di Pier Paolo Pasolini periferia e i gridi dei ragazzi, superstiti nell'alta serata. Naturalmente non scoprii nulla: nessuna avventura, al povero Kafka, ci vuole Kafka. Scendere dal rapido, viaggiatore incantato, che pervenne al non potere entrare in citt n avanzare di Corso chiamato Cavour in mezzo alla pi un passo fuori dal viale della stazione, pu desolante indifferenza: in quella Bari accadere solo al personaggio di appena creata e gi tanto adulta. Finii col unavventura kafkiana. Non potevo cercare il pi vicino albergo che com' risolvermi ad andarmene da l. Tutta la giusto non trovai: invece, ritornato nei gente scesa con me, un po alla volta, si pressi del kafkiano piazzale. mi riagguant era dispersa, le carrozzelle, arcaiche come l'uomo grasso della camera. Ormai ero piccole torri, erano passate l'una dopo nelle sue mani, egli trionfava. Mi condusse laltra davanti al marciapiede (un cavallo, dentro uno smorto portone e poi per una anzi, aveva urtato col muso la testa del rampa di scale. La porta primo barese. un giovanotto ghignante, dellappartamento era aperta e nel minaccioso, nero e snodato) e i ragazzetti corridoio stavano cenando, con vergogna, delle valige serano dileguati in fondo a tre persone: dietro di loro c'era un quel loro famigliare piazzale, insieme paravento, e dietro il paravento. alluomo che in quei cinque minuti mi ammassati, tre lettini bigi. Fui aveva ossessionato con lofferta di una sufficientemente energico, questa volta, camera. nel ribellarmi, ed egli allora mi condusse in Davanti a me nelle viscere della Bari un altro appartamento dove ancora tre sconosciuta, distesa contro il mare, gli persone, un vecchio, una vecchia. e un autobus passavano radi, internandosi con ragazzo - un ragazzo agro e sdegnoso urli di rapaci dentro vie che non portavano stavano seduti in silenzio. in nessun luogo. Del resto anche l'auto Nella mia camera cera un grande letto azzurra dellAlbergo delle Nazioni se nera matrimoniale, l dopo poco dormivo. Ma andata da un pezzo, ed io ero rimasto durante il sonno cominciarono ad solo, a tremare, nel piazzale rosso, verde, accadere degli strani fatti. Nella mia giallo della stazione: in me lottavano camera, con la penombra, era venuto a ancora la seduzione dellavventura e un stabilirsi un uomo di mezza et, ultimo residuo di prudenza. Cos senza probabilmente un ferroviere. munito di un avere deciso nulla, scelsi una strada, una fischio lacerante e forse anche di una delle tante, piena di scritte luminose e mi specie di semaforo. incamminai. Dopo un po mi parve di Ai suoi segnali acustici e luminosi una essere in un quartiere della Roma vecchia locomotiva ruggendo si staccava piemontese, come i Prati, ma con pietre dalla profondit di un terrapieno e di pi consunte e malinconiche, bench forse scambio in scambio giungeva presso il mio pi nuove, e come levigate da una letto: quivi sostava un poco sbuffando, confidenza ariosa e provinciale; solo in sferragliando, vomitando faville e vapore, seguito mi sarei accorto di che risonante poi girava e fischiando come una pazza si allegria piena questa citt: in quel allontanava a vagare per lo scalo. Ad un momento mi pareva disperazione, sorda tratto per tutto questo armeggiare fu disperazione, orgasmo, aria di chiuso, con interrotto da un formidabile rintocco, che tutti quei salumai, droghieri, farmacisti e rimbomb ronzando nella camera a pochi macellai aperti alle dieci di sera, e tutta centimetri dai miei timpani, lacerandoli: il quella luce vuota sui passanti spinti qua e suo spaventoso ronzio non sera ancora maretta. Nella luce stupita si incrociano i estinto che un altro squillo lo segu. gridi dei giovani pescatori: e senti che Accesi spaventato la luce, mentre i sono gridi di soddisfazione, che il mare rintocchi si susseguivano implacabili, e dietro la rotonda colmo di pesciolini dopo un attento esame scoprii che essi trepidi e dorati. E mentre il mare fruscia e provenivano da una sveglia singolarmente ribolle, senti dietro di te con che gioia la piccola collocata sul comodino. Appena citt riprende a vivere la nuova mattina! lultimo rombo fu lanciato ripresero le I baresi si divertono a vivere: ci si manovre della locomotiva. impegnano col cuore leggero. e col cuore Paradisiaca, per, fu la notte in confronto leggero vanno discutendo di affari per le alle operazioni mattutine. Quando mi alzai strade, prendono il caff, si recano al e chiesi notizie dell'acqua. Il grasso barese, lavoro, senza avere nemmeno il sospetto del resto molto gentilmente mi mostr il che questo non rappresenti una piacevole secchiaio che si trovava in mezzo alla avventura. C' aria di festa. Nelle grandi cucina. Mi accostai, ma la vecchia che vi strade, che sembrano boulevards o stava armeggiando non si mosse: rimasi in avenidas, senti sospesa leuforia del atto di cauta cortesia a una certa distanza progresso di questa citt che in pochi anni, da lei per farle comprendere. Ma non si rotti i legami che imprigionavano i pugliesi muoveva. Allora le toccai una spalla, ed con tutti i meridionali a un difficoltoso essa si volt verso di me roteando nella complesso, ha raggiunto il livello delle luce due enormi occhi ciechi. Si trascin citt del Nord meno vocate al silenzio. E lontano dal secchiaio, schiacciata sotto la lallegria dei baresi seria, sicura e sua gobba: ma per tornare subito dopo salubre: su queste teste solide il delicato reggendo faticosamente tra le mani il biondo veneziano dei capelli (che la bianco recipiente della notte, certo con carezza dellAdriatico), perde in languore e l'intenzione di scaricarlo nel secchiaio acquista in chiarezza. Qui tutto chiaro: dove mi stavo lavando. Ma, urtando anche la Citt vecchia, dalla chiesa di San contro di me desistette, pos il recipiente Nicola al castello svevo pare per terra, e and a vagolare per la casa. perennemente pulita e purificata, se non l treni continuavano a fischiare, laceranti sempre dall'acqua, dalla luce stupenda. nellaria bianca delle otto. Poi il mio uomo, grasso e domestico venne con un grosso 1951 fagotto di biancheria sotto il braccio, la gett in una tinozza presso il secchiaio e cominci a fare il bucato. Che freschezza, la mattina a Bari! Alzato il sipario del buio, la citt compare in tutta la sua felicit adriatica. Senti il mare, il mare, in fondo agli incroci perpendicolari delle strade di questa Torino adolescente: un mare generoso, un dono, non sai se di bellezza o di ricchezza. Davanti al lungomare (splendido), sotto l'orizzonte purissimo una folla di piccole barche piene di ragazzi (i ragazzi baresi alti e biondi, coi calzoni ostinatamente corti sulla coscia rotonda, la pelle intensa. solidi) si lascia dondolare nel tepore della