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ASSETTO DIOCESANO E SIGNORIA VESCOVILE.

LE PRESENZE PAVESI FRA ASTIGIANO E


MONFERRATO
Author(s): Aldo A. Settia
Source: Aevum, Anno 65, Fasc. 2 (maggio-agosto 1991), pp. 295-307
Published by: Vita e Pensiero Pubblicazioni dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore
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ASSETTO DIOCESANO E SIGNORIA VESCOVILE.


LE PRESENZE PAVESI FRA ASTIGIANO E MONFERRATO *

L'assetto dei territori diocesani, ricalcato in origine sulla giurisdizione civile del
le civitates tardo antiche, fu presto alterato dal ricorso a criteri di altra natura 1 e si
venne in seguito complicando a causa delle piu varie interferenze di carattere sia ec
clesiastico, sia politico e patrimoniale. II vescovo di Pavia, forse piu di altri, dovette
fare i conti, sino air eta contemporanea, con una grande quantita di anomalie terri
toriali; tale situazione era, almeno in parte, conseguente alia singolare condizione
della citta sede del potere regio. Lo sviluppo delPautorita episcopale, ostacolata dal
la presenza del Palazzo e dei potenti monasteri urbani, trovo compenso alPesterno
in un vero e proprio sciame di isole giurisdizionali civili ed ecclesiastiche capricciosa
mente distribuite non solo nei territori delle contermini diocesi di Milano, Lodi, Pia
cenza, Tortona e Vercelli, ma anche nei piu lontani ambiti diocesani di Como e, so
prattutto di Asti2, distribuzione che una tradizione storiografica disattenta e fanta
siosa tende a retrodatare sino ai tempi della prima evangelizzazione.
I - ?INTER EPISCOPATUM ASTENSEM, ET AQUENSEM ET ALBENSEM?

La porzione di territorio circoscritta dal corso dei fiumi Tanaro e Belbo e dai
torrenti Tiglione, Nizza e Tinella dovette costituire sin dalPalto medioevo una specie
di ?agro confinale? 3 posto alPincrocio di piu circoscrizioni diverse. Nulla di specifi
co ci e stato tramandato per quelPepoca ma, come si riscontra in altre analoghe si
tuazioni4, si pud ritenere che le vaste terre fiscali di cui la zona era ricca siano assai
* II presente saggio ha costituito oggetto di relazione al Convegno internazionale Bianca Lancia di
Agliano. Fra il Piemonte e il regno di Sicilia (Asti-Agliano, 28-29 aprile 1990).
1 Cfr., in generale, C. Violante, Primo contribute* a una storia delle istituzioni ecclesiastiche nell'I
talia centro-settentrionale durante il medioevo: province, diocesi, sedi vescovili, in Miscellanea historiae ec

clesiasticae. V, La cartographie et I'histoire socio-religieuse de VEurope jusqu'd la fin du XVIIe sfecle,


Louvain 1974, pp. 160-204; Le strutture organizzative della cura d'anime nelle campagne dell'Italia centro
settentrionale (secoli V-X), in Cristianizzazione ed organizzazione ecclesiastica delle campagne nell'alto me
dioevo: espansione e resistenze, Spoleto 1982, pp. 972-983 (ora entrambi in Ricerche suite istituzioni eccle
siastiche dell'Italia centro-settentrionale nei medioevo, Palermo 1986, pp. 25-62 e 105-265).
2 Vedi, in generale, G. Forzatti Golia, Le istituzioni ecclesiastiche (secoli XI-XV), in Storia di Pa
via. III/l, Dal libero comune alia fine del principato indipendente (1024-1535), di pubblicazione imminente.
3 Cosi la definisce C. Desimoni, Suite marche d'ltalia e suite low diramazioni in marchesati, ?Atti
della Societa ligure di storia patria?, XXVIII (1896), p. 227: il ?distretto e comitato rurale di Loreto, am
pio territorio fra Tanaro e Belbo sui confini comuni delle due marche Aleramica e Arduinica (...) e una
specie di agro confinale, vasto appunto perche limite di piu comitati e in origine forse limite di piu popoli
liguri; come il Bosco e il territorio intorno all' Urba era l'altro limite opposto tra le marche aleramica e

obertenga?.

4 Citeremo i casi delPOltrepd pavese (cfr. F. Bougard, Entre Gandolfingi et Obertenghi: les comtes
de Plaisance au Xe et XI2 siecles, ?Melanges de l'Ecole franchise de Rome. Moyen age?, 101 (1989), pp.
23-24) e del basso Monferrato (A.A. Settia, ?Monferrato?. Storia e geografia nella definizione di un terri

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A.A. SETTIA

presto passate nel patrimonio di cospicue famiglie di tradizione funzionariale 5; fu


poi la loro generosita ad originare la fitta rete di possessi ecclesiastici che vi trovia
mo stabilita sin dalPinizio del secolo XI.
Accanto all'abbazia di S. Anastasio di Asti6, ecco vescovo e Capitolo della stes
sa citta 7 e il monastero genovese di S. Siro 8; ma non meno antichi dovevano essere
i possessi di altri enti benche se ne abbia notizia solo nei primi decenni del secolo
XIII. Nel 1203 Pabbazia di Fruttuaria possedeva il priorato di S. Zeno di Agliano 9,
mentre nel 1216 Innocenzo III, prendendo sotto la sua protezione le dipendenze di
S. Michele della Chiusa, vi comprendeva chiese di Mombercelli, Loreto, Bionzo e
Vinchio, tutti beni che risultavano collocati ?in episcopatu Papiensi? 10 e non a caso

dal momento che nel 1217 Onorio III confermava appunto al vescovo di Pavia la

?plebs de Ponte? posta ?inter episcopatum Astensem et Aquensem et Albensem? 11.


Sappiamo che la chiesa pievana di Ponte, ormai da tempo scomparsa, si trovava
nelPodierno territorio di Costigliole d'Asti 12, in posizione quindi da poter compren
dere nella sua giurisdizione tutto il territorio circoscritto dai quattro cor si d'acqua
anzidetti, che appunto lo separavano dalle adiacenti diocesi di Asti, Alba e Acqui 13.
torio medievale, ?Bollettino storico bibliografico subalpino?, LXXIII (1975), pp. 514-515 (poi in Monferra
to. Strutture di un territorio medievale, Torino 1983, pp. 70-71).
5 Siamo pero a conoscenza soltanto dei beni che, prima degli anni 1064-1065, vi ebbe Berta, sorella
di Adelaide di Torino: cfr. R. Bordone, II ?famosissimo marchese Bonifacio?. Spunti per una storia delle
origini degli Aleramici detti del Vasto, ?Bollettino storico-bibliografico subalpino?, LXXXI (1983), pp.
593-594; Affermazione personate e sviluppi dinastici del gruppo parentale aleramico: il marchese Bonifacio
?del Vasto? (sec. XI-XII), in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel medioevo: marchesi, conti e vi
sconti nel regno italico (secc. IX-XII), Roma 1988, p. 35. P. Darmstadter, Das Reichsgut in der Lombar
dei und Piemont, Strassburg 1896, p. 246, vi collocava il possesso aleramico di Blundi che egli identificava
impropriamente con Bionzo.
6 Cfr. R. Bordone, Citta e territorio nell'alto medioevo. La societa astigiana dal dominio dei Fran
chi all'affermazione comunale, Torino 1980, p. 159, nota 228.
7 Cfr. L. Casto, // fondamento patrimoniale della potenza vescovile di Asti, ?Bollettino storico bi
bliografico subalpino?, LXXIV (1976), p. 43: nel 1040 la Chiesa di Asti possiede le corti di Meciagum e di
Mons Leducii entrambe poste nella zona di cui si tratta, cosi come lo sono i beni ?ultra Tanagrum in Mon
te Prevellero, Laureto, Saxo, Cavulro, Calocio, Aglano, Mecedo, Corticellis, Sparvaria et in Rocheta de

Flexo? confermati al Capitolo di Asti da Alessandro III il 25 luglio 1169 (F. Gabotto - N. Gabiani, Le

carte delVarchivio Capitolare di Asti, Pinerolo 1907, doc. 44, p. 44) e da Clemente IV il 7 agosto 1266 (L.
Vergano, Le carte delVarchivio Capitolare di Asti, Torino 1942, doc. 205, p. 248).

8 Cfr. A. Basili - L. Pozza, Le carte del monastero di S. Siro di Genova dal 952 al 1224, Genova
1974, doc. 36 (30 sett. 1063-1064), pp. 59-60; doc. 40 (25 lug. 1070-1071), p. 66; 41 e 42 (19 nov.

1070-1071), pp. 68-70; 61 (15 sett. 1123-1124), pp. 93-94: donazione di beni posti in Calosso.
9 Biblioteca Reale Torino, Pergamene sciolte del secolo XIII, n. 155 (copia del 1348): nel 1203 al ca
pitolo generale del monastero partecipa ?prior S. Genoni de Alianis, diocesis Papiensis?.

10 Cartario dell'abazia di Cavour, a c. di B. Baudi di Vesme - E. Durando - F. Gabotto, Pinerolo


1900, doc. 34 (11 apr. 1216), p. 55: ?In episcopatu Papiensi ecclesiam Sancti Iacobi cum appendiciis suis,
ecclesiam Montis Bersarii, ecclesiam Sancti Michaelis de Loreto cum pertinentiis suis, ecclesiam de Bleoniis,
ecclesiam de Viginti, ecclesiam Sancti Blasii? (ripetuto senza varianti nella successiva conferma di Innocen
zo IV, ibid., doc. 44, 26 feb. 1245, p. 67).
11 C. Prelini, San Siro primo vescovo e patrono della citta e diocesi di Pavia. Studio storico critico,
II, Pavia 1890, doc. 31 (maggio 1217), p. 49: ?inter episcopatum Astensem et Aquensem et Albensem ple
bem de Ponte cum capellis et parochiis suis, in episcopatu Vercellensi plebem de Pernungo cum parochia
sua?.

12 Cfr. P. Viarengo, Luoghi soggetti ad Asti nel repertorio del codice Malabaila, in Q. Sella, Co
dex Astensis qui de Malabaila communiter nuncupatur. I, Memoria, Roma 1880, p. CCXCVIII; I. Duran
di, // Piemonte cispadano antico, Torino 1774, p. 205, poneva invece il luogo di Ponte nella valle della Ti
nella, cio che renderebbe piu agevole spiegarne il nome; alPopinione del Durandi si rifaceva, nei primi anni

dell'800, anche l'erudito astigiano Giansecondo Decanis: cfr. R. Bordone, Proposta per una lettura della
corografia astigiana dell'avvocato G.S. Decanis, Asti 1977, p. 137.
13 Come notava F. Savio, Gli antichi vescovi dTtalia dalle origini al 1300 descritti per regioni. II
Piemonte, Torino 1898, pp. 587-588.

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La presenza ecclesiastica pavese conservava un raccordo con il potere politico attra


verso il diritto di decima; sempre nei primi decenni del '200, infatti, alcuni consigno
rs di Agliano, Vinchio, Vaglio Serra e Castelnuovo Calcea, alienando i loro diritti al
comune di Asti, escludono ?la decima che tengono dal marchese di Monferrato? 14,
e questi conferma, dal canto suo, che ?i signori di Agliano dipendono da lui per la
decima di Agliano e della pieve di Ponte? 15. Tali diritti ? che evidentemente il

marchese deteneva a sua volta dal vescovo di Pavia ? rappresentavano allora, di

fatto, Pultimo residuo della presenza aleramica nel territorio che sino a pochi anni
prima aveva costituito il cosiddetto comitato di Loreto 16, la cui estensione sara da
considerare, assai probabilmente, coincidente con la pieve di Ponte.
Se la Chiesa pavese aveva qui soltanto un'autorita religiosa, in altre due localita
delPAstigiano ? estranee a quest'area e fra loro separate ? negli ultimi decenni del
secolo XII le spettavano invece diritti di signoria temporale. II 24 ottobre 1182, en
tro la chiesa del castello di Tigliole, Alberto, detto appunto ?de Tegloliis?, ricono
sceva gli obblighi contratti dai suoi predecessori verso il vescovo di Pavia. Ad ogni
nuova investitura egli era tenuto a fornire un cavallo e un'armatura da guerra, e un
animale da soma ferrato, doveva inoltre dichiarare in nome suo pace e guerra, e
ospitarlo con il seguito di uomini e di cavalcature in occasione delle sue visite 17.
Contemporaneamente e analogamente sappiamo che Pautorita del vescovo pavese si
esercitava anche sul castello di Cortazzone poiche Alberto ?de Cortasono?, sotto
mettendosi nel 1198 al comune di Asti, giurava appunto fedelta ?salvo episcopo Pa
piensi de Cortasono et de Toglolis? 18.
14 Codex Astensis qui de MalabaUa communiter nuncupatur, a c. di Q. Sella, II, Roma 1880,

docc: 312 (18 giu. 1213), p. 371; 314 (11 ott. 1213), p. 372 per Agliano; 349 (14 ag. 1212), p. 397; 358 (17
ott. 1212), p. 402; 364 (14 ag. 1212), p. 407; 368 (17 ott. 1212), p. 408; 317 (18 ott. 1212), p. 410; 388 (17
ott. 1212), p. 418; 395 (10 ag. 1212), p. 421-422 per gli altri luoghi (manca pero ogni menzione di Calos
so). Ciascuno aliena la sua parte di signoria ?excepta decima quam tenet a marchione Montisferrati?.

15 Cfr. P. Cancian, La carta di mutuo di Guglielmo VI di Monferrato a favore di Federico II. Un


contributo paleografico alia toponomastica piemontese, ?Bollettino storico bibliografico subalpino?, LXX
XI (1983), p. 735: ?domini de Alliano tenent ab eo decimam Alliani et decimam plebis Pontis?. Vedi anche
A.A. Settia, Geografia di un potere in crisi: il marchesato di Monferrato nel 1224, relazione al Congresso
internazionale Dai feudi monferrini e dal Piemonte ai nuovi mondi oltre gli oceani (Alessandria, 2-6 aprile
1990), testo corrispondente alia nota 94.
16 Sulle vicende di tale territorio Viarengo, Luoghi soggetti ad Asti, pp. CCXCIV-CCXCVIII; C.
Merkel, Manfredi I e Manfredi II Lancia, Torino 1886, pp. 13-14; Bordone, II famosissimo marchese,
pp. 599-601; Affermazione personate, pp. 40-43. SulPincertezza dei suoi confini P. Calgaro, II comitato di
Loreto, dattiloscr. presso il Dipartimento di Storia dell'Universita di Torino, 1971.
17 Archivio della Curia vescovile di Pavia, cartella 92, copia autentica pergamenacea del secolo XIII

mutila sulla destra (altre copie autentiche cartacee nelle cartelle 87 ? anno 1678 ? e 89 ? sec. XVIII):
?Anno Domini MCLXXXII, indictione XV, IX kalendas novembris, die dominico, in castro Teglole, in ec

clesia S. [...], confessus fuit Albertus de Tegloliis quod quociens renovatur investitura de castro Teglolie in
person [...] suo antecessore qui fuerant ab hepiscopo Papiensi investitus, debet ille in cuius persona fit in
vestitura simul [...] [Pa]piensi episcopo destrarium unum et loricam; insuper domini de Tegloliis debent da
re predicto ehpiscopo somarium unum [...] ferratum [... in suo ad] vento in Tegloliis debent predicti domi
ni de Tegloliis eum recipere et in cena sibi et suis, et equis, et in mane in [...] re fidelitatem quoque et ho
minium ei contra omnem hominem facere debent. Castrum quoque de Tegloliis [...] episcopus [...] si de eo
guerram et pacem cui episcopus Papiensis voluerit facere debent. Huic confessioni interfuerunt [...] diaco
nus eiusdem ecclesie, maister Streva prepositus Sancti Micahelis, archipresbiter de Ponte, sacerdos Wiliel
mus Sancti Petri a Vincul [is] [...] rati, Sirus Salimbene vicedominus Papiensis episcopi, Lafrancus de Be
caria, Enricus filius Berengarii de Basignana, Ber [...], Petrus Mutus de Tegloliis, Obertus Casanus. Et ego
Enricus Serrelonge sacri palacii notarius interfui et scripsi?. Segue la sottoscrizione del notaio Saracenus de
Bur go che ha eseguito la copia. Ringrazio il dott. Ezio Barbieri per l'aiuto che mi ha prestato nella lettura
del documento.
18 Codex Astensis, III, doc. 783 (4 lug. 1198), p. 865: carta di donazione da parte ?Rogerii de Cor
tandono et Alberti de Cortasono fratris sui?: essi giurano ?salvo episcopo Papiensi de Cortasono et de To
glolis et salvo domino Manfredo de Buscha de hoc quod habent ultra Tanagrum?.

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A.A. SETTIA

Attraverso sporadiche testimonianze e possibile seguire la continuity della signo


ria vescovile sulle due localita astigiane: alia fine del '200 il vassallaggio di Tigliole
passa a famiglie cittadine, i Solaro prima e i Montafia poi 19, mentre Cortazzone si
stabilizza nelle mani dei Pelletta 20. I membri di tali dinastie continueranno a riceve
re periodicamente Pinvestitura nei due secoli successivi, non senza risentire delle vi
cende generali cui va soggetto Pintero territorio astigiano, sottoposto via via alia su
premazia di Giovanni di Monferrato, dei Visconti e infine della casa di Francia 21.
I documenti di investitura dei secoli XIV e XV relativi a Tigliole, pur attraverso
le inevitabili innovazioni suggerite dai tempi, continuano a riflettere, con ampiezza
di particolari, gli steSsi impegni che gia abbiamo visto sommariamente enunciati nel
la frammentaria ?cartula confessionis? del 1182 22 e verisimilmente risalenti al detta
to originario. Si precisa infatti che il destriero, da presentare ad ogni nuovo vescovo
che entra in carica, deve essere ferrato d'argento 23, e Parmatura ?sufficiente alia ta
glia? del vescovo stesso 24; il loro controvalore, equamente ripartito fra i condomini,
continuo ad essere pagato sino alia fine delPeta medievale.
Allo stesso modo in cui i rinnovi del '300 e del '400 ripropongono tali obblighi

19 Per Tigliole e luoghi annessi cfr. F. Savio, Gli antichi vescovi dTtalia dalle origini al 1300 descrit
ti per regioni. II, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia, Bergamo 1932, p. 480: il 25 marzo 1297 il vicario del
vescovo di Pavia, Guido di Langosco cita membri della famiglia Solaro a richiedere Pinvestitura di Tigliole;
nell'archivio della Curia vescovile di Pavia, Vescovi, cartella 2, si conservano le investiture seguenti (tutte
in copia cartacea del secolo XVII): n. 9, 31 ott. 1381 a Pietro e a Franceschino Cazio; n. 11, 3 ott. 1384, a
Giovanni Antonio Solaro; n. 17, 6 luglio 1387, al medesimo; n. 12, 19 die. 1387, a Giovannino e Michele
Cazo Solaro; seguono, senza numerazione, altre investiture concesse ad Antonio di Montafia in data 20 ot
tobre 1447; a Giorgio di Montafia il 28 maggio 1479 e il 26 marzo 1482, a Ludovico Antonio di Montafia
il 14 ottobre 1499.

20 Per Cortazzone cfr. Savio, Gli antichi vescovi (...). Pavia, p. 481: il 23 nov. 1302 Bonifacio e

Baldracco Pelletta dichiarano di fronte al vescovo Guido che ?Cortazzone era feudo antico della Chiesa di
Pavia?; Archivio della Curia vescovile di Pavia, cartella 2, n. 7: il 31 maggio 1344 Pinvestitura del luogo
viene confermata a quattro rappresentanti della famiglia Pelletta ricordando le precedenti concesse dai ve
scovi Guglielmo (1265-1272), Guido (1295-1311) e Giovanni (1330-1342); G. Robolini, Notizie appartenenti
alia storia della sua patria, IV/2, Pavia 1832, p. 112, nota 1, menziona investitura del 22 ottobre 1331 con
cessa a Benedetto Pelletta. I Pelletta avevano acquisito per la prima volta diritti su Cortazzone nel 1228:
cfr. A. Cotto, Operazioni finanziarie ed espansione signorile dei Pelletta di Asti, dattiloscr. presso il Di
partimento di Storia delPUniversita di Torino, 1970, p. 20 e doc. 1 in appendice (da Archivio dell'Ospedale
Mauriziano, Cortandone-Cortazzone, mazzo 1, n. 5): non vi si nomina direttamente il vescovo di Pavia,
ma il documento e rogato ?in castro Teglolarum Superiorum?); si ricordano inoltre investiture ottenute dal
vescovo di Pavia negli anni 1293 (p. 64), 1314 (p. 78), 1331 (p. 76 e 177), 1395 (p. 75). E quindi senza fon
damento Popinione che i Pelletta fossero vassalli del vescovo di Pavia per Cortazzone ?sin dal 1125? (cosi,
ad esempio, N. Gabiani, Asti nei principali suoi ricordi storici, I, Torino 1927, p. 103, nota 2; cfr. anche

Robolini, Notizie, III, Pavia 1828, p. 97).


21 Per tali vicende basti qui rinviare, in generale, a L. Vergano, Storia di Asti. Ill, Dalla fine della
libertd comunale alia rivoluzione francese, Asti 1957; sul perdurare delle presenze vescovili pavesi in eta
moderna cfr. CM. Cipolla, Finanze di borghi e castelli sotto il dominio spagnolo, ?Bollettino storico pa
vese?, VIII (1945), pp. 8-13 (sui redditi di Tigliole nel '500); V.L. Bernorio, La Chiesa di Pavia nel secolo
XVI e Vazione pastorale del cardinale Ippolito de Rossi (1560-1591), Pavia 1972, pp. 213 e 301.
22 Vedi supra, nota 17.

23 Cosi, in specie, il testo dell'investitura ad Antonio Solaro del 1384 (cit. supra, nota 19): ?Item

quando episcopus apprehendit possessionem episcopatus Papie et vassalli feudi predicti recognoscunt prima
vice dictum castrum Tegliolarum cum suis iuribus et pertinentiis suprascriptis ab ipso episcopo in feudum,
solvere teneantur suam contingentem portionem unius destrarii de argento ferrati sufficientem pro equitatu
dicti domini episcopi prout in antiquis investituris continetur?. Vedi anche la nota seguente.
24 Cosi, in specie, nei testi delle investiture concesse a Giovanni Antonio Solaro del 1387 (supra, no
ta 19): ?et unius lorice sufficientis pro persona dicti domini episcopi prout in investituris antiquis contine
tur?, e ad Antonio di Montafia nel 1447: ?unum sonipedem seu equum appellatum destrarius pedes de ar
gento bonum et sufficientem pro equitatu ipsius domini episcopi et loricam unam pro persona ipsius domi
ni episcopi?. Gli stessi elementi sono ripetuti nelle investiture degli anni 1479, 1482 e 1499.

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?prout in antiquis investituris? 25, si deve ritenere che riflettano anche Pestensione
topografica originaria della signoria: essa nel secolo XIV si esercita su castello, vil
laggio e territorio ?Tegliolarum superiorum et inferiorum, Conspienzii et Zerbi? 26,
cui si aggiunge piu tardi anche Cerreta 27, tutte localita minori scomparse, ma anco
ra ben identificabili, sull'odierno territorio di Tigliole 28, il quale risultava quindi in
tegralmente soggetto alia supremazia temporale del vescovo pavese. Essa dovette
nondimeno subire una crisi nei decenni centrali del secolo XII allorche un noto di
ploma di Federico I attribui al comune di Asti ? insieme con molte altre localita
prossime alia citta ? anche Tellolias, Caspencius, Cerreta e Padernus 29. II provvedi
mento non ebbe comunque effetto 30 ne integrale ne duraturo poiche, come si e vi
sto, poco piu di vent'anni dopo la signoria pavese risultava almeno in parte ristabili
ta, per quanto Tigliole Inferiore nel 1190 continuasse ad appartenere al comune 31.

La dipendenza temporale dal vescovo pavese non portava con se automatica

mente anche la giurisdizione ecclesiastica 32; essa infatti si limitava alia sola chiesa
del castello di Tigliole Superiore, corrispondente al centro abitato attuale 33, mentre
il vescovo di Asti conservava la superiorita religiosa sulle chiese di Caspenzio e di
Tigliole Inferiore 34. Non diversa era la situazione a Cortazzone dove la chiesa di S.

25 Vedi i testi riportati nelle due note precedenti.

26 Nel 1381 Pietro e Franceschino de Solario richiedono l'investitura della 18a parte ?pro indiviso?

?castri, ville et territorii Tegliolarum superiorum et inferiorum, Conspientii et Zerbi positorum in partibus
Astensibus, diocesis Papie?; simile l'espressione usata nel 1387 (vedi supra, nota 19).
27 Nei testi delle investiture a noi noti cio avviene per la prima volta nel 1384 e si ripete piu chiara

mente nel 1447, 1479 e 1482 (vedi supra, nota 19); scorretta la lettura Geglide per Cerrete in F. Magani,
Cronotassi dei vescovi di Pavia, Pavia 1894, p. 910, ripetuta da F. Gianani, La ?Charta consuetudinum
antiquarum Ticinensis ecclesiae?, Pavia 1974, pp. 187 e 188.
28 Sulla scorta, in specie, delle osservazioni fatte dal Decanis ai primi dell'800: cfr. Bordone, Propo
sta per una lettura {supra, nota 12), pp. 245-247; vedi inoltre R. Bordone, L'aristocrazia militare del terri
torio di Asti: i signori di Gorzano, ?Bollettino storico bibliografico subalpino?, LXIX (1971), pp. 378-379;
Una valle di transito nel gioco politico delVeta sveva. Le trasformazioni del potere e delVinsediamento nel
comitato di Serralunga, ?Bollettino storico bibliografico subalpino?, LXXIII (1975), pp. 148 e 163; Cittd e
territorio (supra, nota 6), pp. 237-238. Le localita menzionate nelle investiture trovano piena rispondenza in
quelle odierne di Tigliole, Tigliolette, Scapenzo, Cerreta; il solo Zerbum rimane senza riscontri puntuali.
29 MGH, Friderici I. diplomata, II, Hannoverae 1979, doc. 259 (15 feb. 1159), p. 65 (gia in Codex
Astensis, II, doc. 6, con qualche minima variante grafica nei toponimi), da notare che Tellolias figura al
ventesimo posto, ad essa seguono altre venti localita e infine, a chiusura dell'elenco, Caspencius, Cerreta e
Padernus; si tratta quindi, probabilmente, di aggiunta a suggello di una decisione perfezionata solo in un
secondo tempo. Sulle localita menzionate nel diploma cfr. Bordone, Una valle di transito, pp. 149 e 163.
30 Puo darsi che la sottrazione dei luoghi suddetti al vescovo di Pavia fosse dovuta a semplice inav
vertenza verso i suoi diritti, ma si potrebbe anche pensare che essa rientrasse in un tentativo di razionaliz
zazione del territorio diocesano pavese; lo dimostrerebbe la concessione delle pievi pavesi di Postino e Pa
gazzano al vescovo di Cremona fatta il 29 maggio 1168 da Alessandro III (cfr. Savio, Gli antichi vescovi
(...). Cremona, p. 88) e che parimenti non ebbe seguito. Piu difficile pensare ad una ?punizione? inflitta
dalPimperatore al vescovo di Pavia per la mancata adesione all'antipapa Vittore poiche l'espulsione di Pie
tro dalla sua sede avvenne soltanto nel settembre del 1159 (Savio, Gli antichi vescovi (...). Pavia, p. 93).
31 La dipendenza di Tigliole dal vescovo di Pavia e infatti accertata nel 1182 e nel 1198 {supra, testo
corrispondente alle note 17 e 18) mentre la ?villam Tegolarum inferiorum? e menzionata intorno al 1190
fra i luoghi soggetti al comune di Asti (Aliquid de ystoria civitatis Astensium, in Codex Astensis, II, p. 64,
n. 30, con il commento in Bordone, Citta e territorio, pp. 237-238). Vedi anche avanti testo corrisponden
te alia nota 58.
32 Nonostante quanto si afferma nelle investiture del 1381 e del 1387 riportate supra alia nota 26.
33 Come si rileva dalle osservazioni del Decanis (supra, nota 28).

34 Cfr. A.M. Cotto Meluccio, Documenti capitolari del secolo XIII, a c. di P. Dacquino, Asti

1987, docc. 25 (9 ott. 1265), p. 14; 157 (19 mar. 1266), p. 66; 246 (12 feb. 1286), p. 104; 689 (6 feb. 1297),
p. 354; 727 (26 nov. 1269), pp. 376-377; G. Bosio, Storia della Chiesa di Asti, Asti 1890, doc. 4 (registro
delle chiese che pagano il cattedratico nel 1345), p. 522: ?registrum ecclesie S. Marie de Caspentio est libr.
XXX; registrum ecclesie de Tegloleis inferioribus est libr. VIII?.

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300

A.A. SETTIA

Secondo rimase soggetta alia diocesi di Asti35, senza contare che la signoria pavese
doveva coesistere anche con un'importante dipendenza monastica 36. Per contro poco
piu a nord, presso Moncalvo d'Asti, la chiesa di S. Cassiano di Penango appartene
va a Pavia solo ecclesiasticamente venendo a costituire un'enclave compresa, questa
volta, entro la diocesi di Vercelli37: situazioni, come si vede, analoghe ma non omo
genee, che si ripetono nelle altre numerose dipendenze ora ecclesiastiche ora tempo
rali possedute dal vescovo di Pavia fuori della propria diocesi38.
II - ALLE ORIGINI DELLA GIURISDIZIONE PAVESE

Quando, come e perche si erano costituite tali anomale ? ma non eccezionali


? dipendenze fra Astigiano e Monferrato? Per la pieve di Ponte non si e esitato a
immaginare che essa ricalcasse il territorio di un pagus attribuito sin dalPeta antica
alia colonia di Ticinum e poi ridiventato autonomo nel medio evo 39, mentre altri
hanno avanzato la congettura che la ?singolare giurisdizione? della diocesi pavese su
un territorio ?cosi lontano dal proprio? nascondesse in realta il patrimonio pontifi
cio delle Alpi Cozie, sempre ?vanamente cercato dagli eruditi? 40. L'assai antica ap
partenenza di Tigliole ad ?istituti ecclesiastici non locali? e stata a sua volta ritenuta
spiegabile soltanto risalendo all'epoca longobarda nel corso della quale ?si pud pen
sare a una donazione di qualche Sovrano alia chiesa di Pavia, o alia occupazione,
da parte sua, di Tigliole e di altre localita, al tempo delle lotte fra ariani e cattolici,
o alia gestione pavese dei beni spettanti alia curia romana? 41.
Mold cultori di storia ecclesiastica hanno invece tradizionalmente dato per scon
tato che le pertinenze pavesi risalissero alPeta della prima cristianizzazione: s. Siro,
protovescovo di Pavia, avrebbe evangelizzato PAstigiano annettendolo alia propria
sede, cosi che le successive enclaves non sarebbero che il residuo di quelPantica ap
partenenza 42. Nessuno ha mai smentito in modo reciso tale convinzione, e anche co

35 Cfr. Carte astigiane del secolo XIV (1300-1308), a c. di P. Dacquino, Asti 1983, doc. 1 (15 gen.
1300), p. 29: il vicario generale del vescovo di Asti nomina il rettore della chiesa di S. Secondo di Cortaz
zone; Bosio, Storia, doc. 4, p. 518: ?Registrum ecclesie de Corseono est libr. XII?.
36 Cfr. Le chiese romaniche delle campagne astigiane. Un repertorio per la low conoscenza, conser
vazione, tutela, a c. di L. Pittarello, Asti 1984, pp. 104-105: ?Notizie storiche? sulla chiesa di S. Secon
do di Cortazzone (a c. di R. Bordone): essa dipendeva da S. Secondo della Torre rossa di Asti soggetta a
sua volta alPabbazia di Fruttuaria; un priore di S. Secondo e presente al capitolo fruttuariense del 1203
(cit. supra, nota 9).
37 Vedi supra, nota 11 (dove Pernungo va sicuramente rettificato in Peenengo), e M.N. Laurent,
La decime de 1270-1280 dans Vltalie septentrionale, in Miscellanea Pio Paschini. Studi di storia ecclesiasti
ca, I, Roma 1948, p. 367: ?ecclesia S. Cassiani de Penengo Vercellensis diocesis subiecta episcopo Papien
si?; cfr. anche A.A. Settia, Monferrato. Strutture di un territorio medievale, Torino 1983, pp. 51, 71,
232; Chiese, strade e fortezze nellTtalia medievale, Roma 1991, pp. 186 e 334.
38 Per ulteriori elementi si rimanda in generale a Forzatti, Le istituzioni ecclesiastiche (supra, nota

2).

39 Cosi ha pensato F. Gabotto, / municipi wmani dellTtalia occidentale alia morte di Teodosio il

Grande, in Studi sulla storia del Piemonte avanti il mille, Pinerolo 1908, pp. 272-273, 284.
40 Savio, Gli antichi vescovi (...). Piemonte (supra, nota 13), p. 588, nota 1.

41 Tale il parere di A. Faroppa Vaudetti, La chiesa di S. Lorenzo di Tigliole, ?Rivista di storia, ar

te e archeologia per le provincie di Alessandria e di Asti?, LXXIV (1965), pp. 146-147.


42 L'affermazione e tradizionalmente ripetuta nella storiografia locale dal secolo XVI al XIX: baste
ra qui rinviare a Prelini, San Siro (supra, nota 11), I, Pavia 1880, pp. 537-539, dove si fa riferimento agli
autori precedenti. L'ipotesi viene in generale accettata come possibile dagli storici astigiani, fra cui ricordia
mo, fra i piu recenti: Bosio, Storia della Chiesa d'Asti (supra, nota 34), pp. 21-30, e, dietro a lui, Gabiani,

Asti nei principali suoi ricordi (supra, nota 20), pp. 101-103; Vergano, Storia di Asti, I, Asti 1951, pp.
24-25; A. Bianco, Asti medioevale, Asti s.d., p. 68.

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ASSETTO DIOCESANO E SIGNORIA VESCOVILE

301

loro che non vi aderiscono esplicitamente mostrano di credere che la presenza delle
dipendenze pavesi sia da collocare in un passato almeno anteriore al secolo X 43.
Pur nelPincertezza ? dalla quale non sara comunque possibile uscire ? propor
remo qualche approssimazione meno imprecisa giovandoci della migliore informazio
ne di cui si dispone per Tigliole e, in misura minore, per Cortazzone, per quanto
nulla garantisca, in assoluto, che tutte le localita pavesi delPAstigiano ?possano es
ser considerate complessivamente? 44.

Va innanzitutto rilevato che le conferme regie concesse ai vescovi pavesi nei se


coli IX e X indicano sin d'allora la presenza di numerose enclaves extradiocesane 45,
ma escludono senz'altro Pesistenza di quelle astigiane; negativa si rivela anche Pana
lisi di alcuni elementi documentari relativi ai primi decenni del secolo XI. Nel 1018 il
vescovo di Pavia Rainaldo permuta numerosi appezzamenti di terra sparsi in diverse
localita del comitato di Asti con altri collocati in Ottobianum, Vallegle, Purcianum,
Centumviis e Quoparia 46. Senza alcun dubbio i primi tre luoghi corrispondono agli
attuali Ottobiano, Valeggio e Parzano, tutti ubicati in Lomellina 47 e ben attestati
nella documentazione medievale pavese 48, mentre Coparia, oggi scomparsa, si trova
va sulla destra del Po in corrispondenza della sua confluenza con la Scrivia 49, dove
sara forse da cercare anche Pirreperibile Centumvie 50.

E percio evidente che il vescovo Rainaldo scambiava terre disperse nel comitato
di Asti, pervenute occasionalmente nelle sue mani, con altre poste in luoghi piu vici
ni, dove gia la sua Chiesa era patrimonialmente presente. Sino a quel momento,
dunque, essa non disponeva ancora nelPAstigiano di alcun importante punto di for
za attorno al quale poter aggregare quei beni, anche se, come e stato rilevato, gia vi
esistevano alcune dipendenze di monasteri regi pavesi51.

Secondo un autore vissuto fra XVI e XVII secolo, lo stesso vescovo Rainaldo

(famigerato per aver arricchito i suoi congiunti con i beni della Chiesa) sarebbe stato
protagonista di un episodio ammonitore. Dopo morto egli apparve nella notte ad un
43 Cosi D. Giannoni, Castelli e signorie in Val Tiglione nel processo di trasformazione politico del
territorio medievale di Asti, ?Bollettino storico bibliografico subalpino?, LXXII (1974), p. 404 e ibid., nota
13; Bordone, Cittd e territorio, p. 144 e note ibid.
44 Come osserva Bordone, Cittd e territorio, p. 144.

? Cfr. MGH, Lotharii I. et Lotharii II. diplomata, Berolini et Turici 1966, n. 66 (a. 849), p. 140; /
diplomi italiani di Rodolfo II, in / diplomi italiani di Ludovico III e di Rodolfo II, a c. di L. Sceoaparel
li, Roma 1924, doc. +2 (18 lug. 925), pp. 136-141; / diplomi di Ugo e Lotario, in I diplomi di Ugo e Lo
tario, di Berengario II e di Adalberto, a c. di L. Schiaparelli, Roma 1924, doc. 74 (a. 943?), pp. 216-219;
MGH, Ottonis II. diplomata, Hannoverae 1888, doc. 144 (22 nov. 976), pp. 160-161. Sui singoli luoghi ri
cordati nei diplomi cfr. Forzatti Golia, Le istituzioni ecclesiastiche (supra, nota 2).
46 F. Gabotto, Le piii antiche carte dell'archivio Capitolare di Asti, Pinerolo 1908, doc. 148 (18
marzo 1018), pp. 288-294.
47 Ottobiano e Valeggio, fra loro contigui, si trovano poco ad ovest di Lomello; Parzano e oggi fra
zione di Sartirana Lomellina.
48 Cfr. ad esempio R. Soriga, Documenti pavesi sull'estimo del secolo XIII, ?Bollettino della Socie
ta storica pavese?, XVII (1917), p. 321, dove si elencano Purganum, Octabianum e Valegium; L. Chiappa
Mauri, La diocesi pavese nel primo ventennio del secolo XIV, ?Bollettino della Societa storica pavese?,
LXXII-LXXIII (1972-1973), p. 101, si elencano le chiese di S. Maria e di S. Michele ?de Octabiano? e la
?capella Vallegii?; p. 102, la ?capella S. Salvatoris de Porcano?.
49 Soriga, Documenti, p. 318, dove si elenca appunto Coparia, tra Sala (Sale di Tortona) e Guaca
toria (oggi Guazzora); cfr. anche Cronaca di Tortona pubblicata per la prima volta da Ludovico Costa,
Torino 1814 (rist. anast. a c. di U. Rozzo), Tortona 1986, p. 47; la locale chiesa di S. Giacomo di Coparia
era ancora nel 1523 una dipendenza della pieve di S. Pietro di Castelnuovo Scrivia (C. Goggi, Per la storia
della diocesi di Tortona, II, Tortona 1965, p. 135).
50 Bordone, Cittd e territorio, pp. 132 e 144, nota 170, proponeva invece di identificare Vallegle con
Variglie (Asti) e di collocare le altre localita insieme menzionate a ?sud est di Alessandria nel Novese?.
51 Bordone, Cittd e territorio, pp. 144-146.

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302

A.A. SETTIA

prete ?che alPhora era curato cPuna villa del territorio d'Asti (...), il quale prete era
per 6 soggetto al vescovo di Pavia?; questi lo vide avvicinarsi a cavallo ?accompa
gnato da molti altri?, e guardando meglio ?gli scopri una gran pertica alle spalle?:

?Io sono il tristo Rinaldo vescovo di Pavia ? disse la visione ? e meco porto que

sta gran pertica, con la quale misurai le possessioni del vescovado, che diedi a' miei
fratelli, e sappia che piu mi pesa e agrava questa pertica che s'io non avessi tutte le
montagne, anzi Pistesso mondo adosso?, e subito sparve? 52. Rainaldo era morto in
torno al 1056, e se fosse possibile credere al racconto dovremmo dedurne che sin
d'allora la chiesa pavese estendeva la sua giurisdizione religiosa nelPAstigiano, ma la
natura stessa della narrazione mostra ad evidenza che non si pud fare su di essa al
cun assegnamento 53.

D'altra parte Tigliole ? non ancora distinta, si badi bene, in superiore e infe
riore ? appare nel 974 nelle mani del vescovo di Asti Rozone, il quale dispone a
suo piacimento dei beni appartenenti alia locale chiesa di S. Eugenio ?constructa in
fra castro Teliole?, allivellati a persone del vicino Caspenzio 54; il possesso della
Chiesa astigiana continuava nel 1041 allorche Enrico III confermava al vescovo Pie

tro, insieme con molti altri beni, anche ?cortem Teglole Sancte Marie? con il castel
lo e le cappelle 55, e ancora nel 1095 un Alberto di Tigliole faceva parte della cliente
la del vescovo di Asti56. La localita, al contrario, non figura piu nelle ripetute con
ferme pontificie posteriori al 1153 51; notiamo inoltre che la distinzione fra Tigliole
superiore e inferiore comincia ad essere documentata soltanto alia fine del secolo
XII, e non e da escludere che essa sia da porre in relazione con la dicotomia di ter
ritorio provocata nel 1159 dalla concessione di Federico I al comune di Asti58.
Nulla si sa, invece, di Cortazzone che, rimasta verisimilmente sempre in mano a
signori laici, non ha lasciato che scarse tesdmonianze nella documentazione piu anti

52 A.M. Spelta, Historia de' fatti notabili occorsi nell'universo, e in particolare nel regno de' Gothi,

de' Longobardi, dei duchi di Milano e d'altre segnalate persone dall'anno di nostra salute VL fino al

MDIIIC, nel quale fiorirono i vescovi che ressero la chiesa dell'antichissima e real cittd di Pavia, le cui vite
brevemente si narrano, Pavia 1602, p. 260.

53 Sul vescovo Rainaldo cfr. E. Hoff, Pavia und seine Bischofe im Mittelalter, Pavia 1943, pp.
221-281; Savto, Gli antichi vescovi (...). Pavia, pp. 408-412; sullo Spelta e la sua opera L.C. Bollea, A.M.
Spelta e la sua storia della guerra per la successione di Monferrato (1613-1618), ?Bollettino della Societa
storica pavese?, VI (1906), pp. 423-424; C. Speirani, Antonio Maria Spelta e la sua ?Historia delle vite dei

vescovi di Pavia?, ?Rivista di scienze storiche?, IV (1907), specialmente pp. 3-21, 81-109.
54 Gabotto, Le piit antiche carte, doc. 95 (20 apr. 974), pp. 186-188; sui concessionari, identificabili
con i capostipiti dei signori di Morozzo, cfr. P. Guglielmotti, / signori di Morozzo nei secoli X-XIV: un
percorso politico del Piemonte meridionale, Torino 1990, pp. 34-37. In Tigliole avrebbe posseduto beni an
che il monastero di Nonantola, che li cedette nel 1034 ai conti di Pombia, a meno che il Teliola menziona
to nel documento di permuta corrisponda invece ad altra localita (Bordone, Cittd e territorio, p. 149); in
ogni caso non si hanno altre notizie di tale presenza patrimoniale.
55 MGH, Heinrici III. diplomata, Miinchen 1980, doc. 70 (26 gen. 1041), p. 93; commenti in Casto,
77 fondamento patrimoniale {supra, nota 7), p. 45; Bordone, Cittd e territorio, pp. 155 e 162, 241. E da ri
levare che il nostro diploma non fa alcuna distinzione fra Tigliole inferiore e superiore, distinzione che ri
corre invece poche righe piu sotto per la ?plebs Baenne? (?plebem Baenne superioris cum castro?).
56 Codex Astensis, II, doc. 635 (28 mar. 1095), p. 651: il vescovo investe i consoli di Asti (qui per la
prima volta attestati) del castello di Annone, fra i presenti figura ?Albertus de Tiglole?.

57 Cfr. G. Assandria, 77 ?Libro verde? della Chiesa d'Asti, II, Pinerolo 1907, docc. 315 (16 mag.
1153), 316 (5 mar. 1154) e 317 (20 die. 1156), pp. 202-215.
58 Vedi supra, note 29 e 31 con il testo relative La successiva costante distinzione fra Tigliole supe
riore e inferiore e attestata, oltre che nei documenti citati supra, alia nota 34, anche in Vergano, Le carte
(supra, nota 7), docc. 67 (18 ott. 1244), p. 80: ?Monrogus de Tegloleis superioribus?; 95 (13 giu. 1248), p.
112: chiesa di S. Eugenio ?de Teglloleis subterius? (gia menzionata nel secolo X; supra, testo corrisponden
te alia nota 54).

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ASSETTO DIOCESANO E SIGNORIA VESCOVILE

303

ca a noi pervenuta 59; sara comunque da escludere Popinione, espressa da certa sto
riografia, che la localita sia stata donata al vescovo di Pavia da un ?conte Azzo di
Modena? 60: non solo, infatti, di tale asserzione manca ogni base concreta, ma essa
ha tutta Paria di essere stata dedotta dalla forma attuale del toponimo interpretato
come ?corte di Azzone?, interpretazione peraltro impossibile poiche nei documenti
piu antichi esso suona invece ?Curtis Uncionis? 61.
Prendendo dunque a riferimento quanto sappiamo su Tigliole, il periodo nel
quale il vescovo di Pavia pote venire in possesso delle sue dipendenze astigiane si re
stringe ad un momento compreso fra la meta del secolo XI e la meta del successivo
quando Tigliole non e piu enumerata fra i beni della chiesa di Asti62. Entro tale las
so di tempo viene appunto a collocarsi un dato gia noto, ma degno di essere meglio
esaminato. La storiografia locale astigiana accenna infatti ad un diploma con il qua
le ?Pimperatore Corrado II? avrebbe confermato al vescovo di Pavia ?quattordici
castelli? posti ?nelle regioni delPAstigiana e Monferrato?, fra i quali vi era appunto
Tigliole 63.
Va innanzitutto chiarito che in realta non si tratta di Corrado II imperatore ?
come distrattamente viene riferito ? bensi del meno noto re Corrado, figlio ribelle
delP imperatore Enrico IV. Fonte della notizia e una cronologia di storia pavese com
posta nel 1636 da Giovanni Battista Pietragrassa ?letterale primario nella regia Uni
versita di Pavia?; in essa si intercalano avvenimenti riguardanti la storia generale e
locale ? di solito ben noti e attendibili benche non venga mai citata la fonte ? e
informazioni su immaginari personaggi della famiglia Beccaria: fra gli scopi delP ope
ra risulta pertanto palese quello di coonestare, immettendole in una sequenza di veri
ta riconosciute, le falsita mediante le quali si intende proiettare in un lontano passa
to le glorie di casa Beccaria 64.
Dopo aver accennato alle vicende generali di Enrico IV imperatore, viene regi
strata sotto Panno 1084 la sconfitta toccata dai Pavesi a ?Castel Negrino?, certo de
sunta dagli annali piacentini65, ?nel qual tempo ? si prosegue ? Enrico astrinse
Corrado suo figliuolo a ribellarsi? proclamandosi contro di lui re dTtalia; ci si sof
ferma quindi sulPappoggio che egli ebbe dal papa e dalla contessa Matilde conclu
59 Cfr. Gabotto, Le piu antiche carte, docc. 41 (mar. 910), pp. 67-68: teste ?Adam de Curte Uncio
ni?; 54 (genn. 938), p. 96: teste ?de Curte Uncionis?; 56 (mar. 941), p. 103: teste ?de Curte Uncioni?.
60 Cosi afferma, senza dichiarare la sua fonte, G. Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico,
commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna, V, Torino 1839, p. 447: ?fu anticamente feudo della
Chiesa di Pavia, a cui si crede che lo donasse il conte Azzo di Modena?, opinione raccolta, ad esempio, da
Bosio, Storia della Chiesa d'Asti, p. 27, nota 1, e da Gabiani, Asti nei principali ricordi, p. 103.
61 Vedi supra, nota 59.
62 Cio non puo essere messo in relazione con la concessione del 1159 al comune di Asti poiche la
prima conferma papale in cui Tigliole risulta mancante e del 1153 (vedi supra, nota 57).
63 Cosi Bosio, Storia della Chiesa dAsti, p. 22, nota 3 (senza alcun riferimento bibliografico) ripre
so, per esempio, in Gabiani, Asti nei principali ricordi, p. 102, nota 1; cfr. Giannoni, Castelli e signorie
(supra, nota 43), p. 404, nota 13, che corregge lo scambio fra Corrado II e re Corrado sulla base di Savio,
Gli antichi vescovi (...). Pavia, p. 416; Bordone, Cittd e territorio, p. 144, nota 108 (osservando che ?un
diploma di questo genere non e rintracciabile?). Cfr. anche Hoff, Pavia und seine Bischofe, pp. 327-328.
64 G.B. Pietragrassa, Annotazioni diverse spettanti alia fondazione della regia cittd di Pavia con al
cuni accidenti si funesti quanto celebri alia stessa citta accaduti, ed alcune preclare gesta d'alcuni cittadini
pavesi delle piu cospicue et antiche famiglie, con altre storiche curiosita cavate da' piu famosi e chiari auto
ri, e fra gli altri il rinomatissimo Volaterrano. Opera messa insieme dall'eruditissima penna del I.C. lettera
le primario nella regia Universita della sopramemorata citta, il signor Gio.Batta Pietragrassa nell'anno
1636, ed accuratamente trascritta da Leopoldo Riva pavese nell'anno 1760, in Biblioteca Universitaria di
Pavia, ms. Ticinesi, 113.

65 Cfr. Iohannes Codagnellus, Annales Placentini, a c. di O. Holder Egger, Hannoverae et Li

psiae 1901, p. 3: ?Millesimo LXXXIIII mensis novembris indictione VII, prelium de Nigrino fuit?.

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304

A.A. SETTIA

dendo: ?e di questo Corrado si trova la confirmazione della donazione fatta al


vescovado di Pavia di quatordici castelli tra PAstigiano e Monferrato, e partico
larmente di Thioli?. Si ricorda poi la predicazione della prima crociata, che con
vinse anche ?Achille Sforza e Palamede fratelli Beccaria valorosi campioni? a

partecipare alia spedizione di Terrasanta; nel 1095 Broni, sobillata dai Piacentini,

si sarebbe ribellata a Pavia e venne risottomessa ad opera di un Ugone Beccaria

?imperial vicario?; imprese e personaggi, questi ultimi, chiaramente immaginari66.


In un tale contesto la notizia del diploma appare attendibile poiche, innanzi
tutto, essa non e in alcun modo funzionale agli scopi celebrativi che il Pietragras
sa si propone nei confronti dei Beccaria; la veridicita delPassunto risulta poi sot
tolineata dalla sua attribuzione a re Corrado, figura generalmente poco nota e fa

cilmente confondibile ? come infatti avvenne agli storici astigiani ? con perso
naggi omonimi piu importanti e celebrati. Manca, e vero, la data ma il provvedi
mento e cronologicamente inserito fra altri avvenimenti che rimandano con certez

za agli anni fra il 1094 e il 1095, cosi che ogni necessita di precisazione in tale
senso risulta superflua 67.

E da pensare che la fonte cui il Pietragrassa attinse (verisimilmente qualche


inventario delParchivio vescovile 68), non enumerasse ad uno ad uno tutti i quat
tordici ?castelli? limitandosi a menzionare Tigliole che, pertanto, nelPelenco con

tenuto nel diploma avrebbe occupato il primo o Pultimo posto. II numero dei

?castelli? non andra meccanicamente rapportato alle parrocchie che costituirono


poi, sino al 1803, Y enclave ecclesiastica pavese a sud del Tanaro 69, ma alia situa
zione insediativa esistente nel ?comitato di Loreto? nel corso dei secoli XI e XII,
che si presentava allora alquanto diversa dall'attuale 70, con Paggiunta di Cortaz
zone e di Tigliole. Converra, infine, non prendere alia lettera il termine ?confir
mazione? usato dal compilatore della ?notizia? poiche nei tardi inventari di docu
ment non e raro che si intenda come conferma quella che e in realta una prima
concessione 71.

66 Pietragrassa, Annotazioni, pp. 92-93.


67 II Robolini, Notizie (supra, nota 20), III, Pavia 1828, p. 71, nota 3, intendendo l'espressione
?nel qual tempo?, che introduce la notizia, legata all'anno 1084 che precede, ritenne di dover spostare
la data del diploma dal 1084 al 1094.
68 Sulle tristi condizioni di tale archivio dopo le dispersioni avvenute nel secolo XVI cfr. P.F.

Kehr, Italia pontificia. VI, Liguria sive provincia Mediolanensis, I, Lombardia, Berolini 1913, pp.

172-173.
69 Cfr. P. Terenzio, Notizie della diocesi di Pavia e degli smembramenti che ne furono fatti dal
1799 al 1819, Pavia, 1860, pp. 15-16: le parrocchie ivi scorporate il 22 luglio 1803 erano Agliano, Ca
losso, Castelnuovo Calcea, Costigliole, Mombercelli, Tigliole e Vinchio.
70 In due documenti contenuti nel Codex Astensis (rispettivamente doc. 76, del 4 genn. 1206, p.
132, e 34 del 4 giugno 1206, p. 108) si rileva che facevano parte del comitato di Loreto le localita di
Lauretum, Cavurum, Saxum, Mons Prevederius, Blonee, plebatus Pontis, Sparoarie, Cravayrolium, Ser
ra Mezeti que vocatur Sancti Stefani, Paruzonum, Paraxolium, Arduine e Costigliole, in gran parte og
gi scomparse. Su di esse vedi Viarengo, Luoghi soggetti ad Asti (supra, nota 12). E possibile, inoltre,
che la localita di S. Maiolo, posta nell'odierno territorio di Castagnole Lanze (cfr. ibid., p. CCXCVII)
sia da identificare con la chiesa di Castenola (da leggersi Casteniola) elencata nel 1095 fra le dipenden

ze cluniacensi di ?Lombardia? collegate con Pavia (cfr. M.A. Mazzoli Casagrande, / Cluniacensi nel
Vantica diocesi di Pavia, in Cluny in Lombardia, I, Cesena 1979, pp. 59-60): si avrebbe cosi testimo
nianza di un ulteriore legame fra Pambiente pavese e le terre a sud del Tanaro, che rimanda all'ultimo
decennio del secolo XI.
71 Valga ad esempio il confronto con MGH, Heinrici IV. diplomata, Vimariae 1952, doc. 288 (a.
1077), p. 377, e doc. 289 (s.d.), p. 379, nei quali ricorre l'espressione ?concedimus, donamus et confir

mamus?, che poteva trovarsi anche nel nostro diploma.

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ASSETTO DIOCESANO E SIGNORIA VESCOVILE

305

III - L'EREDITA DI RE CORRADO

Se dunque esistono numerose probability che la donazione di re Corrado possa


essere tenuta per buona, rimane nondimeno aperto un interrogativo di non poco
conto: che cosa avrebbe indotto il sovrano ad essere cosi munifico nei riguardi del
vescovo di Pavia? Per tentare una risposta e indispensabile richiamare almeno per
sommi capi la turbolenta situazione che caratterizzava il regno italico e, in specie, il
territorio delPattuale Piemonte, nelPultimo decennio del secolo XI.
Nel 1091 era venuta a morte la contessa Adelaide, che aveva sino allora retto
con solida mano la marca arduinica; fra i numerosi pretendenti alia successione vi fu
in un primo tempo anche Corrado, che vi aveva titolo in quanto nato da Berta, fi
glia di Adelaide e di Oddone di Savoia 72, ma la circoscrizione contesa era ormai av
viata verso lo smembramento. Intanto Enrico IV, fallita la conquista delle piu muni
te fortezze matildiche, deve ripiegare su Pavia dove passa Pinverno fra il 1092 e il
1093; proprio allora Corrado, abbandonata la lotta in Piemonte, si pone in contatto
con gli avversari delPimperatore: nelPautunno del 1093 viene incoronato re d'ltalia e
si mette a capo del partito favorevole alia chiesa romana contro il padre 73.
Per il vecchio e ostinato imperatore la partita si annuncia ormai disperata, ma
egli ancora non si da per vinto, e in quelPanno e nel seguente si stabilisce cosi una
vera e propria gara fra padre e figlio, i quali tentano di strapparsi Pun Paltro la fe
delta dei vescovi delP Italia settentrionale mediante concessioni ora piu ora meno ge
nerose. Ottone di Asti, convinto da tre successivi diplomi emanati in suo favore, ri
mane schierato sino alia fine accanto ad Enrico IV 74; con gli stessi mezzi questi agi
sce anche nei confronti del vescovo di Pavia Guglielmo, suo antico e fedele seguace,
cui offre la ricca abbazia di Breme 75. II gioco sul momento riesce e per tutto il 1093
Pavia rimane ancora legata al partito imperiale 76, ma nelPanno seguente anche Gu
glielmo era sicuramente gia passato al nemico: egli infatti partecipa nel 1095 al con
cilio di Piacenza, e nel 1096 la solenne visita di Pasquale II a Pavia assume quasi il
significato di una riconsacrazione dopo la lunga militanza antiromana della citta e

72 Cfr. Bernoldus, Chronicon, in MGH, Scriptores, V, Hannoverae 1844, p. 45 (a. 1093): ?In Lon
gobardia Chuonradus, filius Heinrici regis, bona Adalheidae Taurinensis comitisse invasit, quae eiusdem
comitissae nepos, filius Friderici comitis, habere debuit (...). Huius ergo filium ex nepte domnae Adelhei

dae susceptum Heinricus rex cum filio suo exheredare proposuit terramque eius hostiliter invadendo et cir
cumquaque devastando, etiam Fructuariensi monasterio multa mala intulit?. Puntuale ricostruzione dei fat
ti in G. Mayer von Knonau, Jahrbiicher des deutschen Reiches unter Heinrich IV. und Heinrich V. IV,
1085 bis 1096, Berlin 1965 (rist. anast. delPed. 1903), pp. 373-374; vedi inoltre F. Gabotto - T. Rossi, Sto
ria di Torino, Torino 1914, pp. 118-119, 121; F. Cognasso, // Piemonte nell'etd sveva, Torino 1968, pp.
140-141.

73 Oltre a von Knonau, Jahrbiicher, pp. 391-394, 396-398, 449-451, cfr. C. Violante, Uetd delta ri

forma della Chiesa in Italia, in Storia dTtalia, a c. di N. Valeri, I, II medioevo, Torino 19672, pp.

230-234; vedi anche la bibliografia raccolta da G. Andenna, Un placito inedito di re Corrado (1089), con
alcune osservazioni sulla vita di una pieve tra XI e XII secolo, ?Bullettino delPIstituto storico italiano per
il medio evo e Archivio muratoriano?, 89 (1980-1981), pp. 430-431, nota 48.

74 Cfr. Heinrici IV. diplomata, doc. 427 (s.d.), pp. 572-573; doc. 430 (25 apr. 1093), p. 576; 436
(s.d.), pp. 583-584; vedi inoltre Vergano, Storia di Asti (supra, nota 21), II, pp. 105-106; Savio, Gli anti
chi vescovi (...). Piemonte, pp. 142-143; Bordone, Citta e territorio, pp. 346, 350.
75 Heinrici IV. diplomata, doc. 435 (maggio 1093), pp. 582-583. Sul vescovo Guglielmo Hoff, Pavia
und seine Bischofe (supra, nota 53), pp. 284-323; vedi anche A.A. Settia, Pavia capitate del "regnum" nel
secolo XI, ?Bollettino della Societa storica pavese?, XC (1990), pp. 21-23.
76 Pavia rimane infatti estranea alia coalizione di citta lombarde che si erano prontamente legate a
Corrado: cfr. Bernoldus, Chronicon, p. 456: ?civitates quoque de Langobardia Mediolanum, Cremona,
Lauda, Placentia contra Heinricum in viginti annos coniuraverunt?; vedi inoltre G.L. Barni, Dal governo
del vescovo a quello dei cittadini, in Storia di Milano, III, Milano 1954, p. 224.

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306

A.A. SETTIA

del suo vescovo; la conversione viene anzi consolidata dalPinsediamento dei Vallom
brosani, punta di diamante della riforma ecclesiastica 11.
Insieme con una realistica valutazione del momento politico, pud aver facilitato la

scelta di campo del vescovo Guglielmo proprio la donazione dei ?quatordici castelli tra
PAstigiano e Monferrato? pervenutagli al momento opportuno da Corrado. Non pote
vano ormai rimanere molti dubbi su quale sarebbe stata la parte vincente: Guglielmo
credette quindi bene rinunciare alPabbazia di Breme ? che avrebbe comunque perdu
to con Pinevitabile sconfitta di Enrico ? e di accettare Pofferta del figlio, destinata in

vece ad avere efficacia durevole nel tempo, ben oltre la fortuna dello stesso Corrado,
rivelatasi anch'essa effimera 78. Offrono conforto a questa ipotesi anche certe clausole

delPinvestitura di Tigliole, come Pobbligo di fornire corazza e destriero, probabilmen


te appartenenti al dettato originario, che ben si inquadrano con analoghe formule ri
correnti alPepoca del vescovo Guglielmo 79.

Accertata Pattendibilita della data e degli scopi della donazione, rimangono tutta
via oscuri alcuni altri aspetti: per che essa riguardo luoghi relativamente lontani e isola
ti dal territorio pavese? E se la donazione fu unica perche essa ebbe esiti differenziati

da zona a zona? Nel vasto e unitario ambito della pieve di Ponte la presenza del vesco
vo di Pavia si affermo infatti soltanto attraverso la giurisdizione ecclesiastica mentre,

al contrario, una vera e propria signoria temporale si stabili a Cortazzone e a Tigliole.


Non sara certo possibile dare risposte soddisfacenti e definitive ai due quesiti, ma sem
bra lecito avanzare, anche qui, almeno una prima ipotesi.
A Corrado, come si e visto, spettavano diritti di successione nella marca arduinica
da lui attivamente rivendicati, non stupisce quindi che, volgendosi in un secondo tem
po a nuovi e piu ambiziosi obiettivi, abbia ottenuto almeno una parte di quanto gli
toccava come nipote di Adelaide; essa pote consistere appunto nel territorio a sud del
Tanaro, corrispondente alia pieve di Ponte, nel quale si incrociavano le proprieta degli
Arduinici e degli Aleramici 80. Ora, abbandonata la marca per il regno, Corrado pote
va senz'altro legittimamente assegnare ad altri quanto era risultato di sua spettanza.
Si spiega anche Punione, a prima vista incongrua, di Cortazzone e di Tigliole con
le terre a sud del Tanaro: lo stesso gruppo parentale che sino alia fine del secolo XII
esercitava signoria sui due luoghi, aveva infatti contemporaneamente beni anche nel
comitato di Loreto 81, un collegamento patrimoniale verisimilmente in atto sin dal se
colo precedente.

77 Robolini, Notizie, III (supra, nota 20), pp. 70-73; P. Vaccari, Pavia nelValto medioevo e nelVeta
comunale. Profilo storico, Pavia 1956, p. 54; Hoff, Pavia und seine Bischofe, pp. 327-330; per Pinsediamen
to vallombrosano G. Bargiggia, II monastero e la basilica di San Lanfranco di Pavia, Pavia 1977, p. 20.
78 Egli infatti venne a morte nel luglio del 1101, ma gia nel 1100 era stato deposto dal fratello Enrico
(V), eletto re nel gennaio 1099.
79 Esiste infatti una certa consonanza fra le clausole riportate sopra alle note 23 e 24 e la concessione di
cavallo e armatura che lo stesso vescovo Guglielmo fece nel 1086 ai Confalonieri di Pavia: cfr. L. Schiapa
relli, / diplomi dei re dTtalia. Ricerche storico diplomatiche. IV, Un diploma inedito di Rodolfo II, ?Bullet
tino dell'Istituto storico italiano?, 30 (1909), p. 2, con le opere ivi citate.
80 Cfr. Vergano, Storia di Asti, I, p. 105; Bordone, // famosissimo marchese (supra, nota 5), pp.

593-594.

81 Cfr. F. Gabotto, Appendice documentaria al ?Rigestum comunis Albe?, Pinerolo 1912, doc. 3 (30
ott. 1164), p. 3: in Alba Lanfranco ?de Laureto? e Alberto ?de Saxo? donano a S. Maria della Grazia terra
?in territorio Laureti ubi dicitur Valle Verdenca? in coerenza di una ?terra marchionis?, in conseguenza di
che ?domini ospitalis de Iherusalem sive Albertus de Teglolis refutaverunt racionem quam habebant in predic
ta terra?, sottoscrivendo la carta; PAlberto ?de Teglolis? che qui compare e evidentemente lo stesso perso
naggio di cui parlano i documenti del 1182 e 1198 citati sopra rispettivamente alle note 20 e 18; il 22 dicembre
1192, inoltre, il comune di Asti stipula un'alleanza con i signori di Montaldo i quali fanno salvi, fra altri, i lo
ro consorti ?de Cortandono et de Teglolis? (Codex Astensis, doc. 893, pp. 990-991).

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307

ASSETTO DIOCESANO E SIGNORIA VESCOVILE

La donazione di Corrado dovette conservare tutta la sua efficacia solo per poco
tempo: sappiamo che, non appena il re scomparve dalla scena (egli venne a morte
nel luglio del 1101), nell'area a sud del Tanaro si impose rapidamente Pautorita del
Paleramico Bonifacio, detto poi del Vasto, che diede vita al comitato di Loreto 82: di
fronte ad un avversario cosi potente, poco spazio rimaneva per un signore debole e
lontano come il vescovo di Pavia, che dovette dunque accontentarsi di conservare in
quelParea una supremazia puramente religiosa 83. La posizione appartata di Cortaz
zone e di Tigliole consent! invece il mantenimento di un effettivo e solido potere si
gnorile in grado di resistere per piu secoli contro la schiacciante preponderanza del
comune astigiano prima e dei principati regionali poi.

Aldo A. Settia

82 Bordone, // famosissimo marchese, pp. 597-601.


83 Del resto lo stesso vescovo Guglielmo, beneficiario diretto della donazione di Corrado, scompare
anch'egli nel 1102 (Hoff, Pavia und seine Bischofe, pp. 6, 19, note 82 e 330).

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