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The Art Of Training

Sì, vabbè...
L'articolozzo sull'allenamento come processo ha avuto sul blog una risposta interessante, di cui cito
un pezzo:
Io che sono sotto a quei 24 mesi, cosa riesco ad analizzare? E’ questo il mio problema. Cosa riesco
a confrontare? Cosa è stato più o meno produttivo?
Sto finendo l’ultima scheda. Bene. Sono aumentato di tot cm in certi posti, ho aumentato Kg su certi
esercizi, ma con la scheda di prima non sarebbe avvenuto? o sarebbe avvenuto meglio? come faccio
a scegliere cosa è meglio per me?
Non posso, posso solo sperimentare, e solo con un lungo bagaglio posso fare dei confronti, come tu
dici. MA quanto sono attendibili questi confronti, mi viene da chiedere? Ho dei dubbi che lo siano
molto (troppe variabili in gioco), rimane quindi solo da variare continuamente, creando una spirale
ben più ingarbugliata rispetto a quella del tuo modello… o no?
Posso parafrasare in questo modo: “sì, vabbè... mi sembra che tu la stia mettendo troppo sul
semplice. Possibile che siamo tutti fessi e il giochino della spirale non l'ha capito nessuno tranne
te?” Lucida valutazione, come direbbe un mio collega di forum.
Non vorrei infatti dare l'impressione sbagliata a questo lecito e corretto dubbio: il fatto che esista
uno schema che gestisce l'allenamento come processo, non rende più semplice il gioco. Il mio prof
di Analisi affermava: “se possiamo determinare un teorema di esistenza, prima o poi riusciremo a
quantificare la cosa di cui conosciamo l'esistenza. Prima o poi, non adesso”.
Il fatto che le cose funzionino così non rende più semplice arrivare alla comprensione di quello che
è meglio per il singolo. Magari accade una cosa del genere:
Principi

Metodi
Scheda Scheda

Da fare Fatto!

Nel tempo, quando ci si allena, si compiono delle azioni per migliorarsi. Non è che però c'è un

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fogliettino da seguire e delle stazioni di sosta tipo maratona dove si prende l'acqua... si fa qualcosa,
questo “qualcosa” si mapperà sullo schema, in un certo modo. Si pensa di andare avanti, invece ci
stiamo un po' annodando, e, sì, completiamo lo schema ma non in maniera così liscia e pulita come
si pensa.
Principi

Metodi
Scheda Scheda

Da fare Fatto!

Viceversa, c'è chi pensa di stare facendo proprio per bene, di progredire, invece sta girando in tondo
alla grande.
Perchè l'arte del ferro è difficile. Ok, lo so che state pensando che così è facile scrivere pagine e
pagine... non dico niente!
Per come la vedo io, ci sono varie fasi caratterizzate da entusiasmo e delusione. Specialmente
all'inizio, si cerca di farsi uno schema, di afferrare le regole del gioco per schematizzarle e
dominarle. Cose del tipo: “8 ripetizioni sono per la massa e 3 per la forza”, che fanno sghignazzare
chi è un po' più navigato.
La voglia di capire è enorme, e comprendere passa dal cercare di semplificare le cose. Da cui le
“regolette”. Tutti noi ci siamo passati. Poi c'è l'irritazione perchè queste regolette diventano
tantissime e cominciano a contraddirsi, seguendole un po' non si ottiene quello che si sperava, se ne
scoprono altre. Ma... allora? Ma non era così? Irritazione, rabbia. Delusione.
Questa è la fase in cui ci si incazza perchè, alla richiesta di un chiarimento, la risposta
immancabilmente è “dipende”. Dipende da che, perDio? Possibile che sempre tutto dipenda da
1000 fattori? Che non ci sia una certezza di nulla? Il problema è che le certezze ci sono, ma arrivare
a comprenderle implica anche viverle sulla propria pelle.
Vi dico delle cose che forse vi suoneranno assurde: come comprendere il superallenamento se mai
ci finite dentro? O come capire quando il volume è troppo se non si prova “a pelle” la sensazione di
stanchezza perenne o i dolori articolari costanti? Qui stiamo parlando di qualcosa di fisico, e le
sensazioni sono importanti.
E poi, è umano farsi prendere la mano, eccedere. Io ho provato ad allenarmi per 6 volte a settimana,
e anche le split bigiornaliere. Si va rapidamente fuori di cotenna (scusate, è un tecnicismo, farò un
corso per spiegarlo) anche se si può ottenere molto. E la prima settimana è troppo ganzo. Chiaro che
è follia pura. Però posso parlare con cognizione di causa. So cosa si prova. C'è chi non eccede mai,
chi è sempre bravo, chi fa tutto per bene. Ragazzi di 20 anni che hanno paura a buttarsi. C'è chi in

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palestra è così morigerato da essere quasi monastico. Osservate i calciatori che fanno la partitella
nel campo ghiacciato alle 10 di sera, in calzoncini e maglietta: non si fanno tante seghe mentali.
Non potete non pagare il prezzo di tutto questo. Potete leggere, studiare, evitare le idiozie più
grandi, ma è fisiologico che dobbiate provare certe cose sulla vostra pelle. I conati di vomito dopo
una serie di squat pesantissimo ad alte ripetizioni, quella febbre da stanchezza che non vi fa dormire
da quanto avete pestato con lo stacco, la voglia di essere ovunque meno che in palestra. Sono tutti
errori, sbagli. Ma se mai avete provato questo, non avete mai tirato al limite, e se non avete mai
tirato al limite non potete conoscervi veramente.
C'è chi molla, chi invece trova un altro schema di regole (un metodo, un sistema di allenamento) e
via, riparte per nuove ed emozionanti avventure. Tutto questo è normale, anzi, si stanno facendo giri
su giri, non circolari, non a spirale, non a ellisse, un po' storti, un po' strani. Ma... è così. Il processo
di apprendimento è di per se non lineare.
C'è chi pretende di non sbagliare mai, di evitare gli errori. Non dico che sia impossibile. Dico che a
me non è mai riuscito. E ho anche pagato caro i miei errori, non lo metto in dubbio. Perciò, se a voi
va sempre bene tutto, se ottenete in maniera lineare, costante, vi prego di scrivere il prossimo
articolo.
Una regoletta che funziona sempre: ogni tanto, fate l'esatto contrario di quello che pensate sia giusto
fare. Qualche volta scoprirete che questo “contrario” funziona alla grande, e che ciò che sembrava
essere giusto... lo era molto meno del previsto. Partite da lì, per un altro “giro” del gioco.
Perchè, come dice un saggio, “un ramo di follia abbellisce l'albero della saggezza”.
Dovete anche capire che il gioco del ferro è lento: comprendere come reagite a certi stimoli, come
vi adattate, richiede settimane.. Portare uno schema (perciò un'idea) al limite implica perderci
tempo per mesi. Quante idee potete provare IN UN ANNO? Non moltissime, diciamo una ventina.
In un anno!
Considerate che poi voi cambiate nel tempo, perciò uno schema fantastico adesso diventa
fallimentare l'anno dopo. Viceversa, alcuni allenamenti assurdi oggi potrebbero essere il boost per
un salto di qualità notevole domani. C'è chi questo non lo capisce. Ma è per questo che serve una
mentalità curiosa, aperta e onesta con se stessi.
Ed è per questo che mi scoccia scrivere indicazioni standard. Cosa dovrei scrivere? Prima di X anni
curare solo la tecnica, lasciar perdere gli integratori, pensare a mangiare pulito? Tutto questo è una
gran palla, perchè mi fa suonare vecchio, mentre è assolutamente normale non seguire i “buoni
consigli del babbo”. Voi ascoltavate vostro padre da piccoli? Io... sempre litigato. Chiaramente, il
confronto faceva sì che anche se facevo di testa mia tenevo sempre di conto della discussione, e
certe cazzate le ho evitate. Ma altre le ho fatte, inevitabilmente.
Tanto per dire: un principiante non dovrebbe prendere integratori. Che integra se manco sa cosa
ficca in bocca? Però come non essere incuriositi, come non provare... Lo stesso per tutte quelle
tecniche da rivista, come non voler provare! Perciò, godetevi le vostre cazzate, fatele, alla morte.
Dovete dare le vostre brave musate. E' lì che si capisce di che pasta siete fatti: se avete voglia di
capire, se vi cristallizzate.
Il processo di apprendimento che sottende all'allenamento prevede che tutto sia perfettibile, che ci
sia sempre qualcosa da migliorare e da imparare. Mettetevi sempre in discussione. Siate sempre in
competizione con voi stessi, mai con gli altri. Gli altri non contano in questa gara. Però
confrontatevi sempre con i migliori. E chiedetevi perchè loro sono i migliori. Cercate i pregi in
quello che fanno, non le giustificazioni per cui voi non potete ottenere quello che loro hanno
ottenuto.

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Se c'è una cosa da NON FARE è seguire il flowchart del perdente.
Lui ha ottenuto No, mangia e Ma lui è
Lui ha ottenuto No, mangia e
basta Ma luiaè
molto più di te sempre
basta sempre
molto
nello più di
stesso tuote dieta, nona
nello stesso tuo dieta,mai
mangia non No, si fa delle
tempo No, si fa delle
tempo una pizzamai
mangia strippate enormi
una pizza strippate enormi
al ristorante
No, aveva la al ristorante
No, aveva
stessa tua la
stessa
struttura tua
fisica
struttura fisica
Ma lui è un
Ma lui è un
easygainer
easygainer Si, si priva di
Si, isipiaceri
tutti priva di Ma lui vive
Ma lui
Ma lui
tutti
dellai vita
piaceri inMa lui vive
palestra
spende
spende
della vita einnon
palestra
ha
300€ di evita
non ha
300€ di
integratori Si, non esce mai vita
integratori Si, non esce mai sociale
Si, è un almese con gli amici, sociale
Si, è un almese con gli
anzi, nonamici,
ha
mesomorfo
mesomorfo anzi,
amici ha
non
amici

Veramente, lo
Veramente,
vedo sempre in lo
vedo
giro edsempre
è pienoin
giro ed è
di amici pieno
di amici
Si, spende
Si, spende
parecchio di
parecchio di
integratori
integratori
Ma lui non
Ma lui non
ha altri Ma se suona,
ha altri Ma selavora
studia, suona,
interessi
interessi studia, lavora
Si, parla solo di oltre ai pesi
Si, quello
parla solo di oltre ai pesi
quello

Visto? Se facessi
Visto? Se facessi
così anche io, Ok, allora non
così anche io, Ok,
può allora
che non
otterrei come se può che
otterrei
non più come
di lui se essere…
non più di lui essere…
DOPATO!
DOPATO!

Si, prende gli


Si, prende gli
steroidi
steroidi Lui ha ottenuto
piùLui haperché
di te ottenuto
è
No, pulitissimo più bravo
più di te perché
di te è
No, pulitissimo più bravo di te

Partite direttamente dall'ultima casella: “lui ha ottenuto perchè è più bravo di me”. Cioè lui si allena
meglio di me, lui conosce più cose di me, lui si impegna più di me.
Ciò può non essere vero, ma se cercate i suoi punti deboli, vi perderete i punti forti. Siete in
competizione con lui, e vi state rinchiudendo nelle vostre certezze, che il tipo mette in discussione.
Come dice un altro saggio, “un perdente trova sempre una scusa, un vincente trova sempre una
strada”.

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