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Gli uomini del mandamento di Porta Nuova soffocavano commercianti e imprenditori di Palermo
che si trovavano strozzati dal racket e stretti dalla morsa delle continue richieste di "pizzo". Dalle
indagini emerge chiaramente l'estorsione nei confronti del titolare del lounge bar Mambo Beach di
isola delle Femmine, Pietro Maione, il cui locale stato distrutto da un incendio, in circostanze
ancora da chiarire, lo scorso 7 giugno.
Ecco la minaccia, l'intimidazione, la prepotenza. Ecco la legge della mafia. Un atto di forza,
condotto con le tipiche modalit mafiose, che testimonia la determinazione e la pericolosit di
Alessandro D'Ambrogio il quale con la prevaricazione e la forza prepotente riesce a estromettere
Maione dal suo Mambo Beach. Ma non finisce l, perch Li Vigni da carnefice diventa pure vittima,
in quanto costretto dapprima a consegnare le chiavi del locale e, poi, a pagare una grossa somma
agli stessi mafiosi ai quali si era rivolto per poter riaprire l'attivit. In una telefonata con una sua
potenziale socia, Li Vigni dice alla donna di portare 50mila euro, la sua quota per entrare nella
societ, e che insieme li avrebbero portati ad Alessandro D'Ambrogio per "mettersi a posto": "
proprio li voglio vedere, porti un sacco, una valigia, quello che devi portare, me li fai contare, li
contiamo al Max bar, se sono 50.000,00 scendiamo insieme dove dobbiamo andare e glieli
portiamo!" La donna, per, non porta i soldi e in unaltra intercettazione emerge che Li Vigni
stato costretto a consegnare le chiavi del locale non avendo potuto pagare il pizzo: "niente, oggi
sono andato all'appuntamento ... e gli ho dovuto dare le chiavi, sono chiuso!".
Il traffico di droga. La crisi economica che attanaglia l'intero Paese, e molto pi Palermo, e che ha
drasticamente e inevitabilmente ridotto gli incassi che provengono dalle estorsioni induce
D'Ambrogio a diversificare le attivit mafiose. Il numero delle famiglie dei detenuti da sostenere
aumentato vertiginosamente, ne consapevole il capo del mandamento di Porta Nuova che, pur
mantenendo l'imposizione del "pizzo" come strumento per affermare la presenza della mafia sul
territorio, indirizza la strategia criminale del sodalizio soprattutto verso il traffico e lo spaccio degli
stupefacenti.
Le famiglie mafiose, per massimizzare i profitti, esercitano un capillare controllo delle "piazze dello
spaccio" e tentano di creare canali di importazione diretta della droga dai Paesi produttori: dal Sud
America, attraverso la Penisola iberica, per la cocaina e dal Nord Africa per l'hashish. Il
mandamento di Porta Nuova, per effettuare l'acquisto di grossi quantitativi di droga, avvia un
accordo di collaborazione con alcuni sodali della famiglia di corso dei Mille (Vincenzo Ferro, Pietro
Tagliavia, Francesco Scimone, e Giovanni Alessi) e con narcotrafficanti della criminalit
organizzata di Mazara del Vallo (Salvatore Asaro e Umberto Sisia).
In una conversazione, Asaro (nella foto) esterna addirittura a un sudamericano (in corso di
identificazione) l'intenzione di creare un canale di importazione tanto vasto da poter rifornire l'intera
Isola: Asaro: "... Mi ascolti? Qui non c pi tempo di scherzare. Lo scherzo finito ... se dobbiamo
lavorare, lavoriamo. Se non dobbiamo lavorare, io ...la finiamo qua. ... Perch qua le cose sono
serie, molto serie" "io mettiamo sono il responsabile di tutto, io. Ci siamo?" "Ho detto due
parole, vuoi la Sicilia ti d la Sicilia, perch sono in grado di dartela. Hai capito! Nessuno in grado
di dartela. Solo io! ...""eh! Io peso 100 kg. e anche di pi. Basta scherzare mi seccato scherzare.
Scherzare mi ha scocciato e voglio a te qui!Questi ragazzi che hai accanto l. Questi ragazzi che hai
accanto l, prendi a tuo fratello vedi quello che devi fare, organizza, partiamo di qua e vengo pure
io, rompo tutto sorveglianza, quello laltro rompo tutto! ... Ti ho detto che peso 100 kg e 100 Kg
sono pochi, certe volte ingrosso di pi perch mangio assai ..." Uomo: "non ti preoccupare che
a quello c soluzione. Io ti mando qualcuno l che il braccio destro mio, non ci sono problemi".
Nel corso delle indagini sono stati posti sotto controllo i viaggi in Spagna e Tunisia effettuati da
alcuni indagati, in particolare: l'1 giugno 2012, viene monitorato e filmato un importante incontro,
avvenuto in un garage nei pressi dell'aeroporto di Valencia, tra Giovanni Alessi e due sudamericani;
il successivo 21 giugno, Pietro Tagliavia va in Spagna per definire i dettagli dell'importazione di
cocaina; nel settembre 2012, Umberto Sisia e Franco Scimone vanno in Tunisia per definire alcuni
aspetti relativi all'approvvigionamento di hashish. E' particolarmente significativa un'intercettazione
di conversazione avvenuta tra due trafficanti: A. "va bene hanno detto e ancora devono vedere
lultima volta per accordi tra Tunisia e qua... possiamo andare avanti perch la risposta aspettano
quelli di Tunisi B.: "ma quel discorso, quellaltro invece com' finito?" A.: "mi piaciuto il
prodotto, l c prodotto buono, costa molto. Se prodotto scarso costa meno e l hanno preso un
campione. Praticamente sono i ragazzi che ho parlato io con loro. Capito! L'hanno fatto
assaggiare ... lui contento Salvatore (Asaro) ho fatto tutto il possibile l, gli ho fatto vedere che noi
siamo di parola ...".
Le indagini hanno anche consentito di accertare l'esistenza di importanti canali di smistamento della
droga al di fuori della provincia di Palermo, grossi centri come Marsala, Mazara del Vallo,
Caltanissetta e Giardini Naxos, e di sequestrare grosse quantit di droga. In particolare: il 27
febbraio 2012 stato arrestato Angelo Napoli, perch trovato in possesso di 35 kg. di marijuana; il 7
dicembre 2012 finito in manette il napoletano Rosario Vela, perch aveva 3 kg. di cocaina; il 22
febbraio 2013 stata la volta di Ciro Napolitano trovato in possesso di 1 kg. e 200 di cocaina.
Il sequestro dei beni. Le acquisizioni raccolte hanno permesso di accertare come gran parte degli
illeciti profitti della mafia sia stata investita in beni mobili e immobili, intestati a prestanome
compiacenti. Ne derivata lemissione di provvedimenti di sequestro che riguardano: l'azienda di
macellazione e vendita di carne allingrosso, Ovinsicula, in via Stazzone, a Palermo, sulla quale
aveva investito anche Antonino Ciresi; il pub Day Just, di via Nino Bixio, che era nella disponibilit
di Antonino Seranella; il distributore di carburanti sulla S.P. 259 nel comune di Martinsicuro (TE),
facente capo a societ riconducibile a Ferro, Alessi, Tagliavia e Scimone; il gommone modello LED
33, l'imbarcazione modello Saver 330 sport e la Minicooper Country man nella disponibilit di
Antonino Seranella, quest'ultima fittiziamente intestata ad una donna rumena.