dal pensiero
all'essere, ma il demerito di ritenere che ci sia possibile mediante il sentimento la fede. [...]
partendo dei concetti pi poveri estratti (essere, nulla e divenire), si giunge sotto l'assillo
l'
di una
ragione dialettica. [...].. Qui Hegel parla dell'idea in s senza ulteriori rappresentazioni naturali,
senza ricorrere cio ad esempi, non potendo fare ricorso a vicende storiche. Compito della logica
esporre il pensiero in quanto tale. Il pensiero ha come contenuto se stesso, in pura forma. La
logica segnata da significato originario di Logos: pensiero, concetto del conoscere,
conosce idea, ovvero il
nucleo razionale del reale. [...] Dalle categorie astratte, strappate dal fluire globale del pensiero, si
risale all'unit del pensiero. Nell'ordine reale le determinazioni astratte sono il risultato di una
divisione o separazione del pensiero che produce astratte determinazioni, che
ch la logica
17
unificandole con la dialettica triadica di nuovo nell'unit del pensiero.
pensiero.
Si studiano qui quindi i meccanismi attraverso i quali l'idea si oggettifica:
-

Essere: Il
Il punto di partenza la logica il concetto pi vuoto astratto, quello dell'essere
dell'
[...] assolutamente indeterminato, [...] identico al nulla.
nulla il concetto di quest'identit, cio
dell'unit dell'essere del nulla, il divenire, che gi gli antichi definivano come passaggio
dal nulla all'essere. [Essi sono] ho posto dell'essere determinato,
determinato, [...] che tale in virt
della qualit che lo specifica lo rende finito, della quantit ed infine della misura, la quale
determina la quantit della qualit: queste categorie considerano l'essere nel suo
isolamento che fuori di ogni relazione
relazione Il reale non nient'altro che la sintesi tra essere e
nulla, scorrendo insieme e si da origine alle cose. nella
nella tesi il processo logico muove da
una determinazione immediata. Tali sono gli universali prodotti per astrazione
dall'intelletto.17

Essenza:
: detta anche dottrina dell'azione reciproca. Prettamente mette relazione la causa
con l'effetto, considerando la causa come risultato di una causa precedente, e quindi effetto:
causa-effetto
effetto sono quindi con cause e strettamente interconnesse; non
no sono pertanto
separabili perch reciprocamente con cause, non si pu separare quindi prima dal dopo:
l'effetto sar quindi a sua volta causa di una causa precedente, andando quindi a modificarsi
vicendevolmente;; infatti il pensiero non mai statico ma dinamico.
d

Causa
Effetto
Si articola a sua volta in: Essenza

come ragione dellesistenza: riconoscendosi identica se


stessa e diversa dalle altre essenze, l'essenza scopre la propria ragion d'essere; e in virt di
questa ragion d'essere vivente se esistenza.
esistenza Fenomeno: l'apparizione della sua esistenza il
fenomeno, che secondo e Hegel, non mera parvenza, ma la manifestazione adeguata e
17

Schema il lolliano

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 129

piena dell'esistenza di ci che esiste, la realt in atto,, che quindi l'unit delle essenze
dell'esistenza.
-

La dottrina del concetto:


: cos
cos determinato e arricchito dalla riflessione su di s, lessere
diventa concetto: che non pi il concetto dell'intelletto, diverso dalla realt il posto ad
esso, ma il concetto della ragione, cio lo spirito vivente della realt. [Nel concetto
soggettivo o puramente formale] si esprime e articola nel giudizio e infine si organizza un
sillogismo:: ogni cose sillogismo perch ogni cosa razionale; ma di questa razionalit
sillogismo esprime solo l'aspetto formale soggettivo, che si concreta se la tua solo passando
dal concetto oggettivo [...]
[...]

LIdea: la totalit della realt in tutta la ricchezza delle sue determinazioni e relazioni
interiori. Nella sua forma immediata l'idea la vita, come un'anima realizzata in un corpo;
ma nella sua forme immediata, e tuttavia finita, il conoscere; nel contrasto tra il
soggettivo all'oggettivo [che appaiono distinti e tuttavia uniti] costituisce appunto la finalit
del conoscere; [l'idea assoluta] l'idea che si riconosce nel sistema totale della logicit.
l
[...] In altri termini, l'idea nella sua forma assoluta non altro che la logica stessa di
sceglierli nella totalit e nell'unit de le sue determinazioni.
determinazioni.

2) La filosofia della natura:


natura [...]
3) La filosofia dello spirito:
o:
Filosofia
dello spirito

Spirito oggettivo

Spirito soggettivo

Antropologia

Fenomenologia

Psicologia

Diritto formale
astratto

La moralit

Spirito assoluto

l'eticit

Arte

Religione

la conoscenza pi alte difficile: che,


che, dopo essersi estraniata da s, sparisce come natura che con
l'esteriorit e spazialit, per farsi soggettivit e libert [...] anche lo spirito, procede per gradi ha
diversamente da quanto accade nella natura
natura poich si passa da un grado
gr
inferiore ad uno
superiore.
A) LO SPIRITO SOGGETTIVO

Lo spirito
soggettivo

Antropologia
Fenomenologia
Psicologia

Qui si studia l'uomo in rapporto al mondo non nella storia ma come individua. Si studia l'incontro
della sera dell'interiorit con quella della verit, con la quale si ha conoscenza del soggetto. [questo
suo pensiero si pu far risalire in minima parte a Pascal:]
Pascal:] l'individuo non reale se non
relazionato con l'altro. La struttura psicologica e costruita con i legami che stabiliamo col mondo
esterno, come la societ, il lavoro, lo sport. Nota a chi
chi con il termine psicologia e di intende un
Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Filosofia

Compito 10 130

approccio filosofico alla psiche umana. lo


lo spirito soggettivo lo spirito individuale, considerato
nel suo lento progressivo emergere dalla natura [...] L'Antropologia,, studio lo spirito come anima,
una sorta di dormiveglia dello spirito,
spirito, [...essa] indica tutto quel complesso di legami tra spirito
natura che nell'uomo si manifesta come carattere, come temperamento, come le varie disposizioni
psicofisiche. Mette inoltre anche in correlazione le varie fasi
fasi della vita: nell'infanzia
nell'
ci si trova
armonia con il mondo circostante, nella giovinezza si entra in contrasto con il proprio ambiente, con
la maturit l'individuo, dopo l'urto adolescenziale, si coincide con il mondo, tramite riconoscimento
della necessit
it oggettiva della razionalit del mondo gi esistente fatto. la fenomenologia studia lo
spirito in quanto coscienza, autocoscienza e ragione. Infine la psicologia studia diritto in senso
stretto, cio in quelle sue manifestazioni universali, che sono il conoscere teoretico [la totalit di
tutte quelle determinazioni che costituiscono il processo concreto attraverso il quale la ragione
trova se stessa nel suo contenuto], l'attivit pratica [con il quale lo spirito diviene libero] e il volere
libero [la volont di libert, divenuta essenziale costitutive dello spirito].
spirito].
B) LO SPIRITO OGGETTIVO

Diritto
astratto
Moralit
Eticit

La propriet
Il contratto
La pena
Il proponimento
L'intenzione e il benessere
Il bene e il male
Famiglia
Societ civile
Stato

Essendo questo momento esterno, il movimento dialettico non pu essere nient'altro che al
contrario, procedendo da una serie interiore ad un esteriore. Sembrerebbe quindi quasi lo schema
rovesciato, essendo i momenti esterni/interni/esterni. Lo
Lo spirito si manifesta istituzioni sociali
concrete, ovvero in quell'insieme di determinazioni sono individuali chi chiede raccoglie sotto il
concetto di diritto in senso lato.
-

Il diritto astratto: cos definito, in quanto le persone vengono concepite come puri
soggetti astratti di diritto, indipendentemente dai caratteri delle condizioni che
concretamente differenziano tra loro i vari individui
individui 17. Lee azioni sono disciplinate da
regole, che non abbiamo scelto non la nascita: ci muoviamo all'interno di leggi quindi che
non abbiamo n scelta deciso. la
la persona trova il suo primo compimento in una cosa
esterna, che diventa sua propriet.. La propriet divenne effettivamente tale soltanto in
virt del reciproco riconoscimento tra le persone, ossia tramite l'istituto giuridico del
contratto. con questo contratto sia un riconoscimento giuridico della propriet; questo
contratto pu essere implicito,
mplicito, ovvero quello che uno possiede proprio, o esplicito,
alienando le propriet (ovvero rendendole ad un altro) necessario un contratto che dichiari
la garanzia riconoscimento della propriet. Senza questo riconoscimento la propriet non
quindi reale [: si pu riconoscere ad esempio che e un astuccio proprio sapendo che gli altri
lo hanno posseduto per tanto tempo]
tempo Ovviamente,
Ovviamente, l'esistenza diritto rende possibile
l'esistenza suo contrario, c' la comparsa del torto o dell'illecito. [Il torto viene punito con]
la pena,, intesa come una riaffermazione potenza del diritto, ovvero come negazione del
delitto, il quale a sua volta negazione del diritto. [La pena diventa quindi] necessit

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 131

oggettiva del nostra razionale: [...] si ha il ripristino del cittadino nel criminale che, grazie
la pena, risulta onorato come essere razionale. La pena permette a chi ha violato il patto
sociale di ritornare nella societ: il colpevole ha quindi diritto la pena poich cos viene
"riassorbito" dalla societ. E che giustifica inoltre la pena di morte: e se c' perch per
esserci e quindi per esistere. Il condannato verr quindi riassorbito dalla societ dopo la
morte che, scontando la pena, al diritto di rientrare nella societ. [vedi Giustificazionismo]
Tuttavia perch la colpa sia efficacemente punitiva, [...] deve essere riconosciute
teneramente dal colpevole. Ma quest'esigenza, oltrepassando l'ambito del diritto, che
concerne l'esteriorit legale, richiama dialetticamente la sfera della moralit.
-

La moralit: la sera della volont soggettiva, quale si manifesta nell'azione.17. Essa


l'agire secondo i principi propri, e non semplicemente in base alla legge, in quanto essa
punisce solo i reati; [se per esempio il segreto non viene mantenuto, questo non
perseguibile per legge, ma non morale] La moralit IL TEMPIO VIOLARE IL
QUALE SAREBBE PECCATO. inoltre l'era della volont soggettiva, quale si
manifesta nell'azione. Quest'ultima ha una portata morale solo in quanto sgorga da un
proponimento, ovvero l'intenzione il cui fine il benessere, ovvero quell'azione per il bene
che si vuole per tutti. Perch inoltre il soggetto riconosca le azioni come sue debbono
rispondere al suo deliberato proposito17. Da notare che secondo Hegel la morale non deve
entrare in contrasto con i nostri bisogni a nostra aspirazione alla felicit. [...] La
moralit influenzata dalla sera in cui viviamo. Non sarebbe necessaria la moralit se
ognuno di essi isolato con se stesso senza avere contatto con altre persone, e possedendo
solo oggetti che sarebbero tutti quindi di nostra propriet. il bene e il male sono
caratterizzate all'interno della moralit come qualcosa di oggettivo: sono il bene supremo e il
male assoluto. il dominio della moralit caratterizzata dalla separazione tra la
soggettivit, che deve realizzare il bene, e il bene che deve essere realizzato. La moralit
non pu da sola modificare la societ. Deve prendere corpo un sistema politico che propone
un modello di Stato etico che incarna i valori della comunit. [Si pu fare un paragone con
la citt di Dio di Sant'Agostino] Non basta quindi enunciare il principio, lo Stato lo deve
mettere in pratica. Qui di Kant critica la morale del cuore, ovvero il bene coincide con
l'intenzione arbitraria del soggetto, l'ironia romantica, che non prende sul serio nessuna
realt finita e finisce per abbassare la legge etica a trastullo dell'io, ossia del fare del
soggetto il signore del bene e del male.

LEticit: La separazione fra soggettivit e il bene, che tipica della moralit, viene
annullata e risolta nell'eticit, nella quale il bene si attuato concretamente ed divenuto
esistente. Infatti mentre la moralit la volont soggettiva, cio interiore privata, del bene,
l'eticit la moralit sociale, ovvero la realizzazione del bene in quelle forme istituzionali
che sono la famiglia, la societ civile e lo Stato. [... Essa] rappresenta il superamento della
spaccatura fra interiorit ed esteriorit [in quanto secondo Hegel] il bene [...] non deve
restare semplicemente nel mondo interno, ma deve anche realizzarsi impossibile inoltre
stabilire per Hegel una storia prepolitica come invece stato per Grozio e Kant, affermando
che la societ la condizione in cui soltanto il diritto alla sua realt: si pu quindi
ritenere il grande nemico del giusnaturalismo. in altre parole la moralit sociale, la
realizzazione del bene nelle forme istituzionali della famiglia, della societ civile e dello
Stato.da allora

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 132

Famiglia

Societ civile

Stato

Patrimonio
Matrimonio
Educazione dei
figli

Sistema dei bisogni


Amministrazione
della giustizia
La polizia e le
corporazioni

Diritto statale
interno
Diritto satale
esterno
La storia del
mondo

o La famiglia,, come per Aristotele, e gi uno stato in miniatura . [Da


[
questo punto di
vista concorda con Michel Foucault, in quanto]
quanto] contesta la divisione tra societ e
Stato, in quanto il potere dappertutto.
Il primo momento
omento dell'eticit la famiglia, nella quale rapporto naturale dei che si
assume la forma di unit spirituale fondata sull'amore sulla fiducia.
fiducia il matrimonio
basato sulla unione dei fondi delle famiglie di origine, il matrimonio inoltre
un'unione di usi e costumi. con il patrimonio,, che quello che possiedono entrambi i
coniugi individualmente, sia pecuniario sia culturale, una delle componenti
principali delle famiglie, in quanto non considera l'amore romantico se non come
l'istituzione di un contratto
con
implicito. Con l'educazione
educazione dei figli,
figli che una loro
seconda nascita, le due persone si fondono permettendo che le si possa giudicare
dall'educazione della loro progenie,
progenie ponendo i inoltre le basi per l'ingresso autonomo
nel mondo.. Secondo gli Hegel, i valori che si assorbono sono quelli che vengono
impartiti con l'educazione, di qualsiasi mezzo. Il risultato dell'educazione familiare
pertanto l'educazione dei figli che, uscendo dalla societ, formeranno altre famiglie
che saranno portatrici della
d
cultura della famiglia di origine.
o La societ civile,, una grande famiglia che le racchiude tutte, comprendendo la
sfera economico-sociale
sociale e quella giuridico-amministrativa
giuridico amministrativa del vivere insieme, inteso
come luogo di scontro, di incontro e di interessi.la
interessi.la societ civile e la sera civile nella
quale ci muoviamo, che non controllata dallo Stato ma dagli individui che la
compongono. quindi la gente, la moda, ci che pensano agli altri. Mentre sullo
Stato si pu agire politicamente, non si pu agire politicamente
politicamente sulla societ civile. Il
sistema dei bisogni nasce
nasce dal fatto che gli individui, dovendo soddisfare propri
bisogni mediante la produzione la ricchezza e la divisione del lavoro, dall'origine
differenti classi: gli agricoltori [...], gli artigiani
artigiani [...], e i pubblici funzionari, che
hanno per loro occupazione di interessi universali della situazione sociale.
sociale
Lamministrazione
amministrazione della giustizia una se sfera di necessaria poich regola i
passaggi di propriet:
propriet concerne la sfera delle leggi e della loro tutela giuridica e si
identifica sostanzialmente con il diritto pubblico. La polizia e le corporazioni
provvedono alla sicurezza sociale. Nel sistema di Hegel le corporazioni di mestiere
rivestono un ruolo particolare, in quanto esse, attuando una sorta
so
di unit fra
volont dei singoli quella categorie lavorative cui egli appartiene, che prefigurano,
sia pure in modo relativo e imperfetto, il momento dell'universalit statale.
statale [L'idea
di porre, fra individuo e lo Stato, una sorta di terzo termine che la societ civile,
stata ritenuta una dei maggiori intuizioni di Hegel. Infatti tale idea sar largamente
utilizzate dagli studiosi di problemi economici e sociali e trover in Marx un
originale interprete.]
interprete.

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 133

o Lo Stato,, culmine delleticit, incarna rappresenta il modo pi completo


l'oggettivazione dello spirito: e quell'istituzione che trasforma il diritto con la
moralit in un sistema di leggi costituzionali, assume la funzione di promuovere la
crescita morale: questo il modello dello Stato etico (Diritto
Diritto statale interno),
interno che si
configura quale totale organicit delle sue parti; se assumiamo la funzione n delle
parti non abbiamo per la funzione dell'intero: il tutto quindi maggiore della
somma delle parti. Ne segue che tutti cittadini compongono
no lo Stato, ma solo il loro
insieme lo Stato: lo Stato all'espressione degli individui, ovvero se il popolo non si
sentisse come il proprio stato, ci sarebbe la rivoluzione, espressione del sentimento
collettivo o spirito,
spirito segno che lo Stato non rappresenta
enta pi la popolazione che si sta
governando. Ne segue che non tutto ci che e degne di essere reale: a volte ci che lo
e cristallizzazione di un passato: lo spirito si serve quindi di alcuni individui detti
EROI COSMOSTORICI,
COSMOSTORICI anche se questi sono spinti da motivi diversi, per
comportare il cambiamento. inoltre lo Stato deve organizzare la moralit dei suoi
individui e a sua volta gli individui contribuiscono a formare la moralit dello Stato.
quindi difficile che lo Stato corrotto si formi con individui
individui integerrimi e viceversa,
cos come i figli sono gli specchi delle famiglie. Si ha quindi un'eterogenesi di fini:
lo spirito aveva bisogno di espandersi e lAncien Regime glielo impediva,
ostacolando del flusso [questa
[questa visione assomiglia molto a quella cristiana
cr
della
provvidenza].
]. Il diritto statale interno coincide con la strutturazione dello Stato nelle
sue forme istituzionali. Egli inoltre sostiene suffragio ristretto prussiano, vedendolo
come in migliore dei governi possibili:
possibili: il corso della storia ha spazzato via
l'assolutismo e la democrazia lasciandola via intermedia. il sovrano incarna quindi
l'unit dello Stato, dicendo di s e mettendo il puntino sulle i alle leggi.
Il Diritto statale esterno riguarda le relazioni infrastatali: gli altri Stati si comportano
fra di loro come individui nello Stato hobbsiano di natura, dove la guerra l'unica
che decreta quale degli Stati abbia ragione, non ritenendo possibili le forme
sovrastatali di diritto internazionale:
internazionale: la guerra legittima per risolvere la questione
dei vari Stati e dei utile per eliminare la putredine interna gli Stati che deriva da
lunghi periodi di pace. La guerra, tribunale della ragione, ammette inoltre alla prova
gli Stati, in modo che
che la ragione dei carretti quale sia il vincitore, metro di giudizio
valido anche nel contesto storico [In
In questo modo si contrappone al cosmopolitismo
pacifista di Kant].
]. il
il terzo momento, la storia del mondo, il dispiegarsi della
storia del Geist secondo
secondo un disegno provvidenziale di progressiva consapevolezza di
libert: dalla libert di uno nello Stato dispotico orientale, a quella di pochi nel
mondo greco romano, a quella di tutti nello Stato cristiano germanico. Anche
attraverso l'eterogenesi dei fini,
fini, la ragione, con astuzia, raggiunge suo scopo. L'eroe
i veggenti fanno progredire la storia, unico tribunale che stabilisca razionalit, e
quindi il diritto di sopravvivere, degli Stati.
Stati. 17
C) LO SPIRITO ASSOLUTO

Lo
spirito
assoluto

Arte
Religione
Filosofia

Lo spirito assoluto nei momenti in cui


cui l'idea aggiunge la piena coscienza della propria infinit o
Lo
assolutezza, cio del fatto che tutto spirito e che non vi nulla al di fuori dello spirito. Tale auto
sapere se assoluto dell'assoluto non qualcosa di immediato, ma risultato di un processo
proc
dialettico rappresentata dall'arte, della religione e dalla filosofia. Queste attivit non si
Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 10 134

differenziano per il loro contenuto, che identico, ma soltanto per la forma nella quale ciascuna di
esse presentano stesso contenuto, che l'assoluto o Dio.
-

LArte: secondo Kant, autonoma nei suoi principi, ovvero non alla funzione conoscitiva:
un libero gioco della mente. Secondo Hegel invece essa eteronoma, ovvero ricava i
principi dal maturarsi dallo spirito. Ha quindi funzione conoscitiva e pu essere utile per
studiare popoli. Nell'arte e esistono tre generi: l'architettura, che il pi materiale in quanto
a bisogni di materiali pesanti ed collettiva, la pittura e la musica, che sono forme pi
leggere ma necessitano della forma esterna del colore e del suono, e la letteratura, che ha
uno scarso bisogno di materiale e in essa si adopera il linguaggio, oggettivazione dell'essere.
Esiste anche una evoluzione storica: l'arte simbolica un'opera colossale ed enigmatica,
come per esempio da sfinge, contenente molta forma poco contenuto, cogliendo il mondo
in modo vago e indistinto; l'arte classica, il paradigma dell'armonia tra forma e contenuto:
essa la forma pi bella d'arte, in quanto l'uomo anche oggetto dello studio dell'arte ed
inoltre produttore dello spirito; nell'arte romantica si ha una minore presenza di forma una
maggiore presenza di contenuto, perci pi interessante ma non risulta meno bella. E i
inoltre consapevole che impossibile tornare a classicismo con il neoclassicismo in quanto
ormai l'arte bella e il bel frutto caduto dall'albero delle Muse.

La Religione: la facolt che non descrive semplicemente ci che si ha davanti, ma che


pone un collegamento fra i concetti che sono in costante sviluppo. Si identifica in tre forme:
la religione orientale, che individua la forma della divinit vagamente tramite i mille rivoli
della natura, che cosa una sorta di religione simbolica che attribuisce ad ogni cosa una
divinit; la religione classica contempla molto critici forme divine, anche se queste
assumono sembianze umane. preludono alle visioni di Dio come spirito libero, ma si
muovono ancora in un orizzonte naturalistico. La religione cristiana detta assoluta in
quanto Dio appare come puro spirito, e inoltre migliore per la sua forma triadica che segue
quella dialettica. L'unica limitazione che si rivolge addio con i suoi dogmi, sebbene si
avvicini alla verit della filosofia. L'unico sbocco coerente della religione la filosofia,
che si parla in chiesa di Dio e dello spirito, ma non pi della formi inadeguata della
rappresentazione, bens in quell'adeguata del concetto.

Filosofia: mette in luce come esse si evolvono di un'epoca in epoca. Hegel ritiene,
ricapitolando tutto, di essere l'ultimo dei filosofi: successivamente ci saranno soltanto storici
della filosofia. Hegel ha permesso quindi di fare un quadro riepiloga attivo e non ci saranno
tappe successive di evoluzione della consapevolezza umana, in quanto con lui si raggiunge
il massimo. Nella filosofia, che l'ultimo momento dello spirito assoluto, l'idea aggiunge le
piene concettuale coscienza di s medesime, chiudendo il ciclo cosmico. Hegel ritiene che la
filosofia, al pari della realt, si era formazione storica, o si una totalit processuale che si
sviluppato attraverso una serie di grandi momenti con dentici necessariamente
nell'idealismo. In altre parole, la filosofia nient'altro che l'intera storia della filosofia giunta
finalmente compimento con le Hegel. Di conseguenza, i vari sistemi filosofici che si sono
succeduti nel tempo non devono essere considerati come un insieme disordinato e
accidentale di opinioni mutuamente escludentisi e distruggentisi, in quanto ognuno di essi
costituisce una tappa necessaria per farsi della verit, che supera quello che precede ed
superato da quello che segue. Coerentemente con questa impostazione, la sua storia della
filosofia, chi inizia della filosofia greca aperta parentesi e Hegel accenna le filosofie
orientali, cinese indiana, ma ritiene di doverli escludere dall'avere propria tradizione
filosofica) e termina con quelle di Fichte e Shelling, si conclude veramente nella sua stessa
filosofia: [...] l'ultima filosofia quella di Hegel.

Giacomo Bergami, 2008/2009, V

Compito 11 135

FRIEDRICH NIETZSCHE:
(Rocken 1844 Weimar 1900)
[Con questo filosofo si inaugura la tradizione del 900: cos come canta permettere il passaggio dalla
filosofia del 700 a quello dell'800, cos le lettere di Nietzsche da considerare quella di passaggio al
nuovo secolo. Egli non un filosofo di professione, come Freud, in quanto Nietzsche era laureato in
letteratura classica: debutta infatti con "La nascita della tragedia dallo spirito della musica" (1872).
[...] la scrittura ad aforismi ritenuta causa sia della vicinanza sentita con il filosofo Eraclito, si
aperch la sua malattia, secondo alcuni, non gli permetteva di scrivere un trattato filosofico
tuttavia successivamente alla Gaia Scienza scriver dei libri strutturati Egli prima di morire
impazz con un tracollo nervoso, vedendo un vettorino che frustava un cavallo, per cui nutr
piet] La sorella di Nietzsche che si spos con un razzista, inizi a manipolare gli scritti del
fratello, creando con la Volont di potenza un manifesto del razzismo, utilizzando alcuni dei suoi
aforismi estrapolati dal contesto, cambiandone di significato
"La nascita della tragedia dallo spirito della musica"
La parola tragedia deriva dal greco tragos odos, ovvero al canto del capro, ed in particolare il satiro
Pan, che suonava il flauto. L'elemento satiresco, fa correlare la tragedia con le sfilate dionisiache,
ovvero processioni carnevalesche affiancate da danze e canti dei satiri, dunque con il divino si
perdeva il contatto con la realt per fondersi con la divinit (perdendo cos l'identit personale per
unirsi al tutto), creando una stretta relazione fra queste le tragedie. L'elemento dionisiaco
riconoscibile nella musica e nella presenza del ritmo [un elemento capace di condizionare lo spirito
umano la musica: l'elemento ritmico quindi fondamentale], mentre quello apollineo espresso
nella [dimensione del senso manifesto?] poesia: entrambi sono quindi fonti ispiratrici della tragedia
greca. Questi due elementi convivono nella tragedia come una coppia dialettica complementare,
dove lapollineo in contatto con la realt mentre il dionisiaco in contatto con la nostra
interiorit.
Dionisio
Musica, ritmo

Apollo
Poesia

Coro

Protagonista/Deuteragonista

Ebbrezza

Sogno profetico

Accesso al mistero

Trarre un significato dallinterpretazione del sogno

Il fondo oscuro, la tenebra, gli istinti

Tendenza della ragione greca di fare/colgiere


lordine o KOSMOS

Nelambito della tragedia greca importante il punto di vista coreutico: il coro costituisce il punto
di vista collettvo. Esso accompagna con le azioni il protagonista, e quindi agisce e non parla
solamente al protagonista, che a sua volta esprime un punto di vista individuale. [...] La tragedia
trae spunto dalla mitologia il dramma avveniva negli spalti [e quindi non di fronte al pubblico]
per Aristotele lo scopo della tragedia (o dellopera darte in genere) la catarsi, con la quale tutto si
scioglie e tutto si conclude [si intende per catarsi lespiazione delle colpe del peccatore da parte
del pubblico, che vive direttamente il suo dramma, diventando cos redento.]
[Ne segue che la concezione shopenaueriana legata allelemento dionisiaco, in quanto mentre
Apollo esprime il principium individuationis (in quanto assimilato alla ragione per limpulso
razionale) Dionisio rappresenta il mistero che circonda lintera esistenza, listinto e limpulso.
Infatti progressivamente prender le distanze da tale pensiero, ritenendo inutili le forme di catarsi
proposte dal filosofo] nella produzione dei tragediografi greci si assiste ad una evoluzione:
Giacomo Bergami

Compito 11 136

Con Eschilo, si hanno le sole figure del protagonista e del coro, lasciando cos al pubblico la
libera interpretazione
Con Sofocle si ha laggiunta del deuteragonista
Con Euripide la tragedia viene presentata nel Proemio, assistendo cos allorientamento
dellinterpretazione, riducendo cos al senso ci che intriso di mistero.

Nietzsche ritiene Socrate luccisore della tragedia in quanto il filosofo greco vuole definire la
ragione soltanto con la somma dei processi mentali e non pi come nellantichit, con lunione tra
pulsione e razionalit. Infatti la realt non n solo lelemento apollineo (che tende a far vivere
linganno) n solo quello dionisiaco (vivere solo il dolore dellesistenza), in quanto esse ci portano
singolarmente ad una realt illusoria. In questo modo si causa la decadenza della cultura occidentale
(togliendo la parte dionisiaca dalla dignit della comprensione e della conoscenza [in quanto, come
sostiene Schopenhauer, non siamo alate teste dangelo]). Platone continua nellopera di
disfacimento con la divisione fra corpo e anima (somasema) [siccome sema significa anche segno
e quindi tomba e soma corpo, con questo termine si ritiene il corpo la morte dellanima]. Con il
cristianesimo Paolino prosegue la tradizione della scissione fra anima e corpo, essendo questultimo
fonte di appetiti che vogliono essere soddisfatti. Si ottiene una degenerazione in senso antivitale
della cultura occidentale.
Questa analisi filologica prettamente filosofica. [Infatti nella seconda parte del lavoro evidenzia
come Wagner, ricuperando inoltre le vicende delle divinit nordiche riesce a costruire lunit tra
parola e musica (WORT-TON-DRAMA) successivamente prender le distanze anche da questo
musicista in quanto utilizzar in fondo dei temi cristiani e non pi pagani prender sempre pi
le distanze anche dalla Germania di Bismark fino ad arrivare a definirsi polacco]
Considerazioni inattuali: Sullutilit e il danno della storia per la vita
In questa opera sembra rievocare il Canto di un pastore errante dellAsia: il gregge felice in
quanto non ricorda:
L'uomo invidia l'animale, che subito dimentica [...] l'animale vive in modo non storico, poich si
risolve nel presente [] l'uomo invece resiste sotto il grande e sempre pi grande carico del
passato: questo lo schiaccia a terra e lo piega da parte. Per ogni agire ci vuole oblo: come per la
vita di ogni essere organico ci vuole non solo luce, ma anche oscurit. La serenit, la buona
coscienza, la lieta azione la fiducia nel futuro dipendono [..] dal fatto che si sappia tanto bene
dimenticare al tempo giusto, quanto ricordare al tempo giusto.

afferma quindi che loblio essenziale per lesistenza umana. Luomo soffre infatti per leccesso di
storia, in quanto studiando il passato spesso si tende a rovinare il futuro ed il presente, se soffocato
dallesempio del passato. Vedendo tutto il mondo come storico non si quindi capaci di vivere il
presente, non diventando felice n il singolo n gli altri. Luomo vuole essere felice come lanimale
ma senza esserlo, e questa [brama] lo porter a soffrire. Luomo storico quello ottocentesco,
capace solo di ricordare, mentre luomo sovrastorico ha in s memoria ed oblio: studiando la
storia, anche capace di gettarsela alle spalle. Luomo vive invece in un contesto Hegeliano,
soffocato dal passato che, se eccessivo, non porta alcun cambiamento al mondo. Ritiene inoltre che
la cultura produrre delle cose [...], mentre vedeva tutta la cultura della sua epoca come una cultura
interna, accentrata sul sapere storico. Bisogna quindi distinguere la storia buona da quella dannosa:
Nello specifico, poi, egli individua tre diversi tipi di storiografia Ci non toglie, tuttavia, che
non si debba esagerare[,] perch se vero che i tre tipi di storiografia possono, per le ragioni
poc'anzi esposte, essere utili alla vita, anche vero che, se si eccede, possono rivelarsi
Giacomo Bergami

Compito 11 137

dannose1: in particolare quando questi sforzi sono rivolti al passato; essa deve piuttosto rivolta
verso il futuro, venendo sistematicamente reinterpretata dal soggetto che, secondo una sua
percezione relativista, interpreta in modo diverso da un altro: di ogni interprete una interpretazione.
Ritiene inoltre i fatti stupidi come vitelli essi esistono e non si possono negare, anche se
diversamente interpretabili, secondo la sua visione relativistica.
-

monumentale: esamina e celebra le azioni del passato. Se positiva ci spinge allazione


tramite un grande esempio del passato, se dannosa gli esempi idolatrati impediscono
lazione. *Bisogna stare attenti a non abbellire e sopravvalutare il passato, facendolo
diventare invenzione piuttosto che storia. Un altro possibile danno per il passato il
sopravvento della storia monumentale sulle altre: verrebbero cos ricordati solo alcuni
eventi; inoltre ogni azione (anche le creazioni artistiche) del presente non avrebbe alcuna
importanza se paragonata al modello perfetto del passato. Quindi, la storia monumentale
pu degenerare, andando contro la vita, la creazione, lazione.2

antiquaria: nutre un culto, di stampo museale, del passato in quanto tale. Se positiva ci
premette di conoscere le nostre radici riconoscendoci, potendola proiettare verso il futuro; se
dannosa si rischia per specializzarsi, richiudendosi su uno studio particolare alla ricerca del
dettaglio [eccessivo] e litigando con gli altri conoscitori su solo quello che si conosce:
*ci vuol dire scadere in una furia collezionistica di tutto ci che esistito, un
conservare e non generare vita distruggendo il divenire e paralizzando chi agisce

critica: ha un approccio critico con il passato e, dunque, si pone (sulla scia


dell'Illuminismo) in forma correttiva rispetto ad esso. Se positiva sgombra la storia dai
pregiudizi, cancellando le interpretazioni obsolete, ma leccesso di critica si rivela dannoso,
in quanto si rivolge contro noi stessi, e il conseguente assillo che ne deriva perch qualcuno
ci potrebbe criticare, porta allinazione. *Luomo avverte la necessit di interrompere il
passato per rinnovarsi, vede nel passato la propria debolezza e, quindi, guarda a ci che
non esiste pi non per ricrearlo o venerarlo, ma per condannarlo. Tutto ci che nasce
merita di morire, perci sarebbe meglio che niente nascesse. Ci che condanna il passato
non la giustizia, ma la vita stessa a cui la storia deve essere subordinata: nel momento
in cui luomo si rende conto di essere legato al passato se ne libera in vista della
costruzione del presente e del futuro (distruzione-costruzione). Se ci pu sembrare una
ingiustizia nei confronti della storia perch vivere ed essere ingiusti (dimenticare) sono
una cosa sola. E, questo, il tipo di storia per la vita che N. predilige, e che egli stesso
giudica pericolosa per la vita stessa: luomo, attraverso la storia critica, vuole eliminare un
passato, una prima natura, da cui egli deriva, di cui figlio ed a cui legato sempre; il
tentativo pericoloso quello di costruire a posteriori una seconda natura un passato
ideale da cui derivare e contrapposto a quello da cui realmente si deriva.

[Nella seconda inattuale, quella qui proposta, Nietzsche introduce il prospettivismo ed il


relativismo ermeneutico (Lermeneutica la disciplina che riguarda linterpretazione del testo
inizialmente concepito sullesegesi, ovvero linterpretazione e la diversa grafia del testo, rispettate
nelle edizioni critiche lesercizio principe della filologia).]
Il significato della storia deriva dalla riflessione sullattivit dellinterpretare i testi.
[Il testo dellautore o della societ? Se fosse per lautore stesso, allora non le pubblicherebbe.. la
filologia(?) pu essere ricostruttiva (pensiamo ad esempio che il significato autentico di INFINITO
1
2

Da Filosofico.net
* www.marforio.org

Giacomo Bergami

Compito 11 138

inteso sulla figura di Leopardi, allora bisogner analizzarne appieno la vita) o integrativa dalla
sfera di neutralit interpretativa, entriamo in una sfera che manipola la realt ]
A seconda di come viene percepito il contenuto, si hanno diverse interpretazioni, e linterpretazione
diversa non loggetto iniziale, ma bens sono gli spettatori [non si parla del fatto in s ma del
significato].
La fase illuministica
La seconda inattuale aggiunge alla Nascita della Tragedia (NdT) la critica al socratismo della
cultura occidentale. Questa fusione d origine alla fase illuministica. Esso comprende i testi:
-

Umano, troppo umano I/II ( esplicitamente ispirato a Voltaire, ed infatti venne pubblicato
in corrispondenza dle centenario della morte del filosofo francese)
Aurora
La Gaia Scienza

Si presenta inoltre una scrittura ad aforismi, adottata per una personale scelta stilistica, presto
abbandonata; fa rifermento ai modelli passati di Eraclito, ai Pensieri di Pascal (altro filosofo
dellesistenza come Nietzsche), la Rochefoucauld (moralista del 600) e agli Essay di Montaigne,
una critica della cultura filosofica e musicale (prender le distanze da Wagner), ed appare il
modello del freigeist o dellintellettuale non aggregato, che sottopone a critica chiunque Si
dedica quindi alla critica della cultura [...] utilizzando per la prima volta il metodo genealogico, che
verr ripreso nel 900 da Foucault: con questo si vuole indagare (es., nel particolare) come i vari
termini filosofici si sono via via modificati nella storia. Poich sono cambiati gli uomini sono
cambiati anche i termini come larte o la religione. In questo metodo si riscontrano alcune analogie
ma con profonde differenze con [il metodo di] Hegel:
Hegel

Nietzsche
Un termine riceve un significato diverso nel suo contesto e si modifica nel tempo

C un piano prestabilito e le parole manifestano il Non presente alcun piano prestabilito e il senso
concretizzarsi dellidea
delle parole costruito a posteriori

Cos la parola libert ha diverse concezioni nel corso della storia. [...]. Per Hegel la storia come
una collana di perle chiuse, dove luna collegata allaltra per principi di conseguenza
causale/temporale mentre la concezione di Nietzsche simile ad una collana scollegata, dove
per le perle sono una continue allaltra secondo una successione cronologica. Karl Lwith nel
Senso e significato della storia distingue una concezione:
A priori
- Agostino (filosofia della storia)
-

Hegel (concezione dello spirito lidea si


sviluppa con il progredire dialettico il
filosofo messianico che mette fine alla storia
della filosofia)

Marx (Rivoluzione dato il carattere


fortemente contraddittorio del capitalismo,
esso dovr essere rovesciato.)

A posteriori
- Storicisti (Max Weber: la storia non va
necessariamente cos, pu avvenire anche
diversamente [come il film Sliding Doors], e
quindi bisogna per forza studiare quei
momenti nella storia nei quali essa stata
posta ad un bivio; Dilthey: ogni epoca
chiusa in s stessa bisogna studiarla, ma
bisogna creare dei ponti di collegamento tra
un evento e laltro, che devono essere
stabiliti con criteri oggettivi)
- Nietzsche (la ricerca di senso una ricerca
soggettiva nella storia)

Giacomo Bergami

Compito 11 139

[Viene anche chiamata in causa lindagine psicologica, richiamando alcuni atteggiamenti


dellessere umano.. della santit, dellestetismo, partendo da come luomo si rapporta al mondo.
Egli riconosce nel tempo presente a partire dal passato]. Hegel introduce inoltre due termini:
-

DECADNCE:

la condizione attuale di decadenza della cultura occidentale a partire dalla


tragedia greca
RESSENTIMENT: [luomo] non capace di vivere la vita direttamente, ma si lascia dominare
dalla politica e la sua parte negativa viene scaricata nei confronti di qualcuno o qualcosa,
in modo da impedire. Chi non ha capacit di vivere lesistenza vuole impedire agli altri di
vivere la vita. Questa sar la critica verso Schopenhauer, definito come grande esponente del
ressentiment (vedi la sua concezione di catarsi). Questa forma di risentimento si rivolge nei
confronti dellesistenza, ed inoltre la cultura ha perso il contatto con la radice vitale
dellesistenza. Da qui nasce il nichilismo** [che sar presente in una fase che, secondo una
previsione del filosofo, durer per 200 anni].

Egli concepisce il tempo come anti-progredente: come secondo Leopardi, pi ci allontaniamo


dallantichit, pi la nostra cultura diventa degenere [poligenesi = cultura mentre]. [La
scienza deve accettare la propria provvisoriet, e si deve modificare alla luce delle nuove scoperte
anticipando Popper. La scienza deve essere aperta, cercando un dialogo tra la sfera scientifica e
quella umanistica, altrimenti si risulterebbe degli uomini dimezzati nel positivismo invece la
scienza diventa religione di verit (in modo corretto?) (scienza paludata?)] Riportiamo di
seguito lAforisma 125 sul folle uomo da la Gaia Scienza.
Luomo folle. Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del
mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: Cerco Dio! Cerco Dio!. E poich
proprio l si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscit grandi risa.
forse perduto? disse uno. Si perduto come un bambino? fece un altro. 0ppure sta ben
nascosto? Ha paura di noi? Si imbarcato? emigrato? gridavano e ridevano in una gran
confusione. Il folle uomo balz in mezzo a loro e li trapass con i suoi sguardi: Dove se n
andato Dio? grid ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i
suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino
allultima goccia? Chi ci dtte la spugna per strusciar via lintero orizzonte? Che mai facemmo, a
sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov che si muove ora? Dov che ci moviamo
noi? Via da tutti i soli? Non il nostro un eterno precipitare? E allindietro, di fianco, in avanti, da
tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito
nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si fatto pi freddo? Non seguita a venire notte,
sempre pi notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i
becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della
divina putrefazione? Anche gli di si decompongono! Dio morto! Dio resta morto! E noi lo
abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di pi sacro
e di pi possente il mondo possedeva fino ad oggi, si dissanguato sotto i nostri coltelli; chi
deterger da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatri,
quali giochi sacri dovremo noi inventare? Non troppo grande, per noi, la grandezza di questa
azione? Non dobbiamo noi stessi diventare di, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai
unazione pi grande: tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virt di questa
azione, ad una storia pi alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!. A questo
punto il folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anchessi tacevano e
lo guardavano stupiti. Finalmente gett a terra la sua lanterna che and in frantumi e si spense.
Vengo troppo presto prosegu non ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento
ancora per strada e sta facendo il suo cammino: non ancora arrivato fino alle orecchie degli
uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle costellazioni vuole tempo, le azioni vogliono
tempo, anche dopo essere state compiute, perch siano vedute e ascoltate. Questazione ancora
sempre pi lontana da loro delle pi lontane costellazioni: eppure son loro che lhanno

Giacomo Bergami

Compito 11 140
compiuta!. Si racconta ancora che luomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in
diverse chiese e quivi abbia intonato il suo Requiem aeternam Deo. Cacciatone fuori e interrogato,
si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente in questo modo: Che altro sono ancora
queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di Dio?. gs

Il folle uomo, nella cultura occidentale, manda sempre messaggi di verit (vedi Re Lear, Don
Quixote, e lEnrico IV di Pirandello) esso simile al folle giullare medioevale (Rigoletto) che
pu osare anche a canzonare il signore medioevale, come diceva lo stesso Erasmo da Rotterdam nel
suo Elogio alla Follia:
Ma, si potrebbe osservare, le orecchie dei prncipi detestano la verit e proprio per questo
rifuggono dai saggi, nel timore che qualcuno di lingua pi sciolta osi dire cose vere piuttosto che
gradevoli. Cos : i re non amano la verit. Tuttavia proprio questo si volge mirabilmente in
vantaggio per i miei folli: da loro si ascoltano con piacere, non solo la verit, ma anche indubbie
insolenze, a tal punto che, la stessa cosa, detta da un sapiente, gli frutterebbe la morte, detta da un
buffone diverte il signore oltre ogni dire. La verit, infatti, ha un non so quale schietta capacit di
piacere, purch non si accompagni all'intenzione di offendere: ma questo un dono che gli Di
hanno elargito ai soli folli.

Tale annuncio non significa la dimostrazione della non esistenza di Dio, ma la presa di coscienza
della fine di un mondo di valore. I valori che davano senso allesistenza si sono svuotati ma
rimasti come pro-forma (ovvero la morte di Dio). Ci si lega a pseudovalori3 (le ideologie politiche
sostituitesi a Dio) che andranno a sostituire la religione reale, supplenti alla morte della divinit. I
valori si sostituiscono con pseudo valori. Questo dovuto al fatto che non c la capacit di
affrontare il vuoto (della mancanza di valori), riempiendolo in qualche modo, ma
rendendolo cos ancora pi vuoto. In qualche modo lannuncio dellavvento dellET DEL
NICHILISMO**. Questa let dove sono morti i valori tradizionali, ma o si rifiuta di accettare (la
situazione?), o in nome della paura della vita (che lo spazio vuoto) si cercano dei calori surrogati
rispetto a quelli tradizionali [e a noi esogeni], e sono scelti da altri. IL VITELLO DORO
PRENDE IL POSTO DEL SINAI. Questa condizione un aut-aut: non compempla la possibilit
che queste concezioni coesistano, si deve verificare solamente o la prima o la seconda; la paura del
vuoto, dellassenza di un significato, non fa accettare la morte di Dio, (assomiglia ad Hegel; con
lassenza del padrone fisico, luomo cerca comunque un padrone metafisico*, e lo stesso
Kierkegaard denunci la perdita di autenticit del messaggio religioso: la religione divenuta solo
un modo per adempiere ad un dovere sociale.). La morte di Dio pu essere compresente con
lesistenza di Dio: Egli esiste ma per gli uomini (come se fosse ?) morto.
**Plutarco aveva gi scritto lannuncio della morte del dio Pan, intendendo lo svuotamento dei
templi questo messaggio verr interpretato in epoca medioevale come lavvento della cristianit.
Ne in sostanza il precedente letterario. Nietzsche riprende la morte di Dio di nichilismo dalla
cultura russa i nichilisti russi erano invece degli anarchici e terroristi ma questo contesto viene
spoliticizzato nel filosofo.**
Luomo, non avendo pi solo Dio con il quale confidarsi, ma essendo impegnato in altre attivit
per riempire il senso della giornata (utilizza gli pseudo valori) meglio sta luomo, meno egli ha
bisogno di Dio Lannuncio di Nietzsche inquietante in quanto afferma che il mondo vuoto. Si
teme inoltre la tenebra o il lato oscuro dellesistenza perch la cultura apollinea ce lha sottratta. [A
questo Dio Kierkegaard (?) oppone quello di Abramo: lascia tutto e vieni con me (che pronto per
Lui a sacrificare lunico figlio Isacco) ma il Dio dellOttocento capace di fermare la guerra?...
Si sviluppa anche la teologia liberale cercando nella Bibbia le prove (dellautenticit del
3

Vedi pag. 143

Giacomo Bergami

Compito 11 141

messaggio religioso?) facendo lanatomia della divinit attraverso lanalisi filologica (se devo
dimostrare razionalmente lesistenza di Dio comunque esso sintomo che la fede nelluomo
diminuita) In questo periodo non si tratta la religione come un tema sacro ma storico (v. la storia
di Ges di Hegel). Il migliore amico di N. era un teologo: voleva trovare lautenticit del
messaggio religioso si ha quindi una cessazione dellappello autentico alla religione].
Also spracht Zarathustra
Questa situazione si pu risolvere solo con la figura dellbermensch, un uomo rinnovato che ha
accettato la morte di Dio con il suo peso Bisogna quindi rivivificare il mondo con una donazione
di valori Bisogna creare una nuova umanit, con una decisione partecipe di tutti gli individui: io
raccolsi per strada la parola 'superuomo' e che l'uomo qualcosa che deve essere superato. L
bermensch definito come il sale della terra, ci che fa fiorire la terra. Zarathustra il simbolo
di Nietzsche, un profeta il Zarathustra nietzschiano non corrispondente al personaggio storico,
solo un personaggio noto a quel tempo. A trentanni egli (N.) si isol per dieci anni dalla civilt per
meditare (fino a raggiungere let di quarantanni del filosofo) Luomo la corda tesa tra la
bestia e il superuomo, facendo il paragone con il funambolo che era in equilibrio su una corda.
Giunto nella citt vicina, sita presso le foreste, Zarathustra vi trov radunata sul mercato una
gran massa di popolo: era stata promessa infatti l'esibizione di un funambolo. E Zarathustra parl
cos alla folla:Io vi insegno il superuomo. L'uomo qualcosa che deve essere superato. Che avete
fatto per superarlo? Tutti gli esseri hanno creato qualcosa al di sopra di s: e voi volete essere il
riflusso in questa grande marea e retrocedere alla bestia piuttosto che superare l'uomo? Che cos'
per l'uomo la scimmia? Un ghigno o una vergogna dolorosa. E questo appunto ha da essere
l'uomo per il superuomo: un ghigno o una dolorosa vergogna. Avete percorso il cammino dal
verme all'uomo, e molto in voi ha ancora del verme. In passato foste scimmie, e ancor oggi l'uomo
pi scimmia di qualsiasi scimmia. E il pi saggio tra voi non altro che un'ibrida disarmonia di
pianta e spettro. Voglio forse che diventiate uno spettro o una pianta? Ecco, io vi insegno il
superuomo! Il superuomo il senso della terra. Dica la vostra volont: sia il superuomo il senso
della terra! Vi scongiuro, fratelli rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di
sovraterrene speranze! Lo sappiano o no: costoro esercitano il veneficio. Dispregiatori della vita
essi sono, moribondi e avvelenati essi stessi, hanno stancato la terra: possano scomparire! Un
tempo il sacrilegio contro Dio era il massimo sacrilegio, ma Dio morto, e cos sono morti anche
tutti questi sacrileghi. Commettere il sacrilegio contro la terra, questa oggi la cosa pi orribile, e
apprezzare le viscere dell'imperscrutabile pi del senso della terra! In passato l'anima guardava al
corpo con disprezzo: e questo disprezzo era allora la cosa pi alta: essa voleva il corpo macilento,
orrido, affamato. Pensava in tal modo, di poter sfuggire al corpo e alla terra. cpz

"L'uomo qualcosa che deve essere superato, un cavo teso tra la bestia e il superuomo" (Cos
parl Zarathustra). Per Nietzsche, allo stesso modo in cui l'uomo si lasciato alle spalle la
condizione animale, ora deve superare s stesso; in quanto il superuomo sta oltre, al di l l'uomo
del passato e del presente. Questo passaggio, per, non da intendersi come una evoluzione, nella
quale dall' homo sapiens si dovr sviluppare una nuova razza di individui biologicamente
superiori; il superuomo nietzscheano non una sorta di super-individuo o di super-razza
darwinianamente selezionati, non un semplice soggetto di vigore e forza organica. [...] Egli
l'uomo che "dona virt", che redime, che vive il "meriggio" come l'ora della felicit e della pienezza
mondana, egli un seguace di Dioniso - "pessimista coraggioso" - che mai si ritrae dinnanzi alle
difficolt anche pi ardue, e sa affrontare anche le verit pi orribili. E' nello stesso tempo l'uomo
"del grande disprezzo e del grande amore", uno spirito creatore che salver l'uomo dal
nichilismo. Egli metamorale: "al di l del bene e del male". [...]Il superuomo si caratterizza per
la sua "fedelt alla terra", regge la "morte di Dio" e il tempo come essenza istantanea eternamente
ritornante (ama il fato), con lui l'unica realt diventa, in tutte le sue implicazioni e valenze, la vita
terrena. www.liceoberard.org
Giacomo Bergami

Compito 11 142

[Ahura Mazda (Ormizdah), simbolo del bene, si contrappone ad Ahriman (Angra Manyu) simbolo
del male Essi si scontrano, ed il teatro di questo scontro luomo. Sono presenti inoltre delle
gerarchie angeliche e demoniache che si contrappongono. Luomo si schiera o da una parte o
dallaltra (il tempo limitato il dualismo reale), ma nel tempo cosmico tender a prevalere il
bene e quindi il dualismo apparente (tempo illimitato). Mani la sintesi tra buddismo e
mazdeismo e fu ucciso dia sovrani neopresiano ma leresia manichea filtr in occidente, dalla
quale fu attratto inizialmente S. Agostino. I sacerdoti di Zoroastro erano i magi, che patri cavano il
culto di Zoroastro, durante il quale veniva somministrato haoma, ricca di efedrina, eccitante, alla
quale attribuivano uno stato di trance che permettiva un contatto con la divinit, cos come era per il
vino nella civilt greca. Praticavano lesposizione dei corpi dei defunti nelle Torri del Silenzio come
gli indiani dAmerica Le famiglie dovevano mantenere nelle loro case sempre accesa la fiamma
di Aura Mazda ]
Quando per la prima volta venni dagli uomini commisi la sciocchezza degli eremiti, la grande
sciocchezza: mi misi sul mercato. E quando parlai a tutti, non parlai a nessuno. A sera, per,
erano miei compagni funamboli e cadaveri; e io stesso ero quasi un cadavere. Ma il mattino
seguente giunse a me una nuova verit: fu allora che imparai a dire: - Che mi importano il
mercato e la plebe e il rumore della plebe e gli orecchi della plebe! - Voi, uomini superiori,
imparate questo da me: sul mercato nessuno crede a uomini superiori. E, se volete parlare l, sia
pure! Ma la plebe dir ammiccando: - Noi siamo tutti eguali - . - Voi uomini superiori, - cos
ammicca la plebe - non vi sono uomini superiori, noi siamo tutti eguali, l'uomo uomo; davanti a
Dio - siamo tutti eguali!-. Davanti a Dio! - Ma questo Dio morto. Davanti alla plebe, per, noi
non vogliamo essere eguali. Uomini superiori, fuggite il mercato! Davanti a Dio! - Ma questo Dio
morto! Uomini superiori, questo Dio era il vostro pi grave pericolo. Da quando egli giace nella
tomba, voi siete veramente risorti. Solo ora verr il grande meriggio, solo ora l'uomo superiore
diverr - padrone! Avete capito queste parole, fratelli? Voi siete spaventati: il vostro cuore ha le
vertigini? Vi si spalanca, qui, l'abisso? Ringhia, qui, contro di voi il cane dell'inferno? Ebbene!
Coraggio! Uomini superiori! Solo ora il monte partorir il futuro degli uomini. Dio morto: ora
noi vogliamo, - che viva il superuomo. I pi preoccupati si chiedono oggi: - come pu sopravvivere
l'uomo? - . Zarathustra invece chiede, primo e unico: - come pu essere "superato" l'uomo? - .
cpz

Luomo per raggiungere lo stadio del superuomo deve prima seguire le tre metamorfosi di
particolari figure, che possono corrispondere ad altrettante fasi della produzione nietzschiana:
-

Cammello: colui che porta su di s il peso dellesistenza, e pratica IL DOVERE PER


IL DOVERE, rinunciando alla felicit; risponde allimperativo Tu devi! (Du sollst)
luomo si assume la responsabilit delle sue azioni (Kant)

Leone: colui che si ribella al peso della vita e della societ (alle assurdit e ai vincoli
che vietano allindividuo di esistere), VOLENDO AFFERMARE S STESSO. Egli il
freigeist, ed il suo imperativo Io voglio! (Ich Wille) corrisponde ai testi illuministici
prima dello Zarathustra. Si contrappone alluniformazione della societ, e quindi a
Schopenhauer.

Fanciullo: colui che semplicemente ci che : non pi la liberazione da, ma la


LIBERAZIONE DI (ovvero di energie e creativit, fantasia). Il suo imperativo
Io sono! (Ich bin). lesplosione artistica dellesistenza.

difficile attraversare il deserto da soli, bisogna essere cammelli. Il leone ci permette invece di
liberarci dal peso dellarte, della storia per essere pi leggeri, ma il fanciullo va oltre grazie alle sue
capacit creative. Si arriva alla CREAZIONE DI UN NUOVO ORIZZONTE DI SENSO***, tutto
Giacomo Bergami

Compito 11 143

dipender ora dalla scelta autonoma dellindividuo (autenticit, originalit, creativit, libert),
creando conseguentemente nuove responsabilit: molto pi facile (vedi i valori inautentici)
difendersi dicendo che si sono assunti valori non propri [rispetto ad ammettere il proprio errore? io]. L bermensh si realizza quando i vincoli delloppressione lo permetter di creare. Il leone sar
sempre schiavo ne non avr un fanciullo in quanto la ribellione in lui sar solo a s stessa(?) Il
cammello dovr criticare per costruire poi nel fanciullo(?) [come nel fanciullino di Pascoli]. Il
fanciullo anche lantidoto contro il nichilismo che prospetta tre prospettive future:
-

RIFIUTO:

si adotta un orizzonte di senso*** mirato verso il passato, allora) si ha una


sterilit (di questa posizione) con una imbalsamazione della vita e dei valori. un
atteggiamento necrofilo, rifiuta di prendere conoscenza dellorizzonte nichilista.

SOTTOMISSIONE AGLI PSEUDOVALORI:

ACCETTAZIONE DEL NUOVO SCENARIO:

(gi menzionato) un orizzonte in assenza di


senso: qualcosa di vuoto prende il posto di ci che pieno. Tuttavia nessun valore
autentico prende il posto di quelli defunti, e sono pertanto inautentici (=viviamo attraverso
nozioni riflesse, in base a quellos che si sentito o raccontato), facendo radicare qualcosa
dentro di noi perch si dia senso alla nostra esistenza. Lesperienza autentica si ha invece
tramite lesperienza diretta.
si accetta il tramonto dei valori[]

Le figlie del deserto introducono largomento delleterno ritorno (vedi LA VISIONE E


LENIGMA): con la concezione temporale lineare la felicit dura solo un attimo mentre, con il
moto circolare, lo si enfatizza.
[[Bisogna qui introdurre il tempo onirico di Henry Bersonne, collegato alla Recherche du temps
perdu di Marcel Proust con la sua poetica del SOUVENIR. Questo tempo si contrappone a quello
fisico in autentico sulla base dello spazio (la misura aristotelica secondo il prima e il poi), che non
per quello della vita. Meglio:
-

tempo della fisica: un tempo esteriore standardizzato e quantitativo (20 minuti di


orologio). INAUTENTICO poich non descrive il vissuto
tempo della vita: un tempo interiore differenziato e qualitativo (dipende dalla noia/gioia).
AUTENTICO in quanto vissuto in modo profondo

La DURE quindi basata sullesperienza vissuta in quel tempo. Noi siamo come dei coni che
scorrono su di una linea piana del tempo reale e noi, con il nostro cono, riempiamo il tempo di
significato allargandolo:]]

Nietzsche nei libri successivi spiegher il significato dei contenuti Also spracht Zarathustra:

Giacomo Bergami

Compito 11 144

Al di l del bene e del male


Genealogia della morale [utilizza il metodo genealogico per spiegare il bene ed il male]
Ecce homo [facendo riferimento nel titolo al Cristo lapidato]
Il crepuscolo degli idoli
Lanticristo [in questi ultimi due libri fa riferimento ancora agli pseudo valori]

Nella Genealogia della morale si riflette sulla differenza dei termini gut e bose/schlecht per
esprimere i termini bene e male. I termini sono dipendenti dalla comunit che li usa, in base al
contesto storico e quindi con interpretazioni differenti. Bose esprime il cattivo in senso qualitativo,
significa di scarso valore e non usato in accezione morale: questo termine esprime il male per
laristocrazia, come il comportarsi in modo vile. Schlecht invece esprime larroganza, la violenza e
la prepotenza, significando il male per i plebei. [Rifacendo riferimento a quanto detto a pagina 138,
Hegel dice che lesito della maturazione della coscienza st nellevoluzione dello Spirito della
societ, mentre per Nietzsche tutto non dettato da un disegno intelligente ma dalla casualit: non
sempre non si assiste ad una evoluzione, ci si pu trovare di fronte ad una involuzione]
KARL MARX:
{{Lettura p. 93
Il lavoro il mezzo tramite il quale luomo si realizza, altrimenti sarebbe pari ad un animale; il
lavoro lunico modo di realizzarsi per superarsi luomo per tanto pi produce, tanto pi
diventa povero il tempo delloperaio secondo lui suddiviso in due parti, una produttiva e d una
creativa: infatti luomo deve esprimere liberamente le sue esigenze creative, producendo ognuno in
base alle sue capacit, cosa che per non richiesta nel mondo della fabbrica. Luomo con il suo
lavoro modifica la natura e si realizza, sfruttando quanto c di buono in lei, con un rapporto attivo
ed interattivo con essa. Luomo si riconosce come genere in quanto luomo creatore riconosce s
stesso nella sua creatura.
Secondo Marx, durante la produzione si ha unoggettivazione, esprimendo le proprie energie nel
proprio prodotto [...] in seguito egli viene alienato dalloggetto che il proprio lavoro, poich non
di sua propriet. Lalienazione una perdita materiale, spirituale e sociale. Loperaio lavora per
produrre un oggetto che non suo In natura costruirebbe ci che gli sembrerebbe utile, ma nella
fabbrica non si produce per s ma per gli altri [...], ovvero lalienazione dalla propria attivit. Inoltre
non viene ripagato giustamente per quanto ha prodotto. Luomo viene pagato inoltre per il suo
lavoro come fosse una merce, considerando solo la sua forza-lavoro (?)
Luomo su sente tale solo fuori dalla fabbrica, quando si sente di appagare le esigenze biologiche da
animale, mentre si sente animale in fabbrica, dove invece dovrebbe realizzarsi come uomo.}
Allinterno del sistema capitalistico il valore aumenta di valore, aumentando sempre di pi (secondo
Marx non esiste unetica economica). Si basa su di una utopia, dove ognuno produce secondo le
proprie capacit se usciamo dalla logica dellavere, ci possiamo realizzare come esseri umani
secondo i nostri bisogni, producendo quello che ci serve. La moneta un legittimo mezzo di
scambio, non potendo scambiare un mobile con delle scarpe (sarebbe impensabile), questo valore
viene oggettivato con la moneta.
Il comunismo rozzo o ingenuo la follia di avere tutte le cose uguali, quantificando minimamente
sempre tutto in modo da possedere tutto in modo uguale e standardizzato Questo pensiero segue
ancora un calcolo dellavere: impensabile calcolare sempre tutto. La logica economica influenza
tutto il resto, anche lo stato, in quanto influenzato dai singoli interessi privati.

Giacomo Bergami

Compito 11 145

[Max Weber sostiene che la religione che cambia la filosofia] (Toglie alluomo la possibilit di
utilizzare (il corpo organico il nostro, quello inorganico quello trasformato dalla natura, nel
quale luomo si rispecchia)) Comunque senza luomo la natura non potrebbe essere organizzata,
equilibrando ci che di pi alto e basso in essa.
Loggetto sottratto al lavoratore appartiene al capitalista che controlla il processo di produzione e,
in questo modo, producendo per nulla, il suo sforzo sar nullificato, mentre qualcuno potr godere
delloggetto. Il fine ultimo la propriet privata, collezionando gli oggetti prodotti: si ha una
alienazione delluomo da parte di un altro uomo.
Luomo con il lavoro crea interazioni sociali con gli altri uomini, leremita infatti non ha storia
(senza lavoro non c storia). Con un lavoro equo si arriverebbe allo scambio degli oggetti che ci
abbisognano, indipendentemente dal loro valore effettivo. (il lavoro non viene mai considerato
come quello del singolo, ma della societ. Si avr la libert quando gli uomini progetteranno e
realizzeranno i nostri progetti, con una OGGETTIVAZIONE) [...] Lalienazione pu avvenire con
loggetto, il genere, l attivit e dalla societ. [...]
Non la coscienza (il pensiero) che determina la vita ma la vita (economica) che determina la
coscienza (i rapporti giuridici) (Ideologia tedesca, 1846)
Si trova anche una riflessione tra societ civile e stato. La societ civile lambito degli egoismi
privati, quello dove ognuno ha un mestiere diverso e svolge un ruolo diverso nelleconomia. Lo
stato la sfera delle leggi che calgono per tutti e permettono un ordine sociale. Lo stato
subordinato alla societ civile, in quanto le leggi sono influenzate dalla societ civile_ se in questa
societ civile si caratterizza dal potere di una categoria, le leggi dello stato saranno regolate nel loro
senso. Rispetto ad Hegel si inverte il rapporto tra societ civile e stato, dove lo stato , invece, al di
sopra di tutto (si ha la successione dialettica famiglia, societ civile e stato). Il Marx maturo
rielabora questa teoria con la struttura:
.
- STRUTTURA: Sono le forze produttive, linsieme dei produttori, delle macchine, delle
tecnologie e dei prodotti. Sono inoltre i rapporti di produzione, loperaio della forza lavoro
e il capitalista di ci che viene prodotto (?). tutto quello che crea prodotti.
- SOVRASTRUTTURA: sono i rapporti di produzione, (sono i suoi prodotti le idee, le
religioni, linsieme dei rapporti economici, come la funzione economica a nella societ). [
lelemento pi determinante della storia]
Dalla struttura deriva la sovrastruttura. Questa una rielaborazione di Feuerbach: luomo che
produce la religione. La vita non semplicemente luomo, ma inserita in una societ e
nelleconomia. Per Marx il soggetto luomo e il predicato il pensiero [...] Non interessa un uomo
qualsiasi, ma luomo inserito in un contesto di una classe sociale, e contestualizzato in un tempo
storico, in quanto avr conseguentemente una diversa visione di divinit. Per Marx la societ il
lavoro gli uomini entrano in contatto fra di loro per scambiarsi prodotti che luno vuol,e ottenere
dalllatro in quanto non in grado di produrli. Marx un materialista, ma non nel senso hobbsiano,
ma in quanto analizza concretamente la realt che lo circonda [intende il materialismo storico, dove
la struttura economica la parte pi determinante della storia], concentrandosi sul rapporto struttura
e sovrastruttura.
Come sostiene anche Hegel in ogni epoca storica avviene un contrasto, talmente manifesto che
genera una crisi (tesi/antitesi/) che da origine ad una differente epoca storica (sintesi). Il
capitalismo quindi necessario (concorrenza, sopravvivenza dellantagonista) una rapida
espansione ed uno sviluppo. Conseguentemente aumentano i proletari, allora la produzione diventa
Giacomo Bergami

Compito 11 146

sociale, ( la societ che produce, ha quindi in mano le redini del capitalismo, senza tuttavia avere
propriet.; con un andamento di crescita dei guadagni, ed eliminazione dei rapporti di concorrenza
per sfuggire al concorrente ????) alla fine tutto questo per non pi sostenibile. (vedi il
rapporto servo-padrone in Hegel). La forza produttiva diventer sempre pi abile di plasmare la
natura, e il servo, palesato che la forza produttiva pi forte rispetto ai rapporti di produzione, se ne
andr via. [Nella rivoluzione francese, la forza produttiva era la borghesia che si opponeva alla
aristocrazia. ) inevitabile che fp? e rp (rapporti di produzione?) porter alla ribellione degli operai,
portando alla rivolta, come sempre successo nella storia. Per lui questa non una utopia, ma anzi
la realt, in quanto questo processo per lui inevitabile, e quindi giusto. una potenza che per lui
necessario che diventi atto, in quanto incisa nella storia. Se non c libert delluomo, non c
storia.
La valorizzazione (del prodotto?) avviene secondo i propri bisogni, uscendo dal paradigma
dellavere per entrare in quello della creazione. Anche il capitalismo alienato, in quanto assillato
dallavere. bisogna CREARE E SCAMBIARE IN BASE AL PROPRIO UTILE.


{{  
     
Il capitale variabile quanto il capitalista ha pagato in salari. Il SAGGIO DI PROFITTO d lidea
del buono o del cattivo profitto della fabbrica.
    


  
    !

Il capitale costante tutto quello che ho speso per i macchinari e le materie prime. Sommato al
capitale variabile da la somma di tutte le spese. Io capitalisti, per aumentare la valorizzazione del
prodotto, cercheranno di diminuire il capitale costante per aumentare il profitto ed ad ingrandire la
fabbrica, aumentando anche il plusvalore. Il rischi quello che la forza lavoro si esaurisca o che si
rivolti. Investendo su nuova tecnologia per deve aumentare il profitto, poich i macchinari sono
nel capitale costante. Si avr una CADUTA TENDEZIALE DEL SAGGIO DI PROFITTO. Se si
abbassa, dovuto anche dalla concorrenza, non detto che si abbassi il plusvalore, ma aumenter con
maggiori sforzi. [facendo comunque investimenti guadagner sempre di pi ma poco rispetto a
quello investito ]. Ne segue che il capitalismo un sistema malato che gioca al ribasso e genere
della crisi di sovrapproduzione. La piramide sociale si allargher sempre di pi alla base e si
restringer sempre pi al suo apice, portando delle controtendenze.
Si ha la SOCIETA COMUNISTICA quando non pi presente il capitalismo. Marx ha dato una
visione scientifica del comunismo. Critica in socialismi reazionari (feudale, piccolo borghese,
tedesco?). la dittatura del proletariato necessaria prima di arrivare al comunismo. Deve essere
abolita la propriet privata e anche lo stato comunista diverso da quello rozzo. Il primo penda a
una societ in qui uno pu produrre in base alle proprie capacit e possedere in base a i relativi
bisogni. Il comunismo rozzo invece distribuisce la propriet privata uniformemente a tutti i
cittadini, in maniera generalizzata.
Critica il pensiero delleconomia classica (dei liberali come Alhusius, Malthus, Ricardo) e mette in
discussione il concetto di merce: un processo di valorizzazione. Il valore duso quello su cui si
fonda il capitale mercantile, lutilizzo che facciamo di una cosa, (oggetti diversi sono
incommensurabili) (laria condizionata, es. serve a Dubai ma non in Alaska, dove vale invece come
una caldaia, mentre a Dubai essa inutile. E per la legge della domanda e dellofferta avr un
prezzo basso.). Devo per vendere la merce dove di essa c pi richiesta. Il valore di scambio
permette di paragonare due merci distinte per quantificare i valori e metterli sullo stesso piano.
Giacomo Bergami

Compito 11 147

inoltre la quantit di lavoro socialmente necessarie per produrre una merce, e dipende sempre dal
contesto economico in cui sto lavorando ed il periodo storico.
La forma del capitale mercantile Merce Denaro Merce (con M>M), mentre quello del
capitale industriale Denaro Merce Denaro (D>D). il prezzo della merce non corrisponde
effettivamente al valore di scambio, perch pu oscillare in bare al mercato. La merce anche in una
sola giornata, compie un processo di evoluzione, producendo lavoro. Questa merce che aumenta il
denaro del capitalista la merce-lavoro o forza-lavoro delloperaio, tramite la retribuzione di ! " #
ore sulle n effettivamente lavorate. Produce quindi di pi rispetto a quello che gli dovrebbe essere
dato, regalandolo al capitalista sotto forma di PLUSVALORE.
Il capitalista pu guadagnare sia sul lavoratore, sia sul mercato. Ma non interessato alla
merceologia, alla vendita del prodotto come concepito dagli economisti classici. Parla della
collettivizzazione di beni di una fabbrica, in modo da creare una sorta di cooperativismo e di
capitale pi virtuoso, dove tutti coloro che producono percepiscono il compenso per il lavoro
prodotto. [1984 una versione rozza del socialismo, poich si ha linstaurazione di un altro
padrone, il poliburo]

Giacomo Bergami

148
Compito 12
MAX WEBER:
[Detto anche il Marx della Borghesia, studia inoltre anche la importanza di Calvino nella storia del
capitalismo moderno e ritiene quindi, al contrario di Marx, che gli aspetti strutturali sono
conseguenza anche della teologia, considerata invece prettamente sovrastrutturale; l'aspetto sociale
non dovuto quindi solamente all'evoluzione delle tecniche.]. Il suo studio rivolto prettamente
verso tre ambiti: sociologia, storia e politica.
I primi due sono collegati. In essi fondamentale lindividuazione di IDEALTIPI, ovvero di una
rappresentazione di una tipologia umana esemplare, quali per esempio quelli di unepoca, di una
classe sociale o di una fascia det, che consentono di ridurre le molteplicit allunit, riuscendo
cos a semplificare lo studio di un fenomeno. Partendo da un campione statistico, si arriva ad
affermare che questo possa valere per tutti, permettendo di modellizzare la societ [oggi giorno
questa tecnica pu essere utilizzata in ambito politico per accogliere il consenso di una vasta
maggioranza della popolazione].
Per essere riconosciuta oggettiva la possibilit/alternativa dev'essere fondata su fatti
accertabili in base alle fonti del periodo storico in cui la possibilit s' espressa. In
secondo luogo la possibilit deve essersi espressa in modo conforme alle regole generali
dell'esperienza (quelle che reggono la motivazione della condotta umana): il cd. "sapere
nomologico", che vale come criterio per l'autenticazione delle possibilit oggettive. Una
semplice somma di fatti non porta con s -dice W.- la conoscenza scientifica ("ingenuo
empirismo"). Occorrono delle uniformit statistiche che corrispondano al senso
intelligibile di un agire sociale. E comunque solo una parte limitata dell'illimitata quantit
di fenomeni per W. fornita di significato. W. in sostanza fa questo ragionamento:
siccome l'atteggiamento altrui definito secondo il carattere della problematicit e non
della necessit (in quanto esistono sempre opzioni equivalenti che si possono scegliere),
impossibile delineare compiutamente, di questo atteggiamento, le caratteristiche, la
natura, le modalit, per cui preferibile individuare una gamma fluida di forme di
atteggiamento, all'interno della quale sar poi possibile definire una tipologia. In pratica
W. enuclea, per astrazione, dei "tipi-ideali" di atteggiamento, costruiti accentuando
unilateralmente uno o pi punti di vista, in modo tale che ciascuno di essi presenti in
forma "pura" determinate caratteristiche (di qui i concetti convenzionali di "economia
cittadina" o "economia rurale", ecc., in cui non dato riconoscere i regimi storici di
produzione cui essi si riferiscono). I "tipi-ideali" non sono ipotesi sulla realt ma devono
guidare le formazioni ipotetiche in una direzione positiva. Sono punti di partenza non di
arrivo, poich il maturarsi di una scienza suppone il loro superamento. Questo quadro
concettuale, pur non avendo riscontri nella realt, pu permettere al ricercatore -secondo
W.- di avere un metro di paragone. E' un espediente euristico, uno strumento metodologico
(i concetti "ideal-tipici" sono uniformit-limite) che si usa per misurare e comparare la
realt effettiva, controllando l'avvicinamento o la deviazione di questa al modello. W. in
sostanza ha elaborato una vasta e complessa tavola sinottica comprensiva di tutte le
fondamentali formazioni sociali, di ogni tempo ed epoca, disposte secondo criteri
ordinatori rigorosamente definiti che le accomunano e le distinguono (le formazioni
sociali per W. sono il frutto di determinati atteggiamenti: il capitalismo ad es. frutto
della razionalit connessa al profitto). In tal modo egli convinto di poter trasformare una
ricerca storica individualizzante (su un argomento specifico) in una di carattere
generalizzante. Per spiegare i fatti storici -dice W.- c' bisogno di leggi e queste vengono
offerte dalla sociologia. Naturalmente il carattere sinottico del suo procedimento non
vuole escludere la dimensione evoluzionistica. W. pone in ordine gerarchico i tipi-ideali di
atteggiamento, disponendoli secondo un criterio di crescente razionalit: 1) il minimo di

149
Compito 12
razionalit si trova nell'azione dettata dalla fedelt a tradizioni-abitudini-costumicredenze, 2) poi si passa all'azione determinata da un sentimento/istinto/stato d'animo; 3)
poi ancora all'azione razionale rispetto a un valore (p.es. il capitano di una nave che
decide di affondare con essa); 4) infine vi l'azione razionale in rapporto a un fine (p.es.
l'ingegnere che costruisce un ponte). L'azione razionale in rapporto a un fine definita in
funzione delle conoscenze dell'agente piuttosto che dell'osservatore o ricercatore. W. non
dice che oggettivamente irrazionale l'azione nella quale l'agente sceglie mezzi inadatti a
causa dell'inesattezza delle sue conoscenze. La razionalit dipende dal fatto che l'agente
ha concepito come adeguati i mezzi per raggiungere determinati scopi. In un certo senso
per W. il fine giustifica sempre i mezzi, se chi li usa li ritiene adeguati al fine (di qui i
paralleli con la politologia del Machiavelli, di cui condivideva l'idea che la politica non
poteva preoccuparsi della moralit delle proprie azioni)). Viceversa, l'azione rispetto a un
valore razionale non perch l'agente consegue un fine, ma per restare fedele all'idea
ch'egli si fatto di un determinato valore (ad es. abbandonare la nave che affonda sarebbe
per il capitano un'azione disonorevole, anche se di fatto "poco pratica"). Nell'azione di
valore W. ha in mente gli ideali dell'aristocrazia, nell'azione finalizzata a uno scopo ha in
mente gli ideali della borghesia. Per W. infatti la societ che si fonda sul tipo di
atteggiamento pi razionale quella del moderno capitalismo, che culmine e chiave di
volta dell'intero complesso delle formazioni sociali. Tale razionalit possibile solo
quando si postula una realt priva di ogni senso magico e che presupponga, sotto il profilo
religioso, l'assoluta trascendenza della divinit. Filosofico
Per quanto concerne la storia, invece fondamentale lo studio dei periodi cruciali, ovvero quei
punti di svolta dove la storia ha intrapreso delle strade diverse rispetto ad alte Assieme a Dilthey
appartiene alla corrente dello storicismo, che distingueva in:
-

Naturswissenshaften (Scienza della natura) Verklren [spiegazione]


Geisteswissenschaften (Scienze umanistiche) Verstehen [interpretazione]

Vi insomma il rifiuto di una filosofia della storia che pretende di dedurre il processo
storico da leggi generali (vi una critica quindi allo hegelismo, alla concezione storica
romantica, ma anche a quella del Positivismo e di Comte). In questo senso, Weber si
colloca sulla scia di altri filosofi appartenenti allo Storicismo tedesco, che avevano gi
avanzato una critica a tali concezioni, come, ad esempio, Dilthey che, nell'opera "Le
scienze dello spirito (1883), afferma 1'impossibilit di una conoscenza del processo
storico nella sua totalit. Le scienze dello spirito (psicologia, sociologia ecc.) infatti,
possono conoscere soltanto aspetti particolari del processo storico: la filosofia della storia
un'eredit teologica nata con SantAgostino, e che entra in crisi nel momento in cui
cerca di staccarsi dai suoi presupposti teologici. Ma per Dilthey impossibile anche una
scienza generale della societ, cos come si era proposta di essere quella positivistica di
Comte. [...] I processi storici sono sempre il risultato di una costruzione concettuale
operata dallo storico o dallo scienziato sociale sul dato empirico. Infatti, quella che Weber
chiama relazione al valore, impone una scelta personale nella selezione del dato empirico,
la cui analisi, di conseguenza, non potr mai essere universale e totale, perch dettata da
parametri differenti, che portano alla formazione di varie spiegazioni e interpretazioni.
Risulta assurdo, quindi, pensare di poter determinare tutte le infinite cause che
partecipano al verificarsi di un avvenimento. Weber critica anche il materialismo storico
di Marx come concezione generale e particolare della storia in termini di sviluppo
progressivo, pur riconoscendogli il merito di aver messo in luce limportanza. del
condizionamento di processi non economici da parte di processi economici. Il processo
storico in s, tuttavia, non pu essere spiegato n in termini razionali, n irrazionali,

150
Compito 12
poich la razionalit solamente una qualificazione che pu essere data a certi
comportamenti in base a determinati modelli. Filosofico
Anche le interpretazioni e lapproccio nei confronti della storia possono quindi essere scientifici,
applicando dei opportuni metodi di analisi (lo studio della societ pu essere quindi scientifico).
Questa tipizzazione risiede anche nella concezione dellidealtipo sociologico. Hegel riteneva che
niente era veramente necessario a priori, i motivi di passaggio non sono necessari ma contingenti
[...]. Sempre nella storia Wewber studia il processo di modernizzazione della societ, che ritiene si
fondi sulla riforma protestante e sulla rivoluzione scientifica (diretta verso lilluminismo), che
producono una societ secolarizzata e disincantata. Le cose non avvengono perch dette da una
autorit religiosa, anche se sono contrarie allevidenza, in quanto il mondo procede invece secondo
regole laiche: mentre il mondo prima era incantato dalla magia, ora dettato dalla scienza ed ogni
verit viene messa in discussione.
Secondo W. alla razionalit del mondo moderno ha contribuito in misura determinante la
religione protestante, che rappresenta il disincantamento dal mondo, cio la fine delle
illusioni (i grandi fini e valori del passato per W. vengono tenuti in vita solo dalla volont
degli uomini). Lo stesso capitalismo non che l'effetto pi rilevante del protestantesimo
(da notare che il marxismo sosteneva il contrario). Si badi per: il capitalismo -per W.non nato dal protestantesimo tout-court ma dal razionalismo, di cui il protestantesimo
stato il veicolo pi potente. Il protestantesimo (soprattutto nella sua variante calvinisticopuritana) tanto ascetico sul piano religioso (in quanto rifiuta di darsi immagini della
divinit, inoltre essenziale nei riti, ha abolito molti sacramenti considerandoli magici, ha
affermato il concetto di predestinazione e di sola fide/sola gratia...), quanto pratico e
attivo sul piano economico. Il protestantesimo cio avrebbe capito che all'uomo tutto
possibile se riconosce l'assoluta trascendenza della divinit (il che, in sostanza, una
forma di ateismo). Queste caratteristiche di praticit, razionalit hanno raggiunto il
massimo di espressione nel capitalismo, che si liberato di ogni riferimento alla religione.
L'origine della volont razionale, nell'ambito della religione, W. la fa risalire alla profezia
israelitica, che predicando un dio temibile e inavvicinabile rendeva vani ogni magia e ogni
misticismo. I profeti chiedevano un agire razionale in nome di Jahv. La razionalit
sarebbe dunque nata dall'alienazione, dall'acuta coscienza di un netto dualismo tra uomo
e dio. La razionalit la consapevolezza che non esiste un valore nel mondo, una legge o
una "totalit simpatetica" che lo regoli per il bene dell'uomo. La razionalit il tentativo
di sopravvivere dandosi degli scopi, sulla base di interessi, il pi delle volte contro gli
interessi degli altri, poich nella razionalit si afferma "la lotta dell'uomo contro l'uomo".
W. definisce il capitalismo come l'esistenza di imprese che hanno come scopo il massimo
profitto da raggiungere attraverso l'organizzazione razionale del lavoro, profitto che, a
differenza delle epoche precedenti, non viene semplicemente goduto ma reinvestito. La
razionalit del capitalismo si esprime secondo W.: 1) nello sviluppo di una rigorosa
scienza della natura, 2) nello sviluppo di un forte apparato statale, amministrativo e
burocratico, 3) nello sviluppo di un diritto razionale-formale. In particolare per W. la
crescita della burocrazia costituisce il fenomeno principale della societ moderna. N il
capitalismo n il socialismo possono sfuggire alla pressione burocratica, che secondo W.
pu essere attenuata democratizzando la societ. Tuttavia, siccome nella societ
burocratica l'uomo rischia di annullarsi, W. non era contrario all'idea di un "capo
carismatico" che sapesse stabilire tra s e le folle una comunicazione immediata. Per
quanto riguarda il marxismo, W. non esprime un giudizio del tutto negativo: lo considera
uno dei punti di vista mediante cui pu essere condotta un'analisi teorica (quella che
appunto evidenzia i fattori economici). Egli per considera illegittima la pretesa di fare di
un unico fattore degli eventi storici (l'economia) il principio di spiegazione causale di ogni

151
Compito 12
altro fattore. Le forze economiche sono troppo "cieche" per potersi porre come causa di
fondo dei processi storici: le cause di fondo sono di origine culturale. La storia per W.
tutta un fenomeno culturale (come in Rickert); l'uomo un essere solo culturale; la
struttura economica capitalistica lo "spirito" del capitalismo e lo spirito anzitutto
razionalistico. W. ha riconosciuto vero il marxismo laddove afferma che la fonte
principale della moderna alienazione sta nella "lotta dell'uomo contro l'uomo", condotta
principalmente per motivi economici. Tuttavia, paragonando la libera concorrenza
economica al processo darwiniano di selezione naturale, egli del marxismo non ha colto il
momento "positivo", che appunto quello di non considerare tale concorrenza come un
fenomeno "naturale", cio inevitabile. W. era spaventato dalla enorme avidit della
borghesia tedesca, costretta a ci a motivo della lentezza con cui si era incamminata sulla
strada del capitalismo in Europa occidentale. Tuttavia W. era anche convinto che lo Stato
tedesco avesse in s forze sufficienti per tenere sotto controllo questo nuovo fenomeno.
Secondo lui anzi doveva essere proprio l'imperialismo a far s che l'idea di "nazione"
sopravvivesse agli sconvolgimenti causati dalla libera concorrenza. La storia, la realt
sociale ha senso solo in quanto l'uomo a dargliene uno consapevolmente. Ci che conta
non ci che l'uomo fa ma il modo in cui l'uomo considera ci che fa. Oggetto della storia
sono i comportamenti intenzionali degli uomini. L'oggettivit sta nella volont con cui si
persegue uno scopo. La scienza pu diventare scelta o atto di vita se si immedesima negli
stessi fini, altrimenti pura riflessione (astratta) su questi medesimi fini.
Propone inoltre una distinzione tra fatti e valori. La loro sovrapposizione fa venir meno la
scientificit dei fatti poich spesso i valori vengono proiettati sui fatti venendo a negarli (vedi il
negazionismo). I VALORI (credenze) hanno a che fare con credenze personali o socialmente
diffuse che precedono o circondano le attivit dello scienziato, storico o politico che possono
minare loggettivit dei fatti. Il problema cosa realmente un fatto se lo pose anche Nietzsche:
-

Dato materiale accettabile


Interpretazione dellinterprete (che influisce spesso)

In questo modo lo statuto ontologico del fatto (ci che ?) viene quindi messo in discussione: il
fatto si trova intriso di interpretazioni (i fatti sono stupidi come vitelli). Lo scienziato si deve
interrogare su cosa egli realmente crede e su come la sua percezione possa modificare la ricerca dei
fatti. Sono i valori in cui crede lo scienziato che possono pregiudicare lanalisi. Tuttavia negare
semplicemente il fatto (che esiste in modo palese ed incontrovertibile) condiziona il grado di
scientificit (e di credibilit) dello scienziato stesso altrimenti i fatti dovrebbero essere delle
opinioni i fatti sono documentabili e accettabili indipendentemente dalluniverso valorizzabile dal
ricercatore. Propone quindi un modello kantiano dove il fatto il fenomeno, che si contrappone
allopinione noumeno, che tende ad opprimere il primo.
Per essere riconosciuta oggettiva la possibilit/alternativa dev'essere fondata su fatti
accertabili in base alle fonti del periodo storico in cui la possibilit s' espressa. In
secondo luogo la possibilit deve essersi espressa in modo conforme alle regole generali
dell'esperienza (quelle che reggono la motivazione della condotta umana): il cd. "sapere
nomologico", che vale come criterio per l'autenticazione delle possibilit oggettive. Una
semplice somma di fatti non porta con s -dice W.- la conoscenza scientifica ("ingenuo
empirismo"). Occorrono delle uniformit statistiche che corrispondano al senso
intelligibile di un agire sociale. E comunque solo una parte limitata dell'illimitata quantit
di fenomeni per W. fornita di significato. W. in sostanza fa questo ragionamento:
siccome l'atteggiamento altrui definito secondo il carattere della problematicit e non
della necessit (in quanto esistono sempre opzioni equivalenti che si possono scegliere),

152
Compito 12
impossibile delineare compiutamente, di questo atteggiamento, le caratteristiche, la
natura, le modalit, per cui preferibile individuare una gamma fluida di forme di
atteggiamento, all'interno della quale sar poi possibile definire una tipologia. In pratica
W. enuclea, per astrazione, dei "tipi-ideali" di atteggiamento, costruiti accentuando
unilateralmente uno o pi punti di vista, in modo tale che ciascuno di essi presenti in
forma "pura" determinate caratteristiche (di qui i concetti convenzionali di "economia
cittadina" o "economia rurale", ecc., in cui non dato riconoscere i regimi storici di
produzione cui essi si riferiscono). I "tipi-ideali" non sono ipotesi sulla realt ma devono
guidare le formazioni ipotetiche in una direzione positiva. Sono punti di partenza non di
arrivo, poich il maturarsi di una scienza suppone il loro superamento. Questo quadro
concettuale, pur non avendo riscontri nella realt, pu permettere al ricercatore -secondo
W.- di avere un metro di paragone. E' un espediente euristico, uno strumento metodologico
(i concetti "ideal-tipici" sono uniformit-limite) che si usa per misurare e comparare la
realt effettiva, controllando l'avvicinamento o la deviazione di questa al modello. W. in
sostanza ha elaborato una vasta e complessa tavola sinottica comprensiva di tutte le
fondamentali formazioni sociali, di ogni tempo ed epoca, disposte secondo criteri
ordinatori rigorosamente definiti che le accomunano e le distinguono (le formazioni
sociali per W. sono il frutto di determinati atteggiamenti: il capitalismo ad es. frutto
della razionalit connessa al profitto). In tal modo egli convinto di poter trasformare una
ricerca storica individualizzante (su un argomento specifico) in una di carattere
generalizzante. Per spiegare i fatti storici -dice W.- c' bisogno di leggi e queste vengono
offerte dalla sociologia. Naturalmente il carattere sinottico del suo procedimento non
vuole escludere la dimensione evoluzionistica. W. pone in ordine gerarchico i tipi-ideali di
atteggiamento, disponendoli secondo un criterio di crescente razionalit: 1) il minimo di
razionalit si trova nell'azione dettata dalla fedelt a tradizioni-abitudini-costumicredenze, 2) poi si passa all'azione determinata da un sentimento/istinto/stato d'animo; 3)
poi ancora all'azione razionale rispetto a un valore (p.es. il capitano di una nave che
decide di affondare con essa); 4) infine vi l'azione razionale in rapporto a un fine (p.es.
l'ingegnere che costruisce un ponte). L'azione razionale in rapporto a un fine definita in
funzione delle conoscenze dell'agente piuttosto che dell'osservatore o ricercatore. W. non
dice che oggettivamente irrazionale l'azione nella quale l'agente sceglie mezzi inadatti a
causa dell'inesattezza delle sue conoscenze. La razionalit dipende dal fatto che l'agente
ha concepito come adeguati i mezzi per raggiungere determinati scopi. In un certo senso
per W. il fine giustifica sempre i mezzi, se chi li usa li ritiene adeguati al fine (di qui i
paralleli con la politologia del Machiavelli, di cui condivideva l'idea che la politica non
poteva preoccuparsi della moralit delle proprie azioni)). Viceversa, l'azione rispetto a un
valore razionale non perch l'agente consegue un fine, ma per restare fedele all'idea
ch'egli si fatto di un determinato valore (ad es. abbandonare la nave che affonda sarebbe
per il capitano un'azione disonorevole, anche se di fatto "poco pratica"). Nell'azione di
valore W. ha in mente gli ideali dell'aristocrazia, nell'azione finalizzata a uno scopo ha in
mente gli ideali della borghesia. Per W. infatti la societ che si fonda sul tipo di
atteggiamento pi razionale quella del moderno capitalismo, che culmine e chiave di
volta dell'intero complesso delle formazioni sociali. Tale razionalit possibile solo
quando si postula una realt priva di ogni senso magico e che presupponga, sotto il profilo
religioso, l'assoluta trascendenza della divinit.
Il metodo di Weber tende alloggettivit dellapproccio avalutativo contestato da Jonas - [vedi p.
881]. Da questo si solleva il problema della Oggettivit scientifica, se essa esista ed entro quali
ambiti. La valutazione diversa dal fatto che viene interpretato, che pu essere soggetto a diversi
punti di vista. Se facile trovare loggettivit in un fatto evidente, il problema comunque
potrebbe celarsi a monte: se si effettua una ricerca, bisogna comunque portare le prove contro ed a

153
Compito 12
sfavore. [...] Nel libro La scienza come professione si trova la distinzione tra scienza sociale e
scienze propriamente dette, parlando anche della deontologia dello scienziato [tutto ci che stato
detto precedentemente a riguardo].
In La politica come professione (1920), si mette in luce come anche la politica debba seguire delle
leggi, cos come la scienza; si ricollega inoltre a Machiavelli, [vedi p.148]. Il termine professione
rende la traduzione dal tedesco beruf che, come in italiano, sta ad indicare sia lessere
professionale, ovvero lessere coerenti ed attinenti ad un lavoro con un impegno serio, sia laspetto
fideistico, ovvero limpegnarsi (es.) nel manifestare le proprie opinioni con le azioni, in modo da
dedicare la vita ad uno scopo.
Un politico, come gi osservato, dovrebbe essere un sociologo per ben interpretare i bisogni e le
necessit della societ. Sua ottima qualit la lungimiranza, orientando tutto verso cosa pu
avvenire nel futuro. Inoltre bisogna essere RESPONSABILI:
-

La responsabilit non orientata solo nel passato come ACCOUNTABILITY (affidabilit),


nella individuazioni di colpe
ma anche come impegno per il futuro, in quanto bisogna essere previdenti per offrire un
buon avvenire alle generazioni successive.

Se si lungimiranti si possono adottare scelte migliori per il futuro[, come linvestire i soldi nelle
nuove tecnologie]. Secondo Jonas il modello migliore quello della responsabilit dei genitori nei
riguardi dei figli: si esercita su di essi un controllo per fare in modo che il loro futuro sia il migliore
possibile. [...]. Egli propone un etica:
-

Dei princip [partire da dei principi religioni che bisogna (seguire come modello?)]
Dei risultati
(Della responsabilit; anche se questo aspetto verr approfondito in Jonas)

Macchiavellamente, secondo W., un partito politico pu anche perseguire il risultato senza attenersi
ai princip, dovendosi per aspettare un basso consenso. In ogni modo n bisogna seguire i soli
princip n i soli risultati, ma bisogna misurare i risultati con lungimiranza.
La modernit un processo di:
- Secolarizzazione
- Progresso scientifico
- Burocratico (anche se questa unesigenza opprimente del mondo moderno, vedi Il
castello di Kafka noi siamo codici fiscali e moduli da riempire)
Questo processo di razionalizzazione svuota per il mondo da un senso di magia [per Leoparsi, la
scienza ci porta alla scoperta della natura come arido vero], e quindi luomo meno capace di
sognare. Il concetto di modernit deve per essere interpretato sia come positivo, in quanto ci ripara
dai processi antimoderni come il fondamentalismo, sia come negativo, dove la tecnologia pu
essere uno strumento di controllo (1984). Questo svuotamento delle illusioni (che alcuni ritengono
versione weberiana della nietzschiana Morte di Dio) mette il luce, secondo alcuni, un rimpianto
da parte del filosofo di un mondo dove qualcosa rimane nella sfera del sogno.
Nel discorso conclusivo del libro W. espone tre forme di leadership politica:
- Tradizionale, si basa su di una consuetudine, ovvero sostenuto dal motivo della
tradizione, e in nome di questa (es.) una casa regnante continua a governare. Per questo essa
si definisce premoderna in quanto si basa sul cognome e non sulle qualit riconosciute.

154
Compito 12
-

Legittimata, espressione dellambito moderno in quanto si basa sulle competenza e sulla


capacit.
Carismatica, basata sul riconoscimento di QUALIT SPECIALI. Ritiene inoltre che
dalla crisi tedesca degli anni 20 si potesse uscire con questo tipo di leadership. Essa
ritenuta efficace in quanto capace di accendere un sogno: siccome glim uomini desiderano
un mondo dove ci sia lincanto, chi riesce a toccare quella corda, pu manifestare il suo
potere persuasivo.

[ma si affermano anche leadership carismatiche senza capacit speciali ma con le tipiche
caratteristiche delluomo medio con i suoi problemi]

Vous aimerez peut-être aussi