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oltre le mura

di roma
fotogrammi periferici
immagini in concorso

21 gennaio / 10 marzo 2016


MACRO - Factory
Piazza Giustiniani 4, Roma

credits
Ideazione e organizzazione Michele Torsello
Direttore Artistico Francesco Zizola 10B Photography
Coordinamento produzione Fulvia Bernacca 10B Photography Gallery
Grafica Veronica Arganese & Sabrina Mencarelli - Whale Lab
Produzione e stampa Valentina Tordoni 10B Photography Laboratory
Comunicazione Costanza Gallo, Erica Melloni, Anna Acciarino
Fundraising Diva Tommei & Michele Torsello

main sponsor

con il contributo di

sponsor tecnico

con la partecipazione di

grafica di

| Isabella Borrelli - 1 classificato giovani emergenti

Over the bridge | Storia vincitrice del Concorso


Lorigine del nome Garbatella deriva, a detta dei pi, dal soprannome dato alla proprietaria
di unosteria che sorgeva sul picco roccioso dietro la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Questa
zona era, prima degli anni Cinquanta, unenorme distesa erbosa attraversata da pascoli e
viaggiatori, in particolar modo da pellegrini. Proprio loro assegnarono il soprannome di
Garbatella alla dolcissima signora Carlotta, unendo le parole garbata e ostella.
Sul nome del quartiere ci sono altre ipotesi, ma io trovo che questa, tra tutte, sia quella che
pi si lega allo spirito della zona. La scoprii superando un ponte futuristico che assomiglia
alla carcassa di un animale. Garbatella piena di quel fascino morboso e magico, per me.
La sua luce livida di periferia, e quel trucco un po sfatto da dormitorio durante il giorno,
si trasforma completamente durante la notte, riempiendosi di luci di lampadine con fil di
rame e musica swing. Infatti, quello che a lungo stato uno storico quartiere periferico
si trasformato nella dimora di artisti e nuovi sound, nella patria di birrerie artigianali
e chef sperimentali. Allo stesso modo la zona ha iniziato a popolarsi di una nuova trib,
i senza sonno: quando cala la notte, le strade si riempiono di uomini e donne vestiti con
abiti di seconda mano, oggetti vintage, panciotti venuti fuori direttamente dagli anni
Trenta, rischiarati dalla luce fredda di dispositivi hi-tech, bastoni sciamanici dei loro riti
di aggregazione. Danze propiziatorie, pasti celebrativi, musica fatta sul beat del cuore e
musica di un grammofono che canta con la voce rauca di nostra nonna.
Garbatella ha compiuto la magia della riqualificazione, dellemergere dalla periferia con
tutta la forza della sua storia e di nuove pulsioni. Nuovo centro della vita notturna, accoglie
tra le braccia unintera generazione che va continuando la tradizione della garbata ostella
di ospitalit e antiche chiese, ergendo nuovi templi di riti profani e alzando altari alla
cultura pop.
Isabella Borrelli (1989) laureanda in Scienze Politiche e della Comunicazione Pubblica.
Fotografa autodidatta, ha frequentato diversi workshop in Italia e allestero, tra cui uno
con lagenzia Magnum. Da alcuni anni lavora come fotografa per il Giffoni Film Festival.
Attratta dal lato oscuro della forza, subisce le influenze di David Lynch e Alfred Hotchcok,
che rimescola in uno stile personale e sospeso.
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| Sara Camilli - 1 classificato

Ammargine | Storia vincitrice del Concorso


Questa la storia di una strada. la storia di una strada in particolare ma la storia di tutte
le strade, di tutto quello che vive e respira in strada e che pulsa incessantemente anche se
nessuno lo sente. la storia della strada dove vivo, la Tiburtina che va da San Basilio fino
a fuori Roma, verso Guidonia, dove ci si allontana sempre di pi dal centro e si comincia a
parlare di periferia.
Tutto quello che fuori dallanello del raccordo anulare periferia. Cos diceva mio nonno.
Io dico che nel centro allora rimangono davvero in pochi. Al centro fa freddo, ai lati ci si
stringe, ai margini ci si abbraccia perch fa pi freddo ed un freddo cos coinvolgente da
non lasciare spazio alla forma, un freddo che brucia e che ti brucia ma che ti fa entrare
nelle viscere dellesistenza senza spiegarti come resistere n come reagire. Ai margini
si vive senza pensare a come lo si fa. Questo tratto di strada, nominato Tiburtina valley,
avrebbe dovuto concentrare tutto lhi-tech romano nel quadrante nord-est della citt. Per
intenderci, inizia dove il raccordo anulare incrocia la A24, lautostrada che da Roma porta
a LAquila. Qui, dopo gli anni 90, la presenza di grandi gruppi aerospaziali ha spianato
il terreno a laboratori, centri di ricerca e Pmi dellindotto con la presenza dimportanti
incubatori tecnologici. Con particolare attenzione allincubatore, inaugurato a fine 2006,
allinterno del Tecnopolo Tiburtino. Una serie di fattori combinati in modo confusionale ha
fatto s che questa strada diventasse lincubo di ogni persona che costretta a percorrerla,
a viverla, a oltrepassarla. Da importante snodo tecnologico e industriale si trasformato
nella strada pi trafficata di Roma est. Al posto dei laboratori hi-tech sono sorti come funghi
locali aperti ventiquattrore su ventiquattro dove impossibile non incontrare slot machine,
bingo, roulette elettroniche, incentivando cosi il gioco dazzardo che ovviamente riesce a
fare presa e ad accattivare in un zona cos periferica e cos povera di alternative. Linganno
della vincita facile e la dipendenza al gioco sono i risultati pi immediati e visibili.
Ho odiato questa strada. Lho odiata con tutta la forza e la rabbia che avevo, odiavo la forza
che dovevo trovare ogni giorno per oltrepassarla, odiavo il degrado combinato e limmobilit
a cui sembrava arrendersi essa stessa. Ho voluto conoscere questodio da dentro e ho
imparato ad amarlo. Per sei mesi ho vissuto in strada di notte per guardare questa rabbia,
per conoscere chi ne faceva parte inconsapevolmente. Ho impressionato volti, ascoltato
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storie, incontrato e conosciuto persone che passano la loro vita per strada tra un locale
notturno e la compagnia di qualche prostituta. Imparando alla fine che gran parte della
potenza creativa di una societ si trova in tutto ci che la societ stessa rifiuta. Ho aperto
uno squarcio e ho visto tutta la luce che ne venuta fuori.
Sara Camilli, laureata in antropologia visiva, ha conseguito due master in fotogiornalismo e
fotografia autoriale presso Officine Fotografiche Roma. Attualmente lavora ad un progetto
a lungo termine legato ai suoi interessi: la mariginalit e le dinamiche sociali che ruotano
intorno alla vita di confine. Le periferie romane sono al centro della sua ricerca.

| Ivan Consalvo

CIOBN | Storia vincitrice del Concorso


Ho iniziato un percorso fotografico alla scoperta del rapporto tra luomo e il territorio nella
periferia romana, fotografando realt spesso contradditorie.
Il Parco della Caffarella, situato tra gli affollati quartieri che si affacciano tra lAppia e
lAppia antica, ospita al suo interno strutture come il Casale della Vaccareccia, residuo
di campagna agro-romana, da anni oggetto di restauro per la sua alta valenza storica.
Nellarea antistante il casale, ad oggi ancora inagibile e disabitato, con il latte delle pecore
che pascolano nella Valle si producono formaggi e ricotte.
Ciobn un termine rumeno che significa pastore. Ho scelto di utilizzarlo come titolo del
lavoro perch i pastori, ragazzi tra i 19 e i 25 anni, sono tutti rumeni giunti in Italia alla ricerca
di unoccupazione non necessariamente conforme alle proprie attitudini ed esperienze.
Ho conosciuto questi ragazzi, ascoltando in un italiano stentato ma efficace le loro storie,
rendendomi conto da subito che in Romania studiavano, avevano una fidanzata e certamente
non avevano avuto nessuna precedente esperienza di pastorizia.
La ricerca di lavoro ha portato Ciobn a Roma, dove il duro contatto con la realt ha precluso
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la possibilit di vivere la propria et e dove silenzio e solitudine diventano un muro costruito


oltre ogni relazione umana.
Il giorno di Ciobn inizia di notte, alle tre del mattino, dopo poche ore di sonno passate in un
container, su un letto che di tutti, e termina alle nove di sera, senza giorni di riposo e con
qualsiasi condizione meteo.
Lunico momento di svago la sera, quando il cellulare, vero strumento di distrazione,
diventa allo stesso tempo mezzo di comunicazione con i propri cari e di gioco con i compagni.
Attraverso le immagini ho provato a raccontare la storia di un disagio inatteso, vissuto nel
cuore di uno dei parchi storici della citt, frequentato da famiglie e scolaresche e da sempre
legato a importanti vicende storiche.
La vita di Ciobn dura anzitutto per la lontananza da casa, ma diventa semplicemente
impossibile di fronte allindifferenza dilagante, che spesso rende le periferie romane luoghi
di pregiudizio e segregazione.
Ciobn semplicemente la storia di una quotidianit in cui il disagio compagnia, una
storia di ragazzi senza identit che nessuno chiama per nome, una storia senza lieto fine,
che si conclude il giorno in cui le fatiche e i sacrifici da sopportare diventano pi forti dei
sogni. Quel giorno Ciobn sapr di dover abbandonare questa realt che avr segnato
inconsapevolmente la sua vita.
Ivan Consalvo, biologo naturalista, si avvicina alla fotografia dedicandosi ai paesaggi
del Lazio e sviluppa negli anni un linguaggio fotografico che pone luomo al centro delle
dinamiche di relazione con il territorio. Tra i suoi lavori un reportage sulla vita dei pescatori
professionisti a bordo di pescherecci nellAdriatico e, recentemente, la vita dei pastori nel
parco della Caffarella a Roma.

| Lucia DAmato - 2 classificato giovani emergenti

Liberi Nantes | Storia vincitrice del Concorso


Il racconto delle periferie il racconto di un viaggio dentro e fuori la propria citt. E la
scoperta di un altrove e del rapporto che quelli che sono al centro hanno con la diversit
sociale e culturale.
Le mie foto ritraggono la meritevole attivit dellunica Associazione Sportiva dilettantistica
in Italia, la Liberi Nantes, riconosciuta dallUNHCR, impegnata nel garantire la libert
di fare sport a rifugiati e richiedenti asilo, provenienti da paesi in guerra. La sua sede
periferica, un campo sportivo nel cuore di Pietralata, come periferici sono i suoi ospiti
siriani, afgani, somali, libici, senegalesi. Qui, grazie allimpegno di volontari e operatori, la
miscela dimmigrazione e disagio non produce conflitto e frustrazione, ma una normale
quotidianit, fatta di amicizia e competizione sportiva. Andare lontano dal nostro centro non
significa sempre inoltrarsi in luoghi indistinti e anonimi ma, come il mio reportage spera di
testimoniare, sintravede ancora in chiaroscuro, il profilo del nostro orizzonte storico e la
necessit di convivere e di non sentirci lontani dagli altri.
Lucia DAmato, classe 1990, si diploma allo IED di Roma nel 2012. Collabora con varie
strutture sanitarie realizzando reportage sulle attivit quotidiane di pazienti psichiatrici.
Collabora inoltre con agenzie come Rockol nel campo musicale realizzando foto live di
artisti del panorama nazionale e internazionale.

| Gerardo Filocamo

LA MONTAGNA DEL SAPONE | Storia vincitrice del Concorso


Primavalle un quartiere storico, una borgata periferica oltre le mura, a ridosso del Grande
Raccordo Anulare.
Nasce come ghetto, durante la dittatura vi furono portate le famiglie che vivevano nella
Spina di Borgo, nei pressi del Vaticano, che fu demolita nel 1936 per fare posto allodierna
via della Conciliazione.
Oggi ci si pu arrivare in metropolitana, al capolinea della Metro A Battistini, ma fu solo
negli anni settanta che un movimento di cittadini si organizz, lavorando spontaneamente il
sabato e la domenica, per realizzare via del Forte Braschi, la prima strada di collegamento
del quartiere con i confini dellagglomerato urbano romano.
Il quartiere fu soprannominato La Montagna del Sapone per via dellestrema povert ed
emarginazione degli abitanti.
Attendo la sera solitamente per perdermi nel quartiere a fare i miei scatti, mi attirano le luci
che si nascondono nel buio, avvolte dalloscurit .
E nella notte che preferisco fare le mie foto, quando il sonno tarda ad arrivare e allora non
resta altro che camminare, e rubare quella poca luce che fugge per le strade prima che
arrivi lalba.
Nato a Frosinone nel 1973 vive a Roma dal 1993 dove esercita la professione di architetto.
Scopre la passione per la fotografia casualmente: ogni giorno porta con s la fotocamera
poich crede che quando c da fare una foto...non puoi dirti che tornerai il giorno dopo
per rifarla.

| Matteo Fusacchia

L 38 | Storia vincitrice del Concorso


Il Laurentino 38 uno dei quartieri di edilizia popolare nati a cavallo tra gli anni 70 e 80
grazie ai Piani per ledilizia economica e popolare, istituiti con la legge 167 del 1962 allo scopo
di dare una risposta alle esigenze abitative dellepoca ed eliminare le baraccopoli.
Ispirato ad una concezione urbanistica che prevedeva la creazione di citt satelliti autonome
e autosufficienti rispetto alle metropoli uno dei tanti progetti controversi di quel periodo.
Si sviluppa intorno ad un anello viario lungo il quale sorgono palazzi raggruppati in isole, che
costituiscono i nuclei residenziali del quartiere e si ripetono secondo un medesimo schema
architettonico, con poche varianti. Nel progetto era prevista poi la creazione di undici ponti
che raccordassero gli edifici ai due lati della via e ospitassero attivit commerciali e servizi.
Di fatto i servizi previsti non arrivarono mai e i ponti furono occupati ben presto a scopo
abitativo, divenendo poi facilmente punti dincontro per spacciatori e delinquenti. Tra progetti
di recupero fallimentari, degrado, e abbandono da parte delle amministrazioni, in poco tempo
il quartiere assunse la fama di essere una sorta di Bronx alla romana.
Nel 2006 fu deciso labbattimento dei ponti che versavano nelle condizioni peggiori, gli ultimi
tre. Ho iniziato il mio lavoro poco prima dellabbattimento dellultimo ponte, spinto dalla
necessit di capire fino a che punto un progetto architettonico sbagliato o mal realizzato
potesse influenzare la vita di chi abita quegli spazi e quanto questinfluenza fosse reciproca.
Con in testa sempre alcune domande: come pu un quartiere distante dieci minuti di macchina
da uno dei centri pi belli del mondo essere un entit cos diversa? Al di l della geografia,
degli spazi, delle storie personali, degli errori e delle negligenze...dove risiede il confine tra
centro e periferia?
Matteo Fusacchia si concentrato sin dal suo primo lavoro La citt dei cavalli (terzo
premio Fotoleggendo 2007) sul concetto di periferia, inteso come campo semantico non
necessariamente geografico. Oggi, continua la sua ricerca fotografica nellambito del
reportage parallelamente allattivit di fotografo professionista.

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| Giorgio Guastella

FIUMAROLI | Storia vincitrice del Concorso


Il progetto Fiumaroli nasce nel 2013 dal desiderio di conoscere e raccontare la storia di una
famiglia di pescatori danguille che vive e lavora sul Tevere, nellestrema periferia romana.
Nel tempo si trasformato in un lavoro pi ampio, nel quale si vuole descrivere non solo
la dedizione e la passione, ma anche lorgoglio e lamore per il proprio lavoro e per un
microcosmo avulso e minacciato dalla realt circostante, in cui si muovono i protagonisti.
Nellapproccio con Cesare e Irene limpatto emotivo notevole: la necessit del fotografo
di diventare invisibile in quegli spazi ristretti dedicati ai riti quotidiani ci consente di
interagire con un mondo estraneo, in cui tutti sono apparentemente benvenuti ma solo
pochi realmente accettati. In questo contesto, lidea di raccontare un mestiere ha lasciato
ben presto il posto alla rappresentazione di piccoli gesti e tradizioni perdute, che tentano
di introdurci e coinvolgerci in un difficile quanto affascinante modo di vivere la propria
esistenza.
Fiumaroli narra dunque la storia di chi non si vuole arrendere alle difficolt, vivendo con
grande dignit e determinazione in unarca ideale ai margini della citt moderna, dove il
tempo sembra scorrere con la stessa lentezza del fiume che la ospita.
Giorgio Guastella nasce a Roma nel 1961 dove vive da sempre. Nel 1982 inizia a occuparsi
di reportage sociale a Singapore, in Thailandia, Sud Africa e Brasile. Ha studiato fotografia
a Roma conseguendo specializzazioni in street photography, reportage e post-produzione
delle immagini digitali. Attualmente si interessa prevalentemente ai problemi sociali del
territorio in cui vive.

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| Fabio Moscatelli

THE RIGHT PLACE | Storia vincitrice del Concorso


Siamo a Torre Angela, quartiere popolare dellestrema periferia romana.
Qui, in un parcheggio riservato ai taxi, trova posto anche un piccolo camper; una vera e
propria casa che ospita una coppia italiana vittima della crisi economica. Tommaso e
Donatella, lui falegname e lei parrucchiera, entrambi disoccupati; la crisi, oltre ad avergli
portato via il lavoro, ha tolto loro anche la casa. Una brutta storia da cui non sono riusciti ad
ottenere giustizia. La loro dignit per non stata scalfita cos come la voglia e la forza di
andare avanti. Hanno trasformato il camper che possedevano nella loro nuova abitazione,
che tuttora dividono perfino con il loro cane. Una piccola pensione e i lavoretti di sartoria
che Donatella riesce a farsi assegnare sono le uniche entrate che consentono loro di poter
mangiare e provvedere ai beni di prima necessit; il tutto unito alla solidariet di molti
abitanti del quartiere, per i quali questa famiglia quasi una mascotte. Perfino chi ha tentato
inizialmente di sgombrarli, ora chiude un occhio sulla loro anomala presenza. Il caso ha
voluto che Tommaso aprisse la sua prima bottega da falegname proprio in questo quartiere;
scorrono veloci i ricordi quando ne parla, e racconta la sua vita, il matrimonio, i figli, su cui non
vogliono assolutamente pesare, rinunciando addirittura al tetto che gli hanno naturalmente
offerto. La loro una scelta coraggiosa, in fondo mai rinnegata. La porta del loro camper
aperta a tutti, e ci vuol poco a metter su un caff, per far loro godere di quella compagnia,
quasi terapeutica. La loro storia espressa in questo aforisma di Le Corbusier: una casa
una macchina per abitare. La casa sempre il luogo dove torniamo, dove troviamo rifugio
dallesterno, e tutto questo vale anche per Tommaso e Donatella, in quel camper che al
momento rappresenta il loro posto giusto, in attesa magari che le istituzioni volgano il loro
sguardo verso quello che non solo un semplice camper.
Fabio Moscatelli, diplomato alla Scuola Romana di Fotografia, contributor di Echo Agency
e specializzato nel reportage sociale. Nel 2015 ha pubblicato il suo primo libro Gioele,
Quaderno del tempo libero.

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| Andrea Petrosino

LORO | Storia vincitrice del Concorso


Questo il mio omaggio a Mario, Michele e Ionut.
Loro rappresentano solo una parte di quella umanit che tanti tra noi ignorano o evitano per
strada. Loro vivono in uno spiazzo in zona Verano, a Roma.
Mario un uomo anziano, ex saldatore, gentile ma molto riservato e solitario. Da otto anni, in
seguito ad una serie di problemi burocratici che non gli consentono di percepire una pensione
dignitosa, vive in auto e il suo letto un sedile. Michele e Ionut condividono una piccola roulotte
priva dimpianto elettrico concessagli dalla Comunit SantEgidio.
Michele, che per anni ha vissuto per strada, senza una dimora, ama definirsi un ex
rivoluzionario che ha trovato Ges. Ionut un giovane rumeno che ha perso casa e lavoro un
paio di anni fa, ma che ancora non ha perso la speranza di rifarsi una vita.
In Mario, Michele e Ionut ho visto la loro e la mia solitudine, ho assaporato lamaro del buio e
la dolcezza della luce, anche quando questultima sembrava fioca. E ho avuto conferma che
la dignit non qualcosa che si perde se non si ha una casa, o perch la vita ti ha bastonato
lasciandoti solo.
P.S. Queste sono solo alcune delle foto che ho scattato a Michele. Ne ho tantissime in archivio
in cui sorride o mi prende in giro. Michele era mio amico e Ionut per lui era un fratello, come
spesso ripeteva. Nonostante le difficolt affrontate in vita, lui sapeva rallegrarsi anche per la
pi piccola stupidaggine ed era amato da tante persone a San Lorenzo e non solo.
Michele ci ha lasciato il 2 giugno 2014.
Michele stato per me un dono. Mi ha aperto il suo cuore, mi ha voluto davvero bene.
Se chiudo gli occhi lo vedo ancora vicino a me e lo immagino mentre mi saluta col suo solito
Alleluia!!!. Dovunque tu sia adesso Alleluia Mich!!!
Andrea Petrosino, nato a Taranto nel 1978, vive a Roma. Scopre la sua passione per il
Fotogiornalismo nel 2013. Loro, Le vacanze intelligenti e Case parcheggio sono i suoi primi
tre reportage.

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| Alita Spano & Marco Di Traglia

LA LUNGA SOSTA | Storia vincitrice del Concorso


Una sosta che dura da anni.
Il simbolo della mobilit per eccellenza, della vacanza, degli spostamenti, ancorato a
terra. La carovana si arrestata e non pi ripartita.
La vita scorre intorno ad una roulotte senza ruote, nella sua semplice quotidianit.
In una radura a pochi passi dalla statale, le esistenze di quattro persone si sono
assestate, e convivono come in un piccolo vicinato.
Inosservate dal traffico che scorre incessante pochi metri pi in basso.
Il nostro intento raccontare i momenti di tante giornate trascorse allombra di una roulotte
decadente.
Alita Spano e Marco Di Traglia collaborano dal 2012. Approfondiscono tematiche sociali,
raccontando storie che si sviluppano nel tempo.

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| Matteo Vieille - 2 classificato

Simoncino | Storia vincitrice del Concorso


Simoncino stato un fenomeno, una di quelle meteore che la rete incendia e brucia in
un attimo. Grazie a Youtube la sua musica stata ascoltata da migliaia di persone, ha
conosciuto la notoriet come membro del clan O.D.E.I. Nel 2012 per, il suo grande amico
Mirko, detto Er Gitano, muore suicida, il clan si scioglie, il sogno svanisce. Unoverdose,
larresto per spaccio, la vita di Simoncino cambia completamente.
Messa da parte la droga, cos come le amicizie di un tempo, tutto resta come sospeso, tra
speranze, progetti e incertezze, in attesa dellesito di tre processi, del futuro. Accanto a lui
oggi restano solo gli affetti veri, Laura, la sua ragazza e Blade, il suo cane.
Matteo Vieille nel 2012 si diploma nel montaggio di audiovisivi al Centro Sperimentale
di Cinematografia di Roma. Come regista e montatore ha realizzato documentari,
cortometraggi, videoclip e spot commerciali. Attratto dal linguaggio fotografico, nel 2014
frequenta il corso di Fotogiornalismo presso Officine Fotografiche ed inizia la sua carriera
da fotografo freelance. Le sue storie sono state pubblicate in Italia e allEstero.

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menzioni speciali
della giuria

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| Giulia Ardizzone

I Fantasmi di LunEur | Menzione speciale della Giuria


Nel cuore di uno dei quartieri pi contradditori di Roma, dove a un perbenismo diurno legato
a uffici e abitazioni signorili si contrappone, durante la notte, il vagare di ombre mercenarie
e personaggi ambigui, il relitto del LunEur si inserisce perfettamente con il suo fascino
ossianico di maestosit e degrado.
Costruito nel 1953, era il pi antico luna-park dItalia e, a quei tempi, uno dei pi grandi
dEuropa. Inizialmente doveva essere una struttura temporanea realizzata in occasione
della prestigiosa Fiera dellAgricoltura ma poi, a seguito del grande successo riscontrato tra
i cittadini romani, dal 1960 per quasi 50 anni le giostre del LunEur non si erano mai fermate.
Nellaprile 2008 per LunEur ha chiuso improvvisamente i cancelli. Nel corso degli anni,
da paese delle meraviglie il parco si lentamente trasformato nel silenzioso e misterioso
regno di esseri fantastici e mostruosi in compagnia di unindomabile natura.
Nonostante i lavori di messa in sicurezza e ristrutturazione siano stati avviati dal lontano
2012, oggi LunEur ancora chiuso. Dopo anni di notizie smentite e attese deluse, sembra che
finalmente il nuovo parco giochi sar riaperto a giugno del 2016. Nel frattempo i leggendari
e ormai vecchi mostri continuano fedeli e solitari a custodire il luna-park, in attesa di sapere
quale sar il loro destino.
Giulia Ardizzone, antropologa e giornalista freelance, si specializza in Fotogiornalismo
presso lISFCI. Da anni viaggia e lavora combinando la professione di cooperante con la sua
attivit giornalistica e fotografica.

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| Fulvia Bernacca

Luce, buio, silenzio. | Menzione speciale della Giuria


Mi sentivo ferito dentro, nellintimo. Mi sentivo come se volessero cambiarmi la mia mente,
sentivo come se qualcuno avesse violato la mia anima, avesse voluto introdursi in un posto che
apparteneva solo a me per devastarlo.
Bruno, ex paziente
Roma, Ex Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Piet, 2015
Fulvia Bernacca nata nel 1986 a Roma, dove vive e lavora. Specializzata nella fotografia
di ritratto e paesaggio, lavora a progetti personali su vari temi.

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| Francesco Conti

Spinaceto, Roma. Esterno, interno. | Menzione speciale della Giuria


Non so ancora come successo, ma un giorno mi sono svegliato e ho capito che a casa mia
non ci potevo pi stare, cos ho preso le mie cose e il caso ha voluto che mi trovassi a vivere
nella zona di Roma che il Piano Regolatore Generale decreta dal 1965 come Eur-Spinaceto.
Ho apprezzato la formidabile vista che godevo dalla mia finestra anchessa nastriforme, al
piano alto di un casermone in Viale Caduti per la Resistenza; dallaltro lato mi confortava
essere circondato da Viale dei Caduti nella Guerra di Liberazione. Odonomastica gloriosa,
ma vagamente perentoria nel segnalarmi che da quelle parti mi avrebbe certo giovato un
certo spirito di resistenza per facilitare la mia permanenza.
Un giorno ha iniziato a piovere molto forte, tu sei arrivata di sabato che cera gi il sole, mi
hai detto che quei palazzi, quei giochi sui tetti che guardavi dalla finestra si ispiravano a Le
Corbusier.
Poi hai fatto il bagno e ridendo hai esclamato Beh, Spinaceto pensavo peggio!.
Francesco Conti, Lecce 1983. Laureato in filosofia e diplomato in fotografia allo IED di Roma.
Fotografo professionista specializzato in fotografia pubblicitaria e di interni.

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| Nicola Delle Donne

La comunit Sikh di Roma | Menzione speciale della Giuria


La presenza dei Sikh nel Lazio una realt consolidata che interessa soprattutto lAgro
Pontino e la Provincia di Roma. Secondo stime non ufficiali, i Sikh residenti, tra regolari e
irregolari, sono circa 40mila, di cui circa 10mila tra Roma e Comuni limitrofi.
Roma ospita due Gurdwara situate nei quartieri di Romanina e Massimina. La Gurdwara la Porta del Guru - la riproduzione in piccolo del Tempio dOro di Amritsar, in Punjab,
e rappresenta il principale centro di aggregazione spirituale e sociale della comunit.
Il langar, la cucina del tempio, il luogo simbolo dove si mettono in pratica i principi di
eguaglianza e condivisione: la mensa sociale gratuita e aperta a tutti, senza distinzione di
genere, et o stato sociale.
Il forte spirito di appartenenza e di solidariet ha favorito lo sviluppo di una fitta rete di
relazioni transnazionali e la nascita di associazioni comunitarie. Tra Roma e provincia opera
lassociazione Shaheed Bhagat Singh Sabha, che gestisce le rimesse di denaro in patria,
offre assistenza ai nuovi arrivati per facilitarne il ricongiungimento familiare e organizza
eventi culturali per promuovere lidentit sikh. Svolge anche un ruolo di intermediazione
per il trasferimento dei migranti verso le comunit del Centro-Nord Italia, dove esistono
opportunit di lavoro pi dignitose e un tenore di vita migliore.
Nato a Salerno, Nicola Delle Donne vive e lavora a Roma. Si occupa di reportage di viaggio
e documentazione sociale. Svolge inoltre attivit di produzione di contenuti multimediali in
ambito corporate. E rappresentato da LUZphoto.

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| Gianluca De Simone & Francesca Pompei

Il Baobab | Menzione speciale della Giuria


Il Baobab di via Cupa 5 un centro di accoglienza per gli immigrati gestito da una rete
di cittadini volontari. Lontano dalle luci del centro citt, in una strada raccolta e isolata alle
spalle della stazione Tiburtina, un luogo dove ogni giorno si cerca di affrontare lemergenza
dei profughi che transitano nel nostro paese alla ricerca di una vita migliore, oltre i confini del
loro paese natale come di quelli di Roma e dellItalia stessa. E uno spazio di solidariet e di
aiuto: qui ogni giorno si fa accoglienza e assistenza senza pregiudizi di colore o di razza a pi
di 500 tra Eritrei, Siriani, Etiopi, Sudanesi che convivono in un esperanto linguistico insieme
allitaliano. Oltre ogni confine geografico, molti di loro sono oltre i confini della legalit, senza
permesso di soggiorno, visto o documento. Al di l di ogni logica sensazionalistica dei media,
con lottimismo della volont e limpegno comune si prova ad alleviare quotidianamente il
dolore e la disperazione di centinaia di uomini, donne e bambini dando loro una mano concreta.
Pochi giorni dopo i nostri ultimi scatti, le autorit italiane hanno sgomberato e chiuso il Centro
Baobab sullonda dellallarme seguito agli attacchi terroristici di Novembre 2015 a Parigi.
Gianluca De Simone (Roma 1974) si occupa di fotografia di reportage e documentaristica. I
suoi lavori sono stati presentati al Festival Internazionale di Fotografia di Roma e in diverse
gallerie nazionali e internazionali.
Francesca Pompei (Roma 1978) una fotografa specializzata in immagini di arte ed
architettura. E rappresentata dalla Galerie Bruno Massa di Parigi e dallArt+Commerce
Agency-PhotoVogue Collection di New York. I suoi lavori sono stati esposti in Italia e allestero.

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| Francesca Fabiano

Salone di bellezza Manuela | Menzione speciale della Giuria


Il suo fascino malinconico arriva ovunque, mi sono detta la prima volta che sono passata
di l. Ed stata proprio lei ad invitarmi a entrare: limmagine di Marilyn campeggiava sulla
parete centrale e mi diceva che il desiderio di bellezza arriva ovunque. Ad accogliermi si
fatta avanti lei, Manuela, e ho sentito una continuit fra la dolcezza del suo sorriso e
quello dellicona protettrice del locale. Ho trascorso l molti dei miei sabati. Aspettando
il mio turno, ho osservato donne con il viso segnato che consegnano la stanchezza della
settimana a un momento dedicato a se stesse. Tra le pareti rosa e le immancabili riviste,
ho condiviso le attese assieme a chi stava sperimentando la necessit di integrarsi in un
nuovo contesto. Ed stato cos che, tra il profumo di asciugamani stesi e lodore della
tinta fatta per essere in ordine prime delle feste, mi sono immersa nellatmosfera ingenua
e sognante che Manuela ha voluto per il suo salone di bellezza, un rifugio surreale nel
quartiere del Tufello.
Francesca Fabiano, calabrese di origine, romana di adozione. Laureata in economia e
commercio, grazie alla fotografia abbandona i conti e trova il suo modo di guardare la vita.

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| Alice Falco

Make Things Happen. Una veneta sulla Prenestina.


| Menzione speciale della Giuria
Roma non stata molto gentile con lei. Le ha rubato un portafogli, un cellulare nuovo di
zecca e le ha anche rotto il dito di un piede. Complice, una vecchina che trascinava il carrello
della spesa, che lha pure guardata male.
Elena, 31 anni, veneta. Ha deciso di voler vivere a Roma. Ha deciso che ama Roma. No,
nessun fidanzato lha trascinata qui. A lei piace proprio la capitale. Punto e basta.
Altezza da top model, quelle vere, quelle di una volta, un infopoint che cammina, come dice
lei, un faro nella notte, dato che molti si fermano a chiederle indicazioni e lei bravissima.
Vivendo sulla Prenestina, o meglio, dormendo in un appartamento sulla Prenestina ed
essendo costretta quindi a passare la maggior parte del tempo sui mezzi pubblici arrancanti
di Roma, davvero unesperta di ogni strada. Casa sua in una zona che ricorda un luogo
esotico, dai profumi speziati e dai colori sgargianti e raggiungere il cuore della capitale
spesso una traversata con mare in tempesta.
Per sopravvivere, vari lavoretti. Adesso ha iniziato a dare lezioni dinglese, con la speranza
ovviamente di riuscire a coltivare il sogno di fare foto, di continuare a imparare. Zaino in
spalla, tram, autobus, stringe i denti e continua la sua avventura romana. Dopo un anno ha
persino fatto labbonamento, anche se non ha mai visto passare un solo controllore.
Sta imparando un po di romano, le riesce bene, ma la cosa pi bella quando lo unisce al
veneto: nnamo vecia.
Nata nel 1988, Alice Falco ha studiato alla Scuola Romana di Fotografia e si laureata in
Lingua e Cultura Araba presso lUniversit La Sapienza di Roma. Lavora come fotografa
freelance e a progetti documentari a lungo termine.

23

| Alessandro Lacch

Urban solitude | Menzione speciale della Giuria


Tor Pagnotta, Talenti, Colle degli Abeti, Castelverde, Parco Leonardo. Cinque dei tanti nuovi
quartieri che hanno soppiantato lo spazio verde di Roma, privandola del proprio polmone e
mettendo a repentaglio lesistenza stessa dellAgro romano.
Ma la vera domanda che il cittadino dovrebbe porsi quella che risponde al pi curioso
dei quesiti, ovvero: esiste una concreta necessit di perseverare nelledificazione di questi
nuovi spazi? A documentarne labitare, no. A giudicare dal prezzo a cui vengono messi sul
mercato gli appartamenti in netta opposizione con la crisi economica del momento, neppure.
E proprio a partire da questa domanda che questo lavoro fotografico apre la sua indagine.
Questa serie di foto, corpo di un progetto a lungo termine sullespansione della citt, esplora
i quartieri di nuova costruzione e sonda quelle che sono le conseguenze sociologiche
dellabitare in questi quartieri fantasma. Spazi semi deserti, realizzati probabilmente non
con il fine di essere appetibili o convenienti, dove i pochi acquirenti si trovano a vivere una
condizione del tutto peculiare dellabitare. In questo viaggio notturno, queste speculazioni,
pubblicizzate sempre come oasi di verde a due passi dalla capitale e con una serie di clich,
come schiere di bambini impegnati in improbabili attivit ludiche, si mostrano per quello
che sono: grigie prigioni in unoasi di nulla. Solo una piccola finestra, con le sue luci accese,
si distingue in questa mostruosit di cemento.
Alessandro Lacch (1983), laureato in Relazioni Internazionali e Scienze Diplomatiche,
si forma come operatore partecipando a numerose esperienze nel settore. Durante una
di queste esperienze realizza che attraverso la fotografia avrebbe potuto trovare un
collegamento tra i suoi studi e le sue passioni. Studia dunque fotografia, specializzandosi
in fotogiornalismo.

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| Marco Leonardi

Questo il mio Eur. La notte nel quartiere fascista di Roma.


| Menzione speciale della Giuria
E.U.R, Esposizione Universale di Roma, un quartiere nella periferia sud della Capitale.
La zona fu identificata nel 1930 come sito ideale per ospitare lEsposizione Universale del
1942, voluta da Benito Mussolini per celebrare i venti anni della marcia su Roma, e mai
realizzata. Da allora del regime restano solo statue e colonne, e di notte il quartiere di
chi, nel ventennio, non sarebbe mai dovuto esistere. Dove un tempo si voleva glorificare il
fascismo, oggi si celebra la libert sessuale.
Benvenuti nel mio quartiere.
Marco Leonardi nasce a Roma nel 1987. Si laurea in Ingegneria nel 2012 e nel 2015
approfondisce gli studi in fotografia documentaria con il Master in Fotogiornalismo
presso lISFCI di Roma. Ama esplorare con la fotografia fenomeni sociali e problematiche
ambientali.

25

| Zira Mantovan

Linea 19 (da San Lorenzo a Centocelle) | Menzione speciale della Giuria


Non sono romana e prima di abitarci avevo unidea della capitale un po diversa da quella
che vedrete in queste fotografie. Lanno scorso ho abitato per cinque mesi a Roma e durante
la mia permanenza sono andata alla scoperta di quartieri che credo i turisti non abbiamo
mai visto e nemmeno tanti romani.
Il primo appartamento nel quale ho abitato stato nel quartiere di Centocelle, per spostarmi
prendevo spesso il 19. Dal tram e sul tram ho visto scene che a volte sono riuscita a
immortalare con la macchina fotografica, altre volte no, sono rimaste nella mia testa.
Allinizio ero un po incredula ai miei occhi, affranta e triste, delusa dallo stato di abbandono
nel quale si trovava Roma... Poi mi sono affezionata a quei muri scrostati, alle scritte, alle
piante tenaci che non mollano la presa anche se attorniate dalle polveri sottili, alle antenne
paraboliche, ai fili penzolanti, mi sono innamorata del degrado e ho cercato di carpirne la
poesia.
Nasce a Como nel 1975, Zira Mantovan ha cambiato citt e Paese diverse volte (si sente
un po lombarda, un po veneta, un po romana, un po italiana). Fotografa autodidatta da
ventanni per passione.

26

| Viviana Peretti

Roma Surreale | Menzione speciale della Giuria


A Roma - la mia citt - lantico e il moderno si combinano crudelmente per creare un nuovo
spazio urbano non pi eterno, n divino. Un luogo surreale lontano dallimmagine gloriosa
e mitica che molti hanno della capitale; uno spazio dominato dal sovrapporsi di passato
e presente; una giustapposizione di antica decadenza e selvaggio modernismo dove un
diverso tipo di declino simpone.
Viviana Peretti una fotografa italiana che da anni fa la spola tra New York e Bogot alla
ricerca di se stessa e dimmagini capaci di evocare la realt che la circonda.

27

| Liliana Ranalletta

Meglio che niente | Menzione speciale della Giuria


Meglio che niente il nome della strada che mi ha portato ad analizzare questo quartiere
uguale a tanti altri costruiti senza servizi, senza collegamenti viari, senza luoghi di
socialit, senza alcuna manutenzione. Meglio che nienteo Mejo de gnente, per dirla alla
romana, con quel caratteristico piglio di sarcasmo carico di amarezza, da pronunciare
con un mezzo sorriso stretto tra i denti. Ironia toponomastica che si fa presto metafora
delle solite aspettative deluse, consapevolezza di ci che potrebbe e non sar mai. Eppure,
inizialmente, si rimane abbagliati da quelle case colorate, arancione e blu, che sembrano
sprizzare allegria ma che subito lasciano spazio ad un vuoto senso di spaesamento di
fronte a strade interrotte e non ancora asfaltate, ai cantieri abbandonati, ai recinti di acciaio
che circondano le palazzine invendute. Sono i non luoghi di un territorio alieno ad offrirsi
come soggetto principale di questo reportage: gli spazi privi di identit in cui impossibile
riconoscersi e riflettersi, il teatro di una urbanizzazione che non ha saputo o voluto creare
le forme ed i luoghi di una socialit vera e concreta.
La storia sempre la stessa che si ripete da decenni a Roma e in molte altre citt dItalia:
pezzi di cemento e asfalto rubati alle campagne romane per arricchire costruttori, architetti
e amministratori incuranti delle conseguenze sul tessuto sociale della citt ed incuranti
soprattutto di disattendere le aspettative di qualit della vita dei cittadini che hanno il diritto
di vivere degnamente i propri luoghi ed i propri spazi.
Docente di lettere moderne, negli ultimi dieci anni Liliana Ranalletta si dedicata alla
fotografia presso Officine Fotografiche di Roma. Alla strada e alla gente che la popola,
fonte inesauribile di stimolo, dedica gran parte dei suoi scatti. Al suo attivo ha varie mostre
collettive e una personale a Obiettivo Donna 2015 X edizione.

28

| Gianluca Rocchi

Ad 1 Km da casa (Oltre le Mura) | Menzione speciale della Giuria


Questa racconto fotografico nato come tentativo di definire il concetto di periferia e
spiegarlo a mia figlia Irene di otto anni.
Il piccolo viaggio itinerante parte da Roma Sud a circa 1Km dalla nostra casa, zona
Tuscolana, Cinecitt.
E stato un percorso casuale, dettato dalla famigliarit dei posti che ogni giorno viviamo
e che spesso diamo per scontati. Questo lavoro fotografico ci ha permesso di rallentare
e vedere con pi attenzione i luoghi che ci appartengono, quelli in cui viviamo; ad ogni
scatto sono scaturite domande e riflessioni provando a ragionare su quanto sia importante
la Periferia come luogo di coesione e aggregazione sociale e come troppo spesso ci si
ritrova circondati da opere che ci limitano nel vivere appieno i territori che ci appartengono
perdendo lidentit.
.... il nostro piccolo viaggio fotografico vuole essere testimonianza e speranza per il
recupero...
Gianluca Rocchi, nato a Roma nel 1964, utilizza la fotografia per entrare in mondi interiori
e cercare di raccontare emozioni e concetti a lui cari.

29

| Stefano Sbrulli

Rigeneration | Menzione speciale della Giuria


Dal 2013 centinaia di persone occupano lex sede nazionale dellINPDAP (Istituto nazionale
di previdenza e assistenza per i dipendenti dellamministrazione pubblica) nel quartiere
Manzoni di Roma, una struttura di 16.000 mq in disuso da cinque anni, oggi presidiata da
Action (movimento per i diritti allabitare) per contrastare la svendita dellimmobile pubblico
alla multinazionale edile americana Blackstone.
Un cantiere di rigenerazione urbana, cos gli attivisti hanno ribattezzato lo Spintime Labs.
Decine di realt e associazioni unite dallunico scopo di riportare lo stabile al servizio della
popolazione, promuovendo eventi culturali e sociali che ruotano intorno allintegrazione
sociale. Un esempio per Roma e per lintera penisola di inclusione sociale e di promozione
della cultura e dellarte, accessibile a tutti. Uno spazio unico per riportare in primo piano
le relazioni tra uomini (anche di paesi, costumi e religioni diverse), dove chiunque pu
accedere e contribuire con il proprio operato.
Stefano Sbrulli (Rieti, 1988) fotografo e digital designer. Nel suo primo lavoro, il web-doc
Behind Balkan Wall, viaggia a 20 anni di distanza dagli eventi conclusivi della guerra dei
Balcani. Si dedica a progetti riguardanti le minoranze come nel progetto Rigeneration
sulle occupazioni romane, Le isole dei rom sulla condizione dei rom nella periferia della
capitale. I suoi lavori sono pubblicati e proiettati in vari festival nazionali e internazionali.

30

| Noemi Seminara

Dentro la bolla | Menzione speciale della Giuria


Guardo fuori dallobl, giorno fatto e la gente rimane fuori da lui, come sempre accade.
Le giornate procedono tutte uguali, stessi tempi, stessi luoghi, la facce sono lunica cosa
che cambia. E assurdo farsi strada tra quei volti e la scia delle auto in corsa e sentirsi
esuli da tutto questo, imprigionati in una bolla di solitudine. Il colore di questa citt stride
con il grigiore delle persone che la abitano; esse sono ombre che attraversando la strada
attirano la mia attenzione per un attimo fugace. E io sto, immobile di fronte a me stessa
e in divenire rispetto al mondo. In attesa che avvenga un contatto o che non avvenga mai.
Alla luce le ombre si stagliano nere sullasfalto ma nel buio che si fondono, diventano
un tuttuno. Ad un tratto colgo una figura, unombra differente dalle altre, un bambino.
Ci che per un attimo fa tremare la mia bolla ci che mi ricorda linnocenza perduta. Il
cerchio che racchiude profonde sensazioni lo stesso che i miei occhi ritrovano nella ludica
spensieratezza dellessere.
Nata a Palermo nel 1990, Noemi Seminara nel 2014 consegue la laurea in Discipline delle
Arti visive, Musica e Spettacolo. Nello stesso anno si trasferisce a Roma dove frequenta allo
IED un corso di specializzazione in fotografia.

31

| Michele Vittori

Standard minimo | Menzione speciale della Giuria


Le immagini mostrano una personale raffigurazione della periferia nord di Roma, ridotta al
minimo in quanto sintetizzata in unessenzialit di pochi elementi compositivi, in un lavoro di
sottrazione delle componenti del paesaggio, alla ricerca di icone e simboli che restituiscano
in qualche modo la familiarit di chi vive ed usufruisce di un particolare contesto urbano.
La privazione completa della presenza umana e lassenza di fattori contestualizzanti del
paesaggio con la metropoli romana, il tentativo di amplificare la sensazione evocata dai
grandi agglomerati edilizi popolari presenti nei quartieri periferici delle grandi citt in genere.
Le immagini sono state scattate nella periferia pi a Nord di Roma, a ridosso del Grande
Raccordo Anulare, tra complessi ex IACP (Istituto dellApproccio Centrato sulla Persona)
pensati e realizzati negli anni 70, delle zone di Vigne Nuove e della Serpentara. In questi
quartieri un campo di calcio, un market, un piccolo appezzamento di verde o un parcheggio
hanno garantito la quota di servizi collettivi e sociali obbligatori di legge da realizzare a
supporto dellinsediamento urbano e residenziale, lo standard minimo.
Il progetto si conclude con alcune immagini scattate nel centro commerciale Porte di Roma
realizzato con il nuovo quartiere Parco delle Sabine. Il soggetto principale limponente
struttura del centro ed il suo rapporto con gli agglomerati residenziali circostanti.
Michele Vittori, nato a Roma nel 1980, vive e lavora tra Roma e la provincia. Inizia a
catturare immagini nel 2008 sviluppando nel tempo interesse per la fotografia dei Luoghi
e del paesaggio antropico.

32

oltre le mura
di roma
fotogrammi periferici
immagini dalle periferie di cinque autori romani
(fuori concorso)

21 gennaio / 10 marzo 2016


MACRO - Factory
Piazza Giustiniani 4, Roma

STEFANO DE LUIGI (Colonia, 1964) fotografo professionista dal 1988. Ha vinto quattro World
Press Photos in diverse categorie (1998-2007-2010-2011) e altri importanti premi quali il
Days Japan International Photojournalism Award, il Getty Grant for Editorial Photography e
il Prix du Festival de St- Brieuc. Nel 2011 il suo volume Blanco, progetto fotografico sulla
condizione della cecit nel mondo, vince il POYi Best Photography Book Award. Tra i suoi
lavori si annoverano anche Celebrities, un lavoro sulluniverso della moda, Pornoland, un
viaggio fotografico sui set della pornografia nel mondo, e Cinema Mundi, unindagine sulle
produzioni cinematografiche alternative ad Hollywood. I suoi reportage sono pubblicati dai
pi importanti magazine nazionale e internazionali. Stefano De Luigi fa parte dellagenzia VII
dal 2008. Vive a Parigi.
DAVIDE MONTELEONE (1974) un artista che utilizza la fotografia e il video come forme di
espressione. Nel 2001 si trasferisce a Mosca come corrispondente dellagenzia Contrasto
e dal 2003 vive tra lItalia e la Russia, perseguendo progetti personali a lungo termine. Si
dedicato allo studio di temi sociali, conflitti e relazione tra potere e individui. Ha pubblicato
il suo primo libro Dusha, Russian Soul nel 2007, seguito da La linea Inesistente, Red
Thistle e Spasibo nel 2013. I suoi progetti lo hanno portato a ottenere numerosi premi,
inclusi diversi World Press Photo e grants quali lAftermath e lEuropean Publisher Award.
Negli ultimi anni lavora su progetti per le principali riviste internazionali, fondazioni e
istituzioni culturali, espone e insegna. Fin dal 2011 Davide un membro di VII Photo.
TOMMASO PROTTI nasce a Mantova nel 1986 e cresce a Roma. Laureatosi in Scienze Politiche,
dal 2012 inizia la carriera fotografica sviluppando progetti di carattere politico e sociale e
collaborando con le maggiori riviste e giornali internazionali. Le sue fotografie hanno fatto
parte di numerose mostre e festival fotografici, tra cui la Berkeley Gallery e il Banbury Museum
& Art Gallery di Londra, il Prix Bayeux-Calvados festival in Francia, il festival Fotoleggendo.
Tommaso stato parte del programma Emerging Talent di Reportage by Getty e nominato
per il PDN30 e il Joop Swart Masterclass. Risiede a Sao Paulo in Brasile dove vive e lavora.
ANGELO RAFFAELE TURETTA (Ancona 1955) uno dei pi apprezzati fotografi di scena del
cinema italiano. Diplomato allAccademia di Belle Arti di Roma, volge la sua attenzione a
specifici temi sociali e di attualit internazionale e nazionale, in particolare alla citt di Roma.
Lemigrazione, la prostituzione, le feste dellalta borghesia, un lavoro seguito con la polizia nelle
zone di pi alta densit criminale e larrivo dellIslam nella capitale del Cristianesimo lo portano
a documentare in modo approfondito i cambiamenti sociali. Dal 1990 fotografo di scena per
il cinema. Ha vinto pi volte il Concorso Nazionale per Fotografi di scena del Centro Cinema di
Cesena. Nel 2001 ha inoltre vinto il primo premio nella sezione Arte del World Press Photo.
FRANCESCO ZIZOLA (Roma, 1962) ha fotografato le principali crisi e conflitti che si sono
succeduti nel mondo negli ultimi 25 anni. Un forte impegno etico e una personale cifra stilistica
caratterizzano la sua produzione fotografica. I suoi progetti e gli assignment per numerose
testate italiane e internazionali lo hanno portato in tutto il modo, dandogli loccasione
di ritrarre crisi umanitarie spesso rimaste ai margini della notizia. Ha ricevuto numerosi
riconoscimenti, tra cui nove World Press Photo e quattro Picture of the Year International. Ha
pubblicato sette libri, tra cui Uno sguardo inadeguato, Iraq e Born Somewhere, dedicato
alla condizione dellinfanzia in 27 paesi del mondo. Nel 2003 Cartier-Bresson include una sua
fotografia tra le sue 100 preferite.

| Stefano De Luigi

Cardo pasoliniano
Alla ricerca di tracce di Petrolio nella Roma contemporanea, mi son perso nelle
accidentate strade di Giardinetti, Primavalle, Ottavia e ho pensato a quante torri esistono,
nel vocabolario dei romani di borgata come me.
Sono cresciuto a Torrevecchia, sento parlare da sempre di Torsapienza, Torrespaccata, che
mi sono familiari, ma Tormarancio, Tortreteste e Torre Angela non le conosco. Conosco
Torreinpietra, una volta famosa per Salvo DAcquisto e per la centrale del latte, la busta di
cartone con la mucca e i colori blu la faranno ancora?
Roma non sarebbe Roma senza le sue interminabili borgate che si estendono a macchia
dolio. una bella coincidenza, quella di aver saputo della proposta di lavorare a questo
progetto solo qualche giorno dopo aver finito di leggere Petrolio.
Cos per me la periferia? uno stato mentale prima di tutto, tornare a casa dopo aver
visitato il mondo. un paesaggio urbano familiare, anche se di Roma sud, da Roma nord,
non se ne parla mai bene. A me piacciono le periferie romane, sempre uguali a se stesse
come nel bel libro di Pasolini o nelle immagini impresse nella retina della memoria, della
chiamata al lavoro in Ladri di Biciclette. Anche i quadri di Sironi me le ricordano molto.
Poi c la periferia brutale e poetica con i suoi campi arati e i suoi sconfinati caseggiati,
una specie di terra di mezzo. C anche la periferia nobile orgogliosa della propria identit
e quella che era periferia e ora non vuole pi. Zone che vogliono darsi un tono diverso,
disconoscendo lanima nobile e un po selvaggia che gli appartiene e che ne forgia la
personalit dei suoi abitanti. Io la preferisco quando autentica.
Walter Siti nel suo libro Il Contagio, ci regala un paradosso: prima era la periferia a volersi
fare centro, ora il centro che in tutti i modi vuole vestire i panni della periferia. Chiss
cosa ne penserebbe Pasolini di cui Siti grande conoscitore ed estimatore. Ad ogni modo
mi piaciuto e mi piacer sempre tornare a Roma Nord e da diversi anni ho cominciato
ad amare anche Roma Sud. Roma lho sempre amata. Mi rimane un dubbio: ma il Torrino
dov?

| Davide Monteleone

Uno di
I miei antenati, il pi antico dei quali, Clauso, di origine sabina, fu accolto contemporaneamente
tra i cittadini romani e nel patriziato, mi esortano ad agire con gli stessi criteri nel governo
dello stato, trasferendo qui quanto di meglio vi sia altrove. [] LItalia stessa ha da ultimo
portato i suoi confini alle Alpi, in modo che, non solo i singoli individui, ma le regioni e i popoli si
fondessero nel nostro nome. Abbiamo goduto di una solida pace allinterno, sviluppando tutta la
nostra forza contro nemici esterni, proprio allora quando, accolti come cittadini i Transpadani,
si pot risollevare limpero stremato, assimilando le forze pi valide delle province, dietro il
pretesto di fondare colonie militari in tutto il mondo. [] Cosaltro costitu la rovina di Spartani
e Ateniesi, per quanto forti sul piano militare, se non il fatto che respingevano i vinti come
stranieri? Romolo, il fondatore della nostra citt, ha espresso la propria saggezza, quando ha
considerato molti popoli, nello stesso giorno, prima nemici e poi concittadini. [] Siamo stati
conquistati dai Galli: ma non abbiamo dato ostaggi anche agli Etruschi e subto il giogo dei
Sanniti? Eppure, se passiamo in rassegna tutte le guerre, nessuna s conclusa in un tempo
pi breve che quella contro i Galli: da allora la pace stata continua e sicura. Ormai si sono
assimilati a noi per costumi, cultura, parentele: ci portino anche il loro oro e le loro ricchezze,
invece di tenerli per s! O senatori, tutto ci che crediamo vecchissimo stato nuovo un tempo:
i magistrati plebei dopo quelli patrizi, quelli latini dopo i plebei, degli altri popoli dItalia dopo
quelli latini. Anche questa decisione si radicher e invecchier, e ci per cui oggi ricorriamo ad
altri esempi verr un giorno annoverato fra gli esempi.
IMPERATORE CLAUDIO, da Tacito Annales XI, 24 25, Il discorso di Claudio
L Italia ospita ufficialmente 5.014.437 stranieri e la sola Roma accoglie 181 delle
195 nazionalit del mondo secondo le Nazioni Unite. Ispirato dal testo di Tacito e dalle
parole dellImperatore romano Claudio (41-54), ed in risposta alle politiche Europee sull
immigrazione, ho cominciato a ritrarre nel mio studio romano (in una periferia di Roma
Est dal nome Pigneto) un rappresentante per ogni comunit straniera presente in Italia.
A nota della foto il nome del soggetto, la nazionalit e il numero dei membri della stessa
nazionalit presenti nel territorio di nazionale.
3

| Tommaso Protti

Mosaico Forzato, testo di Tommaso Giagni


Ai margini di Roma c un mosaico composto di tessere che stanno insieme a forza.
Un microcosmo in cui larmonia una necessit, come per le radici spaccare il cemento.
Nel novembre 2014 per alcuni giorni smise di essere periferia, si ritrov al centro
dellattenzione mediatica. La rivolta contro una struttura daccoglienza ai migranti
nascondeva problemi antichi, profondi. I problemi di una comunit cos vicina al confine
urbano da sentirsi al di l, espulsa, dimenticata. E oggi quei problemi sono rimasti, mentre
il quartiere tornato al suo isolamento e la struttura stata spostata altrove.
Tor Sapienza concentra in un perimetro modesto la complessit delle grandi periferie
metropolitane. Tor Sapienza loro delle chiese ortodosse rumene, le ombre in cui i trans
si prostituiscono, le venti nazionalit dellalbergo di lusso occupato, il campo rom, lumidit
dei negozi e garage diventati case abusive. E soprattutto la cornice dei palazzi popolari,
sette piani, cinquecento appartamenti: un rettangolo chiuso che non pu fare a meno di
contenere altro, su un terreno rialzato che costringe a guardare intorno.
Ci vuole il bianco e nero per raccontare un luogo di contrasti. Perch c un insieme di
persone e geometrie, ai margini di Roma, dove le pi violente contraddizioni sono sospese
in un equilibrio fragile e ricco.

| Angelo R. Turetta

Dove cresceva lerba. I luoghi che non cerano


Guardo con la coda dellocchio, ritorno sui luoghi dellinfanzia attraversati in bicicletta, la
memoria mi inganna, la lascio fare. Cerco unemozione, una tranche de vie nei ricordi.
Il pastore e le sue pecore sono stati fagocitati dal centro commerciale, resta il suo cane che
continua a correre tra uninutile porta da calcio e lasfalto.
Incontri casuali dove la realt appare improvvisamente diversa e sorprendente, come quel
Babbo Natale, al quale lasciavo delle arance in cucina, meravigliosamente dimenticato in
un secchio della Nettezza Urbana.
Nella realizzazione di questo viaggio nel passato ho cercato nuovi sguardi, lasciando
scorrere emozioni e facendomi guidare dalla coda dellocchio della memoria.

| FRANCESCO ZIZOLA

Atletico Diritti, testo di Valentina Tordoni


Allombra dellAcquedotto Claudio, una delle pi imponenti vestigia del grande Impero
rimaste a solcare la periferia di Roma, si allena una singolare squadra di calcio, nata dal
desiderio di fare dello sport un elemento dintegrazione.
Fondata nel 2014 dalle associazioni Progetto Diritti e Antigone, col patrocinio
dellUniversit Roma Tre, lAtletico Diritti si compone di migranti, ex-detenuti e studenti
universitari. Nonostante le forti differenze culturali e linguistiche, e malgrado lestrazione,
questi ragazzi hanno felicemente concretizzato un progetto di integrazione che altrove
sembra irrealizzabile, grazie alla forte passione per il calcio e alla prospettiva di essere
una squadra a tutti gli effetti.
LAtletico Diritti gioca attualmente nella terza categoria del campionato capitolino,
indossando una divisa realizzata da una cooperativa sociale del carcere di Rebibbia, e
nonostante le numerose spese da affrontare tuttora una realt totalmente autofinanziata,
che vive di volontariato e di crowdfunding.
Il suggestivo contesto in cui la squadra si allena, pur evocando il passato di una Roma
Imperiale multietnica e in espansione, offre uno spunto di riflessione sul mutato contesto
in cui questi ragazzi si battono, alla conquista di un risultato ben pi ambizioso di quello
sportivo. Luguaglianza e lo spirito di squadra che anima le loro partite e che fa dellAtletico
un gruppo di amici coeso e in armonia, fuori dal campo un obiettivo ancora lontano dal
realizzarsi, per cui sono necessari nuovi alleati al fine di battersi su campi di sfida ben pi
vasti ed insidiosi.

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