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Pergolesi Studies
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a cura di / edited by
Francesco Cotticelli
Paologiovanni Maione
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PETER LANG
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a cura di / edited by
Francesco Cotticelli
Paologiovanni Maione
Giorgio Sanguinetti
Gli schemi di partimento in alcune composizioni
sacre di Pergolesi:
modelli, materiali e trasformazioni
1
In questo saggio i gradi della scala sono indicati nel modo seguente:
i numeri arabi con accento circonflesso (es. 1 , 2, 3 ) indicano i gradi melodici nella voce
superiore;
i numeri arabi inscritti in un cerchio (es. , , ) indicano i gradi melodici nel basso,
ossia le note effettive del basso;
i numeri romani (es. I, II, III) indicano i gradi armonici (ossia le triadi costruite sui gradi
della scala rappresentati dal numero romano): essi non indicano le note effettive del basso.
2
Marvin E. Paymer, Pergolesi authenticity: an interim report, in Studi Pergolesiani / Pergolesi
Studies 1, 1986, pp. 196-217.
458 Giorgio Sanguinetti
Esempio 1: Tre complessi di soggetti di fughe doppie: 1a) Giovanni Battista Pergolesi,
Stabat Mater, n. 8: Fac ut ardeat cor meum; 1b) Giovanni Battista Pergolesi (?), Domine
ad adjuvandum, n. 4: Alleluja; 1c) Francesco Durante, Magnificat.
Esempio 2: Quattro incipit: 2a) Pergolesi, Salve Regina; 2b) Pergolesi, Laudate Pueri;
2c) Corelli, Sonata a 3 op. IV n. 11, Allemanda; 2d) Corelli,
Concerto grosso op. VI n. 8, Allegro.
giudizio di valore; valore che, nel caso di una copia, si riduce fino a quasi
scomparire o, peggio, a rovesciarsi in un giudizio negativo di non-valore.3 Nel
caso in questione, il fatto che Pergolesi utilizzi pi volte la stessa musica, e che
questa poi si ritrovi quasi identica nelle opere di un compositore precedente,
sembra mettere il compositore pi giovane in una luce non troppo positiva.
Eppure esiste unaltra spiegazione alternativa a quella basata sul mo-
dello originale/copia. Pu essere cio che Pergolesi abbia utilizzato degli
schemi compositivi che non costituivano propriet intellettuale di qualche
specifico autore, ma piuttosto un patrimonio comune a tutti i compositori
della sua epoca. Allo stesso modo un capitello corinzio o una trabeazione
dorica non sono di qualcuno, ma fanno parte di un patrimonio comune
che qualsiasi architetto ha potuto utilizzare a sua piacimento, senza per
questo incorrere nellaccusa di plagio. Nel caso della musica, la trasmissio-
ne di questi schemi compositivi era facilitata dal particolare ambiente in
cui i compositori si formavano a Napoli, quello dei quattro conservatori di
S. Maria di Loreto, S. Maria della Piet dei Turchini, S. Onofrio e dei Poveri
di Ges Cristo. In questultimo istituto Pergolesi aveva studiato, tra il 1720
e il 1725, con i pi grandi maestri del tempo: Gaetano Greco, Leonardo
Vinci e Francesco Durante che, secondo le consuetudini del tempo, lo
avevano istruito, tra le altre cose, anche nellarte del partimento.4
3
Per unampia e recente indagine sul concetto di originalit e plagio in letteratura si veda:
Robert Macfarlane, Original copy: plagiarism and originality in nineteenth-century literature, New
York, Oxford University Press, 2007. Sul concetto di originalit come fondamento per
un giudizio di valore in musica si veda, tra laltro, Carl Dahlhaus, Analisi musicale e giudizio
estetico, Bologna, il Mulino, 1987. Sul concetto di opera musicale resta imprescindibile il
(pur discusso) libro di Lydia Goehr, The imaginary museum of musical works. An essay on the
philosophy of music, Oxford, Clarendon Press, 1992.
4
La bibliografia sul partimento, fino a pochi anni fa limitata ai pionieristici studi di Rosa
Cafiero, enormemente cresciuta negli ultimi anni e si avvia a crescere ancora di pi nellim-
mediato futuro. Mi limito qui a segnalare il numero speciale dedicato ai partimenti del Jour-
nal of Music Theory 51, 2007, 1, a cura di Robert O. Gjerdingen, con articoli di Ludwig
Holtmeier, Giorgio Sanguinetti, Robert Gjerdingen, Rosa Cafiero e Gaetano Stella; il numero
speciale della Rivista di Analisi e Teoria Musicale XV, 2009, 1: Composizione e improvvisazione
nella scuola napoletana del Settecento, a cura di Gaetano Stella, con articoli di Rosa Cafiero, Ro-
bert Gjerdingen, Nicoleta Paraschivescu, Giorgio Sanguinetti, Paolo Sullo, Gaetano Stella; e
il volume Partimento and Continuo Playing in Theory and Practice, ed. by Dirk Moelans, Leuven,
Leuven University Press, 2010, con saggi di Thomas Christensen, Robert Gjerdingen, Gior-
gio Sanguinetti e Rudolf Lutz. Si veda anche la monografia di chi scrive dal titolo The Art of
Partimento. History, Theory and Practice in Naples, New York, Oxford University Press, 2012.
Gli schemi di partimento in alcune composizioni sacre 461
5
Sullo studio del contrappunto nei conservatori napoletani si veda, in particolare, Ales-
sandro Abbate, Due autori per un testo teorico settecentesco di scuola napoletana: Leonardo Leo e
Michele Gabellone, in Studi Musicali 36, 2007, 1, pp. 123-159. Se nei quattro conservatori
glinsegnamenti di contrappunto e partimento fossero affidati allo stesso maestro o a due
maestri distinti non chiaro. Sembra che fino a circa il 1780 non vi fosse un criterio preciso,
ma successivamente possibile che quello del maestro di partimento fosse considerato un
ruolo a parte. Sulla questione cfr. Rosa Cafiero, Metodi, progetti e riforme dellinsegnamento della
scienza armonica nel Real Collegio di musica di Napoli nei primi decenni dellOttocento, in Studi
Musicali 28, 1999, 2, pp. 425-481.
6
Sulla fuga-partimento napoletana si veda G. Sanguinetti, Partimento-fugue: the Neapolitan
angle, in Partimento and Continuo cit., pp. 71-111.
462 Giorgio Sanguinetti
7
I partimenti sono indicati col numeri di catalogo Gjerdingen (Gj) utilizzato per ledi-
zione online Monuments of partimenti, in corso di pubblicazione alla seguente URL: http://
faculty-web.at.northwestern.edu/music/gjerdingen/partimenti/index.htm In particolare, i
cataloghi dei partimenti di Leo e Sala sono stati preparati da Lydia Carlisi (I partimenti di Le-
onardo Leo: contesto, fonti e catalogo tematico, tesi di laurea, Universit di Roma Tor Vergata, a.a.
2008/09) ed Eleonora Betti (I partimenti di Nicola Sala: fonti, aspetti stilistici e catalogo tematico,
tesi di laurea, Universit di Roma Tor Vergata, a.a. 2008/09).
Gli schemi di partimento in alcune composizioni sacre 463
8
Il termine complesso di soggetti (subject complex) stato da me inventato per in-
dicare linsieme di soggetti che vengono presentati simultaneamente nelle fughe multi-
ple. In molti casi i soggetti sono due, ma non mancano esempi di complessi formati
da tre soggetti che si presentano insieme. Cfr. G. Sanguinetti, The Art of Partimento cit.,
p. 331.
9
Lanalisi dei soggetti di fuga fin qui condotta si ispira liberamente alla teoria dei pa-
radigmi esposta nel suo libro da William Renwick, Analyzing fugue: a Schenkerian approach,
Stuyvesant (NY), Pendragon press, 1995. Tuttavia i paradigmi di Renwick, basati essenzial-
mente sulle fughe di Bach, non coincidono con i soggetti mostrati negli esempi 1 e 3 del
presente articolo. In particolare: 1) non esiste un paradigma per il movimento 5 6 5
4 3 nella sua interezza: 2) Renwick raggruppa i paradigmi in categorie in base al loro
movimento tonale, cos che il soggetto 3a (che termina sulla dominante) appartiene alla
categoria 2, mentre il soggetto 3c, che termina sulla tonica appartiene alla categoria 1.
464 Giorgio Sanguinetti
10
Laffinit tra fuga-partimento e fughe reali va oltre il soggetto: se si osserva il basso
seguente di una fuga vocale (per esempio, quella del Magnificat di Durante il cui soggetto
stato mostrato nellesempio 1c) questo assomiglia a tal punto a una fuga partimento che
potrebbe benissimo essere scambiato per tale. La differenza nella realizzazione: un basso
seguente rappresenta sempre la voce pi bassa che suona in ogni dato momento, mentre
in molti casi nelle fughe-partimento esiste la possibilit di aggiungere una o addirittura pi
voci al di sotto del partimento.
Gli schemi di partimento in alcune composizioni sacre 465
Esempio 4: a) Gaetano Greco, I-Nc 45.1.65 c. 100v (Gj deest); b) Leonardo Leo, Gj
1700; c) Nicola Sala, Gj 2015; d) Nicola Sala, Gj 2005; e) Francesco Durante (?), n. 56 da
I-Nc Roche A.5.6 (Gj deest); f) Nicola Sala, Gj 2056; g) Fedele Fenaroli, n. 8 dal libro IV.
La differenza principale tra gli esempi 2 e 4 che nel primo i diversi ele-
menti sono presentati simultaneamente, mentre nel secondo in successio-
ne. Ma il fatto che nei partimenti i due elementi si trovino in successione
non deve far pensare che non debbano andare insieme: uno degli scopi di
questi esercizi era infatti addestrare gli studenti a riconoscere gli schemi di
contrappunto doppio e di abituarsi a combinarli verticalmente. Il montag-
gio degli elementi avviene in fasi successive, come mostrer realizzando il
n. 8 di Fenaroli, il cui incipit mostrato nellEsempio 4g.11
Il partimento di Fenaroli inizia con lelemento pi lento, cio il bas-
so sincopato (contrassegnato nellesempio con la lettera A): su questo va
installato lelemento veloce, cio il basso spezzato (lettera C): allo stesso
modo, quando a b. 3 lelemento veloce compare nel basso, a questo si
11
I principi dellimitazione nella prassi del partimento sono molto chiaramente esposti
da R. O. Gjerdingen, Partimenti written to impart a knowledge of counterpoint and composition, in
Partimento and Continuo cit., pp. 43-70.
466 Giorgio Sanguinetti
Esempio 5: Fenaroli, n. 8 dal libro IV dei partimenti, bb 1-9. 5a) realizzato a due voci;
5b) realizzato a tre voci.
12
Nella prassi del partimento lidentificazione dei segmenti in contrappunto doppio veniva
facilitata dal fatto che, di solito, uno era in valori ritmici larghi e laltro in valori pi veloci:
Robert Gjerdingen ha argutamente caratterizzato questa coppia nei termini di intere-
sting/foreground e boring/background. Vedi ivi, pp. 46-50.
Gli schemi di partimento in alcune composizioni sacre 467
Esempio 6: tavola delle sei permutazioni dei tre elementi in contrappunto triplo
presenti nellEsempio 5.
13
La realizzazione, pur essendo sostanzialmente a tre voci, presenta occasionalmente dei
riempimenti, specie in prossimit delle cadenze.
468 Giorgio Sanguinetti
La tradizione
Tocc proprio a Fedele Fenaroli, un condiscepolo di Pergolesi alla scuola
di Durante, il compito di realizzare la pi completa e sistematica silloge dei
partimenti e delle regole che li accompagnavano. Le regole (a volte
chiamate anche princpi) costituiscono la parte teorica della prassi del
partimento. Si tratta di documenti, il pi delle volte manoscritti, di rego-
la brevi ed estremamente concisi, al limite dellintelligibilit, e riguardano
quasi esclusivamente laccompagnamento del basso non cifrato. Presi in-
dividualmente, i manoscritti di regole dicono ben poco, specie se confron-
tati con i ponderosi trattati coevi francesi o tedeschi. Infatti, a differenza
di questi ultimi, che erano destinati a una fruizione pubblica (e quindi
avevano un carattere essoterico), le regole erano essenzialmente dei pro-
memoria, dei supporti allinsegnamento vero che era quello orale: si tratta
dunque, in senso etimologico, di documenti esoterici, cio riservati a ini-
ziati (nella fattispecie, agli allievi dei conservatori napoletani).
La natura sovra-individuale di questa dottrina era nota e accettata
dagli stessi maestri napoletani. Dice infatti Fenaroli alla fine della prima
edizione delle Regole musicali (1775):
Se mai [dotti Maestri] trovassero regole mancanti, o errori, potranno aggiun-
gere, ed accomodare a loro piacere, mentre qu altro non si fatto se non met-
tere in ordine le regole, che da tutti molto bene si sanno, e dare a principianti
un lume, acci non suonino a caso.14
Non qui un autore che parla: quale autore potrebbe tollerare che qualcun
altro possa accomodare a suo piacimento la propria opera? piuttosto
la voce dun fedele (nomen omen) adepto di una tradizione, del riordinatore
di una liturgia che nata prima di lui e che gli destinata a sopravvivere.
La natura sovra-individuale delle regole travalica gli individui ma anche
le generazioni. Nelle regole di Fenaroli noi troviamo degli schemi cio
delle formule che Fenaroli ha ereditato dal suo maestro Durante e dai
maestri che lhanno preceduto, come Gaetano Greco e Scarlatti. Gli stessi
schemi saranno poi ripresi dai maestri delle generazioni successive a Fena-
roli, e diffusi in tutta Europa dai maestri napoletani della cosiddetta dia-
spora. Uno studio completo sugli schemi settecenteschi non deve, per,
14
Fedele Fenaroli, Regole musicali per i principianti di cembalo, Napoli, Vincenzo Mazzola-
Vocola, 1775 (ristampa anastatica Bologna, Forni, 1975), p. 55.
Gli schemi di partimento in alcune composizioni sacre 469
Cum-ponere
Nel nono numero dello Stabat (Sancta mater, istud agas) il soprano inizia
saltando dallottava alla quinta e di nuovo alla tonica, mentre il basso pro-
cede scendendo di grado dalla tonica al sesto grado, accompagnato con
le armonie di terza e quinta sul primo e sesto grado, e di terza e sesta sul
settimo grado (Es. 7).
Esempio 7: Pergolesi, Stabat matern. 9: Sancta mater, istud agas, bb. 11-18
(con annotazioni analitiche).
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Nel terzo libro dei partimenti di Fenaroli, dedicato ai movimenti del Bas-
so colle armonie cos consonanti che dissonanti praticabili sopra di esso
questo movimento del basso compare come Esempio n. 4, con la didasca-
lia Partimento in cui il basso scende di grado [con] armonia di 3a e 5a sul
primo grado, e di 3a e 6a sul secondo (Es. 8).15
15
Id., Partimenti ossia basso numerato, Firenze, Gio. Canti, s.d (ristampa anastatica Bologna,
Forni 1978), p. 47.
16
Robert O. Gjerdingen, Music in the Galant Style, New York, Oxford University Press,
2007, p. 39.
Gli schemi di partimento in alcune composizioni sacre 471
Esempio 9: Diversi modelli di Cadenza lunga realizzati: 9a-b): Bernardo Pasquini; 9c-e),
Gaetano Greco.
17
Regole del Sig. Bernardo Pasquini per accompagnare con il cembalo [1715], (I-Bc D. 138) e Parti-
menti di Gaetano Greco, I-Nc Ms 45.1.65 (olim 33.2.9).
472 Giorgio Sanguinetti
la prima, dal Si bemolle fino al Sol, resta nel tono della tonica (il basso
descrive un gruppetto intorno alla tonica), mentre lultima nota, Fa, viene
separata dalle altre da una terminazione di tono, ovvero una mutazio-
ne scalare.18 Entrambi i segmenti sono stati inclusi da Gjerdingen negli
schemi galanti: il primo il Sol-Fa-Mi, mentre la clausula che si crea con la
terminazione di tono viene chiamata da Gjerdingen comma.19 Infine, il
verso successivo cordi meo valide (Es. 7, bb. 17-18) inizia con un altro
schema: unascesa per grado dalla tonica al terzo grado (Do-Re-Mi) con-
trappuntato dal basso di una cadenza semplice.20
Esaminiamo ora lincipit (prime quattro battute) del secondo numero
del mottetto Domine ad adjuvandum (categoria C, opere di incerta attribuzio-
ne): un Gloria Patri intonato come Largo amoroso, dunque con uno stile e
un carattere molto lontani da quello che normalmente associamo allidea
di glorificazione (Es. 10).
18
Il termine terminazione o uscita di tono, in uso in Italia (e in particolare a Napoli)
nel Settecento, potrebbe anche essere reso in italiano moderno con modulazione, se non
fosse che, nella teoria moderna, questo termine ha un significato pi ampio, intendendo
uno spostamento dellasse tonale di una composizione come, per esempio, nella seconda
parte dellesposizione di una sonata. Invece la terminazione di tono ha spesso un signi-
ficato locale, e la sua principale funzione pratica quella di cambiare la scala di riferimento
per permettere lutilizzo della regola dellottava.
19
R. O. Gjerdingen, Music in the Galant Style cit., pp. 253-262 e 156-158.
20
Sulle cadenze nel partimento si veda ivi, pp. 168-176 e Giorgio Sanguinetti, The realization
of partimenti: an introduction in Journal of Music Theory 51 cit., pp. 51-88: 56-58.
Gli schemi di partimento in alcune composizioni sacre 473
21
Gjerdingen chiama questarmonizzazione della romanesca galante la Sammartini:
vedi R. O. Gjerdingen, Music in the Galant Style cit., p. 43.
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22
Il trattato di Prinner, Musikalischer Schlissl (1677), un manoscritto conservato presso
la Library of Congress (Washington D.C), con la segnatura ML 95 P 79, ora pubblicato
a cura di Florian Eger (Linz, Armonico Tributo). Sul Prinner come schema vedi R. O.
Gjerdingen, Music in the Galant Style cit., pp. 45-60 e passim.
23
La stessa combinazione di schemi dellesempio 10 la troviamo, per esempio, allinizio del
mottetto Domus mea di Jommelli (mostrato in R. O. Gjerdingen, Music in the Galant Style cit.,
come esempio 2.24) e nella Sonata in trio n. 1 in Do minore, op. 2, di Hndel.
Gli schemi di partimento in alcune composizioni sacre 475
Esempio 11: Pergolesi, Stabat mater, n. 5: Quis est homo qui non fleret, bb. 1-4.
Esempio 12: Fenaroli, Partimenti ossia basso numerato, Esempio A.h. N 7: Partimento in
cui il basso scende semituonando di grado dalla Settima fino alla Quinta del tuono (p. 49).
24
Sullomnibus si veda Paula Telesco, Enharmonicism and the Omnibus Progression in Classical-
Era Music in Music Theory Spectrum 20, 1998, pp. 242-79.
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Chri
Esempio 13: Quis est homo (bb. 1-4) e lo schema di Fenaroli sovrapposti,
con annotazioni analitiche.
Gli schemi di partimento in alcune composizioni sacre 477
25
La maggior parte dei partimenti recava sparse e occasionali cifrature di accordi, una
sostanziosa minoranza era del tutto priva di cifrature, e una pi ridotta minoranza era
completamente cifrata.
26
Sulle classi di regole si veda G. Sanguinetti, The realization of partimenti cit., pp. 54-67.
478 Giorgio Sanguinetti
27
Allinizio del quarto libro dei Partimenti di Fenaroli si legge questavvertimento: I se-
guenti Partimenti si devono prima studiare colle semplici consonanze e poi colle dissonan-
ze, secondo le regole antecedenti (p. 61). Lo stesso avvertimento, ma pi dettagliato, si leg-
ge nelledizione commentata di Fenaroli a cura di Emanuele Guarnaccia: Primieramente
si suoneranno tutti i bassi senza numeri con i semplici accordi consonanti; dalla esecuzione
della qual regola il Maestro si accorger se il suo allievo abbia bene e giustamente afferrati
i principii a tale oggetto stabiliti; in secondo luogo si introdurranno tutte le dissonanze,
di cui ciascun basso suscettibile: e in ci dovrassi adoperare giusta le norme relative alle
dissonanze medesime; in terzo ed ultimo luogo si former la propriamente detta Imitazio-
ne: la quale trovasi di fronte al basso proposto. Emanuele Guarnaccia, Metodo nuovamente
riformato de partimenti del Maestro Fedele Fenaroli [], Milano, Giovanni Ricordi, s.d., p. 3.
Gli schemi di partimento in alcune composizioni sacre 479
Esempio 14: gli schemi grezzi per il basso delle battute 1-12 di Stabat mater, n. 1.
28
Nella definizione di Fenaroli (Le cadenze sono quel movimento del basso, che dalla
prima del tono va alla quinta, e dalla quinta ritorna alla prima) manca qualsiasi accenno
alla funzione di chiusura. F. Fenaroli, Regole musicali cit., p. 7.
480 Giorgio Sanguinetti
Fa Mi bemolle non compreso nella scala di partenza, per cui qui avre-
mo, secondo le regole, una terminazione di tono che trasforma quelle due
note in della nuova scala. Alla fine della replica della cadenza si
aggancia linizio di una cadenza lunga nel tono principale, seguita da una
semicadenza con una lunga fermata sulla dominante, e ancora da una se-
rie di quattro cadenze lunghe di cui solo lultima ha successo, mentre le
prime tre non riescono (queste cadenze fallite che necessitano di essere
ripetute sono chiamate dalla teoria del partimento cadenze finte). Ab-
biamo cos lossatura del basso di queste prime dodici battute, con anche
qualche essenziale accenno di cifratura (la terza maggiore sui gradi di do-
minante, per esempio, o gli accordi imposti dalla regola dellottava). Gi a
questo livello elementare si inizia a delineare una possibile linea melodica
nella voce superiore: infatti, una cadenza in apertura di frase preferisce
una melodia ascendente, come il Do-Re-Mi (che abbiamo gi incontrato
nellEsempio 7 alle battute 17-18, quindi non con funzione di apertura)
piuttosto che una discendente, pi adatta a una conclusione.
Esempio 15: Schemi di basso e melodia per le battute 1-12 di Stabat mater, n. 1.
lintroduzione strumentale del duetto.29 Pergolesi per per ben tre volte
delude la nostra attesa di una conclusione: per tre volte infatti rimanda la
conclusione grazie a un tipo di cadenza chiamata cadenza finta, di cui
troviamo un esempio molto simile a questo in un partimento diminuito
del suo maestro, Francesco Durante (Es. 16).
29
R. O. Gjerdingen, Music in the Galant Style cit., pp. 197-215.
482 Giorgio Sanguinetti
Esempio 17: Fenaroli, Partimenti ossia basso numerato, libro III, Esempio X (p. 45).
Con questo passaggio siamo ormai arrivati a definire con molta precisione
le voci superiori; rimane da migliorare il basso, che ancora molto rudi-
mentale, e il modo per farlo utilizzare la tecnica della diminuzione, che
a Napoli era oggetto di studi approfonditi sia nellambito del partimento,
30
Gjerdingen chiama questa tecnica Corelli leapfrog: cfr. ivi, p. 123.
31
Loriginale di Fenaroli stato trasportato in Fa minore per facilitare il confronto.
Gli schemi di partimento in alcune composizioni sacre 483
Esempio 19: Alessandro Scarlatti, partimento in Fa minore, in Principi del sig. re Cavaliere
Alesandro Scarlatti. MS: Londra, British Library, Ms. Add. 14244.
32
Sullargomento vedi Giorgio Sanguinetti, Diminution and Harmony-oriented Counterpoint in
Late Eighteenth Century Naples: Vincenzo Lavignas Studies with Fedele Fenaroli, in Schenkerian
Analysis Analyse nach Heinrich Schenker, ed. by Oliver Schwab-Felisch Michael Polth
Hartmut Fladt, Hildesheim, Olms, 2011, pp. ???.
33
Camillo De Nardis, Partimenti dei maestri Cotumacci, Durante, Fenaroli, Leo, Mattei, Pla-
tania, Sala, Scarlatti, Tritto, Zingarelli, Milano, Ricordi, 1933. Il primo dei tre partimenti
stato ripubblicato in Jacopo Napoli, Bassi della scuola napoletana, con esempi realizzati, Milano,
Ricordi, 1959.
484 Giorgio Sanguinetti