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Introduzione
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cultura per non porsi in atteggiamento critico davanti a questa sua solo
apparente, in realta coatta, scelta giovanile' (p. 411).
Nel configurare gli altri due rami del neo-sperimentalismo, il critico
pro segue nell'applicazione del suo schema interpretativo, fondato sulla
ricerca dell'interazione tra il momenta irrazionale della poesia con quello
razionale del suo apporto conoscitivo. Fausto Curi ha ricondotto il binomio
irrazionale-razionale del metodo pasoliniano all'asse Contini-Gramsci14
che, da una dichiarazione di Pasolini stesso ('considero, io praticamente
non crociano, due i miei maestri: Gianfranco Contini e Antonio Gramsci'), 15
informerebbe i saggi di Passione e ideologia.
N el secondo ramo, che raggruppa i poeti neo-sperimentali debitori
dell' ermetismo, Pasolini insiste con una fraseologia atta a delimitare in
questi poeti l'ambito dell'irrazionale: per Guglielmi e Giuliani, ad esempio,
parla di 'Angst esistenziale', 'male allo stato puro', 'fissazione', 'disperazione
cosciente rna non razionale', 'asemanticita dichiaratamente psicologica ed
erotica', 'monadi non comunicanti', 'poesia in re' (p. 412). II metodo del
critico che registra queste scansioni irrazionali potrebbe risultare
compromesso dal fatto che esse sono sicuramente pili fitte e incisive, nonche
descritte con evidente coinvolgimento emotivo, rispetto all' esigenza opposta
e complementare della tensione raziocinante; tuttavia, la simpatia di Pasolini
per queste forme di irrazionalismo poetico e sempre affiancata, e quindi
soffocata, da un giudizio che gli vieta scatti di entusiasmo. COSt,riprendendo
il caso di Guglielmi e Giuliani, l' angst esistenziale e il male allo stato puro
dei loro versi, proprio perche non sono ripagati da un gesto razionale, da
un'autentica volonta conoscitiva, finiscono per annullarsi come 'oscurita
patetica 0 ironica' in cui 'la vita interiore stagna, marcisce' (p. 412). Rispetto
al primo raggruppamento, qui la presa di distanza di Pasolini e senza dubbio
pili netta.
L'ultimo ramo, infine, e riservato ai neo-sperimentali con ambizioni
di impegno sociale, caldeggiati dalla critic a marxista. Si capisce subito che
Pasolini non ha molto tempo per questo tipo di poesia. Egli scrive infatti di
'scandalo "protetto", spalleggiato da un altro tipo di conformismo,
d'ideologia collettiva'; di 'cote messianico [... ] in cui l'oscurita di
provenienza variamente ermetica trova una lecita coincidenza con l' oscurita
profetica, carbonara' (PI, p. 415), dove ritorna i1 tern a centrale in tutto
Passione e ideologia della sostanziale equazione ermetismo-neorealismo,
nei termini di una mancata vocazione sperimentale e dunque innovativa. Si
tratta insomma di 'poeti [... ] politici solo genericamente, per un impegno
genericamente - come da un decennio si usa dire - "umano": poeti pensosi
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della sorte dei rapporti sociali, dell' Europa, ecc.' (p. 415); sono perdipiu
quegli autori meridionali che tendono a amalgamare classicismo
quasimodiano e sentimentalismo neorealistico (p. 414), ottenendo un
risultato che un anna dopo, nel 1957, Pasolini definira 'fatalmente
conformistico', chiedendosi poi: 'Se la nuova poesia si limit a a denunciare
in falsetto Ie ovvie miserie dei pastori e dei contadini ache cosa serve? Ormai
son cose che si sanno. Denunci, invece, quel proprio interno vizio
conformistico: cambi tono, rinunci aIle facili esaltazioni dell'inno e
dell' oscura minaccia, dell' avvenirismo patetico, e cominci a ragionare' (PM,
p.161).
La discussione di questo terzo raggruppamento e particolarmente
interessante in quanto Pasolini vi approfondisce la polemica con la critica
d'ispirazione marxista:
Lo sperimentalismo, con l'inquietudine, l'instabilita, l'isolazione
ch' esso importa, non sembra essere visto con simpatia dai critici
marxisti. Non vale che l'istituzione contro cui esso opera sia
l'istituzione della cultura borghese. In fondo, il linguaggio
nazional-popolare,
COS!
come in questi giorni 10 si desume
correntemente da Gramsci, e inteso soprattutto come linguaggio
franco, di divulgazione, di organizzazione: e, dato il 'tatticismo'
politico di questo periodo di lotta, non disturba i marxisti l'entrare in
gar a con i partiti borghesi nella diffusione ideologica, usando per
comodita, e d' altra parte per necessita, la loro stessa arma: la lingua
cioe elaborata strumentalmente e letterariamente dalla borghesia in
questi ultimi decenni, centralismo fascista compreso. (PI, p. 414)
Se la polemica parte qui essenzialmente dalla sponda linguistica, essa risulta
nondimeno significativa suI fronte ideologico.16 Pasolini polemizza, in tempi
non sospetti, cioe prima del rapporto Kruscev e dei fatti di Polonia e
Ungheria, contro il tatticismo del comunismo italiano che 'desume
correntemente
da Gramsci'
un'idea
sbagliata
di linguaggio
nazional-popolare; l'errore starebbe nel diffondere il messaggio di protesta
sociale con gli strumenti .linguistici della classe al potere. Proprio il
riferimento alIa lingua ci permette di comprendere la radicalita della
posizione dell'autore. Egli ci lascia intendere che, affinche la poesia possa
autenticarnente concorrere alla battaglia politica, la lingua poetica
dev'essere prima compresa nel suo significato culturale. In quanto fatto
culturale, tale lingua non e solo 'linguaggio franco', strumento di
comunicazione, rna, evidentemente, affonda Ie radici in una dimensione
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Franco Fortini ha letto questo saggio come 'la dichiarazione ideologica pili
precisa dello sperimentalismo di Pasolini, i cui testi sono nelle Ceneri di
Gramsci' .23 In effetti, come cerchero di dimostrare, con la pubblicazione di
questo testo, Pasolini chiarisce ulteriormente il significato della sua ricerca
sperimentale, definendola specificamente in merito alIa coordinata 'stile'.
Osserviamo innanzitutto che, dal punto di vista. editoriale, 'La liberta
stilistica' aveva il compito di introdurre sulle pagine di Officina una 'Piccola
antologia neo-sperimentale', in cui Pasolini trasceglieva e elencava poesie di
Arbasino, Sanguineti, Pagliarani, Rondi, Diacono e Ferretti. In una lettera
agli amici-redattori del sodalizio bolognese Pasolini affermava di voler
'separare questi testi dal resto della rivista, in modo da non crear equivoci:
essi devono risultare solo dei documenti (anche se in qualche caso 0 in
qualche passo gia belli)' (LEii, p. 320). La stessa convinzione era gia stata
manifestata, prima della pubblicazione del saggio, sia a Fortini (LEii, p. 202)
che al critico Luciano Anceschi (LEii, p. 212).
E credo debba essere subito confermato che con questo scritto
Pasolini mira, proprio dalle prime righe, a negare l'esistenza di un legame
ideologico tra il suo sperimentare e quello dei poeti da lui precedentemente
definiti neo-sperimentalisti.24 Questi ultimi, infatti, come gia sottolineato ne
'11 neo-sperimentalismo', si dovevano considerare epigoni della tradizione
stilistica del Novecento, una tradizione che il gruppo di Officina
dichiaratamente rifiutava. Pasolini, e con lui appunto Officina, rifiutavano
l'accostamento con quei poeti che, nella prima meta del secolo, facevano
della liberta stilistica una norma piuttosto che un'innovazione, sviluppando,
paral1elamente al1'involuzione conformistica dell'ideologia borghese e
all'avvento del potere fascista, una condotta di 'passivita suI fronte esterno'
(PI, p. 421), politico appunto. Al contrario, la liberta stilistica degli
sperimentatori di Officina e 10 spirito filologico continiano che la presiedeva
(PI, p. 424), avrebbero contenuto un 'atteggiamento politico' equivalente a
un 'difficile, doloroso e anche umiliante atteggiamento d'indipendenza, che
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non puo accettare ness una forma storica e pratica d'ideologia, e che insieme
soffre come un rimorso, d'un indistinto e irrazionale trauma morale, per'
l'esclusione da ogni prassi, 0 comunque, dall'azione' (PI, p. 425).
Esplicita,
sulla linea
dell'indipendenza
ideologica
dello
sperimentalismo
pasoliniano,
anche la polemica con gli stilemi
istituzionalizzati del neorealismo e del post-ermetismo, considerati nel
fondo come appendici del conformismo della cultura borghese novecentista,
che dunque, in quanto appunto uniformata da un atteggiamento anodino
e evasivo di fronte alla realta storico-sociale, appare al critico
sostanzialmente immutata dal primo N ovecento al secondo dopoguerra
(cfr. PI, pp. 419-20; PM, p. 146).
Con 'La liberta stilistica', pertanto, Pasolini sottolinea con maggior
forza, rispetto a quanto aveva fatto ne 'II neo-sperimentalismo', un elemento
rigorosamente discriminante dal punto di vista teorico. Egli rivendica per la
sua nozione di sperimentalismo il momenta della crisi, ovvero della
contraddizione come imprescindibile coordinata ideologica, affinche al
possesso delI'idea (atteggiamento borghese per definizione) possa opporsi
una continua, sofferta, inestinguibile ricerca di senso. Una discriminante,
questa, che alIa maggior parte dei critici e parsa pretestuale, priva di valenza
contenutistica. Tuttavia, come ho concluso nella discussione del precedente
saggio, proprio da questa precisa volonta di definire la ricerca ideologica
come tensione perpetuamente frustrata, e dunque incapace di affermarsi
positivamente, credo si materializzi il significato dell' operazione intellettuale
pasoliniana.
La rivendicazione della centralita del momenta della crisi all'interno
della ricerca intellettuale viene subito messa in pratica da Pasolini nella
discussione del concetto di liberta stilistica. Quella liberta stilistica
coincidente con Ie squisite rna innocue, 0 perfino reazionarie poetiche del
Novecento25 (tra cui Pasolini include la sua invenzione dialettale: PI, p. 422),
viene rifiutata dal critico sulla base di un'intuizione teorica che troviamo in
nuce nel seguente passaggio: 'Ma in quella liberta non c'era ne scelta ne
sofferenza: ed era capace di far operare su una sola direzione, quella
interiore: e in cia la costrizione di quella liberta era rigorosa. [... ] La storia
non esisteva pili: e il mondo interiore era in definitiva una prigione' (PI,
p. 422). Per quanto Pasolini non approfondisca il discorso in termini
rigorosamente teorici, l'intuizione risulta rivelatrice: vincolando il termine
'liberta' a quelli di 'scelta' e 'sofferenza', Pasolini conferma l'ipotesi che il
suo engagement procedesse da una sensibilita di chiara marca esistenzialista,
dove l' enfasi rimane sulla necessita della crisi. A maggior ragione,
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mistificazione?
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[... ] Qui davvero l' antinomia, proprio per questa sua aria di bastare
a se stessa, di perfetto strumento di totalizzazione culturale, acquista
Ie caratteristiche pacific anti di una sintesi. [... ] Una cristallizzata e
astratta figura della Contraddizione. (p. 182)
E ancora: 'La contraddizione pasoliniana e mediazione solo in quanto si fa
spettacolo di se stessa e generale palcoscenico per ogni tipo di fenomeno,
COS!che tutto si uniforma al modello e allora niente pili e contraddittorio
perche tUttO e contraddittorio' (p. 188).
Con maggiore precisione, poi, discutendo il saggio 'La liberta
stilistica', Rinaldi accusa i1principio oppositivo del razionale-irrazionale
come identica rna capovolta strategia ideologica rispetto a quella degli anni
friulani; mentre per quanto concerne '11neo-sperimentalismo', Pasolini
avrebbe omologato a tale principio 'una lunga serie di nuovi poeti, per di pili
accostandoli astutamente agli antenati Sbarbaro, Palazzeschi, Rebora', al
punto che 'il principio stesso della lettura e un principio di monotonia, 10
sforzo di coprire con la propria ombra tutti i testi, con una precisione
maniaca, con un vampirismo sornione' (p. 194).
Una condanna, quella di Rinaldi, decisamente senza appello, per
molti versi assimilabile alla posizione di fondo che alimenta la polemica di
Fortini. In un articolo di reazione immediata a 'La liberta stilistica', che ne
riprende il titolo, Fortini taccia di 'evasivita' 10sperimentalismo di Pasolini:
'Vorremmo dire a Pasolini di non soffrire pili. Egli non e escluso da ogni
prassi, la sua prassi e l'elaborazione di questa ideologia, la sua difesa e
illustrazione; e questa sua ideologia ha il solo torto di non specchiarsi come
tale e di nascondersi dietro aggettivi come difficile, doloroso, umiliante,
indistinto, irrazionale' (p. 14). Fortini rincara la dose quando sospetta, al
pari di Rinaldi, che Pasolini stia facendo doppio gioco, nascondendo se
stesso e la propria irresponsabilita intellettuale di stampo decadente dietro
la falsa retorica della contraddizione; diagnosi, questa, che Fortini sosterra
con coerenza durante tutto il corso del suo rapporto con Pasolini.
In sostanza, Ie due posizioni critiche mi sembrano concordare nel
puntare i1dito contro la cattiva coscienza di un Pasolini che dissimulerebbe,
dietro una nozione falsamente programmatic a (10 sperimentalismo) e un
corredo ideologico ampiamente retorico, l'inconsistenza del proprio
pensiero. Mi pare che quest'accusa abbia il difetto di non tenere in giusta
considerazione alcuni fondamentali elementi interpretativi.
Per prima cos a, i critici non tengono in considerazione la distinzione
tra il neo-sperimentalismo descritto da Pasolini nel saggio omonimo, e la
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Pasolini, l'intellettuale che si pone il problema della scelta deve poter operare
nel campo di propria competenza, nel caso specifico la letteratura, con i
mezzi ritenuti pili adatti, nel caso specifico la filologia; deve cioe trasferire
suI piano ideologico l'intuizione artistica, mantenendone intatta la
potenzialita significativa, evitando di ingabbiarla in un significato.
N aturalmente, la compresenza dei due poli antitetici nel pensiero
pasoliniano non poteva che oggettivarsi, tanto suI versante artistico come
su quello della saggistica, nella discuss a figura della contraddizione. Ma si
tratta di una contraddizione a cui viene affidato un ruolo ideologico di
straordinario rilievo proprio in alternativa alIa rigida militanza marxista,
come si evince d' altra parte dal ruolo che essa gioca nel pensiero critico di
T. W. Adorno.31
Pasolini,Adorno
e iI problema dell'irrazionale
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Conclusione
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come maschera, come bluff messo in scena con puntiglio per assolvere un
fine sostanzialmente egoistico.
A ben vedere questo scetticismo non stupisce; soprattutto, intendo
dire, alla luce di una considerazione che ora emerge inevitabile: che alla base
dell'inquietudine esistenziale che informa la nozione di impegno in Pasolini
vi era una concezione della realta intimamente religiosa, che evidentemente
tutta la critic a di sinistra non voleva, 0 non poteva, misurare come
ingrediente ideologico (e che puntualmente
si rivelo, negli anni,
assolutamente centrale nel pensiero di Pasolini, come testimoniera la sempre
pili ricorrente simbologia del sacro).37
In effetti Fortini avrebbe voluto da Pasolini 0 la conversione religiosa
o quella politica (pp. 125 e 179): 0 la scelta assoluta dell'irrazionale 0 Ia
scelta assoluta del razionale; senza avvedersi che l' originalita e il peso del
contributo offerto dal Pasolini intellettuale consisteva proprio nel tentativo
di ricondurre la ratio del XX secolo allo scontro-confronto con la radice
irrazionale, e dunque sacra, del reale. Come ha visto bene Contini (Ultimi
esercizi, p. 393), Ia sostanza del pensare pasoliniano e profondamente
anti-illuministica, nel senso che si rifiuta di elaborare razionalmente un
progetto di liberta positiva,38 una forma specifica e autosufficiente di
riconciliazione tra l'uomo e il mondo, lasciando piuttosto che l'ideale
sopravviva nell' utopia attraverso il recupero del sacro.
Questo presupposto esistenzialistico presiede a tutte Ie formulazioni
del Pasolini intellettuale e poeta. Si veda il senso di questa lettera scritta a
Fortini, in risposta a una serie di decisi attacchi epistolari:
Non discuto Ie osservazioni - intelligentissime e acutissime che tu
spesso mi fai - e ce n' e di particolarmente intelligenti e acute nella tua
ultima Iettera: rna discuto que 1tuo tacito, inconscio, e insopprimibile
pregiudizio che presiede a tutte Ie tue operazioni critiche su di me.
[... ] 10 sono marxista come sei tu: solo io ho presente non solo nel
mio pensiero, rna anche nella mia fantasia, l' enorme massa dei
sottoproletari, da Roma in gili. Invece di fare tante storie, manifestare
tanti sospetti, se Ia cos a davvero ti importa, vieni a occuparti un po'
tu di questo problema che riguarda meta circa della popolazione
italiana, e quindi anche noi. No: invece tu, sordo, cieco, tappato in
casa, con un'idea tutta ideologica degli operai e in genere del mondo,
stai a fare il giudice di coloro che si spendono, e spendendosi,
sbagliano, eccome sbagliano (Fortini, p. 115).
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delle contemporanee
sistemazioni offerte dalla cntlca marxista
(pp. 184-85). Considerare da marxista, cioe all'interno di ricercaideo1ogica,
l'impossibilita di un diretto accordo tra teoria e prassi, per quanto
travasando l'operazione su canoni eminentemente fi101ogico-1etterari, non
era, credo, sintomo di un intellettua1ismo superficia1e.
University of Portsmouth
Note
ideologica.
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momenta I'interessamento
di Pasolini
e confermato
'gramsci-continismo'
('Introduzione'
e tutt'altra
titolo'l
contemporanee'
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e poetiche
(LEi, p. 297).
cosa dello
e uno
in una verifica
tendenziosita:
periscopic all'orizzonte'
neo-sperimentali'
quest'ultima
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e non viceversa")'.
Simile a
di Pasolini era
della letteratura.
P.Cataldi, Le idee
Sodalizio dellibro,
16
1960), p. 2.
p.149.
13
t Pasolini
streffi, chiedendogli
suggerimenti:
'Scegliendo una
scelto
1988~p~131;
e datata
23 luglio
284; 297; 329; 359; 410; 413; 439; 588; d'ora in poi
de '11 neo-sperimentalismo'.
e peraltro
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da due componenti:
una
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un'ermeneutica
componente
postmoderno:
statica, contemplativo,
che
e quasi
componente
universalmente
riconosciuto.
materialistica',
in R. Luperini,
tra moderno e
anche nell'ultima
fisiologico emerge
e passato
originario
per
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dell'impossibilita
dell'uomo di superare Ie
situazioni-limite,
immutabili
storico-razionale.
e incomprensibili,
20
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e pop%.
1/
proposta da Pasolini
contemporaneamente
questione ed
sperimentatori
al numero di Officina in
e composto
novecentisti: formalistico,
metrica tradizionale
contraddittorio
contenutistico,
da quello
nel1962
cib
si
e falso,
ide%gia.
contro la
neocapitalismo',
si leggano attentamente
0 negativo'
di un lessico comunicativo;
elusivo, sostanzialmente
all'adozione
di certi
che
antologia',
1960),37-38.
28
D. Marchi, 'Sperimentalismo
nell'Officina
stile di un intellettua/e
assoluta e totalizzante
con
in quanto dimensione
in quanto misura
e peraltro
tacciato di
esperienze immediatamente
confinanti con il
'Societa ideale
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Ie.
dr. Negative
ma rimane fortemente
dall'esistenzialismo
definito addendum:
I'uomo
(Kierkegaard,
e condannato
quella dell'illiberta
a cui
da quando, attraverso 10
controllarla.
e espressione
problematica
e nell'asperita
di una sensibilita
e,
del
significativi
36-42.
I'importante
33
p. 58; Ie interpretazioni
a Dostoevskij
alia riflessione
di fondo
poesia di Zanzotto
letteraria
di tipo storieo-morale.
e consistito
interessi propriamente
sottolinearlo
filosofici; ma voglio
engagement',
che ne