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Lo SperilllentalislllO di Pasolini:

Illlpegno COllle existenz


Fabio Vighi

Sto traducendo in questi giorni l'Orestiade di Eschilo: e sa qual e, gentile


direttrice, il momenta che mi ha dato pili profonda e totale emozione? la
parte finale delle Eumenidi, quando Atena trasforma Ie Maledizioni in
Benedizioni, lasciandole tali e quali, ossia forze irrazionali. Ci occorre,
evidentemente, una Atena ... 1

Introduzione

L'indagine critica suI concetto di sperimentalismo letterario, enunciato


programmaticamente da Pasolini nella seconda meta degli anni '50 sulla
rivista O((icina,2 rappresenta una solida base su cui valutare la portata
ideologica del pensiero dell'autore nella sua veste di intellettuale militante.
Tutta l'ingente produzione critic a pasoliniana degli anni '50 dev'essere
peraltro letta alIa luce del vasto dibattito intellettuale sviluppatosi in Italia,
in specie nel dopoguerra, suI tema del rapporto tra 'cultura' e 'politica',
anche se e solo a partire dalla meta del decennio che il discorso critico
pasoliniano comincia esplicitamente a storicizzarsi, manifestando precise
connotazioni ideologiche. Gli anni '60 e soprattutto '70 faranno invece
registrare una sostanziale perdita di fiducia nel medium critico-letterario, e
insieme il progressivo
avvicinamento
a un'attivita
pubblicistica
aggressivamente imperniata sulla denuncia dei fenomeni conformistici della
modernita italiana. Se prescindiamo dalle recensioni letterarie, di natura
perlopiu impressionistica, scritte per il settimanale Tempo dal novembre
1972 al gennaio 1975, e poi raccolte nel volume Descrizioni di descrizioni,3
ci appare chiaro che l'ultimo Pasolini opta per una scrittura giornalistica
che gli permetta di condannare l'involuzione borghese dell'Italia
contemporanea,4 come testimoniano ampiamente gli articoli raccolti nei
volumi Scritti corsari5 e Lettere luterane.6

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the italianist 20 . 2000

Per fissare con maggior preclslone i dati riguardanti


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sperimentalismo letterario di Pasolini, prendera inizialmente in esame due
importanti saggi critici, 'II neo-sperimentalismo' e 'La liberta stilistica',
ospitati da Officina rispettivamente nel1956 e ne11957, e sistemati poi a
conclusione della raccolta Passione e ideologia,7 pubblicata nel 1960. La
critic a si e sempre trovata concorde nel considerare questi due testi Ie
testimonianze pill efficaci dello sperimentalismo pasoliniano.
L'obiettivo principale dell'analisi dei due saggi in questione sara
evidenziarne la matrice teorica, affinche sia poi possibile verificare gli
eventuali punti di continuita, 0 discontinuita, tra il discorso critico di
Pasolini e l'ideologia che informava la politica culturale della sinistra
italiana negli anni '50. Si vedra innanzitutto come nei due testi pasoliniani
il termine sperimentalismo venga a designare non pill una prospettiva
esclusivamente linguistica, al centro delle analisi critico-Ietterarie dei primi
anni '50,8 rna anche e soprattutto ideologica, il cui obiettivo polemico si
rivela essere la nozione di impegno abbracciata dalla sinistra italiana.
Fondamentale ricordare che i due saggi furono scritti in un periodo assai
drammatico per la storia del marxismo mondiale, e nella fattispecie, del
comunismo italiano. 'II neo-sperimentalismo' viene infatti vergato all'alba
della divulgazione di quel rapporto Kruscev che, se da una parte infieriva un
colpo mortale agli ottimistici ideali del socialismo sovietico, dall' altra
ravvivava la speranza di un rinnovamento del mondo comunista. 'La liberta
stilistica' esce invece non solo dopo il rapporto Kruscev, rna soprattutto
dopo i fatti di Polonia e Ungheria, che avevano brutalmente deluso Ie
speranze di tale rinnovamento.9
In un primo momento, l'indagine testuale mostrera come la
concezione pasoliniana di sperimentalismo, prendendo nettamente Ie
distanze dall'estetica del marxismo italiano, implicasse l'adozione della
categoria dell'irrazionale. La critica letteraria dell'autore sembra infatti
fondarsi su una concezione dialettica del reale in cui, in modo alquanto
originale,
assumono
fondamentale
rilievo
sia sedimentazioni
irrazionalistico-religiose, sia una cospicua componente esistenzialistica. In
particolare, cia che in questa sede interessa evidenziare e illegame con
l'esistenzialismo. Proprio attraverso un concetto di sperimentalismo
fortemente determinato da suggestioni di marca esistenzialista, Pasolini
cerca di risolvere in termini teorici la propria viscerale propensione
all'irrazionale, gia predominante nel periodo friulano (fino a11950, anna
del trasferimento a Roma). Credo non si sia mai preso nella dovuta
considerazione, infatti, come a partire dalle primissime esperienze culturali

Vighi . La sperimentalisma di Pasalini

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avvenute durante il ventennio fascista, la filosofia esistenzialista abbia


rappresentato un punto di riferimento ricorrente e fondamentale nelle
riflessioni di Pasolini.10
Nell'ultima parte del saggio, si vedra come, in relazione al tema
specifico dello sperimentalismo, la critic a italiana abbia decisamente
sottovalutato i presupposti teorici del pensiero critico di Pasolini. Nel
tentativo di rettificare tale discriminazione di fondo, cerchero di dimostrare
che proprio in virtu di questi presupposti, l'intellettuale aveva cercato di
impostare un originale discorso ideologico alternativo al rigido
razionalismo che informava la politica culturale ufficiale della sinistra
italiana.

'II neo-sperimentalismo', Officina (n. 5), febbraio 1956

In primo luogo, occorre notare come, nel testa '11neo-sperimentalismo',


l'iniezione di passione e ideologia, motivi fondanti della raccolta (cfr. PI,
pp. 429-30), sia particolarmente controllata, al punto che allettore parrebbe
quasi di trovarsi di fronte a una tipica operazione di critica stilistica, con la
spassionata analisi anteposta alIa sintesi, la neutralita da 'referto' 0 da
'scheda' (termini non a caso inflazionati negli scritti pasoliniani del periodo)
preferita all'esplicito giudizio sui contenuti. Pasolini sembrerebbe cioe
raggiungere qui quel distacco filologico e quell a obiettivita di giudizio che
solo qualche anna prima avevano caratterizzato Ie sue due vaste indagini
erudite sulla poesia popolare e dialettale italiana (cfr. PI, pp. 5-229).11 Si
tratta di un autocontrollo critico che gli deve servire a aggiornarsi su una
vasta scelta di poesia italiana contemporanea, al fine di definirla 'sotto forma
di tendenze, di componenti' (PI, p. 406), piuttosto che di manifesti rimandi
ideologici. A conferma di cia e l' autore stesso a dichiarare che il saggio si
presenta intenzionalmente 'descrittivo' anziche 'parenetico' (PI, p. 419),
liberato dun que non solo da quella forte esigenza di revisione evidenziata
da precedenti interventi sulla letteratura italiana contemporanea, ma anche
da quell a necessita di strumentalizzare politicamente la letteratura che in
quegli anni '50 era condivisa dalla maggioranza degli intellettuali di sinistra.
Voglio dire che se in saggi del 1954 quali 'Osservazioni sull'evoluzione del
Novecento' (cfr. PI, pp. 284-89) e 'Implicazioni di una "linea lombarda" ,
(cfr. PM, pp. 371-77) Pasolini aveva posto Ie basi del suo sperimentalismo,
indicandone senza mezzi termini la distanza ideologica tanto dalla
tradizione novecentista quanto da quell a engagee (neorealismo), qui la vena

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the italianist 20 . 2000

polemica sembra attenuarsi per lasciare il posto a un discorso pill calmo,


misurato e almeno timidamente costruttivo, quasi l'autore avesse deciso di
abbandonare i suoi idoli polemici per affermare alcuni valori propositivi
comuni a un gruppo di poeti contemporanei.12 In realta, un'attenta lettura
del saggio testimonia, sl, della simpatia nutrita da Pasolini per molta poesia
'neo-sperimentale', rna soprattutto ci da prova della sua inequivocabile
presa di distanza dai valori estetici e ideologici che la caratterizzano. In
sostanza, il 'neo-sperimentalismo' individuato da Pasolini non viene affatto
a coincidere con l'idea di 'sprimentalismo' che lui stesso andava coltivando.
Vedremo ora per quali motivi.
Per prima cosa, osserviamo come la natura analitico-descrittiva del
saggio emerga anche dalla chiarezza della sua struttura interna. Pasolini
suddivide in tre rami principali, che tra breve esaminero nel dettaglio, un
filone piuttosto ampio di poesia contemporanea,
denominandola
'neo-sperimentale' per poterla distinguere da altre formule correnti come
neorealismo e postermetismo. AlIa ripartizione del saggio viene poi conferita
unita di contenuto attraverso un' operazione critica uniformemente
applicata ai testi di volta in volta presi in esame. Essa consiste in un'analisi
basata sulla verifica della presenza, nel testa poetico analizzato, di un dato
razionale accanto a uno irrazionale.
La prima ramificazione individuata dall'autore e quell a del
'neo-sperimentalismo "tout court", di origine psicologica, 0 patologica,
[... ] decadentistico, 0, meglio ancora, espressionistico' (PI, p. 407). II difetto
di questa poesia consiste nell'eccedenza del dato irrazionale, dell'evasivita,
e, conseguentemente, nell'insufficienza del contributo comunicativo e
conoscitivo. Per esempio, recensendo il giovane poeta Massimo Ferretti,13
il critico definisce i suoi versi come 'i pill intimamente gioiosi e vitali degli
ultimi anni', rna mette subito dopo in guardia l'autore dal grave rischio
'dell'assenteismo e del misticismo' (p. 409), della deformazione del rapporto
con la storia. Similmente, poco oltre Pasolini descrive con trasporto la poesia
autobiografica di Beppino Goruppi, segnata dal marchio maledetto
dell'estetica passione (Pasolini cita 'i tuffi acrobatici suI Tevere' e la morte
'in un incidente motociclistico' [po410], che saranno non marginali luoghi
narrativi nel suo film Accattone); rna di seguito egli istituisce
immediatamente un parallelo tra l'irreversibile maledettismo di Goruppi e
il pill bilanciato autobiografismo dell'operetta Antiporta dell'amico
Francesco Leonetti, di cui scrive: 'a differenza degli espressionisti e degli
avanguardisti ingenui, meramente patologici, Leonetti era troppo ricco di

Vighi . La sperimentalisma di Pasalini

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cultura per non porsi in atteggiamento critico davanti a questa sua solo
apparente, in realta coatta, scelta giovanile' (p. 411).
Nel configurare gli altri due rami del neo-sperimentalismo, il critico
pro segue nell'applicazione del suo schema interpretativo, fondato sulla
ricerca dell'interazione tra il momenta irrazionale della poesia con quello
razionale del suo apporto conoscitivo. Fausto Curi ha ricondotto il binomio
irrazionale-razionale del metodo pasoliniano all'asse Contini-Gramsci14
che, da una dichiarazione di Pasolini stesso ('considero, io praticamente
non crociano, due i miei maestri: Gianfranco Contini e Antonio Gramsci'), 15
informerebbe i saggi di Passione e ideologia.
N el secondo ramo, che raggruppa i poeti neo-sperimentali debitori
dell' ermetismo, Pasolini insiste con una fraseologia atta a delimitare in
questi poeti l'ambito dell'irrazionale: per Guglielmi e Giuliani, ad esempio,
parla di 'Angst esistenziale', 'male allo stato puro', 'fissazione', 'disperazione
cosciente rna non razionale', 'asemanticita dichiaratamente psicologica ed
erotica', 'monadi non comunicanti', 'poesia in re' (p. 412). II metodo del
critico che registra queste scansioni irrazionali potrebbe risultare
compromesso dal fatto che esse sono sicuramente pili fitte e incisive, nonche
descritte con evidente coinvolgimento emotivo, rispetto all' esigenza opposta
e complementare della tensione raziocinante; tuttavia, la simpatia di Pasolini
per queste forme di irrazionalismo poetico e sempre affiancata, e quindi
soffocata, da un giudizio che gli vieta scatti di entusiasmo. COSt,riprendendo
il caso di Guglielmi e Giuliani, l' angst esistenziale e il male allo stato puro
dei loro versi, proprio perche non sono ripagati da un gesto razionale, da
un'autentica volonta conoscitiva, finiscono per annullarsi come 'oscurita
patetica 0 ironica' in cui 'la vita interiore stagna, marcisce' (p. 412). Rispetto
al primo raggruppamento, qui la presa di distanza di Pasolini e senza dubbio
pili netta.
L'ultimo ramo, infine, e riservato ai neo-sperimentali con ambizioni
di impegno sociale, caldeggiati dalla critic a marxista. Si capisce subito che
Pasolini non ha molto tempo per questo tipo di poesia. Egli scrive infatti di
'scandalo "protetto", spalleggiato da un altro tipo di conformismo,
d'ideologia collettiva'; di 'cote messianico [... ] in cui l'oscurita di
provenienza variamente ermetica trova una lecita coincidenza con l' oscurita
profetica, carbonara' (PI, p. 415), dove ritorna i1 tern a centrale in tutto
Passione e ideologia della sostanziale equazione ermetismo-neorealismo,
nei termini di una mancata vocazione sperimentale e dunque innovativa. Si
tratta insomma di 'poeti [... ] politici solo genericamente, per un impegno
genericamente - come da un decennio si usa dire - "umano": poeti pensosi

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the italjanist 20 . 2000

della sorte dei rapporti sociali, dell' Europa, ecc.' (p. 415); sono perdipiu
quegli autori meridionali che tendono a amalgamare classicismo
quasimodiano e sentimentalismo neorealistico (p. 414), ottenendo un
risultato che un anna dopo, nel 1957, Pasolini definira 'fatalmente
conformistico', chiedendosi poi: 'Se la nuova poesia si limit a a denunciare
in falsetto Ie ovvie miserie dei pastori e dei contadini ache cosa serve? Ormai
son cose che si sanno. Denunci, invece, quel proprio interno vizio
conformistico: cambi tono, rinunci aIle facili esaltazioni dell'inno e
dell' oscura minaccia, dell' avvenirismo patetico, e cominci a ragionare' (PM,
p.161).
La discussione di questo terzo raggruppamento e particolarmente
interessante in quanto Pasolini vi approfondisce la polemica con la critica
d'ispirazione marxista:
Lo sperimentalismo, con l'inquietudine, l'instabilita, l'isolazione
ch' esso importa, non sembra essere visto con simpatia dai critici
marxisti. Non vale che l'istituzione contro cui esso opera sia
l'istituzione della cultura borghese. In fondo, il linguaggio
nazional-popolare,
COS!
come in questi giorni 10 si desume
correntemente da Gramsci, e inteso soprattutto come linguaggio
franco, di divulgazione, di organizzazione: e, dato il 'tatticismo'
politico di questo periodo di lotta, non disturba i marxisti l'entrare in
gar a con i partiti borghesi nella diffusione ideologica, usando per
comodita, e d' altra parte per necessita, la loro stessa arma: la lingua
cioe elaborata strumentalmente e letterariamente dalla borghesia in
questi ultimi decenni, centralismo fascista compreso. (PI, p. 414)
Se la polemica parte qui essenzialmente dalla sponda linguistica, essa risulta
nondimeno significativa suI fronte ideologico.16 Pasolini polemizza, in tempi
non sospetti, cioe prima del rapporto Kruscev e dei fatti di Polonia e
Ungheria, contro il tatticismo del comunismo italiano che 'desume
correntemente
da Gramsci'
un'idea
sbagliata
di linguaggio
nazional-popolare; l'errore starebbe nel diffondere il messaggio di protesta
sociale con gli strumenti .linguistici della classe al potere. Proprio il
riferimento alIa lingua ci permette di comprendere la radicalita della
posizione dell'autore. Egli ci lascia intendere che, affinche la poesia possa
autenticarnente concorrere alla battaglia politica, la lingua poetica
dev'essere prima compresa nel suo significato culturale. In quanto fatto
culturale, tale lingua non e solo 'linguaggio franco', strumento di
comunicazione, rna, evidentemente, affonda Ie radici in una dimensione

Vighi . Lo sperimentalismo di Pasolini

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non-razionale ugualmente pertinente al concetto di realta. Ridurre


tatticamente la lingua poetica a strumento di battaglia ideologica, a neutro
conduttore di significati comunemente intesi e condivisi, significa aHora
rompere proditoriamente il cordone ombelicale che lega la poesia, in quanto
cultura, alIa matrice del reale. 11 risultato di siffatta operazione condurrebbe
alIa negazione dello specifico contributo ideologico della poesia.
Con questa posizione Pasolini ci palesa la sua distanza da Gramsci suI
terreno del rapporto tra arte e realta politico-sociale. Gramsci infatti, pur
ammettendo l'esistenza, nell'opera d'arte, di una dimensione puramente
estetica e inconoscibile razionalmente, si rifiuta di riconoscere a tale
dimensione un val ore ideologico; 17 pur sviluppando uno storicismo critico
alieno da ogni schematismo e dogmatismo ideologico (Romano Luperini ha
recentemente tentato il parallelo Gramsci-Benjamin nel nome di una
militanza critica costruita intorno alle categorie della' distruzione-creazione'
e del 'vecchio-nuovo'),18 non allaccia mai il riconoscimento della
contraddittorieta
del divenire storico alIa presenza di una dimensione
non-razionale. Da un punto di vista teorico, la questione si pone dunque nei
seguenti termini: in Pasolini, la realta che illinguaggio letterario ha il dovere
di esprimere e riflettere e una realta ideologica rna insieme legittimata dalla
propria sostanza materica e fisiologica,19 percepibile attraverso i sensi,
ovvero cia che si da come radicalmente altro dalla ragione speculativa; in
Gramsci, viceversa, non c' e assolutamente ombra di questa dimensione
altra, poiche la sua filosofia risolve la realta, con Ie sue contraddizioni, nella
razionalita dialettica della storia.
In base a quanto si e fin qui discusso, mi pare che il saggio 'II
neo-sperimentalismo', nonostante il suo taglio analitico, si possa leggere in
termini chiaramente ideologici, mantenendosi dun que in linea con la
marcata vocazione ordinatrice e razionalizzante che contraddistingue tutta
l'opera del Pasolini degli anni ' 50; nel corso di tale decennio, la dimensione
ideologic a dell' autore si manifesta infatti non solo nell' attivita critica rna
anche in quell a letteraria, come testimoniano sia la raccolta di versi Le ceneri
di Gramsci20 che il romanzo Una vita violenta.21 La maggior parte degli
studiosi dell' opera pasoliniana ha interpretato questa iniezione di
razionalismo come forzatura intellettuale mirata a nascondere tanto la
sprovvedutezza ideologica dell'autore quanto la sua vena irrazionalistica.22
In realta, mi pare che il problema stia piuttosto nel riconoscere il significato
che il termine ideologia viene a assumere nel vocabolario di Pasolini. Credo
infatti che il concetto di ideologia, in Pasolini, vada liberato da
quell'esigenza precettistica e iper-razionalistica caratterizzante molta critic a

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marxista nel periodo in questione; piuttosto, tale concetto non e da


intendersi come momenta autosufficiente e conclusivo dell'interpretazione
del reale, rna come apertura a una continua, inquieta e perennemente
inappagata ricerca di senso. Occorrera allora aggiungere che al fine di
mantenersi aperta, l'ideologia pasoliniana si misura costantemente con la
categoria dell'irrazionale, imprescindibile per un'analisi obiettiva della
realta dell'individuo nella sua dimensione privata e sociale.
L'irrazionale viene dunque elevato a complemento teorico necessario
all'ideologia stessa. Per il Pasolini intellettuale, COS! come per il Pasolini
poeta, l'irrazionale e la matrice ineffabile del reale, la sostanza che
continuamente e inevitabilmente sfugge alIa ratio, e che, paradossalmente,
proprio per questo motivo non puo essere eliminata dalla progettualita
ideologica; razionale, viceversa, diventa il faticoso processo logico
attraverso cui il soggetto pensante si pone dinnanzi al reale per interpretarlo
e sistemarlo, pur nella consapevolezza dell'impossibilita di qualsiasi
sistemazione ultima e definitoria. Da un punto di vista teorico, si tratta
evidentemente di una posizione per cui la ragione dell'uomo deve
abbandonare la certezza hegeliana di regnare sovrana suI reale, senza per
questo desistere dall'inseguire la conoscenza; anzi, proprio nell'operazione
di inesauribile ricerca di significato, ovvero nella continua verifica
sperimentale, si puo dire si coaguli il messaggio del Pasolini impegnato.
In sede riassuntiva, l' operazione critica di Pasolini sulla poesia italiana
contemporanea puo essere riconosciuta riepilogando tre punti del saggio
in esame: (i) L'autore sembra voler isolare, descrivere e divulgare quella
poesia contemporanea italiana in cui riconosce una maggiore affinita
ideologica con la sua stessa poesia, poggiante sulla contrapposizione
antinomica del razionale-irrazionale. (ii) Questa affinita ideologica affonda,
piuttosto che nel tatticismo raziocinante della critica marxista, in un campo
di ricerca estetica circoscritta
intorno aIle sensibilita letterarie
dell' espressionismo, dell' esistenzialismo e del decadentismo, tutti termini
che riecheggiano puntualmente alla lettura del saggio. (iii) La poesia
neo-sperimentale contemporanea, nel suo amalgama di espressionismo,
dandysmo e maledettismo, si presenta pero a Pasolini quasi sempre carente
di fronte alIa nuova esigenza (rispetto aIle classiche poetiche
espressionistiche e decadenti) di un atteggiamento critico-conoscitivo:
l' esigenza cioe di farsi chiara e diretta espressione del legame tra
l' organizzazione della struttura sociale, da indagarsi razionalmente, e quel
permanere
dell'elemento
irrazionale
che
informa
appunto,
caratterizzandole, tali poetiche.

Vighi . La sperimentalisma di Pasalini

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Si veda come la mia analisi rischi di assumere una connotazione


filosofica. D'altra parte, credo che solo scavando in direzione insieme
filologica e filosofica, si possa realmente far luce sulla complessita della
posizione pasoliniana in merito al nesso razionale-irrazionale e, dunque, in
merito al contributo ideologico della sua opera.

'La liberta stilistica', Officina (nn.9-10), giugno 1957

Franco Fortini ha letto questo saggio come 'la dichiarazione ideologica pili
precisa dello sperimentalismo di Pasolini, i cui testi sono nelle Ceneri di
Gramsci' .23 In effetti, come cerchero di dimostrare, con la pubblicazione di
questo testo, Pasolini chiarisce ulteriormente il significato della sua ricerca
sperimentale, definendola specificamente in merito alIa coordinata 'stile'.
Osserviamo innanzitutto che, dal punto di vista. editoriale, 'La liberta
stilistica' aveva il compito di introdurre sulle pagine di Officina una 'Piccola
antologia neo-sperimentale', in cui Pasolini trasceglieva e elencava poesie di
Arbasino, Sanguineti, Pagliarani, Rondi, Diacono e Ferretti. In una lettera
agli amici-redattori del sodalizio bolognese Pasolini affermava di voler
'separare questi testi dal resto della rivista, in modo da non crear equivoci:
essi devono risultare solo dei documenti (anche se in qualche caso 0 in
qualche passo gia belli)' (LEii, p. 320). La stessa convinzione era gia stata
manifestata, prima della pubblicazione del saggio, sia a Fortini (LEii, p. 202)
che al critico Luciano Anceschi (LEii, p. 212).
E credo debba essere subito confermato che con questo scritto
Pasolini mira, proprio dalle prime righe, a negare l'esistenza di un legame
ideologico tra il suo sperimentare e quello dei poeti da lui precedentemente
definiti neo-sperimentalisti.24 Questi ultimi, infatti, come gia sottolineato ne
'11 neo-sperimentalismo', si dovevano considerare epigoni della tradizione
stilistica del Novecento, una tradizione che il gruppo di Officina
dichiaratamente rifiutava. Pasolini, e con lui appunto Officina, rifiutavano
l'accostamento con quei poeti che, nella prima meta del secolo, facevano
della liberta stilistica una norma piuttosto che un'innovazione, sviluppando,
paral1elamente al1'involuzione conformistica dell'ideologia borghese e
all'avvento del potere fascista, una condotta di 'passivita suI fronte esterno'
(PI, p. 421), politico appunto. Al contrario, la liberta stilistica degli
sperimentatori di Officina e 10 spirito filologico continiano che la presiedeva
(PI, p. 424), avrebbero contenuto un 'atteggiamento politico' equivalente a
un 'difficile, doloroso e anche umiliante atteggiamento d'indipendenza, che

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the italianist 20 . 2000

non puo accettare ness una forma storica e pratica d'ideologia, e che insieme
soffre come un rimorso, d'un indistinto e irrazionale trauma morale, per'
l'esclusione da ogni prassi, 0 comunque, dall'azione' (PI, p. 425).
Esplicita,
sulla linea
dell'indipendenza
ideologica
dello
sperimentalismo
pasoliniano,
anche la polemica con gli stilemi
istituzionalizzati del neorealismo e del post-ermetismo, considerati nel
fondo come appendici del conformismo della cultura borghese novecentista,
che dunque, in quanto appunto uniformata da un atteggiamento anodino
e evasivo di fronte alla realta storico-sociale, appare al critico
sostanzialmente immutata dal primo N ovecento al secondo dopoguerra
(cfr. PI, pp. 419-20; PM, p. 146).
Con 'La liberta stilistica', pertanto, Pasolini sottolinea con maggior
forza, rispetto a quanto aveva fatto ne 'II neo-sperimentalismo', un elemento
rigorosamente discriminante dal punto di vista teorico. Egli rivendica per la
sua nozione di sperimentalismo il momenta della crisi, ovvero della
contraddizione come imprescindibile coordinata ideologica, affinche al
possesso delI'idea (atteggiamento borghese per definizione) possa opporsi
una continua, sofferta, inestinguibile ricerca di senso. Una discriminante,
questa, che alIa maggior parte dei critici e parsa pretestuale, priva di valenza
contenutistica. Tuttavia, come ho concluso nella discussione del precedente
saggio, proprio da questa precisa volonta di definire la ricerca ideologica
come tensione perpetuamente frustrata, e dunque incapace di affermarsi
positivamente, credo si materializzi il significato dell' operazione intellettuale
pasoliniana.
La rivendicazione della centralita del momenta della crisi all'interno
della ricerca intellettuale viene subito messa in pratica da Pasolini nella
discussione del concetto di liberta stilistica. Quella liberta stilistica
coincidente con Ie squisite rna innocue, 0 perfino reazionarie poetiche del
Novecento25 (tra cui Pasolini include la sua invenzione dialettale: PI, p. 422),
viene rifiutata dal critico sulla base di un'intuizione teorica che troviamo in
nuce nel seguente passaggio: 'Ma in quella liberta non c'era ne scelta ne
sofferenza: ed era capace di far operare su una sola direzione, quella
interiore: e in cia la costrizione di quella liberta era rigorosa. [... ] La storia
non esisteva pili: e il mondo interiore era in definitiva una prigione' (PI,
p. 422). Per quanto Pasolini non approfondisca il discorso in termini
rigorosamente teorici, l'intuizione risulta rivelatrice: vincolando il termine
'liberta' a quelli di 'scelta' e 'sofferenza', Pasolini conferma l'ipotesi che il
suo engagement procedesse da una sensibilita di chiara marca esistenzialista,
dove l' enfasi rimane sulla necessita della crisi. A maggior ragione,

Vighi . La sperimentalisma di Pasalini

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l'equazione dedotta tra liberta impasta e prigiania lascia poi trasparire


l'enorme spaccatura esistente tra la posizione di Pasolini e l'ideologia del
comunismo italiano tanto sulla questione del fiancheggiamento degli artisti
e intellettuali alIa causa politica, quanto in termini di fiducia nella
palingenesi sociale. Partendo dalla medesima considerazione della necessita
della funzione 'crisi', in un altro scritto del 1957 dal titolo 'Fine
dell' engagement' (PI, pp. 398-400), Pasolini critic a la nozione ufficiale di
impegno letterario, ritenendolo fondato su una mitizzazione anti -storicistica
della Resistenza.
Come gia ne '11 neo-sperimentalismo',
dunque, il rapporto tra
l'intellettuale militante e il reale sembra qualificato da un esistenzialistico
principia d'insufficienza, per cui la ragione indagatrice che cerca di sistemare
il mondo si ritrova regolarmente frustrata dalla sua costituzionale debolezza
ontologica, scoprendosi costretta a fare continuamente l' esperienza dello
scacca.26 Questo decisivo presupposto teorico promuove, suI piano
letterario, una profonda inquietudine razionale: 'Nello "sperimentare"
dunque,
che riconosciamo
nostro
(a differenza
dell'attuale
neo-sperimentalismo), persiste un momenta contraddittorio e negativo:
ossia un atteggiamento indeciso, problematico e drammatico che coincide
con quella indipendenza ideologica cui si accennava, che richiede un
continuo, doloroso sforzo di mantenersi all'altezza di un'attualita non
posseduta ideologicamente, come puo essere per un cattolico, un comunista
o un liberale' (PI, p. 423). 'La liberta di ricerca - conclude Pasolini
riconfermando l'impronta esistenzialistica del suo pensiero - [... ] come ogni
liberta, e senza fine dolorosa, incerta, senza garanzie, angosciante' (PI,
p.425).
Queste ultime considerazioni confermano che il difetto rilevato da
Pasolini nei testi neo-sperimentali da lui pubblicati in allegato, rimaneva la
tendenza novecentista dei poeti contemporanei a fuggire dalla crisi per
rifugiarsi in una scrittura intesa come atto di passiva e pacificata
contemplazione. Questa critic a fu subito raccolta da unoodei poeti inclusi da
Pasolini nel filone del neo-spermentalismo, Edoardo Sanguineti. Questi, che
nel 1956 aveva pubblicato la raccolta di versi neo-avanguardistici
Labarintus (immediatamente e un po' freddamente recensita da Pasolini; cfr.
PM, p. 152), nel numero successivo di Officina (11, novembre 1957) reagl
puntualmente con il poemetto parodico, 'Una polemica in prosa',27 che
possiamo considerare la prima ufficiale dichiarazione di guerra a Pasolini
da parte della neo-avanguardia.

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the italianist 20 . 2000

In reaIta il fondamento del pensiero critico di Pasolini era chiaro da


tempo. Nel gia citato 'Osservazioni sull'evoluzione del '900', saggio del
1954, Pasolini aveva gia conferito al ruolo dell'intellettuale impegnato una
profonda valenza esistenzialistica,28 individuando nel rifiuto di imperative
coordinate ideologiche l'unica possibilita di militanza cuIturale all'interno
del 'partito di una classe che [... ] si accinge, nell' atto stesso di impossessarsi
del mondo, a istituirlo di nuovo' (PI, p. 289). Per Pasolini, dunque, la poesia
impegnata, anziche riflettere l'ideologia marxista, deve poter insistere
sull'inadeguatezza di qualsiasi progetto ideologico totalizzante. AlIa base di
questa concezione della poesia rimane il sentimento della crisi dell'uomo di
fronte al mistero del mondo in cui opera e che vuole conoscere. COS!
l'ideologia pasoliniana e tutta sottesa da un sentimento di angoscia che pare
all'intellettuale l'unico possibile atteggiamento realistico, ben ~Itre la
proposta di una rigida linea politico-culturale: il 'pensiero marxista
determina, nei nostri paesi occidentali, una lotta politica e quindi una crisi
nella societa e nell'individuo: esiste dentro di noi, sia che vi aderiamo sia che
la neghiamo; e proprio in questo nostro impotente aderirvi, e in questo
nostro impotente negarla' (PI, p. 288).

I critici su Pasolini: vero impegno

mistificazione?

Come anticipato in apertura di saggio, Ie critiche al metodo pasoliniano


della passione-ideologia, su cui si regge non solo la sua nozione di
sperimentalismo rna, potremmo dire, il nucleo vitale del suo pensiero, non
hanno mai valutato l'incidenza della componente esistenzialistica. Fino a
oggi, tra Ie posizioni critiche piu severe, rna anche lucidamente
circostanziate, credo possano essere trascelte quella piu recente di Rinaldo
Rinaldi e quella ormai classica di ~ranco Fortini.
Rinaldi, dall'interno della sua cospicua ricerca monografica,
interpreta la saggistica pasoliniana impegnata come una profonda e
pervasiva operazione mistificante, finalizzata cinicamente a restaurare e
salvaguardare la faccia pubblica dell'autore. Visto da questa prospettiva,
tutto il discorso ideologico di Pasolini equivarrebbe a un'abile
mistificazione:
La critic a degli anni '50 eredita il binomio [razionale-irrazionale]
dagli anni friulani e ne fa una sorta di ipostasi, un modello
d'interpretazione totale. Qui sta il trucco, in questa imbalsamazione.

Vighi . La sperimentalisma di Pasalini

241

[... ] Qui davvero l' antinomia, proprio per questa sua aria di bastare
a se stessa, di perfetto strumento di totalizzazione culturale, acquista
Ie caratteristiche pacific anti di una sintesi. [... ] Una cristallizzata e
astratta figura della Contraddizione. (p. 182)
E ancora: 'La contraddizione pasoliniana e mediazione solo in quanto si fa
spettacolo di se stessa e generale palcoscenico per ogni tipo di fenomeno,
COS!che tutto si uniforma al modello e allora niente pili e contraddittorio
perche tUttO e contraddittorio' (p. 188).
Con maggiore precisione, poi, discutendo il saggio 'La liberta
stilistica', Rinaldi accusa i1principio oppositivo del razionale-irrazionale
come identica rna capovolta strategia ideologica rispetto a quella degli anni
friulani; mentre per quanto concerne '11neo-sperimentalismo', Pasolini
avrebbe omologato a tale principio 'una lunga serie di nuovi poeti, per di pili
accostandoli astutamente agli antenati Sbarbaro, Palazzeschi, Rebora', al
punto che 'il principio stesso della lettura e un principio di monotonia, 10
sforzo di coprire con la propria ombra tutti i testi, con una precisione
maniaca, con un vampirismo sornione' (p. 194).
Una condanna, quella di Rinaldi, decisamente senza appello, per
molti versi assimilabile alla posizione di fondo che alimenta la polemica di
Fortini. In un articolo di reazione immediata a 'La liberta stilistica', che ne
riprende il titolo, Fortini taccia di 'evasivita' 10sperimentalismo di Pasolini:
'Vorremmo dire a Pasolini di non soffrire pili. Egli non e escluso da ogni
prassi, la sua prassi e l'elaborazione di questa ideologia, la sua difesa e
illustrazione; e questa sua ideologia ha il solo torto di non specchiarsi come
tale e di nascondersi dietro aggettivi come difficile, doloroso, umiliante,
indistinto, irrazionale' (p. 14). Fortini rincara la dose quando sospetta, al
pari di Rinaldi, che Pasolini stia facendo doppio gioco, nascondendo se
stesso e la propria irresponsabilita intellettuale di stampo decadente dietro
la falsa retorica della contraddizione; diagnosi, questa, che Fortini sosterra
con coerenza durante tutto il corso del suo rapporto con Pasolini.
In sostanza, Ie due posizioni critiche mi sembrano concordare nel
puntare i1dito contro la cattiva coscienza di un Pasolini che dissimulerebbe,
dietro una nozione falsamente programmatic a (10 sperimentalismo) e un
corredo ideologico ampiamente retorico, l'inconsistenza del proprio
pensiero. Mi pare che quest'accusa abbia il difetto di non tenere in giusta
considerazione alcuni fondamentali elementi interpretativi.
Per prima cos a, i critici non tengono in considerazione la distinzione
tra il neo-sperimentalismo descritto da Pasolini nel saggio omonimo, e la

242

the ita/ianist 20 . 2000

nozione di sperimentalismo in cui si configura la sua personale ideologia,


esposta nel saggio 'La liberta stilistica': Ie due posizioni, come abbiamo
visto, coincidono solo a colpi di ingenerose forzature. Se la critica avesse
identificato 10 scarto tra i due sperimentalismi, probabilmente non avrebbe
congedato con tanta leggerezza il contenuto della posizione pasoliniana.
Ma anche indipendentemente da cia, la critica non si e mai accorta come al
centro dello sperimentare pasoliniano vi fosse un'importante intuizione di
carattere filosofico, sicuramente non sviluppata appieno ma comunque
rintracciabile e documentabile a livello di formazione culturale (abbiamo gia
indicato l'incidenza della filosofia dell'esistenzialismo suI primo Pasolini);
o se 10 ha fatto, come a tratti sembra in Fortini, non Ie ha mai riconosciuto
alcun val ore propositivo, rinnovando anzi l' accusa di irresponsabilita
intellettuale per finire poi col ricondurre il giudizio al solito egoismo
narcisistico e patologico. Conseguentemente, proprio in virtu di una
sistematica idiosincrasia nei confronti delle indicazioni teoriche offerte dal
discorso di Pasolini, la critica non ha mai contestualizzato la teoria della
contraddizione
nell' ambito critico-letterario
in cui si era calata,
interpretandola piuttosto su basi astratte e moraleggianti.
Certo non vi sono dubbi circa l'ossessione unificante con cui il
Pasolini cntico
applica alIa poesia il binomio interpretativo
razionale-irrazionale: ne sono conferma non solo i due saggi officineschi in
questione ma anche altri ad essi contemporanei, ora raccolti in PM (cfr.
pp. 137-72 per una serie di scritti composti tra il 1955 e il1958). Qui la
critica coglie nel segno. Mi pare perC>riduttivo e fazioso bollare la strategia
di Pasolini come rigido meccanismo pacificante e egoistico anziche vagliarne
a fondo i presupposti teorici. Presupposti teorici che emergono nell'indagine
empirica, circoscritta e inventariale del rapporto tra letteratura e ideologia,
tra estetica e politica. Proprio attraverso questa indagine (che peraltro,
davvero gramscianamente, il Pasolini degli anni '50 riteneva ancora
fondamentale),
10 sperimentalismo pasoliniano cercava di indicare
un'alternativa ai rigidi principi della critica letteraria comunista. L'estetica
comunista degli anni '50 rivendicava la strumentalizzazione ideologica della
letteratura a fini edificanti. Diversamente, 10 sperimentalismo pasoliniano
proponeva come valore ideologico la resistenza a una troppo diretta e
strumentale dipendenza della teoria dalla prassi, della letteratura dalla
politica, sulla base del riconoscimento dell'irrazionalita come dimensione
ineludibile del reale.
Per questo motivo l'enfasi di Pasolini suI momenta negativo della crisi
non era reazionario 0 decadente ma ideologicamente alternativo al supposto

Vighi . La sperimentalisma di Pasalini

243

progressismo dell'estetica comunista. Scrivere sulla crisi dell'intellettuale


borghese non significava nascondersi dietro una pretestuale infelicita per
fuggire dall'impegno. Al contrario, proprio il sentimento dello scacco,
l'inquietudine morale che nasceva dalla coscienza della dicotomia tra la
ragione dell'uomo e la realta pensata, tra il significato e il significante,
andava a costituire la sostanza attiva del sap ere pasoliniano. E rivendicare
la centralita del momenta della crisi in un periodo di grandi sistemazioni
massimaliste voleva dire ideologizzare la necessita della ricerca del senso,
della sperimentazione, appunto.
C'e un intervento a un'inchiesta lanciata dalla rivista Il Caffe
nell'aprile del 1955 in cui Pasolini tratteggia piuttosto eloquentemente la
natura della sua concezione dell'impegno:
Calvino dice che l'intellettuale, nella fattispecie illetterato, deve aver
compiuto 0 compiere una scelta.29 Noi diremmo invece che il dovere
e porsi il problema di una scelta, e non e detto che tale problema possa
avere una soluzione: puo ridursi 0 farsi dramma - non problematicita
pura, ma dramma, di sentimenti, psicologico. Fermo restando che la
zona d' operazione deve essere la zona letteraria: mai come in questo
caso fare della retorica anti-Ietteraria sarebbe pili dannoso,
misticheggiante e irrazionalistico. Uscire dal proprio campo di
competenze sarebbe intendere male la necessaria rivolta (predicata
da Gramsci) del letterato contro la letteratura novecentesca
belletristica. Insomma quello che illetterato dovrebbe fare, sarebbe
allargare senza fine il proprio orizzonte visivo, su tutti i campi, in tutti
i sensi, cercar di eapire la propria storia, LA storia: come operazione
preliminare, umana, morale. Indi, come operazione specificamente
letteraria, insostituibile, esprimere tale sua esperienza coi suoi mezzi.
II Pci richiede una coincidenza di tale espressione con una necessita di
lotta politiea: e tale coincidenza e pili che ammissibile, ma non
esaurisce per intero il rapporto tra un individuo e la nazi one, la storia,
la religione. La liberta si manifesta soprattutto nella operazione del
'capire', e tale operazione non ha limiti.3o
Mi pare che questa dichiarazione definisca con sufficiente chiarezza la
dialettica dell' engagement pasoliniano. Innanzitutto, la forte componente
esistenziale si manifesta nella questione della scelta: l'enfasi non e tanto sulla
scelta come soluzione chiara e definitiva, rna sulla scelta come problema
irrisolto e drammatico, affinche l'intellettuale (marxista) non creda di poter
esaurire, ingannandosi, il suo rapporto cognitivo con il mondo. Poi, sostiene

244

the italianist 20 . 2000

Pasolini, l'intellettuale che si pone il problema della scelta deve poter operare
nel campo di propria competenza, nel caso specifico la letteratura, con i
mezzi ritenuti pili adatti, nel caso specifico la filologia; deve cioe trasferire
suI piano ideologico l'intuizione artistica, mantenendone intatta la
potenzialita significativa, evitando di ingabbiarla in un significato.
N aturalmente, la compresenza dei due poli antitetici nel pensiero
pasoliniano non poteva che oggettivarsi, tanto suI versante artistico come
su quello della saggistica, nella discuss a figura della contraddizione. Ma si
tratta di una contraddizione a cui viene affidato un ruolo ideologico di
straordinario rilievo proprio in alternativa alIa rigida militanza marxista,
come si evince d' altra parte dal ruolo che essa gioca nel pensiero critico di
T. W. Adorno.31

Pasolini,Adorno

e iI problema dell'irrazionale

nell'impegno dello scrittore

Conviene soffermarsi brevemente suI parallelo tra i due contemporanei,


nonostante Ie ovvie differenze relative aIle diverse competenze intellettuali:
un esempio lamp ante dell'affinita di base tra la sensibilita estetica di Adorno
e quella di Pasolini,32 ambedue fondate su una nozione esistenzialistica
dell'impegno, ci e dato dal rapporto di entrambi con il problema posto dal
prospettivismo di Lukacs, fortemente dibattuto dalla sinistra italiana negli
anni '50. In particolare, in un saggio del 1959 dal titolo 'La conciliazione
forzata. Lukacs e l' equivoco realista', Adorno rimprovera all' estetica
realista lukacsiana di non tenere nella giusta considerazione, 0 addirittura
di ignorare, la componente formalistico-irrazionale dell' opera d' arte: 10 stile
e la tecnica, che per Adorno sarebbero Ie sole caratteristiche in grado di
distinguere il sapere dell'arte da quello della scienza. Pasolini legge il saggio
di Adorno sulla rivista Tempo presente33 e, nonostante Ie sue riserve su
Lukacs vengano definite meno categoriche rispetto a quelle di Adorno, egli
appoggia poi, questa volta senza riserve, il punto centrale della disquisizione
adorniana, la questione formalistica:
Ma su un punto Adorno ha ragione: quando accusa Lukacs di
insensibilita al problema dello stile: come se tra il pensiero (0 realta)
e l'espressione non ci fosse sempre di mezzo la ricerca stilistica. Lukacs
tenderebbe a supporre un nesso diretto tra pensare bene e scrivere
bene, tra filosofia realistica e stile realistico: e questo vale certo
quando la scrittura e usata a livello strumentale 0 scientifico. Non

Vighi . La sperimentalisma di Pasalini

245

certo per la poesia che, insieme, esprime pensiero e sentimento: il


pensiero e il suo sentimento: e dunque il grande problema di questo
periodo letterario, a me, sembra il rapporto di causa e effetto tra
ideologia e stile. S'intende, tra un'ideologia nuova, anticonformista,
progressista, e una formazione stilistica antecedente, gia completa e
matura. Adorno parla benissimo di 'cristallizzazioni stilistiche', che
sopravvivono alIa societa e alIa cultura che Ie ha generate: in che
modo risolverle e riadattarle a una nuova cultura, 0, almeno, alIa
prospettiva di una nuova societa? Come si vede, questo e anche il
modo pili concreto di porre il problema dell'interno contrasto, tipico
di tutti gli scrittori e i poeti che oggi operano all' opposizione, tra
decadentismo e realismo. Per uno scrittore di questo tipo, a rig ore di
logica, verrebbe a porsi la necessita di individuare, in ogni stilema
derivatogli dalla cultura che egli vuol superare, la capsula ideologica
superata e sopravvivente, eliminarla, e quindi trasformare 10 stilema
nel fondo. E questa un'operazione possibile? Non direi: sarebbe, tutto
sommato, una forma un po' folIe di ascesi. Cosi resterebbe,
necessariamente,
al poeta, la eontaminazione,
la fusione eontraddittoria, drammatiea - l' adattamento, l' esperimento. E a
questo punto ehe la materia sfugge dalle mani, ehe non sono pili
possibili previsioni, e ehe anehe l' enuneiatore del moralistieo
imperativo 'dove deve and are la poesia' non puo che smarrirsi e
dubitare. (IC, p. 34)
Questo argomento viene poi ripreso nel settembre del 1960 sulla
rivista fiorentina Ulisse. Qui Pasolini, esponendo la sua interpretazione del
concetto di decadentismo, rimprovera alIa critic a marxista ufficiale una
eolpevole insensibilita nei riguardi del 'momento dell'irrazionalita'
dell' opera d'arte:
Eppure qualeosa di quell'ebbrezza stilistiea [del deeadentismo],
dionisiaeo-intellettualistiea,
permane: ten de a identifiearsi con
l'irrazionale tout court, ineliminabile da ogni concetto di poesia, dato
che in ogni poesia, per quanto ridotto, non puo che persistere un
quantitativo di espressivita irrelata, non definibile. Marx non ha preso
in considerazione l'irrazionalismo: dico Marx per dire il marxismo.
Neanche Lukacs: per questo, aIle volte, Adorno ha buon gioco con lui.
(PM, p. 177)
Qualche anna pili tardi Pasolini ribadira che:

246

the italianist 20 . 2000

la poesia e un atto di profonda razionalita, e se non e tale e


semplicemente una forma di poesia deteriore 0 dilettantesca. Queste
son cose che vado dicendo fin dai tempi della rivista 'Officina', rna ho
sempre ben chiarito che la razionalita non va confusa con la logica
piatta 0 con la 'razionalita' di tipo borghese, e che quindi bisogna
allargare la nozione di razionalita, cioe includere nella razionalita
quel tanto di irrazionale che e ineliminabile nell'uomo. Perche se
eliminiamo dalla razionalita l'irrazionalita che e compresente,
facciamo della razionalita qualcosa di anestetizzante, qualcosa di
arido, di inutile, di astratto.34
La proposta da sinistra di Pasolini, come quella, ben PIU
organicamente articolata, di Adorno, si presenta pertanto come richiamo
alIa sofferta consapevolezza della frattura tra il soggetto raziocinante e il
mondo in cui esso opera. E dunque nella scelta esistenzialistica di rimanere
all'interno del dramma in quanto garante di liberta, tern a centrale di tutta
la saggistica 'politica' di Pasolini, che dev'essere valutata la sua nozione di
impegno. Una scelta vissuta da Pasolini come tensione realistica: come
volonta poetica e ideologica di comprendere il reale piuttosto che negarlo
attraverso il possesso di una sua idea; una scelta, come ebbe a dire
Gianfranco Contini, 'contenente un selvaggio desiderio di vita', 35 il cui
significato puo essere pienamente inteso, credo, solo considerando il pensare
pasoliniano come critica della razionalita occidentale.

Conclusione

Mi pare che, alIa luce di quanto fin qui osservato, 10 sperimentalismo


pasoliniano possa intendersi come operazione ideologica a tutti gli effetti.
Teorizzando 10 sperimentalismo letterario e definendolo come rapporto
contraddittorio, esistenzialisticamente insolubile tra un momenta razionale
e un momenta irrazionale del linguaggio poetico, Pasolini compie
un'operazione ideologica, assolutamente rigorosa nel riconoscere illimite
epistemologico della ragione e nelliberarla dal pericolo del dogmatismo;
anzi, egli tocca alIa radice la questione della rappresentazione del reale tanto
dibattuta dal marxismo italiano nell'immediato dopoguerra.36
Fortini e Rinaldi, nelle loro rispettive analisi critiche, non riconoscono
il valore ideologico dello sperimentalismo pasoliniano, e tendono a rifiutarlo

Vighi . Lo sperimentalismo di Pasolini

247

come maschera, come bluff messo in scena con puntiglio per assolvere un
fine sostanzialmente egoistico.
A ben vedere questo scetticismo non stupisce; soprattutto, intendo
dire, alla luce di una considerazione che ora emerge inevitabile: che alla base
dell'inquietudine esistenziale che informa la nozione di impegno in Pasolini
vi era una concezione della realta intimamente religiosa, che evidentemente
tutta la critic a di sinistra non voleva, 0 non poteva, misurare come
ingrediente ideologico (e che puntualmente
si rivelo, negli anni,
assolutamente centrale nel pensiero di Pasolini, come testimoniera la sempre
pili ricorrente simbologia del sacro).37
In effetti Fortini avrebbe voluto da Pasolini 0 la conversione religiosa
o quella politica (pp. 125 e 179): 0 la scelta assoluta dell'irrazionale 0 Ia
scelta assoluta del razionale; senza avvedersi che l' originalita e il peso del
contributo offerto dal Pasolini intellettuale consisteva proprio nel tentativo
di ricondurre la ratio del XX secolo allo scontro-confronto con la radice
irrazionale, e dunque sacra, del reale. Come ha visto bene Contini (Ultimi
esercizi, p. 393), Ia sostanza del pensare pasoliniano e profondamente
anti-illuministica, nel senso che si rifiuta di elaborare razionalmente un
progetto di liberta positiva,38 una forma specifica e autosufficiente di
riconciliazione tra l'uomo e il mondo, lasciando piuttosto che l'ideale
sopravviva nell' utopia attraverso il recupero del sacro.
Questo presupposto esistenzialistico presiede a tutte Ie formulazioni
del Pasolini intellettuale e poeta. Si veda il senso di questa lettera scritta a
Fortini, in risposta a una serie di decisi attacchi epistolari:
Non discuto Ie osservazioni - intelligentissime e acutissime che tu
spesso mi fai - e ce n' e di particolarmente intelligenti e acute nella tua
ultima Iettera: rna discuto que 1tuo tacito, inconscio, e insopprimibile
pregiudizio che presiede a tutte Ie tue operazioni critiche su di me.
[... ] 10 sono marxista come sei tu: solo io ho presente non solo nel
mio pensiero, rna anche nella mia fantasia, l' enorme massa dei
sottoproletari, da Roma in gili. Invece di fare tante storie, manifestare
tanti sospetti, se Ia cos a davvero ti importa, vieni a occuparti un po'
tu di questo problema che riguarda meta circa della popolazione
italiana, e quindi anche noi. No: invece tu, sordo, cieco, tappato in
casa, con un'idea tutta ideologica degli operai e in genere del mondo,
stai a fare il giudice di coloro che si spendono, e spendendosi,
sbagliano, eccome sbagliano (Fortini, p. 115).

248

the italianist 20 . 2000

AlIa base del risentimento pasoliniano vi e proprio una tensione


anti-illuministica: quella, cioe, del 'religioso errore' a cui, con il poema 'Una
polemica in versi', aveva un paio d'anni prima invitato proprio Fortini e i
'compagni di strada' della rivista Ragionamenti. Pasolini, che pure stimava
il lavoro della rivista, aveva scritto in calce al poema: 'Tuttavia nella
concezione che Fortini e gli altri di "Ragionamenti" hanno della cultura e
dellavoro culturale, sento il pericolo, no, non dell'estremismo, rna di una
certa forma di misticismo, data, appunto, la mitizzazione della base e la
sospetta volonta di annulI are la propria persona in un rigido e spento
anonimato moralistico'. 39 Iversi a cui si riferiscono queste parole esplicative
sono:
Come altri compagni di strada,
il mistico rigore d'un' azione
sempre pari all'idea, non vi chiedo: si paga,
anche questo, con l' aridita. Chi e ossesso
dal tim ore di essere cia che fu nei gradi
del suo cammino, cia che espresse
in ingenui ritorni al popolo, in amori
d'inerme umanitario, in regressi
alIa carita - non e. E all'errore
che io vi spingo, al religioso errore ...
(BEST, pp. 268-9).
Mi sembra evidente, qui, come l'insofferenza pasoliniana nei confronti
dell'ideologia ufficiale di partito prenda Ie mosse da una sensibilita. cristiana
che direi vicinissima a quell a di un classico carissimo al poeta,
F. Dostoevskij,40 in particolare nella critica alIa ragione atea, ipostatizzata,
di coloro che, 'accecati dal fare', dimenticano 'che deve in ogni istituzione
/ sanguinare, perche non torni mito, / continuo il dol ore della creazione'
(BEST, p. 268).
A posteriori, poi, il difetto del pensiero ideologico di Pasolini pua
essere riconosciuto nella sua renitenza all'approfondimento propriamente
filosofico: Pasolini, e ormai assodato, si muoveva da critico e da intellettuale
con l'agilita dell'intuizione (in primis filologica) piuttosto che sorretto da
una specifica preparazione teorica.41 Tuttavia, mi pare quantomeno ingenuo
sottovalutare l'intuizione, 0 peggio schernirla, solo in quanto intuizione:
COS! si scade nella piu arida tautologia;
dopotutto, come ha osservato
Mengaldo,
l'intuito
pasoliniano
aIle prese con la questione
estetico-ideologica sembra dimostrarsi quasi semporepiu acuto e profondo

Vighi . La sperimentalisma di Pasalini

249

delle contemporanee
sistemazioni offerte dalla cntlca marxista
(pp. 184-85). Considerare da marxista, cioe all'interno di ricercaideo1ogica,
l'impossibilita di un diretto accordo tra teoria e prassi, per quanto
travasando l'operazione su canoni eminentemente fi101ogico-1etterari, non
era, credo, sintomo di un intellettua1ismo superficia1e.
University of Portsmouth

Note

'/1 portico della morte (Roma, Associazione 'Fondo

con la tradizione ermetica, sia con il metodo della

Pier Paolo Pasolini', 1988), p. 177. D'ora in poi

stilcritica (con I'imprescindibile influenza di

indichero questo testa con la sigla PM.


2

Nel1955 Pasolini fonda a Bologna, con i vecchi

Gianfranco Contini) per cui I'intenzione storicistica e


ideologica appare soffocata dall'attenzione al dato

amici di universita FrancescoLeonetti e Roberto

Iinguistico. E a partire dal1954 che i saggi di Pasolini

Roversi, iI fascicolo bimestrale di poesia Officina. La

cominciano a riflettere una maggiore coscienza

rivista avra una doppia vita: la prima, pili lunga, dal

ideologica.

maggie 1955 (n. 1) all' aprile 1958 (n. 12); la seconda,

brevissima, dal marzo-aprile 1959 (n. 1) al


maggio-giugno 1959 (n. 2). Nonostante iI progetto

caposaldo del comunismo italiano, che in questo

dei fondatori fosse di natura essenzialmente

Sovietica. La situazione di crisi ideologica fu almeno

letteraria, esso convogliava istanze materialistiche

parzialmente sanata dall'intervento di Palmiro

nell'interpretare la cultura in termini socio-politici. Ci

Togliatti, che si premuro sia di condannare nel

Con il crollo del mito di Stalin, veniva meno un

modo palesava la sua dipendenza dall'Unione

aiuta a ricostruire la storia della rivista illibro di

rapporto Kruscev I'assenza di una coerente

G. C. Ferretti, Officina. Cultura, letteratura e politica

prospettiva storicistica, sia di rivendicare il diritto aile

negli anni cinquanta (Torino, Einaudi, 1975).


3

Descrizioni di descrizioni (Torino, Einaudi, 1979).

D'ora in poi indichero questo testa con la sigla DD.


4

Cfr. anche P.V. Mengaldo, 'Pasolini critico e la poesia

italiana contemporanea', Revue des ttudes


Italiennes, 27/ii-iii (1981),140-85 (pp. 144-45).
5 Scritti corsari

(Milano, Garzanti, 1975). D'ora in poi

indichero questo testa con la sigla sc.


6

Lettere luterane (Torino, Einaudi, 1976). D'ora in poi

indichero questo testa con la sigla LL.


7

Passione e ideologia, Torino, Einaudi, 1985. D'ora in

'vie nazionali al socialismo', due modi diversi, ma


entrambi tatticamente oculati, per cercare di
recuperare credibilita al PCI.La crisi dell'ortodossia
ideologica porta poi all'affermazione culturale tanto
di una corrente di 'marxismo critico', quanta delle
cosiddette scienze borghesi, tra cui iI neopositivismo,
la fenomenologia, la psicanalisi, la Iinguistica,
I'antropologia.
10

La prova dell'awicinamento di Pasolini alia filosofia

dell'esistenzialismo viene da alcune lettere dei primi


anni Quaranta. Risalente alia primavera del 1943
questa dichiarazione epistolare di Pasolini all'amico

poi indichero questo Iibro con la sigla PI. '11

Franco Farolfi: 'L'unica filosofia che io senta

neo-sperimentalismo' compare in PI a pp. 406-18; 'La

vicinissima a me e I'esistenzialismo, con il suo poetico

Iiberta stilistica' a pp. 419-26.

(e ancora vicinissimo a me) concetto di "angoscia", e

81 primi saggi letterari del Pasolini romano, nel

la sua identificazione esistenza-filosofia. (Leggi illibro

periodo 1950-53 (dr. PM, pp. 19-113; PI, pp. 264-68,

di E.Paci L'Esistenzialismo C.E.D.A.M. Padova, dove

309-26,363-67), rivelano una profonda affinita sia

troverai credo una bibliografia)': P.P.Pasolini, Lettere

250

the italianist 20 . 2000

1940-1954 (Torino, Einaudi, 1986), p. 171; d' ora in

in Ordine e disordine (Milano, Feltrinelli, 1965),

poi indichero questo testa con la sigla LEi. Da questa

pp. 57-75 (pp. 74-75). Cfr. anche il

momenta I'interessamento

di Pasolini

e confermato

da una lunga serie di passaggi epistolari di chiaro


tone esistenzialista

(cfr. LEi, pp. 172; 174; 190; 196;

'gramsci-continismo'
('Introduzione'

pasoliniano analizzato da Segre

a PI, p. xvi) dove, a differenza di Curi,

la filologia viene considerata una componente

206). Ne11946, infine, Pasolini s'iscrive all'Ateneo di

ideologica, dinamica, a tutti gli effetti: 'Uno storicismo

e tutt'altra

Bologna per una seconda laurea in filosofia, e nel

fondato sulla Iinguistica

marzo 1947 scrive all'amica Silvana Mauri di aver

storicismo imperante degli anni cinquanta:

'estorto' al Professor Battaglia una 'bella' tesi dal

storicismo impegnato a discernere, a illuminare

titolo'l

situazioni culturali e letterarie, a cogliere i minuti

rapporti tra esistenzialismo

contemporanee'
11

e poetiche

(LEi, p. 297).

cosa dello

e uno

movimenti del Tempo (occorre, scrive Pasolini,

La prima meta di PI os pita due compositi studi

"abolire ogni forma di 'posizionalismo',

in una verifica

intitolati La poesia dialettale del Novecento e La

continua, in una lotta continua contro la latente

poesia popolare italian a, per proseguire poi con la

tendenziosita:

lunga sezione intitolata 'Da Pascoli ai

periscopic all'orizzonte'

neo-sperimentali'

quest'ultima

12

Cataldi osserva che I'obiettivo

proprio personale sperimentalismo':

e non viceversa")'.

Simile a

anche la diagnosi di Ferretti, p. 22.

15 Cfr. E. F.Accrocca, Saggi su misura (Venezia,

di Pasolini era

'costruire un tessuto, satellitare e contrastivo, per il

della letteratura.

fecendo adattare senza pace 'il

P.Cataldi, Le idee

Storia delle poetiche italiane del

Sodalizio dellibro,
16

1960), p. 2.

Si veda come la risonanza ideologica del fatto

linguistico emerge anche da una critica epistolare di

Novecento (Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1994),

Pasolini all'amico scrittore Ottiero Ottieri, che gli

p.149.

aveva inviato Ie bozze del suo futuro romanzo Tempi

13

t Pasolini

stesso a scoprire il talento poetica di

Ferretti. Piuttosto significativi

gli scambi epistolari tra i

streffi, chiedendogli

suggerimenti:

'Scegliendo una

tesi, circoscritto il tuo interesse, hai fatalmente

scelto

due, da cui emerge con forza la vocazione pedagogica

anche nella sede stilistica, hai circoscritto anche la tua

di Pasolini; cfr. Leffere 1955-1975 (Torino, Einaudi,

lingua' (LEii, p. 227). La lettera

1988~p~131;

1956, di qualche mese successiva alia pubblicazione

136; 140; 144; 15~ 169;243;259;

e datata

23 luglio

284; 297; 329; 359; 410; 413; 439; 588; d'ora in poi

de '11 neo-sperimentalismo'.

Che la lingua sia per

indichero questo testa con la sigla LEii.

Pasolini un fatto ideologico

e peraltro

14

Scrive Fausto Curi che 'se la esaminiamo a un dato

punto del suo sviluppo, la critica pasoliniana appare


costituita sostanzialmente
componente

da due componenti:

una

stilistica, risalente a Contini (Devoto,

17

Cfr.A. Gramsci, Vita e letteratura nazionale (Torino,

Einaudi, 1966), pp. 6-10.


18

Cfr. R. Luperini, 'Gramsci e la letteratura: verso

Schiaffini, Spitzer, Auerbach), e una componente

un'ermeneutica

ideologica, risalente a Gramsci (Lukacs). La

Con tro tempo. Critica e lefferatura

componente

postmoderno:

stilistica implica un atteggiamento

statica, contemplativo,
che

e quasi

componente

e porta a una fenomenologia,

sempre felice, a volte acuta; la


ideologica implica un atteggiamento

dinamico, pragmatico, sfocia nella parenesi e porta di


rado ad analisi soddisfacenti':

F.Curi, 'Sulla poetica e

sulla critica di Pasolini', II Verri, 6 (dicembre 1961), poi

universalmente

riconosciuto.

materialistica',

in R. Luperini,
tra moderno e

proposte, polemiche e bilanci di fine

secolo (Napoli, Liguori, 1999), pp. 43-62.


19

Questa necessita dell'elemento

anche nell'ultima

fisiologico emerge

parte del saggio, dedicata a tre

poeti del Novecento, 'il cui avanguardismo

e passato

originario

di seconda e terza mana all'ultima

generazione' (PI, p. 415). Si tratta di Palazzeschi,

Vighi . La sperimentalisma di Pasalini

Rebora e Sbarbaro, poeti amati da Pasolini per la loro


propensione

all' eccentricita sperimentale, ma anche

criticati, come i loro successori neo-sperimentali,

per

26

251

10 scacco e I' esperienza

Nel pensiero esistenzialista

dell'impossibilita

dell'uomo di superare Ie

situazioni-limite,

cioe quelle situazioni della vita,

una sorta di coatto rifiuto della dimensione

immutabili

storico-razionale.

si ritrova impotente, come di fronte a un muro contro

e incomprensibili,

in cui la ragione umana

20

Le ceneri di Gramsci (Milano, Garzanti, 1957).

cui urti senza speranza di superarlo.

21

Una vita vio/enta (Milano, Garzanti, 1959).

2711 titolo vuol essere una parodia del poema

22 (fr. Curi; A. Asor Rosa, Saittori

e pop%.

pasoliniano 'Una polemica in versi', uscito su Officina

1/

nel novembre del 1956. La diatriba tra Pasolini e

popu/ismo nella /etteratura italiana contemporanea


(Roma, Samona e Savelli, 1969); R. Rinaldi, Pier Paolo

Sanguineti si protrarra a lungo, confermando


I'esigenza di differenziazione

Paso/ini (Milano, Mursia, 1982); F.Fortini, Attraverso

proposta da Pasolini

nella 'Liberta stilistica' nasceva proprio da un

Paso/ini (Torino, Einaudi, 1993).

contrasto ideologico: I'irrazionalismo


23

Fortini, p. 14. Le ceneri di Gramsci esce

contemporaneamente
questione ed

sperimentatori

al numero di Officina in

e composto

novecentisti: formalistico,

anticipate ne 'La liberta stilistica'. Dal

metrica tradizionale

contraddittorio

contenutistico,

da quello

emerge la volonta del poeta di

nel1962

legge: '10 mi dichiarerei neo-sperimentale:

cib

si

e falso,

i due ultimi saggi, e si vedra

ide%gia.

contro la

da parte di Pasolini giunse perb solo

sull' Espresso ('puro e semplice prodotto del

neocapitalismo',

Nella gia citata nota finale a Passione e ide%gia

si leggano attentamente

(PI, p. 423) che invece

successivamente confermata dichiarazione


neo-avanguardia

pensare il suo rapporto con la storia.


24

0 negativo'

caratterizzava il suo. La prima, dura e

della poesia civile ottocentesca

di un lessico comunicativo;

elusivo, sostanzialmente

passive e reazionario; privo cioe di quel 'momento

punto di vista formale, si assiste alia ripresa della

all'adozione

di certi

come Sanguineti sarebbe parso a

Pasolini, di Ii in poi, sempre piu simile a quello dei

da undici poemetti in cui

I'autore mette in pratica Ie scelte stilistiche e


ideologiche

che

ora in G. Scalia, Critica, /etteratura,

1958-1963 [Padova, CEDAM, 1968],

pp. 225-26), a dimostrazione


I'atteggiamento

che fino a allora

di Pasolini era stato piuttosto di

come dev' essere state sciocco iI primo lettore che ha

attesa e di seppur dubbiosa apertura; si veda a

pensato questo: e tutti coloro che ne hanno accettato

proposito la critica moderata nel 'Saggio per una

la cantonata, come una fila di pecore' (PI, p. 429).

antologia',

25 La saggistica di Pasolini non contiene mai un mota

Nuovi Argomenti, 46 (settembre-ottobre

1960),37-38.

di ingenue e aprioristico rifiuto nei riguardi delle

28

poetiche del novecentismo,

D. Marchi, 'Sperimentalismo

come molta critica ha

Cfr. a questa proposito anche Scalia, p. 67;


'marxisant'

nell'Officina

pensato. La polemica di Pasolini con iI Novecento

di Pasolini', in AA.VV., Perche Paso/ini. Ide%gia

letterario concerne I'irrazionalismo

stile di un intellettua/e

assoluta e totalizzante

del rapporto delletterato

la storia, ma non I'irrazionalita

con

in quanto dimensione

del reale. Non tutto il Novecento


irrazionalismo;

in quanto misura

e peraltro

tacciato di

Pasolini, per esempio, rivaluta non solo

esperienze immediatamente

confinanti con il

Novecento letterario come la poetica vociana, ma


anche momenti ad esso intestini, come dimostra iI
recupero di Palazzeschi, Rebora e Sbarbaro (PI,
pp. 385 e 427; PM, p. 147).

mi/itante (Firenze, Guaraldi,

1978), pp. 71-78;W. Sillanpoa, 'Pasolini's Gramsci',


Modern Language Notes, 96/i, (1981),120-37.
29

Pasolini si riferisce all'articolo

che Calvino aveva

pubblicato su Paragone nel febbraio del 1955 col


titolo '11 midollo del leone'; poi in Una pietra sopra
(Torino, Einaudi, 1980), pp. 3-18.

301/ Caffe, 3/iv (aprile 1955).lnchiesta

'Societa ideale

. e societa reale', ora in Interviste corsare sulla politica

252

the italianist 20 . 2000

e sulla vita 1955-1975, Roma, Liberal Atlantide

381n Pasolini la Iiberta si da solo come attimo di

Editoriale, 1995, p. 25. D'ora in poi la raccolta verra


indieata con la sigla

Ie.

31 /I pensiero di Adorno si colloca nella tradizione del


pensiero hegelo-marxista,
influenzato

spontaneita irriflessa e sensibile, cia che Adorno ha


opportunamente

dr. Negative

pp. 226-30: que/ momento, appunto, d'irrazionalita

ma rimane fortemente

dall'esistenzialismo

definito addendum:

Dialectics (New York, The Seabury Press, 1973),

e dalla filosofia della

che rende possibile sia I'immagine ineffabile della

vita di stampo nietzschano, come risulta gia dalla sua

Iiberta che soprattutto

prima opera, del 1933, intitolata Kierkegaard,

I'uomo

Konstruktion des Asthetischen

sviluppo della ragione speculativa e strumentale, si

(Kierkegaard,

e condannato

quella dell'illiberta

a cui

da quando, attraverso 10

costruzione dell'estetico, traduzione italiana [Milano,

separato dalla natura e ha agito su di essa per

Garzanti, 1963]). In generale I'opera di Adorno,

controllarla.

considerata reazionaria nei circoli marxisti e marxista

e espressione

nei circoli borghesi,

pur nelle sue contraddizioni

problematica

e nell'asperita

Tutte Ie poesie, 2 vols

(Milano, Garzanti, 1993), p. 282. D'ora in poi I'opera

di una sensibilita

estetica e ideologiea estremamente

39(fr. P.P.Pasolini, Bestemmia.

e,

del

sara indicata con la sigla BEST.


40 Pasolini non ha mai esitato a mettere 10 scrittore

Iinguaggio, costituisce uno dei documenti piu

russo tra Ie sue principali influenze, in particolare per

significativi

quanto riguarda il romanzo L'idiota letto da

del marxismo contemporaneo.

32 (fr. M. G. Stone, 'Pier Paolo Pasolini, 0: per la

adolescente (dr. J. Halliday, Pasolini su Pasolini

morale del pensiero', Nuovi argomenti, 40 (1991),

[Guanda, Parma, 1992], p. 32). Si vedano, ino/tre,

36-42.

I'importante

33

citazione dai Fratelli Karamazov in SC,

p. 58; Ie interpretazioni

Tempo presente, 4/iii (marzo 1959).

34 (fr. Con Pier Paolo Pasolini, a cura di E. Magrelli


(Roma, Bulzoni, 1977), p. 80.

di Delitto e castigo e dei

Fratelli Karamazov in DD, pp. 323-29, 490-95; i


precisi rieorsi in tema di esistenzialismo

a Dostoevskij

in PM, pp. 15 e 213-15; i continui riferimenti in


35 G. Contini, Ultimi esercizi ed elzeviri (Torino,
Einaudi, 1988), p. 393.
36 Mi sembra opportuno

citare due brevi scritti

pasoliniani del 1957, contemporanei


sullo sperimentalismo.
dell'engagement',

alia riflessione

Nel primo, intitolato 'Fine

Pasolini porta alia luce con

partieolare sobrieta e concisione cia che aveva gia


altrove indicato quale limite supremo della

di fondo

('Ia conoscenza resta sempre carismatica,


messianica": PI, p. 399); ne/ secondo, 'Principio di un
registra nell'ultima

('iI piu felice epigono dell'ont%gia

poesia di Zanzotto
letteraria

ermetica': PI, p. 402), il doloroso sorgere di una


problematica

di tipo storieo-morale.

37 (fr. G. Conti Calabrese, Pasolini e il sacro (Milano,


Jaca Book, 1994).

41 Scrive in merito Menga/do: 'Non si scopre nulla di


nuovo rieordando che iIlimite culturale maggiore di
Pasolini

e consistito

nella poverta della cultura e degli

interessi propriamente
sottolinearlo

filosofici; ma voglio

in po/emica con I'andazzo critico recente

per iI quale si tende a credere di poter fare dawero

produzione /etteraria resistenziale e neorea/istica,


vale a dire iI suo carattere mitico-irrazionale

engagement',

Petrolio (Torino, Einaudi, 1992), pp. 463-74 e 508-25,


specie in relazione al romanzo I demoni.

della critica con dispensa dalla filosofia, omagari


sostituendola

con apparati "metodologiei"

che ne

sono soltanto sostituti inadeguati, talora parodistici:


essere un autentico critieo senza filosofia puo riuscire,
miracolosamente,

a Paso/ini, non certo a chi abbia

menD talento di lui' (p. 154).

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