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l'nza avvertire che ogni trattato di psichiatria ne ha una

propria, e che esse vanno continuamente mutando, come le

conclusioni della scienza da cui provengono.1L'interrogativo

qui esposto ha soluzioni differenti da interprete a interprete, e

in considerazione del fatto che gli interpreti in questione sono

degli operatori particolari del diritto, quali i giudici, ci

difficilmente accettabile. Auspicabile risulta essere, quindi, un

intervento legislativo che sia in grado, attraverso una

regolapositiva, di risolvere il dilemma.

L' ultimo profilo da tenere in considerazione che la capacit

di intendere e di volere pu essere completamente esclusa

anche da una infermit transitoria, purch sia sempre tale da

far venire meno i presupposti dell'imputabilit.

Per contro, nella prassi applicativa si propende per una

possibile affermazione di responsabilit nei cd. intervalli

di lucidit, con la specifica che per tale si intende uno stato di

1 MANZINI, Trattato di diritto penale italiano, vol. II, p.119


lucidit sufficientemente avulso dalle influenze che la malattia

pu esercitare sulla psiche complessiva dell'individuo. 2

Si pensi ad esempio all'epilessia. Sul punto si espressa la

Cassazione affermando che : L'epilessia non costituisce di per

s una malattia che comporti uno stato permanente di

infermit mentale nel soggetto; la incapacit di intendere o

volere invece ravvisabile nel momento del raptus, vale a

dire allorch il malato colto da una crisi epilettica che,

provocando movimenti e spasmi incontrollabili possa

determinare movimenti degli arti e del corpo dei quali il

malato, in quel momento, non pu rendersi conto. 3

Tuttavia, non tutta la dottrina concorte sulla deciosione

espressa dalla corte. Vi chi come Nuvolone sostiene che il

malato di mente, anche se si trova in un periodo di lucidit,

solo apparentemente sano, e la sua azione criminosa non pu

non ritenersi manifestazione della sua malattia .4


2 G. FIANDACA E. MUSCO, Diritto Penale, p. 342

3 Cass. 16 gennaio 1996 n. 3031

4 NUVOLONE, Il sistema, 263, in G. FIANDACA E. MUSCO, DIritto Penale, p. 342

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