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-|-|
iiiiiii
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- ----------
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---- - -
SAGGIO
STORIA DELLA LINGUA
DEI DIALETTI D'ITALIA
CON UN' INTRODUZIONE
SOPRA
PARMA, 1872
Dll PREMIATO STABIL TIPOGRAFICO DI PIETRO CRMIOil.
a spese dell'Autore.
- a
.
-
a .
a - a
e
-
Propriet Letteraria
l l
AL COMMENDATORE
PASQUALE
VILLA ERI
IN SEGNO
DI RIVERENZA E D'AFFETTO
-
----
----
assiduo di
molti anni.
Non
tacere ancora
VI
SOMMARIO DELL'INTRODUZlONE
- - -
- -- -
-- -
- -
- - - - -- -
Le tre opinioni della vecchia scuola intorno alle origini delle lin
gue romane Bembo, Varchi, Giambullari, Perion, Guichard ecc.
False idee intorno alla natura del linguaggio; errori e vizii di me
todo che ne conseguirono Differenze del metodo
dei moderni
VIII
INTRODUZIONE
l'aristocrazia si trov
confusa
XI
XII
vespertilio la voce gi
XIII
nati per non dire derisi, che furono lungo tempo argomento
delle dispute dei dotti, fino al risorgimento degli studii lingui
stici nel nostro secolo. L' uniformit dei metodi e dei procedi
menti, pure in tanta disparit di opinioni, mi dispensa da ogni
confutazione parziale. Bench in ciascuno di quei sistemi sia
una parte di vero (anche il Giambullari, il Perion ed i Celti
sti, con tutti i loro delirii, erano nel vero almeno in questo, che
gli antichi idiomi ebbero realmente influenza sulla formazione
XIV
XV
compassionevole
dei po
XVI
XVII
sti studii, poco si scostano nei loro metodi da quei primi. Quel
l'errare a caso in cerca di voci affini, quel lasciarsi illudere da
un'apparente consonanza, e quel ricostruire arbitrariamente for
me intermedie non appoggiate ad alcuna conoscenza delle leggi
che governano le trasformazioni degli idiomi, tuttavia il
debole dei loro metodi. E se ora si mostra maggior rispetto
alle esigenze storiche, le quali non consentono raffronti tra lin
XVIII
limitandoci al
solo
parte della famiglia ariana, non viene che io possa, per ogni
etimologia che si cerca, percorrere l'immenso dominio abbrac
ciato dagli Ariani. Una voce ariana prima di divenire italiana
fu latina o celtica, o germanica, o greca; ed in ciascuna di que
ste stazioni si modificata in una data guisa, secondo l'analo
gia di altre voci e forme; e senza porre mente a codeste modi
ficazioni locali si torna, per altra via, agli inganni delle conso
nanze e quindi ai vecchi errori. Cos, per esempio, acqua ap
certo
XIX
Xo,
XXI
Dicia fortuna come lo spg. dicha il lat. dictum (cfr. fatum da fari) e si contrappone al nostro disdetta che significa
il contrario. Badalocare confrontato col tosc.
badaluccare
pone una forma viclus (per vitulus) che in fatti ci vien ricor
data dai grammatici. Mod. a l'albasin in fondo lo stesso
avverbio che il tosc. a bacio ( opacivus) che si disse anche a
XXII
le manifestazioni
XXIII
XXIV
specie come degli idiomi. Quelle che ora paiono specie distinte
non sono che variet riguardate nei due punti estremi del loro
XXV
XXVI
XXVII
cosa sola con quello, ma che dovranno ammettere tutti coloro che
non vorranno negare la storia e l'esperienza quotidiana, de
rivarono naturalmente, secondo Augusto Fuchs, tutti gli idiomi
XXVIII
ma di siffatto
uso
XXIX
XXX
me restreindre a traiter
isolment
XXXI
XXXII
senza stessa dello spirito, e gli idiomi neo - latini sono bens,
come aveva affermato il Fuchs, una trasformazione regolare della
lingua del Lazio, ma determinati nelle loro mutazioni da quella
IXXXIII
XXXIV
XXXV
poich vediamo che talune forme che nel basso latino si presen
tano decomposte, in quelle si ricompongono. Ed in alcuni dia
letti la tendenza alla sintesi ha raggiunto proporzioni conside
revoli. ll valacco unisge l'articolo al nome. Romanul il Ro
delle forme
XXXVI
XXXVII
perduto
XXXVIII
XXXIX
XL
XLI
XLII
XLIII
XLIV
avica divenne oca; da habeo e da habeam Venne aggio ed ag gia come da rubeus venne roggio.
Sprachen,
XLV
(figli) con libri, fidis con fides; habena con avena ecc; -- e
cos due forme grammaticali, preso egual suono, si fusero
in una: Il fut. amabo, amabis era divenuto amavo, a
mavi confondendosi coll'imperfetto anabam, amabas, e dovet
tre si disse aeramen per aes, sperantia per spes, avicella (uc
cello) per avis ecc. Similmente durarono le desinenze ed i
suffissi di maggior suono, e si perdettero uno ad uno gli altri.
XLVI
per due casi del singolare e per uno del plurale. L' accusa
629.
XLVII
XLVIII
XLIX
LI
LII
certa
LIII
ria del latino non sia da trascurare una certa influenza avven
tizia che ne turb lo sviluppo (additional disturbing agency),
influenza visibile in alcuni fatti, che non si spiegano se non am
mettendo che alla formazione delle nuove lingne abbiano avuto
LIV
LV
pensano anche il Diez, Paul Meyer, Brachet (2). Ma gli altri fatti
che l'egregio filologo adduce per provare come la scelta d'alcune vo
LVI
chio impero. I Barbari, stretti del vincolo della milizia e dal senti
mento di razza, mantennero lungo tempo ancora le loro favelle,
le quali non dovettero spegnersi, secondo forti indizii, prima
dell'800 in Italia e durarono maggior tempo ancora nel Nord
della Francia. Non pertanto strano che abbiano influito sopra
LVII
age
caico delle lingue teutoniche, era spesso tale che anche agli i
dioti non poteva passare inavvertito. Come non vedere la paren
tela tra itan e edere, tra altra ed ager, tra arjan e arare,
tra avi ed ovis, tra midia e medius, tra mins e minus, tra mi
tan e metiri, tra siujan e suere tra valjan e volvere ? (1). No
tata una volta questa somiglianza tra le voci gotiche e le latine,
poteva non nascere e farsi col tempo irresistibile la tendenza
dalla scienza per una gran parte degli elementi radicali, non
era sempre al volgo tanto palese come negli esempi addotti,
n in tutti i dialetti teutonici cos notevole come nel gotico; ma
i LVIII
o tal voce dalla favella dei Longobardi, dei Franchi o dei Goti;
mentre sarebbe pi esatto il dire che la voce latina si piega
ta a prendere una forma pi prossima ad altra voce germanica.
Io affermo anzi che molte parole tedesche devono alla loro af-
LIX
ma che nelle altre lingue neolatine non pot aver luogo se non
per influenza delle voci ted. skin e sciim.
-
GERMANIco
RoMANO
trahere
got tairan
got. straujan
sdraiarsi
Sternere
tirare
raspare
speculare
angere
got agjan
spiare
sparagnare, rispar
miare, lmb. spar.
aggaiare
lingere e ligurire
aat. lecchn
leccare
stringo
ted. stricken
striccare
frange e (frag)
got. brikan
parcere
aat. sphn
aat. sparn
ol. happen
sbreg
fr. happer
aat. skernn
schernire
odisse
ol. beffen
got. fiskn
aat tharrjan
ang. S. hatian
sudare
nord. sueitan
fr. suinter
capere
carinare
baubari
piscare
torrere
fr. tarir
LX.
perustare
arripere
aat. rostjan
nord. gripa
arrostire
aggrappare, fr. grip
per. *
rapere
rubare
calcare
aat. valchan
gualcare
schiacciare
(l)i Ser
aat. klakjan
aat. gana: o m. t.
turna
ganze
l (l 0
aat. sturm
Stormo
stabulum
aat. stal
stallo
planca -
aat. banch
panca e banco
palco e balcone
quotus, a, un
a. fris. Shot
aat. balco
scotto
(quota pars )
v.
mors tis
got. maurhtr
li'. meurtre
sensits
aat. sin
Seil pl 0
tipupa
aat. httro
pl 0.1'0 S
aat. nesti la
harpaga
aat. krapfo
gufo
nastro, limb.
mistola (l)
grappa, fr. agrafe,
Spranga
LXI
LXII
LX III
cia che nel lessico, non sono nelle lingue romane visibili se non
nel suono un po' diverso che la stessa parola tedesca prende
talora nei vari paesi. Ma le intime e fondamentali differenze
che corrono tra le diverse favelle romane, anzi spesso tra i dia
LXIV
LXV
LXVI
altre due opinioni sorte insieme con quella da noi test combat
tuta, di coloro cio che reputano il distacco tra le lingue vol
gari e il latino non essere che l'ultima espressione del grande
divario esistente ab antico tra la lingua plebea e quella dei pa
trizii, e di quelli che considerano le variet di suono delle lin
gue romane come l'effetto della fusione del latino cogli idiomi
LXVII
ne dal non aver egli sempre potuto, in una cos vasta impresa,
aver l'occhio a tutte le particolarit dialettali di tutti i tempi.
Bastino qu gli esempi seguentitratti dal Vocabolario Etimologico.
Baleno e balenare. Il Diez accetta l'etimologia da ps"Asuvov
Lxvini
pongano. Ora i dialetti ci conducono a dedurre balenare da ba
LXIX
una gran parte dei nostri etimologi, mostrano quanto sia vero
col latino volgare, sia colle favelle dei Barbari, sia cogli idiomi
antichi dei Galli, degli Iberi e degli Italiani. Mentre la lingua
"
LXx
pronunzia del latino volgare, nel suono di certe voci della lin
gua italiana, non pensando che quelle voci, tratte dal latino
classico e introdotte nelle scritture colla sola mutazione della
desinenza per opera dei dotti, non possono darci alcuno indizio
dell'antica pronunzia popolare. P. es. le voci turpe, assurdo,
turba, di..rno, taciturno, saturno, non furono mai voci dell'u
LXXI
uso popolare che, non alterato n sviato nel suo corso da alcu
na influenza, pu dirsi l'ultima ma genuina espressione dell'an
tico parlare plebeo.
mero di quelle voci sono in pieno uso nei dialetti. Cos vivo
no ancora haedus, mannus, cicindela, culea, occiput, uber, puel
lus e puella, pabulum, pastinum, agaso, janua, pessulus, ca
lathus, cantharus, essedum, lugere, sternere, haurire e molte
altre che il Diez annovera tra quelle che andarono perdute (2).
(l) LITTR, Hist de la lang. fr. II, Le patois du Berry.
(2) DIEz, Vergl. Gramm. f. p. 47, e segg.
LXXII
%. SN, 7 SS,
SS, 37,
CAPITOLO I.
colle sue
atmosfera,
fluido ele
noi abbia
pi atti ad
di suoni
In tutte
del latino
latino furono
loro
davanti
a un
dialetto
ad
10
11
condurci
dai dialetti
della
12
13
14
15
16
17
18
misere, invano vi
cercheremmo la ricca e di
19
converte in ei
20
ha roso
via ancora
21
nell' accusativo. Ma
caduta
22
dialetti
del
23
nell' Emilia e
nel
sottatillico
solletico
emil. bldeg
sardo veridade
verit
emil.
vrit.
24
25
vanno
uniti
anco il
26
francese. Nel
27
28
29
incerto, ma sempre
dialetti del centro.
nere le consonanti
scordato dal suono
l'armonia di cui il
od
30
31
trovano
32
che niente hanno di comune nel resto. Altri al con
va
tenuto
con
33
la
34
i dialetti italici nel centro d' Italia. Donde nasce la
seguente classificazione:
l Dialetti ITALICI nel centro, divisi in tre rami:
a) il campano che raccoglie intorno a s le nume
rose variet del mezzogiorno d' Italia, come l' ab
c) il toscano.
ILLIRIo-ITALICI
all' estremo
Nord
35
CAPITOLO II,
36
nelle numerose va
37
38
39
edificio
di
40
ci avveniamo
4l
nascere di am
42
Cos l'esatto riscontro dei modi di dire di Plauto
e di Petronio coi modi tuttora
PETRONIO
DIALETTI MoDERNI
stratum caedit, C. 45
batte la sella.
credette
arbitratus est, C. 51
aver toccato
il
um cauniarum, C. 44
val un fico.
43
mi in viso.
C. 75
scana).
44
(Rudens V. II).
45
46
(1) Quod faciunt actores comici, qui, nec ita prorsus ut nos
47
48
49
50
di una
stessa
voce
elementi che al
5I
52
dialetti ha il toscano le se
guenti:
albuolo vasetto; vnz. albio; lomb. albi, em. aibe ecc; lat. alveus
(fr. auge).
abbacchio agnello; rom. id; dal lat. ovacula per ovicula, come
il fr. ouaille. Quanto al mutamento della desinenza
icchio in acchio non raro nei diminutivi di nomi
53
composto di
aburar.
( Plauto in Gellio).
cicindello luminello; ven. cesendelo lampada e lucciola; lat. ci
cindela lucciola.
calocchia palo della vite; lomb. piem. scars o cars: fr. cha
las. In Plinio abbiamo characias ( Xaga; ) da cui
il b. lat. carratium. Val. haracu.
chioccolo (Chiane) sassolino; sic. cuculuni, ven. cogoli; lat. oo
chlacae in Festo vale sasso del torrente, da cochlea
ciruglio capelli arruffati: nap. cerro riccio; sic. cerru, Sd. chir
rioni;
lat.
55
calendi primo del mese; sic. calenni e cos altri dialetti; lat.
calendae.
daddoli moine; ven. tattezzo; voci affini al lat. tata (pater, che
nei varii dialetti venne a significare ora padre, ora
fratello, ora altra persona diletta.
follare gualcare; sic. fuddari, lomb. ven. fular pigiare; fr. fou
ler; da fullo.
56
57
vappo sciocco, spaccone; sic. vappu; sd. nap. guappo; lat. vappa
ziro orcio; sd. ziru, sic. 'nsiruni; lat. seria.
coppa e cacioppa collottola; ven. lomb. copa, da occiput (occu
put), da cui anche
regolarmente da hariolus.
biecio torto; sd. biasciu, lomb. sbis da bifac. Cfr. fr. biais
port. viez (obliquit ), cat. biaa, val. piez.
Lomb. ciiis o giiis succo, brodo; em. sciss; sic. ciuceddu; lat.
ius brodo. Fr. jus.
Sd. dolare piallare; vnz. berg. dolar; lat. dolare. Sp. dolar.
Sd. edu capretto; berg. il (da idl)lat. haedus. Val. edu.
Rom. fedelini vermicelli di pasta; vnz. lomb. id: sd. findei, da
fidulae ( cordae citharae. ) Cos chiamati per la loro
forma come spaghetti, vermicelli, capellini, can
nelloni ecc. Spg. fideos.
Vnz. folo soffietto; sd. fodde mantice; lat follis, Val. foale.
Rom. luscia pioggia dirotta; Vnz. lenza, lomb. liscia, da cui
sloss bagnato; da elutio o da altra voce affine.
Sic. nevula pasta sottile; em. lomb. nevla, niula; sd. neula; da
59
Vnz. orire attingere acqua; sd. orire; friul. uri; lat. haurire.
Nap. petaccio cencio; lomb. pets; lat. pittacium pezzo di tela
o di pelle. Sp. pedazo, val. petec.
Sd. berbeghe o brebei pecore; piem; becia, berg. bis, best mon
-
chare e rhonchissare.
Umb. stella scheggia; Vnz. lomb. em. stela; sd. astula, sic. aschi;
lat pop. astula per assula Cat. prov. ascla; sp. a
stilla, fr. attelle.
60
61
crcine (Versiglia) nome d' un vento; spg. ciereo, dal lat. circius.
( ganicia o ganicea), o come un'alterazione di ganja in ganzja e
ganza. Cfr. lenza da linea (linja), il sardo binza da vinea, il fr.
vendange, linge, songe ecc. (Diez. Vergl. Gramm 3. Aufi p. 181 e segg.),
62
lora imbuto; lomb. lura, lurt, lat. lura (os cullei). Val.
liuriu.
ancoi oggi; lomb. em. piem. id; lat. hanc hodie (prov.
ancui ).
, piadena vaso; lat. patina.
Lomb. taia, tia involucro delle cipolle; lat. talla.
,
,
,
,
,
63
64
Sd.
ebba cavalla; sp. yegua, port. prov. egua, ant. fr. ieqnte;
ive, val. iapa; lat. equa.
vidrigu; val. vitrig, lat. vitricus ecc.
-
aliso; Vnz. liso e lindo, lomb. lis; derivano da elisus preso nel
suo significato proprio e popolare di rotto, logoro,
-
consunto.
metule stile del pagliaio; unb. metullo. Cfr. sp. meta mucchio di
covoni; fr. meule da mctula.
65
lopporo, Vnz. lovo, lomb. em. lov. vengono da lupus preso nel
significato di uncino e pi particolarmente di quello
strumento con cui si pescano oggetti caduti nel poz
zo. (1)
67
cacchioni spuntoni delle penne; dal lat. cactus che una pianta
spinosa. Il suono dovuto all'assimilazione, come
in scachicchio da cachecta infermiccio.
68
bua male, pus; ven. boba, sd. nap. bua. La stessa voce che bu
bone da povgo v Anche lo sp. ha buba e bua, il
val. buba, il fr. bube.
69
coccia testa, rom. id., sic. cozeu, lomb. cucucia, sd. conca. spg.
coca, e cicottela collottola (da coccettola) nap. co2
zetto, Sp. cogote.
sfiaccurare rompere, abbiaccare e aggiaccare pestare; vnz. fra
cr, sic. ciaccari, nap. sciaccare, da flaccus. Anche
il val. ha flecerescu per comprimere.
Similmente anche nei dialetti non toscani troviamo:
70
da pendicare)
7l
dialettale non
trova
riscontro
72
barbiere, da rapa.
vaccio (Chiane) presto... Anticamente dicevasi avacciare solle
citare. L'ant. fr. aveva vias, il prov. vivata che e
videntemente derivarono da vivacius, che trovasi
73
CAPITOLO III.
La dialettologia comparata
i3 Q 3se
Palpebra e palpetra
tonus a tuono o trono, sp. tono o trueno, prov. tron, port. trom.
76
messorium , sigez da
77
Cincticulus e cingillum
78
dia
letti, noteremo:
Pediculus e petiolus
pediculus corrisp. al vitz. pecolo, limb. pici, picl, sic. pidi
cuddu, nap. pedicino.
petiolus al tosc. picciuolo, val. picioru, sp. pezon.
-
Grundire e grunnire
grumnire a grugnire, grugno, ingrognato.
79
da scrit
asa per ansa (App. ad Prob.) trovasi nel sd. asa, da cui i
diminutivi sola asetta, di cui pi sopra. Port. aza.
viclus per vitulus (App. ad Pr.) spiega il sd. viju e vighiu
per vitello (da viclus venne vigliu poi viu) che lo
Spano poco felicemente deduce da 3ou'duo'.
80
cloca per cloaca ( Sch. II. 516 ) che io spiegherei come con
trazione di clauca (da clavica per clavaca che
pure forma antica ) e che riscontrasi nel senese
chioca.
8I
padulis per paludis (S. I. 29) corr. al tosc. padule, sd. pau
li, Val. pedure, sp. paul.
aucio ed avicus per avica (Sch. II. 105) al tosc. ocio e lu
cio (tacchino), lmb. ooch (masch.) prov. auc.
82
italiana
83
84
Dialetti
85
Spillo e spillare, dal dim. spinula. Vnz. lmb spina e spinar. Lat.
spina.
ll sicil. ha spinociu (zipolo ).
Scoiattolo (formato col suffisso Sd. schirru, sp. esquilo, lat. sciou
7'MS.
atto che serve per i dimin. d'
animali, come lepratto, orsatto
ecc. Cfr. vmz. sghirato. )
Crivello e crivellare, da un dim. Sic. crivu. sp cribo, val. ciur;
cribellum.
lat. cribrum.
Piselli.
Scriminatura
Poppattola, da una forma pupata Senese pupa, lmb. pia; lat. pupa.
(fr. poupe; aret. poppada ).
Pozzanghera da un dim. putea - Dial. tosc pozza, lmb. pocia,
vnz pocio, sp poza; lat. puteus
cula ( emil. pociacra)
usato come femminile.
Bozzolo.
Covone.
(Schuch.
Sd. usciare
da ustum.
da
ustiare formato
86
Solleticare da sub-titillicare
Dialetti
Staccio
Prete
Scure
Orlo
Burla
Voltare
Nolo
Piato
87
Parola
Masnada
Cugino
Intralciare
Cesso
88
Pepe (1)
me
Gelso
-
sa (2).
Redina
Fegato
Spada
Bottega
Cavezza
Dito, ditaIe
89
Che
Come
Piviale
Ghiro
Aja e ajuola
Gomitolo
Ne
Intero
Quaresima
Nibbio
Argine
Chiedere
Perucca
Guaina
Ghiera
Pantano
90
Fal
9l
se
evidente come
la
storia della
92
Da
93
toscano
ha strusciare da cui
94
(l) Epigrus voce greca usata dai latini per pacillus, sudes, cla
vus ligneus. Altra forma era epiurus. Nel gloss. pubb. da Hille brand
leggiamo: - Pessuli pieri, clavi lignei. L'Hillebrand non intende la
95
96
97
CAPITOLO IV.
di alcun
98
di
voci e
di
maniere
nuove.
L'uso
uno
due
99
voci
antiche come
Ed
100
naturale
trasfor
10]
ancora in
alcuni
I02
b r u l i c a r e Si usa ancora
bulicare
cio
103
104
105
106
electuarium;
tre m u o t o
da tremare
anzich
da
terrae
motus,
i n t r a l c i a r e da tralcio anzich da intral
lacciare,
107
p a l a fren o o p a r a fr e n o da parare e
dal gr.
vexgoudva ug (l).
da Fossa e Ombrone
anzi
ch da Forum Sempronii.
A questi vocaboli vanno uniti quelli in cui il
popolo soppresse l' l iniziale credendo che fosse l'ar
ticolo. Anche questa una specie di etimologia po
polare. Il popolo lascia quell'elemento della parola
che reputa non formar parte della radice, dicendo
astraco per lastrico, aberinto per labirinto, ombrico
per lombrico, orbaco per lorbaco (lauri bacca),
orolegio per lororegio (lauro regio) (2). Per contra
(1) Gi nel latino volgare i vocaboli greci si acconciarono al
suono delle voci latine da cui il popolo li credeva derivati: dgsiyahxog
108
labrum), u si g n u o l o da lusiniola, a z zu r r o
dal pers. lazvard (lapis lazuli), a m b rost o l o o
a b rost i n e ( specie d' uva) da labrusca, o tt o n e
da lotone (latta) (1).
II. AssIMILAZIONE.
109
p. 169. N. 92.
I 10
eziandio
ll l
Il 12
inabscondere;
b a c o da bom
l 13
l 14
l 15
inversamente a m b r o s to l o da labrusca.
I dialetti invece ammettono siffatto scambio ol
costante
tendenza
all'indebolimen
l 16
D ed n In ital. l a m p a n a e la m p a d a,
D ed r In it. c hi e d e r e (quaerere), fi e
d e r e (ferire) e a rm a d i o (armario); e in toscano:
coresto per codesto, disipola per risipola, guastada e
anguistara (lat. meridies da mediaies).
D ed l In ital: e l l e ra ed ed era, b u ss o
l o da p/ais, idis; e in tosc: pidicello per pilicello, tre
spolo e trespide, ciaie (Cortona) per ciglia, (Tat. olor
-
e odor).
N ed l In it. a l m a da a n i m a, G i r o l a m o
da G e r o n i m o, p a n t a n o da paltano; e in tosc:
calocchia e canocchio, caneggiola e calleggiolo, manin
conia e melanconia, pampalona (foglia larga) da panpi
no, antro per altro, gensumino e gelsomino, bolginello e
boncinello ecc.
I 17
ello in
alcuni
diminutivi
italiani. L'antico
118
119
t = d, c = g, p = b Come gi in ital: - g ra
c i d a r e da crocitare, b o tt e g a da apotheca ,
sg o r b i o da scorpio, a n n e g a r e da necare,
m a lg r a d o da malgrato, ga b in etto e sg a
b u zz i n o dalla stessa radice da cui cap-anna ecc.,
120
121
122
123
124
125
126
similmente da caporicciare,
127
tare, sc a r a c c hi o da eccreaculum, g h i r i b i z z o
per gribizzo da rebidio (arbitrio) (1), c a l a b rom e
da crabro, c a l a p p i o per clappio da capulum.
Per ultimo da considerare una forma tutta
speciale di alleggerimento che fu per sua natura fe
condo di maggiori conseguenze perch riusc ad un
vero pervertimento dei suoni, voglio dire l'interpo
sizione della semivocale j tra le consonanti e le vo
cali. Questa semivocale interposta non per sempre
un suono nuovamente aggiunto. Pi comunemente
I28
che
nei dialetti
129
130
I31
z e n t e ( ardente), c a p e z z o l o ( da capitolo,
cfr. capitignoro, e ant. lomb. cafdel ), fr o n z ut o
v e r zu ra, b a ch e roz z o l o (da bacherottolo, cfr.
tosc. becarotto) ecc.
Similmente sviluppasi il suono palatale dopo la
sibilante, specialmente se doppia: petrosciolo per
pettirosso, cascione per cassone, smusciare per smus
sare, a sfracascione (senza garbo, da fracassare ),
ecc. Quindi dalla sibilante palatale si passa alla pa
latale schiacciata: ciarpa e sciarpa, fuciacca e fu
sciacca, strucio (lacero ) da strusciare, biacciucone
da biascicare (blaesus), a cc e tt a da a s ci a, c e r
132
133
134
135
136
dialetti molte
137
138
139
p. 262, 287.
language,
140
l4l
142
lampada- lampadario
lampana (p. 116) lampanino, allampana
143
UEnduriare
Prurio
Epigruus
Versare
Capulum
bero).
capl- cappio, gavetta ? (fr. cable, sp. cabo
lomb. gav fune).
calap- (p. 127) calappio, ac
calappiare.
clap
chiap- chiappo, chiappare (sar
do chiobba o giobbu, lomb. cip
nodo ).
Il lunnnnere
scium-
sciumicare
e sumicare
eX-llm-
(p.
144
l rot
rotolo, rotolare,
rocchio.
rotl
-
I Bot-ulus
rull
(fr. rouler
l rullo,
prov.rullare
rotlar).
rrendere
(l). Non credo che anche crollare venga da rotolare sebbene siavi la
frase andare a rotoli che vale appunto rovinare. Il Diez suppone, per spie
gare il franc. crouler, una forma corrotulare. Ma il tosc. crullo da rullo
o bingia a vigna, come l'ital. lenza al fr. ligne. (V. p. 55. N. 2.) o
145
brand--
lI
brano,
sbranare.
irandello,
brend-
sbrindac).
sbrinz cencio).
l
l
polta-
PigEs
(
l
balta
l
pant.
patt(p.121)
v
panzana, impanzanarsi
pataccarsi.
pacciame, pacciume.
Eappa
146
/ vogliere o volgere
|
ed aggrovigliolare
l aggrovigliare
(nap, arravogliare),
invoglia
(involucro, lomb. invoja).
-
- -
l combuglio (mescuglio),
scombujare, guazza
buglio, arbugliare,
garbugliare o inga
vogliare
Wolvere
(mescolare,confondere).
bogliare
EBadare
bader-
baderlare,
lo, piturlo.
(da pandere e
patere).
sbaturlire
sbaciurlire
E Piqea
ge (2)
icare
(2)
da applicare e
picare)
("
ctare).
sa
care).
appicciare, appizzare, spicciare,
impicciare, compicciare.
147
ELEE Cere
l
\
nus e lusciosus)
"
("
nazione, sonnolenza).
dei diversi
restringe il
note molte
le quali si
le
148
149
150
CAPITOLO V.
-.-.-.-.-.-.-.-a-, av
15I
col
I52
favella
letteraria.
153
Voci
straniere,
macone ventriglio dei polli; lmb. vnz. magon, rcio magn; ted
magen, (ant. magon ) stomaco.
grinta visaccio, muso; lmb. vnz. id. Dall'ant. ted. grimmida tiran
nide, secondo il Diez.
gueffa, matassa, guafflle arcolaio; sic. jiffula matassa; dall'ant
154
mucca vacca; lmb. mugra, ticin. molgia bestiame, dal ted. milch
kuh vacca da latte.
griffie mani; Vnz. lmb. sgrinfe; sic. granfe, fr. griffe, rcio
grifla.
prillare girare, prillo trottola; lmb. pirl e birlo; voci affini
all'inglese whirl, ted. wirbeln girare. Nel lomb.
abbiamo anche ghirlo vortice dalla stessa radice.
sbreccare rompere (Montalese ); lmb. Vnz. sbreg; dal ted.
brechen.
mutria broncio; em. muteria; spg. morro, ant. fr. mourre, dal
basco muturra ? (V. Diez a morro).
seneppina beccaccia; lmb. sgnepa: dal ted. schnepfe.
segoletta funicella: sd. soga, vnz. sagola, lmb. suga fune. Nel
lingue celtiche abbiamo sig, sugan, syg collo stesso
155
sghescia gran fame; em. sghessa; lmb. sgsa, sgaiosa; sd. sghin
zu. Nelle antiche glosse germaniche trovasi geicz
156
157
lugio ghiotto, lonza gran fame; lmb. sliisa; lugio si spiega con
una forma lurceus per lurco, di cui lonza sarebbe
il sostantivo derivato.
Il lat.
limus
158
fr. chagrin.
159
160
linchetto foletto. Cfr. ant. fr. hellequin, con egual signif Oland.
helleken, da helle (ted. hlle) inferno. Alichino
il nome di un diavolo in Dante.
mencio minuto, sottile. Cfr. fr. mince, che il Diez ritiene voce
161
ciocco ceppo; fr. sottehe, prov. soc, cat. soca, da cui socar ta
r.
ll
162
163
guenti corrispondenze:
boto sciocco; sp. boto, fr. bot, che lo Scheler ravvicina al ted. bott
stupido.
cria ultimo nato degli uccelli; sp. cria covata; pg. cria de e
-
164
giannetta mazza; cfr. spag. pg. gineta che significa una specie
di lancia della cavalleria, ed anche il bastone dei
capitani di cavalleria, e si riconnette con ginete ca
valiero. (1)
-
grancia fattoria; cfr. spg. granja id., fr. grange granaio ecc. da
granea. Anche in sicil. grancia.
-
165
166
- -
Spg. urca
167
ciuino porcellino; ant. ted. swin ? Cfr. anche lmb. cion, si, sina
(Bd.63, 82) sun (Id.84).
168
DIALETTI TOSCANI
ITALIANO
vescica
loquela
squilibrare
singolo
attonito
sopraciglio
papiro
pattuita
berillo
arbitrio
nucleo
GCC.
GCC.
000.
169
ITALIANO
l70
sassi.
epifania,
17 l
bolso.
quastada e anguistara.
dolo. )
.
.
.
ciondolina, cilandrina donna
slandrina.
sudicia.
scachicchio infermiccio.
cachettico.
fogno vento. -
favonio.
radica.
taccio cottimo.
tasso da tassa quota.
zabruglio (chian.) confusione, subbuglio o guazzabuglio ?
-
- -
miscuglio.
tombolino ferruccio rotondo (U
nit della lingua- Anno
3. N. 2)
ordio spiacevole,
tubolino
orrido
acciacinarsi affanarsi
baraonda
baragunna)
172
173
il fuso; da
it,
arfasatto
uomo
derivato
certamente da una
s
formainetto,
arfesemal
perdestro,
artefice
Nell' antico umbro si di
s 3
174
- -
vellica o gioveglieca.
,, ,
. . .
r .
l75
176
- -
177
- -
do Non
me credono alcuni.
;
s -
I2
s
178
lazioni della Toscana. Non poche anzi di siffatte voci
composte:
grattacacio grattugia
sparagrembo grembiale
no (hoc anno)
hodie)
Sp. paraguas -
si
ne forse le poma)
p. 14 ) ecc.
scartafaccio da carta-fascio
Spg. cartapacio
it
179
covelle alcuna cosa, poi nulla; da Em. cvl qualche cosa. Sannit.
quod velis
267)
. ,
scaras
180
rai ostentare
merid. I. 147)
Dial. nap. zita (Lecce
ecc. I 75)
limb. leda, vnz. lea.
Cant.
Lml gamisti
Sd. orizu.
Nap. puppata, fr. poupe.
-
poppada poppattola
Ven, rntego
ei
18I
Lmb. carila.
(pappia)
ciotta escrementi, da isciuta
(iscire =
erire, v. p. 67)
182
arcile cassa, formato da ar Em. arzil (Bd. 249)
C0.
Em.
vivere
pelletica da pellis
pigna pannocchia del pino, quin- Nap. pigna d' uva grappolo,
di grappolo; da pinea
Port. pinha
schiantolo e schiantolino grap Em. sciunclen
polino, da schiantare.
scapaccione colpo sul capo, da Lmb. scupasn
caput
Lmb. tridl
tritare
agina fretta; dal b. lat. agina Rom, agina o aina; ant. spg.
derivato da agere
agina o thina, ant. port.
aginla agile (Diez) ,
folata soffio di vento; da follis Sic. ruultata (Cfr. vnz. refolo
soffietto, mantice.
vento).
brindcola donna sudicia e con Vnz. sbrindacolo lacero; limb.
vesti lacere; voce affine a
sbindac (per sbrindac)
-
183
santocchio bigotto
sperleccato azzimato.
Lmb. ven. sperlec
battuto
sgrendinato arruffato,
Vnz. desgrenden
dalla grandine
Comuni anche le forme avverbiali:
Lmb. a creta
avverbi.
E cos i verbi:
Sd. chirzinare
184
(Versiglia), da crcine
addoparsi porsi dopo
iscabullire liberare
berarsi
chiuco
- -
estrecier
untare ungere; dal part unto. Ven. ontar, lmb. unt, sd. un
Umb. stratarsi.
strato.
pulizzire pulire
Nap. pulizzare
Fr. nager
navicare nuotare (Nerucci)
pienare riempire (Nerucci) da Lmb. impieni
185
pieno
cancellare barcollare (Nerucci) Nap. cagnel (Canti merid. I.
218) fr. chanceler
Sd arrughi
C0.
mato da rosum
piovigginare
verticare vuotare
E cos le locuzioni:
dar la disturna dar la berta
Lmb. d la disturna
giorno e notte
186
lat. purus putus (1)
i primi tempi la primavera
Fr. printemps
(Giuliani)
star covoloni (Giuliani) stare Sic. stari a cufuluni
accosciato (2) ,
187
dar retta che abbiamo derivato da dare arrectam aurem
non
188
Cos fino dal trecento:
189
ebbi
ebb esti
eb
CAPITOLO VI.
re
-- -
- --
Dove per si
solo
191
scano
diche,
e ,
Umb.pop.
cerasa
ecc. (Marcoaldi,
p. 161) (1) Cant.
sic.
cirasa, nap. cerasa (Basi
licata, Cant. merid. I. p. 35)
ger
- -
-.
192
bo).
sainali (sagginali)
(2) Il verbo straccare che non parmi punto
spiegato
dell'ant.
193
155);
I. 309).
Lmb. des, inasi (Bd. 64 e
69); fr. aise, ecc.
la); da inde
biastimare bestemmiare, (Mea) Vnz. biastimar, rom. biasim,
pi vicino a blasphemare
di nero e di caliginoso)
Vnz. otomia
(1) Ched per che scrive non di raro Vittorio Imbriani nella No
vellaia fiorentina (Napoli 1871) volendo riprodurre la pronunzia vol
gare.
13
194
lape ape
lellera edera (1)
Sic. lapa
195
o la caduta di consonanti
196
Sd. covazza.
caccia.
crape da capre
mito e gomitar
golare volare
guinzo Vizzo
golpe Volpe
Sd. ghizzu
Ant. fr. goupil o gourpil da
gmira.
110).
vulpecula
Em. marola, donde moden.
smruller smidollare (Galva
ni).
-
197
sbocietiare
abbruscare abbrustare, da pe
Sic. abbruscari
ruStare
antro altro
dial.
tr (stravoltare), e scar.
(3) Altri esempi nei volgari toscani citati dal Nerucci: invecille;
198
seguretto scure
199
auzzare aguzzare
Sle.
iuvenior (poi iuenior) petii da petii, ecc. Nel latino volgare poi:
citates, rius (it rio e rivo) probai (provai), Faonius (it. Favonio e
Fogno) paor (paura,) boe (bue) aunculus (fr. oncle) ecc ScHUCH
Voc. II, 441, 479
200
laur ecc.
ite vite, ia via, caallo cavallo
gioane
leare
Berg. le
0CC.
Quindi:
msiir fiim
eCe.
ecc. (Bd.
201
inzigolare da instigolare
fuzzico per fustico (sd. fustigu) Cfr. ant. fr. fuz per fust ba
fuscello
stOne.
Cfr.
Qui ancora rezza per resta (Ner. p. 14) e zeccoli punte, stec
chi (Ner. 158) probabilmeate da steccoli.
(2) Nella Mont. pist Ferraio (nap. Ferraro) per Febbraio, arrieto
per addrieto Nerucci)
Nel Montamiata si sente anche l'assimilazione nd = nn propria
202
butolare voltolare
Sic. sbutari
voltare
Vnz. puliero
Lmb. Vnz. Piero, fr Pierre
gestri gesti
granocchio ranocchio
come il fr. pousser da pulsare, per le quali voci il DIEz. non d, a mio
credere, etimologia che soddisfaccia. V. E VV a tacco e bussare.
203
net et (Cortona)
Sic, met
123)
l
204
da uvola
Prov. vec
(3 Oltre alle voci citate dal Dizz (FoRNACIARI Gr. stor p. 33)
come cilestro (celeste), ginestra (genista), empiastro (sp
emplasto), inchiostro (encausto), incastrare (incassettare),
minferno (inferno), ecc., a mio credere con questa legge si spiegano:
Froge narici per foci da fauces (Cfr. sic. forgia foce del fiume)
205
romagnir rimanere).
72ere.
Similmente concordano:
comido, accomidare comodo,
Rom. accomidare
sanza senza (Billi, 96) nieve Cf. fr. sans, nige, livre (2)
e liepre (Ner.)
(l, Chian. rubiglione ribellione, stroppare strappare, buttiglione
battaglione, annomo animo, bellissomo, carissomo, ultomo (cfr. lat. o
ptumus, macumus, minumus = menomo; ecc.
(2) Minore l'accordo nella modificazione della vocale breve
davanti a gutturale od a nasale nelle sillabe finali sdrucciole ll vol.
gare chiamaiolo muta qui comunemente la vocale in a: quindi dimen
naca, bisbietaca, preddaca, poi annama, massama, nomana, mecana,
per domenica, bisbetica ecc. (Billi, 86, 76, 70, 90, 34 ecc.), il che
corrisponde a quello che veggiano nelle voci della lingua scritta, cio
sindaco (sindico, tonaca (tunica), ero inaca, folaca, calo
maco (canonico), inadaco (indico), astraco (lastrico), coa ano
206
Rom. id
graziare ecc.
(l) Cosi in ital, elaeto e guneto, elais des e da ciares e
(quaerere) (FoRNACIARI Gramm. stor. ecc p 23) e cosi il val. care
prov. cal - qualis, val cund, prov. can = quando ecc. (DIEz Vgl. Grmm.
I, 264)
207
ciatto piatto
208
gmucca nuca
gnente niente
209
in molle.
eC0.
(1) Nel montalese alia per ala (Ner. 32) l'intacco palatale an
cora nel primo stadio. Per contrario nel chian. papecia = papilio (da
eui pi regolarmente avrebbe dovuto venire papeggia) corrispondente
al ven pavegia abbiamo un raro esempio dell'ultimo grado dell'in
tacco palatale di l.
l4
210
gagghio quaglio
21 l
meridionali. (1)
Havvi dunque un toscano letterario ed uno vol
gare. Quanto pi discendiamo nella scala sociale o
ci scostiamo dal centro, tanto pi gli elementi les
sicali e i caratteri morfologici e fonetici della lin
gua si disformano dal tipo letterario, per accostarsi
a quello di altri gruppi dialettali o d'altre favelle
romane. Il toscano, collocato nel centro, racchiude
e in se compendia quei caratteri e quei germi di
alterazione che poi diversamente si svilupparono
nelle altre regioni di favella latina. Il toscano
perci anche il dialetto pi inteso perch il pi vi
cino a tutti gli altri della penisola, come il punto
comune da cui sembrano dipartirsi, per poi divergere
sempre pi, le altre variet dialettali.
CAPITOLO VII.
A sr
213
214
Vnz. lmb. sessola cucchiaia per gettar l'acqua dalle navi; sd.
sassula ed assula. Nelle antiche glosse germaniche leggia
mo: , Vatilla , id est serscufla, similis Vasis quibus aqua
de
navibus proicitur. (Gloss. Pb. pubbl. da Holtzmann nella
Germania, 1863, p. 386.)
r
Vnz. bioto nudo; lmb. bit, ant. fr. blos; dall'a. t. blz.
Nap. erocco uncino, sic croccu, piem. croc, fr. croc; voce co
mune alle lingue celtiche ed alle germaniche. (Ant. nd.
Vnz. slofio fiacco, lmb. slofi, sic. lofiu; nelle antiche glosse ger
maniche abbiamo: slaffe , ignavi (Germania, 1866, p.
30 )
Nap. spruceto ruvido al tatto; lmb. sbriissi. Voci affini al fr.
rebrousser e rebours, ed al lat. mediev. rebursus ruvido,
Lmb. Vnz. piron forchetta, sic. piruni, val. pironu lungo chiodo
ferreo; gr. regovn
Sd. brinnu crusca, nap. vrenna, genov. brenno, fr. bran. Voce
celtica: bret. brenn, gael. bran (Diez)
Lmb. tavela baccello, gambo, piac, tabia, sd. tiliba. Voci forse
215
affini al fr. tige da tibia.
raro,e nel
216
em. sila aiuola (ant. ted. sila solco), (1) lmb. baita
capanna (ant. ted. baitn, ingl abode) ecc. (2) lmb.
brevia ponticello (ted. bricke), berg. smelec lampo
(sommerlicht), em. marosser cozzone, em. lmb. sa
217
MoRFOLOGIA
Talvolta la
da sanguinare
pettirosso da petto e rosso
Dial. tosc. pettiere, emil. pitarn,
piedestallo da piede e stallo Nap. pedagna da pedaneus.
(a. t. stal )
In altri casi avviene il contrario:
struzzo da struthio
grattugia da grattare
cale-facere.
Dial. tosc. grattacacio, nap.
grattacasa, da grattare
e cacio,
losco da luscus
218
rullmOre
Sic. rimurata
3SS e
far l' occhietto, come nel ZANNONI (Crezia Rincivilita, Atto II. Sc.
V.): I' scoai che daa di bruscolo a una certa, che si chiama Car
melitana.
219
spandere
coprire,
sorbire
fregare
dipingere
impiegare
Lmb. spina zipolo (lat. spina) Sd. spindulu, it. spillo (spin'lo
-
220
minatura
(lat. discrimen.)
Sd. schirru, lmb.cs, (lat sciu Chian. schiriolo (Billi), prov.
escurol, fr. cureuil (sciu
rus)
riolus poi squiriolus), lmb.
ciiretta (Bd. 66), venz.
schirato, ital. scojattolo
Lmb. pol, pola giovane, ant. fr. Piem. poglin figlio, it. pulcella
fr. pucelle (pulicella).
polle (lat. pullus e pulla).
Sic. cardiddu (cio cardello, lat. Sic. cardidduzzo, it cardellino,
carduelis)
dial. tosc. calderugio.
Lmb. vag, lucch. Ombaco luogo It. bacio (opacivus), em. ba
gur (Bb. 250) ed albasin,
ombreggiato (opacus)
it. bacigno (opacinus)
It. bubbola, sic. pipituni.
Lmb. biba (upupa)
Vnz. sgnare (nares)
It. narici (nariciae)
Sic. racina, uva, fr. raisin
It. racimolo, em. rasanl (1)
(racemus)
Montal. benda paniera di vimini Lmb. benola, it. bugnola, em
da porsi sopra la biga (Ne
banastra, spg. banasta,
dial.
tosc. bignetto vasetto?
rucci, 48) fr. banne (ben
na)
Sic. incispari, umb. increspare It. incespicare.
221
ape
lieve (levis)
pungere
pendere
giero
(leviarius)
re (pungiculare)
mlICO
raderc
baco (bom-baco)
(2) ll lat. blatta non rimasto che nei derivati, quindi: it. piat
tola, tosc. piattone, nap. chiattillo
222
re da morsicare
223
delicato da delicatus.
licus.
lersi (Billi)
7000 e.
manipolo da manipulus
acciacinarsi adoperarsi af
fannosamente, da aginare
adoperarsi, procacciare (Pe
tronio V. RNsch, It. und
Vulg. p. 160)
cula (Plauto)
pollo a pullus, pulcino fr. po Lmb. pojana, vnz. pogiana, it.
224
ussin a pulicenus (Lampri
dio), tosc. pollastra nap.
pollasta ecc. a pullastra
(Varrone)
mdine, lmb. mder (Bd. 72),
sura).
razzumare a racemari (Varrone) Tose. gracimolare
verrina a veruina (Plauto) vnz. Sic. vurruggiu spillo, nap. ver
gala e vriala.
verigola succhiello it. ver
rocchio, fr. verr ou a ve
ruculum.
Campagina a campaneus
Sic. campa
Sic. chiara
dolore a dolor
Sd. dolima
visione a visio
Sd. visuma
sordit a surditas
Sic. surda
Sd. peuncu
It. saliera, chian. salutino
pennecchio a peniculus, berg. Tosc. pinco o pincio membro
virile (penicus e penicius)
penezela pennecchio, e sd.
225
pinzellu pennello, fr. pin
ceau, sp. pincel a penicil
lus (da penis)
Talora i dialetti soli hanno il derivato antico:
Tosc. mannecchia manico del- It. manico (manicus) e mano
l'aratro da manicula
vella (manibella formato
da manibula)
od orscello da oricius
226
telletto (roitlet)
Tosc. reccacchio
Tosc.
Lmb.
sd.
Nap.
canneggiola da cannicius
canare, sic. gannarozzu,
sgannadroacht
cannarone
Vnz. canale
227
l
BARBA per ind.ilbarbiglio
It. beccaccia
Vnz. barbole
dei polli
Vnz. solivo
Sd. solianu
l Sic. sulicchialora
sto al sole
It. solato
It. bovina
bove
del campo
, cAPo per
capitium.
It. capo, sd. cabidu, tosc. ca
tella da capitella
del filo
ind. estre
mit, o par-
delle
mam
melle
\
NEVE per ind, neve minuta
it. fattura
Lmb.fasseradafactiaria (Bd66)
228
It. carruccio
no a camminare.
carin (1)
)
Lmb. tiracche
Lmb. muchta
ind. arnese da smoccolare
It. moccichino
Sd. muccadori
FILARE
1t. raffio.
Altri derivati
verbali:
It. lucciola
reto.
delicato.
Sd. magnottu.
regaton
Nap. tagliarelli
Lmb. tjadi
avviluppamento, confusione.
confusione
230
lt. menzogna
, MENTIRE per ind. bugia.
giovinetto.
Sp. rapaz, rapagon.
, ROTA per ind. il segno
delle ruote, quindi l'avval
| Sic. rutata
Tosc. 1 utima
pacchiun
pappa)
...
l Sic. cuticchia
e
Sd. panneddu
,
NN
grembiale
PANNO
per gre
Tosc. pancella
23I
Lmb. fiimana
Em. fumera
Sd. fumacina
Tosc. lecchino
l Vnz. lecardin
t
(
nose (2)
232
, OPP10 per
dormire
re (lat. obesare)
, ALBUs per sbiancare
origine:
tarchiato (dal lat. trachala ?) Nap. introcchiato, sic. tirrin
(1)
chianculu, tosc. lmb. ven.
traccagnotto.
Nap. argatella.
pizzicagnolo
Sd. pizzigajolu (2)
berretto (secondo il DIEz. da Sic. birriuolo, lmb. baril
birrus rosso)
pettegola
Vnz. petazza.
arcolaio
233
cocchiume (1)
ririsi (collerirsi?)
grimaldello (vnz, rimandelo) (2) Em. garibold, lmb. gariboldn
baldracca donnaccia.
Chian. buldrigona, lomb.pelan
druna, pelandra, val. bu
(4)
Piem. scr, lmb. ascar, em.
scar: ecc. dal got. aiuiski?
vnz granaio per rancido ecc. Siamo quindi condotti ad una forma
ribaldello, la quale raffrontata con ribaltare da rivoltare, col lmb.
strabalda metter sossopra da stravoltare, ci conduce a rivoltello; e
questa etimologia appoggiata dal nap. votaianna (da voltare e
ianua) che vale appunto grimaldello.
(3) ll lomb. pelandruna il femminile di pelandrn, voce affine
all'emil. balandran mascalzone (fr. balandran) dall'equival latino,
balatro. La stessa origine ha il val, bulendra. Si presenta quindi
come verosimile l'etimologia di baldracca da balatracchia (baladracula)
(4 ) GRIMM, Gesch. der deut. Sp. I, 23,
234
supposto vespertillus come, col Diez, crede il mio amico prof. d'Ovidio.
Quanto alla difficolt fonetica si confronti mila da millia, e il tosc.
titllore castagne accanto a tiglie. .
-
235
so
tare:
236
dizionale,
237
to, saputo ecc. (Cant. mer. I. 32, 77, 46, 53, ecc.)
Anche le singole persone dei tempi sono spesso
(1) Avia (habeban) anche fuor di composizione si per altera
zione fonetica assottigliato in ia in vari dialetti. Cos a Iecce cantano:
Ca ieu nu core c'ia lu diesi a lei (Cant. mer. I. 325) Quindi domir
i, cantar ia ecc.
238
239
da
cada
240
241
che
non
di
rado
242
modi
corrispondenti.
243
Vnz. crompar; rom. fedico, sd. fidigu, lmb. fidac per fegato; sd.
clobare (copulare) e lmb. ciopa (clopa cio copia); rom.
battecca, lmb.bateca bacchetta ecc.
244
245
la, nap. goglia voglia, sic gastimari (vastimari) bestemmiare
ecc. e per contrario: rom. tevola tegola, nap. spavetti spaghetti,
lmb. pagiira, sic. pagura da pavor, nap. pav pagare, Sd. vog
eu gozzo ecc. Notevole la comune alterazione di iugum: sic.
iuvu, lmb. zuf, gnv. zuvu, rmg. 2v (1) ecc.
I,. 61,
-
246
(2) Qui anche grigione nuvil ovile. Ascoli Sagg lad. l 10.
(3) Lad. vola da olla. Ascoli S. L. 381. Dal v iniziale poi lo
sviluppo del g cfr. golpe da volpe). Quindi lad. gof da vof per uof
uovo (AscoLI S. L. 417) e cosi spiegasi, a mio credere, il gar (cio
guar da var) per arare dei dialetti di Basilicata (C. m. l. 127)
247
Cfr. Sd. vnz. peligno coa, lmb. cua, grig. cua, sd. creiri
credere, sannit. creo, merid. criju; genov. vei vedere, san. veo
ecc. Cos nei participii passati in to: Vnz. figao, sd figau; genov.
perduo, uscio, vnz. abatuo, ticin. butto, baso ecc. (1)
248
(cavo), vnz, ceola, sd. ziodda cipolla, vnz. niola, nap. mila
(C. m. I. 185) nuvola, sd. annuare annuvolare, lmb. laim sco
scendere da labina ecc.
lombardo orientale:
(l) Cfr le forme ladine sajetta, snejer (negare) castier, fadier,
spias (spiche) veschia (tosc. vescia), virija (verruca) ecc. nei Saggi
ladini del prof. AscoLI p 74, 121; 146, 205 ecc. Ivi ancora sono
stupendamente analizzate le ragioni fisiologiche e tutte le minute
gradazioni di siffatte mutazioni che l'indole di questo lavoro non ci
consente che di toccare di volo.
249
buci, rasi ci m per cane, mano, boccone, ragione.
Gen. sign, rig, s (solo), toa tavola, coeu core, puia paura, caa
cara, o lo, a la ecc. (1)
V. Gruppi consonantici
La medesima tendenza, cio la semplificazio
ne e l'alleggerimento delle combinazioni e degli
incontri delle consonanti, prevale nella lingua scritta
e nei numerosi dialetti. Se non che, come gi notam
mo per i dialetti toscani, vedesi come per ciascun
gruppo di consonanti la tendenza all'alleggerimento
riesca ora ad una diversa modificazione
ed ora ad
con
250
25l
altera
252
mutamenti
bia, nap. sciore, calab. ghiuri, sic. ciuri fiore; nap. seccia sep
pi, accio apio, saccio da sapio (1) ecc.
Altro processo quando la palatina espelle la labbiale de
bole come in nap. gajola (caviola) gabbia, jastemma per bia
253
254
siglio: ovvero per dileguo della palatina: vnz. fio figlio, piem.
pi pigliare ecc. (2)
255
lmb. ciopa e sd. gioba coppia (cio chjopa da clopa per copula);
lmb. ciuc, piem. cioch ecc. e sd. acciocci per chioccare da
klochn ecc.
il
vocalismo
similmente
riscontransi:
l.
256
valacche. Spg. tiempo, tierra, muerte, huerto, hueso e val. fier ferro,
pierd perdo, doarne dorme, foarte forte ecc.
Cos nei Grigioni: fier, vierm, aviert ecc. poi miert morto, iess
osso ecc, Ascoli S. L. 16, 28 ecc.