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A bordo, angeli!

Come un clochard dallanimo nodoso e dalle dita lunghe e taglienti come


lame, Gaetano Ventriglia si chiude in un cappotto e plasma linvisibile nel suo
Otello, alzati e cammina, in scena alle Carrozzerie n.o.t. dal 6 al 7 maggio.
La questione innanzitutto linguistica. Se una ricotta tale perch, come
direbbe La Palice, si chiama ricotta, allora larbitrariet del segno (sempre
diviso tra significato e significante) risulta evidente. Lo Jago di Ventriglia dice:
io posso cambiare nome alle cose, e tutto ricomincia da capo; facendosi
portavoce di questo annientamento del senso, che poi annientamento non .
Lattore foggiano, rimaneggiando il testo, e quindi la lingua, offre una rilettura
onesta del Moro di Shakespeare, interrogandosi sul suo ruolo, sia sulla
scena sia nel mondo. In linea con il cosiddetto teatro di narrazione, la
scenografia pressoch inesistente (e povera) fa da contrappunto a una
drammaturgia cesellata con la perizia di un orafo (e ricca di talento). I
personaggi, minuziosamente rappresentati da variazioni a volte impercettibili
nella sfera facciale, si intrecciano nellavvicendarsi canonico solo grazie alla
volont dellattore, che torna a svolgere un ruolo centrale, se non essenziale,
nella poetica ventrigliesca.
Otello, comandante dellesercito veneziano contro i turchi nellisola di Cipro,
diventa la maschera di un credulone che, messo alla berlina dalla sorte
beffarda, si ritrova a non sapere cosa fare della propria vita ora che il nemico
vero stato affondato dagli elementi e quello falso, istigato da uno
spregevolissimo Jago, minaccia di devastare la quiete amorosa tra il capitano
e la bella Desdemona. Larbitrariet epistemica gi presente nel testo
originale, dove un fazzoletto diventa il simbolo di un tradimento, viene
esasperata da Ventriglia, che mette in scena se stesso rappresentando i vari
personaggi come meglio crede o non crede (un Cassio veneto che far la
sua rapida apparizione per poi vivere soltanto nelle parole altrui).
Lobliquit di questa performance si annusa gi dal titolo di portata biblica:
risollevare oggi un cadavere che, a conti fatti, non pu che essere il teatro
stesso. Sono proprio gli intermezzi didascalici a suggerire questa ri-lettura,
analizzando e non rivisitando apertamente (richiedendo cio
partecipazione viva da parte del pubblico) sia gli eventi narrati sia la tchne
scenica, che diventa quindi punto focale dellintera impresa resurrettiva. Il
mio teatro non un gioco intellettuale, tento di dar vita viva a personaggi
veri, dice lattore, ed effettivamente il verbo che ci propone riesce a farsi
carne, seppur con macchinosit, poich assomiglia pi a un lavoro
accademico, dove il testo del Bardo e quello di Ventriglia giocano a rincorrersi
e a negarsi, che a unesperienza sufficientemente catartica da risvegliare i
moderni spiriti assopiti (ridestati ogni tanto dalla commedia coprolalica e dalle
varie rappresentazioni del Moro, oggi). Lesortazione finale a salire sul suo
stesso vascello, quindi, sembra rivolta soltanto a un pubblico di nicchia, che
deve necessariamente condividere lenorme virtute e conoscenza dellistrione
per apprezzarne le mirabolanti finezze.

Lo spettacolo andato in scena


Carrozzerie n.o.t.
via P. Castaldi 28/a Roma
venerd 6 e sabato 7 maggio
ore 21.00
Otello, alzati e cammina a bordo, a bordo angeli!
di e con Gaetano Ventriglia
una produzione Compagnia Garbuggino/Ventriglia | Armunia | Rialto
Santambrogio

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