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IL ROMANZO GRECO

un genere letterario nuovo, che nasce certamente nel periodo ellenistico, seppure non sia possibile
precisare esattamente in quale secolo (forse il II a.C.).
Si tratta di un fenomeno gi in embrione nel periodo alessandrino (323-31 a.C.), ma che si manifesta in
modo prepotente in quello imperiale (31 a.C.-529 d.C.) e si inserisce nel pi ampio contesto
dellaffermarsi di una letteratura non ufficiale (o para-letteratura) come reazione alla cultura di lite,
troppo distante dai gusti e dalle aspettative della gente comune: in questa epoca prende infatti lavvio
una produzione popolare di larghissimo consumo, generalmente di modeste pretese artistiche (ma
non mancano, specie in ambito latino, le opere di genio), sistematicamente ignorata dalla cultura
ufficiale, la quale si rifiuter di canonizzare questa produzione e financo di dare un nome al genere
narrativo di maggiore successo di questo periodo: non a caso siamo costretti a ricorrere per esso alla
denominazione, evidentemente impropria perch moderna, di romanzo, e non a caso le origini di
questo genere, ancorch di recente nascita, di straordinaria diffusione e destinato ad un impensabile
successo nei secoli futuri, si perdono nel buio pi assoluto.
Il nome romanzo risale al Medio Evo (XIII sec.) e designa le opere narrative di stile cavalleresco in
lingua romanza (da cui il nome).
I Greci designavano questo genere con nomi vaghi ed imprecisi: dihghma Polibio; dra%ma, dramatikon,
kwmda Fozio (IX d.C.); e ancora, in altre fonti, mu%jov, i|stora, logov. Ci testimonia per lo meno un certo
imbarazzo, se non una vera e propria confusione di idee, da parte dei letterati seri.
Tale scarsa chiarezza si ripercuote inevitabilmente sulla nostra conoscenza del genere, che da
considerare assolutamente parziale e che dovrebbe indurre alla massima cautela nel formulare ipotesi
e giudizi critici su un fenomeno di cui, allo stato attuale delle cose, ci sfuggono perfino i lineamenti
essenziali.
Troppo spesso, infatti, si tende a generalizzare, attribuendo al romanzo antico caratteristiche fisse e
tpoi narrativi che, propriamente, sono da riferire ad un solo filone fra quelli a noi noti (ovvero quello
erotico-avventuroso casto).
Quanto questo tipo di generalizzazione sia arbitrario, risulta intuitivamente chiaro se solo si prova ad
applicarlo - fatte le debite proporzioni - al romanzo contemporaneo: nessuno considererebbe legittimo il
tentativo di estrapolare da un unico filone odierno (ad esempio il cosiddetto giallo) caratteristiche
narrative valide per qualsiasi romanzo (magari Delitto e castigo di Dostoevskij!).
Questo dipende dalle caratteristiche di forma aperta (tanto sul versante formale quanto su quello
contenutistico) tipiche del genere, che gli rimarranno per sempre proprie e ne decreteranno il successo
nei secoli: esso, infatti, a differenza dei generi chiusi (epos, tragedia, etc.), pu accogliere elementi,
spunti, suggestioni e contenuti di qualsiasi natura. dunque il meno selettivo dei generi per quanto
riguarda forma e contenuto.
pur vero che, a giudicare da quel che ci dato intravedere del romanzo antico, la variet degli stili e
lesigenza di creativit dovevano essere assai inferiori rispetto a quelle del romanzo moderno: ma
lesistenza di esperimenti genialmente irregolari come i due romanzi latini dovrebbe indurre quanto
meno ad una maggiore prudenza nella valutazione complessiva del fenomeno.

Filoni narrativi

In effetti, pur nella relativa scarsit dei resti a nostra disposizione, abbastanza evidente che la
narrativa antica conosceva almeno tre differenti tipologie di romanzi, corrispondenti a tre veri e propri
filoni; e precisamente:
a. un filone avventuroso;
b. un filone erotico-avventuroso casto, in cui lelemento sessuale pressoch assente;
c. un filone erotico-avventuroso licenzioso, in cui lelemento sessuale presente o predominante.

Il solo filone che ci sia noto con una certa precisione il secondo, che, esso s, presenta caratteristiche
fisse e ripetitive, tali da accomunarlo a certi odierni prodotti televisivi (le cosiddette soap operas).
Tutto ci che si dir in seguito relativo a questo filone.

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Il romanzo erotico-avventuroso casto

Caratteristiche narrative

Nel caso specifico del romanzo greco d'amore e d'avventura, la creativit scarsa, e forte la tendenza
alla ripetizione di situazioni-tipo: gli ingredienti sono sempre pi o meno gli stessi, rimescolati in varie
combinazioni, secondo il principio del caleidoscopio. Questo fa s che se ne possano elencare alcuni
elementi fissi e costanti, le c.d. costanti del genere:

1. et e caratteristiche fisiche dei protagonisti: sempre giovanissimi (poco pi che bambini), bellissimi,
biondi, simili a di;

2. tipo di innamoramento e di amore: ci s'innamora sempre al primo sguardo (colpo di fulmine), ed il


sentimento - salvo rare eccezioni - sempre nobile, appassionato ed assolutamente casto;

3. psicologia dei protagonisti: sono di nobile ed alto sentire, leali, generosi ed onesti (anche i cattivi, di
solito, si pentono). La caratterizzazione psicologica quindi, prevedibilmente, piatta ed
approssimativa, simile a quella dei personaggi delle attuali soap operas televisive;

4. ambientazione: di preferenza varia ed esotica, a volte in terre favolose; talvolta indicata con
precisione l'epoca storica;

5. linguaggio dei personaggi: assolutamente stereotipo. Tipico per la sua ricercata leziosit, vuole
apparire semplice, ma infarcito di citazioni letterarie e fa grande sfoggio di mezzi retorici (si ricordi
la irresistibile parodia petroniana di questo tipo di linguaggio, messo in bocca all eroino Gtone).
Tende al patetico ed al melodrammatico e rifugge accuratamente da ogni volgarit. Nella sostanza
quanto di meno credibile si possa immaginare: ancora una volta il pensiero corre alla
inverosimiglianza dei dialoghi delle soap operas, in cui tutti i personaggi si esprimono in modo
ricercato ed innaturale;

6. struttura narrativa: del tipo a superamento di ostacoli (mentre la struttura del Satyricon
labirintica, a trappole): all'inizio il sogno d'amore dei protagonisti viene contrastato da qualcuno e
reso impossibile; ne seguono avventure e peripezie varie (tipici i rapimenti, i naufragi, i tentativi di
violenza carnale, l'intervento dei pirati, la morte apparente dell'eroina); naturalmente il lieto fine
assicurato: i due si ricongiungeranno e potranno finalmente coronare il loro sogno d'amore. Lo
schema narrativo non molto dissimile da quello descritto da V. Propp per un altro genere
scarsamente creativo, la fiaba di magia (da un danneggiamento o mancanza iniziali, attraverso
peripezie intermedie, si giunge inevitabilmente al matrimonio o scioglimento finale).

Origini del genere

Un cos imponente bagaglio di situazioni topiche, alcune delle quali scarsamente giustificabili alla
luce della tradizione letteraria greca (valga per tutti il caso della castit maschile), ha destato la
curiosit degli studiosi, che, almeno a partire dall'Ottocento, si sono sbizzarriti nella formulazione di
ipotesi circa le origini di questo genere, ricercando un possibile archetipo delle opere a noi note.
Il problema nasce dal fatto che gli elementi costitutivi del genere (amori contrastati, peripezie, viaggi in
terre lontane, etc.) non sono difficili da rintracciare in diversi altri generi o addirittura in opere precise,
che costituiscono i precedenti del romanzo; ma ci non significa che il romanzo sia da ricondurre ad
uno di questi generi, ne costituisca per cos dire la naturale evoluzione, appunto perch tutti i romanzi
di questo filone a noi noti hanno caratteristiche peculiari e standardizzate, non riconducibili a nessun
altro genere, che sembrano avere avuto la loro genesi in qualche momento storico preciso ed in
qualche autore che, pur rielaborando il materiale desunto da altri generi letterari, diede vita ad un
genere nuovo e diverso.
Sar bene precisare subito che tali ricerche sono approdate ad un nulla di fatto: gli elementi in nostro
possesso non sono sufficienti ad avallare nessuna delle ipotesi proposte, ed anzi, i pi recenti

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ritrovamenti papiracei ne hanno categoricamente smentite alcune. Pare dunque impossibile
identificare il responsabile della creazione del romanzo ed il momento storico in cui ci accadde: tutti
i tentativi compiuti in tal senso si sono rivelati fallimentari, o comunque non hanno convinto del tutto
per la loro eccessiva unilateralit. Questo fatto pu risultare non poco sorprendente, se si pensa che il
romanzo il genere pi recente della letteratura greca; il motivo di ci risiede molto probabilmente nel
gi citato silenzio della cultura ufficiale a proposito del romanzo, indizio di un atteggiamento
snobistico, quando non di assoluto rifiuto, nei confronti di prodotti letterari giudicati popolari e
scadenti.
Ci su cui tutti i critici concordano, come si diceva, il fatto che si tratta necessariamente di un genere
ellenistico (posteriore cio alla morte di Alessandro Magno, 323 a.C.): i vari temi epici, tragici, storico-
biografici in esso presenti sono infatti rivissuti alla luce dell'individualismo tipico dell'epoca, ed in una
chiave inequivocabilmente privata, del tutto inconcepibile nel periodo della poliv.
Ci non ostante, per dovere di informazione, si riportano qui di seguito le cinque principali ipotesi
formulate a proposito delle origini del genere.

Ipotesi sulle origini

1. L'ipotesi di E. Rohde: secondo lo studioso tedesco il romanzo greco sarebbe nato nel II secolo d.C.
nell'ambito della Seconda Sofistica, e sarebbe fiorito fino al VI secolo d.C.
La pratica delle declamationes su casi fittizi avrebbe portato alla fusione ed alla rielaborazione, da
parte dei retori, di racconti di viaggi ed elegie erotiche di tipo alessandrino, da cui discenderebbero i
due elementi costitutivi del romanzo greco: quello avventuroso e quello erotico.
Questa teoria sicuramente da respingere: gli ultimi ritrovamenti papiracei hanno riportato alla luce
romanzi ben anteriori al II secolo d.C. e quindi alla Seconda Sofistica.

2. L'ipotesi di C. Lavagnini: il romanzo greco deriverebbe dalla rielaborazione di leggende locali, sulla
falsariga degli esperimenti gi compiuti da Callimaco (cfr. la novella di Aconzio e Cidippe negli Ai"tia),
ma con minori pretese stilistiche, e destinata perci ad un pubblico meno colto.
Questa ipotesi ha il difetto di non tenere conto della differente natura del romanzo e della novella,
geneticamente e strutturalmente diversi: oggi nessuno pi disposto a credere che il romanzo sia
l'evoluzione di un qualsivoglia genere narrativo breve.

3. L'ipotesi di K. Kernyi: si tratta della teoria a tutt'oggi pi convincente ed interessante.


Alle origini del romanzo greco starebbe il culto di Iside: pi precisamente, esso nascerebbe dalla
rielaborazione delle storie sacre sulla coppia Iside-Osiride, assai simili alle peripezie dei protagonisti
del romanzo.
L'ipotesi affascinante, ma stata giudicata troppo unilaterale per l'eccessiva enfasi posta
sull'elemento religioso; oltre tutto non propone alcuna data di nascita precisa per il genere.
Tuttavia un fatto incontestabile: il culto di Iside si diffonde al di fuori dell'Egitto proprio in epoca
ellenistica, ed assume una straordinaria rilevanza in questo periodo; l'elemento della morte
apparente dell'eroina, canonico dei romanzi d'amore e d'avventura, trova una singolare rispondenza
nel culto della da (che, identificandosi con la luna, subisce diverse fasi di morte apparente e
rinascita); inoltre l'accento tutto particolare posto dagli autori dei romanzi d'amore sulla castit e
sulla verginit, elementi anch'essi tipici del culto di Iside, rappresenta un'assoluta novit nella
letteratura greca e mal si spiega se non come conseguenza di una mutata sensibilit religiosa.
E' forte, poi, la tentazione di considerare qualcosa di pi di una semplice coincidenza la presenza,
nelle Metamorfosi di Apuleio, di un significato allegorico connesso proprio con il culto di Iside.

4. L'ipotesi di Merkelbach: riprende sostanzialmente quella del Kernyi dopo che questa era stata
abbandonata, ma la porta alle estreme conseguenze: il romanzo greco altro non sarebbe che un testo
sacro per iniziati, da leggere integralmente in chiave allegorica: esso racconterebbe in realt le
peripezie dell'anima per giungere alla perfezione.
La teoria parsa per lo meno azzardata, sebbene si attagli alla perfezione almeno ad un romanzo:
quello di Apuleio.

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5. L'ipotesi di Q. Cataudella: egli in sostanza rilancia la tesi del Rohde, cercando di sanarne le
contraddizioni cronologiche: il romanzo greco, a parere dello studioso, pu senz'altro essere nato
nell'ambiente delle scuole retoriche, ma non quelle della Seconda Sofistica: infatti la pratica delle
declamationes non nasce con la Seconda Sofistica, bens molto prima (cfr. Seneca il Vecchio, che
raccoglie numerose di queste opere gi nei primi anni del I sec. d.C.): dunque la sfasatura
cronologica fra i due fenomeni scompare.
Perci, secondo il Cataudella, il romanzo evolverebbe dai progumnasmata retorici: semplici esercizi
scolastici che consistevano nel libero svolgimento di temi storici, mitici o inventati.
La teoria, pur in assenza di ostacoli cronologici, parsa criticabile e poco persuasiva: sembra
davvero strano che una creatura vitale come il romanzo possa avere avuto origine da esercizi
scolastici cos freddi ed artificiosi.

Negli ultimi tempi si abbandonato il tentativo di risalire ad una origine precisa: a partire
soprattutto dagli studi di Alessandro Barchiesi e Massimo Fusillo, si pone piuttosto l'accento sui
precedenti del romanzo, abbastanza facilmente identificabili, nella convinzione che esso risulti dalla
rielaborazione di temi e motivi desunti da altri generi. Tuttavia chiaro che non si tratta di un modo
per risolvere il problema, ma solo di un'implicita ammissione di impotenza, dato che si rinuncia di
fatto a cercare una risposta alla ripetitivit di trame e situazioni evidente nei vari sottogeneri:
ripetitivit che, come si diceva, ben difficilmente pu essere spiegata con la semplice rielaborazione di
spunti precedenti.

I precedenti

Il romanzo un immenso crogiuolo che fonde esperienze letterarie diverse, fra cui si riconoscono
facilmente:

1. l'Odissea ed in generale tutti i racconti di viaggi favolosi propri della tradizione mediterranea.
Essi avrebbero influito sia sull'intreccio del romanzo, ricchissimo di peripezie, sia sulla sua
ambientazione esotica.

2. la tragedia, e quella di Euripide in particolare: non solo per la presenza di citazioni testuali di versi
tratti da varie tragedie, ma anche per il tono melodrammatico di certe tirate di eroi ed eroine in
difficolt; il precedente euripideo, filtrato attraverso Menandro, particolarmente avvertibile nella
predilezione per situazioni sentimentali ( di qui che deriva l'elemento erotico tipico del genere),
nell'importanza accordata alla Tuch, nelle peripezie a lieto fine, caratteristiche appunto dei drammi
della Tuch. Fra tutti i drammi euripidei, i pi vicini allo spirito del romanzo sono Elena, Elettra, Ione
e Ifigenia Taurica.

3. la commedia Na (= Nuova), e particolarmente quella di Menandro: alcuni romanzi sembrano la


traduzione in termini narrativi di certe commedie menandree (si pensi alla Smia); assolutamente
menandreo poi il perbenismo dell'insieme, l'imborghesimento dei caratteri, il linguaggio atto a non
urtare il senso del decoro del pubblico (il fenomeno va sotto il nome di giustizia poetica). Non si
dimentichi, poi, che anche in Menandro ha grande importanza la Tuch.
Non manca chi ravvisa nel romanzo anche un influsso della Archia (= commedia Antica) di
Aristofane, in certe invenzioni fantastiche e nei rapidi mutamenti di scena.

4. la storiografia ellenistica di stampo romanzesco e tragico (Clitarco, Filarco, Dride), specie quella
imperniata intorno alla figura di Alessandro, che si presta bene anche a giustificare la presenza
dell'elemento avventuroso e dei viaggi in terre lontane.
Proprio questo, a parere di L. Canfora, rappresenta il precedente pi immediato e significativo: infatti
la storiografia patetica caratterizzata proprio dall'irruzione del privato nei fatti storici, un
fenomeno che infastidiva enormemente storici come Polibio e perfino retori come Luciano.

5. la biografia: evidente la parentela del romanzo con le c.d. vite esemplari (cristiane e non).

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6. la Ciropedia e 1' Anabasi di Senofonte, opere entrambe in cui assai forte il colorito romanzesco
(la prima una vera e propria biografia romanzata, la seconda viene espressamente riecheggiata da
alcuni romanzieri).

7. l'oratoria (epidittica e giudiziaria), da cui deriva il gusto per il dibattito ed il modo di strutturarlo e
per l'encomio funebre, ingredienti tipici dei romanzi greci.

Pu risultare controintuitivo che, secondo la maggior parte degli studiosi, sia da escludere il
precedente della novella, ma in effetti essa per sua natura un genere chiuso e orale: un tipo di
short story, geneticamente e strutturalmente diverso dal romanzo, che fra l'altro nasce scritto.
Sul romanzo greco non avrebbero quindi influito, a detta dei pi, le celebri Storie milesie di Aristide
di Mileto (II a.C.), molto licenziose, che eserciteranno invece una potente suggestione sul romanzo
latino.
Di recente per sono stati scoperti frammenti di romanzi erotici greci caratterizzati da una esplicita
componente sessuale, come quelli latini: romanzi scabrosi, se non addirittura pornografici, sui quali il
genere della milesia potrebbe avere influito vistosamente, e che potrebbero costituire l'antecedente del
Satyricon petroniano.
Lo stato delle nostre conoscenze in tale settore per cos precario da imporre la massima cautela:
nulla di definitivo pu essere detto in proposito.

Gli altri due filoni

Il disperante sforzo di ricostruire le origini del filone erotico-avventuroso "casto" ha fatto passare in
secondo piano il tentativo di risalire alle origini degli altri due sottogeneri: eppure, almeno nel caso
del terzo filone, il problema si presenta altrettanto complesso e spinoso.
probabile che, per quanto riguarda il filone avventuroso, colga nel segno Luciano Canfora, il
quale afferma che il romanzo "si stacca, come una costola"1, dalla storiografia ellenistica "patetica",
quella di Dride e Filarco per intenderci; un altro precedente pu essere ravvisato nella storiografia
definita appunto "romanzesca", il cui principale rappresentante Clitarco: autori, tutti, accomunati
dal disprezzo con cui Polibio guarda alle loro opere ibride e a suo parere poco serie.
Il terzo filone, quello erotico-avventuroso caratterizzato, all'opposto del secondo, da un'insistente
presenza dell'elemento sessuale, presenta caratteristiche cos peculiari da indurre ad ipotizzare
un'origine comune per tutti i romanzi di questo tipo.
A prescindere dalla maggiore o minore seriet con cui il tema viene affrontato dai vari autori,
l'elemento ricorrente quello della caduta e della degradazione, alla quale fa seguito una serie di
velleitari tentativi di riconquista della perduta "normalit", puntualmente coronati da insuccesso,
finch il malcapitato protagonista giunge alla disperazione e si arrende.
In particolare il tema della trasformazione in asino costituisce un interessante sotto-insieme del
pi vasto e ricorrente tema della metamorfosi caro agli artisti di tutti i tempi (celebri nellantichit le
Metamorfosi di Ovidio e nel Novecento la surreale Metamorfosi di Kafka) e rappresenta un singolare
leit-motiv ricorrente nella letteratura romanzesca del II secolo d.C. (ma non solo: si pensi ad esempio
allo shakespeariano A Midsummer Night's Dream), risultando attestato in ben tre romanzi: oltre alle
Metamorfosi (o L'asino d'oro) di Apuleio, anche le perdute Metamorfosi di Lucio di Patre e Lucio o
l'asino dello Pseudo-Luciano.
Ma la vicenda della degradazione e del tentativo di risalita ricorre in modo insistente - con o senza
asino - in diverse opere letterarie di tutti i tempi: basti pensare alla favola di Amore e Psiche che
occupa i libri centrali delle stesse Metamorfosi di Apuleio, o alle Confessioni di Sant'Agostino, non a
caso appassionato lettore di Apuleio (fu lui a coniare per le Metamorfosi il sottotitolo di L'asino d'oro),
oppure alla vicenda allegorica narrata da Dante nella Divina Commedia, o ancor pi a Pinocchio di
Carlo Collodi: in tutti questi casi gli autori descrivono una condizione di estrema confusione mentale
e morale in cui i protagonisti vengono a trovarsi, in genere per superficialit e faciloneria, oppure per
un fatale errore di presunzione intellettuale (curiositas), ed il loro tentativo di risollevarsi con le
proprie forze, fallimentare ma necessario, perch preliminare all'intervento della Grazia divina, la

1
Luciano Canfora, La storiografia greca, Bruno Mondadori, Milano 1999, pag. 58.

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quale non interviene se non quando vede che l'individuo ha esaurito tutti i tentativi umanamente
possibili: emblematico in tal senso il caso di Lucio-asino, che corre a perdifiato finch non arriva
sulla riva del mare: allora, non potendo pi fuggire, si getta stremato sulla spiaggia e prega la dea
Iside (la Luna) di farlo morire. Poi si addormenta, ed proprio allora che arriva la Grazia divina (Iside
stessa) a salvarlo.
Pare evidente che questo terzo tipo di trama alluda, in linea con le tesi di Kernyi e Merkelbach, ad
un complesso retroterra religioso, quasi certamente connesso con un rituale misterico che
comporta un faticoso percorso di crescita e di maturazione, portando l'individuo da una condizione di
bruta materialit alla conquista di una condizione propriamente umana. Lo scotto da pagare per
questa conquista sempre la rinuncia all'antica situazione di presunta "normalit", con conseguente
ingresso in una dimensione "altra", generalmente connessa con l'idea di perfezione e di immortalit.
Si tratta di un percorso simile a quello delineato nel Corpus Hermeticum: non a caso l'autore in cui
questo retroterra pi evidente Apuleio, presunto autore del testo ermetico Asclepius, il quale
costruisce con il suo romanzo una singolare allegoria, imperniata evidentemente sulla vicenda
dellanima che, caduta per un fatale errore, attraverso una serie di durissime prove riconquista - ma
solo per lintervento della grazia divina - la piena felicit, e con essa limmortalit.
Sullesatto significato di questa esperienza filosofico-religiosa si molto discusso e si discute tuttora.
Occorre per sottolineare come Apuleio sia e rimanga un filosofo platonico, per quanto sui generis, e
non rinneghi mai questa sua appartenenza culturale, per quanto sincretisticamente fusa con
esperienze di segno assai diverso: in un primo momento la magia, quasi certamente praticata dal bel
filosofo africano (che nellApologia lo nega, ma in modo sempre ambiguo e mai davvero convincente);
successivamente la conversione al culto di Iside.
Lallegoria assume connotati eplicitamente platonici nella favola di Amore e Psiche (ll. IV-VI), dove i
nomi stessi dei protagonisti (Eros, Amore; Psych, Anima) non possono non rievocare
immediatamente la teoria delleros platonico cos come esposta nel Simposio e nel Fedro. Del resto, a
ben guardare, la vicenda di Psiche rispecchia in pieno quella di Lucio, per cui si direbbe che la
funzione della storia di Amore e Psiche - non a caso situata in posizione centrale - sia appunto quella
di esplicitare in modo quasi didascalico, nella microstruttura della favola, il senso della
macrostruttura che la include.

La destinazione del romanzo greco

A che tipo di pubblico era rivolto un genere letterario dotato di queste caratteristiche? Anche su questo
gli studiosi sono in disaccordo.
La sua natura paraletteraria sembrerebbe infatti indirizzarlo verso larghi strati popolari (genere di
consumo): ma questa destinazione mal si accorda con il tono di fondo, fortemente letterario, e con lo
sfoggio di erudizione e di retorica, che presuppongono un pubblico in grado di apprezzarne le
caratteristiche colte; si potrebbe pensare ad una media borghesia con pretese di cultura e gusti artistici
poco sofisticati, che conoscesse molto bene per lo meno Omero ed i tragici.
Nel complesso si tratta per lo pi di opere di evasione, che nascono forse dall'esigenza di trasfigurare in
senso magico e favoloso una realt divenuta, in seguito alla caduta dei valori connessi con la poliv
greca, troppo comune e meschina: il viaggio, elemento onnipresente del genere, pu essere assunto a
simbolo stesso di questa volont di evasione.
Tutto ci richiama alla mente fenomeni attuali, come l'interesse della piccola borghesia per il bel
mondo dei rotocalchi scandalistici o la partecipazione emotiva delle casalinghe frustrate alle vicende
dei serials televisivi. Siamo agli antipodi dell'epos, che rifletteva invece uno stile di vita reale.
I romanzi greci dnno perci l'impressione di proporre se stessi come alternativa alla vita: letteratura
di evasione nel nulla (Scarcella).

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I ROMANZI GRECI A NOI NOTI

Legenda:

Il grassetto segnala i pochi romanzi superstiti; in mancanza di altre indicazioni, gli altri sono
completamente perduti o noti solo attraverso sporadici frammenti.
La sottolineatura, invece, indica i romanzi pi importanti, perduti o meno: quelli, insomma, di cui
essenziale ricordare il titolo e l'autore. Gli autori sono riportati in ordine cronologico.

Pseudo-Callstene Romanzo di Alessandro II a.C.?


(ne possediamo traduzioni
in varie lingue)

Iamblo siriano (romanzo di avventure; epitomato II a.C.


da Diodoro Siculo)

? Romanzo di Nino (frammenti) II-I a.C.

Caritne di Afrodisia Le avventure di Chrea e Callroe, I a.C.-I d.C.


8 libri

? Romanzo di Metoco e Partnope I a.C.-I d.C.

? Romanzo di Ditti (solo un I d.C.


frammento; noto per nella
versione latina)

? Romanzo di Darte (noto nella I d.C.


versione latina)

Antonio Digene Le meraviglie di l da Thule I-II d.C.


riassunto dal patriarca Fozio,
IX d.C., nella sua Biblioteca,
e dal neoplatonico Porfirio;
ne sopravvive un frammento)

Lolliano di Efeso Storie fenicie (frammenti) II d.C.

Senofonte Efesio Racconti efsii di Anzia ed II d.C.


Abrcome (detti anche Efesache),
5 libri (probabilmente riassunto di
un'edizione in 10 libri)

Giamblco siriano Storie babilonesi (riassunto da II d.C.


Fozio nella sua Biblioteca),
16 libri

Achille Tazio (Alessandria?) Leucippe e Clitofonte, 8 libri II d.C.

Lucio di Patre (?) Le metamorfosi II d.C.?

Pseudo-Luciano Lucio o l'asino, 1 libro II d.C.?

Luciano di Samsata Storia vera, 2 libri II d.C.

7
? (originale greco della Storia di II d.C.?
Apollonio re di Tiro, che
conosciamo in latino)

Longo Sofista (Lesbo?) Avventure pastorali di Dafni II-III d.C.


e Cloe, 4 libri

Eliodro di Emsa (Siria) Storie etiopiche di Tegene III-IV d.C.


e Caricla (note anche come
Etiopiche), 10 libri

I ROMANZI LATINI A NOI NOTI

Petronio Arbitro Satyricon, in almeno 16 libri I d.C.


(conosciamo per intero il 15
e parte del 14 e del 16)

Apuleio di Madauro Le metamorfosi o L'asino d'oro, II d.C.


11 libri

? Storia di Apollonio re di Tiro, III d.C.?


1 libro (traduzione di un originale V d.C.?
greco perduto) VI d.C.?

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