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Corso triennale 2015/2016 inizia il 29 febbraio in Aula A h.

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Sintesi n. 1
Di cosa tratta il corso: delimitazione della materia e metodo combinatorio
Riferimento: S. Ceccanti, La transizione (quasi) finita, Giappichelli, Torino, 2016, cap. 1,
paragrafi 1 e 2
(Bisogna) restare fedeli al metodo..nella descrizione del funzionamento effettivo delle
istituzioni: la stretta combinazione tra il commentario giuridico e lanalisi di scienza
politica..Lutilizzazione simultanea dellanalisi giuridica e della scienza politica non deve
arrivare tuttavia a confondere le regole del gioco chiarite dalla prima e i rapporti di forza o le
strategie dei giocatori che rilevano della seconda. Solo la delimitazione chiara di entrambi
permette di capire sia le regole sia il gioco
M. Duverger, Le systme polititique franais, Puf, Paris, XXI edizione, 1996, pp. 6-7
Distinguere lambito del Diritto Pubblico da quello del Diritto Privato
I corsi di diritto nelle Facolt di Scienze Politiche si possono suddividere in 3 filoni:
a) area giuspubblicistica: Istituzioni di Diritto Pubblico e Diritto Costituzionale (italiano e)
Comparato, ecc.. E pi vicina ai corsi politologici, storici e macro-economici;
b) area privatistica: Istituzioni di Diritto Privato, Diritto Commerciale. Ecc;
c) area internazionalistica: Diritto Internazionale, ecc.
Ci troviamo quindi allinterno dellarea giuspubblicistica, ovvero degli studi di Diritto Pubblico.
Essi si riferiscono alle regole ed ai poteri relativi alla soddisfazione degli interessi collettivi, mentre
il Diritto Privato si occupa dei rapporti che interessano i singoli ed i cui effetti si ripercuotono solo
sui titolari, non sullintera societ. Da segnalare che sempre pi frequentemente gli strumenti del
diritto privato vengono per usati anche per soddisfare interessi pubblici (sussidiariet orizzontale),
fermo il ruolo regolatore delle istituzioni pubbliche, ma distinguendo meglio la regolazione dalla
gestione.
Chiariamo allora i due aggettivi, costituzionale e comparato.
Diritto Pubblico e Diritto Costituzionale
Il Diritto Costituzionale il nucleo centrale del diritto pubblico, lalbero da cui si dipartono i vari
rami specialistici del diritto pubblico (diritto parlamentare, amministrativo, penale, ecclesiastico,
ecc.), si riferisce alle regole di diritto elaborate per porre dei limiti al potere politico.
Diritto Comparato e comparazione
Lulteriore aggettivo Comparato indica che lo studio effettuato in relazione non solo allItalia,
ma a pi ordinamenti. Non si tratta per di giustapporre, di sommare semplicemente una narrazione
di conoscenze su Italia, Francia, Germania, ecc. La conoscenza dei singoli ordinamenti uno
strumento, il fine la comparazione, il raffronto, la rilevazione di similitudini e differenze.

Ci avviene normalmente attraverso la classificazione degli ordinamenti in tipologie, cio attraverso


degli indicatori di riferimento, che sono evidentemente di valore storico e relativo a differenza delle
classificazioni delle scienze naturali. Non a caso di raro coincidono tra un Manuale e laltro.
Si parla pi precisamente di tertium comparationis per indicare il termine di riferimento tra ci
che viene comparato (comparatum), che conosciuto in precedenza, e ci che deve essere
comparato dopo averlo conosciuto (comparandum). Se ad esempio voglio paragonare lattuazione
del principio bicamerale in Italia rispetto allapprovazione delle leggi con il modo con cui
concepito in Israele e con quello in cui era concepito in Svezia prima del 1975 (prima della
soppressione della seconda Camera), devo anzitutto identificare bene che cos il principio
bicamerale, cio il tertium comparationis del caso di specie. Non posso infatti appiattirlo sul
caso gi conosciuto.
Se facessi lequazione principio bicamerale-esistenza di due Camere, potrei poi valutare analogie e
differenze solo con la Svezia (dove per le due Camere si riunivano insieme per tutte le decisioni) e
non anche con Israele (perch l la Camera unica e per vota la legge pi volte a distanza di
tempo,
esattamente
come
si
fa
con
le
nostre
due
diverse
Camere).
Se invece definisco bene il principio bicamerale nel procedimento legislativo come quel principio
che impone pi deliberazioni sullo stesso testo, colgo bene che in realt questa funzione accomuna
lItalia a Israele (pur con la differenza di 2 Camere invece di 1) e la separava gi dalla Svezia pre1975 (che appariva bicamerale, ma che in realt non lo era, prima che anche la forma si plasmasse
sulla sostanza monocamerale come accaduto nel 1975).
Ci ci fa capire che lo studio del Diritto Comparato procede per funzioni, per soluzioni pi o meno
diverse a problemi analoghi, per definizioni condivise e non tanto sulla base di somiglianze formali,
spesso ingannevoli.
Lesempio citato ci utile perch ci fa capire che si possono avere comparazioni sincroniche (o
spaziali) come quella tra Italia 2001 e Israele 2001 e comparazioni diacroniche, come quella tra
Svezia pre e post-1975 per cogliere la successione nel tempo.
In cosa consiste la materia
Il centro contenutistico della disciplina di solito individuato:
-nelle cosiddette forme di Stato (fdS) che si basano sui rapporti secondo una dimensione verticale
tra il cittadino e lo Stato nella loro evoluzione storica (lo Stato liberale ottocentesco, lo Stato
totalitario, lo Stato autoritario, lo Stato socialista, lo Stato democratico-sociale), per lanalisi delle
quali necessario un fecondo rapporto con altre discipline, soprattutto quelle storiche e
politologiche, filosofiche e macro-economiche;
-nelle forme di Governo (fdG) che studiano in modo per cos dire orizzontale la distribuzione del
potere politico tra i vari organi che incidono sul governo, sullindirizzo politico (forme
parlamentari, presidenziali, semi-presidenziali e direttoriali), per capire le quali occorrer una
particolare attenzione alla scienza politica, che ricostruisce la realt effettiva del potere;
-nella ricostruzione dei rapporti tra centro e periferie (tipi di Stato), resa paradossalmente pi
rilevante dai processi di globalizzazione, con alcune connessioni con la filosofia della politica e
rilevanti implicazioni economiche, nonch le public policies, ecc.;

-nellaffermazione e nelleffettivit dei diritti, anche in relazione al ruolo delle Corti costituzionali,
temperando larbitrio del potere politico, in rapporto con riflessioni filosofiche sullinterpretazione,
sui limiti del potere, e cos via.
In genere la comparazione generale per ordinamenti nel loro complesso (macro-comparazione)
introduttiva a quella pi puntuale di singoli istituti (micro-comparazione).
Alloriginaria centralit del concetto di Stato (che serviva a nascondere il compromesso tra monarca
e Parlamento) subentrata dagli anni 30 del XX secolo la centralit del concetto di Costituzione.
Si capisce cos perch questa materia sia di norma fondamentale nelle facolt di Scienze Politiche,
mentre a Giurisprudenza di solito opzionale: essa impone infatti una forte sinergia con buona
parte delle discipline presenti proprio nella nostra facolt e non mira solo alla comprensione delle
disposizioni giuridiche prese a se stanti, ma anche e soprattutto a cogliere il loro significato
effettivo. Storicamente vi era una vera e propria esclusione della facolt di Giurisprudenza perch la
nostra materia scardinava il modello tradizionale orlandiano di tipo positivistico teso a negare i
nessi tra politica, storia e diritto che in realt il Diritto Costituzionale aveva affermato con forza alle
sue origini, intrecciate con la Rivoluzione francese, e che sarebbero state rilanciate dallespansione
del suffragio e dalla conseguente necessit di coniugare lo Stato di diritto con la democratizzazione.
In particolare non facile cogliere la differenza con la politica comparata, la disciplina
politologica che affianca il diritto costituzionale comparato (come la scienza politica affianca
per
vari
aspetti
le
Istituzioni
di
diritto
pubblico).
La frontiera non passa su un territorio conoscitivo perch la porzione di realt indagata
sostanzialmente la stessa, dato che si compara il diritto effettivamente vigente, compreso quello non
scritto;
la
differenza
attiene
al
metodo
con
cui
esso

studiato.
Il giurista comparatista parte dalle norme (dallalto del sistema, cio da quelle costituzionali), ma,
per far bene il suo lavoro, deve scendere fino alla loro effettivit. Parte ad esempio dal fatto che il
Capo dello Stato in Austria eletto direttamente, dagli ampi potere formali attribuiti, ma deve poi
dar ragione del fatto che lindirizzo politico determinato essenzialmente dal Primo Ministro e dal
governo che egli guida.
Il politologo comparatista parte dal basso, dalla rilevazione di questa regolarit di sistema, ma, per
completezza, deve anche considerare fino a che punto e come le regole formali incidono su di esse
(quando lelezione diretta stata introdotta e quando messa in pratica per la prima volta, ecc.).
Inoltre, e con questo entriamo nellambito delle finalit, tra breve esplorato, la differenza consiste
anche nellintento normativo (di dover essere) che il lavoro del giurista comparatista comporta: la
flessibilit dellinterpretazione ha dei limiti che il potere (a cominciare da quello politico) tende per
sua natura a forzare e che il giurista ha invece il dovere di ricondurre allosservanza delle regole, del
diritto (ricordando comunque che molto spesso a una regola di diritto possono corrispondere varie
scelte politiche, non una sola). Per di pi il giurista, forse non solo lui, ma forse lui pi di altri, pu
anche capire come la Costituzione potrebbe essere, utilizzando, a testo invariato, possibilit
interpretative presenti nel testo ma fin l non utilizzate.
Metodo combinatorio
Seguendo Maurice Duverger (si veda la citazione iniziale) possiamo definire questo metodo
appena illustrato come metodo "combinatorio. In questa formula l'aggettivo, a differenza di altre
formule (come quella che fa riferimento al metodo misto) d al tempo stesso lidea di distinzione

e di unit. Possiamo dire che, al di l delle diverse definizioni e denominazioni progressivamente


affinate dal maestro francese la prima era stata quella di analisi strategica delle istituzioni e
lultima quella di approccio istituzionale il metodo combinatorio si fa valere a partire dalla prima
edizione del volume di Duverger sui partiti politici nel 1951. Pierre Avril il pi efficace nello
spiegare recentemente in modo sintetico perch occorre utilizzare tale metodo, ossia perch,
parafrasando unaffermazione di Benjamin Constant, sono indissociabili tre elementi: tutta la
Costituzione...nientaltro che la Costituzione...tutto ci che necessario per far funzionare la
Costituzione (1997, 1-157).
Finalit
Le finalit della materia si possono ricondurre a 2:
1) teorico-conoscitivo: in particolare il proprio ordinamento pu essere compreso meglio (rispetto
allo studio, pur pi approfondito, che si fa con le Istituzioni di Diritto Pubblico) per analogia e
differenza rispetto agli altri;
2) pratico-applicativo: sia ai fini dellinterpretazione sistematica del diritto ad opera di giudici, corti,
ecc., sia di riforme da intraprendere nel proprio ordinamento a partire da esperienze estere ritenute
meritevoli di essere mutuate o negative da essere evitate. La comparazione mira sia a rilevare le
affinit sia le differenze: pi vi affinit nelle pre-condizioni di sistema pi vi la possibilit di
mutuare soluzioni, che per in genere devono essere adattate allordinamento che le importa proprio
al fine di produrre effetti analoghi a quelli registrati nellordinamento che si vuole imitare.
Il giurista comparatista: scettico sulle semplici clonazioni ma ancor pi distante dal
conservatorismo costituzionale
Il giurista comparatista in genere scettico sulle proposte di semplice clonazione di istituti da un
ordinamento allaltro (che supporrebbe una perfetta coincidenza di esigenze rispetto alle funzioni)
ma ancor pi (dovrebbe essere) restio a forme di conservatorismo costituzionale che esaltano
astoricamente la perfezione del proprio ordinamento (spesso per mancata conoscenza o per
travisamento di quelli altrui) e/o che scambiano la continuit dei princpi (peraltro in larga parte
comuni ai Paesi con la medesima forma di Stato e inseriti in medesime realt come lUnione
europea) con la staticit delle soluzioni organizzative che paradossalmente finisce per impedirne
lattuazione Il giurista comparatista (dovrebbe essere) un innovatore consapevole e non arcigno,
capace anche di considerare come le proposte ottime debbano poi sottostare alla prova del consenso
e, quindi, sottostare al criterio del bene possibile
Tutti i giuristi nel contesto attuale di globalizzazione e integrazione sopranazionale non possono
non essere comparatisti; lesistenza di una specifica materia serve a proporre tale metodo in modo
pi intenso, pi profondo e pi indirizzato a smuovere le mentalit diffuse rispetto a provincialismi
e conservatorismi.

Sintesi n. 2
Alcuni concetti giuridici fondamentali; le fonti del diritto inglese; i significati di Costituzione; le
forme di Stato, lUnione europea
Riferimenti: Morbidelli-Pegoraro.Rinella-Volpi Diritto pubblico comparato, quinta edizione,
Giappichelli, Torino, 2016: Capitolo II sezione 1 (famiglie giuridiche), sezione II paragrafo 6.4
(common law), Capitolo IV (forme di Stato), Capitolo VI sezione II (Unione europea); S.
Ceccanti, La transizione (quasi) finita, Giappichelli, Torino, 2016, Capitolo 2 paragrafo 1
(cambiamenti costituzionali)
"La terza ondata di democratizzazione del mondo moderno part in maniera del tutto inattesa e
inconsapevole 25 minuti dopo la mezzanotte del 25 aprile 1974 a Lisbona, quando una radio locale
trasmise la canzone "Grandola vila morena".
S. Huntington La Terza ondata, il Mulino Bologna, 1995, p. 25
(La canzone: http://it.youtube.com/watch?v=PBK7bd3UYow )
1- Famiglie giuridiche e in particolare il diritto inglese
Principali famiglie giuridiche:
A) Romano-germanica (diritto continentale, civil law): regole scritte e astratte con ruolo
predominante della legge; influenza dellUniversit nella formazione del giurista;
B) Diritto comune (common law): creazione giurisprudenziale con preoccupazione rivolta al caso
pratico; formazione del giurista nelle associazioni professionali con giudici scelti dallautorit
politica tra avvocati e procuratori;
C) Diritto socialista: ancillare alla politica; importanza residuale post-1989;
D) Diritti religiosi: centrali consuetudini e precetti religiosi deducibili dalla rivelazione
Le prime due famiglie subiscono un crescente processo di contaminazione reciproca a causa della
compresenza nellUnione europea delle due famiglie: maggior peso del diritto non di origine
giudiziaria in Gb (a cominciare dal diritto comunitario), maggiore attivismo giudiziario con
precedenti dotati di persuasivit sul Continente.
2- La gerarchia delle fonti nel sistema inglese
1- Fonti impositive
a) il precedente giudiziale; base vincolante per i giudizi posteriori): siamo al contrario della lex
posterior, criterio pressoch esclusivo di abrogazione (cessazione di efficacia) nella Civil Law; il
precedente (cio la sentenza che ha risolto un caso giudiziario) crea diritto oggettivo: stare decisis et
quieta non movere (sistema stabilizzatosi nel 1800).
Vincolo per le sentenze provenienti da corti superiori. Non casualmente: sentenze difformi di
giudici inferiori potrebbero essere smentite da superiori in appello.

Non sempre per c' uno stretto obbligo di conformarsi al precedente. L'analogia pu essere solo
parziale (restrictive distinguishing: il giudice si sottrae per questo) oppure errata o palesemente
troppo arcaica (genuine distinguishing).
Si pu avere quindi un intervento demolitore (overruling): pi frequente nelle Corti di ultima
istanza (come CS Usa). Subentra nuova regola iuris.
b) la legge e i decreti di origine nazionale;
c) la consuetudine;
d) i libri di autorit, frutto di autori classici.
2- Fonti storico-persuasive
a) precedenti non vincolanti;
b) obiter dicta (affermazioni parentetiche, non strettamente connesse al dispositivo; la catena logica
che va dalla sentenza al dispositivo si chiama ratio decidendi; quindi la sentenza nel suo complesso
si pu scindere in ratio decidendi e obiter dicta);
c) relazioni delle Commissioni di riforma del diritto
d) testi di dottrina;
e) diritto romano;
f) diritto canonico e diritto mercantile;
g) alcuni valori fondamentali.
Dopo il primo periodo della storia costituzionale inglese (fino al 1066) basato su consuetudini
locali, nel secondo periodo (1066-1485) si afferma la Common law (CL), che nasce da Corti di
Westminster sulla base del potere regio e dei giudici itineranti. Crisi dovuta al suo eccessivo
formalismo.
Per questo, nel secondo periodo nasce anche lequity (giustizia secondo sostanza, interventi
riparatori di ispirazione morale), con un sistema di corti parallelo al CL, imperniate sulle norme
emanate dal Cancelliere del Re. L'Ufficio del Cancelliere (il funzionario pi importante del Regno)
filtrava le suppliche al Re presentate per avere giustizia, poteva sospendere un giudizio di CoL per
sostituirvi una decisione giudicata pi equa, con pi attenzione ai contenuti e meno alle procedure
tradizionali.
Nel terzo periodo (1485-1875) il rapporto tra Cl e Equity si stabilizza: lEquity utilizzata in via
sussidiaria rispetto al Cl. Alla fine di tale periodo le due giurisdizioni vengono riunificate: il
medesimo magistrato giudica delluno e dellaltra.
3- Costituzione: significati e matrici plurali
Significati plurimi:

a) principi fondamentali di organizzazione;


b) specifico documento scritto;
c) complesso di documenti e comportamenti.
Alle spalle anche diverse concezioni:
a) centrata sulleffettivit: Schmitt, Costituzione come condizioni dellunit politica, anima
dellordinamento; da qui si diparte anche Costituzione materiale di Mortati fondata sui partiti
politici, che consente di porre il problema dei limiti alla flessibilit di una Costituzione.
b) centrata sul sistema di norme, in particolare sulle norme relative alla produzione di norme:
Kelsen; riferimento necessario ma insufficiente a cogliere assetti reali.
Le Costituzioni sono classificabili sotto diversi profili:
a) per formazione: popolari, concesse (mai del tutto), pattizie, imposte;
b) per modificabilit: rigide, flessibili;
c) per modalit di presentazione: scritte, consuetudinarie;
d) per contenuto: brevi (diritti individuali, forma di governo) e lunghe (rischi di svalutazione e
conflitti).
Diverse sono anche le tradizioni del Costituzionalismo:
a) quella inglese, centrata sui limiti al potere, che ha alle spalle la lotta contro lassolutismo regio,
che sfocia nella sovranit del Parlamento come organo complesso formato dalle due Camere e dal
Re;
b) quella francese, basata su unidea di sovranit che sconfina nellassolutismo, che sfocia in
unidea di sovranit del Parlamento, come Assemblea in grado di esprimere da sola tramite la legge
la volont generale.
Lo Stato costituzionale cerca di muoversi in equilibrio tra democratizzazione piena e limiti al
potere, tra le due polarit gi individuate dallart. 16 della Dichiarazione francese del 1789: garanzia
dei diritti e separazione dei poteri
REVISIONE COSTITUZIONALE:
Le Costituzioni hanno un implicito carattere di stabilit, poich sono il frutto del potere costituente.
Ma tale stabilit non assoluta in quanto la revisionabilit una caratteristica inalienabile (art. 28
Cost. Francia del 1793 Un popolo ha sempre il diritto di rivedere, riformare e cambiare la propria
Costituzione. Una generazione non pu assoggettare alle sue leggi le generazioni future)
Costituzioni flessibili : la revisione non ha limiti
rigide: limiti procedurali ovvero
contenutistici)

sostanziali

(temporali,

circostanziali,

Esistono per alcune disposizioni che non possibile emendare (anche nel caso in cui la
Costituzione dica espressamente che non ci sono limiti), ossia le cd. Norme chiave che contengono
principi caratterizzanti ovvero valori supremi, attorno ai quali ha preso avvio il processo costituente
(nucleo duro di principi costituzionali non soggetti a revisione). Qualora dovessero essere oggetto di
modifica, varierebbero in maniera sostanziale lidentit dellordinamento costituzionale.
Nel caso italiano, i limiti derivano da un appiglio testuale (artt. 2 diritti inviolabili,13, 14,15, 24,
139 forma repubblicana); da un esame sistematico della Cost. (art. 1 sovranit popolare, art. 2
solidariet, art. 3 eguaglianza, artt. 10 e 11 principio internazionalista, artt. 114 e ss. principio
regionalista); dalla giurisprudenza costituzionale (secondo la Consulta i principi supremi
dellordinamento non possono essere modificati/sovvertiti nemmeno da leggi di revisione o altre
leggi cost. perch sono valori supremi su cui si fonda lordinamento sentenze n. 18 del 1982, 170
del 1984 e 1146 del 1988. Proprio secondo quanto affermato dalla Corte nel 1988 la Costituzione
italiana contiene alcuni princpi supremi che non possono essere sovvertiti o modificati nel loro
contenuto essenziale neppure da leggi di revisione costituzionale. Tali sono tanto i princpi che la
stessa Costituzione esplicitamente prevede come limiti assoluti al potere di revisione costituzionale
() quanto i princpi che, pur non essendo espressamente menzionati fra quelli non assoggettabili
al procedimento di revisione costituzionale, appartengono allessenza dei valori supremi sui quali si
fonda la Costituzione italiana ).
Procedure di revisione: aggravate (es. art. 138 Cost. Ita), speciali, il cui senso quello di avere alla
base un vasto e meditato assenso (e non rendere pi difficile il procedimento).
Inoltre le modalit di revisione non sono uniformi, poich il potere pu essere affidato a:
a) assemblea ad hoc (es. USA: Assemblea richiesta da 2/3 legislativi stati membri)
b) assemblea legislativa ordinaria, ma sono necessarie 2 approvazioni della stessa in arco di tempo
predeterminato (es. ITA)
c) organo formato nel contesto di altri organi: riunione di 2 Camere in unica Assemblea (es. FRA III
e IV Rep.)
d) iniziativa ordinaria assemblea legislativa, cui segue scioglimento e approvazione nuova
assemblea (es. BELGIO, OLANDA, DANIMARCA)
e) revisione con partecipazione stati membri (es. USA, GERMANIA; nei casi di SVIZZERA,
AUSTRALIA interviene il corpo elettorale e non i legislativi).
f) Assemblee legislative sanzionate da referendum obbligatorio (Austria obbligatorio se revisione
totale; Francia non obbligatorio se Presidente della Repubblica sottopone revisione al Parlamento)
g) Assemblee legislative sanzionate da referendum eventuale (es. Italia se non raggiunta magg.
2/3 o se richiesto da 1/5 membri Camera, 5 Consigli Regionali o 500mila elettori; in Spa 1/10
Componenti Cortes).
h) Revisione internazionalmente orientata: Caso dellARMENIA: 2 revisioni, una con ausilio
commissione di Venezia.
Sono previsti anche quorum pi alti rispetto a quello italiano: cfr. i casi della Germania e del
Portogallo, ove richiesta una maggioranza di due terzi in unica votazione.
Procedure super aggravate: grado pi intenso di aggravamento: es. ITA art. 132 fusione di regioni
Rigidit variabile: CANADA, in precedenza per la revisione del British North America Act del
1867 era competente il Parlamento inglese.

REVISIONI TOTALI: investono lintera Costituzione o gran parte di essa. Per parte dottrina sono
inammissibili perch si dinnanzi ad un potere costituente che non pu svolgersi come potere
costituito, quindi sono possibili solo revisioni puntuali del testo (MORTATI). Ma il
costituzionalismo si evolve e tende a disciplinare anche esercizio potere costituente. Lequivoco
nasce dalle diverse letture della Costituzione (concezione formale vs. concezione materiale)
In caso di profonde revisioni, necessario capire se c rottura tra vecchio e nuovo ordinamento,
intesa non con una connotazione negativa ma come frattura dellarmonia della Costituzione (es. Fra
III-IV e IV-V rep.)
Revisione totale pu richiedere procedure complesse: SPA = approvazione decisione di modifica
2/3 ciascuna Camera, scioglimento, nuove camere ratificano decisione revisione e stesura del testo
che deve essere approvato a magg. 2/3, referendum;
in Svizzera il referendum (obbligatorio) sia popolare che cantonale.
La revisione totale incontra limiti? In linea teorica no, sebbene per alcuni autori limite principi
fondamentali.
In ITA: revisione acceso dibattito perch per parte della Dottrina lart.138 Cost. non legittima
revisione di interi pacchetti di riforme ma solo gruppi di disposizioni perch referendum successivo
deve avere ad oggetto un tema omogeneo.

4- Stato, sovranit e legittimit: affermazione ottocentesca e crisi


A lungo pilastro fondamentale della giuspubblicistica europea, basato su tre uguaglianze:
a) tra Stato e diritto prodotto;
b) tra Stato e politica come allocazione autoritativa di valori;
c) tra diritto e legge parlamentare.
Gli elementi costitutivi dello Stato moderno sono stati identificati in:
a) popolo;
b) territorio;
c) Governo.
Essi nel complesso davano vita allidea di monopolio della forza legittima in un dato territorio su
una precisa popolazione che nasce verso lalto in opposizione al Papato e allImpero e verso il basso
contro i poteri feudali. Lo Stato moderno quindi connesso indissolubilmente allidea di sovranit
(superiorem non recognoscens) e alla sua crisi dovuta a vari fattori come linternazionalizzazione
delleconomia, allesigenza etica di un controllo sul rispetto dei diritti umani dentro gli Stati, ecc.. A
loro volta concezioni della sovranit corrispondono a quelle della legittimit (concetto che si
riferisce alle modalit con cui il potere ritenuto giusto e da accettare): queste ultime, nelle
democrazie contemporanee, sono essenzialmente popolari e basate in pratica sul ruolo di

legittimazione dei partiti. Per legittimazione si intendono le modalit con cui il potere suscita
consenso.
Secondo limpostazione di Mortati lideologia che conforma lordinamento costituisce il regime,
mentre la medesima realt complessiva pu essere definita forma di Stato se si pone al centro
lanalisi dei rapporti tra individuo e autorit o Costituzione materiale se si pone attenzione al gruppo
di forze che sorregge la Costituzione formale.
5- Le forme di Stato: evoluzione diacronica
I criteri adottabili per distinguere le FdS
A- Il tipo di rapporto Stato/societ civile (che deriva dall'ideologia);
B- La titolarit e l'esercizio (ripartito o accentrato) del potere politico;
C- La derivazione del potere e la sua natura monolitica o pluralistica;
D- Il riconoscimento formale e l'effettivit dei diritti di libert;
E- L'esistenza di una Costituzione e il ruolo effettivamente svolto da essa.
Questi 5 criteri sono utilizzati in quest'ordine per esaminare tutte le FdS seguenti.
Le FdS in senso diacronico
Col feudalesimo non si ha una FdS,
ma solo rapporti contrattuali privatistici Re/vassalli (A);
Non c' sovranit vera e propria (B);
C' un embrione di potere nel feudatario anche se formalmente c' un ruolo di Papato e Impero (C);
Non ci sono diritti, ma solo privilegi per consuetudine o per patto (D);
Non c' una vera e propria Costituzione, ma solo alcuni limiti legati al diritto di natura e ai patti (E).
La prima FdS lo Stato assoluto, con la nascita degli Stati nazionali.
C' uno sviluppo del capitalismo mercantile e manifatturiero e nasce uno Stato-apparato anche per
riscuotere le tasse (A);
La Sovranit appartiene alla Corona, al re si impongono le leggi di successione per il resto legibus
solutus (quod principi placuit legem habet vigorem) (B);
Il potere accentrato nel Monarca (legislativo, esecutivo e giudiziario), ma vi sono anche
autonomie locali; si ritiene che il Re abbia origine divina (C);
Non ci sono neanche qui diritti, ma pretese privatistico-patrimoniali basate su forza economicosociale (D);

Non c' Costituzione, ma solo vincoli al Re per leggi di successione e diritto naturale (E).
In Inghilterra, tuttavia, grazie al raccordo tra aristocrazia e borghesia costituito dalla aristocrazia
rurale e per privilegi feudali, la monarchia solo limitatamente assoluta, a differenza del Continente
e soprattutto della Francia (scontro borghesia imprenditiva/rendite parassitarie dei nobili).
La seconda FdS Stato liberale (liberale-legislativo-oligarchico), che succede a Stato assoluto,
caduto per eccesso di costi finanziari e per ascesa borghesia, senza traumi in Gb e Usa, con frattura
in Francia, con genesi dall'alto in Italia e Germania.
Netta separazione pubblico/privato e Stato "gendarme", attento a assicurare propriet (A);
Sovranit alla Nazione (identificata nella classe borghese) che si fa valere tramite lo Stato (versione
Ita e Germ) o il parlamento (assolutismo parlamentare Fra, temperato Gb) (B). Separazione
esecutivo/legislativo pi radicale all'inizio, temperata dopo conquista Governo da parte di
borghesia) e pi lenta autonomia del giudiziario (pi facile in Gb e Usa, pi condizionato altrove da
esecutivo per organizzazione e da legislativo per contenuti);
Principio della rappresentanza tramite elezione e divieto di mandato imperativo in Stato monoclasse
(C);
Diritti civili come libert negative, a cominciare dal diritto di propriet; gli altri diritti hanno sorti
diverse, pi tutelati in Gb, subordinati allo Stato in Ita e Germ (intesi come auto-limitazioni dello
Stato) (D);
Costituzione flessibile e quindi Stato legislativo, Stato di diritto (vincoli pi forti in Gb, in Europa
continentale la legge difende dall'arbitrio dell'amministrazione, ma non da quello del parlamento
medesimo) (E).
Dalla crisi dello Stato liberale si usciti in tre modi:
- con un graduale perfezionamento della democrazia in termini di espansione del suffragio e con
nuovi diritti e prestazioni specifiche da parte dello Stato (Stato sociale),
- o con due diversi esiti non democratici, uno di destra (Stato autoritario/fascista) e uno di sinistra
(Stato socialista/sovietico e derivati).
Lo Stato sociale
Interventista in economia per limitare concentrazioni, economia mista (A);
Sovranit popolare con limiti, distinzione maggioranza/opposizione (B);
Stato pluriclasse e affievolimento del divieto di mandato imperativo con ascesa dei partiti e ruolo
degli elettori come decisori sul Governo (C);
Diritti politici e sociali, uguaglianza delle posizioni di partenza (D);
Stato costituzionale con limiti procedurali e di contenuto affidati soprattutto alle Corti costituzionali
(Inghilterra esclusa) (E).

In anni recenti crisi economico-sociale dello Stato sociale (assistenzialismo) e risposte politiche
diverse per "quadrare il cerchio" (Dahrendorf) tra crescita economica, libert civili e politiche,
coesione sociale. Governi di centro-destra: sacrificata spesso coesione sociale in favore della
crescita economica. Governi di centro-sinistra: sacrificata spesso crescita economica per
privilegiare coesione sociale. Crisi politica: difficolt dei partiti di massa, soprattutto dove
impegnati in formule consociative. Crisi giuridico-costituzionale legata a crisi dello Stato nazionale.
Tuttavia le risposte alla crisi possono essere trovate dentro i principi dello Stato sociale.
Lo Stato autoritario (Stati fascisti)
Basato sulla piccola borghesia e su desiderio di ordine. Diversit interne: nel fascismo persistono
spazi relativamente autonomi (Chiesa cattolica, Corona, ecc.) e il ruolo del partito unico
subordinato allo Stato, mentre in Germania c' una vera mobilitazione attiva delle masse, un ruolo
in questo ben pi incisivo del partito. Di conseguenza il nazismo giunge ai livelli di un vero Stato
totalitario, mentre il fascismo non riesce ad arrivare a tale stadio in modo compiuto.
Separazione Stato/societ attenuata e interventi assistenziali (A);
Sovranit nazionale (ideologia ultra-nazionalista) e concentrazione poteri nel vertice del Governo
(B);
Rappresentanza corporativa e anti-pluralistica (C);
Negazione dei diritti (D);
Erosione progressiva della Costituzione (E).
Lo Stato socialista (sovietico e derivati)
Ascesa dopo rivoluzione russa del 1917 e declino con 1989. Restano Cina e Stati minori dell'Asia,
oltre a Cuba.
Superamento propriet privata e collettivismo, affermazione di un ceto burocratico fino al massimo
di totalitarismo con Stalin (A);
Rifiuto separazione poteri e affermazione del principio dell'unit del potere statale con primato
formale dei parlamenti e sostanziale dei vertici monocratici del parlamento e del partito (B);
Mandato imperativo, elezioni non competitive e monopolio dei partiti comunisti (o unici o con
satelliti), basati sul centralismo democratico (C);
Riconoscimento formale dei diritti, soprattutto economico-sociali, ma dentro vincolo ideologico di
"legalit socialista" che conduce a loro negazione (D);
All'inizio Costituzioni-bilancio (tappe realizzate verso il socialismo) poi Costituzioni-programma
cariche di enunciati ideologici, mancanza di vera rigidit (ratifica delle decisioni di partito) e di
controllo di costituzionalit (E).
Dopo tentata riforma interna di Gorbaciov (post 1985) adozione di modelli analoghi a quelli
occidentali, ma con esiti diversi: migliori in area centro-europea, peggiori nei Balcani e negli Stati

ex-Urss (semi-democrazie). Apertura parziale a forme di economia di mercato negli Stato socialisti
residui, ma senza intaccare monopolio del partito unico o dominante.
Stati in via di sviluppo
Per gli Stati in via di sviluppo (categoria residuale) tre elementi comuni (colonizzazione,
sottosviluppo, identit nazionale debole) e quattro cicli: adozione modello liberal-democratico della
madrepatria con fallimenti, esiti autoritari e militari, spesso ulteriore evoluzione verso socialismo (o
filo-sovietico o in senso meno ideologizzato con lo Stato come leva per lo sviluppo), nuovo trend
democratico post-1989 con esiti diversi (migliori in Sudafrica).
In alcuni casi si avuto per anche un esito tradizionalista con un ruolo alquanto pervasivo della
religione (Iran). Incerti gli esiti, specie a causa del rapporto tra sfera politica, ruolo della religione (e
talora anche rispetto a istituzioni militari) delle transizioni pi recenti nel Nordafrica.
6- LUnione europea parziale risposta alla crisi dello Stato
Per far fronte alla crisi dello Stato sul nostro continente si sviluppata loriginale esperienza
dellUnione europea, secondo un processo simile a quello degli stati federali, ma ancora
insufficiente per ci che concerne controlli e legittimazione.
L'Unione Europea si colloca a cavallo tra le categorie di Confederazione e di Stato Federale.
Della prima ha la genesi (trattati internazionali) e un elemento strutturale (la centralit dei
meccanismi di concertazione tra i Governi, che si esprimono nel rilievo decisivo del Consiglio dei
ministri per la produzione normativa e in quello del Consiglio europeo dei capi di Governo). Sedi in
cui si vota per le questioni pi importanti con ampie maggioranze qualificate e, in qualche caso,
all'unanimit.
Della Federazione ha per 3 elementi: il carattere direttamente vincolante del diritto comunitario
per i cittadini nelle materie di propria competenza, il rafforzamento pur relativo dei poteri del
Parlamento, giunto a condizionare in modo significativo la Commissione (i cui membri sono per
scelti dai Governi nazionali) e la presenza di una Corte di Giustizia competente a statuire sulle
violazioni dei Trattati da parte degli Stati membri.
Col Trattato di Lisbona ci sono state varie novit: elenchi precisi di competenze esclusive e
concorrenti; aumento, pur timido, dellarea delle decisioni a maggioranza; inclusione della Carta dei
diritti di Nizza, giustiziabile dalla Corte di giustizia; superamento della Presidenza semestrale del
Consiglio in favore di una di due anni e mezzo; rafforzamento, pur timido, del Presidente della
Commissione sui commissari; pi forte legame tra Commissione e Parlamento. Con le elezioni
europee abbiamo assistito la novit delle indicazioni preventive delle varie famiglie politiche per la
guida della Commissione europea, a cui dovrebbe poi coerentemente seguire una maggiore
valorizzazione istituzionale di tale ruolo nella logica una pi ampia parlamentarizzazione e
federalizzazione.

Sintesi n. 3
Il modello democratico e la classificazione delle forme di governo
Riferimenti: Morbidelli-Pegoraro.Rinella-Volpi Diritto pubblico comparato, quinta edizione,
Giappichelli, Torino, 2016, Capitolo 7; S. Ceccanti, La transizione (quasi) finita,
Giappichelli, Torino, 2016, Introduzione paragrafo 3; cap. 1 paragrafi 3 e 4.
Le monarchie repubblicane sono .. la forma contemporanea che prende la Repubblica nei Paesi pi
avanzati economicamente e di pi antica democrazia
M. Duverger, La monarchie rpublicaine, Robert Laffont, Paris, 1974, p. 16
1- La forma di governo, cuore della forma di Stato
Per definire il modello democratico sono di limitata utilit le definizioni puramente normative (di
dover essere) che non si pongano problemi di effettiva corrispondenza empirica.
Le democrazie moderne sono essenzialmente rappresentative a causa dei costi individuali e
collettivi, cio sia per motivi quantitativi (nei grandi aggregati la democrazia diretta inapplicabile)
sia per motivi qualitativi (non tutti sono in grado di prendere direttamente decisioni sulla cosa
pubblica).
Rappresentanza giuridica (di interessi): vincolo di mandato tra rappresentante e rappresentato.
Rappresentanza sociologica: rispecchiamento delle caratteristiche del rappresentante nel
rappresentato.
Rappresentanza politica: nello Stato liberale oligarchico nasce con una sostanziale indipendenza del
rappresentante; messa in crisi dal suffragio universale e dallavvento dei partiti, che organizzano i
rappresentati e condizionano i rappresentanti. Il divieto di mandato imperativo si trasforma in
sostanza in garanzia dellindipendenza delleletto dal partito durante il mandato.
Il modello democratico (di democrazia pluralista), basato sul bilanciamento tra istanze di
autodeterminazione dei singoli e dei gruppi e di limiti ai medesimi, richiede come pre-condizioni:
a) un mercato economico con un certo grado di libert di iniziativa per individui e gruppi;
b) un sistema sociale articolato, con libert di dar vita a corpi intermedi naturali o artificiali;
c) un pluralismo politico e istituzionali segnato dal metodo democratico (che si compone a suo volta
di regole sul diritto di voto, procedure per garantire la pluralit nella domanda e nellofferta politica;
pluralismo di partiti, di strutture di indirizzo e di controllo, di un esecutivo responsabile).
Due sono i modelli pragmatici che si imposero tra 700 e 800:
a) la Costituzione mista inglese (sovranit parlamentare, intesa come articolata tra le due Camere e
la Corona);
b) lassetto razionalistico francese che in nome della sovranit nazionale oscillava tra fasi in cui
essa si riteneva espressa nellAssemblea e fasi di concentrazione plebiscitaria.

Per vari motivi non fu a lungo ritenuto esportabile oltre i suoi confini nel continente europeo il
modello Usa (ma diritti fondamentali e giustizia costituzionale costituirono un riferimento nel
secondo dopoguerra).
N lo fu il modello della monarchia costituzionale pura di tipo prussiano per le sue contraddizioni
irrisolte tra principio monarchico e democratizzazione, mentre la Costituzione di Weimar (1919) fu
invece paradigmatica per i diritti sociali e per una nuova forma democratizzata di equilibrio dualista
della forma di governo (poi definita semi-presidenziale).
Il secondo dopoguerra poi dominato dalla contrapposizione tra forme di democrazia pluralista
(con uno schema monista di forma di governo, almeno fino al 1958, con la Quinta Repubblica
francese) e forme di democrazia cosiddetta popolare.
La Legge Fondamentale di Bonn e il testo della Quinta Repubblica sono poi i riferimenti maggiori
utilizzati nella Terza Ondata democratica (Huntington) che abbraccia il periodo dal 1974 fino alle
democratizzazioni post 1989.
I tentativi politologici di misurare la corrispondenza tra le caratteristiche di fondo delle democrazie
pluraliste e le esperienze reali sono interessanti giacch finiscono per costruire un continuum che
vede ai due estremi le democrazie pluraliste vere e proprie (in cui lalternanza al potere per via
elettorale effettivamente possibile) e gli ordinamenti non democratici (varie forme di autocrazie:
monarchie tradizionali, dittature personali, ordinamenti a partito unico), e in posizione intermedia le
cosiddette democrazie di facciata (esistenza di regole e istituzioni democratiche, ma impossibilit
di effettiva alternanza). Categoria questultima che ingloba vari Paesi dellex-Urss (a cominciare
dalla Russia) e dellarea balcanica (questultima per oggi in transizione, come dimostrano le
domande di adesione allUnione europea).
2- La classificazione delle forme di governo: tipologie e sotto-tipologie
Fdg si riferisce ai rapporti tra i supremi organi costituzionali, in relazione alla funzione di indirizzo
politico.
Studiare le Fdg comporta lo studio non solo delle norme scritte, ma anche del diritto pattizio
(convenzioni) e di quello consuetudinario (che si autonomizza dalle volont dei contraenti).
Esempio: in Ita si parla di consuetudine rispetto alle consultazioni del PdR per la formazione del
Governo e di convenzione per i criteri scelti per i soggetti da convocare.
Dallidea di equilibrio si trae il criterio classico di distinzione, basato sul principio della separazione
dei poteri (con la distinzione tra poteri attivi e di controllo, cio tra pesi e contrappesi) che produce
il seguente esito, limitandoci alle sole democrazie pluraliste:
a- fdg a separazione rigida dei poteri: presidenziale (leggi al Parlamento bilanciate da veto
presidenziale; nomine al Pdr con avviso e consenso Senato; potere federativo (potere estero e
militare) condiviso tra Pdr e Senato);
b- fdg a collaborazione iniziale tra i poteri: direttoriale (il legislativo elegge lesecutivo, dopo di che
i due poteri sono indipendenti senza sfiducia e senza scioglimento anticipato);
c- fdg a collaborazione tra i poteri: fdg parlamentare e semipresidenziale: rapporto fiduciario e
ulteriori possibili aspetti (scioglimento anticipato e sua spettanza, esistenza e ampiezza della
controfirma degli atti presidenziali). In origine fdg parlamentare nasce dualista: due poteri

(legislativo ed esecutivo) e tre organi (Capo dello Stato, Parlamento e Governo); con espansione del
suffragio ha luogo una transizione verso il monismo (con compressione poteri del Capo dello Stato)
o nasce un nuovo dualismo interamente basato sul suffragio universale (modello semipresidenziale) in cui per i poteri attribuiti ai vari organi e la natura del sistema dei partiti appare
pi decisiva dellelezione diretta del Capo dello Stato.
Nelle moderne democrazie pluraliste si aggiunge il criterio partitico, in cui convergono il numero
dei partiti, la loro strutturazione in poli, nonch la distanza ideologica (presenza o meno di forze
ritenute anti-sistema). Elia, ad esempio, distingue le fdg parlamentari in bipartitiche, multipartitiche
moderate, multipartitiche estreme; mentre nella presidenziale e in quella direttoriale i partiti
incidono pi sul funzionamento che non sulla classificazione.
Volpi propone di adottare per la costruzione dei tipi le due sole caratteristiche giuridiche pi
tradizionali: esistenza o meno del rapporto fiduciario; esistenza o meno dellelezione diretta del
Capo dello Stato.
Ne risulta uno schema didatticamente molto efficace, anche se discusso soprattutto per la
separazione in due categorie diverse della fdg parlamentare e di quella semi-presidenziale
(lelezione diretta risponde infatti a finalit diverse a seconda dei casi e non raccordata in modo
univoco ai poteri esercitati):
1- elez. diretta No, rapporto fiduciario No: forma direttoriale
2- elez. diretta S, rapporto fiduciario S: forma semi-presidenziale
3- elez. diretta No, rapporto fiduciario S: forma parlamentare
4- elezione diretta S, rapporto fiduciario No: forma presidenziale.
Anche volendo accettare questa quadripartizione si possono formulare dei criteri ulteriori per
identificare in modo pi restrittivo i casi rientranti nella forma semi-presidenziale (e
simultaneamente pi comprensivo quelli parlamentari): in particolare si pu sostenere che rientrino
in tale tipologia solo gli ordinamenti in cui il Presidente abbia anche poteri autonomi di indirizzo
politico (in particolare quello di scioglimento anticipato discrezionale, che consente di riattivare
direttamente un rapporto col corpo elettorale e/o anche una sfera autonoma di poteri in ambito
estero/militare). Con questo criterio, ad esempio, la Slovenia, dove il Presidente non ha poteri
autonomi di quel tipo, transiterebbe dalla forma semi-presidenziale a quella parlamentare.
Volpi propone poi per le due tipologie che comprendono il maggior numero di casi, di integrare
questi criteri strettamente giuridici con criteri ulteriori relativi alla determinazione effettiva
delindirizzo politico giungendo cos a sotto-tipologie.
Per la forma parlamentare lesito pi convincente quello di giungere a due sotto-tipologie:
a-forma parlamentare maggioritaria che poggia su un sistema bipartitico o bipolare, in genere
incentivato da formule elettorali selettive (maggioritarie o proporzionali corrette) possibili a causa
di cultura politica pi omogenea, che d vita a Governi di norma di legislatura sulla base di una
legittimazione popolare diretta (il rapporto fiduciario parte quindi di norma dal voto) in cui il leader
del primo partito della coalizione anche alla guida dellesecutivo e possiede poteri tali da
determinare un forte incentivo alla prosecuzione della legislatura (scioglimento come deterrente

contro le crisi), oltre allesistenza di significativi disincentivi contro le crisi (ad es. mozioni
costruttive per le quali richiesta la maggioranza assoluta della Camera bassa);
b- forma parlamentare non maggioritaria che poggia su un sistema multipolare, in genere favorito
da formule elettorali speculari, a causa di fratture sociali pi profonde con unelevata disomogeneit
di culture politiche che d vita a coalizioni talora anche di legislatura (Grandi coalizioni fisse), ma
spesso con un forte turn-over dei Governi alla cui guida si alternano vari leaders di partiti e correnti;
sistemi che tendono ad andare in crisi quando praticati a livello di democrazie di grande scala nel
contesto dello Stato sociale che comporta un maggiore protagonismo dei Governi (Francia III e IV
Repubblica, Italia prima fase della Repubblica). Nonostante quanto sostenuto da Volpi (che ne fa un
tipo a parte) tende a rientrare in questa tipologia anche Israele nel periodo in cui lelezione diretta
dal Premier tentava di correggere debolmente le derive assembleari.
Per quella semi-presidenziale allassetto bipolare o multipolare del sistema dei partiti si aggiunge
anche la diversa primazia che pu stabilirsi o del Presidente o del Premier, soprattutto sulla base del
fatto che i partiti riconoscano il proprio leader nelluna o nellaltra figura. Si possono cos
distinguere:
a- forme semipresidenziali maggioritarie a preminenza del Pdr (Francia V Repubblica tranne
coabitazione)
b- forme semipresidenziali maggioritarie a preminenza del Pm (Francia sotto coabitazione, Portogallo)
c- forme sempresidenziali non maggioritarie a preminenza del Pdr (Weimar II fase)
d- forme semipresidenziali non maggioritarie a preminenza del Pm (Weimar prima fase).
Lo schema di una preminenza delluna o dellaltra figura a seconda degli ambiti di competenza, che
era tipica del testo storico della Finlandia (fino al 1989) col Pdr prevalente in politica estera e il Pm
in politica interna venuto meno perch lUnione europea tende a relativizzare quella distinzione,
determinando un intreccio fortissimo tra dentro e fuori.
Da tenere presente che la forma presidenziale americana, a causa della separazione tra le istituzioni
che impone la necessit di collaborazioni anche difficili (specie nei casi di maggioranze difformi col
cosiddetto Governo diviso), nonostante le formule elettorali maggioritarie per il Presidente e il
Parlamento, tende in realt a funzionare secondo una logica compromissoria, non maggioritaria. Lo
stesso vale per la forma direttoriale che realizza una sorta di grande coalizione permanente
nellesecutivo rappresentativo di tutti i partiti maggiori, con la correzione maggioritaria
rappresentata dalluso frequente dei referendum.
Da notare che gli unici casi di transizione da una logica di funzionamento ad unaltra della forma di
governo (dalla forma parlamentare non maggioritaria a quella semi-presidenziale maggioritaria in
Francia, dalla forma parlamentare non maggioritaria a quella maggioritaria in Italia, non pienamente
compiuta) sono avvenute in grandi democrazie (decisiva la dimensione di scala) segnate dallo
Stato sociale fortemente interventista che per sua natura ha bisogno di Governi stabili e forti sul
piano nazionale (tra forma di Stato e forma di Governo il nesso stringente, come segnalano Amato
e Clementi a pag. 64).
Per questo, nello stesso senso dellaffermazione di Duverger citata allinizio, Leopoldo Elia nella
sua voce sulle forme di governo del 1970, affermava nelle pagine finali di quel contributo, che la
quale le formule presidenziali o neoparlamentari rappresentano una delle tendenze modellistiche

immanenti alla vita costituzionale contemporanea, e non soltanto una trovata di professori francesi
in vena di political engineering (Elia 1970, 672). Per questo la spinta a formule elettorali che
tendano alla legittimazione popolare del Premier, al di l delle tecnicalit pi o meno aggiornate,
non appaiono affatto unanomalia, anzi esattamente il contrario, leliminazione di unanomalia.

FORME DI GOVERNO: CLASSIFICAZIONE


1970 Leopoldo Elia pubblica la voce Governo (Forme di), distinguendo tra:
a) bipartitismo rigido = caso inglese, elezione popolare di fatto del Primo Ministro, prevalenza del
Primo Ministro su Governo e del Governo sul Parlamento.
b) multipartitismo temperato: assenza investitura popolare, forte instabilit governativa e che
comprende 2 situazioni: - partiti che concludono alleanze stabili e bipolari (Germania)
- Governi di amplia coalizione (Belgio, Paesi Bassi)
c) multipartitismo estremo: instabilit governi, debolezza PM e comprendente paesi con partiti
antisistema e coalizioni eterogenee (Weimar, Fra IV Rep, Ita)
Pi di recente evoluzione: determinante il carattere bipolare e multipolare del sistema dei partiti.
Di conseguenza, 2 sottotipi:
1) Forme di governo maggioritarie: caratterizzate da sistemi politici bipartitici o bipolari, in
societ dove non ci sono fratture etniche-ideologiche, ma c nucleo di valori essenziali condivisi.
La maggioranza dipende anche dal sistema elettorale selettivo (maggioritario o proporzionale
corretto) e dalla distinzione tra maggioranza e opposizione, che comportano governi stabili
sostenuti da una coalizione omogenea e dal ruolo direttivo del Governo e dalla preminenza del PM
(es. Regno Unito, Germania, Spagna)
2) Forme di governo non maggioritarie: caratterizzate da sistemi multipartitici/multipolari,
favorite da sistemi elettorali non selettivi (proporzionale). Si affermano in societ eterogenee dove
sono presenti forti fratture ideologiche/etniche/religiose, superate dal principio di concordanza tra
tutte le forze e dove sono frequenti larghe coalizioni, seppur instabili perch eterogenee. Il PM
svolge un ruolo di mediazione, il Parlamento instabile perch non c maggioranza, non c
alternanza di governo (es. Francia IV Rep, Italia)
E necessario per considerare che le forme di governo sono profondamente influenzate nel loro
funzionamento da fattori extragiuridici (o metagiuridici), in quanto gran parte dellattivit degli
organi costituzionali avviene sulla base di regole non scritte di tipo normativo (consuetudini) o di
tipo politico (convenzioni).
Particolare rilievo assume il sistema politico, costituito dallinsieme di soggetti che rappresentano
interessi sociali e si propongono di conquistare/influenzare il potere. Negli stati democratici tali
soggetti sono i partiti che hanno come fine la direzione del governo e mediano tra rappresentanza
interessi di parte e salvaguardia unit nazionale.
Per alcuni autori sono da considerare nella classificazione delle forme di governo solo i fattori
giuridici (perch ritengono che se considerati altri fattori si perda la nozione giuridica) ma cos la

forma di governo diviene statica. In realt, i concetti di forma di governo e sistema politico
interagiscono e si influenzano vicendevolmente, difatti la natura bipolare del sistema produce effetti
diversi rispetto a quella multipolare su asse governo-parlamento e sul ruolo di vertice
dellEsecutivo.
Infine, anche il sistema elettorale (formula elettorale) un elemento che non incide direttamente,
ma di cui necessario tener conto per capire la dinamica di funzionamento delle forme di governo
(influenza il Parlamento e la struttura e la stabilit del Governo).

Sintesi n. 4
I sistemi elettorali
Riferimenti: Morbidelli-Pegoraro.Rinella-Volpi Diritto pubblico comparato, quinta edizione,
Giappichelli, Torino, 2016, Capitolo 8 sezione II; S. Ceccanti, La transizione (quasi) finita,
Giappichelli, Torino, 2016, Appendice didattica
Naturalmente il sistema elettorale incapace di suscitare partiti nuovi se le forze sociali non
spingono in tal senso, n di impedirgli di nascere in caso contrario. Essi non sono altro che un freno
o un acceleratore: il motore costituito dai conflitti tra i diversi gruppi che compongono la societ
M. Duverger La dmocratie sans le peuple, Suil. Paris, 1973, p. 55,
1- Sistema elettorale, formula elettorale e legislazione di contorno
Il concetto di sistema elettorale comprende sia la formula elettorale (meccanismo di traduzione dei
voti in seggi: il cuore del sistema) sia la legislazione elettorale di contorno (norme su candidature,
ecc.).
I suoi elementi costitutivi sono:
a) il tipo di strutturazione dei modi di scelta che si esprime nella scheda (opzione categorica che
impone allelettore ununica scelta secca o ordinale, dove si possono graduare scelte diverse);
b) il collegio (uninominale o plurinominale) e le sue dimensioni (il numero di seggi da distribuire: a
parit di altre condizioni pi il collegio grande maggiore la proporzionalit; solo con
meccanismi automatici di formule elettorali il collegio irrilevante); la delimitazione dei collegi
espone anche a possibilit di ritaglio partigiano dei medesimi (gerrymandering) o di disuguaglianze
successive determinate da spostamenti di popolazione o da diversi ritmi di crescita demografica. Per
evitarli sono previsti meccanismi periodici di revisione, spesso col contributo di organi imparziali;
c) la formula elettorale.
Le formule si dividono staticamente in:
maggioritarie (di solito associate a collegi uninominali, eccezione grandi elettori Usa che caso di
formula maggioritaria plurinominale);
proporzionali (di solito con collegi plurinominali, eccezioni vecchio Senato Ita pre 1993 dove in
realt si trattava di un sistema proporzionale a preferenza bloccata).
A loro volta le maggioritarie si dividono in plurality (maggioranza relativa, di solito a turno unico,
ma anche con doppi turni aperti a pi di 2 candidati come per lAssemblea nazionale francese dove
pu accedere chi abbia avuto al primo turno il 12,5% calcolato sugli aventi diritto) e majority (con
maggioranza assoluta, di solito con turno doppio chiuso ai primi due, ma si pu ottenere anche con
un doppio voto in unico turno con una sorta di ballottaggio preventivo come per il sindaco di
Londra).
Le proporzionali si dividono in metodi del quoziente (pi proporzionali) e del divisore (meno
proporzionali, il pi famoso quello d'Hondt).

Negli ultimi anni cresciuta in generale la tendenza verso formule cosiddette miste: una categoria
eterogenea che andrebbe forse pi correttamente suddivisa in formule a prevalenza maggioritaria
(es. la legge Mattarella italiana) e a prevalenza proporzionale (es. la legge greca che distribuisce un
83% circa di seggi con la proporzionale e un 17% con un premio alla prima lista).
Attenzione per a effetti dinamici:
alcuni sistemi maggioritari possono avere effetti proporzionalistici (es., per alcuni aspetti, la legge
Mattarella in Italia dove i collegi a turo unico si innestavano in un sistema frammentato e dove
quindi le candidature nei collegi erano proporzionalizzate tra gli alleati);
ma, pi frequentemente, sistemi proporzionali possono essere corretti a tal punto da poter
funzionare come maggioritari (sbarramenti, premi di maggioranza, mancato recupero dei resti e
circoscrizioni piccole, cio con pochi eletti) se non addirittura da garantire un esito maggioritario
(sistemi majority assuring come nelle Regioni ordinarie italiane e, con qualche eccezione, nei
Comuni italiani sopra 15 mila abitanti).
In realt i sistemi majority assuring dovrebbero essere classificati tra i maggioritari perch tale esito
non una mera correzione che pu o meno portare ad un esito maggioritario (a differenza di sistemi
proporzionali corretti senza premio) ma lo garantisce, come se si trattasse di un maxi-collegio
unico.
2- Sistemi elettorali nelle grandi democrazie euro-occidentali
Inghilterra: uninominale maggioritario a turno unico formula plurality che strutturato per tendere a
produrre di norma una maggioranza monoparitica (anche se questo non accaduto nel 2010,
determinando una coalizione post-elettorale, gli incentivi di sistema tendono comunque a produrre
la maggioranza monopartitica come normale)
Francia: sistema uninominale maggioritario a doppio turno, acronimo SUMADT (sbarramento del
12,5% sugli aventi diritto al voto tra un turno e laltro) con formula majority al primo turno e
plurality al secondo; il suo rendimento, che porta a una bipolarizzazione nazionale, in realt
dovuto alleffetto combinato con le Presidenziali che a partire dalle riforme del 2000 (quinquennato
presidenziale, inversione del calendario elettorale) e, quindi, dal turno elettorale 2002, le precedono
di poche settimane
Germania: proporzionale integrale (non un sistema misto) con metodo del quoziente e
sbarramento del 5% (o 3 collegi vinti). Il voto su lista bloccata stabilisce quanti seggi spettano ai
partiti, quello nei collegi quali sono i primi degli eletti di ciascun partito. In seguito ad una sentenza
recente della Corte costituzionale che ha praticamente soppresso il lieve correttivo maggioritario dei
cosiddetti seggi in esubero e alla maggiore frammentazione del sistema dei partiti dovuta alla
riunificazione con lemergere del quinto partito (Linke, ritenuto al momento non coalizzabile) la
logica maggioritaria precedente che funzionava nonostante la formula proporzionale e che portava a
coalizioni con legittimazione elettorale di centrodestra (Cdu-liberali) o di centrosinistra (SpdVerdi), il sistema ora tende maggiormente a produrre Grandi coalizioni post-elettorali. Va poi
segnalato che il contenimento della frammentazione era dovuta storicamente anche allart. 21 Cost.
su proibizione partiti antisistema.
Spagna: proporzionale in piccole circoscrizione con formula D'Hondt senza recupero dei resti con
sbarramento esplicito del 3% a livello circoscrizionale ma implicito di norma molto pi alto che
premia i partiti nazionali pi grandi, punisce i partiti nazionali piccoli finch restano a livelli non

superiori al 5-6% e rappresenta fedelmente i partiti regionalisti (PANE- partidos de ambito no


estatal, per opposizione ai PAES, partidos de ambito estatal). Per arrivare alla maggioranza assoluta
dei seggi basta un 40% circa dei voti purch si abbia qualche punto di distacco dal secondo partito.
La Costituzione consente comunque governi di minoranza (rectius: di maggioranza relativa).
Sembrano manifestarsi problemi di governabilit stabilizzandosi la tendenza recente alla riduzione
dei consensi dei PAES tradizionali (PP e PSOE) a favore dei PAES pi nuovi (Podemos e
Ciudadanos) al di l delle soglie che sottorappresentavano quelli pi tradizionali (Izquierda Unida e
il cenrista UPyD).
3- Sistemi elettorali in Italia
Dopo le formule proporzionali speculari debolmente corrette della prima fase della Repubblica (per
la Camera quoziente e collegio unico nazionale per i resti, per il Senato formula DHondt su scala
regionale
-dal 1993 formule majority assuring per i comuni (con qualche eccezione per quelli pi grandi) e
dal 1995 per le regioni, strabiche perch con sbarramenti bassi dentro le coalizioni;
-per il Parlamento sempre dal 1993 (fino al 2005) formula mista a dominante maggioritaria (legge
Mattarella. Tre quarti magg., un quarto proporzionale con analogo strabismo per sbarramenti);
-dal 2005, con applicazione dal 2006, sistema majority assuring a livello nazionale per la Camera e
regionale per il Senato, con conferma dello strabismo e quindi della frammentazione intracoalizionale;
-dopo lintervento della Corte che ha espunto i premi a causa dellassenza di una soglia minima,
approvazione della legge 52/2015 (Italicum) majority assuring a doppio turno elettorale nazionale
per la sola Camera (in coerenza con la riforma costituzionale in itinere che toglie la fiducia al
Senato) per ottenere ununivoca legittimazione elettorale della maggioranza e del Governo

Sintesi n. 5
Il rapporto centro-periferia e la sua evoluzione
Riferimenti: Morbidelli-Pegoraro.Rinella-Volpi Diritto pubblico comparato, quinta edizione,
Giappichelli, Torino, 2016, Capitolo 6 sezione I; S. Ceccanti, La transizione (quasi) finita,
Giappichelli, Torino, 2016, Capitolo 4
Da un punto di vista empirico, un governo centralizzato, un governo decentrato, un governo
federale, una federazione, una confederazione o lega di governi (stati), unalleanza, un
allineamento, un sistema di governi (stati) indipendenti e, infine, governi (stati) privi di ogni
relazione, sono tutti casi che presentano differenze di grado nella relazione tra i governi e le persone
soggette al loro imperio, nonch tra i primi e il territorio che occupano. I due estremi sono costituiti
dal controllo unitario da parte di un solo governante, e da un controllo completamente separato
esercitato da governanti distinti, entrambi casi marginali. Il federalismo come processo deve essere
inteso come una realt che lega diversi sistemi di relazioni posti nella sezione centrale del
continuum
C. Friedrich, Luomo, la comunit, lordine politico, Il Mulino, Bologna, 2002, p. 273
Tipi di Stato, federalismo, regionalismo
1- Tipo di Stato
La separazione verticale dello Stato tra centro e periferia spesso ricompresa dai Manuali nelle
parti sulla forma di Stato perch si riferisce ad uno dei cardini dell'ordinamento. Tuttavia la
distinzione tra Stato accentrato (che ha solo terminali periferici da esso strettamente dipendenti, con
un mero decentramento burocratico/amministrativo) e Stato composto (dove gli enti territoriali sono
espressione delle popolazioni e hanno poteri di indirizzo politico, con un decentramento
politico/istituzionale) ha senso solo nella FdS democratica.
Il decentramento politico pu esservi realmente solo dove c' democrazia, ma non necessariamente
dove c' democrazia troviamo forme di decentramento.
Quindi preferibile parlare di diversi Tipi di stato dentro la FdS democratica.
2- Diversit di origine, spinta alla convergenza e problemi di categorie
La storia diversa a seconda dell'origine dei vari Paesi: alcuni sono nati con forti Stati nazionali
centralizzati (Francia, Ita post unit), altri invece da un rafforzamento di legami tra Stati
originariamente separati attraverso patti tra di essi (Usa, Ch, Germ).
In anni pi recenti queste diversit si sono stemperate: gli Stati centralizzati hanno conosciuto
processi di decentramento politico e gli Stati sorti dalla federazione di entit prima separate hanno
visto un rafforzamento delle entit federali.
E' quindi relativamente facile descrivere gli estremi di un ideale continuum che veda agli estremi
uno Stato centralizzato e all'opposto una Confederazione di Stati, ma siccome oggi la gran parte
delle esperienze tendono a porsi in mezzo a questo continuum non cos semplice classificarle, a
cominciare dalla differenza sfuggente tra regionalismo e federalismo. A prima vista e in estrema

approssimazione si pu ricorrere allo schema seguente andando dal massimo al minimo di


centralismo:
Stato centralizzato - Stato Regionale - Stato Federale - Confederazione di Stati
Tuttavia non detto che le definizioni che gli ordinamenti danno di loro stessi coincidano con
quelle che si possono dare dall'esterno o comunque con gli esiti del percorso. Ad esempio l'Austria
si auto-definisce ed definita come Federale, ma si pu effettivamente dire che i suoi Stati federati
(Laender) hanno pi poteri delle Comunit Autonome spagnole, cio di uno stato comunemente
classificato come Regionale (in Spagna autodefinito come "autonomico")? A giudizio dei pi c'
maggiore autonomia in questo secondo caso.
Ci vuole quindi cautela nell'uso, pur necessario, delle categorie. Possiamo certo dire che lo Stato
regionale nasce come pi accentrato di quelli federali, ma non necessariamente questo descrive
bene la realt odierna.
3- Confederazione di Stati
Stati Uniti 1777-1787; Ch 1815-1848; Germ 1815-1867. Limitata aggregazione per fini
militari/economici. Non un vero TdS perch non c' uno Stato, ma solo un trattato internazionale
tra Stati che restano diversi.
Caratteristiche: organizzazione comune molto semplificata con almeno un organismo in cui sono
rappresentati Stati, pariteticit; unanimit per principali decisioni; vincoli solo per Stati e non
direttamente per individui.
Loro fragilit e tendenza a evolvere in Stati federali. Un'evoluzione supportata da un'ideologia antinazionalistica, di aspirazione ad un'unit maggiore.
4- Caratteristiche normalmente riscontrabili negli Stati federali
A- Ordinamento statale federale basato su Costituzione scritta e rigida e pluralit di Stati membri
con loro costituzioni, subordinate a quella federale;
B- Ripartizione di competenze nella Costituzione federale (non modificabile unilateralmente con
legge ordinaria federale);
C- Parlamento bicamerale con seconda Camera rappresentativa degli Stati dotata per la revisione
costituzionale di poteri analoghi alla prima, anche laddove per le leggi ordinarie il bicameralismo
ineguale (Usa: prima dai legislativi, poi dal 1913 a suffragio universale con permanenza di criterio
paritetico; Germania- i rappresentanti dei Laender, criterio non rigidamente paritetico, ma i pi
piccoli sovrarappresentati);
D- Governo composto tenendo conto di Stati federati (formalizzato, Ch; con vincolo di parere
Senato in Usa);
E- Partecipazione Stati federati alla revisione: o in via mediata, con la seconda Camera federale
(Germ) o con i legislativi federati (Usa), o in via immediata con votazione popolare a maggioranza
di voti validi e di Cantoni (Svizzera);

F- Esistenza di un organo federale giurisdizionale (di solito le Corti costituzionali) che decide sui
conflitti centro/periferia e la cui composizione risente dell'una e dell'altra istanza (Germania, met
giudici dalla prima Camera e met dalla seconda; Senato americano d parere).
5- Teorie giuridiche sulla natura dello Stato federale: sovranit dello Stato federale e della sua
Costituzione
Teorie statiche: ricerca dell'ente sovrano.
Teorie dinamiche: studio del federalismo come processo (oggi prevalenti)
Le teorie statiche si ripartiscono in 3 filoni:
A) Sovranit ripartita Stato federale/Stati federati (autori del Federalist) e concetto dello "Stato
composto". Tipica di stati federali che nascono per aggregazione, ma contraddittoria rispetto all'idea
di sovranit indivisibile; una teoria di passaggio, di equilibrio instabile;
B) Sovranit degli Stati membri (Calhoun, Von Seydel) sostenuta da alcuni enti periferici (Baviera.
Stati secessionisti del Sud in Usa) per difendersi da crescita di Stati federali fino ad affermare il
diritto di secessione che in realt tipico della Confederazione; teoria sconfitta in termini materiali
e quindi anche nella teoria;
C) Sovranit dello Stato federale, basata soprattutto su superiorit della Cost. federale e sul fatto che
essa attribuisce allo Stato federale la "competenza della competenza" e che pone a livello federale
sia l'organo di rappresentanza degli Stati (seconda Camera) sia l'organo che decide sul contenzioso
(Corte costituzionale). Gli Stati membri non sono quindi sovrani, ma autonomi. E' la teoria
largamente prevalente tra quelle statiche.
Tuttavia sono in crisi i concetti tradizionali di Stato e sovranit su cui esse si basavano. Per questo
le teorie dinamiche sono preziose nel sottolineare il passaggio pressoch generale dallo Stato
federale liberale (competenze economiche a Stati) a quello federale sociale (crescita del ruolo
compensativo dello Stato federale, garante dell'uguaglianza su tutto il territorio) e a spingere verso
studi pi puntuali sui singoli Stati.
6- Competenze ed evoluzione dello Stato federale odierno, un sottotipo dello Stato decentrato
Modello Usa: competenze tassative Stato federale (art. I, sez. 8), il resto a Stati federati.
Modello europeo: anche qui c' clausola dei poteri residui a Stati federati (art. 70.1 LF Germ.), ma
c' in pi un grande rilievo della legislazione concorrente per cui lo Stato pu espandersi a danno
dei Laender non tanto secondo lo schema della nostra concorrente (principi-dettagli) ma quando e
nella misura in cui la creazione di condizioni di vita equivalenti nel territorio federale o la tutela
dellunit giuridica o economica nellinteresse generale renda necessaria una disciplina legislativa
federale (art. 72.2).
Il passaggio al federalismo sociale avvenuto attraverso la giurisprudenza delle Corti (ad es.
nell'interpretare in modo evolutivo dal 1937 la cosiddetta "clausola del commercio interstatale
dell'art. I sez. 8 comma 3 della Cost. Usa), e norme come quella dell'art. I sez. 8 u. c. della Cost.
Usa (clausola dei "poteri impliciti").

Esso si tradotto in federalismo cooperativo, in interventi coordinati dei vari livelli di Governo col
ruolo decisivo di quello federale e si espresso con:
A- Cambiamento di significato del principio di sussidiariet (cfr. LF Germ. art. 72.2). In origine
serviva a difendere gli Stati federati, ma poi diventato ambivalente; in Stati federati pi spesso
usato negli ultimi decenni a favore di livello federale;
B- Spostamento del baricentro del federalismo fiscale: una quota largamente maggioritaria delle
risorse (circa il 70%) in realt assegnata agli Stati federali e lo stesso finanziamento delle entit
federate per le loro competenze proprie dipende in realt dallo Stato federale (cfr. XVI
emendamento Usa);
C- Affermazione (di fatto e di diritto) del principio di collaborazione per la determinazione
congiunta di alcune importanti scelte (nella seconda Camera, con proposte o pareri, ecc.).
L'esito di quest'analisi dinamica allora quello di rilevare che dove non c' accentramento, la vera
cesura tra Confederazione e Stati decentrati (federali e regionali) nel loro insieme. Lo Stato
federale infatti poco distinguibile da quello regionale se non come vedremo tra breve) per la sola
differenza qualitativa della partecipazione determinante degli Stati federati alla revisione
costituzionale.
Confederazione- Stato decentrato (sottotipi: federale e regionale) -Stato accentrato
Negli ultimi anni sono talora emerse alcune tendenze in senso opposto, ad es. col new federalism di
Reagan, tese a spostare sugli Stati federati alcuni compiti sociali. Tuttavia non risulta sostenibile
nessuna equazione tra liberismo e federalismo (il thatcherismo inglese stato fortemente
centralista), n nessun nesso obbligato tra il federalismo e una data forma di governo (federalismopresidenzialismo).
7- Stato regionale: caratteristiche
Realt recente (Italia, Spagna), sorta per devoluzione poteri da Stato accentrato.
Caratteristiche:
A- Riconoscimento costituzionale di enti autonomi intermedi ed elettivi, con una dimensione di
scala tali da consentire loro di interloquire col potere centrale (a differenza dei normali Comuni e
Province) che coprono tutto il territorio con propri Statuti, da approvare con legge statale;
B- Attribuzione alle Regioni di competenze legislative e amministrative, ma non giurisdizionali;
C- Possibile ma minoritaria presenza di rappresentati regionali nella seconda Camera (no Ita, un
quarto membri in Spa);
D- Limitata partecipazione al procedimento di revisione costituzionale (Ita: art. 138), da cui
comunque l'esito finale pu prescindere;
E- Attribuzione ad una Corte costituzionale del potere di risolvere i conflitti Stato/Regioni, con una
prevalente o esclusiva estrazione di carattere nazionale.

Vi rientrano tradizionalmente Ita e Spa. Dal 2003 vi rientra anche la Francia, da quando cio vi
stato il riconoscimento costituzionale delle Regioni con un'apposita revisione della Costituzione;
prima la Fra era considerata solo in via di regionalizzazione.
8- Natura giuridica dello Stato regionale: sottotipo dello Stato decentrato
Alcune teorie, che riflettevano la debolezza iniziale delle Regioni, hanno descritto lo Stato regionale
all'interno della figura dello Stato unitario, concependole in sostanza come Comuni e Province
(Mazziotti).
Poi altre teorie (Ambrosini) lo hanno descritto come intermedio tra Stato federale e unitario quando
gli Stati federalisti erano ancora ispirati al federalismo liberale e duale.
Alcune teorie pi recenti (de Vergottini), cogliendone l'evoluzione nel senso di un ruolo pi
pronunciato, descrivono lo Stato regionale come un sottotipo dello Stato decentrato distinto dallo
Stato unitario accentrato (vedi schema al punto precedente). Le Regioni degli Stati regionali odierni
sarebbero quindi molto simili per poteri agli Stati federati delle entit federali (nella comune cornice
dei valori degli Stati sociali contemporanei), anche se, a differenza degli Stati federati, non dotate di
un vero e proprio potere di veto sulla revisione costituzionale.
9- L'evoluzione italiana in corso letta in chiave comparata
Le riforme italiane dello Stato regionale (1995 riforma elettorale e 1999 revisione costituzionale
con elezione diretta del Presidente, 2001 Titolo Quinto con maggiori competenze) si sono mosse
dentro una certa regolarit comparatistica (stabilit esecutivi, maggiore autonomia) ma sono state
contraddittorie perch hanno riproposto un modello vecchio di competenza concorrente (basato
sullo schema poco gestibile dei princpi allo Stato e dei dettagli alle regioni non a caso soppresso da
alcuni anni in Germania) e non hanno sin qui intaccato la struttura del Parlamento (seconda
Camera) dove dovrebbe svolgersi il dialogo tra i legislatori (col Senato di rappresentanza
regionale), in assenza del quale la Corte costituzionale inevitabilmente sommersa dai conflitti.
A questi obiettivi cerca di rispondere la riforma costituzionale in itinere non solo e non tanto con la
revisione degli elenchi di materie dellart. 117 e della loro logica, ma con la diversa composizione
del nuovo Senato.

Sintesi n. 6
Principali forme di governo delle democrazie europee, indirizzo politico tra Costituzione e
effettivit, evoluzione della forma di governo italiana
Riferimenti: Morbidelli-Pegoraro.Rinella-Volpi Diritto pubblico comparato, quinta edizione,
Giappichelli, Torino, 2016, Capitolo 7; S. Ceccanti, La transizione (quasi) finita,
Giappichelli, Torino, 2016, Introduzione.
Sola grande nazione a figurare nellEuropa dellimpotenza politica, lItalia vi ha rimpiazzato la
Francia, che la superava prima del 1958 quando ventidue Governi si era succeduti a Parigi dal
luglio 1946 contro undici a Roma in qui dodici anni
M. Duverger, La nostalgie de limpuissanc, Albin Michel, Paris, 1988, p. 117
Nota di metodo: mentre nella sintesi n. 3 si faceva attenzione alle classificazioni, qui l'accento sui
singoli ordinamenti.
1- Premessa
A-Premessa: elementi comuni che investono tutte le forme di governo democratiche.
Perch non si pu far a meno di esecutivi forti e democraticamente legittimati: non solo per
efficienza, ma anche per efficacia degli ideali democratici .
Accrescimento del ruolo dello Stato e di conseguenza centralit dellesecutivo nelle grandi
democrazie dopo gli anni 30 e mutamento del ruolo dei Parlamenti (Amato-Clementi, p. 64)
Democrazie che non hanno risolto nodo di stabilit ed efficienza Governi pesano di meno anche in
decisioni prese in realt sovra-nazionali a cominciare da Ue
2- Inghilterra: un rapporto di fiducia che nasce dal corpo elettorale
Levoluzione inglese cos schematizzabile:
-monarchia limitata (sin dallinizio mai veramente assoluta perch temperata da giudici e Camere);
-monarchia costituzionale: il Re nomina il Governo, ma esso non pu prescindere dalla
maggioranza che si fa valere con limpeachment contro i ministri sgraditi per la loro politica;
-monarchia parlamentare post-1782 (fiducia parlamentare decisiva per il mantenimento in carica del
Primo ministro) e 1834 (transito del potere di scioglimento dal Monarca al Gabinetto) con fusione
Governo-maggioranza (il Governo come comitato direttivo della stessa) e lOpposizione alternativa;
-con i due Parliament Acts del 1911 e del 1949 ridotti poteri della seconda Camera a veto
temporaneo
Paradigma della fdg parlamentare maggioritaria o parlamentare a bipartitismo rigido (Elia).
Novit degli ultimi anni: la parentesi del governo di coalizione 2010-2015 venuta meno col nuovo
successo di Cameron, il referendum sul sistema elettorale (con la conferma del tradizionale sistema

uninominale maggioritario) e legge sulla durata fissa del Parlamento (con alcuni limiti al potere di
scioglimento del Premier, ora analoghi a quelli tedeschi).
3- Gli Usa. Le istituzioni separate che condividono il potere
Per gli Usa lequilibrio sociale tradotto nella Cost. inglese e spiegato da Montesquieu riadattato al
diverso contesto dellequilibrio tra Stato federale e Stati federati. La separazione bilanciata dal
principio dei pesi e dei contrappesi. La separazione strutturale si rovescia in compartecipazione
nellesercizio (Elia).
Posizione costituzionale del Pdr cresce per espansione ruolo Stato federale, specie dopo crisi anni
30, e per maggiore ruolo internazionale Usa, ma in politica interna rilevante ruolo Congresso
specie in periodi di Governo diviso. Si ha quindi sia rafforzamento del Presidente sia negoziato
permanente col Congresso. La paralisi evitata solo grazie allassenza di disciplina di voto in
Parlamento, che per ha il difetto di rendere impossibile la chiara imputazione di responsabilit.
Le due distinte fasi delle elezioni presidenziali: primarie (scelta dei candidati) e elezione vera e
propria con sistema maggioritario plurinominale a livello di Stati (unica fase normata da Cost.).
Veto presidenziale pu paralizzare leggi giacch superarlo a due terzi quasi impossibile,
esattamente come limpeachment (ma vale il silenzio-assenso; solo quando il Congresso si aggiorna
scatta il pocket veto, la regola opposta del silenzio-rifiuto); il contropotere del Congresso pu
bloccare grazie al bilancio varie iniziative del Presidente e lintera amministrazione federale.
Si ha sia rafforzamento del Presidente sia negoziato permanente col Congresso. La paralisi evitata
solo grazie allassenza di disciplina di voto in Parlamento, che per ha il difetto di rendere
impossibile la chiara imputazione di responsabilit.
Lalto quorum per limpeachment non consente la parlamentarizzazione e lassenza di partiti con
disciplina di voto in parlamento d vita ad una storia diversa. Dove tale disciplina esista il modello
non potrebbe riprodursi in modo felice.
Negli ultimi anni radicalizzazione dei parlamentari sullasse destra-sinistra che rende pi
difficoltoso il negoziato.
4- La Francia dalla III alla IV Repubblica: la deriva assembleare
La crisi del 1877 e la caduta del potere di scioglimento anticipato del Presidente. Un
parlamentarismo in cui dalla III alla IV Repubblica i Governi si basano sulla fiducia parlamentare
ma al di fuori di un rapporto con lelettorato.
Il doppio turno di collegio non sufficiente da solo a strutturare in modo nazionalmente coerente la
rappresentanza parlamentare.
Il discorso di De Gaulle a Bayeux. La separazione tra continuit resistenziale e nuovo assetto
costituzionale, laccusa di sostanziale continuit con la Terza Repubblica
Il fallimento della Quarta Repubblica, nonostante la somiglianza dellinvestitura con la Germania e
un nuovo sistema dei partiti (bloccato al centro, analogamente allItalia, ma con pi
frammentazione nellarea di governo). Non serv la riforma elettorale del 1951 a premio di
maggioranza e la rformette del 1954

Limportanza storico-comparatistica del dibattito del 1956 con lalternativa tra neoparlamentarismo (Duverger) e semi-presidenzialismo (Vedel): il revisionismo dei professori
Emblematica della fdg parlamentare non maggioritaria o fdg parlamentare a multipartitismo
estremo (Elia).
5- Germania e Spagna: lestensione della fdg parlamentare maggioritaria oltre lInghilterra e i
problemi odierni
Germania: testo pi significativo del secondo dopoguerra sia perch scritto (a differenza di Gb) sia
perch non suppone un bipartitismo, ma solo un bipolarismo.
3 perni: art. 63 (elezione parlamentare del solo Cancelliere), 67 (mozione costruttiva, in realt meno
rilevante di quanto si dica) e 68 (rigetto della fiducia che apre allo scioglimento usato a partire da
precedente Brandt nel 1972 e che porta a sostanziale slittamento del potere di scioglimento sul
Cancelliere, o allart. 81, stato di emergenza legislativa).
Comparazione Weimar/Bonn:
elezione diretta/indiretta Pdr;
Cancelliere nominato (e revocabile) da Pdr; eletto da Bundestag (e revocabile con sfid. costruttiva)
Fiducia implicita/assorbita in elezione parlamentare
Sfiducia semplice/costruttiva
Scioglimento Pdr (controfirma Cancelliere ma aggirabile con revoca)/deciso da Cancelliere dopo
uso art. 68 e firmato da Pdr.
Fino a riforma costituzionale del 2005 che ha ridotto poteri di veto del Bundesrat talora
maggioranza costretta a grande coalizione di fatto se minoritaria al Bundesrat.
Problemi degli ultimi anni: maggiore frammentazione partitica, anche per intervento della Corte sul
sistema elettorale, e tendenza a Grandi Coalizioni pi frequenti.
Spagna: riprende Legge Fondamentale di Bonn. transizione "pactada" guidata dal Re, approvazione
formale da vecchie Cortes franchiste. Tutti hanno interesse a ampia convergenza: centro-destra e
destra maggioritarie in Cortes costituenti per legittimarsi rispetto a passato, sinistre sono in stato di
necessit e vogliono sanare Guerra Civile.
Poteri Re non compressi come in Svezia, ma limitati da controfirma ministeriale, talora di
Presidente della Camera (proposta candidati a Pres. Governo, nomina eletto, scioglimentosanzione). Art. 68: costituzionalizzati principi di sistema elettorale proporzionale fortemente
corretto.
PdC ha scioglimento libero (art. 115). Sfiducia costruttiva con cambiamento di funzione: serve di
fatto a presentare candidato alternativo dell'opposizione agli elettori. Fdg maggioritaria con Governi
di maggioranza assoluta o minoritari con appoggio esterno partiti regionali.

Anche qui siamo stati quindi dal 1978 al 2015 in fdg parlamentare maggioritaria o, secondo Elia, di
fronte a fdg parlam. a multipartitismo temperato. Per la nuova frammentazione delle elezioni del
dicembre 2015 sta provocando gravi difficolt di sistema, insieme alle connesse spinte secessioniste
in Catalogna.
6- La forma semi-presidenziale maggioritaria in Francia e la sua imitazione in Portogallo
Tre strati del testo del 1958:
-Pdr forte (de Gaulle): nomina Pm, presidenza Cdm, scioglimento senza controfirma;
-Premier forte in governo e Governo su parlamento (Debr): art. 34 su fonti, limitazione
emendamenti, controllo ordine del giorno Camere;
-parlamentarismo razionalizzato su fiducia (ministri di Stato): art. 49 e in particolare comma 3).
Due scelte decisive a completamento: il sistema elettorale maggioritario sin dal 1958, lelezione
diretta nel 1962 (che conferma linterpretazione presidenzialista praticata tra 1958 e 1962) e i due
voti in sequenza nel 1962.
Definito semi-presidenziale (Duverger) per indicare soprattutto il dualismo dellesecutivo oppure a
componenti presidenziali e parlamentari (Elia).
Lalternanza (1981) e le coabitazioni: senza grandi effetti le prime due anche perch breve (19861988 e 1993-1995), pi problematica la terza (1997-2002) che porta al quinquennato presidenziale
(settembre 2000) e allinversione dellordine delle elezioni con la precedenza di quelle Presidenziali
a partire dal 2002.
Interpretazione poteri PdR in coincidenza di maggioranze e in coabitazione:
Nomina Primo Ministro sostanziale/ratifica di Pm indicato da maggioranza con elezioni;
Revoca Pm: S/No (nel testo non c, si impone in coincidenza perch magg. Modellata su Pdr)
Potere referendario: S/No (nel testo su proposta Governo, in coincidenza Pdr se lo fa chiedere)
Esteri/difesa: pieno/condiviso (nel testo non ci sarebbe, fondato su interpretazione 1958-1962).
Nel 2008 riforma costituzionale con tetto a due mandati consecutivi per il Pdr, ampliamento della
giustizia costituzionale e riconoscimento diritti specifici a Opposizione e minoranze.
Portogallo unico caso degli ani 70 che si ispira a Francia (ma anche radici autonome elezione
diretta con caso Delgado in 1958 per brogli in elezione semi-democratica): la difficile transizione
tra civili e militari.
Il primo patto partiti-militari (11 aprile 1975) e i limiti ideologici "socialisti", la costituzione di
organi militari dominanti sui civili (Consiglio della Rivoluzione). 25 aprile 1975: elezioni
Costituente e spostamento progressivo a favore civili.

Secondo patto (26 febbraio 1976) e nuovo equilibrio: molti poteri spostati da CdR (a cui resta
competenza su militari e funzioni di controllo di costituzionalit) su PdR (tra cui revoca Governo).
Clausola militare implicita per PdR eletto direttamente, trait d'union civili/militari.
Clima di sfiducia reciproca; riflessi in grande quantit materie sottratte a revisione costituzionale:
tutti punti chiave Fds e sistema elettorale. Affermata doppia fiducia, Governo revocabile e PdR ha
scioglimento senza controfirma (ma necessario potere favorevole CdR), oltre che potere di veto su
alcune materie. Obbligatorio per Governo passaggio parlamentare con presentazione programma,
ma voto non obbligatorio e si computano nel caso solo voti negativi che debbono arrivare a magg.
assoluta per obbligare a dimissioni.
Dopo primi anni di incertezza e di frammentazione parlamentare con un certo attivismo del Pdr
Eanes (un generale) revisione 1982 che elimina ruolo improprio militari e, di conseguenza, anche
clausola militare implicita: scompare CdR e nasce Tribunale Costituzionale. Sostanzialmente
inalterati rapporti PdR/Governo: affievolito formalmente principio della doppia fiducia
("responsabilit politica" Governo solo verso camera, verso PdR si parla solo di "responsabilit"
senza aggettivi), ma resta revoca e scioglimento non pi vincolato a parere conforme CdR.
Elezione di Soares a PdR (socialista, primo civile), ma maggioranze stabili di centro-destra (Cavaco
Silva, liberale, anche se nominalmente socialdemocratico) in sostanziale bipartitismo. La Fdg si
stabilizza come semi-presidenziale maggioritaria a preminenza del Premier.
7- La transizione italiana incompiuta: la forma di governo parlamentare maggioritaria (o neoparlamentare) dai comuni alle Regioni e lincertezza nazionale
In tutto il periodo statutario per la debolezza delle forze politiche il Re ha un ruolo rilevante su pot.
estero (I guerra mondiale) ed anche sulla nomina del governo (cfr. nomina e revoca Mussolini), in
taluni casi anche sullo scioglimento.
Con la nuova Cost. scioglimento limitato da impossibilit di revoca del PdC (la controfirma cera
anche prima, ma si poteva aggirare con la revoca); per la nomina a differenza di altri paesi come
Germ. il potere pi significativo ( vera, anche se preceduta da consultazioni, non indicazione di
un candidato) e quindi diventa sostantivo in caso di crisi (Gov. tecnici, Ciampi e Dini).
Nei primi decenni la conventio ad excludendum bilanciata dalla conventio ad consociandum;
linstabilit pi temperata rispetto alla Quarta Rep. Francese per lesistenza di un partito perno che
fino al 1983 intorno alla soglia del 40%. In seguito il rendimento peggiora, soprattutto dopo il
1989.
Eteroriforma per via referendaria, interventi puntuali e talora strabici.
Livelli inferiori sin dal 1993: Comuni, Province e Regioni. Una forma di governo forte (modello
Duverger del 1956) con sistemi a base proporzionalistica.
Le tensioni della transizione sulla forma di governo hanno riguardato:
-maggioranze difformi tra le due Camere, entrambe in maniera comparatisticamente anomala
titolari del potere fiduciario)

-per un verso la persistente debolezza del mandato popolare al Governo di inizio legislatura, con la
conseguente tensione sul potere di scioglimento (che tipo di Governi si possono/si debbono formare
durante la legislatura se esso cade?);
-lincoerenza tra diritto elettorale e diritto parlamentare: i criteri per la costituzione dei Gruppi solo
numerici e non anche politico elettorali, assenza di reale corsia preferenziale per Governo in
parlamento e, specularmente, di nuove garanzie per opposizione e minoranze
-per altro verso il mancato bilanciamento del nuovo ruolo del Governo con nuove garanzie e un
organico Statuto dellopposizione.
Il diritto comparato offriva gi ampie riflessioni consolidate in merito, soprattutto nel modello di
Premierato elaborato dalla sinistra democratica francese, anche se spesso erroneamente (Sartori)
ricondotto al modello israeliano. Israele dopo il 1996 sembra simile a modello Duverger nel 1956,
ma se ne allontana perch mantiene proporzionale pura per Camera (sbarramento basso all'1,5%) e
non rigoroso su simul stabunt simul cadent. In vari casi ammesse elezioni speciali per solo
Premier. Resta in realt, nonostante elezione Premier, fdg parlamentare non maggioritaria e prime
elezioni speciali in 2001 che provocano coabitazione determinano un ritorno all'indietro
(eliminazione dell'elezione diretta).
Inoltre le pi recenti esperienze costituzionali rispetto alla forma di governo, laddove le Carte siano
state scritte nellintento di andare verso una fdg parlamentare maggioritaria, tenendo conto della
possibile frammentazione parlamentare, presentano, alcune regolarit (Lauvaux) ignorabili solo se
ci si muove in una chiave italocentrica e secondo vecchi schemi assemblearistici:
-una ispirazione e/o una pratica monista pressoch univoca (esclusa la sola Francia);
-delle modalit di formazione del Governo tese a ridimensionare il ruolo del Capo dello Stato e a
formalizzare il vincolo col risultato elettorale (in particolare in Spagna e Svezia attraverso il ruolo
del Presidente della Camera, in Portogallo e in Grecia richiamandosi ai risultati delle elezioni in
modo esplicito);
-la eccezionalit delle crisi di governo tramite approvazione di mozioni di sfiducia e il mutamento
di ruolo della loro presentazione (come atto simbolico allelettorato per dimostrare che
lopposizione pronta allalternanza sulla base delle future elezioni); la rapida riconduzione anche
della crisi tedesca del 1982 alle convenzioni da fdg parlamentare maggioritaria; tutto in ci in
contesti segnati da sistemi elettorali selettivi, maggioritari o proporzionali corretti;
-il riconoscimento formale del potere deterrente di scioglimento al Governo (Spagna), anche
qualora sfiduciato (Svezia) o anche in via di fatto (Germania: precedenti del 1972, del 1983 e del
2005).
La revisione costituzionale in itinere tocca solo indirettamente questi aspetti, se si esclude
leliminazione dellanomalia del doppio rapporto fiduciario con Camera e Senato.

Sintesi n. 7
Giustizia Costituzionale
Riferimenti: Morbidelli-Pegoraro.Rinella-Volpi Diritto pubblico comparato, quinta edizione,
Giappichelli, Torino, 2016, Capitolo 9
La legge lespressione della volont generale nel rispetto della Costituzione
Georges Vedel, affermazione inserita nella Decisione del Consiglio Costituzionale, 23 agosto 1985,
Loi sur lvolution de la Nouvelle-Caldonie.

Concetto di giustizia costituzionale Riscontro da parte di un organo delleventuale contrasto tra


norme della Costituzione e norme subordinate col potere di espungere dall'ordinamento le norme
contrastanti con la Costituzione. E' solo con questi organi che si afferma realmente la rigidit della
Costituzione.
I prototipi in area anglosassone Il Bonham Case (1610): il giudice Coke sulla base di un principio
del diritto comune (nemo iudex in re propria, ossia nessuno pu essere autore e giudice di una
stessa condotta materiale) ritiene illegittima una legge che riconosceva al Collegio dei medici di
Londra la possibilit di far arrestare Bonham perch recidivo nellesercitare abusivamente la
professione medica. Per Coke la Common Law era legge suprema in quanto incarnazione della
ragione e quindi le leggi del Parlamento erano ad essa subordinate. Tuttavia il Parlamento vince,
con la Rivoluzione gloriosa del 1688, lo scontro con gli Stuart e quindi il presidio della democrazia
viene identificato con la supremazia del Parlamento. La dottrina di Coke abbandonata in Gran
Bretagna, ma si afferma negli Usa, dove la rivoluzione ha successo proprio contro il Parlamento di
Westminster.
La Cost. Usa gi proclama se stessa come "legge suprema" (art. VI, cl. 2) e gli autori del Federalist
ne traevano gi teoricamente l'esigenza del controllo di costituzionalit. Praticamente esso si
afferma nella sentenza Marbury versus Madison (1803)
il cui testo si pu leggere qui http://www.giurcost.org/casi_scelti/marbury.pdf
adottata dalla Corte presieduta dal giudice Marshall in riferimento alla nomina a giudice di pace di
Marbury. Questi, nominato dalluscente amministrazione di John Adams, chiese alla Corte suprema
unordinanza che desse esecuzione a tale nomina sostituendosi cos al nuovo segretario di stato
Madison che, subentrato con la presidenza Jefferson, aveva bloccato le ultime nomine
dellamministrazione precedente. La Corte suprema non accoglie la richiesta di Marbury
affermando che la legge che attribuiva alla Corte stessa la competenza ad adottare simili atti era
contraria alla costituzione.
In Usa il controllo diffuso, spetta ad ogni singolo giudice. La Corte Suprema non ne ha
monopolio, ma gerarchicamente superiore agli altri giudici e, grazie alla possibilit di scegliere i
ricorsi pi significativi che le pervengono (ad es. col writ of certiorari o richiesta di verifica di un
processo, di renderlo pi certo), influenza in modo decisivo l'insieme del controllo di
costituzionalit. Fondamentale poi il fatto che si tratti di un sistema di common law in cui vige il
principio del precedente vincolante per le corti inferiori.
Il prototipo kelseniano A conclusioni simili si perviene anche attraverso l'elaborazione di Kelsen,
dentro una costruzione a gradi dell'ordinamento in cui la Costituzione . al vertice della gerarchia
delle fonti.: Per il controllo Kelsen prevede un tribunale ad hoc, non interno al potere giudiziario,

indipendente grazie all inamovibilit dei giudici, ma facente parte del legislativo; tramite un
controllo repressivo ex post di tipo negativo (un "legislatore negativo" ). A tale tribunale hanno
accesso le principali autorit dello Stato (sia quelle federali sia quelle degli Stati federati in un
contesto federalista), i tribunali ed anche l'opposizione parlamentare; Il tribunale per Kelsen giudica
sullincostituzionalit di leggi e regolamenti con un eventuale annullamento pro futuro.
Kelsen influisce con queste idee, almeno in parte, sulla Costituzione austriaca del 1920
il
cui
testo
(articoli
137
e
http://www.dircost.unito.it/cs/docs/austria192.htm

seguenti)

si

pu

leggere

qui

in cui i membri del Tribunale. Costituzionale. Federale. (TCF) dovevano essere eletti per met dalla
Camera bassa (rappresentativa dei cittadini) e per met dalla Camera alta (rappresentativa degli
Stati federati) e che doveva risolvere i conflitti tra Stato federale e Stati federati (vista la
complessit della ripartizione costituzionale). Potevano ricorrere il Governo federale e i Governi
degli Stati federati; la Corte medesima poteva sollevare d'ufficio questioni quando esse fossero
rilevanti per la sua pronuncia principale.
Modello misto: Italia, Germania e Spagna Dal secondo dopoguerra si affermano modelli misti in
cui: l'accesso diffuso con il controllo in via incidentale (somiglianza con Usa), ma la decisione
accentrata (come in Austria) con decisioni erga omnes.
(cfr. il recente volume di J. W. Muller Lenigma democrazia, Einaudi, recensito qui:
http://www.federalismi.it/ApplMostraDoc.cfm?hpsez=Primo_Piano&content=E'+un+enigma+la+de
mocrazia+o+lo+sono+le+nostre+aspettative?&content_auth=Stefano+Ceccanti&Artid=23342#.UvJ
vAPl5MrY).
Alcune idee (come quella dellaccesso diffuso tramite i tribunali) erano state anticipate da Kelsen,
ma non riprese in Austria nel 1920. Quindi il modello misto tale rispetto a Usa e Austria del 1920
pi che rispetto al modello di Kelsen.
Germania 1949: giudici eletti per met da ciascuna Camera ; controllo concreto che parte da un
processo, che il giudice pu sospendere per deferire la questione al Tribunale Costituzionale
Federale e controllo astratto su ricorso di pubblici poteri (anche un terzo dei componenti del
Bundestag); ricorso individuale di cittadini (VerfassungsBeschwerde) per lesione dei diritti
fondamentali ad opera di atti legislativi, esecutivi e giudiziari (introdotto nel 1969: v. artt. 93.1,
93.4.a e b Legge Fondamentale) con filtro del medesimo Tribunale Costituzionale Federale per
scegliere casi pi significativi. Il ricorso al Tribunale subordinato al principio di sussidiariet;
uno strumento cio sussidiario che pu essere utilizzato solo se siano stati esperiti prima gli altri
strumenti previsti dallordinamento per tutelare i diritti. Il principio di sussidiariet pu non essere
rispettato quando si tratti di una questione che abbia un significato generale o quando in caso di
decisione tardiva vi possa essere uno svantaggio grave e irreparabile.
Spagna: anche qui controllo incidentale, su ricorso e tramite amparo per la violazione di diritti o
libert fondamentali (in questo caso il ricorso individuale escluso per gli atti legislativi e il
principio di sussidiariet non ha eccezioni).
Francia: un controllo preventivo Sacralit del legislativo ha portato sotto la IV Rep. a un
controllo inefficace di tipo preventivo: Comit constitutionnel (art. 91 Cost. IV Rep.) con membri
eletti proporzionalmente ogni anno dalle Camere; istanza congiunta del Presidente della Repubblica
e del Presidente della. Camera Alta, pi voto a maggioranza assoluta della Camera Alta per attivare

il controllo di costituzionalit: la decisione finale era se la legge in oggetto dovesse in realt essere
approvata con procedure di revisione costituzionale e non con lordinario procedimento legislativo..
Non c'era interesse reale a ricorrere perch la maggioranza avrebbe dovuto smentire se stessa.
Il controllo resta preventivo con Quinta Repubblica (Conseil constitutionnel CC), ma diventa
efficace, soprattutto a protezione del Governo. I componenti sono eletti dal PdR (3 membri) e dai
Presidenti delle. Camere (3 ciascuno). Competenze significative: controllo obbligatorio su
Regolamenti. Parlamentari. e leggi organiche (per frenare Parlamento), facoltativo su leggi
ordinarie, regolarit elezioni presidenziali e legislative, parere su poteri del PdR ex art. 16.
Evoluzione successiva verso standards delle altre Corti. 1971: sentenza sulla libert d'association,
parametro (bloc de constitutionnalit) che si pu leggere qui http://www.conseilconstitutionnel.fr/conseil-constitutionnel/francais/les-decisions/acces-par-date/decisions-depuis1959/1971/71-44-dc/decision-n-71-44-dc-du-16-juillet-1971.7217.html (in francese, inglese e
tedesco)
esteso alla Dichiarazione dei Diritti del 1789. e al Preambolo della costituzione della IV Repubblica
che include i diritti sociali. Prima di questa data il Consiglio costituzionale non disponeva di un
catalogo di diritti da utilizzare come parametro nel controllo di costituzionalit. 1974: accesso al
Consiglio costituzionale viene esteso a 60 deputati o 60 senatori (opposizione).
Tuttavia il controllo preventivo poco esportato perch pi rigido: evita una verifica nella realt dei
casi concreti, che si ha invece nel successivo, quando si possono verificare le interpretazioni (non
tutte prevedibili) delle disposizioni. Non a caso con la riforma costituzionale del 2008 si aperta
poi anche in Francia la strada del controllo successivo con la cosiddetta Questione Prioritaria di
Costituzionalit che consente, attraverso il filtro della Cassazione e del Consiglio di Stato un
controllo incidentale e successivo .
SELEZIONE GIUDICI: Principale obiettivo quello di garantire autonomia e indipendenza, dunque i
vari Stati hanno escogitato diverse soluzioni. Ad es. nel modello misto le garanzie sono simili a quelle della
magistratura.
USA: I giudici Corti Suprema e Federali sono nominati a vita dal Presidente, previo advice and consent del
Senate. Per le nuove nomine, invece, il Presidente deve tener conto di diversi criteri (che per non sono
vincolanti n obbligatori), quali 1) geografico, 2) etnico, 3) religioso (almeno un ebreo, un nero e un
cattolico) 4) sessuale, ma comunque necessario garantire un equilibrio politico generale.
Il Presidente, se dotato di particolare forza politica, nomina i giudici a lui vicini da un punto di vista
ideologico, affinch possa perpetuare nel tempo la propria dottrina. Lequilibrio garantito dall

alternanza presidenziale.
Caso concreto: il 12 febbraio 2016 e venuto a mancare il Giudice Scalia, alla Corte dal 1986.
La dottrina americana particolarmente divisa e levento apre uno scenario fortemente conflittuale: il
Presidente Obama dovrebbe indicare un nome, mentre il Senato (ora dominato dai repubblicani) deve
confermarlo a maggioranza. Per alcuni, per, date le elezioni presidenziali, tale prerogativa dovrebbe essere
esercitata dal successore di Obama. Sta, di fatto, che lelezione del nuovo giudice potrebbe avere delle
conseguenze potenzialmente rilevanti dal momento che Scalia era fortemente conservatore (vedi posizione
aborto, matrimonio omosessuale).
Nel caso americano, l'indipendenza pu essere garantita dalla mancanza di aspettative di progresso politico
(ossia dall'impossibilita di ottenere maggiori gratificazioni) e dal fatto che la maggioranza presente
nell'organico della Corte potrebbe essere dello stesso colore del Presidente o a lui avversa.
In linea generale, invece, appaiono come necessarie:

1) unadeguata preparazione giuridica. dunque giuristi di chiara fama (Prof. universitari, avvocati,
giudici, laureati in materie giuridiche, che hanno una consona esperienza della professione legale). il
cd. reasoning giuridico comunque idoneo ad assicurare un certo distacco politico.
Fa eccezione il BELGIO: dei 12 giudici nominati a vita dal Re (sulla base di liste preparate dalle Camere),
met sono politici e met giuristi.
Altri fattori possono essere:
2) MODALITA DI SELEZIONE
3) DURATA DEL MANDATO
4) DIVIETO DI RIELEZIONE
SPAGNA: esempio vicino al caso italiano, ove si ravvisa una equilibrata presenza della nomina
parlamentare, governativa e giudiziaria.
Tribunal Constitucional: 12 giudici nominati dal Rey, di cui 8 sulla base della proposta delle Camere (4 dal
Congreso e 4 dal Senado), 2 dal Gobierno e 2 dal Consejo General del Poder Judicial. Tale organico
manifesta per un maggiore sbilanciamento a vantaggio del binomio maggioranza-esecutivo, a scapito della
magistratura.
Le garanzie sono: i requisiti di nomina, le incompatibilit indicate dalla Costituzione e dalla LOTC (Ley
Organica del Tribunal Constitucional 2/1979 http://noticias.juridicas.com/base_datos/Admin/lo2-1979.html).
Il loro mandato novennale.
In alcuni casi invece criterio nomina condizionato dallesigenza di rappresentare paritariamente centro
periferia. L'esempio calzante in questultimo caso quello della GERMANIA, dove il
Bundesverfassungsgericht (Tribunale Tedesco) composto da 16 giudici, di cui 8 sono scelti dal Bundestag
e gli altri 8 dal Bundesrat. A ci si aggiunge la lunga durata del mandato (12 anni), il divieto di rielezione e
l'incompatibilit con cariche parlamentari e governative (Cfr. Legge fondamentale artt. 92 ss. GrundGesetz
e Legge istitutiva del Tribunale costituzionale federale (BundesverfassungsgerichtsgesetzBVerfGG)
Anche se sono presenti delle eccezioni (come il BELGIO e l'AUSTRIA) la durata del mandato non
vitalizia, ma comunque abbastanza lunga da favorire una sfasatura temporale tra i giudici e l'Assemblea che
li ha eletti per limitare eventuali vincoli di sudditanza.
FRANCIA: il Conseil Constitutionnel (http://www.conseil-constitutionnel.fr/) si compone di 9 membri, che
durano in carica 9 anni non rinnovabili. Sono nominati dal Presidente della Repubblica (3 pi il Presidente, il
cui voto prevale in caso di parit), dal Presidente dell'Assemble Nationale (3) e dal Presidente del Senat (3).
Il caso ITALIANO:
art. 135 Cost.: 15 giudici costituzionali, nominati dal Presidente della Repubblica, dal Parlamento in seduta
comune, dalle Supreme Magistrature ordinaria e amministrative.
Sia per le nomine presidenziali che parlamentari, si ravvisa una regola convenzionale per cui i 5 giudici da
nominare sono riservati ai partiti che siedono in Parlamento, sulla base dei rispettivi rapporti di forza.
Le modalit di elezione dei giudici di nomina parlamentare, sancite dalla legge costituzionale 2/1967,
richiedono la maggioranza dei due terzi dei componenti dellAssemblea per le prime tre votazioni e dei
tre quinti dei componenti per gli scrutini successivi.
La forte caratterizzazione politica delle nomine viene edulcorata da criteri positivi di equilibrio, quali: la
lunga durata del mandato (9 anni), la non rieleggibilit, la previsione di specifici requisiti di
professionalit. A tali requisiti positivi, necessario aggiungere le numerose ipotesi di incompatibilit

dettate dalla Costituzione (parlamentare, consigliere regionale) e dalla Legge n. 87 del 1953 (divieto di
ricoprire incarichi pubblici o privati).
Inoltre, i Giudici costituzionali, tenuti ad eleggere tra loro un Presidente (a maggioranza dei componenti, il
cui mandato e triennale ed e rinnovabile entro i limiti dei 9 anni), sono beneficiari di alcune garanzie volte a
garantire l'autonomia e lindipendenza: linamovibilit, linsindacabilit e non perseguibilit per voti e
opinioni, non sottoponibilit a limitazioni della liberta personale, salvo autorizzazione della Corte.
Dopo mesi e mesi di impasse (ci sono voluti 32 scrutini), il Parlamento ha eletto, il 15 dicembre 2015, i tre
giudici costituzionali.
Il quorum richiesto era di 571 voti, pari ai due terzi degli aventi diritto: Modugno con 609 voti, Barbera con
581 e con Prosperetti 585. Laccordo stato raggiunto tra Pd, M5s e centristi.
http://piattaformacostituzione.camera.it/application/xmanager/projects/piattaformacostituzione/file/EventiCo
stituzione2007/cd_rom_studi/1_Schede/Tav8.pdf
http://www.cortecostituzionale.it/actionCollegio.do
Nel frattempo, ipotesi di riforma sono previste dal Ddl Renzi-Boschi (A.C. 2613) che introduce una modifica
al vigente art. 135, per cui la Corte costituzionale rimarrebbe composta da quindici giudici, ma relativamente
a quelli di nomina parlamentare, tre verrebbero eletti dalla Camera dei deputati e due dal Senato della
Repubblica. Nello specifico, lart. 37 del D.d.l. cost., nel testo risultante dalle modifiche approvate, ha
previsto che i giudici della Corte costituzionale non verrebbero pi eletti dal Parlamento in seduta comune.

(http://www.camera.it/leg17/465?tema=riforme_costituzionali_ed_elettorali)
Accesso alle Corti Normalmente i canali di accesso sono multipli. Fanno eccezione Francia (solo
accesso su ricorso) e Usa (solo per via interna all'ordine giudiziario). Circa l'accesso su ricorso va
rilevato che: a) spesso connesso con Tipo di Stato, quando esso federale o regionale: ammesso
dal centro contro gli enti intermedi (Regioni o Stati federati) e viceversa; b) collegato alla forma
di governo: vi accedono molto spesso il Capo dello Stato, il Governo, i Presidenti delle Camere, le
minoranze parlamentari.
L'accesso diretto di cittadini a tutela di diritti e libert lesi da atti del legislativo, dell'esecutivo (e
dell'amministrazione ad esso soggetta) e del giudiziario presente: nell'amparo latino-americano e
spagnolo (in Spagna contro atti amministrativi e giurisdizionali, anche contro atti di soggetti privati,
ma si arriva a TC solo dopo che si siano esauriti i rimedi giurisdizionali ordinari, secondo un
principio di sussidiariet: vedi sopra); nel ricorso individuale (Verfassungbeschwerde ) in Germania
(contro atti amministrativi, legislativi, giudiziari; anche qui c' principio di sussidiariet e c' filtro
di TCF: vedi sopra).
Tipologia e forza delle decisioni
Controllo diffuso: il giudice pu disapplicare la legge nella causa in esame, ma col precedente
vincolante opera erga omnes (ha efficacia verso tutti quindi opera similmente ad un
annullamento) Controllo accentrato: il Tribunale Costituzionale pu annullare la legge
Rispetto al tempo della decisione il controllo pu essere preventivo (pu impedire che legge entri in
vigore) o successivo (pu annullarla)
La principale tipologia di sentenze quella delle sentenze di accoglimento, in cui la questione di
incostituzionalit viene ritenuta fondata e la legge dichiarata incostituzionale e sentenze di rigetto in
cui la questione di illegittimit costituzionale non viene accolta.

Effetti temporali: accanto a pacifica efficacia pro futuro, si imposta anche una certa retroattivit,
almeno per i rapporti giuridici non esauriti (efficacia retroattiva salvo passaggio in giudicato della
decisione per tutelare la certezza del diritto; ma anche il giudicato stravolto da una decisione di
incostituzionalit se si tratta di materia penale, per il favor libertatis, per tutare cio la libert del
condannato).
Funzioni ulteriori delle Corti, accumulatesi in caso di bisogno di arbitro super partes: conflitti tra
poteri Stato, impeachment, verifica della regolarit delle elezioni, costituzionalit dei partiti in
democrazie protette.
Le Corti sono oggi una sorta di correttivo aristocratico teso a frenare il potere democratico.

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