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Introduzione al mondo paleocristiano

Il periodo che andremo adesso a studiare sintetizza una serie esperienze e di correnti precedenti;
larea geografica molto pi ampia rispetto ai periodi che abbiamo studiato (poich in questo caso
sia loriente che loccidente sono coinvolti direttamente, insieme a tutta lEuropa settentrionale);
come vedremo, a differenza delle epoche precedenti, questa architettura fortemente ideologica,
una architettura che muove da premesse ideologiche che si manifestano in maniera aperta
attraverso i segni dellarchitettura (che vuole manifestare dei significati politici evidenti). Idea
fondante in questo periodo quella di rinnovare antico impero dei cesari, che viene assunto come
punto di riferimento costante per il ripristino della tradizione antica che riferito alla figura di
Costantino, il quale rappresenta limperatore di riferimento di tutte le dinastie regnanti dEuropa che
sono sopratutto cristiane e si associano a questo personaggio che unisce unanimo laico e uno
profondamente cristiano. Quindi la figura di Costantino e le opere che realizza sono prese come
riferimento costante (a Treviri, Roma, Costantinopoli ed indirettamente tutto loriente Mediterraneo
attraverso sopratutto la madre SantElena, che viaggia per molte regioni fondando una serie di
monasteri che contribuiscono a diffondere la religione cristiana); la fondazione di cos tanti luoghi
di culto cristiano danno luogo a delle religioni sempre cristiane ma che si differenziano per
limportanza attribuita a certi dogmi invece che altri. Queste diversificazioni di credo hanno una
grande influenza sullarchitettura, soprattutto determina una serie di elementi specifici e particolari
per adeguarsi ai diversi tipi di credo e questa variet di liturgie determina una variet di soluzioni
che vengono adottate per poter professare la religione (questo spiega in parte leterogeneit che si
riscontra nel mondo mediterraneo tra il IV ed il VI secolo il periodo che chiamiamo paleocristiano,
periodo in cui si assiste ad una sorta di sperimentalismo architettonico, che presenta una variet di
soluzioni e di elementi locali che determinano delle mutazioni nellarchitettura).
La variet cos grande che difficile trovare unarea di riferimento che possa essere stata da
guida per le soluzioni sperimentate in tutti i territori, sembra che in questo momento tutte le aree
geografiche si muovano con la stessa dignit, contribuendo in modo diverso allelaborazione di
quel tipo architettonico chiamato basilica, che ledificio preposto allo svolgimento della liturgia
cristiana. Queste architetture che esamineremo del IV e del VI secolo sono tutte architetture che si
differenziano luno dallaltro non solo per la tipologia ma anche per i materiali usati (per esempio la
pietra era abbondante in oriente, mentre in occidente in certi territori abbonda largilla, per questo i
costruttori utilizzano prevalentemente i mattoni).
I due eventi che danno lavvio a questo momento sono leditto di Costantino nel 312 e quello di
Teodosio del 393, il primo, che viene promulgato da Costantino dopo la vittoria su Massenzio,
riconosce alla religione cristiana una pari dignit rispetto alle altre religioni, perci a partire da
questo momento i cristiani iniziano ad operare meno clandestinamente (anche se la diffidenza
continua ad essere manifesta), mentre leditto del 393 riconosce la religione cristiana come lunica
che il popolo romano pu professare. Questo evento di straordinaria portata storica perch
elimina definitivamente le riserve che erano ancora presenti nei confronti della religione cristiana e
da finalmente avvio al processo di maturazione dellarchitettura cristiana, segnando lavvio di
quella che diventer larchitettura medioevale vera e propria. Quindi nel IV secolo si assiste a
questi fatti, che determinano la creazione di un doppio filone (questo riguarda anche altri aspetti
dellarte), in cui notiamo da una parte un filone che segue unorientamento cristiano e dallaltro uno
che continua a mantenere la tradizione pagana.
Questo doppio filone culturale si mantiene in vita fino alla caduta dellimpero romano e per circa un
secolo c questa coesistenza di cultura che provoca dei disagi e in molti casi si assiste ad una
sorta di volont da parte dei due gruppi di trovare unequilibrio che si manifesta attraverso una
reciproca influenza. Per il cristiani il confronto con il mondo pagano agevola molto la
manifestazione ufficiale del loro culto, colorandolo con una grandiosit della manifestazione della
religione stessa, ovvero si manifestano attraverso una identificazione di manifestazioni pi formali
e di apparenza, cos come lo erano quelle pagane in occasioni di cerimonie pubbliche; questo fa
quindi perdere il carattere di semplicit della prime fasi del cristianesimo (e dellarchitettura
associata). Il contatto tra le due civilt modifica la figura del Cristo stesso, non pi rivolto verso i
deboli ma come dominatore (buono) dei fedeli, per questo deve essere circondato da un contesto
adeguato, per questa ragione allinterno degli edifici cristiani i simulacri sono circondati da una
ricchezza che tende a aumentare questo valore.
Quando vengono emanati i due editti si fece urgente la necessit di creare degli edifici che
potessero accogliere i fedeli per la celebrazione della messa. Quando la religione cristiana era
clandestina le riunioni avvenivano in case private (chiamate domus aeclesiae), che non erano
necessariamente di case di aristocratici ma anche di persone umili; in ogni caso queste strutture
non potevano accogliere molte persone, per questo i cristiani dei primi secoli si riunivano anche nei
cimiteri o nelle catacombe (che erano dei cimiteri ipogei, ovvero venivano scavati sotto terra).
I primi edifici che manifestano apertamente questa nuova religione partono da questa architettura,
che potremmo definire, funeraria legata ai cimiteri scoperti e alle catacombe; nei cimiteri scoperti i
luoghi di riunione era legato alle reliquie di un santo e nellarea intorno a queste tombe i cristiani si
riunivano per pregare, per questo i cristiani avevano cominciato ad allestire una serie di elementi
utili alle cerimonie, che comportava per esempio una distinzione tra quelli ancora da convertire (i
catecumeni) e quelli gi convertiti, come pure allinterno di questo gruppo cera una distinzione tra
gli officianti ed i fedeli. Queste distinzioni sono importanti perch guideranno la definizione
delledificio chiesastico.
Parallelamente nelle tombe ipogee si cominciano ad isolare le tombe dei santi o dei martiri rispetto
alle altre (scavando tutto intorno ad esse), creando una sorta di deambulatorio che permetteva di
girare intorno alla tomba per pregare e per toccare le tombe (anche questo uso di toccare la tomba
o di appoggiarci degli oggetti unuso che si conserver successivamente e spiega alcune
soluzioni delle chiesa successive).
Queste forme iniziali i rituali vengono modificati perch c la necessit di accogliere sempre pi
fedeli e poich alla fini cerano spesso dei banchetti, questi erano spesso erano molestati e quindi
si introdusse questa necessit di controllo, inoltre vi era il desiderio da parte di molti fedeli di
essere seppelliti accanto alla tomba del santo o del martire (una prassi che sar conservata
nellarchitettura successiva). Questo ci fa capire che ledificio chiesastico non si cre dal nulla, ma
si tratta di unevoluzione che tiene conto di tutta una serie di esperienze precedenti, legata
sopratutto ad elementi fisici (quali sono le aree sepolcrali) ma anche trae spunto dai
condizionamenti delle architetture (che appunto prevedevano le varie separazioni tra i fedeli ed un
momento centrale, che era quello delloffertorio, il quale comporta una serie di strutture
complementari alledificio, che sono poi gli arredi sacri, perch si potesse espletare questo
momento).
Mano a mano che il numero dei fedeli aumenta questi rituali vengono modificati, poich c una
necessit reale di accogliere un numero maggiore di fedeli e siccome gran parte di queste
cerimonie religiose si concludevano con un banchetto, molto spesso questi riti erano soggetti ad
una serie di situazioni che non erano funzionali al momento (nel senso che erano soggetti ad
aggressioni); si introdusse quindi la necessit di controllo in questa fase della cerimonia per
garantire lincolumit dei fedeli. A questo aspetto si aggiunse il desiderio di molti fedeli di essere
seppelliti accanto alle tombe dei santi e dei martiri (prassi che si conserver sopratutto
nellarchitettura successiva, in particolare nel medioevo).
Si pens di disciplinare questi due aspetti costruendo accanto alla tomba del martire una
costruzione provvisoria di piccole dimensioni, una sorta di ambiente in cui il pavimento era coperto
da una serie di tombe (per chi voleva essere sepolto accanto al santo o al martire) e nello stesso
tempo era il luogo dove si ci poteva unire per banchettare in sicurezza. Questo passo viene
superato verso la fine del IV secolo inglobando la tomba del martire nelledificio ausiliario,
diventando il fulcro della costruzione perch proprio in corrispondenza della tomba del santo
collocato laltare. Questa struttura si presenta come unambiente rettangolare la cui parte terminale
curvilinea, riprendendo landamento del deambulatorio circolare che circondava la tomba del
santo; quindi le chiese pi antiche erano formate da questa grande aula unica e la parte terminale
era circolare, dove era posto laltare, a fianco del quale erano presenti le tombe.
Certamente nella scelta di questo edificio i cristiani guardano al mondo precedente cercando di
avere un modello di riferimento; nel 313 larchitettura romana era ricca di edifici monumentali e
fortemente articolati (dotati di grandi sistemi costruttivi e con volte di grandi dimensioni), tuttavia i
romani possedevano grandi somme e sopratutto non dovevano costruire con grande urgenza, per i
cristiani invece, una volta resa libera la religione, bisognava fare in fretta a costruire degli edifici di
culto e quindi questa urgenza scartava lidea di costruire edifici complessi. Gli esempi potevano
essere tanti (come la basilica forense, che strutturalmente era unedificio costituito da un grande
ambiente a navata unica o diviso in tre parti, illuminato dallalto da finestre), la basilica era quindi
un luogo di raduno (una sorta di prolungamento dellarea forense), era un luogo che si prestava ad
accogliere un certo numero di fedeli. Potevano anche fare riferimento alle aule regie (come quella
del palazzo di Diocleziano a Spalato) ma erano degli ambienti di una certa grandezza ma non tale
da poter accogliere i fedeli; non potevano di certo ispirarsi ai templi sia perch avevano una certa
diffidenza per unedificio che ricordava la religione pagana e poich non consentono una capienza
adeguato.
La basilica era un tipo edilizio presente in tutta la storia romana, grazie sopratutto al fatto che
aveva molti usi diversi (togliendo quella di Massenzio che di una complessit unica),
indubbiamente tutte questi elementi ebbero uneffetto sullindividuazione di un tipo architettonico
adatto a corrispondere alle esigenze liturgiche dei cristiani, per questi modelli di riferimento
vengono sottoposti ad una revisione ed adattamento alla liturgia cristiana; per questa ragione
viene individuata unaula principale (riservata ai fedeli), unarea riservata al clero (chiamata
presbiterio, che in genere unelemento che si aggiunge a questaula e pu avere una forma
quadrata, rettangolare o circolare) ed una parte antistante (ambiente di ingresso separato dallaula
vera e propria, che si chiama nartece, luogo dove si riunivano i catecumeni quando venivano
esclusi, al momento dellinizio della celebrazione dei fedeli), davanti a questo ingresso della chiesa
cera una sorta di quadriportico a cielo aperto (che si chiamava paradisus perch a volte ricco di
alberio atrio quadriportico), il lato pi esterno parallelo al nartece era quello di ingresso effettivo (il
quadriportico non era un elemento sempre necessario, era frequente a Gerusalemme e Roma);
per distinguere il portico pi esterno dal nartece vero e proprio, i due lati assumono nomi diversi,
lesterno si chiama esonartece ed il corridoio attaccato alla chiesa si chiama endonartece.
I fedeli occupava larea ma non portavano entrare dalla parte presbiteriale, esclusivamente
riservata al clero, per per rendere ancora pi separate la zona dei fedeli da quella dei sacerdoti
introdotto unelemento architettonico chiamato transetto, ovvero una navata trasversale che taglia
laula principale separando laula dal presbiterio. Questo ambiente trasversale ha proporzioni
variabili nellarchitettura cristiana, molte volte dalla forma del transetto prende noma la chiesa
stessa (se la navata del transetto ha la stessa altezza detto transetto continuo, creato a Roma
con San Pietro, trova modo trova diffusione nelloccidente europeo nellarchitettura carolingia ed
ottoniana; se i lati sono pi bassi si chiama chiesa a transetto basso).
Allinterno di questa aula unica si pu individuare anche una suddivisione in genere in tre parti, una
navata centrale e due ambienti pi stretti che si chiamano navatelle (con un rapporto in genere di
1:2, anche se non viene osservato sempre). Questa divisione in tre o cinque navate pu essere
ottenuta con dei sostegni che possono essere o pilastri o colonne, nellarchitettura paleocristiana in
genere nei primi secoli si tratta sempre di colonne che sorreggono i muri sovrastanti con
linterposizione di unarchitrave che collega le colonne, oppure sono collegate da arcate che
sorreggono il muro, che si eleva abbastanza per permettere lapertura di finestre ed illuminare
linterno.
Una serie di problemi che modificano sostanzialmente questi modelli di riferimento adattandogli
alle esigenze del culto. Questi elementi fondamentali li possiamo assumere come elementi uguali
per tutti questi secoli, cio vedremo chiese tutte diverse, mantenendo questi temi fondamentali
legati al credo religioso, le modalit di adattamento sono completamente diverse, legate alle
situazioni locali; per verificare questa diversit ci concentreremo sulle citt principali, che sono
Roma, Milano, Ravenna (per loccidente), Gerusalemme e Costantinopoli (per loriente),
cercheremo quindi di individuare i caratteri comuni ed individuali, tenendo presente che queste
differenze non nascono da un atteggiamento di contrasto od opposizione rispetto ad una
determinata area geografica, ma rielaborazioni di temi comuni, dovuti ad addizioni locali (per
esempio Roma era diversa da Ravenna, in quanto questultima era soggetta ad influenze orientali,
grazie allintervento di Galla Placidia; Roma invece era chiusa a tutte le influenze esterne e quindi
in questo periodo tende a riprendere temi antichi).
Questo momento tra il IV ed il VI un periodo che potremmo identificare come sperimentalista, a
significare questa concentrazione di interessi nella preparazione di un tipo architettonico che
diventer poi di riferimento per le aree geografiche di un territorio molto pi vasto, infatti nel VI
secolo questo sperimentalismo si rallenta perch i contatti tra le popolazioni doriente e doccidente
sono pi facili e tutti concorrono alla creazione di una tipologia architettonica che sia pi simile ad
entrambe le aree.
Sicuramente in questo processo di legame tra loriente e loccidente hanno unimportante ruolo le
popolazioni barbari, come i Visigoti e gli Ostrogoti.
Questo processo di fusione determina anche una chiara individuazione di aree geografiche in cui
si sperimentano e ci si concentra per sviluppare alcuni temi specifici, quindi dopo il VI secolo
(attuato il processo di selezione) ogni area si concentra sulla soluzione di determinati problemi
facendoli propri ed isolandoli da tutto il resto (cio si fa una selezione da tutto il panorama che
stato sperimentato precedentemente e si decide che certi modi architettonici sono quelli che sono
pi adatti alle proprie esigenze non solo di carattere religioso ma anche politico e sociale) ed in
questo momento che possiamo individuiamo della aree particolari che si distinguono della
specificit, il momento in cui si pu parlare di architettura carolingia, asturiana, bizantina.
Quindi dopo il VI secolo, con una fase intermedia di mediazione dei barbari, finalmente intorno alla
met dellVIII secolo si arriva allindividuazione di queste aree specifiche; sicuramente tra la fase di
sperimentalismo e quella di individuazione delle aree specifiche una azione determinante
determinata dai popoli barbari Visigoti, Ostrogoti e Merovingi, che costituiscono la base di quelle
civilt che formeranno lEuropa attuale.
I Merovingi vengono dalloriente (dallattuale Russia occidentale) e si stabiliscono nel territorio
dellattuale Francia, ma vengono subito soppiantati dai Visigoti e si consolidano come entit
politica molto forte; in seguito questa popolazione estende la sua influenza dalla Francia centro-
meridionale fino alla Provenza (arrivando quasi in Italia).
Dopo circa quaranta anni di governo i Visigoti vengono a loro volta soppiantati dagli Ostrogoti (che
hanno un peso maggiore poich guidati da Teodorico, il quale una volta conquistata Ravenna si
distacca dallimpero romano doriente e persegue una politica filo-papale).
I Visigoti, una volta cacciati dallAquitania e dalla Provenza, si rifugiano in Spagna, occupando tutta
la penisola iberica, questi Visigoti stabiliscono come citt principale quella di Toledo; sorgono in
questo momento una serie di architetture che hanno un linguaggio misto, nel senso che i Visigoti
non avevano una tradizione architettonica e quando arrivano in Spagna (territorio ricco di edifici
romani) si trovano a contatto con una realt culturale che vogliono a tutti i costi assimilare. Questo
momento particolare da una serie di risultati particolari, favoriti dal fatto che i Visigoti si convertono
al cristianesimo.
Il trauma successivo avviene con linvasione mussulmana nel 711, che pone fine alla civilt
visigota; i mussulmani scelgono come citt pi importante del regno Cordoba, lelemento che
distingue questo territorio il fatto che questo regno islamico indipendente da tutti gli altri (ovvero
Damasco o Baghdad). Linvasione mussulmana sconvolge tutta la cultura spagnola e alla
tradizione cristiana introdotta dai Visigoti si sovrappone quella islamica; anche qui la fusione di
elementi islamici ed elementi cristiani da luogo alla cultura mozarabica, una popolazione che
nasce dalla fusione di queste due culture; quindi dallVIII al X secolo nascono delle architetture che
hanno per esempio impianti cristiani ed alzati mussulmani.

Riassumendo dopo il VI secolo c un momento che vede protagoniste le popolazioni barbare (in
particolare merovingi, ostrogoti e visigoti), i merovingi hanno un periodo di breve durata nella
Francia centro meridionale, i visigoti, anchessi in Francia, vengono vengono cacciati dagli
ostrogoti, i quali a loro volta vengono cacciati dai franchi, diventando poi i carolingi.
Il periodo dal IV al VI secolo labbiamo chiamato paleocristiana, il periodo tra il VI ed il IX secolo
viene invece chiamato pre-romanico (un periodo che comprende larchitettura carolingia ed
asturiana).
Dopo il crollo della dinastia asturiana della Spagna la penisola iberica diventa gradualmente
cristiana, ovvero inizia un periodo di riconquista che sottrae gradualmente ai regni islamici gran
parte dei loro territori, anche se alla fine rimangono dei regni che sono ancora islamici, sono i
famosi regni di Taifas.
Per quanto riguarda leuropa carolingia (che comprende gli attuali territori di Francia, Austria,
Polonia, Germania) quando cade limpero carolingio nell888, si assiste ad una divisione dei
territori che essenzialmente si concentrano in due entit, il regno di Francia e in quello di
Germania, il primo sotto la dinastia dei Capetingi mentre nel secondo noto come regno degli
Ottoni, perch il primo che governa Ottone I.
Questo periodo che va dal IX sino allXI secolo si chiama periodo proto-romanico, periodo in cui si
elaborano una serie di elementi architettonici che preannunciano in maniera diretta la formazione
dellarchitettura romanica; dopo XI secolo sino alla fine del XII inizia il periodo romanico vero e
proprio; a questa suddivisione corrispondono lalto medioevo (che coincide con il periodo pre-
romanico), il vero e proprio medioevo (che corrisponde al periodo proto-romanico) ed il basso
medioevo (che corrisponde al periodo romanico vero e proprio).

Paleocristiano
IV-VI sec preromanico
VI-VII: barbari (Visigoti-ostrogoti-merovingi-franchi)
VIII-IX: Asturie (oviedo) - Carolingi

IX-XI (proto-romanico, comprende larchitettura dei Capetingi e degli Ottoni) formazione del regno
di Castiglia-Leon, regno che unifica tutta la Spagna sotto il segno del cristianesimo (regni di Taifas,
il pi famoso il regno di Granada); in Francia dopo i Carolingi vengono i Capetingi e dallaltra
perte gli Ottoni (962-1024)
XI-XII architettura romanica

La figura di Costantino molto importante per le ragioni che abbiamo detto, sia larchitettura
asturiana che quella carolingia ed ottoniana sono animate da questi rimandi ideologici che si
basano sullidea della renovatio imperi, ovvero quella di rinnovare limpero romano ed in
particolare quello di Costantino, perch figure come Carlo Magno, Alfonso II e degli Ottoni sono re
che operano in stretta alleanza con il papato romano, quindi sono dei difensori della chiesa e per
questo profondamente cristiani, per nello stesso tempo sono re la cui formazione di altra
provenienza (come Alfonso II che era di origine ostrogota; anche Carlo Magno un re cristiano e
difende la chiesa papale contro i longobardi per ha unorigine celtica che non rinnega; poi gli
stessi Ottoni sono legati alla Sassonia).
Sulla personalit di Costantino ruota tutta la storia alto medioevale e anche larchitettura risente
fortemente di questo doppio binario, perch per un verso ci sono architettura che riesumano
aspetti della architettura aborigena (come larchitettura lignea, che viene riproposta pietrificata) e in
parte a quella dei romani.
Due impegni avevano assunto questi popoli nel confronto con il papato (in cambio della
concessione della dignit dinastica), ovvero quelli di evangelizzare i loro territori e quello
dellintroduzione della liturgia stazionaria romana, infine il culto delle reliquie; questi tre elementi
fondamentali servono anche a capire larchitettura, perch insieme alle esigenze liturgiche e la
necessit di incrementare il culto delle reliquie porta a delle modifiche sostanziali nella tipologia
basilicale poich si devono trovare ambienti adatti ad ospitare tali reliquie, si formano quindi le
cripte (uninvenzione alto medioevale); prima di allora le cripte sono rarissime, la prima appare a
San Pietro (ma non contestualmente alla sua creazione nel 313, ma nel 604, conseguenza
dellincremento del culto delle reliquie e per motivi di sicurezza)
Nel mondo carolingio la diffusione di questo elemento talmente elevata da determinare la
creazione di numerose varianti e a questo elemento concentrano una particolare attenzione,
perch si trovano una serie di cripte complicate in modo da ottenere spazi enormi in modo di
ospitare le reliquie che arrivavano in terra franca; il numero di queste reliquie talmente elevato
che neppure le cripte sono abbastanza, per questa ragione si cominciano a creare degli annessi in
aggiunta alle cripte, oppure si individuano degli altari nella chiesa superiore, che vengono posti i
vicinanza del presbiterio.
Unaltro elemento, quello dellintroduzione della liturgia romana, costituisce unelemento che
spiega le modifiche sullimpianto della basilica, cio la liturgia stazionare era caratterizzata da
cerimonie che rinnovavano il rituale della via crucis per tappe, ovvero venivano fatte delle
processioni allinterno della chiesa con delle soste corrispondenti alla via, questa necessit di
creare un percorso che non ostacolasse la circolazione port alla necessit di creare nella parte
resinale una sorta di corridoio in modo che i fedeli entrando da un lato e uscendo dallestremit
opposta dello stesso lato; questa necessit determina lo sviluppo di questo deambulatorio che
avvolge lantico presbiterio (soluzione estrema il coro deambulato con cappella radiali, anche se
una soluzione molto tarda del X secolo).
Introduzione all'architettura paleocristiana (parte II)
Per quanto riguarda larchitettura del IV secolo prenderemo esempi da varie citt (come Roma,
Ravenna, Milano ed altre aree geografiche come la Palestina, dove troveremo le tracce della
madre di Costantino, SantElena); gli esempi che analizzeremo pur partendo da premesse
identiche (legate al cerimoniale cristiano) presentano delle differenze dovute a situazioni diverse
che vanno dalluso dei materiali, alle committenze e sopratutto alla diversit di riti che si
professano nelle varie regioni del mediterraneo, infatti la procedura cristiana non era stata ancora
precisata in modo ufficiale e quindi ogni popolazione cristiana si atteneva a delle tradizioni religiose
locali che cercavano di assimilare a quelle cristiane; inoltre vi erano dei dubbi riguardanti
linterpretazione di alcuni dogmi cristiani (come laccettazione o meno della trinit e la verginit
della madonna).
Queste differenze si manifestano in territori diversi dando luogo a dei movimenti secessionistici
che in parte collaborano, infatti in questo momento nascono dei movimenti religiosi che pur
essendo cristiani si differenziano per laccettazione o meno di alcuni dogmi (come i copti o
maroniti). Tutte queste cause spiegano le ragioni delleterogeneit delle soluzioni prospettate nei
vari luoghi, in quanto a seconda delle credenze la suddivisione dellambiente dove avvenivano le
cerimonie religiose poteva subire delle variazioni (laltare poteva essere posizionato in varie parti,
oppure uomini e donne erano divisi).
Nel momento in cui Costantino emana leditto nel 313 la situazione delle comunit cristiane cambia
radicalmente in quanto non hanno pi bisogno di nascondersi e si rende necessario costruire
luoghi di culto per accogliere una moltitudine di fedeli, inoltre servono edifici che sorgano nelle citt
(non pi in aree periferiche come in genere accadeva). Certamente questa rivoluzione determinata
dalleditto non cos improvvisa ma preparata da una serie di situazioni evidenti gi da qualche
secolo, perch mentre nei primi tempi la religione era diffusa ma non aveva assunto una forma
organizzata (ma si basava sulla predicazione prima degli apostoli e poi dei seguaci), man mano
che si prosegue nel tempo le comunit iniziano ad organizzarsi ed aumentando il numero di fedeli
bisognava trovare le strutture adatte ad accoglierle, inoltre molti dei cristiani erano dediti ad opere
di misericordia e vi era quindi la necessit di organizzare dei luoghi per distribuire ad una
popolazione pi povera i beni accumulati.
Intorno al 250 d.C. la popolazione cristiana era notevolmente aumentata e tra le fila dei cristiani si
annoveravano personaggi di classi elevate e funzionari dello stato pagano, la posizione degli
imperatori era diventata pi tollerante. Intorno alla met del III secolo la frequenza di questi
cristiani che occupavano delle posizioni di prestigio nello stato, attenua la posizione dei pagani
perch erano elementi essenziali dellimpero.
La necessit di organizzazione induce molti benestanti allacquisizione di immobili (ricchi di
ambienti) in maniera tale da farli diventare sedi della comunit cristiana in cui svolgere tutte le
azioni necessarie per il buon andamento della comunit; questi grossi caseggiati vengono chiamati
tituli (perch prendevano il nome del proprietario che aveva proceduto allacquisto); allinterno di
questo caseggiato erano adattati tutti gli ambienti che potevano servire allo scopo.
Questa struttura prendeva il nome di domus aeclesia (che letteralmente significa luogo di raduno)
ed era costituita da unaula amplia per accogliere i fedeli e degli alloggi che servivano per vari usi
(dove soggiornavano per esempio i diaconi o il vescovo); tutte questa funzioni sono risultato di
opere di rifacimento e per ottenere questi ambienti bisognava modificare lassetto costruttivo.
Certamente il nucleo fondamentale di questa domus era laula principale (dove si poteva celebrare
la messa), il vestibolo (unarea dove sostavano i catecumeni), altri due elementi erano laula
battesimale ed il confirmatorium (luogo dove si effettuava la cresima); tutti questi ambienti sono in
genere separati fra di loro ma allo stesso tempo concatenati.
Allinterno di questo ambiente si iniziano anche a definire quei caratteri salienti che si richiedono
per lo svolgimento della messa, innanzitutto lo spazio principale (che era di solito rettangolare)
prevede anche una divisione tra il clero e i fedeli, una divisione spesso materializzata da una
fascia di pavimento nella quale era collocato laltare e in molti casi i due spazzi erano divisi da una
transenna (che poteva essere realizzata con materiali diversi, allinizio in legno poi gradualmente
materiali pi preziosi); questa barriera di separazione si chiama iconostasi (che anche il luogo
dove venivano poste le immagini perch in questa barriera sulla parte superiore erano collocate
delle statue che venivano in genere collegate tra loro da tende).
Allinterno di questo ambiente le separazione tra i due settori le zone erano ben delineate e nella
zona riservata ai fedeli ci potevano essere delle variazioni (per esempio a Roma le donne stavano
da una parte e gli uomini dallaltra); nella parte presbiteriale (che significa luogo dove cerano i
vecchi) si trovavano i sacerdoti dove si officiava la messa e non mancava quasi mai il seggio pi
importante dove sedeva il capo della comunit.
Una volta iniziata la messa linsieme dei catecumeni e dei fedeli partecipavano alle letture e alle
offerte, dopo questa fase i catecumeni uscivano e si radunavano nel vestibolo, questo ambiente
che poi diventer nartece (potevano ascoltare ma non vedere). Loffertorio era la fase pi
importante era il momento in cui avvenivano le processioni per le offerte, che in genere era
costituite da beni di sussistenza, ovvero cibi e vestiari che venivano depositati su un tavolo e poi
distribuiti ai poveri.
Questo rito che comporta una separazione netta tra clero e fedeli unelemento che avr le sue
conseguenze nella determinazione delledificio basilicale, come anche lidea di separate la chiesa
dal battistero e dal confirmatorium unelemento che troveremo nelle basiliche successive.
Di queste domus aeclesie a Roma ne esistono alcune (conservate per il fatto che le successive
basiliche costruite a partire dal IV secolo sorgono sulle strutture delle antiche domus aeclesie); ne
troviamo di ancora complete sotto la basilica di San Clemente e dei Santi Pietro e Paolo.
In questa fase prossima alleditto di Costantino troviamo questa situazione (cio loghi puntuali
organizzati in caseggiati che si chiamano domus aeclesie), parallelamente a questo tipo di edificio
vi erano le aree cimiteriali (anchesse considerate luoghi di incontro), potevano essere allaperto
(che sudiali) oppure sotterranei (ovvero ipogee); una differenza consisteva essenzialmente nella
sistemazione delle parti, ma entrambi erano accomunati dal fatto che questi cimiteri erano dedicati
solamente ai cristiani.
Le catacombe erano dei luoghi di sepoltura per i cristiani pi poveri, mentre quelli allaperto si
presentavano con un carattere monumentale, che derivava direttamente da quelli pagani con
tombe di pi ambia; le catacombe nascevano quindi da una esigenza economica, che vede una
sorta di consorzio tra i cristiani, i quali decidono di comprare un terreno per costruire un cimitero, i
vantaggi erano maggiori e per questa ragione acquistano terreni friabili e iniziano ad organizzare
delle aree cimiteriali articolate secondo uno schema a griglia (ovvero uninsieme di corridoi che
presentavano luogo le pareti una serie di nicchie scavate entro le quali venivano collocati i defunti,
le nicchie venivano anche chiamate arcosonia). Allinterno di questa struttura uniforme ci sono
alcuni ambienti che sono riservati a cristiani pi ricchi o le cui tombe appartenevano allo stesso
nucleo famigliare.
La catacomba oltre ad essere un luogo di sepoltura era anche un luogo di riunione ritenuto sicuro
per i cristiani dei primi secoli (quando la religione era ancora clandestina); luoghi di culto erano
anche i cimiteri al cielo aperto e riprendendo elementi desunti dal mondo romano, i cristiani
acquistavano dei lotti di terreno dove una parte era dedicata alle tombe ed una lasciata libera per i
banchetti funerari (chiamati agapai), che rappresentavano la conclusione della messa che si
svolgeva in questo spazio angusto attorno alla tomba. Insieme con questa abitudine comincia, per
questi cimiteri esterni, a svilupparsi lidea di scegliere delle tombe speciali (in questo caso tombe di
martiri o santi) come luoghi di svolgimento del culto e quindi si procede ad isolare la tomba del
santo o del martire, per creare uno spazio attorno adeguato ad ospitare un certo numero di fedeli,
creando delle tettoie (come nel cimitero di San Sebastiano vicino alla via Appia).

Questa la situazione negli anni immediatamente precedenti alleditto di Costantino, leditto porta
una situazione molto particolare, la popolazione cristiana in pieno fervore, per questo pensa di
poter diffondere la religione mediante la costruzione di chiese, che dovevano nella loro intenzione
coinvolgere anche lassetto urbano (cio non si poteva pi professare la religione
clandestinamente fuori dalle mura ma bisogna avere degli edifici anche allinterno della citt).
Bisognava creare unarchitettura che potesse emulare quella pagana, per questa ragione
larchitettura promossa da Costantino si contraddistingue per la grandiosit delle dimensioni (in
quanto non si poteva creare strutture estremamente articolate come la basilica di Massenzio, la cui
struttura comportava una conoscenza tecnica notevole ed una disponibilit economica che i
cristiani non possedevano in quanto dovevano costruire pi edifici in varie parti della citt),
unelemento che poteva essere di confronto con larchitettura pagana era la ricchezza decorativa,
si assiste quindi ad un cambiamento delluso dei materiali a fini decorativi (sopratutto quelli
utilizzati per gli arredi, comincia ad essere usato sempre di pi loro e largento), gi le prime
chiese costantiniane manifestano questo volere (come la chiesa di San Giovanni in Laterano del
313 e quella di San Pietro a Roma iniziata nel 319 e terminata nel 329).
Costantino inizialmente concentra la sua attenzione sulla citt di Roma, non dimenticando la citt
di Treviri, dove costruisce una cattedrale ancora in parte esistente e dove costruisce anche un
palazzo imperiale, la cui basilica ha avuto notevoli effetti sullarchitettura carolingia ed ottoniana.
La chiesa di San Paolo fuori le mura e San Pietro non solo altro che il risultato di unopera di
sistemazione di tutto quello che si svolgeva nelle domus aeclesie, cio quando il culto diventa
libero si costruiscono edifici nuovi che andava organizzato per osservare le esigenze che il rito
comportava (cio la messa per i catecumeni ed i fedeli, la divisione tra clero e fedeli e tutte le altre
cose di cui abbiamo parlato), questo edificio presenta tutta una serie di divisioni interne che
devono corrispondere a queste esigenze.
Mentre le catacombe non avevano perso il loro ruolo di luogo sicuro nel quale professare la fede
cristiana (in quanto la religione era ormai libera), il filone delle aree cimiteriale allaperto rimane e le
tombe dei santi o martiri vengono racchiuse in ununico edificio (come avviene in San Lorenzo fuori
le mura), si procede quindi alla costruzione di ununico edificio che contiene allinterno le tombe
che prima erano allaperto e comprende anche lambiente o tettoia che serviva per il banchetto,
quindi gran parte di queste strutture pre-costantiniane scompaiono per essere inglobate in una
struttura unica che assume la forma di aula con una parte terminale circolare, che regolava il
percorso intorno allaltare, il quale occupava la parte estrema della costruzione (come negli
ippodromi e nellarchitettura circense). Tutta larea di Roma si popola di queste chiese cimiteriali,
sono tutte chiese che presentano caratteri molto diversi dalle chiese realizzate da Costantino (cio
San Giovanni e San Pietro).

Architettura paleocristiana a Roma

San Giovanni in Laterano

La prima chiesa costruita quella di San Giovanni in Laterano, quando Costantino inizia a creare
la chiesa procede con una certa cautela nella scelta dei siti (poich se da una parte cera
lesigenza di costruire chiese in citt, dallaltra cera una esigenza di cautela perch lesproprio di
certe aree poteva creare dissapori con i pagani), in un clima di tensione Costantino decide di
donare alla citt di Roma le sue propriet (che andavano dalla fascia di San Giovanni in Laterano
sino a Porta Maggiore). Questarea era in parte terreno libero ed in parte occupata da un palazzo
di nome Laterano, il quale viene donato al vescovo di Roma, che lo scelse come sede del suo
episcopio (la parte residua ancora occupata da un palazzo che ne rappresenta una minima
parte). La chiesa attualmente presente un debole ricordo della prima, si tratta di aggiunte come il
transetto e la parte absidale, anche tutto il colonnato interno non pi visibile perch le colonne
sono state inglobate in pilastri. Siamo in grado di ricostruire limmagine della chiesa antica
attraverso una fonte, ovvero il Libro dei pontefici, un testo in cui sono raccontate tutte le vite dei
papi e le opere da loro promosse.

San Giovanni in Laterano viene costruita come chiesa ex novo e che deve entrare a far parte del
palazzo di Laterano donato da Costantino, sorge in unarea limitrofa al palazzo, in unarea
precedentemente occupata da una caserma (che per era abbastanza in disuso), Costantino
espropria una parte aggiuntiva e costruisce la chiesa.

Si trattava di una chiesa di grandi


dimensioni (con cinque navate orientate est-ovest), raramente dopo vengono realizzate a cinque,
di solito sono sono a tre navate. La chiesa dimostra quei caratteri che abbiamo menzionato, la
grandiosit dimpianto e le decorazioni interne (che conosciamo sempre dal Libro dei pontefici); la
chiesa, guardandola in pianta, ci dimostra come la navata centrale quasi 1:2 quelle laterali,
manca il portico dingresso; le navate sono suddivise da quindici sostegni diversificati (anche se in
realt varia solamente il coronamento delle colonne che le lega), nelle navate laterali i sostegni
sono ventidue colonne, collegate da basse arcate e sollevate su alti plinti; nella navata principale
troviamo unarchitrave orizzontale che corre continuo sino allimbocco del presbiterio senza
interruzione (concludendosi ad ovest in una grandiosa abside semicircolare), questo accade anche
nelle navate laterali a quella centrale, mentre nelle navatelle pi esterne non arrivano fino in fondo
ma si fermano, a causa della presenza di alcuni ambienti trasversali, che costituiscono i bracci di
una sorta di transetto (anche se non un vero e proprio transetto in quanto non ha la forza di una
navata trasversale che interseca quella longitudinale, ma certamente unelemento che segna
uninterruzione tra le parti).

Lunico elemento che segna una netta distinzione tra la parte riservata ai fedeli e quella al clero
liconostasi ed il transetto, concretizzata attraverso una grande balaustrata centrale sovrastata da
statue di argento massiccio (come di argento erano anche i lampadari ed altre strutture
decorative). Liconostasi era sormontata da statue che sorreggevano una sorta di architrave che in
corrispondenza dellasse principale era presenta una forma arcuata (quasi a formare unarco
siriaco, che ricordava la facciata del palazzo di Diocleziano nel a Spalato, ovviamente il richiamo a
questo elemento simbolico).

Lorganizzazione di questo ambiente vede come protagonisti da una parte laltare (posto in linea
darea sotto larco siriaco) e dallaltro le reliquie contenute dentro laltare principale; la presenza di
questi due elementi determinano la ragione dessere di questa costruzione, infatti il visitatore
entrando viene subito attirato dallaltare dove era collocata la reliquia. Non ci sono ostacoli che
visivamente si contrappongono al percorso del visitatore verso laltare, si tratta di uno spazio libero
e sopratutto c una copertura molto lineare che rende lo spazio estremamente omogeneo ed
indifferenziato.
Come dimensioni la basilica lateranense non era gigantesca, essendo lunga 75 a larga 55 metri,
poteva comunque accogliere diverse migliaia di fedeli, presumibilmente le navatelle pi esterne
erano celate da tende ed in esse si posizionavano i catecumeni, mentre le altre erano riservate ai
fedeli battezzati. Per la tecnica costruttiva erano state seguite le tecniche locali, mentre il tetto era
a capriate a cassettoni; per quanto riguarda la decorazione lesterno era quanto di pi semplice,
mentre allinterno una moltitudine di colori, luci e materiali preziosi creava uninsieme di splendore
unico

Tutte le chiese dal IV al VI secolo sono caratterizzate dal questo spazio cinetico, dato da una
omogeneit dellarticolazione dei sostegni e delle coperture. La preoccupazione di tutti gli architetti
dal VI al X secolo sar quella di modificare questo senso spaziale cinetico non per negarlo ma per
renderlo pi rallentato, cio persiste sempre lidea che il visitatore debba raggiungere laltare ma il
modo in cui questo avviene viene attuato attraverso una serie di impedimenti che rallentano questo
procedere, gli accorgimenti sono numerosi per riguardano principalmente la modalit di posizione
o di uso sostegni e le coperture (in particolare la presenza di arredi oppure la presenza di una
copertura a volte). Vedremo come larchitettura ottoniana, carolingia, romanica, proto-romanica,
catalana ed altre sono architetture che mirano a modificare questo semplice impianto basilicale per
raggiungere lo spazio che deve essere conosciuto attraverso un modo rallentato nel procedere (lo
spazio diventa sperimentale, ovvero uno spazio che deve essere percorso per poter esser
compreso).

Larchitettura romanica trova il suo centro in Borgogna, una zona ideale per poter concentrare tutte
le esperienze provenienti dalle varie regioni dEuropa per creare una architettura che pu essere
considerata una sommatoria di tutte queste esperienze particolari; quindi il momento quello
romanico in cui si riunificano tutte le esperienze che prima sono attuate in maniera sparsa,
creando unarchitettura omogenea in un territorio molto vasto.

Nello stesso tempo la madre di Costantino vuole trasformare larea principiane del sestiniano in un
luogo di culto (in quanto era arrivata dalla terra santa un frammento della croce di Cristo) e
trasforma la grande aula (che faceva parte del palazzo) aggiungendo una parte absidale e
suddividendo questo spazio attraverso delle tramezzature arquate e ciascuno di questi vani viene
destinato ad una determinata destinazione duso; si pu dire che questa chiesa attesta la
transizione tra la domus aeclesia e la basilica.

San Pietro in Vaticano (chiesa costantiniana)

La chiesa (o meglio martyrium) di San Pietro in Vaticano (probabilmente risalente al 324)


presenta caratteristiche sia per impianto che per tecnica costruttiva simili a San Giovanni in
Laterano ma se ne differenzia per alcune caratteristiche (che lasciano tracce nellarchitettura
successiva), mentre San Giovanni in Laterano elabora un tipo ma non trova una grande
imitazione, San Pietro diventa una architettura di riferimento costante (sopratutto per motivi
ideologici, costituiva lesempio da imitare a tutti i costi). Nella chiesa del papa, autorit massima in
campo religioso, troviamo i caratteri gi riscontrati (la suddivisione in navate attraverso
larticolazione dei sostegni) per rispetto a San Giovanno presenta laggiunta del quadriportico che
precede la chiesa, questo quadriportico preceduto da una scalinata che porta ad uno dei lati del
porticato che prende il nome di esonartece; si entra in questo grande atrio (o paradisus) a si arriva
alledonartece (luogo dove sostavano i catecumeni) attraverso unaltra scalinata. Si arriva poi
allinterno della chiesa la cui spazialit non differisce da quella di San Giovanni in Laterano, per il
movimento cinetico (dallingresso allaltare) subisce qui una sorta interruzione dovuta alla presenza
del transetto continuo (ovvero non presentava divisioni al suo interno se non alle estremit), un
volume che si evidenzia con tutta chiarezza e che allinterno non presenta alcuna suddivisione,
creano uno spazio molto amplio dedicato al clero. Il transetto era separati dalla navata principale
da un grande arco di trionfo, mentre dalla navate laterali era separato da un diagramma di
colonne, sullasse della navata centrale il transetto si apriva in unimmensa abside.

Entrando nella navata principale il visitatore si trovava di fronte ad unampio vano rettangolare,
sorretto da ventidue grandi colonne di dimensioni, capitelli ed architrave completamente diversi gli
uni dagli altri (in quanto tutti elementi di spoglio), al di sopra un doppio ordine di affreschi con le
storie del vecchio testamento; per le navate laterali (come a San Giovanni in Laterano) si
trovavano colonne su alti plinti, che reggevano una serie di archi La maggiore ampiezza si
manifestava anche con una fastosit inusuale, laltare corrispondeva alledicoletta sopra la tomba
del santo. Tuttintorno si trovano tutta una serie di edifici sepolcrali che attestano la sistemazione
precedente di un cimitero.

Questo posizionamento della tomba determina


unorientamento particolare della chiesa, il transetto continuo (che non ha divisioni interne), ha uno
sviluppo in altezza uguale a quello centrale; questo transetto orientano ad ovest insieme allabside
determinato dalla presenza dellaltare, segnando una sorta di eccezione rispetto alle architetture
successive, perch subito la morte di Costantino le chiese cambiano orientamento (cio laltare si
trova sempre ad oriente), questo dovuto al fatto che durante il IV secolo c un cambiamento di
liturgia, prima il sacerdote doveva guardare verso est dando le spalle ai fedeli, dopo Costantino si
assiste a questo cambiamento, non troviamo pi chiese orientate ad ovest, se non quella di San
Pietro. E singolare che a partire dalla met del IV secolo tutte le chiese sono orientate in un certo
modo; dopo quattro secoli in seguito allidea della renovazio imperi (sopratutto con Carlo Magno)
ritorna nuovamente in auge la chiesa orientata ad ovest (come San Pietro), tale rimando al mondo
costantiniano era talmente forte da volerlo riproporre in una maniera molto diretta, quindi tutte le
chiese carolingie sono orientare ad ovest esclusivamente per un motivo ideologico (come anche
accade nellarchitettura ottoniana).

Con una lunghezza della navata di 90 metri ed una larghezza di 64 la chiesa era pronta ad
accogliere le folle di fedeli, ma non solo perch la sua funzione era anche quella di cimitero
coperto, in quanto molte persone volevano essere seppellite a fianco del principe degli apostoli,
tanto che vennero costruite anche strutture funerarie esterne, come la tomba degli Anicii

La chiesa quando nasce non ha una cripta, in seguito viene costruita e diventer un riferimento per
tutte le architetture successive (infatti le prime chiese carolingie imitano anche la cripta di San
Pietro), la cripta fu aggiunta successivamente occupa tutto la spazio circolare sottostante la zona
dellaltare, linserimento della cripta comporta il rialzamento del pavimento del presbiterio, le
conseguenze dal punto di vista spaziali sono considerevoli perch la differenza di pavimenti
interrompe la monotonia delle parti.

Questo scavo viene introdotto dinnanzi ad una necessit urgente, ovvero dinnanzi alle minacce
delle invasioni barbariche (sopratutto Ostrogoti in questa fase), si rese necessario proteggere le
reliquie che stavano allesterno della citt portandole allinterno. Nel 604 il papa decide di costruire
la cripta, che prende il nome di semianulare perch forma una forma ad anello sotterraneo
(riprendendo il profilo dellabside), questo tipo di cripta relativamente semplice e avr molta
fortuna nelle chiese contemporanee ed in quelle successive.

La difficolt di collocare questi ambienti sotterranei non incoraggiava molti costruttori, quando le
reliquie divennero numerose la diffusione fu resa necessaria; coloro che non potevano scendere
nella cripta potevano guardare le reliquie dalla zona dellaltare, perch cera una sorta di foro che
lasciava vedere la tomba e la zona sottostante.

Roma in questo periodo era meta di pellegrinaggi, tanto che la zona intorno alla chiesa richiese
numerose variazioni dovute alla collocazione di numerosi ospizi ed ospedali, addirittura certe
monarchie creano dei centri di raccolta per i pellegrini che venivano a Roma; il VI secolo il
culmine di questa prassi religiosa e vede la formazione di un nucleo (lattuale Vaticano) su cui poi
si imposta lo sviluppo dellarea successiva. In seguito Giulio II decide di costruire una nuova
chiesa, smantellando la precedente.

La basilica di San Paolo fuori le Mura

San Paolo fuori le Mura chiaramente voleva essere una copia di San Pietro in Vaticano;
disposta in senso inverso, con l'ingresso a occidente, la nuova chiesa del 385 fu
progettata per provvedere alla tomba di san Paolo un riparo altrettanto solenne e
monumentale della basilica che racchiudeva la tomba di san Pietro: immensa,
costruita sfarzosamente e tale da poter accogliere grandi masse di pellegrini, che
venivano per assistere alle funzioni e venerare la tomba, e da servire inoltre come
luogo di sepoltura.

Le dimensioni, le proporzioni e pochi tratti della muratura originaria sopravvivono,


come ci rimangono numerose illustrazioni; preceduta da un atrio con colonne, la
navata, larga quasi 24 metri si estendeva per l'eccezionale lunghezza di 97 metri. Da
un lato e dall'altro due navatelle fiancheggiavano la navata maggiore, e la loro
ampiezza et pari a quella della navata mediana. Il sacrario di san Paolo si trova sotto
l'altare, vicino all'arco trionfale che separava il transetto dalla navata, un transetto
continuo ma pi alto di quello di San Pietro, copre il sacrario: verso est si concludeva
in una grandiosa abside, come quella di San Pietro. Quattro file di colonne ad arcate
fiancheggiavano la navata centrale e separavano quelle laterali; in quella centrale
sostenevano grossi muri sovrastanti e nelle navatelle dei muri bassi; come a San
Pietro, i muri sostenuti da archi delle navatelle erano forati da una serie di aperture
sotto il tetto. Ventuno finestroni per lato (invece degli undici di San Pietro), ognuno in
asse con gli intercolumni, illuminavano la navata. L'abside re- stava buia, per nel
transetto finestre arcuate e oculi riversavano un'ondata di luce sul sacrario.

I costruttori di San Paolo emularono quelli di San Pietro nelle proporzioni e nella pianta,
compresa la rara soluzione del transetto continuo, ma realizzarono una variante, non
una semplice copia. Il transetto era alto quasi quanto la navata centrale, pi profondo
e pi corto, con i muri delle testate che sporgevano appena al di l del limite delle
navatelle esterne; le ragioni di questa modifica ci sono sconosciute, si sia trattato del
bisogno di pi. Il sacrario inoltre non si trovava sulla corda dell'abside come a San
Pietro, era invece il pi possibile a ridosso della navata; il colonnato della navata
maggiore era coronato da archi anzich da una trabeazione; in luogo della massa
eterogenea di fusti di colonne, basi e capitelli tutti diversi, come avveniva in San
Pietro, gli elementi dei colonnati in San Paolo originariamente erano omogenei. I fusti
palesemente erano stati scelti con accuratezza tra il materiale di spoglio romano,
come i capitelli della navata centrale (quelli al centro furono sostituiti dopo il 442 con
altri di spoglio); ma i capitelli delle navate laterali furono disegnati apposta per
l'edificio. Il tutto riccamente decorato.

La chiesa di Santa Maria Maggiore

La basilica di Santa Maria Maggiore rappresenta meglio di ogni altro monumento


questa rinascenza sistina. L'ampia navata centrale fiancheggiata solo da due navate
laterali, e tutte e tre le navate sono disegnate in proporzioni pacate e maestose.
Lunghe file di colonne con capitelli ionici sostengono una trabeazione classica e
guidano l'occhio verso l'arco trionfale che continuava nell'originario catino dell'abside.
Sui muri della navata centrale, monumentali lesene formavano un secondo ordine,
ogni lesena era fiancheggiata da un doppio ordine di colonnine con scanalature a
spirali ruotanti da sinistra a destra o viceversa, che sostenevano un fregio in stucco a
girali del pi puro disegno classico. Lesene e colonnine inquadravano le finestre,
nonch i riquadri in mosaico della navata centrale, ognuno dei quali era incastonato in
un'edicola con colonne e timpano. Sia nella concezione d'insieme che 24 nei particolari
si avverte uno spirito rivolto al passato pi di quanto non sia il vivace classicismo di
Costantinopoli, pi che altro si sente il ricordo dell'arte traianea.

Santa Costanza
Si tratta di un mausoleo dedicato alla figlia di Costantino (Santa Costanza), qui il vano centrale,
circolare e coperto da una cupola, si innalza da una serie di archi sostenuti da dodici coppie di
colonne composite, dodici finestroni nella parte alta del muro inondano di luce la parte centrale,
questa circondata da un deambulatorio in ombra, coperto da una volta a botte, che nella parte
opposta all'entrata interrotto da un vano pi alto e ben illuminato, una sorta di baldacchino.
Questo sorge al di sopra di una lastra di porfido al di sotto dell'arco mediano del vano centrale,
sulla quale sembra poggiasse un tempo il sarcofago della principessa. Della decorazione
rimangono i mosaici della volta del deambulatorio: in un crescendo, si passa da disegni geometrici,
nella campata d'ingresso o in quelle attigue, a riquadri con viticci e putti, per culminare, nella zona
buia ai lati del sarcofago, in riquadri pieni di racemi e vasellame dorato usato per le libagioni. Di qui
si passava poi ai mosaici del baldacchino, che rappresentavano la Gerusalemme celeste, gli
apostoli sotto forma di agnelli e la volta dorata del ciclo, cos come la decorazione della cupola,
dove scene del Vecchio Testamento su un fondo azzurro erano inquadrate da cariatidi dorate con
pantere bacchiche accucciate ai loro piedi. Tra le finestre e al di sotto di esse i muri del vano
centrale erano rivestiti di marmi policromi. Mate- riali preziosi, luce e colore si fondevano in un
insieme organico, fondato per su elementi visivi non strutturali. Gli archi in corrispondenza degli
assi principali del vano centrale sono impercettibilmente pi larghi e alti degli altri, e ancora quelli
sull'asse longitudinale, sopra e di contro al sarcofago, sono leggermente pi larghi e pi alti di
quelli sull'asse trasversale. Le piccole nicchie nel muro del deambulatorio non corrispondono agli
archi: solo dall'arco opposto al sarcofago diventano interamente visibili.

La chiesa di San Lorenzo a Milano

Legata fortemente alla figura di SantAmbrogio la chiesa di San Lorenzo a Milano, che
certamente uno degli edifici pi celebri dellepoca (anche se linterno venne modificato nel VI
secolo, cambiandone il senso spaziale). Questa chiesa sorgeva lungo una via porticata (come in
tutte le citt imperiali) e il grande atrio separava la chiesa dalla strada porticata (unatrio porticato
che evoca la facciata dei grandi palazzi imperiali, in particolare quello di Diocleziano a Spatalo); la
chiesa originale una chiesa tetraconda (ovvero formata da quattro absidi), il nucleo centrale
circondato da un deambulatorio che si sviluppa al piano terra ed al piano superiore (formano delle
gallerie), le due parti comunicano con il nucleo centrale mediante quattro ampie esedre formate da
cinque arcate che si aprono lungo la costruzione principale; negli angoli, dove sono sistemati i
quadrati, sono occupati da quattro torri. Il nucleo centrale era coperto da una grande volta a
crociera che poggiava su un tamburo quadrato; secondo altri forse vi era una cupola, anche se
lipotesi pi probabile quella della volta a crociere.
Ledificio attuale si presenta come unottagono in quanto i sostegni sono stati trasformati formando
dei pilastri allungati che trasformano il quadrato in ottagono e in conseguenza anche in alzato il
muro quadrato diventato ottagonale e la cupola diventata una volta a padiglione a spicchi.

Una caratteristica fondamentale delledificio il senso delle masse, il quale unaspetto innovativo
rispetto alle architetture che abbiamo incontrato, questa chiesa segna lavvio verso questo nuovo
orientamento verso i volumi e la consistenza fisica delledificio, elementi che qui appaiono ancora
in sordina ma che ben presto cominceranno a manifestarsi nella loro pienezza in tutta larchitettura
alto medioevale fino ad arrivare allavvento del romanico. Probabilmente questo senso delle masse
che si avverte in questa costruzione dovuto ai rapporti SantAmbrogio aveva con il mondo
Germanico, dove in questo momento si costruiscono architetture che esaltano i valori di massa
(come nella basilica costantiniana di Treviri, nella quale si aggiungono una serie di torri, tese ad
esaltare questo effetto del volume).

Nel nostro caso le masse poste agli angoli tendono a modificare una disposizione tradizionale
legata alledificio a pianta centrica, cio in unedificio a pianta centrica lasse centrale quello
dominante (quello intono a cui si radunano le parti circostanti), mentre qui la compresenza di altri
elementi verticali ai lati tendono a togliere enfasi alla preminenza dellasse centrale; gli architetti
cercano di trovare unalternativa al dominio di una sola asse, questa compresenza di assi verticali
saranno molto usati nellarchitettura romanica, ancora in questa fase i vari volumi sono tra di loro
staccati (non formano quindi una composizione organica e tendono a denunziare un problema,
senza per risolverlo pienamente dal punto di vista figurale).

Linterno attuale mostra di come potesse essere la spazialit della chiesa del IV secolo, infatti
anche a quel tempo cerano le esedre aperte verso il vano centrale e certamente la percezione del
visitatore molto vaga e dinamica, perch appunto catturato da una serie di prospettive variegate
ma chiare, cio il visitatore in grado, per via della chiarezza delle strutture (che non sono invase
da mosaici colorati), di percepire la logica strutturale delledificio (diversamente dalloriente dove
anche nelle chiese giustinianee ci sono superfici molto decorate e il visitatore non pu
comprendere immediatamente la logica strutturale, in quanto sembra che le pareti scorrano le uno
nelle altre senza definire un volume chiaro); qui invece gli spigoli sono fortemente marcati ed il
vano si sviluppa in tutta la sua terza dimensione (il mondo bizzantino tende invece ad appiattire
limmagine delledificio). A partire da questo momento lelemento massa viene sempre di pi
esaltato, San vitale a Ravenna erede di questa concezione, nellintento principale della chiesa
quindi quello di esaltare la massa piuttosto che il colore.

Il battistero presenta una struttura antica, interessante per la costruzione della volta a padiglione,
costruita interamente in mattoni e che riprende le tecniche costruttive delle isole egee, ovvero le
volte sono realizzate attraverso la giustapposizione di cerchi concentrici di mattoni, fino a
raggiungere il culmine (ribadendo questa apertura di Milano verso altri mondi).

L'edificio sorgeva fuori delle mura cittadine, per cui difficile che sia stata la normale chiesa di una
comunit, non si ha notizia che qualche reliquia venerata, e la tarda dedicazione a San Lorenzo
esclude l'eventualit che sia stato fondato come martyrium. Tuttavia sorge vicino al palazzo
imperiale, ed quindi possibile che sia stato costruito sotto Aussenzio come chiesa di corte per gli
imperatori (tutti ariani fino al 379) nella cattolica Milano.

Santa Tecla (antica cattedrale met del IV sec d.C.)

Grazie alla presenza di SantAmbrogio la citt dovette ben presto munirsi di una cattedrale, la
quale sorgeva nei pressi dellattuale duomo e che era la cattedrale dedicata a Santa Tecla.

La costruzione risale al IV secolo, leggermente prima della venuta di SantAmbrogio a Milano (nel
573), pero nella parte di completamento il suo intervento dovette manifestarsi pienamente, infatti
quasi tutte le chiese di questa epoca sono controllate da SantAmbrogio o dal suo discepolo, il
vescovo Sempliciano.

La chiesa presenza affinit notevoli con la chiesa di San Giovanni in Laterano (quella che trova
maggiore avvenenza nellarchitettura milanese); come abbiamo visto nella chiesa di San Giovanni
non c la separazione tra il martyrium e la basilica, quindi una costruzione unitaria (cio tutto il
complesso si esaurisce nellimpianto basilicale); inoltre anche il perimetro molto simile, in quanto
ci troviamo di fronte ad uno sviluppo longitudinale di 82 metri e di uno trasversale di 45, non a caso
abbiamo detto che in San Giovanni c un notevole sviluppo longitudinale della navata, che non si
arresta in corrispondenza del transetto ma continua fino ad arrivare alla parete opposta, come
assistiamo in Santa Tecla (dove la navata centrale si sviluppa anche nel presbiterio sino ad
arrivare alla zona absidale, nello stesso modo le navatelle che sembrerebbero interrotte da setti
murari, ma la ricostruzione ancora dubbia). Due profonde ali (presumibilmente utilizzate per
loffertorio) erano affiancate alla zona del presbiterio e non superavano il perimetro delle navatelle,
queste ali erano divise dal resto del presbiterio attraverso cinque archi su colonne, a loro volta
questi spazi sono divisi in due navatelle, divise da un numero di sostegni minore (come accade
anche nelle navatelle che affiancano la navata centrale, esattamente come in San Giovanni in
Laterano)

Sicuramente il senso spaziale di San Giovanni in Laterano si avverte molto e anche la disposizione
dei sostegni della navate ricorda direttamente quelle di San Giovanni, infatti le due fila di sostegni
non sono perfettamente allineate ma sono fra di loro sfasati ed probabile che fossero sormontate
da arcate.

Le maestranze milanese se da un verso guardano larchitettura romana per laltro elaborano


soluzioni nuove, in questo caso quello che rimane incerto nella ricostruzione della chiesa, in
particolare per quanto riguarda lalzato e ancora pi in particolare la parte del transetto, sono state
ipotizzate diverse soluzioni (una secondo la quale potesse essere simile a San Giovanni in
Laterano, cio con le navate pi esterne bloccate da sporgenze).

Lipotesi pi accreditata di pensare che siano tre volumi giustapposti in cui quelle centrale
emerge non in maniera considerevole rispetto agli altri due; questa ipotesi di un transetto a tre parti
di altezza diversa unidea che viene dal confronto con alcune chiese orientali, in particolare di
origine greca (non a caso alla direzione della cattedrale si susseguirono una serie di vescovi
orientali che portano influenze), probabile quindi che larchitettura milanese abbia assimilato
questo modo architettonico e nello stesso lo ha anche trasformato, infatti mentre nelle chiese
greche il transetto modesto, nella chiesa di Santa Tecla il partito realizzato con una
monumentalit notevole. Quindi in questa chiesa ritroviamo una sintesi degli elementi delle chiese
di questo momento, che vengono influenzate in egual modo dallarchitettura romana e
dallarchitettura orientale, con un atteggiamento di elaborazione.

Accanto alla chiesa c il battistero di San Giovanni in Fonte (probabilmente era un mausoleo
antico), che ricorda il mausoleo di Diocleziano a Spatalo o quello di Galerio a Salonicco.

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