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RICERCHE
2
Direttore
Matilde Mastrangelo
Comitato scientifico
Giorgio Amitrano
Gianluca Coci
Silvana De Maio
Chiara Ghidini
Andrea Maurizi
Maria Teresa Orsi
Ikuko Sagiyama
Virginia Sica
Comitato di redazione
Chiara Ghidini
Luca Milasi
Stefano Romagnoli
COLLANA DI STUDI GIAPPONESI
RICERCHE
a cura di
Matilde Mastrangelo e Andrea Maurizi
Copyright MMXIII
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it
isbn 978885485856x
137 $EH.EHODIRWRJUDDFRPHVWUXPHQWRGLQGDJL
ne speculativa
GIANLUCA COCI
157 /DYLDGHOODSRUWDGLSLHWUDqORQWDQD. Interpreta-
]LRQHGLXQDSRHVLDFLQHVHGL6VHNL
GUIDOTTO COLLEONI
339 6RJQLGLGLHFLQRWWLGL1DWVXPH6VHNL
ANDREA MAURIZI
477 /DJXUDGHOODGDPD8NLIXQHQHOWHDWURQ
IKUKO SAGIYAMA
527 <RVKLPLWVXLO0DJQLFR
VIRGINIA SICA
593 /LQJXDHLOOXPLQD]LRQHOLQVHJQDPHQWRGL'JHQ
ALDO TOLLINI
611 $NXWDJDZDH6XVDQRR
PAOLO VILLANI
633 Tutta la verit
TADAHIKO WADA
655 %LEOLRJUDDGL0DULD7HUHVD2UVL
I dieci colori delleleganza
13
14 Japan pop
14 I DIECI COLORI DELLELEGANZA
GIORGIO AMITRANO
15
16 GIORGIO AMITRANO
1
In questo articolo, per la divisione in volumi, ci si riferisce sempre
alledizione giapponese (Murakami, 2009, 2010). Si ricorda che quella italiana
stata pubblicata, nella mia traduzione, in due volumi (Amitrano, 2011, 2012).
4GL0XUDNDPL+DUXNL 17
2
Da ricordare anche lelevato numero di studi su questo libro. Oltre ai tanti
DUWLFROLXVFLWLVXULYLVWHVRQRXVFLWHGLYHUVHPRQRJUDHGHGLFDWHDGHVVR&LWR
DWLWRORGHVHPSLR0XUDNDPL+DUXNLNHQN\NDL$QGHWDO. (2009),
Rubin HWDO (2009), Komori HWDO. (2010).
4GL0XUDNDPL+DUXNL 19
3
1HOOLQFRQWURGHOPDU]R0DULD7HUHVD2UVLPLIHFHQRWDUHODIQLWj
di Aomame, nel suo ruolo di vendicatrice solitaria, con 0RGHVW\ %ODLVH o
con la 6KLUD\XNL KLPH del celebre manga. Non da escludere che anche
questi personaggi abbiano esercitato qualche suggestione su Murakami, che
certamente conosce entrambi. Un modello esplicitamente citato in 1Q84
DQFKHOD)D\H'XQDZD\GHO&DVR7KRPDV&URZQ7KH7KRPDV&URZQ$IIDLU
LOOPGL1RUPDQ-HZLVRQQHOUXRORGLXQDLQWUDSUHQGHQWHGHWHFWLYH
22 GIORGIO AMITRANO
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
CRISTINA BANELLA
1
3HUQRWL]LHELRJUDFKHVXOODXWRUHVLULPDQGDD2JDWD8HGD
H6DZD6KLIIHUW Bisogna tenere conto per che della vita di Buson
si hanno poche notizie sicure. Di conseguenza molti studiosi hanno tentato di
ricavarle dalle sue stesse opere, senza per tener conto del fatto che potrebbero
HVVHUHFRQWDPLQDWHGDQ]LRQHOHWWHUDULD
2
Lo KDLNDL QR UHQJD o semplicemente haikai, era un componimento
dovuto alla mano di pi autori. Si trattava infatti di una poesia lunga che veniva
composta a turno da pi poeti. La prima strofa, chiamata KRNNX ne costituiva
ODSDUWHSULQFLSDOHHQHVVDYDLOWHPD'DWDODVXDULOHYDQ]DODFRPSRVL]LRQH
GLTXHVWDVWURIDHUDDIGDWDDOSRHWDSLHVSHUWRGHOJUXSSRRDTXHOORSL
importante del raduno poetico. Formato da tre versi di cinque, sette, cinque
sillabe, con il tempo lo hokku si distacc dallo KDLNDLQRUHQJD diventando una
IRUPDGLSRHVLDLQGLSHQGHQWHODFXLGLJQLWjOHWWHUDULDYHQQHVDQFLWDDOODQH
del 1800 dal poeta e critico Masaoka Shiki (1867-1902), che le attribu il nome
haiku con il quale rimasta conosciuta (Banella, 1997).
3
Il rosso, ad esempio, era stato fra i suoi preferiti e ricompare in molti
hokku, spesso accompagnato da violenti contrasti. Citiamo la seguente poesia:
%RFFDGHOUHGHJOLLQIHUL&RPHYROHVVHYRPLWDUHXQDSHRQLD(QQR
NXFKL\DERWDQRKDNDQWRVX)XMLWD.L\RWRS7XWWRXQJLRFRGL
27
28 CRISTINA BANELLA
FRQWUDVWLGRPLQDODSRHVLDXQSURWDJRQLVWDWHUULFDQWHqFROWRLQXQDVPRUDFKH
gli deforma il volto nello sforzo di espellere da s un oggetto apparentemente
OHJJLDGURXQRUH4XHORUHSHUzQRQqXQHYDQHVFHQWHFRQYROYRORPDXQD
scarlatta peonia, la cui presenza dipinge di rosso persino la bocca del demone
PHQWUHODPELHQWHULFKLDPDWRGDOSHUVRQDJJLRqOLQIHUQRFRQOHVXHDPPH
tutto lo hokku tinto dal colore rosso senza che questo venga mai menzionato.
Lo hokku successivo, invece, ci consente di apprezzare la capacit di Buson
nel cogliere quei piccoli particolari che losservatore frettoloso o disattento
potrebbe trascurare e che non sfuggono invece allocchio allenato del pittore:
/HUDGLFLGHOFDQIRURLQWULGHVLOHQ]LRVDSLRJJLDGDXWXQQR.XVXQRQH
RVKL]XNDQLQXUDVXVKLJXUHNDQD)XMLWD.L\RWRS,YHUVLQRQ
presentano particolarit stilistiche: precisi nel computo delle sillabe, utilizzano
un linguaggio assolutamente comune. Apparentemente anche la scena banale,
trattandosi di un albero della canfora bagnato dalla gelida pioggia del tardo
DXWXQQR0D%XVRQQRQSDUODGHOODOEHURLQJHQHUDOHVLVVDLQYHFHTXDVL
mesmerizzato, sul particolare delle radici che, o perch pi esposte alla pioggia,
o per maggiore permeabilit del terreno, hanno un colore pi scuro rispetto al
resto.
4
0DWVXR%DVKFLODVFLDYDULYHUVLFKHWUDWWDQRGHOOHVVHUH
umano. Le poesie su questo soggetto per, sono quantitativamente inferiori
rispetto a quelle di Buson e hanno meno variet nel presentare le diverse
tipologie umane e gli atteggiamenti psicologici. Manca anche il fattore tempo,
che vedremo invece in Buson, e difettano di immedesimazione del poeta nella
SVLFRORJLDGHLVXRLVRJJHWWL/HVWHVVHLQVXIFLHQ]HVLULOHYDQRDQFKHSHULVXRL
allievi e per gli KDLMLQ di epoche successive.
,OPRQGRGHOOXRPRQHOORKRNNX 29
5
ORVWHVVR.HQNDUDFFRQWDUHOHSLVRGLRQHOGDQ 238 dello 7VXUH]XUHJXVD
Buson, che conosceva lopera in quanto era uno dei classici del bagaglio
culturale di un EXQMLQ, ne trasse ispirazione per moltissime poesie.
30 CRISTINA BANELLA
/D EUHYH QRWWH HVWLYD q QLWD H FRQ HVVD DQFKH LO IDWLFRVR
turno di lavoro: il sudore e la stanchezza vengono lavati via al
XPHHLOEDJQRDVVXPHODIXQ]LRQHGLXQODYDFURSXULFDWRUH
Senza menzionarla mai, uno hokku che si intride di freschezza:
quella brevissima del mattino estivo dopo unafosa notte e quella
GHOODFTXDGHOXPH0DQRQqVRORXQDVHQVD]LRQHVLFDOH
JXDUGLH FRVu SXULFDWH VHPEUDQR WRUQDUH D QXRYD YLWD OD
freschezza sinsinua nel loro spirito.
6HODIDWLFDVLFDYLHQHTXLLQJHQWLOLWDHGLFRQVHJXHQ]DOR
hokku viene alleggerito della grossolanit che il tema del lavoro
potrebbe comportare, altre volte Buson costruisce intorno alle
attivit umane poesie di puro suono:
$VDNLUL\D /DQHEELDGHOPDWWLQR
NXLXWVXRWR Il toc toc di qualcuno
FKFKWDUL che batte su un paletto
)XMLWD.L\RWRS
Ochikochi Qui e l
ochikochi qui e l
XWVXNLQXWDNDQD battito del NLQXWD
)XMLWD.L\RWRS
LQGLVWLQWRGDOPRPHQWRFKHQRQqFRQQRWDWRSDHVDJJLVWLFDPHQWH
successivamente i caratteri scompaiono, in quanto il poeta non
vuole distrarre il lettore dal suono e dal ritmo: qui abbiamo
infatti sedici sillabe al posto delle canoniche diciassette, ma non
si tratterebbe di un caso di ipometria, in quanto la pausa prima
di NLQXWD sarebbe in grado di supplire alla sillaba mancante.
In entrambe le poesie, la presenza umana segnalata solo dal
VXRQRPDQFDOXRPRLQWHVRLQVHQVRVLFR&RVWUXLWHFRQOR
stesso espediente, ma decisamente pi inquietanti, sono:
6
Leggere i versi in questo modo non costituirebbe un arbitrio o una
forzatura nei confronti della poesia di Buson, dal momento che esistono altri
hokku con lo stesso ritmo o con un ritmo molto simile. Citiamo ad esempio
XQDSRHVLDPROWRIDPRVDIUDTXHOOHGLTXHVWRSRHWD6HFFKHIRJOLHGLVDOLFH
HXQDVRUJHQWHDVFLXWWD3LHWUHTXDHOj<DQDJLFKLULVKLPL]XNDUHLVKL
WRNRURGRNRURFKHDQGUHEEHOHWWDFRPHVHDYHVVHVLOODEH)XMLWD
Kiyoto, 2000, p. 285).
,OPRQGRGHOOXRPRQHOORKRNNX 33
7
Fujita e Kiyoto suggeriscono che si possa trattare di poesie di Du
Mu (803-852). I compilatori dellopera omnia di Buson, per, non danno
alcuna spiegazione sul perch avrebbero tratto questa conclusione che altri
commentatori non avallano. Interessante anche linterpretazione del poeta
+DJLZDUD6DNXWDULOTXDOHDIIHUPDLQYHFHFKHOXVRGHLYRFDEROL
34 CRISTINA BANELLA
1RNRJLULQR ,OVXRQRGXQDVHJD
RWRPD]XVKLVD\R Che povert!
\RZDQRIX\X Notte fonda dinverno
)XMLWD.L\RWRS
cinesi non sarebbe destinato a creare nel lettore limmagine di una scena
ambientata in Cina, come taluni vorrebbero, ma a far nascere la sensazione di
essere in presenza di poesia pura, nobile. Se nello hokku Buson avesse sostituito
le parole VKXVKL (bottega di sake) con il giapponese VDND\D, o il termine XWD al
posto di VKL (poesia), i versi sarebbero stati semplicemente rappresentazione
realistica di una scena forse realmente osservata, e si sarebbe indebolita la
profonda emozione poetica di solitudine e tristezza creata dal vento autunnale
+DJLZDUD S 6HEEHQH OD VWDJLRQH DXWXQQDOH VLD DQFKH SHU QRL
occidentali legata alla malinconia, non ci sentiamo di condividere pienamente
ODYLVLRQHPHODQFRQLFDGL+DJLZDUDFKHLQWHUSUHWD%XVRQLQFKLDYHGLSRHWD
di nostalgia, dal momento che Buson dimostra pi volte una tendenza spiccata
allo humor, al colore vivace, ad elementi che mal saccordano con una lettura
mesta della sua opera.
,OPRQGRGHOOXRPRQHOORKRNNX 35
8
Si tratta della lettura giapponese del nome dello studioso cinese Shao
Kangjie (1011-1077).
36 CRISTINA BANELLA
2004, p. 73).
1HOOLQWHUSUHWD]LRQHGL+DJLZDUDLOVRJJHWWRQRQqGHQLWR
PDqXQHVVHUHXPDQRSHUFKpVHQHRGRQRLSDVVLODFRVWUX]LRQH
grammaticale, per, permetterebbe anche unaltra traduzione
in cui sarebbe la luna a passare sul villaggio e non un uomo.
In questo caso, il carattere desolato che i versi assumono con
OLQWHUSUHWD]LRQHGL+DJLZDUDVDUHEEHPLWLJDWRDQFKHVHUHVWD
lintenzione di Buson di soffermarsi sulla fatica del vivere della
gente comune.
&RPSDVVLRQHVLJQLFDDQFKHFDSDFLWjGLLPPHGHVLPD]LRQH
nelle situazioni in cui gli altri vengono a trovarsi e sensibilit
QHOFRJOLHUHLORURVHQWLPHQWLQHOODSRHVLDVXFFHVVLYDGLHWURDO
VXSHUFLDOHWRQRXPRUHVFRVLQDVFRQGHXQRVJXDUGRLQGXOJHQWH
rivolto al poeta soggetto dello hokku, i cui versi non hanno
ricevuto unaccoglienza favorevole e che di conseguenza non
sar inserito in una silloge:
0LQLVKLPX\D 3HQHWUDWRGDOJHOR
QDNLWVXPDQRNXVKLR Di lei scomparsa il pettine
QH\DQLIXPX nella stanza calpesto
)XMLWD.L\RWRS
9
Buson ha occasionalmente parlato anche di amore omosessuale, come
QHOFDVRGL,OQXPHURGLIUHFFHGHOVXRDPLFKHWWRFKLHGHLOFRPSDJQRSL
DQ]LDQR (6KQHQQR\DND]XWRL\RUXQHQMDEXUL)XMLWD.L\RWRS
170).
,OPRQGRGHOOXRPRQHOORKRNNX 37
10
6LSHQVLDGHVHPSLRDGDOFXQLGHLYHUVLSLIDPRVLGL%DVKFRPH/H
SLRJJHHVWLYHUDFFRJOLHHFRUUH0RJDPLJDZD6DPLGDUHRDWVXPHWH
KD\DVKL0RJDPLJDZD2K*OLXVLJQROL/jGLHWURDLVDOLFLHGDYDQWLDL
cespugli (8JXLVX\D\DQDJLQRXVKLUR\DEXQRPDH)HLQQHLOIDPRVR,O
YHFFKLRVWDJQR8QDUDQDVDOWDXQVXRQRGDFTXD)XUXLNH\DNDZD]X
WRELNRPX PL]X QR RWR &IU ,PRWR +RUL S S H S
'RSR%XVRQDQFKHDOWULWHQWDURQRGLLQVHULUHLOSDVVDJJLRGHOWHPSRQHLYHUVL
Masaoka Shiki, pur concentrato sul mondo naturale, riusc a inserire il tempo
IXWXURLQXQDVLWXD]LRQHFROWDQHOSUHVHQWH$QFRUDLQERFFLRLRUL*OLhagi
DWWHQGRQRODWHPSHVWDGDXWXQQR1RZDNLPDWVXKDJLQRNHVKLNL\DKDQD
RVRNL). Cfr. Masaoka HWDO. (1975, p. 207).
38 CRISTINA BANELLA
11
Il 6RJDPRQRJDWDUL, scritto in periodo Kamakura, appartiene ai JXQNL
PRQRJDWDUL, racconti di guerra di cui fanno parte anche lo +HLNHPRQRJDWDULe
lo +JHQPRQRJDWDUL.
,OPRQGRGHOOXRPRQHOORKRNNX 39
12
Lo +HLNHPRQRJDWDUL unopera composta tra il 1219 e il 1243 che narra
le guerre tra le due famiglie Taira e Minamoto. Lo+JHQPRQRJDWDUL, scritto
probabilmente fra il 1220 e il 1250, narra anchesso delle lotte tra queste due
celebri famiglie, ma mentre nel primo il personaggio principale era Minamoto
no Yoshitsune (1159-1189), qui il ruolo principale svolto da Minamoto no
Tametomo (1139-1170).
40 CRISTINA BANELLA
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
13
Oltre a Masaoka Shiki, di cui abbiamo presentato lo haiku 1RZDNLPDWVX,
anche il suo allievo Takahama Kyoshi (1874-1959) che, rimasto alla testa della
VFXRODFUHDWDGD6KLNLULXVFuQHOWHQWDWLYRGLUDSSUHVHQWDUHLOWHPSR un esempio
GHOODVXDFDSDFLWjqODSRHVLD/DSLRJJLDHSRLLOVHUHQRHQHOJLDUGLQRYLHQH
DFDQWDUHODYHUOD6KLJXUHQWRVKLWHKLKDUHQLZDQLPR]XNLQDNX). Cfr.
Tsubouchi (2002, p. 190).
Catastrofe e rinascita
nella letteratura di Ibuse Masuji
LUISA BIENATI
Premessa
1
Cfr. i numerosi interventi degli scrittori sui giornali nei mesi successivi:
7DZDGD<NR7KH7LPHVPDU]R.D]XPL6DHNL7KH1HZ<RUN7LPHV
marzo), Ry0XUDNDPL7KH1HZ<RUN7LPHVPDU]RH.HQ]DEXU/H
0RQGHPDU]RH7KH1HZ<RUNHUPDU]R<RVKLPRWR%DQDQD0LUURU
PDU]R0XUDNDPL+DUXNLGLVFRUVRGLDFFHWWD]LRQHGHOCatalunya National
PrizeD%DUFHOORQDJLXJQRH7DNDKDVKL*HQLFKLU7KH$VDKL6KLPEXQ
DJRVWR&IUDQFKH.DZDNDPL<RVKLPRWR$D9Y
WUDGLQJOHVH/XNH.DUDVKLPD4XHQWLQ6DNDL
43
44 LUISA BIENATI
2
,Q-DSDQHVHZHKDYHWKHZRUGPXM). It means that everything is
HSKHPHUDO(YHU\WKLQJERUQLQWRWKLVZRUOGFKDQJHVDQGZLOOXOWLPDWHO\GLVDS-
SHDU7KHUHLVQRWKLQJWKDWFDQEHFRQVLGHUHGHWHUQDORULPPXWDEOH7KLVYLHZRI
WKHZRUOGZDVGHULYHGIURP%XGGKLVPEXWWKHLGHDRIPXMZDVEXUQHGLQWR
the spirit of Japanese people beyond the strictly religious context, taking root
in the common ethnic consciousness from ancient times (Murakami, 2011).
&DWDVWURIHHULQDVFLWDQHOODOHWWHUDWXUDGL,EXVH0DVXML 45
&RVWDQWLFXOWXUDOL
,EXVHLVDVSLULWXDOGHVFHQGDQWRI.DPRQR&KPHLZKRKDG
a traditional penetrating understanding of the transience of the
ZRUOG.RNXVDL%XQND6KLQNNDLS sono numerosi
i critici che riconducono la letteratura di Ibuse Masuji alla tra-
dizione classica giapponese, in particolare, alla famosa opera di
.DPRQR&KPHLOR+MNL (Ricordi di un eremo,
FD,EXVH0DVXMLDYUHEEHGHVFULWWROHFDWDVWURQDWXUDOLGHL
suoi racconti giovanili, o le devastazioni della Seconda guerra
mondiale, o nella sua pi famosa opera .XURLDPH (La pioggia
nera, 1965) il bombardamento atomico di Hiroshima, con un
nichilismo e una rassegnazione al fato tipici della tradizione
JLDSSRQHVH)RUPXODWDLQTXHVWLWHUPLQLOLQXHQ]DGL&KPHL
DVVXPHXQVLJQLFDWRQHJDWLYRDOFRQWUDULRSURSULRODVHQVLELOLWj
classica permeata dalle concezioni buddhiste e confuciane offre
a Ibuse la capacit di descrivere eventi traumatici ravvisando in
essi le potenzialit della rinascita.
/HQDOLWjGL.DPRQR&KPHLQHOQDUUDUHOHFLQTXHFDWD-
VWURFKHDYHYDQRFROSLWRODFDSLWDOHQHOSHULRGR+HLDQVRQRHV-
senzialmente di tipo religioso e legate alla sua epoca: egli vuole
dimostrare che gli eventi, le manifestazioni violente della natura
sono un segno dellera escatologica (il PDSSRQHGHOOD/HJJH
cio il periodo della degenerazione della Legge buddhista). Pur
essendo lo +MNL strettamente correlato con la tradizione religio-
sa dellepoca e con le vicende politiche e sociali del suo tempo,
continua a essere un modello di riferimento per gli scrittori che
LQHSRFDPRGHUQDKDQQRGHVFULWWRFDWDVWUR,QSDUWLFRODUHGRSR
LO.DQWGDLVKLQVDL*UDQGHVLVPDGHO.DQWLOWHUUHPRWRFKH
GLVWUXVVH7N\ nel 1923, diversi autori si sono ispirati in modo
GLFKLDUDWRD&KPHLFLWDQGRSDVVLGHOOR+MNL, per esprimere
XQVHQWLPHQWRGLGLVJXVWRQHLFRQIURQWLGLXQPRQGRHIPHURH
decadente (Solci, 2011, p. 2).
Per questa ragione, occorre delineare le caratteristiche del mo-
GHOORFODVVLFRSULPDGLHVDPLQDUHFRPHTXHVWRDEELDLQXHQ]DWR
la percezione della catastrofe nellopera di Ibuse. Il legame tra
46 LUISA BIENATI
/HFDWDVWURQHOOR+MNL
6FRUUHLQFHVVDQWHLOXPHHODVXDDFTXDQRQqPDLODVWHVVD
Nelle sacche, le bolle l si formano qui si dissolvono, non una
di esse rimane per molto: cos per luomo e la sua abitazione
(Fraccaro, 1991, p. 53). Con questo incipit, lautore introduce il
FRQFHWWRGLLPSHUPDQHQ]DFDUGLQHGHOODVXDULHVVLRQHVXOGHVWL-
no delluomo e sulla sua possibilit di salvezza.
Lepoca Kamakura, in cui egli vive, caratterizzata da una
SURIRQGD LQVWDELOLWj SROLWLFD H VRFLDOH VHFRQGR OH FRQFH]LRQL
buddhiste, essa corrispondeva allera del PDSS, cio della de-
JHQHUD]LRQHRGHOODQHGHOOD/HJJH6HFRQGRTXHVWDLQWHU-
pretazione, dopo la morte del Buddha, al periodo della vera legge
(VKE), era seguito quello della Legge apparente (]KHLQQH
dal PDSS
Linsicurezza tipica di questo periodo trova espressione
QHOORSHUDGL&KPHLFKHUDYYLVDQHOPDSS la causa delle ca-
lamit naturali abbattutesi nel recente passato del proprio paese
e descritti nelle prime pagine dello +MNL. Per rendere il senso
dellimpermanenza egli ricorre alla descrizione di cinque cata-
VWURFXLKDDVVLVWLWRGXUDQWHODVXDYLWD
1) la prima risale a un recente passato: un fuoco violento si
allarga allimprovviso, come un ventaglio aperto di colpo, e ri-
GXFHLQXQDQRWWHDIXPRHDPPHVHGLFLGLPRUHSDWUL]LHFRQL
loro inestimabili tesori. Molti muoiono, alcuni riescono a mettere
LQVDOYRODYLWDPDQRQLEHQLSRVVHGXWL/DXWRUHFRPPHQWD/H
azioni delluomo son sempre stolte, ma, tra tutte, idiozia senza
pari davvero perdere il sonno e sperperare patrimoni per costru-
irsi una casa in un posto come la citt, insicura quantaltri mai
)UDFFDURS
&DWDVWURIHHULQDVFLWDQHOODOHWWHUDWXUDGL,EXVH0DVXML 47
VWRULFRVLJQLFDDOODUJDUHODULHVVLRQHDOOHUHDOWjXOWLPHVHFRQGR
lescatologia buddhista.
Le implicazioni sociali della catastrofe sono ben messe in evi-
denza dallautore: egli si concentra sulla fragilit delle costruzio-
ni delluomo, le case, i grandi palazzi dei potenti, che diventano
metafora della vulnerabilit umana e comunitaria. La catastrofe
un capovolgimento sociale: la distruzione delle case e dei palazzi
ha come conseguenza una disgregazione delle relazioni familiari
e della comunit. Egli infatti descrive in modo molto puntuale ed
HIFDFHODULVSRVWDXPDQDDOGLVDVWURQDWXUDOHJOLXRPLQLGHOOD
FDSLWDOHFRVWUHWWLDODVFLDUHLORURSRVWLGLSRWHUHHGLSUHVWLJLRL
ricchi che diventano poveri e tutti sono accomunati da un mede-
VLPRGHVWLQRFKHOLYHGHPHQGLFDQWL,ULFFKLGHOODFDSLWDOHQRQ
potendone pi, offrivano uno dopo laltro averi preziosi per delle
miserie, neanche volessero buttarli via, ma non vera nessuno
che prestava loro nemmeno la pi piccola attenzione... I margini
delle strade pullulavano di mendicanti e non si sentivano altro
che i loro accorati lamenti (Fraccaro, 1991, pp. 58-59).
&RQ TXHVWH FRQFUHWH HVHPSOLILFD]LRQL &KPHL WUDGXFH LQ
termini spaziali, attraverso linstabilit e corruttibilit delle co-
struzioni delluomo, la categoria temporale dellimpermanenza e
dimostra come tutta lesistenza sia pervasa dal PXM
Secondo il buddhismo, PXM (sans. DQLW\D) indica un senso di
continua trasformazione e sottolinea il carattere transitorio e peri-
turo di ogni realt fenomenica. Il desiderio delluomo di immor-
talit o di attaccamento alla realt causa di sofferenza: secondo
le quattro nobili verit insegnate dal Buddha tutta lesistenza
XPDQDqSHUPHDWDGDOGRORUHDOORULJLQHGLWDOHVRIIHUHQ]DFqLO
desiderio, lattaccamento che produce la rinascita, il ri-divenire
QHOODFDXVDOLWjVHQ]DQHGHOVDVUDLOULPHGLRDOODVRIIHUHQ-
za il far cessare la sete, liberandosene attraverso lottuplice
sentiero, ovvero la disciplina meditativa e morale che porta a
una conoscenza superiore, a una progressione sulla via verso il
QLUYa (lestinguersi, lessere al di l della sofferenza).
Un altro aspetto da evidenziare nella percezione della catastro-
IHGHOODXWRUHFODVVLFRqOLQXHQ]DFRQIXFLDQDVHFRQGROLGHD
&DWDVWURIHHULQDVFLWDQHOODOHWWHUDWXUDGL,EXVH0DVXML 49
FDWDVWURIHLQWHQGHQGRFRQTXHVWRWHUPLQHLOWLSRHLOJUDGRGL
disgregazione sociale che segue limpatto di un agente distruttivo
sulla comunit umana (Ligi, 2009, p. 16). A Ibuse interessa il
disastro come agente dimpatto sullindividuo o sulla comuni-
t. Prima di affrontare il tema del bombardamento atomico nel
1965, Ibuse aveva sperimentato a lungo nella sua letteratura le
GHVFUL]LRQLGLFDWDVWURLQRQGD]LRQLLQFHQGLHUX]LRQLJXHUUH
terremoti hanno il denominatore comune nei suoi romanzi di es-
VHUHHYHQWLFKHVWUDSSDQROXRPRGDOSURSULROXRJRVLFRHVRFLD-
le. A partire da .XFKLVXNHQRLUXWDQLPD (La valle di Kuchisuke,
1929), un racconto emblematico del trauma dello sradicamento,
in cui il vecchio guardiano di montagna, sembra smarrire il senso
della propria esistenza perdendo il luogo delle sue radici la sua
casa e la sua valle minacciate dalla costruzione di una diga e in-
FDO]DWHGDXQDPRGHUQLWjLUUHIUHQDELOHQRD.XURLDPH, dove il
protagonista sperimenta la totale assenza di riferimenti spaziali e
lo spaesamento sulle rovine di Hiroshima devastata dallatomica.
La capacit dellautore di descrivere il dramma del bombar-
damento di cui non stato diretto testimone il risultato
di un ricco immaginario che innanzitutto da riportare alla sua
HVSHULHQ]DSHUVRQDOHHGXQTXHHIFDFHSHUFKpUHDOHYHUDPHQWH
vissuto negli anni dellinfanzia e della giovinezza. Due eventi, in
SDUWLFRODUHKDQQRVHJQDWRODVXDYLFHQGDELRJUDFDLOWHUUHPRWR
del 1923 e la Seconda Guerra Mondiale vissuta in prima persona,
come inviato, a Singapore nel 1941.
,QVLHPHDOORUURUHHDOIDVFLQRSHUOHDPPH,EXVHqLPSUHV-
sionato dalle nuvole di fumo che si formano nel cielo:
0HQWUHLOFLHORQRWWXUQRYHQLYDDUVRGDOOHDPPHGL6HOHWDU
sembrava che quel rosso si allargasse sempre pi. Poco prima
dellalba si visto un fumo nero che sembrava una nuvola bian-
52 LUISA BIENATI
FD(UDFRPHXQJLJDQWHVFRRUHGLFDYROR,EXVHDS
175).
,OIXPRGHOOHWDQLFKHQHOODEDVHQDYDOHHUDLOSLVSHWWDFRODUH
La gigantesca torre di fumo penetrava la nube nera e si levava
ancora pi in alto. Sembrava che si ergesse sopra le sue nuvole
ancora pi del monte Fuji. Era un fumo che, senza essere spaz-
zato via dal vento, raggiungeva lo stato superiore dellaria e si
allargava in tutte le direzioni. Giunta la notte, dove si sprigiona-
va quel fumo, erano visibili colonne di fuoco. A volte, quando
si udiva lacuto suono di unesplosione, nuove grandi colonne
di fuoco si ergevano e creavano vortici di fumo che salivano in
spire (Ibuse, 1965a, p. 178).
&HUDQROHQWLPDFRQWLQXLYRUWLFLVXOODVXSHUFLHGHOORVWDJQR
/RVLFDSLYDTXDQGRFDGHYDVXOODFTXDXQSHWDORGLRUHELDQFR
Il petalo bianco vi disegnava un grande cerchio che simpiccio-
OLYDOHQWDPHQWH,JLULDXPHQWDYDQRGLYHORFLWj(DOODQHGRSR
aver disegnato un piccolissimo cerchio, il petalo era risucchiato
dallacqua nel punto centrale del cerchio (Ricca Suga, 1986, pp.
332-333).
solo esprimibile con le immagini impresse nei loro occhi, poi via
via, il tempo e la distanza dallevento consentono una compren-
sione pi piena di quanto realmente avvenuto.
(UDGDYYHURLQFRPSUHQVLELOH
%RPEDDWRPLFDSDUHVLDLOQRPHHVDWWR>@8QDERPEDFKH
VHPEUDDYHUHXQDIRUWLVVLPDHQHUJLDUDGLRDWWLYD>@,QRPLGHO
SLNDGRQ che avevo sentito erano diversi: allinizio una nuova
arma, poi un nuovo tipo di bomba, unarma segreta, un
nuovo tipo di bomba speciale, una bomba speciale ad alta ca-
pacit. Oggi per la prima volta ho saputo che si chiama bomba
atomica (Bienati, 1993, p. 373).
QRQHUDHQWUDWDWXWWDODFLWWjGL+LURVKLPDWDS
,OSRHWD0L\RVKL7DWVXMLVFULYH*OLRUURULUDFFRQWDWLLQTXHVWH
opere sono al di l delle parole. Non ci sono parole che potrei
aggiungere. Noi siamo obbligati a un silenzio che sta oltre il lin-
guaggio (Treat, 1995, p. 41). La letteratura deve riuscire a esse-
re realistica e allo stesso tempo leggibile, umana. /DSLRJJLD
QHUD stata considerata il capolavoro del JHQEDNXEXQJDNX (let-
teratura sulla bomba atomica) proprio per la capacit stilistica
e retorica dellautore che riuscito a mantenere in equilibrio la
tensione tra linguaggio e silenzio, tra tragedia e ironia. Ibuse usa
innanzitutto il linguaggio delle immagini a lui consueto, crean-
do cos la sensazione che la catastrofe venga percepita dai suoi
personaggi come altri disastri naturali potevano essere descrit-
WLXQDFRORQQDGLIXRFRULVDOLYDWXUELQDQGRDOWDQHOFLHORXQ
IXPRQHURFRPHGDXQHUX]LRQHqSDVVDWRXQODPSRXQ
PRVWURGLQXYRODXQDSDOODGLOXFHIRUWLVVLPDDFFHFDQWHXQ
PRVWUXRVRFXPXORGLQXEL$VVRPLJOLDYDQHOODVXDVWUXWWXUD
ai nembi che avevo visto in una foto del grande terremoto del
.DQW0DTXHVWRFXPXORVLDOOXQJDYDDOWRQHOFLHORODVFLDQGRVL
dietro un largo gambo. Sulla cima si andava allargando, spesso,
FRPHXQIXQJRFKHGLVFKLXGHLOVXRRPEUHOORODQXYRODIXQJR
DYHYDXQDIRUPDSLVLPLOHDXQDPHGXVDFKHDXQIXQJRFLIX
un enorme boato. La terra trem e una colonna di fumo nero sal
DFLUFDVHWWHRWWRFHQWRPHWULDQRUGRYHVWXQJUDQGHYRUWLFHGL
DPPHHEEHOLPSUHVVLRQHFKHXQDVFLQWLOODEOXSDOOLGRVDHW-
WDVVHQHOFLHORHVLSRWUHEEHFRQWLQXDUHDOXQJR/DGHVFUL]LR-
ne del momento dellesplosione riportata di continuo, attraver-
VRJOLRFFKLHODSURVSHWWLYDYLVLYDGLWDQWLSHUVRQDJJL$OODQH
TXHVWDWHFQLFDKDORVFRSRGLFHUWLFDUHODUHDOWjFRPHVFULYH
Alberto Casadei (2000, p. 123):
6SD]LRVLFRHVSD]LRVRFLDOH
La mia idea di quel momento era che il B29 avesse lasciato ca-
dere un ordigno tossico, che ci aveva accecato, e che il nostro
WUHQRIRVVHVWDWRLOGLUHWWREHUVDJOLR>@)XXQRVKRFNYHGHUH
che le case accanto erano quasi tutte crollate, rase al suolo, e
tutto era ricoperto da onde di tegole (Bienati, 1993, pp. 86-87).
3
Luso della lista come tecnica letteraria presente in molti altri passaggi
dellopera, come lelenco dei cibi, dei nomi dei pesci, dei nomi della bomba
ecc.
&DWDVWURIHHULQDVFLWDQHOODOHWWHUDWXUDGL,EXVH0DVXML 59
DOOXQJDQROHORUROLQJXHWUHPRODQWLQHOOHQHVWUHHSHQHWUDQRGDS-
pertutto (Bienati, 1993, p. 138). Quando Shigematsu raggiunge
la sua casa la trova disastrata, inagibile, la cucina del vicino vo-
ODWDQHOVXREDJQR,OULWURYRFRQLIDPLOLDULVRSUDYYLVVXWLQRQ
il ritrovare il proprio microcosmo ma linizio del vagabondare
sulle macerie con lunica speranza di raggiungere una stazione
e da l fuggire lontano. Luogo di riparo degli sfollati diventa il
dormitorio della fabbrica di Ujina che Shigematsu riesce a rag-
giungere con la moglie Shigeko e con Yasuko: il deserto di cene-
re non muto, le voci dei sopravvissuti ricominciano a scrivere
la storia di una comunit:
IDUGHOORXQSHVRLQGHVFULYLELOHFKHUDGGRSSLDYDWULSOLFDYDLO
carico della sua responsabilit (Bienati, 1993, p. 53). Paura del
manifestarsi della malattia atomica, discriminazione verso chi
si trovava nelle zone colpite, impossibilit del ritorno a una vera
normalit. Il problema concreto con cui egli si confronta e che
fa da trama principale alle tante storie narrate di dimostrare,
contro le diffuse e malevole dicerie, che la nipote Yasuko era
lontana dallepicentro nel momento dello scoppio. Condizione
essenziale per la prospettiva di un matrimonio, della procreazio-
ne, di una continuit della famiglia. A differenza di tutte le altre
FDWDVWURFKH,EXVHKDQDUUDWRODQXEHDWRPLFDKDDOOXQJDWRL
suoi tentacoli di morte anche verso il futuro. Un incipit di questo
genere, a una lettura attenta, vuole mettere in evidenza la tragica
unicit del disastro di Hiroshima. La catastrofe ha sempre la ca-
ratteristica dellimprevedibilit ma un bombardamento nellago-
sto del 1945 era un evento prevedibile, quasi annunciato (Bienati,
SFLzFKHVFRQYROJHLOVLVWHPDGLVLJQLFD]LRQHqOLQ-
GHQLELOLWjGHOODUPDVFRQRVFLXWD,QGHQLELOHQHOQRPHFRPH
abbiamo visto, ma soprattutto imprevedibile negli effetti. La di-
sgregazione sociale provocata dalla catastrofe va cos oltre lim-
mediato disastro. Non un caso che tutte le scrittrici che hanno
narrato, prima e dopo Ibuse, la pioggia nera abbiano dato voce
DOODVSHFLFLWjIHPPLQLOHGHOOHVSHULHQ]DGHOORKLEDNXVKDcio la
continuit nel tempo del dramma della bomba, che resa meta-
foricamente dal motivo ricorrente del sangue. Non pi il sangue
delle descrizioni dei testimoni ma il sangue dei cicli biologici
della donna, che riportano con ossessione alla paura delle perdite
GLVDQJXHFDXVDWHGDOODPDODWWLDDWRPLFDHDOODSDXUDGHOSDUWR
il sangue rimanda alla trasmissione genetica della contaminazio-
ne da radiazioni, che fa sorgere la paura della procreazione, e
che simbolicamente diventa elemento di continuit del 6 e del
DJRVWRWUDXQDJHQHUD]LRQHHODOWUD+D\DVKL.\NRFKHVLq
fatta carico di essere il raccontastorie (NDWDULEH) del dramma di
Nagasaki, contrapponendo la scrittura e la testimonianza allero-
VLRQHGHOOREOLRKDVFULWWR/DYLWDGLRJQLJLRUQRQRQqDOWURFKH
62 LUISA BIENATI
,OFLFORGHOODQDWXUDODVWRULDLOGHVWLQR
WKHFRQXHQFHDVLQDERG\RIZDWHUDQGKLVWULEXWDULHVRIWKH
G\QDPLFIRUFHVRI,EXVHVQDWXUDOZRUOG7UHDWS
,EXVHWUDGXFHODJUDYLWjGHOODQQXQFLRGHOODVFRQWWDVRORLQ
quel gesto simbolico, il deporre le lance.
La storia che leggiamo sui libri di storia quasi assente dal ro-
manzo. Il nemico il nemico, non ha nome n nazionalit. Una
sola volta, in riferimento al dopoguerra, compare la parola for-
ze di occupazione americane: un cenno polemico allAtomic
%RPE&DVXDOW\&RPPLVVLRQFKHHVDPLQDYDLQGHWWDJOLRLSULPL
sintomi con cui si manifestava la malattia ma non si occupava di
come curare i malati (Bienati, 1993, p. 307). Che la guerra sia
ODFDXVDGLWXWWRQRQqLQYHFHGHWWRWUDOHULJKHWXWWLLSHUVRQDJJL
lhanno vissuta per anni sulla loro pelle, ma lautore non propone
alcuna analisi del ruolo del paese e alcuna ricerca delle respon-
sabilit (ricordiamo che scrive lopera nel 1965). Ibuse ha uno
sguardo antropologico, non storico: gli interessa la reazione della
sua gente (la storia dei libri era gi nota a tutti).
2QHDOZD\VIHHOVWKDWZKDWFRQFHUQVKLPPRVWLVQRWWRPDNHD
FRPIRUWDEOHPRUDOLVWLFGLVWLQFWLRQEHWZHHQULJKWDQGZURQJRU
to separate neatly human from inhuman behaviour, but rather
WRXQGHUVWDQGDVFOHDUO\DVSRVVLEOHZKDWPDGHRUGLQDU\KXPDQ
EHLQJVEHKDYHWKHZD\WKH\GLGUHJDUGOHVVRIZKLFKVLGHWKH\
stood on and get to the bottom not of their inhumanity, but
precisely of their human aspect (Liman, 1992, p. 329).
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
GIOVANNI BORRIELLO
69
70 GIOVANNI BORRIELLO
1
,WDQL 0RURKDVKL8HGD7DLVKGDLJDNX
7HUDMLPD 6XJLPRWR 6KLQR]DNL .DPHL 6DW
6K\NHQ+LGD6XJDZDUD6KLQPXUD<DPDPRWR
+DLJKDUD
2
*LOHV0DWKHZ:X,QVWLWXWV5LFFL
3
0RURKDVKL8HGD+LGD6XJDZDUDHKDUD
Per tale kokujiKDUD H+LGD6XJDZDUDULSRUWDQRDQFKHLOOHPPDWVXNL, lemma
che confermato anche dal .MLHQper lo stesso carattere , come forma mod-
erna di WRNL.
4
0RURKDVKL 8HGD +LGD 6XJDZDUD <DPDPRWR
+DLJHKDUD$QFKHQHO.MLHQ riportato il kokuji
per il lemma QLR utilizzato come vecchia forma per NDLWVXEXUL.
74 GIOVANNI BORRIELLO
5
0RURKDVKL8HGD+LGD6XJDZDUD+DLJH
KDUD3HULOOHPPDFKLGRUL il .MLHQoltre a riportare lo stesso kokuji,
riporta anche la variante .
6
Variante del kokuji riportata esclusivamente in Itani (1936).
7
Morohashi (1955) 8HGD 6XJLPRWR +LGD 6XJDZDUD
+DLJHKDUD3HUORVWHVVRFDUDWWHUHKDUDULSRUWDDQFKH
i lemmi WVXJXPLe VKLNLVKLNL. Il lemma WVXJXPL riportato nel .MLHQcon lo
VWHVVRVLJQLFDWRPDULSRUWDQGRSHUHVVRXQDOWURkokuji . Per il lemma VKLJL,
il .MLHQriporta invece il carattere .
8
8HGDH+LGD6XJDZDUD
9
0RURKDVKL8HGD+LGD6XJDZDUD HKDUD
Per il lemma NLNXLWDGDNL, il .MLHQriporta i caratteri .
10
Morohashi (1955, come LNDUXJD), Ueda (1965, come LNDUXJD+LGD
6XJDZDUD+DLJHKDUDDQFKHSHULOOHPPDWDNDKH). Per
il kokuji Haig riporta i lemmi LNDUXJDe LNDUX. Anche il .MLHQper LNDUXriporta
il kokuji in questione .
11
KDUD9DULDQWHGL QLR.
,NRNXMLGHOODIDXQDYRODWLOH 75
12
<DPDPRWR+LGD6XJDZDUDKDUD3HULOOHPPD
X]XUD, il .MLHQriporta il carattere .
13
+LGD6XJDZDUDKDUD3HULOOHPPD\RWDND, il .MLHQ
riporta i caratteri .
14
.RNXMLULSRUWDWRHVFOXVLYDPHQWHGDKDUD3HULOOHPPD\DPD-
GRUL, il .MLHQriporta i caratteri .
15
.RNXMLULSRUWDWRHVFOXVLYDPHQWHGDKDUD2OWUHDOOHPPDkiji-
EDWRKDUDULSRUWDDQFKHLOOHPPDWVXMLEDWR. Nel .MLHQil lemma NLMLEDWR
reso con , mentre WVXMLEDWR con
16
.DPHL +LGD 6XJDZDUD KDUD 3HU LO OHPPD
NDVKLGRUL, il .MLHQriporta i caratteri .
17
KDUD,OOHPPDVKLJL riportato nel .MLHQFRQORVWHVVRVLJQL-
cato, ma riportando per esso un altro kokuji . Si veda nota 7.
18
+LGD6XJDZDUDKDUD3HULOOHPPDNDVDVDJL, il .MLHQ
riporta il carattere .
19
KDUD3HULOOHPPDVKLWVXGRUL, il .MLHQriporta i caratteri .
20
7DLVKGDLJDNXKDUD3HULOOHPPDKRWRWRNLVX, il .MLHQ
riporta i caratteri .
21
KDUD3HULOOHPPDPL]RJRL, il .MLHQriporta i caratteri .
76 GIOVANNI BORRIELLO
22
KDUDPer il lemma NXLQD, il .MLHQriporta i caratteri .
23
KDUDPer il lemma VKLWRGR, il .MLHQriporta i caratteri .
24
+LGD6XJDZDUDHKDUD3HULOOHPPDWREL, il .MLHQri-
porta il carattere .
25
KDUDPer il lemma WVXUX, il .MLHQriporta il carattere .
26
KDUDPer il lemma WVXJXPL, il .MLHQriporta il kokuji .
27
7DLVKGDLJDNX+LGD6XJDZDUDHKDUD3HULO
lemma kamo, il .MLHQriporta il carattere .
28
0RURKDVKL KDUD ,O FDUDWWHUH q UHJLVWUDWR DQFKH GDL
GL]LRQDULFLQHVL0DWKHZH,QVWLWXWV5LFFLFRPHNXD
29
KDUDPer il lemma PR]X, il .MLHQriporta il carattere .
30
+LGD6XJDZDUDHKDUD3HULOOHPPDPLVDJR, il .MLHQ
riporta il carattere .
31
KDUDPer il lemma WVXJXPL, il .MLHQriporta il kokuji .
,NRNXMLGHOODIDXQDYRODWLOH 77
32
KDUDPer il lemma PR]X, il .MLHQriporta il carattere .
33
KDUDPer il lemma VX]XPH, il .MLHQriporta il carattere .
34
KDUDPer il lemma VX]XPH, il .MLHQriporta il carattere .
35
+LGD6XJDZDUD KDUD
36
KDUD3HULOOHPPDNDUDVX, il .MLHQriporta il carattere .
37
7DLVKGDLJDNX+LGD6XJDZDUD KDUD3HULO
lemma KDVKLWDNDo KDLWDND, il .MLHQriporta il carattere .
38
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDX]XUD, il .MLHQri-
porta il carattere .
39
.DPHL +LGD 6XJDZDUD KDUD Per il lemma
NDVKLGRUL, il .MLHQriporta i caratteri .
40
KDUDPer il lemma PLVDJR, il .MLHQriporta il carattere . Il
kokujiqDWWHVWDWRDQFKHQHLGL]LRQDULFLQHVL0DWKHZ e Institut Ricci
(2001) come TX.
41
KDUD
78 GIOVANNI BORRIELLO
42
+LGD6XJDZDUD<DPDPRWR HKDUD3HULOOHPPD
PLVDJR, il .MLHQriporta il caratterH
43
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDWVXEDPH, forma
moderna per WVXEDNXUDPH, il .MLHQriporta il carattere .
44
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDWVXUX, il .MLHQri-
porta il carattere .
45
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDXJXLVX, il .MLHQ
riporta il carattere .
46
+LGD6XJDZDUD KDUD
47
7DLVKGDLJDNX (1967), +LGD6XJDZDUD KDUD3HULO
lemma kamo, il .MLHQriporta il carattere .
48
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDWVXJXPL, il .MLHQ
riporta il kokuji .
49
Riportato solo in KDUDPer il lemma IXNXU, il .MLHQriporta il
carattere .
50
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDWVXEDPH, forma
moderna per WVXEDNXUDPH, il .MLHQriporta il carattere .
51
Riportato solo in KDUDPer il lemma WREL, il .MLHQriporta il
carattere .
,NRNXMLGHOODIDXQDYRODWLOH 79
52
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDVDJL, il .MLHQri-
porta il carattere .
53
Ueda (1965), +LGD6XJDZDUD KDUD,Okokuji altres
confermato dal .MLHQper il lemma WVXJXPL.
54
KDUDPer il lemma PR]X, il .MLHQriporta il carattere .
55
KDUDPer il lemma WVXJXPL, il .MLHQriporta il kokuji .
56
KDUD3HULOOHPPDKD\DEXVD, il .MLHQriporta il carattere .
57
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDZDVKL, il .MLHQ
riporta il carattere .
58
+LGD6XJDZDUD<DPDPRWR HKDUD3HULOOHPPD
LVXND, il .MLHQriporta il carattere .
59
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDVKLWRGR, il .MLHQ
riporta i caratteri .
60
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDVKLWRGR, il .MLHQ
riporta i caratteri .
61
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDQLZDWRUL, il .MLHQ
riporta il carattere .
80 GIOVANNI BORRIELLO
62
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDVKLWRGR, il .MLHQ
riporta i caratteri .
63
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDKRWRGRNLVX, il .MLHQ
riporta i caratteri .
64
6XJLPRWRKDUD3HULOOHPPDNRNDUD, il .MLHQriporta i
caratteri .
65
5LSRUWDWRVRORLQKDUD
66
8HGD6XJLPRWR+LGD6XJDZDUD KDUD,O
.MLHQconferma luso del kokuji per il lemma EDQ. Luso del carattere altres
presente in nel dizionario cinese Institut Ricci (2001) come IDQ.
67
0RURKDVKLKDUD3HULOOHPPDKLEDUL, il .MLHQriporta
i caratteri .
68
Sugimoto (1972), +LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPD
NXLQD, il .MLHQriporta i caratteri .
69
Morohashi (1955, come LNDUXJD), Ueda (1965, come LNDUXJD 6DW
+DLJHKDUD anche per il lemma WDNDKH). Per il kokuji
Haig riporta i lemmi LNDUXJDe LNDUX. Anche il .MLHQper LNDUXriporta il kokuji
in questione .
,NRNXMLGHOODIDXQDYRODWLOH 81
70
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDXJXLVX, il .MLHQ
riporta il carattere .
71
7DLVKGDLJDNX +LGD6XJDZDUD KDUD3HULO
lemma ND\DNXNL, il .MLHQriporta il carattere .
72
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDWDND, il .MLHQri-
porta il carattere .
73
6XJLPRWRKDUD3HULOOHPPDVKLMNDUD, il .MLHQriporta
i caratteri .
74
6K\NHQ+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPD
WVXJXPL, il .MLHQriporta il kokuji .
75
+LGD6XJDZDUD KDUD3HULOOHPPDWDND, il .MLHQri-
porta i caratteri .
82 GIOVANNI BORRIELLO
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
ADRIANA BOSCARO
Personaggi:
Nane, JRQGROLHU
7DUedokko
HOFyGHJD, guida
Premessa
85
86 ADRIANA BOSCARO
Prologo
7DUqXQXRPRFROWRORQWDQRGLVFHQGHQWHGLXQRWVML di
Nagasaki e conosce alcune parole di portoghese e latino. La sua
IDPLJOLDqGDJHQHUD]LRQLRUPDLD(GRH7DUSXzYDQWDUVLGL
essere un genuino edokko$PLFRGL$VDQRVKLQ6KLGNHQ1 si
fatto imprestare il suo ventaglio magico ed giunto a Venezia.
Dimenticavo, per esigenze di copione capisce e parla litaliano.
Sul Molo, tra le colonne di San Marco e Tdaro, incontra il
gondoliere Nane dello stazio gondole di Santa Maria Zobenigo
(del Giglio), risalente al 1011. un bravuomo, un po ingenuo
e credulone: insomma, come si dice, un toco de pan (a dire il
YHURLQYHQH]LDQRVLGLUHEEHXQjPRQDPDODVFLDPRSHUGHUH
per non fare confusioni). E infatti ascolta a bocca aperta quanto
spiega el cdega. Cera bisogno di un cdega che facesse da gui-
da ai due, visto quanto Nane imbranato. Il cdega (dal greco
odegos, guida) a Venezia era un uomo che, munito di lampada
e a pagamento, accompagnava i nobili sino al portone di casa in
quanto girare per le buie calli di notte era pericoloso. Il nostro
cdega invece guider gratis i due in giro per la citt, fornendo
dotte informazioni. Preferirebbe parlare in veneziano, e lo fa con
1DQHPDFRQ7DUVLVIRU]DGLXVDUHOLWDOLDQR
1
$VDQRVKLQ6KLGNHQqLOSURWDJRQLVWDGL)U\6KLGNHQGHQ (1763) di
Hiraga Gennai, al quale un VHQQLQ dona un ventaglio di piume capace di tra-
sportarlo in un baleno in paesi stranieri dove apprende che tutto apparenza e
FKHLOGLYHUVRQRQHVLVWHPDVRORFKHLFRVWXPLGLIIHULVFRQRGDFRQWUDGDD
contrada. Trad. it. /DEHOODVWRULDGL6KLGNHQ (Boscaro, 20103).
'LDORJRLPPDJLQDULRWUDXQJRQGROLHUHXQHGRNNRHXQFyGHJD 87
7DU6RQRJLDSSRQHVH0LFKLDPR7DU3LDFHUHGLFRQRVFHU-
ti.
Nane: Come ti g fato a arrivar sul Molo? Da dove ti vien? E
cossa ti fa qua?
7DU: Come te lo dico unaltra volta. Vengo da Edo e voglio
visitare questa splendida citt. Sono molto simili: due citt dac-
TXDGLPHUFDQWLGLDUWLVWLGLVFULWWRULGLIHVWHGLPDVFKHUHHGL
bordelli.
Nane: Cossa ti sa de Venessia? Mi del Giapon so qualcossa
dal0LOLRQ de Marco Polo, ma ti de Venessia?
7DU: Caro mio, non sono il primo giapponese a visitare la
citt! Due secoli fa, quattro miei compatrioti vi passarono ben
dieci giorni. Si chiamavano Mancio, Michele, Martino, Giuliano.
Nane: Ostregheta! nomi nostri? e cossa grili vegnui a far?
7DU: Erano dei ragazzini battezzati dai gesuiti e mandati in
Europa da Alessandro Valignano per far vedere al Papa i progres-
si del cattolicesimo in Giappone.
Nane: Davero? e parcossa a Venessia?
7DU: Perch hanno girato in lungo e largo tutta lItalia con
diverse tappe, accolti ovunque da folle festanti. A Venezia sono
arrivati in battello da Ferrara, con sosta a Chioggia. Una volta
in Bacino con un corteo di gondole fecero unentrata trionfale,
come dissero.
Nane: Speta, speta: come sara a dir, dissero?
7DU: Esiste un libro2 che narra il loro lungo viaggio (otto
anni!) con dettagliate descrizioni di quello che hanno visto.
Scritto in latino anche una miniera di informazioni su tutte le
citt e gli Stati visitati.
Nane: In latin? Ti cognossi el latin?
2
Si tratta del 'H0LVVLRQH/HJDWRUYP,DSRQHQVLXPDG5RPDQDPFXULDP
UHEXVT LQ (XURSD DF WRWR LWLQHUH DQLPDGXHUVLV 'LDORJYV ([ (SKHPHULGH
,SVRUYP/HJDWRUYP&ROOHFWYV ,Q6HUPRQHP/DWLQYP9HUVYVDE(GXDUGR
GH6DQGH6DFHUGRWH6RFLHWDWLV,HVYIn Macaensi portu Sinici regni in domo
Societatis Iesv cvm facultate Ordinarij, & Superiorum. Anno 1590. Scritto
da Alessandro Valignano. Una prima traduzione italiana, a cura di Marisa Di
Russo, in via di completamento.
88 ADRIANA BOSCARO
3
A partire dallXI secolo le prigioni della Serenissima si trovavano nel-
la parte sottotetto del Palazzo Ducale, poi furono spostate nel Palazzo delle
Prigioni collegato con il Ponte dei Sospiri. I Piombi prendono nome dal fatto
che il tetto era ricoperto da lastre di piombo rendendo le celle invivibili per il
calore. Vi furono imprigionati Giordano Bruno, Daniele Manin, Silvio Pellico,
Giacomo Casanova, Nicol Tommaseo. Nei Pozzi, celle sotterranee al disotto
del livello dellacqua e quindi umide e malsane, stavano invece i condannati
comuni.
'LDORJRLPPDJLQDULRWUDXQJRQGROLHUHXQHGRNNRHXQFyGHJD 89
4
Veronica Franco (Venezia 1546-1591), poetessa, fu lesempio pi cele-
bre di FRUWLJLDQDRQHVWDHWKRQRUDWD della Venezia rinascimentale. Frequent
mecenati e uomini colti, e dal 1570 fece parte del circolo letterario pi famoso
in citt, quello di Domenico Vernier. Scrisse due volumi di poesie: 7HU]HULPH
QHO'DWDqGDOFLHOODIHPPLQLOEHOOH]]DSHUFKpHOODVLDIHOLFLWDWHLQ
WHUUDGLTXDOXQTXRPRFRQRVFDJHQWLOH]]DH/HWWHUHIDPLOLDULDGLYHUVL nel
1580 che comprendono cinquanta lettere e due sonetti in onore di Enrico III di
Francia, conosciuto sei anni prima. Al ritiro dallattivit, a quarantanni, fond
un ricovero per ex prostitute.
5
0DIR9HQLHU9HQH]LD5RPDPHPEURGHOODIDPLJOLDSD-
trizia dei Venier, arcivescovo e poeta. Autore di numerose poesie erotiche in
veneziano, attacc duramente coi suoi scritti Veronica Franco. Frequent da
cortigiano varie corti italiane e nel 1583, per i suoi meriti letterari, fu nominato
arcivescovo di Corf.
6
Giorgio Baffo (Venezia 1694-1768), poeta, ricopr incarichi minori nella
magistratura veneziana. Ebbe una vita licenziosa che trasmise nelle sue opere,
si scontr con Goldoni, scrisse sonetti dinvettiva contro il papato, i gesuiti, gli
inquisitori di stato. Ma soprattutto versi erotici che riscossero lammirazione di
6WHQGKDOHGL$SROOLQDLUHFKHGLOXLGLVVH4XHVWRFHOHEUHVLOLWLFRVRSUDQQR-
minato losceno, lo potremmo considerare il pi grande poeta priapeo mai esi-
stito, ma, al contempo, uno dei massimi poeti lirici, e ne tradusse in francese
'LDORJRLPPDJLQDULRWUDXQJRQGROLHUHXQHGRNNRHXQFyGHJD 91
JUDQSDUWHGHOOHRSHUH(&DVDQRYD*HQLRVXEOLPHSRHWDQHOSLOXEULFRGHL
generi, ma grande e unico. Baffo fu sempre coerente con le sue idee, non si
spos mai sostenendo che era vergognoso da parte di un uomo far felice una
sola donna quando poteva farne felici almeno mille, e mor in totale povert.
7
I FDOFDJQpWL erano stivaletti in legno e cuoio con la suola molto alta per
permettere alle donne di non sporcare lorlo del vestito nelle strade in terra bat-
tuta sempre fangose. Divennero di moda e sempre pi alti tanto che il Senato ne
viet luso per le troppe interruzioni di gravidanze dovute a cadute. Rimasero
TXLQGLSUHURJDWLYDGHOOHFRUWLJLDQHFKHVLDIGDYDQRDOODUWHGHLFDOHJKHUL (i
FDO]RODLGHLULFFKLRVHHUDQRLQGLIFROWjQDQ]LDULHDL]DYDWHUL (calzolai dei
poveri, da ]DYDWH, ciabatte).
92 ADRIANA BOSCARO
TXDUWLHUHOHVWRULHGDPRUHHGLWUDGLPHQWRGLVDFULFLHGLDPDQ-
ti suicidi. Un mondo tutto particolare. cos anche il Castelletto?
el cdega: No, purtroppo no, ma quanto dici davvero inte-
ressante. E le donne che si mettono in mostra sono tutte vestite?
7DU: Certo! Perch?
Nane3HUFKpTXHOHGHO&DVWHOHWROHJDOHWHWHLQIRUD*KH
[HDQFDHO3RQWHGHOH7HWWH
el cdega3LDQRSLDQR7DUqYHURFKHFqTXHVWRSRQWHHGq
vero che queste donne scostumate si mettevano al balcone mezze
nude per attirare gli uomini che passavano sul ponte, ma anche
vero che i clienti interessati a loro calavano sempre di numero in
quanto lomosessualit era molto diffusa.
Nane$K$KLUHFLyQL8
el cdega: Tasi. A quel punto furono le donne stesse a chiede-
re di poter essere pi provocanti e il Senato acconsent in quan-
to processava e condannava a morte (in pubblico, come monito)
gli omosessuali. E nella tua citt come sono considerati?
7DU: A Edo e in tutto il Giappone la situazione ben diversa,
e non c ostilit nei confronti del rapporto omosessuale che deve
seguire per certe regole ben precise. Ma un po complicato da
spiegare.
el cdega: Non importa. Allora, continuiamo il nostro giro o
siete stanchi?
7DU: Io devo cercare un posto per dormire, qualche consi-
glio?
el cdega: Puoi stare a casa mia se vuoi, sto qui vicino.
7DU: Davvero? 6RUHZDDULJDWDL. Grazie mille. Ma dove sia-
mo?
el cdega: Qui siamo a San Trovaso, che sarebbe San Gervasio
H6DQ3URWDVLR
Nane: Sempre sparagnini sti venessiani!
8
5HFLzQ termine veneto con il quale in modo scherzoso si apostrofa un
omosessuale. Dato che per vezzo (o per farsi distinguere) portavano un orec-
chino (UHFuQDOORERVLQLVWURVLGLFHYDFKHHOUHFuQ xe sempre tac al UHFLzQ.
'LDORJRLPPDJLQDULRWUDXQJRQGROLHUHXQHGRNNRHXQFyGHJD 93
JRFRFFRGULOORDGHVWUDLSDWURQLGL9HQH]LD/HFRORQQHGRYHYD-
no essere tre, ma una cadde in mare durante lo sbarco.9
7DU: Guarda, guarda. Che cosa curiosa, il leone sembra un
NDUDVKLVKL senza ali.
Nane: Cossa x un carascisci?
7DU: .DUDVKLVKLYXROGLUHOHRQHFLQHVHHODVXDUDIJXUD-
zione in pietra posta a protezione allentrata dei templi, anzi
spesso sono due. In Cina non ci sono leoni e quindi di fantasia.
Ma a guardarlo bene anche questo leone un po strano!
el cdega: Hai ragione, infatti non un leone ma una chimera
alla quale sono state aggiunte le ali perch il leone di San Marco
ha le ali.
7DU: Ma i due non si guardano, come mai?
el cdega: Vedi, le due colonne sono come la porta di Venezia,
pronta ad accogliere tutti e il fatto che i due guardino verso le-
VWHUQRVLJQLFDSURSULRTXHVWRFKHLEDWWHQWLVRQRVSDODQFDWLD
dare il benvenuto.
Nane$WXWLDWXWL]XGHLWRGHVFKLPRULWXUFKLJUHJKL
7DU: Mi vengono in mente i WRULL, che sono dei portali dac-
cesso ai santuari shintoisti. Su due colonne verticali in legno
poggia una trave leggermente ricurva: il tutto dipinto in rosso
vermiglio. Un WRULL segna lentrata in uno spazio sacro e queste
colonne mi danno la stessa sensazione. Ma parlami un po del
meraviglioso palazzo alla nostra sinistra.
el cdega: il Palazzo Ducale, la casa dei dogi e simbolo
del potere della Serenissima. Risale al nono secolo quando vi si
WUDVIHULURQRGD0DODPRFFRHGHUDXQDFRVWUX]LRQHIRUWLFDWDFRQ
9
Esistono versioni diverse sulla provenienza delle due colonne monolitiche
in granito, di centinaia di tonnellate luna, situate sul Molo. La pi accreditata le
fa provenire da Tiro conquistata nel 1124 dal doge Domenico Michiel (in carica
dal 1118 al 1130). Le colonne in realt erano tre su tre vascelli diversi, ma uno
col a picco proprio davanti al Molo e la colonna sprofond nella fanghiglia dei
fondali. Le due rimanenti rimasero a lungo a terra in orizzontale in quanto im-
SRVVLELOLGDWLUDUVXQFKpXQWDO1LFROz%DUDWWLHULFRVWUXWWRUHEHUJDPDVFRFRQ
un ingegnoso sistema di cordami bagnati e zeppe di legno riusc nellintento.
'LDORJRLPPDJLQDULRWUDXQJRQGROLHUHXQHGRNNRHXQFyGHJD 97
10
Le barene sono lembi di sabbia e fango coperte di erbe palustri invase
dalle acque dellalta marea, e sono attraversate da canaletti naturali, detti JKHEL.
Le YHOPHGDPHOPDVRQRWHUUHQLSDOXGRVLFKHDIRUDQRVROWDQWRGXUDQWHXQD
eccezionale bassa marea e non hanno vegetazione.
11
Il merdasser era personaggio noto in tutte le grandi citt europee e com-
pariva nei luoghi con grandi assembramenti. Dotato di un grande cappello (la
sera con un lumino rosso), reggeva due secchi di legno che ricopriva con il
largo mantello che poi proteggeva anche il cliente. Dapprima per gli offriva
una SHVVHWWD, cio una pezzuola per pulirsi, a queste tariffe con pagamento an-
WLFLSDWRoLQTXHVFKqLSDUODSHVVHWWDWUHVFKHLVHQ]DSHVVHWWDPDGLHVHVFKHL
se ti la vol neta (cinque soldi per la pezzuola, tre se non la vuoi, ma dieci se la
vuoi pulita) che non ha bisogno di commenti.
98 ADRIANA BOSCARO
12
Se si eccettuano rari toponimi con una denominazione moderna (Via
Garibaldi, Via XXII Marzo, Campo Manin) a Venezia citt non vi sono calli,
campi, rii con nomi di personaggi illustri, ma solo riferimenti ad arti e mestieri,
santi ed eventi (Rio Ter degli Assassini). Al Lido invece sono relegati i dogi
e i condottieri, e i nomi di battaglie vinte e perse.
'LDORJRLPPDJLQDULRWUDXQJRQGROLHUHXQHGRNNRHXQFyGHJD 99
2*RGZKDWJUHDWNLQGQHVV
+DYHZHGRQHLQWLPHVSDVW
And forgotten it,
7KDWWKRXJLYHVWWKLVZRQGHUXQWRXV
2*RGRIZDWHUV"
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
CLAUDIO CANIGLIA
&KLDYHVVHODYHQWXUDGLHVVHUHD.\WRQHOODSULPDGHFDGHGL
settembre potrebbe avere occasione di assistere a uno spettacolo
che si ripete ininterrottamente dal periodo Muromachi. Un folto
gruppo di \DPDEXVKL1 VL DOORQWDQD GDO WHPSLR 6KJRLQ QHOOD
parte nord-orientale della citt, accompagnato dal suono della
conchiglia KRUDJDL.2 I J\MD3 indossano un peculiare costume in cui
RJQLGHWWDJOLRKDXQSUHFLVRVLJQLFDWRVLPEROLFRDFFXUDWDPHQWH
descritto nei testi dottrinari segreti del periodo medievale. Alla
particolare stola buddhista, \XLJHVD,4 sono applicate delle sfere il
cui colore varia in base al numero di scalate rituali eseguite. Il suo
VLPEROLVPRFRPHVSHVVRDFFDGHQHOOR6KXJHQGqPROWHSOLFH
(VVDqLGHQWLFDWDFRQODSODFHQWDOHVIHUHVRQRDQFKHFKLDPDWH
1
Gli \DPDEXVKL(lett. coloro che dormono nelle montagne) sono i pra-
WLFDQWLGHOOR6KXJHQGOHWWODYLDGHOODFTXLVL]LRQHGHOSRWHUHDWWUDYHUVROH
pratiche ascetiche) per questo chiamati anche VKXJHQMD.
2
Lo KRUDJDL la conchiglia della &KDURQLDWULWRQLV, un grosso mollusco di
cui sono particolarmente ricche le coste della penisola di Kii (dove si estende la
FDWHQDGHOOPLQH*OL\DPDEXVKL la usano per scandire particolari momenti
del rituale (di solito apertura e chiusura) e per comunicare tra loro a distanza
durante lascesa in montagna.
3
*\MDVLJQLFDSUDWLFDQWH,OWHUPLQHVLWURYDDQFKHQHOEXGGKLVPRFLQH-
se in riferimento agli aspiranti monaci di et superiore ai 16 anni. Cfr. Zrcher
(1989, pp. 30-31).
4
Il NHVD (sans. NV\DqODVWRODEXGGKLVWD,OVXRVLJQLFDWRVLPEROLFRq
di particolare rilievo nel buddhismo cinese e giapponese. Cfr. Faure (1995, pp.
335-369).
103
104 CLAUDIO CANIGLIA
ERQWHQ,5WHUPLQHFKHLQGLFDLOFLHORGL%KUDP,OSLFFRORFDSSHOOR
di stoffa laccata nera, WRNLQ, che copre solo la sommit della fronte,
associato ai dodici LQQHQ, le cause di esistenza condizionata
(Miyake, 1986). La pelle, KLVVKLNL, un tempo di daino e ora di
FHUYRRGLWDVVRFKHDSSHVDDLDQFKLVFHQGHOXQJRODSDUWH
posteriore del corpo ed usata per sedersi pi comodamente sulle
rocce e sul terreno aspro del percorso montano, assimilata al
leone cavalcato dal ERGKLVDWWYD0DxMXU3DUWHGHOFRUUHGRqLO
bastone NRQJ]XH, che ritenuto avere il potere di scacciare i
demoni ed un indispensabile aiuto lungo gli impervi sentieri di
montagna. Esso simboleggia la non dualit del PDDOD grembo
e del PDDOD diamante.6 Il suono della conchiglia KRUDJDL
assimilato alla voce del Dharma (Suzuki gakujutsu zaidan, 1977,
p. 281). Nel periodo medievale e di Edo il corredo era pi ampio
e comprendeva una sorta di altare portatile in legno (oi) che gli
VKXJHQMD caricavano sulle spalle per trasportare VWUD e oggetti
rituali. Alla sua sommit veniva posta una scatola di legno
(NDWDEDNR), e questo atto veniva anchesso assimilato dai testi
VKXJHQalla non dualit dei due PDDOD e allunione del padre e
della madre (Suzuki gakujutsu zaidan, 1977, pp. 282-283).
Il corteo sosta di fronte al Kumano MLQMD, allangolo tra
0DUXWDPDFKL H +LJDVKLML GUL, dove si recitano dei VWUD
(JRQJ\) in onore delle stesse divinit, quelle di Kumano,
venerate nel santuario, a cui si far visita alla conclusione del
5
Per la prima interpretazione, cfr. Miyake (1986). Quella relativa ai ERQWHQ
mi stata cortesemente indicata dal reverendo Miyagi Tainen, abate del tempio
6KJRLQ/R\XLJHVD munita di sfere caratteristica degli \DPDEXVKL apparte-
nenti alla branca Honzan (facente capo, dal periodo Kamakura, prima al tempio
2QMMLHSRLDOOR6KJRLQ*OL\DPDEXVKL dellaltra importante branca dello
6KXJHQGOD7]DQhaOHJDWDVWRULFDPHQWHDO.IXNXMLGL1DUDHGDOSHULRGR
GL(GRDOWHPSLR'DLJMLGL.\WRLQGRVVDQRXQNHVD differente a cui sono
applicati, in luogo delle sfere, due cerchi metallici (le ruote del Dharma).
6
I due PDDOD WDL]NDL (sans. JDUEKDGKWX) e NRQJNDL(sans. YDMUDGKWX)
sono i principali cosmogrammi del buddhismo esoterico. Nei testi religiosi del
medioevo giapponese diventano una sorta di schema ermeneutico per linter-
pretazione di ogni aspetto della realt.
,OFDPPLQRGHOPDDOD 105
7
Lo =DLN\QLNNL'LDURGL.\WR di Motoori Norinaga (1730-
1801) racconta di un gran numero di \DPDEXVKLUDJJUXSSDWLVLD.\WRQHO
SHUSDUWHFLSDUHDOOHQWUDWDLQPRQWDJQDGHOOR6KJRLQQRNXER
pp. 116-127).
8
Lett. colui che cammina davanti. Sono gli \DPDEXVKLdi grado superiore
FRQUXROLGLYHUVLHJHUDUFKLFDPHQWHGHQLWLLQEDVHDOQXPHURGLVFDODWHULWXDOL
eseguite. Nel periodo medievale svolgevano anche la funzione di guide durante
i pellegrinaggi a Kumano.
106 CLAUDIO CANIGLIA
9
Gli hika sono tramandati oralmente e vengono pronunciati in corrisponden-
za di alcune tappe del percorso (di solito contestualmente allesecuzione di de-
terminati riti).
10
Per un resoconto delle varie tappe del Q\EXGHOOPLQHFIU6ZDQVRQ
(1981, pp. 55-84) e Gorai (1970, pp. 154-221).
,OFDPPLQRGHOPDDOD 107
,OSHUFRUVR<RVKLQR.XPDQRSXzHVVHUHLQIDWWLGHQLWRXQ
contesto culturale denso, luogo di accumulazione e di sintesi
di pratiche discorsive e rituali, in cui, nellarco dei periodi Heian
e Kamakura, viene stabilito uno dei paradigmi principali della
relazione delluomo giapponese con lo spazio montano.
/R6KXJHQGqQHOORVWHVVRWHPSRLOULVXOWDWRHLOTXDGURLQ
cui questo paradigma viene elaborato a partire dalle pratiche
ascetiche individuali, spesso estreme, del periodo di Nara e della
SULPDSDUWHGHOSHULRGR+HLDQQRDJLXQJHUHDOODFRQVXHWXGLQH
delle entrate in montagna in gruppi organizzati, che segna
linizio di un processo di istituzionalizzazione che raggiunger il
suo apice nel periodo Muromachi.
I due poli del percorso ascetico, Yoshino e Kumano, hanno una
storia culturale antica che precede lintroduzione del buddhismo.
Essi diverranno centri in cui la religione importata elaborer
nuove forme in relazione a quelle preesistenti.
La montagna di Yoshino, il Kinbusen,11 venerata gi in
epoca prebuddhista come Mikumari QR \DPD OD PRQWDJQD
dispensatrice delle acque (Hori, 1966, pp. 13-16). Una leggenda
YXROHFKHGDVRWWRLOWHPSLRSULQFLSDOHOR=DGVLGLSDUWDQRWUH
XPL0L\DNHSS,QVLHPHDOPRQWH.DWVXUDJL
VLWXDWRDVXGGLVDNDLO.LQSXVHQGLYLHQHQGDOSHULRGRGL1DUD
luogo di elezione per lo svolgimento delle pratiche ascetiche.
Il racconto dello +RQFK VKLQVHQ GHQ (Storie di immortali
taoisti del Giappone, VIIVHFRORFKHQDUUDGLFRPH(QQR*\MD
avesse costruito un ponte dal Katsuragi a Yoshino, testimonia
limportanza che i due siti dovevano avere per i primi praticanti
(Calzolari, 1984, pp. 57-61). La storia dellarea strettamente
OHJDWD DOOHPHUJHQ]D GHOOR 6KXJHQG H DO VXR SURFHVVR GL
ULVLJQLFD]LRQHUHOLJLRVDGHOORVSD]LRPRQWDQR8QDOHJJHQGD
riportata nel .LQEXVHQKLPLWVXGHQ (Resoconto segreto del monte
11
&RQODGHQL]LRQHPRQWDJQDGL<RVKLQR<RVKLQR\DPDanticamente
anche Kinbusen o Kane QRPLWDNH) si intende unarea abbastanza vasta che si
HVWHQGHQRDO6DQMJDWDNHFLUFDNP'DO6DQMJDWDNHVLFRQVLGHUDLQL]LOD
FDWHQDGHOOPLQHFKHVLHVWHQGHYHUVR.XPDQR
108 CLAUDIO CANIGLIA
GRURXQWHVWRGHOOR6KXJHQGGHOSHULRGR0XURPDFKLULIHULWD
DQFKHVVDD(QQR*\MDQDUUDGLFRPHODVFHWDLQPHGLWD]LRQH
sul Kinbusen, avesse invocato il manifestarsi di una divinit
che salvasse gli esseri viventi nel periodo di decadenza della
Legge buddhista (PDSS). Le prime forme ad apparire furono
TXHOOHGLN\DPXQLJLDSS6KDND0DLWUH\DJLDSS0LURNX
H$YDORNLWHYDUDJLDSS.DQQRQPDDFDXVDGHOORURDVSHWWR
benevolo, (QQR*\MDQRQOHULWHQQHDGDWWHDVFDFFLDUHLGHPRQLH
a salvare i pi reticenti. Solo quando il Buddha si manifest nella
IRUPDWHUULFDGL.RQJ=DJRQJHQ, divinit irata rappresentata
mentre brandisce un YDMUD (NRQJWUDOHDPPHLQSLHGLVXXQD
roccia, come se emergesse dal cuore della montagna, lasceta la
consider adeguata ad avvicinare alla Legge anche i pi restii e
ne istitu il culto sul monte (Suzuki gakujutsu zaidan, 1976, p.
3).12/DOHJJHQGDGL=DFKHQHOOHHYLGHQ]HWHVWXDOLSLDQWLFKH
troviamo indicato come ERGKLVDWWYD e solo a partire dal tardo
periodo Heian come JRQJHQ (sans. DYDWUD) (Suzuki, 2011, pp.
143-145), testimonia un momento importante nello sviluppo
della religione giapponese: quello dellelaborazione del concetto
di KRQMLVXLMDNX(lett. terreno essenziale e manifestazione).
Secondo questa teoria, le divinit autoctone sarebbero
manifestazioni (VXLMDNX) di buddha e ERGKLVDWWYD, che ne
FRVWLWXLUHEEHURODVSHWWRLQFRQGL]LRQDWRHLQFRQWLQJHQWH=D
DGHVHPSLRVDUHEEHODPDQLIHVWD]LRQHGHOODWULDGHN\DPXQL
0DLWUH\D$YDORNLWHYDUDFRPHVLHYLQFHDQFKHGDOODOHJJHQGD
sopra riportata). Lelaborazione della teoria dello KRQMLVXLMDNX
era contestuale a un processo di fusione tra kami e buddha
provocato dal diffondersi capillare del buddhismo che, uscendo
dalle roccaforti aristocratiche, conquistava nuovi territori,
inglobando le preesistenti divinit o creandone delle nuove.
Questa azione culturale, che aveva spesso la funzione di
ridisegnare in forma buddhista realt cultuali gi consolidate,
era s operata dal potere religioso istituzionale, ma in molti casi
12
3HUXQDGLVDPLQDGHOOHYDULHOHJJHQGHHGHOOHYROX]LRQHGHOFXOWRGL=D
cfr. Miyake (1985, p. 254) e Suzuki (2011, pp. 141-168).
,OFDPPLQRGHOPDDOD 109
faceva leva sul carisma di santi e asceti, che non di rado erano
in una posizione dialettica, o quantomeno ambivalente, rispetto
a quello stesso potere.13 Nellambito della produzione letteraria
degli HQJL (cronache dellorigine dei siti religiosi), che gioca un
importante ruolo nel processo di legittimazione dellapertura e
della buddhizzazione dei luoghi sacri (specie di montagna),
quasi sempre un asceta o un santo, in seguito a una visione o
allincontro con un personaggio che si rivela essere messaggero
o incarnazione della divinit di montagna (\DPD QR NDPL), a
istituire le nuove realt cultuali (Gorai, 1989, pp. 122-128).
,OSURFHVVRGLVWUDWLFD]LRQHGHLVLJQLFDWLFKHYHQJRQRPDQ
mano attribuiti allarea sacra appare ancora pi evidente se
rivolgiamo la nostra attenzione a Kumano. Nel 1LKRQJL (Annali
del Giappone, 720), Arima vicino Kumano indicato come il
luogo di sepoltura di Izanami, morta dopo aver dato alla luce
LOGLRGHOIXRFR$VWRQS/DGLYLQLWjGHOOR6KLQJ
uno dei tre principali centri di culto di Kumano, Hayatama QR
kami nato dallatto di Izanagi, elemento maschile della coppia
FHOHVWHGLVSXWDUHSHUSXULFDUVLGRSRDYHUURWWRLOHJDPLFRQOD
consorte-sorella Izanami (Aston, 2008, p. 31). Anche Susanoo,
altro frutto delle abluzioni di Izanagi, risiede, secondo il 1LKRQJL,
nelle montagne di Kumano prima di ricongiungersi a sua madre
Izanami nellaldil (Aston, 2008, p. 59).14
.XPDQRqLQROWUHQGDOODQWLFKLWjOXRJRGHOODOHJLWWLPD]LRQH
del potere imperiale. Jinmu, fondatore della stirpe Yamato
vi conduce, infatti, la sua campagna di conquista della parte
RULHQWDOHGHOSDHVH$VWRQSS6RWWROLQXHQ]D
del buddhismo e delle altre correnti religiose provenienti dalla
13
,OUDSSRUWRGHOOR6KXJHQGFRQLOSRWHUHLVWLWX]LRQDOHqFRQWURYHUVRQ
GDOOLQL]LRGHOODVXDVWRULD/DVWHVVDYLFHQGDGHOIRQGDWRUH(QQR*\MDFKHIX
EDQGLWRGDOOLPSHUDWRUHqHVHPSOLFDWLYD,OUDSSRUWRDPELYDOHQWHFRQLOSRWHUH
LVWLWX]LRQDOHqDQFKHGRYXWRDOODOLPLQDOLWjLQVLWDQHOODJXUDGHOOR\DPDEXVKL.
Cfr. Bouchy (2005, pp. 111-173).
14
$OFXQL FRPH$VWRQ OR LGHQWLFDWR FRPH XQ PRQWH GHOOD UHJLRQH GL
Izumo, Kuma nari (oggi monte Tengu), nei cui pressi vi un importante tempio
dedicato alle divinit di Kumano.
110 CLAUDIO CANIGLIA
15
<RVKLQRHUDVRWWRLOFRQWUROORGHO.IXNXMLGL1DUDQRWRULDPHQWHXQDURF-
FDIRUWHGHOSRWHUHGHL)XMLZDUD,OUDSSRUWRWUDOHGXHUHDOWjHUDFRQWURYHUVRSRL-
FKp<RVKLQRDYHYDFHUFDWRSLYROWHGLVYLQFRODUVLGDOOLQXHQ]DGHO.IXNXML
Cfr. Tyler (1989, pp. 143-180).
16
Contestualmente con la crescente importanza di Kumano, i JRQJHQ di-
vennero dodici (Kumano MQLVKDJRQJHQ).
17
8QRGHLQXFOHLSLDQWLFKLGHOOHSUDWLFKHDVFHWLFKHVXLPRQWLGHOOPLQH
il centro di Shinzen nel versante rivolto verso Kumano. Il vicino villaggio di
,OFDPPLQRGHOPDDOD 113
19
La teoria dellIlluminazione originaria (KRQJDNXVKLVURQ) si basa sul
concetto che in ogni essere gi presente,KLFHWQXQF, lo stato di illuminazione,
quindi non vi sostanziale differenza tra stato condizionato e incondizionato.
Il Monte Hiei il centro in cui la teoria viene elaborata e dove d luogo a una
ricca produzione dottrinaria.
,OFDPPLQRGHOPDDOD 115
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
ROSA CAROLI
$VXGGHO.DQGDJDZD
119
120 ROSA CAROLI
1
Il campo di equitazione copriva unarea di 650 per 55 metri in cor-
ULVSRQGHQ]DGHJOLDWWXDOLQXPHULFLYLFLHGL1LVKL:DVHGD6DQFKPH
:DVHGDHGLQWRUQL 121
GL 2ZDUL XQD GHOOH WUH IDPLJOLH GHSXWDWH D IRUQLUH LO VXFFHV-
sore alla guida del EDNXIX in assenza di eredi dello VKJXQ.
Nellimmenso giardino, che ospitava anche una fornace dove
erano prodotte UDIQDWHFHUDPLFKHLPHPEULGLTXHVWDLPSRU-
tante casata fecero riprodurre le ben note 53 stazioni del Tkaid
compreso un rifacimento del Monte Hakone alto circa 45 metri,
realizzato con la terra ricavata dallo scavo di un laghetto che si
HVWHQGHYDSHUROWUHPLODPHWULTXDGUDWLODVWD]LRQHGLSRVWDGL
2GDZDUDQHLSUHVVLGHOORVWHVVR0RQWH+DNRQHIXLQYHFHIHG-
elmente riprodotta dalloriginale. Occupando unarea di oltre 45
ettari che giungeva sino al santuario Anahachiman, alla cui es-
tremit meridionale sorge ora il campus Toyama dellUniversit
Waseda, essa era la pi estesa tra tutte le tenute dei GDLP\ a Edo,
ed oggi parte del Parco Toyama (9DSRULVS$NLUD
SS:DOH\S
/DFROOLQDGHOOHFDPHOLH
,O&KLQ]DQVGL<DPDJDWDFRQQDYDDRYHVWFRQXQDOWURWHU-
reno sul quale un altro illustre personaggio dellepoca, Tanaka
Mitsuaki (1843-1939), fece costruire nel 1897 un moderno edi-
FLRLQVWLOHJLDSSRQHVH,QVHJXLWRLOOXRJRGLYHQQHQRWRFRPH
6KXHQOHWWLOJLDUGLQRGHOODSLRJJLDVXLEDQDQLGDLYHUVLGL
una poesia qui composta da Morohashi Tetsuji (1883-1982), ce-
OHEUHORORJRHVLQRORJRROWUHFKHFRPSLODWRUHGHOPRQXPHQWDOH
dizionario cinese-giapponese 'DLNDQZDMLWHQ, altres noto come
il Morohashi. Originario di Tosa e uno dei negoziatori dellal-
OHQ]DWUD&KVKH6DWVXPDDIDYRUHGHOODUHVWDXUD]LRQHGHOSR-
tere imperiale, Tanaka mantenne la guida del Ministero della
Casa Imperiale dal 1898 sino al 1909 (Titus, 1974, pp. 122-124).
Egli anche ricordato come generoso benefattore dellUniver-
sit di Waseda, cui don rari libri e preziosi manoscritti, due dei
quali sarebbero stati designati come tesori nazionali,2 oltre a
FDOOLJUDHHVFULWWLGLDWWLYLVWLGHOOD5HVWDXUD]LRQH0HLMLFKHFRP-
pongono la collezione ,VKLQVKLVKLLERNX $XWRJUDHGLSDWULRWL
scomparsi della Restaurazione). Nel 1932, egli avrebbe ceduto
OR6KXHQD1RPD6HLMLIRQGDWRUHHSULPRSUHVL-
GHQWHGHOODIDPRVDFDVDHGLWULFH.GDQVKD1HOODSDUWHVXSHULRUH
del giardino, che tuttora propriet della famiglia, sarebbe stato
HGLFDWRLO.GDQVKD1RPDNLQHQNDQXQPXVHRDSHUWRQHO
per celebrare i novanta anni dallistituzione della casa editrice.
/R6KXHQFKLXVRLQYHFHDOSXEEOLFRDYUHEEHSUHVWDWRODVFHQD
a varie riprese televisive (Nagamura, 2008).
2
Si tratta del /LML]LEHQVKX\L(giapp. 5DLNLVKLKRQVRJL, Classico dei riti
edizione annotata) di epoca Tang (618-907) e dello <XSLDQ (*\RNXKHQ, Il libro
di giada) GL*X<HZDQJ
:DVHGDHGLQWRUQL 125
6XOORVWHVVRFRQQHRYHVWGHO&KLQ]DQVDVXGGHOODSURSULHWj
di Tanaka, stava un eremo in passato noto come 5\JHQDQOHWW
leremo segreto del drago), in cui si dice avesse trovato dimo-
ra Matsuo Bash. Trasferitosi a Edo nel 1672, il celebre poeta
avrebbe vissuto qui nel periodo in cui, tra il 1677 e il 1680, prest
servizio per la manutenzione del vicino canale, forse al servizio
di un GDLP\ che aveva una delle sue residenze nella zona. Pare
che Bash amasse vivere in questo luogo tranquillo, dove sin-
WUDWWHQHYDDFRQYHUVDUHFRQXQPRQDFR]HQGHO5\genan e da
cui poteva godere lampia veduta dei campi di riso al di l del
XPH'RSRODPRUWHGHOPDHVWURLVXRLVHJXDFLIHFHURFRVWUXLUH
XQHGLFLRQHOJLDUGLQRGHO5\genan, il BashG, dove posero
una statua del poeta fatta di legno di banano giapponese (EDVK,
appunto). Il 5\genan prese cos a essere noto come Sekiguchi
BashDQOHUHPRGLBashD6HNLJXFKL
4XHVWROXRJRIXUDIJXUDWRQHOGD8WDJDZD+LURVKLJH
nella quarantesima delle sue &HQWRFHOHEULYHGXWHGL(GR, quella
intitolata 6HNLJXFKLMVXLEDWD%DVKDQWVXEDNL\DPD (Leremo di
%DVKVXOODFROOLQDGHOOHFDPHOLHQHLSUHVVLGHOODFTXHGRWWRGL
Sekiguchi). Qui, nascosto tra pini e ciliegi, leremo sulla collina
VLDIIDFFLDVXOXPHDOGLOjGHOTXDOHODYHGXWDVLDOODUJDVXOOD
piana di Waseda. Dietro leremo, si scorgono due alti alberi af-
DQFDWLVLWUDWWDSUREDELOPHQWHGHLGXHLPSRQHQWLDOEHULVDFULGL
ginkgo biloba che si trovano tuttora in cima ai gradini che condu-
cono al Suijinja, il piccolo santuario dellacqua da cui la divinit
YHJOLDVXOXPHVRWWRVWDQWH
Nella veduta di Hiroshige non si scorgono tuttavia le camelie,
che pure davano il nome alla collina, n lerta salita che stava tra
il Suijinja dalleremo di %DVK5HDOL]]DWDIRUVHQHODUUDP-
picandosi in poco pi di sessanta metri sino alla piana di Mejiro,
fu chiamata dalla popolazione di Edo Munatsukizaka (la salita
FKHWUDJJHLOSHWWR Data la vicinanza al santuario dellacqua,
era per anche detta Suijinzaka. Risalendo oggi Munatsukizaka
si incontrano molti dei luoghi sinora descritti, alcuni dei quali
JXUDYDQRLQHSRFD(GRWUDOHORFDOLWjIDPRVHQHJOLLWLQHUDUL
turistici della citt: dapprima il Suijinja a sinistra e, sul lato op-
126 ROSA CAROLI
SRVWROLQJUHVVRGHO%DVKDQVHJXLWRGDOOR6KXHQGHL1RPD$
PHWjVDOLWDOLQJUHVVRGHOOR(LVHL%XQNRGHJOL+RVRNDZDVXOOD
sinistra e, subito dopo, larea su cui sorge il Wakeijuku. Si tratta
di un dormitorio maschile per studenti universitari in cui allog-
gi, dopo essersi iscritto nel 1968 alla Facolt di Lettere della
vicina Universit Waseda, anche Murakami Haruki. Qui egli
avrebbe ambientato il suo 1RUXZHLQRPRUL (1RUZHJLDQ:RRG
che scoppia nel Giappone del 1987 come uno dei pi grossi e
inattesi eventi letterari del dopoguerra (Amitrano, 2006, p. X).
%HOWHPSR>@'D2WDNLEDVKLUDJJLXQJR:DVHGDLQDXWREXV
>@'DOFDSROLQHD3 attraverso a piedi il ponte Komatsuka. Guar-
do i giovani alberi dallaria melanconica nella piana di Meijiro,
gli antichi pini e lallungarsi dei sani e verdi germogli allinterno
dellingresso del %DVKDQ6XXQDFRORQQDDOOLQJUHVVR>VLOHJ-
JH@FLUFRVFUL]LRQHGL.RLVKLNDZDULRQHGL6HNLJXFKLGDLQXPH-
URVLWRVWRULFRGL%DVKDQ>@3URFHGROXQJROHUWDVDOLWD
>0XQDWVXNL]DND@QRDOOLQJUHVVRHGRSRXQDYLVLWDGLULQJUD-
]LDPHQWRDOSLFFRORVDQWXDULR>6XLMLQMD@VXOFLJOLRGHOODVWUDGDH
una breve pausa sotto gli alberi di ginkgo, ripercorro in autobus
la strada di ritorno (Nagai, 1964, pp. 32-33).
3
Allepoca, il capolinea era di fronte a Waseda shako, lautorimessa che
resta ancora oggi sulla Shin Mejiro GUL.
4
/HUHPRGL%DVKIXULFRVWUXLWRGRSRODQHGHOODJXHUUD
128 ROSA CAROLI
,OFRQWHGL:DVHGDHODVXDYLOOD
6HRJJLLOSDQRUDPDQRQIRVVHLQWHUURWWRGDYDULHGLFLGDL
piedi della VDOLWDFKHWUDJJHLOSHWWRGDOSLFFRORVDQWXDULR
dellacqua, dalleremo del genio dello haiku e, anche, dal ponte
Komatsuka si potrebbe ancora scorgere il luogo in cui, nel 1884,
NXPD6KLJHQREXWUDVIHUuODSURSULDUHVLGHQ]DGXHDQQLGRSR
aver fondato la Tky senmon gakk (Istituto distruzione supe-
riore di Tky), divenuta nel 1902 Universit Waseda.
Ancora oggi, tra gli studenti delluniversit corre voce secon-
do cui la ragione che avrebbe indotto Yamagata a trasferirsi sulla
collina delle camelie nel 1878 fosse quella di guardare dallalto
il suo rivale politico. Pare infatti che lacquisto della propriet
IRVVHDYYHQXWRQHOHFKHLQVHJXLWRNXPDYLWUDVIHUuLO
proprio domicilio. Daltra parte, la tenuta segnata a suo nome
LQXQDPDSSDGHODOFXLLQWHUQRVRQRYLVLELOLGXHHGLFL
corsi dacqua che scorrono tra lievi alture e unarea destinata alla
FROWLYD]LRQHGHOWq essa copre unestensione ben pi ampia del
collegio che sorge al di l di una stretta stradina. Risaie e campi
FRVWHOODQRLOEUHYHVSD]LRFKHVHSDUDODYLOODGDOXPHDOGLOj
del quale, sulla collina delle camelie, sta appunto la residenza di
Yamagata (6DQEKRQEX5LNXJXQEX6RNXU\N\RNXIR-
glio 1).
La villa a Waseda divenne unelegante dimora circondata da
XQDPSLRJLDUGLQRFKHNXPDYROOHLQSDUWHULVWUXWWXUDUHLQWURGX-
cendo elementi di stile occidentale quali prati, collinette e fonta-
ne, e trasformandolo in un luogo adatto a intrattenere intellettuali
e letterati. Vi fece anche costruire alcune serre, divenute celebri
per aver consentito la maturazione dei primi meloni coltivati in
Giappone e per aver ospitato rare specie di orchidee e piante tro-
picali provenienti da varie parti del mondo, nonch il festival dei
:DVHGDHGLQWRUQL 129
5
1XPHURVLIRWRJUDULWUDVVHURLOJLDUGLQRD:DVHGD$QRQLPR
6
,OWLWRORGLFRQWHJOLIXFRQIHULWRQHOQHOIXQRPLQDWRPDUFKHVH
130 ROSA CAROLI
DQQLORDYHYDJXDUGDWRGDOODOWRGHO&KLQ]DQV6HFRVuIRVVHYD
detto che entrambe le aspettative di cui Mabie ci riferisce sareb-
EHURVWDWHGHOXVHNXPDPRUuLOJHQQDLRGHODOOHWjGL
ottantaquattro anni e tre settimane prima di Yamagata.
$QFKHGRSRODVXDVFRPSDUVDLOQRPHGLNXPDUHVWzLQGLV-
solubilmente legato allUniversit Waseda, cui i suoi eredi dona-
rono il giardino e la residenza, ribattezzata NXPDkaikan. Nel
VXOERUGRPHULGLRQDOHGHOJLDUGLQRIXHGLFDWRONXPD
NGOHGLFLRFRQOLQFRQIRQGLELOHWRUUHGHOORURORJLRFKHUH-
sta ancora oggi simbolo delluniversit. La sua altezza di circa
trentotto metri che, secondo la tradizionale unit di misura giap-
ponese, equivalgono a centoventicinque VKDNX, un numero caro a
NXPDLOTXDOHVRVWHQHYDFKHVHJXHQGRVDOXWDULQRUPHGLYLWD
fosse possibile vivere sino a centoventicinque anni.7
/RVYLOXSSRGL:DVHGDPDFKL
'RSRODFUHD]LRQHGHOODVFXRODGLNXPDODSLDQDGL:DVHGD
assunse in breve tempo le sembianze di una cittadella univer-
sitaria. Quello che era stato un sobborgo relativamente isolato
e tranquillo cominci infatti a popolarsi di studenti e di docen-
ti, che spesso percorrevano il tratto di strada da Waseda sino a
Kagurazaka, da cui si poteva proseguire poi verso il cuore della
capitale. Nel 1910 fu aperta la stazione di Takatanobaba sulla li-
nea Yamanote, mentre nel 1913 la zona prese a essere servita dal-
ODUHWHWUDPYLDULDGL7N\7N\WRGHQ), che proprio in quegli
DQQLDQGDYDHVWHQGHQGRVLFRQROWUHFKLORPHWULGLELQDULRJJL
ne restano soltanto dodici, quelli cio che collegano il terminal
GL:DVHGDD0LQRZDEDVKL/DOLQHDPHWURSROLWDQD7]DLDUULYz
invece pi tardi, nel dicembre del 1964.
$FFDQWRDJOLHGLFLXQLYHUVLWDULHOXQJROHYLHSHUFRUVHGD
docenti e studenti presero ad apparire nuove attivit commercia-
7
Da ricordare, inoltre, che nel 2007 Waseda commemor solennemente i
centoventicinque anni dalla sua fondazione.
:DVHGDHGLQWRUQL 131
8
Cfr. le targhe apposte allesterno del ristorante, che riproducono anche
una veduta degli inizi del periodo Meiji, dove accanto al WRULL del santuario
indicato il luogo in cui era originariamente il negozio.
132 ROSA CAROLI
9
Il SeikanjiFKH6VHNLVFULYHFRQLFDUDWWHUL) fu fondato
agli inizi del periodo Edo.
:DVHGDHGLQWRUQL 133
WUDVIHULWRD:DVHGD>@DYUHLYROXWRDPPLUDUHLFDPSLGLULVRD
:DVHGDGXQWHPSR0D>OD]RQD@HUDRUPDLDQGDWDXUEDQL]]DQ-
dosi (Natsume, 1994, pp. 562-566 e pp. 572-574).
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
GIANLUCA COCI
/DIRWRJUDDqLOULFRQRVFLPHQWRVLPXOWD-
QHRLQXQDIUD]LRQHGLVHFRQGRGHOVLJQL-
cato di un evento
Henri Cartier-Bresson
137
138 GIANLUCA COCI
.E3HUHVHPSLRTXHOORGHOSULPRYROXPHFRQWLHQHXQDIRWR
di Abe allet di due anni, quando viveva a Mukden, in Manciu-
ria, con i suoi genitori. Ogni contenitore provvisto di una foto-
JUDDGLYHUVDDVHFRQGDGHOFRQWHQXWRGHOYROXPHUHODWLYR0L
sono ispirato al mondo di +DNRRWRNR, solo che, in questo caso,
tutto risulta capovolto, nel senso che il mondo esterno diventa
il lato interno. un mondo alla rovescia, ma molto realistico e
veritiero. Oppure si potrebbe dire che si tratta di un mondo in cui
ODQ]LRQHqUHDOWjLOIDOVRqORULJLQDOH>@7UDODOWURWXWWHOH
RSHUHGL$EH.EVRQRSHUPHDWHGDXQLQFUHGLELOHIRU]DYLVLYD
I suoi romanzi evocano un susseguirsi di immagini davvero tra-
YROJHQWHSHUFXLPLSDUHRYYLRFKHODIRWRJUDDDYHVVHSHUTXH-
VWRDXWRUHXQDJUDQGHLPSRUWDQ]D.RQGSS
1 2
$OFXQHGHOOHIRWRJUDHGL$EHVRQRVWDWHUDFFROWHQHOFDWDORJR
.RER$EHDV3KRWRJUDSKHU, pubblicato a cura della Wildenstein
*DOOHU\GL7N\QHODFRUUHGRGLXQDPRVWUDDOXLLQWHUD-
mente dedicata e tenutasi dal 26 ottobre al 29 novembre dello
stesso anno. La mostra in questione era in pratica una ripropo-
VL]LRQHGLTXHOODRUJDQL]]DWDQHOODSULPDYHUDSUHFHGHQWHD1HZ
York, presso la Miriam and Ira D. Wallach Art Gallery, nellam-
bito di un convegno commemorativo internazionale in onore di
$EH.EDO'RQDOG.HHQH&HQWHURI-DSDQHVH&XOWXUHGHOOD
Columbia University, al quale fecero da contorno la rappresen-
tazione di 7RPRGDFKL (Gli amici, 1967) a opera di una compa-
140 GIANLUCA COCI
JQLDWHDWUDOHQHZ\RUNHVHODSURLH]LRQHGHOOPGL7HVKLJDKDUD
Hiroshi tratto da 6XQDQRRQQD(La donna di sabbia, 1962) pre-
miato al festival di Cannes nel 1964 e un concerto basato su
alcuni brani musicali composti da Abe con lausilio di un sinte-
WL]]DWRUH0RRJ/DYHVWHJUDFDGL.RER$EHDV3KRWRJUDSKHU
GLQXRYRRSHUDGL.RQG.D]X\DFRSHUWLQDULJLGDQHUDFRQWLWROR
sovrimpresso del medesimo colore e un piccolissimo cerchio ar-
gentato al centro, a riprodurre il foro stenopeico di una camera
oscura (v. Fig. 2). Ancora una volta, dunque, siamo di fronte a un
evidente richiamo al mondo di +DNRRWRNR, con limmaginaria
FDPHUDRVFXUDHYRFDWDGD.RQG.D]X\DFKHVHPEUDLQYLWDUFL
DGDPPLUDUHOHIRWRJUDHGL$EHDWWUDYHUVRTXHOPLQXVFRORIRUR
cos come il protagonista del romanzo osserva la realt circostan-
te attraverso lapertura della sua scatola di cartone, costruita se-
guendo delle istruzioni che non a caso ricordano, almeno in par-
te, quelle per la costruzione di una camera oscura rudimentale:
0ROWHGHOOHIRWRJUDHGL$EH.EULWUDJJRQRFRVHFKHDELWXDO-
mente i nostri occhi stentano a vedere. Oggetti collocati in posti
nascosti, o allombra di altri oggetti. Cose che esistono nella no-
stra realt quotidiana, ma che non sono facilmente individuabi-
OLRSLSUREDELOPHQWHFKHODQRVWUDPHQWHULXWDGLYHGHUH
(Fuku, 1996, p. VI).
1
/DIRWRJUDDPHWURSROLWDQDGL$EHULVHQWHQRWHYROPHQWHGHOOLQXHQ]D
GLGXHJUXSSLGLIRWRJUDLQGLSHQGHQWLDWWLYLQHJOLDQQL6HVVDQWDGLFXLIDFH-
YDQRSDUWHSHUVRQDOLWjGLVSLFFRGHOODIRWRJUDDJLDSSRQHVHYRWDWHDOODULFHUFD
DVVROXWDGHOODQRYLWjHDOIRUWHDSSURFFLRVRJJHWWLYRDOODUWHIRWRJUDFD9LYR
(1959-1961) H3URYRNH$OSULPRDSSDUWHQHYDQR.DZDGD.LNXML
6DW$NLUD7DQQR$NLUD7PDWVX6KPHL1DUDKDUD,NN+RVRH(LNDO
VHFRQGR1DNDKLUD7DNXPD7DNDQDVKL<XWDND7DNL.ML2NDGD7DNDKLNR
0RUL\DPD'DLG
142 GIANLUCA COCI
3 4
5 6
7 8 9
2
Intitolata 7REXRWRNR0D\XQRXFKLJDZD (Luomo volante Il lato in-
terno del bozzolo) rispettivamente titoli del romanzo di Abe e del settimo
capitolo dello stesso , consisteva in quattro differenti video proiettati simulta-
neamente su tre grandi schermi verticali e su un pannello orizzontale situato in
posizione anteriore rispetto ai tre schermi. Sui pannelli retrostanti apparivano,
LQUDSLGDVHTXHQ]DDOFXQHIRWRJUDHGL$EHHDOFXQHLPPDJLQLGHOVXRVWXGLR
di Hakone, colmo di macchinari e oggetti spesso presenti nei suoi ultimi ro-
manzi o utilizzati nellambito della sua attivit teatrale (il sintetizzatore Moog,
XQZRUGSURFHVVRUXQUHJLVWUDWRUHDERELQHXQFXERGL5XELNXQIXFLOHDGDULD
144 GIANLUCA COCI
10
11
compressa, due scheletri umani di plastica ecc.), mentre sul pannello centrale,
parola dopo parola, veniva a comporsi il testo di 7REXRWRNR(v. Fig. 12).
$EH.EHODIRWRJUDDFRPHVWUXPHQWRGLQGDJLQH 145
12
/LQWHUHVVHGL$EH.ESHUODIRWRJUDDQDVFHPROWRSUHVWR
quandera bambino ed era incuriosito dalla passione del padre,
LOTXDOHVYLOXSSDYDGDVpOHSURSULHIRWRJUDHLQXQDQJRORGHOOD
casa adibito a camera oscura e amava collezionare e trattare le
VXHPDFFKLQHIRWRJUDFKHFRQXQDFXUDPDQLDFDOH0DqVRSUDW-
tutto negli anni Settanta, quando Abe fa della sperimentazione il
fulcro della sua letteratura, che quella semplice curiosit si tra-
sforma in un vero e proprio metodo di lavoro e di ricerca.
JUDDHVSDQGHOHQDWXUDOLFDSDFLWjXPDQHIRUQHQGRXQTXDOFRVD
in pi, per lappunto a mo di un potere extrasensoriale. E quel
qualcosa in pi consiste nella possibilit di ingrandire e ampli-
FDUHODUHDOWjFLUFRVWDQWHFRPHVHIDFHVVLPRXVRGLXQDOHQWH
dingrandimento (Abe, 1999a, p. 214).
0ROWRSUREDELOPHQWHODPRUHSHUODIRWRJUDDVFDWXULVFHGDXQ
impulso presente in tutte le persone. Devessere un po come
listinto del cane che tende a espletare i suoi bisogni vicino ai
pali della luce. E forse si tratta anche di qualcosa che ha a che
fare con il desiderio innato di estendere il proprio territorio. Il
fotografare un atto compensatorio, un impulso da soddisfare,
al pari del bisogno di sfamarsi di ogni essere umano (Abe, 2000,
p. 54).
13 14
15
148 GIANLUCA COCI
6SHVVROHPLHIRWRJUDHULWUDJJRQRFRVHHSHUVRQHVLWXDWHQHO
lato nascosto della citt, ad esempio gli scarti e le immondizie.
In fondo molti uomini conducono unesistenza alla stregua di
ULXWLQR"2IRUVHVLSRWUHEEHDGGLULWWXUDGLUHFKHODYLWDVWHVVD
WHQGHDULGXUOLLQTXDOFRVDGLVLPLOHDLULXWL3URSULRSHUTXHVWR
dovremmo degnare di maggiore attenzione gli oggetti che get-
tiamo via e di cui ci liberiamo. Non credo sia esagerato afferma-
UHFKHDLULXWLGRYUHEEHHVVHUHULFRQRVFLXWDXQDFHUWDGLJQLWj
in quanto essi sono parte integrante di noi e dellesistenza stes-
sa. Da bambino immaginavo che a un certo punto ogni essere
vivente fosse destinato a trasformarsi in spazzatura e venisse
buttato via, per poi dissolversi nel nulla che tutto comprende. I
ULXWLYHQJRQRGDQRLSURGRWWLPDSRLQRLOLGLPHQWLFKLDPRHOL
annulliamo, sbagliando, perch essi hanno un loro valore e un
SUHFLVRVLJQLFDWR'XUDQWHODJXHUUDLQ0DQFLXULDSHUOHVWUDGH
non cera quasi traccia di immondizia e ciarpame vario, perch
WXWWRYHQLYDVSUHPXWRQRDOORVVRHULFLFODWR1RQDFDVRDQFR-
UDRJJLLULXWLDEERQGDQRQHLFHQWULXUEDQLHVRQRSRFRSUHVHQWL
nelle campagne (Abe, 1999a, p. 218).
3
/HIRWRJUDHFRQWHQXWHQHOODUDFFROWDFLWDWDQRQFKpQHOYROXPHGHOO$-
EH.E]HQVKIXURQRHVSRVWHQHLORFDOLGHOO$EH.E6WXGLRFRPSDJQLD
teatrale fondata da Abe nel 1973), a Shibuya, nel gennaio del 1978, e presso il
3HUIRUPLQJ$UW7KHDWUHGL0LOZDXNHHLQRFFDVLRQHGHOODUDSSUHVHQWD]LRQHGL
7RPRGDFKL, nei due mesi successivi. Titolo della mostra era: .DPHUDQL\RUX
VVDNXQWR$SSXQWLFUHDWLYLVHFRQGRXQDPDFFKLQDIRWRJUDFD
$EH.EHODIRWRJUDDFRPHVWUXPHQWRGLQGDJLQH 149
4
/HYHQWLTXDWWURIRWRJUDHHJOLDOWUHWWDQWLVDJJLIXURQRSXEEOLFDWLSHUOD
prima volta, con cadenza mensile, nella rivista *HLMXWVXVKLQFK, dal gennaio
GHOQRDOGLFHPEUHGHO
150 GIANLUCA COCI
'DPDVKLHPRVWUDQRYHULWjFKHQRQVRQRWDOL/XRPRGLVSDOOH
sul retro di un ristorante mentre tenta di accendersi una sigaretta,
sembra stia piangendo. La donna nellaltra foto pare portare sotto
braccio libri e quaderni, ma in realt appena uscita da un locale
DOXFLURVVH/DWWLPRFULVWDOOL]]DWRGLXQDIRWRJUDDSXzPRVWUDUH
una verit che nella realt non esiste. In merito a )NHLQLDQD
ga, raccontando il momento in cui ha scattato la foto, afferma:
16 17
18 19
$EH.EHODIRWRJUDDFRPHVWUXPHQWRGLQGDJLQH 151
/LPSRUWDQ]DGHOODIRWRJUDDQHOORSHUDVSHULPHQWDOHGL$EH
.EqFRQIHUPDWDFRPHJLjGHWWRVLDQHOOHSDJLQHGHLVXRLUR-
PDQ]LVLDQHLODYRULWHDWUDOL/HIRWRJUDHGLYHQWDQRDGGLULWWXUD
protagoniste di uno degli esercizi ideati da Abe nellambito del
WUDLQLQJSHUJOLDWWRULGHOO$EH.E6WXGLR'HQRPLQDWRVKDVKLQ
QR]RNLVSLDUHODIRWRJUDDOHVHUFL]LRFRQVLVWHYDQHOORVVHUYD-
UHDWWUDYHUVRXQIRURXQDIRWRJUDDVVDWDDOODSDUHWHGLIRQ-
do di una scatola. Lattore di turno, guardando la foto (di cui
sovente era autore lo stesso Abe), doveva descriverla insistendo
soprattutto nella ricerca di dettagli curiosi, di effetti spaziali in-
soliti e cos via, e gli altri dovevano a loro volta spiegare come la
LPPDJLQDYDQR,QQHVLSURFHGHYDDOFRQIURQWRFRQORULJLQDOH
In questo modo, Abe intendeva stimolare le capacit di osser-
vazione e di espressione degli attori, in modo che questi potes-
sero essere il pi possibile creativi al momento dello studio di
un copione. Inoltre va detto che, in base al ruolo fondamentale
dellimprovvisazione nel teatro sperimentale di Abe e al concetto
di elaborazione collettiva del testo, le stesse descrizioni di quelle
IRWRJUDHGDSDUWHGHJOLDWWRULYHQLYDQRDYROWHLQVHULWHSUHVVRFKp
integralmente nel copione. Ulteriore scopo di questo esercizio
era porre lattenzione dellosservatore sullo spazio esistente oltre
LOVRJJHWWRSULPDULRGHOODIRWRJUDDGXQTXHVXFLzFKHHVLVWHYD
oltre le apparenze. Si tratta di un concetto che, nella raccolta di
saggi 6DEDNXQRVKLV3HQVLHULGHOGHVHUWR$EHGHQLVFH
KLMLWVX]DLQRJHQMLWVX (la realt dellirreale):
$QFRUDDSURSRVLWRGHOOHRSHUHWHDWUDOLGL$EH.EHGHLUL-
IHULPHQWLGLUHWWLDOODIRWRJUDDYDTXLULFRUGDWDODSULPDVFHQD
di 0LGRULLURQRVXWRNNLQJX (Le calze verdi, 1974), in cui il pro-
tagonista, poco dopo essere apparso in scena, prende un oggetto
a forma di cubo e ci guarda dentro attraverso un foro, quasi che
VLWUDWWDVVHGHOPLULQRGLXQDPDFFKLQDIRWRJUDFDGRSRGLFKH
comincia a raccontare la sua strana storia. In <UHLZDNRNRQL
LUXLOSURWDJRQLVWDWUXIIDWRUHED6DQNLFKLGjYLWDDOEXVLQHVV
GHOOHIRWRJUDHGHLPRUWLSURPHWWHQGRDLSDUHQWLGHLGHIXQWL
un censimento generale dei fantasmi che permetterebbe a questi
ultimi di riacquisire, nellaldil, lidentit perduta.
Anche nei romanzi si ritrovano sovente rimandi e allusioni
SLRPHQRHVSOLFLWLDOPRQGRGHOODIRWRJUDD&RPHVLqJLjGHW-
to, +DNRRWRNR il romanzo di Abe che pi di ogni altro omaggia
HWUDHVSXQWRGDOODIRWRJUDD7UDOHVXHSDJLQHROWUHDOIDWWRFKH
il protagonista un ex fotografo che se ne va in giro inquadran-
do la realt circostante attraverso il foro della sua scatola, sono
SUHVHQWLFRQXQDFKLDUDIXQ]LRQHPHWDWHVWXDOHRWWRIRWRJUDH
in bianco e nero accompagnate da altrettante didascalie. Molto
VLJQLFDWLYDqTXHOODFKHUDIJXUDXQJUXSSHWWRGLSHUVRQHWUD
le quali spiccano due anziani e una ragazzina in sedia a rotel-
le (v. Fig. 20), commentata da un testo che riassume un tema
fondamentale del romanzo, ovvero la dicotomia tra il guardare e
lessere guardati:
20
154 GIANLUCA COCI
/DIRWRJUDDGLXQXRPRVFRPSDUVRqOXQLFRLQGL]LRDGLVSR-
sizione del detective protagonista di 0RHWVXNLWDFKL]X (La mappa
EUXFLDWDLOTXDOHIXQJHTXLGDPDFFKLQDIRWRJUDFDFXL
spetta il compito di inquadrare ed esaminare ogni minimo detta-
glio nel tentativo di portare a termine lindagine. Nel corso delle
ricerche scoprir, tra laltro, che lo scomparso Nemuro aveva un
KREE\VHJUHWROHIRWRJUDHGLQXGLOHVYLOXSSDYDGDVpVHUYHQ-
GRVLGHOODFDPHUDRVFXUDGHOORVWXGLRIRWRJUDFRGLXQDPLFD
(IRWRJUDHGLQXGLIHPPLQLOLGLRJQLIRUPDWR&RFLS
51) tappezzano anche le pareti dellalloggio di un medico inse-
guito dal protagonista di Mikkai (Lincontro segreto, 1977), un
ex fotomodello per riviste gay, il quale si ritrova in un ospedale
ODELULQWLFRDOODULFHUFDGHOODPRJOLHVFRPSDUVD,QQHDFKLXVXUD
GLTXHVWDFDUUHOODWDGLULIHULPHQWLIRWRJUDFLQHLURPDQ]LGL$EH
in +DNREXQHVDNXUDPDUX(LArca Ciliegio, 1984), il protagoni-
sta rivela di aver lavorato come assistente di un fotografo e di
$EH.EHODIRWRJUDDFRPHVWUXPHQWRGLQGDJLQH 155
nutrire una passione per le foto aeree con effetto a rilievo. Qui,
cos come in +DNRRWRNRLOWHVWRFRQWLHQHGXHIRWRJUDHY)LJ
21) con tanto di istruzioni per guardarle al meglio:
21
156 GIANLUCA COCI
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
5
Indicazioni sul diritto dautore per le immagini utilizzate in questo saggio:
1HUL0DQR)LJJaa.D]X\D.RQGR)LJ
/DYLDGHOODSRUWDGLSLHWUDqORQWDQD
,QWHUSUHWD]LRQHGLXQDSRHVLDFLQHVHGL6VHNL
GUIDOTTO COLLEONI
1 -
2 -
3 -
4 -
5 -
6 -
7 -
8 - 3
1
3HULQGLFDUHOHSRHVLHFLQHVLGL6VHNLVHJXRODQXPHUD]LRQHGL,NNDL
(1995).
2
)DSHQVDUHGLFHGLTXHVWDSRHVLD0DWVXRNDSDXQD
pittura QDQJD a colori. Ricordiamo che QDQJD un genere di pittura di origine
cinese praticato in Giappone sin dal XVII secolo da pittori che erano anche poeti
(perci detto anche pittura dei letterati). Temi prediletti da tali artisti sono i
SDHVDJJLJOLDOEHULHLRUL
3
0HWURSRHVLDFRGLFDWD2WWRYHUVLFLDVFXQYHUVRGLVHWWHFDUDWWHULFLQTL
\DQOVKLJLDSSVKLFKLJRQULVVKL).
157
158 GIUDOTTO COLLEONI
Primo distico:
4
Naturalmente si potrebbe anche intendere come singolare (il verde
pino), ma preferiamo il plurale, e sotto si vedr perch.
5
Anche qui preferiamo il plurale al singolare, e ancora diciamo che sotto
si vedr perch.
6
Ma, come sotto vedremo, si pu anche intendere unimmagine, e
limmagine potrebbe anche essere luminosa.
7
Profondamente compreso di perfetta quiete: questo mi sembra essere
il senso dei caratteri . In modo simile intendono qui Iida (1994, pp.
279-280), Ikkai (1995, p. 370) e Tanaka (2010, p. 194 e p. 198). Intendono in-
vece: Sembra essersi alquanto annoiato Matsuoka (1966, p. 191), Attediato
HLPPDOLQFRQLWR<RVKLNDZDS3HUDOOHYLDUHODQRLD1DNDPXUD
(1983, p. 242), e Accorgendosi che non vi nulla da fare Sako (1983, p. 195).
/DYLDGHOODSRUWDGLSLHWUDqORQWDQD 159
1HOODSRHVLDFLQHVHFRPSRVWDGD6VHNLQHOQRYHPEUH
e che anche parte di una sua composizione di pittura e scrittu-
UDXQYLDQGDQWHHQWUDLQVROLWXGLQHQHOODSRUWDGLSLHWUDQHOOD
pittura sta per entrarvi): entra in quella porta per proseguire? O
resta sotto quel tetto di roccia? Ma ora, due anni dopo, la porta
di pietra ancora e sempre un simbolo, ovviamente, lin-
gresso nel Mondo dellAssoluto, quella che nel mondo dello
Zen viene detta Porta Mistica (JHQPRQ) (Tanaka, 2010,
pp. 194-195), appare assolutamente inaccessibile. Di pi: ad essa
non pi concesso neppure avvicinarsi. E infatti non solo la por-
ta di pietra ormai inaccessibile, ma tale anche la via che ad
essa conduce. Ci viene ora fatto chiaramente intendere che non
permesso8 passare dal torbido mondo degli uomini, il mondo
delle impure passioni, il mondo polveroso, al purissimo mondo
WUDVFHQGHQWHGHOOLQQLWDSDFHGHOODSHUIHWWDOLEHUWjLO0RQGR
GHOO$VVROXWRDSSXQWRHQRLULFRUGLDPRDQFKH6VXNHLOSURWD-
JRQLVWDGHOURPDQ]RGL6VHNLLQWLWRODWR0RQ(La porta, 1910):
6VXNHFRQGDQQDWRDUHVWDUHGLIURQWHDOOD3RUWDLPPDJLQHDQ-
FKHQHOURPDQ]RGLVLJQLFDWRFKLDUDPHQWHVLPEROLFRRVWLQD-
tamente chiusa.
C un bosco, che, pure al di l delle nuvole, visibile, 9 in
TXHVWDSRHVLDSLWWXUDHLOIXOJLGRVROHLQDOWRVRVSHVRGL
certo lo illumina.10 Ma questo stesso fulgido sole11 non pu
8
Da notare per linterpretazione di Tanaka (2010, pp. 194-195), il quale
intende loriginale EXURQJ (giapp. \XUXVD]X) come non facile invece
di non permesso. Uninterpretazione che mi lascia assai perplesso. Degli
DOWULVHLFRPPHQWDWRULGLFXLPLVRQRVHUYLWRVHJXRTXL<RVKLNDZD1DNDPXUD
Sako, Iida e Ikkai, che intendono non possibile, non v la possibi-lit,
non permesso, non si concede. Non ci serve qui il sesto, Matsuoka, che
non traduce loriginale EXURQJ.
9
Bosco visibile al di l delle nuvole: cos nel commento alla poesia Ikkai
(1995, p. 369).
10
Il sole in alto sospeso illumina il bosco che emerge al di sopra delle
nuvole. Sako (1983, p. 194).
11
Tanaka (2010, p. 194 e p. 196) vede, in questo fulgido sole, 1) il sim-
bolo del Mondo del VDWRUL (il Risveglio della dottrina buddhista), 2) la Luce
160 GIUDOTTO COLLEONI
WRJOLHUYLDOHQXYROHVXOOHTXDOLqVRVSHVRLQWHUSUHWD,LGDH
trova cos modo di stabilire un paragone: impossibile al fulgi-
do sole toglier via le nuvole come impossibile alluomo pre-
so incessantemente dalle cure mondane entrare in quella porta
(Iida, 1994, p. 279).12 E a noi, che accogliamo come accettabile
il paragone propostoci da Iida, sembra lecito riconoscere in quel
bosco illuminato da quel fulgido sole al di l (o al di sopra)
delle nuvole limmagine simbolica del beato godimento della
perfetta Illuminazione.
Ci sentiamo ora meglio preparati ad affrontare il primo verso
del secondo distico, cio il verso 3.
Secondo distico:
Terzo distico:
1HOPRQWHVROLWDULRYqXQRPEUDIUHGGLLRULGLVXVLQR
6XOUXVFHOORPRQWDQRGLSULPDYHUDQRQFqYHQWRWWHH
rigogliose le erbe medicinali.
15
Cfr. nota 11.
164 GIUDOTTO COLLEONI
16
Non possiamo fare a meno di notare i differenti, anzi tra loro opposti
VLJQLFDWLGHOOHGXHHVSUHVVLRQLPXVKLQe NRNRURQDL, nelle quali pur troviamo
mu (nella prima) eQDLQHOODVHFRQGDXJXDOPHQWHVLJQLFDQWLQRQHVVHUFL
e VKLQ(nella prima) eNRNRURQHOODVHFRQGDXJXDOPHQWHVLJQLFDQWLFXRUH
0DVHPEUDVLJQLFDWLYRFKH,LGDVFULYDPXVKLQ in NDQML e NRNRURQDL
in NDQD.
166 GIUDOTTO COLLEONI
Quarto distico:
DSSDUVRLPSURYYLVDPHQWHXQYHFFKLRGDOODEDUEDJLDOOD
PDQRQqTXHVWDODJXUDGLXQPDHVWURDQFKHVHYLVLSXzFR-
gliere una sfumatura di ironia? (Iida, 1994, p. 279)17 Certamente
si tratta di unimmagine simbolica del poeta stesso,18 che, dopo
quel vedere, quellagire in quellaperto, spazioso, luminoso,
mondo abitato da quelle mirabili presenze, dei versi 2 6, tor-
na a rifugiarsi ultimo rifugio nella propria pi segreta natura
(nella sala vuota), e da solo ormai (quanta solitudine nella
YLWDHQHOORSHUDGHOOXRPRHGHOODUWLVWD6VHNLHQHOPDOHHQHO
bene!) si ritrova come poeta dellestrema purezza. Tale ci appare
17
Il colore giallo della barba mi sembra indichi decrepitezza. Cos anche
intende Iida, che dimostra inoltre di avvertire una connotazione di autoirrisione
nellespressione UNDQYHFFKLR3HU<RVKLNDZDSVLWUDWWDGLXQ
uomo assai esperto della vita.
18
Cos intendono Iida (1994, p. 279), Tanaka (2010, p. 194) e, con qualche
incertezza, sembra incline a intendere Ikkai (1995, p. 370).
/DYLDGHOODSRUWDGLSLHWUDqORQWDQD 167
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
19
Cfr. nota 7.
20
'DXQDOHWWHUDGL6VHNLGHODJRVWRLQGLUL]]DWDD.XPH0DVDRH
$NXWDJDZD5\QRVXNH
168 GIUDOTTO COLLEONI
(1) .HQJD$LZRNRURVLWD
(2) $LJDVLQGDVLQGHLUX
HQ
. $L
x \ \ \
SBJ NRURV OBJ
SBJ VLQ (SBJ)
(SBJ) SBJ VLQGHL (SBJ)
169
170 SIMONE DALLA CHIESA
(3) $LJDKDVLWWHDVRQGHLUX
L
$
x (x)
SBJ KDVLUDVRE (SBJ)
(4) $LJDQLZDQLGHWD
$L ($L)
(x = y)
|
x [ _
|
z
QLZD
(5) $LZD.HQQLKDQDZRDJHWD.
$LSDUWHFLSDQWLVRQRDVVHJQDWLUXROL5FKHQHVSHFLFDQR
la modalit di coinvolgimento nellevento. Croft trae da Talmy
i quattro possibili tipi di causazione: SK\VLFDO (PHY): (physical
REMHFWDFWLQJRQSK\VLFDOREMHFWYROLWLRQDO VOL (volitional en-
WLW\DFWLQJRQSK\VLFDOREMHFWDIIHFWLYH AFF (physical object
DFWLQJRQHQWLW\ZLWKPHQWDOVWDWHVLQGXFLYHIND (volitional
HQWLW\DFWLQJRQHQWLW\ZLWKPHQWDOVWDWHV&URIWS
Il prototipo di causazione, meno marcato, quello VOL, il pi
marcato il suo inverso AFF (Croft, 1991, pp. 167 e 169). Quindi
GHQLVFHL5GLUHWWLQRUPDOPHQWHUHDOL]]DWLFRPH6%-HG2%-
in base ai tipi di causazione degli archi cui partecipano: agente
(LQLWLDWRU di un arco di causazione VOL)SD]LHQWHHQGSRLQW di un
arco PHY), esperiente (HQGSRQW di un arco AFF)VWLPRORLQLWLDWRU
di un arco AFF) (Croft, 1991, p. 176). Gli altri R obliqui sono
LQYHFHGHQLWLSULQFLSDOPHQWHLQUHOD]LRQHDOODORURSRVL]LRQHUL-
spetto allintera sequenza causale e ai nodi SBJ e OBJ (Croft,
1991, pp. 177-179). Tali R (e le loro marche) (Croft, 1991, p.
184) risultano cos distinguibili in DQWHFHGHQWL, che precedono
lOBJ, e VXFFHVVLYL, che lo seguono (Croft, 1991, pp. 186-187).
172 SIMONE DALLA CHIESA
,OVLQFUHWLVPRGLUXROLHFDVLLQJLDSSRQHVH
1
In :DWDNXVLGRPRGH WDQWV\DJD VHNLQLQZR PRWWH V\UL LWDVLPDVX
(Sugai, 1997, pp. 26-27) il SBJ logico in de, animato ma poco agentivo, funge
da condizione generale dellazione del secondo SBJ grammaticale, omettibile,
in JD di maggiore agentivit.
174 SIMONE DALLA CHIESA
Lo VSUHDG di de
(7) .DQZRWXNXWWD
(8)0DUXWDGHNDQZRWXNXWWD.
PDUXWD NDQ
x Z \
SBJ obl OBJ
(9)0DUXWDNDUDRQRGHNDQZRWXNXWWD
2
Alterando la granularit possibile a fatica sdoppiare il primo arco speci-
FDQGRSDUWLGHOFRUSRRVWUXPHQWLw, ZFKHPHGLDQRODPDQLSROD]LRQH
Ci non cambia la natura della relazione tra x e w, e infatti questi due nodi sono
di solito uniti da un singolo arco che sintetizza luso di tutti gli altri possibili
strumenti intermedi, senza invalidare il mio ragionamento.
3
La possibilit di omettere il secondo obliquo non altera la mia analisi:
RQRGHNDQZRWXNXWWD accetta comunque un secondo obliquo interno, mentre
(9) no.
176 SIMONE DALLA CHIESA
,FDVLORFDOLwoQLde eNDUD
4
Linaccettabilit di un secondo de (*RQRGHPDUXWDGH) rivela che il diver-
so R dei due costituenti non un prodotto delle propriet lessicali dei nomina-
li, ma della posizione dei rispettivi nodi, che deve essere distinta con marche
diverse.
5
Ci intuito anche da Sugai (2000, p. 6), che per riconduce tutti gli usi
di wo a una sua propriet semantica intrinseca di processo, una funzione me-
diana tra iniziatore e risultato dellazione.
,OVLQFUHWLVPRGLFDVRLQJLDSSRQHVH 177
(10) $LJDNLZRQLZDQLWDRVX.
(11) .LJDQLZDQLWDRUHUX.
(12) .LJDQLZDQLDUX.
$L NL QLZD
x \ \ \ ]
SBJ WDRV OBJ obl
SBJ WDRUH (SBJ) obl
SBJ DU OBL
(13) +DZDLQRN\NDLGH.HQJD$LQR\XELQL\XELZDZR
KDPHWD
(14)$LJDEHUDQGDGHKRVLZRQDJDPHWHLWD
(15) ,NHQRKRWRULGH$LJDNRLQLVRQRHVDZR\DWWHLWD
(16) +LNDHVLWVXNDUD$LJD.HQZRQR]RLWDUDVLL.
(17) +LNDHVLWVXNDUD.HQJD$LQLQR]RNDUHWDUDVLL(Ai nel
la sala dattesa)
(18) ,NHQRKRWRULNDUD$LJDNRLQLVRQRHVDZR\DWWHLWD
178 SIMONE DALLA CHIESA
1LFRPHPDUFDDJHQWLYD
(19) $LZDDPDULQRV\RNNXGHQLQHNRQGD
(20) $LJDVDNHQL\RWWD
V\RNNXVDNH $L
x \ \ \
OBL SBJ
,OVLQFUHWLVPRGLFDVRLQJLDSSRQHVH 179
(21) <DNLPRWLGH$LJD.HQQLNDUDSLVXWRUXGHNRURVDUHWD
(22) $LJDDPHQLKXUDUHWD
DPH $L
[ [ y
obl SBJ
(23) $LJDVXULQLVDLKXZRWRUDUHWD
VXUL VDLKX $L
x y Z
obl OBJ SBJ
possessore ]
ga QL ga QL
_ _ _ _
wo ga wo ga
posseduto \
(24) $LJD.HQQLNDUDKDQDZRPRUDWWD
.HQ KDQD $L
x y z
obl OBJ SBJ
.HQ $L
possessore-ga
x | coercizione:
posseduto-wo
KDQD
2JJHWWLQRQSURWRWLSLFL
(25) $LJD.HQQLDX
$L .HQ
x ( x) z
SBJ OBJ
(26) $LJDKDVLNDQLNDNDUX
$L KDVLND
\ \ ]
SBJ OBJ
(27) $LJD.HQQLNDWX
$L .HQ
x ( x) y
SBJ OBJ
6
Sulla non prototipicit di questi OBJ, cfr. Aoki (2008, pp. 133-146).
,OVLQFUHWLVPRGLFDVRLQJLDSSRQHVH 183
(28) $LJDDUXNX
(29) .HQJD$LZRDUXNDVHUX
(30) .HQJD$LQLDUXNDVHUX
.HQ $L
x ( x) (28)
SBJ
Z x (29)
SBJ OBJ
x ( x)
Z (30)
SBJ OBL
(31) .HQJD$LQL-XQZRNRURVDVHWD
NHQ $L -XQ
Z x y
SBJ obl OBJ
(32) .HQJD$LJDVXNLGD
(33) $LQLZDHLJRJDGHNLUX
(34) $LQLZD)X]LVDQJD\RNXPLHWD
Esperiente Stimolo
ga >ga direct attention to (32)
QL < ga cause mental state (33,34)
&RQFOXVLRQL
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
SILVANA DE MAIO
,QWURGX]LRQH
$UFKLWHWWXUDJLDSSRQHVHFRQWHPSRUDQHD
189
190 SILVANA DE MAIO
DFDXVDGHOOHFLIUHHVRUELWDQWLULFKLHVWHSHUJOLDIWWL1HOOHLP-
PHGLDWHYLFLQDQ]HKDVHGHOD79$VDKLFKHRFFXSDXQHGLFLR
progettato da Maki Fumihiko.
6HPSUHD7N\WURYLDPRXQSURJHWWRVYLOXSSDWRLQRUL]]RQ-
WDOH,JDUDVKLDFRQODIDFFLDWDGHOOHGLFLRSULQFLSDOHGL
una lunghezza di 250 metri, lOmotesando Hills del 2006 su pro-
JHWWRGL$QG7DGDR2PRWHVDQGKDVHPSUHFRVWLWXLWRODVHGH
ideale per le boutique pi WUHQG\ del paese e questo complesso
SURJHWWDWRGD$QGQRQqGDPHQR6HEEHQHSRVVDLQGXEELDPHQ-
te richiamare alla mente un qualsiasi GXW\IUHHPDOO dei moderni
aeroporti, esso stato costruito al posto del famoso condomi-
nio 'MXQNDL di Aoyama del 1926 (Pompili, 2004), vale a dire
il periodo immediatamente successivo al terribile terremoto del
.DQWGHO,OFRPSOHVVRHUDVWDWRSUHVHUYDWRLQTXDQWRXQR
dei primi esempi di costruzione in calcestruzzo in Giappone e
lopinione pubblica stata divisa per anni tra i sostenitori della
FRQVHUYD]LRQHGHJOLHGLFLHTXHOOLGLXQDUDGLFDOHULVWUXWWXUD]LR-
QHGHOODUHD$QGDOTXDOHDOODQHqVWDWRDVVHJQDWRLOSURJHW-
to, ha conservato e ristrutturato i due piani di una piccola unit
delloriginale condominio 'MXQNDL in modo da lasciare vivida
WHVWLPRQLDQ]DGLTXDQWRLYHFFKLHGLFLDYHYDQRUDSSUHVHQWDWR
Nella stessa area troviamo Prada Boutique Aoyama del 2003
su progetto di Herzog & De Meuron e costruita dalla Takenaka
Corporation ma anche la nuova sede di Dior di SANAA (Sejima
.D]X\RH1LVKL]DZD5\HRGL7RGVTXHVWXOWLPRVXDSSUH]]D-
WLVVLPRSURJHWWRGL,W7R\&DUDWWHULVWLFDFRPXQHGLTXHVWLHGL-
FLVRQROHOLQHHJHRPHWULFKHQDWHGDOVDSLHQWHHRULJLQDOHXVRGHO
vetro (Teramatsu, 2007, pp. 38-39) che, in particolare nel caso
di Prada Boutique, viene valorizzato dalla forma romboidale di
FLDVFXQWDVVHOORGHOOLQWHUDIDFFLDWDGHOOHGLFLR
In questa breve sintesi sullarchitettura contemporanea giap-
SRQHVHQRQSXzDVVROXWDPHQWHPDQFDUHDQFRUDVXSURJHWWRGL,W
7R\6HQGDL0pGLDWKHTXHD6HQGDLGHOFKHFRVWLWXLVFHXQ
nuovo esempio di architettura della trasparenza nella quale il
ODELOHFRQQHWUDLQWHUQRHGHVWHUQRGHOOHGLFLRqGHPDUFDWRGD
lastre di vetro.
192 SILVANA DE MAIO
,QQRYD]LRQLQHOODFXOWXUDPXVHDOH
1
Desidero qui aprire una parentesi: innegabile che i luoghi frequentati
da uno scrittore e la sua casa natale parlino di lui ed evochino nel visitatore
particolari atmosfere delle quali pu aver letto nei suoi libri. Non metto dunque
in discussione il valore delle case-museo che, tra laltro, sono numerose anche
in Giappone. Pensiamo, come mero esempio, allInoue Yasushi kinenkan ad
$VDKLNDZD+RNNDLGRDO.DZDEDWD<DVXQDULNLQHQNDQQHOOD3UHIHWWXUDGL
VDNDFLWWjGL,EDUDNL7XWWDYLDTXHVWRJHQHUHGLPXVHLqVHQ]DGXEELRGHVWL-
nato pi ad un pubblico adulto o che comunque abbia gi almeno una relativa
conoscenza dello scrittore e delle sue opere.
2
Superata ormai la fase dei computer, si passati gi da alcuni anni, ai
Personal Digital Assistants. Cfr. Yatani HWDO. (2004).
194 SILVANA DE MAIO
SURFXRODYRURODOWURqLOFHQWURGLFXOWXUDOHWWHUDULDGHGLFDWR
D0L\D]DZD.HQML5LWHQJRFKHLQHQWUDPELLFDVL
si possa usare il termine museo nellaccezione pi moderna
del termine: non luogo espositivo di manoscritti o oggetti ad
esempio utilizzati durante la stesura di unopera letteraria oppure
appartenuti allo scrittore ma luogo in cui sono ricostruiti perso-
naggi o scene di opere letterarie, dove sono presenti biblioteche
a disposizione del pubblico, sale per conferenze e seminari, spazi
dedicati ai bambini e ai loro momenti di apprendimento.
Va segnalato qui che entrambe le opere sono accomunate
dallessere state selezionate, anche se in anni diversi, dalla giu-
ria del Nihon kenchiku gakkai, lArchitectural Institute of Japan
che ogni anno bandisce un concorso in base al quale architetti o
imprese di costruzione possono presentare i progetti che hanno
realizzato in quellanno.
8MLVKL*HQML0RQRJDWDULP\MLDPX
OHLO3DOD]]R,PSHULDOHGL.\WRHD8MLOD6DODGHOOD)HQLFH
GHO%\GLQLQL]LDOPHQWHYLOODGL)XMLZDUDQR0LFKLQDJD
1028) trasformata, nel 1052, in tempio buddhista.
Ma torniamo al museo del *HQMLPRQRJDWDUL/DVXSHUFLH
totale coperta di circa 2200 mq. Dalla pianta (foto 1) del pian
terreno del museo (c anche unarea al primo piano interrato
che funge da deposito) possiamo individuare al centro lingresso
principale e, a sinistra, la sala per la mostra permanente suddivisa
a sua volta in due aree collegate, allestrema sinistra, da quello
che in pianta sembra un semplice corridoio ma che in realt
stato costruito simbolicamente come il ponte di Uji (foto 2). A
destra dellingresso, invece, si trovano la caffetteria, una piccola
ELEOLRWHFDHXQDVWDQ]DSHUOH]LRQLHRULXQLRQL
Grande attenzione stata posta alla vegetazione esterna al
museo, ad esempio con le piantine di PXUDVDNL (foto 3, in primo
piano) che si colorano di viola-porpora in autunno, che circon-
GDQROHGLFLRHFKHSHUPHWWRQRGLDYYHUWLUHLOVXFFHGHUVLGHOOH
stagioni secondo la tradizione culturale del Giappone sia cam-
PLQDQGRDOOHVWHUQRGHOOHGLFLRVLDJXDUGDQGRYHUVROHVWHUQR
attraverso le sue ampie vetrate (foto 4). Va notato che lo specchio
dacqua sul quale si poggia il museo un chiaro richiamo al la-
JKHWWRFKHVLWURYDGDYDQWLDOOD6DODGHOOD)HQLFHGHO%\GLQDO
quale si accennava e, allo stesso tempo, costituisce un elemento
fondamentale anche dellarchitettura giapponese contemporanea
che, abbandonato luso del legno, non deve pi preoccuparsi del
veloce deperimento dei vecchi materiali di costruzione in parti-
FRODUHLQSUHVHQ]DGLDFTXD,OWHWWRGHOOHGLFLRHOHJDQWHPHQ-
te sagomato ricoperto da lastre di rame (foto 5) poggiate su
VWUXWWXUHLQFDOFHVWUX]]RSUHIDEEULFDWH3DQQHOOLELDQFKLLQQH
ricoprono le pareti esterne.
Il visitatore che si rechi in questo Museo pensando di po-
tervi ammirare ad esempio almeno un rotolo originale dei pre-
gevoli *HQMLPRQRJDWDULHPDNLPRQR, resterebbe sicuramente
deluso dal momento che questi sono ancora gelosamente custo-
GLWLDO7RNXJDZDELMXWVXNDQGL1DJR\DHDO*RWELMXWVXNDQGL
.DPLQRNHD7N\,VKLL
196 SILVANA DE MAIO
0L\D]DZD.HQMLKDWEXNDQ
0DSDVVLDPRDOVHFRQGRHGLFLRTXHOORUHODWLYRD0L\D]DZD
.HQMLQDWRQHOD+DQDPDNLQHO7KRNXUHJLRQHGDOFOLPD
estremamente rigido in inverno dove i contadini vivevano con
risorse economiche estremamente limitate. Se il raccolto, a causa
delle avverse condizioni del tempo, andava perduto, essi poteva-
QRVRORULFRUUHUHDLEDQFKLGHLSHJQL,OSDGUHGL0L\D]DZD.HQML
ne gestiva uno e questo aveva messo molto presto Kenji davanti
alla dura realt dellarea in cui viveva al punto che, una volta
superata lopinione contraria del padre, decise di iscriversi alla
Facolt di Agraria dellUniversit di Morioka in modo da poter
effettuare studi e ricerche allo scopo di aiutare in tutti i modi pos-
sibili i contadini a migliorare qualit e quantit del loro raccolto.
La conoscenza delle reali problematiche della sua terra, insie-
me a una continua curiosit che Kenji aveva sin dalla giovinez-
]DSHURUDIDXQDPLQHUDORJLDHFRVuYLDIXURQRDFFRPSDJQDWH
da una particolare sensibilit che lo portarono a scrivere poesie
*HQMLPRQRJDWDULP\MLDPXH0L\D]DZD.HQMLKDWEXNDQ 197
GLYHUVLGDTXHOOLLQPRVWUDSHUPDQHQWHSUHVVRLO0L\D]DZD.HQML
kinenkan, una biblioteca e stanze per studi e ricerche.
Sebbene non faccia parte del centro di cultura letteraria ap-
pena preso in esame, ritengo qui importante parlare brevemente
DQFKHGHO0L\D]DZD.HQMLQRGZDPXUDLQDXJXUDWRVHPSUHQHO
1996. Non particolarmente pregevole da un punto di vista archi-
tettonico, esso costituisce un esempio di complesso utile proprio
ad avvicinare i bambini alla cultura letteraria.
'RSRODYLVLWDGHO0L\D]DZD.HQMLKDWEXNDQGXQTXHVH
VLFRQWLQXDDVHJXLUHLOSHUFRUVROXQJRLOGHFOLYLRGHOPRQWHQR
alle sue pendici, si incontra questo complesso interamente dedi-
FDWRDORUR6LWUDWWDGHOYLOODJJLRGHOOHIDYROHGL0L\D]DZD.HQML
al quale si ha accesso passando attraverso la *LQJDVXWVKRQ, la
stazione della Via Lattea oltrepassata la quale, dopo aver cammi-
nato sotto archi stilizzati che segnano chiaramente il percorso da
seguire nonostante ci si trovi in uno spazio aperto e dal passaggio
libero, si arriva alla struttura pi grande, la .HQMLQRJDNN. A
terra, delle sfere in metallo ricostruiscono le costellazioni celesti
di cui Kenji parla in *LQJDWHWVXGQR\RUX (foto 12).
Allinterno della scuola, si trovano varie sale la prima delle
quali caratterizzata da pareti tutte bianche dove sono esposti
oggetti strani come sedie dalle forme pi diverse (foto 13) o og-
getti deformati come il lampione (foto 14) di cui si parla proprio
in *LQJDWHWVXGQR\RUX:
*LRYDQQLVFHQGHYDSHUXQDVWUDGDDQFKHJJLDWDGDQHULFLSUHVVL
/HVXHODEEUDVWUHWWHFRPHVHVWHVVHVFKLHWWDQGRJOLGDYDQR
unespressione malinconica. In fondo alla discesa cera un gran-
de lampione che diffondeva uno splendido chiarore azzurrino.
Mano a mano che Giovanni si avvicinava alla luce, la sua om-
EUDFKHQRDGDOORUDJOLVLHUDWUDVFLQDWDGLHWUROXQJDHVIRFDWD
come un fantasma, si andava facendo pi densa, pi scura e niti-
da, e a furia di ruotare, sollevando i piedi e dondolando le mani,
DUULYzDWURYDUJOLVLDDQFR$PLWUDQRS
&RQFOXVLRQL
3
Tutte le foto sono dellautrice fatta eccezione di quelle di seguito riportate
FRQUHODWLYDIRQWHIRWRHVRQRWUDWWHGD$D9YSSIRWR
9 e 10 sono tratte da Aa.Vv. (1996, p. 68).
200 SILVANA DE MAIO
Foto 1
Foto 2
*HQMLPRQRJDWDULP\MLDPXH0L\D]DZD.HQMLKDWEXNDQ 201
Foto 3
Foto 4
202 SILVANA DE MAIO
Foto 5
Foto 6
*HQMLPRQRJDWDULP\MLDPXH0L\D]DZD.HQMLKDWEXNDQ 203
Foto 7
Foto 8
204 SILVANA DE MAIO
Foto 9
Foto 10
*HQMLPRQRJDWDULP\MLDPXH0L\D]DZD.HQMLKDWEXNDQ 205
Foto 11
Foto 12
206 SILVANA DE MAIO
Foto 13
Foto 14
*HQMLPRQRJDWDULP\MLDPXH0L\D]DZD.HQMLKDWEXNDQ 207
Foto 15
Foto 16
208 SILVANA DE MAIO
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
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Il trattamento della comunit
nippo-americana negli Stati Uniti
durante la Seconda Guerra Mondiale
DANIELA DE PALMA
OOGHWHULRUDPHQWRGHOOHUHOD]LRQLWUD6WDWL8QLWLH*LDSSRQH
211
212 DANIELA DE PALMA
/HFRQVHJXHQ]HGHOODWWDFFRD3HDUO+DUERXU
>@ZKDWDUHZHJRLQJWRGRLIZDUGRHVEUHDNRXWEHWZHHQ8QL-
WHG6WDWHVDQG-DSDQ",QFRPPRQODQJXDJHZHFDQVD\ZHUH
VXQN(YHQLIWKH1LVHLZDQWHGWRJKWIRU$PHULFDZKDWFKDQ-
FHV"1RWDFKDQFHRXUSURSHUWLHVZRXOGEHFRQVFDWHGDQG
PRVWOLNHO\>ZHZRXOGEH@KHUGHGLQWR3ULVRQFDPSVSHUKDSV
ZHZRXOGEHVODXJKWHUHGRQWKHVSRW'DQLHOVS
,Q(XURSHZHIHOWWKDWRXUHQHPLHVKRUULEOHDQGGHDGO\DVWKH\
ZHUHZHUHVWLOOSHRSOH%XWRXWKHUHWKH-DSDQHVHZHUHORRNHG
XSRQDVVXEKXPDQDQGUHSXOVLYHWKHZD\VRPHSHRSOHIHHO
about cockroaches or mice (Bix, 2001, p. 124).
&KHLVROGDWLDPHULFDQLWUHDWWKH-DSZLWKOHVVUHVSHFWWKDQ
WKH\ZRXOGJLYHWRDQDQLPDOFKHVSHVVRJOLXIFLDOLGHOOH-
VHUFLWRDPHULFDQRUHIHUWRWKHVH-DSDQHVHDV\HOORZVRQVRI
ELWFKHVHFKHWKHLUGHVLUHLVWRH[WHUPLQDWHWKH-DSUXWKOHVVO\
even cruelly, riportato nel diario del pioniere dellaviazione
ed eroe Charles Lindbergh (1902-1974), che visit il teatro delle
RSHUD]LRQLEHOOLFKHQHO3DFLFRPHULGLRQDOHQHOOXJOLRGHO
(Bix, 2001, p. 125).
Allinizio numerosi uomini politici, anche californiani, si
posero in difesa della comunit nippo-americana, ma nelle set-
timane che seguirono lattacco a Pearl Harbour le notizie delle
216 DANIELA DE PALMA
DGDQJHURXVHOHPHQWZKHWKHUOR\DORUQRW2NLPRWRS
21).
Nel gennaio del 1942, infatti, il dibattito politico in corso sulla
sorte della comunit nippo-americana si era focalizzato sullop-
portunit di includere o meno anche i cittadini nel piano: cera
una profonda spaccatura allinterno del mondo politico e soprat-
tutto tra il Ministero della Guerra, pronto a provvedere allinter-
QDPHQWRQRQRVWDQWHOHGLIFROWjHTXHOORGHOOD*LXVWL]LDLQHV-
sibile riguardo alla possibilit che un cittadino americano fosse
internato. Nel 1940 vivevano negli Stati Uniti 127.000 persone
dorigine nipponica (lo 0,3% dellintera popolazione americana e
OGHOODSRSROD]LRQHGHOODFRVWDGHO3DFLFRGLFXLQL-
VHL, cittadini americani, la maggior parte dei quali sotto i 25 anni,
e 47.000 LVVHL a cui era stata negata la cittadinanza americana.
Il /RV$QJHOHV7LPHV del 25 gennaio 1942 pubblic in pri-
PDSDJLQDLOUDSSRUWRGHOOD&RPPLVVLRQHXIFLDOHGLQFKLHVWDVX
Pearl Harbour che, sebbene attribuisse ai comandanti delleserci-
WRHGHOODPDULQDGLVWDQ]DQHOOH+DZDLLODFROSDGLXQLQDGHJXDWD
preparazione militare allattacco nipponico, riaffermava falsa-
mente che spie giapponesi si erano rese complici di esso, invian-
do informazioni sensibili su personale e schieramento di truppe.
Il 19 febbraio 1942 il Presidente Roosevelt emise lordine
HVHFXWLYRFKHFRQODJLXVWLFD]LRQHGHOOHQHFHVVLWjPLOLWD-
ri per una favorevole prosecuzione della guerra (Herman, 1974,
pp. 62-64), concedeva allesercito lautorit di designare aree
sotto il suo controllo da cui alcuni o tutti gli abitanti avrebbe-
ro potuto essere allontanati, autorizzandolo a provvedere in tal
senso: pur non nominandoli, prevedeva levacuazione di massa
e lincarcerazione indiscriminata dei nippo-americani. Lordine
fu rafforzato il 21 marzo con la legge pubblica n. 503, che ren-
deva reato la mancata evacuazione da tali zone militari. Subito
il comandante DeWitt ricevette lincarico di occuparsi delleva-
cuazione dalla costa occidentale. Egli divise in tre zone militari i
vari stati da cui dovevano essere sgombrati i nippo-americani: gli
VWDWLGL:DVKLQJWRQHGHOO2UHJRQHUDQRODSULPD]RQD&DOLIRUQLD
H$UL]RQDODVHFRQGD,GDKR0RQWDQD1HYDGDH8WDKODWHU]D
218 DANIELA DE PALMA
UHVLGHQWLVLFDPHQWHLQJUDGRGLODYRUDUH,OVDODULRVWDQGDUGSHU
XQDVHWWLPDQDODYRUDWLYDGLRUHHUDGLGROODULPHQVLOL
SHUJOLDSSUHQGLVWLFKHDYHYDQRELVRJQRGLVXSHUYLVLRQHFLUFD
dollari per i lavoratori professionisti (dottori, dentisti ecc.).
Secondo la convenzione di Ginevra, il lavoro svolto dai pri-
gionieri di guerra per lo stato doveva essere retribuito in base alla
quota pagata ai soldati dellesercito nazionale con le stesse man-
sioni. Tuttavia il salario dei nippo-americani, da 12 a 19 dollari,
era ben al di sotto di quello dei soldati semplici, che ricevevano
tra 19 e 50 dollari al mese (United States Department of War,
1978, pp. 273-277).
Per molte famiglie levacuazione non rappresent solo une-
sperienza scioccante, ma anche la rovina sul piano economico
(Okimoto, 1971, pp. 23-24). Il :DU5HORFDWLRQ$XWKRULW\ istitu
un piano damministrazione delle propriet appartenenti alle fa-
miglie costrette allevacuazione, piano che fu gestito principal-
mente dalla Federal Reserve Bank di San Francisco, che aveva
il compito di dare un sostegno agli evacuati e di risolvere gli
eventuali problemi rimasti in sospeso prima dellevacuazione. La
gestione della banca tuttavia si rivel una truffa a tutti gli affetti:
gli evacuati, infatti, furono per lo pi costretti alla svendita delle
loro propriet (United States Department of War, 1978, p. 137).
Per gli studenti QLVHL, espulsi dalle scuole e universit del-
la costa occidentale, fu creato il 29 maggio 1942 il 1DWLRQDO
-DSDQHVH$PHULFDQ6WXGHQW5HORFDWLRQ&RXQFLO, unagenzia or-
JDQL]]DWDHQDQ]LDWDSULYDWDPHQWHFKHDLXWzROWUHVWXGHQWL
a ottenere permessi per proseguire gli studi superiori in pi di
600 scuole durante la guerra (Austin, 2004, p. 1).1 Molti del :DU
5HORFDWLRQ$XWKRULW\erano preoccupati per gli effetti che avreb-
bero avuto levacuazione e il programma di ricollocamento sul
gruppo dei giovani cittadini QLVHLVDUHEEHVWDWRGLIFLOHSHUORUR
sottrarsi alla convinzione che la loro condizione fosse causata
1
Sulla questione delleducazione primaria e secondaria nei vari campi, cfr.
James (1987), mentre per quanto riguarda gli effetti delleducazione universita-
ria durante il periodo bellico su molti studenti, cfr. Okihiro (1999).
,OWUDWWDPHQWRGHOODFRPXQLWjQLSSRDPHULFDQDQHJOL6WDWL8QLWL 221
e una buona parte degli altri che, a dispetto della loro presunta
slealt, non provavano alcun risentimento verso gli Stati Uniti e
non desideravano andare in Giappone: molti internati avevano
risposto no alle due domande del questionario solo nella spe-
ranza di poter rimanere in un campo il pi vicino possibile ai luo-
ghi doverano nati. Pi di un terzo degli internati (7.222) di Tule
Lake present formale richiesta di trasferimento in Giappone
dopo la guerra: circa il 65% di essi era nato in America (Daniels,
1981, pp. 113-116).
Il 28 gennaio 1943 il Ministro della Guerra annunci la for-
mazione di una squadra di combattimento composta di solda-
ti QLVHL. Il Presidente Roosevelt dichiar pubblicamente il suo
compiacimento per la decisione del Ministero, dal momento che
a nessun leale cittadino degli Stati Uniti avrebbe dovuto essere
negato il democratico diritto di esercitare le responsabilit della
propria cittadinanza e di servire il proprio paese a dispetto delle
origini. Il principio su cui era stato fondato il paese e attraverso
cui era sempre stato governato, lamericanismo, era una que-
stione di testa e di cuore, e non era, n era mai stato, una questio-
ne di razza o dorigini: un buon americano era quello leale al suo
paese e al suo credo di libert e di democrazia (Daniels, 1981, p.
&RQFUHWDPHQWHODGLFKLDUD]LRQHGHO3UHVLGHQWHVLJQLFDYD
che i QLVHL avevano il diritto democratico di morire per gli USA
anche se erano stati privati dellegualmente basilare diritto di vi-
vere normalmente nelle sue leggi costituzionali (Okimoto, 1971,
p. 32). La 442 squadra del Reggimento prese parte ai maggio-
ri combattimenti che si svolsero in Italia, nel sud della Francia,
nella Renania e nellEuropa centrale, dal settembre del 1943 al
maggio del 1945. Grazie al suo incredibile coraggio divenne una
vera e propria leggenda nellesercito americano, tanto che an-
che alcune delle pi alte cariche dellesercito, che inizialmente si
erano opposte alluso di truppe composte da QLVHL, ammisero che
queste erano state le migliori truppe dassalto di tutto lesercito
statunitense. William Nester afferma che la guerra senza piet
combattuta dagli Stati Uniti contro il Giappone era dovuta al
comportamento fanatico mostrato dai soldati giapponesi durante
,OWUDWWDPHQWRGHOODFRPXQLWjQLSSRDPHULFDQDQHJOL6WDWL8QLWL 223
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
GIANLUCA DI FRATTA
227
228 GIANLUCA DI FRATTA
SROHPLFD>@,OPRPHQWRHUDGHOUHVWRIDYRUHYROHDGXQHVSDQ-
VLRQHGHOPHUFDWRJLRUQDOLVWLFRPROWLWUDLSULQFLSDOLTXRWLGLDQL
ospitavano vignette, mentre si moltiplicavano le riviste dedicate
prevalentemente al PDQJD (Orsi, 1981, pp. 154-155 e p. 156).
DOWUHVuRSHUHVSHFLFDPHQWHGHVWLQDWHDOSXEEOLFRLQIDQWLOHVX
cui gi si era soffermato linteresse delleditoria danteguerra
e che ora inclusero numerose riviste mensili dedicate anche al
PDQJD (Orsi, 1982, p. 119).
>@JOLHOHPHQWLGLVWLQWLYLGHOQXRYRJHQHUHFKHVLHUDQRYHQX-
ti nel frattempo precisando, si possono compendiare in quattro
qualit essenziali: 1) lincremento del fattore psicologico, 2) il
UHDOLVPRGHOOHGHVFUL]LRQLJUDFKHODULGX]LRQHGUDVWLFDR
abolizione dellelemento umoristico e comico, 4) lintento di ri-
volgersi ad un pubblico non infantile, ma di giovani o adulti. A
questo si aggiunga una spiccata struttura narrativa e la lunghez-
za che, pur non essendo, a rigore, un tratto necessario, avrebbe
spesso caratterizzato il gekiga (Orsi, 1982, pp. 136-137).
1
3HUXQDSSURIRQGLWDGLVDPLQDGHOODJXUDGL7H]XNDHGHOODVXDRSHUDFIU
Piovan (1966), McCarthy (2010) e Phillipps (1996, 2000).
232 GIANLUCA DI FRATTA
>@HLOPDQJDQRDGXQFHUWRSXQWRQHOODVXDIRUPDPLJOLR-
re, pot registrare quel momento, non solo nei suoi aspetti pi
esteriori di consumismo e benessere ma anche in quelli pi pro-
fondi e inquietanti che si venivano precisando e non era possi-
bile ignorare: dalle lotte contro il rinnovamento dellAnpo, alla
contestazione studentesca del 1968-1970, allinquinamento at-
PRVIHULFRDOODSURWHVWDFRQWURODJXHUUDHOHDUPLQXFOHDUL>@
Daltro canto, la dimensione del fenomeno fumetto, ne condizio-
QDYDODVLRQRPLDSUHFLVDQGRODVXDSRUWDWDFRPHIDWWRVRFLDOH
e di costume. Il numero di PDQJD stampati e diffusi in questo
SHULRGRVLPROWLSOLFzHQRUPHPHQWHVLLQWHQVLFzLOUDSSRUWRGL
scambio con televisione, cinema, canzoni, mentre i personaggi
dei fumetti suggerivano atteggiamenti e gesti che erano imitati, e
parole che subito entravano nelluso comune, creando una moda
(Orsi, 1983, p. 95).
2UVLFRQFOXGHODVXDUDVVHJQDGHQHQGRLOSHULRGRSLUHFHQWH
del fumetto giapponese, a cavallo tra gli ultimi anni Sessanta e
i primi anni Settanta, come un momento di pausa e incertezza
dopo la ricca stagione che lo aveva immediatamente preceduto
ma, al contempo, individua anche altre direzioni che si rivele-
ranno nonostante le sue iniziali perplessit espressive di un
rinnovamento che spinger il genere verso inedite frontiere nar-
rative.
2
Sullo VKMRPDQJD cfr. anche Rumor (2005).
234 GIANLUCA DI FRATTA
3
Nel 1998 il saggio di Maria Teresa Orsi stato pubblicato in volume dalla
casa editrice Musa Edizioni quale prima parte di un dittico dal titolo 6WRULDGHO
IXPHWWRJLDSSRQHVH. Tralasciando ogni considerazione sulla qualit delledizio-
ne, sulla organizzazione dei testi e sulla politica di distribuzione dellopera,
vale la pena spendere due parole sul secondo volume pubblicato a comple-
tamento del lavoro di Orsi. Il saggio di Cristina Mulinacci si presenta come
unanalisi meticolosa e approfondita dei principali generi popolari del fumetto
giapponese. Vero , tuttavia, che unimpostazione del tutto estranea a quella del
SULPRYROXPHVWUXWWXUDWDDSDUWLUHGDXQDFODVVLFD]LRQHSHUJHQHULSLFKHVX
una disamina cronologica delle fasi evolutive del PDQJD, e lannovero di opere
fumettistiche antecedenti il periodo storico di cui il volume pretende occuparsi
rendono i due lavori evidentemente slegati luno dallaltro. Ci lascia intui-
re che, almeno inizialmente, il saggio di Mulinacci fosse concepito per essere
pubblicato come lavoro a se stante, del tutto incondizionato da quello di Orsi.
certamente auspicabile, a questo punto, che lopera di Mulinacci sia ristampata
in una edizione indipendente e fedele allintenzione originaria dellautrice af-
QFKpULFHYDLOVXRJLXVWRULFRQRVFLPHQWR
,OIXPHWWRLQ*LDSSRQHXQDQDOLVLFULWLFD 235
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
MARISA DI RUSSO
237
238 MARISA DI RUSSO
5LSUHQGHOHVXHSDUROH5DYL]]D(UD$OHVVDQGURGLVHPELDQ-
te nobile, e maestoso, grande di persona, eccedente laltezza non
ordinaria de suoi Maggiori, ben proporzionato in tutte le sue
membra (Ravizza, 1830, p. 136). Anche Schtte, descrivendo il
VXRDVSHWWRVLFRORGHQLVFHDPDQRIJLDQWVWDWXUH6FKWWH
1980, IS4XHVWRSDUWLFRODUHFROSuVRSUDWWXWWRLJLDSSRQHVL
che allepoca erano pi bassi degli europei. Da lettere e relazioni
dei missionari sappiamo che il grande condottiero giapponese,
Oda Nobunaga (1534-1582), rimase molto impressionato dalla
statura e maestosit del gesuita quando lo incontr la prima vol-
WDQHOPDU]RGHOQHOWHPSLRGL+RQQGHOODOORUDFDSLWDOH
.\WR1HULPDVHURLPSUHVVLRQDWLJOLDUWLVWLJLDSSRQHVLFKHQHOOH
loro opere lo rappresentarono pi alto degli altri missionari. Molti
3DFKHFR:LFNLIX, p. 21*) sono infatti concordi nel
ULWHQHUHFKHVLDLO9LVLWDWRUHODJXUDGHOJHVXLWDFKHFRQODVXD
VWDWXUDVRYUDVWDJOLDOWULPLVVLRQDULUDIJXUDWLQHLSDUDYHQWLQDQ-
1
'HO 3 *DVSDU 6DQFLR PL ULFRUGR EHQH95 JOL PDQGL OH PLH VDOXWL
quando gli scrive et dicali se si ricorda di quella vecchia, che passando noi per
una strada di Viterbo, partendosi della porta di sua casa dove stava assentata mi
YHQQHDGLUHFKHQRQDQGDULDDFRJOLHUOLFKLPHFRSHUFKpHUDPROWRDOWR'HO
che io mi risi grandemente et il P. Gaspar Sancio si risent molto mormorando
di quella loquace vecchia molto tempo. Da una lettera di Valignano a Fabio de
Fabii, Goa, 15 dicembre 1596, pubblicata da Wicki (1988, XVIII, p. 645). Citata
da DElia (1940, p. 122).
240 MARISA DI RUSSO
EDQ2 che descrivono larrivo delle navi portoghesi nei porti cinesi
e giapponesi in un intreccio di motivi commerciali e religiosi.
Ma torniamo al nostro ritratto. In tempi pi recenti altri stu-
GLRVL+LUDNDZDS/XFDSORKDQQRULSUR-
dotto nelle loro opere riprendendolo dal volume di DElia, senza
citare la fonte, ma continuando a indicare in didascalia che si
tratta di un quadro dellepoca, conservato a Bonn.
Le ricerche fatte in Germania non hanno prodotto risultati,
non si sono trovate tracce del ritratto n a Bonn n nelle altre cit-
t, mentre si scoperta lesistenza di unaltra interessante opera
che ritrae il gesuita in ricche vesti orientali. Si tratta di un dipinto
a olio, a colori, del XVII secolo, di autore ignoto, mai riprodotto
prima, conservato nel museo della citt di Ingolstadt (Di Russo,
2008, p. XVII), dove i gesuiti avevano istituito unimportante uni-
versit.
Il mistero del dipinto che ci interessa viene spiegato da
Edmond Lamalle nella sua recensione al primo volume delle
)RQWL5LFFLDQH, alla quale rimanda lo stesso dElia nellHUUDWD
FRUULJH del secondo volume della sua opera. Lamalle si ricorda
DYHYDFXUDWRXQIRQGRIRWRJUDFRSUHVVRO$UFKLYLR5RPDQR
6,QHOTXDOHJXUDQRTXDWWURULWUDWWLGL9DOLJQDQR6FULYH/DPDOOH
DSURSRVLWRGLTXHVWRULWUDWWRULSURGRWWRGD'(OLD>@QRXV
devons relever une confusion, qui risquerait dintroduire une
lgende iconographique (Lamalle, 1943, p. 168) e rivela che il
quadro in questione si conservava nel 1943, quando egli scri-
veva in un parlatorio del Ges a Roma ed era stato eseguito dal
conte Giuseppe Capogrossi Guarna (1900-1972) su commissione
del gesuita Pietro Tacchi Venturi, segretario della Compagnia, in
vista dellEsposizione universale delle missioni in Vaticano per
lanno santo del 1925. Si ha ragione di ritenere che sia stato pro-
prio Tacchi Venturi a far sistemare il ritratto di Valignano in una
2
6LYHGDLQSDUWLFRODUHLOSDUDYHQWRGL.DQ1DL]HQGLFXLHVL-
VWRQRYDULHFRSLHODPLJOLRUHDO.EH&LW\0XVHXP,OOXVWUD]LRQHLQ.EH&LW\
Museum (1988, pp. 9-17). Illustrazione del particolare relativo ai missionari in
Di Russo (2008, p. XXX).
5LWURYDWRLQ*LDSSRQHLOULWUDWWRGL$OHVVDQGUR9DOLJQDQR6- 241
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
DONATELLA FAILLA
%UHYHSURORGHOOHWUDGL]LRQLLFRQRJUDFKHGHOODIDOFRQHULD
LQ*LDSSRQH1
1
Durante la correzione delle bozze di questo articolo sono venuta a co-
QRVFHQ]DGHOODPRQRJUDDGL-DPHVRQFKHSXUWURSSRQRQKRSRWXWR
leggere. Di recente, molti materiali informativi sono stati raccolti e resi dispo-
nibili su internet in occasione della Conferenza Nazionale per la Falconeria
Giapponese del 2005. Nel sito Falconry Heritage Trust (KWWSZZZIDOFRQV
FRXNGHIDXOWDVS"LG PHQX ) si trovano il -DSDQHVH )DOFRQU\+HULWDJH
'%3URMHFW e una lista di 127 tra documenti e opere darte di rilievo per la storia
della falconeria in Giappone (/LVWRI7DQJLEOH+HULWDJHRI-DSDQHVH)DOFRQU\),
oltre allautorevole articolo di Morimoto (2005).
247
248 DONATELLA FAILLA
PRGHOOLLFRQRJUDFLLOIDOFRDOORVWDWRVHOYDJJLRVROLWDPHQWHSR-
VDWRVXXQUDPRLOUDSDFHLQQDWXUDPHQWUHLQVHJXHRJKHUPLVFH
XQIDJLDQRHLQQHLOUDSDFHDGGHVWUDWROHJDWRDOSRVDWRLR
'XUDQWHLOSHULRGR0XURPDFKLPDJQLFKHSLWWXUHGLIDOFKL
furono eseguite dal monaco buddhista e maestro del t Murata
6KXN2 oltre che dallartista samurai Toki Tomikage
(Fukei).3 Nel periodo Momoyama e durante il primo periodo Edo
OHVFXROHGLSLWWXUD6RJDH.DQVYLOXSSDURQRHOHYDWHFDSDFLWj
nella rappresentazione dei rapaci: in particolare, i maestri Soga
&KRNXDQH1LFKRNXDQ.DQ6DQUDNXH7DQ\VLUHVHURPHULWD-
tamente celebri per lalto valore artistico e formale dei loro dipin-
ti. Nella pittura legata alla committenza dellaristocrazia militare
i falchi addestrati e le battute di caccia col falco costituiscono
QRDOODQHGHOORVKRJXQDWRXQLPSRUWDQWHORQHLFRQRJUDFR
e tematico, reso con materie e tecniche diverse e in ogni tipo
di formato: paraventi (E\EX), pareti scorrevoli (IXVXPD), rotoli
orizzontali (HPDNLPRQR) e dipinti da appendere (kakejiku).
Fiero e selvaggio, eppur capace di accettare la disciplina della
domesticazione e servire fedelmente il proprio padrone, il falco
acquist grande importanza simbolica negli ambienti militari dei
SHULRGL.DPDNXUDH1DQERNXFK QFKpYHUVRODQHGHOSHULRGR
Muromachi divenne un vero e proprio VWDWXVV\PERO, un DOWHUHJR
celeste e ferino nel quale il guerriero si rispecchiava appassiona-
WDPHQWH8QPDJQLFRHVHPSLRGLTXHVWLVLJQLFDWLqRIIHUWRGDO
celebre ritratto di Takeda Shingen (1521-1573) con una femmi-
na4 di falco pellegrino (KD\DEXVD), dipinto attorno al 1570 da
2
Attivo dal tardo secolo XV ai primi del XVI6KXNIXSLWWRUHGLOHWWDQWHPD
assai valente, nella tecnica a inchiostro diluito (VXLERNX gaHVHJXDFHGL6HVVK
7\&RQRVFLWRUHGDUWHFRQWULEXuLQVLHPHD1DPLHDOWULNDUD-
PRQREXJ\ alla formazione delle collezioni di pitture e porcellane di Ashikaga
Yoshimasa (1435-1490).
3
Attivo nella provincia di Mino tra il tardo XV secolo e linizio del XVI.
4
Le femmine dei rapaci erano preferite ai maschi, sia per la loro maggiore
taglia sia per le loro abilit venatorie.
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 249
5
Designato importante bene culturale (M\EXQND]DL), il dipinto porta il
VLJLOOR1REXKDUXXVDWRGD7KDNXDOOHWjGLFLUFDWUHQWDQQLHPLVXUDFP[
DFFRPSDJQDWRGDXQDOHWWHUDGL7DNHGD.DWVX\RULJOLRGL6KLQJHQFKH
dichiara che il ritratto di suo padre fu eseguito mentre egli era in vita e offerto
al tempio Seikeiin di Wakayama, al quale appartiene ancor oggi. Cfr. Shimizu
FDWSS7N\NRNXULWVXKDNXEXWVXNDQ.\WRNRNXULWVXKD-
kubutsukan (2010, cat. 32).
250 DONATELLA FAILLA
SLXWWRVWRVWDDVLJQLFDUHFRPHODYRFD]LRQHDUWLVWLFDGL-DNXFK
DEELDLQQHWURYDWRQHOODYLWDPRQDFDOHODGHPSLPHQWRDOXQJR
DJRJQDWR+LFNPDQ6DWFDW
8QHYLGHQWHGHELWRDUWLVWLFRHLFRQRJUDFRQHLFRQIURQWLGL
Soga Chokuan e Nichokuan ben riconoscibile nella grande
SLWWXUDGL6RJD6KKDNX&KLEDVKLELMXWVXNDQ0LH
NHQULWVXELMXWVXNDQFDWW.\WRNRNXULWVXKDNX-
butsukan, 2005, catt. 27, 28). In una famosa coppia di paraventi
databile attorno al 1759 lartista svolge in forma paradigmatica il
tema della falconeria, alternando vedute di rapaci liberi in natu-
ra a falchi addestrati impegnati nellinseguimento e nella cattura
GHOOHSUHGH.\WRNRNXULWVXKDNXEXWVXNDQFDWPH-
rita osservare che queste rappresentazioni non mancano di quei
WUDWWLVXUUHDOLFKHFDUDWWHUL]]DQRDELWXDOPHQWHORSHUDGL6KKDNX
Nella prima anta del paravento sinistro, proprio al centro del con-
WHVWRJXUDWLYRXQJUDQGHJLULIDOFRELDQFRVKLURKD\DEXVD
, )DOFRUXVWLFROXV) sta immobile, perfettamente mimetizzato e
seminascosto dietro un tronco innevato, la sua candida sagoma
ULHVVDLQXQRVSHFFKLRGDFTXDIHUPDLQWRUELGLWDGDOJKLDFFLR
lalgido paesaggio segretamente scrutato dallocchio ferino,
giallo e penetrante del rapace, che sta pronto a cogliere fulmine-
amente il minimo movimento non diversamente dallo sguardo
dellartista che abita il mondo e, non visto, lo osserva senza mai
distogliersi dalla propria visione.
/LGHQWLFD]LRQHGHOODUWLVWDFRQLOUDSDFHULFRUUHDQFKHQHO-
la pittura a inchiostro$TXLODGLPDUHSRVDWDVXXQRVFRJOLRWUD
RQGHDJLWDWHVRWWRXQUDPRGLSLQRJGRYXWDDXQHVSR-
nente della scuola Nanga GHOWDUGRSHULRGR(GRFKHVLUPD
6KXQ1DNDED\DVKLYHFFKLRGLDQQLDOODPHUFpGHOOHRQGH
(5RNXMLFKL6KXQ1DNDED\DVKL PDQLPDQL) e appone tre sigilli,
il secondo dei quali, +HQUHLVKLQVLJQLFDFXRUHIUHGGRHLQGLI-
IHUHQWH/HYLFHQGHELRJUDFKHGL6KXQQRQVRQRQRWHPDq
indubbio che nellaquila impavida e solitaria assediata dalla for-
za degli elementi il pittore abbia inteso rappresentare se stesso.
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 251
)DOFKLIDOFRQLHULHIDOFRQHULDQHOODVWRULDGHOODFXOWXUDJLDS
SRQHVH
7KHLPSHULDOKXQWVZHUHFRORUIXOODUJHVFDOHHYHQWVMRLQHGE\
PHPEHUVRIWKHFHQWUDODULVWRFUDF\SURYLQFLDORIFLDOVDQGDW-
tendants of various sorts. The chief role of most of the noble
SDUWLFLSDQWVDSSDUHQWO\ZDVWRHVFRUWWKHLPSHULDOOLWWHUDQGJDO-
ORSDFURVVWKHHOGVRQVSLULWHGKRUVHV7KHDFWXDOKXQWLQJZDV
GRQHE\YHRUVL[PRXQWHGIDOFRQHUVZKRPDQDJHGWKHKDZNV
6
Ohnuki-Tierney annota che, probabilmente entro linizio dellEvo medio,
LIDOFRQLHULFRQXLURQRQHOJUXSSRSURIHVVLRQDOHGHLPDFHOODLGLYHQWDQGRFRVu
parte delle categorie occupazionali alle quali era riconosciuta una speciale con-
dizione sociale.
7
Gli imperatori Kanmu (737-806, r. 781-806) e Saga (786-842, r. 809-823)
presero parte, rispettivamente, a 123 e 73 battute di caccia col falco.
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 253
'XHUDFFRQWLPHGLHYDOLGDOOHHYLGHQWLQDOLWjSHGDJRJLFKH
buddhiste, luno nell8MLVKLPRQRJDWDUL(Storie raccolte a Uji,
prima met XIII secolo), laltro nel .RQMDNXPRQRJDWDUL(Racconti
del tempo che fu, tardo periodo Heian), narrano le vicissitudini di
due uccellatori specializzati nella cattura dei falchi (Tyler, 1987,
racconti 137, 198). Avventuratosi in uno strapiombo montano per
catturare falchi nidiacei, un uccellatore ha salva la vita grazie
allintervento del ERGKLVDWWYD Kannon, che lo soccorre prendendo
laspetto di un enorme serpente. Un altro uccellatore sogna des-
sere un fagiano braccato da cani e rapaci, sperimentando cos il
terrore e langoscia mortale delle sue innumerevoli vittime inno-
centi, cosa che provoca la sua immediata conversione e il ritiro in
FRQYHQWR0DDSDUWHLORURSDOHVLQLGLPRVWUDWLYLHGHWLFLLGXH
UDFFRQWLWUDWWHJJLDQRFRQHIFDFLDHGRYL]LDGLGHWWDJOLORVWLOHGL
vita e il temperamento dei cacciatori di falchi: guidati dalla loro
profonda passione venatoria, questi uomini trascorrevano molto
tempo allaria aperta, perlustrando campagne, monti e boschi in
cerca di rapaci, n esitavano ad avventurarsi impavidamente in
luoghi impervi e solitari, col spinti dal desiderio di catturare i
IDOFKLQLGLDFHLGDDOOHYDUHHDGGHVWUDUHSURIRQGDPHQWHOHJDWLDL
ORURHULXFFHOOLGDSUHGDHUDQRFDSDFLGLYHJOLDUHQRWWLLQWHUHFRO
falco posato sul pugno, occhi negli occhi: tenere il falco desto per
tutta la notte (\RWDND ) serviva non solo a domarlo, ma anche
ad abituarlo alle uscite notturne richieste dal cerimoniale.
Latmosfera fosca e solitaria dei luoghi aspri e rocciosi abitati
GDLUDSDFLqUDIJXUDWDLQXQLQUUPDWR7RVKLQDJD
(Wrangham, 1995, pp. 307-308), opera databile al tardo secolo
XVII o allinizio del XVIII. 8 Il fondo grigio scuro e opaco, simu-
ODQWHXQDSRURVDVXSHUFLHGLIHUURUDIJXUDXQFLHORWHWURFRQ
lontani bagliori di burrasca. Sui due lati dellastuccio sono appli-
cati bassorilievi lavorati a sbalzo in lastra dargento e VKDNXG,
UDIJXUDQWLGXHNXPDWDND , falchi crestati di grande taglia
8
,QU con due NXPDWDND e PDQMQHWVXNHcon motivo a svastiche concate-
nate (secolo XIX), Museo Chiossone (I-18, N-165). Cfr. Failla (1996, cat. 81).
256 DONATELLA FAILLA
6LJQLFDWRSROLWLFRGHOODIDOFRQHULDGDOWHPSRGHLVLJQRUL
GHOODJXHUUDDJOLVKJXQ7RNXJDZD
9
6SL]DHWXVQLSDOHQVLV, Aquilastore montano. Il NXPDWDND attualmente raro
in Giappone nelle regioni montuose tra i 500 e i 1500 metri di altitudine. Cfr.
Wild Bird Society of Japan (1982, pp. 172-173).
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 257
+LGH\RVKLJLXQVHDSURLELUHODFTXLVWRGHLIDOFKLGL(]RQDQFKH
ai signori feudali e inoltre, per esser certo che gli agognati rapaci
giungessero in sua mano nel pi breve tempo possibile, concesse
a Kakizaki Yoshihiro speciali privilegi di transito, riconfermati in
VHJXLWRGD7RNXJDZD,H\DVX4XHVWXOWLPREDQQHGKDZNLQJE\
kuge QRELOLWLHVDQGIRUPHGDQDWLRQZLGHKLHUDUFKLFDQGFOLHQWHOLVW
falconry system for upper samurai (Morimoto, 2005, p. 3). In
sostanza, i rapaci erano beni daltissimo valore, la cui rilevan-
za politica nelleconomia simbolica del Giappone premoderno
HUDIRQGDPHQWDOHJOL$QGL.DNL]DNLHL0DWVXPDHHUDQRVROLWL
dimostrare la propria fedelt e sottomissione al EDNXIX in for-
ma cerimoniale durante le pubbliche udienze, recando donativi
di rapaci al NDQSDNX, allo VKJXQ e ai membri della loro cerchia
(Walker, 2001, pp. 102-104).
La falconeria raggiunse lapogeo nella prima met del secolo
XVII, durante il governo dello VKJXQ7RNXJDZD,H\DVX
1616, g. 1603-1616) e dei suoi due successori Hidetada (1579-
1632, g. 1605-1623) e Iemitsu (1604-1651, g. 1623-1651), con-
tinuando a prosperare anche con Ietsuna (1641-1680, g. 1651-
1680). Soltanto il quinto VKJXQ Tsunayoshi (1646-1709, g.
1680-1709) fu notoriamente contrario allarte venatoria ed ema-
n nel 1685 gli 6KUXLDZDUHPLQRUHL (Editti sulla compassione
per gli esseri viventi), con i quali ordinava allintera popolazione
di usare clemenza verso tutte le creature e stabiliva, tra laltro,
che i falchi gi tenuti in cattivit fossero nutriti con la carne dei
cani randagi. Ad esclusione di Tsunayoshi, lo shogunato sostenne
XIFLDOPHQWHLOSDWULPRQLRGDELOLWjHWUDGL]LRQLGHOODIDOFRQH-
ULDGHQHQGRFRPSLWLHSUHURJDWLYHGHLPHPEULGHOODFDVWDPL-
litare specializzati nelladdestramento dei rapaci e istituendo la
funzione di maestro falconiere (WDNDM ) nellambito della
EXURFUD]LDGLJRYHUQR,QROWUHUHJROzDPSLH]]DHFRQQLGHOOH
riserve di caccia e stil elenchi contenenti i tipi e le quantit delle
SUHGD]LRQLFRQVHQWLWHLQEDVHDOUDQJRGHLFDFFLDWRUL(GR7N\
hakubutsukan, 2005, pp. 8-11): ad esempio, solo ai falchi dello
VKJXQ era permessa la cattura delle gru della Manciuria (WDQFK
258 DONATELLA FAILLA
0HUFDWRHFRQVXPRGHLIDOFKLQHOSHULRGR(GR
secondo dai due agli otto U\. Fattori limitativi allattivit furono
le epidemie, che spazzarono via intere raccolte di falchi dopo
la cattura, sia la guerra di Shakushain del 1669, che provoc un
discreto numero di morti tra WDNDPDFKL e WDNDM (Walker, 2001,
pp. 104-105). Ma, a parte queste sfortunate evenienze, la risorsa
dei rapaci di Ezo, che aveva subto quasi due secoli dintensivo
e perdurante sfruttamento a favore di un mercato estremamente
ristretto, dimostr dessere giunta al limite ultimo delle possibi-
lit di consumo nel 1751, quando i WDNDPDFKL catturarono sol-
tanto una ventina di rapaci o poco pi in tutto il territorio di Ezo
(Walker, 2001, p. 108).
Un brano dello +VHLPRQRJDWDUL(Discorsi sul mondo della
legge) GL$QG6KHNL10 paragona la triste sorte de-
gli uccelli da preda addestrati a quella dei militari loro padroni
che hanno perso la guerra. Resi inetti dalluomo alla libera caccia
in natura, i rapaci diventano vittime delle loro prede di un tempo,
quando i nemici dei loro padroni li restituiscono al loro mondo
dorigine:
10
1DWRQHOODFLWWjFDVWHOORGL.XERWD$QG6KHNLYLVWXGLzPHGLFLQDH
scienze correlate. In seguito esercit larte medica nella cittadina di Hachinohe
FKHDOOHSRFDJUD]LHDOFRPPHUFLRPDULWWLPRHUDFROOHJDWDDVDNDSULQFLSDOH
FLWWjSRUWXDOHGHO.DQVDLHDOODFDSLWDOH.\WR(OHPHQWLGXQLFLWjHGLJUDQGH
LQWHUHVVHGHOODJXUDGL$QG6KHNLQHOSDQRUDPDGHOSHQVLHURJLDSSRQHVHGHO
periodo Edo sono la sua critica radicale del sistema feudale e la sua opposizione
alla suddivisione della societ umana in classi.
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 261
that it once preyed on. Those of the same rank in the World of
/DZVKDUHWKHVDPHIDWH:KHQWKHVHQLRUUHWDLQHUVRIFLDOVRU
IHXGDOORUGVDUHGHIHDWHGLQEDWWOHWKH\HHIRUWKHLUOLYHVDQGDUH
forced to cringe before the merchants and farmers that they once
SUH\HG XSRQ (YHQ D KDZNHDJOH >DTXLODVWRUHQGU@ FDSWXUHG
DQGNHSWE\PHQZKHQUHWXUQHGWRWKHPRXQWDLQVIURPZKLFKLW
FDPHLVVHWXSRQE\WKHVZDQVDQGJHHVHWKDWLWRQFHSUH\HGRQ
DQGFKDVHGDERXWXQWLOLWQDOO\ZHDNHQVDQGGLHV,QWKHVDPH
ZD\ZKHQWKHJHQHUDOLVVLPRRIWKHKXPDQ:RUOGRI/DZLVGH-
IHDWHGLQEDWWOHGXULQJDQXSULVLQJKHEHFRPHVDQRXWFDVWZKR
must cringe before the peasants and live off their favors until he
LVQDOO\GLVFRYHUHGE\KLVHQHPLHVDQGNLOOHG$QHDJOHWRR
FDXJKWDQGNHSWE\PHQORVHVLWVVWUHQJWKDQGZKHQUHWXUQHGWR
the mountain fastnesses, is no longer able to capture the night
KHURQVDQGJHHVHWKDWZHUHRQFHKLVSUH\,QWKHHQGKHZHDNHQV
DQGGLHV7KHUXOHURIWKHKXPDQ:RUOGRI/DZVKDUHVWKHHDJOHV
fate. When, in an uprising, he is defeated in battle, he is forced
WRHHDQGKLGHLQDIDUPHUVKRPHXQWLOKHLVQDOO\VRXJKWRXW
by his enemies, captured, and killed (Hunter, 1992, pp. 27-28).
'LSLQWLYRWLYLGLIDOFKLQHOFXOWRGLVWDWRGL7VK'DLJRQJHQ
11
1HOODVFDUVDELEOLRJUDDVX&KRNXDQH1LFKRNXDQVSLFFDLOODYRURGL
/LOOHKRMGDOTXDOHWUDJJROHQRWL]LHELRJUDFKHHLOUHJHVWRGL&KRNXDQ
La prima scuola Soga, fondata da Soga Dasoku (o Jasoku) e collegata al mae-
stro zen ,NN\6MXQIXDWWLYDD.\WRQHOVHFROR XV in collega-
mento con il Daitokuji, appartenente alla scuola Rinzai zen. Patroni del com-
plesso templare erano i nobili samurai Asakura di Echizen (odierna prefettura
di Fukui) e la ricca borghesia mercantile del Kansai, grazie alla quale Daitokuji
divenne il pi autorevole centro del FKDQR\X. Le relazioni tra la prima e la
seconda scuola Soga non sono del tutto certe e provate, anche se Nichokuan,
JOLRGL&KRNXDQQHOODJHQHDORJLDGDOXLPHGHVLPRFRPSLODWDQHOSDUOD
262 DONATELLA FAILLA
GLVXRSDGUHFRPHHUHGHHGLVFHQGHQWHGL6RJD6KVKQRQFKpFDSRVWLSLWHGHOOD
VHFRQGDVFXROD6RJD4XDQGRJOL$VDNXUDIXURQRVFRQWWLHVWHUPLQDWLGD2GD
1REXQDJDQHO&KRNXDQVLULIXJLzD6DNDLHLQVWDXUzSURFXLUDSSRUWLFRQ
i facoltosi mercanti del Kansai, svolgendo in questa regione la parte pi consi-
derevole della sua attivit: in questo periodo, diversi suoi dipinti furono offerti
GDLFRPPLWWHQWLDLWHPSOLGHOPRQWH.\D$LSULPLGHOVHFROR XVII Chokuan
DYHYDVWDELOLWRUDSSRUWLGLGXFLDFRQJOLDOWLSRWHULGHOODFDSLWDOHLPSHULDOH
FRPHGLPRVWUDXQDWDYRODYRWLYDUPDWDHGDWDWDFRPPLVVLRQDWDJOLGD
7R\RWRPL+LGH\RULSHULOVDQWXDULR.LWDQR7HQPDQJ6WDQGRDL
GRFXPHQWL&KRNXDQHVHJXuVYDULDWHSLWWXUHSDULHWDOLQHLWHPSOLGL.\WRWXW-
tavia, della sua intensa attivit nella capitale imperiale sopravvivono oggi solo
alcuni dipinti da appendere (kakejiku) e paraventi con falchi, soggetto pittorico
nel quale lartista eccelleva e che gli merit apprezzamento e fama presso i
nuovi potenti del Giappone.
12
Nella parte inferiore destra o sinistra di ogni dipinto impresso il sigillo
formato dai tre caratteri a rilievo 'DLHQVKR (pittura di Daien) racchiusi entro un
doppio contorno quadrato ad angoli stondati. Tuttavia, la lettura non certa e il
sigillo non pare ricollegabile a Chokuan.
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 263
13
4XHVWRDVWRUHELDQFRqLFRQRJUDFDPHQWHHWHFQLFDPHQWHXJXDOHDTXHOOR
del celebre 6KLURWDNDOHJDWRDOSRVDWRLR, un kakejiku di Chokuan recante uni-
VFUL]LRQHYHUJDWDGD7HWVX]DQ6KGRQGDWDELOHDSRFRSULPDGHOHRJJL
appartenente al Fukui Bijutsukan.
264 DONATELLA FAILLA
3HQQHGLIDOFRHGDTXLODVLPEROLGLSRWHUH
14
Due importanti serie di HWDND offerte per la divinizzazione di Ieyasu sono
JLXQWHQRDQRLODSULPDGLSLQWDQHOGD+DVKLPRWR&KEHL II su com-
missione di Sakai Tadakatsu, appartiene al Museo del Tesoro del Mausoleo
7VKJGL1LNN/DVHFRQGDGDWDWDHIRUVHGLSLQWDGD.DQ7DQ\VX
FRPPLVVLRQHGL$EHQR6KLJHWVXJXSURSULHWDULRGHOFDVWHOORGL,ZDNLHVWUHWWR
collaboratore (VRNNLQ) dello VKJXQ Iemitsu nellambito del Consiglio dei Sei
(URNXQLQVKIXFROORFDWDD.DZDJRHQHOOR+HLGHQFKGHO6HQED7VKJ
4XHVWDVHFRQGDVHULHqFRPSOHWDWDGDXQDWDUJDFROWLWROR7VK'DLJRQJHQ
vergato personalmente dallimperatore Gomizunoo (1596-1680, r. 1611-1629),
circostanza che dimostra come la divinizzazione di Ieyasu e la sua assunzione
QHLFXOWLGLVWDWRFRVWLWXLVVHXQDOWRQHSROLWLFRULFFRGLPSOLFD]LRQLUHOLJLRVH
e simboliche.
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 265
15
Laquila di mare di Steller vive e si riproduce nella penisola di Shiretoko
a +RNNDLG
16
Il ramo principale degli Inoue, IXGDLGDLP\RULJLQDULGL0LNDZDHGL-
VFHQGHQWLGHL0LQDPRWRULVLHGHYDQHOQHOIHXGRGL+DPDPDWVX7WPL
con una rendita annua di 60.000 kokuGLULVRLOUDPRFDGHWWRULVLHGHYDGDO
D7DNDRND6KLPVDFRQXQDUHQGLWDDQQXDGL koku di riso.
17
La scatola corrisponde esattamente al modello di PD\XWVXNXULEDNR pub-
blicato nel 1804 da Aoki Hisakuni nel manuale &KGR]XH (Raccolta illustrata di
DUUHGL&IU)DLOOD>ESSJJDFDW@
266 DONATELLA FAILLA
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOOLPPDJLQHXNL\RH
18
.LWDJDZD8WDPDUR3DURGLDDOIHPPLQLOHXVFLWDFROIDOFR, trittico di
EDQ, QLVKLNLH, Museo Chiossone (S-1161).
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 267
Tra lultimo quarto del secolo XVIII e la met del XIX, non
raro trovare nellXNL\RHimmagini di falconieri adolescenti e gio-
vinetti con la prima tonsura dellet adulta. Molto ammirati negli
ambienti borghesi, questi ragazzi rappresentano non solo modelli
GLEHOOH]]DHGHOHJDQ]DPDVFKLOHGDOWHPSRGL.U\XVDLQRD
Kunisada, ma sono anche ritratti psicologici basati su acconci
abbinamenti di giovani maschi e rapaci, dove i secondi adombra-
no lDOWHUHJR dei loro padroni. Il falconiere giovinetto di Isoda
.U\XVDL(1735-1790)qXQWLSLFRDGHSWRGHOVRVWLFDWRJXVWRiki
di Edo: vestito nel sobrio cotone rigato di gran moda durante gli
anni 1770, incede con espressione assorta e trasognata, mentre
il piccolo rapace che tiene sul pugno sbatte le ali manifestando
LQTXLHWXGLQHHLPSD]LHQ]DJ
Solo quattro decadi pi tardi, attorno al 1815, ben diver-
so il giovane borghese con falco rappresentato in una stampa di
5\NRNX6KXQJ\VDLDWWLYR19 liscrizione in alto
DVLQLVWUDORLGHQWLFDFRPHNRVK.LFKL]DEXULOSDJJLR20 del
tempio Kisshoin follemente amato dalla ragazza piromane Yaoya
Oshichi (Kikuchi, 2002, pp. 770-771). Ben vestito, prestante e
UREXVWR.LFKL]DEXUDSSDUHQRQGLPHQRJRIIRSRLFKpLOVXRYRO-
to paffuto, esitante e ancora fanciullesco atteggiato in un sor-
ULVRDOFRQWHPSRIDWXRHLQJHQXRLPPDWXURSDUVXRqLOSLFFROR
falco posato sul suo pugno, che sulladdome ha ancora alcune
ODQXJLQRVHSLXPHWWHGDQLGLDFHRJ
4XDOFKHDQQRGRSRXQJLRYDQHIDOFRQLHUHULWUDWWRGD8WDJDZD
Kunisada (1786-1864) esprime invece una mascolinit disinvol-
ta, consapevole e manifestamente compiaciuta di s: i capelli
sono perfettamente ravviati e impomatati e il bel volto vigile,
assottigliato e gi virile, si volge di lato come per cogliere uno
19
Pittore e autore di stampe XNL\RHIRUWHPHQWHLQXHQ]DWRGD8WDPDURHUD
specializzato nei ritratti di belle donne (ELMLQJD). Il suo regesto comprende un
limitato numero di opere.
20
Il termine NRVK ha tre accezioni, la seconda delle quali si attaglia a
.LFKL]DEXUSRLFKpVLULIHULVFHDXQJLRYDQHSDJJLRFKHIDGDDWWHQGHQWHH
cameriere personale a un prelato o a un nobile.
268 DONATELLA FAILLA
VJXDUGRRULVSRQGHUHDXQULFKLDPRQHLVXRLYLVWRVLhakama mul-
ticolori di tessuto NDVXUL, il bel falconiere se ne sta ben piantato
sulle gambe divaricate, emanando un fascinoso nitore di maschio
aitante, giovane e sano. Il grande falco dagli enormi artigli che
tiene saldamente sul pugno in verit il suo traslato animale
immagine della sua forza e del suo talento per la caccia, oltre che
GHOODVXDGLVFLSOLQDWDSDGURQDQ]DVXJOLLVWLQWLJ
Nelle stampe del tardo secolo XVIII, ma pi di frequente in
TXHOOH GHO SHULRGR %XQND%XQVHL VSHFLH GL .LNXJDZD (L]DQ
(1787-1867)21 e di Keisai Eisen (1791-1848),22ULFRUURQROH-
gure di WVXMLJLPL, donne che si prostituivano nottetempo sulla
SXEEOLFDYLDHGHUDQRJUDWLFDWHGHOQRPLJQROR\RWDNDIDOFKL
della notte (Kikuchi, 2002, vol. 13, p. 636).23 La loro et variava
dai quindici ai quarantanni e solitamente vivevano in gruppi di
cinque o sei con uno o due protettori (JLIXYHVWLYDQRGLQHUR
portavano sempre con s una stuoia arrotolata e nascondevano il
viso con un WHQXJXL bianco. Lepiteto si riferisce sia allaspetto
sia alle attivit notturne, nonch alle abitudini diurne di queste
peripatetiche, rassomigliate al succiacapre (\RWDND ), uc-
cello dal piumaggio bruno scuro con chiazze bianche ai lati della
testa, che di giorno sta fermo e ben nascosto, appiattito a terra o
mimetizzato longitudinalmente su un ramo, mentre con la prima
oscurit inizia a perlustrare insistentemente il cielo, cacciando
insetti che divora in volo e lanciando a notte fonda un incon-
fondibile richiamo (Wild Bird Society of Japan, 1982, pp. 206-
207).24 Lepiteto \RWDND lascia dunque intendere la rapacit e
21
.LNXJDZD(L]DQ3URVWLWXWDGLVWUDGD, dittico EDQ verticale, QLVKLNLH,
Museo Chiossone (S-949).
22
Keisai Eisen, 6HQ7VXMLJLPL>(L@VHQ8QDFKHVWDDJOLDQJROLGLVWUDGD
dalla serie ,PD\PLPHNXUDEH (Gara tra le bellezze moderne)EDQ verticale,
QLVKLNLH, Museo Chiossone (S-972).
23
Il medesimo epiteto si applica a tutti i tipi di nottambuli scapestrati
gaudenti, perditempo, briganti, ladri e malviventi.
24
&DSULPXOJXVHXURSDHXV, appartenente allordine dei Caprimulgiformi,
caratterizzato da piumaggio scuro, con ali lunghe e zampe brevi, becco corto e
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 269
)DOFKLHIDOFRQHULDFRPHQXRYLVLPEROLQD]LRQDOLHLPSHULDOL
QHOODFXOWXUDDUWLVWLFDGHOEDNXPDWVXHGHOSHULRGR0HLML
appiattito, insettivoro.
25
Artista XNL\RH attivo durante le decadi centrali del secolo XIX, probabil-
PHQWHDSSDUWHQHQWHDOODVFXROD8WDJDZD
26
Questo concetto, che caratterizza il pensiero etico-politico e gli scritti di
6DNXPD6K]DQVLGLIIXVHGXUDQWHJOLDQQLGHOODQHGHOORVKRJX-
QDWRVLJQLFDFKHODQD]LRQHkokka) cio il territorio e il popolo formano
ununica entit col regno (WHQND, lett. sotto il cielo).
270 DONATELLA FAILLA
3UHFRFHPHQWHFRQVDSHYROLGHLVLJQLFDWLVWRULFRFXOWXUDOLH
simbolici della falconeria, le alte gerarchie politiche Meiji non
mancarono di comunicarli e diffonderli negli ambienti internazio-
nali: la prima occasione si present con lEsposizione Universale
di Vienna, per la quale fu espressamente preparato e stampato,
nel febbraio 1876, il manuale bilingue, -DSDQHVH)DOFRQU\DWD
JODQFH - 7DNDJDULNHQUDQ, riccamente commentato e
illustrato.
Negli anni della maturit Meiji, specie tra il 1885 e il 1895,
lideologia del sistema imperiale (WHQQVHL LGHRURJ) veicol
QHOOLFRQRJUDD GL VWDWR H QHOOH SURGX]LRQL DUWLVWLFKH XIFLD-
li un rilevante fenomeno di riconversione ideologica e politica
dellimmagine del sovrano. Lo strumentario visivo impiegato
in tale operazione richiese, tra laltro, il consapevole recupero
HULDVVRUELPHQWRLQDPELWRLPSHULDOHGHOOHWUDGL]LRQLJXUDWLYH
GHOODIDOFRQHULDHODSURJUHVVLYDLQWHQVLFD]LRQHGHLVLJQLFDWL
simbolici dei rapaci. Indubbiamente, questo UHYLYDO dipese molto
GDOOLQXHQ]DFKH6DLRQML.LQPRFKLSRUWDWRUHGL
unantica, nobile tradizione di falconeria ed esponente politico di
rilievo, esercit sugli ambienti di corte e in particolare sul sovra-
no. Molto interessante sul piano della propaganda educativa un
trittico del 1885 di Toyohara Kunichika (1835-1900) col ritratto
della coppia regnante seduta sullo sfondo di un paravento con
falchi legati al posatoio, chiaro riferimento allorigine imperiale
della falconeria: limmagine evidenzia simbolicamente coraggio,
PDVFROLQLWjHYDORUHGHOO,PSHUDWRUH0HLMLTXLHIJLDWRLQXQL-
forme militare, mentre al contempo celebra la ben nota dedizio-
ne della sovrana alla poesia (Meech-Pekarik, 1986, pp. 115-117,
J&HUWDPHQWHSDUWHGLTXHVWRSURJUDPPDGLPPDJLQH
IXOLVWLWX]LRQHQHOGHO.LQVKLNXQVK , lOrdine
Imperiale del Falcone dOro (Itasaka, 1983, vol. 4, p. 229, ad
vocem kite, black),27 con limplicita canonizzazione dellan-
27
/RQRULFHQ]DGHO)DOFRQHG2URFRQIHULWDQRDOSHUHFFH]LRQDOL
PHULWLPLOLWDULIXDEROLWDGRSRODVFRQWWDJLDSSRQHVHQHOOD6HFRQGD*XHUUD
Mondiale.
272 DONATELLA FAILLA
XQDYLJQHWWDTXDGUDWDUDIJXUD-LQPX7HQQFRQLOIDOFRGRUR
HDOFXQLJXHUULHULSURVWHUQDWLLQDGRUD]LRQH,OWHU]RWULWWLFRJ
GL2JDWD*HNN(1859-1920), rappresenta lofferta del falco
allImperatore Meiji: il rapace sta al centro della scena con le ali
aperte, legato al posatoio deposto su un grande tavolo quadrato,
col sovrano e alcuni militari dalto rango che losservano.
Sicuramente riferibile alla temperie politica e simbolica appe-
na descritta un bruciaprofumo in bronzo del Museo Chiossone
ULVDOHQWH DJOL DQQL UDIJXUDQWH XQ IDOFR OHJDWR DO
posatoio con un lungo laccio di seta. Le ali semiaperte, il collo
profondamente piegato in avanti e il becco dischiuso, il rapace
HIJLDWRLQXQDSRVDFKHPDQLIHVWDODVXDQDWXUDHUDHVHOYDJJLD
,OSLXPDJJLRLOSRVDWRLRFRQODFRUWLQDGLVHWDJXUDWDLQVWLOHDQ-
tico, descritti dal cesello e dal bulino dellartista nei dettagli pi
minuti, sono dorati a porzioni irregolari nella tecnica JROGVSODVK
J4XHVWRSHUDVTXLVLWDVLULFROOHJDDOORQHGLSUH]LRVH
sculture ornamentali eseguite in argento, ferro, bronzo e varie
leghe metalliche, talvolta articolabili (ML]DLRNLPRQR) (Harada,
2010, cat. 17-19, pp. 54-58), prodotte espressamente per com-
mittenti aristocratici tra il tardo periodo Edo e il periodo Meiji
HUDIJXUDQWLXQULFFRUHSHUWRULRGLUDSDFLSRVDWLVXFHSSLUDPL
URFFHRDSSXQWRVXOSRVDWRLR7N\NRNXULWVXKDNXEXWVXNDQ
FDWSSH(GR7N\KDNXEXWVXNDQ
SDVVLP).
Agli stessi anni risale il grande paravento ad anta singola
(WVXLWDWH) in bronzo e argento, opera di Sugiura Yukimune (at-
tivo 1880-1900), intitolato -DSDQ*D]LQJ8SRQWKH:RUOG (Il
*LDSSRQH VVD LO JORER WHUUDFTXHR RJJL QHO *HRUJH :DOWHU
Vincent Smith Art Museum di Springfield, (Massachusetts),
UDIJXUDQWHXQDSRVVHQWHDTXLODGLPDUHSRVDWDVXXQRVFRJOLR
emergente dalloceano, che volge la testa grifagna a rimirare il
pianeta terra sospeso nello spazio cosmico e circondato da un
ammasso di cirri. Frederick Baekeland ha giustamente osservato
che lopera esprime sia la JUDQGHXU tipica dei pezzi destinati alle
esposizioni internazionali, sia quellevidenza e consapevolez-
za del linguaggio simbolico nazionalista che ricorrono nellarte
274 DONATELLA FAILLA
28
$VWXFFLRSRUWDVLJDULLQWDUWDUXJD GHFRUDWRLQODFFDGRURFRQIDOFRSRVD-
WRVXXQSLQRHJD]]HLQXQSDHVDJJLRUXUDOH Giappone, lacca da esportazione,
1850-1880, Museo Chiossone (OV-73).
29
1HWVXNHVKL della scuola Yamada Ise, allievo di Masanao II (n. 1848),
VSHFLDOL]]DWRLQQLVVLPLLQWDJOLLQOHJQRGLERVVRFKLDUR/DSURGX]LRQHGL
Harumitsu comprende QHWVXNHSLXWWRVWRJUDQGLVROLWDPHQWHUDIJXUDQWLDQLPD-
OLFRPSUHVLTXHOOLGHOOR]RGLDFRSHUIHWWDPHQWHGHQLWLQHLGHWWDJOLGHOSHODPH
e del piumaggio, con occhi talvolta intarsiati in corallo nero, corniola, corno e
DOWULPDWHULDOLFRORUDWL/DUPDqLQFLVDLQFDUDWWHULEHQOHJJLELOLVHQ]DFDUWL-
JOLR&IU8HGDQ'DYH\Q:HOFK&KDSSHO
catt. 227, 237).
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 275
8. (PEOHPDFRQRWWRSHQQHGLIDOFRGLVSRVWHDUXRWDparticolare di PD\XWVX-
NXULEDNRVFDWRODSHULOWUXFFRGHOOHVRSUDFFLJOLDQHXVIII - inizio XIX secolo.
Genova, Museo Chiossone (L-50).
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 279
10. .$:$1$%( .<6$, &DWWXUD GL XQ IDOFR QLGLDFHR, dal
/LEURLOOXVWUDWRVSHFFKLRGHOODIDOFRQHULD ((KRQWDNDNDJDPL), 1873-
1879. Genova, Museo Chiossone (LI-166).
)DOFKLHIDOFRQHULDQHOODFXOWXUDDUWLVWLFDJLDSSRQHVH 281
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
FRANCESCO FERRAIOLI
289
290 FRANCESCO FERRAIOLI
1
/DSUHID]LRQHDUPDGLHQWUDPELULSRUWDSDU]LDOPHQWHLQUHOD]LRQHDOOH
QDOLWjGHOORSHUD,WHVWLSHUOHHVHUFLWD]LRQLXVDWLGDJOLDOOLHYLGXUDQWHLOFRUVR
quadriennale di giapponese, da noi tenuto presso il R. Istituto Universitario
2ULHQWDOHGL1DSROLVRQRJOLVWHVVLWHVWLXIFLDOLSHUOHVFXROHHOHPHQWDULJLDS-
SRQHVL>@TXHVWLOLEULDSSXQWRSHUFKpGHVWLQDWLDLEDPELQLGHOOHVFXROHHOH-
mentari giapponesi, non possono costituire lideale per i nostri studenti univer-
sitari, i quali si trovano in condizioni di maturit e di orientamento mentale,
di preparazione culturale e di conoscenza di lingua assai diverse da quelle dei
SLFFROLJOLGHO6RO/HYDQWH/DQHFHVVLWjGXQTXHGLXQOLEURGLHVHUFLWD]LRQL
di scrittura e di letture graduate meglio rispondente al programma teorico che
siamo soliti svolgere ogni anno, e pi adatto alla mentalit dei nostri studenti,
fece sorgere in noi lidea del presente lavoro. La quale idea, poi, non sarebbe
stata forse neppure tradotta in atto se, a darcene lo stimolo, non fosse interve-
QXWDOLQWHUUX]LRQHGHLWUDIFLLQWHUQD]LRQDOLFDXVDWDGDOODWWXDOHFRQLWWRHOD
conseguente impossibilit, per gli studenti, di far venire libri dal Giappone
.DZDPXUDSQHVVXQDQXPHUD]LRQHQHOWHVWR
8QOHWWRUHGLOLQJXDHOHWWHUDWXUDJLDSSRQHVHSUHVVRO,82 291
2
Nel 1965 Muccioli pubblicava, nella collana Scrittori dOriente diretta da
Giuseppe Tucci, unulteriore traduzione dello +MNL, abbinata alla traduzione
dello 7VXUH]XUHJXVDGL.HQN+VKLSHUOD/HRQDUGRGD9LQFLGL%DUL
3
Lattestato stato reperito nel sito della Boston Association of Japan:
KWWSZZZEL]ELJOREHQHMSaERVWRQPHLEROLVWBKWP
4
Il sito riporta inoltre la data del 24 gennaio 1946 come data del rimpatrio
GHLPHPEULGHOODOHJD]LRQHQLSSRQLFD&IUKWWSZZZVDWXUQGWLQHMSaRKRUL
VXEKWP
292 FRANCESCO FERRAIOLI
5
Lo SCAP prescriveva, con un PHPRUDQGXP datato 25 ottobre 1945, di tra-
sferire sotto il controllo degli Alleati i beni e gli archivi delle legazioni diploma-
tiche giapponesi, di fare lo stesso da parte di Svezia e Svizzera nei paesi in cui
agivano come potenze di tutela del Giappone e di richiamare nei paesi neutrali
i rappresentanti consolari e diplomatici giapponesi. La legazione diplomatica
giapponese in Vaticano ebbe un trattamento diverso in quanto il Vaticano non
venne inizialmente considerato uno stato nel senso usuale del termine, ci port
a un ritardo nellapplicazione della direttiva del 25 ottobre 1945, riveduta il 15
GLFHPEUHGHOORVWHVVRDQQR(QWURODQHGHOHOLQL]LRGHOOR6&$3
organizzava il rimpatrio delle rappresentative diplomatiche giapponesi ancora
VWDQ]LDWHLQSDHVLVWUDQLHUL&IU6XSUHPH&RPPDQGHUIRUWKH$OOLHG3RZHUV
YROSSYROS
8QOHWWRUHGLOLQJXDHOHWWHUDWXUDJLDSSRQHVHSUHVVRO,82 293
6
Harada Ken fu delegato speciale per il Giappone presso la Santa Sede
dal 1942 al 1945 e primo rappresentante giapponese in Vaticano. Harada e
Kanayama furono attivi nel richiedere lintercessione della Santa Sede per lav-
YLRGLWUDWWDWLYHGLSDFHFRO*LDSSRQHWUDWWDWLYHVHPSUHQHJDWHGDLFDQDOLXI-
ciali giapponesi. Il 7KH0LOZDXNHH6HQWLQHO, in data 14 luglio 1944, riportava la
notizia che Harada avesse informato Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) che il
*LDSSRQHHUDSURQWRDGLVFXWHUHODUHVDQRWL]LDEROODWDGDLFDQDOLXIFLDOLFRPH
ULSRUWDORVWHVVRJLRUQDOHLQTXHVWRPRGRVRDEVXUGLWLVQRWZRUWKWKHWURXEOH
to deny. Tuttavia il saggio di Graham (1971), e successivamente i documenti
rilasciati dalla C.I.A. nei 0HPRUDQGD for the President: Japanese Feelers mo-
strano leffettiva esistenza di contatti diplomatici col Vaticano, seppur tramite
FDQDOLQRQXIFLDOLSHUUDJJLXQJHUHXQDSDFHDQWLFLSDWD1HOJHQQDLRGHO
a pochi giorni dal rientro in Giappone della legazione diplomatica in Vaticano,
Harada fu insignito della Gran Croce dellOrdine Piano e Kanayama della
294 FRANCESCO FERRAIOLI
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
FRANCESCA FRACCARO
1
Bench ci si riferisca alle poesie composte per loccasione come LJDZD
J\NZDND, allepoca dellevento la lettura del composto era PL\XNL, rif-
HULWRDOOHYLVLWHGLLPSHUDWRULLQFDULFDHDEGLFDWDUL+LUDVDZDHWDO., 1997, p.
3HULOVLJQLFDWRGLJ\Ncfr. anche Ceadel (1953, p. 78).
2
Come noto, esiste anche una prefazione in NDQD redatta da Mibu no
Tadamine. Per il testo e la traduzione, cfr. Ceadel (1956, pp. 331-343). Cfr.
DQFKH+LUDVDZDHWDO. (1997, pp. 298-300).
297
298 FRANCESCA FRACCARO
3
2OWUHD7VXUD\XNLSDUWHFLSDURQRDOOHYHQWRVKLNFKLQR0LWVXQHDWW
0LEXQR7DGDPLQHDWW6DNDQRXHQR.RUHQRULDWWQHIX-met
XVHFRORQDNDWRPLQR<RULPRWRGDWHVFRQRVFLXWHH)XMLZDUDQR.RUHKLUD
(m. 938).
4
Testo in Katagiri (1980, p. 22).
9LVLWDQGRLOXPHi 299
5
Come osserva Heldt (2008, p. 213 e p. 375, n. 4), i primi otto soggetti sono
organizzati in coppie complementari di fenomeni naturali.
6
Nei primi XWDDZDVH i dai erano costituiti perlopi da riferimenti generali
alle stagioni, e il loro svolgimento, abbinandosi di frequente alla presentazione
di paesaggi in miniatura posti su grandi vassoi (VXKDPD), era svincolato dalla
situazione reale. Si veda, per esempio, il 7HLMLLQXWDDZDVH (Gara poetica del
Teijiin, 913), dove i dai sono il secondo, terzo e quarto mese e parte delle
poesie (su foschia, usignolo e cuculo) viene applicata ai vari elementi
scenici miniaturizzati dei VXKDPD. Testo in Hagitani (1965, p. 54).
300 FRANCESCA FRACCARO
7
Noto anche come .XGDLZDND&RPSLODWDGDHQR&KLVDWRGDWHVFRQ-
osciute) per ordine di Uda, la raccolta costituita da 110 waka composti su
citazioni-tema riprese perlopi da Bai Juyi (772-846).
9LVLWDQGRLOXPHi 301
8
Ne troviamo vari esempi nel .DLIV (751). Cfr. tra gli altri le poesie n. 80
e 102 in Maurizi (2002, p. 64 e p. 81).
9
Cfr. in particolare i waka sul soggetto vecchio il pino sullinsenatura (e
QRPDWVXRLWDUL) dove il motivo della vecchiezza del pino viene sfruttato prin-
FLSDOPHQWHSHUHVDOWDUHODPDJQLFHQ]DGHOOHYHQWRPDLYLVWRSULPDQHDQFKH
da un albero tanto antico (poesie O9b, S9, K9, M9, F9 in Ceadel (1953, pp.
105-106).
302 FRANCESCA FRACCARO
XNLNLQLQRULWH inaspettatamente
\XNXKLWRQRWDPH sulla zattera celeste
(Ceadel, 1953, p. 91).
Lo VKLWUDVJXUDORVFHQDULRUHDOHLQXQDGLPHQVLRQHXOWUD-
terrena attraverso lo sdoppiamento visivo (un PLWDWH) delle ac-
TXHQRWWXUQHGHOOLJDZD10 nella Via Lattea ([LQJKDQ, Fiume di
Stelle). Il wakaGL0LWVXQHULFRUUHLQYHFHDXQDJXUDUHWRULFD
altrettanto frequente negli LJDZDJ\NZDND, ossia la perso-
QLFD]LRQHJLMLQKDUWLFLRFKHFRQVHQWHTXLGLUDSSUHVHQWDUH
animisticamente gli elementi naturali come forze divine del terri-
torio in attesa della venuta di Uda, e desiderose di assecondarne
i desideri.11 Entrambi i componimenti fanno poi ricorso a un to-
pos ricorrente nei MJDVKL, ossia il riferimento alla leggenda del-
la visita alla Via Lattea di Zhang Qian (II secolo a.C.), ministro
dellimperatore Wudi degli Han (157-87 a.C., r. 140-87 a.C.), che
lavrebbe raggiunta risalendo su una zattera12 il Fiume Giallo per
cercarne le sorgenti.13 Possiamo parlare di nuovo di PLWDWH, in-
tendendolo per non in senso stretto, quale sovrapposizione di
immagini, ma come la proiezione di riferimenti storico-letterari
di marca continentale su situazioni e contesti reali. Si tratta, come
stato osservato da pi parti, di un dispositivo retorico centra-
le nella pratica del NDQVKL dellepoca di Saga (786-842, r. 809-
823),14 basti pensare che sotto il suo regno gli stessi ambienti in
10
1HOWHVWR6HLNDR1LVKLNDZD)LXPHGHOO2YHVWDOWURQRPHFRQFXL
era chiamato.
11
Gli esempi sono davvero tanti. Ricordo qui le poesie sui crisantemi, che
VLSUHVHUYDQRLQRUHSXUHVVHQGRSDVVDWDODIHVWDXIFLDOHSHURQRUDUHODUULYR
dellimperatore abdicatario (Ceadel, 1953, pp. 96-97, in particolare O4a, O4b,
Y4).
12
Lukiki (anche ukigi: legno galleggiante, barca, zattera) dei versi di
0LWVXQH&IU+LUDVDZDSQ
13
Secondo la credenza il Fiume Giallo era la prosecuzione terrena della Via
Lattea. Per la ricorrenza di questo topos, cfr. Maurizi (2002, p. 37, p. 44, p. 75).
14
6XJOLHOHPHQWLWDRLVWLHGHVWHWL]]DQWLGLWDOLQ]LRQLFIU)XMLZDUD
pp. 64-65).
9LVLWDQGRLOXPHi 303
15
Come ad esempio il n. 80: Al seguito del carro imperiale verso il palaz-
]RGL<RVKLQR&IU*WSS
16
Testo, NDNLNXGDVKL e commento in Kojima (1987, pp. 74-77).
17
Anche questa poesia inclusa nella prima antologia imperiale di NDQVKL,
il 5\XQVK (Raccolta dellempireo, 814, n. 13), si incentra su un PLWDWH. Nei
GXHYHUVLQDOL6DJDWHPDWL]]DLQIDWWLODSURSULDDWWLYLWjYHQDWRULDPRWLYDQ-
GRODQRQJLjSHUDYHUHDSSUHVRODQWLFDVPRGDWDSDVVLRQHGHO5HGHJOL;LD
EHQVuDYHQGRLOSHQVLHURULYROWRDOORQWDQRLQFRQWURFRQ>ODSUHGD@GLYHUVDGD
un orso, loracolo di Zhou () (Kojima, 1987,
p. 76). Il sovrano del primo verso lultimo della dinastia Xia (2070 ca.-1600
a.C.), crudele e vizioso monarca. Loracolo di Zhou rimanda invece a Wen
Wang, padre di Wu Wang, primo imperatore della dinastia Zhou (1121-771
a.C.). Prima di una battuta di caccia gli era stato predetto che la sua preda non
sarebbe stata n drago, n tigre, n orso ma un sostegno al comando. Sulle
ULYHGHOXPH:HLHJOLVLLPEDWWpLQIDWWLQHOYHFFKLRVDJJLR/X6KDQJGHVWLQDWR
DGLYHQWDUHVXRYDOLGLVVLPRFRQVLJOLHUHSROLWLFRFROQRPHGL7DL*RQJZDQJ
304 FRANCESCA FRACCARO
DOOHSRFDGLXQDVHFRQGDYLVLWDGL8GDDOXPHL2JXUD\DPD,
GL)XMLZDUDQR7DGDKLUD18
Incluso nella terza antologia imperiale (6KLVK, Raccolta di
VSLJRODWXUHSRHWLFKHa XVII: 1128) e nello +\DNXQLQ
LVVKX (Cento poeti, una poesia ciascuno, 1235~1237), 2JXUD\DPD
JXUDDOFHQWURGLYDULDQHGGRWLDSDUWLUHGDOODVH]LRQHGHOOR
<DPDWRPRQRJDWDUL (Racconti di Yamato, seconda met X seco-
lo). In esso si narra, come noto, che nellaccompagnare Uda in
YLVLWDDOXPHLLOIXWXUR*UDQ0LQLVWURGHJOL$IIDUL6XSUHPL
(GDMGDLMLQ, i.e., Tadahira) rimase tanto impressionato dallo spet-
tacolo delle foglie autunnali da esprimere la volont di convince-
re limperatore regnante (Daigo) a venire in loco per ammirarle.
2JXUD\DPD sarebbe stato recitato da Tadahira proprio in quel
frangente, chiedendo ai momiji di aspettare una seconda visita
imperiale prima di cadere.
18
Per la datazione al 926, cfr. Nakano (2005, pp. 13-14).
9LVLWDQGRLOXPHi 305
19
Il testo riportato nello Shiji (Memorie storiche, 85 ca. a.C.), vol. 117,
VRWWRODELRJUDDGL6LPD;LDQJUXHQHO:HQ[XDQ (Scelta letteraria, 530 ca.),
vol. 48. Per questultimo, cfr. Takeda (2001, pp. 1-12).
306 FRANCESCA FRACCARO
20
(Takeda, 2001, p. 6).
9LVLWDQGRLOXPHi 307
21
3ULPRJHQLWRGL0RQWRNXU
308 FRANCESCA FRACCARO
22
4XDOFKHHVHPSLRLQ<DPDPRWRH.XGSS
9LVLWDQGRLOXPHi 309
SRJJLDQRSHUIRUPDQFHSRHWLFKHLPSURQWDWHDLFRQWHVWLXIFLDOLH
VHPLXIFLDOLGHONDQVKL. Lo possiamo capire anche dal seguente
calco dello stesso .DULNXUDVKL, composto da Tadamine per gli
LJDZDJ\NZDND sul soggetto guardando i monti autunnali
($NLQR\DPDZRQR]RPX):
VLDSXUHPHQRVRVWLFDWHGLTXHOOHTXLDQDOL]]DWHXQDUDSSUH-
sentazione dellidentit cortese. Applicando in questo un para-
digma pubblicamente sancito nel .RNLQVK, anche se destinato
ad avere vita relativamente breve nella storia del waka.
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
AILEEN GATTEN
/DUDIQDWDHOHJDQ]DGHOOHYHVWLGHOOHQRELOGRQQH+HLDQFRVu
come sono descritte dalle autrici del 0DNXUDQRVVKL (Note del
guanciale, ca. 1000) e del *HQMLPRQRJDWDUL (La storia di Genji,
ca. 1005), stata a lungo ammirata in Occidente, dove di re-
FHQWHVRQRDSSDUVLDOFXQLRWWLPLVWXGL&ULKHOG'DOE\
Labbigliamento dei nobiluomini Heian, al contrario, ha ricevuto
minore attenzione da parte dei lettori moderni.1 Ci, ovviamente,
non dovuto al fatto che le scrittrici del periodo Heian abbiano
unicamente evidenziato i capi di vestiario femminili: apprezza-
vano nella stessa misura anche i capi di vestiario maschili. Al
pari delle nobildonne, gli uomini della corte Heian indossavano
diverse e ampie vesti di seta. Gli aristocratici ponevano estrema
attenzione allabbigliamento, come si pu vedere dalla seguente
descrizione, tratta dal diario di un uomo di corte, di una proces-
VLRQHGLXIFLDOLDFDYDOOR
1
Fa eccezione il saggio di von Verschuer (2008, pp. 227-276).
313
314 AILEEN GATTEN
/DYHVWHGLUDQJR4XHVWRqLOPLRVWDWXV
*HQMLSHQVzGLFRQFHGHUHD<JLULLOTXDUWRUDQJRGL&RUWHH
WXWWLVHORDVSHWWDYDQR0D<JLULHUDDQFRUDPROWRJLRYDQHHJLj
viveva in un mondo in cui ogni cosa stava per prendere la pro-
pria strada. Temendo che una promozione tanto rapida sarebbe
316 AILEEN GATTEN
VWDWDYROJDUH*HQMLGHFLVHGLDVWHQHUVHQH/D>QRQQDGL<JLUL@
3ULQFLSHVVDPL\DLQRUULGuDOOLGHDFKH<JLULWRUQDVVHD&RUWH
con delle vesti verdi, e in effetti il ragazzo era molto abbattuto
(/HIDQFLXOOH - Abe HWDO., 1972, pp. 14-15).
2
,OFRORUHGHOODYHVWHGLUDQJRGL<JLULLQGLFDYDDLSULPLOHWWRULGL0XUDVDNL
Shikibu che il *HQML non era ambientato ai giorni dellautrice ma circa un secolo
prima, allinizio del X secolo, quando i funzionari di sesto rango indossavano
vesti verdi e non blu, come al tempo di Murasaki.
,OOLQJXDJJLRGHOODEELJOLDPHQWRPDVFKLOHQHO*HQMLPRQRJDWDUL 317
/DYHVWHSHURJQLJLRUQR$PPLUDWHPLRLQYLGLDWHPL
3
Questa combinazione conosciuta come QVKLKNR.
318 AILEEN GATTEN
4
La lunghezza dello strascico era direttamente proporzionale al rango del
gentiluomo. Lo strascico di un ministro era di circa due metri (misurati dallorlo
della veste di rango), mentre quello di un funzionario di quarto o quinto rango
era di circa 75 centimetri. Genji detiene il terzo rango, il che gli concede il
diritto di avere uno strascico poco pi lungo di un metro, ma la descrizione del
QDUUDWRUHVXJJHULVFHFKHLQTXHVWDVSHFLFDRFFDVLRQHIRVVHSLOXQJR
,OOLQJXDJJLRGHOODEELJOLDPHQWRPDVFKLOHQHO*HQMLPRQRJDWDUL 319
9HVWLGDFDFFLD6RQRXQXRPRDXGDFH
&RSULFDSL9LULVSHWWR
.DVKLZDJLIHFHDOORQWDQDUHSHUXQSRLPRQDFLGDOSURSULRFD-
SH]]DOHHIHFHHQWUDUH<JLUL6RVSLQJHQGRLFDSHOOLVRWWRLO
FRSULFDSRLQIRUPDOH.DVKLZDJLFHUFzGLVHGHUVLDQFKHVHFLz
VHPEUDYDSURFXUDUJOLGRORUH,QGRVVDYDSLVWUDWLGLVRIFLH
comode sottovesti bianche, e giaceva sotto una trapunta che lo
FRSULYDQRDOYROWR/DTXHUFLD Abe HWDO., 1974, p. 304).
>@SHUTXDQWR.DVKLZDJLIRVVHSRFRYHVWLWRVHPEUDYDSDUWL-
colarmente attento al proprio aspetto. Quando le persone sono
gravemente malate, i loro copricapi e le loro barbe diventano
VFRPSRVWHIDFHQGRORURDVVXPHUHXQDVSHWWRWUDVFXUDWRPD
.DVKLZDJLQRQRVWDQWHODVSHWWRHPDFLDWRHUDVRORGLYHQWDWR
SLSDOOLGRHSLUDIQDWR/DTXHUFLD Abe HWDO., 1974, p. 304).
.DVKLZDJLLQDOWUHSDUROHqXQDSHUVRQDVSHFLDOH$GLIIH-
renza della maggior parte dei malati, si prende meticolosamen-
te cura del proprio aspetto nonostante la gravit della malattia.
Come vedremo, la ragione di questo comportamento non ri-
conducibile a vanit ma a considerazione o rispetto per il proprio
RVSLWH/DVXDVWLPDGLOXQJDGDWDSHU<JLULVLSDOHVDLQGRVVDQGR
candide e fresche vesti da notte e giacendo in una camera pulita
e accogliente. Il suo copricapo un ulteriore segno di rispetto.
Il narratore suggerisce che nessun malato grave avrebbe mai in-
324 AILEEN GATTEN
GRVVDWRXQFRSULFDSRLOJHVWRULYHODLOFDUDWWHUHHFFH]LRQDOHGL
.DVKLZDJL
.DVKLZDJLqFRVuQRWRSHUODVXDWUDJLFDVWRULDGDPRUHFRQ
la Terza Principessa che spesso altri aspetti della sua personalit
YHQJRQRLJQRUDWL*HQMLFRVuORULFRUGDGRSRLOVXRWUDSDVVR(UD
un giovane uomo molto orgoglioso e serio (/DTXHUFLD Abe HW
DOS(<JLULULFRUGDFRPH.DVKLZDJLWHQHVVHSHU
s le proprie preoccupazioni:
4XLQGL.DVKLZDJLqXQSHUVRQDJJLRFRPSOHVVROHFXLDP-
mirevoli qualit paradossalmente contribuiscono alla sua morte.
1HOOXOWLPRLQFRQWURGL.DVKLZDJLFRQ<JLULLOVHQVRGLULVSHW-
to conferito dal copricapo crea unatmosfera intima e solenne
al tempo stesso, per quanto sta per accadere: la confessione di
.DVKLZDJLGHOVXRDPRUHSHUOD7HU]D3ULQFLSHVVDHLOVHQVRGL
colpa che prova nei confronti di Genji. Di nuovo, lintroduzione
di un capo di vestiario emblematico segnala lavvento del climax
nella narrazione.
&RQFOXVLRQL
1HOODQ]LRQHQDUUDWLYDFRPHQHOODYLWDODEELJOLDPHQWRDV-
solveva a una funzione che travalicava la semplice necessit di
coprirsi e di essere ben vestiti. Il fatto che i diari di epoca Heian
contengano descrizioni di vesti maschili non dovuto soltanto
allinteresse degli autori per la moda e per lo status, poich le
YHVWLGLXQXRPRHUDQRXQLQGLFHGHOOHVXHIXQ]LRQLXIFLDOL/H
descrizioni dellabbigliamento mostravano chi era in servizio nel
,OOLQJXDJJLRGHOODEELJOLDPHQWRPDVFKLOHQHO*HQMLPRQRJDWDUL 325
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
MATILDE MASTRANGELO
3HUDQDOL]]DUHLOUDSSRUWRGHOORVFULWWRUH0RULJDL
1922) con la classicit, vorrei partire dal collegamento tra lauto-
re e lopera giapponese classica per eccellenza, il *HQMLPRQRJD-
WDUL(La storia di Genji, XI secolo), oggi in Italia indissolubilmen-
WHOHJDWDDOODSSRUWRVFLHQWLFRGL0DULD7HUHVD2UVL
6DSSLDPRFKHJDLFRPHPROWLDOWULVFULWWRULVXRLFRQWHPSR-
ranei, ebbe una formazione improntata alla conoscenza dei clas-
sici cinesi e giapponesi. I primi rudimenti li apprese presso la
scuola del territorio natio GL7VXZDQRSHUSRLWUDVIHULUVLD7N\
allet di dieci anni, dove prosegu gli studi che lo avrebbero por-
WDWRDOODSURIHVVLRQHPHGLFDPDGDOODVXDELRJUDDFRPHGDOOH
VXHRSHUHVDSSLDPRTXDQWRORVWXGLRHOHULHVVLRQLOHWWHUDULHDE-
biano sempre avuto un ruolo centrale nella sua vita.1JDLQRQVL
limitava a un accrescimento personale del sapere, ma fu sempre
interessato alla trasmissione della cultura, da un paese a un altro
e allinterno del proprio, e in questottica a rendere la letteratura
giapponese classica e pre moderna, nella sua interezza, compreso
il teatro, leggibile e apprezzabile dai lettori moderni del suo
tempo.
Tale atteggiamento ci appare evidente anche dallintroduzio-
QHVFULWWDGDJDLQHODOODSULPDHGL]LRQHGL6KLQ\DNX*HQML
PRQRJDWDUL (Nuova traduzione del *HQML PRQRJDWDUL) curata
dalla poetessa Yosano Akiko (1878-1942) a partire proprio da
1
Per i riferimenti alla vita e alle opere dello scrittore, cfr. Mastrangelo
(2008).
327
328 MATILDE MASTRANGELO
FDSDFHGLFDPELDUHODOXFHULHVVDGDOOHVXHSDUROHJDLSURVH-
gue infatti cos:
JDLFRQXQSLFFRORDUWLFLROHWWHUDULRQRQDIIHUPDSHUVR-
nalmente che il *HQMLPRQRJDWDUL DNXEXQ, usa le parole del fa-
moso maestro di poesia, mentore anche della sorella, la scrittrice
.RJDQHL.LPLNRPDLQSUDWLFDODGHQL]LRQHULPD-
ne collegata al suo nome, e forse non un caso se lintroduzio-
QHUPDWDGD0RUL5LQWDUYHURQRPHGLJDLIXLQVHULWDVROR
QHOODSULPDHGL]LRQHGHOODYRURGL<RVDQR$NLNRLQVHJXLWRq
stata inclusa nelle raccolte di letteratura o nellRSHUDRPQLDdello
330 MATILDE MASTRANGELO
WHOLPSRVWD]LRQHGHOODOLQJXDFODVVLFDFLzQRQYLQFRODJDLD
una determinata scelta terminologica, se non quella richiesta dal
suo intento di unire la sensibilit classica a quella moderna. Tra
laltro, per i racconti ambientati in Germania, egli conia delle
parole nuove soprattutto per descrivere elementi architettonici
e di arredo allora sconosciuti in Giappone, e questo elemento
ULYHODODSUHVHQ]DGLXQDWWHQWDULHVVLRQHORORJLFDQRQVROR
una mera ricerca di modelli da utilizzare. La scrittura del *HQML
PRQRJDWDULSXzDYHULQVHJQDWRDJDLDQFKHOLPSRUWDQ]DGLXQD
lingua che oggi non pi leggibile, ma che era ai contempora-
nei del testo assolutamente comprensibile. Come stato infatti
spesso messo in evidenza, i PRQRJDWDUL sarebbero un esempio di
JHQEXQLWFKLDQWHOLWWHUDP, di unione tra lingua scritta e parlata,
che il Giappone ritrova solo molti secoli dopo e con molta fatica.
3HUJDLODSRVVLELOLWjGLLPPHGLDWDFRPXQLFD]LRQHIUDDXWRUHH
lettori, o meglio ascoltatori, certamente esistente allepoca del
*HQMLPRQRJDWDUL, doveva avere un grande fascino, e forse anche
a ci possiamo attribuire la sua scelta di cambiare il registro
linguistico, quando riprende lattivit narrativa nel 1909, dopo la
pausa dovuta alle guerre con la Cina e con la Russia, intendendo
forse adeguarsi maggiormente ai nuovi standard linguistici op-
tando per un JHQGDLQR NJR al posto del JDEXQWDL.
Allontanandoci dal *HQMLDOODULFHUFDGHOUDSSRUWRGLJDLFRQ
la classicit, arriviamo allimpegno dello scrittore di presentare
la classicit del proprio paese in unepoca moderna attraverso il
ciclo di racconti storici, ai quali accennavo allinizio, comincia-
ti dal 1912. Anche questa produzione rappresenta un tentativo
di tradurre il passato per i lettori che non sarebbero stati pi
in grado di risalire alle fonti, utilizzando come tramite il godi-
mento di unopera letteraria, che pu arrivare a essere altrettanto
complessa ma che comunque svolge una funzione di mediazione
tra il passato e il lettore moderno. stato infatti notato che il
periodo del ciclo storico coincide con una diminuzione del-
OHWUDGX]LRQLGLRSHUHHXURSHHLQJLDSSRQHVHGDSDUWHGLJDL
come se fosse appunto la trasposizione del mondo classico del
proprio paese ad assorbire quasi interamente la dedizione alla
0RULJDLLO*HQMLPRQRJDWDULHLOPRQGRFODVVLFRJLDSSRQHVH 335
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
ANDREA MAURIZI
,OVRJQRFRPHUDFFRQWRIDQWDVWLFR
Una volta Chuang Chou sogn dessere una farfalla: era una far-
falla perfettamente felice, che si dilettava di seguire il proprio
capriccio. Non sapeva dessere Chou. Improvvisamente si dest
e allora fu Chou, gravato dalla forma. Non sapeva se era Chou
che aveva sognato dessere una farfalla o una farfalla che so-
gnava dessere Chou. Eppure tra Chou e una farfalla c neces-
sariamente una distinzione: cos la trasformazione degli esseri
(Tomassini, 1989, p. 22).
(VLVWHGDYYHURXQDOLQHDGLFRQQHFKHVHSDUDODYLWDGDOOD
morte, il sogno dalla realt? Tramite il paradosso esposto nel-
le righe conclusive del primo capitolo del =KXDQJ]L (Maestro
Zhuang, IV-II secolo a.C.), uno dei maggiori testi del pensiero
taoista cinese, la cultura estremo-orientale attua un primo im-
portante passo per offuscare la linea di demarcazione tra quanto
appartiene alla sfera della veglia e della vita e tra ci che in-
vece attiene allambito del sogno, della visione e della morte.
Affermare che lesistenza umana (cin. wuhua, lett. trasmutazio-
ne delle cose) consiste nel non sapere individuare la soglia che
divide lo stato della veglia da quella del sogno equivale a sancire
XQDUDJLRQHYROHHJXDJOLDQ]DWUDOHHVSHULHQ]HVLFKHHPHQWDOL
degli esseri viventi, tra la sfera pubblica e quella privata del loro
YLVVXWRTXRWLGLDQR$OOHULHVVLRQLFRQGRWWHGDLSULPLPDHVWUL
del taoismo si aggiunsero in un secondo momento le specula-
]LRQLPHWDVLFKHGHOOHVFXROHGHOEXGGKLVPRFKHVRWWRSRQHQGR
la coscienza diurna e lesperienza onirica alla legge dellim-per-
339
340 ANDREA MAURIZI
1
Sul ruolo del sogno nella letteratura della Cina e del Giappone, cfr.
6DQWDQJHORH6DLJ
2
Cfr. poesie nn. 552, 553 e 554 del Libro XII del .RNLQZDNDVK (Sagiyama,
2000, pp. 358-359) e il GDQ 69 dello ,VHPRQRJDWDUL (Marra, 1985, pp. 87-88).
6RJQLGLGLHFLQRWWLGL1DWVXPH6VHNL 341
SDELOHHGHIPHURKDIDYRULWRXQDLPPHGLDWDDVVRFLD]LRQHGHO
termine con il ciclo ininterrotto di rinascite (VDPVUD) proprio
del pensiero buddhista. *HQMLPRQRJDWDUL (La storia di Genji, XI
secolo), +DPDPDWVXFKQDJRQPRQRJDWDUL (Storia del Secondo
Consigliere di Hamamatsu, XI secolo), 6DUDVKLQDQLNNL (Le me-
morie della dama di Sarashina, met XI secolo), .RQMDNXPRQR-
JDWDUL (Storie del tempo che fu, XII secolo): questi soltanto alcuni
dei titoli delle opere pi famose del periodo classico in cui la
visione onirica interviene per preannunciare ai protagonisti la
natura della futura esistenza terrena di persone cui questi sono
legate, o per svelare loro episodi delle vite precedenti delle stes-
se. Grazie a questa sua capacit, a livello narrativo il sogno un
HOHPHQWRLQJUDGRGLPRGLFDUHLOQRUPDOHVFRUUUHUHGHOWHPSR
creando allinterno del racconto delle anomalie temporali che
permettono agli uomini di spostarsi nel tempo e nello spazio,
dando al contempo voce e spessore alla sofferenza che genera il
destino karmico e allincapacit dellessere umano di distanziarsi
dal desiderio e dalle emozioni.
I parametri con cui allinterno di una cultura si distingue la
realt fenomenica da quella onirica sono per il frutto di marche
culturali e non naturali (Doniger, 2005, p. 28). Di conseguen-
za, in seguito allincontro del Giappone del periodo Meiji con
le molteplici e variegate realt sociali ed elaborazioni culturali
dei paesi dellOccidente tra cui, lo ricordiamo, anche gli studi
condotti da Sigmud Freud ebbe, tra le altre conseguenze, an-
FKHTXHOODGLPRGLFDUHODQR]LRQHGLXQDYLVLRQHDSULRULVWLFD
del mondo, di mutare i limiti del buonsenso del paese in base
DOOH WHRULH GHOOHPSLULVPR VFLHQWLFR H GHOOD SVLFRDQDOLVL ,Q
/LQWHUSUHWD]LRQHGHLVRJQL Freud afferma che:
>1HLVRJQL@QRQFLVHPEUDGLSHQVDUHPDGLYLYHUHDFFHWWLDPR
cio in buona fede le allucinazioni. La critica si fa viva solo
al risveglio: non abbiamo vissuto, abbiamo solo pensato in una
forma particolare: sognato. Questa caratteristica differenzia il
sogno autentico dal fantasticare a occhi aperti, che non viene
mai scambiato con la realt (Doniger, 2005, p. 83).
342 ANDREA MAURIZI
3
Dei dieci racconti che formano la raccolta<XPHM\DLQLWDOLDQRHUDQRUD
uscita soltanto la traduzione del primo (Takata, 1985, pp. 169-171). Varie le tra-
GX]LRQLQHOOHPDJJLRULOLQJXHHXURSHHWUDFXLULFRUGLDPRTXL,W:LOVRQ
SSH.DVKLPD/RUHQ]/DSUHVHQWHWUDGX]LRQHqVWDWDFRQGRWWD
su Wakana (1992, pp. 5-40).
6RJQLGLGLHFLQRWWLGL1DWVXPH6VHNL 343
SURGXVVHRSHUHGLGLIFLOHLQWHUSUHWD]LRQHHFDUDWWHUL]]DWHGDOJX-
sto per la sperimentazione linguistica, dalla ricerca di un modo
per descrivere le esperienze quotidiane attraverso lutilizzo di
immagini e meccanismi propri dellirrazionalismo, dal desiderio
di fornire una rappresentazione criptata e soggettiva del mondo,
dalla volont, in ultima istanza, di ricreare, allinterno della pagi-
na scritta, una realt in cui le allucinazioni e le suggestioni not-
WXUQHSUHQGRQRIRUPDHVSHVVRUHHVLDIDQFDQRDOOHSHUFH]LRQLH
alle emozioni sperimentabili nel corso della veglia.
$OGLVWDFFRGDXQOLQHDUHHRJJHWWLYRXLUHGHOOHHPR]LRQLH
delle esperienze vissute dei personaggi fa riscontro una diver-
VLFDWDGLPHQVLRQHWHPSRUDOHGHLUDFFRQWL3DVVDWRSUHVHQWHH
futuro si alternano allinterno della raccolta, producendo a volte
quasi un senso di smarrimento e confusione nel lettore cui man-
ca una conoscenza delle diverse epoche storiche della storia del
*LDSSRQHSHUQRQSDUODUHSRLGHOODYDULHWjGLDPELHQWD]LRQLGHL
racconti, alcuni dei quali si svolgono in luoghi e paesaggi tipici
della tradizione giapponese, altri in contesti propri del mondo e
della societ occidentali.
Alcuni critici hanno interpretato questa estrema differenzia-
zione dei luoghi e dei tempi narrativi di <XPHM\D come lespe-
diente utilizzato dallo scrittore per collocare i suoi personaggi
in un regno intermedio (UHDOPLQEHWZHHQ), in una dimensione
temporale e spaziale simbolica in cui i protagonisti dei racconti
eletti a rappresentanti della societ giapponese del periodo Meiji,
QDOPHQWHOLEHULGDLYLQFROLFRQFXLLOUD]LRFLQLRGHOODVRFLHWj
moderna inibiva loro la capacit di analizzare e comprendere se
VWHVVLSRWHVVHURDOODQHHQWUDUHLQFRPXQLFD]LRQHFRQODSDUWH
pi profonda e segreta del proprio essere e risolvere, o almeno
tentare di farlo, la crisi di identit che li aveva colpiti in seguito
a unoccidentalizzazione troppo rapida (Napier, 1996, p. 46 e pp.
113-117).
A oltre un secolo di distanza dalla loro prima pubblicazio-
ne, i racconti di <XPHM\D sono tuttora molto letti e amati dal
pubblico giapponese. Leditoria nipponica, da sempre incline a
immettere nel mercato nuove e curate edizioni dei classici della
344 ANDREA MAURIZI
<XPHM\D6RJQLGLGLHFLQRWWL
Prima notte
$FFRVWDLODERFFDDOFXVFLQRHFRQGHOLFDWH]]DVXVVXUUDL1RQ
preoccupatevi, non morirete. La donna spalanc gli occhi neri e
VRQQROHQWLHFRQORVWHVVRWLPEURGLYRFHULEDGu6WRPRUHQGR
non c pi niente da fare.
5LXVFLWHDYHGHUPL"OHFKLHVLFRQGHWHUPLQD]LRQH
&HUWR,OYRVWURYLVRQRQVLULHWWHIRUVHQHLPLHLRFFKL"
rispose con un sorriso.
In silenzio mi allontanai dal cuscino e, sempre a braccia con-
serte, mi chiesi se stesse davvero morendo.
'RSRXQSRPLGLVVH9LSUHJRGLVHSSHOOLUPLTXDQGRVDUz
morta. Con una grande conchiglia di ostrica scavate una fossa,
che contrassegnerete poi con il frammento di una stella caduta
dal cielo. Torner. Aspettatemi l accanto.
Le chiesi quando sarebbe tornata.
,OVROHVRUJHUjHWUDPRQWHUjSHUSRLVRUJHUHHWUDPRQWDUHGL
QXRYR0LDVSHWWHUHWHQRDTXDQGRODVWURGLIXRFRVDUjSDVVDWR
e ripassato da una parte allaltra del cielo?
Annuii in silenzio. Con un tono di voce deciso e leggermente
SLDOWRODGRQQDFRQWLQXz$VSHWWDWHPLSHUFHQWRDQQL7RUQHUz
statene certo. Vi prego di aspettarmi accanto alla mia tomba per
cento anni.
Appena il tempo di rispondere che lavrei aspettata, e la mia
LPPDJLQHULHVVDQHLVXRLRFFKLQHULHSURIRQGLLQL]LzDGLVVRO-
YHUVLVYDQHQGRFRPHXQULHVVRVXOODFTXDLQPRYLPHQWR/D
donna chiuse gli occhi, e dalle lunghe ciglia caddero sulle guance
delle lacrime: era morta.
Scesi in giardino dove, con il guscio di una conchiglia grande,
liscia e dai lati taglienti, scavai una fossa. Mentre tiravo via la
WHUUDLUDJJLOXPLQRVLGHOODOXQDVLULHWWHYDQRDOOLQWHUQRGHOOH
valve. Lodore della terra umida era molto forte. Poco dopo la
IRVVDHUDSURQWDYLGHSRVLODVDOPDHFRQGHOLFDWH]]DLQL]LDLDUL-
FRSULUODFRQWHUULFFLRVRIFH$RJQLPLRJHVWRLUDJJLGHOODOXQD
illuminavano linterno della conchiglia.
Andai quindi alla ricerca di un frammento di stella, e dopo
averlo trovato lo deposi con cura sul terreno. Dalla forma rotonda
dedussi si fosse smussato durante la lunga discesa dal cielo: dopo
346 ANDREA MAURIZI
6HFRQGDQRWWH
4
Yosa Buson (1716-1783): rinomato pittore e poeta di haikai del periodo
Edo (1603-1867).
5
Giapp. NDLFKPRQMX 'LSLQWR UDIILJXUDQWH 0RQMX VDQV 0DxMXU
il ERGKLVDWWYD della saggezza, mentre sorvola il mare in groppa a un le-
one. Nelliconografia buddhista viene di solito associato a Fugen (sans.
Samantabhadra), ERGKLVDWWYD anchesso protettore della saggezza, insieme al
TXDOHDQFKHJJLD6KDNDPXQL
348 ANDREA MAURIZI
6
Monaco della scuola Chan (giapp. Zen) originario della prefettura dello
Shandong, vissuto a cavallo tra lVIII e il IX secolo d.C. Il suo nome da laico era
Cong Shenshi (778-897).
6RJQLGLGLHFLQRWWLGL1DWVXPH6VHNL 349
FXLSHQVDYRGLHVVHUYLYLFLQR3HUVLODFDOPDHURPRUWLFDWRDY-
vilito, e mi lasciai andare a un pianto convulso. Avrei voluto sca-
gliarmi contro un masso e frantumare in mille pezzi la mia carne
e le mie ossa. Tuttavia mi trattenni e rimasi immobile. Avevo in
cuore uninsostenibile oppressione che premeva da sotto i mu-
scoli di tutto il corpo per fuoriuscire dai pori della pelle: avevo
raggiunto un abbrutimento senza via duscita.
$OODQHSHUVLLOOXPHGHOODUDJLRQH/DODPSDGDGLFDUWDLO
dipinto di Buson, i WDWDPL, gli scaffali della nicchia, tutto mi sem-
br esistere e non esistere allo stesso tempo. Ma il Nulla era an-
cora lontano. Ero seduto con lo sguardo perso nel vuoto, quando
allimprovviso lorologio nella stanza attigua inizi a suonare. Di
nuovo cosciente, poggiai la mano destra sullo stiletto, e lorolo-
gio batt un secondo rintocco.
7HU]DQRWWH
7
+LJDNXERDQWLFRQRPHGHOORGLHUQRTXDUWLHUHGL5RSSRQJLGL7N\
+RWWDZDUDOHWWLFDPSLGL+RWWDVH]LRQHVHWWHQWULRQDOHGL+LJDNXERFRVu
denominata dal nome della famiglia Hotta che vi abitava.
6RJQLGLGLHFLQRWWLGL1DWVXPH6VHNL 351
do. Ricordavo solo che era una sera come questa. Ero certo che
se avessi camminato ancora un po lintera faccenda si sarebbe
chiarita. Avevo il presentimento che qualcosa di terribile sarebbe
accaduto: dovevo sbarazzarmi di quel piccolo monaco prima che
i ricordi si fossero ben delineati. Gradualmente affrettai landa-
tura.
Aveva iniziato a piovere da pochi minuti e il sentiero era spro-
fondato nelloscurit. Ero in un incubo. Il piccolo monaco, ben
VDOGRVXOOHPLHVSDOOHULHWWHYDLOPLRSDVVDWRLOPLRSUHVHQWH
e il mio futuro: brillava come uno specchio che lascia passare
DQFKHLOSLSLFFRORHYHQWR(UDPLRJOLRHGHUDFLHFR1RQOR
sopportavo pi.
TXLqTXL)XSURSULRVRWWRTXHVWRFHGUR
Nonostante la pioggia la sua voce mi giunse distintamente.
0LIHUPDLHPLDFFRUVLGLHVVHUHHQWUDWRQHOERVFRQHDQFKHGXH
metri pi avanti scorsi una sagoma nera, di certo lalbero di cedro
cui aveva appena alluso.
3DGUHIXVRWWRTXHVWRDOEHUR
8KPqYHURULVSRVLGLJHWWR
(UDODQQRGHOGUDJRLOVGHOOHUD%XQND>@
Era come diceva lui.
0LKDLXFFLVRSURSULRFHQWRDQQLID
Solo dopo avere udito queste parole si ridest in me la consa-
pevolezza di avere ucciso un cieco ai piedi di quellalbero in una
notte tetra come questa del V anno dellera Bunka. Erano passati
cento anni, e nellistante in cui compresi di essere un omicida, il
bambino sulle mie spalle ad un tratto divent pesante come un
-L]8 di pietra.
8
Forma giapponese di ERGKLVDWWYD, rappresentato di solito come monaco
buddhista dal cranio rasato con in mano un bastone da pellegrino. Protettore
dei viaggiatori e dei bambini, la sua immagine in pietra orna spesso i bordi
delle strade.
352 ANDREA MAURIZI
4XDUWDQRWWH
4XLQWDQRWWH
Sesta notte
9
6SLULWRPDOLJQRFKHDQLPDPROWHDQWLFKHOHJJHQGHHDEH3XzDVVXPHUH
YDULHVHPELDQ]HHVLGLYHUWHDPHWWHUHLQGLIFROWjJOLHVVHULXPDQLDQFKH
noto come Amanojakume.
10
(m. 1223). Il pi famoso sculture del periodo Kamakura, autore delle
VWDWXHFKHDGRUQDQRLOSRUWDOHPHULGLRQDOHGHO7GDLMLGL1DUD
11
6WDWXHGDOODVSHWWRWHUULFRSRVWHDLODWLGLQJUHVVRGHLPDJJLRULWHPSOL
buddhisti. Proteggono i fedeli dagli spiriti maligni.
6RJQLGLGLHFLQRWWLGL1DWVXPH6VHNL 357
+DQQRXQDVSHWWRLPSRQHQWHQRQqYHUR"GLVVHXQWDOH
rivolgendosi a me. Una volta si diceva che nessun uomo, in
quanto a forza, potesse competere con loro: sono persino pi forti
dellaugusto Yamatotakeru.12
Luomo, con le vesti raccolte sul sedere e senza cappello, ave-
va proprio laria di essere analfabeta.
Unkei, indifferente al confabulare della gente e senza mai vol-
gere lo sguardo, continuava a lavorare di scalpello e martello su
unalta impalcatura, tutto preso a intagliare la faccia della divini-
t. Sulla testa aveva un cappello simile a un copricapo di corte, e
le grandi maniche della veste, forse un VXK,13 erano fermate sulla
schiena. Sembrava unimmagine del passato, del tutto fuori luo-
go con la gente che parlottava rumorosamente. Mi chiesi come
DYHVVHSRWXWRULPDQHUHLQYLWDQRDLQRVWULJLRUQL
5LPDVLDJXDUGDUORULHWWHQGRVXOOHFFH]LRQDOLWjGHOIDWWR
Unkei, che sembrava non provare n meraviglia n stupore, lavo-
rava con estremo impegno. Un ragazzo che era stato a osservarlo
a testa alzata si gir verso di me esclamando pieno di ammirazio-
QH1RQSXzHVVHUHFKH8QNHL3HUOXLQRLQHSSXUHHVLVWLDPR
FRQYLQWRFKHDOPRQGRGLHURLFHQHVLDQRVRORGXH1LHOXL
straordinario!
Incuriosito dalle parole, mi voltai verso di lui e questi pron-
WDPHQWHULSUHVH2VVHUYDWHFRQTXDOHLQVXSHUDWDPDHVWULDXVDOR
scalpello e il martello!
1RQDSSHQDHEEHQLWRGLVFROSLUHOHIROWHVRSUDFFLJOLD8QNHL
gir verticalmente la punta dello scalpello e inizi a batterla col
martello dallalto verso il basso. Questo era il suo modo di inta-
gliare il legno pi duro, e mentre gli spessi trucioli volavano via
allunisono col batter del martello, in men che non si dica appar-
12
(URHOHJJHQGDULRGHOODQWLFR*LDSSRQHJOLRGL.HLNRLOXII sovrano del
paese. Le gesta di Yamatotakeru sono descritte nel .RMLNL (Cronaca di eventi
antichi, 712) e nel 1LKRQVKRNL (Annali del Giappone, 720).
13
Veste comunemente indossata dagli strati pi umili della popolazione.
Dopo il periodo Muromachi (1392-1573) entr a far parte dellabbigliamento
della classe militare.
358 ANDREA MAURIZI
Settima notte
SUHVLHUDRSHUDGL'LR$OODQHPLFKLHVHVHHURFUHGHQWHPDLR
continuai a osservare il cielo senza dargli una risposta.
Un giorno entrai nel salone e, dalla parte opposta alla mia,
una giovane donna vestita con abiti sgargianti stava suonando il
SLDQRIRUWH$OVXRDQFRFHUDXQXRPRDOWRHEHOORFKHFDQWDYD
La sua bocca mi sembr grandissima. Ebbi limpressione che i
due non badassero a nulla di quanto li circondava, che avessero
dimenticato persino di trovarsi su una nave.
Ero sempre pi annoiato e una sera, quando nessuno era nei
paraggi, decisi di morire gettandomi in mare. Sennonch nelli-
stante stesso in cui i piedi si staccarono dal ponte la vita mi di-
venne preziosa. Mi pentii dal profondo del cuore, ma ormai era
tardi: che lo volessi o no, a quel punto non potevo pi arrestare
la mia caduta verso il mare. Alzai lo sguardo verso lalto: il mio
corpo non era pi sulla nave ma i miei piedi non avevano ancora
toccato lacqua: non cera nulla a cui potessi aggrapparmi, ero
VHPSUHSLYLFLQRDOODVXSHUFLHGHOPDUHHSHUTXDQWRFHUFDVVL
di ritrarmi non facevo che avvicinarmici sempre pi. Lacqua era
molto scura.
Nel frattempo la nave mi aveva superato. Continuava a emet-
tere il solito fumo nero, e per la prima volta pensai che avrei
preferito essere a bordo, anche se ancora non sapevo dove stesse
andando. Ormai per era tardi per recriminare, e mentre rimpian-
gevo di avere compiuto un gesto cos estremo, continuavo con
terrore e in silenzio a cadere verso le onde nere del mare.
Ottava notte
14
Pasta di fagioli di soia color avorio, dalla consistenza di un budino.
362 ANDREA MAURIZI
15
Focaccia dalla consistenza gommosa, composta da riso bollito e a lungo
pestato nel mortaio. La tradizione vuole che venga consumato in particolar
modo a Capodanno.
16
/DSLGLIIXVDDFFRQFLDWXUDIHPPLQLOHWUDODQHGHOXIX e linizio del XX
secolo. Detta a forma di foglia di ginko, un morbido chignon raccolto sulla
nuca che pu far ricordare anche le ali di una farfalla.
6RJQLGLGLHFLQRWWLGL1DWVXPH6VHNL 363
Nona notte
'HFLPDQRWWH
.HQYHQQHDGLUPLFKH6KWDUHUDLQDVSHWWDWDPHQWHWRUQDWR
e che giaceva a letto in preda a una improvvisa febbre. Erano
passati sette giorni da quando quella donna lo aveva portato via
con s.
6KWDUXQRGHLEHOOLGHOYLFLQDWRHUDXQDSHUVRQDEXRQDH
onesta al massimo grado. Aveva solo una mania: verso sera, un
panama sulla testa, si sedeva di fronte al negozio di frutta e se
ne stava a osservare le ragazze che passavano da l. Ne era forte-
mente attratto. Oltre a ci, non aveva alcuna caratteristica degna
di nota.
Se non passava nessuna donna indirizzava la sua attenzione
verso la frutta. Ce nerano di vari tipi: pesche, mele, nespole e
EDQDQHWXWWHSRVWHLQFHVWLQLRUGLQDWLVXGXHOHHSURQWHSHUHV-
VHUHDFTXLVWDWHHSRUWDWHDFDVD6KWDUWURYDYDTXHOOHFRQIH]LR-
ni molto belle, e diceva che se mai avesse intrapreso unattivit
commerciale, di sicuro avrebbe aperto un negozio di frutta. Ma
per colpa di quella sua mania continuava a perdere il proprio
tempo con il panama calcato sulla testa. A volte esprimeva un
giudizio sulla frutta, lodando per esempio il colore dei mandarini
estivi, ma mai una volta che avesse tirato fuori degli spiccioli per
comprarne, e non osando neppure pensare di mangiarne senza
pagare, si limitava ad apprezzarne il colore.
Una certa sera di colpo una donna si ferm di fronte al nego-
]LR$JLXGLFDUHGDLPDJQLFLDELWLFKHLQGRVVDYDGRYHYDHVVHUH
XQDSHUVRQDGLFODVVH6KWDUDWWUDWWRGDOFRORUHGHOOHYHVWLHGDL
lineamenti del viso, si tolse il prezioso panama e la salut con
cortesia.
9RUUHLTXHOODGLVVHODGRQQDLQGLFDQGRFRQODPDQRODFRQ-
IH]LRQHSLJUDQGHH6KWDUJOLHODSDVVzVXELWRSHVDQWLVVL-
ma!, esclam lei dopo aver appena provato a sollevarla. Pigro,
PDDOORVWHVVRWHPSRGLVSRQLELOH6KWDUVLRIIUuGLDFFRPSD-
JQDUODQRDFDVDHLQVLHPHODVFLDURQRLOQHJR]LRGLIUXWWD
Da quel momento non era pi tornato.
366 ANDREA MAURIZI
$QFKHSHUXQWLSRFRPHOXLQRQqXQFRPSRUWDPHQWRQRU-
male. Deve essere successo qualcosa!, commentarono amici e
familiari. E senza alcun preavviso, sette sere dopo torn a casa.
Un gran numero di persone gli chiese dove si era cacciato, e lui
rispose che era andato col treno in montagna. Di sicuro doveva
aver viaggiato a lungo. Secondo il suo racconto, una volta sceso
dal treno si era trovato in piena campagna. Era un campo molto
esteso, e dovunque volgesse lo sguardo non vedeva altro che erba
verde. Aveva cominciato a camminare sul prato insieme alla don-
na, quando ad un tratto si era trovato sullorlo di un precipizio.
Fu allora che lei gli chiese di gettarsi gi. Prov a guardare il
fondo, ma non lo vide. Si tolse di nuovo il panama e per pi volte
ULXWz/DGRQQDDOORUDORDPPRQuGLFHQGRJOLFKHVHQRQDYHVVH
avuto il coraggio di gettarsi sarebbe stato sbranato dai maiali.
1RQRVWDQWHODUHSXOVLRQHFKH6KWDUQXWULYDSHUWDOLDQLPDOLH
per Kumouemon,17SHUVDOYDUVLODYLWDULXWzGLQXRYRGLJHWWDUVL
Vide giungere verso di lui un maiale grugnante, e non potendo
fare altrimenti colp il muso dellanimale con lesile bastone di
betel che aveva in mano. Il maiale emise un rantolo, stramazz
a terra e cadde nel burrone. Fece appena in tempo a trarre un
sospiro di sollievo che un secondo maiale gli si era gi getta-
WRDGGRVVRFROVXRJUDQGHQDVR6KWDUQRQSRWpIDUHDOWURFKH
brandire nuovamente il bastone e lanimale, dopo avere emesso
un grugnito, cadde riverso gi nel burrone.
Ne apparve un altro.
)X DOORUD FKH 6KWDU VL DFFRUVH JLUDQGR OR VJXDUGR FKH
branchi e branchi di maiali grugnanti provenienti dalle profondi-
t di quello sterminato prato si stavano avvicinando allorlo del
SUHFLSL]LRGRYHOXLVLWURYDYD(UDSLHWULFDWRGDOWHUURUHHQRQ
potendo fare altro, colp uno dopo laltro col bastone di betel i
musi dei maiali che gli si avventavano contro. Per strano che pos-
VDVHPEUDUHQRQDSSHQDLOEDVWRQHVRUDYDLOQDVRGHJOLDQLPDOL
questi cadevano di colpo verso il fondo della vallata. Si sporse e
17
Allusione a Momonakaya Kumouemon, nome darte assunto da Okamoto
Minekichi (1873-1916), uno dei pi famosi cantastorie del periodo.
6RJQLGLGLHFLQRWWLGL1DWVXPH6VHNL 367
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
18
Pasta gelatinosa che si vende in panetti rettangolari. Viene preparata con
la farina di un tubero (DPRUSKRSKDOOXVNRQMDF) ricco di amido.
368 ANDREA MAURIZI
1
Anne Behnke Kinney individua i motivi che portarono, sotto gli Han ante-
riori, alla produzione di tali opere: uno di questi fu il grande potere conquistato
dalle donne a corte (tre di loro, di umili origini, divennero imperatrici), e dun-
TXHOHVLJHQ]DGLHVHUFLWDUHVXGLORURXQLQXHQ]DGLGDWWLFDHPRUDOL]]DWULFH
369
370 MARIA CHIARA MIGLIORE
5
)XMLZDUDQR$NLKLUDVLLQWHUHVVzSDUWLFRODUPHQWHDOODPDQXDOLVWLFD6XRq
anche lo +RQFKPRQ]XL (Quintessenza della letteratura del nostro paese) in cui
raccoglie pi di quattrocento testi, composti tra l810 e il 1037, fra editti, memo-
riali al trono, prefazioni, brani letterari in prosa e in poesia, e lo 6KLQVDUXJDNNL
(Racconto sul nuovo VDUXJDNX&IUVRQH6XOOR6KLQVDUXJDNNL riman-
do a Maurizi (1990).
6
Per i testi degli UDLPRQR, compresi quelli del periodo di Edo citati pi
DYDQWLFIU,VKLNDZD,VKLNDZDH,VKLNDZD
372 MARIA CHIARA MIGLIORE
7
Testo in Mabuchi (1997).
8
Per un esempio di come Tamenori ricompone in una veste didattica
uno degli aneddoti del 6DQEH che compare nel precedente 1LKRQU\LNL, cfr.
Migliore (2011).
9
Pubblicato con il titolo di 1LZDQRRVKLH in Yanase (1984, pp. 107151).
10
/DGDPDGLFRUWH.HQJR]HQ&KQDJRQHUDXQDGHOOHJOLHGL)XMLZDUD
no Shunzei (1114-1204). Kenshunmonin (1142-1176) era la sposa dellimpe-
2QQDGDLJDNXHOLVWUX]LRQHIHPPLQLOHLQ*LDSSRQH 373
(VLVWHWXWWDYLDXQRSHUDGHOODQHGHOSHULRGRGL+HLDQFKHVL
rivolge a un pubblico femminile e che potrebbe essere conside-
rato il primo esempio giapponese di manuale di corretta condotta
morale per le donne. Si tratta del .DUDPRQRJDWDUL (Racconti del-
OD&LQDDWWULEXLWRD)XMLZDUDQR6KLJHQRULXQDGDW-
tamento in prosa giapponese di ventisette racconti cinesi scelti
da fonti laiche che hanno come protagoniste le donne. Alcune
delle storie sono riscritture di celebri opere di Bai Juyi (772-846),
come &KDQJKHQJH (Canto delleterno rimpianto) o 3LSD[LQJ
(La ballata del liuto), ma il resto degli aneddoti costituisce un
catalogo di veri e propri H[HPSODFKHPDJQLFDQRYLUWIHPPL-
nili di tipico stampo confuciano: ben sette aneddoti riguardano
fedelt e devozione coniugali (alcune delle protagoniste giungo-
no al suicidio pur di mantenersi fedeli alla memoria dello sposo
defunto), altri dedizione e sottomissione allo sposo, modestia,
umilt. Non mancano inoltre esempi che esortano a privilegiare
un comportamento assennato piuttosto che la propria bellezza,
che solo causa di infelicit.11 Lopera contiene osservazioni sul-
la caducit di questo mondo ed esortazioni a rinunciare alle pas-
sioni per rinascere nel paradiso della Terra pura e quindi stata
annoverata nel genere dellaneddotica (VHWVXZD), che appunto si
FDUDWWHUL]]DSHULOFRQWHQXWRGLGDWWLFRUHOLJLRVRWXWWDYLDODVFHOWD
degli aneddoti contenuti nel .DUDPRQRJDWDUL denota, seconda
PHXQFKLDURLQWHQWRGLGDWWLFRFKHSLFKHEXGGKLVWDGHQLUHL
confuciano (Migliore, 2002).12
'DOODQHGHOSHULRGRGL.DPDNXUDODGRQQDSHUVHJUDGD-
tamente la propria indipendenza. Il sistema della famiglia pa-
13
Si veda a questo proposito Tomida (2004), in particolare il primo capito-
lo, alle pp. 23-75.
14
Su oltre mille opere scritte per le donne nel periodo di Edo, un terzo erano
JXLGHPRUDOL&IU7RFFR.RUQLFNL
15
La traduzione stata condotta sul testo Araki, Inoue (1970, pp. 202-205).
,OWHVWRqVWDWRWUDGRWWRLQLQJOHVHGD+DOO&KDPEHUODLQSS
2QQDGDLJDNXHOLVWUX]LRQHIHPPLQLOHLQ*LDSSRQH 375
17
Di recente alcuni studi hanno proposto una sorta di revisionismo in me-
rito alla posizione subordinata della donna allinterno del sistema confuciano,
e il fatto che il confucianesimo propugni in ogni caso listruzione anche per le
donne ha portato a parlare di femminismo confuciano. Cfr. Li-Hsiang (2007,
p. 142 e pp. 103-110). La stessa teoria stata riproposta per il Giappone del
periodo di Edo da Tocco (2003, pp. 193-218). Tuttavia, largomentazione di
Tocco, che fornisce pochi esempi relativi a donne appartenenti a importanti
famiglie samuraiche o dellalta borghesia, risulta essere parziale e non convin-
FHQWH&IULQROWUH.RUQLFNL3DWHVVLR5RZOH\
18
Interessante, ma priva di fondamento, anche lipotesi di Dodane (1993,
pp. 1-2), che attribuisce la composizione di 2QQDGDLJDNX agli editori della
prima pubblicazione a stampa dellopera, di cui dico pi avanti.
19
Come fa notare Yokota (citato in Kornicki, 2005, pp. 181-182), nel peri-
odo Edo, e particolarmente nelle aree urbane, non erano poche le donne im-
SHJQDWHLQYDULPHVWLHULVDUHEEHGXQTXHGDULYHGHUHOLQXHQ]DFKHO2QQD
daigaku avrebbe avuto sulleducazione femminile. Tuttavia, purtroppo ancora
2QQDGDLJDNXHOLVWUX]LRQHIHPPLQLOHLQ*LDSSRQH 377
RJJLODFDSDFLWjODYRUDWLYDGHOODGRQQDQRQPRGLFDODVXDFRQGL]LRQHVXERU-
dinata nella societ e nella famiglia.
20
/XFLGDPHQWH)XNX]DZDSURSRQHYDSHUODGRQQDOLQGLSHQGHQ]DHFRQR-
mica, che divenne un diritto costituzionale nel 1947. Per uno studio su questi
DVSHWWLGHOSHQVLHURGL)XNX]DZD<XNLFKLFIU%ODFNHUSS
378 MARIA CHIARA MIGLIORE
,OJUDQGHLQVHJQDPHQWRSHUODGRQQD
21
Traduzione in Morris (1962, pp. 320-348).
2QQDGDLJDNXHOLVWUX]LRQHIHPPLQLOHLQ*LDSSRQH 379
22
Li ji (giapp. Raiki), uno dei cinque classici confuciani, composto durante
la dinastia degli Han anteriori.
23
Xiaoxue (giapp. 6KJDNX): antichissimo manuale didattico per i bambini
dallottavo anno di et gi in uso nelle scuole cinesi durante le dinastie Xia,
Shang e Zhou.
380 MARIA CHIARA MIGLIORE
24
Ho tradotto con questa espressione il termine mekakeFKHQRQVLJQLFD
affatto concubina ovvero una donna che convive in unione libera con un
uomo, ma una sposa di secondo rango, come stabiliscono i codici amminis-
trativi gi dal periodo di Nara. *LVHLU\ (Leggi sul cerimoniale), articolo 25 (I
cinque gradi di parentela). Cfr. Inoue (1976, pp. 349-350).
2QQDGDLJDNXHOLVWUX]LRQHIHPPLQLOHLQ*LDSSRQH 381
12. Una donna sposata deve essere una buona custode della
casa. Una condotta cattiva o egoista porta la casa alla rovina.
Deve essere parsimoniosa in tutte le cose ed evitare gli sprechi.
Le vesti e gli alimenti devono essere adeguati alla propria condi-
zione sociale, e non soddisfare il proprio orgoglio.
2QQDGDLJDNXHOLVWUX]LRQHIHPPLQLOHLQ*LDSSRQH 383
13. 'DJLRYDQHQRQGHYHGDUHFRQGHQ]DQpDFFRVWDUVLD
coetanei, siano essi parenti, amici o servi dello sposo, ma deve
osservare severamente la separazione fra i sessi. Per nessuna ra-
gione deve scambiare lettere con giovani uomini.
SRWUHEEHUHFDUHGDQQRDOSURSULRVSRVRHDLSURSULJOL4XDQGR
si scaglia contro chi non ha alcuna colpa, lancia maledizioni in
preda alla collera, oppure detesta qualcuno per mera gelosia, o
magari pensa di essere superiore agli altri, ella non capisce che
cos viene detestata da tutti e di essere la sola causa della propria
URYLQD&KHFRPSRUWDPHQWRYDQRHVSUHJHYROH1HOODOOHYDUHL-
gli, si lascia trasportare dal troppo amore e li educa male. Proprio
perch cos stupida deve essere umile in ogni occasione e ob-
bedire al marito. Secondo le antiche usanze, quando si partorisce
XQDJOLDELVRJQDODVFLDUODVXOSDYLPHQWRSHUWUHJLRUQLSHUFKp
luomo paragonabile al cielo mentre la donna come la terra.
Il marito viene prima di ogni cosa e la donna deve essergli sot-
toposta. Anche se il suo comportamento degno di lode, non
GHYHLQRUJRJOLUVLVHIDFRVHVEDJOLDWHHYLHQHULPSURYHUDWDQRQ
deve protestare ma correggere immediatamente i propri errori, e
controllarsi in modo da non essere pi ripresa una seconda volta.
Inoltre, se viene disprezzata, non deve irritarsi o indignarsi ma
sopportare con pazienza e comportarsi con sottomissione e umil-
t. Se agir in questo modo, fra marito e moglie regner la pace:
essi potranno proseguire insieme e a lungo sul loro cammino e
nella loro casa regner larmonia.
4XHVWLLQVHJQDPHQWLGHYRQRHVVHUOHLQFXOFDWLQGDOODSLWH-
nera et. Inoltre bisogna che li scriva e che li legga pi e pi vol-
WHDIQFKpQRQOLGLPHQWLFKL2JJLJLRUQRSLXWWRVWRFKHPDULWDUH
OHSURSULHJOLHFRQPDJQLFKHGRWLGLYHVWLHRJJHWWLLJHQLWRUL
dovrebbero insegnare loro questi precetti, che devono diventare
un tesoro da custodire per tutta la vita. Un antico proverbio dice
che i genitori spendono anche un milione di monete per sposa-
UHODJOLDPDQRQLPSLHJDQRQHPPHQRFHQWRPLODPRQHWHSHU
HGXFDUODSURSULRYHUR,JHQLWRULFKHKDQQRGHOOHJOLHQRQ
devono ignorare questi precetti.
386 MARIA CHIARA MIGLIORE
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7N\.D]DPDVKRE
Teoria e prassi del romanzo storico giapponese
fra Ottocento e Novecento
LUCA MILASI
>@6RQRVWDWRVFRUWHVHDGHQLJUDUHLURPDQ]LLQTXHVWRPRGR6L
pu dire che essi registrino tutto ci che accaduto nel mondo
a partire dallera delle divinit. Del resto nel Nihongi e nelle
altre opere del genere si trova solo una parte degli avvenimenti.
allinterno dei romanzi invece che sono descritti i dettagli e
LIDWWLSUHFLVL>@$QFKHVHQRQGHVFULYRQRFRQHVDWWH]]DFLz
che riguarda una determinata persona, essi nascono quando non
possibile tenere chiusi nel proprio cuore fatti che si desidera
trasmettere alle generazioni future, avvenimenti di esseri che
vivono in questo mondo, buoni o cattivi che siano, che non ci
si stanca mai di osservare o di ascoltare. Se colui che racconta
desidera parlare bene dei personaggi, allora sceglier soltanto
cose buone, se vuole rispondere alle attese dei lettori raccoglier
elementi di rara malvagit, ma tutto ci, nel bene e nel male, esi-
ste comunque in questo mondo. Per ci che riguarda altri paesi,
DQFKHLOPRGRGLQDUUDUHqGLYHUVRGDOQRVWURPDSHUQRTXLGD
noi, nello Yamato, naturale che storie del passato siano diverse
da quelle del presente e che esistano differenze di contenuti pi
RPHQRSURIRQGLPDDUULYDUHDGHQLUHWXWWLLURPDQ]LFRPHXQ
LQVLHPHGLEXJLHVLJQLFDIRUVHVRWWRYDOXWDUQHODYHUDQDWXUD,Q
fondo, anche negli insegnamenti che il Buddha nella sua gene-
rosit ha voluto lasciarci esistono quelli che chiamiamo mezzi
di salvezza, che possono apparire contraddittori e far nascere
dubbi in coloro che ancora non hanno ottenuto il potere della
conoscenza (Orsi, 2012, p. 509).
389
390 LUCA MILASI
1
1HOORVSHFLFRGHOODPELWRFLQHVHVLVHJQDODODOXFLGDGLVVHUWD]LRQHGL
+VLDRHVXOUDSSRUWRWUDVWRULRJUDDH[LDRVKXRanche Ming (2006, pp.
5-7).
2
Langlicismo il conio del traduttore italiano di Miner. Cfr. Castelli
(1999, p. 12).
7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH 391
3
Vari generi di manoscritto, considerati come QLNNL, nellaccezione di re-
JLVWUD]LRQLGLIDWWLUHDOLDQ]LFKpWWL]LHSLWHWRFKHQHOSDQRUDPDGHOODRUHQWH
produzione classica, meritarono, nelle epoche successive, anche opere appar-
tenenti al genere epico come +HLMLPRQRJDWDUL(Storia dei disordini dellera
Heiji, XIII secolo) e +JHQPRQRJDWDUL6WRULDGHLGLVRUGLQLGHOOHUD+JHQXIII
secolo). Cfr. Watson (2006, p. 2).
392 LUCA MILASI
4
Per una comprensione dellottica di lettura proposta, ci sembra opportuno
enfatizzare gli elementi di sostanziale continuit tra la narrativa premoderna e
moderna riscontrabili sino agli anni Ottanta dellOttocento. Cfr. Orsi, (1979,
pp. 421-424) e Kornicki (1981, pp. 461-482).
7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH 393
5
Ora in Inagaki HWDO. (1977, pp. 3-157).
394 LUCA MILASI
6
necessario notare come nelleconomia di questo primo scritto critico
GL6K\FKHDSSOLFDDOWHUPLQHjidai il IXULJDQDKLVXWRULNDUX[KLVWRULFDO@
(Inagaki HWDO., 1977, p. 56) non sembri sussistere a livello di terminologia quel-
la distinzione tra romanzo storico (UHNLVKLVKVHWVX) e romanzo depoca (jidai
VKVHWVX) che caratterizzer questultimo come variante pi popolare, meno raf-
QDWDHULJRURVDQHOOXVRGHOPDWHULDOHVWRULFRJLjQHOORSHUDGL<DPDGD%LP\
(1868-1910), che pi o meno in contemporanea alluscita di 6KVHWVXVKLQ]XL
muoveva i primi passi come scrittore di opere originali.
7
Al lemma giapponese VHZD lautore accosta, mediante due distinti IXUL-
JDQD, il sinonimo ima (odierno) e il NDWDNDQD per linglese VRFLDO. Cfr. Inagaki
HWDO. (1977, p. 56).
7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH 395
/HWHRULHVXOURPDQ]RVWRULFRGL6K\QRQLQFRQWUDQRVXELWR
lattenzione della critica e del pubblico ma iniziano a circolare tra
gli scrittori, incoraggiando futuri sviluppi del genere. Per quanto
riguarda la prassi narrativa, modalit assimilabili al modello di
QDUUDWLYDVWRULFDFRPPHQWDWRGD6K\VRQRJLjSUHVHQWLTXDVL
in contemporanea con luscita in volume del suo primo saggio
critico, avvenuta nel 1887.
Tra i primi moderni a proporne la sua personale visione
<DPDGD%LP\(VSRQHQWHDVVLHPHD2]DNL.\
(1868-1903), il cui interesse per il passato cos come espresso
GDOOHIRQWLOHWWHUDULHHUDSXUHPDUFDWRGHOJUXSSR.HQ\VKD8
lautore oggi considerato un minore, noto prevalentemente per
il suo sperimentalismo linguistico e la sua strenua difesa della
lingua moderna come stile letterario delezione. La narrativa sto-
ULFDGL%LP\FRQWDGLYHUVLHVHPSODULGDOOHVRUGLRGHOUDFFRQWR
0XVDVKLQR (La piana di Musashi),9XQRGHLODYRULFRQXLWLQHOOD
pi nota raccolta 1DWVXNRGDFKL (Radura in estate, 1888), conte-
nente anche .RFK (Farfalla, 1889), sino allopera che chiude
prematuramente la carriera dellautore, la lunga FWLRQ stori-
ca, marcatamente romanzata, intitolata 6KLJDLVKLGHQ7DLUDQR
.L\RPRUL6WRULDXIFLRVDGL7DLUDQR.L\RPRUL3URSULR
in relazione allepiteto VKLJDLVKLGHQ, coniato a corollario del suo
XOWLPRURPDQ]RVX7DLUDQR.L\RPRUL%LP\HVSRQHODVXDWHR-
ria sul valore del romanzo storico:
&LzFKHVFULYRqSLXWWRVWRLOURYHVFLRGHOODVWRULDXIFLDOHTXHO
ORFKHFRQGRWWRGDXQDJRPDOFHUWRFRQOLQWHQWRGLFXFLUHDV-
sieme il diritto e rovescio della storia stessa, nel suo andirivieni
8
Associazione degli amici del calamaio, primo raggruppamento lettera-
rio dellepoca, gravitante attorno alla rivista *DUDNXWD EXQNR.
9
Pubblicato in tre parti come supplemento allo <RPLXULVKLQEXQ tra il no-
vembre e il dicembre del 1887. Cfr. Fukuda (1971, p. 399).
7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH 397
10
Originariamente comparso sul numero del 5 agosto 1897 della rivista
6KLQVKVHWVX. Cfr. Kinoshita (1971, pp. 35-43).
400 LUCA MILASI
DFFDGXWRQHOGLFHPEUHGHOTXDUDQWDWUHHVLPRDQQR0HLML>@
che, a distanza di una sola settimana, io abbia ricevuto ben due
ULFKLHVWHGLVFULYHUHTXDOFRVDDSURSRVLWRGL7DNL]DZD%DNLQOD
prima era una commissione di una prefazione al suo +DNNHQGHQ,
la seconda, una richiesta di fornire un giudizio complessivo sulla
pubblicazione di questi suoi diari.
11
-LGDLPRQRdavanguardia pubblicato, con una certa risonanza di pub-
blico e critiche variabili, sul numero del 31 marzo 1904 della rivista .DEXNL,
e rappresentato lanno successivo. Ora riprodotto in Kinoshita (1971, pp. 269-
278). In 5HNLVKLVRQRPDPDWRUHNLVKLEDQDUHJDLVWHVVRSDUDJRQDQGRORDOOD
sua narrativa storica matura, ne aveva criticato gli assunti per limpiego di fonti
posteriori alla predicazione di Kamakura. Cfr. Mastrangelo (1988, p. 131).
402 LUCA MILASI
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
CAROLINA NEGRI
$OORPEUDGL0LFKLQDJD
407
408 CAROLINA NEGRI
1
A proposito dellanno in cui Murasaki Shikibu avrebbe iniziato a prestare
VHUYL]LRFRPHGDPDGLFRUWHVLYHGD6DLWSH,QDJDS
2
6XOOD JXUD GL )XMLZDUD QR 0LFKLQDJD H OD VXD DVFHVD DO SRWHUH FIU
Cameron Hurst III (2007, pp. 66-97).
3
/DPDPPDGL0LQDPRWRQR5LQVKL)XMLZDUDQR%RNXVKLHUDQLSRWHGHOOD
QRQQDGL0XUDVDNL6KLNLEXJOLDGL)XMLZDUDQR6DGDNDGD
$VSHWWDQGRLOIXWXURLPSHUDWRUH 409
4
Per una dettagliata descrizione degli eventi che riguardano lingresso di
6KVKLDFRUWHVLYHGD<DPDPRWRSS
410 CAROLINA NEGRI
5
Nellepoca Heian le donne incinte erano considerate impure e per questo
allontanate da Palazzo.
$VSHWWDQGRLOIXWXURLPSHUDWRUH 411
*UDQGLSUHSDUDWLYL
4XDQGR6XD0DHVWjVWDYDQDOPHQWHSHUSDUWRULUHGLYHQQHUR
DQFRUDSLVSDYHQWRVHOHJULGDGLUDEELDGHJOLVSLULWLPDOHFL$
*HQQR.XUGRIXDIGDWR6KLQ\R$]DULD+\HQR.XUGRXQ
PRQDFRFKLDPDWR6VRD8NRQQR.XUGRLO0DHVWURGHOOD'L-
VFLSOLQDGHOO+MMLHD0L\DQR1DLVKL&KLV$]DUL6 Questul-
timo a un certo punto fu gettato a terra dagli spiriti e poich
sembrava molto provato, intervenne in suo aiuto Nengaku Azari
6
1HOODVFHQDTXLGHVFULWWDOHTXDWWURGDPHGL6KVKLVHPEUHUHEEHURFKLD-
mate in qualit di medium ad accogliere gli spiriti malvagi assistite da un mo-
naco esorcista. In realt, trattandosi di dame di alto rango, pare improbabile che
VLDVWDWRORURDIGDWRTXHVWRFRPSLWR
414 CAROLINA NEGRI
7
A questo proposito cfr. Fujimoto (1994) e Bargen (1997).
$VSHWWDQGRLOIXWXURLPSHUDWRUH 415
,QWHUPLQDELOLIHVWHJJLDPHQWL
8
Pare che il nome di questi festeggiamenti derivi dal luogo dove avveniva il
parto (XEX\D) di solito isolato e appartato per evitare contaminazioni.
$VSHWWDQGRLOIXWXURLPSHUDWRUH 417
9
Sono festeggiamenti di solito organizzati dal nonno paterno o dal padre
durante i quali venivano offerti al bambino appena nato dei dolcetti di riso
(mochi). Anche in questo caso si tratta di un gesto puramente formale perch al
piccolo si fanno assaggiare solo qualche piccolo pezzetto dei dolcetti ammor-
biditi e schiacciati nellacqua calda.
418 CAROLINA NEGRI
/H]LRQLGLVWLOH
7D\QR0\REXSRUWDYDXQDJLDFFDVHPSOLFHFRQXQRVWUDVFLFR
che aveva una delicata fantasia di onde marine argentate poco
vistosa e di gradevole effetto. Ben no Naishi aveva invece uno
strascico dallinsolito disegno: una gru in mezzo a un paesaggio
marino argentato che come simbolo di longevit si abbinava alla
perfezione con i pini ricamati tutti intorno. Lo strascico di Dama
6KVK HUD GHFRUDWR FRQ ODPLQH GDUJHQWR PD QRQ HVVHQGR
allaltezza di quello indossato dalle altre dame, divenne oggetto
di molte critiche (Miyazaki, 2002, pp. 108-109).
(UDXQDSHUVRQDPROWRUDIQDWDVHPSUHYHVWLWDFRQFXUDHSHU-
fettamente truccata, ma quel giorno >TXDQGR6KVKLVWDYDSHU
partorire@DYHYDJOLRFFKLJRQSHULOSLDQWRHLOWUXFFRIDWWR
allalba, per le lacrime che aveva versato, era completamente
disfatto: sembrava proprio tutta unaltra persona! (Miyazaki,
2002, p. 74).
6HXQLQFLGHQWHGHOJHQHUHVLYHULFDFRQVLGHUDWRFKHSRWUHE-
be nuocere alla reputazione della dama, non resta altro che spe-
rare di non essere riconosciuta tra la folla e di non sentirne pi
parlare in seguito.
Altro elemento di grande fascino nellestetica delle dame
sono i lunghissimi capelli neri che, come testimoniano i roto-
li illustrati dei PRQRJDWDUL devono superare abbondantemente
la lunghezza delle vesti e quindi laltezza della dama di solito
molto modesta. Essi costituiscono forse pi dellabbigliamento
un elemento di distinzione che dice molto sullet, le condizioni
economiche e persino lo stato di salute della persona in questio-
QH$QFKHSHUODFFRQFLDWXUDHVLVWRQRUHJROHVVHHVHLFDSHOOL
ULFDGRQROLVFLHXHQWLVXOOHVSDOOHQHOOHRFFDVLRQLLQIRUPDOLVRQR
rigorosamente raccolti quando si servono persone di riguardo e
RUQDWLGLQDVWULHIRUFLQHDYROWHQWURSSRYLVWRVHQHOOHRFFDVLR-
ni pi importanti. comprensibile che ai capelli vanno riservate
cure costanti che consistono per lo pi solo nel pettinarli di fre-
quente, mentre il lavaggio (\XVXUX) avviene in verit molto pi di
rado. Questoperazione, particolarmente lunga e faticosa, coin-
volge alcune aiutanti che dopo aver bagnato i capelli con lacqua
biancastra del riso cotto, partecipano a una paziente asciugatura
YLFLQRDOEUDFLHUH.DZDPXUDSS
La cura personale richiede molto tempo e dedizione tanto da
poter essere considerata una delle occupazioni principali delle
dame costantemente impegnate a presentare ai gentiluomini del-
422 CAROLINA NEGRI
10
Un VXQcorrisponde a 3,3 centimetri.
$VSHWWDQGRLOIXWXURLPSHUDWRUH 423
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
>@$GDWWDUHVXOORVFKHUPRXQRSHUDOHWWHUDULDVLJQLFDVSHVVR
ridurre volontariamente ci che perfetto in una forma imper-
IHWWD>@$PLRSDUHUHVLSXzGLUHFKHXQHVSUHVVLRQHOHWWHUDULD
limitata nelle descrizioni oggettive, determina solo in modo
molto vago gli attributi e il fenomeno del suo oggetto. In una de-
terminazione cos vaga, manca dunque della possibilit di con-
425
426 MARIA ROBERTA NOVIELLI
1
.XURVDZDFRPH0L]RJXFKL.HQMLSULPDGLOXLHLQVHJXLWR
il pi giovane Shinoda Masahiro (n. 1931), hanno spesso amato trasporre clas-
sici della letteratura non solo giapponese, ma anche straniera, contribuendo alla
creazione di una zona franca del patrimonio letterario universale, dai temi di
LPPHGLDWDIUXL]LRQHSRLFKpGLVDQFRUDWLGDVWUHWWLFRQQLQD]LRQDOL
,OFLQHPDLQFRQWUDODOHWWHUDWXUD 427
tato per la regia nelle trasposizioni dei loro romanzi, cineasti che
KDQQRDGDWWDWRLQURPDQ]LDOFXQLGHLORURWLWROLOPLFLGLPDJJLRU
VXFFHVVRHLQQHOHSDUWLFRODULFROODERUD]LRQLWUDVFULWWRULHUH-
JLVWLQHOODUHDOL]]D]LRQHGLRSHUHFLQHPDWRJUDFKH1HOODSULPD
di tali tipologie, un posto di particolare rilievo spetta a Mishima
Yukio (1925-1970), scrittore che pi di altri ha conferito alle
proprie opere unenfasi e un sincero omaggio alle componenti
YLVLYH$OODSLFHGHOODVXDSDVVLRQHSHULOPH]]ROPLFRJLjSHU
DQQLFROWLYDWDDWWUDYHUVRODVXDSDUWHFLSD]LRQHFRPHDWWRUHDLOP
GL0DVXPXUD<DVX].DUDNND]H\DU (Luomo che mordeva il
vento, 1960) e .XURWRNDJH (La lucertola nera, 1969) di Fukasaku
Kinji, Mishima ha realizzato come regista, sceneggiatore e inter-
prete principale il mediometraggio <NRNX (Patriottismo, 1966),
a oggi il migliore tra gli adattamenti delle proprie opere e triste
presagio per il suo suicidio, quindi considerato ormai un manife-
sto e lepilogo della sua intera esistenza.
Il fenomeno della trasposizione in romanzo di unopera cine-
PDWRJUDFDGHQLWRDOLYHOORLQWHUQD]LRQDOHQRYHOL]DWLRQ, piut-
tosto recente risale solo agli anni Novanta e relativamente co-
nosciuto al di fuori dellarcipelago. Non si tratta di sceneggiature
desunte da pellicola, come accade da sempre in qualsiasi paese,
ma di veri e propri romanzi scritti a posteriori rispetto al comple-
WDPHQWRGHOOPGDOORVWHVVRUHJLVWDFKHLQTXDOFKHPRGRULYHUVD
quanto non ha potuto rendere in immagini, creando unopera del
tutto autonoma rispetto alla precedente. Molti sono i casi celebri
di registi famosi anche in Occidente che hanno tentato queste-
VSHULHQ]D>WUDLSLQRWL.DZDVH1DRPLQH7VXNDPRWR
6KLQ\DQ@PDWUDWXWWLULVDOWDGLVLFXUR$R\DPD6KLQML
autore di (XUHND (2000), gi vincitore della Palma dOro con il
OPRPRQLPRDOIHVWLYDOGL&DQQHVLOFXLURPDQ]RKDSRLJXDGD-
gnato nel 2001 il Premio Mishima, uno dei pi prestigiosi rico-
noscimenti letterari in Giappone.
La terza tipologia di intersezione tra cinema e letteratura a cui
si fatto riferimento quella che deriva dallimpegno incrociato
LQIDVHGLUHDOL]]D]LRQHGLXQOPWUDUHJLVWDHVFULWWRUHGHOORSHUD
originale. Non si tratta solo di un percorso preferenziale che il
428 MARIA ROBERTA NOVIELLI
,QWHUVH]LRQH1DNDJDPL.HQMLH<DQDJLPDFKL0LWVXR
2
$TXHVWRSURSRVLWR<DQDJLPDFKLKDGLFKLDUDWR9LVWRFKHLQTXHVWLXO-
timi decenni in Giappone si continuato in modo molto repentino a scrivere
unepoca e poi a cancellarla, per poi riscriverla e cancellarla ancora, si creato
XQVROFRLQFROPDELOHWUDLOSUHVHQWHHLOSDVVDWR>@,OFLQHPDJLDSSRQHVHQRQ
qSLFDSDFHGLULWUDUUHLOSDVVDWRRTXDQWRPHQRJOLqPROWRGLIFLOHIDUOR/D
lezione che impariamo da tutto questo che il cinema non pu in alcun modo
sfuggire dalla realt. (Novielli, Girola, Fornara, 1999, p. 22).
,OFLQHPDLQFRQWUDODOHWWHUDWXUD 429
+LPDWVXUL
,OOPDPELHQWDWRD.XPDQRWUDHVSXQWRGDXQUHDOHIDWWR
di cronaca avvenuto pochi anni prima: un uomo si era tolto la
vita dopo aver sterminato la sua famiglia. Ci che aveva colpito
Yanagimachi leggendo del gesto folle in un articoletto di gior-
nale, era il fatto che il duplice omicidio fosse stato effettuato ap-
SDUHQWHPHQWHVHQ]DPRYHQWH5LHWWHQGRVXOPRWLYRGLWDOHWUDJH-
dia, il regista era giunto alla conclusione che la follia delluomo
fosse stata causata da una sua particolare relazione con la natura,
pregna dallantichit di elementi animistici, e che andasse quindi
esplorata in termini religiosi, non psicologici. Era del resto si-
curo che la modernizzazione, con citt e industrie che fagoci-
tano spazio, insieme allomologazione culturale contemporanea,
portassero ine-luttabilmente alla creazione di queste aberrazioni.
Il regista quindi discusse con Nakagami sulle possibilit di ren-
dere con il respiro di un lungometraggio quel breve resoconto di
poche righe, cos da offrire un affresco sulla condizione umana.
3
A questidea si lega anche la scelta del nome Tatsuo, poich evoca il verbo
WDWVX, cio avere unerezione.
432 MARIA ROBERTA NOVIELLI
4
Del resto, la Dea della Natura (VKL]HQVKLQ) considerata una presenza
femminile e passionale, in grado di scagliarsi con violenza sugli uomini, ma
anche di rivelarsi protettiva e materna.
,OFLQHPDLQFRQWUDODOHWWHUDWXUD 433
5
XQDFXOWXUDDQWLFDTXHOODGHOYLDJJLRFRPHFLULFRUGDLOSRHWD%DVK
ma non sempre la sorte positiva come nel suo caso. A me interessano quegli
individui che, per quanto ci provino, proprio non ci riescono a entrare nella
societ, non hanno mai successo, non riescono a imporre una propria posizione
radicale. A vederla in termini buddisti, a questa gente non resta che percorrere
LQWRQGRLFRQQLGHOODVRFLHWjVHQ]DPDLHQWUDUYLHVHJXLUHXQYLDJJLRIRU]DWR
nella continua speranza di trovare un varco attraverso cui inserirvisi. Intervista
a Yanagimachi in Novielli, Girola, Fornara (1999, pp. 31-32).
6
Yanagimachi si ispirato a /HGpMHXQHUVXUOKHUEH di Jean Renoir, utiliz-
zando per la prima volta lampade HMI ed evitando di girare in giorni realmente
assolati, cos da rendere i contorni e i colori dei corpi particolarmente nitidi e
innaturali.
434 MARIA ROBERTA NOVIELLI
FROSRFKHGLULJHYHUVRVHVWHVVR4XDQGRWXWWRqQLWRORFFKLR
della macchina da presa si addentra nellabitazione muovendosi
sinuosa tra i corpi, alla ricerca del cadavere di Tatsuo. Per rap-
presentare il suicidio delluomo, Yanagimachi ha sostenuto di
essersi ispirato a Mishima, interpretando il suo VHSSXNX come
un modo non nostalgico ma eroico per sottrarsi allinevitabile
incedere del progresso e alle sue aberrazioni.
,OOPVLDUULFFKLVFHGLLQQLWLSDUWLFRODULPRQDGLGLVHQVLSL
ampi, e di un vasto numero di personaggi che animano le scene
urbane. Si riconosce in ogni descrizione lo stretto lavoro intellet-
tuale dei due autori, oltre che la profonda conoscenza della cultu-
ra di cui segnalano il declino. Non sempre, tuttavia, Nakagami e
Yanagimachi sono in accordo. In varie occasioni i due autori ope-
rano scelte differenti e si ritrovano in contrasto, come racconta lo
stesso Yanagimachi spiegando il perch della scelta di un simbo-
lo fallico nelle trappole che gli uomini disseminano nella foresta:
4XHVWRqVWDWRXQRGHLPRWLYLGLGLVVLGLRFRQ1DNDJDPLDOODQH
GHOOP/XLYROHYDXWLOL]]DUHGHLVHPLURVVLFRPHVLPERORGL
XQDYDJLQD0DLQWHUPLQLFLQHPDWRJUDFLTXHVWDVFHOWDQRQVD-
rebbe stata di effetto, a meno che non avessi utilizzato dei primi
piani. In un romanzo ci si pu soffermare anche a lungo nelle
GHVFUL]LRQLPDLQXQOPGHYLULXVFLUHDUHQGHUHXQVHQVRLQXQ
istante, e per questo ho deciso di utilizzare dei simboli fallici. La
WUDSSRODHUDLOSXQWRGLFRQQHHGLFROOLVLRQHWUDOHVVHUHXPDQR
e la divinit, oltre che tra luomo e la donna. Ma ho cambiato dai
semi alla banana senza consultare Nakagami, e per questo lui si
arrabbiato e ha scritto in un articolo che io non avevo capito
nulla. Del resto, per me era importante poter passare alternativa-
mente dalluomo alla donna, mentre per Nakagami limmagine
IHPPLQLOHGRYHYDSUHYDOHUH>@3UHQGLDPRSHUHVHPSLRJOLDO-
beri: per Nakagami, che era nuovo nel cinema, visto che questa
HUDODVXDSULPDVFHQHJJLDWXUDQRQDYHYDQRJXUDWLYDPHQWHOR
stesso valore che gli conferivo io, cio come immagini falliche.
/HGLIIHUHQ]HWUDODOHWWHUDWXUDHLOFLQHPDDIRUDQRLQHYLWDELO-
PHQWHQHOOLPPDJLQDULRRIIHUWRGDXQOP1RYLHOOL*LUROD
Fornara, 1999, pp. 39-40).
,OFLQHPDLQFRQWUDODOHWWHUDWXUD 435
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
JUNICHI OUE
&DUDWWHULVWLFKHGHOPXWDPHQWRGHOODOLQJXDJLDSSRQHVH
1
La prima divisione in due periodi, antico e moderno (kodai e NLQVHL, rispet-
tivamente), che comportano a loro volta ulteriori suddivisioni, stata avanzata
da Hashimoto (1932). Il primo comprende il periodo arcaico, il periodo Nara, il
SHULRGR+HLDQHLOSHULRGR.DPDNXUDLOVHFRQGRLQFOXGHLOSHULRGR0XURPDFKL
il periodo Edo e lera contemporanea. La bipartizione tra antico e moderno,
rileva che nonostante le indubbie differenze esistenti tra le caratteristiche della
lingua nei periodi, per esempio, Nara e Heian, i documenti che da essi pro-
vengono sono omogeneamente contrapponibili nel loro insieme alla lingua del
periodo Muromachi o di quello Edo. Cfr. Calvetti (1999, p. 3).
437
438 JUNICHI OUE
GLTXHVWLSHULRGLOLGHQWLFD]LRQHGHOODIRUPDDWWULEXWLYDUHQWDL-
keiGHLYHUELFRQODIRUPDQDOHVKVKLNHLHODVHPSOLFD]LR-
ne della doppia coniugazione dei verbi vocalici (QLGDQNDWVX\
GVKL).2 Vedremo di seguito in sintesi questi due fenomeni, che
sono considerati tenendo presente anche la relazione che esiste
fra loro.
Il giapponese moderno ha cinque gruppi di verbi in base alla
suddivisione tradizionale della coniugazione, mentre il giappo-
nese del periodo Heian ne aveva nove.3 La riduzione delle variet
di coniugazioni, iniziata verso la met del periodo Heian, con-
tinuata nei periodi Kamakura e Muromachi ed terminata alli-
nizio del periodo Edo. Va notato che si tratta di un mutamento del
sistema globale di una categoria grammaticale che si realizza in
un lungo arco di tempo, e perci diverso dalla semplice sostitu-
zione, per esempio, di un ausiliare.4
Questo mutamento strutturale delle coniugazioni dei verbi in
concomitanza con la riduzione delle coniugazione degli aggettivi
dovuto chiaramente alla progressiva diffusione delluso della
IRUPDDWWULEXWLYDDOSRVWRGLTXHOODQDOHLQL]LDWDDOODPHWjGHO
periodo Heian.5 Il UHQWDLNHL, cos chiamato tradizionalmente nella
grammatica giapponese, ha come funzione principale quella di
PRGLFDUHLOVRVWDQWLYRPDKDDQFKHDOWUHIXQ]LRQLFRPHVLSXz
osservare nei seguenti esempi (Watanabe, 1997, p. 98):
2
Le terminologie che indicano questi fenomeni linguistici in giappone-
se sono rispettivamente UHQWDLNHL VKVKLK e QLGDQ NDWVX\ QR LFKLGDQND.
4XHVWXOWLPRYLHQHGHQLWRLQLWDOLDQRDQFKHFRPHWUDVIRUPD]LRQHDXQOLYHOOR
o livellamento. Cfr. Calvetti (1999, p.150).
3
Per quanto riguarda il periodo Nara, sono stati evidenziati otto tipi di
coniugazione dei verbi.
4
Basti pensare alla sostituzione degli ausiliari ki e NHULcon WD, che indica
il passato.
5
La progressiva scomparsa dello -VKLFRPHHOHPHQWRQDOHQHOODFRQLX-
gazione degli aggettivi che era caratterizzato dalla distinzione di due tipi di
coniugazione, -ku eVKLNX, la causa della perdita di tale distinzione.
&RQVLGHUD]LRQLVXONDNDULPXVXEL 439
b) Attributiva
1DJDUXUXPL]XQRPRR
/DVXSHUFLHGHOODFTXDFKHVFRUUH
c) NDNDULPXVXEL6QHIUDVH
.L\RJHQDUXPL]X]RQDJDUXUX
Scorre proprio lacqua pura
d) UHQWDLVKVKLQHIUDVH
0DNXUDQRVKLWDRPL]XQRQDJDUXUX
Lacqua scorre sotto il cuscino
6
Il NDNDULPXVXEL, che tratteremo pi avanti in modo dettagliato, il co-
strutto per cui a una particella enfatica o interrogativa (NDNDULMRVKL), segue la
forma predicativa.
7
7DLJHQGRPH, utilizzato principalmente in poesia, una dimostrazione di
un tipo di effetto.
8
Nelle frasi ]XLEXQ RWDEH QL QDUX NRWR
(Mangia veramente tanto!) oppure GRFKLUDPDGHRGHNDNHGHVXQR
(Dove va di bello?), utilizzate principalmente e frequente-
440 JUNICHI OUE
SUHGLFDWRQDOHQHOODIRUPDVKVKLNHL
SUHGLFDWRQDOHQHOODIRUPDUHQWDLNHLSHUGDUHHQIDVL
SUHGLFDWRQDOHQHOODIRUPDUHQWDLNHLcon il NDNDULMRVKL
sottinteso.
,OSUHGLFDWRQDOHQHOODIRUPDUHQWDLNHLsenza il NDNDULMRVKL
inizia a essere preferito a partire dalla seconda met dellepoca
Heian, in particolar modo dalle scrittrici che operavano allinter-
no dei circoli intellettuali della corte per poi diffondersi anche al
di fuori di essa. Il UHQWDLNHLQHOSUHGLFDWRQDOHLQTXHVWRPRGR
KDDFTXLVLWRJUDGXDOPHQWHODVWHVVDIXQ]LRQHGHOSUHGLFDWRQDOH
nel VKVKLNHL. Di conseguenza nelle coniugazioni dei verbi, degli
aggettivi e degli aggettivi nominali scomparso il VKVKLNHL e il
UHQWDLNHL ha preso il suo posto un cambiamento notevole nella
storia della grammatica della lingua giapponese che si estende a
tutti di tipi di \JHQ.9 Vediamo come esempio il caso del verbi del
gruppo UDJ\KHQNDNX.
6LQRWDIDFLOPHQWHFKHODQXRYDFRQLXJD]LRQHqLGHQWLFDELOH
come coniugazione del gruppo \RGDQ.10
.DNDULPXVXEL
&RPHVLqJLjDFFHQQDWRLQSUHFHGHQ]DLQVLHPHDOOLGHQWL-
FD]LRQHGHOODIRUPDDWWULEXWLYDGHLYHUELFRQODIRUPDQDOHHDOOD
VHPSOLFD]LRQHGHOODGRSSLDFRQLXJD]LRQHGHLYHUELYRFDOLFLOD
scomparsa, o meglio la progressiva caduta in disuso del NDNDUL
PXVXEL rappresenta una differenza fondamentale tra il giappone-
se antico e quello moderno.11 Vediamo in sintesi la sua funzione
principale.
11
Le ricerche sul NDNDULPXVXELVRQRVWDWHLQL]LDWHGDOQRWRORORJR0RWRRUL
Norinaga (1730-1801) in Himo kagami (Lo specchio della corda, 1771) e
442 JUNICHI OUE
(frase di base)
.DZDQDJDUX
,OXPHVFRUUH
$NLZDLURLURQRKDQDQL]RDULNHUX
/DXWXQQRqUDSSUHVHQWDWRSURSULRGDYDULWLSLGLRUL
.DULJLQXRQDQNLWDULNHUX
Indossava proprio il NDULJLQX.12
$\DQDNXN\\DQDJDPHNXUDVDQ
Oggi trascorrer il tempo inutilmente pensando a varie cose.
,]XUHNDXWDR\RPD]DULNHUX
Ci sar mai qualcuno che non compone poesie?
.DNXNRVRDULVKLND
Era veramente cos.
$NLZDLURLURQRKDQDGHDWWDQRGD.
&KGRNDULJLQXRNLWHLWDQRGDWWD.
.\ZDPX\DPLQLPRQRRRPRLQDJDUDNXUDVXNRWRQLQDUXQR
GDUND.
,WWDLQDQLPRQRJDXWDR\RPDQDLNRWRJDDUND.
-LWVXQLNRQQDIGDWWDQRGD.
12
9HVWHGDFDFFLDGLYHQXWDSRLYHVWHXIFLDOHGHLQRELOLGLFRUWH
444 JUNICHI OUE
13
La particella ha (wa) marca nel giapponese moderno il tema o il contra-
sto, mentre la particella mo diventata una particella avverbiale (IXNXMRVKL).
&RQVLGHUD]LRQLVXONDNDULPXVXEL 445
$EELDPRQTXLRVVHUYDWRLOPXWDPHQWRGHLIHQRPHQLOLQJXL-
stici come UHQWDLNHLVKVKLK, QLGDQNDWVX\QRLFKLGDQND e la
scomparsa del NDNDULPXVXEL, che caratterizzano la fondamentale
differenza tra il giapponese antico e quello moderno. Tale osser-
vazione basata sullanalisi diacronica. La descrizione diacroni-
ca di una lingua traccia lo sviluppo storico della lingua e registra
i cambiamenti che hanno avuto luogo in essa tra due punti suc-
cessivi nel tempo. evidente che il mutamento di tali fenomeni
linguistici ha avuto inizio durante il periodo Heian ed prosegui-
to attraverso i periodi Kamakura e Muromachi, concludendosi
in quello Edo. La descrizione diacronica presuppone unanalisi
sincronica preliminare degli stati successivi attraverso i quali le
lingue sono passate nel corso del loro sviluppo storico. Se pren-
diamo, per, due stati di una lingua diacronicamente determinati
che non siano molto lontani nel tempo, probabilmente troveremo
che le differenze che esistono tra di loro sono in gran parte pre-
senti anche come variazioni sincroniche sia nellepoca pi antica
sia in quella pi recente. La descrizione sincronica di un fenome-
no linguistico, inoltre, potrebbe, a mio avviso, aiutare a capire e a
chiarire il mutamento diacronico dei fenomeni linguistici.
Analizzeremo ora, anche in questottica, alcuni passi del *HQML
PRQRJDWDUL dal punto di vista dellutilizzo del NDNDULPXVXEL:
.RVR
. )
446 JUNICHI OUE
6DWH\RQLDULWRKLWRQLVKLUDUH]XVDELVKLNXDEDUHWDUDQPXJXUD
QRNDGRQLRPRLQRKRNDQLUWDJHQDUDQKLWRQRWRMLUDUHWDUDQ
NRVRNDJLULQDNXPH]XUDVKLNXZDRERHme (Hahakigi Abe HW
DO., 1970a, p. 136).
Namu
.)
,NDGHKDWDNDNDULNHQWRRPRX\RULWDJDHUXNRWRQDPXD\DVKLNX
NRNRURWRPDUXZD]DQDUX (Hahakigi Abe HWDO., 1970, p. 136).
.
&RQVLGHUD]LRQLVXONDNDULPXVXEL 447
0HPRPLHKDEHUDQXQLNDNXNDVKLNRNLVHJRWRRKLNDULQLWHQDQ
(.LULWVXER Abe HWDO., 1970a, p. 104).
Queste auguste parole son come luce per i miei occhi oscurati
dal dolore (,O3DGLJOLRQHGHOOD3DXORQLD Orsi, 2012, p. 9).
=R
.
.RNRUREXNDNXWDEDNDULWDPDLNHQNRWRRVKLUXKLWRQDNDULNHUH
ED\XPHQR\QL]RDULNHUX. (Sakaki Abe HWDO., 1970b, p. 100)
Ya
.
0DHQR\RQLPRRQFKLJLUL\DIXNDNDULNHQ\RQLQDNXNL\RUDQDUX
WDPDQRRQRNRPLNRVDHXPDUHWDPDLQX (.LULWVXER Abe HWDO.,
1970a, p. 94).
0\EXZDPDGDWRQRJRPRUDVHWDPDZD]DULNHUXWRDZDUHQL
PLWDWHPDWVXUX (.LULWVXER Abe HWDO., 1970a, p. 109).
&RQVLGHUD]LRQLVXONDNDULPXVXEL 449
+LQJDVKLQRRQNDWDZDPRQRPGHVKLWDPDLQLNLWRND.RQR
RZDVHVKLKLWRZDQDRPRQRVKLWDPDX\DQDGRWRLWDP6KLND
NRNRQLWRPDULWHQDQ.RNRFKLDVKLWRNRVRPRQRVKLWDPDLWHLPX
NRWRXNHWDWHPDWVXUDQWRQRWDPDLWVXUXWRNDWDUX (7HQDUDL Abe
at al., 1970c, p. 322).
>@OHFKLHVH+RVDSXWRFKHYRVWUDJOLDqDQGDWDLQSHOOHJUL-
naggio. E quella persona che era con voi ancora qui? S, ri-
masta con noi. Dice che non sta bene e che vorrebbe ricevere da
voi i Cinque Precetti ((VHUFL]LGLVFULWWXUD Orsi, 2012, p. 1266)
3RVVLELOLWjGLXOWHULRUHULFHUFDVXONDNDULPXVXEL
0XVXPHGRPRQDNLPDGRLWHKDKDJLPLQRNDLQDNXWHVDVXUDHWD-
PDLWHLNXNDWDRGDQLVKLUDQXNDZDULQLKLWRQDPLQDPLQLWHPLWD-
WHPDWVXUDPXWRNRVRRPQLVDUXPRQRQRQDNDQLPDMLULWDPDL-
QDPXNRWRWRRPRLQDJHNXRPRVKLUDGH (7DPDND]XUD Abe HW
DO., 1970c, p. 89).
450 JUNICHI OUE
WRDUXNRWRPRNDNDUXNRWRPRPDHQR\RQRPXNXLQLNRVRKDEH-
UXQDUHEDLLPRWH\XNHEDWDGDPL]XNDUDQRRNRWDULQLQDPXKDEH-
UX (Suma Abe HWDO., 1970b, p. 157).
Dicono che tutto ci che accade altro non che frutto delle pre-
cedenti esistenze e quindi in sostanza dipender da qualche er-
rore passato (Suma Orsi, 2012, pp. 248-249).
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
BONAVENTURA RUPERTI
453
454 BONAVENTURA RUPERTI
La trama e le fonti
3ULPRdan
3ULPD VFHQD $ .RMLPD GL %L]HQ. Gli Heike, sconfitti a
Ichinotani con la perdita di validi condottieri, si sono rifugiati a
Kojima, isola nella regione di Bizen, mentre larmata dei Genji,
FKHSUHPHJXLGDWDGD0LNDZDQRNDPL Noriyori, si stanzia sulla
terraferma a Fujito. Le forze dei Genji, non avendo navi, sono
bloccate dal mare tempestoso e non riescono a sferrare lattacco.
Nonostante vari tentativi di far avanzare in mare dei cavalli senza
cavaliere o di lanciare dardi (ma invano per leccessiva distanza),
i guerrieri Genji, bloccati sulla costa, fremono sbeffeggiati dagli
Heike.
6HFRQGDVFHQD$OVDQWXDULRGL.LELWVX. Un guerriero dei
0LQDPRWR6DVDNLQR6DEXU0RULWVXQDGDVRORVLUHFDDOVDQ-
tuario di Kibitsu per rivolgere fervidamente un voto: compiere
unimpresa che gli arrechi onore come hanno fatto il fratello pri-
mogenito Sadatsuna nella battaglia di Yamaki2 o il fratello mino-
UHTXDUWRJHQLWR7DNDWVXQDD8MLNDZD.DMLZDUDSS
2
Sadatsuna gioca un ruolo determinante quando Minamoto no Yoritomo
decide lassalto a Yamaki (Taira) Kanetaka nella fortezza di Yamaki.
6DVDNLVHQMLQGL&KLNDPDWVX0RQ]DHPRQ 455
6HFRQGRdan
3ULPDVFHQD/DUHVLGHQ]DGL0RULWVXQDD.RMLPD. La cadu-
ta degli Heike compiuta e, grazie ai meriti acquisiti nella batta-
JOLDGL)XMLWRQHOVHFRQGRDQQR%XQML>@ Moritsuna dive-
nuto signore di Bizen e ha preso possesso del suo nuovo feudo.
Il suo vassallo, QDQXVKLGL.RMLPD.LWDZDNL0RQWDLQIRUPD
il signore e un suo consigliere che il produttore di sale, che
rinomato prodotto tipico dellisola, stato ucciso da qualcuno e
ODYHGRYDHOHJOLHLQSUHGDDOODIROOLDRJQLJLRUQRFRQWLQXDQR
senza posa ad attingere il salso nel tentativo disperato di prosciu-
gare il mare per ritrovare il corpo del congiunto. Moritsuna, che
ne intende la ragione, commosso si dirige con i suoi funzionari
alla volta dellisola.
6HFRQGDVFHQD7UDJOLVFRJOLVXOODFRVWDGL.RMLPD. La ve-
GRYDDFFHFDWDGDOOHWURSSHODFULPHHOHJOLHSLDQJRQRODVFRP-
SDUVDGHOPDULWRSDGUHDWWLQJHQGRLOVDOVRDOODULFHUFDGHOFRUSR
credute pazze dagli altri. Moritsuna, nelludire la vedova rievo-
care circostanze e eventi della battaglia e della morte del pesca-
tore, commosso si rivela e, spiegando le ragioni del suo gesto,3
WUDOHODFULPHFKLHGHSHUGRQR/HGXHJOLHLQWHQ]LRQDWHDYHQ-
dicare il padre, si lanciano a spada sguainata contro Moritsuna
ma vengono subito bloccate e dissuase dalla madre. Moritsuna,
FRPPRVVRGDOGRORUHGHLIDPLOLDULHPRUWLFDWRSHULOSURSULR
gesto, fa recuperare il corpo della vittima e promette di far ce-
lebrare delle funzioni di suffragio per il pescatore la cui morte
allorigine della sua gloria presente. Dovendo assentarsi per
UHFDUVLDOODFDSLWDOHDIGDTXLQGLLFRQJLXQWLFKHFRQVLGHUDFRPH
propri familiari, alle cure di Monta.
3
Il timore che, essendo una persona di basso rango priva del senso della
lealt, una volta interrogato, intimidito o minacciato (I atto), non conoscendo
la via del guerriero (II atto), avrebbe facilmente lasciato trapelare il loro se-
greto.
6DVDNLVHQMLQGL&KLNDPDWVX0RQ]DHPRQ 457
7HU]Rdan
3ULPD VFHQD $O VDQWXDULR 7VXUXJDRND +DFKLPDQJX.
Allinizio dellanno a Kamakura viene celebrata in presenza
dei condottieri del clan vincitore (tra cui Sasaki Sadatsuna e
Takatsuna),4 la cerimonia del JHQEXNXGHOJOLRSULPRJHQLWRGL
Minamoto no Yoritomo, Manjumaru (Yoriie), che ha compiuto
cinque anni. Il NDQSDNX.XM.DQH]DQHJLXQWRVXRUGLQHLP-
SHULDOHFRQXQPHVVRH)XMLZDUDQR7HLNDGDOODFDSLWDOHGRSR
lannuncio del rango conferito al fanciullo, propone la propria
JOLDDSSHQDQDWDFRPHSURPHVVDVSRVDH<RULWRPRRQRUDWR
JLRLVFH0DDOOXVFLWDGLVFHQDGL.DQH]DQH+MQR7RNLPDVD
si oppone in quanto la bimba sarebbe nata nellanno KLQRHXPD.5
Hatakeyama no Shigetada, adducendo vari esempi della Cina an-
tica, informa che comunque limbarazzo potrebbe risolversi se
XQDOWUDGRQQDGHOORVWHVVRDQQRYHQLVVHVDFULFDWDFRQDSSRVLWR
rito al posto della principessa. Hirotsuna, che presenzia alla ce-
ULPRQLDQHOOHOHLQIRQGRVLSURSRQHSHUODULFHUFDGHOODSHUVR-
na giusta progettando di condurre la vedova del pescatore come
VRVWLWXWDGDVDFULFDUHPLJDZDUL) in luogo della principessa e si
lancia alla sua cattura.
6HFRQGD VFHQD /D UHVLGHQ]D GL 0RQWD VXOOD VSLDJJLD GL
.RMLPD. Mentre lautunno avanza sulla costa di Fujito, le donne
DIGDWHLQFXVWRGLDD0RQWDFHOHEUDQRVXIIUDJLSHUORVFRPSDU-
VR,QDVVHQ]DGHOOHJOLHJLXQJH+LURWVXQDFRQLVXRLVJKHUULH
4
0RULWVXQDLQYHFHqD.\WRVXLQFDULFRGHOORVKJXQ.
5
La credenza secondo cui le donne nate nellanno di combinazione fra-
tello maggiore del fuoco e cavallo, in cui vengono a comporsi due segni
connessi con lelemento fuoco, oltre a legarsi a sventure come gli incendi,
sarebbero caratterizzate da personalit forte e passionale, destinate a rimanere
vedove o addirittura causerebbero la morte del marito, si sarebbe consolidata
nel 1726 e poi negli anni 1786, 1846, 1906 ne sarebbe conseguita la tendenza a
GLVFULPLQDUOHFIUKLQRHXPDLQ1LKRQI]RNXVKLJDNNDL6D\DWXWWDYLD
fa notare come le opere di Chikamatsu o di Saikaku (la storia di Yaoya Oshichi
in .VKRNXJRQLQRQQDGHOWHVWLPRQLQRFKHDOPHQRQHOODUHDGLVDND
la credenza fosse presente gi con riferimento alle nascite del 1666 che raggiun-
gono la maturit proprio negli anni ottanta del secolo.
458 BONAVENTURA RUPERTI
GRSRDYHUYHULFDWRODQQRGLQDVFLWDGHOODYHGRYDGDXQDVWHOH
OLJQHDGDOHLRIIHUWDQJHQGRGLGRYHUFRQGXUODDOODFDSLWDOHSHU
ordine del fratello Moritsuna, riesce a ingannare Monta e la don-
na, che esprime il desiderio di recarsi alla capitale. Ma quando le
JOLHVRSUDJJLXQJRQR+LURWVXQDFKLXGHODSRUWDQWLQDHPHQWUH
ODFRQGXFHYLDULYHODD0RQWDHDOOHJOLHGLVSHUDWHOHUDJLRQL
dellinganno. Monta, dopo essersi dibattuto sul da farsi, parte alla
volta della capitale conducendo con s le due ama.
4XDUWRdan
3ULPDVFHQD$OODUHVLGHQ]DGL0RULWVXQDD5RNXKDUD. Alla
UHVLGHQ]DD.\WRGL0RULWVXQDLJQDURGLWXWWRJLXQJHLOIUDWHOOR
minore Takatsuna, inviato da Kamakura, che ha condotto con s
la sorella minore, Hagi no mae, desiderosa di visitare la capitale,
e Moritsuna la ospita.
6HFRQGDVFHQD,WDJOLDWRULGLFDQQH/DYLVLWDQRWWXUQDVH-
JUHWDGHOODSULQFLSHVVD. Le due ama, vestite da tagliatori derbe
(\DWVXVKL), si aggirano per la citt vendendo canne. Invitate da
Hagi no mae e le sue damigelle, riescono cos a introdursi in
incognito nella dimora di Moritsuna. Hagi no mae, innamoratasi
a prima vista dei due giovinetti (senza sapere che sono in realt
due ragazze), offre loro ospitalit e nella notte si introduce di na-
scosto nella loro alcova. La situazione sortisce effetti comici con
le amaFKHVLULXWDQRVHQ]DSRWHUULYHODUHOHUDJLRQL6SDYHQWDWD
da rumori che provengono dal giardino, Hagi no mae si ritira in
fretta. Le ama scorgono Moritsuna, uscito in giardino alla luce
della luna e, nella speranza di potersi vendicare, unendo le forze
lo puntano con arco e frecce ma mancano il bersaglio e vengono
catturate. Moritsuna, attraverso la confessione delle due giova-
ni, apprende le intenzioni di Hirotsuna e, assieme alle due, si
precipita alla volta di Kamakura dove Monta li ha preceduti per
salvare la madre delle pescatrici.
6DVDNLVHQMLQGL&KLNDPDWVX0RQ]DHPRQ 459
4XLQWRdan
3ULPDVFHQD$OFDVWHOORGL<RULWRPRD.DPDNXUD. Hirotsuna
si presenta a Kamakura al cospetto degli anziani del consiglio,
mentendo ai loro quesiti sulla provenienza della prigioniera de-
VWLQDWDDOVDFULFLR3HUVRWWRSRUODFRPHULFKLHVWRDGLJLXQRHSX-
ULFD]LRQHVRWWRLOFRQWUROORGHLPRQDFLGHOPRQWH+DJXURSULPD
della sua esecuzione a Yuigahama prevista dopo tre settimane,
Hirotsuna la conduce alla sua residenza.
6HFRQGDVFHQD&DSDQQDGLSXULFD]LRQHSUHVVRODUHVLGHQ]D
GL+LURWVXQD. Hirotsuna rinchiude la vedova in un ritiro per la
SXULFD]LRQHSRVWRDRULHQWHGHOODUHVLGHQ]D$OODVHFRQGDVHW-
timana giunge Monta che, introdottosi con la forza, costringe il
monaco guardiano ad aiutarlo a sostituirsi alla donna. Il giorno
GHOVXSSOL]LRDOODOEDGHOODQHGHOODWHU]DVHWWLPDQDODSRUWDQWL-
na conduce la prigioniera (e Monta) a Yuigahama.
7HU]DVFHQDYuigahama. Hirotsuna conduce la portantina a
Yuigahama dove, nel paesaggio brinoso del decimo mese, si pre-
para lesecuzione in presenza degli anziani. Quando Hirotsuna
apre la portantina che doveva portare la vedova, balza fuori Monta
che lo afferra e immobilizza. Al contempo la vedova riabbraccia
OHGXHJOLH0RULWVXQDH7DNDWVXQDFRQIXVLWUDJOLDVWDQWLDS-
paiono e Moritsuna, rimproverandolo, rivela le malefatte del fra-
tello. Hatakeyama no Shigetada, commosso dalle testimonianze
di Moritsuna e di Hagi no mae, disposta a morire in luogo della
vedova, dibatte sulla superstizione legata alla nascita nellanno
del cavallo e la confuta. Le due pescatrici Matsuyoi e Shigure si
sposano felicemente con i fratelli Moritsuna e Takatsuna mentre
Shigetada decide di prendere in sposa Hagi no mae. Hirotsuna,
invece, invitato al suicidio, tenta la fuga e viene ucciso per mano
del primogenito Sadatsuna stesso per fugare lonta del casato.
)XMLWRH0RULWVXQDQHOOR+HLNHPRQRJDWDUL
6
Lesercito Genji era bloccato a Fujito dal dodicesimo giorno.
6DVDNLVHQMLQGL&KLNDPDWVX0RQ]DHPRQ 461
,OGUDPPDGLXQSHVFDWRUHHGLXQDPDGUHQHOQ )XMLWR
7
1LVKLQRSSDYDQ]DODSRVVLELOLWjFKHSHUDIQLWjGLVWL-
OHODXWRUHVLDLOJOLR0RWRPDVDHYLGHQ]LDQGRSHUDOWURVLPLODULWjVWLOLVWLFKH
anche con 7HQNR.
8
Nello +HLNHPRQRJDWDUL il nono mese. Chikamatsu segue il Q.
9
Suji indica modo, procedimento, ma anche le ragioni, la logica, o la stirpe
RGLVFHQGHQ]DGLVDQJXH4XLVDUHEEHODPDQFDQ]DGLFRQVLGHUD]LRQHULHVVLR-
6DVDNLVHQMLQGL&KLNDPDWVX0RQ]DHPRQ 463
/HLQYHQ]LRQLQHOMUXULGL&KLNDPDWVX
10
Per un confronto tra il dramma di Chikamatsu e i MUXUL antichi, cfr. Saya
(2004, pp. 62-83).
6DVDNLVHQMLQGL&KLNDPDWVX0RQ]DHPRQ 465
LQXQDVWUXWWXUDHWUDPDRYYHURXQDGUDPPDWXUJLDFKHULHWWHOD
nuova tradizione del MUXUL infarcendola di invenzioni (VKXN) e
PRWLYLFKHDUULFFKLVFRQRHTXDOLFDQRLOWHVWRDQFKHVXOSLDQR
della costruzione letteraria e verbale.
Nella combinazione dei personaggi, egli sostituisce dunque a
madre, moglie e due orfani di 6DVDNL)XMLWRVHQMLQ la sola vedova
HOHGXHJOLH6HQHOQ il pescatore un giovane ventenne e lac-
cusa a Moritsuna rivolta dalla madre, nel MUXUL di Chikamatsu
OHJOLHVRQRGLVHGLFLHTXDOFKHDQQRGLSLGXQTXHLOSHVFDWR-
re uomo maturo. Ma in realt, come evidenziato da Mori, nel
suo dramma assurgono a un ruolo di primo piano i personaggi
femminili: non solo gli eroi Minamoto, il pescatore, il vassallo
Monta, ma soprattutto le due ama, la vedova, Hagi no mae.
Limmagine delle due sorelle che attingono il salso senza
dubbio ispirata al Q0DWVXND]H. E a questo si abbina il tema
dellamore per lo stesso uomo, in questo caso Moritsuna che
nellopera di Chikamatsu presentato come nobile, elegante e
DWWUDHQWHJXHUULHURGLFXLFRPHLOQRELOHGLFRUWH$ULZDUDQR
Yukihira, si innamorano le due giovani ingenue pescatrici. Ma,
alla scoperta che egli lassassino del padre, alla traccia amorosa
si sovrappone il sentimento di vendetta che anima le azioni delle
GXHDSSDVVLRQDWHVRUHOOHQRDOQDOHIDXVWRLQFXLVLVSRVDQRFRQ
Moritsuna e Takatsuna infrangendo ogni limite di rango o divi-
sione sociale. Ma tali tematiche di contemporaneit, per esempio,
la credenza sulle donne nate nellanno fuoco-cavallo (Matsui,
1963), veicolano anche appassionate istanze di rivendicazione di
dignit e rettitudine della gente di umile nascita, della vittima
stessa (non da meno di un samurai), nelle parole dei familiari,
o nelle parole di Monta che di fronte allinganno di Hirotsuna
decide autonomamente di aiutare le due ama contro quello che
crede un ordine crudele del suo signore, o che convince con
la forza il monaco del monte Haguro della contraddizione tra il
VDFULFDUHXQLQQRFHQWHHOHVVHUHSRUWDYRFHGLXQDUHOLJLRQH
come buddhismo o shintoismo, che per principio predica la non
uccisione di esseri viventi e la virt di essere compassionevoli.
466 BONAVENTURA RUPERTI
)RQWLGLVXSHUFLHHIRQWLGLVIRQGR
11
Sono questi i momenti portanti del Q caratterizzati da una particolare
struttura ritmico-melodica: lLVVHL che segna in genere con canto accompa-gna-
WRGDDXWRHSHUFXVVLRQLOHQWUDWDLQVFHQDGHOORVKLWH (qui nella seconda parte),
6DVDNLVHQMLQGL&KLNDPDWVX0RQ]DHPRQ 467
il kakeai tra i due personaggi, FKQRULML la rievocazione della morte del protago-
nista (nel caso di guerrieri anche delle sofferenze dellinferno).
12
0DHED (I GDQ) Un monaco (waki) in viaggio per il paese, si dirige da
.\WRYHUVR1DUDHVRVWDQHLSUHVVLGHOYLOODJJLRGL8ML$PPLUDQGRLOSDHVDJ-
gio attende larrivo di un abitante del luogo. (II GDQ) Entra in scena un vecchio
(PDHVKLWH) che rivolge la parola al monaco. (III GDQ) Il monaco chiede al vecchio
di illustrargli le bellezze e antiche vestigia del luogo e questi, assecondando
la sua richiesta, elenca Maki no shima, la piccola isola di Tachibana, il monte
Asahi. (IV GDQ(JOLLQYLWDLOPRQDFRDYLVLWDUHLO%\GLQ3DGLJOLRQHGHOOD
Fenice). Il monaco nota davanti a un padiglione unaiuola derba che ha sagoma
di ventaglio e ne chiede la storia. Il vecchio riposandosi al centro del palcosce-
nico inizia il racconto. Al tempo in cui il principe imperiale Takakura QRPL\D
sollev un complotto contro gli Heike, Yorimasa, suo alleato, travolto dalle
forze degli Heike, stese in questo luogo il suo ventaglio e commise suicidio.
Spiegando che proprio oggi lanniversario di quellevento rivela di essere lui
stesso Yorimasa e svanisce. ($LN\JHQ) Un uomo del posto (ai) racconta al mo-
naco gli episodi riguardanti la battaglia di Uji e la morte di Yorimasa. 1RFKLED
(I GDQ) Il monaco in attesa prega per le vittime della battaglia. (II GDQ) Appare il
IDQWDVPDGL*HQ]DQPLQ\G<RULPDVDQRFKLVKLWH), in veste di monaco armato
di spade, che deplora la violenza e la follia dello strenuo combattimento. (III
GDQ) Egli sollecita il monaco a pregare ancora e si dichiara. (IV GDQ) Racconta
ODULEHOOLRQHGHOSULQFLSHLOIDOOLPHQWRHODIXJDLOULIXJLRDO%\GLQLOVDER-
taggio del ponte per arginare lassalto degli Heike. (V GDQ) Lo VKLWH mostra con
LJHVWLJOLHYHQWLGHOODEDWWDJOLDVXOXPHHOLPSUHVDGL7DNDWVXQDQHOJXDGDUH
(VI GDQ5LHYRFDJOLXOWLPLDWWLGDOXLFRPSLXWLQRDOODPRUWHHODVFLDQGRXQD
468 BONAVENTURA RUPERTI
+HLNHULHVFHDGDWWUDYHUVDUHLOXPHGL8MLQRQRVWDQWHLULEHO-
li fuggitivi guidati da Yorimasa abbiano interrotto il ponte, riu-
VFHQGRDJXDGDUHLOXPHQRDUDJJLXQJHUHLO3DGLJOLRQHGHOOD
Fenice ove i guerrieri di Yorimasa si erano rifugiati. Dunque, cos
come in )XMLWR, il successo (in questo caso dellesercito Heike)
consiste nellesser riusciti a superare la forte corrente contraria
GHOXPHJUD]LHDLFRQVLJOLGLXQJLRYDQHJXHUULHUR7DGDWVXQD
che lanciando lavanguardia guida gli altri cavalieri verso il pa-
GLJOLRQHQRDOQDOHLQFXL<RULPDVDIHULWRFRQODPRUWHGHL
JOLHODGLVIDWWDGHLVXRLVLVXLFLGDFRPSRQHQGRXQDOLULFDGL
commiato e ponendo un ventaglio sullaiuola che in suo ricor-
do tuttora ne imita la sagoma.13 Dunque, semplicemente trasfor-
PDQGRLOXPHLQPDUHLONDWDUL di <RULPDVD diviene prezioso
SDOLQVHVWRDGDWWDWRGD&KLNDPDWVXSHUDPSOLFDUHODGHVFUL]LRQH
delloffensiva di Fujito. Tramite questa originale combinazione
di )XMLWR e <RULPDVD, Chikamatsu sovrappone il personaggio di
6DVDNL0RULWVXQDVXTXHOORGL0DWDWDU7DGDWVXQDFRQLOFXL
nome ha peraltro una qualche assonanza, attinge alla materia di
due VHQMLQTXHOORGL8ML.DMLZDUDSSHTXHOOR
di )XMLWR e giocando sulle parole chiave acqua, onde, roc-
ce, cavalli, proiettate per associazione verso la dimensione di
mare e ama, mette in atto un nuovo VKXN che inscena la cele-
brazione di unimpresa di eroi carica di tensione drammatica e
di passioni.
Tuttavia, come confermato dal risaltare di citazioni da
0DWVXND]HFKHDIRUDQRTXDHOjDSUHSDUDUHLOWHU]RDWWRSURSULR
da questo dramma nasce la scena della follia dei familiari del pe-
scatore, limmagine delle due ama che, con la madre, cercano di
prosciugare il mare alla ricerca del corpo del padre scomparso, e
la centralit dei due personaggi delle pescatrici. Se in 0DWVXND]H,
sua poesia di commiato, chiede al monaco preghiere per la propria salvezza per
svanire allombra delle erbe dellaiuola a ventaglio.
13
La leggenda dellaiuola a forma di ventaglio non appare nello Heike mo-
QRJDWDULRQHOOHIRQWLHSLFKHDIQLIRUVHQDWDLQVHJXLWRHVWDWDSRLDFFROWD
nel Q.
6DVDNLVHQMLQGL&KLNDPDWVX0RQ]DHPRQ 469
14
La trama del Q $VKLNDUL la seguente. 0DHED. (I GDQ) Una persona
(wakiDVHUYL]LRSUHVVRXQQRELOHGHOODFDSLWDOH.\WRDFFRPSDJQDODQXWULFH
(ZDNL]XUH) al suo villaggio di origine. (II GDQ) Giunti al villaggio di Kusaka,
nella regione di Settsu, chiedono informazioni a un abitante del luogo (ai) su
un certo Kusaka no Saemon ma apprendono solo che, decaduto, di lui si sono
perdute le tracce. Per consolare la nutrice i due, su indicazione dellabitante del
posto, si dirigono verso il mercato sulla spiaggia. (III GDQ) Appare un venditore
di canne (PDHVKLWHFKHGRSRDYHUGHVFULWWROHEHOOH]]HGHLGLQWRUQLGL1DQLZD
VHQ]DFKHJOLYHQJDULFKLHVWRUDFFRQWDOHSURSULHYLFLVVLWXGLQLQRDOODVLWXD-
zione presente. (IV GDQ) Nel dialogo con lo waki, il venditore di canne spiega la
differenza tra \RVKL e DVKL e i nomi differenti che vengono attribuiti alle cose di
regione in regione. (V GDQ) Quindi, si esibisce in canto e danza (NDVDQRGDQ)
con il tiro delle reti e unelencazione dei vari tipi di copricapo. (VI GDQ$OQH
SRUWDOHFDQQHQRDOSDODQFKLQRLQFXLqDOORJJLDWDODQXWULFH0DQRQDSSHQD
incrocia lo sguardo con la donna, egli getta le canne e ritraendosi si nascon-
de. Il venditore di canne si rivela luomo, Kusaka no Saemon, che la nutrice
cercava. (VII GDQ) I due si cambiano versi e si raccontano le rispettive peripe-
zie e la nostalgia delluno e dellaltra dopo la separazione. (VIII GDQ) Mentre
avviene il cambio di costume (PRQRJL) dello VKLWH per condurlo alla capitale,
(DLN\JHQ) lai esprime la felicit dellavvenuto reincontro tra la coppia e le
qualit delluomo. 1RFKLED. (I GDQ) Luomo (QRFKLVKLWH), indossati hakama e
KLWDWDUH donatigli dalla moglie, come un nobile, richiamando i versi che ce-
OHEUDQROHEHOOH]]HGL1DQLZDDVVLHPHDOODPRJOLHFDQWDOHYLUWGHOODSRHVLD
che ha favorito il loro incontro, e lamore di coppia, (II GDQ) danza una danza di
felicitazione (RWRNRPDL) (III GDQ) e accompagna la moglie ritrovata alla capitale.
470 BONAVENTURA RUPERTI
/HPXWD]LRQLGHOWHVWR
15
Motivo gi ripreso da Chikamatsu in tono patetico nel III atto di <RWVXJL
Soga (1684).
6DVDNLVHQMLQGL&KLNDPDWVX0RQ]DHPRQ 471
8QDUWHFKHPLUDDULFRQYHUWLUHOHLPPDJLQLGHLFODVVLFL
HLQTXHVWRVLSXzULWURYDUHDQFKHXQDOWRJUDGRGLQ]LRQH,Q
contrapposizione con una visione dellarte ancorata sulla mime-
si, sulla rappresentazione del reale, si percepisce qui il tentativo
GLYDORUL]]DUHDQFKHJOLDUWLFLFKHGDQQRPDJJLRUSHVRDOODQ-
zione come prerogativa e strumento creativo di innegabile potere
WUDVIRUPDWLYRLQYHQWLYRDOOLQWHUQRGHOOHRSHUHGDUWH
&RVuFRPHQHLFDVLGL6DLNDNXRGL%DVK
1694), nei MUXUL di Chikamatsu nascono nuovi drammi ricchi di
variet nella materia e nel linguaggio, di sentimenti e passioni,
opere assai dissimili dai modelli del passato, pur assunti come
materia di riferimento: nascono una nuova scrittura e nuovi spet-
tacoli per il palcoscenico dei burattini. Nella fusione di parole
desunte dalle arti antecedenti, con lo sguardo rivolto soprattutto
ai drammi Q, in nuovi testi su cui egli riversa nuova energia im-
mettendole in un nuovo contesto, si ritrovano bellezza e dovizia
della scrittura di Chikamatsu, le fonti della narrazione dal tono
scorrevole, ritmato e ammaliante del suo stile cos rinomato.
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
IKUKO SAGIYAMA
,QWURGX]LRQH
1
,ZDQR7RVKLR.DWD\DPDSFLWDLOULVXOWDWRGHOODULFHUFDFRQGRWWD
da Nose Asaji secondo il quale nel periodo in questione 8NLIXQH fu rappresen-
tato solo tre volte, in confronto alle sedici volte di <JDRe alle trentacinque
di $RLQRXH.
477
478 IKUKO SAGIYAMA
ODGDPD$RL<JDR8NLIXQHHDOWUHQRELOGRQQHULFKLHGRQRXQD
FXUDSDUWLFRODUHSHUFXL*OLDVSHWWLHOHJDQWLHUDIQDWLGHYR-
no essere leggiadri e dincanto celestiale, con musica squisita e
movimenti e recitazioni sublimi (Okuda HWDO., 2001, p. 359).
La dama Ukifune, inoltre, considerata uno dei soggetti ritenuti
autentici gioielli:
Tra i siffatti soggetti, esistono gli autentici gioielli: oltre alla bel-
lezza ineffabile delle donne nobili, vi si aggiunge lopportunit
di inserire una scena culminante come la persecuzione dello spi-
ULWRYHQGLFDWLYRGHOODGDPD5RNXMSHUSHWUDWDVX$RLODPRUWHGL
<JDRXFFLVDGDXQRVSLULWRPDOLJQRODSRVVHVVLRQHGHOODQLPD
GL8NLIXQH6RQRLVHPLGHORUHGDOOLQFDQWRSURIRQGRLPDWH-
riali dotati di una rara virt (Okuda HWDO., 2001, pp. 359-360).
2
Si veda, per esempio, lintroduzione a 8NLIXQHGL<RNRPLFKL<RNRPLFKL
2PRWHSODSURWDJRQLVWDVHPEUDSURIRQGDPHQWHDILWWDPDQHO
FRQWHPSRDSSDUHFKHQRQVRIIUDWDQWR>@ A parte la valutazione sulla qualit
dellopera, interessante che vi si notino i tratti tipicamente dilettanteschi.
<DPDQDNDSWXWWDYLDULOHYDQGRQHOGUDPPDJOLHOHPHQWLFRPXQL
con i QSLDQWLFKLDWWULEXLVFHLOVXRGLOHWWDQWLVPRDOIDWWRFKHODXWRUHDS-
plic fedelmente i metodi abituali preesistenti.
/DJXUDGHOODGDPD8NLIXQHQHOWHDWURQ 479
0LVRJLJDZD 1HOXPHGDEOX]LRQH
VH]HQLLGDVDQ alla rapida viene abbandonata
QDGHPRQRR ODEDPERODGLSXULFD]LRQH
PLQLVRXNDJHWR FKLSXzFRQGDUH
WDUHNDWDQRPDQ che possa restarVi sempre accanto?
(Abe HWDO., 1998, p. 53).
3
Nel 0DQ\VK troviamo Tegona di Mama (III: 431-433), la fanciulla di
Unai (IX: 1809-1811, XIX: 4211-4212), la fanciulla di Ashiya (IX: 1801-1803),
Sakurako (XVI: 3786-3787) e Kazurako (XVI: 3788-3790).
486 IKUKO SAGIYAMA
.RNRURNRVR Il cuore, s,
XNL\RQRNLVKLR lasci la riva
KDQDUXUHGR del mondo penoso,
\XNXHPRVKLUDQX ma non sa dove va alla deriva
DPDQRXNLNLR OD]DWWHUDXWWXDQWHGLTXHVWDPRQDFD
(Abe HWDO., 1998, p. 342).
4
Il PRQRQRNHFKHKDSRVVHGXWR8NLIXQHGLFHGLHVVHUHVFRQWWRLQTXDQWR
lei protetta da tale divinit. Il tempio di Hatsuse era infatti particolarmente
popolare tra le donne dellepoca. Nella prima parte del romanzo, Tamakazura
LQFRQWUDOH[DQFHOODGHOODPDGUH<JDRDTXHVWRWHPSLRLQFRQWURFKHOHDSUH
la strada verso la fortuna.
488 IKUKO SAGIYAMA
8NLIXQHFRPSRQHLYHUVLSHUFRQVRODUVLQHJOLLQWHUYDOOLGHOOH
funzioni religiose (Abe HWDO., 1998, p. 355). Nellinquietudine
di sentirsi abbandonata a se stessa, ricorda il giorno di neve pas-
sato con Niou in preda alla passione amorosa. La contraddizione
tra il proponimento e lemozione incontrollata mette in rilievo
ODSUHFDULHWjGHOODVXDFRQGL]LRQHSVLFRORJLFD$QFKHLORUHGL
VXVLQRURVVRVERFFLDWRSUHVVRODVXDFDPHUDGLJLDFLJOLRQH\D)
HYRFDLOSURIXPRGLFXLQRQVHUDVD]LDWDDND]DULVKLQLRL),
espressione che rimanda a una poesia del Principe Tomohira in-
clusa nello 6KLVK (XVI1RQPLHURVD]LDWRGHOWXR
SURIXPRHDQHODQGRORGHORUHGLVXVLQRVWDPDQLFROVLXQ
ramo (Komachiya, 1990, p. 287). Anche se la poesia originale
si riferisce a un amico, in questo contesto del *HQMLPRQRJDWDUL
lallusione alla notte damore evidente anche dal riferimento
al QH\D. Ma lidentit delluomo con tale profumo resta ambi-
guo, tra Kaoru e Niou, entrambi caratterizzati dalla fragranza del
corpo. La stessa ambiguit riguarda anche loggetto del ricordo
ULGHVWDWRGDOUDPRGHORUHFROWRLQRIIHUWDUHOLJLRVD
5
Lespressione VRGHIXUHVKL si riallaccia a una poesia anonima del .RNLQVK
(I3LGHOFRORUHODIUDJUDQ]DIDYLEUDUHLOPLRDQLPR'LFKLVRQROH
SURIXPDWHPDQLFKHFKHKDQQRVRUDWRLOVXVLQRGLTXHVWDFDVD"6DJL\DPD
2000, p. 80).
490 IKUKO SAGIYAMA
$FDXVDGHOOHJDPHFRQOXL>1LRX1G7@PLVRQRULGRWWDDTXH-
sto stato incerto, allora perch mai trovavo deliziose le sue paro-
le di giuramento sul colore sempreverde dellisola? (Abe HWDO.,
1998, p. 331).
Gi di per s il passato
gi di per s il tempo andato
si rievoca con struggente tenerezza
DOSURIXPRGLRUHGLPDQGDULQR
ora se guardo il promontorio dellisola di Mandarino,
DOGLOjGHOXPHVWULVFLDODEUXPDVHUDOH
HLOYHQWRVRVSLQJHOHQXYROHXWWXDQWL
che lasciano indietro il colore della neve
sui monti sfavillanti come specchi
(Sanari, 1953, pp. 317-318).
QRQRNHWRUPHQWDWDVRIIUR1HOURPDQ]RLOVDQWRXRPRGL
<RNDZDULHVFHDVFRQJJHUHLOPRQRQRNH che ha indotto Ukifune
al tentato suicidio e la sua identit rivelata come lo spirito di
un monaco deceduto lasciando in questo mondo un rancore. Che
cosa rappresenta questo PRQRQRNH una questione complessa,
ma sembra rilevante che Ukifune, nel momento in cui viene tra-
VFLQDWDGDHVVRORSHUFHSLVFHFRPH1LRX0LVHPEUDYDFKHPL
abbracciasse e, non appena pensai che fosse il signore chiamato
Principe, smarrii coscienza, pare (Abe HWDO., 1998, p. 296). La
SHUFH]LRQHGL8NLIXQHLPSURQWDWDDOODVLFLWjPLDEEUDFFLDV-
se) ribadisce la natura sensuale del suo rapporto con Niou.6 Nel
dramma Q, anche se nella seconda parte questo passo riscritto
VHQ]DPDUFDUHLOIDWWRUHFDUQDOHDOORUDPLDYYLFLQzXQXRPR
VFRQRVFLXWRHPLLQYLWzPLSDUYHVHPEUDFKHLOPRQRQRNH
venga interpretato, sulla scia della percezione di Ukifune, come
il demone del peccaminoso turbamento dei sensi di cui la donna
non riesce a liberarsi.
Dopo lintermezzo in cui lai ricostruisce le vicende di
Ukifune in chiave prosaica, la seconda parte, infatti, verte sul-
la possessione di Ukifune da parte del PRQRQRNH, che costitu-
isce lapice culminante, come auspicato da Zeami nel 6DQG.
Particolarmente, discostandosi dalla prassi del Q delle donne,
in questa opera tale scena FORX recitata non con la danza mai
ma con il movimento NDNHUL, usato in genere nel Q dei guerrie-
ri (VKXUDPRQR ) o delle persone impazzite (PRQRJXUXL
) per rappresentare uno stato di sovreccitazione o follia.7 Il
canto che laccompagna, poi, sfocia nella citazione della poesia
SULPDPHQ]LRQDWDGL8NLIXQHVXOODEDUFDXWWXDQWH
6
1HOODVFHQDGHOFRQYHJQRDOULIXJLRVXOODOWUDVSRQGDGHOXPH8ML1LRX
la porta in braccio sia allandata che al ritorno.
7
Per questo, 8NLIXQH inserito nel corpus degli \REDQPHPRQR (quarto
spettacolo), detto altrimenti ]DWVXPRQR (miscellanea), anzich nella categoria
dei ND]XUDPRQR (dramma della donna).
/DJXUDGHOODGDPD8NLIXQHQHOWHDWURQ 493
La misericordia immensa,
ODPLVHULFRUGLDLQQLWD
del ERGKLVDWWYD diffusa nel mondo,
ma io in particolare mi votai
alla fede con dedizione
(Sanari,1953, p. 324).
HLOPRQDFRGL<RNDZD
grazie al legame di Hatsuse
mi trov e a Ono mi condusse
ove con preghiera e esorcismo
mi liber dallo spirito maligno.
>@
onde ricevere la virt di preghiera
da Voi disceso dallo stesso tempio di Hatsuse
(Sanari, 1953, p. 324).
PRQDFDQRDOODQHGHOURPDQ]RVHPEUDDQFRUDORQWDQDGDOOD
salvezza. Il dramma Q, invece, in un certo senso parte da l e,
presentando la protagonista come unanima penitente, riscrive le
sue vicende come un percorso dal passato peccaminoso in preda
al demone dei sensi alla redenzione grazie alla virt della divinit
buddhista.
Nei termini KLWRJDWD e NDWDVKLUR cera anche laccezione di
XQDEDPERODVDFULFDOHSHUOHVSLD]LRQHGHOOHFROSH6LSRWUHEEH
quindi dire che il teatro Q, con una rivisitazione tipicamente me-
GLHYDOHFRPSOHWDVVHLOFLFORGLWDOHVLJQLFDWRRIIUHQGRODSSUR-
GRGLSDFHDOOHURLQDFKHQHOURPDQ]RUHVWDYDDQFRUDXWWXDQWH
tra le onde delle passioni umane.8
8NLIXQH9
Personaggi:
Waki: un monaco in viaggio
6KLWH (prima parte): una donna del villaggio (spirito di Ukifune)
$L: un abitante di Uji
6KLWH (seconda parte): dama Ukifune
8
/LQWHUHVVHSHUODJXUDGL8NLIXQHKDSURGRWWRXQDOWURGUDPPDQ, chia-
mato .RGDPD8NLIXQH (Ukifune e lo spirito dalbero), dattribuzione incerta,
ma probabilmente posteriore a 8NLIXQH. Caduta in disuso, lopera infatti piut-
tosto mediocre, da una struttura disorganica con il cambio del protagonista, lo
spirito di Ukifune nella prima parte e quello del monaco divenuto PRQRQRNH
QHOODVHFRQGD&IU7DQDNDSSSS
9
La traduzione si basa sulledizione a cura di Sanari (1953). Sono stati inol-
WUHFRQVXOWDWL<RNRPLFKL2PRWHSSH,WSS
10
Hatsuse: nellattuale comune di Sakurai, prefettura di Nara. Sede del
tempio Hase dedicato alla dea della misericordia Kannon, molto popolare
496 IKUKO SAGIYAMA
Il monte Hatsuse
varcando in crepuscolo
al calare della sera
presi alloggio,
al calare del buio
SUHVLDOEHUJR
lasciandolo ormai di l del bosco di cipressi11
DOPRQWH0LZD12
mi congedai dai celebri cedri13
e, con vento di montagna
sibilante tra le foglie di quercia,
senza sostare a Nara
14
1HOODWWXDOHFRPXQHGL<DPDVKLURSUHIHWWXUDGL.\WRVXOODULYDQRUG
GHOXPH.L]X
15
Barca che trasporta legna (VKLEDWVXPLEXQH). Nel capitolo 8NLIXQHdel
*HQMLPRQRJDWDULLOSDHVDJJLRGHOXPH8MLqGHVFULWWR'DOODSDUWHGHO-
la montagna cera la cortina di foschia e sul gelido banco di sabbia sostava
XQDJD]]D>@VLYHGHYDGLVWHQGHUVLORQWDQRLOSRQWHGL8MLHGLOjHGLTXD
sincrociavano le barche che trasportavano legna (Abe HWDO., 1998, p. 145).
Precedentemente nel capitolo +DVKLKLPH introdotta limmagine di tali barche
misere che galleggiano sullacqua fugace, come metafora dellinstabilit
dellesistenza umana (Abe HWDO., 1997, p. 149).
16
Cfr. la poesia di Minamoto no Toshiyori del .LQ\VK (VII: 416):
'HOOHUEDGLSHQVLHULLUURUDOHIRJOLHODFDQGLGDUXJLDGDIXJJHYROHFRPHWH
FKHYLHQLGLUDGRHVFLYROLYLDGDOOHPLHPDQL.DZDPXUDS,O
ULIHULPHQWRDOODSRHVLDFRPSRVWDVXOWHPD/XRPRDUULYDLPSURYYLVDPHQWH
e se ne va senza passare la notte, probabilmente suggerisce il risentimento
di Ukifune verso i due amanti, Kaoru e Niou, le cui visite erano rare e fugaci.
498 IKUKO SAGIYAMA
17
Cfr. la poesia dellimperatore abdicatario Gotoba dello 6KLQ.RNLQVK
(XVIIIE$OUHJQRFHOHVWHYROJRLOPLRJLXUDPHQWRRUPDLGDDQQL
6ROHH/XQDDVFROWDWHPLODSUHJKLHUDSHULOIXWXURORQWDQR0LQHPXUD
p. 516).
18
Cfr. la poesia del Precedente Abate maggiore Kinyo del *\RNX\VK
(VII0LFRQGR$QFKHOHGLYLQLWjDFFHWWDQRODFRUGDVDFUDOXQJD
FRPHOD9RVWUDYLWDFKHSUHJRVLDPLOOHQDULD6KLQKHQNRNNDWDLNDQ KHQVK
iinkai, 1983, p. 443). La corda sacra (VKLPHQDZD) usata per delimitare larea
consacrata alla divinit. Questo passo del Q risulta poco pertinente alla vicenda
della protagonista e discorda anche con il resto del dramma. Yamanaka (2003,
SSLQPHULWRLSRWL]]DXQDPRGLFDDSSRUWDWDGD=HDPLDOWHVWRRULJLQDOH
composto da Yokoo Motohisa.
19
Nel capitolo .DJHU del *HQMLPRQRJDWDUL, Kaoru, dopo aver sentito le
FLUFRVWDQ]HGHOODVFRPSDUVDGL8NLIXQHSHQVD,QTXHVWLDQQLHVVHQGRLOOXRJR
dove dimoravano le persone cui ero profondamente affezionato, lo frequentavo
/DJXUDGHOODGDPD8NLIXQHQHOWHDWURQ 499
FDSLWROR,OQRPHGHOERUJRPLVLDGGLFHWDQWRFKHSUHVVR8MLGL<DPDVKLUR
PLqGRORURVRGLPRUDUH$EHHWDO., 1998, p. 160).
25
Nel capitolo 7HQDUDL del *HQMLPRQRJDWDUL, una poesia di Ukifune dopo
HVVHUVLIDWWDPRQDFD2UPDLqODQHSHQVDLHDEEDQGRQDLTXHVWRPRQGR
FXLGLQXRYRDQFRUDYROWDLOHVSDOOH$EHHWDO., 1998, p. 341).
26
Capitolo 8NLIXQH del *HQMLPRQRJDWDUL. La scena della prima visita di
1LRX1LRXIXUWLYDPHQWHVDOuVXOODYHUDQGDHWURYDQGRXQDIHVVXUDWUDOHLP-
SRVWHDJUDWDYLVLDYYLFLQz>@6RWWRLOXPLDFFHVLYLYLGLFHUDQRWUHTXDWWUR
donne che si dedicavano al cucito (Abe HWDO., 1998, p. 119).
/DJXUDGHOODGDPD8NLIXQHQHOWHDWURQ 501
27
Capitolo 8NLIXQH del *HQMLPRQRJDWDUL. La scena in cui Niou e Ukifune
DWWUDYHUVDQRLOXPH/DOXQDPDWWXWLQDHUDVRUWDGLDIDQDQHOFLHORHODFTXD
era limpida, quando il barcaiolo disse: Ecco, quella lisola di Mandarino
e ferm la barca (Abe HWDO., 1998, pp. 150-151). Tale episodio, tuttavia, av-
viene nella seconda visita di Niou, non alla prima occasione come invece qui
descritto.
28
La poesia composta da Niou, nel giorno successivo alla notte trascorsa
QHOODFDVDQDVFRQGLJOLRVXOODULYDRSSRVWDGHOXPH8ML6XOODQHYHDOODYHWWD
GLPRQWDJQDVXOJKLDFFLRGHOODULYDPLIHFLVWUDGDVPDUULWRQHOODSDVVLRQH
SHUWHPDVLFXURDOODPHWD$EHHWDO., 1998, p. 154).
29
Capitolo 8NLIXQH del *HQMLPRQRJDWDUL, cos descritto latteggiamento
GL.DRUXQHLFRQIURQWLGL8NLIXQH4XHOVLJQRUH>.DRUX1G7@UHVWDYDHF-
cezionalmente tranquillo (Abe HWDO., 1998, p. 106).
30
Una poesia di Kaoru inviata a Ukifune, allegata alla lettera in cui si scusa
GHOODOXQJDDVVHQ]D1HOORQWDQRERUJRRYHLOXPHqLQSLHQDPLFKLHGR
FRPHYLWURYDWHLQTXHVWLJLRUQLGLFRQWHPSOD]LRQLPDOLQFRQLFKHQHOODSLRJ-
gia ostinata (Abe HWDO., 1998, p. 159).
502 IKUKO SAGIYAMA
31
Ono: sulle falde orientali del monte Hiei, luogo dove si trova leremo
della monaca presso cui Ukifune viene ospitata dopo essere stata salvata dal
PRQDFRGL<RNDZD
32
Cipresso come segno (VKLUXVKLQRVXJL): si veda la nota 53. Cfr. inoltre,
nel capitolo Sakaki del *HQMLPRQRJDWDULODSRHVLDFKHODGDPD5RNXMULYROJH
D*HQMLYHQXWRDWURYDUODQHOVDQWXDULRGLFDPSRGL6DJD3UHVVRTXHVWRUHFLQWR
VDFURQRQFqQHSSXUHLOFLSUHVVRFRPHVHJQR3HUTXDOHHUURUHDYHWHFROWR
il ramo di sempreverde? (Abe HWDOSHODSRHVLDGHOSULQFLSH
PRQDFR*\QLQLQFOXVDQHOOR6KLQVKRNX.RNLQVK (XX$OPDHVWRVR
PRQWH+LHFHUFRORPEUDGHOFLSUHVVRHGHFFRORVWHVVRVHJQRGHOUHFLQWR
VDFURGL0LZD6KLQKHQNRNNDWDLNDQKHQVKLLQNDLS
33
Giapp. <RNDZDQRPL]XQRVXPXNDWDR<RNDZDqXQRGHLWUHFRPSOHVVL
religiosi che costituiscono il tempio Enryaku del monte Hiei. Nel *HQMLPRQR-
JDWDUL vi risiede il monaco che salva Ukifune. Il termine VXPX assume il doppio
VLJQLFDWRGLOLPSLGRHGLPRUDUHJLRFRGLRPRIRQLDSUHVHQWHQHOODFRQ-
venzione poetica. Cfr. la poesia dellimperatore Murakami inclusa nello 6KLQ
.RNLQVK (XVIII3LGHOODFDSLWDOHQHLUHFHVVLGHOODPRQWDJQDRYH
VHOHYDRWWXSOLFHVWUDWRGLQXEL<RNDZDGDOODFTXDOLPSLGDVDUjXQDGLPRUD
serena (Minemura, 1995, p. 497): $ND]RPH(PRQVK3UHVVRODFTXD
LPPDFRODWDGL<RNDZDVH9RLGLPRUDWHSXULFDWRQRLGDTXHVWDULYDWRUELGD
FRPHSRWUHPRDSSURGDUYL"6KLQKHQNRNNDWDLNDQKHQVKLLQNDLS
324).
/DJXUDGHOODGDPD8NLIXQHQHOWHDWURQ 503
URVROHJDPHFRQLOFDSLWDQR.DRUXOXOWLPRJOLRGL
Genji, dicono. Pur tuttavia il principe Niou, una sera,
vedendo Mitsu no kimi ne rimase infatuato e ci fu
un incontro che sembrava solo un sogno. Dallora,
dicono, ebbero convegni segreti.34 Un giorno il prin-
cipe condusse con s Mitsu no kimi presso lisola di
Mandarino e si dette con la dama ai vari diletti. In
TXHVWDRFFDVLRQHFRPSRVH3DVVLQRSXUHJOLDQQL
PDLPXWHUjLOPLRFXRUHFKHJLXURDOSURPRQWRULR
GHOOLVRODGL0DQGDULQR,QULVSRVWDODGDPD,O
FRORUHGHOOLVRODGL0DQGDULQRPDLPXWHUjPD
TXHVWDEDUFDXWWXDQWHQRQVDGRYHYDDOODGHULYD35
Da questo suo componimento deriv il soprannome
8NLIXQHEDUFDXWWXDQWH3RLFKpTXHVWDYLFHQGDGL-
vent ben nota, il capitano Kaoru sospese la visita alla
dama Ukifune. Allora ella, forse sopraffatta dalla
vergogna, di notte usc furtivamente e and alla riva
GHOXPHRYHFRQLQWHQWRGLJHWWDUVLJXDUGzODFTXD
che, proprio in tal momento, sotto il vento furioso,
sincrespava in onde spaventose.36 Impaurita, rest l
ferma, quando uno spirito maligno lafferr, facendo-
la svanire nellaria e in seguito labbandon presso il
WHPSLR%\GLQ37 Dallora la dama rimase aliena da
s, ma grazie alle preghiere e allesorcismo del mo-
34
Nel *HQMLPRQRJDWDUL, invece, Ukifune non era cresciuta con le altre due
VRUHOOH1LRXODYHGHSHUODSULPDYROWDDOVXRSDOD]]RGL1LMLQQHOODFDSLWDOH
prima che la dama si unisca a Kaoru, senza per riuscire a ottenerla, e in seguito
gli incontri amorosi tra Niou e Ukifune avvengono solo due volte a Uji.
35
Si veda la nota 24.
36
Nel *HQMLPRQRJDWDULLQYHFH8NLIXQHQRQUDJJLXQJHODULYDGHOXPH
mentre sta sulla soglia della veranda spaventata ed esitante, viene rapita dal
PRQRQRNH.
37
%\GLQWHPSLRIRQGDWRQHOGD)XMLZDUDQR<RULPLFKLVXOOXRJR
dove sorgeva una villa del defunto padre Michinaga. Nel *HQMLPRQRJDWDUL,
LQYHFH8NLIXQHYLHQHWURYDWDSUHVVRXQDUHVLGHQ]DFKLDPDWDYLOODGL8MLSUR-
priet del defunto imperatore abdicatario Suzaku (Abe HWDO., 1998, p. 280).
/DJXUDGHOODGDPD8NLIXQHQHOWHDWURQ 505
QDFRGL<RNDZDULWRUQzLQVpHFRPLQFLzDYLYHUHFRQ
lanziana monaca di Ono. Prese la tonsura e al borgo
di Ono transit serena nellaltro mondo, dicono. Ecco
ci che sentimmo narrare, ma per quale motivo vole-
vate saperlo? Non riesco a capacitarmi.
Waki: Vi ringrazio per il racconto minuzioso. Vi spiego ora
il motivo della mia curiosit. Prima di Voi, da non so
dove apparve una donna su una barca che trasporta
legna. Scambiando con lei delle parole, mi raccon-
t minuziosamente le vicende della dama Ukifune e,
non appena disse che dimorava a Ono e mi invit a
visitarla sulla via verso la capitale, scomparve dalla
mia vista.
$L: Dite una cosa davvero straordinaria. Devessere lo
spirito della dama Ukifune che Vi apparve per con-
versare con Voi. Prego, degnatevi dunque di andare a
Ono e pregate per lanima della dama.
Waki: Trattandosi di una cosa veramente misteriosa, mi re-
cher a Ono e pregher con dedizione per lanima
della nobildonna.
$L: Se posso esserVi ancora utile, non esitate a chiamar-
mi.
Waki: Conter sul Vostro aiuto.
$L: Siatene sicuro.
Waki: Or dunque eccomi arrivato a Ono,
ma dove potrei trovare ospitalit?
Giacch il luogo chiamato Ono,
Piccolo Prato,
giusto che ci si corichi
sul guanciale derba.
Stanotte qui recitando i sutra,
pregher per lanima della dama
pregher per la pace della sua anima.
506 IKUKO SAGIYAMA
38
Capitolo 8NLIXQH del *HQMLPRQRJDWDUL. Un componimento di Ukifune:
6RSUDIIDWWDGDOGRORUHVHSSXUHDEEDQGRQDVVLODYLWDIDWWDPLXQRPEUDVDUz
DQFRUDFRSHUWDGLQIDPLDDKLPpFKHSHQD$EHHWDO., 1998, p. 193).
39
Capitolo 7HQDUDL del *HQMLPRQRJDWDUL8QDSRHVLDGL8NLIXQH*HWWDL
LOPLRFRUSRQHOXPHGLODFULPHPDQHOODUDSLGDWXUELQRVDFKLPLVHOD
EDUULHUDDKLPpSHUWUDWWHQHUPL"$EHHWDO., 1998p. 302).
40
Riferimento alla poesia di Ukifune citata nella nota 41.
41
Nel capitolo 7HQHUDL del *HQMLPRQRJDWDUL, Ukifune cos ricorda il mo-
PHQWRGHOVXRWHQWDWRVXLFLGLR6SURIRQGDWDQHOGRORUHLQVRSSRUWDELOHTXDQGR
WXWWLVHUDQRDGGRUPHQWDWLDSUHQGROHLPSRVWHXVFLLIXRULRYHLOYHQWRVRIDYD
LPSHWXRVRHULVXRQDYDLOPXJJLWRGHOOHRQGHGHOXPH>@UHVWDYRLPPHUVD
nei pensieri, quando un uomo veramente splendido mi si avvicin e mi disse:
venite da me. Mi sembrava che mi abbracciasse e, non appena pensai che
fosse il signore chiamato Principe, smarrii la coscienza, pare (Abe HWDO., 1998
p. 296).
42
'DTXHVWRYHUVRQRDQRQVDGRYHWURYDUHSRUWRqNDNHUL.
/DJXUDGHOODGDPD8NLIXQHQHOWHDWURQ 507
Il colore dellisola
Coro: di Mandarino
mai muter,
6KLWH PDTXHVWDEDUFDXWWXDQWH
non sa dove trovare porto.43
Coro: La misericordia immensa,
ODPLVHULFRUGLDLQQLWD
del bodhisattva diffusa nel mondo,
ma io in particolare mi votai
DOODIHGHFRQGHGL]LRQH
allalba il sole che sorge
adorai qual luce eterna
e alla sera col calare delle tenebre
in cui mi sarei smarrita
pregai per la vita futura.
6KLWH: Laonde mi invest la piet
della divinit Kannon,
&RUR ODGLYLQDPLVHULFRUGLDFXLPLDIGDL
HLOPRQDFRGL<RNDZD
grazie al legame di Hatsuse
mi trov e a Ono mi condusse
ove con preghiera ed esorcismo
mi liber dallo spirito maligno.
(SSXUHQHOPRQGRHIPHURFRPHVRJQR
non cessano le pene
soverchianti come il maestoso monte Hie
e le vicende antiche
FRPHFLSUHVVLGL<RNDZD
raccontai nel Vostro sogno
onde ricevere la virt di preghiera
da Voi disceso dallo stesso tempio di Hatsuse.
Ed ora, come anelavo,
43
*HQML PRQRJDWDUL (capitolo 8NLIXQH): la poesia di Ukifune durante
ODWWUDYHUVDPHQWRGHOXPHJLjFLWDWDQHOGLVFRUVRGHOOai, ma qui con va-riante
nellultimo verso. Si veda in merito lintroduzione.
508 IKUKO SAGIYAMA
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
PAOLA SCROLAVEZZA
511
512 PAOLA SCROLAVEZZA
FKHGDVHPSUHOHFRQQDYDIUDOHSDUHWLGRPHVWLFKHHVHPSLGL
gentilezza e remissivit (Sato, 2003).1
,QSDUWLFRODUHVDUjODJXUDGHOODPRGHUQJLUO a suscitare il
maggior interesse da parte dei media e ad avere pi ampia e
duratura risonanza anche a livello storico. Associata a quegli
aspetti della modernit collegati alla cultura dei consumi, al re-
JQRGHOODPRGDDJOLDVSHWWLSLVXSHUFLDOLHTXLQGLSLHYL-
denti delloccidentalizzazione o americanizzazione, il moga,
come viene comunemente indicato, infatti emblematico della
tendenza della modernit giapponese fra le due guerre a crearsi
simboli fortemente connotati in termini di JHQGHU.2 A parte gli
aspetti esteriori acconciature, abiti, PDNHXSDVSHWWRVLFRL
due temi che dominano la discussione sulla PRGHUQJLUO sono
ODQDVFLWDGHOODJXUDGHOODZRUNLQJZRPDQ e il cambiamento
dei costumi sessuali. La proliferazione in questi anni di nuove
1
Naturalmente il cambiamento non repentino, e ancora nel 1953 quello
FKHIRUVHqLOOPSLIDPRVRGL2]X<DVXMLU7N\PRQRJDWDUL (Viaggio
D7N\ VL LQFHQWUD SURSULR VXO FRQWUDVWR DQFRUD YLYR IUD OD IHPPLQLOLWj
tradizionale e la complessa identit della donna moderna. E un riferimento
alla poliedrica realt femminile si ritrova anche in 6DVDPH\XNL (Neve sottile,
GL7DQL]DNL-XQLFKLUURPDQ]RDPELHQWDWRQHJOLDQQL
Trenta che narra le vicende di quattro sorelle profondamente diverse tra di loro.
2
La tendenza a correlare la modernit sociale e culturale alla donna con-
fermata dai critici pi conservatori, in particolare dai marxisti come Hirabayashi
Hatsunosuke, che associa la base industriale della modernit alla virilit e gli
elementi sovrastrutturali, che secondo lui includono anche le rappresentazioni
letterarie dei modernisti, al sesso femminile (Hamill, 1982, p. 102). Nella serie
di saggi raccolti sotto il titolo 0RGDQVWRPRGDQV\D6LFKLXQDOWUR
critico di area marxista, sviluppa un punto di vista simile sul modernismo gi-
apponese come fenomeno sovrastrutturale, anche se il suo giudizio decisa-
mente negativo, laddove invece Hirabayashi vi coglieva la forza per un cam-
biamento sociale positivo. In un saggio successivo, intitolato -RVHLVHQWDQMLQ
KLKDQ\DHODERUDODVXDWHRULDVXOODOHWWHUDWXUDIHPPLQLOHGHO1RYHFHQWRFKH
descrive come fondata sulle sensazioni, o sulle percezioni. Ma soprattutto sot-
WROLQHDFRPHQHOTXDGURGHOODFXOWXUDJLDSSRQHVHPRGHUQDVLFRQJXULFRPH
XQIHQRPHQRDUWLFLDOH$PDUJLQHGLWDOLGLVFXWLELOLJHQHUDOL]]D]LRQLWXWWDYLD
conviene che alcune delle scrittrici contemporanee non si conformano allo ste-
UHRWLSR\DSHSS
3DUDGLVLSHUGXWL 513
3
Per una trattazione diffusa dellemergere della nuova letteratura femminile
nelle prime decadi del Novecento, si veda Scrolavezza (2011, pp. 11-39).
514 PAOLA SCROLAVEZZA
/DSRHWLFDGHLVRJQLLQIUDQWL8NLJXPR1XELXWWXDQWL
DVLDWLFRQHOODPELWRGHOOHPLVVLRQLJRYHUQDWLYHXIFLDOLLQTXHOOH
che allora erano colonie.
$OODQHGHOTXDQGROHDWWLYLWjPLOLWDULJLDSSRQHVLLQ
Cina, in piena HVFDODWLRQ, conoscevano un successo dopo laltro,
Hayashi si era recata per la prima volta a Shanghai e Nanchino
come inviata del 0DLQLFKLVKLQEXQ. In veste di corrispondente di
guerra ebbe lopportunit di seguire le truppe imperiali al fronte
e fu la prima donna giapponese a entrare nella citt di Nanchino
dopo la sua caduta, in dicembre. Nel frattempo lapparato statale
si era reso conto del contributo che gli scrittori pi popolari del
momento potevano dare alla causa bellica, fungendo per i loro
lettori, i cittadini impegnati in patria, da cassa di risonanza delle
YLWWRULHDOIURQWHHGHOOHURLVPRHVSLULWRGLVDFULFLRGHLVROGDWL
(Keene, 1978). Nellagosto del 1938 il governo deliber dunque
in favore della partecipazione degli scrittori al progettato attacco
D+DQNRZWXWWLFRORURDFXLIXFKLHVWRGLUHFDUVLLQ&LQDFRQOD
sola eccezione di Yokomitsu Riichi (1898-1947), si dichiararono
HULGLVHJXLUHOHWUXSSHGDWWDFFR9LHQHFRVuFRVWLWXLWRLOFRVLG-
detto 3HQEXWDL, il battaglione delle penne, e Hayashi divenne
uno dei suoi membri pi attivi ed entusiasti. Nel novembre del
1938 sbarc dunque a Shanghai e stando a un aneddoto riporta-
WRGDWXWWLLVXRLELRJUDLQIXULDWDSHUFKpODVXDULYDOH<RVKL\D
Nobuko (1896-1973), era stata scelta dal 0DLQLFKLVKLQEXQ per
UPDUHLOUHSRUWDJHVXOODSUHVDGL+DQNRZDSSHQDPHVVRSLHGH
in Cina, abbandon il 3HQEXWDL per salire su un camion dell$-
VDKLVKLQEXQdiretto al fronte. Fu la prima donna giapponese a
entrare nella citt dopo la sua caduta, cos comera successo lan-
no prima a Nanchino. L$VDKLVKLQEXQpubblic il resoconto del
suo viaggio nel dicembre del 1938 con il titolo 6HQVHQ (Fronte di
guerra). Un secondo resoconto, dal titolo +RNXJDQEXWDL (Il bat-
taglione nord) venne pubblicato il mese successivo dalla rivista
&KNURQ.4
4
Entrambi i lavori esprimono la stessa emozione anzi, in realt conten-
gono passaggi simili probabilmente a causa del fatto che Hayashi aveva cer-
cato di accontentare le richieste di due differenti editori. La scrittrice comunque
3DUDGLVLSHUGXWL 517
Sono convinta che, nella vita di tutti i giorni, una famiglia non
necessiti daltro che di un po di NRPHPLVR,5 per cui non ho alcun
desiderio di possedere una dimora lussuosa. Mi basta vivere la
mia vita dividendomi fra il lavoro e il divertimento. C chi mi
dice che dovrei pensare a costruirmi una casa, a fermarmi, ma io
pag a caro prezzo la sua ambizione: cade vittima della stessa epidemia di ma-
laria che aveva colpito le truppe giapponesi, anche se, a quanto pare, solo in
forma leggera.
5
Un tipo di pasta di soia fermentata, il cibo semplice per antonomasia.
518 PAOLA SCROLAVEZZA
RGLRDQFKHVROROLGHDGLHGLFDUHFDVHRDFFXPXODUHULFFKH]]H
>@7HPSRIDHURIDPRVDSHUGRUPLUHLQFDVHDEEDQGRQDWHH
dormivo bene anche quando mi coricavo sui pavimenti sporchi.
Anche adesso raro che mi buschi un raffreddore, anche se in-
dosso vestiti troppo leggeri, e non mi fa n caldo n freddo stare
VYHJOLDWXWWDODQRWWHSHUGXHRWUHJLRUQLGLODRJQLWDQWR+D-
yashi, 1977a, p. 33).
$OOLQL]LRGHJOLDQQL9HQWLTXDQGRIUHTXHQWDYRODFDVDGLVXJL
Sakae,6 mi arrovellavo senza sosta sui movimenti politici e
VXOODUWHGXUDQWHLOVRQQRHGXUDQWHODYHJOLDLOFHUYHOORPLDQ-
dava a fuoco a furia di pensare. Se non avessi avuto un minimo
di talento come scrittore e non avessi amato larte, probabilmen-
WHPLVDUHLXQLWDDOOHOHGHOPRYLPHQWRSUROHWDULR4XDQGRHUR
giovane e forse anche adesso le mie emozioni avevano qual-
cosa di selvaggio. Avevo uninnata ostinazione e non prestavo la
minima attenzione a nulla, a parte quello che volevo io. Ancora
RJJLULPDQJRIHGHOHDOORVWHVVRVWLOHGLYLWD>@+RLQWHQ]LRQH
di vivere il resto dei miei giorni sulla base delle idee nate dalle
mie consapevoli azioni (Hayashi, 1977b, p. 112).
6
VXJL6DNDHHUDXQDQDUFKLFRUDGLFDOHXFFLVRGDOODSROL]LD
dopo il grande terremoto del 1923.
3DUDGLVLSHUGXWL 519
%HQHDQFRUDVRORWUHJLRUQL
Come?
quasi Capodanno.
vero, Capodanno! Me ne ero completamente dimenticata
&RVDQHGLFL"7LSLDFHUHEEHDQGDUHD,NDKRRD1LNN"
Mah... non sono mai stata a Ikaho, ma perch no... mi piacereb-
be stare a mollo nellacqua calda. Davvero puoi venire?
S, se solo per una notte o due. Andiamo? Tomioka sentiva di
HVVHUHVRORXQDIUDJLOHDQLPDXPDQDXWWXDQWHQHOPDUHGHOOH-
ternit. Non sarebbe stato perfetto pensava in quel momento
IDUODQLWDFRQ<XNLNRIUDJOLDOEHULVSRJOLGL,NDKRIDWLVFHQWL
sullo sfondo delle montagne... (7XOuVHGXWDVRUULGHQWHLJQDUD
GHOODWXDPRUWHLPPLQHQWHSHUPDQRPLD). La osservava man-
giare i suoi tagliolini alla piastra con appetito vorace. Portava
dei minuscoli orecchini placcati in oro. I capelli neri tagliati cor-
ti, appena sopra il colletto.
Non far freddo a Ikaho?
Probabile, ma a me non importa.
Neanche a me. Yukiko era allegra, come una sposina intenta
DSURJHWWDUHODOXQDGLPLHOH,QOzLOELJOLHWWRGDYLVLWDGL.DQR
nella borsetta, prese la cipria e apr lo specchietto.
520 PAOLA SCROLAVEZZA
1RQFLVDUjQHVVXQVXLFLGLRHSSXUHLOYLDJJLRqGHVWLQDWRQ
dallinizio a deludere Yukiko, che aveva fantasticato sulla pos-
sibilit di ricomporre le divergenze con lamante. La donna si
rende conto che non c speranza, ma, invece di arrendersi rasse-
JQDWDDOULIXJLRRIIHUWRGDOODPRUWHGHFLGHGLWRUQDUHD7N\H
di andare avanti con la propria vita.
Dallaltra parte del letto cera una pila di una ventina di volumi
sulle foreste. In cima troneggiava un opuscolo in francese sulle
aree occupate dalla foresta vergine, pubblicato dalla Commis-
sione per lAgricoltura di Lang Bian, che aveva gi visto. Dove-
va essere quello che aveva scritto Da Biao, il responsabile fore-
stale. Unacuta nostalgia la colse allimprovviso. Lo prese fra le
PDQLHFRPLQFLzDJXDUGDUHOHEHOOLVVLPHIRWRJUDH/HODFULPH
scivolavano lungo le sue guance. Ogni scatto inevitabilmente
3DUDGLVLSHUGXWL 521
portava con s dei ricordi. I suoi occhi si fermarono per caso sul
ritratto di una casa di campagna nella piana di Lang Bian, cir-
FRQGDWDGDLRULGLEXJDQYLOOHDHGLPLPRVD,OPDHVWRVRSDHVDJ-
gio racchiuso fra le montagne con il lago in primo piano, ora era
per lei di indescrivibile consolazione (Hayashi, 1999, p. 179).
PLDFDVD/DOLQJXDJLDSSRQHVHKDXQDVXDSDUWLFRODUHHIFDFLD
In Francia parole semplici come QRQ e oui vengono usate da
chiunque. Ma in Giappone anche parole elementari come Vu e
QR possono essere dette in mille modi diversi. La frase KRUHWD
\RZDPLMD\XUXVKDQVHQXVKLWRXNLQDPRPL\JDMDWR7 vi-
EUDQWHGLSDUROHVWXSHQGHLOJLDSSRQHVHqXQDOLQJXDFKHQRQq
inferiore a nessunaltra (Hayashi, 1977a, p. 37).
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
7
La bellezza della frase consiste nel linguaggio colloquiale che usa e nei
VXRQLQRQQHOVLJQLFDWRSHUTXHVWRKRGHFLVRGLODVFLDUODLQJLDSSRQHVH1RQ
chiaro se Hayashi cita un passaggio da qualche opera, o se ha creato lei stessa
lesempio. La lingua usata il dialetto di Onomichi.
3DUDGLVLSHUGXWL 525
VIRGINIA SICA
4XHOORGHO3DGLJOLRQHGRUR
questa limmediata e pressocch unica associazione di
idee con Ashikaga Yoshimitsu (1358-1408), III VKJXQdella ca-
sata Ashikaga di periodo Muromachi. Tuttal pi, seguono vaghi
ULIHULPHQWLDXQDSDVVLRQHSHUOHFRVHFLQHVLDVFRQQDUHLQXQD
maniacaleFKLQRLVHULH DQWHOLWWHUDP: in un mondo di tatamizza-
ti, sedeva su sedie impreziosite da intagli e lacche e cavalcava in
paludamenti cinesi. E il Kinkaku, ultimo capriccio, jIHXLOOHGRU,
gli aggetti pronunciati, la (presaga) fenice, non confermerebbe
forse questo fanatismo estetico?
Come non bastasse, generazioni di commentatori e storici non
gli hanno risparmiato critiche mordaci per le scelte di diplomazia
internazionale e per aver leso il prestigio del paese avallando un
ruolo di stato tributario della Cina. La sua passione per un mondo
pur sempre straniero, imponeva la politica del compromesso, ri-
schiava di subordinare la cultura nazionale, indirizzava in un solo
senso le scelte estetiche del Giappone.
In verit, il processo di vasto consumo di cose e idee prove-
nienti dalla Cina aveva preso avvio molto prima che Yoshimitsu
QDVFHVVHHVLLQVFULYHYDQHOTXDGURGHLFRPSOHVVLWUDIFLFXO-
turali e commerciali con il continente. Attivit che avevano gi
antefatti secolari ma che, inquadrate in momenti istituzionali, si
SRWUHEEHURFROOHJDUHDOFDVRGHO.HQFKMLGL.DPDNXUD1 (con cui
1
Il complesso zen, inaugurato nel 1253 su modello del cinese Jingshansi,
fu considerato il primo tempio in stile Song LQ*LDSSRQH+M
Tokiyori (1227-1263, reggente shogunale) aveva inviato sul continente i pro-
gettatori per rilevare il piano regolatore del monastero cinese. Nel 1325, poi,
527
528 VIRGINIA SICA
per fare fronte alle spese di ristrutturazione per i danni dellincendio del 1315,
fu patrocinata una spedizione commerciale.
2
/LVWDQ]DGLIRQGD]LRQHGHO7HQU\6KLVHL]HQML (nome integrale del mo-
QDVWHURIXLQROWUDWDDOORVKRJXQDWRGDOODEDWH0XV6RVHNL0XV.RNXVKL
1275-1351) nel 1339. Per la costruzione, avviata nel 1340, furono elargiti VKHQ
QHOOHSURYLQFHGL+\JD$ZDH7DQEDFRQJLXQWDPHQWHGDOODFDVDLPSHULDOHH
GDOORVKRJXQDWR0DSRLFKpOHGRQD]LRQLVLHUDQRULYHODWHLQVXIFLHQWLODQ-
QRVXFFHVVLYR$VKLNDJD7DGD\RVKLFRQFRUGzFRQ0XVOLQYLRLQ
Cina di navi battenti bandiera monastica, cariche di merci pregiate per realizza-
UHSURWWL/DVSHGL]LRQHSDUWLWDQHOIXVSRQVRUL]]DWDGDOORVKRJXQDWRH
GDOPHUFDQWH6KLKRQGL+DNDWD.\VK,WHQU\MLEXQHOHQDYLGHO7HQU\ML
IHFHURULWRUQRLQSDWULDODQQRGRSRFRQHQRUPLSURWWL&IU&ROOFXWWp.
'LOuDSRFRSDUWLURQRDOWUHQDYLFRQLYHVVLOOLGHO7HQU\MLLQVWDXUDQGR
XQRUHQWHFRPPHUFLRFRQOD&LQDFRQOHVSRUWD]LRQHGL]ROIRVSDGHYHQWD-
JOLGLSLQWLPRQHWDLQUDPHHOLPSRUWD]LRQHGLYDULRFRQLRSLDQWHRIFLQDOL
libri, sete, vasellame, esemplari di pittura continentale a inchiostro. In breve
LO7HQU\MLIXQ]LRQzFRPHVHGHFHQWUDOHGLFRPPLVVLRQHHVPLVWDPHQWRGHOOH
merci provenienti dal continente.
<RVKLPLWVXLO0DJQLFR 529
3
I Gozan (Cinque Monti) erano sorti progressivamente dal periodo
Kama-kura su ispirazione della corrispondente istituzione cinese dei Wushan
,QL]LDOPHQWHQHULFDOFDYDQRLOPRGHOORGLFLQTXHFRPSOHVVLDEED]LDOLQHO
una riforma shogunale aveva ridisegnato in cinque gradi listituzione, ora de-
nominandola *R]DQMLVVDWVX(Cinque Monti e Dieci Templi), a cui aderivano, a
rotazione e secondo le volont politiche, i maggiori complessi monastici appar-
tenenti al ramo Rinzai dello Zen. Ogni grado era condiviso da due sedi mona-
VWLFKHOXQDD.\WRODOWUDD.DPDNXUDORURHPDQD]LRQLVSDUVHVXOWHUULWRULR
erano i MLVVDWVX e gli VKR]DQ (Molti Monti). Nel XV secolo, listituzione contava
pi di 300 sedi in tutto il territorio, con 11 Gozan, 60 MLVVDWVXe 230 VKR]DQ
(contro un sistema, in Cina, di 5, 10, 35).
4
Il termine indica un ritratto a mezzo busto, ma fu adoperato per riferirsi a
XQDFDWHJRULDGLULWUDWWLSLWWRULFLDQFKHDJXUDLQWHUDWDOYROWDDQFKHVFXOWRUHL
dal vero o secondo la sensibilit dellartista. I primi FKLQVcinesi varcarono i
FRQQLGHO*LDSSRQHJLjGDOVHFROR VIII ma si diffusero nellarcipelago, coe-
rentemente con lespansione della scuola Zen, dalla met del XIII. Con il tempo
il FKLQVsi diffuse in ambienti laici, anche a seguito delladozione di rituali
funerari monastici, che integravano luso di FKLQVcommemorativi. Si tratt
tuttavia di una forma ibrida, che riproponeva canoni stilistici dello \DPDWRH(la
pittura giapponese classica).
530 VIRGINIA SICA
LQIRQGRVLqVHPSUHGHWWRDEEDVWDQ]DPDOH>@3RLFLVLq
messa la stessa critica letteraria, la quale lo ha molto ridimensio-
QDWRFRPHVFULWWRUHHFRPHLQWHOOHWWXDOH(LQQHVRQRDUULYDWLJOL
storici delleconomia a dimostrarci che, tutto sommato, il nostro
non era nemmeno un granch come economista (Cardini, 1992,
p. 285).
/DSROLWLFDLQWHUQD
<RVKLPLWVXQDVFHQHOQHOSLHQRGHOODQQRVRFRQLWWR
GHO1DQERNXFKFKHYHGHGXHFRUWLLPSHULDOLUHFODPDUHODOH-
gittimazione dinastica, su uno scacchiere di alleanze, offensive e
attentati trasversali.
Il padre, Ashikaga Yoshiakira (n. 1330), muore nel 1367 e a
Yoshimitsu conferito il titolo di VKJXQ a soli nove anni, con
XQDFHULPRQLDWHQXWDGDOODEDWHGHO7HQU\ML6KXQRNX0\KD
(1311-1388). Data la minore et, il EDPELQRqDIGDWRDONDQUHL(o
NDQU\, assistente allo VKJXQ+RVRNDZD<RUL\XNL
SHUFKpVLDLVWUXLWRQHOOHPDQVLRQLFKHORDWWHQGRQRORVKJXQ
PRUHQWHLQIDWWLULSRQHYDQHOJOLRRJQLVXDVSHUDQ]DGLFRQVR-
lidamento del potere Ashikaga. Non si sbagliava: diversamente
5
$VKLNDJD<RVKLPLWVX], attribuito ad Asukai Masachika (1417-1490), e
0XV6RVHNLFKVHQWUDPELFRQVHUYDWLDO-WHQNDNXELMXWVXNDQGHOOR6K
NRNXMLGL.\WR
<RVKLPLWVXLO0DJQLFR 531
6
Uno studio sulla complessit del ruolo degli VKXJR e sulle interpretazioni
dello KDQ]HL condotto da Wintersteen (1988).
532 VIRGINIA SICA
VWRORURGLPDQWHQHUHXQDUHVLGHQ]DSULQFLSDOHD.\WRHTXHVWR
imped di stringere ulteriori legami e alleanze con le famiglie
PLOLWDULQHOOHSURYLQFHGLORURFRPSHWHQ]DDQ]LVLLPSRVHXQ
forzato assenteismo, costringendoli a servirsi di rappresentanze
locali. implicito che, a lungo andare, questa strategia avrebbe
RULJLQDWRIRU]HFHQWULIXJKHFRPHqDQFKHYHURFKHODPRUIRORJLD
del EDNXIX continu a essere disegnata dal delicato equilibrio fra
la casata shogunale e una dozzina di VKXJR. Ma merito di que-
sta strategia sarebbe stato il progressivo controllo delle province
RFFLGHQWDOL+RQVKPHULGLRQDOHH.\VKFKHFRVWLWXLYDQRXQD
voce importante della nuova economia, fatta di comunicazione
FXOWXUDOHHWUDIFLFRPPHUFLDOLFRQOD&LQD0LQJ
La riduzione del numero degli VKXJR, invece, fu raggiunta con
le campagne militari. Nel 1379, Yoshimitsu represse la rivolta
di Toki Yoriyasu (1318-1387), VKXJRGL0LQR2ZDULH,VH1HO
FRQVFzJUDQSDUWHGHLEHQLGHOODFDVDWD Yamana (che ave-
YDDWWDFFDWR.\WR/DQQRVXFFHVVLYRPHWWHYDXQSXQWRIHUPR
DOOHJXHUUHGHO1DQERNXFKXIFLDOL]]DQGRODQHGHOSURFHVVR
GLULXQLFD]LRQHGHOOH&RUWLGHOVXGHGHOQRUG/DULXQLFD]LR-
ne, come noto, si basava sullaccordo che sul seggio imperiale si
sarebbero alternati i legittimi discendenti delle due linee dinasti-
che. altrettanto noto che la linea di sangue della Corte del sud
(QDQFK) non avrebbe mai visto il proprio turno, perch il com-
promesso non fu rispettato nelle generazioni a venire.
Ma in considerazione della risoluzione degli estenuanti con-
LWWLFKHVLHUDQRVXVVHJXLWLGDOHGHOODJUDYLWjFKHXQDVFLV-
sione dinastica rappresentava per la sacralit imperiale, lazione
di Yoshimitsu fu un vero capolavoro diplomatico, oltre che mi-
litare. Il che ricorda il potere di convincimento di Lorenzo de
Medici nella consultazione del 1479-1480 con Ferdinando I dA-
ragona Re di Napoli (Don Ferrando, 1423-1494) contro Sisto IV,
con la pace siglata nel 1486.
6WUDWHJLFDIXDQFKHODFROORFD]LRQHQHOGL6KLEXNDZD
Mitsuyori (1372-1446) come .\VK WDQGDL. Tre anni dopo, il
controllo sulle coste del Mare del Giappone si completava con la
VRWWRPLVVLRQHGHOOLQVXERUGLQDWRXFKL<RVKLKLUR
<RVKLPLWVXLO0DJQLFR 533
/DSROLWLFDHVWHUDIUDDFFRPRGDPHQWLPDQLHULVPLHLQJH
UHQ]HWDODUL
7
3DQRUDPDFRPSOHWRGHLWUDIFLPDULWWLPLIUD*LDSSRQHHFRQWLQHQWHqIRU-
nito da von Verschuer (2010).
534 VIRGINIA SICA
8
Gli autori evidenziano per che non si tratt di iniziative del EDNXIX. Le
relazioni diplomatiche, infatti, risentivano delle interferenze di altri poteri. In
TXHJOLDQQLLOFDUWHJJLRFRQOD&LQDQRQHUDUPDWRGDOORVKJXQ, ma dal prin-
FLSH.DQH\RVKLPJOLRGHOOLPSHUDWRUH*R'DLJR>@GHOOD
Corte del sud) e poi dallo VKXJRXFKL<RVKLKLURFKHIXQRDOIUDL
maggiori alleati e consulenti del EDNXIXnei rapporti con Cina e Corea. Solo
dal 1399 in poi Yoshimitsu avrebbe seguito personalmente la corrispondenza
diplomatica con la Cina. von Verschuer (2007, pp. 262-264 e nota 6) riporta che
+DVKLPRWR<FRQVLGHUDWDOLPLVVLRQLGHLIDOVLHVVHQGRLQUHDOWjGHOHJD]LRQL
commerciali private, recanti lettere governative contraffatte.
<RVKLPLWVXLO0DJQLFR 535
6LUHVLUHODFRXURQQHYDXWELHQXQHPHVVHDXVVLXQHHVSpH
de connestable donne un vieil routier de guerre merite bien
de desguiser pour un temps sa conscience et de feindre destre
grand catholique (Fournier, 1855, p. 173). 9
9
Pronunciata dal duca di Sully Massimiliano di Bthune, ministro di Enrico
IV di Borbone, Re di Navarra e Re di Francia (1553-1610) in /HV&DTXHWVGH
ODFFRXFKpH, di anonimo (1622). La tradizione popolare avrebbe poi attribuito
a Enrico IV Paris vaut bien une messe, in risposta a chi gli faceva presente
che diventare cattolico era condizione imprescindibile per ottenere la corona
di Francia.
<RVKLPLWVXLO0DJQLFR 537
5LQDVFLPHQWRHGLQDPLVPR
10
In merito alleconomia di periodo Muromachi e al suo dinamismo, cfr.
Mazzei (1979).
11
Uno studio puntuale e coinvolgente sugli aspetti del sistema creditizio
condotto da Gay (2001).
<RVKLPLWVXLO0DJQLFR 539
/DEHOOH]]DFRPHDOOHJRULDGLPRGHUQLWjSROLWLFRFXOWXUDOH
'DOHQWDQWRFKHULYHVWuODFDULFDGLVKJXQ, Yoshi-
PLWVXULVLHGHWWHD.LWDNML0XURPDFKLTXDUWLHUHGHOODFDSLWD-
le, nel Muromachidono. La residenza sorgeva sulle rovine del
Saionji e di una precedente dimora gentilizia, il Kitayamaden (o
Kitayamadono, o Kitayamadai).
Per i lavori di riadattamento dellantica dimora e della te-
nuta, Yoshimitsu convoc dalla regione del Kinki sedici mastri
carpentieri e pi di venti tecnici specializzati: il nuovo GHVLJQ
DYUHEEHLQFOXVRXQODJRDUWLFLDOHFUHDWRFRQYRJOLDQGROHDFTXH
GHO.DPRJDZDHXQJLDUGLQRWDOPHQWHOXVVXUHJJLDQWHFKHSUHVWR
la residenza fu soprannominata +DQDQRJRVKR (Residenza dei
RUL/HGLVSRVL]LRQLSHUODUHVLGHQ]DVKRJXQDOHULFRUGDQRLQ
modo sorprendente i dettami per la Villa di Careggi di Lorenzo,
conformi alla trattazione di Leon Battista Alberti (1404-1472),
FKHFRQWHPSODYDLQXQJLDUGLQRGLVWHVHGLSUDWLRULWLFDPSD-
gne soleggiate, boschi ombrosi e freschi, sorgenti e ruscelli lim-
pidissimi, specchi dacqua ove bagnarsi e dove si concretasse
LOGHOLFDWRHTXLOLEULRIUDQDWXUDHFXOWXUDVSRQWDQHLWjHDUWLFLR
QDWXUDOLDe DUWLFLDOLD (Stanzani, 1998, p. 276).
Nel 1383, in prossimit della tenuta residenziale, si avviarono
LODYRULGHOOR6KNRNXMLLO0RQDVWHURGHLSDHVLULFRQFLOLDWLYR-
OXWRGD<RVKLPLWVXLQDXVSLFLRGHOODQHGHO1DQERNXFK&RPH
NDLVDQIRQGDWRUHXIFLDOHEHQFKqSRVWXPRIXGHVLJQDWR0XV
6RVHNLHSULPRDEDWHGHOPRQDVWHURIX6KXQRNX0\KDLOSUH-
ODWRFKHDYHYDRIFLDWRLULWXDOLGLLQYHVWLWXUDGL<RVKLPLWVXFRPH
VKJXQ. /R6KNRNXMLVDUHEEHVWDWRFURQRORJLFDPHQWHOXOWLPR
GHL*R]DQDHVVHUHHGLFDWR
Ben presto, poich vantava linea di discendenza dottrinaria
GL0XVHWURYDQGRVLLQVRVWDQ]DHQWURLFRQQLGHOODUHVLGHQ]D
shogunale, il monastero non manc di esercitare forti pressioni
politiche ed economiche. Sin dal 1379, presso la residenza era
VWDWRLQDXJXUDWROXIFLRGHOWHQNDVURNX6RYULQWHQGHQ]DGHL
demani ecclesiali), pertinente lamministrazione dei GozanMLV-
VDWVXHLOSULPRDULFRSULUHODFDULFDHUDVWDWR6KXQRNX0\KD
540 VIRGINIA SICA
12
Nel 1403 un fulmine lavrebbe rasa al suolo e non sarebbe pi stata rico-
struita.
13
Lo VKLQGHQ]XNXUL fu il primo stile residenziale aristocratico (VKLQGHQ,
corpo centrale), risalente al periodo Nara (710-794) e nuovamente in voga in
SHULRGR0XURPDFKLLQSHULRGR.DPDNXUDHUDVWDWRVRSSLDQWDWRGDOEXNH]XNXUL
VWLOHGHOODQRELOWjPLOLWDUHGLPDJJLRUVREULHWjHPHQRYLQFRODWRDLQXHQ]H
FLQHVLLONDUD\ (stile della Cina) spesso omologato allo ]HQVKEXWVXGHQ
<RVKLPLWVXLO0DJQLFR 541
16
Oggi larchitettura entro la tenuta del Rokuonji, nato da una sezio-
QHGHOOR6KNRNXMLGDFXLDQFRUDGLSHQGHDPPLQLVWUDWLYDPHQWHDOODPRUWH
GL<RVKLPLWVXHSHUYROHUHGHOJOLR<RVKLPRFKL,OPRQDVWHURSUHVHQRPHGDO
nome postumo buddhista di Yoshimitsu, Rokuon, ma noto pi comunemente
come Kinkakuji (Tempio del Padiglione doro).
17
La collezione degli Ashikaga vantava una lunga storia, che risaliva a
+M7RNLPXQHLOTXDOHVHFRQGRLO%XWVXQLFKLDQNXPRWVXPRNX-
URNX (Catalogo dei tesori del Butsunichian, 1320, noto anche come .XEXWVX
PRNXURNXSRVVHGHYDFDOOLJUDHRJJHWWLGLUDURDUWLJLDQDWRGLSLQWLDVRJJHWWR
profano e religioso, di cui la maggior parte FKLQV/DFROOH]LRQHHUDSRLFRQX-
ita in quella degli Ashikaga.
18
Quanto rimane oggi della collezione elencato e commentato in Arima
(1984).
19
3HUDSSURIRQGLPHQWLLQPHULWRFIU+DOO7R\RGDSS
188-190).
<RVKLPLWVXLO0DJQLFR 543
JLXQJHUHQHOODUHVLGHQ]DWUHGLFLHGLFLGLFXLXQLQWHURSDOD]]RGL
otto piani, con leoni cinesi in oro, come alloggio per limpera-
tore.20 In anticipo sui tempi, fece piantare VDNXUDFKHRULVVHURLQ
marzo e fece spargere cinque tipi di sabbia colorata, abbellendo i
PDUJLQLGHLYLDOLFRQRULFKHULFKLDPDVVHURODULOXFHQ]DGHOORUR
e dellargento.
Ma lex VKJXQ mor prima della visita imperiale, chiedendo
VXOOHWWRGLPRUWHDOJOLRGLLQWHUURPSHUHLUDSSRUWLFRQOD&LQD
(Papinot, 1972, p. 31).
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
20
Fino al 1420, anno della morte della vedova di Yoshimitsu, le strutture
monasteriali rimasero intatte al loro posto. In seguito, furono trasferite e rias-
semblate presso altri complessi e molte donate al Nanzenji e al Kenninji.
544 VIRGINIA SICA
MARCO SIMEONE
>@&UHGRFKHEHQHRPDOHODPLDRSHUDVLDXQDGLTXHOOHFKH
pu vivere per cento anni. Bench attualmente cerchi di impe-
dirlo, dopo la mia morte avr un grande successo. Penso che,
lasciando da parte il passato, autori che hanno avuto un simile
destino nel campo della narrativa dallera Meiji in avanti, siano
2]DNL.\1DWVXPH6VHNLHSRLIRUVHLRVWHVVR1DND]DWR
1934, p. 4).
1
Fra le opere pi recenti sul 'DLERVDWVX WJH, mi limito a segnalare
Takahashi (2001), Narita (2006) e Noguchi (2009).
545
546 MARCO SIMEONE
2
Lavversione dellautore per letichetta WDLVKEXQJDNX deriva dalla sua
convinzione che il paradigma MXQEXQJDNXWDLVKEXQJDNX fosse stato creato
dallindustria pubblicitaria, e che gli intellettuali e i membri del EXQGDQ laves-
sero ingenuamente adottato e diffuso senza che nessuno riuscisse a distinguere
la differenza tra letteratura pura e di massa. Si veda a riguardo il saggio dellau-
tore <RZDWDLVKVDNNDQLDUD]X (1934).
3
Sebbene la prefazione non comparisse nei volumi che lautore stamp
privatamente nel 1918, essa stata inclusa in tutte le ristampe successive al
1921. Cfr. Hashimoto (1967, p. 249).
*OLHVRUGLGL1DND]DWR.DL]DQ 547
4
La famiglia di Kaizan, che ricavava il proprio sostentamento dal raccolto
GHLFDPSLIXURYLQDWDGDOODSROLWLFDGHD]LRQLVWLFDGHOODOORUD0LQLVWURGHOOH
Finanze Matsukata Masayoshi (1835-1924). Cfr. Takemori (1994, pp. 8-9).
5
'DWDOXQLFULWLFLGHQLWDFRPHDPRUHSODWRQLFR&IU,WS
548 MARCO SIMEONE
6
La traduzione fu con ogni probabilit basata sulla versione inglese del
romanzo, non conoscendo Kaizan il francese (Yanagi, 1993, pp. 3-4).
*OLHVRUGLGL1DND]DWR.DL]DQ 549
>@&UHGRIHUPDPHQWHQHOOHYHULWjGHOVRFLDOLVPR7XWWDYLDOH
mie motivazioni di fondo erano sbagliate: non sono diventato
socialista per un mio desiderio di aiutare, sostenere o amare il
prossimo, ma sono piuttosto stato spinto verso il socialismo
dallodio e dalla rabbia dentro di me (Ozaki, 1972, p. 20).
/DGHFLVLRQHGHQLWLYDGLDEEDQGRQDUHLOPRYLPHQWRVRFLD-
lista viene messa per iscritto da Kaizan nel dicembre del 1905,
con la pubblicazione sulla rivista 6KLQFK del saggio 6QHQQRML
(Parole per salutare lanno vecchio):
'XHHYHQWLPLKDQQRVSLQWRLQQHDGDEEDQGRQDUHGHQLWLYD-
PHQWHLOVRFLDOLVPR>@,OSULPRIXODULYROWDD7N\6RQR
stato testimone in prima persona dei disordini provocati da una
folla agitata, e mi sono reso conto che la forza bruta scaturita da
una folla di uomini va temuta pi della furia di una belva selvag-
gia. In quel momento ho visto il pericolo costituito da una massa
capace di atti di violenza insensata in nome della giustizia, e
lestremo rischio insito nei piani dei socialisti, che sperano di
attuare il loro credo attraverso la forza della moltitudine. Laltra
motivazione fu la lettera che il Conte Tolstoj ha inviato alla casa
editrice Heiminsha (Ozaki, 1972, p. 21).
7
6FULWWRUHHIRQGDWRUHGHOPRYLPHQWR0XN\NDL (lett. senza chiesa), che
sosteneva la possibilit di una fede svincolata da istituzioni religiose e sacra-
PHQWL'LYHQQHSHU.DL]DQXQDJXUDFXLULYROJHUVLSHUULFHYHUHFRQVLJOLWDQWR
che nel saggio <RJD]DQJH, lautore riporter le parole illuminanti ricevute da
8FKLPXUD.DQ]FKHJOLFRQVLJOLzGLDQQRWDUHVHPSUHIHOLFLWjHJUDWLWXGLQH
QHLVXRLVFULWWLHGLUDOOHJUDUVLVHFRQHVVLUHFDYDVROOLHYRDOODQLPRDQFKHGL
una sola persona. (Ozaki, 1972, p. 20).
*OLHVRUGLGL1DND]DWR.DL]DQ 551
Socialism has for its aim the satisfaction of the meanest part of
KXPDQQDWXUHKLVPDWHULDOZHOOEHLQJDQGE\WKHPHDQVLWSUR-
SRVHVFDQQHYHUDWWDLQWKHP7KHWUXHZHOOEHLQJRIKXPDQLW\LV
VSLULWXDOLHPRUDODQGLQFOXGHVWKHPDWHULDOZHOOEHLQJ$QG
this higher goal can be attained only by religious, i.e., moral
SHUIHFWLRQRIDOOWKHXQLWVZKLFKFRPSRVHQDWLRQVDQGKXPDQLW\
>@,NQRZWKDWWKLVPHWKRGVHHPVWREHOHVVH[SHGLHQWWKDQVR-
cialism and other frail theories, but it is the sole true one (Chris-
tian, 1978, pp. 645-646).8
9HUVRODQHGHO.DL]DQDEEDQGRQzODSURIHVVLRQHGL
insegnante e divent redattore per il 0L\DNRVKLQEXQ. Nel dicem-
bre del 1909 gli si present lopportunit di scrivere un roman-
zo dappendice, essendo lo scrittore incaricato, Watanabe Katei
(1865-1926), momentaneamente impossibilitato a completare
+RULEH<DVXKHL(Horibe Yasuhei). Kaizan accett volentieri lin-
8
/DOHWWHUDGL7ROVWRMFRPHTXHOODGL$EH,VHUDQRVFULWWHLQLQJOHVH&IU
Yanagi (1993, p. 2).
552 MARCO SIMEONE
E tu, che ora soffri, tu che ora piangi, tu che ora ti lamenti, non
GLVSHUDUWLGHYLVRORSRUWDUHSD]LHQ]DHDWWHQGHUHODUULYRGHOOD
SULPDYHUD1RQVRQRIRUVHLRULGHOODFRPSDVVLRQHVERFFLDWL
persino nel crudele, cuore di Magoemon, gelido come ghiaccio?
(Ozaki, 1971, p. 501).
/DUDIJXUD]LRQHGHOORSSRVL]LRQHSRSRODUHDOORSSUHVVLRQH
delle forze capitaliste mostra come Kaizan, pur avendo abban-
GRQDWRLOVRFLDOLVPRQRQDEELDFKLXVRLOVXRFXRUHDOODGLIFLOH
FRQGL]LRQHGHOOHFODVVLXPLOL/HULJKHQDOLVRSUDULSRUWDWHVHP-
EUDQRULVSHFFKLDUHOHVRUWD]LRQHULFHYXWDGD8FKLPXUD.DQ]D
UHFDUHVROOLHYRVSLULWXDOHDLOHWWRULSHUPH]]RGHOODQDUUDWLYDLO
trionfo della compassione per il proprio simile dimostra inoltre
OLQXHQ]DGL7ROVWRM
9
I romanzi pubblicati sul 0L\DNRVKLQEXQ venivano sovente rappresentati
a teatro: era il risultato degli stretti legami, sviluppati nei primi anni di vita del
quotidiano, fra gli impiegati del giornale e coloro che lavoravano nel settore
dellintrattenimento. Cfr. Hijikata (1991, p. 11).
554 MARCO SIMEONE
OHSDUROHFKHOXRPRKDPDLVFULWWRVRQRGHVWLQDWHDQLUHFRVu
(Ozaki, 1972, p. 29).10
10
Li Bai (701-762) e Gao Qi (1336-1374) sono due poeti cinesi estrema-
mente popolari in Giappone.
*OLHVRUGLGL1DND]DWR.DL]DQ 557
QHFKHDVSHWWDLULYROWRVLHTXHVWRDJJLXQJHXQWRFFRGLRVFXUR
fatalismo alla storia.
Disperazione e fatalismo si ritrovano, accompagnati da
un crescente pessimismo, anche nei successivi romanzi 0XUR
QR \MR (Le cortigiane di Murotsu, 1911-1912) e 0RQJDNX
(Mongaku, 1912-1913) che mostrano, oltre a un evidente ten-
WDWLYRGHOODXWRUHGLUDIJXUDUHSHUVRQDJJLSLFRPSOHVVLODVXD
volont di trascendere il principio moralista del NDQ]HQFKDNX
ereditato da Bakin, che caratterizz la narrativa e la trascrizione
dei NGDQGHOWDUGRSHULRGR0HLMLHLQL]LR7DLVK4XHVWRQRQ
vuol dire che lautore abbandoni completamente tematiche mo-
raleggianti, personaggi stereotipati e espedienti scontati a livello
GLWUDPDFRPSDLRQRVHPSUHHURLQRELOLHVSLHWDWLFDWWLYLWXWWDYLD
il tentativo di introdurre personaggi pi complessi e una variet
di temi religiosi dalla compassione ispirata dal cristianesimo
alla nozione buddhista di impermanenza chiaro indice di un
graduale passaggio alla creazione di opere narrative pi intrica-
te, passaggio gi visibile in .\DQRJLMLQ. L Kaizan introdusse,
DWWUDYHUVRODUDIJXUD]LRQHGHOOHD]LRQLGHLPRQDFLGHO.]DQML
una nozione di violenza pi complessa e sadica rispetto al giusto
sdegno dei contadini sfruttati dal mercante Magobei in .ULQR
KDQD, il cui messaggio di speranza cede il passo al fatalismo pes-
simista dei romanzi successivi, che a loro volta avrebbero prepa-
rato il terreno al 'DLERVDWVXWJH.
Se .ULQRKDQD, .\DQRJLMLQ e 6KLPDEDUDM ancora pre-
sentano una simpatia di fondo per le idee socialiste, ruotando le
loro trame attorno alla ribellione di gruppi oppressi contro i loro
aguzzini, il 'DLERVDWVXWJH non costruito attorno al tema cen-
WUDOHGHOODORWWDGHOSRSRORFRQWURLOSRWHUHDVVROXWLVWDSLXWWRVWR
lopera cattura lo spirito della rivolta e lo traspone nella violenza
HQHOQLFKLOLVPRGHOSURWDJRQLVWD7VXNXH5\QRVXNHFDSDFHGL
azioni del tutto svincolate da norme morali o codici sociali esi-
VWHQWLVSDGDFFLQRWHQHEURVRLQIDOOLELOH>@SURGRWWRGLXQDVR-
ciet ancorata ai valori feudali che sistematicamente nega questi
ideali (Orsi, 1985, p. 171).
558 MARCO SIMEONE
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
ROBERTA STRIPPOLI
1
6LYHGDDGHVHPSLRLOWHOHOP<RVKLWVXQH (NHK Taiga Drama, 2005), nel
quale Benkei interpretato dal popolare attore Matsudaira Ken.
561
562 ROBERTA STRIPPOLI
,O0XVDVKLEHHQJL
2
Una lista parziale delle versioni conosciute del %HQNHLPRQRJDWDUL in
Tokuda (2002, pp. 435-436 e pp. 279-280). Sugli RWRJL]VKL si veda Strippoli
(2001).
3
Conosciuto anche come .DQPRQQLNNL, il diario di Fushimi no Miya
Sadafusa (1372-1456).
4
Il titolo 0XVDVKLEHHQJL non appare nel manoscritto: stato aggiunto
(forse in un secondo momento) sul coperchio della scatola di lacca che lo con-
tiene. Riproduzioni a colori della maggior parte delle illustrazioni sono conte-
QXWHLQ+LUD\DPD.RED\DVKL3HULOWHVWRVLIDFFLDULIHULPHQWRD7RNXGD
(1992, pp. 200-287). Una traduzione in francese del testo in Sieffert (1995).
%HQNHLHL7DLUD 563
+XPRXUHOLHWRQHQRQVRQRDIIDWWRUDULQHJOLRWRJL]VKL.
Tuttavia la prima volta che Benkei viene presentato come un
personaggio comico. La sua vicenda, legata a quella di Yoshitsune
(1159-1189) e raccontata in altri testi medievali come il Gikeiki
(Cronaca di Yoshitsune, XV secolo) e le opere del teatro Q, di
carattere decisamente tragico. Nel GikeikiODQHGL<RVKLWVXQHH
Benkei, braccati dagli uomini di Minamoto no Yoritomo (1147-
1199) che li crede dei traditori, descritta in dettaglio. Quando i
fuggitivi si rendono conto di non avere pi scampo, Benkei deci-
de di rimanere indietro per tenere il nemico impegnato, cos che
Yoshitsune possa avere il tempo di eseguire un suicidio ritua-
OH%HQNHLPXRUHWUDWWRGDIUHFFHVFDJOLDWHGDOORVWHVVRFDVDWR
militare che solo pochi anni prima aveva con lui trionfato sugli
arcinemici Taira (Kajihara, 1972, pp. 481-489).
Il teatro QDPSOLFDLOFDUDWWHUHGUDPPDWLFRGHOODYLFHQGD
di Yoshitsune e Benkei. Ad esempio, il Q )XQD%HQNHL (Benkei
sulla nave, tardo XVVHFROR.R\DPD6DW6DWSS
448) mostra uno Yoshitsune dallaspetto infantile, completamen-
te dipendente dalle decisioni di Benkei e schiacciato tra i fanta-
smi del passato (lo spirito di un guerriero Taira che scatena una
WHPSHVWDHODFHUWH]]DGLXQDQHRUPDLYLFLQD
Il 0XVDVKLEHHQJL, al contrario del Gikeiki e dei vari Q ap-
partenenti al ciclo di Yoshitsune, da tutti i punti di vista unope-
ra comica, congegnata per intrattenere piacevolmente i lettori o
gli ascoltatori. Come in altri testi di letteratura giapponese medie-
vale, leffetto comico ottenuto tramite battute argute di natura
intellettuale, ma anche e soprattutto grazie allimpiego di azioni
violente ed esagerate, nonch riferimenti a parti del corpo, handi-
cap, et e classe sociale. In particolare, in questo testo si ride per
il modo idiosincratico in cui Benkei pratica la fede buddhista e,
QHOODSDUWHQDOHLOPRGRLQFXLVLIDJLRFRGL.L\RPRULHGLDOWUL
leader del casato Taira.
I primi due maki del 0XVDVKLE H HQJL narrano la nascita
soprannaturale e la giovinezza agitata di Benkei. Appena nato,
Benkei gi in grado di correre, parlare e sopravvivere da solo
in una foresta. Adottato da un benefattore, diventa un novizio
564 ROBERTA STRIPPOLI
5
Letteralmente maestro della legge, ma in realt usato per indicare un
gruppo eterogeneo di religiosi o pseudoreligiosi buddhisti. Alcuni KVKLface-
vano capo a templi e conventi, molti erano invece indipendenti e avevano una
natura itinerante, come ad esempio i ELZDKVKL, che narravano episodi dello
+HLNHPRQRJDWDUL e altre storie con laccompagnamento di uno strumento mu-
sicale simile al liuto.
%HQNHLHL7DLUD 565
%HQNHLHL7DLUD
6
Secondo la leggenda, dopo la disfatta di Minamoto no Yoshitomo nella
guerra Heiji, Kiyomori decise di salvare la vita al piccolo Yoshitsune perch
LQQDPRUDWRGHOODVXDJLRYDQHPDGUH7RNLZDJR]HQ
7
Limmagine di Benkei vestito da \DPDEXVKL deriva con tutta probabilit
dal famoso episodio della barriera di Ataka (presente nel Gikeiki e nel Q $WDND)
QHOTXDOH<RVKLWVXQHHLVXRLVHUYLWRULVLQJRQRDVFHWLLWLQHUDQWLQHOODVSHUDQ]D
di oltrepassare uno dei numerosi posti di blocco istituiti da Yoritomo.
566 ROBERTA STRIPPOLI
%HQNHLLQWHQGHDSSURWWDUHGHOODVLWXD]LRQHSHURVVHUYDUHL
Taira con calma, cos che al prossimo incontro, sul campo di bat-
taglia, egli possa riconoscerli con facilit. Lo scarso rispetto che
Benkei nutre per i Taira diviene ancor pi evidente quando il
monaco guerriero viene rimproverato per la sua postura poco or-
todossa al cospetto dei NDPLQRRQPDH (persone di status elevato)
presenti:
8
1DQED-LU7VXQHWPFD
9
I QL (manifestazioni del ERGKLVDWWYD9DMUDSQLVRQRVWDWXHGLOHJQRUDS-
presentanti giganti nerboruti e spaventosi poste allingresso dei templi come
protezione da potenziali nemici del buddhismo.
10
Lespressione usata WDNDKHLWDOHWWHUDOPHQWHJOLRPDJJLRUHGHL7DLUD
che indossa alti zoccoli (JHWD). Si tratta di un nomignolo offensivo, in quanto
%HQNHLHL7DLUD 567
6LJQRUHGL$NLH*UDQ&DQFHOOLHUH1RYL]LR%XGGKLVWD-NDL
,R6DLWQR0XVDVKLE%HQNHLVRQRLOJOLRGL%HQVKLQOLQWHQ-
dente di Kumano e colonna portante del casato Suzuki. Discendo
dallimperatore Tenji per via del Gran Consigliere di Tsutsumi
e non sono certo inferiore a costoro! Perch dovrei inchinarmi
con rispetto davanti alla loro residenza? (Tokuda, 1992, p. 266).
luso di questo tipo di JHWD era proprio delle classi sociali meno abbienti.
568 ROBERTA STRIPPOLI
,7DLUDQHOODWUDGL]LRQHOHWWHUDULDHWHDWUDOHGHOPHGLRHYR
11
Sulla natura degli RQU\JLDSSRQHVLHVXOODORURSDFLFD]LRQHWUDPLWHOD
recitazione dello +HLNHPRQRJDWDUL e la messa in scena dei drammi Q si veda
3OXWVFKRZSS
572 ROBERTA STRIPPOLI
,QYHUVLRQHHVRPPRYLPHQWR%HQNHLFRPHWULFNVWHU
12
Si veda ad esempio il Q $WVXPRUL$WVXPRUL.R\DPD6DW6DW
1960, pp. 223-234), dove lo spirito di un giovane guerriero Taira incontra il suo
FDUQHFHQHOIUDWWHPSRIDWWRVLPRQDFRULYLYHFRQOXLODSURSULDWUDJHGLDH
DOODQHORSHUGRQDQDOPHQWHOLEHURGLSDVVDUHDXQDQXRYDHVLVWHQ]D
%HQNHLHL7DLUD 573
FRQULQQRYDWDUDJLRQGHVVHUHDOODQHGHOOHIHVWLYLWj/HD]LRQLGL
Benkei contro le autorit del Giappone medievale sono numerose
nel 0XVDVKLEHHQJL Come nella visione di Bachtin, queste tra-
sgressioni non sono permanenti, bens di carattere strettamente
WHPSRUDQHRDOODQHGHOUDFFRQWRYHGLDPRORUGLQHJHUDUFKLFR
religioso prontamente restaurato con Benkei che smette di fare il
monaco itinerante per unirsi alle forze di Yoshitsune e lautorit
politica che ritrova la sua importanza con il prevalere di unauto-
rit centralizzata e assoluta, il EDNXIX di Minamoto no Yoritomo.
Un elemento che differenzia linversione nel 0XVDVKLEH
HQJL dagli eventi descritti da Bachtin che le trasgressioni di
Benkei non si limitano a un momento autorizzato e regolato
come quello del carnevale. Qui sono inaspettate, accadono sen-
za alcun preavviso, provocate da un protagonista solitario che
assume la funzione e le caratteristiche del WULFNVWHU, personaggio
proprio del folclore mondiale, particolarmente studiato nelle sue
manifestazioni nelle culture dellAfrica e del Nordamerica.13
Come tutti i WULFNVWHU Benkei inganna, gioca brutti scherzi, usa
lastuzia per disturbare e sovvertire lordine, creare scompiglio,
mandare tutto a rotoli. Di solito agisce per ottenere qualcosa, ma
a volte il suo premio semplicemente il piacere derivante dallo
spettacolo causato dalle sue azioni (Williams, 2000, pp. 1-2) La
natura WULFNVWHU di Benkei particolarmente evidente nel terzo
maki di 0XVDVKLEHHQJL, quando leroe si consegna ai militari
Taira per proteggere Keishun, il suo vecchio maestro. Bench
possa facilmente fuggire una volta che il religioso stato libera-
to, Benkei decide di restare con i Taira, facendogli credere che
riveler il nascondiglio segreto di Yoshitsune. In realt, tutto ci
che vuole fare prendersi gioco di loro, umiliarli con ironici ser-
PRQLEXGGKLVWLYLROHQ]DVLFDHXQDVSHWWDFRODUHIXJDQDOH
Il WULFNVWHU pu essere amorale e dominato da impulsi di carat-
WHUHVLFRPDOHVXHD]LRQLKDQQRVSHVVRFRQVHJXHQ]HSRVLWLYH
Cos Benkei, prendendosi gioco dei Taira, mette in discussione la
13
Recenti studi sui WULFNVWHU sono stati pubblicati da Hyde (1998) e
Campbell Reesman (2001).
574 ROBERTA STRIPPOLI
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
14
Un esempio particolarmente famoso in cui Benkei mostra queste qualit
il dramma per il teatro NDEXNL *RKLLNLNDQMLQFK (La lista preferita delle sot-
toscrizioni, XVIII secolo), che propone, in chiave comica, gli stessi contenuti del
dramma Q $WDNDmenzionato in precedenza.
%HQNHLHL7DLUD 575
ADOLFO TAMBURELLO
1
Corsivo mio.
577
578 ADOLFO TAMBURELLO
2
3HULUDSSRUWLIUDOD&RUHDHLO*LDSSRQHGXUDQWHOHSRFD7RNXJDZDFIU<L
(1985), Park (1992) e Miao-ling (1993).
580 ADOLFO TAMBURELLO
3
Opera pionieristica e ormai classica di grande incentivo agli studi quella
di Goodman (1967).
582 ADOLFO TAMBURELLO
4
Vedasi, per esempio, il programma: 'LVVHPLQDWLRQRI-DSDQHVH&XOWXUH
DQG0HDVXUHVIRU,QWHUQDWLRQDO&RRSHUDWLRQWKURXJK,QWHUQDWLRQDO&XOWXUDO
([FKDQJH.
588 ADOLFO TAMBURELLO
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
ALDO TOLLINI
/DFRQFH]LRQHGHOODOLQJXDQHOODWUDGL]LRQHGHO&KDQ=HQ
1
Pensatore buddhista indiano (ca. 150-250), fondatore della scuola
0GK\DPLNDFKHVRVWLHQHODYDFXLWjGLWXWWLLIHQRPHQL
593
594 ALDO TOLLINI
2
+XLQHQJJLDSS(QFRQRVFLXWRDQFKHFRQLOQRPHGLPDHVWUR
'DMLDQJLDSS'DLNDQRFRPHLO6HVWR3DWULDUFDGHO&KDQ=HQ
3
La concezione del doppio livello di verit insegnata nel 6WUDGHO/RWR fu
anche fatta propria dalla scuola Tendai.
/LQJXDHLOOXPLQD]LRQHOLQVHJQDPHQWRGL'JHQ 595
,QVHJQDUHOLOOXPLQD]LRQH
/DOLQJXDGL'JHQ
4
3HUXQDFODVVLFD]LRQHGHOOHVWUDWHJLHOLQJXLVWLFKHGL'JHQFIU.LP
(1985).
598 ALDO TOLLINI
&RORURFKHSHQVDQRFKHOLQVHJQDPHQWRGLN\DPXQLSHUPH]-
zo delle parole sia indeguato... non sono studenti del Buddha-
Dharma. I Buddha e i patriarchi che hanno lasciato andare il
loro corpo e mente, hanno insegnato il Dharma per mezzo del-
le parole e hanno messo in moto la ruota del Dharma (Suzuki,
1991a, p. 491).
5
Si tramanda che il Buddha storico trasmise lilluminazione al discepolo
0DKN\DSDPRVWUDQGRJOLXQRUH
600 ALDO TOLLINI
'JHQqPROWRVHQVLELOHDOODOLQJXDDRJQLSRVVLELOHVIXPD-
WXUDGLVLJQLFDWRHSRVVLELOHLQWHUSUHWD]LRQHHJOLWURYDQHOOD
HVSUHVVLYLWjGHOODHVVLELOLWjVHPDQWLFDGHOODOLQJXDVHQWLHULGL
pensiero sconosciuti che giungono ai limiti del pensiero e delle-
sperienza umana sia intellettuale sia spirituale. come se fos-
VHODOLQJXDDFUHDUHGDVHVWHVVDVHQWLHULPDLSHUFRUVLULHVVLLQ
uno specchio semantico che riproduce un labirinto. La lingua
il massimo mezzo di espressione del pensiero e il pensiero il
massimo mezzo di espressione della lingua (o dellinterpretazio-
ne e creazione della lingua). La lingua la matrice della nostra
HVSHULHQ]DSHUFLzSHU'JHQOLQJXDHD]LRQHOLQJXDHSHQVLHUR
non sono separati. Nel capitolo 6DQVXLN\ (6WUD delle monta-
JQHHGHLXPLVLGLFH&KHSHFFDWRFKHHVVLQRQVDQQRFKHLO
pensiero parole e frasi, che non sanno che parole e frasi
liberano il pensiero (Suzuki, 1991a, p. 320).
Il mondo dei fenomeni, in quanto illuminazione, la dimen-
sione della manifestazione, cio dellespressione. Il nostro com-
SLWRqTXHOORGLGDUHVHQVRDOPRQGR/DULFHUFDGHOYHURVLJQL-
FDWRqXQSXQWRFHQWUDOHQHOSHQVLHURGL'JHQ,IHQRPHQLVRQR
ODGLPHQVLRQHGHOODPLULDGHGHLSRVVLELOLVLJQLFDWLOLQWULFDWD
IRUHVWDGRYHDQGDUHLQFHUFDGHOYHURVLJQLFDWRQDVFRVWRDOOD
vista.
Le espressioni linguistiche (al pari di ogni altra manifestazio-
QHQRQKDQQRXQVLJQLFDWRXQLYRFRHGHQLWRPDVRQRDSHUWH
allinterpretazione e alla scoperta ogni volta di nuovi livelli di
VLJQLFDWR3HUTXHVWRQRQFLVLGHYHDFFRQWHQWDUHGLOLPLWDUVLDO
VLJQLFDWRVXSHUFLDOHRFRQYHQ]LRQDOHPDGRYUHPPRDQGDUH
FRQWLQXDPHQWHDOODULFHUFDGLQXRYLVLJQLFDWLSRLFKpFRVuID-
cendo troveremo livelli sempre pi profondi del senso delle cose.
'JHQFRQVLGHUDLWHVWLFRPHGHLFRQWHQLWRULGHOYHURLQVHJQD-
mento, sebbene essi debbano essere interpretati nel modo cor-
retto. Egli fornisce parecchi esempi di corretta interpretazione
dei testi per mezzo di strategie linguistiche molto particolari (e
talvolta al limite della comprensibilit). Detto altrimenti, i testi
antichi spesso non sono di per s evidenti e anche i brani pi di-
scorsivi e apparentemente ovvi, possono contenere insegnamenti
/LQJXDHLOOXPLQD]LRQHOLQVHJQDPHQWRGL'JHQ 603
'JHQFUHGHQHOODIRQGDPHQWDOHLGHQWLWjWUDOLQJXDHLOOXPL-
nazione, o meglio, considera la lingua una delle manifestazioni
dellilluminazione. Se siamo in grado di percepire lillumina-
zione nella vita quotidiana, allora saremo illuminati. Allo stesso
modo, se siamo in grado di vedere nella lingua ordinaria ci che
normalmente non viene notato, allora essa esprime lillumina-
zione. Il problema non quello di creare una lingua differente,
quanto piuttosto il compito quello di svelare lilluminazio-
ne dentro lillusione e di svelare la lingua dellilluminazione
GHQWURODOLQJXDRUGLQDULD6YHODUHVLJQLFDYHGHUHTXDQWRq
QDVFRVWRRQRQIDFLOPHQWHYLVLELOHVHEEHQHSUHVHQWH6LJQLFD
6
Divinit dellinduismo.
604 ALDO TOLLINI
4XLQGLODULFHUFDGHOVLJQLFDWRGHYHHVVHUHFRPSLXWDSULPDGL
tutto nella lingua, poich essa lintermediario della rappresen-
tazione del mondo. Laccesso diretto al mondo dei fenomeni, al
WDWKJDWD, si realizza quando oltrepassiamo la barriera della lin-
gua in quanto espressione mediata e indiretta, quindi della sua
funzione referenziale, e la vediamo e usiamo come diretta espres-
VLRQHGHLIHQRPHQL'JHQQHOFDSLWROR0LWVXJRGLFH6WXGLDUH
QRQVLJQLFDFDSLUHVXELWRWXWWRPDVIRU]DUVLGLLQGDJDUHRJQL
cosa in dettaglio, centinaia e centinaia di volte. Dedicarsi al com-
pito di tagliare qualcosa di molto duro (Suzuki, 1991a, p. 490).
&RVuFRPHSHU'JHQODSUDWLFDqODULFHUFDGHOODYLVLRQHGHL
fenomeni come illuminazione, lo studio della lingua la ricerca
della parola che conduce alla percezione dellilluminazione.
Sebbene non ci sia alcuna distinzione tra lingua convenzionale e
lingua dellilluminazione a livello della persona illuminata (cio
a livello della verit assoluta), per gli esseri ordinari (cio a livel-
lo della verit relativa), la lingua usata in modi non convenziona-
li pi facilmente percepita come una breccia nella dimensione
GHOOLOOXVLRQH3HUTXHVWRPRWLYR'JHQVSHVVRXVDXQDIRUPDGL
lingua non convenzionale, la quale tuttavia, non XS\D, ovvero
un abile mezzo, ma una diretta manifestazione dellillumina-
zione.
Nel capitolo =D]HQVKLQ (Stimolo per lo ]D]HQ'JHQGLFH
$OQHGLLQYHVWLJDUHOHFDUDWWHULVWLFKHGHOODUHDOWjROWUHDYHGHUH
le cose rotonde e quadrate, bisogna considerare tutte le possibi-
lit di forma di mari e montagne che sono tante e si deve sapere
che esiste un mondo che si estende in tutte le direzioni. E non
cos solo per il mondo che ci circonda, ma anche per ci che ci
riguarda e per ogni singola goccia (Suzuki, 1991a, p. 5).
,OVLJQLFDWRGLTXHVWRqFKHLOOLQJXDJJLRGLVFRUVLYRFKHKDD
che fare con i vari pensieri discriminanti non sono i detti Zen dei
Buddha e dei patriarchi. I discorsi impossibili sono il linguag-
gio discorsivo dei Buddha e dei patriarchi. Quindi, il bastone di
Hungb e il grido di Lnj,7HVVHQGRGLGLIFLOHFRPSUHQVLRQH
e non avendo a che fare con il linguaggio discriminante, sono la
grande illuminazione (Suzuki, 1991a, p. 319).
7
Huangbo (m. 850) e Linji (m. 866): due famosi maestri del Chan.
/LQJXDHLOOXPLQD]LRQHOLQVHJQDPHQWRGL'JHQ 607
8
8QDSDURODLQYHQWDWDGD'JHQ6LQRWLFKHG VLJQLFDVLD9LDVLD
parole.
608 ALDO TOLLINI
(VSUHVVLRQHqLOOXPLQD]LRQHHODOLQJXDqQHDVHVWHVVD&RVu
come la pratica non un XS\Ddellilluminazione, cio non un
mezzo da usare per raggiungere qualcosaltro, anche la lingua
non un mezzo, ma uno dei vari fenomeni che manifestano lil-
luminazione. Afferrare la lingua afferrare la realt fenomenica
QRQPHGLDWD&RPHGLFH.LPS7KXVODQJXDJHEH-
comes ascesis, instead of gnosis or logos seeing things as they
DUHQRZPHDQVPDNLQJWKLQJVDVWKH\DUH
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
PAOLO VILLANI
611
612 PAOLO VILLANI
FD7XWWDYLDOHWUDVIRUPD]LRQLDOOHTXDOL$NXWDJDZDVRWWRSRQH
la mitologia giapponese da cui trae ispirazione svelano, alla pari
se non meglio di una trattazione saggistica, aspetti salienti e sfu-
PDWXUHULFFKHGLVLJQLFDWR/DQWLFRSHUVRQDJJLRGDOFDUDWWHUH
instabile, dallidentit sempre in bilico fra crudelt violenta ed
HURLFLWjEHQHFDVLQQHUYDGHOOHHVSHULHQ]HOHWWHUDULHHELRJUD-
FKHGLXQRVFULWWRUHLPPHUVRQHOOHLQTXLHWXGLQLHVLVWHQ]LDOLGHO
suo tempo. Esente com dalle costrizioni dellaccademicamente
FRUUHWWR$NXWDJDZDIDYLEUDUHPDJQLFDPHQWHJOLDUPRQLFLDO-
trimenti poco udibili della narrazione da cui prende spunto.
Da pi di mezzo secolo il rinnovamento dello studio com-
parato della mitologia amplia ulteriormente lo spettro delle no-
stre possibili interpretazioni in materia. Anche gli incartamenti
riguardanti Susanoo sono pi volte riscritti. Le chiavi di lettura
fornite da Georges Dumzil nellanalisi dellideologia triparti-
ta delle tradizioni indoeuropee, ad esempio, permettono di in-
dividuarlo come il personaggio in cui la mitologia giapponese
GHFOLQDXQDVSHFLFDYDULDQWHGLTXHOODVHFRQGDIXQ]LRQHFKH
VRYULQWHQGHVRVWDQ]LDOPHQWHODVIHUDGHOODIRU]DVLFD<RVKLGD
1962). Qui conviene per rivolgere lattenzione a unaltra in-
tuizione accademica debitrice della mitologia comparata, ossia
quella che tende a rubricare eroi quali Susanoo nella categoria
detta del WULFNVWHUREULFFRQHGLYLQR(OOZRRG6LWUDWWD
GLXQDJXUDSUHVHQWHLQPROWHWUDGL]LRQLPLWRORJLFKHQHOODTXD-
le si mescolano e si confondono le caratteristiche del malfattore
e del benefattore. Lessere in questione si distingue per i com-
portamenti offensivi e distruttivi dellordine cosmico e sociale,
spesso insensati, fuori del dominio della ragione, che mette in
DWWR4XHVWHD]LRQLPDOHFKHUDSSUHVHQWDQRSHUzVRORXQDVSHWWR
del suo repertorio comportamentale, in quanto il WULFNVWHU com-
SLHDQFKHD]LRQLIDYRUHYROLDOODFRPXQLWj$NXWDJDZDPDHVWUR
nel rielaborare vecchie storie alla luce della psicologia moder-
na, ispessisce di suggestioni, aggiornate ma intonate al tema, le
scarne descrizioni contenute nella mitologia. Nella sua riscrittura
VLVFRUJHFRVuODSUHJXUD]LRQHGHOODIRUPXOD]LRQHSVLFRSDWROR-
gica, poi junghiana, circa la rispondenza fra il personaggio del
614 PAOLO VILLANI
6XVDQRRGDYHFFKLR1
1.
6FRQWWRLOGUDJR6XVDQRRSUHVHODSULQFLSHVVD.XVKLQDGDLQ
sposa, e divenne capo del villaggio, di cui era stato capo Ashi-
natsuchi.
Questi costru per la coppia il gran palazzo di Suga, nellIzu-
PR8QHGLFLRLPSRQHQWHWDQWRFKHORUQDPHQWRGLWUDYLLQFUR-
ciate dal tetto si perdeva fra le nubi.
Con la moglie, Susanoo inizi a trascorrere giornate serene.
6RIDUHGLYHQWLVSUX]]LGRQGHVFLQWLOOLLGLVWHOOHQXOODRUDPDL
aveva potere di tentarlo, di indurlo a vagabondare nellimmenso
universo primordiale. Gi pronto a diventare pap, sotto le grosse
travi, fra le quattro mura dipinte in rosso e bianco con scene di
caccia, trov la gioia del focolare, che il cielo non gli aveva dato.
I due mangiavano assieme, e facevano progetti per il futuro.
Passeggiavano nel bosco di querce attorno alla casa e, calpestan-
GROHSLFFROHLQRUHVFHQ]HFDGXWHLQWHUUDWHQGHYDQRORUHFFKLR
DOFLQJXHWWLRGDDEDGHJOLXFFHOOLQL&RQOHLOXLHUDJDUEDWR3L
neanche lombra della rudezza di un tempo, non nella voce, non
nei gesti, non nello sguardo.
Di tanto in tanto, tuttavia, in sogno, un mostro brancolante nel
buio, o lo scintillio di una spada, brandita da una mano invisibile,
rianimavano la sua aggressivit pi cruenta. Ma, ogni qual volta
si svegliava, andava immediatamente col pensiero alla moglie e
al villaggio e, cos, il sogno lo dimenticava del tutto.
Ben presto divennero genitori. Lui diede nome Yashimajinu-
PLDOJOLRLOFXLEHOFDUDWWHUHULFRUGDYDSLODPDGUHFKHOXL
,OWHPSRVFRUUHYDFRPHXQXPH
Nel mentre, spos diverse altre donne, e divenne padre di
PROWLJOL,TXDOLXQDYROWDDGXOWLVXVXRRUGLQHDQGDYDQRDOOD
testa di uomini in armi, a conquistare villaggi stranieri.
1
2LWDUX6XVDQRRQRPLNRWR. Testo in Yoshida (1964, pp. 222-233).
616 PAOLO VILLANI
2.
2
Amaterasu, sorella di Susanoo. La mitologia giapponese la descrive come
regina celeste.
$NXWDJDZDH6XVDQRR 617
3
Susanoo bandito dal cielo per i suoi comportamenti sacrileghi e peri-
colosi.
618 PAOLO VILLANI
3.
4.
5.
6.
7.
quello, tra gli spruzzi di due o tre grosse onde, lo super senza
GLIFROWjHLQEUHYHWHPSRVFRPSDUYHROWUHLPDURVL
&UHGHYRFKHVWDYROWDPLVDUHLOLEHUDWRGLTXHOOXRPRIDFHQ-
dolo annegare pens Susanoo, ormai convinto che non si sareb-
EHSODFDWRQFKpQRQORDYHVVHXFFLVR
'DQQD]LRQH8QYDJDERQGRGLTXHOODIDWWDPHULWHUHEEHGL
QLUHLQSDVWRDJOLVTXDOL
In realt, neanche fosse proprio lui uno squalo, Ashiha-
rashikoo, dopo non molto, torn indietro senza problemi. Con
il sorriso di sempre, cullato dalle onde, si rivolse da una certa
distanza a Susanoo.
9ROHWHQXRWDUHDQFRUD"
Per quanto testardo fosse, Susanoo voglia di nuotare non ne
aveva pi.
Quel pomeriggio port Ashiharashikoo a caccia di volpi e le-
pri nella prateria, che si estendeva sulla parte occidentale delli-
sola.
,GXHVDOLURQRVXXQJURVVRPDVVR$OFRQQHFRQODSUDWHULD
una distesa di erba secca ondeggiava a perdita docchio nel ven-
WRFKHVRIDYDIRUWHGLHWUROHORURVSDOOH6XVDQRRVWHWWHXQSRFR
in silenzio a contemplare il paesaggio. Poi, incoccata una freccia
allarco, si volt verso Ashiharashikoo.
1RQqFHUWRLOYHQWRODFRQGL]LRQHPLJOLRUH&RPXQTXHYH-
diamo chi scocca pi lontano una freccia.
'DFFRUGRSURYLDPR
Ashiharashikoo sembrava sicuro di s anche nel tiro con lar-
co.
6HLSURQWR"7LULDPRLQVLHPH
I due, spalla a spalla, tesero gli archi con tutta la loro forza, e
rilasciarono la corda nello stesso istante. Le frecce volarono drit-
te verso lalto sulla prateria, lontano. Senza che una sopravanzas-
se laltra, appena il tempo che il sole illuminasse limpennatura,
si confusero con il cielo e scomparvero entrambe nel favore del
vento.
&KLKDYLQWR"
8KP5LSURYLDPR"
$NXWDJDZDH6XVDQRR 625
8.
'DOOHDPPHLQFRORULLQXQEDWWHUGRFFKLRLQL]LDURQRDOH-
varsi un denso fumo nero e un crepitio di cespugli andati a fuoco.
)LQDOPHQWHPLVRQROLEHUDWRGLTXHOOXRPR
Susanoo, in cima al masso, si poggiava allarco con uno spa-
ventoso sorriso in volto.
Lincendio si estendeva. Con gridi angosciosi, gli uccelli si
alzavano in volo verso un cielo tinto di nero e di rosso, solo per
HVVHUHDYYROWLGDOIXPRHULFDGHUHGLVRUGLQDWDPHQWHIUDOHDP-
me. Da lontano sembravano frutti, caduti dagli alberi durante una
sconvolgente tempesta.
4XHVWDYROWDPLVRQRGDYYHUROLEHUDWRGLTXHOOXRPR
Susanoo, respirava a pieni polmoni per la soddisfazione, ma
VHQWLYDDIRUDUHLQFXRUSURSULRDQFKHXQDOLHYHVHQVD]LRQHGL
tristezza, di cui ignorava il motivo.
Al crepuscolo, innanzi al Palazzo, a braccia conserte, esulta-
va dentro di s per la vittoria, e guardava il cielo sulla prateria,
ancora offuscato dal fumo. La principessa Suseri lo raggiunse
per annunciare con riluttanza che la cena era pronta. Trascinava
nelle ultime luci della sera, chiss da quando, una veste bianca,
in segno di lutto per la morte di una persona cara.
$TXHOODYLVWD6XVDQRRFHGHWWHDOODWHQWD]LRQHGLLQHULUHVXO
suo dolore.
*XDUGDFKHFLHOR$TXHVWRUD$VKLKDUDVKLNRR
/RVR
626 PAOLO VILLANI
9.
LQFURFFKLHHOLODVFLzVHPSOLFHPHQWHVFHQGHUHQRDOVXROR,
suoi capelli, del colore di giunchi avvizziti, erano lunghi come
XQXPH
,PLHLSLGRFFKLVRQRXQWDQWLQRRVWLOL
Ashiharashikoo non fece caso a queste parole. Si apprestava
a eliminare i pidocchi, che avrebbe trovato fra i capelli bianchi.
Solo che, a strisciare sul cuoio capelluto, non cerano pidocchi,
bens enormi, velenose scolopendre rosse.
10.
pessa Suseri. Non solo. I suoi lunghi capelli erano stati legati in
WUHWUHFFHDOOHWUDYLGHOVRIWWR
0LKDQQRIUHJDWR
Resosi conto della situazione, scosse la testa con tutte le for-
]HHPHWWHQGRXQWHUULFDQWHXUORGDFRPEDWWLPHQWR,OWHWWRYL-
br, squassato da un rombo violento. Peggio di un terremoto: le
tre travi, alle quali aveva i capelli legati, erano saltate via. Susa-
noo neanche fece caso al rumore, allung prima il braccio destro,
e afferr il grosso arco per la caccia ai cervi, poi il sinistro, e
DIIHUUzODIDUHWUDFRQOHIUHFFHGDOOLPSHQQDWXUDFHOHVWH,QQHVL
sollev in piedi dun colpo e, trascinandosi dietro nellimpeto le
travi, si scagli allesterno della costruzione come una colonna di
nubi, che minacci di collassare al suolo.
Nel bosco di olmi intorno al Palazzo rintronava il rumore dei
suoi passi. Il rimbombo era tale che gli scoiattoli cadevano dai
nidi. Una tempesta attravers la vegetazione.
Uscito dal bosco, fu in cima alla parete scoscesa, sotto il cui
precipizio roccioso era il mare. Si piant l e, con la mano a vi-
siera, fece correre lo sguardo sulla vasta distesa dacqua. Il mare
colorava di azzurro persino il sole di l dalle alte onde. In mezzo
alle acque mosse prendeva il largo una piroga, dallaspetto co-
nosciuto.
Susanoo, poggiato allarco, osserv limbarcazione. Superava
agile i marosi, facendo splendere la piccola vela di vimini, come
volesse prendersi gioco di lui. Pot chiaramente vedere Ashiha-
rashikoo, e la principessa Suseri, seduti rispettivamente a poppa
e a prua.
Mise lentamente in cocca allarco per la caccia ai cervi una
freccia dallimpennatura celeste. Tir al massimo la corda e pun-
t la piroga. Continuava a tenere la mira, non gli veniva di scoc-
FDUHODIUHFFLD1HLVXRLRFFKLDIRUDURQRLQVLHPHXQVRUULVRH
una lacrima. Sollev le spalle, e gett via con noncuranza larco e
la freccia. Poi scoppi in una risata fragorosa, incontenibile come
un violento e improvviso scroscio di pioggia.
9LDXJXURRJQLEHQH
Dallalto della scogliera faceva cenni di saluto alla coppia.
630 PAOLO VILLANI
'LYHQWDWHSLIRUWLGLPHSLVDJJLGLPHSL
(VLWzXQLVWDQWHQFKpORSHUYDVHXQDYRFHGLSURIRQGLWjVFR-
nosciuta.
6LDWHSLIHOLFLGLPH
Le parole riecheggiarono nel vento sulla distesa del mare.
0DLQRQTXDQGRDIIURQWzKLUXPHPXFKL4 non quando lo ban-
dirono dagli altopiani del cielo, non quando uccise il drago, mai
il nostro Susanoo era stato cos vicino agli di e cos sfolgorante
di sobria maest.
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
4
Ovvero Amaterasu.
$NXWDJDZDH6XVDQRR 631
TADAHIKO WADA
Davanti agli occhi una prateria, per esempio. Nel vento che la
VSD]]DLQXQEDWWHUGRFFKLPXWDUHHVSUHVVLRQHHLPSULJLRQDQ-
do quella veduta sulla mappa, o forse dentro la mappa, frenare il
pi possibile le emozioni suscitate da quello spettacolo racchiu-
so nel campo visivo. Una tecnica stupefacente. Sono trascorsi
trentanni da quando ho letto per la prima volta le quindici po-
esie, in settanta pagine, della raccolta Suieki (Stazione dacqua,
GL$UDNDZD<MLQWUDYROWRGDOODVXJJHVWLRQHGL
una sensualit densa e fredda al tempo stesso, da proiezioni di
linee di visuale acute e rarefatte che dun tratto tornano a inve-
stirci, dopo essere rimaste latenti in quella sequela ininterrotta di
toponimi centrasiatici.
Intenzionalmente scelgo di prendere in esame, tra alcune
raccolte poetiche a lungo visitate in passato, Suieki e 6KIXURQ
(Sulle prostitute, 1971), perch in unaltra raccolta dello stesso
autore, pubblicata recentemente dopo sei anni di silenzio, riscon-
tro in pi parti un nuovo linguaggio poetico aggiungersi a quella
tecnica di trentanni prima.
Anche nella raccolta intitolata 6KLQUL(Psicologia, 2005) si fa
uso dellatlante: non pi quello dellEurasia, bens del Giappone.
Inoltre, pur forse senza alcun nesso con il trasferimento di am-
bientazione, viene ad aggiungersi un nuovo strumento: lelenco
dei codici postali. Aggiungere questo elemento a quello dellat-
lante implica la creazione di un intreccio tra presente e passato,
nonch unestensione dello spazio verbale. O meglio, piuttosto
FKHVSD]LRSHUXVDUHXQDPHWDIRUDSLVLFDVDUHEEHPHJOLR
dire un campo dazione.
633
634 TADAHIKO WADA
>@QRQDGHVVRSLWDUGLTXDQGRYRUUzULFRUGDUHPLEDVWHUjUL-
chiamare alla mente il sollievo di slacciarsi gli scarponi induriti,
ODVHQVD]LRQHGHOWHUUHQRVRWWRODSLDQWDGHLSLHGLOHWWHGHLULFFL
di castagne e dei cardi selvatici, il modo guardingo che hanno i
piedi di posarsi quando a ogni passo le spine si affondano at-
traverso la lana dentro la pelle, rivedermi mentre mi fermo per
staccare i ricci dalla suola infeltrita dei calzettoni che subito ne
raccoglie degli altri, pensavo che mi sarebbe bastato ricordarmi
questo momento e tutto il resto sarebbe venuto dietro come lo
VJRPLWRODUVLGXQORFRPHLOGLVIDUVLGLTXHLFDO]HWWRQLVIRQGDWL
sugli alluci e sui calcagni, sopra altri strati di calzettoni pure
sfondati e dentro tutte le spine le spighe gli stecchi, lo spolverio
vegetale del sottobosco impigliato alla lana (Calvino, 1995, pp.
52-53).
>@SHUVHJXLUHLOPLRORGRYUHLULSHUFRUUHUHWXWWRDWWUDYHUVR
ludito: il silenzio speciale di un mattino in campagna pieno
duomini che stanno in silenzio, rombi, spari che riempiono il
FLHOR>@3RLVSDULWXWWLLWLSLGLVFRSSLHGLUDIFKHXQJURYL-
glio sonoro impossibile da decifrare perch non prende forma
nello spazio ma solo nel tempo, in un tempo dattesa per noi
appostati in quel fondovalle da cui non si vede un bel niente
(Calvino, 1995, p. 54).
636 TADAHIKO WADA
5XVVLDRFFLGHQWDOH%DFLQRGL.XME\HY6XOODVXSHUFLHGHOODF-
qua il paesaggio innevato tremolando simmerge. I suoni che
pervadono i campi vanno a fondo.
5HWWLFDQGRTXHOODYHGXWDDQFKHRJJLO,VWLWXWR*HRVSD]LDOH
continua a elaborare la nuova mappa. Righe azzurre orizzontali
SHUODVXSHUFLHGHOODJROXQJROHULYHWXWWRXQWUDWWHJJLRRVVHV-
sivo dazzurro. Linea marrone spezzata per le strade interrotte.
3RLDQFKHVXOODPDSSDHFFRYHQLUHODQRWWH7RFFRQDOHELDQ-
che folate di vento.
***
0HWWHYLDLOYLDQGDQWHODFRURJUDDOHVXHWUDFFH&RQLQGROH
cara alle cose andate, torner alla progenie della morte stessa.
3UHQGHFRQJHGRGDXQDVHWHULDSRLSUHQGHFRQJHGRGDTXHVWD
terra, sulla strada del vento. Inumidirsi di unorigine disingan-
nata.
1HOXVVRR]LRVRGHOODQHEELDVRQRDOVLFXURLVHQWLPHQWLFKH
han prestato ascolto a molte e molte musiche. Leterno traspor-
tato. Gli si fa incontro solenne la Conca zungara. E io scivolo
VHJXHQGRODFRQJXUD]LRQHGHOWHUUHQR
,QTXHOODGLUH]LRQHWUDPRQWDQDOPHQWHXQSDOOLGRVROH1RQD
me, ma alla storia un giorno come questo era strettamente ne-
cessario. Gi sul fondo del lago, sprofondate, le ombre degli
Unni. Quel segmento mezzo addormentato lo tiro su, evitando
JOLVSUX]]L/RQWDQRVYDQLVFHVYDQLVFHHSRLULXLVFHLOSURIX-
mo della Via della Seta. In fondo al cuore un dispaccio, come
uno zuccherino: il segnale di via per la stirpe uigura clandestina.
4XDQGR$UDNDZDSS8LJXUXMLFKLNX).
JHRJUDDHVWRULDLQFROOHJDPHQWRWUDORUR(QWUDPEHLPSULJLR-
nano il mondo esterno (il tempo, gli eventi, e dunque i ricordi
FKHJOLGDQQRIRUPDQHOODVXSHUFLHOXQDHQHOODLQWHULRULWj
ODOWUDHTXHVWRGjOXRJRDXQDQRQORJLFDPXUL) che incombe
grave alle loro spalle. Nel momento in cui questa non-logica si
fa tratto e minaccia di apparire, la mappa e lanima potrebbe-
URQLUHSHULQJDJJLDUHEDWWDJOLDFRQODVWRULDDTXHVWRVHPEUD
YROHURUDDOOXGHUH$UDNDZDXQWHPSRSRHWDJHRJUDIR
&KHVLWUDWWLGHOUHJLVWURDQDJUDFRRGHOOHOHQFRGHLFRGL-
FLSRVWDOLODJHRJUDDGHO*LDSSRQHO,QGRQHVLDO$IJDQLVWDQ
o dove che sia in Asia, o magari in Spagna, il poeta non smette
di essere il geografo di sempre, ma in questa raccolta in parti-
FRODUHOHFLIUHVHPEUDQRDQGDUVLDFRQFFDUHFRPHFXQHLDQFKH
questo lo trasforma da poeta della logica della terra in poeta
GHOODORJLFDGHOODQLPD&LzFKHQHOODUDFFROWDYLHQHGHQLWR
psicologica non una mutazione, o una condizione emotiva
momentanea, ma piuttosto la memoria e il tempo, i quali,
incombendo, ad esempio, alle spalle del lungo processo di mo-
dernizzazione giapponese, a tratti mostrano il loro movimento:
una emotivit storica dunque, con i suoi attaccamenti e rancori.
Altrimenti anche la logica del critico coreano Heo Man Ha
(n. 1932), che continua a collegare e interrompere la linea tele-
fonica nellintento di mettersi in comunicazione con il Maruyama
Masao (1914-1996) del dopoguerra (6KLQULLQ$UDNDZD
pp. 30-37), la logica di un io che assiste compiaciuto alla
conversazione sul romanzo depoca tra Nakamura Mitsuo
H1LZD)XPLR>)]RNXVKVHWVXURQ
6XOURPDQ]RGHSRFD$UDNDZDSS@ODORJLFD
di affermare che non affatto vero che tra i libri di storia, solo
quelli nuovi sarebbero da leggere [$NDUDVKLPDND]H (Vento di
EXUUDVFD$UDNDZDS@WXWWRTXHVWRSHUGHUHEEHRJQL
QDOLWj,OWHPSRHOHHSRFKHSDVVDWHUHVWDQRDSSHVLVXOFLJOLRGHL
nomi propri (di persona o di luogo) che spuntano qua e l nelle
quattordici poesie. Nemmeno uno di questi nomi propri riesce a
essere libero dalla storia: di questo ci persuade il nostro autore
poetico contemporaneo, nonch cantore di una logica dellani-
642 TADAHIKO WADA
1RQIDFFLDPRFKHUDGXQDUFLGDUDWRDLDXWLLQYHFFKLDUH$
LQVLVWHUHFRVuDQFKHQRLFKHFRODXWRVLDPRGHJOLLPEUDQDWL
diventeremo bravi, no!? Quelli bravi invece, peggioreranno.
7XWWDODYHULWjDYYLHQHVRORLQ*LDSSRQH$UDNDZDS
+VHNLQRVKDVKLQ).
5LIHULPHQWLELEOLRJUDFL
GIORGIO AMITRANO
Insegna lingua e letteratura giapponese presso lUniversit de-
gli Studi di Napoli LOrientale. Fra le sue pubblicazioni una
PRQRJUDDVX.DZDEDWD<DVXQDUL<DPDQRRWRNRZDUH\XNX
ND]RNX 0LVX]X VKRE 'L .DZDEDWD KD DQFKH FXUDWR
un Meridiano contenente unampia scelta dellopera narrativa:
5RPDQ]LHUDFFRQWL (Mondadori, 2003). Ha tradotto in italiano
QXPHURVLVFULWWRULJLDSSRQHVLROWUHD.DZDEDWD,QRXH<DVXVKL
0XUDNDPL+DUXNL1DNDMLPD$WVXVKL0L\D]DZD.HQML.DMLL
0RWRMLU<RVKLPRWR%DQDQD)UDLSULQFLSDOLULFRQRVFLPHQWLRW-
WHQXWLLOWK1RPD$ZDUGSHUODWUDGX]LRQHGL0L\D]DZD
Kenji, 8QDQRWWHVXOWUHQRGHOOD9LD/DWWHD, Marsilio, 1994) e il
Premio Grinzane-Cavour 2008 per linsieme della sua opera di
traduzione dal giapponese.
CRISTINA BANELLA
Ha insegnato lingua italiana alla Tokyo University of Foreign
Studies dal 2007 al 2011. Ha preso il titolo di dottore di ricer-
ca alla Sapienza Universit di Roma con una tesi dal titolo
+DLMLQ%XVRQOLQWHUSUHWD]LRQHGL%XVRQH%DVKQHOODFULWLFD
GL0DVDRND6KLNL. Si occupa di haiku e WDQNDsui quali ha pub-
blicato diversi articoli per le riviste $VLD2ULHQWDOH, ,O*LDSSRQH,
5LYLVWDGHJOL6WXGL2ULHQWDOL e $UHDDQG&XOWXUH6WXGLHV (Tokyo
University of Foreign Studies).
LUISA BIENATI
Insegna letteratura giapponese allUniversit Ca Foscari di
Venezia. Si occupa in particolare del Novecento e ha tradot-
to testi di vari autori: tra questi Ibuse Masuji, /DSLRJJLDQHUD
0DUVLOLR7DQL]DNL-XQLFKLU/DPRUWHGRUR (Marsilio,
645
646 I DIECI COLORI DELLELEGANZA
GIOVANNI BORRIELLO
Ha preso il titolo di dottore di ricerca alla Sapienza Universit
di Roma. docente di storia dellAsia Orientale allUniversit
degli Studi di Firenze e di Storia e Istituzioni dellAsia presso
lUniversit degli Studi di Roma Tre.
ADRIANA BOSCARO
Gi ordinario di letteratura giapponese allUniversit Ca Fosca-
ri di Venezia, ha al suo attivo numerose pubblicazioni e tradu-
zioni di autori moderni e contemporanei, in particolare Tanizaki
-XQLFKLU6LLQWHUHVVDLQROWUHGHOODVWRULDFXOWXUDOHGHO*LDSSRQH
dei secoli XVI-XIX. Dirige Mille gru, collana di letteratura giap-
ponese di Marsilio Editori (Venezia, 33 voll.).
CLAUDIO CANIGLIA
visiting scholar al Centre for the Study of Japanese Religions
della School of Oriental and African Studies di Londra. Ha preso
il titolo di dottore di ricerca alla Sapienza Universit di Roma
nel 2008 con una tesi sulla storia della dottrina e dei rituali del-
OR 6KXJHQG 0HPEUR GHOO$VVRFLD]LRQH *LDSSRQHVH SHU OR
Studio della Religione delle Montagne (Sangaku shugen gakkai)
e dellAistugia (Associazione Italiana Studi Giapponesi), si oc-
cupa del culto della montagna in Giappone con una particola-
re attenzione alla storia dei rituali e della loro trasformazione.
$IDQFDDOORVWXGLRVXOOHIRQWLGRFXPHQWDULHLOODYRURGLULFHUFD
sul campo.
3UROLGHJOLDXWRUL 647
ROSA CAROLI
Insegna storia del Giappone allUniversit Ca Foscari di
Venezia. Tra i suoi ambiti di ricerca, le politiche identitarie del
moderno stato nazionale, con particolare riferimento al rappor-
to tra centro e periferie, e la storia moderna e contemporanea
GL 2NLQDZD YLVLWLQJ UHVHDUFKHU SUHVVR il Waseda Daigaku
5\N\2NLQDZD.HQN\VKR7KH,QVWLWXWHIRU5\XN\XDQDQG
2NLQDZDQ6WXGLHVLQ:DVHGD8QLYHUVLW\LO.RNXVDL1LKRQJDNX
.HQN\VKR ,QVWLWXWH RI WKH ,QWHUQDWLRQDO -DSDQ6WXGLHV H
O2NLQDZD%XQND.HQN\VKR,QVWLWXWHRI2NLQDZDQ6WXGLHV
GHOO8QLYHUVLWj+VHL
GIANLUCA COCI
Insegna lingua e letteratura giapponese presso lUniversit di
7RULQR7UDOHVXHSXEEOLFD]LRQLODPRQRJUDD$EH.EVXWDMLR
WREHLQRMLNNHQHQJHNL 6DLU\VKDHODFXUDWHODGHLYROX-
mi 6FULYHUHSHU)XNXVKLPDUDFFRQWLHVDJJLDVRVWHJQRGHLVR-
SUDYYLVVXWLGHOWHUUHPRWR (Atmosphere Libri, 2013) e -DSDQ323
SDUROHLPPDJLQLVXRQLGDO*LDSSRQHFRQWHPSRUDQHR (Aracne,
+DWUDGRWWRQXPHURVLDXWRULWUDFXLH.HQ]DEXU$EH
.E.LULQR1DWVXR6HWRXFKL+DUXPL7DNDKDVKL*HQLFKLU
)XUXNDZD +LGHR 2JDZD ,WR H 7DJXFKL 5DQG\ H KD YLQWR LO
Premio biennale Guglielmo e Mario Scalise per la Traduzione
letteraria dal giapponese.
GUIDOTTO COLLEONI
Ha insegnato lingua e letteratura giapponese alla Sapienza
Universit di Roma. Si interessa di letteratura giapponese mo-
GHUQDVRSUDWWXWWR$NXWDJDZD5\QRVXNHH1DWVXPH6VHNLH
di letteratura giapponese in cinese. Principali pubblicazioni: La
SHUVRQDOLWjPRUDOHHSRHWLFDGL$NXWDJDZD5\QRVXNHQHLVXRL
ultimi racconti (,O*LDSSRQH,O*LDSSRQHFRPHVYHQ-
turata nazione oppressa da tenebre senza speranza di nuova luce
La societ giapponese come realt frammentata: Natsume
6VHNLJXDUGDLOPRQGRSROYHURVRDWWUDYHUVRXQVXRSHUVRQDJ-
gio ($WWL XXII&RQYHJQR$LVWXJLD'DOODQVLDGHOVLP-
648 I DIECI COLORI DELLELEGANZA
SILVANA DE MAIO
Insegna lingua e cultura del Giappone allUniversit degli Studi
di Napoli LOrientale. Si occupa di didattica della lingua giap-
ponese ed Segretario Generale dellAIDLG (Associazione
Italiana Didattica della Lingua Giapponese). Ha insegnato an-
che presso lIstituto Italiano per lAfrica e lOriente (IsIAO) di
Roma e presso lUniversit degli Studi di Lecce (ora Universit
del Salento). autrice di numerosi saggi sui rapporti tra Europa
e Giappone nel XIX secolo e sullarchitettura giapponese contem-
poranea.
DANIELA DE PALMA
stata docente a contratto sostitutivo di storia del Giappone
contemporaneo alla Sapienza Universit di Roma dal 1995 al
2008, anno in cui ha vinto il concorso per ricercatore presso la
stessa Universit. Ha pubblicato: 6WRULDGHO*LDSSRQHFRQWHP-
SRUDQHR%XO]RQL,OVLVWHPDHGXFDWLYRJLDS-
SRQHVH$UDFQH,O*LDSSRQHFRQWHPSRUDQHR
3ROLWLFDHVRFLHWj (Carocci, 2008).
GIANLUCA DI FRATTA
Ha preso il titolo di dottore di ricerca alla Sapienza Universit
GL5RPDVLRFFXSDGLVWRULDHFXOWXUDGHOIXPHWWRHFLQHPDGL
animazione giapponese su cui ha scritto saggi e articoli in riviste
VFLHQWLFKHHLQYROXPLDFFDGHPLFLDXWRUHGHLOLEUL,OIXPHW-
WRLQ*LDSSRQH'DJOLDQQL6HWWDQWDDO (LAperia, 2005) e
5RERW)HQRPHQRORJLDGHLJLJDQWLGLIHUURJLDSSRQHVL (LAperia,
2007). Nel 2008 ha fondato la rivista 0DQJD$FDGHPLFD5LYLVWD
3UROLGHJOLDXWRUL 649
GLVWXGLVXOIXPHWWRHVXOFLQHPDGLDQLPD]LRQHJLDSSRQHVH (La
Torre) ed curatore di 7HFD0DQJD, il GDWDEDVH degli studi acca-
demici sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese.
MARISA DI RUSSO
Si interessa delle prime relazioni tra lItalia e il Giappone. Ha in-
segnato per molti anni alla Tokyo University of Foreign Studies.
DONATELLA FAILLA
direttore del Museo dArte Orientale Edoardo Chiossone di
Genova e docente di storia dellarte dellAsia Orientale allU-
niversit di Genova. Ha conseguito il Perfezionamento in Studi
Orientali presso la Scuola Orientale della Sapienza Universit
di Roma (1980). Ha ideato e realizzato oltre venti mostre dedi-
cate allarte giapponese e cinese in Italia e in Giappone, sia in
WHPDGLDUWLJXUDWLYHDSSOLFDWHHGHFRUDWLYHVLDLQWHPDGLFR-
nologia e storia della cultura. autrice di oltre 170 pubblicazio-
ni in cinque lingue. Presso il Museo Chiossone ha progettato e
realizzato il rinnovo dellesposizione permanente (1998), degli
impianti espositivi per mostre temporanee (2001) e la ristruttu-
razione e climatizzazione attiva dei depositi (2003-2005). Ha
SLDQLFDWRHGLUHWWRLOUHVWDXURGLROWUHGLSLQWLJLDSSRQHVLHOD
conservazione di circa 685 opere (tessuti, bronzi, lacche, stampe,
HKRQ). titolare dal 2010 del programma di rilevamento digitale
HFDWDORJUDFRVYROWRGDOO$UW5HVHDUFK&HQWHU$5&GHOO8QL-
YHUVLWj5LWVXPHLNDQGL.\WRDGRFXPHQWD]LRQHGHOOHFROOH]LRQL
&KLRVVRQH+DULFHYXWRQXPHURVHDIOLD]LRQLVFLHQWLFKHHGLUL-
cerca, la pi recente conferitale da Japan Foundation (12 mesi,
2012-2013). socia di ASEMUS, EAJS, EAJRS, ENJAC, IAJS.
FRANCESCO FERRAIOLI
laureato in lingue e letterature straniere presso lUniversit de-
gli studi di Napoli LOrientale. Ha svolto ricerche sullincontro
della yamatologia occidentale con quella giapponese.
650 I DIECI COLORI DELLELEGANZA
FRANCESCA FRACCARO
,QVHJQDORORJLDJLDSSRQHVHDOO8QLYHUVLWjGL)LUHQ]H6LLQWHUHV-
sa di letteratura classica, con particolare riferimento alla produ-
zione del periodo Heian. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni,
tra cui la traduzione commentata di 5LFRUGLGLXQHUHPR di Kamo
QR&KPHL0DUVLOLR
AILEEN GATTEN
Adjunct Research Scientist presso il Center for Japanese
Studies, University of Michigan, U.S.A. Ha tradotto i tre volu-
mi di Konishi Jinichi, 1LKRQEXQJHLVKL ($+LVWRU\RI-DSDQHVH
/LWHUDWXUH, Princeton University Press, 1984-91) e ha pubblica-
to molti saggi sulla storia sociale e sulla letteratura del periodo
Heian.
MATILDE MASTRANGELO
Insegna lingua e letteratura giapponese alla Sapienza Universit
di Roma. Si occupa del teatro di narrazione giapponese, di autori
PRGHUQLFRPH0RULJDLHGLGLGDWWLFDGHOODOLQJXD7UDOHSXE-
blicazioni: *UDPPDWLFDJLDSSRQHVHFRQ12]DZDH06DLW
(Hoepli, 2006), /DFDVDGL.\NR di Mishima Yukio (Mondadori,
0RULJDL,OURPDQWLFLVPRHOHIPHUR (Gobook, 2008),
6DQ\WHL(QFK/DODQWHUQDGHOOHSHRQLH6WRULDGLIDQWDVPL
(Marsilio, 2012)
ANDREA MAURIZI
Insegna lingua e letteratura giapponese allUniversit degli
Studi di Milano-Bicocca. Si occupa principalmente di storia
della letteratura dei periodi Nara e Heian. Ha scritto numerosi
saggi e tradotto in italiano diverse opere di letteratura classica e
moderna, tra cui 6WRULDGL2FKLNXER (Marsilio, 1992), 5DFFROWD
LQRQRUHGLDQWLFKLSRHWL (5LYLVWDGHJOL6WXGL2ULHQWDOL, 2002),
&RQIHVVLRQLGLXQDPDVFKHUD e 1HYHGLSULPDYHUD di Mishima
Yukio (Mondadori, 2004 e 2006) e 6RJQRGLXQDQRWWHGLSULPD-
YHUD6WRULDGHO6HFRQGR&RQVLJOLHUHGL+DPDPDWVX (Gobook,
2008).
3UROLGHJOLDXWRUL 651
LUCA MILASI
IQVHJQDORORJLDJLDSSRQHVHDOOD6DSLHQ]D8QLYHUVLWjGL5RPD.
Si occupa di letteratura giapponese moderna, in particolare della
QDUUDWLYDVWRULFDHGHJOLLQXVVLGHOODOHWWHUDWXUDFLQHVHVXJOLDXWR-
ULJLDSSRQHVLGLQH2WWRFHQWR autore di *OLVFULWWRUL0HLMLHOD
&LQD/LEUHULDXQLYHUVLWDULDLWHGL]LRQL5HNLVKLVKVHWVX
o lettura di genere? La condizione femminile in due racconti sto-
ULFLGL0RULJDL5LYLVWDGHJOL6WXGL2ULHQWDOL$0HLML
:ULWHUV2XWORRNRQ&KLQHVH/LWHUDWXUH7KH&DVHRI0RULJDL
(3KRHQL[LQ'RPR)RVFDUL, 2009).
CAROLINA NEGRI
Insegna lingua e letteratura giapponese allUniversit Ca Foscari
di Venezia. Si occupa di letteratura femminile del periodo Heian
(794-1185). Tra le sue pubblicazioni: Marriage in the Heian
3HULRG7KH,PSRUWDQFHRI&RPSDULVRQZLWK/LWHUDU\
Texts ($QQDOLGHOO,VWLWXWR8QLYHUVLWDULR2ULHQWDOHLe
PHPRULHGHOODGDPDGL6DUDVKLQD0DUVLOLR'LDULRGL
,]XPL6KLNLEX(Marsilio, 2008).
FLQHPDWRJUDFLSHUFXLKDFRRUGLQDWRUDVVHJQHGHGLFDWHDFLQHD-
sti giapponesi. Tra le principali pubblicazioni, 6WRULDGHOFLQHPD
JLDSSRQHVH(Marsilio, 2001) e la curatela del volume .DZDVH
1DRPL,OPLOFLQHPD (Effat Editrice, 2002).
JUNICHI OUE
,QVHJQDOLQJXDHOHWWHUDWXUDJLDSSRQHVHHORORJLDJLDSSRQHVH
allUniversit degli Studi di Napoli LOrientale. Ha insegnato
presso lUniversit Ca Foscari di Venezia. Si occupa di linguisti-
ca. autore di numerosi saggi sulla linguistica contrastiva e sulla
sua applicazione nella didattica della lingua giapponese.
BONAVENTURA RUPERTI
Insegna lingua e letteratura giapponese e teatro giapponese
allUniversit Ca Foscari di Venezia. Ha soggiornato pi volte
in Giappone, con ricerche presso il Museo del Teatro dellUni-
versit Waseda e lIstituto Nazionale di Letteratura Giapponese
GL7N\6LRFFXSDGLWHDWURJLDSSRQHVHGDOODWUDGL]LRQHDOOD
contemporaneit, e di letteratura premoderna e moderna. Tra le
VXHWUDGX]LRQL,]XPL.\ND,OPRQDFRGHOPRQWH.\DHDOWUL
UDFFRQWL (Marsilio, 1991).
IKUKO SAGIYAMA
Insegna lingua e letteratura giapponese allUniversit degli Studi
di Firenze. Le sue ricerche vertono principalmente sulla lettera-
tua classica, con particolare riferimento alla poesia.
PAOLA SCROLAVEZZA
Insegna lingua e letteratura giapponese presso lAlma Mater
Studiorum Universit di Bologna. Si occupa di letteratura fem-
minile moderna e contemporanea e di scritture di genere, QRLU
e SF. Ha tradotto dal giapponese /DPSL di Hayashi Fumiko
(Marsilio, 2011) ed autore, con Luisa Bienati, di /DQDUUDWLYD
JLDSSRQHVHPRGHUQDHFRQWHPSRUDQHD (Marsilio, 2009) e, con
Maria Roberta Novielli, di /RVFKHUPRVFULWWR/HWWHUDWXUDHFL-
QHPDLQ*LDSSRQH (Cafoscarina, 2012).
3UROLGHJOLDXWRUL 653
VIRGINIA SICA
Insegna storia e letteratura giapponese allUniversit degli
Studi di Milano. Per alcuni anni ha insegnato presso la Facolt
GL/HWWHUHGHOO8QLYHUVLWjGHO7KRNX6HQGDLPHPEURGHO
CARC (Contemporary Asia Research Center) e socio Aistugia
(Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi). I suoi ambiti
di ricerca principali sono il periodo Kamakura-Ashikaga (1185-
1568), in unottica storico-politica quanto letteraria, e la materia
artistica dello scrittore Mishima Yukio, intesa nella sua globalit
e affrancata da una strumentalizzazione ideologica.
MARCO SIMEONE
Ha preso il titolo di dottore di ricerca presso Sapienza Universit
di Roma nel 2010. Si occupa di letteratura popolare, in partico-
lare dei MLGDLVKVHWVX prodotti tra gli anni Venti e il periodo a
ULGRVVRGHOOD6HFRQGD*XHUUD0RQGLDOH/DYRUDSUHVVROXIFLR
culturale dellAmbasciata Giapponese in Italia.
ROBERTA STRIPPOLI
Assistant Professor di letteratura giapponese alla Binghamton
8QLYHUVLW\6WDWH8QLYHUVLW\RI1HZ<RUN6LRFFXSDGLQDUUD-
tiva medievale, in particolare +HLNHPRQRJDWDUL e RWRJL]VKL e
dellinterazione tra letteratura e teatro tradizionale. Ha pubbli-
cato vari articoli in riviste accademiche e un libro: /DPRQDFD
WXWWRIDUHODGRQQDVHUSHQWHLOGHPRQHEHRQH5DFFRQWLGDOPH-
GLRHYRJLDSSRQHVH (Marsilio, 2001).
ADOLFO TAMBURELLO
Gi direttore della Biblioteca dellIstituto Italiano per il Medio
ed Estremo Oriente e libero docente di Storia e Civilt dellE-
stremo Oriente alla Sapienza Universit di Roma, ordinario
della stessa disciplina presso lUniversit degli studi di Napoli
LOrientale, direttore della serie editoriale ,O*LDSSRQH, edita
dallIstituto Italiano per lAfrica e lOriente (IsIAO) di Roma in
collaborazione con LOrientale di Napoli.
654 I DIECI COLORI DELLELEGANZA
ALDO TOLLINI
Insegna lingua giapponese classica allUniversit Ca Foscari di
Venezia. Si occupa di linguistica giapponese, di buddhismo giap-
ponese e di relazioni culturali tra Italia e Giappone.
PAOLO VILLANI
Insegna lingua giapponese allUniversit di Catania. Si dedi-
cato principalmente allo studio comparato della mitologia giap-
ponese, alle origini documentarie dello shintoismo, allideologia
della sovranit sacra nel Giappone antico e del suo riutilizzo nella
fondazione dello stato giapponese moderno. Fra le sue pubblica-
]LRQLJXUDODWUDGX]LRQHGHOODSULPDRSHUDGHOODOHWWHUDWXUDJLDS-
ponese: .RMLNL8QUDFFRQWRGLDQWLFKLHYHQWL (Marsilio, 2006).
WADA TADAHIKO
,QVHJQDOHWWHUDWXUDLWDOLDQDSUHVVROD7N\8QLYHUVLW\RI)RUHLJQ
Studies. Ha tradotto in giapponese numerose opere, concentran-
dosi principalmente sullopera di Umberto Eco: 2SHUDDSHUWD
(1985), 'LDULRPLQLPR(1992), 6HLSDVVHJJLDWHQHLERVFKLQDU-
UDWLYL(1996), &LQTXHVFULWWLPRUDOL(1998), .DQWHORUQLWRULQFR
(2003), 6XOODOHWWHUDWXUDGL,WDOR&DOYLQR/DVSHFXOD]LR-
QHHGLOL]LD (1985), 3DORPDU (1988), 5DFFRQWLVFHOWL (1991, $PRUL
GLIFLOL (1991), /DVWUDGDGL6DQ*LRYDQQL (1999), 8QDSLHWUD
VRSUDGL$QWRQLR7DEXFFKL6RJQLGLVRJQL (1994), *OL
XOWLPLWUHJLRUQLGL)HUQDQGR3HVVRD (1997). In occasione del-
la scomparsa di questultimo scrittore, ha curato molte rubriche
e numeri speciali di riviste specialistiche. Nel 2011 ha vinto il
Premio Nazionale per la traduzione del Ministero per i Beni e le
Attivit Culturali italiano.
Pubblicazioni di Maria Teresa Orsi
/LEUL
$UWLFROLHFDSLWROLGLOLEUL
655
656 I DIECI COLORI DELLELEGANZA
7KH&RORUVRI6KDGRZVLQ%RVFDUR$GULDQD
Chambers, A.H. (Eds.). $ 7DQL]DNL )HDVW 7KH ,QWHUQDWLRQDO
6\PSRVLXPLQ9HQLFH. Ann Arbor: Center for Japanese Studies,
pp. 1-14.
(1998). Giappone: Letteratura, in /HVVLFR
8QLYHUVDOH,WDOLDQR, II Supplemento, vol. I, pp. 505-506.
(1999). Allombra del *HQMLPRQRJDWDUL, in Canova
Tura, Graziana. (a cura di). Enchi Fumiko, 0DVFKHUHGLGRQQD.
Venezia: Marsilio, pp. 11-23.
(1999). Il romanzo come pittura: il modello di
1DWVXPH6VHNL$VLDWLFDYHQHWLDQD, 4, pp. 185-204.
(2001). Leggere il *HQMLPRQRJDWDUL, in Ciapparoni
La Rocca, Teresa (a cura di). ,QWURGX]LRQHDOODFXOWXUDOHWWHUDULD
4XDGHUQLJLDSSRQHVL. Roma: Bulzoni, pp. 65-80.
(2001). Les couleurs de lombre, (XURSH QRY
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in Amitrano, Giorgio (a cura di). .DZDEDWD<DVXQDUL. Milano:
Mondadori, pp. 1109-1113.
WUDGX]LRQHGL.DZDEDWD<DVXQDUL*OLRFFKL
QHJOLXOWLPLLVWDQWL, in Amitrano, Giorgio (a cura di). .DZDEDWD
<DVXQDUL. Milano: Mondadori, pp. 1209-1224.
WUDGX]LRQHGL.DZDEDWD<DVXQDULLa voce
GHOOD SXUH]]D, in Amitrano, Giorgio (a cura di). .DZDEDWD
<DVXQDUL. Milano: Mondadori, pp. 1226-1233.
WUDGX]LRQHGL.DZDEDWD<DVXQDUL/DEHOOH]-
]DGHO*LDSSRQHHLR, in Amitrano, Giorgio (a cura di). .DZDEDWD
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DQQL, vol. II. Napoli: Il Torcoliere, pp. 559-562.
3XEEOLFD]LRQLGL0DULD7HUHVD2UVL 659
)XNXVKLPD5DFFRQWLHVDJJLDVRVWHJQRGHLVRSUDYYLVVXWLGHO
WHUUHPRWR. Roma: Atmosphere Libri, pp. 41-46.
(2013) (traduzione di). Murata Sayaka, *OL LQQD-
PRUDWL GHO YHQWR, in Coci, Gianluca (a cura di). 6FULYHUH SHU
)XNXVKLPD5DFFRQWLHVDJJLDVRVWHJQRGHLVRSUDYYLVVXWLGHO
WHUUHPRWR. Roma: Atmosphere Libri, pp. 47-53.
COLLANA DI STUDI GIAPPONESI
RICERCHE
IL PONTE
1. Anonimo
Storia del Secondo Consigliere di Hamamatsu
Andrea Maurizi (a cura di)
isbn 978-88-548-6159-5, formato 14x21, 288 pagine, 17 euro
Printed in September 2013
by ERMES. Servizi Editoriali Integrati S.r.l.
00040 Ariccia (RM) via Quarto Negroni, 15
for Aracne editrice S.r.l. di Roma