Perosi

Concerto per pianoforte e orchestra

Suite per orchestra Venezia
Umberto Battegazzore pianoforte
Orchestra del Teatro Regio di Torino
Donato Renzetti direttore

Amadeus
REGISTRAZIONE INEDITA
DAL VIVO

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 Lorenzo Perosi
(Tortona, 1872 - Roma, 1956)

Concerto per pianoforte e orchestra

1 Mosso (15:12)
2 Andante (11:43)
3 Vivo (11:06)
Composizione 1916
Organico 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni,
3 trombe, 3 tromboni, trombone basso,
timpani, archi, pianoforte

Suite n. 2 Venezia (da Otto Suites per orchestra)

4 Molto Mosso (13:56)
5 Adagio (10:39)
6 Presto (12:42)
Composizione da Otto Suites per orchestra (1907-1911); n. 2 Venezia (1907)
Organico ottavino, 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, 2 fagotti,
4 corni, 3 trombe, 4 tromboni, timpani, archi

Umberto Battegazzore pianoforte

Orchestra del Teatro Regio di Torino
Donato Renzetti direttore

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 guida allascolto
Perosi
Concerto per pianoforte e orchestra
Suite per orchestra Venezia

di Carlo Gandolfi

L
e certo non frequenti incursioni
sinfoniche di don Lorenzo Perosi,
celebrato autore sacro e liturgico,
didatta e riformatore dei canoni musicali
ecclesiastici, furono pressoch ignorate dai
contemporanei, attratti dai fasti dei suoi pi
popolari oratori, neglette dallo stesso autore,
sempre ossessionato dal giudizio del pubbli-
co e dalla sensazione di inattualit del suo
stile, e quindi presto dimenticate dai posteri.
Estranea ai generi delezione del composi-
tore, questa musica per emblematica per
il suo secondo periodo creativo, segnato da
rovinose manie di persecuzione fino a gravi
episodi di delirio nei quali millantava astru-
se ascendenze, adottava dieta, calendario e
grammatica di sua invenzione e minacciava
di rivedere o distruggere i suoi manoscritti,
cosa che incoraggi linterdizione e il rico-
vero, dopo i quali ritrov un certo equilibrio
ma non le vette artistiche di inizio secolo.
Nel 1916 il male incombe gi prepotente
sullattivit di Perosi, il quale tuttavia non
perde la facilit e la velocit nel comporre,
cifre della sua tecnica, consegnando accan-
to a pi chiari sintomi maniacali, come i
Duecento pezzi per clarinetto e pianoforte,
un Concerto per pianoforte e orchestra che
sposa ecletticamente suggestioni prove-

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 nienti dai suoi modelli dichiarati (Verdi e
i veristi, Chopin e Debussy) a peculiarit
pi personali, come la rinuncia al solismo
marcato e virtuoso a favore di una forte
coesione tra le parti. La proliferazione te-
matica e la prodiga giustapposizione di idee
a scapito di un loro sviluppo preciso e ordi-
nato d interessanti indizi su questo modus
operandi e il suo inasprimento al vacillare
della salute del compositore. Ancorato no-
nostante tutto a forme e formule del passa-
to, evidente la brama di modernit, offu-
scata dalle sue paure, nella stratificazione di
materiali e tensioni diverse, ricercando una
difficile coerenza interna, ma velando cos
di anonimato le caratteristiche pi spicca-
te (e lodate) del suo stile, che faceva della
semplicit una bandiera.
Il primo movimento del Concerto Mos-
so 1 incorpora subito queste linee guida
alternando la lapidariet dellesordio in la
minore con scale di ottave del pianoforte
sulla pi classica delle cadenze che sanci-
sce inoppugnabile la tonalit dimpianto, a
una tranquilla prima idea tematica indeci-
sa tra il maggiore e il minore. Un episodio
misterioso e furtivo, che vede lentrata in
scena dei legni, episodio rimane, e cos la
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successiva proposta pi incalzante degli ar-
chi, anchessa non sviluppata dopo arpeggi
e trillo sospesi del pianoforte e timida do-
manda delloboe. Il solista prende allora
liniziativa e trova finalmente il secondo
tema su cui incardinare la dialettica del mo-
vimento: un languido trillo che si abbando-
na alla melanconia di una scala discendente.
Emerge quindi il Perosi pi sentimentale ed
emotivo, che non lesina facili progressioni,
sostenute da unorchestrazione funzionale
che gestisce la tavolozza sonora colorando
di volta in volta il tema di un timbro diffe-
rente. Nuova sezione in minore di natura
percussiva con fioriture del pianoforte alter-
nate e sovrapposte a staccati, ostinati e ribat-
tuti, su cui viene innestato, dopo il ritorno
della prima idea tematica, il secondo tema,
in un climax appassionato che culmina con
lentrata di timpani e tromboni. La tensione
non fa in tempo a distendersi che ecco pro-
rompere la falsa ripresa dellintroduzione,
che insiste ingannevole su un lontano do
minore. Il carosello dei diversi motivi torna
con piccoli sviluppi e variazioni e laggiunta
di un sipario interrogativo ricorrente, fino a
un tetro tappeto di pizzicati e quartine degli
archi che sembrano mettere in campo le en-
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 nesime novit, ma invece clarinetti e fagotti
riportano il secondo tema e le progressioni
con una diversa ripartizione delle voci, da
ultima quella romantica delle trombe. Sul
medesimo tappeto di pizzicati incalza con
unaltra finta il tema percussivo, interrotto
dalla (se)vera ripresa dellintroduzione, per
distendersi dopo vaghe reminiscenze in un
celeste mi maggiore.
Il solista fluttua sulle note della triade di re
minore tra sospiri di sapore verdiano nelle
prime pagine dellAndante 2. Il lirismo di
un suo tema raccolto e intimo, che passa
poi ai legni su rapide pennellate di archi e
pianoforte, sconfina nei lunghi accordi dei
fiati su un vibrante sfondo di terzine osti-
nate degli archi e trilli e arpeggi del piano-
forte, per intonare poi un canto nostalgico
indugiante su una nota tenuta che a partire
dagli archi attraversa lorchestra. Il piano-
forte torna in superficie riconducendoci al
minore dellintroduzione, da cui derivano
i rapidi sussurri che accompagnano i suoi
mesti arpeggi di mordenti, fino alla defini-
tiva riaffermazione del tragico motto ini-
ziale scandito da oboi, corni e pianoforte.
Momenti impressionistici di sospensione
estatica e ulteriori innesti di frammenti
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dellintroduzione preparano il centro pul-
sante del movimento (e del concerto): le-
mozionante ritorno del tema principale su
un delicato controcanto di violoncello solo.
Latmosfera giocosa del successivo svilup-
po torna seria con il motto dellintrodu-
zione, che il solista tenta di movimentare
e portare in maggiore, ma lentusiasmo si
spegne subito con un debole accordo dei
legni che rimanda allinizio del movimen-
to. Unultima rapsodia del pianoforte su
cui si sovrappone il motto trasfigurato in
sensuale richiamo del violoncello solo si
pone a sua eterea conclusione.
Anche la prima area tematica del Vivo 3
si divide tra pi spunti creativi: una fan-
fara festante a pieno organico e un moti-
vo pi ritmato, accentuato e rapido, chio-
sati classicamente da un solo dellintera
sezione ottoni. Come in un rond, torne-
ranno entrambi pi volte, sottoposti in-
sieme agli altri temi al consueto processo
di variazione e sovrapposizione delle
parti che Perosi mutua dalla sua espe-
rienza improvvisativa organistica. Si av-
vicendano quindi zone fondate su diversi
motivi, alternando istanti riflessivi ad
altri appassionati fino al ritorno del ma-
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 teriale del ritornello. La sezione succes-
siva funziona allo stesso modo, con un
nobile dialogo tra solista e orchestra, due
brevi trii in minore e quindi di nuovo il
ritornello, sempre pi arricchito da fram-
menti del nuovo materiale appena pre-
sentato e da improvvise cadenze e cambi
di tono. Una terza sezione si apre solenne
e tragica con le sue note puntate, per poi
rasserenarsi e preludere a un ritornello
che recupera tutto quanto esplorato, con
rinnovati tocchi di impressionismo rave-
liano in una progressione climatica che si
risolve con la fanfara iniziale e una breve
coda dal finale vagamente modale.
La Suite per orchestra n. 2 Venezia, par-
te di un ciclo di otto pezzi dedicati a citt
italiane dal Perosi esperto turista sempre
bramoso di nuove mete, pur sacrificando
intenti programmatici non risparmia fre-
schezza e pathos; il 1907 del resto vede il
compositore accusare i primi segnali di rot-
ta ma resistere, forte dellenorme consenso
tributatogli. Significativo laccostamento
con il Concerto per pianoforte, pagina pi
oscura e contorta, che lascia intravedere un
Perosi giovanile e ispirato, lineare e sereno
in quella che invece una vera propaggine
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della sua produzione sacra (non per niente
vant qualche esecuzione documentata e,
pare, di successo).
Lo si nota subito nel Molto mosso 4, che
gode di unorchestrazione pi oculata e
coloristica che sfrutta lampio spettro dei
timbri, soprattutto dei fiati, non dovendo-
si preoccupare di un ingombrante solista.
Un ondeggiante clarinetto introduce la
prima delle numerose progressioni, vero
marchio perosiano, sul motto interlocuto-
rio puntato; loboe quindi intona il tema
vero e proprio che elabora il motto spo-
stando laccento in levare, su un limpido
sfondo di ribattuti, che insieme alle sinco-
pi caratterizzeranno lintero movimento.
Un calmo secondo tema risale lorchestra,
curiosamente titolato Litanie di Tortona
in partitura, unico rimando extra-testuale
presente, con i due motivi di cui com-
posto che si alternano in una struggente
progressione fino al Tutti, al breve ritor-
no del primo tema e ancora del secondo,
variato. Dopo un misterioso incupimento
che si protrae fino a un accordo di corni
che anticipa il finale, si riparte dal clari-
netto dellinizio, esplorando nuove con-
figurazioni e incastri e amministrando
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 sapientemente il materiale a disposizione
senza nuove sorprese. La coda rafforza
questidea di galleggiamento statico con
lappassionata onda che aveva dato il via
al movimento e che si infrange su uno sta-
bile scoglio di ottoni e timpani.
LAdagio 5 una grande aria col da capo,
pane quotidiano di Perosi, che infonde nei
temi espressivi dei fiati solisti tutta la can-
tabilit di cui maestro. Loboe e quindi il
fagotto espongono trasognati due motivi,
ripresi dai violini e impreziositi da contro-
canti degli altri fiati. La seconda parte in-
vece dominata dagli ottoni: unorchestra-
zione sempre sobria e quasi cameristica
mantiene il carattere lirico mentre prepara
limmancabile crescendo al fragoroso Tut-
ti, accompagnato da uno sfondo ostinato
di terzine. Cos anche il da capo, ulterior-
mente abbellito, come da manuale, qui
con pizzicato dei bassi e ritorni motivici
nelle altre voci che infine trionfano chiu-
dendo il movimento sulla cellula iniziale
della seconda parte.
Cavalcando spavaldo la sua inattualit,
Perosi d sfoggio delle sue doti di con-
trappuntista recuperando nel Presto 6 la
tradizione ottocentesca della fuga finale.
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A partire da un motto di quattro note,
che puntegger lintero movimento, le
altrettante voci degli archi sviscerano
soggetto e controsoggetto, opposti a un
interlocutorio tema legato proposto dai
fiati. Dialogando tra loro, spesso in pro-
gressione e interrotti solo da un momento
quasi bandistico, lasciano quindi la scena
al corposo divertimento, che cambia il
passo in terzine su un pizzicato di archi e
su cui viene costruito lirrinunciabile cli-
max perosiano con un primo exploit degli
ottoni, gi generosi e a volte abusati nei
momenti maggiormente drammatici degli
oratori. Un rallentando placa i fervori e
introduce una sezione di sviluppo dove i
temi dellesposizione e del divertimento,
con altri squilli di tromba, si intrecciano
e modulano, fino a una tranquilla ripre-
sa del secondo tema che sembra avviarci
alla conclusione. Ma il ritorno del diver-
timento con stretti sempre pi incalzanti
riserva una sorpresa: in un rasserenato
maggiore, violoncelli, viole e ottoni can-
tano il tema dellAdagio in un crescendo
che alla fine recupera pure londa iniziale
del Molto mosso, concludendo ciclica-
mente in gloria il pezzo.
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 gli interpreti
Umberto Battegazzore
I
nizia lo studio del pianoforte a 4
anni, ereditando larte musicale dal-
la nonna, allieva di Ettore Pozzoli.
Ancora giovane ottenne lusinghieri ri-
conoscimenti dal grande soprano Rena-
ta Tebaldi e dalla celebre didatta Maria
Golia. Suoi maestri Giuseppe Binasco e
Marcella Crudeli; si perfeziona a Parigi
allcole Normale de Musique con il
massimo dei voti.
Vincitore di diversi concorsi, intrapren-
de ancora giovane unintensa carriera
pianistica suonando in tutta Italia e
allestero; in Russia si esibito al Con-
servatorio di Mosca, a Parigi alla Salle
Cortot, a Brianon, a Montecarlo, in
Germania a Berlino, Sprenberg, Hei-
delberg e Lipsia, in Svizzera a Zurigo,
Lugano e Berna, in Austria a Vienna e
Salisburgo, in Spagna al Festival Cho-
pin di Maiorca e a Minorca, , in Grecia
ad Atene, a Rodi e a Heraklion, in Tur-
chia a Istanbul, in Bulgaria alla Filar-
monica di Vidin e a Sofia, in Romania
al Conservatorio di Bucarest, alla Fi-
larmonica di Bacau, Timisoara, Valcea,
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Craiova, e Petra Neams, in Kazakistan
nella capitale Astana, a Petropaulovsk e
a Almaty, in Thailandia a Bangkok, in
Indonesia a Bali e Jakarta, in Giappone
al Bunkaikan di Tochigi.
Alcune emittenti europee hanno tra-
smesso sue registrazioni e la Radio
Vaticana ha mandato in onda la prima
esecuzione pubblica della Fantasia Ro-
mantica per pianoforte e orchestra di
Alberico Vitalini con lOrchestra Sin-
fonica Filarmonica di Tirana.
Vincitore del Premio Guido Gozza-
no, la Regione Piemonte gli ha confe-
rito lOrfeo dOro alla carriera accan-
to a nomi quali Roberto Bolle, Fiorenza
Cossotto, Franca Mattiucci e Magda
Olivero con la seguente motivazione:
Porta in alto lonore del Piemonte nel
mondo. LAccademia Europea di Lo-
sanna lo ha nominato Professore Eme-
rito e Accademico Onorario.
Il 2 giugno 2014 stato insignito della
Croce di Cavaliere al Merito della Re-
pubblica Italiana del Presidente Giorgio
Napolitano.
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 Orchestra del Teatro Regio di Torino
lerede del complesso fondato
alla fine dellOttocento da Arturo
Toscanini, sotto la cui direzione
vennero eseguiti numerosissimi concerti
e molte storiche produzioni operistiche,
quali la prima italiana del Crepuscolo
degli dei di Wagner e le prime assolute di
Manon Lescaut e La bohme di Puccini.
Nel corso della sua lunga storia ha di-
mostrato una spiccata duttilit nellaf-
frontare il grande repertorio cos come
molti titoli del Novecento, anche in pri-
ma assoluta, come Gargantua di Cor-
ghi e Leggenda di Solbiati. Si esibita
con i solisti pi celebri e alla guida del
complesso si sono alternati direttori di
fama internazionale come Roberto Ab-
bado, Ahronovi, Bartoletti, Bychkov,
Campanella, Gelmetti, Gergiev, Luisot-
ti, Oren, Pid, Sado, Steinberg, Tate e
infine Gianandrea Noseda, che dal 2007
ricopre il ruolo di Direttore musicale
del Teatro Regio.
Numerosi gli inviti a festival e teatri stra-
nieri; negli ultimi anni il Regio, sempre
con la direzione del maestro Gianandrea
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Noseda, ha tenuto trionfali tourne in
Giappone, Cina, Europa (Spagna, Fran-
cia, Germania, Austria, Gran Bretagna,
Russia, Finlandia, Svizzera), Stati Uniti
e Canada.
Intensa lattivit discografica: tra le
produzioni video, sono di particolare
interesse Medea, Edgar, Thas, Adriana
Lecouvreur, Boris Godunov, Un ballo in
maschera, I Vespri siciliani, Don Carlo,
Faust e Aida. Tra le incisioni pi recen-
ti, tutte dirette da Noseda, figurano il cd
Fiamma del Belcanto con Diana Damrau
(Warner Classics / Erato), recensito dal
New York Times come uno dei 25 mi-
gliori dischi di musica classica del 2015,
due cd verdiani con Rolando Villazn e
Anna Netrebko e uno mozartiano con Il-
debrando DArcangelo (Deutsche Gram-
mophon); Chandos ha pubblicato Quat-
tro pezzi sacri di Verdi e due cd dedicati
a composizioni di Petrassi. Per Fon ha
registrato la Sinfonia n. 2 di Mahler.
Il Regio lunico teatro italiano presente
su The Opera Platform, la piattaforma di-
gitale europea dedicata allopera.
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 Donato Renzetti
D
opo aver studiato a Conservatorio
G. Verdi di Milano, si distinto
in importanti Concorsi Internazio-
nali quali il Diapason dargento al Concor-
so Gino Marinuzzi di Sanremo nel 1975
e 1976; sempre nel 1976 si aggiudicato il
Premio Ottorino Respighi allAccademia
Musicale Chigiana di Siena, nel 1978 la
medaglia di Bronzo allErnest Ansermet
di Ginevra e nel 1980 risulta il Vincitore
assoluto del X Concorso Guido Cantelli
del Teatro alla Scala.
Da allora la sua carriera non ha avuto so-
sta, alternando lattivit sinfonica a quella
operistica, esibendosi nei maggiori teatri
lirici in Italia e nel mondo: Opra di Parigi,
Covent Garden di Londra, Grand Thtre
di Ginevra, Capitole de Toulouse, Opra
de Lyon, Opra di Montpellier, Opera di
Bonn, Opera di Monaco di Baviera, Teatro
So Carlos di Lisbona, Megaron di Atene,
Coln di Buenos Aires, Lyric Opera di
Chicago, Opera di San Francisco, Opera di
Detroit, Dallas Opera, Metropolitan e Car-
negie Hall di New York.
Ha collaborato con orchestre prestigiose,
10
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quali la London Philharmonic, London
Sinfonietta, English Chamber Orche-
stra e Philharmonia di Londra, BRT di
Bruxelles, RIAS di Berlino, Capitole de
Toulouse, Orchestra National de Lyon,
Filarmonica di Tokyo, Filarmonica di
Buenos Aires, le Orchestre RAI di Mila-
no, Roma, Torino e Napoli, lAccademia
Nazionale di Santa Cecilia e lOrchestra
del Teatro alla Scala.
La sua discografia comprende opere di
Mozart, ajkovskij, Schubert, Cherubini
e Mayr, i dvd della Figlia del reggimento
al Teatro alla Scala, della Cenerentola al
Festival di Glyndebourne e di un concer-
to alla guida dellOrchestra della Tosca-
na con Egmont di Beethoven, la Sinfonia
Scozzese di Mendelsshon e il Doppio
Concerto di Brahms (con Giuliano Car-
mignola e Mario Brunello). Ha registrato
per diverse case discografiche e con la sua
orchestra la Filarmonica G. Rossini linte-
grale delle Sinfonie di Rossini.
Insignito di numerosi premi, da trentanni
anche docente in Direzione dorchestra
allAccademia Musicale Pescarese.
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 Amadeus
n. 327 (02/2017)

Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990

2017 Circolo Anspi Radio Pieve
2017 Bel Vivere s.r.l.

Direttore responsabile Gaetano Santangelo

Responsabile artistico Andrea Milanesi
Grafica e impaginazione Dario Codognato

Registrazione dal vivo 23 settembre 2016,

Cattedrale della Vergine Maria Assunta e San Lorenzo, Tortona (a cura di BartokStudio)
Ingegnere del suono Raffaele Cacciola
Tecnico del suono Claudio Gattuso
Mastering BartokStudio, Bernareggio (MB)

Si ringraziano la Diocesi di Tortona, la Citt di Tortona, la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona,

il Teatro Regio di Torino, la Famiglia Orionina, la societ storica Pro Iulia Derthona
e L Associazione Amici della Musica Tortona

Sulla custodia Donato Renzetti,

in copertina: Donato Renzetti e lOrchestra del Teatro Regio di Torino
(foto di Andrea Cavalli)

N.B.: possibile scaricare questo booklet in formato digitale

all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201702.pdf

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 Amadeus

Lorenzo Perosi
(Tortona, 1872 - Roma, 1956)

Concerto per pianoforte e orchestra

1 Mosso 15:12
2 Andante 11:43
3 Vivo 11:06

Suite n. 2 Venezia (da 8 Suite per orchestra)

4 Molto Mosso 13:56
5 Adagio 10:39
6 Presto 12:42

Umberto Battegazzore pianoforte

Orchestra del Teatro Regio di Torino
Donato Renzetti direttore

AM 327-2
NON IN VENDITA SEPARATAMENTE DA AMADEUS T.T.: 76:13

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